NATALE 2020 N.7 - PARROCCHIE SAN LEOPOLDO MANDIC E SAN SILVESTRO PAPA
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INDICE p.1 Se ci sei sono felice p.4 A scuola: il ritorno… in dad p.6 L’altra faccia dell’epidemia p.9 Ti racconto cosa ho imparato p.11 Estate Attiva e Next to You p.13 Noi facciamo comunita’ Immagine di copertina: p.15 Incontro all’altro con San Francesco San Francesco e il Sultano, un modello di incontro p.18 Una nuova enciclica per una Chiesa nuova Autore: frère Stéphane Martin-Prével p.20 Non io ma Dio, un beato per i Millennials Luogo: Monastero ecumenico e laico di Gai-rire, Les Vallées - 35750 Saint p.22 Partirono senza indugio Malon sul Mel, Francia p.23 Mirano città del dialogo p.25 Per il lavoro, per i giovani San Francesco incontra il Sultano (a p.27 Eventi da ricordare Damietta in Egitto, nel 1219) p.29 Prima Confessione - Prima Comunione “Mentre intorno a lui la barbarie degli uomini si esprime in tutta la sua vastità, San Francesco, animato dalla p.30 Ripresa nella carità e nella comunione sua fede nell’Uomo e nel suo Salvatore, sceglie di andare oltre le sue paure, p.33 Bilanci Parrocchiali recandosi incontro al Sultano. Quest’ultimo, intriso della grandezza della sua tradizione, riconosce nel “Poverello di Assisi” la Luce che porta. È amore a prima vista… Questo straniero circondato da uomini armati che si presenta a lui, è tutt’altro che un nemico calcolatore che vuole convertirlo alla sua religione, ma un fratello, con il quale condivide un ardente desiderio di Pace e Fraternità”.
1 VANIA VECCHIATO SE CI SEI SONO FELICE L e nostre comunità parrocchiali di San Leopoldo e San Silvestro hanno vissuto, domenica 18 ottobre, momenti di gioiosa e fraterna partecipazione in occasione della visita del Vescovo Michele, che ha presenziato alla cerimonia di chiusura dei lavori di consolidamento della scuola per l’infanzia di Vetrego con una solenne benedizione. I sentimenti che hanno animato l’incontro si possono riassumere con le parole contenute nella lettera del Vescovo alla Diocesi dello scorso 6 ottobre, apposte in bella mostra sul portale della chiesa parrocchiale dagli amici dell’Azione Cattolica e riprese da don Mario nel saluto di apertura della Santa Messa… “Troviamoci assieme a vecchi e nuovi compagni di strada, per sentire che ci siamo, per scoprire forme anche inedite di incontro, per dire a ciascuno che siamo contenti che ci sia e faccia parte della comunità e della vita di tutti. Cogliamo l’occasione per dirci gli uni agli altri: «Sono felice se ci sei e se non ci sei mi manchi». Nel promuovere l’accordo di rete tra le scuole dell’infanzia e nidi integrati delle parrocchie di Campocroce, Scaltenigo e Vetrego il personale, i volontari e quanti vi gravitano attorno hanno lavorato insieme alla ricerca del bene comune, mettendo al primo posto la crescita umana e cristiana non solo dei piccoli ma di un’intera comunità, che va ben oltre i confini delle parrocchie interessate… Sono felice che ci sei… è un imperativo portato avanti con la convinzione che stando dalla parte dei piccoli non si sbaglia mai. A tal fine è stato iniziato un percorso di radicale riorganizzazione dei nostri istituti, prima di tutto per dare ai nostri territori, dove le nascite sono in forte calo, un servizio di qualità pastorale, umana, morale e cristiana Il Presidente dell’accordo di rete, Simone Naletto, ha accolto il
2 Vescovo confidandogli che questa piccola realtà è nata, quasi come una scommessa nel 2015, con il desiderio dapprima delle comunità parrocchiali di Vetrego e Scaltenigo, sostenuto dalla Diocesi stessa, e successivamente insieme alla comunità parrocchiale di Campocroce, di unire i percorsi delle scuole paritarie dell’infanzia. Si è avviato un processo di condivisione e ottimizzazione dei servizi, del personale, dei progetti educativi e dei costi, volto a qualificare queste strutture educative non tanto come distributori automatici di servizi parrocchiali, ma come importanti punti di riferimento, casa comune e fraterna per bambini e famiglie. Nel corso dell’incontro le insegnanti e gli educatori hanno presentato il percorso educativo per l’anno 2020-21 dal tema ”RiCreiamo con San Francesco” nato dopo un’ attenta riflessione sulla situazione che abbiamo vissuto a causa dell’epidemia Covid-19 “Nel lungo periodo che abbiamo trascorso a casa”, hanno sottolineato, “abbiamo imparato a guardare e ad ascoltare la natura che ci circonda, a prenderci il tempo di coglierne la bellezza e di stupirci di tutte le meraviglie che ci offre. Abbiamo aperto gli occhi su quanto noi esseri umani siamo fragili ma strettamente legati gli uni agli altri e al nostro pianeta: la Terra. San Francesco e il suo Cantico delle creature oggi è più attuale che mai, è un inno d’amore che porta stupore, gioia, ammirazione e presenta ai bambini il mondo come uno scrigno da scoprire e rispettare. Il Cantico delle creature accompagnerà i bimbi
3 durante tutto l’anno scolastico introducendo varie attività alla scoperta del mondo che ci circonda attraverso percorsi, laboratori ed esperienze, del tempo che passa che torna e trasforma, dei colori e delle loro innumerevoli sfumature, della parola e del piacere dell’ascolto e della lettura.” Il Vescovo nel commentare il Vangelo nel corso della Santa Messa conclusiva ci ha ricordato che “esiste una realtà nel creato che è come se fosse una moneta con sopra l’immagine di Dio… e siamo noi… portiamo l’immagine di Dio su di noi dal concepimento alla morte… il Signore ci ha creati gratis… non aveva bisogno di noi ma ci vuole… e vuole che noi possiamo dire a Lui un sì libero nell’amore… Il Signore si rivolge ad ognuno di noi sussurrandogli “sono contento che tu ci sia… se non mi vuoi lo accetto… ma sto male… tento di capire di cosa il tuo cuore ha bisogno”… “Noi siamo una missione”, ha concluso, riprendendo parole care a Papa Francesco, “siamo mandati a fare il bene alle persone che incontriamo lungo il nostro cammino.” Il Vescovo, i sacerdoti e quanti hanno partecipato all’evento sono testimonianza viva di quanto sia bello, di quanto porti gioia, lo stringersi gli uni verso gli altri, il condividere momenti, pezzi di vita, il camminare assieme, soprattutto in questo periodo non facile per tutti. Insieme possiamo costruire un mondo migliore… “Se ci sei, sono felice!”.
4 A SCUOLA: IL RITORNO… IN DAD GIACOMO NATALI E LORENZO BASILE Il ritorno a scuola è uno dei momenti più importanti dell’anno. Le giornate al mare e le uscite con gli amici volgono al termine, l’estate si conclude, le zanzare iniziano a diminuire e i ragazzi, volenti o nolenti, si apprestano ad iniziare il nuovo anno scolastico. In quanto rappresentante d’istituto l’uno e rappresentante di classe l’altro, entrambi studenti al liceo Majorana-Corner di Mirano, in quest’anno particolare, abbiamo avuto modo di confrontarci con i nostri compagni, che hanno dimostrato fin da subito un grande entusiasmo nei confronti dell’organizzazione scolastica e della gestione di orari differenziati per permettere a ognuno di poter frequentare le lezioni in presenza. Un entusiasmo legato alla “nostalgia dell’aula”, e ai mesi passati in quarantena alla fine del precedente anno di studi, durante il quale non abbiamo avuto modo di usufruire dei lati migliori della vita scolastica. Sfortuna vuole però, che a fine ottobre, con il nuovo Dpcm, l’educazione superiore è tornata al 100% a distanza, rovinando completamente quello che sembrava un anno iniziato al meglio, e gettando nuovamente noi ragazzi nel baratro della DAD! (Didattica A Distanza)
5 Perchè tutto quest’odio verso le lezioni a distanza? Dopotutto i ragazzi sono sempre davanti ai prof, certo attraverso modalità diverse, ma possono seguire le lezioni e persino fare verifiche e interrogazioni... Eppure c’è qualcosa che manca alla lezione in sé: un’anima. Il timore per un’interrogazione, la gioia per un bel voto, i lunghi discorsi dell’ultimo banco… piccoli sprazzi di una tipica giornata di scuola, che non possono verificarsi in mancanza di una connessione diretta. La lezione ha bisogno di tutti quei momenti che contribuiscono alla maturazione di nuove amicizie nel gruppo classe. Un gruppo fondamentale, una comunità, dove si ride e si scherza, ma si affrontano i problemi e si cresce insieme. Ecco cosa rende tanto pesanti le ore di DAD, ecco cosa ci fa rimpiangere ciò che una volta davamo per scontato e sì, criticavamo anche. Probabilmente questo momento difficile è solo l’ulteriore prova del fatto che ci accorgiamo di ciò che abbiamo solo quando lo perdiamo. Per concludere vorremmo solo mandare un augurio e un caldo abbraccio a tutti gli studenti e a tutti coloro che sono in difficoltà in questo momento, e ricordarvi che, nonostante la quarantena, le mascherine e i distanziamenti sociali, non siete mai soli!
6 MONICA CAZZIN L’ALTRA FACCIA DELL’EPIDEMIA L a pandemia del nuovo Coronavirus sta colpendo duramente la salute di tutto il pianeta, mettendo alla prova i vari sistemi sanitari soprattutto nei paesi dove la sanità è privatizzata e accessibile a pochi e in quelli dove l’assistenza sanitaria manca di un solido impianto preventivo e curativo. Pur non avendo una letalità intrinseca elevata come altre epidemie del passato - una per tutte l’influenza spagnola - questa nuova minaccia sta provocando instabilità sociale, economica e politica in molti paesi. Le statistiche fornite quotidianamente da varie agenzie ci presentano dati di incidenza e mortalità molto diversi fra i vari Stati (www. worldometers.info/coronavirus/). In particolare è interessante vedere come la maggioranza degli stati africani sembra avere una circolazione del virus e una letalità molto bassi, ad eccezione del Sudafrica, e in misura minore gli stati nordafricani. In Sudamerica invece troviamo i dati più alti del mondo. Perchè in Africa il Coronavirus fa meno vittime? Sicuramente c’è una sottostima dei decessi dovuta al minore utilizzo dei test diagnostici troppo costosi in certi contesti, quindi molte morti da Covid restano anonime se non sono confermate da un tampone positivo. Nelle zone rurali più sperdute o in aree di conflitto molti decessi possono sfuggire alla segnalazione e alla registrazione anagrafica (non meraviglia che negli stessi paesi possano esserlo anche le nascite!). Nonostante la sottostima diagnostica sembra davvero che nella maggior parte degli stati africani l’epidemia colpisca con meno forza: alcune condizioni tipiche dell’Africa sembrano protettive, come ad esempio il vaccino antitubercolare, inoltre rispetto alla popolazione dei paesi
7 ricchi l’età media degli africani è più bassa e incide sulla minore gravità del decorso; sono meno diffusi ipertensione, obesità e disturbi correlati che peggiorano la prognosi; la maggiore dispersione territoriale e la scarsità dei trasporti favoriscono il distanziamento e rallentano il contagio al di fuori delle grandi città. Per contro le misure igieniche e protettive sono limitate dal costo dei dispositivi e dalla scarsità di acqua corrente e detergenti. Questa pandemia porta comunque in Africa danni collaterali gravissimi sulla salute pubblica perché molti africani temono di recarsi negli ospedali e nei centri di salute per timore del Covid, e così si riducono le attività di prevenzione e profilassi nei confronti delle gravidanze a rischio con possibile aumento della mortalità materno infantile, vengono interrotte le vaccinazioni con il rischio di nuove epidemie, aumentano i ritardi di diagnosi e di trattamento per malaria, tubercolosi e malattie infettive che rischiano una mortalità ben più alta del Covid. Il distanziamento sociale, che pure viene imposto, blocca le piccole attività produttive e commerciali che rappresentano fonti di sostentamento. E tutto questo rischia di trasformare la povertà in miseria ed è provato come la malnutrizione sia il fattore più importante di gravità delle malattie che flagellano questi paesi. Molte risorse economiche destinate alla sanità ordinaria devono necessariamente essere deviate verso la prevenzione e la cura del Covid penalizzando un sistema sanitario già in sofferenza; le maggiori organizzazioni di cooperazione
8 internazionale si trovano ad affrontare impegni economici aumentati a fronte di una minor disponibilità finanziaria dovuta alla crisi economica che accompagna questa epidemia. Troviamo uno scenario completamento diverso in Sudamerica, dove molti stati sono fra i primi al mondo per incidenza e mortalità da Covid, che non accenna a rallentare. I casi più numerosi si trovano nelle grandi città; il virus è arrivato dall’estero colpendo prima i ceti sociali più alti, ma è nelle favelas dove l’affollamento e le condizioni igieniche ne hanno favorito la diffusione che ha trovato il suo habitat perfetto. Un resoconto diretto ci viene da Frei Mariano Foralosso, direttore di Colonia Venezia a Peruibe, Brasile: “il 70% dei contagiati vive in favelas, sono minoranze etniche, poveri e anziani; nelle baracche delle favelas è impossibile fare l’isolamento, perché manca lo spazio per vivere, spesso manca acqua potabile, elettricità e fognature. Il sistema sanitario funziona solo come privilegio per chi paga e manca una vera azione di prevenzione. In piena pandemia il presidente Bolsonaro ha dimesso il ministro della salute, che aveva avviato un valido programma preventivo e ha nominato ministro un generale dell’esercito. Il livello di disoccupazione si è ulteriormente abbassato; il governo centrale ha tagliato del 30% i già scarsi aiuti pubblici per la scuola ed il sociale, riducendo anche i finanziamenti che contribuivano in parte all’attività di Colonia Venezia”. Colonia Venezia e le strutture scolastiche collegate hanno dovuto chiudere i propri cancelli alle centinaia di giovani che vi afferivano. Gli operatori hanno subito attivato un percorso assistenziale alternativo per non interrompere la formazione dei ragazzi, che in Colonia Venezia hanno un punto di riferimento relazionale ed emotivo. Fanno il possibile per raggiungere nelle loro case i ragazzi consegnando beni di prima necessità, viveri, materiale per lo studio autonomo e cercando di dare continuità alle attività intraprese come ad esempio tenere con sé il loro strumento musicale. Piccoli segni di vicinanza e di appartenenza alla comunità che si preoccupa di loro e delle loro famiglie. In queste situazioni di prova si moltiplicano le azioni che ci restituiscono il senso di solidarietà e fratellanza, primo fra tutti l’impegno eroico dei sanitari e operatori che in prima linea affrontano l’epidemia con professionalità e umanità. Molte iniziative sono avviate per rendere meno duro questo periodo, dalla distribuzione di ceste basiche alle famiglie delle favelas, al reperimento dei fondi per l’acquisto delle stesse, al confezionamento e distribuzione gratuita di mascherine. Durante la giornata missionaria di ottobre anche noi abbiamo voluto raccogliere un contributo per Colonia Venezia, crediamo in questo progetto che strappa molti giovani alla strada, li avvia ad un percorso formativo che ha già portato con grande soddisfazione di tutti ai primi laureati e all’inserimento di molti ragazzi nel mondo del lavoro. Alcuni di loro sono ritornati in Colonia Venezia come educatori. L’epidemia prima o dopo finirà ma la rete di solidarietà e di attenzione agli altri che avremo mantenuto serviranno per ripartire ad operare il bene.
9 MARIO BEE TI RACCONTO COSA HO IMPARATO Il Vescovo ci esorta a non seppellire paura di quel momento, soprattutto l’esperienza di questo tempo, ma ci nei risvegli notturni, affollati da sollecita a raccontare qualcosa della mille pensieri. Ho trovato pace nella nostra vita personale per continuare poca fede che riesco a coltivare, che a vivere come comunità che ascolta mi assicura la presenza del Signore, e condivide, proponendoci poi in un soprattutto nei momenti difficili, nel servizio più consapevole. Così eccomi ricordo delle persone care che hanno a raccontare un poco del mio vissuto… già varcato quella soglia e in particolare Domenica ho portato l’Eucarestia mia madre, che serenamente mi ha ad un ammalato, che da qualche consegnato il suo ultimo respiro. anno vive da solo. Alla sofferenza E l’anima? Mi chiede ancora questo della malattia si aggiunge quella amico sofferente, che di recente dell’abbandono. Ci sentiamo anche per deve aver letto qualcosa sulla telefono e ultimamente è tormentato reincarnazione. Abbiamo parlato dal pensiero della morte e del destino allora del nostro Credo, della dell’anima. L’ho ascoltato e ho cercato resurrezione dei morti, ma anche di rispondere con l’esperienza vissuta del mistero dell’infinito, sul quale mi soprattutto nel periodo di lockdown. è sembrato alquanto interessato a Ho raccontato che in quel tempo continuare la conversazione. indefinito, senza né testa né coda, ho sì Non so quanto potrà estendersi il avuto la fortuna di trovarmi nel luogo dialogo intrapreso, ma mi piacerebbe giusto, unito ad una famiglia allargata, spostare l’attenzione sul ruolo dove ho anche avuto modo di fare il ancora attivo di noi anziani: davvero nonno a tempo pieno, tuttavia non possiamo passare da sopravvissuti a sono mancati momenti di prostrazione. protagonisti, cioè stare insieme per In quei giorni in cui i deceduti di condividere e fare ancora amicizia in Covid si contavano a centinaia, non un tempo di solitudine e individualismo era difficile pensare alla morte e alla esacerbato.
10 Una “formazione continua” e guidata il fatto che la “formazione continua” è è uno degli elementi da curare con per tutta la vita ed è quella che assicura assiduità per vivere bene la propria dignità anche quando si è anziani, vita, per invecchiare positivamente, per allontanando il tempo della non sentirsi partecipi. L’impegno, quindi, autosufficienza. E’ questo un punto di stare insieme per formarci ancora, di vista che si nutre di un’esperienza per capire il tempo che viviamo, per di vita e al tempo stesso di una forza mettere a frutto la nostra esperienza spirituale che ci porta “oltre”. È un di vita, le nostre competenze ancora insieme di ingredienti che le giovani importanti, per preparare il futuro generazioni ancora non possiedono, delle nuove generazioni. non per loro mancanza ma perché Solo chi possiede conoscenze hanno intrapreso da poco il cammino trasversali, competenze, abilità, della vita. Formazione per tutta la abitudine al lavoro di gruppo e vita, è dunque l’imperativo, che ci flessibilità, sarà in grado di proporre consegna a mio parere questo lungo gli strumenti necessari ad una buona distanziamento fisico provocato dal vita. Avere al cuore il futuro delle Covid-19. nuove generazioni, non trascura però
11 MARGHERITA DAL CORSO ESTATE ATTIVA E NEXT TO YOU D opo una primavera che combatteva ancora contro il Covid – 19, immaginare un’estate con attività ricreative per i ragazzi sembrava impossibile. E invece con molto coraggio e determinazione siamo riusciti ad organizzare un’Estate AttiVa per dare a bambini e ragazzi degli spazi e delle occasioni di gioco e intrattenimento. Pur tenendo conto delle regole imposte dal virus, abbiamo diviso gli spazi in modo da essere distanziati, ma stando insieme, sia nelle ore pomeridiane sia in quelle mattutine, con uno slogan che diceva: “La strada verso la libertà”. La libertà di uscire dalla schiavitù del Covid, come gli ebrei che uscirono dalla schiavitù del Faraone d’Egitto. La frequenza dei bambini ha avuto un modesto afflusso, ma un buon numero di giovani animatori e aiuto animatori hanno voluto essere protagonisti di questa strana estate, desiderosi di stare insieme e di divertire i bambini. E’ nata così una nuova proposta, per i giovanissimi: Next to You.
12 Nei primi giorni di settembre è stato organizzato per i nostri giovani animatori un’uscita di pochi giorni a Santo Stefano di Cadore. Quattro giorni di sole e di caldo, che ci hanno permesso di fare delle escursioni in alta montagna e non solo. Guardandoci intorno durante una passeggiata nel bosco, seguendo il corso del torrente, abbiamo camminato in silenzio, meditando su quello che avevamo vissuto durante la pandemia, come fosse cambiata la nostra vita, e i progetti sul nostro operare per gli altri. C’è stato poi un momento di condivisione dei pensieri scritti dai ragazzi. È stato bello ascoltarli, lasciandoci stupire per i contenuti e per la voglia di quei contatti che ci erano mancati. Al rientro a Mirano abbiamo concluso la serata con una pizza in Oratorio San Francesco, perché volevamo prolungare quel clima di amicizia e condivisione vissuto al campo. Speriamo che questa atmosfera possa continuare e seminare speranza anche nei prossimi mesi.
13 SARA BUSATO NOI FACCIAMO COMUNITÀ I n occasione della festa di San Francesco Patrono d’Italia, a cui è dedicato il nostro Oratorio presso la parrocchia San Leopoldo Mandic, non potevamo che ha introdotto la riflessione della professoressa Natascia Danieli, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” (vedi articolo nelle rinunciare a replicare “San pagine precedenti). Francesco in festa con NOI”, alla Non poteva mancare la musica di sua seconda edizione. Nelle giornate qualità: un concerto con il Shiloh dell’1, 3 e 4 ottobre si sono susseguiti Christian Choir (il 3 ottobre), un una serie di momenti di incontro del coro nato a Treviso il giorno di tutto diversi. Natale del 2015, dal forte desiderio Si sono aperte le danze il primo ottobre di comunicare, attraverso canzoni con una riflessione sul Documento di grande valore e bellezza, “l’Amore sulla Fratellanza Umana, firmato ad infinito e insopprimibile di cui ogni Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019 da uomo è oggetto, cosicché cuori affranti Papa Francesco e dal Grande Imam di trovino conforto, cuori distratti Al-Azhar, un forte invito a riscoprirsi rivedano la strada, cuori oscurati fratelli per promuovere insieme trovino luce e pace.” la giustizia e la pace, garantendo i Nel rispetto delle normative anti- diritti umani e la libertà religiosa, Covid è stato organizzato anche premessa dell’ultima enciclica del un torneo di scopone (nelle foto i Papa, Fratelli tutti. Il “nostro” don primi classificati), svoltosi domenica Mario Barbiero è stato il moderatore 4 ottobre, nel pomeriggio, presso
14 gli ambienti dell’oratorio. Non è stato invece possibile realizzare il torneo di calcio a 5, promosso grazie alla determinazione di alcuni giovani e volontari dell’associazione, a causa del maltempo prima e delle reintrodotte restrizioni anti- Covid19 poi! Il tutto si è concluso con l’estrazione di una lotteria la domenica successiva. “San Francesco in festa con NOI” è stato un momento importante: in un periodo così difficile, nel quale la parola d’ordine e quasi ipnoticamente ripetuta era “distanziamento sociale”, abbiamo cercato di realizzare delle occasioni di “incontro non troppo ravvicinato” che ci permettessero di condividere delle riflessioni, delle emozioni in musica, dei momenti di gioco, per ricordarci che siamo sempre una Comunità. Riteniamo d’aver scelto e promosso opportunità di relazione di cui tutti eravamo e siamo assetati, affamati come di vita, sì di vita con e per gli altri. Opportunità che torneremo ad offrire appena possibile, perché è così che NOI facciamo comunità!
15 DON MARIO BARBIERO INCONTRO ALL’ALTRO CON SAN FRANCESCO Nell’approssimarsi della festività di San A Damietta il Vangelo si incontrò con Francesco, nel contesto della seconda il Corano e il Corano con il Vangelo, edizione dell’iniziativa SAN FRANCESCO il muezzin con il nunzio di pace, la IN FESTA CON NOI, e della firma da chiesa con la moschea. Francesco non parte di Papa Francesco il 3 ottobre ebbe paura di Maometto, il Sultano sulla tomba del poverello di Assisi della non ebbe paura di Cristo. nuova enciclica dal titolo “Fratelli Tutti”, Francesco non ragionava con i criteri si è pensato di tenere presso la nostra ideologici della cristianità del suo parrocchia San Leopoldo Mandic a tempo; si è posto spiritualmente al di Mirano il 1 ottobre una conferenza sul là della frontiera chiesa-istituzione. Il documento firmato il 4 febbraio 2019 da suo proposito è stato di andare oltre, di Papa Francesco ed il Grande Imam di lasciare la propria sponda per arrivare Al-Azhar a Abu Dabi che porta il titolo: alla sponda dell’altro. Una volta “Documento sulla Fratellanza Umana arrivato alla casa del Sultano, non si per la pace mondiale e la convivenza è presentato come un inviato o come comune”. un rappresentante della istituzione- A tenere la conferenza è stata chiamata la struttura che aveva lasciato, ma si Prof.ssa Natascia Danieli, docente presso è presentato semplicemente come l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia l’inviato di Dio, come il messaggero e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. A di quel Dio unico in cui anche introdurre la conferenza è stato don il Sultano credeva. Francesco si Mario Barbiero, il quale ci ha aiutato a pose subito dentro alla sensibilità collocare il documento tra due storici religiosa dell’altro. Possiamo parlare eventi: l’incontro di San Francesco con quindi di una dimensione profetica il sultano Malik al Kamil a Damietta e la dell’incontro tra i due, di un rispetto nuova enciclica di Papa Francesco. reciproco, senza venir meno al In quell’incontro Francesco di Assisi proprio credo, aperti all’ascolto non pensava di poter avviare un dialogo e all’accoglienza reciproca, come amichevole con il Sultano Malek al Kamil. richiamato anche nel Documento Avvenne però un miracolo: l’incontro presentato dalla Prof.ssa Danieli. tra due persone diverse per cultura e La Prof.ssa ha sottolineato che, per religione, espressione di due mondi inquadrare il documento, bisogna in profondo conflitto. Fu il miracolo partire da quanto viene espresso sia dell’incontro nel rispetto delle diversità, dal Santo Padre sia dal Grande Iman: del dialogo cortese, dell’amore gratuito. “che a nessuno è mai permesso di
16 usare il nome di Dio per giustificare la azione. Il pluralismo e la diversità guerra, il terrorismo o qualsiasi altra delle religioni, il colore, il sesso, la forma di violenza. Riaffermano che la razza e il linguaggio sono una saggia vita deve essere sempre salvaguardata, volontà divina”. È dalla saggezza così come devono essere riconosciuti divina che scaturisce il diritto alla il diritto dei bambini di crescere libertà di credo e alla libertà di in un ambiente familiare, il diritto essere diversi. Per questo motivo la al cibo e all’educazione, alla tutela dichiarazione condanna le adesioni in un ambiente digitale sempre forzate a una particolare religione più insidioso per loro”. Prosegue e cultura o a uno stile di civiltà che evidenziando che la dichiarazione gli altri non accettano. Pertanto definisce come “necessità essenziale” l’intento del documento è quello il riconoscimento del diritto delle di adottare: la cultura del dialogo donne all’istruzione, al lavoro e come via; la collaborazione comune all’esercizio dei loro diritti politici: come condotta; la conoscenza liberare la donna da pressioni reciproca come metodo e criterio. storiche e sociali contrarie ai principi Il testo evidenzia la necessità quindi della sua stessa fede e dignità, ecc. di passare dalla mera tolleranza alla Un’ulteriore puntualizzazione è quella convivenza fraterna; dal “conosci te che “la libertà è un diritto di ogni stesso” al “conosci il fratello”, che persona: ognuno gode della libertà implica la sua storia, la sua cultura e di credo, pensiero, espressione e la sua fede, perché non c’è conoscenza
17 vera di sé senza l’altro. Alla luce di La lezione di San Francesco è che, tutto questo, sorge come necessità la lungi dal cedere al sincretismo o al reciproca custodia. relativismo, o a rinunciare alla propria Con la firma della dichiarazione di storia e tradizione, l’identità cristiana Abu Dhabi, prosegue la riflessione è però “flessibile”, cioè capace di della Prof.ssa Danieli, si è venuto confrontarsi con le mutate condizioni a creare uno spazio di apertura, di sociali e politiche del mondo, nonché sincerità, di collaborazione. Aprirsi di vincere preconcetti e forme agli altri, conoscerli e riconoscerli d’intolleranza. È un’identità che vive come fratelli e sorelle è il primo passo della volontà d’incontrare l’altro, che per allontanarci dai muri innalzati sente il desiderio del dialogo. a causa della paura e dell’ignoranza La profezia del documento di Abu e per cercare tutti insieme di Dhabi consiste forse proprio in questo: costruire quei ponti di amicizia un invito a superare l’odio con l’amore, che sono fondamentali per il bene sull’esempio di Gesù. La storia della dell’umanità intera. Emerge così salvezza ci insegna che il disegno di l’incoraggiamento a coltivare quindi Dio d’inserire l’umanità in una storia nelle nostre famiglie e nelle nostre genealogica, esprime la volontà istituzioni politiche, civili e religiose divina di non sradicarla a causa delle un nuovo stile di vita dove la violenza sue imperfezioni, ma di santificarla e viene rifiutata e la persona umana è trasfigurarla, facendo del fratello un rispettata. prossimo e del prossimo un fratello.
18 UNA NUOVA ENCICLICA PER UNA CHIESA NUOVA GIUSEPPE BOVO C os’è un’enciclica? È una lettera pastorale che il Papa della Chiesa Cattolica indirizza ai vescovi della Chiesa stessa e, attraverso di loro, a tutti i fedeli. Questa è la definizione classica. Papa Francesco, nel suo ottavo anno di pontificato, il 3 ottobre 2020, ad Assisi, sull’altare presso la Tomba di San Francesco, firma la sua terza Enciclica. Il titolo di questa nuova Enciclica è FRATELLI TUTTI, che riprende un’espressione di Francesco d’Assisi (come del resto la precedente LAUDATO SI’). Le encicliche sono documenti rari e impegnativi per ogni pontificato e segnano sempre un passaggio importante nella vita della Chiesa – ma spesso lo è anche per tutti gli altri, credenti e non: per tutti gli uomini. Papa Francesco vorrebbe che questa sua Enciclica avesse questo respiro e lo dice fin dalle prime righe di questa sua lunga Lettera: “Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà.” E per essere ancora più chiaro nel suo desiderio, conclude l’introduzione al suo documento così: “Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”
19 Papa Francesco auspica una Chiesa che si apre al mondo, che vuole sognare assieme a tutti gli uomini, al di là di religioni e nazionalità e culture diverse, universale come universale era lo spirito di San Francesco che si rivolgeva ai “Fratelli Tutti” per proporre loro una forma di vita “dal sapore del Vangelo”. L’enciclica è stata resa pubblica il 4 ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda San Francesco d’Assisi ed ha suscitato subito reazioni diverse, alcune molto critiche, a volte sprezzanti. Certi affermano di non trovarci niente di nuovo, altri che è un messaggio “senza Dio”. Un’Enciclica non è un articolo di giornale che vale per il giorno in cui si legge, perché il giorno dopo se ne leggerà un altro; e tanto meno è un post scritto in fretta, andando in autobus, e subito fatto girare in facebook o su twitter. È sempre un documento maturato in anni di esperienze e riflessioni, scritto e riscritto e corretto e aggiustato più volte. Con la stessa cura deve essere letto. Il nostro invito è dunque, prima di tutto, di leggere il testo ed elaborarne poi una propria sintesi, magari interagendo con riflessioni ed analisi di commentatori esperti. Nelle prossime uscite del nostro giornalino parrocchiale ritorneremo su questo documento per confrontarci con pareri e letture di studiosi e figure competenti, arricchendo così il nostro punto di vista. Per il momento vi auguriamo buona lettura! Edizioni disponibili con autorevoli guide e commenti: • Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale. Introduzione di Antonio Spadaro, Ed. Marsilio • Fratelli tutti. Lettera Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale. Guida alla lettura di padre Giacomo Costa SJ, ed. Elledici • Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale. Introduzione di fra Enzo Fortunato. Postfazione di fra Pietro Maranesi, Ed. EMP
20 MONICA CAZZIN NON IO MA DIO: UN BEATO PER I MILLENNIALS D omenica 10 ottobre ad Assisi la Chiesa ha proclamato un nuovo Beato, Carlo Acutis, giovanissimo ragazzo milanese che ha vissuto i suoi 15 anni alla costante presenza del Signore, infiammato dall’amore per Cristo tanto da spendere la sua vita per farlo conoscere a tutti, con tutti i mezzi e tutte le sue forze. Carlo nasce a Londra nel 1991 da due genitori italiani che si trovano lì per lavoro e con essi si trasferisce successivamente a Milano; fin da piccolo dimostra a tutti coloro che conosce, ne parla una spiccata sensibilità spirituale e con entusiasmo, ma senza forzature o un’intelligenza vivissima. insistenza e accompagna le parole con i fatti: è solare e gentile nelle relazioni, L’EUCARISTIA È LA MIA attento ad aiutare i compagni di classe più in difficoltà, si avvicina ai poveri e AUTOSTRADA PER IL CIELO ai senzatetto che vede nel quartiere e Già dai 3-4 anni chiede di visitare le spesso esce la sera per portare loro cibo chiese per salutare Gesù e portare o i risparmi della paghetta che tiene da alla Madonna i fiori raccolti durante le parte. Si fa accompagnare dal domestico passeggiate. Chiede e ottiene la dispensa di casa, un bramino indù che vicino a speciale per fare la Prima Comunione Carlo si converte al cattolicesimo; invita a 7 anni e si accosta quotidianamente con garbata insistenza i suoi familiari e all’Eucaristia che lui definisce “la amici alla S. Messa. mia autostrada per il Cielo”, e a cui fa La sua vita si svolge regolarmente precedere o seguire sempre un tempo fra scuola, sport, musica, gli adorati prolungato di adorazione eucaristica. animali e coltiva anche una grande Nel tempo il suo interesse per la fede è passione per l’informatica, si procura tale da portare sua madre, per propria testi universitari per creare programmi ammissione di famiglia laica e di al computer che usa con grande abilità. fede “tiepida”, a iscriversi ad un corso di teologia per rispondere a tutte le domande che il figlio le pone: la madre DAVANTI ALL’EUCARISTIA SI sarà una delle prime fra le moltissime DIVENTA SANTI persone che Carlo converte ad una Chiede di diventare presto catechista, il fede viva. Carlo infatti parla di Gesù suo desiderio più grande è avvicinare i
21 ragazzi a Dio, capire quale dono prezioso galante della giornata”, il rosario che sia l’Eucaristia; ripete spesso che noi recitava quotidianamente. Per ravvivare siamo più fortunati dei contemporanei di la devozione a Maria stava iniziando, Gesù, perché loro dovevano percorrere poco prima della sua morte, una mostra lunghe distanze per incontrarlo, a noi sulle apparizioni mariane nel mondo. basta andare a Messa e Gesù è lì, vivo, proprio nell’Eucaristia e nei sacramenti. Se davvero capissimo questo le chiese NON IO MA DIO Carlo non nascondeva il suo desiderio sarebbero più colme dei grandi stadi di andare diritto in Paradiso e aveva e dei teatri. Carlo ha l’intuizione di sicuramente un “Wi-fi” personale con il sfruttare le sue conoscenze informatiche Signore. Sapeva già che sarebbe morto per arrivare in particolare ai più giovane: “quando peserò 70 Kg”, disse giovani e raccoglie accuratamente la ai genitori. E questo era esattamente documentazione dei miracoli eucaristici il suo peso quando una leucemia corredati da relazioni mediche e fulminante l’ha portato in Cielo dando scientifiche, ricostruzioni storiche, li appena il tempo ai familiari di capire la cataloga per tipologia e continente. gravità della situazione. Poco prima di Spesso la famiglia deve scegliere i morire confida alla madre: “offro le mie viaggi e le vacanze in prossimità dei sofferenze per il Papa e per la Chiesa”. È luoghi dov’è avvenuto il miracolo così toccante il video che verrà ritrovato sul da permettere a Carlo di documentarsi suo computer, nel quale annuncia con con precisione. Ne nasce una raccolta sorriso dolce e disarmante la propria fra le più ricche del web, è la Mostra fine: “sono destinato a morire” dice, poi sui miracoli eucaristici, facilmente saluta con le mani e si allontana. È stato scaricabile anche dal sito internet www. ubbidiente alla volontà del Padre, sino carloacutis.com, che è stata finora alla fine: “non io ma Dio” era uno dei ospitata da migliaia di parrocchie in tutti suoi motti preferiti. i continenti e da almeno 100 università. TUTTI NASCONO ORIGINALI MARIA MODELLO MA MOLTI MUOIONO COME ESEMPLARE DI FEDE FOTOCOPIE Maria aveva un posto particolare nel suo Il suo esempio e la sua intercessione cuore, era fedele al suo “appuntamento hanno portato alla nascita di numerosissimi gruppi di preghiera in tutto il mondo, ha ispirato molti giovani a riavvicinarsi alla S. Messa e ai sacramenti e sono avvenute tante conversioni ed eventi straordinari. Prossimamente verrà dedicata a Carlo Acutis una sala nel complesso della parrocchia S. Leopoldo. Affidiamo al nuovo beato “millennials”. I nostri ragazzi, seguendo le sue orme possano, scoprire la bellezza dell’incontro con Gesù, e come Carlo mettere in gioco i propri talenti con slancio e originalità.
22 MARGHERITA DAL CORSO “PARTIRONO SENZA INDUGIO” Siamo partite senza indugio: quattro catechiste, scarpe da ginnastica ai piedi, zainetto sulle spalle, pranzo al sacco, cuore leggero e un sorriso stampato in faccia. Sabato 19 settembre, in occasione del mandato dei catechisti, la Diocesi ci ha proposto un insolito percorso di preghiera e di riflessione. A Portegrandi siamo salite sul battello navigando lungo Sile fino a Casier. Il sole settembrino illuminava il paesaggio, e noi sedute sul ponte ci godevamo tutta la bellezza del fiume, ma quello che ci ha toccato il cuore è stato il racconto del Vangelo. Ci siamo sentite come discepoli che avevano incontrato Gesù sulla strada verso Emmaus. Abbiamo ascoltato la testimonianza di due persone che avevano fatto il cammino di Santiago, le loro storie e i motivi che li hanno portati a fare una scelta simile alla nostra (in misura molto più grande!) sono sembrati straordinari. Alla fine, però, abbiamo capito che anche tutti noi abbiamo una storia di vita che ci sembra normale, ma agli occhi di chi l’ascolta diventa straordinaria. A Casier ci ha raggiunto il Vescovo Michele e con lui, a piedi lungo il sentiero che costeggia il Sile, siamo arrivate a Treviso. Prima tappa la chiesa di santa Maria Maggiore e poi alla Cattedrale sulle orme di san Liberale, patrono della diocesi, catechista laico, annunciatore della fede, nostro “collega”. Abbiamo pregato sulla sua tomba nella Cripta della Cattedrale. Il Vescovo ha camminato con noi e questo non possiamo dimenticarlo, ma anche le sue parole che sono state un incoraggiamento a non perdere l’entusiasmo della giornata vissuta e di raccontarla al nostro ritorno.
23 ALBERTO SBROGIÒ MIRANO CITTÀ DEL DIALOGO “Mirano Città del Dialogo” non si ferma. Nonostante la forzata rinuncia alla tradizionale Cena dell’Oca, per il sesto anno consecutivo il Circolo Acli di Mirano ha proposto degli eventi per riflettere sul tema del dialogo. Due incontri che, date le limitazioni in vigore in questo periodo, si sono tenuti a distanza. Venerdì 6 novembre Lara Lago, una giovane giornalista, ha affrontato il tema: “Stereotipi, come vivere felici senza farne uso” . Venerdì 13 novembre la sociolinguista Vera Gheno ha affrontato l’argomento: “Capirsi è difficile… e sui social di più”. Due voci femminili, dunque, che a partire dalle loro esperienze e professionalità, hanno affrontato due argomenti di stretta attualità per provare a dialogare e, soprattutto, imparare a dialogare meglio. Lara Lago, vicentina d’origine, è giornalista a Sky dopo varie esperienze all’estero. Ci ha parlato degli stereotipi e di come sia possibile superare questa scorciatoia per cui “classifichiamo” le persone in base a pregiudizi, impedendoci di relazionarci in modo sereno con gli altri. Una piaga che lei stessa da tempo si impegna a debellare. Sui social ha raccontato cosa vuol dire vivere all’estero, le difficoltà di una lingua sconosciuta, lo spaesamento e il sentirsi sola, ma anche e soprattutto di body positivity, ossia di quel movimento
24 per cui si accetta il proprio corpo così com’è: forte della sua esperienza, parla con grinta e solarità del diritto di essere sé stessi senza venire giudicati dagli altri. Vera Gheno, invece, è una sociolinguista specializzata sulla comunicazione mediata dal computer. Docente universitaria, ha collaborato molti anni con l’Accademia della Crusca. Conduce su Rai Radio1 il programma “Linguacce”, dove analizza con ironia, leggerezza e giochi di parole l’evoluzione della lingua italiana. Nella serata del 13 novembre ci ha offerto qualche spunto su come “comunicare per vivere meglio”, partendo in particolare dalle difficoltà del dialogo via social. Dover continuare a proporre delle iniziative a distanza è difficile: l’impossibilità di entrare in contatto con le persone rappresenta un grosso limite per le attività culturali. Crediamo comunque importante proporre delle occasioni di confronto come queste: sono un piccolo contributo per vincere l’apatia e stimolare la comunità a cercare motivazioni per crescere, per farsi delle domande. Dobbiamo vedere anche il lato positivo: la possibilità di utilizzare queste tecnologie hanno amplificato in modo incredibile le possibilità di entrare in contatto con persone che, altrimenti, non avremmo mai avuto modo di conoscere e apprezzare.
25 ALBERTO SBROGIÒ PER IL LAVORO, PER I GIOVANI Nel 2015 abbiamo iniziato, con il progetto Cultura KM Zero, a costruire la rete degli Ambasciatori della Terra dei Tiepolo. Nel giro di cinque anni abbiamo raccolto attorno a questo progetto una trentina di ragazzi che si sono offerti di rappresentare la “Terra dei Tiepolo” all’estero. Nel 2019, su suggerimento di un Ambasciatore, abbiamo lanciato un progetto per una mostra fotografica che potesse spiegare, in Italia e all’Estero, le bellezze e le peculiarità della Terra dei Tiepolo. Purtroppo non siamo riusciti a trovare i finanziamenti necessari e il progetto si è bloccato. Quest’anno abbiamo cominciato a intervistare i “foresti” che hanno scelto di abitare la Terra dei Tiepolo per capire cosa li ha attratti. Nomi importanti come Tobia Ravà, Giorgio Cavazzano, Piero Massaro, Roberto Lamantea si sono prestati e hanno raccontato la loro esperienza. Ora abbiamo realizzato un documentario per testimoniare l’eredità che ci hanno lasciato i Tiepolo: nel 2020 ricorre infatti il 250° anniversario della morte di Giambattista Tiepolo. Una corsa contro il tempo per riuscire a chiudere il progetto entro dicembre e raccogliere le testimonianze da Venezia, Stra, Este, Massanzago, Vicenza, ma anche Madrid e Würzburg. Vi chiederete: perché il Circolo di Mirano ha la “fissa” per la Terra dei Tiepolo? Il motivo è che vediamo in questo brand territoriale una possibilità reale di sviluppo. Crediamo che la valorizzazione
26 del patrimonio artistico, culturale, e, soprattutto, paesaggistico possa essere un investimento necessario per creare delle opportunità di lavoro per i nostri ragazzi. Alcuni di loro vanno all’estero per scelta; altri si trovano costretti a lasciare l’Italia. Il nostro impegno è quindi rivolto a creare le condizioni affinché in un futuro, più prossimo possibile, ci siano delle nuove prospettive occupazionali. Per raggiungere questo obiettivo ci sono due cose che stiamo facendo e sulle quali tutti possono dare il loro contributo. La prima è ricordare, riscoprire e raccontare questo patrimonio. Ce l’abbiamo sotto gli occhi e spesso ce ne dimentichiamo. Dobbiamo invece esserne consapevoli e averne cura. La seconda è lavorare per costruire reti. La sfida di rendere attrattivo un territorio si può vincere solamente se si lavora insieme. La rete dei luoghi dei Tiepolo che abbiamo iniziato a costruire con il documentario, ad esempio, rappresenta un altro passo importante in questa direzione. Questa “fissa” per la Terra dei Tiepolo nasce quindi per queste due parole: lavoro e giovani.
27 EVENTI DA RICORDARE DON MARIO N ella ripresa dopo la pausa estiva, è stato bello vivere alcuni momenti di intensa spiritualità e cultura. Li vogliamo ricordare, ringraziando tutti coloro che, dai volontari del NOI ai collaboratori della Segreteria parrocchiale, hanno reso possibile la loro realizzazione Il torneo di calcio a cinque Vinciamo l’estate, che ha visto presso il campetto San Damiano, nel lungo pomeriggio del 25 agosto, la partecipazione di giovani pieni di energia e voglia di rimettersi magliette e scarpe da ginnastica per una competizione dominata dal desiderio di vita e di gioco, che in tutti voleva esplodere dopo il lockdown. Il Concerto per la Terra per pianoforte e clarinetto in occasione della “Giornata per il Creato” martedì 1° settembre con i maestri Pietro Semenzato e Marco Dolfin. Musiche di Morricone, Ortolani, Haendel e Stamitz hanno fatto da nobile cornice ai passi della lettera enciclica Laudato Si’ letti nel corso della serata, svoltasi sul far della sera all’interno del suggestivo chiostro, sagrato della chiesa San Leopoldo Mandic. La festa della Madonna del Rosario, il 7 ottobre sera, ha richiamato un gruppo di fedeli delle nostre due parrocchie di S. Silvestro e S. Leopoldo per la S. Messa nella chiesa di Vetrego ed una processione con la recita del Santo Rosario fino al capitello di via Porara Gidoni.
28 Il Pellegrinaggio a Monte Berico che ha visto un gruppo di fedeli insieme al parroco don Mario recarsi al noto santuario mariano di Vicenza a conclusione del mese di ottobre, sabato 24. La preghiera del rosario lungo il viaggio e la S. Messa presso la venerata immagine della Madonna portavano la triplice intenzione in favore delle missioni, della lotta alla pandemia, delle vocazioni al sacerdozio. La festa per i Giubilei di Matrimonio il 15 novembre nella chiesa parrocchiale di Vetrego ha visto 11 coppie celebrare i loro anni di fedeltà nel patto nuziale. Le vogliamo ricordare tutte proprio in riferimento al loro giubileo: 60° Giuseppe Bertoldo e Tranquilla Lanza; Ilario Lanza e Teresa Voltan 55° Mario Vesco e Ester Corazza 50° Giuseppe Vesco e Camilla Stocco; Elvio Noale e Mirella Dainese; Giuliano Noale e Sandra Busatto; Guerrino Pattarello e Annamaria Mason 45° Plinio Pattarello e Elena Ragazzo 35° Marino Niero e Rosanna Perale; Massimo Trevisan e Rosetta Chiarentin 15° Luigino Gaiotto e Lina Milan
29 PRIMA CONFESSIONE PRIMA COMUNIONE 7 NOVEMBRE 2020
30 DON MARIO RIPRESA NELLA CARITÀ E NELLA COMUNIONE Nella gioia del Natale, sentendoci attratti dalla semplice umanità del Dio-con-noi, il bimbo nella mangiatoia, ripensiamo a questi mesi trascorsi… senza la Pasqua di ogni altra primavera con i riti ed i segni forti della nostra fede, senza il Grest di ogni altra estate con la gioia esplosiva di bimbi e ragazzi, senza la compagnia di chi ci ha lasciati con neppure la consolazione di un ultimo saluto e nella improvvisa scoperta di necessità mai prima vissute… tuttavia visitati, incontrati ed incoraggiati dal Signore, Speranza delle genti! Nasce Gesù, viene ad abitare dentro questa storia, che certamente è stata stravolta dall’emergenza pandemica, ma che è stata anche provocata a rispondere direttamente, responsabilmente ed intelligentemente a bisogni concreti e profondi… Vieni, Signore Gesù! Gesù nasce in questo 2020 in una Chiesa che si è fatta piccola e disponibile a camminare con tutti, senza rivendicare vie preferenziali, sospendendo celebrazioni la cui tradizione è secolare e radicata, vivendole come e dove possibile attraverso i nuovi sentieri del digitale, percorrendo le strade sorprendenti del web… Vieni, Signore Gesù! Gesù nasce nell’anno delle Olimpiadi rinviate, chiedendo a tutti di giocare una partita, che vede tutti schierati dalla stessa parte. Così abbiamo scelto di rivolgere
31 la nostra attenzione alle famiglie entrate in difficoltà economiche a causa della chiusura e della crisi del lavoro ad essa conseguente... Vieni, Signore Gesù! L’appello alla prossimità nei confronti di chi ha più bisogno ha visto arrivare da maggio a novembre mediante bonifico con causale SOS Famiglie COVID 19 un contributo di 5260 euro (cui sommare 1700 euro di offerte date in mano e 3000 euro provenienti dal Centro di Ascolto di Mirano) alla Caritas parrocchiale, 430 euro a Casa San Raffaele di Mira per la sua opera di accoglienza e promozione dei migranti, 260 euro al Cesvitem di Mirano per le molteplici iniziative in Africa ed America Latina… Vieni, Signore Gesù! La comunione si è fatta video-incontro per bambini e ragazzi della catechesi, per i giovanissimi ed i più piccoli di Azione Cattolica, nelle celebrazioni e momenti di preghiera e confronto. La ripresa è cominciata così nella carità e nella comunione! Prima ancora di essere uscita dalla chiusura (lockdown) e ritorno ai luoghi consueti della vita... Vieni, Signore Gesù! Gesù nasce rivelandoci ancora il Dio vicinissimo, l’Emmanuele, Speranza delle genti, mentre indossiamo le nostre mascherine e teniamo con rispetto la distanza di almeno un metro tra noi, ricorrendo più spesso che mai all’igienizzazione delle mani… Viene tra noi stringendoci in quella unità, che è vita e fiducia, cura per l’altro, apertura e disponibilità alle necessità degli ultimi e dei primi, di chi ci vive accanto e di chi conosciamo solo per il racconto di amici e testimoni, come avviene con Colonia Venezia a Peruibe in Brasile… Vieni, Signore Gesù! Siamo tornati nelle nostre chiese, abbiamo riavviato i percorsi della catechesi partendo innanzitutto dalla famiglia. Genitori e figli insieme per accogliere uniti un patto di
32 formazione, che è molto di più di un pass per i sacramenti. Abbiamo voluto tornare all’esperienza dell’accompagnamento in presenza e dirci veramente #rimaniamocomunità, com’era l’ashtag riproposto continuamente nei mesi del confinamento in casa… Vieni, Signore Gesù! Il timore e l’incertezza sono ancora tra noi, la malattia ed il lutto, la paura del contagio, la preoccupazione interiore per un futuro insicuro e impossibile da immaginare ancora… libero dal virus. Eppure Gesù nasce in questo 2020, è Natale! Lasciamo splendere la luce della carità e della comunione! Lasciamo risuonare la voce della speranza! Lasciamo scorrere sui tasti dei nostri smartphones (telefoni cellulari) le lettere di una sfida ancora tutta da vivere: #rimaniamocomunità! Buon Natale a tutti voi, fratelli e sorelle, ed un felice Anno Nuovo 2021!
27 33 BILANCI PARROCCHIALI BILANCI Parrocchia San Leopoldo Mandic in Mirano Parrocchia San Silvestro Papa in Vetrego Riepilogo sintetico 2019 Riepilogo sintetico 2019 Situazione di cassa al 31/12/2018 54.886,35 Situazione di cassa al 31/12/2018 57.458,99 Deposito Caritas presso c.c. Parrocchia al 31/12/2018 23.992,16 Entrate anno 130.278,66 Entrate anno 97.102,39 Uscite anno 131.137,31 Uscite anno 46.056,86 Mutuo ancora pendente al 31/12/2019 31.342,63 DETTAGIO DELLE ENTRATE DETTAGIO DELLE ENTRATE ENTRATE TOTALI 152.234,66 130.278,66 ENTRATE TOTALI 39.642,48 97.102,39 Offerte in chiesa 35.860,34 Offerte in chiesa 12.023,00 Candele votive 5.163,31 1.735,00 Buste (Offerta straordinaria Natale e Pasqua) 3.430,00 Buste (Offerta straordinaria Natale e Pasqua) Intenzioni Ss. Messe 5.765,00 Intenzioni Ss. Messe 2.520,00 Entrate per raccolte (Baby Hospital, Missioni, Caritas 2.550,00 Entrate per raccolte (Adozioni, Missioni, Seminario) 3.202,35 Diocesana) Contributi da privati, gruppi e altre offerte 20.927,53 Contributi da privati, gruppi e altre offerte 3.112,00 Festa di S. Leopoldo 48.915,60 Affitti 7.833,13 Caritas parrocchiale 24.059,00 Vendita ferro pro scuola dell’infanzia 5.704,00 Contributo dal Comune di Mirano 5.563,88 Contributo dal Comune di Mirano 3.513,00 DETTAGLIO DELLE USCITE DETTAGLIO DELLE USCITE USCITE TOTALI 153.093,31 131.137,31 USCITE TOTALI 46.056,86 Spese per il culto 11.350,13 Spese per il culto 708,90 Intenzioni Ss. Messe 5.480,00 Intenzioni Ss. Messe 1.700,00 Giornate collette imperate e carità (Missioni, Carità Curia 3% su redditi 2017-2018 1.260,00 del Papa,…) 7.500,00 1.160,00 Spese per raccolte (Baby Hospital, Missioni, Caritas Spese per raccolte (Adozioni, Caritas) Diocesana) 1.960,00 Prestiti senza interessi da parrocchiani 10.000,00 Progetto Associazione Don Zilli 11.500,25 Spese Festa S. Leopoldo 22.646,31 Scuola Materna Contributo dal Comune di Mirano 3.513,00 Attività Parrocchiali (catechesi, stampa, abbonamenti, Attività Parrocchiali (catechesi, stampa, 240,00 oratorio…) 8.371,69 abbonamenti, oratorio…) Anticipo spese per pellegrinaggi e campiscuola 3.800,00 Caritas parrocchiale (aiuto persone in difficoltà, spese 21.956,00 trasporto, affitto locali…) 3.204,20 Spese straordinarie 15.725,38 Spese straordinarie (consulenze e censimento beni) Spese varie (cancelleria, fotocopiatrice, pulizie) 5.570,54 Spese varie (cancelleria, fotocopiatrice, pulizie) Spese per utenze (Luce, Acqua, Gas, Telefono) e Spese per utenze (Luce, Acqua, Gas, Telefono) e 15.603,38 imposte 23.068,54 imposte Manutenzioni straordinarie 2.429,59 Manutenzioni straordinarie 3.387,16 Assicurazioni 3.600,67 Assicurazioni 3.614,77 Rimborso finanziamenti ed interessi bancari 9.634,46 Rimborso finanziamenti ed interessi bancari 165,20
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