IL TURISMO RELIGIOSO - A cura di: Ilaria Bruzzechesse Franco Collodet Carlo Pitardi Sergio Sarnari
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2 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Indice 3 Vaticano.com Ilaria Bruzzechesse 5 Introduzione Vincenzo Varagona 7 Turismo culturale e turismo religioso Sergio Sarnari 11 Terroir religioso Sergio Sarnari 16 Le principali destinazioni in Italia Ilaria Bruzzechesse, Carlo Pitardi 22 Pellegrinaggi e cammini Franco Collodet 30 Dati sul turismo religioso Sergio Sarnari 39 Investimenti Ilaria Bruzzechesse, Carlo Pitardi 45 Conclusioni Sergio Sarnari 48 Ringraziamenti
3 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Vaticano.com di Ilaria Bruzzechesse Vaticano.com si occupa di turismo religioso via web attraverso la gestione del portale Vatica- no.com. Si stima che solo in Italia, ogni anno, il turismo religioso generi oltre 5 milioni e mezzo di presenze e che questo numero sia destinato a crescere nel tempo. La nostra storia affonda le sue radici nella religione cattolica, che ha influenzato la cultura e le tra- dizioni italiane; arte e architettura hanno raggiunto il livello massimo di espressione nel contesto religioso e non c’è praticamente luogo, in Italia, in cui non sia presente un santuario o spazio sacro che sia anche punto di riferimento per il territorio limitrofo. Feste e rievocazioni di natura religiosa, in cui ritroviamo spesso anche una commistione tra sacro e profano, diventano momenti di aggregazione importanti che scandiscono la vita delle comunità. Promuovere il turismo religioso diventa, quindi, promuovere il turismo in Italia, partendo da un punto di vista particolare e, allo stesso tempo, così profondo da poter abbracciare anche quello ar- tistico, culturale, architettonico e folkloristico. Il progetto di Vaticano.com si sviluppa su queste premesse e il portale vuole essere il punto di ri- ferimento per tutti coloro che intendono recarsi presso i luoghi sacri italiani e prendere parte agli eventi a questi correlati.
4 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Vaticano.com di Ilaria Bruzzechesse Gli utenti di Vaticano.com, seppur eterogenei nell’idea di viaggio e nelle inclinazioni, sono accomu- nati dalla tipologia di mete da visitare. Il portale è strutturato in modo da offrire informazioni sia a chi è animato da fede e spiritualità che da interessi artistici, culturali o folklorici. Le schede dei santuari pubblicate su Vaticano.com contengono indicazioni sulla storia del luogo sacro, su architettura e opere d’arte, su curiosità e festività, nonché tutte le informazioni logisti- che - spazio, orari, contatti, orari delle celebrazioni, strutture ricettive nelle vicinanze - per orga- nizzare al meglio la propria visita. Nel portale è presente, inoltre, una sezione di notizie focalizzata su percorsi e itinerari, eventi, ri- correnze religiose e approfondimenti.
5 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Introduzione di Vincenzo Varagona Il dibattito sul cosiddetto turismo religioso è apertissimo. Più di un esponente ecclesiale esprime perplessità di fronte a questi due termini che intendono esprimere il valore aggiunto che l’elemento spirituale attribuisce a un settore economico sempre più trainante per molte regioni e in particolare le Marche. Mi viene in mente subito un esempio, costituito dal Santuario dell’Ambro: fortemente danneggia- to dal terremoto del 2016, destinato certamente a rimanere un rudere per molti anni. Il suo Rettore, padre Gianfranco Priori, rafforzando la sua notorietà di ‘frate Mago’, ha realizzato una delle sue performances migliori, permettendone il recupero totale in tempi record, ottenen- do da un istituto bancario del territorio un finanziamento che supera il milione di euro. Come se non bastassero, è riuscito, prima della scadenza del mandato, ad assicurare la sistema- zione del convento. Le ragioni di questo intervento, che ha stupito molti, frenati dall’antico ‘adagio’: “Prima le case, poi le chiese”, sono state duplici. Da un lato la fortissima devozione mariana (l’Ambro è il secondo santuario mariano della regione dopo Loreto); dall’altro proprio la consape- volezza che, per riscattare l’economia della zona, il recupero del Santuario è essenziale. Detto e fatto: riaperto la notte di Natale, mai l’Ambro aveva avuto tante visite invernali come in queste settimane. È facile prevedere con la buona stagione un’esplosione del flusso devozionale e turistico.
6 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Introduzione di Vincenzo Varagona L’ Ambro, tuttavia, è solo un esempio. Nel 2020 sarà celebrato, forse anche con l’arrivo del Papa, l’ottavo centenario della partenza da Ancona di San Francesco per l’Oriente. L’empatia di France- sco, questo evento che evoca secoli di storia, il cammino del cristianesimo nei continenti, costitui- scono anche senza fare niente una grande opportunità. Di certo è impensabile stare con le mani in mano. Da anni la Regione, di concerto con l’Ordine francescano e i Vescovi, ha concertato un clu- ster dedicato proprio a questa grande strada che esprime, a parte un serbatoio economico certo, una vocazione tutta marchigiana. I sentieri francescani sono sempre più praticati da persone, tante, che la vita costringe in qualche modo a una ricerca interiore. Forse per questo motivo alcuni - sempre di più - storcono il naso davanti alla definizione di turismo religioso, anche se il concetto rende abbastanza l’idea di quanti, chiamati a scegliere le modalità di investire la propria vacanza, scelgono mete religiose. Si rafforza, tuttavia, una domanda più raffi- nata e intelligente, per questo più esigente. La meta religiosa diventa una scelta di qualità, espressione di una ricerca precisa, di una riflessio- ne che mette insieme gusto per arte e storia, conoscenza delle radici della propria o altrui terra, ri- torno alle radici dell’uomo, del suo sapere, del senso della vita e di questa nostra umanità. Lo strumento organizzato dai fondatori di Vaticano.com, che firmano questo canale di informazio- ne elettronico, è una spia di questa nuova domanda e va salutata con favore. Si inserisce in un nuovo sistema o paniere di offerte che tendono a lasciare il pellegrino, o comun- que il turista incline e queste nuove conoscenze, sempre meno solo, rafforzando una tendenza che diventa determinante anche per uscire dalla crisi: fare rete, sempre e ovunque, abbattendo i rischi di individualismi che restano in agguato. Un grazie, quindi per questa nuova opportunità e un incoraggiamento a fare, ove possibile, più e meglio.
7 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Turismo Culturale e Turismo Religioso di Sergio Sarnari Compiere un viaggio significa confrontarsi con qualcuno di diverso e cercare di conoscerlo. Questa conoscenza passa principalmente attraverso l’arte, la storia, la cultura, la geografia, gli usi, la religione e la tradizione della popolazione ospitante. La religione, in particolare, assieme al commercio, è stata la più antica motivazione turistica; pos- siamo trovare infatti dettagliati resoconti di incredibili viaggi compiuti per motivi religiosi: dai primi pellegrini in Terra Santa, a partire dal IV secolo fino ai cammini medievali come la Via Franci- gena e il Cammino di Santiago. Questi viaggi oggi sono piuttosto semplici da intraprendere, ma per un cittadino del Sacro Romano Impero decidere di visitare Gerusalemme significava abbandonare la propria famiglia e la propria terra e iniziare un viaggio di anni, allo scopo di raggiungere una città lontana, della quale si ignorava posizione, lingua e cultura; era insomma un vero e proprio salto nel buio. È altresì vero che il pellegrino che visitava la Terra Santa tornava in patria arricchito di una espe- rienza religiosa e di un bagaglio culturale senza paragoni per un cittadino del tempo, che per molti erano sufficienti a giustificare questo viaggio. Il viaggio permette di relazionarsi con qualcosa di sconosciuto e misterioso; proprio per questo è uno dei mezzi più usati da chi è alla ricerca del Sacro; in ogni religione, infatti, il pellegrinaggio è il mezzo attraverso il quale avvicinarsi al divino.
8 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Turismo Culturale e Turismo Religioso di Sergio Sarnari L’avvento del turismo in epoca moderna viene fatto risalire all’Europa del XVII secolo, quando tra i giovani aristocratici si diffuse il fenomeno culturale del Grand Tour; questo lungo viaggio, effet- tuato nell’Europa continentale a scopi puramente culturali, poteva durare pochi mesi o anni, a se- conda delle disponibilità economiche del viaggiatore e aveva spesso come destinazione l’Italia, con le sue mete culturali e religiose, famose in tutta Europa. Il turismo religioso promuove la visita di chiese, abbazie, o altri luoghi sacri, sia per devozione che per apprezzarne la bellezza dal punto di vista artistico e culturale. Quelle che un tempo erano le antiche vie dei pellegrini e le maestose cattedrali visitate da migliaia di fedeli, oggi sono importanti destinazioni turistiche visitate indistintamente da religiosi, laici o atei che desiderano riviverne la spiritualità, ammirare le opere d’arte o l’architettura e conoscere la storia di luoghi e popoli. Il grande aumento dei turisti religiosi, registrato a partire dagli anni ‘90, ha portato la UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) a creare degli studi su questo segmento, arrivando a sti- mare circa 350 milioni di turisti, per un fatturato annuo di circa 18 miliardi di dollari. Questi dati giustificano il crescente interesse, da parte di aziende ed enti pubblici, al nostro patrimonio stori- co/religioso, che oltre ad avere un importante valore culturale, è considerato una risorsa econo- mica in grado di portare benessere alla comunità. Proprio questa maggior attenzione al bene pubblico, ha contribuito a favorire gli investimenti mirati alla riscoperta e alla conservazione di quei luoghi che spesso non erano stati valorizzati a dovere; basti verificare (vedi Capitolo 6) la grande quantità di investimenti pubblici, spesso finan- ziati con i fondi europei, utilizzati per la ristrutturazione e la messa in sicurezza di luoghi sacri. La pubblicazione e la diffusione nella cultura di massa di opere letterarie legate al mondo della cri- stianità ha, in diverse occasioni, incrementato il numero di turisti in una particolare destinazione.
9 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Turismo Culturale e Turismo Religioso di Sergio Sarnari Possiamo citare, tra le opere pubblicate negli ultimi anni, quelle di Dan Brown, che hanno portato un incremento di turisti nei luoghi toccati dai protagonisti della serie di romanzi (e della loro tra- sposizione cinematografica, con la regia di Ron Howard e Tom Hanks come protagonista). Un altro importante fenomeno trainante dell’economia del turismo religioso è quello dei Giubilei. Per farci un’idea dell’impatto di questi eventi nel turismo, prendiamo ad esempio il Cammino di Santiago de Compostela, che ha registrato un aumento costante di turisti a partire dagli anni ‘80, con dei picchi di visitatori negli anni giubilari o in corrispondenza di una maggiore attenzione dei media in seguito all’uscita di libri o film che ne raccontano la storia.1 1. Es. Il Cammino di Santiago, Paulo Coelho, del 1986 ma che riscuote successo dai primi anni ‘90
10 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Turismo Culturale e Turismo Religioso di Sergio Sarnari In controtendenza rispetto a tutti i giubilei della storia, quello del 2016 è stato il primo a non aver portato un incremento di turisti a Roma. Tra le cause principali sono state individuate: 1. Il cosiddetto “turismo diffuso” in cattedrali e in santuari giubilari in ogni diocesi del mondo, In controtendenza rispetto a tutti i giubilei della storia, quello del 2016 è stato il primo a non aver portato un incremento di turisti a Roma. 2. Il terrorismo internazionale: si pensi, in particolare, agli attentati avvenuti in Francia circa un mese prima dell’apertura del Giubileo e in cui hanno perso la vita 130 persone, che hanno dato un forte freno alle celebrazioni. Per questi motivi, pur avendo registrato circa nove milioni di presenze nella capitale ed avendo ge- nerato decine di migliaia di micro-giubilei in santuari e cattedrali di tutto il mondo, il Giubileo Stra- ordinario della Misericordia è rimasto sottotono rispetto ai Giubilei precedenti. Nell’estate e nell’autunno del 2016, il centro Italia è stato colpito da uno sciame sismico, culmina- to nella scossa di magnitudo 6,5 del 30 ottobre. Questi fenomeni hanno causato ingenti danni, so- prattutto nei paesi di Marche, Umbria e Lazio, causando la morte di numerose persone e radendo al suolo interi centri abitati. Tra i danni causati dal terremoto c’è sicuramente anche il turismo, tra le fonti principali di reddito del territorio. La Basilica di San Benedetto di Norcia, una delle più importanti abbazie del centro Italia, è crollata a seguito del terremoto, lasciando intatta soltanto la facciata ed è ormai un simbo- lo di un turismo quasi del tutto bloccato, almeno fino alla ricostruzione, che richiederà anni. Ultimo dei motivi principali delle oscillazioni negative degli ultimi anni, è la crisi economica iniziata attorno al 2008 che, avendo colpito anche il turismo internazionale, ha portato un calo dei visita- tori in numerose destinazioni.
11 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Terroir religioso di Sergio Sarnari Terroir è una parola francese, ormai diffusa anche in italiano, in particolare tra gli amanti del vino. Il terroir identifica una zona che, per le sue caratteristiche geografiche, climatiche e sociali, ha per- messo la nascita di un particolare tipo di vino. E’ azzardato associare il concetto di terroir alla religione, ma una analogia del genere può assume- re quanto mai calzante se si osserva sotto il profilo della Geografia Antropica 2 , ossia quella disci- plina che analizza gli spostamenti degli uomini in un determinato periodo, ricercando le motiva- zioni sociali, politiche ed economiche che li hanno causati. In questa ottica, ogni comunità è il risultato di migrazioni di esseri umani susseguitesi nel tempo. L’Italia, pur nella sua geografia variegata, è caratterizzata da una antropizzazione diffusa, che ha avuto in chiese e santuari un fattore di attrazione ancor più che nelle caratteristiche geografiche. Allo stesso modo in cui il terroir contribuisce a creare il vino, l’influenza della religione ha storica- mente contribuito alla nascita delle comunità dall’affermarsi del cristianesimo fino al basso me- dioevo, quei secoli bui dove la presenza del sacro era rifugio sia spirituale che fisico dai pericoli. Con la costituzione dello Stato Pontificio, il papato divenne il centro del potere e nei suoi oltre mille anni di storia le chiese, i monasteri, gli eremi ed i santuari non solo si diffusero in tutto il terri- torio della cristianità, ma assunsero anche il ruolo di aggregatore culturale e sociale sia nelle grandi città che nei piccoli borghi. 2. Andreotti G., Riscontri di geografia culturale, Trento, Artimedia-Trentini, 2008
12 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Terroir religioso di Sergio Sarnari Nel 534 d.C. San Benedetto detta la Regula monachorum o Sancta Regula, che definisce la base del monachesimo. I monasteri si diffusero rapidamente nel centro Italia e poi in tutti i territori della Cristianità e i monaci divennero figure di riferimento per il popolo. I monasteri, seppur meno magnificenti delle cattedrali delle grandi città, erano costruiti da mae- stri e maestranze di esperienza, ed erano fortificati per dare rifugio e protezione ai monaci e a pic- cole comunità da attacchi di possibili invasori come briganti, barbari o rivali. Nei piccoli borghi, dove non erano presenti altre difese, la comunità si raccoglieva quindi attorno al monastero per ogni necessità della vita quotidiana: dal conforto spirituale alla ricerca di consi- gli, fino alla richiesta di aiuto e protezione in caso di bisogno. E’ proprio la Regola di San Benedetto a definire l’obbligo ai ospitare i visitatori “Come se fossero 3 Cristo” . Questa tradizione di ospitalità ha caratterizzato l’ordine in ogni epoca, in passato garan- tendo agli ospiti diritto di asilo e protezione, in tempi più moderni offrendo ospitalità in luoghi dalla forte spiritualità dove meditare sulle letture e pregare. 4 Attorno al X secolo , in un periodo caratterizzato dalla perdita di prestigio del Papa, soggiogato dal potere delle famiglie nobiliari di Roma, i monasteri rafforzano il loro potere, esercitando una stra- ordinaria autorità morale sulla cristianità. Per molti secoli a seguire i monaci saranno i detentori del sapere e della scienza, e proprio grazie agli amanuensi, in particolare ai Benedettini, molti testi antichi vennero conservati e sono arrivati fino a noi. Le comunità che fiorivano intorno ai monasteri avevano più possibilità di sopravvivere; l’influenza benefica che questi esercitavano in quanto custodi di sapere e tradizioni veniva, quindi, ricambiata con offerte e fede. 3. II Capitolo, capoLIII 4. Il Saeculum Obscurum, dal 888 al1046.
13 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Terroir religioso di Sergio Sarnari I borghi e i paesi contribuivano attivamente a diffondere la devozione verso il loro patrono o verso il santo al quale era dedicata la loro chiesa, con celebrazioni religiose che spesso andavano oltre il confine territoriale, ma attiravano fedeli anche dalle comunità vicine per chiedere grazie, manife- stare la propria devozione e celebrare festività. Alcune processioni risalenti al medioevo sono sopravvissute fino a noi e vengono tuttora celebra- te da comunità, a volte con l’aiuto di ordini o confraternite che ne conservano la tradizione. La devozione avuta in passato dalle comunità è oggi ben visibile semplicemente osservando la to- ponomastica delle cartine geografiche italiane. Ogni città italiana ha un grande numero di agglo- merati urbani che la circondano, frazioni o località che spesso con l’ingrandirsi del centro urbano ne vengono inglobate ma che ancora oggi conservano i nomi che avevano alla loro costituzione. 5 Esistono oltre 5.300 frazioni che portano il nome di un santo o di una santa e molte altre, di diffi- cile censimento, legate a eventi religiosi o luoghi di culto. Un interessante esempio di questo lavoro di ricerca che collega la tradizione cristiana e la topono- mastica è nel nome della località Posatora di Ancona. Loreto è un piccolo comune di circa 12.000 abitanti in provincia di Ancona, sviluppatosi attorno alla Basilica che ospita la reliquia della “Santa Casa” di Nazareth, dove secondo la tradizione Maria ricevette l’annuncio della nascita di Gesù. Secondo la leggenda, con la riconquista della Terra Santa da parte dei turchi selgiuchidi, sancita dalla caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291, degli angeli sollevarono la casa di Maria e la portaro- no in volo in Italia. Prima a Fiume, poi ad Ancona, dove rimase per molti mesi in una frazione chia- mata Posatora (posa-et-ora) prima di essere portata su un colle nei pressi di Recanati dove tuttora risiede. 5. 5.329, Fonte: ISTAT
14 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Terroir religioso di Sergio Sarnari Il viaggio, noto come “Traslazione della Santa Casa”, ha dato origine alla tradizione di accendere dei fuochi (i focaracci) nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre per rischiarare il volo degli angeli e celebra- re la “Festa della Venuta”. In poche righe abbiamo visto un esempio di come la tradizione abbia cambiato la geografia umana di un luogo in molteplici modi. Anche se non fossero stati davvero gli angeli a trasportare la Santa Casa ma, come sostengono alcuni, fu una famiglia di nobili bizantini di nome Angeli Comneno, resta il fatto che il comune di Loreto sia nato attorno a una reliquia sacra; che la località di Posato- ra debba il suo nome a questo evento e che numerose tradizioni siano scaturite dalla presenza di tale reliquia (come, ad esempio, i Cammini Lauretani, la Festa della Venuta, la nascita di pellegri- naggi e la tradizione dei focaracci). In tutto il territorio italiano il cristianesimo ha influenzato piccoli e grandi movimenti migratori, modificando l’antropizzazione di intere regioni. La presenza di chiese ha contribuito alla fortuna di piccoli borghi; la presenza di santi, di reliquie o di apparizioni hanno spinto la costruzione di santuari che hanno fatto fiorire delle comunità e che spesso continuano ad essere luoghi di pellegrinaggio di grande valore storico, artistico e culturale. Il sentimento di appartenenza ad una comunità è spesso rafforzato da eventi culturali originati da fatti storici accaduti nella comunità stessa. Anche in questo caso, possiamo trovare la religione tra le motivazioni principali che hanno generato queste tradizioni. Non è raro rintracciare in un miracolo, avvenuto in periodi anche piuttosto antichi, l’origine di una processione o di un’altra tradizione che persiste fino ad oggi. Molte rievocazioni storiche tra le più famose sono dedicate ai patroni delle città che le ospitano o assumono una sacralità proprio grazie alla religione.
15 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Terroir religioso di Sergio Sarnari Tra le più famose rievocazioni storiche d’Italia c’è sicuramente il Palio di Siena, che attira ogni anno decine di migliaia di visitatori. Questa corsa di cavalli ha una tradizione antichissima: si hanno infatti delle testimonianze scritte che risalgono al 1200. Inizialmente il Palio era il momento conclusivo delle festività dedicate a Maria Assunta, che si fe- steggiavano nell’antica cattedrale della città dedicata a San Bonifazio. Il legame con le tradizioni è più sentito quando nel territorio vi sono eventi che permettono di rie- vocare la memoria storica legata ad avvenimenti passati. Le processioni, note in particolare nel sud Italia, ma diffuse in tutta la Penisola, sono uno dei feno- meni che più caratterizzano questo amore per la tradizione. Lungi dall’essere considerate dagli autoctoni un fenomeno turistico, alla stessa stregua del Palio di Siena, sono eventi realizzati dai locali per i locali e il turista, seppur tollerato, non ha il ruolo cen- trale di spettatore attorno al quale è stata realizzata una rappresentazione. Non è la rappresentazione che si adatta per essere gradita al turista, ma è il turista che per essere accettato, deve adattarsi alla sacralità del momento, potendo così osservare la scena senza artifi- zi.
16 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi Il comparto del turismo religioso è considerato, in Italia così come nel resto d’Europa, in forte e continua espansione. “In Italia circa il 70% del patrimonio artistico è di carattere religioso. Su circa 95.000 chiese, ben 85.000 sono ritenute un bene culturale così come 1.535 monasteri, 3.000 complessi monumentali, 5.500 biblioteche, 26.000 archivi, 700 collezioni e musei ecclesiastici e migliaia di opere pittoriche e scultoree” 6. Questo immenso patrimonio che “supporta anche il turismo culturale-artistico dal momento che porta a visitare chiese, santuari, cattedrali, abbazie, monasteri parte notevole del patrimonio artisti- co italiano, integrando fede, con cultura, arte, storia” 7, è sicuramente un punto di forza per il ri- chiamo di flussi turistici motivati da interessi che spaziano dalla spiritualità, all’arte e alla cultura e, in senso più ampio, alla tradizione italiana intesa anche come culla della civiltà europea. Da Roma ad Assisi, da Loreto a San Giovanni Rotondo, l’Italia offre un patrimonio religioso e arti- stico ineguagliabile. I Musei Vaticani, la Cappella Sistina, la Basilica di San Pietro, le chiese paleocristiane, la Basilica di San Giovanni in Laterano sono solo una selezione delle tappe di un viaggio religioso a Roma. 6. CEI. Conferenza Episcopale Italiana. “Otto per mille. Destinazione ed impieghi 1990-2017” 7. Antonio Foglio, Marketing del turismo. Politiche e strategie di marketing per località.
17 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi Nell’Italia centrale le mete preferite restano Assisi, luogo mistico e carismatico in cui visse San Francesco, e Loreto, meta di un eccellente pellegrinaggio provinciale. Un viaggio per ripercorrere la fede e le vicende di Padre Pio può avere inizio in Campania, a Pie- trelcina (BN), con la visita della casa natale del santo, per concludersi a San Giovanni Rotondo in Puglia, dove riposano le sue spoglie mortali. In ogni regione e provincia d’Italia sono presenti numerosi luoghi di culto da visitare: ulteriori at- trattive situate nel territorio determinano poi la durata della permanenza, ma il turista religioso tipico predilige un soggiorno breve, di solito nel fine settimana o in occasione di ricorrenze religio- se. Le regioni più interessate dal fenomeno sono Umbria, Lazio, Veneto e Toscana, dove le imprese al- berghiere sono organizzate per accogliere flussi turistici in ogni periodo dell’anno: tra le caratteri- stiche del turismo religioso di gruppo si può, infatti, annoverare la destagionalizzazione, con un 44,5% di spostamenti che avviene in primavera e un numero di partecipanti per i gruppi che, in tre casi su quattro, è tra le 26 e le 50 persone. Soprattutto nelle aree in cui è più cospicuo l’afflusso di turisti religiosi, in particolare per motivi strettamente spirituali, l’accoglienza è garantita anche dal patrimonio ricettivo ecclesiastico (case del pellegrino, ostelli, conventi, ecc.) sempre più presenti nel mercato accanto alle strutture alber- ghiere “laiche”. Se ciò che avviene nella località di S. Giovanni Rotondo, sede del santuario di Padre Pio di Pietrel- cina - dove gli investimenti in infrastrutture sono regolati quasi esclusivamente in vista dei movi- menti di pellegrini - può essere considerato un caso peculiare, l’importanza e il peso del turismo religioso in tutta la nostra penisola rimane incontestabile.
18 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi L’indagine “Italia destinazione turistica 2017”, condotta da ISNART (Istituto nazionale sulle ri- cerche turistiche) e Unioncamere, stimava il numero di 3 milioni di turisti religiosi in Italia per un totale di 8,6 milioni di presenze annue. Dato significativamente in crescita rispetto a quello - sempre fornito da ISNART- del 2012, che at- testava le presenze intorno ai 5,6 milioni, di cui 3,3 milioni da stranieri. Negli ultimi 6 anni il peso del turismo religioso in Italia è oscillato tra 1 e il 4% del totale delle pre- senze. Dai dati a disposizione è possibile anche fare un identikit del turista religioso, che per il 59% è ita- liano e per il 41% straniero: in genere, adulto, 45 anni di età media per gli italiani e 30 anni per gli stranieri, in leggera prevalenza di sesso maschile (51,2% uomini contro il 48,8% di donne) 8. Analizzando, inoltre, le attività praticate da tutti i turisti durante il soggiorno in Italia, emerge che il 4,9% di essi ha assistito ad eventi religiosi nelle mete di vacanza e ben il 29,3% ha visitato san- tuari e luoghi sacri. È nata in Italia la Borsa del Turismo religioso Internazionale (BTRI), proprio per raggruppare i più importanti esponenti del mondo ricettivo, tour operator, agenzie di viaggio ecc. che si occupano di turismo religioso, con l’obiettivo di creare un punto d’incontro e di scambio tra i vari attori di questo comparto. Inoltre, nel portale nazionale del turismo, www.italia.it, promosso dal Governo, c’è una sezione dedicata proprio al turismo religioso. 8. “Italia destinazione turistica 2017” Isnart-Unioncamere
19 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi Di seguito, è riportata una tabella che indica i luoghi sacri più visitati in Italia, con dati riferiti all’anno 2017: * Dati riferiti alla ricerca della Dott.ssa Anna Zollo, Università Sapienza di Roma, 2014. ** Dati espressi dalle varie segreterie e rettori dei santuari.
20 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi Le zone dell’Italia centrale hanno subito un forte calo dei turisti a causa del devastante terremoto del 2016. Il sisma ha danneggiato non solo abitazioni, alberghi, musei, ma anche diversi santuari di Abruzzo, Marche e Umbria, provocando un dimezzamento delle prenotazioni sia nazionali che internazio- nali. A conferma di ciò, Loreto, che nel 2009 aveva registrato 4.500.000 presenze (fonte: Il Resto del Carlino), nel 2017 ha rilevato 3.000.000 di visitatori. Se nell’Italia centrale il numero dei turisti diminuisce, per motivi contingenti che non sono connes- si al fenomeno del turismo religioso, ci sono altre zone della Penisola che invece registrano un in- cremento nelle presenze attribuibili a questo comparto. Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione ospitalità religiosa italiana, ha elaborato i dati delle ri- chieste transitate sul sito e giunte a 1.500 strutture, laiche e religiose, specializzate nell’accogl- ienza di famiglie e gruppi d’ispirazione cristiana: 37.000 richieste per oltre 700.000 posti letto e più di 2.000.000 di pernottamenti. Sempre dai dati elaborati dall’associazione, emerge che sono sempre più richieste le strutture della provincia di Bolzano e Trento. In Trentino Alto Adige, già meta turistica e culturale di richia- mo, sono presenti diversi santuari. Le alte montagne e la natura sconfinata fanno da cornice ideale a una realtà religiosa che, negli ultimi anni, si sta sviluppando sempre più in questa regione. Questi santuari, anche se non si contraddistinguono per importanza a livello nazionale, sono mete spirituali e di passaggio per i fedeli che si spostano dall’Italia all’Austria. Anche i santuari mariani dislocati in tutto il territorio ligure registrano un aumento di visitatori, come ad esempio il Santuario della Madonna della Guardia ad Alassio, in provincia di Savona.
21 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Le principali destinazioni in Italia di Ilaria Bruzzechesse e Carlo Pitardi Oltre centomila persone, tra pellegrini, fedeli e visitatori, sono salite lo scorso anno al Santuario Madonna della Corona, situato a Spiazzi (VR). Il Santuario, che sorge aggrappato sulla roccia dei monti che lo circondano a 774 metri sul livello del mare, a strapiombo sulla valle dell’Adige, attira molti turisti tedeschi, polacchi e austriaci, oltre che italiani. Trend turistico in crescita al Santuario della Madonna Nera di Oropa, in provincia di Biella. Si tratta del più celebre luogo di pellegrinaggio del Piemonte, uno dei più importanti d’Italia e forse il più antico santuario mariano dell’occidente. Nell’Anno Santo della Misericordia sono state quasi 20 mila le presenze registrate dall’ufficio Accoglienza del Santuario, cui si aggiungono circa 3.500 persone che hanno fruito delle strutture in autogestione. Al Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio (BG) ogni anno confluiscono oltre due milio- ni di pellegrini. Il Santuario, propriamente detto “Beata Maria Vergine della Fonte”, è indubbiamen- te il più noto e frequentato luogo di culto mariano della Lombardia. Il turismo religioso è in forte crescita anche in Friuli Venezia Giulia, con notevoli ricadute econo- miche per il territorio; basta dare uno sguardo alle presenze di turisti-fedeli registrate in un anno nei luoghi di culto più significativi della provincia di Udine. Tra le mete preferite dai turisti religiosi che visitano questa regione c’è la Basilica di Aquileia (UD): lo scorso anno si è chiuso con un boom di presenze, 21.650 i visitatori, nell’area della Domus e del palazzo episcopale. L’area del “Batti- stero e Sudhalle”, invece, ha totalizzato 57.642 visitatori. Sempre in Friuli Venezia Giulia, il San- tuario della Beata Vergine di Castelmonte (UD) è frequentata meta di pellegrinaggi non solo per le genti friulane e del Veneto, ma anche per quelle della vicina Slovenia. Va comunque precisato che molti santuari non hanno tecnologie e metodi per il calcolo del numero di visitatori annui e, quindi, i dati forniti sono basati su stime effettuate, la maggior parte delle volte, dai rettori dei santuari. Se è vero che si è registrato negli ultimi anni un calo sulle desti- nazioni principali, questo sembra compensato e superato dalle mete più piccole e legate al territo- rio, che registrano grandi incrementi di pellegrini e visitatori, sia per motivi strettamente religiosi che legato al turismo culturale.
22 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet Il termine “pellegrinaggio” deriva dal latino peregrinus, lo "straniero". Il pellegrinaggio è un viaggio compiuto da un devoto, per ricerca spirituale, per penitenza, sempre verso un luogo considerato sacro. Cos’è esattamente un pellegrinaggio? La descrizione di pellegrinaggio indica uno specifico tipo di viaggio, un muoversi indirizzato, si tratta di un tempo destinato a uno scopo, dove la persona si allontana dalla continuità della vita quotidiana - fatta di relazioni, spazi, lavoro - per mettersi alla ricerca e collegarsi al sacro. Peregrinus è un termine antico che ci giunge dal latino da per-ager = per i campi. Pellegrino indica la persona che non vive in città, il forestiero, o lo straniero. Chi parte per un pellegrinaggio si rende straniero, assumendo una condizione di rischio e di fatica, nella prospettiva di benefici spirituali, si espone a sacrifici per ottenere il perdono o la salvezza. Ogni religione conserva le proprie istruzioni, usanze, mete e finalità del pellegrinaggio. Nel mondo cristiano si riscontrano due forme di pellegrinaggio, nel tempo incorporate tra loro: il pellegrinaggio penitenziale e il pellegrinaggio devozionale.
23 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet Il pellegrinaggio devozionale, il più antico tra i due, risalente all’epoca paleocristiana, faceva parte di un processo di conversione per agevolare la liberazione dalle preoccupazioni e dalle ansie del mondo; il luogo di destinazione era Gerusalemme, dove ci si recava per vivere da stranieri, da fedeli in esilio. Un esempio di pellegrinaggio devozionale viene da personaggi famosi come Elena, la madre di Co- stantino I, intorno al 326-327 d.C. Il pellegrinaggio penitenziale risale, invece, alle tradizioni anglosassoni e nord europee; si diffuse a partire dall’alto medioevo, per poi essere assimilato in tutto il continente europeo soprattutto dai missionari tra il VI ed il VII secolo. Era una forma di espiazione, una condanna molto dura per una grave colpa. Il condannato veniva mandato in luoghi santi di terre lontane e pericolose a vivere di elemosine. Il richiamo biblico a questa condizione è rappresentato dall’assassinio di Abele, dove Caino è in- dotto a vagabondare (Gn, 4,12-14). Questi pellegrini camminavano scalzi, con cinghie e ferri alle gambe e ai polsi. Alcuni testi dell’epoca dichiarano che a volte queste catene si spezzavano im- provvisamente, indicando il miracolo, la fine della penitenza e la grazia di Dio davanti a tanta soffe- renza. Alcuni ricevevano una benedizione dal Vescovo prima della partenza in Capitulo Mortis ed erano costretti a lasciare un Testamento. I primi scritti che parlano di pellegrinaggi penitenziali, risalgono al VI-VII secolo. Segni contraddi- stinguibili del pellegrino erano il bastone, che serviva per sorreggersi ma anche per difendersi da animali selvatici; la schiavina, un mantello ruvido; la escarsela, una sacca di pelle per il cibo; la pa- zienza, un cordone legato in vita simile a quello indossato dai frati ed il Sanrocchino, un mantello
24 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet corto di tela cerata ispirato a san Rocco, indossato a copertura della veste. I segni visibili del pelle- grino si trovavano sul cappello o sul mantello, indicavano il santuario verso il quale si era diretti o dal quale si stava tornando. I tre luoghi principali di pellegrinaggio erano Gerusalemme, con il segno riconoscibile della palma, Roma, con il suo segno distinguibile delle chiavi di San Pietro, e Santiago de Compostela, con il suo segno particolare della conchiglia di San Giacomo. Dante Alighieri nel sonetto Vita Nova XL, Deh peregrini che pensosi andate, descrive questa con- dizione con queste parole: "È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissi- mo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma”. Nei primi secoli dopo l’anno 1000 i pellegrinaggi diretti verso Roma venivano scoraggiati per motivi di sicurezza pubblica. I vescovi di tutta Europa per sottrarsi a decisioni difficili decidevano di mandare a Roma, al cospet- to del Papa, i responsabili di grandi crimini per chiedere direttamente l’assoluzione o una peniten- za più lieve. Roma divenne, dunque, la meta di pellegrinaggi penitenziali, aggiungendosi ai pellegrinaggi devo- zionali, dove i devoti erano soliti recarsi alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Il Medioevo fu il periodo in cui le due forme di pellegrinaggio si fusero fino ad uguagliarsi, mescolando espiazione e devozione.
25 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet Ai luoghi di pellegrinaggio di Roma e Gerusalemme si aggiunse, a partire dal XI secolo, sotto la pro- tezione dominante dell’abbazia di Cluny in Francia, la città di Santiago de Compostela, piccola cit- tadina della Galizia e custode della tomba dell’Apostolo Giacomo. La motivazione univa due esi- genze a quel tempo impellenti: incrementare la Riconquista della Spagna invasa dai musulmani e unire i flussi di pellegrini. Gerusalemme situata in un’area di conflitto, saldamente in mano dei musulmani dal VII secolo, era contesa dal califfato di Bagdad di matrice sunnita e da quello del Cairo di matrice sciita. Ai pellegri- ni cristiani che giungevano in Terra Santa veniva rilasciato un lasciapassare a pagamento per poter visitare la città e le chiese. Il fenomeno del pellegrinaggio, fino a tutto il XI secolo, non fu tuttavia, un fenomeno di massa, a causa delle insidie che si potevano trovare lungo il percorso e una prima diffidenza della Chiesa centrale che ne limitò la diffusione. L’impedimento ecclesiale era sostenuto soprattutto dagli ordini monastici, che preferivano il pre- cetto dello stabilitas loci, che li ostacolava a cambiare o lasciare il monastero, prediligendo la tesi che la “Gerusalemme” fosse già racchiusa nel cuore del cristiano, anziché lungo il cammino del pel- legrinaggio. Nel corso del tempo, la Chiesa riconobbe nel pellegrinaggio l’importanza spirituale e basilare dell’esperienza della vita religiosa, sostenendolo con le indulgenze spirituali e un preciso voto. Dopo il primo millennio i pellegrinaggi diventarono uno dei motori della mobilità di migliaia di per- sone, contribuendo alla rinascita dei commerci in moltissimi paesi e città, sia lungo il cammino che nel luogo di destinazione. Sulle vie di pellegrinaggio nacquero gli hospitalia o hospital, che avevano il compito di garantire ai pellegrini una modesta sistemazione con alloggio e vitto per tre giorni. Gli hospital erano nati per ristorare e offrire le cure necessarie ai pellegrini infermi.
26 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet Nella sola città di Roma nacquero più di 100 hospital, qualcuno in grado di ospitare oltre 500 pel- legrini. Non tutti, però, potevano accedere a questi servizi. Per scongiurare che furfanti si mesco- lassero ai pellegrini, veniva dato ai veri pellegrini una tessera di cuoio che dava loro diritto all’osp- italità in tutte le strutture. Il sindaco della città di provenienza garantiva l’identità della persona e, in mancanza di questa, il vescovo rilasciava un documento identificativo del pellegrino. Al giorno d’oggi, la facilità degli spostamenti, la diminuzione dei tempi e del costo dei viaggi, legata alla secolarizzazione di tutte le religioni, ha incrementato la tipologia del pellegrinaggio sovrappo- sta al turismo di massa. Nel tempo, i luoghi di pellegrinaggio si sono moltiplicati sia in Italia che oltre confine, mantenendo sempre il fascino e l’attrattiva spirituale che accomuna migliaia di pellegrini. Sono sempre di più, infatti, i pellegrini che si recano a piedi o con altri mezzi verso un luogo santo, mantenendo viva la fede. In Italia questo fenomeno si sta moltiplicando, le vecchie strade percorse dai pellegrini a piedi cen- tinaia di anni fa, dimenticate nel corso dei secoli, si stanno riscoprendo, dando vita ad un indotto che rivaluta il territorio, le comunità lungo il percorso e la meta finale del Santuario. Tra i cammini religiosi europei, il Cammino di Santiago e la Via Francigena sono i più conosciuti e frequentati. Il Cammino di Santiago è il primo cammino europeo riconosciuto dall’Unione Europea. Questo cammino richiama tutti gli anni migliaia di pellegrini da tutto il mondo, per motivi spirituali e per turismo religioso, i quali decidono di percorrerlo a piedi, in bicicletta, a cavallo o a dorso di mulo. Esistono numerosi cammini che portano a Santiago, il percorso più conosciuto è il cammino fran- cese, che comincia dal confine franco spagnolo di Saint-Jean-Pied-de-Port e giunge a Santiago de Compostela.
27 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet In territorio spagnolo altri cammini che conducono a Santiago de Compostela sono il Cammino del Nord, che parte da Irun, il Cammino della Plata, che parte da Siviglia, il cammino Primitivo, che parte da Oviedo, o il Cammino Inglese, che parte da La Coruña o da Ferrol. In realtà, il Cammino di Santiago in territorio spagnolo è l’ultimo tratto del percorso che arriva verso il luogo del sepolcro dell’Apostolo Giacomo: difatti, il cammino verso Santiago comincia da tutti i Paesi d’Europa che convergono verso i percorsi più frequentati in terra spagnola. Il Cammi- no di Santiago è un’esperienza unica per coloro che intendono vivere un’autentica esperienza spi- rituale, non soltanto per i suoi tratti avventurosi e mistici, ma per un percorso di ricerca interiore e di fede. Oggi la Credenziale, un documento che attesta l’identità del pellegrino, sostituisce la tessera di cuoio di un tempo. Arrivati a Santiago di Compostela si ottiene la Compostela, una certificazione ufficiale per aver percorso il cammino. La Via Francigena dal 1994 è stata dichiarata Itinerario Culturale europeo transazionale ed è una tra le prime vie di pellegrinaggio. Si compone di una serie di antiche vie romee percorse nel Medioevo. Meta del pellegrinaggio è, oggi come allora, la tomba dell’apostolo Pietro a Roma. Si tratta di una delle tre peregrinationes ma- iores. La Via Francigena comincia a Canterbury in Inghilterra, attraversa la manica e arriva in Francia a Calais, prosegue nella rotta a sud verso il colle del Gran San Bernardo, attraversa gli Appennini e punta verso Roma. I pellegrini avevano dunque molti ostacoli da superare. Il primo pellegrinaggio da Canterbury verso Roma è stato quello attribuito a Sigerico, arcivescovo di Canterbury, che at- torno al 990 descrisse accuratamente il suo percorso suddiviso in 79 tappe.
28 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet La Via Francigena oggi è frequentata soprattutto nell’ultimo tratto di percorso in territorio italia- no. Una volta arrivati a Roma, in Vaticano, si ottiene in pergamena il Testimonium, un documento che certifica, al pari della Compostela, il compimento del pellegrinaggio verso Roma in devotionis causa. Il Cammino per Gerusalemme fa parte dei tre principali pellegrinaggi del mondo cristiano. Il pel- legrinaggio in Terra Santa, inteso nel Medioevo come il luogo compreso tra la parte orientale del Mediterraneo sul lato ovest, il fiume Giordano ad est, il fiume Eufrate a nord e il golfo di Aqaba nel Mar Rosso a sud, ha origini antichissime. Nel Medioevo i pellegrinaggi in Terra Santa erano fre- quentissimi. Gerusalemme era la prima meta di pellegrinaggio. La Terra Santa è il luogo d’incontro delle tre re- ligioni abramitiche: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Per i cristiani Gerusalemme era meta di pel- legrinaggio già prima del Medioevo, veniva considerata una terra promessa. Dopo che Papa Urbano II proclamò la prima crociata nel 1095 per conquistare la Terra Santa, si susseguirono da parte cristiana e da parte musulmana una serie di guerre per la conquista di Ge- rusalemme. A quel tempo i pellegrini cristiani erano protetti dai crociati. Chi si trovava in cammino verso Gerusalemme aveva una sorta di “parola d’ordine” per sapere se lungo il cammino s’incroci- avano veri pellegrini. Il primo segnava sulla terra con un bastone una sorta di arco e il secondo doveva completare il disegno creando un pesce. La direzione della testa del pesce indicava la dire- zione del cammino verso Gerusalemme. Anche San Francesco nel 1219 partì in pellegrinaggio a Gerusalemme imbarcandosi ad Ancona verso la Terra Santa, e andando poi a predicare Cristo al Sultano d’Egitto. Oggi giorno i cammini che portano in Terra Santa seguono l’itinerario della Via Francigena del sud fino a Bari o fino ad Otranto per poi imbarcarsi per Haifa in Israele. Altro itinerario è quello che se- guivano gli antichi pellegrini che decidevano di andare via terra seguivano la via Micaelica da
29 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Pellegrinaggi e cammini di Franco Collodet Roma a Siponto o imbarcandosi a Bari per Durazzo in Albania e proseguendo per l’antica via Igna- tia che conduce a Istanbul, per il cammino dell’Anatolia che passa per Ankara e che scende verso Iskenderum, l’antica Alessandretta, per poi attraversare la Siria la Giordania e arrivare in Palestina attraverso cammini più o meno segnalati.Altri cammini che seguivano le strade romane e pre-ro- mane da nord a sud d’Italia sono ad esempio: “Il cammino Celeste”: pensato come Cammino di pellegrinaggio tra tre popoli, tedesco, slavo e ita- liano. Il nome deriva dal fatto che il Cammino, partendo dalla Basilica Patriarcale di Santa Maria Assunta di Aquileia, salendo per le colline del Collio e superando le Alpi Giulie, arriva fino al San- tuario del Monte Lussari, collegando diversi luoghi di devozione mariana. “La via degli dei”: un’antichissima strada che parte da Bologna e arriva a Firenze, già percorsa dagli Etruschi, fu ripresa dai Romani che, utilizzandola per scopi militari, le diedero il nome di via Flami- nia militare. La Via degli dei prende il nome dal percorso che attraversa alcune località come Monte Adone, (Mons lovis) o Monte di Giove, il monte di Venere e il Monte Luario. “Il cammino della via Maidica del Volto Santo”: un cammino molto suggestivo che racchiude tre cammini in uno. I tre tratti storici del cammino sono la Via del Preziosissimo Sangue, il Cammino di San Pellegrino e la Via del Volto Santo. Il Cammino è ispirato alla figura della Gran Contessa Matilde di Canossa, potente feudataria e ardente sostenitrice del papato e lega le città di Mantova, San Benedetto Po, Canossa e Lucca, attraversando la pianura padana, salendo l’Appennino e scenden- do in Toscana. Giungendo a Lucca, si collega alla via Francigena che giunge a Roma e segue poi per la via Francigena del sud. Il cammino si inserisce nel grande progetto europeo 2017-2022 Euro- velo che sostiene la mobilità a movimento lento per collegare comunità e territori Pellegrinaggi e cammini sono un luogo di aggregazione, d’incontro e di sperimentazione, sono una straordinaria opportunità di scoprire se stessi e di conoscere gli altri, sono una rivelazione che tal- volta può cambiare totalmente la propria vita.
30 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Gli ultimi dati ufficiali di ricerche in ambito di turismo religioso sono quelli dell’I.S.N.A.R.T. (Istituto 9 Nazionale di Ricerche Turistiche), che nel suo rapporto “Italia Destinazione Turistica 2017” , cita dati ufficiali del UNWTO che stima il segmento del turismo religioso attorno ai 350 milioni di visi- tatori al mondo (2017), di cui in Italia attorno ai 3 milioni, per un totale di 8,6 milioni di presenze. Questo dato è in forte crescita rispetto alle ultime statistiche presenti nel Report “Rapporto sul Turismo”, Pubblicato dall’Osservatorio Nazionale del Turismo fino al 2012. Peso del turismo Religioso in Italia (in %) Anno Turisti italiani Turisti Stranieri Totale 2008 0,9% 1,1% 1,0% 2009 0,5% 0,1% 0,3% 2010 1,5% 2,3% 1,9% 2011 1,1% 2,0% 1,5% 9. ISNART Unioncamere
31 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Nello stesso documento è indicato Identikit del turista religioso Italiani Europei Extra-europei Totale un identikit del turista religioso, Sesso che seppure datato (2011), ci for- Maschio 53,3% 63,1% 36,0% 55,2% nisce uno spaccato del segmento Femmina 46,7% 36,9% 64,0% 44,8% turistico che non sembra mutato Età negli ultimi anni, confrontando 18-20 5,1% 0,5% 9,3% 3,6% i rapporto del 2008-2011. 21-30 19,5% 18,2% 14,3% 18,2% 31-40 26,7% 19,7% 16,3& 22,0% Il 39,8% dei turisti religiosi sono 41-50 17,3% 19,6% 24,7% 19.4% italiani, il 45,3% provengono da 51-60 11,9% 6,7% 1,8% 8,0% altri paesi europei, mentre 14,9% 60+ 19,5% 35,3% 33,7% 28,8% da Paesi extra-europei. Titolo di Studio Licenza elementare 1,4% - - 0,6% La maggior parte dei turisti religio- Scuola media inferiore 19,9% 12,1% - 13,4% si di paesi europei provengono Diploma scuola media superiore 66,0% 62,0% 91,4% 68,0% dalla Spagna (24,4%), mentre per i Laurea 12,6% 25,9% 8,6% 18,0% Paesi extra-europei abbiamo al Stato Civile primo posto il Giappone (7,9%). Single 27,4% 28,2% 39,6% 29,6% Sposato con figli 41,5% 46,9% 60,0% 46,7% Tra le regioni italiane, invece, è il Sposato senza figli 25,3% 16,2% 0,4% 17,5% Piemonte (17,1%), quella che regi- Altro 5,8% 8,7% - 6,2% stra più turisti religiosi. Professione Occupato 59,8% 53,8% 25,2% 51,9% Ritirato 13,8% 31,1% 43,2% 26,0% Disoccupato/Inoccupato 2,3% 3,0% - 2,3% Casalinga 8,7% 2,8% 17,3% 7,3% Studente 15,3% 9,4% 14,3% 12,5%
32 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Sempre grazie all’ISNART, possiamo osservare dei dati sui turisti che visitano l’Italia con una moti- vazione spirituale. Non sono purtroppo disponibili i dati del 2015 e i dati del 2017 sono basati su stime incomplete; possiamo, comunque, osservare un andamento non costante, sicuramente in- fluenzato da numerosi fattori esterni su scala globale, come le crisi economiche e i problemi dovuti al terrorismo. Per avere dei dati più recenti abbiamo deciso di sottoporre a un campione di operatori turistici un questionario volto a valutare l’impatto del turismo religioso in Italia. Abbiamo cercato di coprire tutto il territorio nazionale e tutte le tipologie di strutture, in modo da fornire uno spaccato il più realistico possibile dell’impatto del turismo religioso. I dati elaborati in questo report sono stati raccolti direttamente da Vaticano.com, tramite la som- ministrazione di un questionario avente lo scopo di valutare l’impatto effettivo (e percepito) del turismo religioso sugli operatori del settore.
33 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Il questionario è stato sottoposto ai proprietari e/o gestori delle strutture ricettive italiane attra- verso due modalità: - campagne di email marketing su un database profilato; - interviste telefoniche. Sono pervenute circa 500 risposte che costituiscono un campione significativo per l’indagine in oggetto sia dal punto di vista territoriale - provengono da tutte le regioni d’Italia - sia per la tipolo- gia e dimensione delle strutture gestite, B&B, case vacanza, hotel, agriturismi e camping. Nella prima tabella vogliamo mostrare una panoramica, suddivisa per regione, dei dati emersi dal questionario in riferimento a quanto, secondo gli albergatori, i loro ospiti visitino anche dei luoghi di culto durante la loro permanenza. Regione Gli ospiti della vostra struttura Regione Gli ospiti della vostra struttura visitano chiese durante la loro visitano chiese durante la loro permanenza? permanenza? Veneto Sì (71%) Trentino Alto Adige Sì (87%) Lombardia Sì (72%) Liguria Sì (100%) Toscana Sì (86%) Friuli Venezia Giulia Sì (88%) Lazio Sì (88%) Calabria Sì (77%) Puglia Sì (84%) Sardegna Sì (87%) Emilia Romagna Sì (85%) Abruzzo Sì (100%) Piemonte Sì (78%) Molise Sì (83%) Umbria Sì (88%) Basilicata Sì (83%) Campania Sì (95%) Valle D’Aosta Sì (100%) Sicilia Sì (100%) Non indicato Sì (87%) Marche Sì (100%)
34 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Questi numeri mostrano quanto il patrimonio culturale religioso in Italia sia importante per il turi- smo. Seppure nella maggior parte dei casi la visita ad un luogo sacro non è lo scopo principale della va- canza, la grande maggioranza dei turisti, secondo il campione di albergatori intervistato, visitano durante la loro permanenza un luogo sacro. L’indagine dà la cifra del peso “percepito” da parte degli operatori ed è sicuramente un valore reale e “minimo”: non sempre, infatti, gli ospiti comunicano alla struttura il motivo del loro soggiorno. Gli ospiti della vostra struttura visitano luoghi religiosi durante la loro permanenza? Sì, come accessorio alla vacanza 74% Sì, come scopo principale della vacanza 9% No 17% Altro dato importante è la motivazione della vacanza. In questo caso emergono dei risultati diversi regione per regione. Lombardia e Friuli Venezia Giulia sono le uniche regioni d’Italia dove abbiamo una maggioranza relativa di turisti che si muo- vono per affari; abbiamo, invece, una maggioranza assoluta di turisti che si muovo per natura e sport in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta e di turisti alla ricerca di salute e relax nelle Marche. Nelle altre regioni la motivazione principale, che va dal 22% al 50%, è distribuita tra salute e relax, natura e sport e cultura.
35 IL TURISMO RELIGIOSO | REPORT 2018 Dati sul turismo Religioso di Sergio Sarnari Regione Motivazione principale della Regione Motivazione principale della vacanza? vacanza? Abruzzo Salute e Relax (25%) Molise Salute e Relax (34%) Basilicata Natura e Sport (50%) Piemonte Natura e Sport (22%) Calabria Salute e Relax (34%) Puglia Salute e Relax (28%) Campania Cultura (40%) Sardegna Natura e Sport (25%) Emilia Romagna Salute e Relax (25%) Sicilia Cultura (37%) Friuli Venezia Giulia Affari (34%) Toscana Cultura (38%) Lazio Cultura (38%) Trentino Alto Adige Natura e Sport (88%) Liguria Salute e Relax (42%) Umbria Cultura (24%) Lombardia Affari (25%) Valle D’Aosta Natura e Sport (100%) Marche Salute e Relax (59%) Veneto Cultura (26%) I dati devono essere valutati tenendo conto che ci sono aree con un flusso di turisti religiosi più consistente, prime tra tutte il Lazio, e la Puglia. Oltre alle motivazioni storiche, c’è anche una capa- cità del territorio di proporre offerte adatte ai diversi interessi dei turisti. Il turista religioso è particolarmente apprezzato dai gestori di strutture ricettive anche come op- portunità di destagionalizzazione. Dal questionario emerge, infatti, che solo una piccola parte (24,2%) dei turisti che si muovono per motivi religiosi segue il flusso dell’alta stagione. In quale momento registra il maggior numero di ospiti che si muovono per motivi religiosi? In ogni periodo dell’anno 28,5% Solo nei periodi di alta stagione 24,2% In nessun periodo particolare 22,7% In occasione di particolari eventi religiosi 19,6% Solo nei periodo di bassa stagione 5%
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