Il ruolo contemporaneo delle chiese storiche, tra processi di appropriazione, patrimonializzazione e abbandono

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NUMERO 10 - dicembre 2016

                                                                                                                                                                                                      Andrea Longhi
Il ruolo contemporaneo delle chiese storiche, tra processi di appropriazione,                                                             Professore associato di Storia dell’architettura presso il Politecnico di

patrimonializzazione e abbandono
                                                                                                                                          Torino, Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del
                                                                                                                                          Territorio (DIST), dove insegna Storia e critica del patrimonio territoriale;
                                                                                                                                          ha pubblicato numerosi saggi e volumi sulla storia dell’architettura
                                                                                                                                          liturgica e sul patrimonio religioso

The contemporary role of historical churches, between appropriation,
heritagization and abandonment processes

Le chiese cristiane sono oggetto di processi continui di               Christian churches are the subject of continuous updating
aggiornamento e adeguamento, che cessano solo quando le                and adaptation processes, which only cease when
comunità si spostano o scompaiono. Lo studio dei complessi             communities are moving or disappearing. The study of
ecclesiastici dismessi o sottoutilizzati richiede dunque               abandoned, redundant and under-utilized ecclesiastical
un’analisi storica su archi cronologici ampi, con un’attenzione        complexes therefore requires a historical analysis of extensive
specifica alle dinamiche istituzionali e ai valori culturali sottesi   chronological arches, with specific attention to institutional
alle dinamiche di patrimonializzazione. Il contributo – dopo           dynamics and cultural values underlying the dynamics of
aver evidenziato alcune specificità dell’agire architettonico          capitalization. The contribution - after highlighting some
della Chiesa e della formazione del suo patrimonio culturale           specificities of the Church’s architectural agency and
(rapporti materia/azione, trasformazione/conservazione,                the formation of its cultural heritage (matter / action,
utilizzo/memoria, costruzione/riuso) – propone quattro                 transformation / conservation, use / memory, construction
riflessioni di natura storiografica relative alla pluralità            / reuse) - proposes four reflections of historiographical
dei soggetti ecclesiali attivi sul territorio, al rapporto tra         nature relating to the plurality of Ecclesial subjects active on
vita comunitaria e tutela istituzionale, alla costruzione              the territory, the relationship between community life and         Parole chiave: Patrimonio di interesse religioso; Storia
dell’opinione pubblica e alla partecipazione delle comunità.           institutional protection, the building of public opinion and       dell’architettura cristiana; Architettura e liturgia; Processi
                                                                       the participation of communities.                                  di patrimonializzazione; tutela del patrimonio

                                                                                                                                          Keywords: Religious heritage; History of Christian
                                                                                                                                          architecture; Architecture and liturgy; Processes of
                                                                                                                                          heritagization; Protection of cultural heritage
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Per chi frequenta o pratica la storia                  Una        premessa:       processi     formativi    la conservazione di un edificio per il culto
dell’architettura,      la     recente      crescita   dell’architettura liturgica e del patrimonio         cristiano, qual è il “costo” materiale di tale
esponenziale di interesse verso le chiese              religioso                                            vitalità? Le trasformazioni della liturgia, della
sovrabbondanti, dismesse, abbandonate o                Ove la funzione liturgica cessi, l’edificio per      devozione e della spiritualità impongono infatti
riusate suscita riflessioni pertinenti non solo        il culto perde la sua ragione d’essere di tipo       un continuo processo trasformativo, non solo
allo specifico disciplinare, ma soprattutto ai         sacramentale: la materialità dei luoghi è            di riti, atteggiamenti e prossemiche, ma anche
valori sottesi alla “costruzione sociale” dei          considerata relativa, o marginale, rispetto          di componenti materiali dell’edificio e del suo
processi di patrimonializzazione.                      alla centralità delle azioni rituali. Cessando       arredo3. Le esigenze – talora antitetiche – poste
Ripercorrendo la storia dell’architettura è            l’attività celebrativa (di fatto o di diritto, per   sia dal rinnovamento della comunità, sia dalla
evidente che la configurazione di ogni edificio        scelta o per forza), l’edificio “svuotato” dal       conservazione della memoria della comunità
per il culto cristiano è destinata a una durata        culto conserva eventualmente solo un valore          stessa pongono il problema di un approccio
limitata, condizionata dalle vicende della             strumentale diverso (economico, funzionale,          equilibrato alle trasformazioni di manufatti
comunità per la quale l’edificio è stato costruito.    artistico) o simbolico/identitario. Per una          ed edifici. Un’impostazione che potremmo
A seguito delle trasformazioni dei riti, delle         chiesa divenuta sovrabbondante rispetto alle         definire di funzionalismo o utilitarismo
devozioni e delle sensibilità religiose le chiese      esigenze comunitarie, potremmo dunque                liturgico ha sovente prevalso, soprattutto
subiscono continui processi di adeguamento             ritenere che la vera eccezione non è la sua          nelle fasi di riforma ecclesiale più accelerata,
liturgico,       adattamento             funzionale,   perdita o manomissione, bensì la sua integrale       comportando l’abbandono e la dispersione
aggiornamento di gusto e di ri-appropriazione,         conservazione. Questa si può tuttavia verificare     di suppellettili, arredi o edifici, considerati
nel susseguirsi delle generazioni dei fedeli.          solo quando la stratificazione dei valori            vetusti e non ulteriormente adeguabili. Le
Ove invece la comunità venga meno, si sposti,          memoriali e sociali abbia assunto una rilevanza      complesse dinamiche trasformative appena
si trasformi demograficamente o cambi                  tale da trascendere la cessata funzione liturgica    evocate non possono essere, dunque, solo
radicalmente orizzonte spirituale, l’architettura      o pastorale dell’edificio, ossia quando i processi   additive, ma talora esigono “sacrifici” di parti
cultuale è destinata alla riconversione,               di patrimonializzazione prevalgano rispetto ai       del bene, la cui rilevanza è commisurata
all’abbandono o alla demolizione, in quanto un         processi trasformativi di tipo liturgico. Esiste     all’investimento affettivo ed economico che
edificio costruito per la liturgia cristiana non “è”   quindi un patrimonio religioso che convive           la comunità decide di fare nelle azioni di
sacro in sé, ma è santificato dall’azione liturgica    con l’attività liturgica (anzi, se ne alimenta       rinnovamento: per continuare ad “abitare”
comunitaria1. Fanno parzialmente eccezione i           continuamente) e un patrimonio religioso che         un luogo, la conservazione “vitale” impone
complessi sorti con un esplicito e prevalente          “subentra” alla funzione cultuale, ove questa        selezioni e parziali auto-cancellazioni. Cosa
ruolo memoriale, quali i martyria cristologici e       rallenti o cessi.                                    conserva, dunque, una comunità in un edificio
veterotestamentari della Terra Santa, o quelli         Consideriamo allora un secondo ragionamento          di culto trasformato, adeguato, adattato o
costruiti per la venerazione di spoglie dei santi      sulla formazione di quanto chiamiamo                 aggiornato? la sua consistenza materiale,
e reliquie, o su luoghi indelebilmente segnati         “patrimonio di interesse religioso”2. Se è la        edilizia, costruttiva, oppure il suo essere –
dalla storia del cristianesimo.                        presenza vitale di una comunità a garantire          estensivamente – un “luogo di memoria”

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comunitario4,        patrimonio       immateriale     culturale e religioso, e mostra l’attività (o          dell’Incarnazione11 in contesti sociali sempre
condensato in alcune componenti materiali,            l’attivismo) di una comunità, grande o piccola         rinnovati. L’agire architettonico della Chiesa è
che raccontano una specifica storia di fede e         che sia. Ricordiamo le politiche edilizie urbane       anche una manifestazione della sua complessa
rendono “socialmente sacro” il luogo5?                delle religiones novae bassomedievali (Minori,         “temporalità”12, presupposto di forme
Terza premessa: si può osservare che è il             Predicatori ecc.) o delle congregazioni post-          articolate di “temporaneità” dell’architettura
processo stesso di “costruzione” di un edificio       tridentine, che raramente – raggiunta la               per il culto13. La permanenza del radicamento
che costituisce un elemento fondativo –               maturità – hanno riutilizzato per i propri nuovi       storico e territoriale della Chiesa si manifesta
talora necessario – per la “costruzione” di           conventi e per le proprie nuove case l’ingente         tramite continui processi di mutazione (dei riti,
ogni comunità, sia essa civile, ecclesiastica         patrimonio        immobiliare        sottoutilizzato   delle ecclesiologie, delle pratiche devozionali),
o religiosa. Non sarebbe solo l’architettura          appartenente ai diversi rami in crisi del              che rendono temporale e temporanea ogni
“finita” un medium decisivo nel comunicare            monachesimo benedettino, preferendo dare               espressione di architettura liturgica e che –
l’esperienza di fede6 e il senso della vita           una visibilità concreta alla metafora della chiesa     venuta meno la funzione cultuale – innescano
ecclesiale7, ma anche l’architettura nel suo          semper reformanda, intesa come cantiere                processi di patrimonializzazione complessi,
“costruirsi”, il suo cantiere. In assenza di          permanente8. Anche oggi tale dinamica                  che contribuiscono a perpetuare in forme
tale vis costruttiva – ad esempio nei casi di         resta attiva: pensiamo ai nuovi monasteri              diverse la continuità della tradizione vivente
semplice riuso di un edificio preesistente –          contemporanei9 a fronte dei tanti cenobi               della Chiesa.
le strategie adattative rischiano di avere un         storici abbandonati, ma pensiamo anche ai
modesto impatto comunitario: i processi di            nuovi complessi parrocchiali che si continuano         I. Chiese: biografie plurali
coesione su mera base memoriale paiono                a costruire – ancora con una certa intensità10         Tornando al dibattito contemporaneo sul
più labili e più soggetti all’emotività rispetto      – nelle periferie metropolitane e nei paesaggi         riuso degli edifici di culto dismessi, gli studi
a una concezione “strutturale” e “costruita”          della dispersione, a fronte degli ingenti volumi       raccolti nei convegni e nelle pubblicazioni
della vita ecclesiale. Forse per tale ragione una     di edifici religiosi o civili che restano dismessi     recenti14 e in questa stessa iniziativa di studio
dinamica che ci parrebbe utilitaristicamente          nei centri storici e nelle campagne.                   suscitano alcune brevi riflessioni, se letti in una
intuitiva, ossia il recupero per usi ecclesiali di    Alla luce di tali premesse, il fervore costruttivo     prospettiva storica.
complessi religiosi o civili dismessi, non è così     ecclesiale che si manifesta in modo sia                Una prima considerazione riguarda la pluralità
frequente, e si continua a realizzare nuova           diacronico (succedersi di consistenti fasi             dei soggetti implicati nella costruzione, nella
architettura per il culto, anche in Occidente.        costruttive in un medesimo luogo di culto)             trasformazione e nell’abbandono delle chiese.
Sotto tale ottica, si pensi ai “fondatori” delle      sia sincronico (pluralità di committenti e             Alcune letture giornalistiche15 interpretano
grandi correnti di spiritualità o vita religiosa, o   soggetti costruttori attivi contestualmente            – in buona o cattiva fede – la dismissione e il
alle committenze ecclesiastiche riformatrici: è       su territori circoscritti) è una testimonianza         riuso profano delle chiese come sintomi di un
il “cantiere” il luogo in cui si “fa” la Chiesa –     significativa dell’ineludibile storicità del           secolarismo aggressivo, di una multiculturalità
oltre che ogni singola chiesa – e in cui la Chiesa    Cristianesimo, del suo continuo attualizzare           subìta e di una perdita del senso del “sacro”,
stessa dà un messaggio di rinnovamento                architettonicamente la teologia e la mistica           che colpiscono una presunta univoca

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“identità” dell’Occidente cristiano. Il calo          poter ritenere molte chiese «redundant since        da anni o decenni, altre abbandonate dopo
delle vocazioni sacerdotali e della pratica           construction»16, se se ne studiano i processi       fenomeni ormai storicizzati di secolarizzazione
sacramentale sarebbero gli esiti più visibili di      formativi, oltre che dismissivi. Su una medesima    giuridica o di spopolamento, altre ancora il
tali dinamiche, di cui la chiusura delle chiese       porzione di spazio urbano e rurale, sono diverse    cui incerto stato patrimoniale ha impedito
sarebbe un epifenomeno. Questa discussione            le “geografie” del sacro che si intrecciano,        eventuali iniziative di recupero18. Dietro
esula tuttavia dagli strumenti interpretativi         ossia le appartenenze, le identità, gli interessi   l’attuale status – apparentemente cristallizzato
propri della storia dell’architettura; interessa      che hanno generato arte e architettura, la          – di “edificio in disuso”, ci possono dunque
qui invece sottolineare un altro problema, di         cui sovrabbondanza potrebbe quasi essere            essere storie diverse, che invitano a studiare la
natura metodologica. Quando una cronaca               considerata una “metafora pietrificata” della       dismissione in chiave “biografica”, applicando
porta all’attenzione pubblica una “chiesa             sovrabbondanza (perisseuma) della Grazia,           ai manufatti un approccio proprio dell’indagine
dismessa”, ne coglie – come in un’istantanea –        tema teologico neotestamentario di assoluto         sociologica19: pur condividendo dinamiche
uno status cristallizzato, che raramente porta il     rilievo nella storia della Chiesa.                  sociali e giuridiche, ogni edificio viene
pubblico a interrogarsi sulle ragioni molteplici      All’abbondanza di committenti e di buone            “chiuso” con un intreccio singolare di biografie
che avevano portato alla costruzione di               ragioni per costruire una chiesa, fa riscontro      personali e comunitarie, che definiscono
quell’edificio, e soprattutto sui tanti soggetti –    la numerosità delle cause storiche di               anche l’individuale “biografia” del manufatto-
individuali e collettivi – che avevano investito      dismissione, dovute a ragioni ecclesiastiche        chiesa, esito di alternative, scelte, possibilità
risorse per realizzarla e abitarla, sugli interessi   (riorganizzazione istituzionale delle parrocchie,   non percorse ed eventi improvvisi, che hanno
e sulle aspirazioni che ne avevano determinato        aggiornamenti del sistema monastico o               definito l’esito non meramente statico della
l’esistenza, la trasformazione e la sopravvivenza     conventuale),       demografiche       (dinamiche   dismissione. Prima di intraprendere un percorso
in quello specifico luogo, fino al processo di        di popolamento, abbandono di villaggi,              di riuso o trasformazione, è forse necessario
dismissione, immediato o di lunga durata che          accentramento insediativo) e politiche (conflitti   indagare il nesso tra la vita dell’edificio e la
sia.                                                  istituzionali e giurisdizionali, espropriazioni e   vita delle persone che lo hanno costruito e
Interrogandoci più a fondo su tali dinamiche          nazionalizzazioni forzate), a fronte delle quali    abitato, mediante indagini che utilizzino anche
storiche, scopriremmo che la sovrabbondanza           l’attuale contingenza perde la sua epocalità e –    il potenziale “narrativo” delle fonti materiali (le
delle chiese non è un fenomeno recente, ma            soprattutto – non ammette letture monocausali       architetture stratificate, i manufatti, gli arredi):
probabilmente è un principio costitutivo del          o monocordi (secolarismo, laicismo ecc.)17. Lo      edifici e persone sovente condividono i propri
rapporto tra Chiesa e territorio, in quanto la        studio della temporalizzazione e dell’eventuale     percorsi di costruzione sociale, e la dismissione
pluralità dei soggetti attivi nell’intraprendere      istituzionalizzazione dell’abbandono può            di un edificio è al tempo stesso esito e causa di
cantieri di natura ecclesiale ha sempre trasceso      offrire letture più articolate di un fenomeno       ulteriori intrecci biografici.
le reali esigenze funzionali ecclesiastiche, di       apparentemente appiattito sull’attualità: oltre     La pluralità dei committenti e degli attori
cura d’anime o di apostolato. In certi momenti        a una pluralità di assetti proprietari, dobbiamo    trasformativi storici è sorprendente se
della storia del cristianesimo il fenomeno            considerare che esistono chiese sconsacrate         confrontata con la nostra attuale prospettiva
dell’overbuilding è caratterizzante, al punto da      con atto canonico, altre semplicemente chiuse       che – nonostante la stagione conciliare –

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resta sostanzialmente clericale e riferita a        impegnati nella cura e nella trasformazione         stratificazione dei valori sociali che le comunità
una scansione territoriale imperniata sul           delle chiese, il cui numero è intrinsecamente       associano ai beni ereditati. Le incessanti
sistema parrocchiale storico, così come             – e non congiunturalmente – sovrabbondante.         trasformazioni promosse dalle comunità
concretizzatosi nelle campagne post-tridentine      Si eviterebbe così di sovraccaricare il tema del    stesse (adeguamenti liturgici, aggiornamenti
e nelle città industriali. Le chiese sono           riuso di prospettive apocalittiche, e si potrebbe   degli apparati iconografici, nuove devozioni,
lette come un “problema dei preti”, della           superare quella clericalizzazione del problema      segni memoriali, impianti, sicurezza ecc.)
gerarchia ecclesiastica, soprattutto di ogni        edilizio che, nata forse nel periodo di maggior     testimoniano tuttavia non tanto un vero e
singolo parroco, in quanto la parrocchia resta      tensione tra Stato e Chiesa dopo l’Unità            proprio processo di patrimonializzazione, ma
intuitivamente (oltre che istituzionalmente!)       italiana, nemmeno il Concilio è riuscito a          una dinamica di continua “riappropriazione”
l’unità organizzativa della territorializzazione    risolvere. L’abbandono della rigida associazione    dei luoghi, dei manufatti e delle immagini.
del cristianesimo20. Certo, esistono altri tipi     mentale (e giuridica) prete-chiesa – unito a        La garanzia di conservazione è dunque
di appartenenze ecclesiali – movimentiste           una diversificazione delle strategie pastorali di   dovuta al senso di continuità nell’uso delle
carismatiche,     associative,     confraternali,   territorializzazione del cristianesimo (segnato     chiese, pur nella mutevolezza del modo di
solidaristiche, spirituali e devozionali,           ormai da decenni da fenomeni di mobilità e          “abitarle”, piuttosto che a una cristallizzazione
professionali e culturali, per non parlare          appartenenza sempre più sfuggenti rispetto al       memoriale o musealizzante di alcune
delle forme di spiritualità digitale o virtuale     sistema parrocchiale21, per quanto questo resti     configurazioni materiali del culto. I processi di
–, ma la plantatio ecclesiae resta tuttora          prezioso e ineludibile per alcune fasce d’età e     patrimonializzazione – così come sono venuti
ancorata alla territorializzazione parrocchiale.    per molte pratiche sacramentali) – dovrebbe         definendosi con la nascita delle discipline
Il fatto che una gran quantità di chiese            essere interpretato non come un espediente          della storia dell’arte, del restauro e della
storiche (prevalentemente non parrocchiali,         per rimediare alle conseguenze dolorose del         tutela giuridica del patrimonio nella seconda
peraltro) sia ora vuota o sottoutillizzata non      secolarismo e del calo di vocazioni, ma come        metà dell’Ottocento – richiedono invece un
è necessariamente uno scandalo, o un segno          una rinnovata valorizzazione della capillarità      momento di distacco, di cesura, una lettura
dell’imminente fine del Cristianesimo, ma           sociale e spaziale del rapporto tra culto,          critica “oggettivata” dei manufatti e dei luoghi,
è la memoria di quanto plurale e creativa           cultura, comunità e paesaggio.                      sottratti al logorio della quotidianità, sfilati
sia invece stata la presenza cristiana nella                                                            all’usura di una frequentazione banale, al fine
città e nelle campagne, e di come – in ogni         II. Dalla sacramentalizzazione della chiesa alla    di conferire loro nuovi valori storici, memoriali,
fase storica – le articolazioni delle comunità      sua sacralizzazione laica                           estetici, economici e funzionali.22
abbiano saputo innovare nell’ “abitare”             Una seconda riflessione riguarda i fenomeni di      Il principio di “conservazione auto-distruttiva”
cristianamente il territorio e il paesaggio,        “sacralizzazione” del patrimonio di interesse       che aveva governato l’architettura liturgica fino
nel saper rendere le chiese prossime a ogni         religioso. Come si accennava all’inizio, lo         alla fine dell’Ottocento entra in crisi di fronte
fedele. La riscoperta di tale pluralità storica     studio dei processi di patrimonializzazione         a una nuova visione patrimoniale che – come
potrebbe essere dunque un incoraggiamento           consente di analizzare non tanto il valore          lucidamente aveva visto Alois Riegl nella Vienna
a rilanciare la diversificazione dei soggetti       intrinseco delle opere, ma piuttosto la             dei primi del Novecento23 – propone un vero

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e proprio “culto” verso i monumenti storici,         du chrétien depuis sa naissance dans le Christ       consecrationis reverentia, et moderno operi
che da luoghi “per” il culto cristiano diventano     jusqu’à son dernier souffle ; seule, vocation        juxta tenorem coeptum congrua cohaerentia
essi stessi oggetti “di” culto. Si è generata        à signifier que le destin du fidèle ne saurait       servaretur»27.
quindi una malintesa e dogmatica – talora            prendre sens ailleurs que dans le bâtiment qui       In tutt’altro contesto, possiamo richiamare
anticlericale – “sacralizzazione” laica di luoghi,   fait la communauté»25.                               l’atteggiamento di Francesco Borromini nella
edifici e oggetti che dal punto di vista religioso   Se la sacramentalizzazione dell’edificio è           riplasmazione di San Giovanni in Laterano,
non sono considerabili intrinsecamente sacri,        fondata su aspetti liturgici, ma soprattutto su      cattedrale di Roma ed ecclesia mater della
in quanto resi santi solo dal loro uso da parte      componenti memoriali (reliquie, corpi santi,         cristianità, in occasione del Giubileo del 1650.
della comunità24. Il culto laico verso i luoghi      luoghi o effigi miracolosi ecc.), assume un          Posta sotto la guida di papa Innocenzo X Pamphilj
di culto ne auspica la cristallizzazione in un       certo interesse rilevare segnali documentali         e dell’arciprete della basilica – il cardinal
assetto liturgico e devozionale ritenuto (ex         anche della “sacralizzazione” della consistenza      Francesco Barberini, principe dell’antiquaria
post) “concluso”, intoccabile, che tuttavia non      muraria stessa dell’edificio, considerata            cristiana secentesca –, e risentendo inoltre
è che l’ultimo di una sequenza secolare di           metafora reale della costruzione di pietre vive      della cultura storica del cardinale oratoriano
adeguamenti e adattamenti.                           che è la Chiesa. Esemplare è l’attenzione che        Cesare Baronio, attenta al valore testimoniale
Cerchiamo di capire il rapporto tra tale moderna     l’abate Suger, nell’affrontare la progressiva        primario delle vestigia materiali del primo
sacralizzazione patrimoniale delle chiese e la       demolizione/ricostruzione dell’abbaziale di          Cristianesimo, l’operazione è finalizzata alla
storia della loro considerazione teologica. In       Saint-Denis nel terzo decennio del XII secolo,       ricerca di una «consustanzialità tra antico
realtà, già nel cristianesimo bassomedievale si      riserva alle mura delle basiliche preesistenti,      e nuovo»28. La ridefinizione strutturale e
era verificata una sorta di sacramentalizzazione     trattate come reliquie in virtù di un supposto       formale della navata lascia alla vista dei fedeli
(piuttosto che sacralizzazione) dell’ecclesia        intervento diretto sulle murature addirittura        – se non quasi alla loro venerazione – alcune
materiale, secondo quel processo che                 di Cristo e considerate strumento materiale          porzioni delle antiche murature, incorniciate
Dominique Iogna-Prat definisce «pétrification        trasfigurato, utile per raggiungere le più alte      tramite oculi cinti di serti vegetali, trattando
ecclésiale», che fa seguito a una fase               sfere spirituali. Specifica l’abate nello Scriptum   come reliquia la struttura muraria antica. Per
altomedievale di “personalizzazione” delle           Consecrationis (7): «Eligiums […] ipsis sacratis     le Notizie del canonico Giovanni Filippo De
chiese, espressione di una pluralità di attori       lapidibus tanquam reliquiis deferremus,              Rossi (1705), le murature antiche sono «quasi
e competenze: la materialità degli edifici           illam que tanta exigente necessitate novitas         trionfanti dell’ingiurie del tempo, voracità delle
sarebbe diventata dunque costitutiva di una          inchoaretur, longitudinis et latitudinis             fiamme, et invasioni de Barbari, coronate di
territorialità propriamente cristiana, secondo       pulcritudine inniteremur nobilitare»26. Il tema      palme, fiori, et allori» , mentre nelle Vitae dei
la «volonté manifeste d’intégrer le contenu          è ripreso nelle Gesta Suggerii abbatis (II, 7):      pontefici, Alfonso Chacón nel 1677 afferma: «et
sacramentel constitutif de l’Église dans le          «reservata tamen quantacumque porcione de            vetustas servaretur et venustas adderetur»29.
contenant nécessaire à son effectuation,             parietibus antiquis, quibus sommus pontifex          Alla maturazione della Modernità, sul fronte
l’église […] Comme si l’église avait, seule,         Dominus Jesus Christus testimonio antiquorum         ecclesiastico – e più precisamente canonistico
vocation à résumer le parcours biographique          scriptorum manum apposuerat, ut et antiquae          – viene ormai riconosciuto che, per un corretto

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servizio divino, le comunità necessitano di          si passa dall’indifferenza o dall’ignoranza di        sul problema, nel quadro di uno studio
strumenti materiali, loci sacri e res sacrae, di     qualcosa al pensarlo, percepirlo o immaginarlo        commissionato dalla Pontificia Commissione
carattere strumentale e attentamente regolati        come dotato di una pluralità di sensi, capace di      per l’Arte Sacra in Italia: «Debbo confessare
(prendendo in prestito nozioni sacrali del diritto   emanare da sé i propri significati?»33. In altre      che, forse per la mia qualità di studioso e di
romano30), nonostante il cristianesimo non           parole, nelle chiese-oggetto – sottovalutate,         laico, continuo a considerare architetture sacre
sia «legato, come altre religioni, alla sacralità    sottoutilizzate, sottostimate per le ragioni          anche gli edifici ormai sconsacrati o chiusi
di un determinato luogo»31. D’altro canto, i         più diverse – quali diverse memorie collettive        al culto; sbaglierò, anzi sono certamente in
loci sacri e le res sacrae non possono essere        storiche si possono re-intrecciare, per               errore, alla stregua delle norme sancite dal
fattori solamente strumentali e funzionali, ma       ricostruire i presupposti di una conservazione        diritto canonico. Tuttavia è proprio su queste
fanno parte della storicità del Cristianesimo. È     consapevole di luoghi e cose che trascenda la         chiese che mi preme, per la prima volta,
dunque chiaro che i processi in cui le “cose”        dismessa funzionalità cultuale? Il personale          richiamare l’attenzione. Mi sembra che non sia
assumono un valore “sacro” afferiscono               rapporto che stabilisce con l’architettura            soltanto per lo studioso e per l’uomo colto che
non solo a una sfera liturgica, mistagogica          ogni singolo fedele – e, più in generale, ogni        una chiesa, concepita o realizzata come tale,
o – più genericamente – religiosa, ma alle           membro della comunità locale, a prescindere           continui ad essere un esempio di architettura
dinamiche sociali di costruzione della memoria       dalle proprie credenze – si alimenta di una           sacra, anche se il culto più non vi si eserciti.
e dell’identità, fondate tanto sulla base            pluralità di memorie collettive34, più o meno         Ma è anche, e direi soprattutto, al semplice
teologica dell’inculturazione del cristianesimo,     remote e più o meno condivise, ma resta da            uomo della strada, popolano o cittadino, che
quanto su dinamiche antropologiche. Nelle            approfondire quali funzioni sociali e istituzionali   dà fastidio e, diciamo pure, ripugna vedere
cose si fissano ricordi, situazioni, aspirazioni,    possa assolvere la memoria nelle operazioni           utilizzato l’edificio, che lui credeva una chiesa,
«investimenti e disinvestimenti di senso» che        di recupero – nel presente – del valore di un         per usi tanto diversi e degradanti, talvolta
si stratificano e si cancellano vicendevolmente;     edificio per il culto storico ora in abbandono.       umilissimi, sempre avvilenti»35. Sentimenti non
come ci ricorda Remo Bodei: «investiti di affetti,   Lo scollamento tra la sacralità “canonica” e          dissimili sono proposti, più recentemente, da
concetti e simboli che individui, società e          una certa sacralità “memoriale” emerge nella          Jean-Michel Leniaud, uno dei più autorevoli
storia vi proiettano, gli oggetti diventano cose,    cultura italiana già dal secondo Dopoguerra.          storici della tutela: parlando degli oggetti di
distinguendosi dalle merci in quanto semplici        Nel 1969, momento storico in cui si saldano           culto dispersi e distrutti negli anni successivi al
valori d’uso e di scambio o espressione di           i processi di spopolamento delle campagne             Vaticano II, si chiede: al di là del loro intrinseco
status symbol»32.                                    e l’inizio della secolarizzazione massiva delle       valore artistico, talora modestissimo, «les
Nel nostro caso specifico dei processi di            città, Guglielmo De Angelis D’Ossat – uno             prières les plus secretes et les plus ardentes
dismissione e riuso delle chiese, assumono           dei più autorevoli storici dell’architettura          dont ils ont été le vecteur ne les auraient-elles
rilevanza particolare – anche per ragioni            e restauratori del Novecento, esperto in              donc pas modifiés dans leur substance?»36.
lessicali – alcuni quesiti che Bodei si pone         patrimonio religioso (tra i co-fondatori nel          Quando però non è la consapevolezza popolare,
a proposito delle cose: «Come avviene la             1945 dell’Unione Cattolica Artisti Italiani)          ma è la sopra richiamata “sacralizzazione
transustanziazione degli oggetti in cose? Come       – espone una sua riflessione personale                patrimoniale laica” che prudenzialmente

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allontana le comunità dall’uso troppo disinvolto      Gli ordinamenti giuridici italiani e canonistici38,   prevalentemente la consistenza materiale
o intenso dei propri beni, questi – affidati alle     ma soprattutto il senso di tradizione vivente         dei beni, sia alle diffidenze anti-secolariste
cure dei professionisti della tutela – rischiano      connaturato alle comunità, consentono                 religiose, che pretendono di difendere l’eredità
di perdere non solo interesse liturgico e             di cercare forme di equilibrio tra il “culto          identitaria spirituale e cultuale dei luoghi.
devozionale, ma anche affettivo e persino             moderno dei monumenti” – studiato da Riegl
memoriale, diventando per le comunità stesse          –, il culto contemporaneo “nei” monumenti             III. Anaffettività, emotività e pianificazione
principalmente una gravosa incombenza                 e la cessazione del culto nei monumenti               nei processi di patrimonializzazione
burocratica e conservativa, o una spesa priva         stessi. Connaturate alla storia dell’architettura     Uno dei nodi problematici nei processi di
di utilità. Se è vero che diverse generazioni di      cristiana, esistono tensioni creative tra             patrimonializzazione contemporanei può
operatori statali della tutela hanno difeso molti     forme di appropriazione continuista e di              essere individuato nel rapporto – talora
beni di interesse religioso dalla distruzione o       patrimonializzazione         conservativa,     che    contraddittorio – tra il valore intrinseco di
dall’alienazione – sopperendo alle deficienze         richiedono la messa a punto di una “etica della       un bene e i valori sociali di cui quel bene
culturali di clero e comunità non formati             conservazione” delle cose di culto fondata,           è espressione. Il terzo dei ragionamenti
all’arte e alla storia – è altresì vero che molte     oltre che sulle norme di tutela canoniche e           qui proposti prende dunque le mosse da
comunità si sono trovate all’improvviso “ospiti       civili, sull’esercizio del discernimento che,         alcune esperienze di tensioni valoriali che si
non desiderati” a casa propria, “intrusi” tra         sempre secondo Leniaud, «c’est un geste               possono incontrare nelle comunità locali. È ad
le proprie memorie religiose e familiari, la          théologal qui ne peut pas plus être abandonné         esempio rilevabile un fenomeno ricorrente:
cui conservazione è diventata questione di            aux pouvoirs publics et à sa police des Beaux-        un gruppo di opinione decide che un bene
burocrazia statale, di conflitti tra codici.          Arts qu’être exercé solitairement par le              religioso dismesso debba essere restaurato –
A fronte di tali incombenze, emerge una possibile     responsable paroissial»39.                            a prescindere da qualsivoglia pratica cultuale
“fragilità” di quel concetto di eredità/heritage      La fibrillazioni religiose di società urbane          – per il suo irrinunciabile valore storico-
che sta alla base della nostra concezione             ormai post-secolari40 consentono di ragionare         artistico o memoriale, ma non è in grado di
patrimoniale: l’eredità è infatti un patrimonio       su paradigmi trasformativi inediti e privi            definirne chiaramente un possibile utilizzo
ricevuto, ma in molti casi non richiesto, non         di pregiudizi, considerando anche come i              futuro. Da questo punto di vista, il riuso degli
voluto, non donato personalmente, come                processi di “produzione di località” stiano           edifici di culto non si sottrae a una più ampia
avviene per molti di quei dei beni che – nella        attraversando fasi di delicata ridefinizione alla     dimensione epistemologica relativa al tema del
vita familiare – si ereditano in forza di legge. Le   luce dei flussi culturali globali che attraversano    riuso nella dottrina del restauro architettonico.
eredità non volute impegnano chi le riceve in         un mondo radicalmente delocalizzato41. Le             In sintesi, i promotori devono “trovare” una
attività costose – impegnative emotivamente,          comunità locali, i gruppi di vicinato che si          funzione idonea a giustificare politicamente e
economicamente e giuridicamente – tramite le          aggregano intenzionalmente attorno alcuni             socialmente il costo della conservazione del
quali ci si sforza di trovare un senso a beni non     luoghi, possono trovare posizioni dialogiche e        bene inutilizzato, decisa a priori.
cercati, e non concepiti per essere oggetto di        non dogmatiche che sappiano rispondere sia            Rispetto alla ricerca di equilibri sopra evocata,
un’eredità futura37.                                  alle rigidità conservative laiche, che difendono      si può verificare in questi casi una convergenza

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tra una “tutela anaffettiva” praticata da              dell’entusiasmo, con il venir meno dell’impegno     (anzi, la comunità finora riteneva il bene
parte degli organismi di tutela (che devono            dei leader popolari, o con l’esaurimento delle      superfluo rispetto alle proprie pratiche sociali),
classificare il valore dei beni sulla base di una      prime risorse rese disponibili grazie all’ondata    ma da iniziative esterne – può innescare
letteratura scientifica consolidata, giustificando     emotiva e alle sue implicazioni politiche. Per      fenomeni del tipo “giù le mani da …”, che
così oggettivamente la socializzazione del             legittimare l’operazione, si rischia anche di       attirano la fugace attenzione dei media locali e
costo degli interventi) e una “tutela affettiva”       cadere nel tranello di dover “inventare” una        dei social network, e che pongono l’emotività
promossa dalla popolazione che, sebbene                tradizione, o di evocare una presunta “identità”    aggressiva di una tutela “popolare” in
di fatto avesse abbandonato quel bene a                sociale intrinseca ai beni da salvaguardare,        antagonismo con le dinamiche di valorizzazione
se stesso, ora lo rilegge e lo patrimonializza         frettolosamente fondata su un appiattimento         e messa a reddito del patrimonio. Il rifiuto della
sulla base di ritrovati criteri empatici, di tipo      della stratificazione storica, su una riduzione     “monetizzazione” del patrimonio religioso si
memoriale o identitario. Si raggiunge in alcuni        della pluralità di appartenenze e su una            fa ancora più drastico nel momento in cui il
casi, soprattutto in contesti culturali laicisti, il   malintesa semplificazione dell’intenzionalità       patrimonio religioso viene messo in vendita,
paradosso che l’edificio religioso è tutelato più      della costruzione identitaria44. In altre parole,   entra sul “mercato” con una valutazione
dalla comunità civile che da quella religiosa:         si corre il rischio di una coscienza meramente      in denaro, trasformando le chiese in beni
«à une déchristianisation massive des                  commemorativa, chiamata a costruire                 di consumo edilizi, quasi in commodities
populations répond une défense des églises de          appartenenze di tipo nostalgico; annotava           immobiliari, trasgredendo il codice sociale
la part de ces mêmes populations. Ambigüité            Pierre Nora: «Ce sont les rituels d’une société     della preclusione al commercio di alcuni beni
fondamentale puisque des non croyants                  sans rituel; des sacralités passagères dans une     “singolari”47.
défendent un patrimoine que les catholiques            société qui désacralise»45. Rispetto alla cultura   A fronte dei due estremi evocati, la natura
relativisent»42. Il fenomeno meriterebbe analisi       del restauro, il già citato De Angelis D’Ossat      plurale dei soggetti e dei valori – che la storia
attente e documentate dal punto di vista della         affermava che «è soprattutto necessario amare       dell’architettura insegna a riconoscere – invita
sociologia della tutela43.                             l’edificio sacro così come è nel suo complesso,     a riscoprire, anche nell’attualità, la coralità
Se un bene già ritenuto “superfluo” è ora              non come forse immaginiamo che poteva               del progetto di architettura e del cantiere,
considerato “insostituibile”, il “salvataggio”         essere, o come prediligeremmo che fosse»46.         intesi come perni attorno a cui ruotano
del bene stesso viene presentato – talora              All’estremo opposto delle dinamiche di              processi partecipativi strutturati, espressioni
con toni di velata arroganza morale – come             socializzazione della tutela, si trovano quei       possibili sia di democrazia deliberativa, sia
un imperativo, un apriori etico, sebbene               casi in cui un promotore – privato, ma non          di sinodalità ecclesiale. La fatica del singolo
la mobilitazione fatichi ad interrogarsi               necessariamente – individua per un bene             progetto deve inoltre sapersi declinare con
sull’uso adeguato al bene stesso. Il rischio           dismesso una nuova funzione trainante,              una visione territoriale ampia dei processi
di tali dinamiche è che si passi da una tutela         talora anche potenzialmente redditizia, che         sociali e demografici, che persegua non solo
burocratica, troppo analitica e accademica,            tuttavia implica una trasformazione materiale       la pianificazione di una razionale allocazione
a un eccesso di coinvolgimento affettivo,              e immateriale del bene stesso. La ritrovata         di risorse, ma anche la capacità di ridefinire il
destinato tuttavia a spegnersi con l’affievolirsi      attenzione – nata non da fenomeni endogeni          rapporto tra luoghi stratificati, identità culturali

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plurali, comunità mutevoli e forme fluide di        ecclesiastico o – più recentemente – bancario)      locali e iniziative autosostenibili, utili sia
appartenenza territoriale. Alcune esperienze        a garantire la sopravvivenza di un bene di          per garantire l’uso al culto dei beni, sia per
internazionali, documentate anche in questa         interesse religioso (sia esso in uso liturgico      favorirne riutilizzi coerenti con la storia e lo
iniziativa di ricerca48, vanno nella direzione di   o secolarizzato), sebbene le istanze etiche         spirito della comunità stessa.
una pianificazione territoriale dell’uso e del      conservative alimentate dalla società civile        Può essere utile tornare, in conclusione,
riuso del sistema del patrimonio storico di         invochino risorse come se fossero “dovute”          al pensiero di Bodei sopra richiamato,
interesse religioso; anche in Italia si stanno      solo da soggetti sovraordinati. I documenti         applicandolo anche in questo caso al nostro
muovendo le prime esperienze di studio, che         del Magistero50 sottolineano costantemente          tema di ricerca: «Le cose ci inducono,
meritano incoraggiamento sia scientifico, sia       il necessario coinvolgimento – anche                agonisticamente, a innalzarci al di sopra
ecclesiale, oltre che politico49.                   economico – delle comunità: nello specifico gli     dell’inconsistenza e della mediocrità in cui
                                                    orientamenti sui beni culturali della Chiesa in     cadremmo se non investissimo in loro –
IV. La sostenibilità culturale ed economica         Italia, approvati dall’Assemblea Generale della     tacitamente ricambiati – pensieri, fantasie e
come retaggio storico e come prospettiva            Conferenza Episcopale Italiana nell’ottobre         affetti. Sono cose, appunto, perché su di esse
Da ultimo, la lettura storica del rapporto tra      1992, sottolineano che la ricerca di fondi          ragioniamo, perché le conosciamo amandole
chiese, soggetti e territorio invita anche a un     promossa e finanziata in prima persona dalle        nella loro singolarità, perché – a differenza
ragionamento sulla sostenibilità economica          comunità locali rafforza il senso di appartenenza   degli oggetti – non pretendiamo di servircene
delle funzioni ospitabili in un edificio nato       ed evita «il rischio della mentalità di tipo        soltanto come strumenti o di cancellarne
per il culto, siano esse religiose o meno.          assistenziale che scarica sugli enti pubblici       l’alterità e perché infine, come accade nell’arte,
Ogni espressione di architettura e arte è           ogni responsabilità», pur senza sollevare le        le sottraiamo alla loro precaria condizione
resa concretamente possibile dall’essere il         istituzioni pubbliche dalla loro responsabilità     nello spazio e nel tempo, trasformandole
terminale di un sistema economico volto a           costituzionale di tutela del patrimonio             in “miniature d’eternità” che racchiudono
garantire la durabilità del bene, mediante          culturale della nazione51. La consapevolezza        la pienezza possibile dell’esistenza. […] [Le
specifici cespiti non occasionali (redditi da       sul ruolo comunitario del patrimonio                cose] vivono se siamo capaci di sviluppare e
poderi, immobili o attività finalizzati alla        religioso, maturata nei 25 anni successivi alla     di rendere quasi spontanea una semeiotica
produzione di risorse per la manutenzione           stesura del documento Cei, consente ora di          analoga a quella dei medici: di riconoscere, in
della chiesa e per la sua officiatura, e non        auspicare un ulteriore passaggio. Possono           ciò che ci sta a cuore, la sua storia in rapporto
solo per la sua costruzione). Ora, invece, molti    infatti essere mobilitate non solo le possibilità   all’uomo e la sua provenienza in rapporto alla
“monumenti” sono carichi di valori memoriali,       di “contributo”, “beneficienza” o auto-             natura»52.
ma sono privi di nessi con le dinamiche             finanziamento delle comunità proprietarie o         Tale prospettiva progettuale – pur senza
produttive del proprio territorio, venendo così     affidatarie, ma anche le competenze tecniche        costituire un alibi per il doveroso e necessario
meno ogni possibilità manutentiva che non           e imprenditoriali necessarie per passare da         impegno di tutela da parte della Repubblica
sia sostenuta da risorse straordinarie. Non         una politica di mera copertura di “costi” a una     e della Chiesa – può garantire continuità di
può essere il mero assistenzialismo (statale,       strategia di attivazione di piccole economie        impegno e interesse per la manutenzione in

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buona salute e la cura dei beni ereditati, loro                            di proprietà di enti ecclesiastici, ma non necessariamente              Firenze, 2015; in sintesi: Andrea Longhi, Comunità, liturgie e
                                                                           di natura religiosa) e “beni culturali ecclesiali” (beni che, a         società: architetture per il culto nel Novecento, in Id., Luoghi
malgrado, da comunità che – nella differenza                               chiunque appartengono, hanno avuto una finalità legata alla             di culto. Architetture 1997-2007, Motta Architettura, Milano,
e “sovrabbondanza” di istituzioni e ministeri                              vita della Chiesa cattolica); per una precisazione dei termini:         2008, pp. 7-41: 38 sgg.
                                                                           Giancarlo Santi, I beni culturali ecclesiastici. Sistemi di gestione,   10. Per un panorama recente sull’attualità della costruzione
– consideravano l’agire architettonico come                                EduCatt, Milano, 2012. Sui fondamenti antropologici e teologici         di nuove chiese: Giancarlo Santi, Nuove chiese italiane
parte integrante del proprio agire ecclesiale e                            della meno usata espressione “beni culturali ecclesiali”: Carlo         (1861-2010). Sette lezioni, Vita e Pensiero, Milano, 2011; Id.,
                                                                           Azzimonti, I beni culturali ecclesiali nell’ordinamento canonico        L’architettura delle chiese in Italia. Il dibattito, i riferimenti, i
politico.                                                                  e in quello concordatario italiano, EDB, Bologna, 2001, pp. 37          temi, Qiqajon, Magnano, 2012; Andrea Longhi, Storie di chiese,
                                                                           sgg.                                                                    storie di comunità. Progetti, cantieri, architetture, Gangemi,
                                                                           3. Tale assunto è finora verificato in modo comparativo                 Roma 2017.
                                                                           solo nelle indagini sistematiche pubblicate sulle cattedrali            11. Si vedano le riflessioni in Jean-Michel Leniaud, Pour une
                                                                           di alcune regioni conciliari italiane pubblicate negli ultimi           théologie des objets de culte, in “La Maison-Dieu”, 198, 1991,
                                                                           15 anni (Triveneto 2002, Campania 2003, Emilia Romagna                  pp. 86-107: 95-97.
Note:                                                                      2007, Piemonte e Valle d’Aosta 2008, Lombardia 2011;                    12. Mi permetto di rinviare, per lo sviluppo del tema, al mio
1. Sul rapporto tra “sacro” e “santo”, restano esemplari le                l’ultimo volume edito è Fabrizio Capanni e Giampiero Lilli (a           recente Andrea Longhi, Temps i història en relació al patrimony
pagine di Roberto Gabetti, Il ‘sacro’, il ‘santo’, in Id., Chiese          cura di), Le cattedrali del Lazio. Ecclesia semper reformanda.          religiós en desús, in “Qüestions de Vida Cristiana”, 254, 2016,
per il nostro tempo. Come costruirle, come rinnovarle, ElleDiCi,           L’adeguamento liturgico delle chiese madri nella regione                numero monografico Arquitectura i espritualitat, pp. 63-79.
Leumann, 2000, pp. 51-61; per una ricognizione aggiornata sul              ecclesiastica del Lazio, SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo           13. Il tema della temporaneità dei luoghi di culto è stato
rapporto sacro/liturgia: Paolo Tomatis (a cura di), La liturgia            2015); per un ragionamento di sintesi sul dinamismo delle               oggetto del III Congresso Internazionale di Architettura
alla prova del sacro, Edizioni Liturgiche, Roma, 2013, e più               trasformazioni liturgiche: Andrea Longhi, Tiziano Ghirelli, Vita        Religiosa Contemporanea (Sevilla, 14-16 novembre 2013), di cui
specificamente sul rapporto tra sacro e processi di dismissione:           liturgica e dinamiche ecclesiali nei processi di trasformazione         sono disponibili gli atti on-line nella rivista “Actas del Congreso
Id., Gli edifici ecclesiali, tra culto liturgico e cultura cristiana, in   dell’ecclesia mater di Reggio Emilia, in Arturo Calzona et al.,         Internacional de Arquitectura Religiosa Contemporánea”, 3,
Carla Bartolozzi (a cura di), Patrimonio architettonico religioso.         Haec domus surgit tibi dedicata. La cattedrale di Reggio Emilia.        2013, Más allá del edificio sacro: arquitectura y evangelisación,
Nuove funzioni e processi di trasformazione, Gangemi, Roma,                Studi e ricerche, Skira, Milano, 2014, pp. 5-45.                        a cura di Esteban Fernández-Cobián. Per una sintesi dei temi
2017, pp. 31-38. Per un panorama internazionale sul concetto               4. Ci si riferisce al concetto di “lieux de mémoire” canonizzato        del convegno: Andrea Longhi, Effimere, temporanee, profane?
di “sacro” in architettura rimando ad alcune antologie e                   da Pierre Nora, Entre Mémoire et Histoire. La problematique             Architetture per l’evangelizzazione, oltre l’architettura, in “Arte
miscellanee recenti, quali: Karla Cavarra Britton (a cura di),             des lieux, in Id. (a cura di), Les lieux de mémoire, 3 tomi in 7        Cristiana”, 881, 2014, pp. 93-100.
Constructing the ineffable: contemporary sacred architecture,              voll., Gallimard, Paris, I, 1, pp. xv-xlii.                             14. La bibliografia internazionale sta diventando nutrita:
Yale University Press, New Haven, 2010; Renata Hejduk, Jim                 5. Sul concetto di sacertà dei luoghi: Thomas Coomans et al.            muovendo dalle prime pionieristiche indagini sviluppate in
Wukkiamson (a cura di), The religious imagination in modern                (a cura di), Loci sacri. Understanding sacred places, Leuven            Quebec negli anni Novanta del secolo scorso, i contributi si
and contemporary architecture. A reader, Routledge, New York               University Press, Leuven, 2012; Spazi e luoghi sacri, dossier           stanno arricchendo sia per approfondimenti monografici, sia
and London, 2011; Julio Bermudez (a cura di), Transcending                 monografico di “Humanitas”, LXVIII, 2013, 6, pp. 947-956, a cura        per quadri comparativi; mi limito a segnalare la letteratura di
architecture. Contemporary views on sacred space, The                      di Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi; Luoghi religiosi in contesti      maggior interesse: Lucie K. Morisset, Luc Noppen e Thomas
Catholic University of America Press, Washington DC, 2015.                 urbani. Prospettive interdisciplinari, sezione monografica di           Coomans (a cura di), Quel avenir pour quelles églises? What
Un’ipotesi di sistematizzazione sintetica è proposta da Marco              “Historia religionum. An International journal”, 8, 2016, a cura        Future for Which Churches?, Presses de l’Université du Québec,
Biraghi, Sacro, in Marco Biraghi e Alberto Ferlenga (a cura di),           di Maria Chiara Giorda, pp. 11-108.                                     Québec, 2006; Céline Frémaux (a cura di), Architecture
Architettura del Novecento. I. Teorie, scuole, eventi, Einaudi,            6. Thomas Barrie, The Sacred In-Between. The Mediating Roles            religieuse au XXe siècle. Quel patrimoine?, Presses Universitaires
Torino, 2012, pp. 746-754.                                                 of Architecture, Routledge, London and New York, 2010.                  de Rennes, Rennes, 2007; Albert Gerhards, Martin Struck,
2. L’espressione “beni culturali di interesse religioso”, ora di           7. Sul valore comunicativo dell’architettura si vedano gli              Umbruch - Abbruch - Aufbruc? Nutzen und Zukunft unserer
corrente utilizzo, è entrata nella normativa e nella letteratura           interventi di Severino Dianich, alcuni dei più recenti raccolti in      Kirchengebäude, Schnell und Steiner, Regensburg 2008; Oliver
con l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana                   Spazi e immagini della fede, Cittadella, Assisi 2015.                   Meys, Birgit Gropp (a cura di), Kirchen im Wandel. Veränderte
che apporta modificazioni al Concordato lateranense, reso                  8. Tale atteggiamento è discusso, in particolare per gli ordini         Nutzung denkmalgeschützter Kirchen, StadtBauKultur,
esecutivo in Italia dalla L. 121/1985 (art. 12), per essere poi            mendicanti, da Caroline Bruzelius, Preaching, Building, and             Gelsenkirchen, 2010; Angelika Büchse et al. (a cura di), Kirchen.
ripresa dal c.d. Codice Urbani nel 2004 (art. 9), per indicare             Burying. Friars in the Medieval City, New Haven and London,             Nutzung und Umnutzung. Kulturgescichtliche, theologische und
in modo inclusivo tutti quei beni, qualunque ne sia la natura              2014.                                                                   praktische Reflexionen, Aschendorff, Münster, 2012; Thomas
giuridica, che hanno a che vedere con il fenomeno religioso.               9. Il tema del monastero di architettura contemporanea gode             Coomans, Quelle protection pour les églises à Bruxelles? Vers une
Nella prassi attuale per l’ambito cattolico sono utilizzati – in           di una certa fortuna nella pubblicistica architettonica: cfr. i         approche patrimoniale concertée, in “Bruxelles Patrimoines”,
modo quasi sinonimico, non sempre corretto o consapevole                   materiali in Cristina Bergo, Cristina Fiordimela, Ermes Invernizzi      2, 2012, pp. 52-57; Eglises: chefs d’oeuvre en peril? dossier
– le espressioni “beni culturali ecclesiastici” (beni che sono             (a cura di), Tredici complessi monastici. 1953-2013, Edifir,            monografico di “Arts Sacrés”, 25, 2013, a cura di Philippe

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Markiewicz; Claude Faltrauer, Philippe Martin, Lionel Obadia (a       recente applicazione in Biografie di oggetti (a cura di Alvise             “Bulletin du Centre d’études médiévales d’Auxerre”, hors-sèrie
cura di), Patrimoine religieux. Désacralisation, requalification,     Mattozzi e Paolo Volonté) e Storie di cose (a cura di Angelika             n. 7 (2013).
réappropriation: le patrimoine chrétien, Riveneuve, Paris,            Burtscher e Daniele Lupo), Bruno Mondadori, Milano 2009.                   26. «Decidemmo, per quella divina benedizione, come
2013; Jean-Sebastien Sauvé, Thomas Coomans (a cura di), Le            20. Sul problema storiografico della parrocchia: Gabriele De               attestano le sacre scritture, che l’intervento di Dio determinò
devenir des églises. Patrimonialisation ou disparition, Presses       Rosa, La parrocchia nell’età contemporanea, in Gabriele De                 grazie all’imposizione delle mani alla consacrazione della chiesa
Universitaires du Québec, Québec, 2014; Albert Gerhards, Kim          Rosa e Angelomichele De Spirito (a cura di), La parrocchia in              antica, di rispettare le pietre stesse in quanto consacrate, al
de Wildt (a cura di), Der sakrale Ort im Wandel, Ergon-Verlag,        Italia nell’età contemporanea, Dehoniane, Napoli, 1982, pp.                pari di reliquie, e di impegnarci a nobilitare con la bellezza
Würzburg, 2015 (= Studien des Bonner Zentrums für Religion            15-28; Pietro Borzomati, La parrocchia, in Mario Isnenghi (a               della lunghezza e della larghezza quella [costruzione] che
und Gesellschaft, b. 12); Joachim Gallhoff, Manfred Keller (a         cura di), I luoghi della memoria. Strutture ed eventi dell’Italia          una tale novità pretendeva»: traduzione di Tullia Angino, in
cura di), Erweiterte Nutzung von Kirchen. Neue Modelle mit            unita, Laterza, Roma-Bar, 1997, pp. 67-91; Sergio Tanzarella,              Sugerius, Scritti. 1 - La consacrazione di Saint Denis. 2 - L’opera
kirchlichen und weltlichen Partner, Lit, Berlin 2015. Da ultimo,      La parrocchia: vita, morte, miracoli, in Alberto Melloni (a cura           amministrativa, Edizioni Archivio Dedalus, Milano, 2011,
sono in corso di pubblicazione gli atti dei convegni Der sakrale      di), Cristiani d’Italia. Chiese, società, Stato. 1861-2011, 2 voll.,       p. 57. L’edizione critica latina più aggiornata, qui seguita, è
Ort im Wandel, Bonn, 17-19 gennaio 2016, a cura di Albert             Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2011, vol. 1, pp. 259-         di Françoise Gasparri: Suger. Oeuvres. Tome I. Écrit sur la
Gerhards e Kim de Wildt, e L’avenir des églises, Lyon, 20-22          276; Paolo Cozzo, Andate in pace. Parroci e parrocchie in Italia           consécration de Saint-Denis. L’Œuvre administrative. Histoire
ottobre 2016, a cura di Philippe Dufieux e Benjamin Chavardès.        dal Concilio di Trento a papa Francesco, Carocci, Roma, 2014.              de Louis VII, Les Belles Lettres, Paris, 1996 (cit. p. 26).
15. Sono ormai numerose le segnalazioni giornalistiche di casi,       21. Una lettura spaziale della pluriappartenenza è proposta                27. «Fu tuttavia salvaguardata la maggior parte possibile
più o meno scandalistici; annotiamo qui brevemente solo alcuni        in Daniele Campobenedetto, Matteo Robiglio, Isabelle                       delle mura antiche su cui il sommo pontefice, il Signore Gesù
reportage ben documentati: Roberta De Maddi, Napoli: viaggio          Toussaint, Costruzione ed esperienza contemporanea del sacro.              Cristo, come testimoniano gli autori antichi, aveva posto mano,
tra le chiese chiuse e abbandonate, in “L’Huffington Post”, 28        Personalizzazione, comunità elettive e comunità territoriali, in           affinché fossero preservati il rispetto all’antica consacrazione
agosto 2013; Giacomo Galeazzi, Teatri, officine e night club.         “Humanitas”, LXVIII, 2013, 6, pp. 957-965; i medesimi autori               e la coerente conformità all’opera moderna, secondo il
Quanti sfregi alle ex chiese, in “La Stampa”, 8 settembre 2014, p.    hanno esteso l’indagine a una dimensione interreligiosa in                 progetto intrapreso» (Sugerius, Scritti cit., p. 151; citazione
17; Leonardo Servadio, Chiese dismesse fra danza e biliardo, in       The temples and the city. Models of religious coexistence in               latina da Suger. Oeuvres. cit., p. 120). Per un aggiornamento
“Avvenire”, 17 febbraio 2016. Hanno avuto un notevole impatto         contemporary urban space. The case of Turin, in “Historia                  critico sul cantiere: Dominique Porel (a cura di), L’abbé Suger,
mediatico, anche all’estero, i reportages fotografici di Andrea       religionum. An International journal”, 8, 2016, pp. 79-95.                 le manifeste gothique de Saint-Denis et la pensée victorine,
Di Martino, La messa è finita (http://www.andreadimartino.            22. Si farà riferimento a una letteratura consolidata sul tema             Brepols, Turnhout, 2001 (Rencontres Médiévales Euroéennes);
com/churches/index.html) e di Jorge Mañes Rubio e Gianluca            della patrimonializzazione, tra cui: Jean-Pierre Babelon, André            Rolf Große (a cura di), Suger en question. Regards croisés sur
Tesauro, Buona Fortuna (http://www.designboom.com/art/                Chastel, La notion de patrimoine, in “Revue de l’art”, 49, 1980,           Saint-Denis, Oldenbourg, München, 2004 (Pariser Historische
jorge-manes-rubio-buona-fortuna-italian-chapels-abandoned-            pp. 5-32 (ora Levi, Paris, 1994); Françoise Choay, L’allégorie             Studien, b. 68).
irpinia-earthquake-05-25-2014/) .                                     du patrimoine, Seuil, Paris, 1992; Carlo Tosco, I beni culturali.          28. Augusto Roca De Amicis, Elisabeth Sladek. San Giovanni in
16. Le espressioni sono prese a prestito da Jessica Mace,             Storia, tutela, valorizzazione, Il Mulino, Bologna, 2014.                  Laterano, in Richard Bösel, Christoph L. Frommel (a cura di),
Redundant since construction: the fate of two late-nineteenth-        23. Alois Riegl, Der moderne Denkmalkultus. Sein Wesen                     Borromini e l’universo barocco. Catalogo, Electa, Milano, 2000,
century churches in Toronto, in Patrimonialisation ou disparition     und seine Entstehung, Braumüller, Wien-Leipzig, 1903. Per                  pp. 208-235: 212, tema ripreso e approfondito in Augusto
cit., pp. 115-138.                                                    una sintesi storiografica sul testo cfr. Sandro Scarrocchia, La            Roca De Amicis, Rinnovare le basiliche romane, prima e
17. Una ricognizione sulle dinamiche di dismissione in                teoria dei valori confliggenti dei monumenti di Alois Riegl,               dopo San Giovanni in Laterano, in Augusto Roca De Amicis e
Italia è proposta in Luigi Bartolomei, Andrea Longhi, Flavia          nota a commento dell’edizione in lingua italiana: Alois Riegl,             Claudio Varagnoli (a cura di), Alla moderna. Antiche chiese e
Radice, Chiara Tiloca, Italian debates, studies and experiences       Il culto moderno dei monumenti. Il suo carattere e i suoi inizi,           rinnovamenti barocchi: una prospettiva europea/Old Churches
concerning reuse projects of dismissed religious heritage,            Abscondita, Milano, 2011, pp. 75-104.                                      and Baroque Renovations: a European Perspective, Artemide,
in Albert Gerhards e Kim de Wildt (a cura di), Wandel und             24. Oltre ai riferimenti presentati nelle note 1 e 5, per un               Roma, 2015, pp. 45-68 (cit. p. 45). Per un bilancio sull’impatto
Wertschätzung. Synergien für die Zukunft von Kirchenräumen,           approfondimento giuridico: Massimo Calvi, L’edificio di culto              della riplasmazione del Laterano sulle trasformazioni delle
Schnell & Steiner, Regensburg, in corso di stampa, pp. 107-135;       è un “luogo sacro”? La definizione canonica di “luogo sacro”,              basiliche romane successive: Claudio Varagnoli, New basilicas
per la Francia, di grande efficacia la sintesi di Philippe Martin,    in “Quaderni di diritto ecclesiale”, 13, 2000, pp. 228-247; per            from the ancient: Rome and central Italy in Eighteenth century,
Une question millénaire, in Patrimoine religieux cit., pp. 11-45.     una sintesi: Massimo del Pozzo, La nozione normativa di “luogo             in Alla moderna cit., pp. 243-265.
18. Per una sintesi: Paolo Cavana, Gli edifici dismessi, in Daniele   sacro”, in Id., La giustizia nel culto. Profili giuridici della liturgia   29. Cit. in Roca De Amicis, Rinnovare le basiliche cit., p. 56;
Persano (a cura di), Gli edifici di culto tra Stato e confessioni     della Chiesa, ESC, Roma, 2013 (Subsidia canonica 9), pp. 349-              il testo del 1705 di De Rossi è conservato nell’Archivio del
religiose, Vita e Pensiero, Milano, 2008, pp. 199-243: 215 sgg.       373.                                                                       Capitolo di San Giovanni in Laterano (FF XXI, cc. 130-131);
19. Igor Kopytoff, The cultural biography of things:                  25. Dominique Iogna-Prat, La Maison-Dieu. Une histoire                     Alfonso Chacón, Vitae et res gestae pontificum romano rum
commodization as process, in Arjun Appadurai (a cura di),             monumentale de l’Église au Moyen Âge (v. 800-v. 1200), Seuil,              […], Roma 1677, IV, col. 648.
The social life of things. Commodities in cultural perspective,       Paris, 2006, pp. 609 sgg. (cit. p. 611); il tema della «chiesa di          30. Pierre-Marie Gy, Les trésors de l’église et la liturgie, in « La
Cambridge University Press, New York 1986, pp. 64-91, in              pietra come fabbrica sacramentale della Chiesa-comunità»                   Maison-Dieu », 188, 1991, pp. 73-85 : 79.
particolare 66-68 e 87 sgg. Le teorie di Kopytoff hanno trovato       è approfondito in Id., L’espace sacramentel de l’Èglise, in                31. Massimo del Pozzo, La spazialità liturgica e La materialità

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