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Al via MEDIMEX D 2020, la prima music conference internazionale digitale, interamente fruibile on-line Il MEDIMEX, uno degli eventi più attesi del panorama musicale pugliese e nazionale, il progetto targato Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale, quest’anno non affollerà le piazze: al posto degli eventi live, assisteremo ad incontri in streaming e webinar. Il progetto, nato nel 2011 con una forte vocazione internazionale e pensato itinerante per poter valorizzare ogni angolo della Puglia, quest’anno, giunto alla decima edizione, si sarebbe dovuto svolgere a Taranto e Brindisi ma, alla chiusura dell’edizione 2019 con 80 mila presenze, nessuno avrebbe mai immaginato che l’edizione 2020 sarebbe capitata nel bel mezzo di una pandemia globale, tale da costringere gli organizzatori a rimandarla a data da destinarsi. Un duro colpo per il comparto musicale a tutti i livelli, nazionale ed internazionale, che ha messo in ginocchio l’intera filiera, ma principalmente la musica dal vivo, la prima a pagare lo scotto del forzato distanziamento sociale. F o t o u f f i c i a l i M E D I M E X 2019, su gentile concessione dell’ufficio stampa. I pugliesi, come tutti, hanno incassato il colpo, ma, invece di piangersi addosso, hanno cercato nuove strategie d’approccio e comunicazione che potessero azzerare le distanze e fornire strumenti di ampio respiro per superare la crisi. In quest’ottica, nasce il piano straordinario d’intervento per la cultura e lo spettacolo della Regione
Puglia denominato “Custodiamo la Cultura in Puglia”, con cui l’assessorato all’Industria turistica e culturale mette a disposizione 17 milioni di euro per sostenere gli operatori e le imprese pugliesi nell’emergenza Covid-19, di cui 1,5 milioni sono destinati al rilancio del comparto musicale ed alla realizzazione del MEDIMEX D, la prima music conference internazionale digitale, interamente fruibile on – line. Il MEDIMEX si è connotato, negli anni, come una manifestazione in costante evoluzione, non meraviglia quindi l’ulteriore salto di paradigma che contraddistingue l’edizione 2020, interamente digitale e che prevede tavoli di confronto su come la crisi modificherà l’industria musicale e la fruizione della musica dal vivo ed in streaming, sulle nuove strategie di comunicazione da utilizzare anche sfruttando la capacità promozionale dei social network, uniti alla possibilità di apprendere strumenti altamente professionalizzanti, grazie a workshop creati ad hoc e destinati ai professionisti del settore, ma senza dimenticare la promozione degli artisti locali. Come nelle precedenti edizioni, molti saranno gli incontri a tema con gli autori ed operatori del settore, quest’anno rigorosamente live sui canali social ufficiali del MEDIMEX D, da Tommaso Paradiso con Clemente Zard (Vivo Concerti), a Ghemon con Chiara Santoro (Google Italia), da Francesco Sarcina con Claudio Ferrante (Artist First), a Riccardo Zanotti (frontman dei Pinguini Tattici Nucleari) con Andrea Rosi (Sony), per citarne alcuni. Non sarà invece possibile, quest’anno, fruire dei tanti concerti live, fiore all’occhiello delle precedenti edizioni, catalizzatori ed elemento portante della promozione territoriale e turistica pugliese.
È possibile visionare il programma completo della digital Edition, in onda dal 3 al 21 giugno, sul sito ufficiale del MEDIMEX. Come ogni anno, Smart Marketing sarà presente per raccontarvi i momenti salienti di questa manifestazione orientata alla promozione culturale come volano di sviluppo territoriale ed esempio a cui ispirarsi. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter La crisi dei lavoratori dello spettacolo in Puglia tra affanno e cauto ottimismo: intervista a Fabrizio Belmonte della BG SERVICE Il settore delle industrie culturali e turistiche pugliesi è stato duramente provato dalle misure restrittive per contrastare il Covid-19; i danni reali sono ancora in fase di definizione e quelli stimati prefigurano uno scenario quasi apocalittico. Puglia Creativa, il network delle industrie creative pugliesi, ha stimato che almeno 4000 eventi sono stati annullati, sono state perse circa 225000 giornate lavorative, 60000 lavoratori rischiano il collasso e 13000 microimprese rischiano di fallire. Tra i settori più colpiti, vi è quello dei lavoratori dello spettacolo, di cui ci siamo ampliamente occupati in un precedete articolo (Ricominciamo!?: le 10 proposte di Assomusica per salvare la
musica in Italia), e la cui punta dell’iceberg sono musicisti e performer, seguiti da un esercito di imprese ed addetti ai lavori, senza i quali non sarebbe possibile realizzare nessuno spettacolo dal vivo. F a b r i z i o B e l m o nte della BG Service di Bari Fabrizio Belmonte è un infaticabile imprenditore di questo settore, che dal 1997 ad oggi guida insieme al suo socio, Nicola Giglietto, la BG Service di Bari, azienda specializzata in tecnologie e servizi per lo spettacolo. La BG Service ha curato eventi di portata nazionale e tour di grandi artisti, partecipando alla buona riuscita di quasi tutti gli eventi di spicco pugliesi, come il “Medimex” e “La Notte della Taranta”. Si può solo immaginare cosa rappresenti, a livello economico ed emotivo, vedersi bloccata la possibilità di lavorare, ed è per questo che, in occasione della festa dei lavoratori, sulla facciata della BG Service, è stato proiettato il tricolore in segno di protesta per attirare l’attenzione su un settore completamente trascurato dai provvedimenti governativi. Scopri il nuovo numero > Upgrade Upgrade rappresenta l’ultimo elemento di un racconto che parte a Febbraio 2020. In questi mesi abbiamo raccontato cosa stava succedendo (Virale), ci siamo domandati come la pandemia avrebbe cambiato noi stessi e l’economia (Tutto andrà bene(?)), e abbiamo offerto soluzioni (Reset). Con questo numero abbiamo voluto fare un passo in più: immaginare un domani diverso, anche attraverso esperienze concrete. Abbiamo chiesto a Fabrizio Belmonte di fare il punto sulla sua protesta silenziosa e su come vede una possibile ripresa del suo settore. Quali sono i motivi della sua protesta? Lo scorso 1° maggio, proprio in occasione della festa dei lavoratori, la BG Service di Bari, azienda specializzata in tecnologie e servizi per lo spettacolo, ha acceso un Tricolore sul muro della propria
sede nella zona industriale, come segno di protesta nei confronti del Governo, poco attento alle difficoltà del settore dello spettacolo. Visto che parlando nessuno finora ci ha ascoltato, abbiamo voluto, in silenzio, illuminare il muro con i colori della Bandiera italiana. Qualcuno ha sostenuto la protesta e ha accolto le sue istanze? Purtroppo ad oggi nessuno ha ascoltato né ha mostrato interesse alla nostra manifestazione di protesta nei confronti di uno Stato ancora assente o, per meglio dire, indifferente al mondo dello spettacolo. Pensavo che almeno aziende che svolgono lo stesso nostro lavoro si unissero alla nostra protesta per poter dare più voce al settore dello spettacolo e ovviamente a tutto il suo indotto, ma purtroppo mi sono accorto ancora una volta che nessuno vuole esporsi. Chissà come mai… Le misure economiche varate qualche giorno fa con il decreto Rilancio Italia, insieme a quelle del Cura Italia del marzo scorso, tengono conto di queste istanze oppure non si sente ancora tutelato? Che dire…qualcosa lo stato ha fatto…o per meglio dire, ha cercato di smuovere. Mi piego meglio: con il decreto Cura Italia sono state stanziate una serie di garanzie da parte dello Stato, per poter far accedere le aziende (ma stiamo parlando di tutte le aziende) ad avere un prestito con un iter burocratico molto semplificato e snello rispetto alla normale routine, ma rimane pur sempre un prestito, quindi noi, azienda operante nel settore dello show business, non potendo riaprire, accumulando debiti mese dopo mese, tra utenze, affitto del magazzino, scadenze di investimenti fatti precedentemente, etc etc…non possiamo fare altro che accedere a questo prestito
(per l’amor del cielo! Molto vantaggioso!) e accumulare ancor più ulteriori debiti. Invece, sin dall’inizio, lo Stato doveva prevedere di stanziare una somma a fondo perduto per poter permettere a tutti noi, aziende operanti nel mondo dello show business, di poter andare avanti. L a p r o t e s t a i n s cenata lo scorso 1° maggio, in occasione della Festa dei Lavoratori, dall’azienda BG Service di Bari, che ha acceso il Tricolore sul muro della propria sede nella zona industriale. Alla luce di tutto quello che è accaduto in questi mesi, ha pensato a come potrebbe essere una eventuale ripartenza nell’immediato e se sia il caso di rimodulare o riconvertire il suo business? Mah…guardi, negli ultimi giorni si sente parlare di eventuali riaperture di discoteche o location dove poter fare concerti, ma sempre con delle restrizioni pazzesche, quindi, alla luce dei fatti, conviene rimanere chiusi, in quanto i gestori di locali o organizzatori di eventi non riuscirebbero a coprire nemmeno i costi, figuriamoci tutto l’indotto che lavora dietro cosa patirebbe. Noi come azienda siamo abituati ad avere un modo di lavorare a 360°, quindi abbiamo una visuale più completa per poter abbracciare più settori; il problema è che, per iniziare a lavorare in un altro settore, c’è bisogno di investire, e, al momento, il danaro è quello che manca. Come vede il suo futuro? Ci sarà un cambio di paradigma nel suo settore di riferimento tale da costringere le aziende a reinventarsi ed aggiornarsi, o presumibilmente, passata la pandemia, tutto tornerà come prima? Io sono fiducioso e speranzoso, dobbiamo solamente cercare di poter resistere e, passata la pandemia, tornerà tutto come prima, ma per far sì che tutto possa accadere, lo Stato deve essere
vicino e sostenere economicamente tutte le aziende che non riescono ad andare avanti. Sperando che la ripresa, seppur con molte restrizioni, degli spettacoli dal vivo segni anche una ripresa di tutte le aziende del settore, segnaliamo l’iniziativa della Regione Puglia, che in questi giorni, ha stanziato 1,5 milioni di euro per rilancio dell’attività di musicisti ed operatori con l’obiettivo di accompagnarli in questa delicata fase. Un segnale importante da parte dell’establishment regionale, che da anni si impegna a creare condizioni favorevoli allo sviluppo di attrattori culturali, dimostrando in più occasioni che il patrimonio culturale e naturalistico, se ben valorizzato, può essere una risorsa economica di grande pregio. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email *
Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter La folle estate del cinema in Puglia Una volta era “Cinecittà” la capitale del cinema italiano; oggi possiamo definire la Puglia, la regina incontrastata della settima arte. Set naturale, come pochi altri nel mondo, la Puglia è ormai da anni oggetto delle attenzioni delle più grosse produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali. Ma mai come in questa estate, la nostra regione è stata presa d’assalto dal jet set cinematografico. E’ in Puglia infatti, il meglio del cinema brillante nazionale, con produzioni che vedremo tra televisione e cinema, tra l’autunno e il Natale prossimi. E’ vero, il revival della Puglia come set cinematografico è un fenomeno avviato da anni e sempre in costante crescita, ma quello che sta accadendo in questi giorni nella nostra regione, è qualcosa di visto solamente a Roma e Napoli, in quelli che erano gli anni d’oro della commedia all’italiana (n.d.r.
anni ’60 e ’70). Sul Gargano e nei dintorni si registra in questo momento un sovraffollamento di set. Carlo Verdone è impegnato tra Salento e bassa costa barese con le riprese di Si vive una volta sola, con Max Tortora, Rocco Papaleo e Anna Foglietta; mentre Sophia Loren è impegnata a Trani per La vita davanti a sé, film diretto dal suo secondogenito Edoardo Ponti. Intanto Checco Zalone, sta terminando le riprese della sua ultima chilometrica fatica, dal titolo Tolo Tolo, girato tra Africa e Puglia: Massafra, Monopoli e Salento interno, le zone geografiche più toccate dall’attore barese. Sono in Puglia anche Aldo, Giovanni e Giacomo, che hanno scelto la regione pugliese per tornare insieme, dopo tre anni di assenza dai set cinematografici: le riprese del loro 12esimo film in trio, dal titolo Odio l’estate, diretto da Massimo Venier, sono cominciate ad Otranto a metà giugno e dureranno per circa due mesi. Fino al 29 giugno tra Nardò, Galatina, Acaya e San Vito dei Normanni, con Claudio Bisio, Stefania Rocca, Pietro Sermonti e Dino Abbrescia si è girata la serie Cops, prodotta da Dry Media per Sky e diretta da Luca Miniero, che racconta la vicenda di una piccola cittadina di provincia nella quale da anni non si commettono reati e il cui commissariato
è diventato quindi una spesa superflua. A Taranto fino al 20 luglio tengono banco i ciak della fiction Rai Il commissario Ricciardi diretto da Alessandro D’Alatri, con Lino Guanciale nei panni del commissario inventato dallo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni. Dall’inizio di giugno e fino al 6 luglio, tra Bari, Spinazzola e Pulsano, c’è Salvatore Esposito, il Genny Savastano di Gomorra per le riprese del film drammatico Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio, prodotto da La Sarraz Pictures, Shellac Sud e Rai. E in agosto, sbarca in Puglia anche una grossa e storica produzione hollywoodiana: James Bond Daniel Craig con la sua nuova avventura farà tappa tra gli uliveti e le spiagge pugliesi, con Taranto sede principale della maggior parte delle scene. Insomma per la Puglia, per anni tagliata fuori dalle grosse produzioni nazionali e riscoperta praticamente dalla commedia sexy all’italiana in poi (metà anni ’70), cinematograficamente è un periodo d’oro, che sembra non avere fine. L’estate poi, dona alla regione, grazie alla bontà del suo clima e ai colori paesaggistici unici al mondo, la luce naturale perfetta per essere invasa dalle grandi produzioni cinematografiche. Qualcuno già anni fa si era accorto della grandezza cinematografica della nostra Puglia, qualcuno che si chiamava Pier Paolo Pasolini, che diceva questo a proposito di
Taranto, la quale tra tanti problemi sociali, è pur sempre la seconda città della regione: “Taranto brilla sui due mari come un gigantesco diamante in frantumi. Viverci è come vivere all’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta. Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari e i lungomari. Per i lungomari, nell’acqua ch’è tutto uno squillo, con in fondo delle navi da guerra, inglesi, italiane, americane, sono aggrappati agli splendidi scogli, gli stabilimenti.” Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Stai tranquillo, anche noi odiamo lo spam! Da noi riceverai SOLO UNA EMAIL AL MESE, in concomitanza con l’uscita del nuovo numero del mensile. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter L’estate pugliese 2018: la Puglia punta sulla musica e vince. E’ partita in anticipo quest’anno la Puglia per affermarsi al meglio tra le località preferite dai turisti ed ha puntato non solo sul sole, mare e vento, ma soprattutto sulla cultura. In particolare la protagonista dell’estate pugliese è stata la musica, iniziando con il Medimex, rassegna musicale che si è svolta a Taranto dal 7 al 10 giugno, passando per la famosissima Notte della Taranta, fino ad arrivare al Locus Festival, festival musicale fiore all’occhiello della cittadina di Locorotondo (BA). A raccontarci il successo di questo evento è l’Assessore alla Cultura, Turismo e Spettacolo di Locorotondo, Ermelinda Prete. Le abbiamo fatto qualche domanda sull’evento musicale più interessante e variegato dell’estate
pugliese. Il Locus Festival è ormai da anni uno dei tasselli fondamentali del turismo in Puglia. Il festival, giunto alla sua XIV edizione, negli ultimi anni si è aperto sempre più a numerosi e differenti generi musicali, quindi, non solo jazz e blues, ma anche elettronica, musica italiana e altro ancora. L’apertura non si è limitata solo alla musica, ma il festival quest’anno ha coinvolto anche altre forme d’arte, come la fotografia e il fumetto. Le mostre fotografiche “The Walking Trees”, “Diagnosis”, “Albania – A homecoming” del PhEST e la mostra di fumetti “XL Comics” de La Repubblica XL, hanno dato vita a dei veri e propri “intrecci culturali”, come recita il nome di questa edizione. In un momento storico come questo, dove la contaminazione, l’apertura e la condivisione risultano necessarie, come si è rivelata questa scelta all’interno del festival? “L’apertura del festival verso altre forme d’arte è risultata fondamentale perché così si è riuscito ad andare incontro ai vari appetiti artistici, si è riusciti a creare una rete importante di fan che, se pur diversi, accomunati dall’amore per la musica. Quest’anno più che mai il format Locus ha unito svariate forme d’arte, generando un amplesso culturale scaturito proprio dai tanti incontri partecipativi e mirati a dare un fattivo contributo per migliorare l’aspetto artistico delle scelte”. Da Assessore che si occupa di Turismo, Cultura e Spettacolo, che impatto ha il Locus sulla cittadina di Locorotondo? Non solo in termini economici e di crescita del turismo, ma anche per quanto riguarda la conoscenza e l’immagine social del paese. “La domanda è perché Locorotondo tiene al Locus Festival? Il Locus è nato in un periodo in cui a Locorotondo poco si muoveva e di fatto grazie a questo festival il nostro paese ha preso a sgranchirsi le gambe sino a riuscire ad alzare il capo riemergendo. Quando mi confronto con i cittadini la prima cosa che mi viene chiesta è che il Locus Festival non abbandoni mai il paese. Gli stessi organizzatori del festival sono ormai diventati parte integrante del nostro territorio, probabilmente perché negli anni non hanno mai pregiudicato la tranquillità dei residenti e le abitudini del paese. Motivo per il quale lo scorso anno abbiamo firmato una triennalità con gli amici di Bass Culture. Inoltre il Locus è una rassegna che porta giovamento al paese intero: tutti i commercianti sorridono perché la gente circola, non sosta inerme nell’area predisposta. Inoltre la musica investe ogni cummersa (n.d.r.:abitazioni di forma rettangolare con tetti spioventi) per almeno 4 weekend, abbraccia ogni chianca (n.d.r.: lastre in pietra calcarea), colora di sorrisi e anima di volti. Locorotondo e il Locus festival hanno la fortuna di non essere interessate esclusivamente ad una immagine turistica social: in termini tecnici la nostra DTI -Destination Tourism Image- è ben rappresentata dall’insieme delle attività proposte e trasmesse dai mass media (giornali, riviste, pubblicità, TV, radio, social network, siti)”. Il Locus Festival, il Medimex, la Notte della Taranta: il turismo in Puglia, quindi, non si basa più solo su cucina, mare e tradizioni, ma passa anche per la musica e l’arte. Cosa ti senti di dire a chi non ha ancora provato l’esperienza di una vacanza in questa terra? “Precisiamo che insieme ai miei colleghi assessori di Alberobello, Ceglie Messapica, Cisternino, Martina Franca, Ostuni, stiamo attuando una politica univoca di promozione e sviluppo della Valle d’Itria, quindi mi sento di invitare tutti qui, in Valle D’Itria prima e a Locorotondo poi, dove il vento
accarezza i volti, dove i panni stesi al sole profumano intere viuzze, dove l’autenticità è data da chi abita il paesaggio, dalla genuinità dei modi e dei pensieri che il mare, gli ulivi, la terra e la pietra spettinano. Qui, dove le tradizioni dominano e la cordialità vince. Qui, dove chiunque può solo sentirsi a casa”. Che altro aggiungere? Se vi è venuto in mente almeno un motivo per venire in vacanza in Puglia, ricordatevi che, sì, Agosto è finito ma, Settembre resta ancora il mese migliore per godersi l’estate. Inchiostro di Puglia: un racconto tra i racconti. Ivan Zorico (217) “Se vuoi essere universale, parla del tuo villaggio” (Lev Tolstoj). Credo fermamente che in un’apparente semplice frase, sia riassunta l’essenza di un progetto nato dal web, passato alla carta per diventare poi, a modo suo, fenomeno virale ritornando nuovamente al web, via social network. È il caso di Inchiostro di Puglia, un’idea nata da Michele Galgano e sviluppata grazie all’apporto volontario di una rete di relazioni costruita sulla voglia di parlare di Puglia a chi in Puglia ci vive, a chi la Puglia per svariati motivi (spesso lavorativi – si legga un tasso di disoccupazione imbarazzante -) l’ha dovuta lasciare, e a chi la Puglia la vuole conoscere attraverso gli occhi (e la penna) di chi sa far parlare le sfumature, i colori e le emozioni che questa regione sa spontaneamente donare; gli
scrittori, pugliesi anche loro. “Inchiostro di Puglia” nasce infatti come blog di racconti, di cui la Puglia è assoluta protagonista, trasformatosi successivamente in un libro. Racconto dopo racconto il lettore riesce a tracciare un vero e proprio percorso geografico. I racconti diventano facce, sorrisi, modi di dire, profumi, puzze, luci, colori; frammenti di parole e squarci di vita. Ma oltre ad essere un libro di piacevole e scorrevole lettura (con punte di estrema finezza letteraria), Inchiostro di Puglia è una provocazione. In una regione che, come sentenzia l’Istat, ha un tasso elevatissimo di non lettori (oltre il 70% dei pugliesi non ha letto un libro nel 2014), la sfida sta nel recuperare il rapporto tra lettori e scrittori, riportando al centro il ruolo delle librerie di quartiere; veri presidi della cultura o, per dirla con le parole di Michele Galgano, “fortini della lettura”. Una sfida, quindi, contro la grande distribuzione ed i colossi dell’e-commerce. Un modo non certo per combattere una battaglia impossibile (realtà come Amazon di certo non saranno scalfite da questo singolo progetto), ma piuttosto, per accendere il faro della discussione sull’attivazione di politiche attive tese a riequilibrare le forze in campo (si legga tassazione non equa). Un modo, inoltre, per rivendicare la centralità delle librerie: non solo meri rivenditori di libri, ma punti di aggregazione, dialogo e condivisione. E su questo ultimo aspetto si basa proprio la viralità ed il fenomeno cross-mediale di Inchiostro di Puglia. Una condivisione di idee e di storie che in pochi mesi, attraverso la piattaforma web – Facebook – basata appunto sulla forza del passaparola e della condivisione, è riuscita a raggiungere sulla propria Pagina FB, numeri alla mano, oltre 140.000 persone, coinvolgendo oltre 2 milioni di persone alla settimana. Un successo certamente derivato dalla svolta pop – le card #SiDiceCosì spopolano in rete – che Michele Galgano, quasi inconsapevolmente, ha saputo dare al progetto, pochi mesi fa. Il poter condividere espressioni e modi di dire tipici della propria terra d’origine, il sentirsi parte di una comunità e scambiarsi esperienze, anche se per qualche istante e dinanzi ad uno schermo, con chi ha affrontato i propri personali passaggi di vita, ha generato un interesse inimmaginabile. L’orgoglio di essere pugliesi (in loco, come nel mondo) ha fatto il resto. Fenomeno cross-mediale ho scritto.
Proprio l’enorme diffusione di questo progetto ha fatto sì che Inchiostro di Puglia finisse sugli schermi Tv degli Autobus e della Metropolitana a Roma, Milano e Brescia, grazie all’accordo raggiunto con Telesia TV. Un progetto culturale, come detto, cross-mediale: carta stampata, web e TV. Aspetto da sottolineare: questo successo nasce tutto dal basso, tutto senza finanziamenti. Un libro che è alla 3^ ristampa e che ha venduto oltre 3 mila copie, un movimento culturale capace di generare valore con la forza della condivisione e del senso di appartenenza. Questo è Inchiostro di Puglia: non solo un blog, non solo un libro, non solo una community; è essere al centro, partendo dal locale. Mi rifaccio il trullo - Il Film Domenico Palattella (98)
L’opera seconda di Uccio De Santis, una vera e propria istituzione qui in Puglia, per la regia del suo fedele autore Vito Cea, è intitolata “Mi rifaccio il trullo”. Un film semplice, spensierato e leggero, ma che non si ferma ad una comicità fine a se stessa. Nella denuncia sociale del furto dei trulli, sempre più frequente, o quello degli ulivi monumentali e dei muretti a secco, sottratti da ignoti, specie nel Salento, per essere utilizzati in alcune ville private del nord, si avvertono chiari e limpidi sentori da commedia all’italiana. Come anche nell’insieme delle caratterizzazioni del microcosmo favolistico di questo paese immaginario, Canneto, che potrebbe essere uno qualsiasi degli stupendi paesi della Valle d’Itria, con il suo maresciallo (Franco Paltera) alle prese con uno strano metodo per smettere di fumare; con il suo prete (Gianni Ciardo) in grado di carpire per primo gli umori dei compaesani; l’esilarante direttore della banda comunale (Giacinto Lucariello); il cognato imbranato (Umberto Sardella); o la dispotica sorella di Uccio (Antonella Genga). Tutte queste caratterizzazioni, cementate da anni di collaborazione in comune, sembrano quasi delle figurine tratte dalle commedie rurali, di Comencini o di Risi, che rappresentavano il microcosmo italiano di provincia degli anni ’50: il prete, il maresciallo, la levatrice, intorno cui ruotava la storia nel suo insieme. E questa non è altro che la storia di una provincia italiana, di una regione, la Puglia, salita negli ultimi anni alla ribalta, tanto nell’arte cinematografica, quanto nel settore turistico, soprattutto nella Valle d’Itria e nella più meridionale penisola salentina. La Puglia descritta da Uccio, è una Puglia sana, genuina, ancora rurale nella sua mentalità, ancora ancorata alle tradizioni e ai costumi del passato, perciò in grado di emozionare e di arrivare dritta al cuore. Uccio De Santis si cala alla perfezione nel ruolo del caricaturale ragazzo di provincia dal dialetto fortemente marcato, instancabile nel sognare un futuro idilliaco in America, ma che in fondo l’America l’ha trovata qui in Puglia: va in giro, infatti, con uno strano cappello da cowboy, tanto da essere soprannominato il “John Wayne dei Trulli”. La trama è quella di un muratore pugliese, appunto Uccio, ma che nel film si chiama Michele, che vive in un grande trullo con la madre (Giustina Bonomo), la sorella Melania (Antonella Genga) e il cognato Sebastiano (Umberto Sardella, sempre trascinante al punto giusto, mai una sbavatura), anche lui muratore e suo socio. La famiglia in estate affitta sempre un piccolo trullo sul mare di loro proprietà, ma il giorno prima di ricevere una turista che viene dal Nord, ci si ritrova di fronte ad una spiacevole
sorpresa, qualcuno ha rubato il trullo, la costruzione è stata depredata delle pietre e del cono. Michele sarà dunque costretto ad ospitare la bella turista milanese (Lorena Cacciatore, che splendore), in casa sua e ne nascerà un’improbabile, ma tenera, storia d’amore. Il coraggio maggiore di quest’opera è quella, finalmente, di voler rappresentare la Puglia, dal suo interno, vista con gli occhi di chi la vive ogni giorno, e non di chi da fuori la vede a modo suo. Una Puglia ricca di colori, di suoni, di eclettica vivacità, tanto che il “National Geographic” qualche mese fa, la definì la regione più bella del mondo, e il film di Uccio e della sua allegra banda di grandi caratteristi e attori, non ha fatto altro che confermare ciò. Un film che rimane, senza dubbio, da vedere e da apprezzare soprattutto per un dato, di grande valore e importanza, negli abulici tempi attuali: “Mi rifaccio il trullo” è un film scevro da qualsiasi volgarità o da qualsiasi parolaccia, e questo rafforza ancora di più il legame con tanto cinema italiano rurale della metà degli anni ’50. Un ritorno, davvero è il caso di dirlo, allo stile e alla leggiadria degli anni d’oro del nostro cinema. In ultimo, “Mi rifaccio il trullo”, uscito in 60 sale, disseminate soprattutto tra Puglia e Basilicata, ha fatto registrare nel primo week-end di programmazione, un’ottima affluenza nelle sale. L'estate in Puglia: arte, tradizione, gusto e spettacolo, per un binomio dal successo indiscusso. Simona De Bartolomeo (55)
L’estate è sicuramente la stagione preferita per viaggiare, che siano soggiorni lunghi, brevi, per mete esotiche o culturali. Molti turisti stranieri durante l’estate 2015 hanno scelto come destinazione l’Italia per cogliere l’occasione di visitare l’evento mondiale dell’anno, l’Expo 2015 ospitato a Milano da maggio ad ottobre, ma l’Italia è anche molto altro. Il nostro Paese, da nord a sud, è composto da moltissimi microcosmi, rappresentati dai paesini della provincia, legati alle feste, alle ricette e ai costumi della tradizione locale. Una regione su tutte, ancora fortemente abbracciata al passato, ma con il passo verso il futuro, è sicuramente la Puglia. Numerose sono state, durante la bella stagione, le sagre e i festival musicali e non solo, che hanno animato le radiose giornate e le suggestive notti pugliesi. L’evento più famoso è sicuramente La Notte della Taranta, festival sulla cultura musicale popolare, che si svolge nel Salento ormai dal 1998. L’edizione di quest’anno, con eventi itineranti dal 3 al 22 agosto, ha visto la partecipazione, per il gran concertone finale di Melpignano (LE), di ben duecentomila persone. Accanto alla popolare manifestazione salentina, girovagando per la Puglia possiamo imbatterci in emozionanti feste dove la protagonista, insieme alla musica, è sicuramente la tradizione enogastronomica locale. Un appuntamento fisso, ormai dal 2010, è l’evento grottagliese Vino è…Musica, iniziativa che non si limita ad un semplice percorso enogastronomico, ma racchiude in sé il senso reale della valorizzazione delle eccellenze pugliesi. Nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie (TA) entrano in contatto diretto i produttori di vino, olio e prodotti tipici ed i visitatori, in un piacevole scambio sensoriale e culturale. Dentro a tutto questo: l’arte. Giovani fotografi, scrittori, illustratori, artigiani, pittori e musicisti si incontrano per mostrare e scambiare la loro personale visione dell’arte, dando vita ad una festa ricca di tradizioni, suoni e fascino pugliese, che ha chiuso con successo il caldo mese di luglio.
Ad agosto, invece, dal 10 al 13 si è svolto per le vie del borgo antico di Faggiano (TA), l’attesissimo evento dedicato agli amanti della musica jazz, Jonio Jazz Festival. La manifestazione, che ospita musicisti di spicco del mondo del jazz, richiama non solo gli appassionati, ma anche chi, pur non essendo molto esperto, si lascia piacevolmente deliziare dalle note di questo particolare genere musicale e non solo. Il centro storico, infatti, oltre ad ospitare gruppi jazz, è stato anche luogo di esibizioni di band arrivate da diverse parti del mondo, che si sono esibite in generi molto diversi tra loro, coinvolgendo il vasto ed eterogeneo pubblico accorso per il festival. In questa estate 2015, evento unico nel suo genere è stato sicuramente l’Alberobello Light Festival, svoltosi dal 4 luglio al 2 agosto ad Alberobello (BA). L’iniziativa omaggia il pittore olandese Vincent Van Gogh proiettando, con la tecnica del videomapping, il suo celebre dipinto “Notte stellata” sui trulli dell’incantevole centro storico del paese. Ogni sera, dal tramonto in poi, nel Rione Monti (patrimonio dell’Unesco dal 1996) prende vita uno spettacolo altamente suggestivo, che immerge il visitatore in un’atmosfera magica, dove i vicoli e le tipiche abitazioni della Valle d’Itria si trasformano in tele pronte ad accogliere le vivaci ed intense pennellate di colore, caratteristiche del tormentato artista olandese. Da questi esempi e da molte altre iniziative sparse per tutta la Puglia, possiamo certamente affermare che in questa regione ci siano numerose città e borghi antichi, dove è sempre accesa la voglia di continuare a tramandare l’arte, la cucina, la musica e la cultura di una terra che, ogni giorno di più, cerca di sfruttare al meglio le sue infinite potenzialità, affinché possa costruire un futuro più fortunato, fatto di persone che vivono grazie al loro lavoro e al loro talento.
Io bevo differente, io bevo IDEM! Raffaello Castellano (238) Come ci si allena alla tolleranza, anzi meglio, come ci sia allena alle differenze, siano esse di genere, di etnia, di preferenze sessuali, etc.? I programmi che prevedono convegni, parate, manifestazioni varie, lasciano effettivamente il tempo che trovano. La didattica scolastica è non solo difficile ma, per certi aspetti, ancora complicata da applicare. Come sappiamo, il problema sono le differenze, che invece di essere considerate una ricchezza ed un’opportunità, di fatto sono e continuano ad essere la causa, o il pretesto, che nella storia umana hanno generato una lunga lista di guerre, pulizie etniche, genocidi, segregazioni, etc.. La Crisi mondiale che stiamo vivendo sta vedendo l’affermarsi, molto preoccupante, delle estreme destre in molti paesi europei (vedi la Le Pen in Francia), ed il proliferare e di uno strisciante atteggiamento xenofobo, soprattutto fra i giovani. Una polveriera, sempre sul punto di scoppiare, resa ancora più instabile dai massicci flussi migratori dovuti, soprattutto, all’instabilità politica di vaste aree del Nord Africa. Cosa fare allora per divulgare un’informazione così importante come può essere, ad esempio, quella delle differenze di genere? Una strada, ancora poco percorsa, potrebbe essere quella di legare ad un prodotto o brand di largo consumo ed a grande penetrazione dei mercati il messaggio sociale che si vuole veicolare. Uno degli esperimenti più importanti, a livello mondiale, è quello che riguarda una birra e la cultura LGBTIQ,
che è poi la storia che vogliamo raccontarvi. Il nome di questa birra è “IDEM” e rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti. La IDEM è la prima birra europea che vuol parlare esplicitamente dei diritti LGBTIQ. L’idea di produrre una birra friendly non poteva che venire dalla regione più friendly d’Italia, ovvero la Puglia. A differenza dei vini, sempre molto seriosi e classici, la birra invece si presta molto a comunicare temi molto delicati come appunto l’omosessualità. “Per noi Birra Idem rappresenta una filosofia di vita – ci ha spiegato Espedito Alfarano, produttore della Birra Idem – per noi tutte le persone hanno idem diritti. Infatti diciamo sempre: IDEM diritti per le coppie lesbiche, gay, omosessuali e transgender; IDEM possibilità di esprimere liberamente la propria identità di genere; IDEM possibilità di ottenere un figlio in “adozioni” da parte di coppie composte dallo stesso sesso”. Ma per rivendicare questi diritti della persona c’era bisogno di una birra? “Sicuramente no – ci ha risposto Alfarano – questi diritti dovrebbero essere scontati in una società democratica e invece non è così. Allora ci è venuta l’idea di aprire una discussione con i nostri clienti. Noi ci rivolgiamo non al mondo LGBTIQ ma al mondo degli etero. A loro ricordiamo che ci sono paesi dove l’omosessualità viene punita con la pena di morte; che ci sono Paesi dove l’omosessualità viene curata con i trattamenti medici coatti come se fosse una malattia; che l’Italia è tra gli ultimi paesi europei in tema di diritti della persona e non delle coppie. Con loro vogliamo discutere di questo”.
Quindi puntate sull’aspetto socializzante della birra? “A differenza di altre bevande, la birra è stata da sempre una bevanda che creava parità oltre a essere un prodotto socializzante sin dall’antichità. Nell’antica Grecia, ad esempio, la birra era l’unica bevanda alcolica consentita sia agli uomini che alle donne. Anche nell’antico Egitto era l’unica bevanda alcolica bevuta sia dallo schiavo che dal faraone. Diciamo una vera icona storica nel mondo della parità dei diritti dell’uomo”. Ma ogni idea comunicativa deve comunque essere supportata da un’idea di prodotto valida. “Certo – ci ha risposto Alfarano – svanirebbe il concetto di comunicazione della Birra Idem se poi non fosse supportato da un prodotto ricercato di altissima qualità, espressione del connubio di materie prime eccezionali. Noi produciamo due tipologie birrarie, differenti nell’aspetto e nel gusto ma molto simili nello stile. Sono due birre LAGER, ovvero due birre prodotte con il metodo della bassa fermentazione. Una CHIARA aromatizzata con fiori d’arancio e pepe rosa e una ROSSA dove i malti tostati e poi affumicati conferiscono al prodotto un gusto molto caratterizzante”. Cosa altro aggiungere? Questa birra, la birra IDEM, potrebbe essere un’ottima idea per arricchire i vari cestini e confezioni gastronomiche che andremo a regalare. Un regalo non solo buono, ma con un forte messaggio sociale, che a Natale, visto che siamo, o dovremmo essere, tutti più sensibili, altruisti e bendisposti, forse riusciremo a comprendere davvero. Buon Natale e buone bevute a tutti, naturalmente con birra IDEM. Puglia: Non solo bella, anche brava. Boom di produzioni audiovisive in Puglia nel 2013.
Simona De Bartolomeo Cosa hanno in comune film come “Il passato è una terra straniera”, “Marpiccolo”, “L’anima gemella” e “Liberate i pesci”? Semplicemente il luogo dove sono stati girati: la calda, colorata e accogliente Puglia. Le opere che potremmo nominare sono numerose e molto differenti tra loro, dalle favole noir di Sergio Rubini ai film-denuncia, dai B- movie fine anni settanta alle pellicole in bianco e nero. Ma vediamo cosa spinge registi diversi, per stile e genere, a scegliere questi luoghi baciati dal sole e dal mare. Nel 2007 viene istituita l’Apulia Film Commission, con l’obiettivo di attrarre produzioni cinematografiche e televisive al fine di incrementare lo sviluppo economico. Secondo i dati della Film Commission, dall’anno della sua istituzione fino al 2013, si è passati da 9 produzioni audiovisive a ben 56, divise in: 19 lungometraggi, 8 documentari, 10 cortometraggi, 2 spot, 1 serie web, 5 videoclip, 8 tv show, 1 web movie e 2 serie televisive. Oltre 10 milioni e mezzo di euro di impatto sul territorio generati da queste produzioni e rispetto al 2012 si è registrato un aumento del 51% dei prodotti realizzati e del 161% di impatto economico. Le cause di questo forte incremento vanno individuate sicuramente nei fantastici paesaggi di cui la regione dispone, nel clima mite, nei colori della natura che creano scenari unici, nei suggestivi borghi antichi che la storia ha lasciato, ma non è solo questo. I famosi registi nazionali ed internazionali in Puglia trovano anche la professionalità, vengono a contatto con maestranze capaci e preparate, e quest’ultime hanno così la possibilità di svolgere il
proprio mestiere sul luogo. Negli ultimi anni, infatti, molti sono i corsi di formazione nati per creare professionisti nei mestieri più richiesti nel mondo del cinema. Tutto questo è, e dovrà essere sempre di più, motivo di sviluppo economico per il territorio pugliese, basti pensare alla mole di turisti attratti dalla possibilità di vedere dal vivo le location dei loro film preferiti. Un regista italiano su tutti, Sergio Rubini, ha girato nella natia Puglia gran parte dei suoi lavori, sottolineando sempre il forte legame che unisce la sua terra alla sua infanzia. Ultimamente anche il regista Ferzan Ozpetek sembra essersi innamorato del Salento e spesso decide di ambientare le sue storie nel capoluogo leccese e nei paesi limitrofi. Nell’ambito internazionale, invece, il regista premio Oscar, Paul Haggis ha scelto come location del suo film “Third Person”, la città di Taranto ed in particolare il suo centro storico, utilizzando anche attori e comparse del luogo. Altro esempio di come il legame Cinema-Puglia sia ormai consolidato è il BIF&ST (Bari International Film Festival), il festival internazionale del cinema di Bari, nato nel 2009 da un’idea del giornalista e produttore Felice Laudadio. Negli anni il Bif&st è cresciuto di importanza, avvalendosi della presenza di stimati registi, attori ed esperti del settore e riuscendo ad attirare a sé l’attenzione dei media e di un eterogeneo pubblico di appassionati. Possiamo dire con certezza, quindi, che nel tacco dello stivale gli stimoli e le ispirazioni per lo scenario cinematografico non mancano, si dovrebbe cercare di sfruttare al meglio questo trend positivo degli ultimi anni, trasformandolo in strumento di sviluppo socio-economico, turistico e culturale. Il fine di tutto deve essere la valorizzazione non solo del paesaggio naturale che la Puglia offre, ma anche dei numerosi professionisti del settore e dei giovani talenti locali, con l’obiettivo di convertire quello che può nascere come una passione in una vera e propria realtà occupazionale, che doni alla regione la rilevanza e lo splendore che merita.
Forum “Osservatorio Mezzogiorno”: il punto per la Puglia e il Mezzogiorno Giovanni Vita (2) Il 30 giugno scorso si è tenuto a Bari, nella cornice di Villa Romanazzi Carducci, il Forum “Osservatorio Mezzogiorno”, una iniziativa promossa a partire dal 2006 da The European House – Ambrosetti. L’evento giunto alla sua sesta edizione rappresenta un momento di confronto sulla situazione attuale e prospettica dell’economia pugliese e del mezzogiorno d’Italia. Tra i temi approfonditi nel corso dell’incontro: il ruolo del capitale di rischio per finanziare la crescita del territorio, le prospettive dell’utilizzo dei fondi comunitari nei cicli di programmazione 2007-2013 e 2014-2020, nonché le opportunità offerte dalla Green Economy Chimica Verde. Nel corso del Forum, moderato dal Vice Direttore de “Il Sole 24 Ore” Fabrizio Forquet, sono intervenuti l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Loredana Capone e la Vice Presidente e Assessore alla Qualità del Territorio, Angela Barbanente nonché i rappresentanti delle aziende partner dell’iniziativa (Banca Popolare di Bari, BASF Italia ed Exprivia). La testimonianza internazionale è stata affidata invece al caso di successo del cluster green ECO World Styria in Austria, una realtà all’avanguardia nelle tecnologie sostenibili. I risultati delle analisi effettuate dall’Osservatorio sono stati illustrati da Valerio De Molli e dai componenti del Comitato Scientifico dell’Osservatorio: Innocenzo Cipolletta, Simona Milio e Gianfranco Viesti. Vediamo in sintesi i dati relativi alle imprese che hanno registrato andamenti di performance migliori in Puglia e nel Mezzogiorno. Obiettivo dell’analisi specifica è stato quello di comprendere quali sono gli effetti della crisi sulle imprese del Mezzogiorno nei diversi settori economici al fine di verificarne l’andamento ed evidenziare i dati delle aziende che hanno registrato performance migliori. In particolare, sono state considerate le imprese del Mezzogiorno con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro, pari a 7.608 unità, nel periodo che va dal 2006 al 2012 (escludendo le imprese artigiane e le società di persone). In tal senso, il campione (dati al 2012) è risultato rappresentativo della realtà economica del Mezzogiorno, con una leggera eccezione per la Calabria dove la presenza delle imprese sotto i 5 mln di euro ne riduce la rappresentatività. Il focus sul manifatturiero evidenzia una buona rappresentatività del campione selezionato. Tutti i settori economici hanno registrato un incremento dei ricavi rispetto al 2006 anche se la marginalità (MOL/Fatturato) ha presentato andamenti in declino. Sono incrementati inoltre i crediti inesigibili verso i clienti e l’indebitamento netto delle imprese. Dal focus sulle imprese appartenenti al settore manifatturiero
emergono invece: una forte crescita dei ricavi del comparto Gomma-Plastica e una riduzione della marginalità per tutte le industrie ad eccezione delle bevande (+4%) e della chimica (+57%). Il settore che registra invece andamenti peggiori di marginalità è quello dei Mezzi di trasporto (- 104%). Come già osservato, all’interno del campione considerato (7.609 imprese) è stata condotta una ulteriore focalizzazione per individuare le imprese che hanno rilevato migliori risultati nel periodo in esame. Lo scopo dell’analisi è stato quello di individuare i settori e gli elementi che possono rappresentare dei punti di forza per lo sviluppo del mezzogiorno. Tali imprese sono state distinte in aziende leader e aziende star. In tal senso, i parametri di riferimento presi in considerazione sono indicati nel prospetto seguente. A l t r i p a r a metri di selezione considerati sono: fatturato 2012 pari ad almeno 10 mln di euro; sede legale nelle regioni del Mezzogiorno; forma di società di capitali (SpA e SrL); capitale a maggioranza privato. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati AIDA, 2014 Dall’analisi effettuata si è rilevato non solo che in Puglia è localizzato quasi il 20% delle imprese leader dell’intero Mezzogiorno, ma anche che la Puglia detiene la maggiore incidenza delle stesse (14%). Si è poi osservato che, quasi il 65% delle imprese leader ha un fatturato compreso tra i 10 e i 25 milioni di euro, e che tra le imprese leader prevalgono i settori tradizionali (commercio 35,8%; Manifatturiero 27,3%). Dall’analisi sulle imprese Star è emerso invece che, nel Mezzogiorno, la Campania è la prima regione come presenza di imprese Star (129 Imprese) seguita dalla Sicilia (79 imprese) e dalla Puglia (66 imprese). I settori maggiormente rappresentati nelle imprese Star sono il Commercio e l’Alimentare. La Puglia risulta la prima regione per imprese Star sul totale regionale mentre la Campania è la prima regione come percentuale di Star su fatturato totale regionale. In particolare per quest’ultima, le imprese Star sono il 4,8% ma incidono per il 16,6% sul fatturato totale regionale, mentre in Puglia l’incidenza delle imprese Star sul fatturato è pari al 14,6%, con una quota di Star sul totale pari al 6%. È stato sottolineato che il sistema economico, dalle analisi effettuate, risulta in sofferenza ma che sta cambiando ed evolvendo in modo rapido e strutturale. In particolare, i fattori comuni rilevati per le imprese Star e Leader e che possono rappresentare dei punti di forza per tutto il sistema produttivo sono stati: – La partecipazione a reti di relazioni con altre imprese e distretti;
– Gli investimenti in formazione, ricerca, sviluppo e innovazione; – L’attuazione di processi di internazionalizzazione; – L’attenzione all’innovazione di prodotto; – Lo sviluppo di una cultura manageriale all’interno delle imprese. In conclusione è stato evidenziato che in Puglia e nel Mezzogiorno ci sono imprese che hanno reagito positivamente alla recente crisi ma ancora troppe sono le imprese in situazioni di difficoltà. La Puglia ha evidenziato una dimensione limitata del suo sistema produttivo presentando ad esempio nel confronto con la Campania un numero di imprese Star con un fatturato superiore a 50 mln di Euro inferiore del 50%. Editoriale n.3 - Ivan Zorico È ufficiale. Siamo entrati nel mese più caldo dell’anno, ossia quello definito del Solleone. Un periodo nel quale, tipicamente, si stacca dalla routine, ci si rigenera dopo un inverno pieno di impegni e, in definitiva, si va in vacanza. Secondo una recente indagine condotta da Confesercenti-Swg sulle vacanze estive 2014, 64 italiani su 100 andranno in vacanza e spenderanno mediamente circa € 788 a persona. Inoltre, il 39% degli italiani opterà per una vacanza all’estero, prediligendo la Spagna. All’interno dei confini nazionali, la Puglia (con il Salento in testa) è la meta più gettonata tra chi sceglie, appunto, di rimanere in Italia; Puglia che fa quindi segnare il definitivo sorpasso su (in serie) Sicilia, Emilia Romagna e Toscana. In questo numero, pertanto, abbiamo preso spunto proprio dalle vacanze per parlare del settore economico che ne è collegato: il Turismo. Un settore che è stato profondamente influenzato da internet e dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Nello specifico Jessica Palese mostra come il viaggiatore tradizionale si sia trasformato in un turista 2.0, sempre connesso, attivo e ideatore di contenuti. Christian Zorico spiega, in chiave economica, i numeri del Turismo Internazionale. Armando De Vincentiis “disegna” il profilo psicologico del viaggiatore che sceglie destinazioni a carattere religioso. Giovanni Vita traccia
unquadrogeneraledelsistemaproduttivopresentenelMezzogiornod’Italia. Luca Battista riporta le implicazioni e le rivoluzioni che la Realtà Aumentata sta mettendo (e sempre più metterà) in atto nel campo turistico. Inoltre, troverete un’analisi sulla crisi delle agenzie viaggi ed una sorta di “macchina del tempo musicale” che vi condurrà proprio laddove i vostri ricordi più belli trovano casa. Ci sarà spazio anche per farsi trasportare in Provenza, a bordo di una macchina da presa. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e, ovviamente, delle buone vacanze. Ivan Zorico A colloquio con Margaret Gonnella, Presidente del Comitato Regionale FIP Puglia Ivan Zorico (217) Il mondo istituzionale del basket in Italia è rappresentato dalla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro – http://www.fip.it/), un’Associazione senza fini di lucro nata nel 1921 con lo scopo di promuovere e sviluppare la pallacanestro in Italia. La FIP è il solo organismo che rappresenta questa disciplina sportiva (svolta in tutte le sue forme) ed è radicata sul tutto in territorio nazionale anche per mezzo dei comitati regionali. Noi di Smart Marketing abbiamo avuto il piacere di intervistare Margaret Gonnella, Presidente del Comitato Regionale Puglia (http://www.fip.it/puglia/) che ha risposto alle nostre domande, mostrando un assoluto interesse.
Qual è lo stato di salute del movimento in Puglia e, più in generale, a livello nazionale? E’ inevitabile che il periodo di diffusa difficoltà economica abbia effetti evidenti sul movimento sportivo in generale e quello cestistico in particolare. Partendo dalla Puglia, il bilancio del campo è però moderatamente positivo. Brindisi ha cercato e trovato continuità in massima serie, confermandosi realtà di riferimento per l’intero territorio regionale e non solo, vista la recentissima elezione del presidente Marino come numero uno di Lega. In Dnb, Bisceglie è stata finalista playoff del proprio girone e nella prossima stagione, oltre alle tante pugliesi confermatesi in categoria, troverà anche il neopromosso Mola: due ottimi risultati raggiunti da società che hanno lavorato a fari spenti. Purtroppo, sull’altro piatto della bilancia, c’è l’abbandono della scena nazionale da parte di almeno tre sodalizi. L’auspicio, in ogni caso, è che in ogni categoria si programmi sulla base delle risorse effettivamente disponibili, senza farsi tentare da passi più lunghi della propria gamba. Meglio dare continuità, in attesa di tempi migliori, destinando gli investimenti, ove disponibili, al settore giovanile: unica concreta possibilità per garantirsi un futuro comunque dignitoso. Cosa suggerirebbe ad un giovane che vuole intraprendere una carriera lavorativa manageriale in questo sport? Una mirata formazione postuniversitaria aiuta, pur non essendo a portata di tutte le tasche. E’ comunque fondamentale un costante aggiornamento, poiché la figura del dirigente sportivo nel corso degli anni si è estremamente evoluta ed affinata: le questioni da affrontare quotidianamente, tutte afferenti a settori diversi, necessitano di figure professionali e non più di semplici volontari. Qualche consiglio pratico? Siate curiosi: la ricerca e lo studio degli articoli in lingua di siti e magazine di settore è utile per anticipare tempi e tendenze. Il web, in questo senso, ha offerto opportunità di confronto impensabili anche solo rispetto a qualche anno fa. Ugualmente formativa è la partecipazione a convegni e seminari, che spesso offrono case history introvabili sui canonici manuali: i macro-esempi delle “major”, ad esempio, ben possono essere adattati su realtà notevolmente più ridotte, con buon senso e lungimiranza. A patto ovviamente di trovare una società che permetta di fare esperienza, magari con un programma a medio termine senza troppi assilli, e che sia davvero convinta di quanto proposto. Si dice che il mondo del calcio assorba gran parte degli introiti pubblicitari a discapito degli altri sport. Cosa si potrebbe fare per ridurre questo divario? La ridistribuzione degli introiti pubblicitari passa inevitabilmente da una cultura sportiva più multiforme. Una informazione tendenzialmente calciocentrica in questo senso non aiuta, ma tutte le componenti del mondo cestistico si stanno attivando
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