NATALE 2020 N.7 - PARROCCHIE SAN LEOPOLDO MANDIC E SAN SILVESTRO PAPA

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NATALE 2020 N.7 - PARROCCHIE SAN LEOPOLDO MANDIC E SAN SILVESTRO PAPA
NATALE 2020                                    N.7

PARROCCHIE SAN LEOPOLDO MANDIC E SAN SILVESTRO PAPA
NATALE 2020 N.7 - PARROCCHIE SAN LEOPOLDO MANDIC E SAN SILVESTRO PAPA
INDICE

                                           p.1   Se ci sei sono felice

                                           p.4   A scuola: il ritorno… in dad

                                           p.6   L’altra faccia dell’epidemia

                                           p.9   Ti racconto cosa ho imparato

                                           p.11 Estate Attiva e Next to You

                                           p.13 Noi facciamo comunita’

Immagine di copertina:                     p.15 Incontro all’altro con San Francesco
San Francesco e il Sultano, un modello
di incontro                                p.18 Una nuova enciclica per una Chiesa nuova
Autore: frère Stéphane Martin-Prével
                                           p.20 Non io ma Dio, un beato per i Millennials
Luogo: Monastero ecumenico e laico
di Gai-rire, Les Vallées - 35750 Saint
                                           p.22 Partirono senza indugio
Malon sul Mel, Francia

                                           p.23 Mirano città del dialogo

                                           p.25 Per il lavoro, per i giovani

San Francesco incontra il Sultano (a       p.27 Eventi da ricordare
Damietta in Egitto, nel 1219)
                                           p.29 Prima Confessione - Prima Comunione
“Mentre intorno a lui la barbarie degli
uomini si esprime in tutta la sua
vastità, San Francesco, animato dalla      p.30 Ripresa nella carità e nella comunione
sua fede nell’Uomo e nel suo Salvatore,
sceglie di andare oltre le sue paure,      p.33 Bilanci Parrocchiali
recandosi incontro al Sultano.
Quest’ultimo, intriso della grandezza
della sua tradizione, riconosce nel
“Poverello di Assisi” la Luce che porta.
È amore a prima vista… Questo
straniero circondato da uomini armati
che si presenta a lui, è tutt’altro che
un nemico calcolatore che vuole
convertirlo alla sua religione, ma un
fratello, con il quale condivide un
ardente desiderio di Pace e Fraternità”.
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VANIA VECCHIATO

SE CI SEI SONO FELICE

                  L       e nostre comunità parrocchiali di San Leopoldo e San
                  Silvestro hanno vissuto, domenica 18 ottobre, momenti di
                  gioiosa e fraterna partecipazione in occasione della visita del
                  Vescovo Michele, che ha presenziato alla cerimonia di chiusura
                  dei lavori di consolidamento della scuola per l’infanzia di
                  Vetrego con una solenne benedizione.

                  I sentimenti che hanno animato l’incontro si possono riassumere
                  con le parole contenute nella lettera del Vescovo alla Diocesi dello
                  scorso 6 ottobre, apposte in bella mostra sul portale della chiesa
                  parrocchiale dagli amici dell’Azione Cattolica e riprese da don
                  Mario nel saluto di apertura della Santa Messa… “Troviamoci
                  assieme a vecchi e nuovi compagni di strada, per sentire che ci
                  siamo, per scoprire forme anche inedite di incontro, per dire
                  a ciascuno che siamo contenti che ci sia e faccia parte della
                  comunità e della vita di tutti. Cogliamo l’occasione per dirci gli
                  uni agli altri: «Sono felice se ci sei e se non ci sei mi manchi».

                  Nel promuovere l’accordo di rete tra le scuole dell’infanzia e
                  nidi integrati delle parrocchie di Campocroce, Scaltenigo e
                  Vetrego il personale, i volontari e quanti vi gravitano attorno
                  hanno lavorato insieme alla ricerca del bene comune, mettendo
                  al primo posto la crescita umana e cristiana non solo dei piccoli
                  ma di un’intera comunità, che va ben oltre i confini delle
                  parrocchie interessate… Sono felice che ci sei… è un imperativo
                  portato avanti con la convinzione che stando dalla parte dei
                  piccoli non si sbaglia mai. A tal fine è stato iniziato un percorso
                  di radicale riorganizzazione dei nostri istituti, prima di tutto
                  per dare ai nostri territori, dove le nascite sono in forte calo,
                  un servizio di qualità pastorale, umana, morale e cristiana Il
                  Presidente dell’accordo di rete, Simone Naletto, ha accolto il
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Vescovo confidandogli che questa piccola
realtà è nata, quasi come una scommessa
nel 2015, con il desiderio dapprima
delle comunità parrocchiali di Vetrego e
Scaltenigo, sostenuto dalla Diocesi stessa,
e successivamente insieme alla comunità
parrocchiale di Campocroce, di unire i
percorsi delle scuole paritarie dell’infanzia.

Si è avviato un processo di condivisione e
ottimizzazione dei servizi, del personale,
dei progetti educativi e dei costi, volto a
qualificare queste strutture educative non
tanto come distributori automatici di servizi
parrocchiali, ma come importanti punti di
riferimento, casa comune e fraterna per
bambini e famiglie.
Nel corso dell’incontro le insegnanti e gli
educatori hanno presentato il percorso
educativo per l’anno 2020-21 dal tema
”RiCreiamo con San Francesco” nato dopo
un’ attenta riflessione sulla situazione che
abbiamo vissuto a causa dell’epidemia
Covid-19

“Nel lungo periodo che abbiamo trascorso a
casa”, hanno sottolineato, “abbiamo imparato
a guardare e ad ascoltare la natura che ci
circonda, a prenderci il tempo di coglierne
la bellezza e di stupirci di tutte le meraviglie
che ci offre. Abbiamo aperto gli occhi su
quanto noi esseri umani siamo fragili ma
strettamente legati gli uni agli altri e al nostro
pianeta: la Terra. San Francesco e il suo
Cantico delle creature oggi è più attuale che mai,
è un inno d’amore che porta stupore, gioia,
ammirazione e presenta ai bambini il mondo
come uno scrigno da scoprire e rispettare. Il
Cantico delle creature accompagnerà i bimbi
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durante tutto l’anno scolastico introducendo
varie attività alla scoperta del mondo che
ci circonda attraverso percorsi, laboratori
ed esperienze, del tempo che passa che
torna e trasforma, dei colori e delle loro
innumerevoli sfumature, della parola e del
piacere dell’ascolto e della lettura.”

Il Vescovo nel commentare il Vangelo nel
corso della Santa Messa conclusiva ci ha
ricordato che “esiste una realtà nel creato
che è come se fosse una moneta con sopra
l’immagine di Dio… e siamo noi… portiamo
l’immagine di Dio su di noi dal concepimento
alla morte… il Signore ci ha creati gratis…
non aveva bisogno di noi ma ci vuole… e
vuole che noi possiamo dire a Lui un sì libero
nell’amore… Il Signore si rivolge ad ognuno
di noi sussurrandogli “sono contento che tu
ci sia… se non mi vuoi lo accetto… ma sto
male… tento di capire di cosa il tuo cuore ha
bisogno”…
“Noi siamo una missione”, ha concluso,
riprendendo parole care a Papa Francesco,
“siamo mandati a fare il bene alle persone
che incontriamo lungo il nostro cammino.”

Il Vescovo, i sacerdoti e quanti hanno
partecipato all’evento sono testimonianza
viva di quanto sia bello, di quanto porti
gioia, lo stringersi gli uni verso gli altri,
il condividere momenti, pezzi di vita, il
camminare assieme, soprattutto in questo
periodo non facile per tutti. Insieme possiamo
costruire un mondo migliore… “Se ci sei,
sono felice!”.
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                  A SCUOLA: IL RITORNO… IN DAD
                        GIACOMO NATALI E LORENZO BASILE

    Il ritorno a scuola è uno dei momenti più importanti dell’anno.
    Le giornate al mare e le uscite con gli amici volgono al termine, l’estate si
    conclude, le zanzare iniziano a diminuire e i ragazzi, volenti o nolenti, si
    apprestano ad iniziare il nuovo anno scolastico.

    In quanto rappresentante d’istituto l’uno e rappresentante di classe l’altro,
    entrambi studenti al liceo Majorana-Corner di Mirano, in quest’anno
    particolare, abbiamo avuto modo di confrontarci con i nostri compagni,
    che hanno dimostrato fin da subito un grande entusiasmo nei confronti
    dell’organizzazione scolastica e della gestione di orari differenziati per
    permettere a ognuno di poter frequentare le lezioni in presenza.

    Un entusiasmo legato alla “nostalgia dell’aula”, e ai mesi passati in quarantena
    alla fine del precedente anno di studi, durante il quale non abbiamo avuto
    modo di usufruire dei lati migliori della vita scolastica. Sfortuna vuole però,
    che a fine ottobre, con il nuovo Dpcm, l’educazione superiore è tornata al
    100% a distanza, rovinando completamente quello che sembrava un anno
    iniziato al meglio, e gettando nuovamente noi ragazzi nel baratro della DAD!
    (Didattica A Distanza)
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Perchè tutto quest’odio verso le lezioni a distanza? Dopotutto i ragazzi sono sempre
davanti ai prof, certo attraverso modalità diverse, ma possono seguire le lezioni e
persino fare verifiche e interrogazioni... Eppure c’è qualcosa che manca alla lezione
in sé: un’anima. Il timore per un’interrogazione, la gioia per un bel voto, i lunghi
discorsi dell’ultimo banco… piccoli sprazzi di una tipica giornata di scuola, che non
possono verificarsi in mancanza di una connessione diretta. La lezione ha bisogno
di tutti quei momenti che contribuiscono alla maturazione di nuove amicizie nel
gruppo classe. Un gruppo fondamentale, una comunità, dove si ride e si scherza,
ma si affrontano i problemi e si cresce insieme.

Ecco cosa rende tanto pesanti le ore di DAD, ecco cosa ci fa rimpiangere ciò che una
volta davamo per scontato e sì, criticavamo anche. Probabilmente questo momento
difficile è solo l’ulteriore prova del fatto che ci accorgiamo di ciò che abbiamo solo
quando lo perdiamo.
Per concludere vorremmo solo mandare un augurio e un caldo abbraccio a tutti gli
studenti e a tutti coloro che sono in difficoltà in questo momento, e ricordarvi che,
nonostante la quarantena, le mascherine e i distanziamenti sociali, non siete mai
soli!
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                            MONICA CAZZIN

                L’ALTRA FACCIA DELL’EPIDEMIA

    L
             a pandemia del nuovo Coronavirus sta colpendo duramente
             la salute di tutto il pianeta, mettendo alla prova i vari sistemi
             sanitari soprattutto nei paesi dove la sanità è privatizzata e
             accessibile a pochi e in quelli dove l’assistenza sanitaria manca
    di un solido impianto preventivo e curativo.
    Pur non avendo una letalità intrinseca elevata come altre epidemie del
    passato - una per tutte l’influenza spagnola - questa nuova minaccia
    sta provocando instabilità sociale, economica e politica in molti paesi.
    Le statistiche fornite quotidianamente da varie agenzie ci presentano
    dati di incidenza e mortalità molto diversi fra i vari Stati (www.
    worldometers.info/coronavirus/). In particolare è interessante vedere
    come la maggioranza degli stati africani sembra avere una circolazione
    del virus e una letalità molto bassi, ad eccezione del Sudafrica, e in
    misura minore gli stati nordafricani. In Sudamerica invece troviamo i
    dati più alti del mondo.
    Perchè in Africa il Coronavirus fa meno vittime? Sicuramente c’è una
    sottostima dei decessi dovuta al minore utilizzo dei test diagnostici
    troppo costosi in certi contesti, quindi molte morti da Covid restano
    anonime se non sono confermate da un tampone positivo. Nelle zone
    rurali più sperdute o in aree di conflitto molti decessi possono sfuggire
    alla segnalazione e alla registrazione anagrafica (non meraviglia che
    negli stessi paesi possano esserlo anche le nascite!).
    Nonostante la sottostima diagnostica sembra davvero che nella maggior
    parte degli stati africani l’epidemia colpisca con meno forza: alcune
    condizioni tipiche dell’Africa sembrano protettive, come ad esempio
    il vaccino antitubercolare, inoltre rispetto alla popolazione dei paesi
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ricchi l’età media degli africani è più bassa e incide sulla minore
gravità del decorso; sono meno diffusi ipertensione, obesità
e disturbi correlati che peggiorano la prognosi; la maggiore
dispersione territoriale e la scarsità dei trasporti favoriscono il
distanziamento e rallentano il contagio al di fuori delle grandi
città.
Per contro le misure igieniche e protettive sono limitate dal costo
dei dispositivi e dalla scarsità di acqua corrente e detergenti.
Questa pandemia porta comunque in Africa danni collaterali
gravissimi sulla salute pubblica perché molti africani temono
di recarsi negli ospedali e nei centri di salute per timore del
Covid, e così si riducono le attività di prevenzione e profilassi
nei confronti delle gravidanze a rischio con possibile aumento
della mortalità materno infantile, vengono interrotte le
vaccinazioni con il rischio di nuove epidemie, aumentano i
ritardi di diagnosi e di trattamento per malaria, tubercolosi e
malattie infettive che rischiano una mortalità ben più alta del
Covid.
Il distanziamento sociale, che pure viene imposto, blocca le
piccole attività produttive e commerciali che rappresentano

fonti di sostentamento. E tutto questo rischia di trasformare
la povertà in miseria ed è provato come la malnutrizione sia il
fattore più importante di gravità delle malattie che flagellano
questi paesi.
Molte risorse economiche destinate alla sanità ordinaria
devono necessariamente essere deviate verso la prevenzione
e la cura del Covid penalizzando un sistema sanitario già
in sofferenza; le maggiori organizzazioni di cooperazione
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    internazionale si trovano ad affrontare
    impegni economici aumentati a fronte di
    una minor disponibilità finanziaria dovuta
    alla crisi economica che accompagna
    questa epidemia.
    Troviamo uno scenario completamento
    diverso in Sudamerica, dove molti stati
    sono fra i primi al mondo per incidenza
    e mortalità da Covid, che non accenna a
    rallentare.
    I casi più numerosi si trovano nelle grandi
    città; il virus è arrivato dall’estero colpendo
    prima i ceti sociali più alti, ma è nelle
    favelas dove l’affollamento e le condizioni
    igieniche ne hanno favorito la diffusione
    che ha trovato il suo habitat perfetto.
    Un resoconto diretto ci viene da Frei
    Mariano Foralosso, direttore di Colonia
    Venezia a Peruibe, Brasile: “il 70% dei
    contagiati vive in favelas, sono minoranze etniche, poveri e anziani; nelle baracche delle
    favelas è impossibile fare l’isolamento, perché manca lo spazio per vivere, spesso manca
    acqua potabile, elettricità e fognature. Il sistema sanitario funziona solo come privilegio
    per chi paga e manca una vera azione di prevenzione. In piena pandemia il presidente
    Bolsonaro ha dimesso il ministro della salute, che aveva avviato un valido programma
    preventivo e ha nominato ministro un generale dell’esercito.
    Il livello di disoccupazione si è ulteriormente abbassato; il governo centrale ha tagliato del
    30% i già scarsi aiuti pubblici per la scuola ed il sociale, riducendo anche i finanziamenti
    che contribuivano in parte all’attività di Colonia Venezia”.
    Colonia Venezia e le strutture scolastiche collegate hanno dovuto chiudere i propri
    cancelli alle centinaia di giovani che vi afferivano. Gli operatori hanno subito attivato
    un percorso assistenziale alternativo per non interrompere la formazione dei ragazzi,
    che in Colonia Venezia hanno un punto di riferimento relazionale ed emotivo. Fanno
    il possibile per raggiungere nelle loro case i ragazzi consegnando beni di prima
    necessità, viveri, materiale per lo studio autonomo e cercando di dare continuità alle
    attività intraprese come ad esempio tenere con sé il loro strumento musicale. Piccoli
    segni di vicinanza e di appartenenza alla comunità che si preoccupa di loro e delle
    loro famiglie.
    In queste situazioni di prova si moltiplicano le azioni che ci restituiscono il senso di
    solidarietà e fratellanza, primo fra tutti l’impegno eroico dei sanitari e operatori che
    in prima linea affrontano l’epidemia con professionalità e umanità. Molte iniziative
    sono avviate per rendere meno duro questo periodo, dalla distribuzione di ceste
    basiche alle famiglie delle favelas, al reperimento dei fondi per l’acquisto delle stesse,
    al confezionamento e distribuzione gratuita di mascherine.
    Durante la giornata missionaria di ottobre anche noi abbiamo voluto raccogliere
    un contributo per Colonia Venezia, crediamo in questo progetto che strappa molti
    giovani alla strada, li avvia ad un percorso formativo che ha già portato con grande
    soddisfazione di tutti ai primi laureati e all’inserimento di molti ragazzi nel mondo del
    lavoro. Alcuni di loro sono ritornati in Colonia Venezia come educatori. L’epidemia
    prima o dopo finirà ma la rete di solidarietà e di attenzione agli altri che avremo
    mantenuto serviranno per ripartire ad operare il bene.
9

                                     MARIO BEE

                        TI RACCONTO COSA HO
                           IMPARATO
Il Vescovo ci esorta a non seppellire       paura di quel momento, soprattutto
l’esperienza di questo tempo, ma ci         nei risvegli notturni, affollati da
sollecita a raccontare qualcosa della       mille pensieri. Ho trovato pace nella
nostra vita personale per continuare        poca fede che riesco a coltivare, che
a vivere come comunità che ascolta          mi assicura la presenza del Signore,
e condivide, proponendoci poi in un         soprattutto nei momenti difficili, nel
servizio più consapevole. Così eccomi       ricordo delle persone care che hanno
a raccontare un poco del mio vissuto…       già varcato quella soglia e in particolare
Domenica ho portato l’Eucarestia            mia madre, che serenamente mi ha
ad un ammalato, che da qualche              consegnato il suo ultimo respiro.
anno vive da solo. Alla sofferenza          E l’anima? Mi chiede ancora questo
della malattia si aggiunge quella           amico sofferente, che di recente
dell’abbandono. Ci sentiamo anche per       deve aver letto qualcosa sulla
telefono e ultimamente è tormentato         reincarnazione. Abbiamo parlato
dal pensiero della morte e del destino      allora del nostro Credo, della
dell’anima. L’ho ascoltato e ho cercato     resurrezione dei morti, ma anche
di rispondere con l’esperienza vissuta      del mistero dell’infinito, sul quale mi
soprattutto nel periodo di lockdown.        è sembrato alquanto interessato a
Ho raccontato che in quel tempo             continuare la conversazione.
indefinito, senza né testa né coda, ho sì   Non so quanto potrà estendersi il
avuto la fortuna di trovarmi nel luogo      dialogo intrapreso, ma mi piacerebbe
giusto, unito ad una famiglia allargata,    spostare l’attenzione sul ruolo
dove ho anche avuto modo di fare il         ancora attivo di noi anziani: davvero
nonno a tempo pieno, tuttavia non           possiamo passare da sopravvissuti a
sono mancati momenti di prostrazione.       protagonisti, cioè stare insieme per
In quei giorni in cui i deceduti di         condividere e fare ancora amicizia in
Covid si contavano a centinaia, non         un tempo di solitudine e individualismo
era difficile pensare alla morte e alla     esacerbato.
10

     Una “formazione continua” e guidata        il fatto che la “formazione continua” è
     è uno degli elementi da curare con         per tutta la vita ed è quella che assicura
     assiduità per vivere bene la propria       dignità anche quando si è anziani,
     vita, per invecchiare positivamente, per   allontanando il tempo della non
     sentirsi partecipi. L’impegno, quindi,     autosufficienza. E’ questo un punto
     di stare insieme per formarci ancora,      di vista che si nutre di un’esperienza
     per capire il tempo che viviamo, per       di vita e al tempo stesso di una forza
     mettere a frutto la nostra esperienza      spirituale che ci porta “oltre”. È un
     di vita, le nostre competenze ancora       insieme di ingredienti che le giovani
     importanti, per preparare il futuro        generazioni ancora non possiedono,
     delle nuove generazioni.                   non per loro mancanza ma perché
     Solo chi possiede conoscenze               hanno intrapreso da poco il cammino
     trasversali, competenze, abilità,          della vita. Formazione per tutta la
     abitudine al lavoro di gruppo e            vita, è dunque l’imperativo, che ci
     flessibilità, sarà in grado di proporre    consegna a mio parere questo lungo
     gli strumenti necessari ad una buona       distanziamento fisico provocato dal
     vita. Avere al cuore il futuro delle       Covid-19.
     nuove generazioni, non trascura però
11

                          MARGHERITA DAL CORSO

                          ESTATE ATTIVA
                          E NEXT TO YOU

D          opo una primavera che combatteva ancora contro il Covid – 19,
           immaginare un’estate con attività ricreative per i ragazzi sembrava
           impossibile. E invece con molto coraggio e determinazione siamo
           riusciti ad organizzare un’Estate AttiVa per dare a bambini e ragazzi
degli spazi e delle occasioni di gioco e intrattenimento.
Pur tenendo conto delle regole imposte dal virus, abbiamo diviso gli spazi in
modo da essere distanziati, ma stando insieme, sia nelle ore pomeridiane sia
in quelle mattutine, con uno slogan che diceva: “La strada verso la libertà”. La
libertà di uscire dalla schiavitù del Covid, come gli ebrei che uscirono dalla
schiavitù del Faraone d’Egitto.
La frequenza dei bambini ha avuto un modesto afflusso, ma un buon numero di
giovani animatori e aiuto animatori hanno voluto essere protagonisti di questa
strana estate, desiderosi di stare insieme e di divertire i bambini. E’ nata così
una nuova proposta, per i giovanissimi: Next to You.
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     Nei primi giorni di settembre è stato organizzato per i nostri giovani animatori
     un’uscita di pochi giorni a Santo Stefano di Cadore. Quattro giorni di sole e di
     caldo, che ci hanno permesso di fare delle escursioni in alta montagna e non
     solo. Guardandoci intorno durante una passeggiata nel bosco, seguendo il corso
     del torrente, abbiamo camminato in silenzio, meditando su quello che avevamo
     vissuto durante la pandemia, come fosse cambiata la nostra vita, e i progetti sul
     nostro operare per gli altri.
     C’è stato poi un momento di condivisione dei pensieri scritti dai ragazzi. È stato
     bello ascoltarli, lasciandoci stupire per i contenuti e per la voglia di quei contatti
     che ci erano mancati. Al rientro a Mirano abbiamo concluso la serata con una
     pizza in Oratorio San Francesco, perché volevamo prolungare quel clima di
     amicizia e condivisione vissuto al campo. Speriamo che questa atmosfera possa
     continuare e seminare speranza anche nei prossimi mesi.
13

                                 SARA BUSATO

                          NOI FACCIAMO
                      COMUNITÀ
I       n occasione della festa di San
        Francesco Patrono d’Italia,
        a cui è dedicato il nostro
Oratorio presso la parrocchia San
Leopoldo Mandic, non potevamo
                                           che ha introdotto la riflessione della
                                           professoressa Natascia Danieli,
                                           dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
                                           e dell’Istituto di Studi Ecumenici
                                           “San Bernardino” (vedi articolo nelle
rinunciare       a    replicare     “San   pagine precedenti).
Francesco in festa con NOI”, alla          Non poteva mancare la musica di
sua seconda edizione. Nelle giornate       qualità: un concerto con il Shiloh
dell’1, 3 e 4 ottobre si sono susseguiti   Christian Choir (il 3 ottobre), un
una serie di momenti di incontro del       coro nato a Treviso il giorno di
tutto diversi.                             Natale del 2015, dal forte desiderio
Si sono aperte le danze il primo ottobre   di comunicare, attraverso canzoni
con una riflessione sul Documento          di grande valore e bellezza, “l’Amore
sulla Fratellanza Umana, firmato ad        infinito e insopprimibile di cui ogni
Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019 da        uomo è oggetto, cosicché cuori affranti
Papa Francesco e dal Grande Imam di        trovino conforto, cuori distratti
Al-Azhar, un forte invito a riscoprirsi    rivedano la strada, cuori oscurati
fratelli per promuovere insieme            trovino luce e pace.”
la giustizia e la pace, garantendo i       Nel rispetto delle normative anti-
diritti umani e la libertà religiosa,      Covid è stato organizzato anche
premessa dell’ultima enciclica del         un torneo di scopone (nelle foto i
Papa, Fratelli tutti. Il “nostro” don      primi classificati), svoltosi domenica
Mario Barbiero è stato il moderatore       4 ottobre, nel pomeriggio, presso
14

     gli ambienti dell’oratorio. Non è
     stato invece possibile realizzare
     il torneo di calcio a 5, promosso
     grazie alla determinazione di alcuni
     giovani e volontari dell’associazione,
     a causa del maltempo prima e
     delle reintrodotte restrizioni anti-
     Covid19 poi! Il tutto si è concluso
     con l’estrazione di una lotteria la
     domenica successiva.
     “San Francesco in festa con NOI”
     è stato un momento importante: in
     un periodo così difficile, nel quale la
     parola d’ordine e quasi ipnoticamente
     ripetuta era “distanziamento sociale”,
     abbiamo cercato di realizzare delle
     occasioni di “incontro non troppo
     ravvicinato” che ci permettessero di
     condividere delle riflessioni, delle
     emozioni in musica, dei momenti
     di gioco, per ricordarci che siamo
     sempre una Comunità. Riteniamo
     d’aver scelto e promosso opportunità
     di relazione di cui tutti eravamo
     e siamo assetati, affamati come
     di vita, sì di vita con e per gli altri.
     Opportunità che torneremo ad
     offrire appena possibile, perché è
     così che NOI facciamo comunità!
15

DON MARIO BARBIERO

INCONTRO ALL’ALTRO
CON SAN FRANCESCO
Nell’approssimarsi della festività di San      A Damietta il Vangelo si incontrò con
Francesco, nel contesto della seconda          il Corano e il Corano con il Vangelo,
edizione dell’iniziativa SAN FRANCESCO         il muezzin con il nunzio di pace, la
IN FESTA CON NOI, e della firma da             chiesa con la moschea. Francesco non
parte di Papa Francesco il 3 ottobre           ebbe paura di Maometto, il Sultano
sulla tomba del poverello di Assisi della      non ebbe paura di Cristo.
nuova enciclica dal titolo “Fratelli Tutti”,   Francesco non ragionava con i criteri
si è pensato di tenere presso la nostra        ideologici della cristianità del suo
parrocchia San Leopoldo Mandic a               tempo; si è posto spiritualmente al di
Mirano il 1 ottobre una conferenza sul         là della frontiera chiesa-istituzione. Il
documento firmato il 4 febbraio 2019 da        suo proposito è stato di andare oltre, di
Papa Francesco ed il Grande Imam di            lasciare la propria sponda per arrivare
Al-Azhar a Abu Dabi che porta il titolo:       alla sponda dell’altro. Una volta
“Documento sulla Fratellanza Umana             arrivato alla casa del Sultano, non si
per la pace mondiale e la convivenza           è presentato come un inviato o come
comune”.                                       un rappresentante della istituzione-
A tenere la conferenza è stata chiamata la     struttura che aveva lasciato, ma si
Prof.ssa Natascia Danieli, docente presso      è presentato semplicemente come
l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia       l’inviato di Dio, come il messaggero
e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. A       di quel Dio unico in cui anche
introdurre la conferenza è stato don           il Sultano credeva. Francesco si
Mario Barbiero, il quale ci ha aiutato a       pose subito dentro alla sensibilità
collocare il documento tra due storici         religiosa dell’altro. Possiamo parlare
eventi: l’incontro di San Francesco con        quindi di una dimensione profetica
il sultano Malik al Kamil a Damietta e la      dell’incontro tra i due, di un rispetto
nuova enciclica di Papa Francesco.             reciproco, senza venir meno al
In quell’incontro Francesco di Assisi          proprio credo, aperti all’ascolto
non pensava di poter avviare un dialogo        e all’accoglienza reciproca, come
amichevole con il Sultano Malek al Kamil.      richiamato anche nel Documento
Avvenne però un miracolo: l’incontro           presentato dalla Prof.ssa Danieli.
tra due persone diverse per cultura e          La Prof.ssa ha sottolineato che, per
religione, espressione di due mondi            inquadrare il documento, bisogna
in profondo conflitto. Fu il miracolo          partire da quanto viene espresso sia
dell’incontro nel rispetto delle diversità,    dal Santo Padre sia dal Grande Iman:
del dialogo cortese, dell’amore gratuito.      “che a nessuno è mai permesso di
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     usare il nome di Dio per giustificare la   azione. Il pluralismo e la diversità
     guerra, il terrorismo o qualsiasi altra    delle religioni, il colore, il sesso, la
     forma di violenza. Riaffermano che la      razza e il linguaggio sono una saggia
     vita deve essere sempre salvaguardata,     volontà divina”. È dalla saggezza
     così come devono essere riconosciuti       divina che scaturisce il diritto alla
     il diritto dei bambini di crescere         libertà di credo e alla libertà di
     in un ambiente familiare, il diritto       essere diversi. Per questo motivo la
     al cibo e all’educazione, alla tutela      dichiarazione condanna le adesioni
     in un ambiente digitale sempre             forzate a una particolare religione
     più insidioso per loro”. Prosegue          e cultura o a uno stile di civiltà che
     evidenziando che la dichiarazione          gli altri non accettano. Pertanto
     definisce come “necessità essenziale”      l’intento del documento è quello
     il riconoscimento del diritto delle        di adottare: la cultura del dialogo
     donne all’istruzione, al lavoro e          come via; la collaborazione comune
     all’esercizio dei loro diritti politici:   come condotta; la conoscenza
     liberare la donna da pressioni             reciproca come metodo e criterio.
     storiche e sociali contrarie ai principi   Il testo evidenzia la necessità quindi
     della sua stessa fede e dignità, ecc.      di passare dalla mera tolleranza alla
     Un’ulteriore puntualizzazione è quella     convivenza fraterna; dal “conosci te
     che “la libertà è un diritto di ogni       stesso” al “conosci il fratello”, che
     persona: ognuno gode della libertà         implica la sua storia, la sua cultura e
     di credo, pensiero, espressione e          la sua fede, perché non c’è conoscenza
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vera di sé senza l’altro. Alla luce di      La lezione di San Francesco è che,
tutto questo, sorge come necessità la       lungi dal cedere al sincretismo o al
reciproca custodia.                         relativismo, o a rinunciare alla propria
Con la firma della dichiarazione di         storia e tradizione, l’identità cristiana
Abu Dhabi, prosegue la riflessione          è però “flessibile”, cioè capace di
della Prof.ssa Danieli, si è venuto         confrontarsi con le mutate condizioni
a creare uno spazio di apertura, di         sociali e politiche del mondo, nonché
sincerità, di collaborazione. Aprirsi       di vincere preconcetti e forme
agli altri, conoscerli e riconoscerli       d’intolleranza. È un’identità che vive
come fratelli e sorelle è il primo passo    della volontà d’incontrare l’altro, che
per allontanarci dai muri innalzati         sente il desiderio del dialogo.
a causa della paura e dell’ignoranza        La profezia del documento di Abu
e per cercare tutti insieme di              Dhabi consiste forse proprio in questo:
costruire quei ponti di amicizia            un invito a superare l’odio con l’amore,
che sono fondamentali per il bene           sull’esempio di Gesù. La storia della
dell’umanità intera. Emerge così            salvezza ci insegna che il disegno di
l’incoraggiamento a coltivare quindi        Dio d’inserire l’umanità in una storia
nelle nostre famiglie e nelle nostre        genealogica, esprime la volontà
istituzioni politiche, civili e religiose   divina di non sradicarla a causa delle
un nuovo stile di vita dove la violenza     sue imperfezioni, ma di santificarla e
viene rifiutata e la persona umana è        trasfigurarla, facendo del fratello un
rispettata.                                 prossimo e del prossimo un fratello.
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     UNA NUOVA ENCICLICA
     PER UNA CHIESA NUOVA
     GIUSEPPE BOVO

     C         os’è un’enciclica?
     È una lettera pastorale che il Papa della Chiesa Cattolica
     indirizza ai vescovi della Chiesa stessa e, attraverso di
     loro, a tutti i fedeli. Questa è la definizione classica.
     Papa Francesco, nel suo ottavo anno di pontificato, il
     3 ottobre 2020, ad Assisi, sull’altare presso la Tomba di
     San Francesco, firma la sua terza Enciclica.
     Il titolo di questa nuova Enciclica è FRATELLI
     TUTTI, che riprende un’espressione di Francesco
     d’Assisi (come del resto la precedente LAUDATO SI’).
     Le encicliche sono documenti rari e impegnativi
     per ogni pontificato e segnano sempre un passaggio
     importante nella vita della Chiesa – ma spesso lo è
     anche per tutti gli altri, credenti e non: per tutti gli
     uomini. Papa Francesco vorrebbe che questa sua
     Enciclica avesse questo respiro e lo dice fin dalle
     prime righe di questa sua lunga Lettera:
     “Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni
     cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di
     farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con
     tutte le persone di buona volontà.”
     E per essere ancora più chiaro nel suo desiderio,
     conclude l’introduzione al suo documento così:
     “Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di
     vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana,
     possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale
     alla fraternità. Tra tutti […] Da soli si rischia di avere
     dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni
     si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica
     umanità, come viandanti fatti della stessa carne
     umana, come figli di questa stessa terra che ospita
     tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o
     delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce,
     tutti fratelli!”
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Papa Francesco auspica una Chiesa che si apre
al mondo, che vuole sognare assieme a tutti gli
uomini, al di là di religioni e nazionalità e culture
diverse, universale come universale era lo spirito
di San Francesco che si rivolgeva ai “Fratelli Tutti”
per proporre loro una forma di vita “dal sapore del
Vangelo”.
L’enciclica è stata resa pubblica il 4 ottobre, giorno in
cui la Chiesa cattolica ricorda San Francesco d’Assisi
ed ha suscitato subito reazioni diverse, alcune molto
critiche, a volte sprezzanti. Certi affermano di non
trovarci niente di nuovo, altri che è un messaggio
“senza Dio”.
Un’Enciclica non è un articolo di giornale che vale
per il giorno in cui si legge, perché il giorno dopo se
ne leggerà un altro; e tanto meno è un post scritto
in fretta, andando in autobus, e subito fatto girare
in facebook o su twitter. È sempre un documento
maturato in anni di esperienze e riflessioni, scritto e
riscritto e corretto e aggiustato più volte. Con la stessa
cura deve essere letto.
Il nostro invito è dunque, prima di tutto, di leggere il
testo ed elaborarne poi una propria sintesi, magari
interagendo con riflessioni ed analisi di commentatori
esperti.
Nelle prossime uscite del nostro giornalino
parrocchiale ritorneremo su questo documento per
confrontarci con pareri e letture di studiosi e figure
competenti, arricchendo così il nostro punto di vista.
Per il momento vi auguriamo buona lettura!

Edizioni disponibili con autorevoli guide e
commenti:
• Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale.
  Introduzione di Antonio Spadaro, Ed. Marsilio
• Fratelli tutti. Lettera Enciclica sulla fraternità e
  l’amicizia sociale.
  Guida alla lettura di padre Giacomo Costa SJ, ed.
  Elledici
• Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale.
  Introduzione di fra Enzo Fortunato. Postfazione di
  fra Pietro Maranesi, Ed. EMP
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                                          MONICA CAZZIN

                                      NON IO MA DIO:
     UN BEATO PER I MILLENNIALS

     D          omenica 10 ottobre ad Assisi
                la Chiesa ha proclamato un
                nuovo Beato, Carlo Acutis,
     giovanissimo ragazzo milanese che
     ha vissuto i suoi 15 anni alla costante
     presenza del Signore, infiammato
     dall’amore per Cristo tanto da spendere
     la sua vita per farlo conoscere a tutti,
     con tutti i mezzi e tutte le sue forze.
     Carlo nasce a Londra nel 1991 da due
     genitori italiani che si trovano lì per lavoro
     e con essi si trasferisce successivamente
     a Milano; fin da piccolo dimostra                a tutti coloro che conosce, ne parla
     una spiccata sensibilità spirituale e            con entusiasmo, ma senza forzature o
     un’intelligenza vivissima.                       insistenza e accompagna le parole con
                                                      i fatti: è solare e gentile nelle relazioni,
     L’EUCARISTIA È LA MIA                            attento ad aiutare i compagni di classe
                                                      più in difficoltà, si avvicina ai poveri e
     AUTOSTRADA PER IL CIELO                          ai senzatetto che vede nel quartiere e
     Già dai 3-4 anni chiede di visitare le           spesso esce la sera per portare loro cibo
     chiese per salutare Gesù e portare               o i risparmi della paghetta che tiene da
     alla Madonna i fiori raccolti durante le         parte. Si fa accompagnare dal domestico
     passeggiate. Chiede e ottiene la dispensa        di casa, un bramino indù che vicino a
     speciale per fare la Prima Comunione             Carlo si converte al cattolicesimo; invita
     a 7 anni e si accosta quotidianamente            con garbata insistenza i suoi familiari e
     all’Eucaristia che lui definisce “la             amici alla S. Messa.
     mia autostrada per il Cielo”, e a cui fa         La sua vita si svolge regolarmente
     precedere o seguire sempre un tempo              fra scuola, sport, musica, gli adorati
     prolungato di adorazione eucaristica.            animali e coltiva anche una grande
     Nel tempo il suo interesse per la fede è         passione per l’informatica, si procura
     tale da portare sua madre, per propria           testi universitari per creare programmi
     ammissione di famiglia laica e di                al computer che usa con grande abilità.
     fede “tiepida”, a iscriversi ad un corso
     di teologia per rispondere a tutte le
     domande che il figlio le pone: la madre          DAVANTI ALL’EUCARISTIA SI
     sarà una delle prime fra le moltissime           DIVENTA SANTI
     persone che Carlo converte ad una                Chiede di diventare presto catechista, il
     fede viva. Carlo infatti parla di Gesù           suo desiderio più grande è avvicinare i
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ragazzi a Dio, capire quale dono prezioso     galante della giornata”, il rosario che
sia l’Eucaristia; ripete spesso che noi       recitava quotidianamente. Per ravvivare
siamo più fortunati dei contemporanei di      la devozione a Maria stava iniziando,
Gesù, perché loro dovevano percorrere         poco prima della sua morte, una mostra
lunghe distanze per incontrarlo, a noi        sulle apparizioni mariane nel mondo.
basta andare a Messa e Gesù è lì, vivo,
proprio nell’Eucaristia e nei sacramenti.
Se davvero capissimo questo le chiese
                                              NON IO MA DIO
                                              Carlo non nascondeva il suo desiderio
sarebbero più colme dei grandi stadi
                                              di andare diritto in Paradiso e aveva
e dei teatri. Carlo ha l’intuizione di
                                              sicuramente un “Wi-fi” personale con il
sfruttare le sue conoscenze informatiche
                                              Signore. Sapeva già che sarebbe morto
per arrivare in particolare ai più
                                              giovane: “quando peserò 70 Kg”, disse
giovani e raccoglie accuratamente la
                                              ai genitori. E questo era esattamente
documentazione dei miracoli eucaristici
                                              il suo peso quando una leucemia
corredati da relazioni mediche e
                                              fulminante l’ha portato in Cielo dando
scientifiche, ricostruzioni storiche, li
                                              appena il tempo ai familiari di capire la
cataloga per tipologia e continente.
                                              gravità della situazione. Poco prima di
Spesso la famiglia deve scegliere i
                                              morire confida alla madre: “offro le mie
viaggi e le vacanze in prossimità dei
                                              sofferenze per il Papa e per la Chiesa”. È
luoghi dov’è avvenuto il miracolo così
                                              toccante il video che verrà ritrovato sul
da permettere a Carlo di documentarsi
                                              suo computer, nel quale annuncia con
con precisione. Ne nasce una raccolta
                                              sorriso dolce e disarmante la propria
fra le più ricche del web, è la Mostra
                                              fine: “sono destinato a morire” dice, poi
sui miracoli eucaristici, facilmente
                                              saluta con le mani e si allontana. È stato
scaricabile anche dal sito internet www.
                                              ubbidiente alla volontà del Padre, sino
carloacutis.com, che è stata finora
                                              alla fine: “non io ma Dio” era uno dei
ospitata da migliaia di parrocchie in tutti
                                              suoi motti preferiti.
i continenti e da almeno 100 università.
                                              TUTTI NASCONO ORIGINALI
MARIA MODELLO                                 MA MOLTI MUOIONO COME
ESEMPLARE DI FEDE                             FOTOCOPIE
Maria aveva un posto particolare nel suo
                                              Il suo esempio e la sua intercessione
cuore, era fedele al suo “appuntamento
                                              hanno portato alla nascita di
                                              numerosissimi gruppi di preghiera
                                              in tutto il mondo, ha ispirato molti
                                              giovani a riavvicinarsi alla S. Messa e
                                              ai sacramenti e sono avvenute tante
                                              conversioni ed eventi straordinari.
                                              Prossimamente verrà dedicata a Carlo
                                              Acutis una sala nel complesso della
                                              parrocchia S. Leopoldo. Affidiamo al
                                              nuovo beato “millennials”.
                                              I nostri ragazzi, seguendo le sue
                                              orme possano, scoprire la bellezza
                                              dell’incontro con Gesù, e come Carlo
                                              mettere in gioco i propri talenti con
                                              slancio e originalità.
22

     MARGHERITA DAL CORSO

     “PARTIRONO
     SENZA INDUGIO”
     Siamo partite senza indugio: quattro catechiste,
     scarpe da ginnastica ai piedi, zainetto sulle spalle,
     pranzo al sacco, cuore leggero e un sorriso stampato
     in faccia.
     Sabato 19 settembre, in occasione del mandato dei
     catechisti, la Diocesi ci ha proposto un insolito percorso
     di preghiera e di riflessione. A Portegrandi siamo salite
     sul battello navigando lungo Sile fino a Casier. Il sole
     settembrino illuminava il paesaggio, e noi sedute sul
     ponte ci godevamo tutta la bellezza del fiume, ma
     quello che ci ha toccato il cuore è stato il racconto del
     Vangelo. Ci siamo sentite come discepoli che avevano
     incontrato Gesù sulla strada verso Emmaus.
     Abbiamo ascoltato la testimonianza di due persone
     che avevano fatto il cammino di Santiago, le loro
     storie e i motivi che li hanno portati a fare una scelta
     simile alla nostra (in misura molto più grande!) sono
     sembrati straordinari. Alla fine, però, abbiamo capito
     che anche tutti noi abbiamo una storia di vita che ci
     sembra normale, ma agli occhi di chi l’ascolta diventa
     straordinaria.
     A Casier ci ha raggiunto il Vescovo Michele e con lui,
     a piedi lungo il sentiero che costeggia il Sile, siamo
     arrivate a Treviso. Prima tappa la chiesa di santa
     Maria Maggiore e poi alla Cattedrale sulle orme di
     san Liberale, patrono della diocesi, catechista laico,
     annunciatore della fede, nostro “collega”. Abbiamo
     pregato sulla sua tomba nella Cripta della Cattedrale.
     Il Vescovo ha camminato con noi e questo non
     possiamo dimenticarlo, ma anche le sue parole
     che sono state un incoraggiamento a non perdere
     l’entusiasmo della giornata vissuta e di raccontarla al
     nostro ritorno.
23

                        ALBERTO SBROGIÒ

          MIRANO CITTÀ DEL DIALOGO

“Mirano Città del Dialogo” non si ferma. Nonostante la forzata
rinuncia alla tradizionale Cena dell’Oca, per il sesto anno consecutivo
il Circolo Acli di Mirano ha proposto degli eventi per riflettere sul
tema del dialogo. Due incontri che, date le limitazioni in vigore in
questo periodo, si sono tenuti a distanza.
Venerdì 6 novembre Lara Lago, una giovane giornalista, ha affrontato
il tema: “Stereotipi, come vivere felici senza farne uso” . Venerdì 13
novembre la sociolinguista Vera Gheno ha affrontato l’argomento:
“Capirsi è difficile… e sui social di più”. Due voci femminili,
dunque, che a partire dalle loro esperienze e professionalità, hanno
affrontato due argomenti di stretta attualità per provare a dialogare
e, soprattutto, imparare a dialogare meglio.
Lara Lago, vicentina d’origine, è giornalista a Sky dopo varie
esperienze all’estero. Ci ha parlato degli stereotipi e di come sia
possibile superare questa scorciatoia per cui “classifichiamo” le
persone in base a pregiudizi, impedendoci di relazionarci in modo
sereno con gli altri. Una piaga che lei stessa da tempo si impegna a
debellare. Sui social ha raccontato cosa vuol dire vivere all’estero, le
difficoltà di una lingua sconosciuta, lo spaesamento e il sentirsi sola,
ma anche e soprattutto di body positivity, ossia di quel movimento
24

     per cui si accetta il proprio corpo così com’è: forte della sua
     esperienza, parla con grinta e solarità del diritto di essere sé
     stessi senza venire giudicati dagli altri.
     Vera Gheno, invece, è una sociolinguista specializzata
     sulla comunicazione mediata dal computer. Docente
     universitaria, ha collaborato molti anni con l’Accademia
     della Crusca. Conduce su Rai Radio1 il programma
     “Linguacce”, dove analizza con ironia, leggerezza e giochi di
     parole l’evoluzione della lingua italiana. Nella serata del 13
     novembre ci ha offerto qualche spunto su come “comunicare
     per vivere meglio”, partendo in particolare dalle difficoltà
     del dialogo via social. Dover continuare a proporre delle
     iniziative a distanza è difficile: l’impossibilità di entrare
     in contatto con le persone rappresenta un grosso limite
     per le attività culturali. Crediamo comunque importante
     proporre delle occasioni di confronto come queste: sono
     un piccolo contributo per vincere l’apatia e stimolare la
     comunità a cercare motivazioni per crescere, per farsi delle
     domande.
     Dobbiamo vedere anche il lato positivo: la possibilità di
     utilizzare queste tecnologie hanno amplificato in modo
     incredibile le possibilità di entrare in contatto con persone
     che, altrimenti, non avremmo mai avuto modo di conoscere
     e apprezzare.
25

ALBERTO SBROGIÒ

PER IL LAVORO,
PER I GIOVANI
Nel 2015 abbiamo iniziato, con il progetto Cultura KM Zero, a costruire la rete
degli Ambasciatori della Terra dei Tiepolo. Nel giro di cinque anni abbiamo
raccolto attorno a questo progetto una trentina di ragazzi che si sono offerti di
rappresentare la “Terra dei Tiepolo” all’estero.
Nel 2019, su suggerimento di un Ambasciatore, abbiamo lanciato un progetto
per una mostra fotografica che potesse spiegare, in Italia e all’Estero, le bellezze
e le peculiarità della Terra dei Tiepolo. Purtroppo non siamo riusciti a trovare
i finanziamenti necessari e il progetto si è bloccato. Quest’anno abbiamo
cominciato a intervistare i “foresti” che hanno scelto di abitare la Terra dei
Tiepolo per capire cosa li ha attratti. Nomi importanti come Tobia Ravà, Giorgio
                                                   Cavazzano, Piero Massaro,
                                                   Roberto Lamantea si sono
                                                   prestati e hanno raccontato la
                                                   loro esperienza.
                                                   Ora     abbiamo       realizzato
                                                   un      documentario          per
                                                   testimoniare l’eredità che
                                                   ci hanno lasciato i Tiepolo:
                                                   nel 2020 ricorre infatti il 250°
                                                   anniversario della morte di
                                                   Giambattista Tiepolo. Una
                                                   corsa contro il tempo per
                                                   riuscire a chiudere il progetto
                                                   entro dicembre e raccogliere
                                                   le testimonianze da Venezia,
                                                   Stra,    Este,     Massanzago,
                                                   Vicenza, ma anche Madrid e
                                                   Würzburg.
                                                   Vi chiederete: perché il
                                                   Circolo di Mirano ha la “fissa”
                                                   per la Terra dei Tiepolo?
                                                   Il motivo è che vediamo in
                                                   questo brand territoriale una
                                                   possibilità reale di sviluppo.
                                                   Crediamo che la valorizzazione
26

     del patrimonio artistico, culturale, e,
     soprattutto, paesaggistico possa essere un
     investimento necessario per creare delle
     opportunità di lavoro per i nostri ragazzi.
     Alcuni di loro vanno all’estero per scelta;
     altri si trovano costretti a lasciare l’Italia.
     Il nostro impegno è quindi rivolto a creare
     le condizioni affinché in un futuro, più
     prossimo possibile, ci siano delle nuove
     prospettive occupazionali.
     Per raggiungere questo obiettivo ci sono
     due cose che stiamo facendo e sulle quali
     tutti possono dare il loro contributo.
     La prima è ricordare, riscoprire e
     raccontare questo patrimonio.               Ce
     l’abbiamo sotto gli occhi e spesso ce ne
     dimentichiamo. Dobbiamo invece esserne
     consapevoli e averne cura.
     La seconda è lavorare per costruire reti.
     La sfida di rendere attrattivo un territorio si
     può vincere solamente se si lavora insieme.
     La rete dei luoghi dei Tiepolo che abbiamo
     iniziato a costruire con il documentario,
     ad esempio, rappresenta un altro passo
     importante in questa direzione.
     Questa “fissa” per la Terra dei Tiepolo
     nasce quindi per queste due parole: lavoro
     e giovani.
27

                        EVENTI
                     DA RICORDARE
                                 DON MARIO

N        ella ripresa dopo la pausa estiva, è stato bello vivere alcuni
         momenti di intensa spiritualità e cultura. Li vogliamo ricordare,
         ringraziando tutti coloro che, dai volontari del NOI ai collaboratori
della Segreteria parrocchiale, hanno reso possibile la loro realizzazione

Il torneo di calcio a cinque Vinciamo l’estate, che ha visto presso il campetto
San Damiano, nel lungo pomeriggio del 25 agosto, la partecipazione
di giovani pieni di energia e voglia di rimettersi magliette e scarpe da
ginnastica per una competizione dominata dal desiderio di vita e di gioco,
che in tutti voleva esplodere dopo il lockdown.

Il Concerto per la Terra per pianoforte e clarinetto in occasione della
“Giornata per il Creato” martedì 1° settembre con i maestri Pietro Semenzato
e Marco Dolfin. Musiche di Morricone, Ortolani, Haendel e Stamitz hanno
fatto da nobile cornice ai passi della lettera enciclica Laudato Si’ letti nel
corso della serata, svoltasi sul far della sera all’interno del suggestivo
chiostro, sagrato della chiesa San Leopoldo Mandic.

La festa della Madonna del Rosario, il 7 ottobre sera, ha richiamato un
gruppo di fedeli delle nostre due parrocchie di S. Silvestro e S. Leopoldo
per la S. Messa nella chiesa di Vetrego ed una processione con la recita del
Santo Rosario fino al capitello di via Porara Gidoni.
28

     Il Pellegrinaggio a Monte Berico che
     ha visto un gruppo di fedeli insieme
     al parroco don Mario recarsi al noto
     santuario mariano di Vicenza a
     conclusione del mese di ottobre, sabato
     24. La preghiera del rosario lungo il
     viaggio e la S. Messa presso la venerata
     immagine della Madonna portavano
     la triplice intenzione in favore delle
     missioni, della lotta alla pandemia,
      delle vocazioni al sacerdozio.

     La festa per i Giubilei di Matrimonio il
     15 novembre nella chiesa parrocchiale
     di Vetrego ha visto 11 coppie celebrare
     i loro anni di fedeltà nel patto nuziale.
     Le vogliamo ricordare tutte proprio in
     riferimento al loro giubileo:

     60° Giuseppe Bertoldo e Tranquilla Lanza; Ilario Lanza e Teresa Voltan
     55° Mario Vesco e Ester Corazza
     50° Giuseppe Vesco e Camilla Stocco; Elvio Noale e Mirella Dainese;
     Giuliano Noale e Sandra Busatto; Guerrino Pattarello e Annamaria Mason
     45° Plinio Pattarello e Elena Ragazzo
     35° Marino Niero e Rosanna Perale; Massimo Trevisan e Rosetta Chiarentin
     15° Luigino Gaiotto e Lina Milan
29

PRIMA CONFESSIONE
 PRIMA COMUNIONE
               7 NOVEMBRE 2020
30

     DON MARIO

     RIPRESA NELLA CARITÀ
     E NELLA COMUNIONE

     Nella gioia del Natale, sentendoci attratti dalla semplice
     umanità del Dio-con-noi, il bimbo nella mangiatoia,
     ripensiamo a questi mesi trascorsi… senza la Pasqua di
     ogni altra primavera con i riti ed i segni forti della nostra
     fede, senza il Grest di ogni altra estate con la gioia esplosiva
     di bimbi e ragazzi, senza la compagnia di chi ci ha lasciati
     con neppure la consolazione di un ultimo saluto e nella
     improvvisa scoperta di necessità mai prima vissute… tuttavia
     visitati, incontrati ed incoraggiati dal Signore, Speranza delle
     genti!
              Nasce Gesù, viene ad abitare dentro questa storia,
     che certamente è stata stravolta dall’emergenza pandemica,
     ma che è stata anche provocata a rispondere direttamente,
     responsabilmente ed intelligentemente a bisogni concreti e
     profondi… Vieni, Signore Gesù!
              Gesù nasce in questo 2020 in una Chiesa che si è
     fatta piccola e disponibile a camminare con tutti, senza
     rivendicare vie preferenziali, sospendendo celebrazioni la
     cui tradizione è secolare e radicata, vivendole come e dove
     possibile attraverso i nuovi sentieri del digitale, percorrendo
     le strade sorprendenti del web… Vieni, Signore Gesù!
              Gesù nasce nell’anno delle Olimpiadi rinviate,
     chiedendo a tutti di giocare una partita, che vede tutti
     schierati dalla stessa parte. Così abbiamo scelto di rivolgere
31

la nostra attenzione alle famiglie entrate in difficoltà
economiche a causa della chiusura e della crisi del lavoro ad
essa conseguente... Vieni, Signore Gesù!
        L’appello alla prossimità nei confronti di chi ha più
bisogno ha visto arrivare da maggio a novembre mediante
bonifico con causale SOS Famiglie COVID 19 un contributo
di 5260 euro (cui sommare 1700 euro di offerte date in mano
e 3000 euro provenienti dal Centro di Ascolto di Mirano) alla
Caritas parrocchiale, 430 euro a Casa San Raffaele di Mira
per la sua opera di accoglienza e promozione dei migranti,
260 euro al Cesvitem di Mirano per le molteplici iniziative in
Africa ed America Latina… Vieni, Signore Gesù!
        La comunione si è fatta video-incontro per bambini e
ragazzi della catechesi, per i giovanissimi ed i più piccoli di
Azione Cattolica, nelle celebrazioni e momenti di preghiera e
confronto. La ripresa è cominciata così nella carità e nella
comunione! Prima ancora di essere uscita dalla chiusura
(lockdown) e ritorno ai luoghi consueti della vita... Vieni,
Signore Gesù!

Gesù nasce rivelandoci ancora il Dio vicinissimo,
l’Emmanuele, Speranza delle genti, mentre indossiamo
le nostre mascherine e teniamo con rispetto la distanza di
almeno un metro tra noi, ricorrendo più spesso che mai
all’igienizzazione delle mani… Viene tra noi stringendoci in
quella unità, che è vita e fiducia, cura per l’altro, apertura e
disponibilità alle necessità degli ultimi e dei primi, di chi ci
vive accanto e di chi conosciamo solo per il racconto di amici
e testimoni, come avviene con Colonia Venezia a Peruibe in
Brasile… Vieni, Signore Gesù!
         Siamo tornati nelle nostre chiese, abbiamo riavviato i
percorsi della catechesi partendo innanzitutto dalla famiglia.
Genitori e figli insieme per accogliere uniti un patto di
32

     formazione, che è molto di più di un pass per i
     sacramenti. Abbiamo voluto tornare all’esperienza
     dell’accompagnamento in presenza e dirci veramente
     #rimaniamocomunità, com’era l’ashtag riproposto
     continuamente nei mesi del confinamento in casa…
     Vieni, Signore Gesù!
             Il timore e l’incertezza sono ancora tra
     noi, la malattia ed il lutto, la paura del contagio, la
     preoccupazione interiore per un futuro insicuro e
     impossibile da immaginare ancora… libero dal virus.
     Eppure Gesù nasce in questo 2020, è Natale!

     Lasciamo splendere la luce della carità e della
     comunione!
     Lasciamo risuonare la voce della speranza!
     Lasciamo scorrere sui tasti dei nostri smartphones
     (telefoni cellulari) le lettere di una sfida ancora tutta
     da vivere: #rimaniamocomunità!

     Buon Natale a tutti voi, fratelli e sorelle, ed un felice
     Anno Nuovo 2021!
27
                                                                                                                                         33

                                                   BILANCI
                                                PARROCCHIALI
                                                               BILANCI

  Parrocchia San Leopoldo Mandic in Mirano                                 Parrocchia San Silvestro Papa in Vetrego

  Riepilogo sintetico 2019                                                 Riepilogo sintetico 2019
Situazione di cassa al 31/12/2018                           54.886,35    Situazione di cassa al 31/12/2018                      57.458,99
Deposito Caritas presso c.c. Parrocchia al 31/12/2018       23.992,16
Entrate anno                                               130.278,66    Entrate anno                                           97.102,39
Uscite anno                                                131.137,31    Uscite anno                                            46.056,86
Mutuo ancora pendente al 31/12/2019                         31.342,63

DETTAGIO DELLE ENTRATE                                                   DETTAGIO DELLE ENTRATE
ENTRATE TOTALI                                             152.234,66
                                                            130.278,66   ENTRATE TOTALI                                         39.642,48
                                                                                                                                 97.102,39

Offerte in chiesa                                           35.860,34    Offerte in chiesa                                      12.023,00
Candele votive                                               5.163,31                                                            1.735,00
Buste (Offerta straordinaria Natale e Pasqua)                3.430,00    Buste (Offerta straordinaria Natale e Pasqua)
Intenzioni Ss. Messe                                         5.765,00    Intenzioni Ss. Messe                                     2.520,00
Entrate per raccolte (Baby Hospital, Missioni, Caritas       2.550,00    Entrate per raccolte (Adozioni, Missioni, Seminario)     3.202,35
Diocesana)
Contributi da privati, gruppi e altre offerte               20.927,53    Contributi da privati, gruppi e altre offerte            3.112,00
Festa di S. Leopoldo                                        48.915,60    Affitti                                                  7.833,13
Caritas parrocchiale                                        24.059,00    Vendita ferro pro scuola dell’infanzia                   5.704,00
Contributo dal Comune di Mirano                              5.563,88    Contributo dal Comune di Mirano                          3.513,00

DETTAGLIO DELLE USCITE                                                   DETTAGLIO DELLE USCITE
USCITE TOTALI                                              153.093,31
                                                           131.137,31    USCITE TOTALI                                          46.056,86

Spese per il culto                                          11.350,13    Spese per il culto                                         708,90
Intenzioni Ss. Messe                                         5.480,00    Intenzioni Ss. Messe                                     1.700,00
Giornate collette imperate e carità (Missioni, Carità                    Curia 3% su redditi 2017-2018                            1.260,00
del Papa,…)                                                  7.500,00                                                             1.160,00
Spese per raccolte (Baby Hospital, Missioni, Caritas                     Spese per raccolte (Adozioni, Caritas)
Diocesana)                                                   1.960,00
Prestiti senza interessi da parrocchiani                    10.000,00    Progetto Associazione Don Zilli                        11.500,25
Spese Festa S. Leopoldo                                     22.646,31    Scuola Materna Contributo dal Comune di Mirano          3.513,00
Attività Parrocchiali (catechesi, stampa, abbonamenti,                   Attività Parrocchiali (catechesi, stampa,                 240,00
oratorio…)                                                   8.371,69    abbonamenti, oratorio…)
Anticipo spese per pellegrinaggi e campiscuola               3.800,00
Caritas parrocchiale (aiuto persone in difficoltà, spese    21.956,00
trasporto, affitto locali…)                                                                                                       3.204,20
Spese straordinarie                                         15.725,38    Spese straordinarie (consulenze e censimento beni)
Spese varie (cancelleria, fotocopiatrice, pulizie)           5.570,54    Spese varie (cancelleria, fotocopiatrice, pulizie)
Spese per utenze (Luce, Acqua, Gas, Telefono) e                          Spese per utenze (Luce, Acqua, Gas, Telefono) e        15.603,38
imposte                                                     23.068,54    imposte
Manutenzioni straordinarie                                   2.429,59    Manutenzioni straordinarie                               3.387,16
Assicurazioni                                                3.600,67    Assicurazioni                                            3.614,77
Rimborso finanziamenti ed interessi bancari                  9.634,46    Rimborso finanziamenti ed interessi bancari                165,20
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