Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT

Pagina creata da Nicolo' Marchesi
 
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Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
01
2019

   Incontro
     cont
       tra campanili e ciminiere
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
2

                                                                                                                       re
                                                                                                              s c rive o può il:
                                                                                                         lia ttin ma
                                                                                                   e vog Bolle irizzo                 m
                                                                                         i u nqu per il te ind              a i l .co
    In copertina:                                                                   Ch icolo uen                         gm
                                                                                         rt l seg                  e @
    Chiesa Parrocchiale di S.Marco,
                                                                                       a
                                                                                  un rlo a                r d on riserva
                                                                                        a               a              i
    Crocifisso attribuito a Maffeo Olivieri.                                      inv
                                                                                      i
                                                                                              t i n o.g ione s i tempi
                                                                                         let              az         e       ne
                                                                                   bol                red ltà zio
                                                                                                   La faco blica
                                                                                                       la pub
                                                                                                         di

                                                                                                              SACERDOTI
                                                                                                              NELLA PARROCCHIA

                                                                                                              Don Aldo Rinaldi
                                               Direttore responsabile                                         via Costa, 2
                                               MONS. ANTONIO FAPPANI                                          Tel. 030 337 25 89
                                               Direttore                                                      Cell. +39 329 1856242
                                               DON ALDO RINALDI
                                               Redazione                                                      Don Michele Flocchini
                                               Via Costa, 2 Gardone V.T.                                      via S. G. Bosco, 3
                                               Stampa                                                         Tel. 030 337 18 74
                                               TIPOLITORAFIA BATAN Gardone V.T.                               Cell. +39 389 024 6950

                                               Abbonamenti                                                    Don Giuliano Boniotti
                                               Una copia - 2,50 €                                             via Don Zanetti, 5
                                               Ordinario (4 numeri) - 10€                                     Cell. 339 1107608
                                               Sostenitore - 20 €
                                               Simpatizzante - 50 €                                           Don Amatore Guerini
                                               Benemerito - 100 €                                             Via Giovanni Pascoli, 86
                                                                                                              Tel 030 833 6021

                                                                                                              Oratorio S. Giovanni Bosco
                                                                                                              tel. 030 337 25 76

                                               PARROCCHIA DI S. MARCO ev.
                                               in Gardone Val Trompia - Diocesi di Brescia
                                               Via Costa, 2 - 25063 Gardone Val Trompia (BS)                  ORARIO Ss MESSE
                                               Tel. 030 337 25 76 - Cell +39 329 185 62 42
                                                                                                              FESTIVE
                                               e-mail: aldorinaldi@diocesi.brescia.it
                                                                                                               7.30 - All’Ospedale
                                               www.parrocchiagardonevt.it
                                                                                                               8.00 - Nella Parrocchiale
                                                                                                               9.30 - In Basilica
                                               Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto
                                                                                                              10.30 - Nella Parrocchiale
                                               con D.M. 18.02.1987
                                                                                                              18.30 - Nella Parrocchiale
                                               Reg. Canc. Tribunale di BS n. 400 del 25.07.1989;
                                               Prefettura di Brescia n° 109 del 23.09.2002                    FERIALE
                                               Cod. Fisc. N. 830 00 170 171                                   In Parrocchia: 7.00 - 8.30
                                                                                                              In Basilica: 18.30
                                               c/c Banco Popolare, Gardone V.T.
                                                                                                              SABATO E VIGILIE
                                               IBAN: IT29 E 05034 54540 0000 0000 1892
                                                                                                              In Parrocchia: 8.30
                                               c/c Cassa Padana, Gardone V.T.                                 In Basilica: 16.30 prefestiva
                                               IBAN: IT09 E083 4054 5400 0000 0500 237                        In Parrocchia: 18.30 prefestiva
                                               c/c Ubi Banca, Gardone V.T.                                    CONFESSIONI
                                               IBAN: IT71 I 03111 5454 0000 0000 4006                         Mezz’ora prima della Santa Messa

         Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
3

La Risurrezione
ci rende capaci di portare
frutto nella nostra vita.

IL VOSTRO PARROCO      “Cristo è risorto. La vita ha              re schiavi all’essere liberi. Noi eravamo
                                                                  estromessi dalla salvezza a causa del
DON ALDO            vinto. C’è una novità che è                   peccato ma Gesù con la sua morte e
                    per tutti noi. Non lasciamo che               Risurrezione ci ha ridonato la salvezza
                                                                  e ci ha spalancato le porte del Paradiso.
                    essa passi sulle nostre teste,                    Allora in questa festa di Pasqua vi-
                    senza che il pensiero, il cuo-                viamo anche noi il nostro passaggio e
                                                                  accogliamo la Grazia della Resurrezione
                    re la accolgano, ed avvertano                 e viviamo da donne e uomini salvati, da
                    come essa sconvolga il quoti-                 donne e uomini nuovi. Se dunque sie-
                                                                  te risorti con Cristo, cercate le cose di
                    diano trascinarsi delle cose, e               lassù, dove è Cristo, seduto alla destra
                    introduca nel nostro modo di                  di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di
                                                                  lassù, non a quelle della terra. (S Paolo
                    pensare e di vivere una formi-                ap.) C’è un tempo nuovo che si apre di
                    dabile e magnifica novità. È la               fronte a noi: c’è una vita nuova che Cri-
                                                                  sto ci offre. La Grazia della Resurrezione
                    novità cristiana, cioè la nuova               ci dona linfa nuova, ci rende capaci di
                    vita divina, che scorre nelle                 portare frutto nella nostra vita.
                                                                      Giunga a tutta la comunità, a don
                    vene dell’uomo salvato”                       Severino, a don Francesco, testimoni di
                       (Messaggio urbi et orbi Domenica di        Gesù Risorto nel servizio pastorale svol-
                          Pasqua, 14 aprile 1968 - Paolo VI)      to tra noi, a tutti i gardonesi residenti in
                                                                  altri paesi, l’augurio di poter vivere nel-
                                                                  la gioiosa novità la Pasqua da parte dei
                                                                  Consigli Pastorali Parrocchiali, da don
                                                                  Giuliano, don Amatore, don Michele,
                                                                  don Aldo, le Rev.de Suore Ancelle: Suor
                        La parola Pasqua deriva dalla parola      Roberta, Suor Enrica, Suor Anna, Suor
                    ebraica Pesah e significa passaggio. La       Agape.
                    Pasqua ci ricorda allora che è avvenuto           James Aggrey del Ghana ci regala
                    un effettivo cambiamento, un passaggio        una piccola storia: Siate aquile, tor-
                    da uno stato all’altro, da una condizione     niamo a volare alto! Fa sempre bene
                    all’altra. Gli ebrei sono stati liberati in   rileggerla ed è bello che accompagni
                    terra d’Egitto e sono passati dall’esse-      l’augurio pasquale.

                                                                                      Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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       C’era una volta un contadino che
    andò nella foresta vicina a casa sua per
    catturare un uccello da tenere prigio-
    niero. Riuscì a prendere un aquilotto.       terra, apri le tue ali e vola!”
    Lo mise nel pollaio insieme alle galline         L’aquila, appollaiata sul braccio teso
    e lo nutrì a granturco e becchime, in-       del naturalista, si guardava distratta-
    curante del fatto che l’aquila fosse la      mente intorno. Vide le galline là, in
    regina di tutti gli uccelli. Dopo cinque     basso, intente a razzolare dei chicchi.
    anni, quest’uomo ricevette a casa sua        E saltò vicino a loro. Il contadino com-       tà, lontano dalle case degli uomini, in
    la visita di un naturalista. Mentre pas-     mentò: “Te l’avevo detto, è diventata          cima a una montagna. Il sole nascen-
    seggiavano per il giardino, il naturalista   una semplice gallina!” “No”, insistette di     te dorava i picchi delle montagne.
    disse: “Quell’uccello non è una gallina.     nuovo il naturalista. “È un’aquila. E un’a-    Con un gesto deciso, il naturalista sol-
    È un’aquila”.                                quila sarà sempre un’aquila. Proviamo          levò verso l’alto il rapace e gli ordinò:
       “E’ vero”, rispose il contadino, “è       di nuovo domani”.                              “Dimostra che sei un’aquila, dimostra
    un’aquila. Ma io l’ho allevata come una          Il giorno dopo, il naturalista salì con    che appartieni al cielo e non alla ter-
    gallina, e ora non è più un’aquila. È di-    il rapace sul tetto della casa. Gli sus-       ra, apri le tue ali e vola!”
    ventata una gallina come le altre, nono-     surrò: “Aquila, ricorda quello che sei,            L’aquila si guardò intorno. Trema-
    stante le ali larghe quasi tre metri”.       apri le tue ali e vola!”. Invece l’aquila,     va come se sperimentasse una nuova
       “No”, obiettò il naturalista. “È e sarà   scorgendo in basso le galline razzola-         vita. Ma non volò. Allora il naturalista la
    sempre un’aquila. Perché ha un cuore         re il terreno, spiccò un balzo e andò a        tenne ben ferma, puntata proprio nella
    d’aquila, un cuore che un giorno la farà     unirsi a loro.                                 direzione del sole, in modo che i suoi
    volare verso le vette”.                          Il contadino sorrise e tornò alla ca-      occhi potessero riempirsi del fulgore
       “No, no”, insistette il contadino. “È     rica: “Te l’avevo detto, è diventata una       solare e della vastità dell’orizzonte. In
    diventata una gallina e non volerà mai       gallina!”. “No”, rispose deciso il naturali-   quel momento, lei apri le sue potenti
    come un’aquila”.                             sta. “È un’aquila, avrà sempre un cuore        ali, gracchiò con il tipico kau-kaii delle
       Allora decisero di fare una prova. Il     d’aquila. Proviamo ancora una volta.           aquile e si alzò, sovrana, al di sopra di
    naturalista prese l’animale, lo sollevò      Domani la farò volare”.                        se stessa. Iniziò a volare, a volare verso
    ben in alto e sfidandolo gli disse: “Di-         Il giorno dopo, il naturalista e il        l’alto, a volare sempre più in alto. Volò...
    mostra che sei davvero un’aquila, di-        contadino si alzarono molto presto.            volò... fino a confondersi con l’azzurro
    mostra che appartieni al cielo e non alla    Presero l’aquila, la portarono fuori cit-      del cielo... ■

        Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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L’esperienza del deserto
IL VOSTRO PARROCO                               zione divina, come accadde a Mosè sul            prove che il diavolo gli sottopone. Se
                                                Sinai (Es 24,18).                                l’origine della figliolanza con Dio è dono
DON ALDO
                                                    Gesù non teme di affrontare il deser-        gratuito di amore, Gesù non può com-
                                                to: è lo Spirito stesso che lo conduce,          piere opere fini a se stesse. La parola
                                                dopo il battesimo, all’esperienza della          del battesimo, interiorizzata, permette
                                                prova e della tentazione.                        a Gesù di riferirsi alla parola che Dio gli
                                                    Nella preghiera che segue il battesi-        ha rivolto, evitando di sfruttare la propria
                                                mo, infatti, Gesù riceve insieme lo Spirito      condizione per una esaltazione perso-
   Il deserto è il segno che determina          Santo e la missione da parte di Dio, che         nale. Il battesimo è legame di amore
la quaresima come tempo da vivere per           lo chiama «Figlio» (Lc 3,21-22). Essere          col Padre, e richiede di essere vissuto in
accogliere la Pasqua. Le caratteristiche        figli con il dono dello Spirito per la mis-      questa dialettica.
del deserto sono il silenzio ed il digiuno:     sione sono dunque le tre fondamentali                Non si può vivere il battesimo, quindi
le modalità che permettono alla Parola          esperienze del battesimo: non sottrag-           la missione, a prescindere da questo le-
di fare breccia nella vita. Queste sono         gono alla prova, ma inaugurano piuttosto         game. La verità della missione è radicata
state le condizioni che Gesù ha dovuto          un’esistenza costantemente messa alla            nell’origine da cui proviene: dalla figlio-
sperimentare per accogliere la parola           prova. Il deserto ha quindi un ruolo com-        lanza con Dio ricevuta nel battesimo.
del Padre, ricevuta nel battesimo, che          plementare rispetto al battesimo. Nel                Un grazie per chi ha vissuto la quare-
determina la missione che il Figlio deve        battesimo Gesù viene proclamato Figlio           sima come il tempo propizio nel quale
compiere.                                       di Dio, nel deserto Egli prende coscienza        ogni battezzato è stato sospinto, dallo
   Il deserto (éremos, in greco) porta con      di cosa significhi essere Figlio di Dio.         Spirito che lo abita, nel deserto della pro-
sé l’idea di solitudine, di ritiro, di lonta-       La consapevolezza della figliolanza          pria coscienza, all’ascolto della fede che
nanza dal mondo civilizzato. Il deserto         divina avviene attraverso un distacco dal        lo ha generato, nella quale ha riscoperto
è un luogo inospitale, da attraversare          mondo: solo così è possibile riconoscere         la propria identità e la propria missione.
entro un tempo definito, necessario per         il primato del dono di grazia ricevuto da        È stato tempo per far risuonare la parola
prendere coscienza della propria esi-           Dio e distinguerlo da ciò che non corri-         di Dio che genera a vita nuova e che è in
stenza.                                         sponde a questa gratuità divina.                 grado di purificare le scelte e indirizzare
   Quaranta giorni, per il popolo ebraico,          Gesù dimostra di conoscere la verità         il cammino dell’esistenza, sempre a van-
indica il tempo in cui si riceve la rivela-     della sua missione proprio attraverso le         taggio dell’altro. ■

I Tridui:                                           La celebrazione del Sacro Triduo per
                                                i defunti ci dà modo di rivivere un’antica
                                                tradizione diffusa ancora in tante comu-
                                                                                                 alimenta una comunione di vita che ci è
                                                                                                 preziosa, ha una duplice efficacia: aiuta le
                                                                                                 loro anime a purificarsi e giova a noi per-
Giornate per                                    nità: la preghiera e la celebrazione della       ché è come se aprissimo un varco tra noi
riscoprire il valore                            S. Messa per tutti i nostri cari defunti. Se     e loro che ci permette di sentire quanto
della preghiera                                 la commemorazione del 2 novembre ci              sia potente la loro intercessione davanti a
e della S. Messa                                richiama alla visita ai cimiteri, i giorni del
                                                Triduo ci ricordano che il dono più grande
                                                                                                 Dio a nostro favore.
                                                                                                     Dobbiamo sapere che le preghiere e
di suffragio per                                che ancora possiamo fare ai nostri morti         i meriti della loro vita precedente stanno
i nostri defunti                                è la celebrazione della Santa Messa.             sempre in atteggiamento di supplica a
                                                    L’Eucaristia ci assicura: “Io sono la        Dio per noi. Il Catechismo ricorda anche
                                                risurrezione e la vita; chi crede in me,         che “fin dai primi tempi la Chiesa ha ono-
                                                anche se muore, vivrà; chiunque vive e           rato la memoria dei defunti e ha offerto
IL VOSTRO PARROCO                               crede in me, non morrà in eterno”.               per loro suffragi, in particolare il sacrificio
DON ALDO                                            Il Catechismo della Chiesa Cattolica a       eucaristico, affinché, purificati, possano
                                                proposito dei defunti dice che “la nostra        giungere alla visione beatifica di Dio. La
                                                preghiera per loro non solo può aiutarli,        Chiesa raccomanda anche le elemosine,
                                                ma può anche rendere efficace la loro            le indulgenze e le opere di penitenza a
                                                intercessione in nostro favore” (n. 958).        favore dei defunti”. ■
                                                    Pertanto la nostra preghiera, mentre

                                                                                                                       Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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    "Chi
    (Gv 20, 15)
                cerchi?"
    I don’t know to love him / Non so come amarlo

    Non so come amarlo
    che cosa fare, come sollecitarlo
    sono stata cambiata, sì,                                                             Vangelo, e che l’ha portata a diventare
    realmente cambiata                                                                   “la figura emblematica della penitenza
                                                                                         cristiana”, come dice il teologo P. Ric-
    in questi pochi giorni passati                                                       ca: complici sia quei sette demoni che
    in cui ho visto me stessa                                                            Marco (16, 9) e Luca (8, 1-3) dicono che
    sembro una persona diversa…                                                          Gesù avesse scacciato da lei, quan-
                                                                                         do entra in scena la prima volta come
                                                                                         una delle donne che assistevano Gesù
    (da Jesus Christ Superstar, opera rock del 1969,
                                                                                         e i suoi discepoli con i loro beni, sia la
    di A. Webber e T. Rice. “Aria di Maria Maddalena”)                                   vicinanza, in Luca, di questi due passi.
                                                                                         Questo equivoco non l’ha mai abban-
                                                                                         donata e forse ha contribuito a fare di
                                                                                         lei uno dei personaggi delle Scritture
                                                                                         più amati dell’arte e non solo: in realtà,
                                             LILIANA BOTTI                               il fatto che Gesù avesse scacciato da
                                                                                         lei sette demoni indica solo che Maria
                                                                                         di Magdala era stata liberata da una
                                             Era sicuramente uno dei momenti più         grave situazione di malattia (il numero
                                             suggestivi del film Jesus Christ Super-     sette rappresenta la totalità, la pienez-
                                             star, almeno dal punto di vista dello       za di qualcosa, in tutti i sensi), non dai
                                             spettacolo, quello in cui Maria Madda-      suoi peccati, e che l’incontro con Gesù
                                             lena, interpretata da una bellissima at-    aveva voluto dire per lei “guarigione, li-
                                             trice, cantava, sulle note di una musica    berazione da queste forze oppressive,
                                             talmente struggente da essere ancora        rinascita e possibilità di una vita nuova,
                                             indimenticata, il suo amore inaspettato     sensata: (…) era stata rialzata e riportata
                                             e sconvolgente per Gesù … l’amore di        da Gesù alla vita piena, quella in cui si
                                             una prostituta che non sa se amarlo nel     vivono affetti, relazioni, amore, comu-
                                             trasporto della fede, o nel trasporto di    nione, gioia, insieme alla fatica del duro
                                             certi sentimenti che prova ma che non       mestiere di vivere.” (E. Bianchi)
                                             osa esternare: se amarlo perché l’ha
                                             cambiata o perché Gesù è l’unico che        I versi che ho citato, che sono solo l’ini-
                                             ha capito che lei non è quello che fa.      zio dell’aria di Maria Maddalena, posso-
                                             “Non posso non amarlo, ma non so            no però farci intravvedere anche quella
                                             come amarlo”.                               che è stata probabilmente la realtà di
                                                                                         questa donna, che il cardinal Martini
                                             Sono versi che riecheggiano indubbia-       ha definito “toccata nel cuore”: non è
                                             mente la tradizione che, fin dagli esordi   importante determinare quali siano sta-
                                             del Cristianesimo, identifica Maria di      ti i sette demoni, ma il cambiamento
                                             Magdala con la prostituta senza nome        che ne è seguito, la liberazione, che ci
                                             di cui Luca parla nel capitolo 7 del suo    permette di capire l’amore, l’affetto, la

       Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
7

                                                                                          Icona di Maria Maddalena
                                                                                          della Chiesa Orientale

                                                                                          diventa desiderio di stare vicino al suo
                                                                                          corpo morto e sofferenza perché que-
                                                                                          sto corpo è scomparso… E il suo pianto
                                                                                          (Maria è la sola che piange per Gesù,
                                                                                          Pietro piange per il suo tradimento), la
                                                                                          sua ricerca sono appunto quelli della
                                                                                          ragazza del cantico che di notte cerca
                                                                                          il suo amato, e la risposta della Mad-
                                                                                          dalena alla domanda del Risorto, “Chi
                                                                                          cerchi?” (Gv 20,15), potrebbe essere la
                                                                                          risposta del Cantico “Ho cercato colui
                                                                                          che la mia anima ama” (Ct 3,1). È la ricer-
                                                                                          ca di chi ama, di chi vorrebbe compiere
                                                                                          un ultimo gesto di cura, di amore: i suoi
                                                                                          aromi, come i nostri fiori, sono i doni di
                                                                                          chi non si arrende ancora alla morte,
                                                                                          perché “l’amore sa che la Vita non può
                                                                                          morire”.

                                                                                          “Come la donna del Cantico, scrive
                                                                                          Enzo Bianchi, Maria di Magdala è don-
                                                                                          na del desiderio, un desiderio talmente
                                                                                          forte e tenace che consente solo a lei,
                                                                                          rimasta al sepolcro per cercare Gesù, di
                                                                                          poterlo vedere.” E sul suo dolore Gesù
                                                                                          si china: le chiede perché pianga, e la
riconoscenza, la dedizione, la tenerez-       na è per lui l’archetipo dell’anima, con    rende in questo modo testimone della
za, tutte le sfaccettature del sentimento     quella fedeltà profonda, quell’amore        misericordia di Dio; la sua ricerca diven-
che Maria prova per Gesù e che la ren-        viscerale che solo lei e le altre donne     ta di necessità annuncio, resurrezione
de degna di essere, in fondo, la prima        hanno manifestato a Gesù sulla croce,       per se stessa e per i discepoli.
“apostola”.                                   mentre tutti i discepoli fuggono: esempi
                                              di fedeltà incrollabile anche quando tut-   “In quell’incontro con il Risorto - conti-
Il card. Martini, che amava Maria di          to sembra perduto.                          nua Bianchi - Maria di Magdala è subito
Magdala tanto da dire che si sarebbe-                                                     resa apostola, inviata ai discepoli, ai fra-
ro dovuti imparare a memoria i testi          Anche per questo Maria di Magdala vie-      telli di Gesù, per portare loro l’annuncio
che la riguardano, riflette in uno scritto    ne spesso paragonata all’amante-ama-        pasquale. …….. All’origine della fede
sui concetti di “animus” e di “anima”:        ta del Cantico dei Cantici: il suo amore    pasquale vi è innanzi tutto Maria di Ma-
mentre l’animus è lo spirito razionale,       per Gesù non viene da un’ideologia,
                                                                                          gdala (e le donne discepole da lei rap-
logico, volitivo, costruttivo, calcolatore,   non è frutto della convinzione di una
                                                                                          presentate), una donna che ha creduto
l’anima è la dedizione, l’affetto, la sco-    causa giusta, ma è un amore gratuito,
                                                                                          nel Signore Gesù e lo ha amato.” ■
perta interiore dell’altro. La Maddale-       che persiste al di là della morte, che

                                                                                                               Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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                                                                                                 Chiesa Parrocchiale di S.Marco, Crocifisso
                                                                                                 attribuito a Maffeo Olivieri, particolare
                                                                                                 (prima del restauro del 2003 ad opera
                                                                                                 di Leonardo Gatti).

                                                                                                 nufatto - del quale oggi rimangono le
                                                                                                 statue dei SS. Marco, Giorgio, Giovanni
                                                                                                 e dell’Addolorata, recuperate, insieme
                                                                                                 con il Cristo Risorto della cimasa, per la
                                                                                                 soasa dell’altare maggiore composta nel
                                                                                                 1723 - esso vi sarebbe stato inserito solo
                                                                                                 successivamente poiché, per talune ca-
                                                                                                 ratteristiche stilistiche, la scultura appare
                                                                                                 antecedente rispetto alla datazione ac-
                                                                                                 certata dell’antico, smembrato polittico.
                                                                                                 Una conclusione simile, sebbene sia sol-
                                                                                                 tanto ipotetica, impone di procedere qui,
                                                                                                 nella ricostruzione dei fatti, con rigoroso
                                                                                                 ordine cronologico.

                                                                                                 È provato dai documenti d’archivio,
                                                                                                 pubblicati già nel 1980 sulla rivista storica
                                                                                                 diocesana “Brixia Sacra”,che il polittico
                                                                                                 gardonese in parola è commissionato
                                                                                                 al celebre intagliatore Clemente Zamara
                                                                                                 (Chiari, 1478 ca-1540). Ma l’artista, impe-
                                                                                                 gnato in altri gravosi e forse più redditizi

    Un Crocifisso...                                                                             lavori, in accordo con i committenti affida
                                                                                                 il compimento dell’opera, da lui realizza-
                                                                                                 ta solo in parte, al nipote Clemente Tor-

    in cerca d'autore                                                                            telli (Chiari, 1500-dopo il 1573), scultore
                                                                                                 già affermato, che riceve l’ultimo com-
                                                                                                 penso per il suo lavoro in data 1 maggio
                                                                                                 1539. La documentazione fino ad oggi
                                                                                                 disponibile si ferma qui. Dunque non è
                                                  Tenendo conto del periodo durante il           ancora emersa alcuna testimonianza
    FRANCESCO TROVATI
                                                  quale è prevista la distribuzione del pre-     certa che provi, senza ombra di dubbio,
                                                  sente numero del giornalino parrocchia-        quali statue e ornati si debbano distinta-
                                                  le, si vuole qui cogliere l’occasione per      mente all’opera dell’uno o dell’altro dei
                                                  dar conto degli studi più recenti che han-     nominati artisti.
                                                  no cercato di gettare nuova luce sia sulla
    Fra le più notevoli testimonianze arti-       datazione di questa nobilissima opera,         Come suole accadere un basi di questo
    stiche presenti nella nostra chiesa par-      sia sul nome dello scultore che l’ha rea-      genere, gli esperti negli ultimi anni si
    rocchiale, una importanza particolare         lizzata, consegnando alla committenza e        sono ripetutamente esercitati in dotte
    deve riconoscersi al prezioso Crocifisso      ai posteri un vero capolavoro, nel quale       disquisizioni, frutto di attente, scrupolose
    ospitato nella nicchia centrale, a sfon-      è messa in particolare evidenza tutta la       comparazioni con opere già note e certe,
    do azzurro punteggiato di stelle dorate,      sofferenza della natura umana del Re-          dovute ad entrambi gli scultori. Fino alla
    dell’imponente, ricchissima soasa dell’al-    dentore, espressa con straordinaria effi-      fine del Novecento tale obbligato proce-
    tare maggiore o del SS. Sacramento.           cacia nel drammatico momento del dolo-         dimento comparativo fece ritenere che il
                                                  re estremo e della morte. Fino a qualche       Crocifisso in esame fosse opera egregia
    La scultura in parola - normalmente co-       decennio fa si ritenne che questo Croci-       di Clemente Tortelli. Ma nuovi contributi
    perta dalla pala dell’Ascensione, dipinta     fisso facesse parte del progetto originale     e saggi critici pubblicati agli esordi del
    tra il 1692 e il 1694 da Francesco Paglia     pensato e realizzato per l’antico polittico    presente secolo, come conseguenza
    (Brescia 1635-1714) - è offerta all’ammira-   ordinato, intorno al 1528, per l’altare del-   di continui raffronti con manufatti docu-
    zione dei fedeli ricorrendo la solennità      la scuola del SS. Sacramento. Più recenti      mentati e dovuti ad altri artisti operanti
    locale del SS. Redentore o, talvolta, nelle   ricerche e studi hanno invece indotto gli      nel primo Cinquecento, hanno indotto
    settimane della Quaresima, tempo litur-       esperti a formulare la seguente ipotesi:       autorevoli esperti e storici dell’arte a ri-
    gico che invita a più intensa meditazione     posto che il Crocifisso abbia avuto una        tenere - con qualche buon argomento
    proprio sul mistero della Croce.              sua collocazione in quel complesso ma-         - che il nostro Crocifisso, come sopra si è

        Incontro - 01-2019
Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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anticipato, possa stimarsi opera che pre-      differente, segnalandosi probabilmente         dro Guerrini giungono a questa decisio-
cede cronologicamente il polittico voluto      con qualche evento miracoloso nel clima        ne “dopo aver visto l’altare del Corpus
per l’antico altare del Corpo di Cristo e      tormentato delle pestilenze del 1511-1513,     Domini di Gardone”.
debba dunque escludersi dal catalogo           del 1517-1519 e del 1528-1529.”
del Tortelli per essere invece assegnato                                                      L’attribuzione all’Olivieri del Crocifisso
a quello di Maffeo Olivieri (1484-1544). Il-   Non si vuole qui indugiare sulla scivolosa     gardonese (ripresa in contributi da diver-
luminante in proposito un articolo pubbli-     ipotesi che collegherebbe questo Croci-        si autori e in corrispondenze di cronisti
cato sul settimanale diocesano “La voce        fisso a “qualche evento miracoloso”. È         locali) è confermata dal medesimo Guer-
del popolo”, in data 11 febbraio 2005,         senz’altro più utile ricordare al lettore di   rini in un saggio compreso nel volume
a firma di Sandro Guerrini. L’autorevole       queste note che Maffeo Olivieri (iniziato      monografico pubblicato nel 2006 per il
studioso si esprime in questi termini:         all’arte dell’intaglio nella “bottega” di      IV centenario di consacrazione della no-
                                               Clemente Zamara) è scultore molto atti-        stra chiesa parrocchiale.
“Oggi, alla luce anche di altre, numero-       vo in Lombardia, nel Veneto e nel Tren-
se acquisizioni (…) posso affermare con        tino e lavora, con uguale successo, sia        Trattandosi comunque soltanto di una
una certa sicurezza chi il Crocifisso è        con il legno sia con il marmo. È inoltre       ipotesi attributiva, pur ben argomentata
lavoro giovanile di Maffeo Olivieri, data-     segnalato quale abile fonditore in bron-       e autorevole, non si possono escludere
bile intorno al 1512-1513 e quindi prece-      zo. Si aggiunga qui - con particolare rife-    in futuro altri non meno validi contributi,
de tutto il complesso dell’altare del SS.      rimento alla sua presenza in Valtrompia        utili a fare ulteriore chiarezza circa l’auto-
Sacramento, commissionato al Tortelli          - che nel 1538 gli “huomini del Comune         grafia di questo magnifico Crocifisso che
evidentemente per incorniciare questa          di Sarezzo” gli commissionano il monu-         dunque, almeno al presente e chissà per
figura che, nel volgere di poco tempo,         mentale Crocifisso da collocare nella          quanto tempo ancora, può dirsi in cerca
aveva assunto un valore cultuale non in-       cappella del loro cimitero. Secondo San-       di un autore sicuro e … certificato. ■

                                               Padre Nostro... Sia fatta la tua volontà…
    Lettera                                    Quante volte recitiamo queste parole… ma nella vita ci succedono spesso
    di speranza                                cose inattese, belle e brutte: matrimoni, nascite, ma anche malattie,
                                               disgrazie, lutti.
                                               Una di queste sofferenze è la vedovanza.
                                               Molte persone con cui ho parlato di questa dolorosa esperienza hanno
                                               rivelato modi diversi di reagire: alcune sono prostrate fisicamente e
                                               spiritualmente, altre reagiscono con la preghiera, con la partecipazione alla
    ORIANA                                     S. Messa e l’immenso aiuto dell’Eucarestia. Si affidano totalmente all’aiuto
                                               del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, trovando diversi modi per uscire
                                               da sé ed andare verso l’altro, anche con un aiuto concreto alla comunità.
                                               Certo, inizialmente è dura per tutti: hai trascorso una vita con la persona
                                               che ti viene a mancare e ti senti arrabbiato, solo e abbandonato. Non pensi
                                               che il Signore ci ama per primo e ha riempito la nostra vita di tantissimi
                                               doni, ti fermi solo sulla tua sofferenza e non senti l’Ospite dolce dell’anima,
                                               il Dolcissimo sollievo…
                                               Il dolore sordo ti annichilisce, ti chiedi perché, perché proprio a me?
                                               Sono domande senza risposta, come molto spesso ci capita di porci nella
                                               vita; e le risposte le avremo solo quando Lo incontreremo, “faccia a faccia”.
                                               Intanto ci sentiamo fragili nella vedovanza, anche se sappiamo che le
                                               vedove e gli orfani sono sempre vicini al cuore di Gesù…
                                               Ma nel salmo 89 leggiamo “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo
                                               alla sapienza del cuore” e S. Paolo ci ricorda che la speranza cristiana
                                               aspira a qualcosa di più che ad essere felici sulla terra: “Ritengo infatti che
                                               le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura
                                               che sarà rivelata in noi”.
                                               Ci aiuterà sicuramente anche il tempo favorevole della Quaresima,
                                               perché, come dice papa Francesco: “Dedicando più tempo alla preghiera,
                                               permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali
                                               inganniamo noi stessi”… mentre S. Agostino afferma che “il digiuno e
                                               l’elemosina sono le due ali della preghiera”.

                                                                                                                   Incontro - 01-2019
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     PANAMA GMG 2019:
                                                   “VOI GIOVANI S
     DON MICHELE                                   come se loro avessero chissà quale            verso di voi ci sta dicendo. Al contrario!
                                                   dovere di portare avanti le cose per          Vogliamo trovare e risvegliare insieme a
                                                   cui noi ci siamo spesi. Non dico sba-         voi la continua novità e giovinezza della
                                                   gliando, ma illudendoci troppo che            Chiesa aprendoci sempre a questa gra-
                                                   i nostri gusti restassero sempre im-          zia dello Spirito Santo che tante volte
                                                   mutati nel tempo e che per questo il          opera una nuova Pentecoste. E que-
                                                   mondo avrebbe sempre più ruotato              sto è possibile solo se, come abbiamo
                                                   nel verso che gli suggerivamo noi…            da poco vissuto nel Sinodo, sappiamo
                                                   Ascoltiamo quanto Papa Francesco              camminare ascoltandoci e ascoltare
                                                   ha detto ai giovani durante la Gior-          completandoci a vicenda, se sappiamo
                                                   nata Mondiale della Gioventù a Pa-            testimoniare annunciando il Signore nel
     “I giovani cattolici non sono meramen-        nama (23-28 gennaio) e pregandoci             servizio ai nostri fratelli”.
     te destinatari dell’azione pastorale, ma      un po’ su, apriamoci all’opera di Dio
     membra vive dell’unico corpo ecclesia-        nell’oggi della storia.                       La Giornata mondiale della Gioven-
     le, battezzati in cui vive e agisce lo Spi-                                                 tù quest’anno è stata lontana… non
     rito del Signore. Essi contribuiscono ad      Dal discorso di apertura della GMG            intendo solo geograficamente, ma
     arricchire ciò che la Chiesa è, e non solo    2019 – mercoledì 23 gennaio                   soprattutto emotivamente. Sia a livel-
     ciò che fa. Sono il suo presente e non                                                      lo diocesano che nazionale non mi
     solo il suo futuro”. (cfr Sinodo dedicato     “Cari giovani, buon pomeriggio! Che           sembra abbia suscitato grande inte-
     ai giovani, Documento finale, 54).            bello ritrovarci, e farlo in questa terra     resse ed entusiasmo… cosa aveva-
                                                   che ci accoglie con tanto colore e tan-       mo per la testa? Forse ci distraeva
     Quanto dobbiamo stamparcela                   to calore! Riuniti a Panamá, la Giornata      la ripresa delle nostre attività dopo
     bene in testa questa cosa… noi che            Mondiale della Gioventù è ancora una          la pausa natalizia? Forse i problemi
     nei nostri ambienti e nelle nostre            volta una festa, una festa di gioia e di      di un nuovo anno da riorganizzare?
     attività troppo spesso lamentiamo             speranza per la Chiesa intera e, per il       Forse i continui respingimenti degli
     la fuga e l’assenza del mondo gio-            mondo, una grande testimonianza di            sbarchi dei migranti? Forse la prima
     vanile. I giovani credono in Cristo!          fede. Mi ricordo che, a Cracovia, alcuni      settimana educativa su tre oratori?
     I giovani sono parte della Chiesa,            mi chiesero se sarei andato a Panamá, e       Non si sa, ma devo ringraziare chi mi
     della mia comunità! Anche se li vedo          io risposi: “Io non so, ma Pietro di sicuro   ha chiesto di scrivere questo artico-
     poco, anche se non so coinvolgerli,           ci sarà. Pietro ci sarà”. Oggi sono con-      lo sulla GMG perché, non avendolo
     essi sono lì, quasi alla porta ad os-         tento di dirvi: Pietro è con voi per cele-    fatto durante, mi ha fatto prendere
     servare… certo non parlo di tutti i           brare e rinnovare la fede e la speranza.      in mano gli interventi di Papa Fran-
     giovani… parlo però di più giovani di         Pietro e la Chiesa camminano con voi e        cesco tenuti in quei giorni oltre-
     quelli che anche io personalmente             vogliamo dirvi di non avere paura, di an-     oceano, e mi ha così permesso di
     penso ci siano e sui quali mi sento           dare avanti con questa energia rinnova-       fare anche mie le sue provocazioni
     di contare. Sforziamoci di aprire gli         trice e questo desiderio costante che ci      così incisive e fiduciose per tutti i
     occhi e riconosciamo la loro pre-             aiuta e ci sprona ad essere più gioiosi,      giovani. Pietro, come dice il testo
     senza! Ancora di più, lasciamo loro           più disponibili, più “testimoni del Van-      sopra riportato, era presente per
     prendere la parola nelle riunioni,            gelo”. Andare avanti non per creare una       ribadire l’incoraggiamento verso la
     stabilire modalità educative e rela-          Chiesa parallela un po’ più “divertente”      costruzione di una chiesa giovane:
     zionali diverse nei nostri ambienti,          o “cool” in un evento per giovani, con        energica grazie al dono dello Spiri-
     incoraggiamo trasformazioni che               un po’ di elementi decorativi, come se        to Santo, fedele nella testimonianza
     migliorino le nostre ben salde tra-           questo potesse lasciarvi contenti. Pen-       di un mondo più fraterno e giusto,
     dizioni. A volte forse sono proprie           sare così sarebbe mancare di rispetto a       in cammino ascoltando il Vangelo e
     le nostre rigidità ad allontanarli,           voi e a tutto quello che lo Spirito attra-    servendo il prossimo.

         Incontro - 01-2019
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SIETE L’ADESSO DI DIO!”
  Dal discorso durante la Veglia dei             un po’: che cosa voglio che Dio rinnovi      adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a
  Giovani – sabato 26 gennaio                    nel mio cuore? Sempre impressiona la         loro prendere la parola e realizzare il
                                                 forza del “sì” di Maria, *giovane. La for-   sogno con cui il Signore vi ha sognato.
  “Cari giovani, buonasera! Abbiamo vi-          za di quell’“avvenga per me” che disse       Non domani, adesso, perché lì, adesso,
  sto questo bello spettacolo sull’Albero        all’angelo. È stata una cosa diversa da      dov’è il tuo tesoro, lì c’è anche il tuo
  della Vita che ci mostra come la vita          un’accettazione passiva o rassegnata.        cuore (cfr Mt 6,21); e ciò che vi inna-
  che Gesù ci dona è una storia d’amo-           È stato qualcosa di diverso da un “sì”       mora conquisterà non solo la vostra
  re, una storia di vita che desidera me-        come a dire: “Bene, proviamo a vede-         immaginazione, ma coinvolgerà tutto.
  scolarsi con la nostra e mettere radici        re che succede”. Maria non conosce-          Sarà quello che vi fa alzare al mattino
  nella terra di ognuno. Quella vita non è       va questa espressione: vediamo cosa          e vi sprona nei momenti di stanchezza,
  una salvezza appesa “nella nuvola” in          succede. Era decisa, ha capito di cosa       quello che vi spezzerà il cuore e che
  attesa di venire scaricata, né una nuova       si trattava e ha detto “sì”, senza giri di   vi riempirà di meraviglia, di gioia e di
  “applicazione” da scoprire o un eserci-        parole. È stato qualcosa di più, qualco-     gratitudine. Sentite di avere una mis-
  zio mentale frutto di tecniche di crescita     sa di diverso. È stato il “sì” di chi vuo-   sione e innamoratevene, e da questo
  personale. Neppure la vita che Dio ci          le coinvolgersi e rischiare, di chi vuole    dipenderà tutto. Potremo avere tutto,
  offre è un tutorial con cui apprendere         scommettere tutto, senza altra garanzia      ma, cari giovani, se manca la passione
  l’ultima novità. La salvezza che Dio ci        che la certezza di sapere di essere por-     dell’amore, mancherà tutto. La passio-
  dona è un invito a far parte di una storia     tatrice di una promessa. E domando a         ne dell’amore oggi! Lasciamo che il
  d’amore che si intreccia con le nostre         ognuno di voi: vi sentite portatori di una   Signore ci faccia innamorare e ci porti
  storie; che vive e vuole nascere tra noi       promessa? Quale promessa porto nel           verso il domani! Per Gesù non c’è un
  perché possiamo dare frutto lì dove            cuore, da portare avanti?                    “frattanto”, ma un amore di miseri-
  siamo, come siamo e con chi siamo. Lì                                                       cordia che vuole penetrare nel cuore
  viene il Signore a piantare e a piantar-       Maria Santissima, l’influencer di            e conquistarlo. Egli vuole essere il
  si; è Lui il primo nel dire “sì” alla nostra   Dio… questa ci mancava! Ma come              nostro tesoro, perché Gesù non è un
  vita, Lui è sempre il primo. È il primo a      sempre Papa Francesco sa trasmet-            “frattanto” nella vita o una moda pas-
  dire “sì” alla nostra storia, e desidera       tere con parole e immagini attualis-         seggera, è amore di donazione che
  che anche noi diciamo “sì” insieme a           sime il grande mistero dell’Amore            invita a donarsi”.
  Lui. Lui sempre ci precede, è il primo.        di Dio per noi. E Maria, ci viene ri-
  E così sorprese Maria e la invitò a far        cordato, ha detto il suo “sì” com-           La GMG si è conclusa, e la prossima
  parte di questa storia d’amore. Senza          promettente e totale a Dio perché            ci attende a Lisbona nel 2022… che
  dubbio la giovane di Nazaret non com-          la promessa presente in lei potesse          fare frattanto? Non il futuro… l’ades-
  pariva nelle “reti sociali” dell’epoca,        generare vita per il mondo intero…           so di Dio! Non poveri di passione, ma
  lei non era una influencer, però senza         Giovani cari non dimenticatelo…              ricchi d’amore. Come Gesù, come
  volerlo né cercarlo è diventata la don-        Siete promessa di Dio per tutti!             i santi e come tutti quelli che nella
  na che ha avuto la maggiore influenza                                                       Chiesa sanno spendersi con genero-
  nella storia. E le possiamo dire, con          Dall’omelia della Messa conclusiva –         sità, illuminando le situazioni con la
  fiducia di figli: Maria, la “influencer” di    domenica 27 gennaio                          gioia e la bellezza che provengono
  Dio. Con poche parole ha avuto il corag-                                                    da Dio. Ci sono vicino a noi giovani
  gio di dire “sì” e confidare nell’amore,       “Voi, cari giovani, non siete il futuro.     che camminano in questo orizzonte?
  confidare nelle promesse di Dio, che è         Ci piace dire: “Voi siete il futuro…”. No,   Scopriamoli e sproniamoli! ■
  l’unica forza capace di rinnovare, di fare     siete il presente! Non siete il futuro di
  nuove tutte le cose. E tutti noi, oggi,        Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio!
  abbiamo qualcosa da rinnovare dentro.          Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre
  Oggi dobbiamo lasciare che Dio rinnovi         comunità, vi chiama nelle vostre cit-
  qualcosa nel nostro cuore. Pensiamoci          tà ad andare in cerca dei nonni, degli

                                                                                                                Incontro - 01-2019
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     Il Coniglietto
     di velluto
     ANDREA CICERI                                  coniglio diventa il giocattolo preferito         Raccontata così sembra la versione più
                                                    del bambino: in primavera si godono              semplice di Pinocchio di Collodi. Ma le
                                                    insieme i picnic all’aperto finché, pian         cose non stanno proprio così. Margery
                                                    piano, il bambino inizia a considerare           Williams riesce, con il suo racconto a
                                                    “vero” il coniglio. Il tempo passa e il          cogliere un aspetto della realtà dell’e-
                                                    coniglio diventa sempre più sciupato             sistenza umana che rimanda a qualcosa
                                                    ma felice. Incontra alcuni conigli veri in       di più profondo. Non ci troviamo di fron-
                                                    estate e in quell’occasione capisce che          te ad una semplice fiaba ma ad un vero
     Siamo nel 1922. Il mondo si sta lenta-         non può saltare come loro e di conse-            e proprio simbolo, ovvero un “qualco-
     mente riprendendo dalla Grande Guer-           guenza non può dire che di essere un             sa” che unisce le realtà sensibili a quel-
     ra. Una donna di nome Margery Wil-             vero coniglio.                                   le invisibili, il cielo alla terra.
     liams è da pochi anni tornata a vivere
     in America assieme a suo marito, Fran-         Un giorno il bambino si ammala di scar-          Il punto di partenza è una cosa di cui mi
     cesco Bianco, e ai suoi due figli: Fran-       lattina, e il coniglio sta con lui mentre si     sono reso conto da quando sono diven-
     cesco (detto Cecco) e Pamela. Margery          riprende. Il dottore ordina che il bambi-        tato papà: i bambini conoscono alcune
     voleva essere una scrittrice e lo divenne      no venga portato al mare e che la sua            cose che gli adulti non sanno, alcune
     proprio in quell’anno, quando pubblicò         stanza sia disinfettata, il che vuol dire        cose primitive che stanno alla base del-
     la fiaba intitolata il Coniglietto di Vellu-   bruciare tutti i suoi libri e giocattoli, in-    le fondamenta della vita. Una di queste
     to, opera che diventerà famosissima nel        cluso il coniglio di velluto. Il coniglio vie-   è che la realtà non è qualcosa di defi-
     mondo anglosassone, ricevendo diversi          ne avvolto in un sacco e lasciato fuori in       nito. La metafisica di un bambino è in
     premi.                                         giardino durante la notte, dove riflette         qualche modo più sottile di quella di un
                                                    tristemente sulla sua vita assieme al            adulto. “Essere o non essere, questa è
     La storia parla di un coniglio di velluto      bambino. Il coniglio piange e una vera           la domanda!” dice Amleto. Ma il povero
     imbottito di segatura che viene donato         lacrima cade a terra, facendo apparire           Amleto si è dimenticato la sua fanciul-
     come regalo di Natale a un bambino. Il         un meraviglioso fiore. Una fata esce             lezza. I bambini sanno in maniera impli-
     bambino gioca con i suoi nuovi regali          dal fiore e conforta il coniglio di velluto,     cita che la realtà è qualcosa di graduale
     e dimentica il coniglio di velluto per un      presentandosi come la Fata della Magia           e che in qualche modo dipende da noi,
     po’. I regali sono moderni e meccani-          dei Giocattoli. La fatina dice al coniglio       dipende da quello che facciamo. Que-
     ci (almeno per l’epoca!) e snobbano il         che poiché è diventato “vero” per il             sto perché noi siamo co-creatori insie-
     coniglietto di velluto. Ma il Cavalluccio      bambino che lo ama veramente, lo por-            me a Dio. Ovviamente con questo non
     a Dondolo, il giocattolo più vecchio e         terà via con lei e farà sì che diventi vero      intendo il fatto che qualcosa sia reale
     saggio che era di proprietà dello zio del      non solo per lui, ma per tutti quanti.           semplicemente perché lo pensiamo o
     bambino, racconta al coniglietto che i                                                          lo vogliamo, ma piuttosto che possiamo
     giocattoli diventano magicamente reali         La fata porta il coniglio nella foresta,         fare qualcosa per renderlo più reale.
     a causa dell’amore dei bambini. Il coni-       dove incontra gli altri conigli e dà un
     glio è meravigliato da questa idea; tut-       bacio al coniglio di velluto. Il coniglio si       Il coniglietto di velluto diventa molto
     tavia, le sue possibilità di vedere esau-      trasforma in un vero coniglio e si unisce        più reale dei giocattoli più moderni di lui.
     dito questo desiderio sono minime.             agli altri suoi simili nella foresta. La pri-    Perché? Perché aveva sofferto. La soffe-
                                                    mavera successiva, il coniglio torna a           renza è quella cosa che ti rende più reale.
     Una notte, la balia del bambino dà il co-      spiare il bambino il quale lo nota e vede        Dal Coniglietto di Velluto al più profon-
     niglio al bambino per farlo dormire, in        una somiglianza con il suo vecchio coni-         do segreto della gioia, il passo è sor-
     sostituzione di un giocattolo perduto. Il      glio di velluto.                                 prendentemente breve. ■

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VITA PARROCCHIALE       13

       ACR
Happening della Pace

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Giovanissimi
     Ritiro Quaresima Treviso Bresciano                    Ritiro Quaresima Treviso
                                                            Bresciano Condivisione
                                                                 riflessioni personali

     Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Lezioni di Ballo

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VITA PARROCCHIALE        15

Marcia della Pace                                   Incontro AdoGiovanissimi

          Ritiro Quaresima
          Treviso Bresciano

                         Ritiro Quaresima Treviso
                                 Bresciano Lavoro

                                                                         Incontro - 01-2019
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     “L’altro è altro da me”
     FEDERICA               “L’altro è altro da me” è il titolo della serata dedicata agli educatori che si è tenuta
                            durante la settimana educativa, organizzata dal Consiglio di Oratorio. La proposta
                            nasce dopo una riflessione sul concetto di sinodalità e vuole porsi come apripista di
                            un percorso di incontri che porti la nostra comunità a farsi sempre più domande su
                            che cosa significa essere in una relazione educativa con l’altro.

                            Serafino Corti, psicologo e docente dell’Università Cattolica, ha posto alla comunità
                            tre domande: “Chi sono io? Chi è l’altro? Perché è così difficile stare nella relazione
                            con l’altro?”.

                            Domande per nulla semplici, che necessitano di spazio e di respiro per poter trovare
                            una risposta e che si rinnovano per ciascuno di noi in diversi momenti. Ognuno deve
                            saper essere responsabile, cioè deve saper dare delle risposte che sappiano cam-
                            biare insieme con noi ogni volta che ci mettiamo in relazione con gli altri. Serafino ha
                            posto domande e spunti scomodi, culminati nella richiesta di disegnare una mano e
                            di inserire su ogni dito il nome di una persona per noi importante; da qui poi ha preso
                            avvio il confronto in gruppi tra le persone presenti, con una successiva condivisione
                            con tutta l’assemblea.

                            Gli ingredienti della relazione sottolineati nella serata sono stati: libertà, fiducia e
                            complessità.

                            Libertà: dono che Dio ha fatto all’uomo, che in essa deve sapersi sperimentare, la-
                            sciando che l’altro sia libero dal pregiudizio, ovvero libero da una definizione chiusa,
                            non rinnovabile, e invece aperto a una definizione flessibile e in un continuo cambia-
                            mento, che sappia “leggere i segni dei tempi”.

                            Fiducia: elemento fondamentale e fondante di ogni relazione, che deve saper partire
                            dal riconoscere profondamente chi sono io e quali sono i miei valori. La consapevo-
                            lezza di come essi vengano coltivati e mutino con lo scorrere del tempo ci mette nella
                            condizione di creare una relazione basata sullo scambio e sul confronto reciproco dei
                            valori, quindi sulla fiducia.

                            Complessità: questione non trascurabile nella relazione, che richiede ad ognuno di
                            noi di uscire dalle proprie certezze per scoprire il mistero dell’altro e coglierne la
                            bellezza, facendo esperienza della relazione.

                            Tre elementi che non possiamo dimenticare ogni volta che ci mettiamo davanti a
                            un’altra persona, scegliendo consapevolmente quale direzione vogliamo mantenere
                            nel nostro essere insieme.

                            Questo è anche lo spirito del Consiglio di Oratorio, che, avendo evidenziato la ne-
                            cessità di interrogarsi sul significato della relazione educativa e volendo mantenere
                            questo stile comunitario, invita tutti alla prossima serata che si terrà il 3 aprile sul
                            tema del generare alla vita. ■

       Incontro - 01-2019
Straordinario     quotidiano                   Straordinario                             quotidiano

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                                                                                                     VITA PARROCCHIALE             17

                                      Ci sono molte persone che passano il proprio tempo in oratorio.
                                      Al bar, nelle aule di catechismo, nel palazzetto, nel campo da calcio, nella
                                      cappellina...
Straordinario

                                      Questi luoghi è come se fossero il palcoscenico di un teatro: al momento
                                      dell’apertura del sipario tutto inizia a muoversi.

                                                                                                                                        quotidiano
                                      Le luci dei riflettori sono puntate al bancone del bar, per comprare caramelle o
                                      ordinare un caffè.
                                      Sono puntate sul campo da pallavolo o sugli spalti del palazzetto durante una
                                      partita.
                                      Sull’altare e sui banchi durante il momento di preghiera prima dell’incontro di
                                      catechismo.
                                      Tutto questo accade sul palco dove gli attori, noi, siamo in scena … ma prima che lo
                                      spettacolo possa iniziare il vero movimento è dietro le quinte, lontano dagli sguardi,
                                      dove tutto ciò che sul palco poi servirà si crea.

                                      “Se provassimo tutti a fare del volontariato, il guadagno - anche quello - sarebbe
quotidiano

                                                                                                                                        Straordinario
                                      per tutti”

                                      Dietro le quinte.
                                      Volontari che si danno da fare senza chiedere niente in cambio, ma sanno che
                                      torneranno a casa con qualcosa di più.
                                      Le occupazioni che possono servire sono varie e sono tante.

                 UN MERAVIGLIOSO SPETTACOLO
Straordinario

                                                                                                                                        quotidiano
                 MARTA                “Medicina per la nostra società: aprendoti trovi sempre una mano”

                                      Sentirsi impegnati in qualcosa che esce dalla nostra dinamica familiare, che va oltre
                                      ciò che è strettamente "compito nostro" come può esserlo lo studio o il lavoro o la
                                      nostra famiglia, sia che siamo genitori o figli.
                                      Va verso il cercare di costruire una Comunità, un intrecciarsi di persone, compiti,
                                      luoghi e responsabilità, per sentirsi parte di qualcosa di più grande rispetto alla
                                      nostra singola persona e più forte rispetto al sentirsi soli nelle fatiche quotidiane di
                                      tutti i giorni.

                                      “Ti cambia, ti rende più aperto, socievole e paziente verso l’altro”
quotidiano

                                                                                                                                        Straordinario
                                      L’aiuto che possiamo sentirci di dare non è scontato, inteso che ci chiede di essere
                                      responsabili verso le persone del paese in cui viviamo, e oltre, e non è banale,
                                      inteso che il fare vuol dire accogliere il nostro prossimo, chiunque esso sia.

                                      “Non è solo l’andare in chiesa che io vedo nell’avere fede, ma è fare qualcosa di più”

                                      Cosa ti spinge a dare il tuo tempo?
                                      Cosa si muove dentro di te nel farlo?
                                      Che cosa ci aspettiamo di trarne?
Straordinario

                                      L’attore è in scena, truccato, pettinato e vestito, il microfono è posizionato, le luci lo
                                      illuminano e il palco è lì perché lui possa recitare...e l’attore grazie anche a te può
                                                                                                                                        quotidiano

                                      essere la star.

                                                                                                          Incontro - 01-2019
                quotidiano      Straordinario                   quotidiano                          Straordinario
18   VITA PARROCCHIALE

     I GNARI DE ‘NA OLTA…
     si rimettono in gioco
     I VOLONTARI DELLA R.S.A.   Il titolo dell’articolo potrebbe far pensare a “qualcuno” che nel passato ha dato tanto
                                ed ora si trova a non essere più attivo per varie ragioni .…

                                Ma nella R.S.A., residenza sanitaria assistenziale, come viene chiamata ora, non ci si
                                riposa soltanto, ma si viene chiamati appunto a “rimettersi in gioco”.

                                Quotidianamente infatti, educatrici e/o volontari, nella grande sala, leggono il gior-
                                nale, commentando i fatti più salienti ed è un momento di partecipazione. Ci sono
                                poi tante attività programmate dalle educatrici e dai fisioterapisti per mantenere una
                                certa autonomia nei movimenti ed allontanare, per quanto possibile, la decadenza
                                mentale.

                                Si tengono incontri di gruppo per leggere alcune pagine di storia locale che risveglia-
                                no in chi ascolta ricordi e testimonianze. Momenti gioiosi sono i canti accompagnati
                                dalla fisarmonica o la tombolata che li vede protagonisti nel contendersi una cinquina
                                o il premio finale.

                                E poi in giugno, precisamente nei giorni 8 e 9, verrà ripetuto il palio che già lo scorso
                                anno era stato proposto, suscitando entusiasmo fra gli ospiti che, oltre a cimentarsi
                                in prove di abilità, li vedrà coinvolti come “navigatori” in una gara di auto storiche per
                                le vie del paese con soste nei luoghi più significativi : Basilica di Santa Maria degli
                                Angeli, piazza Garibaldi, sagrato della Chiesa di Inzino, Municipio, Sede degli Alpini
                                in Valle di Gardone…

                                Sarà l’occasione per coinvolgere la popolazione ad avvicinarsi alla realtà della Casa
                                di Riposo dove c’è sempre bisogno di offrire un aiuto in tanti modi: accompagnare
                                gli ospiti per la Santa Messa settimanale, aiutarli in laboratorio nel realizzare piccoli
                                lavoretti, animare la festa mensile dei compleanni, recitare insieme il Rosario e porta-
                                re un po’ di serenità anche a chi è allettato e non può partecipare a questi momenti.

                                Virginia Satir, psicoterapeuta americana, diceva “ Credo che il regalo più grande che
                                possa ricevere da qualcuno sia che egli mi veda, mi ascolti, mi capisca e mi sfiori. Il
                                regalo più grande che io possa fare ad un altro è quello di vederlo, ascoltarlo, capirlo
                                e sfiorarlo. Se questo succede ho la sensazione che ci siamo veramente incontrati”.

                                Vi aspettiamo!

     Incontro - 01-2019
VITA PARROCCHIALE        19
            FONDAZIONE DI CURA RSA
            Pietro Beretta
            8-9 GIUGNO 2019

         IN OCCASIONE DELLA 2a FESTA

      “I GNARI
  DE    'N A    OL  T A
   si rimettono in gioco
                         ”
              Stiamo organizzando

             UNA
          SFILATA DI
           CAPPELLI
         ...ed abbiamo bisogno
             del vostro aiuto.
              Siamo alla ricerca di
           Cappelli Antichi e Moderni.
       Chiunque volesse aderire, prestandoci
   per l’occasione questo particolare accessorio,
           può farlo entro il 30 aprile 2019
chiamando direttamente la Fondazione di Cura RSA
         Pietro Beretta al numero 030 831295
                           Grazie per la collaborazione
                                          le Educatrici della RSA

            www.rsaberetta-gardonevt.it                  Incontro - 01-2019
20   GRUPPI PARROCCHIALI

             Gerusalemme
             Gruppo

                            Il gruppo Gerusalemme alla fine dell'anno scorso. Adesso sono Emmaus e presto saranno iniziati ai
                            Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima
             Cafarnao
             Gruppo

                            I bambini del gruppo Cafarnao (scout, ACR e sabato mattina) durante la messa di consegna del
                            Comandamento dell’Amore di domenica 17 marzo. Gli auguriamo che possano far maturare nei loro cuori
                            l’amore verso Dio e verso il prossimo per metterli in pratica nella vita quotidiana ed essere di sprone
                            a noi membri della comunità. Il loro cammino di quest’anno culminerà nel sacramento della Prima
                            Confessione, che riceveranno domenica 19 maggio.”

     Incontro - 01 - 2019
enitenziagite
                                                                      GRUPPI PARROCCHIALI            21

                LA COMUNITÀ CAPI                          noi il nucleo della Quaresima: un mi-
                                                          sto di Sapienza, che permettere di
                                                          conoscerci, e di Follia, per accettare
                                                          ciò che siamo aggiungendo novità al
                                                          nostro essere autenticamente don-
                                                          ne e uomini. Un misto tra sapienza
                                                          e follia, sapore e freschezza, che
                                                          vuole portare novità e scossoni di
                                                          positività alle nostre vite: insomma
                                                          un periodo che non può scorrerci
                                                          addosso lasciandoci indifferenti.
                                                          Non pentimento e sacrificio, quanto
                                                          piuttosto un momento delle nostre
                Durante le celebrazioni del Merco-        vite in cui fermarsi e focalizzare quel
                ledì delle Ceneri, sono due le for-       quid che possiamo aggiungere alla
                mule con le quali il sacerdote pone       nostra quotidianità, quel pizzico
                la cenere sul capo dei fedeli. La più     di sale che può dare sapore ad un
                utilizzata, che tutti conosciamo, è       piatto che siamo abituati a mangiare
                “Convertiti e credi al Vangelo”. La       tutti i giorni.
                seconda, quasi scomparsa ma per           Solo attraverso questa consapevo-
                certi versi molto più emblematica         lezza potremo portare davvero a
                perché richiama la fedeltà alla ter-      compimento quel “Siate fecondi e
                ra, è “Ricordati che sei polvere e in     moltiplicatevi” (Gn 9, 1.5) con cui Dio
                polvere tornerai”. Quest’ultima ci fa     esorta Noè e la sua discendenza ad
                quasi sorridere e ci ricorda un po’       essere nuovi nel mondo e a portare
                Troisi in Non ci resta che piangere,      novità in tutto ciò che li circonda.
                quando il monaco gli dice: «Ricordati     La base per assecondare quest’invi-
                che devi morire!» e lui risponde: «“Sì,   to è la fede, quindi la fiducia. Nel no-
                sì, no… mo’ me lo segno!».                stro ruolo di educatori ci chiediamo:
                Come Comunità Capi, abbiamo ri-           cosa permette a noi adulti di fidarci
                flettuto sul senso della Quaresima,       di un bambino o di un ragazzo? E
                un periodo dedicato a fare verità in      perché dovremmo farlo? E cosa per-
                noi stessi, a sostare sulle domande       mette ad un bambino di fidarsi di un
                di senso che ci abitano, ad accetta-      adulto? Di me? E perché dovrebbe?
                re completamente la nostra essenza        Sono queste le questioni che rende-
                per farne qualcosa di nuovo. Tornare      ranno viva la Quaresima della nostra
                alla polvere, quindi, ricondurci alla     Comunità Capi, che desideriamo
                radice di quello che siamo, all’Adam      non sia un periodo come un altro,
                il terrestre, plasmato dalla polvere      ma un momento di costante novità e
                che ci costituisce. Questo sarà per       conoscenza di noi stessi. ■

                                                                           Incontro - 01 - 2019
22       GRUPPI PARROCCHIALI

     Riassunto attività                                                       anno 2018
     EFREM PANELLI

     CENTRO ASCOLTO                          RIEPILOGO ANNI 2011-2018         DISTRIBUZIONE VESTIARIO

     Dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2018       Nazione         Num.         %   Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2018
     sono state compilate n.16 schede, che   Italia            79    25,90    sono state fatte n.40 distribuzioni set-
     con le N° 289 compilate negli anni      Marocco           46    15,08    timanali, per un numero complessivo
     2011-2012-2013-2014-2015-2016-2017      Burkina Faso      37     12,13   di 350 persone:
     hanno raggiunto il numero complessi-    Ghana              31    10,16
     vo di N° 305.                           Senegal           27     8,85    Mese                      Num.utenti
                                             Costa Avorio       13    4,26    Gennaio                          20
     Ripartizione schede per nazionali-      Pakistan          12     3,93    Febbraio                         34
     tà 2018                                 Tunisia             9    2,95    Marzo                            33
                                             Romania             9    2,95    Aprile                           29
     Nazione           Num.            %     Nigeria             8    2,62    Maggio                           33
     Italia               7        43,75     Gambia              6     1,97   Giugno                           22
     Senegal              5        31,25     Moldavia            5     1,64   Luglio                           26
     Marocco              2        12,50     Albania             4     1,30   Agosto                            8
     Pakistan             1         6,25     Jugoslavia          4     1,30   Settembre                        45
     Serbia               1         6,25     Serbia              3    0,98    Ottobre                          38
     Totale              16      100,00      Altre Nazioni     12     3,92    Novembre                         36
                                             Totale schede    305      100    dicembre                         26
                                                                              Totale                          350

                                                                              Suddividendo n.350 persone per n.40
                                                                              distribuzioni, si ottiene una media di
                                                                              circa 9 persone la settimana. Contan-
                                                                              do almeno 4 componenti per nucleo
                                                                              familiare, i beneficiari sono stati circa
                                                                              n. 1400.

         Incontro - 01 - 2019
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