Tr e nTo 2018 - Associazione Nazionale Alpini - Sezione di ...

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Anno VI - N. 2 - MAGGIO - AGOSTO 2018

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                                                                                                                                      2018

Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Genova
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GENOVA
                                                nuova
                   PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

         LE NUOVE CARICHE
             SEZIONALI
    Le nuove cariche e gli incarichi sezionali attribuiti dal
    Consiglio della Sezione di Genova nella seduta del
    giorno 27 aprile 2018.

    Cariche Sezionali
    BELGRANO GIOVANNI
    Vice Presidente Vicario
    TRIPODI SAVERIO
    Vice Presidente
    LAZZARI VALTER
    Vice Presidente
    PARODI Giobatta
    Tesoriere
    BONICELLI Piero
    Segretario del C.D.S.

    Incarichi
    ZAPPATERRA EMILIO
    Responsabile Servizio d’Ordine
    CAVAGNARO MARCO
    Responsabile Cori
    FAVINI LORENZO
    Coordinatore Protezione Civile
    FIRPO MICHELE
    Rappresentante del C.D.S. Protezione Civile
    MINAGLIA RENZO
    Coordinatore Manifestazioni-Attività
    ANDREA VILLA
    Responsabie Rifugio Regina Elena
    TIMOSSI MAURO
    Responsabile Centro Studi e Museo

                Direttore responsabile: Nicola Pellegr ino
           Comitato di redazione: Presidente STEFANO PANSINI
            Membri: PIERO BONICELLI - ROBERTO MARTINELLI
             GIANCARLO MILITELLO - LORENZO SANTAGATA
                   MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO
                   PERIODICO PER GLI ALPINI
                 DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA
                         Direzione e Amministrazione:
                  Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova
                     Tel. 010 587236 - Fax 010 5709480
                            e-mail: genova@ana.it
           Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013

     Stampa: Arti Grafiche Francescane srls - Corso Europa, 386 b - 16132 Genova

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                                                           PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

RADUNO INTERSEZIONALE
          A CAPANNETTE DI PEJ
   I
      l 17 giugno si è tenuto l'annuale Raduno intersezionale a Capannette di Pej a cui
      hanno partecipato le Sezioni di Genova, Alessandria, Piacenza e Pavia. Capan-
      nette di Pej (1460 m.) è una frazione del comune di Zerba in provincia di Pia-
   cenza e si trova alle pendici del Monte Chiappo, poco lontano dal confine con Pie-
   monte e Lombardia e a soli 15 km. dalla Liguria.
   Famoso per la Chiesetta della Madonna della Salute e degli Alpini, costruita nel '68
   in tipica architettura montana. Il paesaggio è di incomparabile bellezza e, con amene
   passeggiate, si possono raggiungere le vette del Lesima, del Chiappo, dell' Ebro, del
   Cavalmurone e dell'Alfeo, le più alte cime dell' Appennino Piacentino-Alessandrino-
   Pavese.
                                                                          Denise Tavella

                                                                                                                  3
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                                                                         E S S ILLI
                                                                       V
                                                                             S F E RTA
                                                                          A
                                                                    IN TR

                                                                             Il Vessillo
                                                                             di Genova
                                                                             a Niella Tanaro
                                                                             in occasione
                                                                             del raduno
                                                                             sezionale
                                                                             di Mondovì, con il
                                                                             consigliere Franza.

               E S S ILLI
             V
                   S F E RTA
                A
          IN TR

    Il Vessillo di Genova a Noceto in occasione del raduno sezionale di Parma.

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                                                                                   PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

   COL DI NAVA 2018, CUNEENSE, 75 ANNI DOPO

      “PER NON DIMENTICARE”
  (DIFENDENDO LA NOSTRA PATRIA, I NOSTRI VALORI)

                                                              A egregie cose il forte animo accendono
                                                                             l'urne de' forti, …, e bella
                                                                     e santa fanno al peregrin la terra
                                                                                       che le ricetta. ...
                                                                                 (Foscolo, Dei Sepolcri, 151-155)

I
          n questo nostro mondo frettoloso e dis-               cessione di ricorrenze in luoghi simbolo, questo
          tratto, pure egoista, chissà se valgono               di Col di Nava, Ortigara, Adamello, Pasubio, …
          ancora le parole scritte dal Foscolo in un            fino alla “Madonna del Don”, oltre agli omaggi lo-
periodo nel quale un certo mondo culturale ribol-               cali ai tanti monumenti alla memoria ovunque
liva di ideali: il dovere, la patria, la libertà, ideali ai     posti: primo e secondo conflitto mondiale che si
quali era obbligo essere disponibili a sacrificare              intrecciano, uniti nel ricordo. (*)
tutto.                                                             “I nostri reduci sono saliti quassù per ricordare
   Quando ci si avvicina ad un Sacrario militare,               i compagni rimasti là. … Sono stato poco tempo
sia pure simbolico come questo della div. Cu-                   fa a Cargnacco per il ritorno in Italia dei resti di
neense a Col di Nava (che di ossa contiene solo                 cento giovani italiani riesumati in Russia, … ho
quelle del suo ultimo comandante), certi interro-               provato quale forza emanano quelle ossa! ...”,
gativi ci si pongono con violenza, insieme alla do-             questi pensieri estratti dal discorso di Enzo Da-
manda spontanea “che ne è del loro sacrificio?”.                prelà, presidente della sezione di Imperia, orga-
   Ogni anno l'estate ci porta un incalzante suc-               nizzatrice di questo pellegrinaggio.

                                                                                                                                          5
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               PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

       Sullo stesso tema del ricordo, ma non solo, le                     Calcolati in circa 800 i feriti e ammalati eva-
    parole del presidente Favero: “Il mandato di que-                 cuati prima del gennaio 1943 (ufficialmente si
    sta nostra associazione alpina è di NON DI-                       parla di 780) restano in forza almeno in 17.800,
    MENTICARE, dobbiamo gridarlo con forza, spe-                      dei quali 16.680 risultanti sul Don all'inizio della
    cie alle nuove generazioni, dire loro che non si                  ritirata (la differenza è data dai caduti e dispersi
    può e non si deve dimenticare. Dire loro che a                    del battaglione distrutto a Rossosch).
    quei ragazzi di allora, che hanno lasciato la loro                    L'11 febbraio 1943 il capitano Alberto Penzo,
    vita nelle steppe di Russia, ma anche a quelli                    ufficiale incaricato del censimento dei superstiti
    che venticinque anni prima sono morti nelle pia-                  della Cuneense, trasmetteva al comando dell'8a
    nure e sulle montagne d'Italia (e altrove) nella                  Armata, gen. Gariboldi, i suoi dati, divisi per re-
    prima guerra mondiale, dobbiamo riconoscenza                      parto, per un totale di 1.607 sopravvissuti: è il da-
    profonda.                                                         to ripreso come “ufficiale”, che però non tiene
       Dobbiamo dire ai ragazzi di oggi che abbiamo                   conto di altri, scarsi, militari che sono soprag-
    l'obbligo di mantenere una identità, una capacità                 giunti nei giorni successivi nei centri di raccolta,
    di riconoscerci, per dire che abbiamo ancora il                   ma neppure dei pochissimi prigionieri dei sovieti-
    coraggio di usare una parola difficile, ma qualche                ci rilasciati tra il 1946 ed il 1954, tra i quali lo stes-
    volta necessaria, “le armi”, non per attaccare, ma                so gen. Battisti (**).
    per difendere i nostri valori, la nostra patria, la                   I numeri che appaiono più congrui sono di
    nostra millenaria civiltà cristiana. Questo ci viene              circa 1.800 superstiti a fronte di 16.000 “non più
    chiesto, questo quello che vorremmo che anche                     tornati”: per la nostra Cuneense significano
    i giovani di oggi facessero.                                      “perdite” per l'89,88%.
       E' per questo che la nostra Associazione da                        Proviamo mentalmente a vederli tutti schierati,
    sempre è cocciutamente, testardamente convin-                     fila dietro fila, quei giovani, come lo erano la vigi-
    ta che l'articolo 52 della Costituzione deve esse-                lia della partenza dalle stazioni del cuneese e
    re applicato anche oggi, che sia necessario un                    proviamo ad immaginare il dramma umano, per
    periodo obbligatorio per i giovani di un servizio                 lo più quel corrosivo “non sapere”, delle famiglie,
    alla patria e agli altri per saper dare, GRATUITA-                delle donne, mamme, spose, fidanzate rimaste
    MENTE.”                                                           senza il loro bene.
       Sono passati 75 anni dalla tragedia dell'AR-
                                                                          E poi, aiutati dai racconti di chi ha vissuto la
    MIR, dalla “fine” della divisione Cuneense.
                                                                      tragedia, proviamo ad immedesimarci in quei gio-
       Sui numeri di quell'autentica “salita al Calva-
                                                                      vani in quei lunghi momenti là sul Don, e la neve,
    rio”, quelli che si trovano in tanti libri e sono inci-
                                                                      le armi, la fatica, la fame, la prigionia e i nuovi pa-
    si anche qui sulle lapidi, non c'è certezza, anzi,
                                                                      timenti, ...
    sono oggi aggiornati in peggio, pur rimanendo
                                                                          Dal simbolico Sacrario della Cuneense, le no-
    lampante il fatto che non li conosceremo mai con
                                                                      te del “silenzio” si espandono su troppe tombe, la
    precisione.
                                                                      più parte senza neppure una croce conficcata so-
       Dai documenti degli archivi militari, dai libri
    scritti da qualche reduce meno reticente, dai rac-                pra.
    conti, strappati a fatica, dei sopravvissuti, questi                                                 CARLO FONTANA
    sì reticenti, che solo in là con gli anni, forse
    perché il peso di esperienze allucinanti via via
    pare alleggerirsi, hanno cominciato a racconta-
    re, tanto si è ricostruito di quelle vicende.
       Si scriveva dei “numeri” di quel martirio. Nel-
    l'ordine di battaglia del 25 settembre 1942 è ri-
    portato per i componenti la Cuneense schierata
    sul Don il n° di 17.460.
                                                                      (*)   A Col di Nava tra i tanti vessilli, presente, come da tra-
       A questi occorre aggiungere un battaglione
                                                                           dizione, quello della sezione di Genova scortato dal pre-
    complementi (di cui non si conosce l'esatto nu-                        sidente Pansini ed i gagliardetti di tanti gruppi.
    mero degli effettivi, ma valutabili in almeno 1.100               (**) Il numero esatto dei prigionieri dell'ARMIR (e dello
    / 1.200 come erano i battaglioni operativi in guer-                    CSIR) restituiti all'Italia è impossibile da valutare, es-
    ra) inviato in Russia a fine 1942, contando il qua-                    sendosi frammisti ai prigionieri della ritirata quelli, ben
    le la forza della Divisione sale ad oltre 18.500                       più numerosi, catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre
    uomini.                                                                1943, “liberati” dall'esercito sovietico nell'avanzata verso
                                                                           Vienna, Berlino ed il fiume Elba: in totale l'URSS ha re-
       Quest'ultimo battaglione fu pressoché comple-                       stituito, gli ultimi nel 1954, circa 10.000 prigionieri italia-
    tamente distrutto nella difesa di Rossosch di me-                      ni, la quasi totalità presi ai tedeschi; pochissimi, e tra lo-
    tà gennaio 1943.                                                       ro soprattutto ufficiali, i superstiti dell'ARMIR / CSIR.

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Tr e nTo 2018 - Associazione Nazionale Alpini - Sezione di ...
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                                                                            PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

TRENTO 2018 – UN’ADUNATA
UN PO’ COSI’ …
I
          deali e contrasti, questo il filo conduttore   stato che davvero poco pare sappia fare per la
          di una adunata particolare nella terra         sua gente, ma il tricolore non è un simbolo politi-
          che ha vissuto sulla sua pelle, nella sua      co, è invece un patrimonio che accomuna tutti e
carne viva, la guerra di cui si ricorda il centena-      tutte al di sopra del diverso modo di vedere,
rio della fine, quella guerra che qui, come forse        sentire e credere: ed erano tanti i tricolori a
in nessun altro luogo, ha lacerato il tessuto uma-       Trento, anche se meno numerosi che altrove,
no tra chi credeva e combatteva per una o per            spesso avevano accanto il simbolo della regio-
l'altra parte.                                           ne, quasi a sottolineare una propria identità defi-
   Ma non è solo di quello, ampiamente disserta-         nita non scambiabile, ma è anche giusto così.
to, che siamo testimoni trovandoci a Trento: il             I numeri dell'Adunata 2018 sono stati ampia-
compito che tocca agli alpini è quello di portare        mente sottolineati dai media anche non di parte:
aria fresca e pulita (e magari civile) dove ci si re-    tanti gli alpini e le loro famiglie: tenuto conto che
ca, questo a qualcuno può non essere simpatico,          la naja tradizionale è finita da anni lasciandoci
le bandiere possono anche non riscuotere il suc-         con pochissimi ricambi, sembra quasi che il
cesso sperato, specie se sono simbolo di uno             tempo si sia fermato, non fosse un richiamo alla

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               PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

    realtà l'incedere sempre più incerto di tanti di noi.             le bandierine agitate dai bambini, mani che cerca-
      Anche gli alpini genovesi hanno risposto alla                   no una stretta, il saluto e gli applausi di tutte e
    grande, chi attratto dal tornare dove un qualche                  tutti … per capire che significa bisogna provarlo.
    ascendente ha vissuto anni della giovinezza                          Si scriveva di contrasti: bastava passeggiare
    (spesso perdendola), chi solo per testimoniare il                 in centro poco dopo il sorgere del sole per con-
    proprio sentire volendo esserci, ma è stato bello                 statare quello che troppi cittadini vedono e
    così: sfilare numerosi tra gli applausi della gente,              subiscono in ogni località appena importante, e

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                                                                           PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

cioè l'inciviltà di troppe notti, di troppi risvegli
amari nei luoghi della “movida” (evidentemente il
termine non è italiano e c'è un suo perché): dopo
le 7 o le 8 (di mattina) di domenica ancora tanti
giovani ragazzi e, quel che più interroga noi vec-
chi idealisti, giovanissime ragazze con il fedele
bicchiere di birra o che altro in mano, barcollanti
… E lo scempio delle strade, la sporcizia, la non
educazione di troppi. Ma il contrario per contrasto
c'è e bastava fare qualche centinaio di metri ed
ecco altre immagini. In una piazza alberata grup-
pi di alpini stretti intorno ad altri giovani, donne ed
uomini con i loro fidi cani da ricerca, un po' dis-
taccata una giovanissima volontaria fa giocare e
coccola la sua bestiola.
                                                             Ed altri giovani, con o senza cappello alpino,
                                                          con le divise della Protezione Civile o delle tan-
                                                          te fanfare. Più oltre un altro bel gruppo: sono i
                                                          ragazzi e le ragazze della banda di Accumoli,
                                                          recente terremoto, con lo striscione con su il
                                                          loro “grazie” a chi li ha e li sta aiutando, e suo-
                                                          nano il loro inno alla vita che deve andare oltre
                                                          la distruttiva calamità: e allora pensi che dav-
                                                          vero può esserci un futuro per questa marto-
                                                          riata, non solo in senso figurato, non solo in
                                                          senso materiale, nostra Italia.
                                                             Certo le nostre città dobbiamo proteggerle di
                                                          più, l'educazione ed il vivere civile deve diven-
                                                          tare cosa tangibile insegnata e diffusa prima di
                                                          tutto con l'esempio, anche questo un “compito
                                                          a casa” per noi alpini.

                                                                                                                           Carlo Fontana

                                                                                                                                           9
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           PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

       ALPINI
       PARACADUTISTI
       A TRENTO

     Accampamento. Plotone comando

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                                                                          PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

Autorità Ana

Al sabato dell'adunata presso lo stadio di Trento     sta Stelvio Boscarato membro del COA della Se-
si sono lanciati gli Alpini Paracadutisti in conge-   zione Trento.
do; hanno partecipato all'esibizione il Vice Co-      Come di consueto gli Alpini Paracadutisti hanno
mandante delle Truppe Alpine Generale Marcello        trainato in sfilata il paracadute; nella squadra tiro
Bellaccico, il Generale Ivan Caruso Comandante        paracadute è sempre presente il nostro iscritto
delle Forze Speciali dell'Esercito (COMFOSE), il      del "Gruppo Alpini Busalla Fabio Lorusso.
Vice Presidente ANA Massimo Curasì, il Presi-         Mai Strac
dente dell'associazione Alpini Paracadutisti Mau-
rizio Venturin e il Maresciallo Alpino Paracaduti-                                                                      Fabio Lorusso

                                                                                                                                        11
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                     CARASCO, RADUNO
                       SEZIONALE 2018
             abato 28 luglio: arri-                                                        Nel pomeriggio inferiore alle
             vare in un normale                                                            attese la partecipazione dei
     S       orario di inizio lavoro
     e trovare un bel gruppo di
                                                                                           bambini: il caldo, il mare vicino
                                                                                           e le manifestazioni contempo-
     volontari/ie della Protezione                                                         ranee hanno tenuto lontane/i
     Civile sezionale con gli au-                                                          tante/i, una occasione perduta
     tomezzi già sistemati stra-                                                           per quei piccoli, certo non per
     tegicamente, intenti/e a                                                              volontari ed organizzatori ai
     montare tende, tirare cavi,                                                           quali va davvero il plauso per
     e posizionare nascondigli                                                             la dedizione e l'impegno.
     per le dimostrazioni e il di-                                                         Domenica 29: c'erano i vessilli
     vertimento delle nuove le-                                                            delle sezioni vicine, Acqui Ter-
     ve, è cosa che porta in un                                                            me, Alessandria, Cuneo, La
     mondo ben diverso dall'im-                                                            Spezia, Parma, Pavia e Pia-
     magine, troppo diffusa in                                                             cenza con un bel gruppo di ga-
     tante persone, dell'alpino                                                            gliardetti a scortare il vessillo
     tutto canti e brindisi, cosucce per altro piuttosto in            sezionale ed il gonfalone del comune ospitante.
     disuso (con qualche nostalgia per il canto “non                   Da cerimoniale l'omaggio al tricolore con l'alza-
     organizzato” che fa tanto condivisione).                          bandiera, la sfilata con le soste, presso i monu-
     Alzabandiera, apertura mostra (foto, divise, libri                menti dedicati, per l'omaggio ai Caduti del comu-
     ed attrezzature alpine con una particolare atten-                 ne nella guerra di liberazione e nelle due guerre
     zione alla storia del gruppo ospitante) e cittadel-               mondiali.
     la della Protezione Civile, omaggio ai Caduti nel-                Una nota merita quest'ultimo monumento dovuto
     la frazione Santa Maria di Sturla: appuntamenti                   alla caparbia testardaggine di un sindaco alpino,
     che scorrono via in un clima semplice ed infor-                   Luigi Casaretto, di cui si ricordano quest'anno i
     male, intanto che qualche bambino già vuole pro-                  cent'anni dalla nascita, il quale, scampato alla
     vare l'emozione della “trasvolata” appeso ai cavi                 tragedia in U.R.S.S., prigionia compresa, ha vo-
     e/o coccolare gli amici a quattro zampe.                          luto onorare e ricordare degnamente i compagni

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                                             PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

non tornati: un monolito di diaspro
rosso con venature bianche, del peso
di varie tonnellate, estratto dal greto
del torrente Graveglia (non con i mez-
zi di oggi) e trasportato su di un carro
ferroviario per un bel tratto lungo le lo-
calità della costa, quasi un giro d'ono-
re, è stato sistemato lì, come un obe-
lisco, puntato verso il cielo, una sim-
bolica aspra montagna, quasi un invi-
to ad elevarsi al di sopra di tutto come
l'aquila che lo sovrasta. Sulla base al-
cune lapidi con i nomi dei Caduti e
dispersi, nomi che nel nostro pensiero
diventano persone, giovani con i loro
sogni e tutta una vita da vivere …
A fine sfilata la S. Messa e le parole

                                                                conclusive: programma
                                                                d'obbligo per gli alpini,
                                                                sempre uguale come un
                                                                rito, uguale e diverso
                                                                nelle sensibilità e nelle
                                                                emozioni.
                                                                Accennare alla ricorren-
                                                                za dei cent'anni dalla fi-
                                                                ne di una guerra tragica
                                                                ed anche ai 75 anni dal-
                                                                la follia di Russia inca-
                                                                stonata in quell'altra
                                                                guerra, conflitti che nella
                                                                storia hanno scavato
                                                                solchi non facilmente ci-
                                                                catrizzabili, obbliga tutti
                                                                a delle riflessioni serie,
                                                                riflessioni che hanno
                                                                avuto un pungolo nelle
                                                                parole del celebrante la

                                                                                                    13
GENOVA
                                  nuova
     PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

                                                            S. Messa (dal vangelo, i pani d'orzo e i pesci,
                                                            piccole cose che ne fanno di grandi), in quelle
                                                            del sindaco di Carasco Massimo Casaretto (per
                                                            la cronaca figlio del testardo che ha voluto il
                                                            masso di diaspro come monumento ai Caduti),
                                                            del presidente Stefano Pansini (le medaglie sui
                                                            vessilli, in particolare quelle col nastro azzurro,
                                                            simbolo di altruismo eroico), nel discorso ufficia-
                                                            le del consigliere Piero Bonicelli.
                                                            Un raduno questo degli alpini genovesi che se-
                                                            gna un po' l'inizio di una pagina nuova nella loro
                                                            storia per l'avvenuto vasto ricambio al vertice
                                                            della sezione, che si colloca in un momento in
                                                            cui, sempre più evidente si fa sentire il peso del-
                                                            l'innalzamento dell'età media dei soci per i moti-
                                                            vi fin troppo noti; a volte pare evidente un clima
                                                            di stanchezza diffusa, il disinteresse di tanti
                                                            iscritti, impegnati forse in attività, locali o meno,
                                                            pur meritorie, ma che li allontanano dalla fre-
                                                            quentazione alpina.
                                                            In un qualche raduno fa il presidente Pansini
                                                            ebbe a dire che ci si deve chiedere se siamo
                                                            degni del cappello che portiamo … In fondo lo
                                                            “spirito alpino” (“alpinità” troppo teorico come
                                                            termine, a parte che non esiste sui vecchi di-
                                                            zionari) richiede poche cose: valori e onestà
                                                            più equilibrato altruismo, quest'ultimo legato in-
                                                            timamente al modo di rapportarci nella vita di
                                                            ogni giorno con chi ci circonda oggi, con il pen-

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GENOVA
                                                               nuova
                                  PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

siero rivolto a chi
ci ha preceduto,
a quelli che non
camminano più
tra noi, ma ai
quali dobbiamo
tutto; tra i morti,
in primo piano,
vero      esempio,
quelli che la vita
l'hanno sacrifica-
ta per il “dovere”,
perché chiamati a
lottare (e nel ca-
so sacrificarsi fo-
no alle estreme
conseguenze)
per qualcosa che
allora si chiama-

                                             va “Patria”, con la “P”
                                             maiuscola come si
                                             legge in tante lettere
                                             dal fronte, ed anche
                                             “libertà”.
                                             Dure e graffianti le
                                             parole di Piero Boni-
                                             celli a conclusione
                                             del raduno: un richia-
                                             mo alla realtà.
                                             Una riflessione: noi al-
                                             pini non siamo per
                                             grazia ricevuta migliori
                                             degli altri, le nostre
                                             adunate nazionali non
                                             sono tutte perfezione
                                             e pulizia come anche
                                             la nostra stessa stam-
                                             pa puntualmente de-
                                             scrive. Gli alpini sono
                      uomini (e donne, ma troppo poche) in cui
                      s'intrecciano pregi e difetti: un bagno di
                      umiltà può farci solo bene.
                      L'invito ad una maggiore partecipazione
                      alla vita associativa è sacrosanto: basta
                      guardare i nostri incontri, sempre gli stes-
                      si (vecchi) visi, ci si chiama tutti per nome.
                      Soluzioni? C'è di che riflettere, pensan-
                      do davvero su che significa indossare un
                      simbolo che tanti hanno portato nelle
                      trincee, nel gelo della steppa sterminata,
                      durante gli assalti nei quali quei ragazzi
                      stavano ... “come le foglie sugli alberi
                      d'autunno”, rubando un pensiero ad Un-
                      garetti, pure lui reduce della guerra
                      15/18.
                                                     Carlo Fontana

                                                                                         15
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                                             nuova
                PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

        LE MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE
               DELLA GRANDE GUERRA
                                                                       Anno 1918 - Seconda parte

     Dal secondo quadrimestre del                                        opera all’impresa dell’affonda-
     1918 fino al termine del conflit-                                   mento della corazzata Wien ad
     to gli avvenimenti bellici si svol-                                 opera di Luigi Rizzo, meritan-
     gono ormai esclusivamente nel                                       dosi una medaglia d’argento.
     Veneto. Sulle montagne, attor-                                      Nella primavera del ’18, dopo
     no al Piave, nei cieli e nell’A-                                    aver comandato un battaglione
     driatico si svolge un’epica lotta                                   di marina, si offre volontario
     difensiva, che alla fine porterà i                                  per un’incursione nel porto di
     buoni frutti. Si esaminano ora                                      Pola, dove deve affondare una
     alcune delle 54 massime deco-                                       corazzata. Utilizza un nuovissi-
     razioni conferite nel quadrime-                                     mo speciale motoscafo siluran-
     stre maggio/agosto 1918.                                            te della classe Grillo dotato di
                                                                         catene (funzionano come i cin-
                                                                         goli dei carri armati) atte a sca-
     Mario Pellegrini (Vignola,                                          valcare le reti di protezione di
     1880), dopo aver frequentato                                        superficie.                          Il giorno 20 partecipa ad un’ar-
     l’Accademia Navale di Livorno,                                      Dopo aver superato ben tre           dita operazione, in un punto
     partecipa alla guerra di Libia e                                    ostruzioni, alla quarta ed ultima    dove gli austriaci sono partico-
     ad azioni sulle coste dell’Asia                                     viene intercettato, senza possi-     larmente minacciosi.
     Minore. Nella Grande Guerra                                         bilità di salvezza. Autoaffonda il   Un forte bombardamento bloc-
     compie missioni in Adriatico                                        mezzo e viene catturato, ri-         ca il suo reparto: viene grave-
     imbarcato sui cacciatorpedinie-                                     uscendo a portare in salvo un        mente ferito ad una gamba ma
     re. Durante il ripiegamento del-                                    suo marinaio ferito.                 non vuol farsi accompagnare in
     la III Armata susseguente ai                                        Al rientro dalla prigionia al ter-   retrovia. Rimane tra i compagni
     fatti di Caporetto, effettua di-                                    mine del conflitto gli verrà con-    rincuorandoli; si recide i lembi
     verse operazioni di appoggio,                                       cessa la massima onorificenza        della gamba ancora attaccati al
     facilitandone il movimento. Co-                                     per il coraggio mostrato nella       corpo e si lega il moncherino
                                                                         pur sfortunata azione.               con la cinghia dei pantaloni. Mi-
                                                                                                              nimizzando gli esiti della ferita,
                                                                                                              muore poco dopo dissanguato,
                                                                         Il Bersagliere Fedele Caretti        sempre incitando gli altri.
                                                                         (Varese, 1892) viene chiamato
                                                                         alle armi nel 1912 ed inviato a
                                                                         combattere in Libia; rientrato in    Come Caretti, anche l’Alpino
                                                                         Italia, trattenuto alle armi, par-   Sante Dorigo (Treviso, 1892)
                                                                         tecipa con onore al salvataggio      è arruolato nel 1912. Con il bat-
                                                                         delle popolazioni colpite dal        taglione Feltre partecipa alla
                                                                         terremoto di Avezzano. E’ sem-       spedizione di Libia ed al rien-
                                                                         pre militare allo scoppio della      tro, trattenuto alle armi, parteci-
                                                                         guerra e per due anni combat-        pa nel ‘15 ai primi scontri a Ci-
                                                                         te nella zona dell’alto Isonzo.      ma d’Asta ed in Val Brenta.
                                                                         Nel maggio del ’18 si trova nel-     Promosso sergente per meriti,
                                                                         la delicata zona di Capo Sile,       combatte sugli Altipiani nei
                                                                         nei pressi della foce del Piave.     giorni dell’offensiva austriaca.

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GENOVA
                                                                            GENOVA
                                                                                                         nuova
                                                                                                          nuova
                                                                           PERIODICO
                                                                               PERIODICO
                                                                                     PER PER
                                                                                         GLI ALPINI
                                                                                              GLI ALPINI
                                                                                                    DELLADELLA
                                                                                                           SEZIONE
                                                                                                               SEZIONE
                                                                                                                   ANA ANA
                                                                                                                       DI GENOVA
                                                                                                                           DI GENOVA

                                      tari. Nominato ufficiale di com-    seppelliti con gli onori delle ar-
                                      plemento nei Bersaglieri, par-      mi riservati agli eroi il sottote-
                                      tecipa alla X Battaglia dell’I-     nente Pellas e tre audaci arditi.
                                      sonzo nel mese di maggio, nel       Verrà promosso tenente alla
                                      corso della quale il giorno 26      memoria e riceverà la massi-
                                      cade Demetrio (medaglia d’ar-       ma onorificenza.
                                      gento). Dopo aver combattuto
                                      sulla Bainsizza, nel corso della
                                      ritirata di Caporetto si rende      Carlo Guadagni (Santeramo
                                      protagonista con il suo reparto     di Avellino, 1878) dopo aver
                                      di retroguardia di episodi di ar-   frequentato la Scuola Militare
                                      dimento, contendendo palmo a        di Modena ed aver prestato
                                      palmo il terreno al nemico.         servizio in vari raparti, entra a
                                      Quindi nei primi mesi del ’18       far parte nel 1909 della Brigata
                                      ottiene di entrare a far parte      Bologna, con la quale parteci-
Ammesso ad un corso per al-           dei reparti d’assalto Fiamme        pa alla guerra di Libia, dove
lievi ufficiali, è promosso sotto-    Cremisi: la madre ne è molto        consegue una medaglia di
tenente nel ’17 nel Monte Pa-         preoccupata, ma Leopoldo le         bronzo. Allo scoppio della
subio.                                scrive “Mamma ricordati che         Grande Guerra, con il grado di
Il suo spirito impavido lo porta      c’è una tomba sul Carso che         capitano prende parte ai primi
ad entrare in un reparto d’as-        non è stata ancora fatta paga-      scontri nella zona Fogliano-
salto Fiamme Verdi ed il 19                                               Redipuglia, distinguendosi nel-
gennaio ‘18 per il comporta-                                              la battaglia per la presa del
mento tenuto nel corso di un                                              trincerone di Castelnuovo, ve-
combattimento in Val d’Adige                                              nendo decorato con medaglia
viene decorato con medaglia                                               d’argento.
d’argento. Nel maggio succes-                                             Con il grado di maggiore nel
sivo con il suo reparto riconqui-                                         ’17 passa alla Volturno e dopo
sta il Monte Corno di Vallarsa                                            Caporetto alla Cosenza di cui
(oggi Corno Battisti, ove fu cat-                                         comanda un battaglione, te-
turato il nostro Martire trentino                                         nendo una delicata zona di
nel luglio del ’16); quindi con                                           trincee sul Piave nei pressi di
pari audacia cerca di prendere                                            Sant’Andrea di Barbarano.
la vicina Zugna Torta, ma il ten-                                         Il 15 giugno del ’18, allo scop-
tativo fallisce per mancato af-                                           pio della Battaglia del Solstizio,
flusso di rincalzi.                                                       che sarà l’ultimo disperato e
La controffensiva austriaca è                                             vano tentativo austriaco di im-
estremamente violenta e quasi                                             porsi, corre con il suo reparto
tutti gli arditi vengono grave-       re!”, alludendo al fratello cadu-   in aiuto dei resti delle nostre
mente feriti. Dorigo lancia qua-      to. E per destino proprio il 26     prime linee che già sono state
si morente parole di incitamen-       maggio, anniversario della          travolte dal nemico che ha
to ai compagni.                       morte di Demetrio, Leopoldo
Al termine dello scontro viene        alla testa del suo reparto rice-
raccolto dal nemico ancora mi-        ve l’ordine di assaltare al tra-
racolosamente vivo, portato in        monto le trincee nemiche nel
retrovia e curato. Sarà rimpa-        settore di Capo Sile, foci del
triato alla fine della guerra e gli   Piave.
verrà assegnata la massima            Riesce a superare tre ordini di
onorificenza.                         difese, cattura centinaia di au-
                                      striaci e ricco bottino di armi,
                                      ma nell’oscurità della notte vie-
Leopoldo Pellas (Perugia,             ne visto scomparire correndo
1897) ed il fratello Demetrio ri-     ancora all’assalto.
spondono con entusiasmo alla          Due giorni dopo, da un aereo
chiamata alle armi nel ’17, ab-       nemico piove un messaggio
bandonando gli studi universi-        che comunica che sono stati

                                                                                                                                       17
GENOVA
                                            nuova
               PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

     guadato il Piave; con perizia                                                                         alla memoria, conferite in
     dispone la difesa costringendo                                                                        quella battaglia) e la promo-
     l’avversario a ripiegare.                                                                             zione a maggiore.
     Di fronte ad un più violento at-
     tacco portato da forze prepon-
     deranti, ingaggia prima una                                                                           Altro ufficiale di carriera è Lui-
     dura battaglia che si protrae                                                                         gi Coralli (Casteggio, 1880).
     per alcune ore, quindi rimasto                                                                        Uscito dall’Accademia ed in-
     con pochi uomini e senza rin-                                                                         viato al 29° reggimento fante-
     forzi, si chiude in un caposaldo                                                                      ria, ottiene un attestato di be-
     dal quale resiste ad oltranza                                                                         nemerenza per aver fermato
     con le armi e munizioni rima-                                                                         un cavallo imbizzarrito che per
     ste, fino a quando rimane ucci-                                                                       la strada minacciava i cittadi-
     so da una scarica di fucileria.                                                                       ni. Nel 1910 passa all’8^ Alpi-
     Alla memoria gli verrà asse-                                                                          ni con il quale entra in guerra
     gnata la medaglia d’oro e la                                                                          con i gradi di capitano. Com-
     promozione a tenente colon-                                                                           batte in alta Carnia nel gruppo
     nello.                                                           ferrato, reparti ormai appieda-      del Freikofel – Pal Grande ri-
                                                                      ti poiché i nuovi sviluppi tec-      cevendo una medaglia d’ar-
                                                                      nologici della guerra non dan-       gento ed un encomio solenne.
     Il paese di Sant’Andrea di                                       no più scampo a questa nobi-         Promosso maggiore, passa
     Barbarano è diventato famo-                                      le ed antica arma ormai al tra-      alla brigata Ancona prima ed
     so per la scritta sul muro                                       monto. Nell’ottobre ’17 ottiene
                                                                      il trasferimento nei reparti
                                                                      bombardieri, nuova specialità
                                                                      dell’artiglieria. Al comando di
                                                                      uno di questi gruppi si trova
                                                                      schierato sul Montello il giorno
                                                                      15 giugno del ’18 quando ini-
                                                                      zia l’offensiva austriaca. La
                                                                      lotta divampa intensissima
                                                                      perché il nemico in un primo
                                                                      momento, varcato il Piave, ri-
                                                                      esce a travolgere le prime li-
                                                                      nee italiane. Il combattimento
                                                                      tra artiglierie è subito violen-
                                                                      tissimo (per la prima volta nel
                                                                      corso della guerra le artiglierie
                                                                      italiane riescono ad aprire il
                                                                      fuoco di contropreparazione          alla Cremona poi, al comando
     sbrecciato di una casa, auten-                                   pochi istanti prima che inizi        di un battaglione. Nel giugno
     tica icona della Grande Guerra                                   quello di preparazione austria-      ’18 si trova con il reparto sul
     sul fronte italiano.                                             co e questa sorpresa alla lun-       monte Pertica (gruppo del
                                                                      ga si rivelerà determinante per      Grappa). Anche qui il giorno
                                                                      la vittoria italiana). Ad un certo   15 divampa la forte offensiva
     L’ufficiale di carriera Annibale                                 momento dell’azione, il capita-      austriaca che tenta di aprirsi
     Caretta (Alessandria, 1877)                                      no Caretta, vedendo venire           un varco verso la sottostante
     esce dalla Scuola di Modena                                      avanti le fanterie avversarie,       pianura. Dopo un’avanzata
     nel 1897 e passa nei reggi-                                      le affronta da solo, eretto nella    iniziale, il nemico viene ribut-
     menti di Cavalleria. E’ già te-                                  persona con la pistola spiana-       tato indietro da una violenta
     nente nel 1902 e capitano allo                                   ta, ma pur riuscendo ad ucci-        controffensiva nella quale il
     scoppio della guerra. Combat-                                    dere qualche nemico, è presto        Coralli si distingue per ardi-
     te per due anni nel basso                                        sopraffatto e colpito a morte        mento. Purtroppo il nemico ri-
     Isonzo e Carso prima con il                                      da una pugnalata. Alla sua           esce successivamente ad in-
     reggimento Cavalleggeri di Vi-                                   memoria riceverà la medaglia         filtrarsi alle spalle del suo re-
     cenza, poi con quelli di Mon-                                    d’oro (è una delle 13, di cui 12     parto che in breve si trova cir-

18
GENOVA
                                                                            GENOVA
                                                                                                         nuova
                                                                                                         nuova
                                                                            PERIODICO
                                                                             PERIODICOPER
                                                                                       PERGLI
                                                                                           GLIALPINI
                                                                                               ALPINIDELLA
                                                                                                      DELLASEZIONE
                                                                                                            SEZIONEANA
                                                                                                                    ANADIDI
                                                                                                                          GENOVA
                                                                                                                            GENOVA

condato. Nel disperato com-          zione arretrata e più strategi-
battimento volto a rompere           ca, riprendendo il fuoco sul
l’accerchiamento il maggiore         nemico irrompente. Ferito tre
cade eroicamente. Anche per          volte, cade sull’arma. Il giorno
lui la medaglia d’oro sarà ac-       seguente, una controffensiva
compagnata dall’avanzamen-           italiana consente di riprende-
to al grado superiore.               re le posizioni perdute. Dopo
                                     la battaglia, i suoi soldati ne
                                     ritrovano il corpo che era sta-
Giovanni Lipella (Riva di            to deposto in una caverna da-
Trento, 1899), educato dal           gli austriaci, in attesa di se-
padre all’amore per l’Italia pur     poltura. Verrà un giorno trova-
essendo suddito dell’impero          to in banca nel cassetto della
austriaco, studia a Verona do-       sua scrivania un foglio sul
ve poi si impiega nella locale       quale aveva scritto: "Se mi
sede della Banca Commer-             dovesse accadere di non ri-
                                                                           salto delle linee nemiche. Im-
ciale Italiana. Non ancora           tornare più, il mio testamento
                                                                           mobilizzato da una ferita alle
compiuti 18 anni, si arruola         è questo: Viva l'Italia. 8 giu-
                                                                           gambe, disdegna l’intimazio-
nel giugno ’17; viene inviato        gno 1917". Oggi la sua me-
                                                                           ne di arrendersi suicidandosi
alla scuola per allievi ufficiali    moria è onorata da una famo-
                                                                           per non cadere prigioniero.
mitraglieri e quindi assegnato       sa e bellissima via ferrata che
alla brigata Bari. Si trova sul      porta il suo nome, situata sul-
monte Asolone (Gruppo del            la parete ovest della Tofana di
                                                                           Cesare Poggi (Como, 1883)
Grappa) all’inizio dell’offensi-     Roces, dominante la Val Tra-
                                                                           proviene da famiglia genove-
                                     venanzes.
                                                                           se. Richiamato alle armi nel
                                                                           ’15 col grado di sottotenente
                                                                           viene assegnato alla Brigata
                                     Nato nel 1894 nei sobborghi
                                                                           Liguria. Nel settembre, pro-
                                     di Cagliari, Eligio Porcu co-
                                                                           mosso tenente, partecipa ad
                                     stituisce un esempio di raro
                                                                           azioni tra il Monte Nero e S.
                                     senso del dovere manifestato
                                                                           Maria di Tolmino, nell’alto Ison-
                                     fino all’estremo sacrificio.
                                                                           zo. Inviato con la Liguria sul
                                     Chiamato alle armi gli ultimi
                                                                           Monte Zovetto nel giugno del
                                     mesi del ’14, viene inviato ad
                                                                           ’16 per contrastare l’offensiva
                                     un corso per allievi ufficiali. Al-
                                                                           austriaca sugli Altipiani, per il
                                     l’ingresso in guerra, assegna-
                                                                           suo fermo contegno si merita
                                     to con i gradi di sottotenente
                                                                           un encomio solenne e la pro-
                                     alla brigata Reggio, combatte
                                                                           mozione a capitano sul cam-
                                     al passo Falzarego, sulle To-
                                                                           po. Dopo una seconda promo-
                                     fane, nella zona del Col di La-
                                     na dove riceve gli encomi dei
va austriaca. Anche nella sua        superiori. Promosso capitano
zona il nemico riesce a rom-         nel novembre del ’17, porta il
pere il fronte minacciando lo        suo reparto a contrastare effi-
sfondamento completo. Ma la          cacemente il nemico sul mon-
Bari si oppone validamente.          te Valderoa (massiccio del
Nell’azione fornisce un contri-      Grappa) fino a costringerlo al
buto determinante il reparto         ripiegamento. Dal marzo ’18
mitraglieri di cui Lipella fa par-   gli viene affidato l’incarico di
te. Il giovane ufficiale rincuora    presidiare un tratto di trincee
ed esorta i suoi soldati, dando      del Montello, mostrando pro-
una mano ove si presenti             ve di ardimento nelle frequen-
maggiore difficoltà; ad un cer-      ti sortite per pattugliamento.
to punto, vista un’arma senza        All’inizio dell’offensiva di giu-
più serventi, se la carica sulle     gno, resiste due giorni agli at-
spalle e la trasporta in posi-       tacchi, portandosi poi all’as-

                                                                                                                                     19
GENOVA
                                            nuova
               PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

     zione per meriti di guerra, nel                                  tria in un momento così dram-
     giugno ’17 gli viene affidato il                                 matico. Fa subito scalpore ve-
     compito di formare gli ufficiali                                 dere un ultraquarantenne in
     della nuova brigata Potenza, di                                  mezzo ai Ragazzi del ’99. In-
     cui comanderà un battaglione                                     serito nel corpo dei Bersaglie-
     l’agosto successivo nell’XI bat-                                 ri, ottiene subito di passare
     taglia dell’Isonzo (o della Bain-                                nel reparto Arditi Fiamme Cre-
     sizza), meritando una prima                                      misi. Distintosi ben presto per
     medaglia d’argento. Altra ana-                                   ardimento, viene promosso
     loga decorazione gli viene as-                                   nel febbraio ’18 caporale. Tra-
     segnata dopo la ritirata di Ca-                                  sferito in un nuovo reparto Ar-
     poretto per aver contrastato e                                   diti che opera a Capo Sile nel
     rallentato l’onda austro tede-                                   basso Piave, durante un’azio-
     sca al comando del reggimen-                                     ne trascina la sua squadra ed
     to il cui comandante era cadu-                                   irrompe in una trincea nemica
     to sul campo. La massima                                         facendo numerosi prigionieri.
     onorificenza gli viene conferita                                 Sferrata dagli austriaci l’offen-   portato fin dall’inizio dell’azio-
     nei giorni della battaglia del                                   siva del giugno, più volte ri-      ne. A seguito di un contrattac-
     Solstizio nella zona il Montello                                 esce a bloccare con i suoi ra-      co che determina la perdita
     e Casa Pasqualini, sull’argine                                   gazzi l’impeto dell’avversario      della cima, Scianna si riporta
     del Piave, per aver respinto il                                  fino a quando, il 19 giugno,        in avanti un’altra volta ri-
     nemico rimanendo tra i suoi                                      nel corso di una controffensi-      uscendo con i compagni a ri-
     uomini, pur ferito per ben quat-                                 va con lancio di bombe a ma-        conquistare la posizione ed a
     tro volte.                                                       no nel settore di Losson-Bas-       piantare nuovamente il simbo-
     L’efficacia sempre più determi-                                  so Piave, durante un assalto        lo del reparto sulla vetta, ma
     nante dei reparti d’assalto nel-                                 non cade crivellato di colpi.       poco dopo, facile bersaglio,
     l’ultima parte della guerra è te-                                                                    viene abbattuto da una raffica
     stimoniata dalle numerose de-                                                                        di mitragliatrice. Muore tra le
     corazioni conferite a molti dei                                  Ciro Scianna (Bagheria,             braccia del suo comandante
     loro appartenenti. I due se-                                     1891) a fine ’13 rimpatria dal-     baciando lo stendardo.
     guenti ne sono una conferma.                                     l’estero dove lavorava per as-
                                                                      solvere agli obblighi militari.
                                                                      Arruolato nel Bersaglieri, vie-     Enea Guarneri (Brescia,
     Attilio Verdirosi (Rieti, 1873),                                 ne poi trattenuto alle armi per     1894) è un giovane ufficiale
     benché riformato a suo tem-                                      lo scoppio della guerra. Com-       degli Alpini. Viene assegnato
     po, parte volontario nel no-                                     batte in vari punti della Car-      dapprima al battaglione Dro-
     vembre ’17 a seguito dei fatti                                   nia, mostrandosi sempre ardi-       nero con il quale combatte nel
     di Caporetto, spinto dal desi-                                   mentoso. Dopo l’arretramento        ’15 in alta Carnia. Quindi, pro-
     derio di prestare aiuto alla Pa-                                 sul Piave entra a far parte del-    mosso tenente nel Monte Bi-
                                                                      le Fiamme Cremisi e dal mese        cocca, reparto di milizia mobi-
                                                                      di maggio ’18 combatte nel          le costituito presso il deposito
                                                                      settore del Grappa: sul Monte       del Dronero, partecipa alla di-
                                                                      Asolone trascina i compagni         fesa del Monte Rosso nell’alto
                                                                      alla conquista di una trincea       Isonzo. Infine, col grado di ca-
                                                                      meritandosi la medaglia di          pitano nel nuovo battaglione
                                                                      Bronzo; pochi giorni dopo a         Valle Stura (milizia territoriale
                                                                      seguito della conquista di Col      del Borgo San Dalmazzo)
                                                                      Fenilon e Col Moschin riceve        combatte duramente per la di-
                                                                      quella d’Argento. Destinato         fesa delle posizioni del Monte
                                                                      col suo reparto il 24 giugno al-    Cavallo, durante la disfatta di
                                                                      la conquista definitiva del         Caporetto. Ferito, viene fatto
                                                                      Monte Asolone, riesce con i         prigioniero ed inviato in cam-
                                                                      compagni a raggiungere la           po di concentramento ad
                                                                      vetta, sgominando il presidio       Aschak sul Danubio.
                                                                      nemico e piantando lo sten-         Con il pensiero sempre rivolto
                                                                      dardo che personalmente ha          alla Patria, progetta un ardito

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GENOVA
                                                                                                       nuova
                                                                          PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

                                    anno ottiene la nomina a cap-        solto agli obblighi militari in ar-
                                    pellano militare presso un re-       tiglieria pesante campale, allo
                                    parto di artiglieria da campa-       scoppio della guerra ottiene di
                                    gna operativo nella conca di         frequentare un corso di pilo-
                                    Plezzo.                              taggio e già nel settembre del
                                    Da allora seguirà i fatti d’arme     ’15 è al fronte in qualità di avia-
                                    in cui sarà impegnato il repar-      tore per conto dell’artiglieria:
                                    to (Rombon, Mrzli, Gorizia,          meriterà una medaglia di bron-
                                    Vodice e Monte Santo), tutti         zo ed una d’argento nei cieli
                                    teatri di intensissimi combatti-     del basso Isonzo e di Temniz-
                                    menti: nonostante l’incarico         za. Promosso sottotenente di
                                    spirituale, una vera vita di         complemento e passato alla
                                    guerra la sua trascorsa non          caccia dopo un corso alla Mal-
                                    nelle retrovie ma sempre nel-        pensa, ottiene una seconda
                                    le prime posizioni. Dopo i fatti     medaglia d’argento nell’autun-
                                    di Caporetto, passa ad un re-        no del ’17 combattendo nei
tentativo di fuga, mediante lo      parto della brigata Massa            cieli del Veneto durante la riti-
scavo di una galleria. Purtrop-     Carrara, impegnato nella dife-       rata. Promosso tenente dal
po durante i lavori rimane          sa di varie cime del massiccio       maggio ’18, il 12 luglio sopra il
quasi completamente sepolto,        del Grappa (Roccolo, Pertica,        Grappa è protagonista di un
ma chiede di non essere soc-        Solaroli), dove acquista subito      serrato combattimento contro
corso per non compromettere         simpatia ed ascendente sugli         5 velivoli nemici, nel corso del
il tentativo dei compagni:          uomini. Il 6 luglio del ’18 il re-   quale ne abbatte uno, la sua
muore poco dopo tra gravi           parto riceve l’ordine di proce-      trentesima vittoria: sebbene
sofferenze. Anche il nemico,        dere alla riconquista di quota       ferito gravemente, riesce ad
scoperto l’episodio, gli tribute-   1503 del Grappa: don Pacifi-         atterrare nelle linee. 73 crocie-
rà degne onoranze.                  co deve portarsi al posto            re, 43 combattimenti, 30 ab-
                                    avanzato di medicazione per          battimenti, il conseguimento
                                    assistere i feriti, ma nel segre-    del titolo di asso degli assi vi-
Pacifico Arcangeli (Macera-         to del suo animo cova il desi-       venti e la citazione nel bolletti-
ta, 1888) compie gli studi          derio di unirsi ai reparti d’as-     no ufficiale del 12 luglio gli val-
presso il Seminario vescovile       salto per rincuorarli ed ac-         gono la massima onorificenza
di Orte e viene ordinato sa-        compagnarli alla cima. E di-         al valor militare. Dopo la guer-
cerdote a fine 1912. Giovane        fatti, si arma di un semplice        ra verrà richiamato e passato
di ingegno e vasta cultura,         bastone e corre al loro fianco.      al servizio effettivo, riuscendo
torna ad Orte in qualità di in-     I soldati, nel vederlo, moltipli-    a coronare la propria carriera
segnante.                           cano le energie e sotto il suo       militare ai massimi livelli. Mori-
Allo scoppio della guerra è         esempio e sprone giungono            rà nel 1977.
assegnato all’ospedale milita-      con lui alla meta. Il nemico,
re del Celio a Roma, ed a fine      pur sconfitto, non desiste dal
                                    bombardare ancora la zona e
                                    poco dopo una scheggia di
                                    granata ferisce mortalmente
                                    al ventre il coraggiosissimo
                                    religioso.
                                    Il 1918 consacra alla massi-
                                    ma onorificenza quello che
                                    passerà alla storia come il se-
                                    condo asso della nostra avia-
                                    zione dopo Francesco Barac-
                                    ca, di cui si è fatta preceden-
                                    temente menzione, caduto il
                                    19 giugno di quell’anno.

                                    Si tratta di Silvio Scaroni
                                    (Brescia, 1893). Dopo aver as-

                                                                                                                                 21
GENOVA
                                            nuova
               PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

     Questa puntata si chiude con                                     L’immagine fa parte della se-     corazzata Santo Stefano.
     una curiosa immagine legata                                      rie Marina di Guerra costituita   Vale ancora ricordare che in
     all’impresa di Premuda del 10                                    da 6 figurine della celebre im-   quell’episodio fu concessa la
     giugno 1918, quando due                                          mensa collezione Liebig e         medaglia d’oro al capitano
     MAS al comando del capitano                                      mostra (in maniera invero un      Rizzo, comandante la missio-
     Luigi Rizzo affrontarono la                                      po’ fantasiosa, come del resto    ne ed imbarcato sul MAS 15,
     flotta austro ungarica che sta-                                  anche le celebri copertine del    ed al tenente Aonzo, coman-
     va per uscire in Adriatico per                                   Beltrami sulla Domenica del       dante del MAS 21 che peraltro
     un’azione.                                                       Corriere) l’affondamento della    fallì per cause tecniche a lui

                                                                                                        non imputabili il siluramento
                                                                                                        della corazzata gemella Viri-
                                                                                                        bus Unitis, mentre “solo” la
                                                                                                        medaglia d’argento al sottuffi-
                                                                                                        ciale Armando Gori, il coman-
                                                                                                        dante effettivo del MAS 15, i
                                                                                                        cui due siluri da lui perfetta-
                                                                                                        mente indirizzati centrarono in
                                                                                                        pieno la Santo Stefano al cen-
                                                                                                        tro e verso poppa.
                                                                                                        Tutto questo a testimonianza
                                                                                                        e conferma che non fu raro
                                                                                                        nel corso della Grande Guerra
                                                                                                        che l’assegnazione delle ono-
                                                                                                        rificenze fosse influenzata an-
                                                                                                        che da censo e grado militare
                                                                                                        del decorando ….

                                                                                                                   Giancarlo Militello

22
GENOVA
                                                                                                     nuova
                                                                        PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

     LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO
                     (15 - 24 GIUGNO 1918) (*)

C
         on le operazioni offensive del novem-       sava ormai l’impero al suo interno, poteva fare
         bre-dicembre 1917 le forze degli Imperi     affidamento su un esercito ancora sostanzial-
         Centrali non erano riuscite ad aver ra-     mente solido (1), disciplinato e motivato dal
gione della resistenza italiana su Altipiani,        successo conseguito nell’autunno precedente.
Grappa e Piave.                                      Decise quindi di predisporre una grande offen-
Nel successivo mese di gennaio l’Esercito ita-       siva tale da mettere definitivamente fuori cau-
liano aveva anzi dimostrato le proprie capacità      sa l’Italia, così da poter trasferire sul fronte oc-
di ripresa riconquistando le tre importanti posi-    cidentale reparti da impiegare contro gli Allea-
zioni di Monte Valbella, Col del Rosso, Col          ti, a supporto dei quali stavano giungendo da-
d’Ecchele, ad est di Asiago, (prima battaglia        gli Stati Uniti contingenti di truppe sempre cre-
dei “tre monti”, 28-31 gennaio 1918), che era-       scenti. Inoltre una vittoria di questa portata
no state perdute a fine dicembre 1917.               avrebbe rafforzato il prestigio delle istituzioni
Il protrarsi della guerra aveva pesantemente         dell’impero e, non da ultimo, con l’occupazione
condizionato la situazione economico - sociale       di ulteriori territori italiani, procurato nuove ri-
dell’impero austro-ungarico, ormai sull’orlo di      sorse alimentari : minuziose disposizioni ven-
una vera e propria carestia alimentare: ciò,         nero impartite ai comandi in sottordine ed alle
nonostante l’occupazione del Friuli e di parte       truppe in merito alle requisizioni.
del Veneto avesse messo a disposizione note-         Emblematico in merito alle finalità, che l’Impe-
voli risorse alimentari, mentre le aspettative ri-   ro si prefiggeva, fu quanto affermò il Capo di
poste dopo la messa fuori causa della Russia,        Stato Maggiore austro-ungarico Arz von
con il trattato di Pace di Brest-Litowsk del mar-    Straussenburg nel corso di un colloquio con il
zo 1918, di poter contare su disponibilità ancor     Feldmaresciallo tedesco Hindenburg: “Come
più ingenti, provenienti dai territori occupati,     risultato di questa operazione, che ci deve por-
erano andate per contro disattese. Conse-            tare sino all’Adige, mi riprometto lo sfacelo mi-
guenza di ciò era l’insufficiente vettovaglia-       litare dell’Italia”.
mento non solo della popolazione civile all’in-      La genesi del piano di operazioni non fu delle
terno, tra la quale iniziavano a manifestarsi sin-   più facili, influenzata com’era dalle notevoli dif-
tomi di malcontento, ma anche dell’esercito al       formità di vedute tra i comandanti dei due
fronte, che disponeva di razioni viveri sempre       Gruppi di Esercito (Heeresgruppen), operanti
più limitate: in base a testimonianze dirette dei    sul fronte italiano, ciascuno costituito da due
combattenti italiani ma anche per stessa am-         armate. Essi erano comandati da Franz Con-
missione della storiografia austriaca, il peso       rad von Hötzendorf, al quale facevano capo le
medio del soldato imperiale non superava i 50        armate schierate sul fronte montano e da Sve-
chilogrammi.                                         tozar Boroevic, che guidava le armate schiera-
Nel frattempo le ultime tre divisioni tedesche ri-   te sul Piave: ciascuno rivendicava un ruolo de-
maste sul fronte italiano erano state trasferite     cisivo per la propria direttrice di attacco.
su quello occidentale in concomitanza con l’of-      Il piano, frutto di un compromesso tra le vedu-
fensiva colà lanciata in marzo contro le forze       te dei due comandanti, prevedeva a grandi li-
alleate. Il fronte sud-ovest (questa la denomi-      nee un attacco a dall’Astico alla foce del Piave.
nazione ufficiale austro-ungarica del fronte ita-    Le forze delle due di Armate Conrad avrebbero
liano) aveva inizialmente ricevuto altrettante di-   operato uno sfondamento sull’altopiano di
visioni da quello russo, sul quale erano ormai       Asiago verso Schio, in Val Brenta verso Bas-
sufficienti soltanto forze di occupazione.           sano e sul Monte Grappa in direzione di Asolo:
Il Comando Supremo austro – ungarico, pur            obiettivi Vicenza e il corso del Bacchiglione; le
nella difficile situazione economica in cui ver-     armate di Boroevic avrebbero concentrato lo

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GENOVA
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                PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA

     Schieramento per la battaglia – Le forze contrapposte (da www.esercito.difesa.it)

     sforzo principale al centro verso Treviso, che si                 rinvii, per il 15 giugno, sarebbe stata precedu-
     riteneva di poter raggiungere in una giornata,                    ta da un attacco al Passo del Tonale condotto
     ed avevano come obiettivo finale Padova: que-                     da due divisioni, che avrebbe dovuto consenti-
     sto sforzo sarebbe stato supportato alle ali da                   re la penetrazione in Val Camonica e in Valtel-
     due attacchi concorrenti in forze, a destra sul                   lina ed aprire la strada per Milano: esso fu de-
     Montello e a sinistra sul basso Piave, partendo                   nominato operazione “Lawine” (valanga); ma,
     da San Donà, verso il Sile.                                       nonostante che alle truppe fosse stato indicato
     Stretto in una morsa, l’Esercito italiano avrebbe                 quale obiettivo addirittura Milano (nach Mai-
     subito una definitiva sconfitta e sarebbe stato                   land!), venne ad esso attribuita una funzione
     costretto alla resa.                                              eminentemente dimostrativa.
     Il Comando Supremo imperiale lasciò in defini-                    Una particolare cura venne posta nella prepa-
     tiva ampio margine decisionale ed operativo ai                    razione delle operazioni : affluirono complessi-
     due comandanti dei Gruppi d’Esercito, tanto                       vamente dal fronte orientale altre dieci divisio-
     che l’offensiva venne concepita come due di-                      ni, suddivise tra i due gruppi di esercito e ven-
     stinte operazioni:                                                ne migliorato, per quanto possibile, l’equipag-
     ► Operazione “Radetzky” – per l’offensiva dal-                    giamento ed il vettovagliamento.
         l’altopiano al Grappa - dal nome del feldma-                  Ma l’aspetto più importante era costituito dalla
         resciallo Radetzky, comandante in capo del-                   preparazione morale e spirituale dei combat-
         l’esercito imperiale nella prima guerra d’indi-               tenti, ai quali l’offensiva fu indicata come il col-
         pendenza e successivamente spietato go-                       po decisivo da inferire al secolare nemico, reo
         vernatore del Lombardo-Veneto;                                con il suo “tradimento” di aver prolungato la du-
     ► Operazione “Albrecht” – per l’offensiva sul                     rata della guerra e le sofferenze del multietnico
         Piave – dal nome dell’Arciduca Alberto di                     e variegato impero; accorato fu l’appello a
         Asburgo-Teschen, che aveva sconfitto l’e-                     combattere la battaglia finale per la salvezza
         sercito italiano nel 1866 a Custoza nella ter-                della patria comune.
         za guerra d’indipendenza.                                     Non senza sottolineare l’abbondante bottino,
                                                                       specie in termini di risorse alimentari, che la
     L’offensiva, definitivamente fissata, dopo due                    vittoria avrebbe procurato.

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                                                                                       PER PER
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                                                                                                      DELLADELLA
                                                                                                             SEZIONE
                                                                                                                 SEZIONE
                                                                                                                     ANA ANA
                                                                                                                         DI GENOVA
                                                                                                                             DI GENOVA

LE FORzE IN CAMPO                                        L’Esercito italiano poteva schierare sull’intero
                                                         fronte 50 divisioni oltre al concorso di tre divisio-
Schierate su un fronte di complessivi 140 km             ni britanniche, due francesi ed una costituita da
dallo Stelvio alla foce del Piave vi erano:              fuoriusciti cecoslovacchi e 5.104 pezzi di artiglie-
Dalla parte austro - ungarica                            ria (di cui circa 700 tra francesi e britannici), per
► Gruppo d’Esercito del Tirolo (Feldmaresciallo          una consistenza totale di 950.000 uomini.
   Franz Conrad von Hötzendorf) costituito da:           La superiorità numerica del nostro avversario
      ►10a Armata (Feldmaresciallo Alexander             non era certamente schiacciante, considerato
      von Krobatin), corpi d’armata XX, XXI,             anche che gli imperiali si trovavano nella posi-
      XIV; dallo Stelvio alla riva destra del tor-       zione di attaccante; vi era inoltre a vantaggio del
      rente Astico                                       nostro esercito la possibilità di manovrare rapida-
      ►11a Armata (col. generale Viktor von              mente le riserve, tutte dislocate in pianura, men-
      Scheuchenstuel), corpi d’armata III,XIII, VI,      tre quelle austro – ungariche erano in parte
                                                         schierate in zone montane, prive di agevoli vie di
      XXVI, XV; dalla riva sinistra dell’Astico al-
                                                         comunicazione.
      la dorsale del Monfenera
► Gruppo d’Esercito Boroevic (Feldmaresciallo            Armando Diaz resiste saggiamente alle solle-
   Svetozar Boroevic von Bojna) costituito da:           citazioni alleate per un’offensiva sull’Altopia-
      ► 6a Armata (col. generale Arciduca Giu-           no di Asiago
      seppe Augusto d’Austria), corpi d’armata           Nei mesi di aprile e maggio 1918 il maresciallo
      II, XXIV; dal Monfenera al Ponte della             francese Ferdinand Foch, comandante degli
      Priula;                                            eserciti alleati, aveva ripetutamente invitato il Co-
      ► 5a Armata, la celebre Isonzo Armée               mando Supremo italiano ad effettuare un attacco
      (col. Generale Wenzel von Wurm), corpi             in forze sull’Altopiano di Asiago, ritenendo che
      d’armata XVI, IV, VII, XXIII; dal Ponte del-       l’Esercito italiano disponesse ormai di rinnovate
      la Priula al mare.                                 capacità offensive e, in questo settore del fronte,
Per un totale di 59 divisioni e mezza e 5.473 pez-       della superiorità numerica e tattica rispetto alle
zi d’artiglieria, consistenza totale 1.100.000 uo-       forze austro-ungariche.
mini.                                                    Molto opportunamente Diaz ritenne di non aderi-
Dalla parte italiana                                     re alle sollecitazioni francesi: l’operazione pre-
                                                         sentava non pochi rischi ed una certa analogia
       ►7a Armata (ten. generale Giulio Cesare
                                                         con il fallito attacco sull’Ortigara dell’anno prece-
       Tassoni), corpi d’armata III, XIV; dallo Stel-
                                                         dente. Egli riuscì nel prosieguo, sulla scorta del-
       vio alla riva occidentale del Lago di Garda
                                                         le informazioni che via via pervenivano, a con-
       ►1a Armata (ten. generale Guglielmo Pe-           vincere l’impaziente alleato dell’imminenza di un
       cori-Giraldi), corpi d’armata XXIX, V, X; dal     attacco in forze da parte degli imperiali, che sta-
       lago di Garda alla destra del torrente Astico     vano trasferendo dal fronte orientale ingenti for-
       ►6a Armata (ten. generale Luca Montuo-            ze, e a fine maggio, Foch sembrava essersi con-
       ri), corpi d’armata XVI britannico, XII fran-     vinto degli argomenti prospettatigli dal nostro Ca-
       cese, XIII, XX; dalla riva sinistra dell’Astico   po di S.M. Ma il 12 giugno Foch, non concretiz-
       alla valle del Brenta                             zandosi l’offensiva austro-ungarica, rinnovò le
       ►4a Armata (ten. generale Gaetano Giar-           sue sollecitazioni.
       dino), corpi d’armata IX, VI, XVIII, I; dalla     Lo stesso giorno, tuttavia, un evento decisivo di-
       valle del Brenta al Monfenera                     mostrò che Foch non aveva chiara la situazione
       ►8a Armata (ten. generale Giuseppe Pen-           generale, ciò che egli con molta correttezza avreb-
       nella), corpi d’armata XXVII, VIII; dal Mon-      be ammesso in seguito nelle proprie memorie.
       fenera a Palazzon presso Spresiano
       ►3a Armata (ten. generale Emanuele Fili-
       berto duca d’Aosta), corpi d’armata XI,
       XXVIII, XXIII; da Palazzon al mare.               OPERAzIONE La w in e
In riserva generale a disposizione del Comando           L’attacco al passo del Tonale
Supremo la 9a Armata (ten. gen. Paolo Morro-             Ed infatti, come era stato pianificato dal Coman-
ne) dislocata a ridosso del fronte nella zona di         do Supremo imperiale, il 12 giugno le artiglierie
Castelfranco – Treviso, forte di dieci divisioni,        austro-ungariche iniziarono un violento bombarda-
che sarebbero potute intervenire rapidamente             mento sul passo del Tonale: era l’avvio dell’Ope-
ove occorresse, grazie alla fitta rete di vie di co-     razione “Lawine”, con obiettivo le cime intorno al
municazione offerta dalla pianura veneta.                Passo, per poi scendere a Ponte di Legno e dila-

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