Cont 201901 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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2 re s c rive o può il: lia ttin ma e vog Bolle irizzo m i u nqu per il te ind a i l .co In copertina: Ch icolo uen gm rt l seg e @ Chiesa Parrocchiale di S.Marco, a un rlo a r d on riserva a a i Crocifisso attribuito a Maffeo Olivieri. inv i t i n o.g ione s i tempi let az e ne bol red ltà zio La faco blica la pub di SACERDOTI NELLA PARROCCHIA Don Aldo Rinaldi Direttore responsabile via Costa, 2 MONS. ANTONIO FAPPANI Tel. 030 337 25 89 Direttore Cell. +39 329 1856242 DON ALDO RINALDI Redazione Don Michele Flocchini Via Costa, 2 Gardone V.T. via S. G. Bosco, 3 Stampa Tel. 030 337 18 74 TIPOLITORAFIA BATAN Gardone V.T. Cell. +39 389 024 6950 Abbonamenti Don Giuliano Boniotti Una copia - 2,50 € via Don Zanetti, 5 Ordinario (4 numeri) - 10€ Cell. 339 1107608 Sostenitore - 20 € Simpatizzante - 50 € Don Amatore Guerini Benemerito - 100 € Via Giovanni Pascoli, 86 Tel 030 833 6021 Oratorio S. Giovanni Bosco tel. 030 337 25 76 PARROCCHIA DI S. MARCO ev. in Gardone Val Trompia - Diocesi di Brescia Via Costa, 2 - 25063 Gardone Val Trompia (BS) ORARIO Ss MESSE Tel. 030 337 25 76 - Cell +39 329 185 62 42 FESTIVE e-mail: aldorinaldi@diocesi.brescia.it 7.30 - All’Ospedale www.parrocchiagardonevt.it 8.00 - Nella Parrocchiale 9.30 - In Basilica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto 10.30 - Nella Parrocchiale con D.M. 18.02.1987 18.30 - Nella Parrocchiale Reg. Canc. Tribunale di BS n. 400 del 25.07.1989; Prefettura di Brescia n° 109 del 23.09.2002 FERIALE Cod. Fisc. N. 830 00 170 171 In Parrocchia: 7.00 - 8.30 In Basilica: 18.30 c/c Banco Popolare, Gardone V.T. SABATO E VIGILIE IBAN: IT29 E 05034 54540 0000 0000 1892 In Parrocchia: 8.30 c/c Cassa Padana, Gardone V.T. In Basilica: 16.30 prefestiva IBAN: IT09 E083 4054 5400 0000 0500 237 In Parrocchia: 18.30 prefestiva c/c Ubi Banca, Gardone V.T. CONFESSIONI IBAN: IT71 I 03111 5454 0000 0000 4006 Mezz’ora prima della Santa Messa Incontro - 01-2019
3 La Risurrezione ci rende capaci di portare frutto nella nostra vita. IL VOSTRO PARROCO “Cristo è risorto. La vita ha re schiavi all’essere liberi. Noi eravamo estromessi dalla salvezza a causa del DON ALDO vinto. C’è una novità che è peccato ma Gesù con la sua morte e per tutti noi. Non lasciamo che Risurrezione ci ha ridonato la salvezza e ci ha spalancato le porte del Paradiso. essa passi sulle nostre teste, Allora in questa festa di Pasqua vi- senza che il pensiero, il cuo- viamo anche noi il nostro passaggio e accogliamo la Grazia della Resurrezione re la accolgano, ed avvertano e viviamo da donne e uomini salvati, da come essa sconvolga il quoti- donne e uomini nuovi. Se dunque sie- te risorti con Cristo, cercate le cose di diano trascinarsi delle cose, e lassù, dove è Cristo, seduto alla destra introduca nel nostro modo di di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. (S Paolo pensare e di vivere una formi- ap.) C’è un tempo nuovo che si apre di dabile e magnifica novità. È la fronte a noi: c’è una vita nuova che Cri- sto ci offre. La Grazia della Resurrezione novità cristiana, cioè la nuova ci dona linfa nuova, ci rende capaci di vita divina, che scorre nelle portare frutto nella nostra vita. Giunga a tutta la comunità, a don vene dell’uomo salvato” Severino, a don Francesco, testimoni di (Messaggio urbi et orbi Domenica di Gesù Risorto nel servizio pastorale svol- Pasqua, 14 aprile 1968 - Paolo VI) to tra noi, a tutti i gardonesi residenti in altri paesi, l’augurio di poter vivere nel- la gioiosa novità la Pasqua da parte dei Consigli Pastorali Parrocchiali, da don Giuliano, don Amatore, don Michele, don Aldo, le Rev.de Suore Ancelle: Suor La parola Pasqua deriva dalla parola Roberta, Suor Enrica, Suor Anna, Suor ebraica Pesah e significa passaggio. La Agape. Pasqua ci ricorda allora che è avvenuto James Aggrey del Ghana ci regala un effettivo cambiamento, un passaggio una piccola storia: Siate aquile, tor- da uno stato all’altro, da una condizione niamo a volare alto! Fa sempre bene all’altra. Gli ebrei sono stati liberati in rileggerla ed è bello che accompagni terra d’Egitto e sono passati dall’esse- l’augurio pasquale. Incontro - 01-2019
4 C’era una volta un contadino che andò nella foresta vicina a casa sua per catturare un uccello da tenere prigio- niero. Riuscì a prendere un aquilotto. terra, apri le tue ali e vola!” Lo mise nel pollaio insieme alle galline L’aquila, appollaiata sul braccio teso e lo nutrì a granturco e becchime, in- del naturalista, si guardava distratta- curante del fatto che l’aquila fosse la mente intorno. Vide le galline là, in regina di tutti gli uccelli. Dopo cinque basso, intente a razzolare dei chicchi. anni, quest’uomo ricevette a casa sua E saltò vicino a loro. Il contadino com- tà, lontano dalle case degli uomini, in la visita di un naturalista. Mentre pas- mentò: “Te l’avevo detto, è diventata cima a una montagna. Il sole nascen- seggiavano per il giardino, il naturalista una semplice gallina!” “No”, insistette di te dorava i picchi delle montagne. disse: “Quell’uccello non è una gallina. nuovo il naturalista. “È un’aquila. E un’a- Con un gesto deciso, il naturalista sol- È un’aquila”. quila sarà sempre un’aquila. Proviamo levò verso l’alto il rapace e gli ordinò: “E’ vero”, rispose il contadino, “è di nuovo domani”. “Dimostra che sei un’aquila, dimostra un’aquila. Ma io l’ho allevata come una Il giorno dopo, il naturalista salì con che appartieni al cielo e non alla ter- gallina, e ora non è più un’aquila. È di- il rapace sul tetto della casa. Gli sus- ra, apri le tue ali e vola!” ventata una gallina come le altre, nono- surrò: “Aquila, ricorda quello che sei, L’aquila si guardò intorno. Trema- stante le ali larghe quasi tre metri”. apri le tue ali e vola!”. Invece l’aquila, va come se sperimentasse una nuova “No”, obiettò il naturalista. “È e sarà scorgendo in basso le galline razzola- vita. Ma non volò. Allora il naturalista la sempre un’aquila. Perché ha un cuore re il terreno, spiccò un balzo e andò a tenne ben ferma, puntata proprio nella d’aquila, un cuore che un giorno la farà unirsi a loro. direzione del sole, in modo che i suoi volare verso le vette”. Il contadino sorrise e tornò alla ca- occhi potessero riempirsi del fulgore “No, no”, insistette il contadino. “È rica: “Te l’avevo detto, è diventata una solare e della vastità dell’orizzonte. In diventata una gallina e non volerà mai gallina!”. “No”, rispose deciso il naturali- quel momento, lei apri le sue potenti come un’aquila”. sta. “È un’aquila, avrà sempre un cuore ali, gracchiò con il tipico kau-kaii delle Allora decisero di fare una prova. Il d’aquila. Proviamo ancora una volta. aquile e si alzò, sovrana, al di sopra di naturalista prese l’animale, lo sollevò Domani la farò volare”. se stessa. Iniziò a volare, a volare verso ben in alto e sfidandolo gli disse: “Di- Il giorno dopo, il naturalista e il l’alto, a volare sempre più in alto. Volò... mostra che sei davvero un’aquila, di- contadino si alzarono molto presto. volò... fino a confondersi con l’azzurro mostra che appartieni al cielo e non alla Presero l’aquila, la portarono fuori cit- del cielo... ■ Incontro - 01-2019
5 L’esperienza del deserto IL VOSTRO PARROCO zione divina, come accadde a Mosè sul prove che il diavolo gli sottopone. Se Sinai (Es 24,18). l’origine della figliolanza con Dio è dono DON ALDO Gesù non teme di affrontare il deser- gratuito di amore, Gesù non può com- to: è lo Spirito stesso che lo conduce, piere opere fini a se stesse. La parola dopo il battesimo, all’esperienza della del battesimo, interiorizzata, permette prova e della tentazione. a Gesù di riferirsi alla parola che Dio gli Nella preghiera che segue il battesi- ha rivolto, evitando di sfruttare la propria mo, infatti, Gesù riceve insieme lo Spirito condizione per una esaltazione perso- Il deserto è il segno che determina Santo e la missione da parte di Dio, che nale. Il battesimo è legame di amore la quaresima come tempo da vivere per lo chiama «Figlio» (Lc 3,21-22). Essere col Padre, e richiede di essere vissuto in accogliere la Pasqua. Le caratteristiche figli con il dono dello Spirito per la mis- questa dialettica. del deserto sono il silenzio ed il digiuno: sione sono dunque le tre fondamentali Non si può vivere il battesimo, quindi le modalità che permettono alla Parola esperienze del battesimo: non sottrag- la missione, a prescindere da questo le- di fare breccia nella vita. Queste sono gono alla prova, ma inaugurano piuttosto game. La verità della missione è radicata state le condizioni che Gesù ha dovuto un’esistenza costantemente messa alla nell’origine da cui proviene: dalla figlio- sperimentare per accogliere la parola prova. Il deserto ha quindi un ruolo com- lanza con Dio ricevuta nel battesimo. del Padre, ricevuta nel battesimo, che plementare rispetto al battesimo. Nel Un grazie per chi ha vissuto la quare- determina la missione che il Figlio deve battesimo Gesù viene proclamato Figlio sima come il tempo propizio nel quale compiere. di Dio, nel deserto Egli prende coscienza ogni battezzato è stato sospinto, dallo Il deserto (éremos, in greco) porta con di cosa significhi essere Figlio di Dio. Spirito che lo abita, nel deserto della pro- sé l’idea di solitudine, di ritiro, di lonta- La consapevolezza della figliolanza pria coscienza, all’ascolto della fede che nanza dal mondo civilizzato. Il deserto divina avviene attraverso un distacco dal lo ha generato, nella quale ha riscoperto è un luogo inospitale, da attraversare mondo: solo così è possibile riconoscere la propria identità e la propria missione. entro un tempo definito, necessario per il primato del dono di grazia ricevuto da È stato tempo per far risuonare la parola prendere coscienza della propria esi- Dio e distinguerlo da ciò che non corri- di Dio che genera a vita nuova e che è in stenza. sponde a questa gratuità divina. grado di purificare le scelte e indirizzare Quaranta giorni, per il popolo ebraico, Gesù dimostra di conoscere la verità il cammino dell’esistenza, sempre a van- indica il tempo in cui si riceve la rivela- della sua missione proprio attraverso le taggio dell’altro. ■ I Tridui: La celebrazione del Sacro Triduo per i defunti ci dà modo di rivivere un’antica tradizione diffusa ancora in tante comu- alimenta una comunione di vita che ci è preziosa, ha una duplice efficacia: aiuta le loro anime a purificarsi e giova a noi per- Giornate per nità: la preghiera e la celebrazione della ché è come se aprissimo un varco tra noi riscoprire il valore S. Messa per tutti i nostri cari defunti. Se e loro che ci permette di sentire quanto della preghiera la commemorazione del 2 novembre ci sia potente la loro intercessione davanti a e della S. Messa richiama alla visita ai cimiteri, i giorni del Triduo ci ricordano che il dono più grande Dio a nostro favore. Dobbiamo sapere che le preghiere e di suffragio per che ancora possiamo fare ai nostri morti i meriti della loro vita precedente stanno i nostri defunti è la celebrazione della Santa Messa. sempre in atteggiamento di supplica a L’Eucaristia ci assicura: “Io sono la Dio per noi. Il Catechismo ricorda anche risurrezione e la vita; chi crede in me, che “fin dai primi tempi la Chiesa ha ono- anche se muore, vivrà; chiunque vive e rato la memoria dei defunti e ha offerto IL VOSTRO PARROCO crede in me, non morrà in eterno”. per loro suffragi, in particolare il sacrificio DON ALDO Il Catechismo della Chiesa Cattolica a eucaristico, affinché, purificati, possano proposito dei defunti dice che “la nostra giungere alla visione beatifica di Dio. La preghiera per loro non solo può aiutarli, Chiesa raccomanda anche le elemosine, ma può anche rendere efficace la loro le indulgenze e le opere di penitenza a intercessione in nostro favore” (n. 958). favore dei defunti”. ■ Pertanto la nostra preghiera, mentre Incontro - 01-2019
6 "Chi (Gv 20, 15) cerchi?" I don’t know to love him / Non so come amarlo Non so come amarlo che cosa fare, come sollecitarlo sono stata cambiata, sì, Vangelo, e che l’ha portata a diventare realmente cambiata “la figura emblematica della penitenza cristiana”, come dice il teologo P. Ric- in questi pochi giorni passati ca: complici sia quei sette demoni che in cui ho visto me stessa Marco (16, 9) e Luca (8, 1-3) dicono che sembro una persona diversa… Gesù avesse scacciato da lei, quan- do entra in scena la prima volta come una delle donne che assistevano Gesù (da Jesus Christ Superstar, opera rock del 1969, e i suoi discepoli con i loro beni, sia la di A. Webber e T. Rice. “Aria di Maria Maddalena”) vicinanza, in Luca, di questi due passi. Questo equivoco non l’ha mai abban- donata e forse ha contribuito a fare di lei uno dei personaggi delle Scritture più amati dell’arte e non solo: in realtà, LILIANA BOTTI il fatto che Gesù avesse scacciato da lei sette demoni indica solo che Maria di Magdala era stata liberata da una Era sicuramente uno dei momenti più grave situazione di malattia (il numero suggestivi del film Jesus Christ Super- sette rappresenta la totalità, la pienez- star, almeno dal punto di vista dello za di qualcosa, in tutti i sensi), non dai spettacolo, quello in cui Maria Madda- suoi peccati, e che l’incontro con Gesù lena, interpretata da una bellissima at- aveva voluto dire per lei “guarigione, li- trice, cantava, sulle note di una musica berazione da queste forze oppressive, talmente struggente da essere ancora rinascita e possibilità di una vita nuova, indimenticata, il suo amore inaspettato sensata: (…) era stata rialzata e riportata e sconvolgente per Gesù … l’amore di da Gesù alla vita piena, quella in cui si una prostituta che non sa se amarlo nel vivono affetti, relazioni, amore, comu- trasporto della fede, o nel trasporto di nione, gioia, insieme alla fatica del duro certi sentimenti che prova ma che non mestiere di vivere.” (E. Bianchi) osa esternare: se amarlo perché l’ha cambiata o perché Gesù è l’unico che I versi che ho citato, che sono solo l’ini- ha capito che lei non è quello che fa. zio dell’aria di Maria Maddalena, posso- “Non posso non amarlo, ma non so no però farci intravvedere anche quella come amarlo”. che è stata probabilmente la realtà di questa donna, che il cardinal Martini Sono versi che riecheggiano indubbia- ha definito “toccata nel cuore”: non è mente la tradizione che, fin dagli esordi importante determinare quali siano sta- del Cristianesimo, identifica Maria di ti i sette demoni, ma il cambiamento Magdala con la prostituta senza nome che ne è seguito, la liberazione, che ci di cui Luca parla nel capitolo 7 del suo permette di capire l’amore, l’affetto, la Incontro - 01-2019
7 Icona di Maria Maddalena della Chiesa Orientale diventa desiderio di stare vicino al suo corpo morto e sofferenza perché que- sto corpo è scomparso… E il suo pianto (Maria è la sola che piange per Gesù, Pietro piange per il suo tradimento), la sua ricerca sono appunto quelli della ragazza del cantico che di notte cerca il suo amato, e la risposta della Mad- dalena alla domanda del Risorto, “Chi cerchi?” (Gv 20,15), potrebbe essere la risposta del Cantico “Ho cercato colui che la mia anima ama” (Ct 3,1). È la ricer- ca di chi ama, di chi vorrebbe compiere un ultimo gesto di cura, di amore: i suoi aromi, come i nostri fiori, sono i doni di chi non si arrende ancora alla morte, perché “l’amore sa che la Vita non può morire”. “Come la donna del Cantico, scrive Enzo Bianchi, Maria di Magdala è don- na del desiderio, un desiderio talmente forte e tenace che consente solo a lei, rimasta al sepolcro per cercare Gesù, di poterlo vedere.” E sul suo dolore Gesù si china: le chiede perché pianga, e la riconoscenza, la dedizione, la tenerez- na è per lui l’archetipo dell’anima, con rende in questo modo testimone della za, tutte le sfaccettature del sentimento quella fedeltà profonda, quell’amore misericordia di Dio; la sua ricerca diven- che Maria prova per Gesù e che la ren- viscerale che solo lei e le altre donne ta di necessità annuncio, resurrezione de degna di essere, in fondo, la prima hanno manifestato a Gesù sulla croce, per se stessa e per i discepoli. “apostola”. mentre tutti i discepoli fuggono: esempi di fedeltà incrollabile anche quando tut- “In quell’incontro con il Risorto - conti- Il card. Martini, che amava Maria di to sembra perduto. nua Bianchi - Maria di Magdala è subito Magdala tanto da dire che si sarebbe- resa apostola, inviata ai discepoli, ai fra- ro dovuti imparare a memoria i testi Anche per questo Maria di Magdala vie- telli di Gesù, per portare loro l’annuncio che la riguardano, riflette in uno scritto ne spesso paragonata all’amante-ama- pasquale. …….. All’origine della fede sui concetti di “animus” e di “anima”: ta del Cantico dei Cantici: il suo amore pasquale vi è innanzi tutto Maria di Ma- mentre l’animus è lo spirito razionale, per Gesù non viene da un’ideologia, gdala (e le donne discepole da lei rap- logico, volitivo, costruttivo, calcolatore, non è frutto della convinzione di una presentate), una donna che ha creduto l’anima è la dedizione, l’affetto, la sco- causa giusta, ma è un amore gratuito, nel Signore Gesù e lo ha amato.” ■ perta interiore dell’altro. La Maddale- che persiste al di là della morte, che Incontro - 01-2019
8 Chiesa Parrocchiale di S.Marco, Crocifisso attribuito a Maffeo Olivieri, particolare (prima del restauro del 2003 ad opera di Leonardo Gatti). nufatto - del quale oggi rimangono le statue dei SS. Marco, Giorgio, Giovanni e dell’Addolorata, recuperate, insieme con il Cristo Risorto della cimasa, per la soasa dell’altare maggiore composta nel 1723 - esso vi sarebbe stato inserito solo successivamente poiché, per talune ca- ratteristiche stilistiche, la scultura appare antecedente rispetto alla datazione ac- certata dell’antico, smembrato polittico. Una conclusione simile, sebbene sia sol- tanto ipotetica, impone di procedere qui, nella ricostruzione dei fatti, con rigoroso ordine cronologico. È provato dai documenti d’archivio, pubblicati già nel 1980 sulla rivista storica diocesana “Brixia Sacra”,che il polittico gardonese in parola è commissionato al celebre intagliatore Clemente Zamara (Chiari, 1478 ca-1540). Ma l’artista, impe- gnato in altri gravosi e forse più redditizi Un Crocifisso... lavori, in accordo con i committenti affida il compimento dell’opera, da lui realizza- ta solo in parte, al nipote Clemente Tor- in cerca d'autore telli (Chiari, 1500-dopo il 1573), scultore già affermato, che riceve l’ultimo com- penso per il suo lavoro in data 1 maggio 1539. La documentazione fino ad oggi disponibile si ferma qui. Dunque non è Tenendo conto del periodo durante il ancora emersa alcuna testimonianza FRANCESCO TROVATI quale è prevista la distribuzione del pre- certa che provi, senza ombra di dubbio, sente numero del giornalino parrocchia- quali statue e ornati si debbano distinta- le, si vuole qui cogliere l’occasione per mente all’opera dell’uno o dell’altro dei dar conto degli studi più recenti che han- nominati artisti. no cercato di gettare nuova luce sia sulla Fra le più notevoli testimonianze arti- datazione di questa nobilissima opera, Come suole accadere un basi di questo stiche presenti nella nostra chiesa par- sia sul nome dello scultore che l’ha rea- genere, gli esperti negli ultimi anni si rocchiale, una importanza particolare lizzata, consegnando alla committenza e sono ripetutamente esercitati in dotte deve riconoscersi al prezioso Crocifisso ai posteri un vero capolavoro, nel quale disquisizioni, frutto di attente, scrupolose ospitato nella nicchia centrale, a sfon- è messa in particolare evidenza tutta la comparazioni con opere già note e certe, do azzurro punteggiato di stelle dorate, sofferenza della natura umana del Re- dovute ad entrambi gli scultori. Fino alla dell’imponente, ricchissima soasa dell’al- dentore, espressa con straordinaria effi- fine del Novecento tale obbligato proce- tare maggiore o del SS. Sacramento. cacia nel drammatico momento del dolo- dimento comparativo fece ritenere che il re estremo e della morte. Fino a qualche Crocifisso in esame fosse opera egregia La scultura in parola - normalmente co- decennio fa si ritenne che questo Croci- di Clemente Tortelli. Ma nuovi contributi perta dalla pala dell’Ascensione, dipinta fisso facesse parte del progetto originale e saggi critici pubblicati agli esordi del tra il 1692 e il 1694 da Francesco Paglia pensato e realizzato per l’antico polittico presente secolo, come conseguenza (Brescia 1635-1714) - è offerta all’ammira- ordinato, intorno al 1528, per l’altare del- di continui raffronti con manufatti docu- zione dei fedeli ricorrendo la solennità la scuola del SS. Sacramento. Più recenti mentati e dovuti ad altri artisti operanti locale del SS. Redentore o, talvolta, nelle ricerche e studi hanno invece indotto gli nel primo Cinquecento, hanno indotto settimane della Quaresima, tempo litur- esperti a formulare la seguente ipotesi: autorevoli esperti e storici dell’arte a ri- gico che invita a più intensa meditazione posto che il Crocifisso abbia avuto una tenere - con qualche buon argomento proprio sul mistero della Croce. sua collocazione in quel complesso ma- - che il nostro Crocifisso, come sopra si è Incontro - 01-2019
9 anticipato, possa stimarsi opera che pre- differente, segnalandosi probabilmente dro Guerrini giungono a questa decisio- cede cronologicamente il polittico voluto con qualche evento miracoloso nel clima ne “dopo aver visto l’altare del Corpus per l’antico altare del Corpo di Cristo e tormentato delle pestilenze del 1511-1513, Domini di Gardone”. debba dunque escludersi dal catalogo del 1517-1519 e del 1528-1529.” del Tortelli per essere invece assegnato L’attribuzione all’Olivieri del Crocifisso a quello di Maffeo Olivieri (1484-1544). Il- Non si vuole qui indugiare sulla scivolosa gardonese (ripresa in contributi da diver- luminante in proposito un articolo pubbli- ipotesi che collegherebbe questo Croci- si autori e in corrispondenze di cronisti cato sul settimanale diocesano “La voce fisso a “qualche evento miracoloso”. È locali) è confermata dal medesimo Guer- del popolo”, in data 11 febbraio 2005, senz’altro più utile ricordare al lettore di rini in un saggio compreso nel volume a firma di Sandro Guerrini. L’autorevole queste note che Maffeo Olivieri (iniziato monografico pubblicato nel 2006 per il studioso si esprime in questi termini: all’arte dell’intaglio nella “bottega” di IV centenario di consacrazione della no- Clemente Zamara) è scultore molto atti- stra chiesa parrocchiale. “Oggi, alla luce anche di altre, numero- vo in Lombardia, nel Veneto e nel Tren- se acquisizioni (…) posso affermare con tino e lavora, con uguale successo, sia Trattandosi comunque soltanto di una una certa sicurezza chi il Crocifisso è con il legno sia con il marmo. È inoltre ipotesi attributiva, pur ben argomentata lavoro giovanile di Maffeo Olivieri, data- segnalato quale abile fonditore in bron- e autorevole, non si possono escludere bile intorno al 1512-1513 e quindi prece- zo. Si aggiunga qui - con particolare rife- in futuro altri non meno validi contributi, de tutto il complesso dell’altare del SS. rimento alla sua presenza in Valtrompia utili a fare ulteriore chiarezza circa l’auto- Sacramento, commissionato al Tortelli - che nel 1538 gli “huomini del Comune grafia di questo magnifico Crocifisso che evidentemente per incorniciare questa di Sarezzo” gli commissionano il monu- dunque, almeno al presente e chissà per figura che, nel volgere di poco tempo, mentale Crocifisso da collocare nella quanto tempo ancora, può dirsi in cerca aveva assunto un valore cultuale non in- cappella del loro cimitero. Secondo San- di un autore sicuro e … certificato. ■ Padre Nostro... Sia fatta la tua volontà… Lettera Quante volte recitiamo queste parole… ma nella vita ci succedono spesso di speranza cose inattese, belle e brutte: matrimoni, nascite, ma anche malattie, disgrazie, lutti. Una di queste sofferenze è la vedovanza. Molte persone con cui ho parlato di questa dolorosa esperienza hanno rivelato modi diversi di reagire: alcune sono prostrate fisicamente e spiritualmente, altre reagiscono con la preghiera, con la partecipazione alla ORIANA S. Messa e l’immenso aiuto dell’Eucarestia. Si affidano totalmente all’aiuto del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, trovando diversi modi per uscire da sé ed andare verso l’altro, anche con un aiuto concreto alla comunità. Certo, inizialmente è dura per tutti: hai trascorso una vita con la persona che ti viene a mancare e ti senti arrabbiato, solo e abbandonato. Non pensi che il Signore ci ama per primo e ha riempito la nostra vita di tantissimi doni, ti fermi solo sulla tua sofferenza e non senti l’Ospite dolce dell’anima, il Dolcissimo sollievo… Il dolore sordo ti annichilisce, ti chiedi perché, perché proprio a me? Sono domande senza risposta, come molto spesso ci capita di porci nella vita; e le risposte le avremo solo quando Lo incontreremo, “faccia a faccia”. Intanto ci sentiamo fragili nella vedovanza, anche se sappiamo che le vedove e gli orfani sono sempre vicini al cuore di Gesù… Ma nel salmo 89 leggiamo “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore” e S. Paolo ci ricorda che la speranza cristiana aspira a qualcosa di più che ad essere felici sulla terra: “Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi”. Ci aiuterà sicuramente anche il tempo favorevole della Quaresima, perché, come dice papa Francesco: “Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi”… mentre S. Agostino afferma che “il digiuno e l’elemosina sono le due ali della preghiera”. Incontro - 01-2019
10 PANAMA GMG 2019: “VOI GIOVANI S DON MICHELE come se loro avessero chissà quale verso di voi ci sta dicendo. Al contrario! dovere di portare avanti le cose per Vogliamo trovare e risvegliare insieme a cui noi ci siamo spesi. Non dico sba- voi la continua novità e giovinezza della gliando, ma illudendoci troppo che Chiesa aprendoci sempre a questa gra- i nostri gusti restassero sempre im- zia dello Spirito Santo che tante volte mutati nel tempo e che per questo il opera una nuova Pentecoste. E que- mondo avrebbe sempre più ruotato sto è possibile solo se, come abbiamo nel verso che gli suggerivamo noi… da poco vissuto nel Sinodo, sappiamo Ascoltiamo quanto Papa Francesco camminare ascoltandoci e ascoltare ha detto ai giovani durante la Gior- completandoci a vicenda, se sappiamo nata Mondiale della Gioventù a Pa- testimoniare annunciando il Signore nel “I giovani cattolici non sono meramen- nama (23-28 gennaio) e pregandoci servizio ai nostri fratelli”. te destinatari dell’azione pastorale, ma un po’ su, apriamoci all’opera di Dio membra vive dell’unico corpo ecclesia- nell’oggi della storia. La Giornata mondiale della Gioven- le, battezzati in cui vive e agisce lo Spi- tù quest’anno è stata lontana… non rito del Signore. Essi contribuiscono ad Dal discorso di apertura della GMG intendo solo geograficamente, ma arricchire ciò che la Chiesa è, e non solo 2019 – mercoledì 23 gennaio soprattutto emotivamente. Sia a livel- ciò che fa. Sono il suo presente e non lo diocesano che nazionale non mi solo il suo futuro”. (cfr Sinodo dedicato “Cari giovani, buon pomeriggio! Che sembra abbia suscitato grande inte- ai giovani, Documento finale, 54). bello ritrovarci, e farlo in questa terra resse ed entusiasmo… cosa aveva- che ci accoglie con tanto colore e tan- mo per la testa? Forse ci distraeva Quanto dobbiamo stamparcela to calore! Riuniti a Panamá, la Giornata la ripresa delle nostre attività dopo bene in testa questa cosa… noi che Mondiale della Gioventù è ancora una la pausa natalizia? Forse i problemi nei nostri ambienti e nelle nostre volta una festa, una festa di gioia e di di un nuovo anno da riorganizzare? attività troppo spesso lamentiamo speranza per la Chiesa intera e, per il Forse i continui respingimenti degli la fuga e l’assenza del mondo gio- mondo, una grande testimonianza di sbarchi dei migranti? Forse la prima vanile. I giovani credono in Cristo! fede. Mi ricordo che, a Cracovia, alcuni settimana educativa su tre oratori? I giovani sono parte della Chiesa, mi chiesero se sarei andato a Panamá, e Non si sa, ma devo ringraziare chi mi della mia comunità! Anche se li vedo io risposi: “Io non so, ma Pietro di sicuro ha chiesto di scrivere questo artico- poco, anche se non so coinvolgerli, ci sarà. Pietro ci sarà”. Oggi sono con- lo sulla GMG perché, non avendolo essi sono lì, quasi alla porta ad os- tento di dirvi: Pietro è con voi per cele- fatto durante, mi ha fatto prendere servare… certo non parlo di tutti i brare e rinnovare la fede e la speranza. in mano gli interventi di Papa Fran- giovani… parlo però di più giovani di Pietro e la Chiesa camminano con voi e cesco tenuti in quei giorni oltre- quelli che anche io personalmente vogliamo dirvi di non avere paura, di an- oceano, e mi ha così permesso di penso ci siano e sui quali mi sento dare avanti con questa energia rinnova- fare anche mie le sue provocazioni di contare. Sforziamoci di aprire gli trice e questo desiderio costante che ci così incisive e fiduciose per tutti i occhi e riconosciamo la loro pre- aiuta e ci sprona ad essere più gioiosi, giovani. Pietro, come dice il testo senza! Ancora di più, lasciamo loro più disponibili, più “testimoni del Van- sopra riportato, era presente per prendere la parola nelle riunioni, gelo”. Andare avanti non per creare una ribadire l’incoraggiamento verso la stabilire modalità educative e rela- Chiesa parallela un po’ più “divertente” costruzione di una chiesa giovane: zionali diverse nei nostri ambienti, o “cool” in un evento per giovani, con energica grazie al dono dello Spiri- incoraggiamo trasformazioni che un po’ di elementi decorativi, come se to Santo, fedele nella testimonianza migliorino le nostre ben salde tra- questo potesse lasciarvi contenti. Pen- di un mondo più fraterno e giusto, dizioni. A volte forse sono proprie sare così sarebbe mancare di rispetto a in cammino ascoltando il Vangelo e le nostre rigidità ad allontanarli, voi e a tutto quello che lo Spirito attra- servendo il prossimo. Incontro - 01-2019
11 SIETE L’ADESSO DI DIO!” Dal discorso durante la Veglia dei un po’: che cosa voglio che Dio rinnovi adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a Giovani – sabato 26 gennaio nel mio cuore? Sempre impressiona la loro prendere la parola e realizzare il forza del “sì” di Maria, *giovane. La for- sogno con cui il Signore vi ha sognato. “Cari giovani, buonasera! Abbiamo vi- za di quell’“avvenga per me” che disse Non domani, adesso, perché lì, adesso, sto questo bello spettacolo sull’Albero all’angelo. È stata una cosa diversa da dov’è il tuo tesoro, lì c’è anche il tuo della Vita che ci mostra come la vita un’accettazione passiva o rassegnata. cuore (cfr Mt 6,21); e ciò che vi inna- che Gesù ci dona è una storia d’amo- È stato qualcosa di diverso da un “sì” mora conquisterà non solo la vostra re, una storia di vita che desidera me- come a dire: “Bene, proviamo a vede- immaginazione, ma coinvolgerà tutto. scolarsi con la nostra e mettere radici re che succede”. Maria non conosce- Sarà quello che vi fa alzare al mattino nella terra di ognuno. Quella vita non è va questa espressione: vediamo cosa e vi sprona nei momenti di stanchezza, una salvezza appesa “nella nuvola” in succede. Era decisa, ha capito di cosa quello che vi spezzerà il cuore e che attesa di venire scaricata, né una nuova si trattava e ha detto “sì”, senza giri di vi riempirà di meraviglia, di gioia e di “applicazione” da scoprire o un eserci- parole. È stato qualcosa di più, qualco- gratitudine. Sentite di avere una mis- zio mentale frutto di tecniche di crescita sa di diverso. È stato il “sì” di chi vuo- sione e innamoratevene, e da questo personale. Neppure la vita che Dio ci le coinvolgersi e rischiare, di chi vuole dipenderà tutto. Potremo avere tutto, offre è un tutorial con cui apprendere scommettere tutto, senza altra garanzia ma, cari giovani, se manca la passione l’ultima novità. La salvezza che Dio ci che la certezza di sapere di essere por- dell’amore, mancherà tutto. La passio- dona è un invito a far parte di una storia tatrice di una promessa. E domando a ne dell’amore oggi! Lasciamo che il d’amore che si intreccia con le nostre ognuno di voi: vi sentite portatori di una Signore ci faccia innamorare e ci porti storie; che vive e vuole nascere tra noi promessa? Quale promessa porto nel verso il domani! Per Gesù non c’è un perché possiamo dare frutto lì dove cuore, da portare avanti? “frattanto”, ma un amore di miseri- siamo, come siamo e con chi siamo. Lì cordia che vuole penetrare nel cuore viene il Signore a piantare e a piantar- Maria Santissima, l’influencer di e conquistarlo. Egli vuole essere il si; è Lui il primo nel dire “sì” alla nostra Dio… questa ci mancava! Ma come nostro tesoro, perché Gesù non è un vita, Lui è sempre il primo. È il primo a sempre Papa Francesco sa trasmet- “frattanto” nella vita o una moda pas- dire “sì” alla nostra storia, e desidera tere con parole e immagini attualis- seggera, è amore di donazione che che anche noi diciamo “sì” insieme a sime il grande mistero dell’Amore invita a donarsi”. Lui. Lui sempre ci precede, è il primo. di Dio per noi. E Maria, ci viene ri- E così sorprese Maria e la invitò a far cordato, ha detto il suo “sì” com- La GMG si è conclusa, e la prossima parte di questa storia d’amore. Senza promettente e totale a Dio perché ci attende a Lisbona nel 2022… che dubbio la giovane di Nazaret non com- la promessa presente in lei potesse fare frattanto? Non il futuro… l’ades- pariva nelle “reti sociali” dell’epoca, generare vita per il mondo intero… so di Dio! Non poveri di passione, ma lei non era una influencer, però senza Giovani cari non dimenticatelo… ricchi d’amore. Come Gesù, come volerlo né cercarlo è diventata la don- Siete promessa di Dio per tutti! i santi e come tutti quelli che nella na che ha avuto la maggiore influenza Chiesa sanno spendersi con genero- nella storia. E le possiamo dire, con Dall’omelia della Messa conclusiva – sità, illuminando le situazioni con la fiducia di figli: Maria, la “influencer” di domenica 27 gennaio gioia e la bellezza che provengono Dio. Con poche parole ha avuto il corag- da Dio. Ci sono vicino a noi giovani gio di dire “sì” e confidare nell’amore, “Voi, cari giovani, non siete il futuro. che camminano in questo orizzonte? confidare nelle promesse di Dio, che è Ci piace dire: “Voi siete il futuro…”. No, Scopriamoli e sproniamoli! ■ l’unica forza capace di rinnovare, di fare siete il presente! Non siete il futuro di nuove tutte le cose. E tutti noi, oggi, Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio! abbiamo qualcosa da rinnovare dentro. Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre Oggi dobbiamo lasciare che Dio rinnovi comunità, vi chiama nelle vostre cit- qualcosa nel nostro cuore. Pensiamoci tà ad andare in cerca dei nonni, degli Incontro - 01-2019
12 Il Coniglietto di velluto ANDREA CICERI coniglio diventa il giocattolo preferito Raccontata così sembra la versione più del bambino: in primavera si godono semplice di Pinocchio di Collodi. Ma le insieme i picnic all’aperto finché, pian cose non stanno proprio così. Margery piano, il bambino inizia a considerare Williams riesce, con il suo racconto a “vero” il coniglio. Il tempo passa e il cogliere un aspetto della realtà dell’e- coniglio diventa sempre più sciupato sistenza umana che rimanda a qualcosa ma felice. Incontra alcuni conigli veri in di più profondo. Non ci troviamo di fron- estate e in quell’occasione capisce che te ad una semplice fiaba ma ad un vero Siamo nel 1922. Il mondo si sta lenta- non può saltare come loro e di conse- e proprio simbolo, ovvero un “qualco- mente riprendendo dalla Grande Guer- guenza non può dire che di essere un sa” che unisce le realtà sensibili a quel- ra. Una donna di nome Margery Wil- vero coniglio. le invisibili, il cielo alla terra. liams è da pochi anni tornata a vivere in America assieme a suo marito, Fran- Un giorno il bambino si ammala di scar- Il punto di partenza è una cosa di cui mi cesco Bianco, e ai suoi due figli: Fran- lattina, e il coniglio sta con lui mentre si sono reso conto da quando sono diven- cesco (detto Cecco) e Pamela. Margery riprende. Il dottore ordina che il bambi- tato papà: i bambini conoscono alcune voleva essere una scrittrice e lo divenne no venga portato al mare e che la sua cose che gli adulti non sanno, alcune proprio in quell’anno, quando pubblicò stanza sia disinfettata, il che vuol dire cose primitive che stanno alla base del- la fiaba intitolata il Coniglietto di Vellu- bruciare tutti i suoi libri e giocattoli, in- le fondamenta della vita. Una di queste to, opera che diventerà famosissima nel cluso il coniglio di velluto. Il coniglio vie- è che la realtà non è qualcosa di defi- mondo anglosassone, ricevendo diversi ne avvolto in un sacco e lasciato fuori in nito. La metafisica di un bambino è in premi. giardino durante la notte, dove riflette qualche modo più sottile di quella di un tristemente sulla sua vita assieme al adulto. “Essere o non essere, questa è La storia parla di un coniglio di velluto bambino. Il coniglio piange e una vera la domanda!” dice Amleto. Ma il povero imbottito di segatura che viene donato lacrima cade a terra, facendo apparire Amleto si è dimenticato la sua fanciul- come regalo di Natale a un bambino. Il un meraviglioso fiore. Una fata esce lezza. I bambini sanno in maniera impli- bambino gioca con i suoi nuovi regali dal fiore e conforta il coniglio di velluto, cita che la realtà è qualcosa di graduale e dimentica il coniglio di velluto per un presentandosi come la Fata della Magia e che in qualche modo dipende da noi, po’. I regali sono moderni e meccani- dei Giocattoli. La fatina dice al coniglio dipende da quello che facciamo. Que- ci (almeno per l’epoca!) e snobbano il che poiché è diventato “vero” per il sto perché noi siamo co-creatori insie- coniglietto di velluto. Ma il Cavalluccio bambino che lo ama veramente, lo por- me a Dio. Ovviamente con questo non a Dondolo, il giocattolo più vecchio e terà via con lei e farà sì che diventi vero intendo il fatto che qualcosa sia reale saggio che era di proprietà dello zio del non solo per lui, ma per tutti quanti. semplicemente perché lo pensiamo o bambino, racconta al coniglietto che i lo vogliamo, ma piuttosto che possiamo giocattoli diventano magicamente reali La fata porta il coniglio nella foresta, fare qualcosa per renderlo più reale. a causa dell’amore dei bambini. Il coni- dove incontra gli altri conigli e dà un glio è meravigliato da questa idea; tut- bacio al coniglio di velluto. Il coniglio si Il coniglietto di velluto diventa molto tavia, le sue possibilità di vedere esau- trasforma in un vero coniglio e si unisce più reale dei giocattoli più moderni di lui. dito questo desiderio sono minime. agli altri suoi simili nella foresta. La pri- Perché? Perché aveva sofferto. La soffe- mavera successiva, il coniglio torna a renza è quella cosa che ti rende più reale. Una notte, la balia del bambino dà il co- spiare il bambino il quale lo nota e vede Dal Coniglietto di Velluto al più profon- niglio al bambino per farlo dormire, in una somiglianza con il suo vecchio coni- do segreto della gioia, il passo è sor- sostituzione di un giocattolo perduto. Il glio di velluto. prendentemente breve. ■ Incontro - 01-2019
VITA PARROCCHIALE 13 ACR Happening della Pace Incontro - 01-2019
14 VITA PARROCCHIALE Giovanissimi Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Condivisione riflessioni personali Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Lezioni di Ballo Incontro - 01-2019
VITA PARROCCHIALE 15 Marcia della Pace Incontro AdoGiovanissimi Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Ritiro Quaresima Treviso Bresciano Lavoro Incontro - 01-2019
16 VITA PARROCCHIALE “L’altro è altro da me” FEDERICA “L’altro è altro da me” è il titolo della serata dedicata agli educatori che si è tenuta durante la settimana educativa, organizzata dal Consiglio di Oratorio. La proposta nasce dopo una riflessione sul concetto di sinodalità e vuole porsi come apripista di un percorso di incontri che porti la nostra comunità a farsi sempre più domande su che cosa significa essere in una relazione educativa con l’altro. Serafino Corti, psicologo e docente dell’Università Cattolica, ha posto alla comunità tre domande: “Chi sono io? Chi è l’altro? Perché è così difficile stare nella relazione con l’altro?”. Domande per nulla semplici, che necessitano di spazio e di respiro per poter trovare una risposta e che si rinnovano per ciascuno di noi in diversi momenti. Ognuno deve saper essere responsabile, cioè deve saper dare delle risposte che sappiano cam- biare insieme con noi ogni volta che ci mettiamo in relazione con gli altri. Serafino ha posto domande e spunti scomodi, culminati nella richiesta di disegnare una mano e di inserire su ogni dito il nome di una persona per noi importante; da qui poi ha preso avvio il confronto in gruppi tra le persone presenti, con una successiva condivisione con tutta l’assemblea. Gli ingredienti della relazione sottolineati nella serata sono stati: libertà, fiducia e complessità. Libertà: dono che Dio ha fatto all’uomo, che in essa deve sapersi sperimentare, la- sciando che l’altro sia libero dal pregiudizio, ovvero libero da una definizione chiusa, non rinnovabile, e invece aperto a una definizione flessibile e in un continuo cambia- mento, che sappia “leggere i segni dei tempi”. Fiducia: elemento fondamentale e fondante di ogni relazione, che deve saper partire dal riconoscere profondamente chi sono io e quali sono i miei valori. La consapevo- lezza di come essi vengano coltivati e mutino con lo scorrere del tempo ci mette nella condizione di creare una relazione basata sullo scambio e sul confronto reciproco dei valori, quindi sulla fiducia. Complessità: questione non trascurabile nella relazione, che richiede ad ognuno di noi di uscire dalle proprie certezze per scoprire il mistero dell’altro e coglierne la bellezza, facendo esperienza della relazione. Tre elementi che non possiamo dimenticare ogni volta che ci mettiamo davanti a un’altra persona, scegliendo consapevolmente quale direzione vogliamo mantenere nel nostro essere insieme. Questo è anche lo spirito del Consiglio di Oratorio, che, avendo evidenziato la ne- cessità di interrogarsi sul significato della relazione educativa e volendo mantenere questo stile comunitario, invita tutti alla prossima serata che si terrà il 3 aprile sul tema del generare alla vita. ■ Incontro - 01-2019
Straordinario quotidiano Straordinario quotidiano Straordinario quotidian VITA PARROCCHIALE 17 Ci sono molte persone che passano il proprio tempo in oratorio. Al bar, nelle aule di catechismo, nel palazzetto, nel campo da calcio, nella cappellina... Straordinario Questi luoghi è come se fossero il palcoscenico di un teatro: al momento dell’apertura del sipario tutto inizia a muoversi. quotidiano Le luci dei riflettori sono puntate al bancone del bar, per comprare caramelle o ordinare un caffè. Sono puntate sul campo da pallavolo o sugli spalti del palazzetto durante una partita. Sull’altare e sui banchi durante il momento di preghiera prima dell’incontro di catechismo. Tutto questo accade sul palco dove gli attori, noi, siamo in scena … ma prima che lo spettacolo possa iniziare il vero movimento è dietro le quinte, lontano dagli sguardi, dove tutto ciò che sul palco poi servirà si crea. “Se provassimo tutti a fare del volontariato, il guadagno - anche quello - sarebbe quotidiano Straordinario per tutti” Dietro le quinte. Volontari che si danno da fare senza chiedere niente in cambio, ma sanno che torneranno a casa con qualcosa di più. Le occupazioni che possono servire sono varie e sono tante. UN MERAVIGLIOSO SPETTACOLO Straordinario quotidiano MARTA “Medicina per la nostra società: aprendoti trovi sempre una mano” Sentirsi impegnati in qualcosa che esce dalla nostra dinamica familiare, che va oltre ciò che è strettamente "compito nostro" come può esserlo lo studio o il lavoro o la nostra famiglia, sia che siamo genitori o figli. Va verso il cercare di costruire una Comunità, un intrecciarsi di persone, compiti, luoghi e responsabilità, per sentirsi parte di qualcosa di più grande rispetto alla nostra singola persona e più forte rispetto al sentirsi soli nelle fatiche quotidiane di tutti i giorni. “Ti cambia, ti rende più aperto, socievole e paziente verso l’altro” quotidiano Straordinario L’aiuto che possiamo sentirci di dare non è scontato, inteso che ci chiede di essere responsabili verso le persone del paese in cui viviamo, e oltre, e non è banale, inteso che il fare vuol dire accogliere il nostro prossimo, chiunque esso sia. “Non è solo l’andare in chiesa che io vedo nell’avere fede, ma è fare qualcosa di più” Cosa ti spinge a dare il tuo tempo? Cosa si muove dentro di te nel farlo? Che cosa ci aspettiamo di trarne? Straordinario L’attore è in scena, truccato, pettinato e vestito, il microfono è posizionato, le luci lo illuminano e il palco è lì perché lui possa recitare...e l’attore grazie anche a te può quotidiano essere la star. Incontro - 01-2019 quotidiano Straordinario quotidiano Straordinario
18 VITA PARROCCHIALE I GNARI DE ‘NA OLTA… si rimettono in gioco I VOLONTARI DELLA R.S.A. Il titolo dell’articolo potrebbe far pensare a “qualcuno” che nel passato ha dato tanto ed ora si trova a non essere più attivo per varie ragioni .… Ma nella R.S.A., residenza sanitaria assistenziale, come viene chiamata ora, non ci si riposa soltanto, ma si viene chiamati appunto a “rimettersi in gioco”. Quotidianamente infatti, educatrici e/o volontari, nella grande sala, leggono il gior- nale, commentando i fatti più salienti ed è un momento di partecipazione. Ci sono poi tante attività programmate dalle educatrici e dai fisioterapisti per mantenere una certa autonomia nei movimenti ed allontanare, per quanto possibile, la decadenza mentale. Si tengono incontri di gruppo per leggere alcune pagine di storia locale che risveglia- no in chi ascolta ricordi e testimonianze. Momenti gioiosi sono i canti accompagnati dalla fisarmonica o la tombolata che li vede protagonisti nel contendersi una cinquina o il premio finale. E poi in giugno, precisamente nei giorni 8 e 9, verrà ripetuto il palio che già lo scorso anno era stato proposto, suscitando entusiasmo fra gli ospiti che, oltre a cimentarsi in prove di abilità, li vedrà coinvolti come “navigatori” in una gara di auto storiche per le vie del paese con soste nei luoghi più significativi : Basilica di Santa Maria degli Angeli, piazza Garibaldi, sagrato della Chiesa di Inzino, Municipio, Sede degli Alpini in Valle di Gardone… Sarà l’occasione per coinvolgere la popolazione ad avvicinarsi alla realtà della Casa di Riposo dove c’è sempre bisogno di offrire un aiuto in tanti modi: accompagnare gli ospiti per la Santa Messa settimanale, aiutarli in laboratorio nel realizzare piccoli lavoretti, animare la festa mensile dei compleanni, recitare insieme il Rosario e porta- re un po’ di serenità anche a chi è allettato e non può partecipare a questi momenti. Virginia Satir, psicoterapeuta americana, diceva “ Credo che il regalo più grande che possa ricevere da qualcuno sia che egli mi veda, mi ascolti, mi capisca e mi sfiori. Il regalo più grande che io possa fare ad un altro è quello di vederlo, ascoltarlo, capirlo e sfiorarlo. Se questo succede ho la sensazione che ci siamo veramente incontrati”. Vi aspettiamo! Incontro - 01-2019
VITA PARROCCHIALE 19 FONDAZIONE DI CURA RSA Pietro Beretta 8-9 GIUGNO 2019 IN OCCASIONE DELLA 2a FESTA “I GNARI DE 'N A OL T A si rimettono in gioco ” Stiamo organizzando UNA SFILATA DI CAPPELLI ...ed abbiamo bisogno del vostro aiuto. Siamo alla ricerca di Cappelli Antichi e Moderni. Chiunque volesse aderire, prestandoci per l’occasione questo particolare accessorio, può farlo entro il 30 aprile 2019 chiamando direttamente la Fondazione di Cura RSA Pietro Beretta al numero 030 831295 Grazie per la collaborazione le Educatrici della RSA www.rsaberetta-gardonevt.it Incontro - 01-2019
20 GRUPPI PARROCCHIALI Gerusalemme Gruppo Il gruppo Gerusalemme alla fine dell'anno scorso. Adesso sono Emmaus e presto saranno iniziati ai Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima Cafarnao Gruppo I bambini del gruppo Cafarnao (scout, ACR e sabato mattina) durante la messa di consegna del Comandamento dell’Amore di domenica 17 marzo. Gli auguriamo che possano far maturare nei loro cuori l’amore verso Dio e verso il prossimo per metterli in pratica nella vita quotidiana ed essere di sprone a noi membri della comunità. Il loro cammino di quest’anno culminerà nel sacramento della Prima Confessione, che riceveranno domenica 19 maggio.” Incontro - 01 - 2019
enitenziagite GRUPPI PARROCCHIALI 21 LA COMUNITÀ CAPI noi il nucleo della Quaresima: un mi- sto di Sapienza, che permettere di conoscerci, e di Follia, per accettare ciò che siamo aggiungendo novità al nostro essere autenticamente don- ne e uomini. Un misto tra sapienza e follia, sapore e freschezza, che vuole portare novità e scossoni di positività alle nostre vite: insomma un periodo che non può scorrerci addosso lasciandoci indifferenti. Non pentimento e sacrificio, quanto piuttosto un momento delle nostre Durante le celebrazioni del Merco- vite in cui fermarsi e focalizzare quel ledì delle Ceneri, sono due le for- quid che possiamo aggiungere alla mule con le quali il sacerdote pone nostra quotidianità, quel pizzico la cenere sul capo dei fedeli. La più di sale che può dare sapore ad un utilizzata, che tutti conosciamo, è piatto che siamo abituati a mangiare “Convertiti e credi al Vangelo”. La tutti i giorni. seconda, quasi scomparsa ma per Solo attraverso questa consapevo- certi versi molto più emblematica lezza potremo portare davvero a perché richiama la fedeltà alla ter- compimento quel “Siate fecondi e ra, è “Ricordati che sei polvere e in moltiplicatevi” (Gn 9, 1.5) con cui Dio polvere tornerai”. Quest’ultima ci fa esorta Noè e la sua discendenza ad quasi sorridere e ci ricorda un po’ essere nuovi nel mondo e a portare Troisi in Non ci resta che piangere, novità in tutto ciò che li circonda. quando il monaco gli dice: «Ricordati La base per assecondare quest’invi- che devi morire!» e lui risponde: «“Sì, to è la fede, quindi la fiducia. Nel no- sì, no… mo’ me lo segno!». stro ruolo di educatori ci chiediamo: Come Comunità Capi, abbiamo ri- cosa permette a noi adulti di fidarci flettuto sul senso della Quaresima, di un bambino o di un ragazzo? E un periodo dedicato a fare verità in perché dovremmo farlo? E cosa per- noi stessi, a sostare sulle domande mette ad un bambino di fidarsi di un di senso che ci abitano, ad accetta- adulto? Di me? E perché dovrebbe? re completamente la nostra essenza Sono queste le questioni che rende- per farne qualcosa di nuovo. Tornare ranno viva la Quaresima della nostra alla polvere, quindi, ricondurci alla Comunità Capi, che desideriamo radice di quello che siamo, all’Adam non sia un periodo come un altro, il terrestre, plasmato dalla polvere ma un momento di costante novità e che ci costituisce. Questo sarà per conoscenza di noi stessi. ■ Incontro - 01 - 2019
22 GRUPPI PARROCCHIALI Riassunto attività anno 2018 EFREM PANELLI CENTRO ASCOLTO RIEPILOGO ANNI 2011-2018 DISTRIBUZIONE VESTIARIO Dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2018 Nazione Num. % Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2018 sono state compilate n.16 schede, che Italia 79 25,90 sono state fatte n.40 distribuzioni set- con le N° 289 compilate negli anni Marocco 46 15,08 timanali, per un numero complessivo 2011-2012-2013-2014-2015-2016-2017 Burkina Faso 37 12,13 di 350 persone: hanno raggiunto il numero complessi- Ghana 31 10,16 vo di N° 305. Senegal 27 8,85 Mese Num.utenti Costa Avorio 13 4,26 Gennaio 20 Ripartizione schede per nazionali- Pakistan 12 3,93 Febbraio 34 tà 2018 Tunisia 9 2,95 Marzo 33 Romania 9 2,95 Aprile 29 Nazione Num. % Nigeria 8 2,62 Maggio 33 Italia 7 43,75 Gambia 6 1,97 Giugno 22 Senegal 5 31,25 Moldavia 5 1,64 Luglio 26 Marocco 2 12,50 Albania 4 1,30 Agosto 8 Pakistan 1 6,25 Jugoslavia 4 1,30 Settembre 45 Serbia 1 6,25 Serbia 3 0,98 Ottobre 38 Totale 16 100,00 Altre Nazioni 12 3,92 Novembre 36 Totale schede 305 100 dicembre 26 Totale 350 Suddividendo n.350 persone per n.40 distribuzioni, si ottiene una media di circa 9 persone la settimana. Contan- do almeno 4 componenti per nucleo familiare, i beneficiari sono stati circa n. 1400. Incontro - 01 - 2019
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