Oltre il Coronavirus - Aris marzo 2020ultimaversione9_Layout 1 02/03/20 12:12 Pagina 1 - ARIS Associazione Religiosa Istituti ...

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Anno XXXII • Numero 1 •Marzo 2020 • Poste Italiane SpA • Spedizione in abbonamento postale 70% • DCB Roma
                                                                                                            Aris marzo 2020ultimaversione9_Layout 1 02/03/20 12:12 Pagina 1

   Oltre
   il Coronavirus
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                                                               5 Editoriale                               42 Il valzer delle fake…
                                                                   Virginio Bebber                             Luigi Corbella

                                                               8 La Lettera del Papa                      48 Ognuno è perfetto
           Anno XXXII – n. 1
                                                                 ai giovani economisti                         Gianluca Biccini
           Marzo 2020                                            e imprenditori
           Direttore Responsabile:
           Virginio Bebber
                                                                                                          52 Una luce sempre accesa
           Consulente Scientifico:                            13 Per costruire insieme                       nella notte della disabilità
           Dr. Domenico Galbiati
           Redattore Capo:
                                                                 l’economia solidale                           D.G.

                                                                                                               INFORMAZIONE
           Mario Ponzi                                             Alessandra Smerilli
           Vicecaporedattore:

                                                                                                               PUBBLICITARIA
           Maria Rita Gentile
           Redazione:                                         19 Il rispetto della vita e il fondamento
           Gianni Cristofani,
           Mauro Mattiacci,                                      della democrazia                         57 Soluzioni per una ristorazione
           Nevio Boscariol
           Lanfranco Luzi                                          Domenico Galbiati                         sociosanitaria
           Luigi Corbella
                                                                                                             sostenibile e di qualità
           Segretario di Redazione:
           Massimo Scafetti                                   23 Una giornata d’Amore per i malati             Gianluca Biglino
           Progetto grafico e ricerca iconografica:                Franco Ilardo
           Angelo De Mattia

           Foto:
                                                                                                          61 Energia sostenibile
           Archivio ARIS                                      27 Mai piegarsi alla cultura della morte       L’andamento del Fotovoltaico
           Cine foto operatore: Marco Ponzi
           Volumi e pubblicazioni:
                                                                   Lanfranco Luzi
           Rizzoli, Skira–Corriere della Sera, Milano;
           I classici dell’Arte; Complesso Integrato Colum-
                                                                                                          64 AgID e pagoPA
                                                              31 La terapia della dignità
                                                                                                               UFFICIO GESTIONALE
           bus – Roma; Congregazione dei Figli dell’Im-
           macolata Concezione – Roma
                                                                   Virginio Bebber
           Stampa:
           Tipografia Palombi & Lanci                                                                     69 Focus Gestionale
           Via Lago di Albano, 20
           00010 Villa Adriana (RM)                           38 Rapporto Censis                               Nevio Boscariol
           Direzione, Redazione, Amministrazione:
                                                                 sulla sanità privata
           P.zza SS. Giovanni e Paolo, 13                          Alessandro Guarasci
           00184 Roma
           Tel. 067726931 – Fax 0677269343

           Pubblicità:
           P.zza SS. Giovanni e Paolo, 13
           00184 Roma
           In attesa di autorizzazione
           del Tribunale di Roma

           Finito di stampare nel mese di Marzo 2020
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                                                          • E D I T O R I A L E •

                                                                               OLTRE
                                                         IL CORONAVIRUS

                                                                    di Virginio Bebber

                                                      È certamente un segno dei tempi quanto sta accadendo in questi giorni
                                                      in Italia. Certo, anche in gran parte del resto del mondo. Ma noi ora sia-
                                                      mo qui, e siamo chiamati ad affrontare qualcosa che ci ferisce non solo
                                                      nel corpo ma anche e soprattutto nell’anima. Ci siamo come improvvisa-
                                                      mente svegliati dal torpore di una coscienza ormai abbindolata ed inton-
                                                      tita dai soliti, inconcludenti - se non insulsi - teatrini inscenati quotidiana-
                                                      mente dai nostri politici. E senza distinzione di colori questa volta, perché
                                                      l’intento è comune: accaparrarsi quel consenso che, per la verità, viene
                                                      sempre meno tra gli uomini che conservano “un minimo di sale in zuc-
                                                      ca”, come dicevano le nostre nonne. E svegliandoci così, d’improvviso, ab-
                                                      biamo sentito le fondamenta della nostra società tremare. I benpensanti
                                                      hanno allora cominciato a chiedersi cosa mai abbiamo costruito di buono
                                                      per la nostra comunità in questi anni? Dove sono finite tutte quelle cer-
                                                      tezze sulle quali abbiamo fondato l’idea di una società che si dice progre-
                                                      dita, ma si lascia poi cogliere dal panico quando invece dovrebbe stringersi
                                                      compatta per affrontare coraggiosamente l’emergenza? È giusto pensare a
                                                      come darci la morte mentre poi cerchiamo riparo quando la paura della
                                                      morte si affaccia alla porta di casa? In che cosa abbiamo creduto, dopo
                                                      aver abbandonato il Dio delle beatitudini?
                                                      Chissà, forse passata la tempesta “coronavirus” troveremo qualcuno che
                                                      ci aiuterà a riflettere e a cercare di dare risposte alle nostre domande an-
                                                      gosciose. Intanto cerchiamo di vivere, per quanto possibile, in modo equi-
                                                      librato questo momento. Le nostre Istituzioni sono scese in campo per da-
                                                      re manforte al servizio pubblico. Del resto , lo ricordiamo, soprattutto i
                                                      nostri IRCCS e i nostri ospedali sono parte integrante del sistema salute
                                                      del Paese, così come lo sono le altre nostre associate. Abbiamo notizie di
                                                      testimonianze di grande disponibilità offerta dai nostri operatori sanitari
                                                      ai vari livelli, di manifestazioni di solidarietà concreta, di apertura e di ac-
                                                      coglienza nei confronti dei più bisognosi di assistenza, sempre attenendosi

                                                                       5
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                     alle disposizioni impartite dalle au-      andate in malora, attività chiuse         una delle tante calamità naturali
                     torità coordinatrici. Uniti ce la fa-      per sempre, famiglie di lavoratori        che puntualmente affliggono
                     remo. Ne siamo sicuri. Tuttavia,           allo sbando.                              l’umanità, “debilitano il sistema
                     per riuscirci, dobbiamo essere, cia-       Tornano alla mente le Parole di Pa-       democratico” e finiscono per gene-
                     scuno di noi, individualmente, ma          pa Francesco: “Questa è un’econo-         rare diffidenza , soprattutto negli
                     anche come gruppi sociali, dispo-          mia che uccide”. Uccide perché “è         strati più poveri della popolazione
                     sti a rinunciare a qualcosa anche di       senza anima”. Era il 2013. Pubbli-        mondiale.
                     prezioso pur di salvaguardare la sa-       cava la sua prima Enciclica Aposto-       La posta in gioco non è tanto la ra-
                     lute della nostra gente.                   lica, l’Evangelii Gaudium, - nella        gionevolezza teorica o la legittimità
                     In questa ottica era inevitabile il        quale disegnava le linee che ne           politica dell'attuale sistema – que-
                     rinvio del programmato incontro            avrebbero segnato il Pontificato.         stioni su cui la Chiesa non ha par-
                     di Papa Francesco con giovani im-          Già allora non usava mezzi termini        ticolari titoli per intervenire – ma
                     prenditori ed economisti, prove-           nello stigmatizzare uno di quelli che     piuttosto la pretesa di ripensarlo
                     nienti da diversi Paesi del mondo,         egli riteneva fosse tra i mali più per-   sulla base dei principi fondativi
                     ad Assisi, per capire insieme come         fidi di questo tempo: l’economia,         proprio di quella richiamata Dot-
                     restituire un’anima all’economia.          quella che mette al centro il «dio de-    trina sociale cristiana. Per questo la
                     Inevitabile per rispettare le diretti-     naro», “schiaccia l’uomo” e “ubbidi-      sua analisi esce fuori dallo schema-
                     ve del governo italiano, tese ad ar-       sce solamente alle sue logiche”.          tismo logoro della “contrapposi-
                     ginare il diffondersi della Covid -        Gli anni a seguire sono sotto gli oc-     zione” (capitalismo-comunismo, li-
                     19. Inevitabile anche per venire in-       chi di tutti: la crisi, divenuta globa-   berismo-statalismo, accumulazio-
                     contro ai giovani per i quali sareb-       le, si è acuita ed ha trascinato con      ne-distribuzione), per concentrarsi
                     be stato impossibile raggiungere           se, verso il baratro, una parte sem-      piuttosto sulla scommessa della
                     Assisi dall’estero o da una delle          pre crescente dell’umanità . Si so-       “conciliabilità” tra profitto e inclu-
                     “zone rosse” d’Italia.. Papa France-       no ripetuti gli appelli di Francesco      sione, tra mercato e comunione,
                     sco, pur rinviando l’appuntamen-           a quanti detengono le chiavi del si-      tra sviluppo e sostenibilità. Si trat-
                     to al 21 novembre prossimo, sem-           stema mondo terreno, per implo-           ta in sostanza di dare un'anima al-
                     pre ad Assisi, non ha comunque ri-         rare equità e giustizia.- Ha denun-       l'economia.
                     nunciato a confrontarsi con quan-          ciato il naufragio di quel processo       Per questo Papa Francesco chia-
                     ti aveva convocato in questi giorni        di riduzione delle diseguaglianze         ma a raccolta giovani economi-
                     nella città del Serafico. Così, co-        che sembrava avviatosi negli anni         sti e giovani imprenditori di tut-
                     gliendo l’opportunità offertagli           del dopoguerra, determinando              to il mondo. L’obiettivo, è stato
                     dalla tecnologia, il 28 marzo si riu-      una situazione di enorme “ingiu-          Bergoglio stesso a dichiararlo
                     nisce virtualmente con loro, colle-        stizia sociale naturalizzata”. Lo ha      nella sua lettera a tutti i parteci-
                     gandosi via webinar dal Salone Pa-         fatto nel suo intervento al summit        panti (il cui testo integrale ripro-
                     pale del Sacro Convento di Assisi .        pan-americano dei giudici, svoltosi       poniamo su queste stesse pagi-
                     E noi riteniamo che sia importan-          nel giugno scorso in Vaticano, rie-       ne), è dare vita ad «un evento
                     te, soprattutto in questo momen-           vocando e stigmatizzando nuova-           che mi permetta di incontrare
                     to, riflettere sulla necessità di resti-   mente la rinascita prepotente della       chi oggi si sta formando e sta ini-
                     tuire un’anima all’economia. Co-           “cultura dello scarto “.                  ziando a studiare e praticare una
                     minciano a circolare numeri da far         Oggi siamo difronte ad uno scena-         economia diversa, quella che fa
                     paura sui danni che questa emer-           rio inquietante e pericoloso per la       vivere e non uccide, include e
                     genza porterà alla società in un fu-       stessa tenuta della compagine civi-       non esclude, umanizza e non di-
                     turo ormai prossimo. Già si conta-         le. Alla “mancanza di opportunità         sumanizza, si prende cura del
                     no posti di lavoro persi, aziende          tangibili e concrete”, si aggiunge        creato e non lo depreda».

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                                     • E D I T O R I A L E •

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                            LA LETTERA DEL PAPA
                            AI GIOVANI ECONOMISTI
                            E IMPRENDITORI
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                                                       • A R I S                         S A N I T À •

                                                      Papa Francesco aveva invitato giovani imprenditori ed econo-
                                                      misti di tutto il mondo a partecipare ad una tre giorni nella
                                                      città di San Francesco per dare “uno volto e un’anima all’eco-
                                                      nomia di domani”. L’emergenza Coronavirus, come noto, ha
                                                      costretto a rinviare l’appuntamento a Novembre. Tuttavia
                                                      Francesco ha voluto comunque incontrarsi con i suoi giovani
                                                      cogliendo l’opportunità offerta dalla tecnologia. Dunque il
                                                      28 marzo, in collegamento Webinar, il Papa e gli imprendito-
                                                      ri scambieranno ugualmente le loro impressioni. Per ricordare
                                                      il tema dell’incontro pubblichiamo la lettera invito di Papa
                                                      Francesco.

                                                      Cari amici,
                                                      vi scrivo per invitarvi ad un’iniziativa che ho tanto desiderato: un
                                                      evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta ini-
                                                      ziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vive-
                                                      re e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza,
                                                      si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a
                                                      stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un “patto” per cambiare
                                                      l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani.
                                                      Sì, occorre “ri-animare” l’economia! E quale città è più idonea per
                                                      questo di Assisi, che da secoli è simbolo e messaggio di un umanesimo
                                                      della fraternità? Se San Giovanni Paolo II la scelse come icona di una
                                                      cultura di pace, a me appare anche luogo ispirante di una nuova eco-
                                                      nomia. Qui infatti Francesco si spogliò di ogni mondanità per sceglie-
                                                      re Dio come stella polare della sua vita, facendosi povero con i poveri,
                                                      fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visio-
                                                      ne dell’economia che resta attualissima. Essa può dare speranza al no-
                                                      stro domani, a vantaggio non solo dei più poveri, ma dell’intera uma-
                                                      nità. È necessaria, anzi, per le sorti di tutto il pianeta, la nostra casa
                                                      comune, «sora nostra Madre Terra», come Francesco la chiama nel suo
                                                      Cantico di Frate Sole.
                                                      Nella Lettera Enciclica Laudato si’ ho sottolineato come oggi più che
                                                      mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non
                                                      può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei
                                                      problemi strutturali dell’economia mondiale. Occorre pertanto cor-
                                                      reggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’am-
                                                      biente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale,
                                                      la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Purtroppo re-
                                                      sta ancora inascoltato l’appello a prendere coscienza della gravità dei

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                                           • A R I S                         S A N I T À •

                     problemi e soprattutto a mettere        schiare e di impegnarvi nella co-       collettivo per coltivare insieme il
                     in atto un modello economico            struzione di una nuova società.         sogno di un nuovo umanesimo
                     nuovo, frutto di una cultura del-       Gesù risorto è la nostra forza!         rispondente alle attese dell’uo-
                     la comunione, basato sulla frater-      Come vi ho detto a Panama e             mo e al disegno di Dio.
                     nità e sull’equità.                     scritto nell’Esortazione apostoli-      Il nome di questo evento – “Eco-
                     Francesco d’Assisi è l’esempio          ca postsinodale Christus vivit:         nomy of Francesco” – ha chiaro ri-
                     per eccellenza della cura per i de-     «Per favore, non lasciate che altri     ferimento al Santo di Assisi e al
                     boli e di una ecologia integrale.       siano protagonisti del cambia-          Vangelo che egli visse in totale
                     Mi vengono in mente le parole a         mento! Voi siete quelli che han-        coerenza anche sul piano econo-
                     lui rivolte dal Crocifisso nella        no il futuro! Attraverso di voi en-     mico e sociale. Egli ci offre un
                     chiesetta di San Damiano: «Va’,         tra il futuro nel mondo. A voi          ideale e, in qualche modo, un
                     Francesco, ripara la mia casa che,      chiedo anche di essere protagoni-       programma. Per me, che ho pre-
                     come vedi, è tutta in rovina».          sti di questo cambiamento. […]          so il suo nome, è continua fonte
                     Quella casa da riparare ci riguar-      Vi chiedo di essere costruttori del     di ispirazione.
                     da tutti. Riguarda la Chiesa, la        mondo, di mettervi al lavoro per        Insieme a voi, e per voi, farò ap-
                     società, il cuore di ciascuno di        un mondo migliore» (n. 174).            pello ad alcuni dei migliori culto-
                     noi. Riguarda sempre di più an-         Le vostre università, le vostre im-     ri e cultrici della scienza econo-
                     che l’ambiente che ha urgente bi-       prese, le vostre organizzazioni so-     mica, come anche ad imprendi-
                     sogno di una economia sana e di         no cantieri di speranza per co-         tori e imprenditrici che oggi so-
                     uno sviluppo sostenibile che ne         struire altri modi di intendere         no già impegnati a livello mon-
                     guarisca le ferite e ne assicuri un     l’economia e il progresso, per          diale per una economia coerente
                     futuro degno.                           combattere la cultura dello scar-       con questo quadro ideale. Ho fi-
                     Di fronte a questa urgenza, tutti,      to, per dare voce a chi non ne ha,      ducia che risponderanno. E ho
                     proprio tutti, siamo chiamati a         per proporre nuovi stili di vita.       fiducia soprattutto in voi giova-
                     rivedere i nostri schemi mentali        Finché il nostro sistema econo-         ni, capaci di sognare e pronti a
                     e morali, perché siano più con-         mico-sociale produrrà ancora            costruire, con l’aiuto di Dio, un
                     formi ai comandamenti di Dio e          una vittima e ci sarà una sola per-     mondo più giusto e più bello.
                     alle esigenze del bene comune.          sona scartata, non ci potrà essere      L’appuntamento è per i giorni
                     Ma ho pensato di invitare in mo-        la festa della fraternità universale.   dal 26 al 28 marzo 2020. Insieme
                     do speciale voi giovani perché,         Per questo desidero incontrarvi         con il Vescovo di Assisi, il cui
                     con il vostro desiderio di un av-       ad Assisi: per promuovere insie-        predecessore Guido otto secoli fa
                     venire bello e gioioso, voi siete       me, attraverso un “patto” comune,       accolse nella sua casa il giovane
                     già profezia di un’economia at-         un processo di cambiamento glo-         Francesco nel gesto profetico del-
                     tenta alla persona e all’ambiente.      bale che veda in comunione di           la sua spogliazione, conto di ac-
                     Carissimi giovani, io so che voi        intenti non solo quanti hanno il        cogliervi anch’io. Vi aspetto e fin
                     siete capaci di ascoltare col cuore     dono della fede, ma tutti gli uo-       d’ora vi saluto e benedico. E, per
                     le grida sempre più angoscianti         mini di buona volontà, al di là         favore, non dimenticatevi di pre-
                     della terra e dei suoi poveri in        delle differenze di credo e di na-      gare per me.
                     cerca di aiuto e di responsabilità,     zionalità, uniti da un ideale di
                     cioè di qualcuno che “risponda”         fraternità attento soprattutto ai
                     e non si volga dall’altra parte. Se     poveri e agli esclusi. Invito cia-      Dal Vaticano, 1° maggio 2019
                     ascoltate il vostro cuore, vi senti-    scuno di voi ad essere protagoni-       Memoria
                     rete portatori di una cultura co-       sta di questo patto, facendosi ca-      di San Giuseppe Lavoratore
                     raggiosa e non avrete paura di ri-      rico di un impegno individuale e                             Francesco

                                                                             10
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                                                          PER COSTRUIRE
                                                              INSIEME
                                                           L’ECONOMIA
                                                             SOLIDALE
                                                                   di Alessandra Smerilli

                                                     Mettere l’ecologia al primo posto, in modo che sia conveniente anche a
                                                     livello economico. Diminuire le disuguaglianze attraverso un’equa di-
                                                     stribuzione delle risorse. Promuovere la finanza etica. Favorire la presen-
                                                     za femminile ai vertici aziendali e istituzionali. Ma anche vivere con mag-
                                                     giore sobrietà e alimentare le dinamiche virtuose che «si muovono dal
                                                     basso», a cominciare dalle reti di consumatori. In particolare «usando il
                                                     portafoglio» per acquistare quei beni «alle cui spalle sta un percorso de-
                                                     gno e responsabile dal punto di vista sociale». Sono i «pilastri» su cui co-
                                                     struire un nuovo pensiero economico mondiale, indicati da Papa Fran-
                                                     cesco, per realizzare uno dei suoi grandi obiettivi: lanciare un nuovo mo-
                                                     dello di economia mondiale, che liberi i poveri dalla schiavitù della mi-
                                                     seria, dal punto di vista spirituale ma anche pratico e politico, e metta
                                                     l’uomo, e non il profitto, al centro. Bergoglio sta accelerando in questo
                                                     senso. Dalla celebre denuncia all’alba del pontificato, «questa economia
                                                     uccide», passando per l’enciclica «Laudato si’», Francesco ha sempre de-
                                                     finito come uno dei mali di questo tempo l’«adorazione» del «dio dena-
                                                     ro», che scarta l’uomo e ubbidisce solo alle sue proprie logiche. Ora
                                                     Francesco imposta l’azione di contrasto e rilancio: riunendo, non più
                                                     dal 26 al 28 marzo 2020, ma il 21 novembre 2020, i giovani economisti
                                                     e gli imprenditori dei cinque continenti, ad Assisi, nei luoghi del Santo
                                                     chiamato «il Poverello», di cui porta il nome, emblema di quella povertà
                                                     evangelica che non è condanna del benessere ma dell’idolatria della ric-
                                                     chezza.
                                                     La strada principale è quella di rafforzare «i fondi etici», cioè quelle for-
                                                     me di investimento che tengano conto di determinati parametri sociali

                                                                                         13
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                                           • A R I S                        S A N I T À •

                     e ambientali. Se i più grandi fon-      vita sono più importanti delle dif-   Chi sta spingendo in maniera de-
                     di a livello mondiale, come Blac-       ferenze di reddito. Va scardinato     cisiva per un’acquisizione di con-
                     kRock e Vanguard Group, stanno          il sistema che rappresenterebbe il    sapevolezza nei propri consumi
                     iniziando a valutare l’opportunità      migliore dei mondi possibili, se-     sono i giovani, decisi nelle pro-
                     di tali investimenti, allora i tempi    condo cui più i ricchi si arricchi-   prie scelte. Da una parte, quindi
                     sono maturi per un cambio di pa-        scono meglio va la vita dei poveri.   c’è una spinta dal basso e dal lato
                     radigma.                                In questo la Chiesa deve essere       della domanda. Dall’altra, alcune
                     Non si vuole con ciò assoluta-          l’anima trainante.                    imprese pioniere che hanno ini-
                     mente attaccare il mercato in           Le imprese, se vogliono sopravvi-     ziato a lavorare in modo rispetto-
                     quanto tale. Serve piuttosto una        vere, devono capire dove va il        so di ambiente, persone e relazio-
                     governance internazionale che           mercato, anticipare le tendenze e     ni. Queste imprese hanno inizia-
                     scongiuri la detenzione di potere       contribuire a rafforzarle con la      to ad avere successo, offrendo
                     in poche mani. E potrà essere de-       propria offerta. Oggi, grazie ad un   prodotti che hanno incontrato il
                     cisivo favorire una maggiore e più      grande movimento nato dal bas-        favore di chi si stava già orientan-
                     determinante presenza femminile         so, le preferenze dei consumatori     do nelle proprie scelte di consu-
                     ai vertici di imprese e Stati. E        si stanno spostando verso consu-      mo.
                     un’equa distribuzione di risorse.       mi sostenibili, rispettosi dell’am-   Tutto ciò ha generato una imita-
                     Inutile nascondersi la nostra pre-      biente, della dignità delle persone   zione da parte delle altre imprese
                     occupazione dovrebbe essere per         e dei lavoratori. Le imprese che      che hanno individuato possibilità
                     il livello dei consumi dei poveri. E    non lo comprendono credo che          di guadagni. Questo processo è
                     le differenze di stili e standard di    rimarranno fuori mercato.             diventato inarrestabile. Come

                                                                            14
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                                    • A R I S                         S A N I T À •

             economista mi dico: non mi inte-          simo più genuino, con meno so-         ra mettono oggi piede in una
             ressano le motivazioni sottostanti,       vrastrutture. Non prevalgono           grande multinazionale, magari in-
             basta guardare le scelte, e queste        contestazione o rifiuto dell’espe-     vitati da chi la dirige a presentare
             indicano una direzione per                rienza religiosa, ma si fa sentire     il punto di vista cristiano sui temi
             un’economia più riconciliata con          un grande desiderio di coerenza,       in agenda, la loro presenza genera
             il creato e con le persone. Ed è già      freschezza e semplicità: di testimo-   immediata curiosità, domande di
             tanto. Ma osservo quanto questo           ni. Quando, infatti, si prova a        senso, una certa nostalgia di quel
             processo sia stato favorito e inne-       uscire dagli schemi e si incontra-     mondo che in molti vorremmo
             scato da chi lo ha fatto senza guar-      no le persone là dove sono, senza      abitare.
             dare al proprio tornaconto tra gli        nessuna propensione al proseliti-      Quando ci si riesce anche a met-
             imprenditori, e a un genuino amo-         smo, molti pregiudizi sul cristia-     tere in gioco – rispondendo alle
             re per il creato da parte di tanti gio-   nesimo e sulla Chiesa si smonta-       domande con sincerità e calore,
             vani. Di fronte a tutto ciò mi sento      no nel giro di una tazza di caffè      raccontando di sé e anche dei
             grata, e ritengo che i semi della for-    bevuta in compagnia. Si sta par-       propri errori, non nascondendo
             mazione e dell’educazione vadano          lando da poco, e subito arriva una     che si è persone normali, che san-
             sparsi in abbondanza, anche quan-         domanda sul sacramento della Ri-       no divertirsi, stare in compagnia e
             do sembra tutto inutile.                  conciliazione, che trovando una        godere delle cose buone della vita
             Il tempo che stiamo vivendo è af-         risposta libera, coerente e con un     – si contribuisce a scardinare
             fascinante e dobbiamo riconosce-          po’ di coinvolgimento personale,       l’idea di un cristianesimo triste,
             re che i giovani ci stanno abituan-       fa dire: ‘Ah, ma così non l’avevo      fatto di doveri, di morale, di giu-
             do alla possibilità di un cristiane-      mai vista!’. Se un prete o una suo-    dizi e pregiudizi. È questa una per-

                                                                       15
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                                           • A R I S                       S A N I T À •

                                                                                                  I giovani sono uniti, compren-
                                                                                                  dono che ora è il loro momento,
                                                                                                  che hanno una chance di cam-
                                                                                                  biare il corso della storia. La sfi-
                                                                                                  da più grande in questo frangen-
                                                                                                  te è quella di fare in modo che
                                                                                                  questa energia non si disperda,
                                                                                                  che non sia una bolla di sapone.
                                                                                                  Alcuni segnali in questa direzio-
                                                                                                  ne ci sono: adulti e istituzioni co-
                                                                                                  minciano ad affacciarsi ai cortei e
                                                                                                  a dare spazio ai giovani per ampli-
                                                                                                  ficare le loro parole, per accom-
                                                                                                  pagnarli nel cammino. Ma non
                                                                                                  basta. Bisognerebbe che tutti gli
                                                                                                  adulti si lasciassero provocare dai
                                                                                                  giovani e che ognuno facesse la
                                                                                                  sua parte, a livello personale, di
                                                                                                  imprese, ma anche come coscien-
                                                                                                  za civile che in qualche modo
                                                                                                  orienta e costringe le istituzioni a
                                                                                                  prendere le adeguate misure.
                                                                                                  Il grido della Terra, il grido dei
                                                                                                  giovani, quello più sommesso
                                                                                                  dei poveri, sono lo stesso grido,
                                                                                                  ci ricorda la «Laudato si’». E pro-
                                                                                                  prio da questo documento pos-
                     cezione molto comune, infatti,          sta insipida, incomprensibile,       siamo trarre ispirazione per un
                     pur trattandosi di una grande di-       lontana, separata delle culture      processo di cambiamento che in-
                     storsione dell’evento cristiano:        giovanili e adatta solo a un’élite   vesta tutti. Allora un primo pas-
                     un Dio che si è fatto carne e non       giovanile cristiana che si sente     so, per non disperdere le energie
                     chiede sacrifici, ma si fa sacrifi-     diversa, ma che in realtà galleg-    dei giovani, potrebbe essere di
                     cio per noi. Come osserva papa          gia in un isolamento senza vita,     leggere o rileggere, magari insie-
                     Francesco, «A volte, per preten-        né fecondità. Così, insieme alla     me, giovani e adulti, questo do-
                     dere una pastorale giovanile            zizzania che rifiutiamo, sradi-      cumento e insieme far diventare
                     asettica, pura, caratterizzata da       chiamo o soffochiamo migliaia        gli slogan i passi di un movimen-
                     idee astratte, lontana dal mondo        di germogli che cercano di cre-      to che abbraccia tutto il pianeta,
                     e preservata da ogni macchia, ri-       scere in mezzo ai limiti » (Chri-    e in esso tutti coloro che vi abi-
                     duciamo il Vangelo a una propo-         stus vivit, n.232).                  tano.

                                                                            16
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                                                                                     DELLA VITA
                                                                                     E IL
                                                                                     FONDAMENTO
                                                                                     DELLA
                                                                                     DEMOCRAZIA
                           di Domenico Galbiati

             Il Santo Padre è tornato sul tema       spettata e servita dal suo nascere    una assurdità sia dal punto di vi-
             dell’eutanasia e del suicidio assi-     al suo morire: lo richiedono con-     sta giuridico, sia se considerato
             stito anche, nel messaggio per la       temporaneamente sia la ragione        in senso esistenziale.
             trascorsa Giornata Mondiale del         sia la fede in Dio autore della vi-   Cosa può dire un uso corretto
             Malato. Ha ribadito con fermez-         ta".                                  della ragione nel merito?
             za l'assoluta contrarietà del Ma-       Con questo riferimento alla ra-       Anzitutto che la vita e la morte
             gistero della Chiesa ad ogni            gione, Papa Francesco pone una        che comunemente consideria-
             comportamento che ferisca la sa-        questione che ci interroga e ci       mo antitetiche sono, al contra-
             cralità della vita umana: "....sen-     sfida ad invertire una corrente di    rio, così intimamente intrecciate
             za alcun cedimento ad atti di na-       pensiero che, scivolando giù per      da non sopportare uno iato così
             tura eutanasica, di suicidio assi-      la china del cosiddetto "politica-    radicale, netto ed ultimativo, tal-
             stito o soppressione della vita,        mente" corretto", approda ad un       ché si potrebbe scegliere la vita e
             nemmeno quando lo stato della           falso buonismo che giustifica         rifiutare la morte, accelerando
             malattia è irreversibile".              tutto e finisce per accreditare su-   addirittura volontariamente la
             La vita "inviolabile ed indisponi-      pinamente una sorta di diritto        propria fine pur di sfuggire al
             bile......va accolta, tutelata, ri-     alla morte che è, al contrario,       processo del "morire".

                                                                    19
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                                           • A R I S                        S A N I T À •

                     Il detto popolare secondo cui "si       verso quello stupefacente cosmo       concorrere a ricostruire, quanto
                     muore come si è vissuto", a ben         nel cui cuore nasciamo senza          più possibile, una trama di rela-
                     vedere reca in sé una saggezza          averlo chiesto.                       zioni tali da rigenerare un senso
                     antica e consolidata; riconosce         Quello che non ci sta è il concepi-   significativo della vita anche per
                     quel nesso indissolubile per cui        re la vita secondo il metro di una    chi soffra limiti e deprivazioni
                     si può dire che anche la morte          presunta autosufficienza e di una     funzionali così severe?
                     va vissuta; è parte integrante di       autoreferenzialità che si traduce     Ed è attorno a questo nodo te-
                     quella complessiva esperienza           in un orizzonte chiuso di freddez-    matico che vorremmo richiama-
                     che rappresenta il vero patrimo-        za e di disperata solitudine.         re l'attenzione e la disponibilità
                     nio di ciascuno.                        Eppure non è forse questo il sen-     di tutte le forze politiche.
                     Qualcuno potrebbe obiettare             timento verso cui si sentono so-      C'è - purché ciascuno rinunci a
                     che tutto ciò vale per chi crede e      spinti quei pazienti in gravissime    brandire ideologicamente un te-
                     concepisce, dunque, la morte            condizioni che pur solo in uno        ma così delicato - spazio per
                     non come lo sprofondare nel             stato di abbandono affettivo e di     un'azione comune di grande ci-
                     buio gelido del nulla, bensì il         prostrazione profonda evocano         viltà cui, appunto, possono con-
                     transito ad una vita più ricca cui      la morte?                             correre, per un verso, coloro che
                     approdare recandovi integral-           O non è piuttosto vero che solo       privilegiano il valore etico della
                     mente se stessi.                        quando deprivati di ogni relazio-     vita, per altro verso, chi sia più
                     Senonché la dignità della vita          ne autentica è come se, piuttosto     attento ai profili sociali in gioco.
                     che qui è comunque in gioco - si        che invocare la morte, la avverto-    Del resto, non c’è contraddizio-
                     acceda o meno ad una conside-           no come già intervenuta, cosic-       ne, ma piuttosto una necessaria
                     razione sacrale della stessa - vale     ché non resti che ratificarla?        sinergia tra l'uno e l'altro di que-
                     per tutti, per ogni persona indif-      Quale immaginiamo debba esse-         sti due versanti valoriali.
                     ferentemente, sia o meno cre-           re il compito di una società dav-     Insomma, la vita non è un pos-
                     dente.                                  vero "civile" e dunque accoglien-     sesso solipsistico ed esclusivo.
                     Del resto, nessuno si da' la vita       te, aperta a sentimenti di reci-      Se così fosse, se accettassimo –
                     da solo.                                procità solidale?                     più o meno consapevolmente e
                     In ogni caso, questa è, piuttosto,      Può definitivamente sospingere        sia pure per un processo di pro-
                     un dono, anche per chi non cre-         ancora un passo oltre la soglia di    gressiva assuefazione, quasi im-
                     de ed evoca, al suo stesso appari-      un abbandono definitivo e cala-       percettibile - di approdare ad
                     re, un sentimento di gratitudine        re il sipario sulla vita di queste    una concezione della vita così
                     e di riconoscenza.                      persone che sono pur sempre           sgranata per segmenti incompo-
                     Immediatamente indica, come             dentro il contesto vivo di una co-    nibili, comprometteremmo per-
                     suo momento fondativo, una re-          munità?                               fino le condizioni essenziali per
                     lazione, una dipendenza che per         O non deve piuttosto attivare         la costruzione di ogni possibile
                     chi non crede in Dio, va almeno         tutti gli strumenti che possono       ordinamento democratico.

                                                                            20
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                                  di Franco Ilardo

                     intervista a fra Dario Vermi, Superiore della Comunità Religiosa
                     della Curia Generalizia dei Fatebenefratelli

                     UNA GIORNATA D’AMORE
                     PER I MALATI
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                                                       • A R I S                        S A N I T À •

                                                     Che cosa rappresenta la Giornata del Malato per un’istituzione sa-
                                                     nitaria mondiale come la realtà ospedaliera dell’Ordine dei Fatebe-
                                                     nefratelli?
                                                     La Giornata Mondiale del Malato è una proposta importante che la
                                                     Chiesa ci fa, che ha lo scopo di stimolare e promuovere l’importanza
                                                     della cura e del servizio ai malati. Per noi Fatebenefratelli rappresenta
                                                     un messaggio centrale del nostro carisma, un ravvivare la nostra spi-
                                                     ritualità e sentire la Chiesa ancora più vicina al mondo della sofferenza
                                                     per realizzare insieme il mandato di Gesù di curare i malati e continua-
                                                     re la missione del Regno di Dio. Come Ordine Ospedaliero viviamo
                                                     questo specifico mandato di Gesù prendendoci cura delle fragilità
                                                     delle persone che soffrono fisicamente e spiritualmente. Il tema, in-
                                                     fatti, che il Santo Padre ha proposto per quest’anno è: «Venite a me,
                                                     voi tutti che siete stanchi e oppressi e vi darò ristoro». Credo sia un’op-
                                                     portunità per rimettere al centro lo spirito della nostra missione.

                                                     Nel suo messaggio, il Papa si rivolge alle persone malate invitandole
                                                     ad accogliere la chiamata del Signore: «Venite», per trovare la spe-
                                                     ranza allo sconforto. Non è però una cosa semplice, poiché la soffe-
                                                     renza ci spinge a cercare una “soluzione più concreta” della fede.
                                                     Qual è la giusta chiave di lettura?
                                                     Io credo che la chiave di lettura sia innanzitutto quella evangelica,
                                                     perché ci sono situazioni, purtroppo, in cui la medicina deve arren-
                                                     dersi, e la fede diventa il supporto, l’unica via per trovare consolazio-
                                                     ne e aiuto. La fede è il cuore della Chiesa. Il Papa dice infatti che: «la
                                                     Chiesa è la locanda dove trovare ristoro», e di conseguenza, Gesù è il
                                                     “locandiere”, il medico che interviene laddove la scienza non ha an-
                                                     cora i mezzi e gli strumenti per la cura. Il malato trova, attraverso la
                                                     cura della Chiesa, una risposta che colma il vuoto della medicina
                                                     quando questa sperimenta il suo limite. Accogliere la malattia non è
                                                     facile e spesso i malati dicono “perché a me?”. Anche io me lo sono

                                                                                        23
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                                           • A R I S                        S A N I T À •

                     chiesto a volte e questo mi ha          rimentato come uomo e come            stra presenza ha voluto far
                     aiutato a cogliere nuovamente il        Figlio di Dio. Camminare insie-       emergere proprio questo: una
                     significato della vita, e soprattut-    me vuol dire anche crescere nel-      Chiesa che dà voce alle frange
                     to a ridare valore al tempo e ai        la dimensione umana e spiritua-       più povere della popolazione,
                     giorni.                                 le, per affrontare le situazioni      in particolare alle persone con
                                                             difficili della vita e prendersi      disturbo mentale, che sono da
                     Questa Giornata, oltre che ai           quindi cura della persona nella       sempre i malati più emarginati.
                     malati, è rivolta anche agli ope-       sua totalità, nella sua dimensione    Il nostro impegno è stato quel-
                     ratori (medici, infermieri, per-        olistica.                             lo di far emergere il valore di
                     sonale sanitario e amministrati-                                              queste persone, che da un pun-
                     vo, ausiliari, volontari). Sempre       Papa Francesco rivolge il suo         to di vista politico non sono
                     più si parla del connubio scien-        pensiero anche alle tante perso-      considerate, perché non hanno
                     za e umanità come miglior me-           ne povere che non possono ac-         nulla da dare se non la loro
                     dicina per prendersi cura dei           cedere alle cure, sollecitando le     umanità. La politica non sa co-
                     malati e dei loro familiari, ma         istituzioni sanitarie e i governi a   glierne il valore, il Vangelo in-
                     non sempre le situazioni sono           non considerare solo l’aspetto        vece sì, poiché in questa umani-
                     facili, soprattutto di fronte al-       economico, ma anche la giusti-        tà vi vede la presenza e il volto
                     l’esperienza del limite e al possi-     zia sociale. Lei è stato per alcu-    di Dio. Le ingiustizie sociali
                     bile fallimento…                        ni anni Superiore dell’Ospeda-        che ancora oggi si sperimenta-
                     Io credo che il camminare insie-        le Fatebenefratelli di Strmac, in     no purtroppo, non riescono a
                     me permetta di percorrere una           Croazia, un Paese fortemente          trovare spazio se non laddove è
                     strada unica, e di non andare su        segnato dalla guerra. Che cosa        presente la Chiesa, a farsi por-
                     vie diverse, ma soprattutto di          le è rimasto di quest’esperienza?     tavoce e promotrice del valore
                     camminare con le due gambe so-                                                dell’uomo. Per questo è impor-
                     lide, ossia la scienza e la fede, la    L’esperienza vissuta in Croazia       tante, nella Giornata Mondiale
                     medicina e la spiritualità, che         è stata molto bella e molto for-      del Malato, dare voce e far
                     permettono di accompagnare              te. Lì si è visto il bisogno che le   emergere quelli che sono i valo-
                     l’uomo ritrovando la sua totalità       persone hanno di essere accol-        ri definiti dal Papa “non nego-
                     e la sua essenza. Ascoltare, acco-      te, capite e accompagnate. La         ziabili”, perché l’uomo né si
                     gliere, sentirsi gli uni con gli al-    Chiesa in quel contesto si è          compra né si vende, ma è un
                     tri: i sentimenti, che esprimono        sempre fatta portavoce dei po-        dono di Dio, sempre, per resti-
                     l’unica identità della persona,         veri e degli ultimi, e promotrice     tuire dignità alla persona, so-
                     sono gli stessi che Cristo ha spe-      di una giustizia sociale. La no-      prattutto ai malati.

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                                   di Lanfranco Luzi

                     La riflessione di un medico su deontologia professionale e fine vita

                     MAI PIEGARSI
                     ALLA CULTURA
                     DELLA MORTE
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                                                       • A R I S                          S A N I T À •

                                                     Abbiamo celebrato le settimane scorse la Giornata Internazionale del
                                                     Malato. È una ricorrenza che la Chiesa Cattolica istituì nel maggio 1992
                                                     e rappresenta un momento di preghiera, di condivisione e di offerta del-
                                                     la sofferenza vista come un processo salvifico, di avvicinamento e di re-
                                                     denzione, un vero impegno per l’operatore sanitario a considerare l’im-
                                                     portanza del malato come persona, non come numero o come un “im-
                                                     portante caso clinico.” Purtroppo nell’odierna società, nonostante le
                                                     grandi conquiste e il livello di benessere raggiunto, si assiste alla diffusio-
                                                     ne di una cultura della violenza che si associa ad una pericolosa indiffe-
                                                     renza verso gli esseri più fragili, verso le persone che si trovano in diffi-
                                                     coltà come i poveri, gli anziani e i malati. Allora ci chiediamo quale stra-
                                                     da ci avviamo a percorrere, quale cammino affronteremo se ormai ven-
                                                     gono calpestati i valori più alti come la solidarietà, la dignità e la giustizia
                                                     sociale?
                                                     Oggi ciò che desta grande preoccupazione è la cultura di morte che aleg-
                                                     gia nella nostra società. I recenti mutamenti legislativi sembra vogliano
                                                     indurre un uso della medicina per assecondare, in taluni casi, la volontà
                                                     di morte fornendo al malato la possibilità di chiudere anzitempo il per-
                                                     corso terreno attraverso la possibilità concreta di poter usufruire di un’as-
                                                     sistenza al suicidio o causando direttamente la morte con l’eutanasia. In
                                                     effetti la Consulta, visto l’immobilismo delle Camere nel legiferare, con
                                                     la sentenza n° 242/19 ha affermato che è giusto adeguare al complessivo
                                                     quadro costituzionale la ratio della fattispecie dell’art. 580 c.p., legandola
                                                     non più alle concezioni della vita prestabilite bensì alla “tutela del diritto
                                                     alla vita, soprattutto delle persone più deboli e vulnerabili, che l’ordina-
                                                     mento penale intende proteggere da una scelta estrema e irreparabile, co-
                                                     me quella del suicidio. Da ciò si evince che sia stato valutato in maniera
                                                     negativa il fatto che l’articolo sopracitato sia orientato alla tutela di un in-
                                                     teresse astratto e collettivo alla vita, sacrificando completamente il diritto
                                                     di autodeterminazione in capo al malato, in particolare proprio nella fase
                                                     finale della stessa. Quindi, la Corte, non ritenendo di dover continuare
                                                     ad applicare tale disposizione a specifiche situazioni, perviene già nell’or-
                                                     dinanza n. 207 del 2018 a determinare, sulla base della vicenda oggetto
                                                     del giudizio, una “circoscritta area di non conformità costituzionale della
                                                     fattispecie criminosa”, corrispondente con la condizione di chi, affetto
                                                     da una patologia irreversibile e fonte di gravi sofferenze (ritenute intolle-
                                                     rabili) e pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, ri-
                                                     sulti tenuto in vita grazie a determinati trattamenti sanitari. Sicché in
                                                     questa situazione, per il malato che si trovi nell’impossibilità di darsi au-
                                                     tonomamente la morte, l’unico modo per sottrarsi ad un mantenimento
                                                     in vita artificiale potrebbe essere l’assistenza di terzi nell’attuare il gesto
                                                     estremo. Su tale premessa la Corte arriva a sostenere che, nel caso in cui

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                                           • A R I S                          S A N I T À •

                     il malato, per porre fine alle pro-     odontoiatri (Fnomceo) ha preso            non si trova di fronte a vere e pro-
                     prie sofferenze e alla propria vita,    una propria e discutibile posizio-        prie malattie gravemente invali-
                     sia costretto a transitare per una      ne decidendo di aggiornare il Co-         danti o a sintomi fisici intollerabi-
                     fase di sofferenza e degradazione       dice di deontologia medica in me-         li, ma che ugualmente possono
                     della persona che ne leda la digni-     rito all’art. 17 del codice stesso, in-   determinare in una persona il na-
                     tà, il divieto assoluto di aiuto al     tegrandolo con indirizzi applicati-       scere e il consolidarsi della convin-
                     suicidio finisce per “limitare ingiu-   vi. In sostanza si osserva un alli-       zione che la sua vita si sia esaurita
                     stamente nonché irragionevol-           neamento decisionale alle condi-          e non vi sia alcuna ragione di pro-
                     mente la libertà di autodetermina-      zioni poste dalla Consulta dando          lungarla ulteriormente. Sono favo-
                     zione del malato” nella scelta delle    l’opportunità di libera scelta al sa-     revole solo a scelte coraggiose vol-
                     terapie, comprese quelle finalizza-     nitario di agevolare il proposito di      te alla salvaguardia della vita, alla
                     te a liberarlo dalle sofferenze, co-    suicidio liberamente formatosi da         cura della sofferenza sia fisica che
                     me previste dagli art. 2, 13, e 32,     parte di una persona affetta da           psicologica. Quindi ritengo sia ne-
                     secondo comma, imponendogli             una patologia irreversibile in pos-       cessaria un’apertura alle cure pal-
                     in ultima analisi un’unica modali-      sesso della capacità di prendere          liative, un atto dovuto, mentre so-
                     tà per congedarsi dalla vita.           decisioni libere e consapevoli. Nel-      no contrario al suicidio assistito e
                     Cosa dire? Ora saranno le Camere        la nota del presidente, il dott. Fi-      all’eutanasia. Occorre prendere
                     a dover legiferare e il lavoro non      lippo Anelli, viene precisato che il      una posizione netta, non bisogna
                     sarà facile. C’è da segnalare la net-   medico, non perseguibile in base          far finta di niente e lavarsene le
                     ta presa di posizione da parte dei      al Codice penale, non debba esse-         mani. Servono scelte rapide per ri-
                     Vescovi italiani unanimi nel rilan-     re punito dal punto di vista disci-       spondere positivamente alle esi-
                     ciare le parole di Papa Francesco       plinare. I Consigli di disciplina,        genze dei malati e della società. Si
                     ferme nel voler respingere la tenta-    ha affermato, saranno chiamati a          attende, a questo punto, che il pas-
                     zione di usare la medicina per as-      valutare caso per caso per accerta-       saggio parlamentare riconosca nel
                     secondare una possibile volontà         re che sussistano le condizioni pre-      massimo grado possibile tali valori
                     di morte espressa dal malato. Nel-      viste dalla sentenza della Corte. In      tutelando gli operatori sanitari
                     lo specifico è stata espressa la vo-    tal caso il medico non sarà perse-        che decidessero di scegliere
                     lontà di prendere la loro distanza      guibile a livello disciplinare. Penso     “l’obiezione di coscienza”.
                     da quanto comunicato dalla Cor-         si tratti di un problema che riguar-
                     te Costituzionale confermando           da tutti, medici e cittadini, senza
                     l’impegno di prossimità e accom-        cadere nella solita contrapposizio-       Principali riferimenti bibliografici:
                     pagnamento della Chiesa nei con-        ne laici-cattolici. È in gioco qual-      1) Ordinanza n. 207/2018, nonché
                     fronti di tutti i malati. Possono es-   cosa che interroga le nostre co-             punto 2.2 del considerato in dirit-
                     sere riconosciuti, al limite, motivi    scienze. Faccio il medico da qua-            to alla sentenza n. 242/2019.
                     che attenuano e differenziano le        rant’anni e stento a credere ci sia-      2) Ordinanza di rimessione del
                     sanzioni per l’aiuto al suicidio, ma    no medici favorevoli all’eutanasia           14/02/2018, iscritta al n. 43 del re-
                     l’eventuale sua depenalizzazione        e al suicidio assistito. Manca tra           gistro generale.
                     rischia di dare il via ad un piano      noi una formazione specifica nella        3) Cfr. R. Bartoli, L’ordinanza della
                     inclinato che potrebbe avvallare        terapia del dolore, manca una cul-           Consulta sull’aiuto al suicidio,
                     l’interruzione della vita per qual-     tura del rispetto della vita. Mi fa          quali scenari futuri?
                     siasi ragione.                          paura pensare a un medico che             4) D. Pulitanò, Il diritto penale di
                     La Federazione nazionale degli or-      aiuti a morire. Esistono poi molte           fronte al suicidio, in Diritto pena-
                     dini dei medici chirurghi e degli       situazioni nelle quali il medico             le contemporaneo, 7/2018, 57

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                                                                   LA TERAPIA
                                                            DELLA DIGNITÀ

                                                                   di Virginio Bebber

                                                     Papa Francesco la chiama “terapia della dignità”. È la terapia pratica-
                                                     ta negli hospice, quella delle cure palliative. La terapia che alimenta
                                                     l’amore e il rispetto per la vita. Anche nel suo momento finale. È tor-
                                                     nato, Papa Francesco, a parlare dunque del fine vita, delle persone
                                                     che finiscono in condizioni particolarmente gravi, terminali, che han-
                                                     no bisogno di amore prima ancora che di cure. E di vedersi rispettata
                                                     la propria dignità di persona umana, dunque di umanizzazione, di
                                                     luoghi in cui potersi serenamente congedare dall’avventura umana,
                                                     giunta a conclusione. Un’esigenza questa che è in rapido aumento
                                                     ma coperta solo in minima parte. Ed è proprio per questo che Fran-
                                                     cesco alza ancora una volta la voce e inchioda la società alle proprie
                                                     responsabilità “Una società merita la qualifica di civile – ha detto re-
                                                     centemente rivolgendosi alla Congregazione per la Dottrina della Fe-
                                                     de - se sviluppa gli anticorpi contro la cultura dello scarto ; se ricono-
                                                     sce il valore intangibile della vita umana; se la solidarietà è fattiva-
                                                     mente praticata e salvaguardata come fondamento della convivenza”.
                                                     E la prima forma di civiltà è il rispetto per chi soffre. Alla Chiesa, ha
                                                     detto, “il compito di riscrivere la grammatica del farsi carico e del
                                                     prendersi cura della persona sofferente” in particolare “nelle fasi cri-
                                                     tiche e terminali della vita”. Occorre creare “attorno al malato una
                                                     piattaforma umana di relazioni che, mentre favoriscono la cura medi-
                                                     ca, aprono alla speranza” dinnanzi all’angoscia spirituale che accom-
                                                     pagna sovente la fase terminale della vita. Per questo Papa Francesco

                                                                                        31
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                                           • A R I S                        S A N I T À •

                     raccomanda il ricorso all’hospi-        britannico. Vent’anni prima, in-       nistrare morfina, essi necessita-
                     ce e alle cure palliative affinché      fatti, il St. Christopher Hospice,     vano anche della presenza dei sa-
                     il malato terminale sia accompa-        primo in Europa, aveva iniziato        nitari accanto a loro.
                     gnato “con qualificato sostegno         ad assistere coloro che potevano       Il sogno di Cicely Saunders, di-
                     medico, psicologico e spirituale,       essere curati, ma non guariti,         venuto realtà nel 1967, dovrebbe
                     perché possa vivere con dignità,        dando avvio alla cultura del           costituire ancora oggi il paradig-
                     confortato dalle persone care, la       prendersi cura dell’individuo          ma dell’operato di tutte le strut-
                     fase finale della vita terrena.         nella sua globalità, anche quan-       ture sanitarie, specie quelle di
                     Noi come ARIS abbiamo da                do le terapie somministrate non        matrice cattolica, e in particola-
                     tempo aperto le nostre strutture        potevano essere finalizzate pro-       re degli hospice, strutture la cui
                     all’Hospice. Sappiamo che il do-        priamente alla guarigione, ma          presenza - circa 200 in tutta Ita-
                     lore non può purtroppo essere           erano in grado comunque di al-         lia – è distribuita, purtroppo an-
                     bandito dalle nostre vite, ma           leviare le sofferenze e accompa-       cora, a macchia di leopardo sul
                     possiamo provare a coglierne il         gnare dignitosamente il paziente       territorio nazionale. La maggior
                     valore e adoperarci, come opera-        al termine naturale dell’esisten-      parte di esse è infatti concentra-
                     tori nella sanità, perché non sia       za. Una vera e propria rivoluzio-      ta nel Nord Italia, con un nume-
                     un’esperienza ammantata solo            ne nel mondo della medicina.           ro che va via via scemando dal
                     di disperazione.                        Strutturando i primi hospice e         Centro verso il Sud. Un trend
                     Gli hospice, e le cure palliative       organizzando la messa a punto          che segue, in modo abbastanza
                     in generale, rappresentano, in          del modello di assistenza delle        scontato, l’andamento delle
                     tal senso, una parte della rispo-       cure palliative, si sono identifica-   strutture sanitarie in generale, e
                     sta a queste problematiche, per-        te le reali necessità dei malati       che in questo settore desta parti-
                     ché racchiudono nella loro es-          all’ultimo stadio della vita: ac-      colari preoccupazioni data l’im-
                     senza stessa la capacità di acco-       canto ai necessari trattamenti te-     possibilità, in alcuni territori, di
                     glienza, protezione, partecipazio-      rapeutici, deputati a tenere sotto     far fronte alle richieste e alle ne-
                     ne e cura verso coloro che, afflit-     controllo il dolore e i sintomi di     cessità della popolazione.
                     ti da patologie dall’esito ormai        malessere in generale, i pazienti      Certamente si tratta di avviare
                     segnato, hanno necessità di esse-       necessitano di vicinanza, di pros-     una maggiore sensibilizzazione a
                     re curati anche se non possono          simità. “Being there”, “esserci”,      livello culturale sia in sede cen-
                     più essere guariti.                     soleva dire Cicely Saunders,           trale che nelle diverse aree della
                     Il primo hospice italiano - come        ideatrice del progetto del St.         Penisola, ma le attività della po-
                     è noto - nasce a Brescia nel 1987       Christopher. Infermiera prima e        litica e dell’economia non posso-
                     per opera delle Ancelle della Ca-       medico dopo, durante la secon-         no restare fuori da questa pro-
                     rità (struttura che fa parte della      da guerra mondiale la Saunder          gettualità, divenuta di estrema
                     nostra Associazione) e viene            si era resa conto che ai feriti di     necessità per tutto il mondo oc-
                     strutturato seguendo il modello         guerra non bastava solo sommi-         cidentale, specie in ragione

                                                                             32
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                                           • A R I S                        S A N I T À •

                     dell’aumento dell’aspettativa di        Lui stesso ha testimoniato in tut-    ci sforziamo di fare nei nostri
                     vita e il conseguente incremento        ta la sua vita.                       hospice (circa 10 distribuiti sul
                     delle patologie di natura croni-        Quello che troviamo, e che vor-       territorio nazionale, ma, ahimè,
                     co-degenerativa.                        remmo perfezionare sempre di          anch’essi maggiormente presenti
                     Gli hospice e le cure palliative,       più, negli hospice, e in tutti quei   nelle Regioni settentrionali), nei
                     riconosciute in Italia dalla Legge      contesti in cui si somministrano      quali la fase terminale della ma-
                     38 del 2010, rappresentano una          cure palliative, compreso il do-      lattia, e dell’esistenza del pazien-
                     risposta alla sofferenza che è pri-     micilio del paziente, è un modo       te, viene accompagnata con quel
                     ma di tutto una affermazione di         diverso di vivere la professione      rispetto, dedizione e partecipa-
                     civiltà, civiltà dell’amore, al di là   sanitaria che, senza svilire l’ap-    zione che ogni vita, preziosa agli
                     di ogni credo religioso, e inserita     proccio clinico e terapeutico,        occhi di Dio, reclama di diritto.
                     di diritto nel concetto stesso di       presti particolare attenzione an-     Accanto alle strutture preposte a
                     attenzione all’umanità ferita.          che agli aspetti meramente uma-       questo tipo di assistenza, occorre
                     Per noi cattolici, in particolare,      ni e spirituali della persona, at-    prestare attenzione anche alle
                     si riveste dell’imperativo catego-      traverso un accompagnamento           cure che vengono erogate a do-
                     rico dell’insegnamento di Gesù          impregnato di comprensione e          micilio del paziente. La casa è, e
                     Cristo, che ci ha esortato, in tut-     compassione, intesa nel suo si-       dovrebbe essere, per ognuno
                     ti gli anni di predicazione evan-       gnificato originario di “patire       luogo privilegiato, spazio inti-
                     gelica, a prenderci cura dei più        con”, nei confronti del paziente      mo, ricco di quotidianità, di ri-
                     deboli, dei sofferenti, così come       e dei suoi familiari. È quello che    cordi e di affetti. Poter affronta-

                                                                            34
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                     re l’ultimo tratto dell’esistenza,      orizzontale (fratelli), dobbiamo      escatologica. La morte è il natu-
                     il più fragile e delicato, nel con-     farci carico. Lo dico con forza:      rale compimento della vita ter-
                     fortante scenario delle mura do-        Siamo tutti chiamati a farci cari-    rena, un passaggio a cui nessu-
                     mestiche dovrebbe essere un’op-         co! Specie in quanto comunità         no può sottrarsi, e che è stato
                     portunità non solo di pochi elet-       cattolica. Possiamo fare molto,       privato, da Gesù Cristo, del suo
                     ti, ma essere estesa, ove le condi-     nelle parrocchie e nelle strutture    significato più drammatico; in
                     zioni del malato lo permettano,         sanitarie, in famiglia e nei nostri   diversi casi però la persona ne-
                     a tutta la popolazione.                 condomini, negli oratori e nei        cessita di un particolare accom-
                     Una assistenza domiciliare ade-         quartieri delle nostre città. Tutti   pagnamento, ha bisogno di
                     guata, rispondente alle reali ne-       abbiamo diritto di terminare il       prossimità, di supporto umano
                     cessità del paziente, necessita di      nostro cammino sulla terra in         e di adeguato approccio tera-
                     una organizzazione appropriata          modo dignitoso, e tutti dobbia-       peutico: gli hospice, l’assistenza
                     da un punto di vista sanitario e        mo impegnarci perché i nostri         domiciliare ai malati terminali,
                     assistenziale, e di un reale e con-     fratelli possano farlo nel modo       le cure palliative rappresentano
                     sistente supporto volontaristico.       più sereno possibile. Ecco per-       certamente una risposta adegua-
                     Alla pianificazione di una effi-        ché il lavoro negli hospice, nella    ta a queste esigenze.
                     ciente ed efficace assistenza a ca-     somministrazione delle cure pal-      Il dolore non ha solo una di-
                     sa deve concorrere l’intera co-         liative, nella terapia del dolore,    mensione fisica, ma una esten-
                     munità parrocchiale, il cui ruolo       rappresenta la nostra risposta        sione anche emotiva, sociale e
                     appare fondamentale nell’azione         più adeguata, quella del mondo        spirituale.
                     sanitaria pastorale.                    cattolico, all’eutanasia, e a         Prendersi cura di coloro che sof-
                     La sofferenza generata dalla soli-      quanti sono convinti che la vita      frono e che non possono più
                     tudine affligge ancora troppi no-       sia soggetta, in ogni circostanza,    aspettarsi di guarire, vuol dire
                     stri anziani, spesso isolati e co-      alla più indiscriminata autode-       occuparsi a tutto tondo della
                     stretti ad una esistenza il cui         terminazione. La vita è un dono       persona, vuol dire considerare
                     maggiore dolore non è rappre-           e come tale abbiamo, tutti, indi-     realmente colui che abbiamo da-
                     sentato dalla presenza di partico-      stintamente, il dovere di custo-      vanti come una “persona”; signi-
                     lari patologie, quanto dal non          dirla.                                fica fare i conti con una umanità
                     potere condividere con nessuno          Si avverte così l’esigenza di di-     che ha la propria storia, il pro-
                     il proprio patire. È un vero e          fendere la libertà e la dignità       prio vissuto, le proprie peculiari
                     proprio dramma di cui tutti, e in       della persona, il diritto ad una      caratteristiche, uniche e irripeti-
                     particolare noi credenti in un          morte degna e la tutela della li-     bili. Ma soprattutto vuol dire ri-
                     Dio che ci ha insegnato ad ama-         bertà di coscienza, in un’ottica      conoscere in questo fratello il
                     re sia in senso verticale (Dio) che     di apertura verso la dimensione       volto di Dio.

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