Il ruolo contemporaneo delle chiese storiche, tra processi di appropriazione, patrimonializzazione e abbandono
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NUMERO 10 - dicembre 2016 Andrea Longhi Il ruolo contemporaneo delle chiese storiche, tra processi di appropriazione, Professore associato di Storia dell’architettura presso il Politecnico di patrimonializzazione e abbandono Torino, Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST), dove insegna Storia e critica del patrimonio territoriale; ha pubblicato numerosi saggi e volumi sulla storia dell’architettura liturgica e sul patrimonio religioso The contemporary role of historical churches, between appropriation, heritagization and abandonment processes Le chiese cristiane sono oggetto di processi continui di Christian churches are the subject of continuous updating aggiornamento e adeguamento, che cessano solo quando le and adaptation processes, which only cease when comunità si spostano o scompaiono. Lo studio dei complessi communities are moving or disappearing. The study of ecclesiastici dismessi o sottoutilizzati richiede dunque abandoned, redundant and under-utilized ecclesiastical un’analisi storica su archi cronologici ampi, con un’attenzione complexes therefore requires a historical analysis of extensive specifica alle dinamiche istituzionali e ai valori culturali sottesi chronological arches, with specific attention to institutional alle dinamiche di patrimonializzazione. Il contributo – dopo dynamics and cultural values underlying the dynamics of aver evidenziato alcune specificità dell’agire architettonico capitalization. The contribution - after highlighting some della Chiesa e della formazione del suo patrimonio culturale specificities of the Church’s architectural agency and (rapporti materia/azione, trasformazione/conservazione, the formation of its cultural heritage (matter / action, utilizzo/memoria, costruzione/riuso) – propone quattro transformation / conservation, use / memory, construction riflessioni di natura storiografica relative alla pluralità / reuse) - proposes four reflections of historiographical dei soggetti ecclesiali attivi sul territorio, al rapporto tra nature relating to the plurality of Ecclesial subjects active on vita comunitaria e tutela istituzionale, alla costruzione the territory, the relationship between community life and Parole chiave: Patrimonio di interesse religioso; Storia dell’opinione pubblica e alla partecipazione delle comunità. institutional protection, the building of public opinion and dell’architettura cristiana; Architettura e liturgia; Processi the participation of communities. di patrimonializzazione; tutela del patrimonio Keywords: Religious heritage; History of Christian architecture; Architecture and liturgy; Processes of heritagization; Protection of cultural heritage http://in_bo.unibo.it
NUMERO 10 - dicembre 2016 Per chi frequenta o pratica la storia Una premessa: processi formativi la conservazione di un edificio per il culto dell’architettura, la recente crescita dell’architettura liturgica e del patrimonio cristiano, qual è il “costo” materiale di tale esponenziale di interesse verso le chiese religioso vitalità? Le trasformazioni della liturgia, della sovrabbondanti, dismesse, abbandonate o Ove la funzione liturgica cessi, l’edificio per devozione e della spiritualità impongono infatti riusate suscita riflessioni pertinenti non solo il culto perde la sua ragione d’essere di tipo un continuo processo trasformativo, non solo allo specifico disciplinare, ma soprattutto ai sacramentale: la materialità dei luoghi è di riti, atteggiamenti e prossemiche, ma anche valori sottesi alla “costruzione sociale” dei considerata relativa, o marginale, rispetto di componenti materiali dell’edificio e del suo processi di patrimonializzazione. alla centralità delle azioni rituali. Cessando arredo3. Le esigenze – talora antitetiche – poste Ripercorrendo la storia dell’architettura è l’attività celebrativa (di fatto o di diritto, per sia dal rinnovamento della comunità, sia dalla evidente che la configurazione di ogni edificio scelta o per forza), l’edificio “svuotato” dal conservazione della memoria della comunità per il culto cristiano è destinata a una durata culto conserva eventualmente solo un valore stessa pongono il problema di un approccio limitata, condizionata dalle vicende della strumentale diverso (economico, funzionale, equilibrato alle trasformazioni di manufatti comunità per la quale l’edificio è stato costruito. artistico) o simbolico/identitario. Per una ed edifici. Un’impostazione che potremmo A seguito delle trasformazioni dei riti, delle chiesa divenuta sovrabbondante rispetto alle definire di funzionalismo o utilitarismo devozioni e delle sensibilità religiose le chiese esigenze comunitarie, potremmo dunque liturgico ha sovente prevalso, soprattutto subiscono continui processi di adeguamento ritenere che la vera eccezione non è la sua nelle fasi di riforma ecclesiale più accelerata, liturgico, adattamento funzionale, perdita o manomissione, bensì la sua integrale comportando l’abbandono e la dispersione aggiornamento di gusto e di ri-appropriazione, conservazione. Questa si può tuttavia verificare di suppellettili, arredi o edifici, considerati nel susseguirsi delle generazioni dei fedeli. solo quando la stratificazione dei valori vetusti e non ulteriormente adeguabili. Le Ove invece la comunità venga meno, si sposti, memoriali e sociali abbia assunto una rilevanza complesse dinamiche trasformative appena si trasformi demograficamente o cambi tale da trascendere la cessata funzione liturgica evocate non possono essere, dunque, solo radicalmente orizzonte spirituale, l’architettura o pastorale dell’edificio, ossia quando i processi additive, ma talora esigono “sacrifici” di parti cultuale è destinata alla riconversione, di patrimonializzazione prevalgano rispetto ai del bene, la cui rilevanza è commisurata all’abbandono o alla demolizione, in quanto un processi trasformativi di tipo liturgico. Esiste all’investimento affettivo ed economico che edificio costruito per la liturgia cristiana non “è” quindi un patrimonio religioso che convive la comunità decide di fare nelle azioni di sacro in sé, ma è santificato dall’azione liturgica con l’attività liturgica (anzi, se ne alimenta rinnovamento: per continuare ad “abitare” comunitaria1. Fanno parzialmente eccezione i continuamente) e un patrimonio religioso che un luogo, la conservazione “vitale” impone complessi sorti con un esplicito e prevalente “subentra” alla funzione cultuale, ove questa selezioni e parziali auto-cancellazioni. Cosa ruolo memoriale, quali i martyria cristologici e rallenti o cessi. conserva, dunque, una comunità in un edificio veterotestamentari della Terra Santa, o quelli Consideriamo allora un secondo ragionamento di culto trasformato, adeguato, adattato o costruiti per la venerazione di spoglie dei santi sulla formazione di quanto chiamiamo aggiornato? la sua consistenza materiale, e reliquie, o su luoghi indelebilmente segnati “patrimonio di interesse religioso”2. Se è la edilizia, costruttiva, oppure il suo essere – dalla storia del cristianesimo. presenza vitale di una comunità a garantire estensivamente – un “luogo di memoria” http://in_bo.unibo.it 31
NUMERO 10 - dicembre 2016 comunitario4, patrimonio immateriale culturale e religioso, e mostra l’attività (o dell’Incarnazione11 in contesti sociali sempre condensato in alcune componenti materiali, l’attivismo) di una comunità, grande o piccola rinnovati. L’agire architettonico della Chiesa è che raccontano una specifica storia di fede e che sia. Ricordiamo le politiche edilizie urbane anche una manifestazione della sua complessa rendono “socialmente sacro” il luogo5? delle religiones novae bassomedievali (Minori, “temporalità”12, presupposto di forme Terza premessa: si può osservare che è il Predicatori ecc.) o delle congregazioni post- articolate di “temporaneità” dell’architettura processo stesso di “costruzione” di un edificio tridentine, che raramente – raggiunta la per il culto13. La permanenza del radicamento che costituisce un elemento fondativo – maturità – hanno riutilizzato per i propri nuovi storico e territoriale della Chiesa si manifesta talora necessario – per la “costruzione” di conventi e per le proprie nuove case l’ingente tramite continui processi di mutazione (dei riti, ogni comunità, sia essa civile, ecclesiastica patrimonio immobiliare sottoutilizzato delle ecclesiologie, delle pratiche devozionali), o religiosa. Non sarebbe solo l’architettura appartenente ai diversi rami in crisi del che rendono temporale e temporanea ogni “finita” un medium decisivo nel comunicare monachesimo benedettino, preferendo dare espressione di architettura liturgica e che – l’esperienza di fede6 e il senso della vita una visibilità concreta alla metafora della chiesa venuta meno la funzione cultuale – innescano ecclesiale7, ma anche l’architettura nel suo semper reformanda, intesa come cantiere processi di patrimonializzazione complessi, “costruirsi”, il suo cantiere. In assenza di permanente8. Anche oggi tale dinamica che contribuiscono a perpetuare in forme tale vis costruttiva – ad esempio nei casi di resta attiva: pensiamo ai nuovi monasteri diverse la continuità della tradizione vivente semplice riuso di un edificio preesistente – contemporanei9 a fronte dei tanti cenobi della Chiesa. le strategie adattative rischiano di avere un storici abbandonati, ma pensiamo anche ai modesto impatto comunitario: i processi di nuovi complessi parrocchiali che si continuano I. Chiese: biografie plurali coesione su mera base memoriale paiono a costruire – ancora con una certa intensità10 Tornando al dibattito contemporaneo sul più labili e più soggetti all’emotività rispetto – nelle periferie metropolitane e nei paesaggi riuso degli edifici di culto dismessi, gli studi a una concezione “strutturale” e “costruita” della dispersione, a fronte degli ingenti volumi raccolti nei convegni e nelle pubblicazioni della vita ecclesiale. Forse per tale ragione una di edifici religiosi o civili che restano dismessi recenti14 e in questa stessa iniziativa di studio dinamica che ci parrebbe utilitaristicamente nei centri storici e nelle campagne. suscitano alcune brevi riflessioni, se letti in una intuitiva, ossia il recupero per usi ecclesiali di Alla luce di tali premesse, il fervore costruttivo prospettiva storica. complessi religiosi o civili dismessi, non è così ecclesiale che si manifesta in modo sia Una prima considerazione riguarda la pluralità frequente, e si continua a realizzare nuova diacronico (succedersi di consistenti fasi dei soggetti implicati nella costruzione, nella architettura per il culto, anche in Occidente. costruttive in un medesimo luogo di culto) trasformazione e nell’abbandono delle chiese. Sotto tale ottica, si pensi ai “fondatori” delle sia sincronico (pluralità di committenti e Alcune letture giornalistiche15 interpretano grandi correnti di spiritualità o vita religiosa, o soggetti costruttori attivi contestualmente – in buona o cattiva fede – la dismissione e il alle committenze ecclesiastiche riformatrici: è su territori circoscritti) è una testimonianza riuso profano delle chiese come sintomi di un il “cantiere” il luogo in cui si “fa” la Chiesa – significativa dell’ineludibile storicità del secolarismo aggressivo, di una multiculturalità oltre che ogni singola chiesa – e in cui la Chiesa Cristianesimo, del suo continuo attualizzare subìta e di una perdita del senso del “sacro”, stessa dà un messaggio di rinnovamento architettonicamente la teologia e la mistica che colpiscono una presunta univoca http://in_bo.unibo.it 32
NUMERO 10 - dicembre 2016 “identità” dell’Occidente cristiano. Il calo poter ritenere molte chiese «redundant since da anni o decenni, altre abbandonate dopo delle vocazioni sacerdotali e della pratica construction»16, se se ne studiano i processi fenomeni ormai storicizzati di secolarizzazione sacramentale sarebbero gli esiti più visibili di formativi, oltre che dismissivi. Su una medesima giuridica o di spopolamento, altre ancora il tali dinamiche, di cui la chiusura delle chiese porzione di spazio urbano e rurale, sono diverse cui incerto stato patrimoniale ha impedito sarebbe un epifenomeno. Questa discussione le “geografie” del sacro che si intrecciano, eventuali iniziative di recupero18. Dietro esula tuttavia dagli strumenti interpretativi ossia le appartenenze, le identità, gli interessi l’attuale status – apparentemente cristallizzato propri della storia dell’architettura; interessa che hanno generato arte e architettura, la – di “edificio in disuso”, ci possono dunque qui invece sottolineare un altro problema, di cui sovrabbondanza potrebbe quasi essere essere storie diverse, che invitano a studiare la natura metodologica. Quando una cronaca considerata una “metafora pietrificata” della dismissione in chiave “biografica”, applicando porta all’attenzione pubblica una “chiesa sovrabbondanza (perisseuma) della Grazia, ai manufatti un approccio proprio dell’indagine dismessa”, ne coglie – come in un’istantanea – tema teologico neotestamentario di assoluto sociologica19: pur condividendo dinamiche uno status cristallizzato, che raramente porta il rilievo nella storia della Chiesa. sociali e giuridiche, ogni edificio viene pubblico a interrogarsi sulle ragioni molteplici All’abbondanza di committenti e di buone “chiuso” con un intreccio singolare di biografie che avevano portato alla costruzione di ragioni per costruire una chiesa, fa riscontro personali e comunitarie, che definiscono quell’edificio, e soprattutto sui tanti soggetti – la numerosità delle cause storiche di anche l’individuale “biografia” del manufatto- individuali e collettivi – che avevano investito dismissione, dovute a ragioni ecclesiastiche chiesa, esito di alternative, scelte, possibilità risorse per realizzarla e abitarla, sugli interessi (riorganizzazione istituzionale delle parrocchie, non percorse ed eventi improvvisi, che hanno e sulle aspirazioni che ne avevano determinato aggiornamenti del sistema monastico o definito l’esito non meramente statico della l’esistenza, la trasformazione e la sopravvivenza conventuale), demografiche (dinamiche dismissione. Prima di intraprendere un percorso in quello specifico luogo, fino al processo di di popolamento, abbandono di villaggi, di riuso o trasformazione, è forse necessario dismissione, immediato o di lunga durata che accentramento insediativo) e politiche (conflitti indagare il nesso tra la vita dell’edificio e la sia. istituzionali e giurisdizionali, espropriazioni e vita delle persone che lo hanno costruito e Interrogandoci più a fondo su tali dinamiche nazionalizzazioni forzate), a fronte delle quali abitato, mediante indagini che utilizzino anche storiche, scopriremmo che la sovrabbondanza l’attuale contingenza perde la sua epocalità e – il potenziale “narrativo” delle fonti materiali (le delle chiese non è un fenomeno recente, ma soprattutto – non ammette letture monocausali architetture stratificate, i manufatti, gli arredi): probabilmente è un principio costitutivo del o monocordi (secolarismo, laicismo ecc.)17. Lo edifici e persone sovente condividono i propri rapporto tra Chiesa e territorio, in quanto la studio della temporalizzazione e dell’eventuale percorsi di costruzione sociale, e la dismissione pluralità dei soggetti attivi nell’intraprendere istituzionalizzazione dell’abbandono può di un edificio è al tempo stesso esito e causa di cantieri di natura ecclesiale ha sempre trasceso offrire letture più articolate di un fenomeno ulteriori intrecci biografici. le reali esigenze funzionali ecclesiastiche, di apparentemente appiattito sull’attualità: oltre La pluralità dei committenti e degli attori cura d’anime o di apostolato. In certi momenti a una pluralità di assetti proprietari, dobbiamo trasformativi storici è sorprendente se della storia del cristianesimo il fenomeno considerare che esistono chiese sconsacrate confrontata con la nostra attuale prospettiva dell’overbuilding è caratterizzante, al punto da con atto canonico, altre semplicemente chiuse che – nonostante la stagione conciliare – http://in_bo.unibo.it 33
NUMERO 10 - dicembre 2016 resta sostanzialmente clericale e riferita a impegnati nella cura e nella trasformazione stratificazione dei valori sociali che le comunità una scansione territoriale imperniata sul delle chiese, il cui numero è intrinsecamente associano ai beni ereditati. Le incessanti sistema parrocchiale storico, così come – e non congiunturalmente – sovrabbondante. trasformazioni promosse dalle comunità concretizzatosi nelle campagne post-tridentine Si eviterebbe così di sovraccaricare il tema del stesse (adeguamenti liturgici, aggiornamenti e nelle città industriali. Le chiese sono riuso di prospettive apocalittiche, e si potrebbe degli apparati iconografici, nuove devozioni, lette come un “problema dei preti”, della superare quella clericalizzazione del problema segni memoriali, impianti, sicurezza ecc.) gerarchia ecclesiastica, soprattutto di ogni edilizio che, nata forse nel periodo di maggior testimoniano tuttavia non tanto un vero e singolo parroco, in quanto la parrocchia resta tensione tra Stato e Chiesa dopo l’Unità proprio processo di patrimonializzazione, ma intuitivamente (oltre che istituzionalmente!) italiana, nemmeno il Concilio è riuscito a una dinamica di continua “riappropriazione” l’unità organizzativa della territorializzazione risolvere. L’abbandono della rigida associazione dei luoghi, dei manufatti e delle immagini. del cristianesimo20. Certo, esistono altri tipi mentale (e giuridica) prete-chiesa – unito a La garanzia di conservazione è dunque di appartenenze ecclesiali – movimentiste una diversificazione delle strategie pastorali di dovuta al senso di continuità nell’uso delle carismatiche, associative, confraternali, territorializzazione del cristianesimo (segnato chiese, pur nella mutevolezza del modo di solidaristiche, spirituali e devozionali, ormai da decenni da fenomeni di mobilità e “abitarle”, piuttosto che a una cristallizzazione professionali e culturali, per non parlare appartenenza sempre più sfuggenti rispetto al memoriale o musealizzante di alcune delle forme di spiritualità digitale o virtuale sistema parrocchiale21, per quanto questo resti configurazioni materiali del culto. I processi di –, ma la plantatio ecclesiae resta tuttora prezioso e ineludibile per alcune fasce d’età e patrimonializzazione – così come sono venuti ancorata alla territorializzazione parrocchiale. per molte pratiche sacramentali) – dovrebbe definendosi con la nascita delle discipline Il fatto che una gran quantità di chiese essere interpretato non come un espediente della storia dell’arte, del restauro e della storiche (prevalentemente non parrocchiali, per rimediare alle conseguenze dolorose del tutela giuridica del patrimonio nella seconda peraltro) sia ora vuota o sottoutillizzata non secolarismo e del calo di vocazioni, ma come metà dell’Ottocento – richiedono invece un è necessariamente uno scandalo, o un segno una rinnovata valorizzazione della capillarità momento di distacco, di cesura, una lettura dell’imminente fine del Cristianesimo, ma sociale e spaziale del rapporto tra culto, critica “oggettivata” dei manufatti e dei luoghi, è la memoria di quanto plurale e creativa cultura, comunità e paesaggio. sottratti al logorio della quotidianità, sfilati sia invece stata la presenza cristiana nella all’usura di una frequentazione banale, al fine città e nelle campagne, e di come – in ogni II. Dalla sacramentalizzazione della chiesa alla di conferire loro nuovi valori storici, memoriali, fase storica – le articolazioni delle comunità sua sacralizzazione laica estetici, economici e funzionali.22 abbiano saputo innovare nell’ “abitare” Una seconda riflessione riguarda i fenomeni di Il principio di “conservazione auto-distruttiva” cristianamente il territorio e il paesaggio, “sacralizzazione” del patrimonio di interesse che aveva governato l’architettura liturgica fino nel saper rendere le chiese prossime a ogni religioso. Come si accennava all’inizio, lo alla fine dell’Ottocento entra in crisi di fronte fedele. La riscoperta di tale pluralità storica studio dei processi di patrimonializzazione a una nuova visione patrimoniale che – come potrebbe essere dunque un incoraggiamento consente di analizzare non tanto il valore lucidamente aveva visto Alois Riegl nella Vienna a rilanciare la diversificazione dei soggetti intrinseco delle opere, ma piuttosto la dei primi del Novecento23 – propone un vero http://in_bo.unibo.it 34
NUMERO 10 - dicembre 2016 e proprio “culto” verso i monumenti storici, du chrétien depuis sa naissance dans le Christ consecrationis reverentia, et moderno operi che da luoghi “per” il culto cristiano diventano jusqu’à son dernier souffle ; seule, vocation juxta tenorem coeptum congrua cohaerentia essi stessi oggetti “di” culto. Si è generata à signifier que le destin du fidèle ne saurait servaretur»27. quindi una malintesa e dogmatica – talora prendre sens ailleurs que dans le bâtiment qui In tutt’altro contesto, possiamo richiamare anticlericale – “sacralizzazione” laica di luoghi, fait la communauté»25. l’atteggiamento di Francesco Borromini nella edifici e oggetti che dal punto di vista religioso Se la sacramentalizzazione dell’edificio è riplasmazione di San Giovanni in Laterano, non sono considerabili intrinsecamente sacri, fondata su aspetti liturgici, ma soprattutto su cattedrale di Roma ed ecclesia mater della in quanto resi santi solo dal loro uso da parte componenti memoriali (reliquie, corpi santi, cristianità, in occasione del Giubileo del 1650. della comunità24. Il culto laico verso i luoghi luoghi o effigi miracolosi ecc.), assume un Posta sotto la guida di papa Innocenzo X Pamphilj di culto ne auspica la cristallizzazione in un certo interesse rilevare segnali documentali e dell’arciprete della basilica – il cardinal assetto liturgico e devozionale ritenuto (ex anche della “sacralizzazione” della consistenza Francesco Barberini, principe dell’antiquaria post) “concluso”, intoccabile, che tuttavia non muraria stessa dell’edificio, considerata cristiana secentesca –, e risentendo inoltre è che l’ultimo di una sequenza secolare di metafora reale della costruzione di pietre vive della cultura storica del cardinale oratoriano adeguamenti e adattamenti. che è la Chiesa. Esemplare è l’attenzione che Cesare Baronio, attenta al valore testimoniale Cerchiamo di capire il rapporto tra tale moderna l’abate Suger, nell’affrontare la progressiva primario delle vestigia materiali del primo sacralizzazione patrimoniale delle chiese e la demolizione/ricostruzione dell’abbaziale di Cristianesimo, l’operazione è finalizzata alla storia della loro considerazione teologica. In Saint-Denis nel terzo decennio del XII secolo, ricerca di una «consustanzialità tra antico realtà, già nel cristianesimo bassomedievale si riserva alle mura delle basiliche preesistenti, e nuovo»28. La ridefinizione strutturale e era verificata una sorta di sacramentalizzazione trattate come reliquie in virtù di un supposto formale della navata lascia alla vista dei fedeli (piuttosto che sacralizzazione) dell’ecclesia intervento diretto sulle murature addirittura – se non quasi alla loro venerazione – alcune materiale, secondo quel processo che di Cristo e considerate strumento materiale porzioni delle antiche murature, incorniciate Dominique Iogna-Prat definisce «pétrification trasfigurato, utile per raggiungere le più alte tramite oculi cinti di serti vegetali, trattando ecclésiale», che fa seguito a una fase sfere spirituali. Specifica l’abate nello Scriptum come reliquia la struttura muraria antica. Per altomedievale di “personalizzazione” delle Consecrationis (7): «Eligiums […] ipsis sacratis le Notizie del canonico Giovanni Filippo De chiese, espressione di una pluralità di attori lapidibus tanquam reliquiis deferremus, Rossi (1705), le murature antiche sono «quasi e competenze: la materialità degli edifici illam que tanta exigente necessitate novitas trionfanti dell’ingiurie del tempo, voracità delle sarebbe diventata dunque costitutiva di una inchoaretur, longitudinis et latitudinis fiamme, et invasioni de Barbari, coronate di territorialità propriamente cristiana, secondo pulcritudine inniteremur nobilitare»26. Il tema palme, fiori, et allori» , mentre nelle Vitae dei la «volonté manifeste d’intégrer le contenu è ripreso nelle Gesta Suggerii abbatis (II, 7): pontefici, Alfonso Chacón nel 1677 afferma: «et sacramentel constitutif de l’Église dans le «reservata tamen quantacumque porcione de vetustas servaretur et venustas adderetur»29. contenant nécessaire à son effectuation, parietibus antiquis, quibus sommus pontifex Alla maturazione della Modernità, sul fronte l’église […] Comme si l’église avait, seule, Dominus Jesus Christus testimonio antiquorum ecclesiastico – e più precisamente canonistico vocation à résumer le parcours biographique scriptorum manum apposuerat, ut et antiquae – viene ormai riconosciuto che, per un corretto http://in_bo.unibo.it 35
NUMERO 10 - dicembre 2016 servizio divino, le comunità necessitano di si passa dall’indifferenza o dall’ignoranza di sul problema, nel quadro di uno studio strumenti materiali, loci sacri e res sacrae, di qualcosa al pensarlo, percepirlo o immaginarlo commissionato dalla Pontificia Commissione carattere strumentale e attentamente regolati come dotato di una pluralità di sensi, capace di per l’Arte Sacra in Italia: «Debbo confessare (prendendo in prestito nozioni sacrali del diritto emanare da sé i propri significati?»33. In altre che, forse per la mia qualità di studioso e di romano30), nonostante il cristianesimo non parole, nelle chiese-oggetto – sottovalutate, laico, continuo a considerare architetture sacre sia «legato, come altre religioni, alla sacralità sottoutilizzate, sottostimate per le ragioni anche gli edifici ormai sconsacrati o chiusi di un determinato luogo»31. D’altro canto, i più diverse – quali diverse memorie collettive al culto; sbaglierò, anzi sono certamente in loci sacri e le res sacrae non possono essere storiche si possono re-intrecciare, per errore, alla stregua delle norme sancite dal fattori solamente strumentali e funzionali, ma ricostruire i presupposti di una conservazione diritto canonico. Tuttavia è proprio su queste fanno parte della storicità del Cristianesimo. È consapevole di luoghi e cose che trascenda la chiese che mi preme, per la prima volta, dunque chiaro che i processi in cui le “cose” dismessa funzionalità cultuale? Il personale richiamare l’attenzione. Mi sembra che non sia assumono un valore “sacro” afferiscono rapporto che stabilisce con l’architettura soltanto per lo studioso e per l’uomo colto che non solo a una sfera liturgica, mistagogica ogni singolo fedele – e, più in generale, ogni una chiesa, concepita o realizzata come tale, o – più genericamente – religiosa, ma alle membro della comunità locale, a prescindere continui ad essere un esempio di architettura dinamiche sociali di costruzione della memoria dalle proprie credenze – si alimenta di una sacra, anche se il culto più non vi si eserciti. e dell’identità, fondate tanto sulla base pluralità di memorie collettive34, più o meno Ma è anche, e direi soprattutto, al semplice teologica dell’inculturazione del cristianesimo, remote e più o meno condivise, ma resta da uomo della strada, popolano o cittadino, che quanto su dinamiche antropologiche. Nelle approfondire quali funzioni sociali e istituzionali dà fastidio e, diciamo pure, ripugna vedere cose si fissano ricordi, situazioni, aspirazioni, possa assolvere la memoria nelle operazioni utilizzato l’edificio, che lui credeva una chiesa, «investimenti e disinvestimenti di senso» che di recupero – nel presente – del valore di un per usi tanto diversi e degradanti, talvolta si stratificano e si cancellano vicendevolmente; edificio per il culto storico ora in abbandono. umilissimi, sempre avvilenti»35. Sentimenti non come ci ricorda Remo Bodei: «investiti di affetti, Lo scollamento tra la sacralità “canonica” e dissimili sono proposti, più recentemente, da concetti e simboli che individui, società e una certa sacralità “memoriale” emerge nella Jean-Michel Leniaud, uno dei più autorevoli storia vi proiettano, gli oggetti diventano cose, cultura italiana già dal secondo Dopoguerra. storici della tutela: parlando degli oggetti di distinguendosi dalle merci in quanto semplici Nel 1969, momento storico in cui si saldano culto dispersi e distrutti negli anni successivi al valori d’uso e di scambio o espressione di i processi di spopolamento delle campagne Vaticano II, si chiede: al di là del loro intrinseco status symbol»32. e l’inizio della secolarizzazione massiva delle valore artistico, talora modestissimo, «les Nel nostro caso specifico dei processi di città, Guglielmo De Angelis D’Ossat – uno prières les plus secretes et les plus ardentes dismissione e riuso delle chiese, assumono dei più autorevoli storici dell’architettura dont ils ont été le vecteur ne les auraient-elles rilevanza particolare – anche per ragioni e restauratori del Novecento, esperto in donc pas modifiés dans leur substance?»36. lessicali – alcuni quesiti che Bodei si pone patrimonio religioso (tra i co-fondatori nel Quando però non è la consapevolezza popolare, a proposito delle cose: «Come avviene la 1945 dell’Unione Cattolica Artisti Italiani) ma è la sopra richiamata “sacralizzazione transustanziazione degli oggetti in cose? Come – espone una sua riflessione personale patrimoniale laica” che prudenzialmente http://in_bo.unibo.it 36
NUMERO 10 - dicembre 2016 allontana le comunità dall’uso troppo disinvolto Gli ordinamenti giuridici italiani e canonistici38, prevalentemente la consistenza materiale o intenso dei propri beni, questi – affidati alle ma soprattutto il senso di tradizione vivente dei beni, sia alle diffidenze anti-secolariste cure dei professionisti della tutela – rischiano connaturato alle comunità, consentono religiose, che pretendono di difendere l’eredità di perdere non solo interesse liturgico e di cercare forme di equilibrio tra il “culto identitaria spirituale e cultuale dei luoghi. devozionale, ma anche affettivo e persino moderno dei monumenti” – studiato da Riegl memoriale, diventando per le comunità stesse –, il culto contemporaneo “nei” monumenti III. Anaffettività, emotività e pianificazione principalmente una gravosa incombenza e la cessazione del culto nei monumenti nei processi di patrimonializzazione burocratica e conservativa, o una spesa priva stessi. Connaturate alla storia dell’architettura Uno dei nodi problematici nei processi di di utilità. Se è vero che diverse generazioni di cristiana, esistono tensioni creative tra patrimonializzazione contemporanei può operatori statali della tutela hanno difeso molti forme di appropriazione continuista e di essere individuato nel rapporto – talora beni di interesse religioso dalla distruzione o patrimonializzazione conservativa, che contraddittorio – tra il valore intrinseco di dall’alienazione – sopperendo alle deficienze richiedono la messa a punto di una “etica della un bene e i valori sociali di cui quel bene culturali di clero e comunità non formati conservazione” delle cose di culto fondata, è espressione. Il terzo dei ragionamenti all’arte e alla storia – è altresì vero che molte oltre che sulle norme di tutela canoniche e qui proposti prende dunque le mosse da comunità si sono trovate all’improvviso “ospiti civili, sull’esercizio del discernimento che, alcune esperienze di tensioni valoriali che si non desiderati” a casa propria, “intrusi” tra sempre secondo Leniaud, «c’est un geste possono incontrare nelle comunità locali. È ad le proprie memorie religiose e familiari, la théologal qui ne peut pas plus être abandonné esempio rilevabile un fenomeno ricorrente: cui conservazione è diventata questione di aux pouvoirs publics et à sa police des Beaux- un gruppo di opinione decide che un bene burocrazia statale, di conflitti tra codici. Arts qu’être exercé solitairement par le religioso dismesso debba essere restaurato – A fronte di tali incombenze, emerge una possibile responsable paroissial»39. a prescindere da qualsivoglia pratica cultuale “fragilità” di quel concetto di eredità/heritage La fibrillazioni religiose di società urbane – per il suo irrinunciabile valore storico- che sta alla base della nostra concezione ormai post-secolari40 consentono di ragionare artistico o memoriale, ma non è in grado di patrimoniale: l’eredità è infatti un patrimonio su paradigmi trasformativi inediti e privi definirne chiaramente un possibile utilizzo ricevuto, ma in molti casi non richiesto, non di pregiudizi, considerando anche come i futuro. Da questo punto di vista, il riuso degli voluto, non donato personalmente, come processi di “produzione di località” stiano edifici di culto non si sottrae a una più ampia avviene per molti di quei dei beni che – nella attraversando fasi di delicata ridefinizione alla dimensione epistemologica relativa al tema del vita familiare – si ereditano in forza di legge. Le luce dei flussi culturali globali che attraversano riuso nella dottrina del restauro architettonico. eredità non volute impegnano chi le riceve in un mondo radicalmente delocalizzato41. Le In sintesi, i promotori devono “trovare” una attività costose – impegnative emotivamente, comunità locali, i gruppi di vicinato che si funzione idonea a giustificare politicamente e economicamente e giuridicamente – tramite le aggregano intenzionalmente attorno alcuni socialmente il costo della conservazione del quali ci si sforza di trovare un senso a beni non luoghi, possono trovare posizioni dialogiche e bene inutilizzato, decisa a priori. cercati, e non concepiti per essere oggetto di non dogmatiche che sappiano rispondere sia Rispetto alla ricerca di equilibri sopra evocata, un’eredità futura37. alle rigidità conservative laiche, che difendono si può verificare in questi casi una convergenza http://in_bo.unibo.it 37
NUMERO 10 - dicembre 2016 tra una “tutela anaffettiva” praticata da dell’entusiasmo, con il venir meno dell’impegno (anzi, la comunità finora riteneva il bene parte degli organismi di tutela (che devono dei leader popolari, o con l’esaurimento delle superfluo rispetto alle proprie pratiche sociali), classificare il valore dei beni sulla base di una prime risorse rese disponibili grazie all’ondata ma da iniziative esterne – può innescare letteratura scientifica consolidata, giustificando emotiva e alle sue implicazioni politiche. Per fenomeni del tipo “giù le mani da …”, che così oggettivamente la socializzazione del legittimare l’operazione, si rischia anche di attirano la fugace attenzione dei media locali e costo degli interventi) e una “tutela affettiva” cadere nel tranello di dover “inventare” una dei social network, e che pongono l’emotività promossa dalla popolazione che, sebbene tradizione, o di evocare una presunta “identità” aggressiva di una tutela “popolare” in di fatto avesse abbandonato quel bene a sociale intrinseca ai beni da salvaguardare, antagonismo con le dinamiche di valorizzazione se stesso, ora lo rilegge e lo patrimonializza frettolosamente fondata su un appiattimento e messa a reddito del patrimonio. Il rifiuto della sulla base di ritrovati criteri empatici, di tipo della stratificazione storica, su una riduzione “monetizzazione” del patrimonio religioso si memoriale o identitario. Si raggiunge in alcuni della pluralità di appartenenze e su una fa ancora più drastico nel momento in cui il casi, soprattutto in contesti culturali laicisti, il malintesa semplificazione dell’intenzionalità patrimonio religioso viene messo in vendita, paradosso che l’edificio religioso è tutelato più della costruzione identitaria44. In altre parole, entra sul “mercato” con una valutazione dalla comunità civile che da quella religiosa: si corre il rischio di una coscienza meramente in denaro, trasformando le chiese in beni «à une déchristianisation massive des commemorativa, chiamata a costruire di consumo edilizi, quasi in commodities populations répond une défense des églises de appartenenze di tipo nostalgico; annotava immobiliari, trasgredendo il codice sociale la part de ces mêmes populations. Ambigüité Pierre Nora: «Ce sont les rituels d’une société della preclusione al commercio di alcuni beni fondamentale puisque des non croyants sans rituel; des sacralités passagères dans une “singolari”47. défendent un patrimoine que les catholiques société qui désacralise»45. Rispetto alla cultura A fronte dei due estremi evocati, la natura relativisent»42. Il fenomeno meriterebbe analisi del restauro, il già citato De Angelis D’Ossat plurale dei soggetti e dei valori – che la storia attente e documentate dal punto di vista della affermava che «è soprattutto necessario amare dell’architettura insegna a riconoscere – invita sociologia della tutela43. l’edificio sacro così come è nel suo complesso, a riscoprire, anche nell’attualità, la coralità Se un bene già ritenuto “superfluo” è ora non come forse immaginiamo che poteva del progetto di architettura e del cantiere, considerato “insostituibile”, il “salvataggio” essere, o come prediligeremmo che fosse»46. intesi come perni attorno a cui ruotano del bene stesso viene presentato – talora All’estremo opposto delle dinamiche di processi partecipativi strutturati, espressioni con toni di velata arroganza morale – come socializzazione della tutela, si trovano quei possibili sia di democrazia deliberativa, sia un imperativo, un apriori etico, sebbene casi in cui un promotore – privato, ma non di sinodalità ecclesiale. La fatica del singolo la mobilitazione fatichi ad interrogarsi necessariamente – individua per un bene progetto deve inoltre sapersi declinare con sull’uso adeguato al bene stesso. Il rischio dismesso una nuova funzione trainante, una visione territoriale ampia dei processi di tali dinamiche è che si passi da una tutela talora anche potenzialmente redditizia, che sociali e demografici, che persegua non solo burocratica, troppo analitica e accademica, tuttavia implica una trasformazione materiale la pianificazione di una razionale allocazione a un eccesso di coinvolgimento affettivo, e immateriale del bene stesso. La ritrovata di risorse, ma anche la capacità di ridefinire il destinato tuttavia a spegnersi con l’affievolirsi attenzione – nata non da fenomeni endogeni rapporto tra luoghi stratificati, identità culturali http://in_bo.unibo.it 38
NUMERO 10 - dicembre 2016 plurali, comunità mutevoli e forme fluide di ecclesiastico o – più recentemente – bancario) locali e iniziative autosostenibili, utili sia appartenenza territoriale. Alcune esperienze a garantire la sopravvivenza di un bene di per garantire l’uso al culto dei beni, sia per internazionali, documentate anche in questa interesse religioso (sia esso in uso liturgico favorirne riutilizzi coerenti con la storia e lo iniziativa di ricerca48, vanno nella direzione di o secolarizzato), sebbene le istanze etiche spirito della comunità stessa. una pianificazione territoriale dell’uso e del conservative alimentate dalla società civile Può essere utile tornare, in conclusione, riuso del sistema del patrimonio storico di invochino risorse come se fossero “dovute” al pensiero di Bodei sopra richiamato, interesse religioso; anche in Italia si stanno solo da soggetti sovraordinati. I documenti applicandolo anche in questo caso al nostro muovendo le prime esperienze di studio, che del Magistero50 sottolineano costantemente tema di ricerca: «Le cose ci inducono, meritano incoraggiamento sia scientifico, sia il necessario coinvolgimento – anche agonisticamente, a innalzarci al di sopra ecclesiale, oltre che politico49. economico – delle comunità: nello specifico gli dell’inconsistenza e della mediocrità in cui orientamenti sui beni culturali della Chiesa in cadremmo se non investissimo in loro – IV. La sostenibilità culturale ed economica Italia, approvati dall’Assemblea Generale della tacitamente ricambiati – pensieri, fantasie e come retaggio storico e come prospettiva Conferenza Episcopale Italiana nell’ottobre affetti. Sono cose, appunto, perché su di esse Da ultimo, la lettura storica del rapporto tra 1992, sottolineano che la ricerca di fondi ragioniamo, perché le conosciamo amandole chiese, soggetti e territorio invita anche a un promossa e finanziata in prima persona dalle nella loro singolarità, perché – a differenza ragionamento sulla sostenibilità economica comunità locali rafforza il senso di appartenenza degli oggetti – non pretendiamo di servircene delle funzioni ospitabili in un edificio nato ed evita «il rischio della mentalità di tipo soltanto come strumenti o di cancellarne per il culto, siano esse religiose o meno. assistenziale che scarica sugli enti pubblici l’alterità e perché infine, come accade nell’arte, Ogni espressione di architettura e arte è ogni responsabilità», pur senza sollevare le le sottraiamo alla loro precaria condizione resa concretamente possibile dall’essere il istituzioni pubbliche dalla loro responsabilità nello spazio e nel tempo, trasformandole terminale di un sistema economico volto a costituzionale di tutela del patrimonio in “miniature d’eternità” che racchiudono garantire la durabilità del bene, mediante culturale della nazione51. La consapevolezza la pienezza possibile dell’esistenza. […] [Le specifici cespiti non occasionali (redditi da sul ruolo comunitario del patrimonio cose] vivono se siamo capaci di sviluppare e poderi, immobili o attività finalizzati alla religioso, maturata nei 25 anni successivi alla di rendere quasi spontanea una semeiotica produzione di risorse per la manutenzione stesura del documento Cei, consente ora di analoga a quella dei medici: di riconoscere, in della chiesa e per la sua officiatura, e non auspicare un ulteriore passaggio. Possono ciò che ci sta a cuore, la sua storia in rapporto solo per la sua costruzione). Ora, invece, molti infatti essere mobilitate non solo le possibilità all’uomo e la sua provenienza in rapporto alla “monumenti” sono carichi di valori memoriali, di “contributo”, “beneficienza” o auto- natura»52. ma sono privi di nessi con le dinamiche finanziamento delle comunità proprietarie o Tale prospettiva progettuale – pur senza produttive del proprio territorio, venendo così affidatarie, ma anche le competenze tecniche costituire un alibi per il doveroso e necessario meno ogni possibilità manutentiva che non e imprenditoriali necessarie per passare da impegno di tutela da parte della Repubblica sia sostenuta da risorse straordinarie. Non una politica di mera copertura di “costi” a una e della Chiesa – può garantire continuità di può essere il mero assistenzialismo (statale, strategia di attivazione di piccole economie impegno e interesse per la manutenzione in http://in_bo.unibo.it 39
NUMERO 10 - dicembre 2016 buona salute e la cura dei beni ereditati, loro di proprietà di enti ecclesiastici, ma non necessariamente Firenze, 2015; in sintesi: Andrea Longhi, Comunità, liturgie e di natura religiosa) e “beni culturali ecclesiali” (beni che, a società: architetture per il culto nel Novecento, in Id., Luoghi malgrado, da comunità che – nella differenza chiunque appartengono, hanno avuto una finalità legata alla di culto. Architetture 1997-2007, Motta Architettura, Milano, e “sovrabbondanza” di istituzioni e ministeri vita della Chiesa cattolica); per una precisazione dei termini: 2008, pp. 7-41: 38 sgg. Giancarlo Santi, I beni culturali ecclesiastici. Sistemi di gestione, 10. Per un panorama recente sull’attualità della costruzione – consideravano l’agire architettonico come EduCatt, Milano, 2012. Sui fondamenti antropologici e teologici di nuove chiese: Giancarlo Santi, Nuove chiese italiane parte integrante del proprio agire ecclesiale e della meno usata espressione “beni culturali ecclesiali”: Carlo (1861-2010). Sette lezioni, Vita e Pensiero, Milano, 2011; Id., Azzimonti, I beni culturali ecclesiali nell’ordinamento canonico L’architettura delle chiese in Italia. Il dibattito, i riferimenti, i politico. e in quello concordatario italiano, EDB, Bologna, 2001, pp. 37 temi, Qiqajon, Magnano, 2012; Andrea Longhi, Storie di chiese, sgg. storie di comunità. Progetti, cantieri, architetture, Gangemi, 3. Tale assunto è finora verificato in modo comparativo Roma 2017. solo nelle indagini sistematiche pubblicate sulle cattedrali 11. Si vedano le riflessioni in Jean-Michel Leniaud, Pour une di alcune regioni conciliari italiane pubblicate negli ultimi théologie des objets de culte, in “La Maison-Dieu”, 198, 1991, 15 anni (Triveneto 2002, Campania 2003, Emilia Romagna pp. 86-107: 95-97. Note: 2007, Piemonte e Valle d’Aosta 2008, Lombardia 2011; 12. Mi permetto di rinviare, per lo sviluppo del tema, al mio 1. Sul rapporto tra “sacro” e “santo”, restano esemplari le l’ultimo volume edito è Fabrizio Capanni e Giampiero Lilli (a recente Andrea Longhi, Temps i història en relació al patrimony pagine di Roberto Gabetti, Il ‘sacro’, il ‘santo’, in Id., Chiese cura di), Le cattedrali del Lazio. Ecclesia semper reformanda. religiós en desús, in “Qüestions de Vida Cristiana”, 254, 2016, per il nostro tempo. Come costruirle, come rinnovarle, ElleDiCi, L’adeguamento liturgico delle chiese madri nella regione numero monografico Arquitectura i espritualitat, pp. 63-79. Leumann, 2000, pp. 51-61; per una ricognizione aggiornata sul ecclesiastica del Lazio, SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 13. Il tema della temporaneità dei luoghi di culto è stato rapporto sacro/liturgia: Paolo Tomatis (a cura di), La liturgia 2015); per un ragionamento di sintesi sul dinamismo delle oggetto del III Congresso Internazionale di Architettura alla prova del sacro, Edizioni Liturgiche, Roma, 2013, e più trasformazioni liturgiche: Andrea Longhi, Tiziano Ghirelli, Vita Religiosa Contemporanea (Sevilla, 14-16 novembre 2013), di cui specificamente sul rapporto tra sacro e processi di dismissione: liturgica e dinamiche ecclesiali nei processi di trasformazione sono disponibili gli atti on-line nella rivista “Actas del Congreso Id., Gli edifici ecclesiali, tra culto liturgico e cultura cristiana, in dell’ecclesia mater di Reggio Emilia, in Arturo Calzona et al., Internacional de Arquitectura Religiosa Contemporánea”, 3, Carla Bartolozzi (a cura di), Patrimonio architettonico religioso. Haec domus surgit tibi dedicata. La cattedrale di Reggio Emilia. 2013, Más allá del edificio sacro: arquitectura y evangelisación, Nuove funzioni e processi di trasformazione, Gangemi, Roma, Studi e ricerche, Skira, Milano, 2014, pp. 5-45. a cura di Esteban Fernández-Cobián. Per una sintesi dei temi 2017, pp. 31-38. Per un panorama internazionale sul concetto 4. Ci si riferisce al concetto di “lieux de mémoire” canonizzato del convegno: Andrea Longhi, Effimere, temporanee, profane? di “sacro” in architettura rimando ad alcune antologie e da Pierre Nora, Entre Mémoire et Histoire. La problematique Architetture per l’evangelizzazione, oltre l’architettura, in “Arte miscellanee recenti, quali: Karla Cavarra Britton (a cura di), des lieux, in Id. (a cura di), Les lieux de mémoire, 3 tomi in 7 Cristiana”, 881, 2014, pp. 93-100. Constructing the ineffable: contemporary sacred architecture, voll., Gallimard, Paris, I, 1, pp. xv-xlii. 14. La bibliografia internazionale sta diventando nutrita: Yale University Press, New Haven, 2010; Renata Hejduk, Jim 5. Sul concetto di sacertà dei luoghi: Thomas Coomans et al. muovendo dalle prime pionieristiche indagini sviluppate in Wukkiamson (a cura di), The religious imagination in modern (a cura di), Loci sacri. Understanding sacred places, Leuven Quebec negli anni Novanta del secolo scorso, i contributi si and contemporary architecture. A reader, Routledge, New York University Press, Leuven, 2012; Spazi e luoghi sacri, dossier stanno arricchendo sia per approfondimenti monografici, sia and London, 2011; Julio Bermudez (a cura di), Transcending monografico di “Humanitas”, LXVIII, 2013, 6, pp. 947-956, a cura per quadri comparativi; mi limito a segnalare la letteratura di architecture. Contemporary views on sacred space, The di Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi; Luoghi religiosi in contesti maggior interesse: Lucie K. Morisset, Luc Noppen e Thomas Catholic University of America Press, Washington DC, 2015. urbani. Prospettive interdisciplinari, sezione monografica di Coomans (a cura di), Quel avenir pour quelles églises? What Un’ipotesi di sistematizzazione sintetica è proposta da Marco “Historia religionum. An International journal”, 8, 2016, a cura Future for Which Churches?, Presses de l’Université du Québec, Biraghi, Sacro, in Marco Biraghi e Alberto Ferlenga (a cura di), di Maria Chiara Giorda, pp. 11-108. Québec, 2006; Céline Frémaux (a cura di), Architecture Architettura del Novecento. I. Teorie, scuole, eventi, Einaudi, 6. Thomas Barrie, The Sacred In-Between. The Mediating Roles religieuse au XXe siècle. Quel patrimoine?, Presses Universitaires Torino, 2012, pp. 746-754. of Architecture, Routledge, London and New York, 2010. de Rennes, Rennes, 2007; Albert Gerhards, Martin Struck, 2. L’espressione “beni culturali di interesse religioso”, ora di 7. Sul valore comunicativo dell’architettura si vedano gli Umbruch - Abbruch - Aufbruc? Nutzen und Zukunft unserer corrente utilizzo, è entrata nella normativa e nella letteratura interventi di Severino Dianich, alcuni dei più recenti raccolti in Kirchengebäude, Schnell und Steiner, Regensburg 2008; Oliver con l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana Spazi e immagini della fede, Cittadella, Assisi 2015. Meys, Birgit Gropp (a cura di), Kirchen im Wandel. Veränderte che apporta modificazioni al Concordato lateranense, reso 8. Tale atteggiamento è discusso, in particolare per gli ordini Nutzung denkmalgeschützter Kirchen, StadtBauKultur, esecutivo in Italia dalla L. 121/1985 (art. 12), per essere poi mendicanti, da Caroline Bruzelius, Preaching, Building, and Gelsenkirchen, 2010; Angelika Büchse et al. (a cura di), Kirchen. ripresa dal c.d. Codice Urbani nel 2004 (art. 9), per indicare Burying. Friars in the Medieval City, New Haven and London, Nutzung und Umnutzung. Kulturgescichtliche, theologische und in modo inclusivo tutti quei beni, qualunque ne sia la natura 2014. praktische Reflexionen, Aschendorff, Münster, 2012; Thomas giuridica, che hanno a che vedere con il fenomeno religioso. 9. Il tema del monastero di architettura contemporanea gode Coomans, Quelle protection pour les églises à Bruxelles? Vers une Nella prassi attuale per l’ambito cattolico sono utilizzati – in di una certa fortuna nella pubblicistica architettonica: cfr. i approche patrimoniale concertée, in “Bruxelles Patrimoines”, modo quasi sinonimico, non sempre corretto o consapevole materiali in Cristina Bergo, Cristina Fiordimela, Ermes Invernizzi 2, 2012, pp. 52-57; Eglises: chefs d’oeuvre en peril? dossier – le espressioni “beni culturali ecclesiastici” (beni che sono (a cura di), Tredici complessi monastici. 1953-2013, Edifir, monografico di “Arts Sacrés”, 25, 2013, a cura di Philippe http://in_bo.unibo.it 40
NUMERO 10 - dicembre 2016 Markiewicz; Claude Faltrauer, Philippe Martin, Lionel Obadia (a recente applicazione in Biografie di oggetti (a cura di Alvise “Bulletin du Centre d’études médiévales d’Auxerre”, hors-sèrie cura di), Patrimoine religieux. Désacralisation, requalification, Mattozzi e Paolo Volonté) e Storie di cose (a cura di Angelika n. 7 (2013). réappropriation: le patrimoine chrétien, Riveneuve, Paris, Burtscher e Daniele Lupo), Bruno Mondadori, Milano 2009. 26. «Decidemmo, per quella divina benedizione, come 2013; Jean-Sebastien Sauvé, Thomas Coomans (a cura di), Le 20. Sul problema storiografico della parrocchia: Gabriele De attestano le sacre scritture, che l’intervento di Dio determinò devenir des églises. Patrimonialisation ou disparition, Presses Rosa, La parrocchia nell’età contemporanea, in Gabriele De grazie all’imposizione delle mani alla consacrazione della chiesa Universitaires du Québec, Québec, 2014; Albert Gerhards, Kim Rosa e Angelomichele De Spirito (a cura di), La parrocchia in antica, di rispettare le pietre stesse in quanto consacrate, al de Wildt (a cura di), Der sakrale Ort im Wandel, Ergon-Verlag, Italia nell’età contemporanea, Dehoniane, Napoli, 1982, pp. pari di reliquie, e di impegnarci a nobilitare con la bellezza Würzburg, 2015 (= Studien des Bonner Zentrums für Religion 15-28; Pietro Borzomati, La parrocchia, in Mario Isnenghi (a della lunghezza e della larghezza quella [costruzione] che und Gesellschaft, b. 12); Joachim Gallhoff, Manfred Keller (a cura di), I luoghi della memoria. Strutture ed eventi dell’Italia una tale novità pretendeva»: traduzione di Tullia Angino, in cura di), Erweiterte Nutzung von Kirchen. Neue Modelle mit unita, Laterza, Roma-Bar, 1997, pp. 67-91; Sergio Tanzarella, Sugerius, Scritti. 1 - La consacrazione di Saint Denis. 2 - L’opera kirchlichen und weltlichen Partner, Lit, Berlin 2015. Da ultimo, La parrocchia: vita, morte, miracoli, in Alberto Melloni (a cura amministrativa, Edizioni Archivio Dedalus, Milano, 2011, sono in corso di pubblicazione gli atti dei convegni Der sakrale di), Cristiani d’Italia. Chiese, società, Stato. 1861-2011, 2 voll., p. 57. L’edizione critica latina più aggiornata, qui seguita, è Ort im Wandel, Bonn, 17-19 gennaio 2016, a cura di Albert Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2011, vol. 1, pp. 259- di Françoise Gasparri: Suger. Oeuvres. Tome I. Écrit sur la Gerhards e Kim de Wildt, e L’avenir des églises, Lyon, 20-22 276; Paolo Cozzo, Andate in pace. Parroci e parrocchie in Italia consécration de Saint-Denis. L’Œuvre administrative. Histoire ottobre 2016, a cura di Philippe Dufieux e Benjamin Chavardès. dal Concilio di Trento a papa Francesco, Carocci, Roma, 2014. de Louis VII, Les Belles Lettres, Paris, 1996 (cit. p. 26). 15. Sono ormai numerose le segnalazioni giornalistiche di casi, 21. Una lettura spaziale della pluriappartenenza è proposta 27. «Fu tuttavia salvaguardata la maggior parte possibile più o meno scandalistici; annotiamo qui brevemente solo alcuni in Daniele Campobenedetto, Matteo Robiglio, Isabelle delle mura antiche su cui il sommo pontefice, il Signore Gesù reportage ben documentati: Roberta De Maddi, Napoli: viaggio Toussaint, Costruzione ed esperienza contemporanea del sacro. Cristo, come testimoniano gli autori antichi, aveva posto mano, tra le chiese chiuse e abbandonate, in “L’Huffington Post”, 28 Personalizzazione, comunità elettive e comunità territoriali, in affinché fossero preservati il rispetto all’antica consacrazione agosto 2013; Giacomo Galeazzi, Teatri, officine e night club. “Humanitas”, LXVIII, 2013, 6, pp. 957-965; i medesimi autori e la coerente conformità all’opera moderna, secondo il Quanti sfregi alle ex chiese, in “La Stampa”, 8 settembre 2014, p. hanno esteso l’indagine a una dimensione interreligiosa in progetto intrapreso» (Sugerius, Scritti cit., p. 151; citazione 17; Leonardo Servadio, Chiese dismesse fra danza e biliardo, in The temples and the city. Models of religious coexistence in latina da Suger. Oeuvres. cit., p. 120). Per un aggiornamento “Avvenire”, 17 febbraio 2016. Hanno avuto un notevole impatto contemporary urban space. The case of Turin, in “Historia critico sul cantiere: Dominique Porel (a cura di), L’abbé Suger, mediatico, anche all’estero, i reportages fotografici di Andrea religionum. An International journal”, 8, 2016, pp. 79-95. le manifeste gothique de Saint-Denis et la pensée victorine, Di Martino, La messa è finita (http://www.andreadimartino. 22. Si farà riferimento a una letteratura consolidata sul tema Brepols, Turnhout, 2001 (Rencontres Médiévales Euroéennes); com/churches/index.html) e di Jorge Mañes Rubio e Gianluca della patrimonializzazione, tra cui: Jean-Pierre Babelon, André Rolf Große (a cura di), Suger en question. Regards croisés sur Tesauro, Buona Fortuna (http://www.designboom.com/art/ Chastel, La notion de patrimoine, in “Revue de l’art”, 49, 1980, Saint-Denis, Oldenbourg, München, 2004 (Pariser Historische jorge-manes-rubio-buona-fortuna-italian-chapels-abandoned- pp. 5-32 (ora Levi, Paris, 1994); Françoise Choay, L’allégorie Studien, b. 68). irpinia-earthquake-05-25-2014/) . du patrimoine, Seuil, Paris, 1992; Carlo Tosco, I beni culturali. 28. Augusto Roca De Amicis, Elisabeth Sladek. San Giovanni in 16. Le espressioni sono prese a prestito da Jessica Mace, Storia, tutela, valorizzazione, Il Mulino, Bologna, 2014. Laterano, in Richard Bösel, Christoph L. Frommel (a cura di), Redundant since construction: the fate of two late-nineteenth- 23. Alois Riegl, Der moderne Denkmalkultus. Sein Wesen Borromini e l’universo barocco. Catalogo, Electa, Milano, 2000, century churches in Toronto, in Patrimonialisation ou disparition und seine Entstehung, Braumüller, Wien-Leipzig, 1903. Per pp. 208-235: 212, tema ripreso e approfondito in Augusto cit., pp. 115-138. una sintesi storiografica sul testo cfr. Sandro Scarrocchia, La Roca De Amicis, Rinnovare le basiliche romane, prima e 17. Una ricognizione sulle dinamiche di dismissione in teoria dei valori confliggenti dei monumenti di Alois Riegl, dopo San Giovanni in Laterano, in Augusto Roca De Amicis e Italia è proposta in Luigi Bartolomei, Andrea Longhi, Flavia nota a commento dell’edizione in lingua italiana: Alois Riegl, Claudio Varagnoli (a cura di), Alla moderna. Antiche chiese e Radice, Chiara Tiloca, Italian debates, studies and experiences Il culto moderno dei monumenti. Il suo carattere e i suoi inizi, rinnovamenti barocchi: una prospettiva europea/Old Churches concerning reuse projects of dismissed religious heritage, Abscondita, Milano, 2011, pp. 75-104. and Baroque Renovations: a European Perspective, Artemide, in Albert Gerhards e Kim de Wildt (a cura di), Wandel und 24. Oltre ai riferimenti presentati nelle note 1 e 5, per un Roma, 2015, pp. 45-68 (cit. p. 45). Per un bilancio sull’impatto Wertschätzung. Synergien für die Zukunft von Kirchenräumen, approfondimento giuridico: Massimo Calvi, L’edificio di culto della riplasmazione del Laterano sulle trasformazioni delle Schnell & Steiner, Regensburg, in corso di stampa, pp. 107-135; è un “luogo sacro”? La definizione canonica di “luogo sacro”, basiliche romane successive: Claudio Varagnoli, New basilicas per la Francia, di grande efficacia la sintesi di Philippe Martin, in “Quaderni di diritto ecclesiale”, 13, 2000, pp. 228-247; per from the ancient: Rome and central Italy in Eighteenth century, Une question millénaire, in Patrimoine religieux cit., pp. 11-45. una sintesi: Massimo del Pozzo, La nozione normativa di “luogo in Alla moderna cit., pp. 243-265. 18. Per una sintesi: Paolo Cavana, Gli edifici dismessi, in Daniele sacro”, in Id., La giustizia nel culto. Profili giuridici della liturgia 29. Cit. in Roca De Amicis, Rinnovare le basiliche cit., p. 56; Persano (a cura di), Gli edifici di culto tra Stato e confessioni della Chiesa, ESC, Roma, 2013 (Subsidia canonica 9), pp. 349- il testo del 1705 di De Rossi è conservato nell’Archivio del religiose, Vita e Pensiero, Milano, 2008, pp. 199-243: 215 sgg. 373. Capitolo di San Giovanni in Laterano (FF XXI, cc. 130-131); 19. Igor Kopytoff, The cultural biography of things: 25. Dominique Iogna-Prat, La Maison-Dieu. Une histoire Alfonso Chacón, Vitae et res gestae pontificum romano rum commodization as process, in Arjun Appadurai (a cura di), monumentale de l’Église au Moyen Âge (v. 800-v. 1200), Seuil, […], Roma 1677, IV, col. 648. The social life of things. Commodities in cultural perspective, Paris, 2006, pp. 609 sgg. (cit. p. 611); il tema della «chiesa di 30. Pierre-Marie Gy, Les trésors de l’église et la liturgie, in « La Cambridge University Press, New York 1986, pp. 64-91, in pietra come fabbrica sacramentale della Chiesa-comunità» Maison-Dieu », 188, 1991, pp. 73-85 : 79. particolare 66-68 e 87 sgg. Le teorie di Kopytoff hanno trovato è approfondito in Id., L’espace sacramentel de l’Èglise, in 31. Massimo del Pozzo, La spazialità liturgica e La materialità http://in_bo.unibo.it 41
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