Tr e nTo 2018 - Associazione Nazionale Alpini - Sezione di ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Anno VI - N. 2 - MAGGIO - AGOSTO 2018 Tr e nTo 2018 Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Genova
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA LE NUOVE CARICHE SEZIONALI Le nuove cariche e gli incarichi sezionali attribuiti dal Consiglio della Sezione di Genova nella seduta del giorno 27 aprile 2018. Cariche Sezionali BELGRANO GIOVANNI Vice Presidente Vicario TRIPODI SAVERIO Vice Presidente LAZZARI VALTER Vice Presidente PARODI Giobatta Tesoriere BONICELLI Piero Segretario del C.D.S. Incarichi ZAPPATERRA EMILIO Responsabile Servizio d’Ordine CAVAGNARO MARCO Responsabile Cori FAVINI LORENZO Coordinatore Protezione Civile FIRPO MICHELE Rappresentante del C.D.S. Protezione Civile MINAGLIA RENZO Coordinatore Manifestazioni-Attività ANDREA VILLA Responsabie Rifugio Regina Elena TIMOSSI MAURO Responsabile Centro Studi e Museo Direttore responsabile: Nicola Pellegr ino Comitato di redazione: Presidente STEFANO PANSINI Membri: PIERO BONICELLI - ROBERTO MARTINELLI GIANCARLO MILITELLO - LORENZO SANTAGATA MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova Tel. 010 587236 - Fax 010 5709480 e-mail: genova@ana.it Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013 Stampa: Arti Grafiche Francescane srls - Corso Europa, 386 b - 16132 Genova 2
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA RADUNO INTERSEZIONALE A CAPANNETTE DI PEJ I l 17 giugno si è tenuto l'annuale Raduno intersezionale a Capannette di Pej a cui hanno partecipato le Sezioni di Genova, Alessandria, Piacenza e Pavia. Capan- nette di Pej (1460 m.) è una frazione del comune di Zerba in provincia di Pia- cenza e si trova alle pendici del Monte Chiappo, poco lontano dal confine con Pie- monte e Lombardia e a soli 15 km. dalla Liguria. Famoso per la Chiesetta della Madonna della Salute e degli Alpini, costruita nel '68 in tipica architettura montana. Il paesaggio è di incomparabile bellezza e, con amene passeggiate, si possono raggiungere le vette del Lesima, del Chiappo, dell' Ebro, del Cavalmurone e dell'Alfeo, le più alte cime dell' Appennino Piacentino-Alessandrino- Pavese. Denise Tavella 3
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA E S S ILLI V S F E RTA A IN TR Il Vessillo di Genova a Niella Tanaro in occasione del raduno sezionale di Mondovì, con il consigliere Franza. E S S ILLI V S F E RTA A IN TR Il Vessillo di Genova a Noceto in occasione del raduno sezionale di Parma. 4
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA COL DI NAVA 2018, CUNEENSE, 75 ANNI DOPO “PER NON DIMENTICARE” (DIFENDENDO LA NOSTRA PATRIA, I NOSTRI VALORI) A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, …, e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. ... (Foscolo, Dei Sepolcri, 151-155) I n questo nostro mondo frettoloso e dis- cessione di ricorrenze in luoghi simbolo, questo tratto, pure egoista, chissà se valgono di Col di Nava, Ortigara, Adamello, Pasubio, … ancora le parole scritte dal Foscolo in un fino alla “Madonna del Don”, oltre agli omaggi lo- periodo nel quale un certo mondo culturale ribol- cali ai tanti monumenti alla memoria ovunque liva di ideali: il dovere, la patria, la libertà, ideali ai posti: primo e secondo conflitto mondiale che si quali era obbligo essere disponibili a sacrificare intrecciano, uniti nel ricordo. (*) tutto. “I nostri reduci sono saliti quassù per ricordare Quando ci si avvicina ad un Sacrario militare, i compagni rimasti là. … Sono stato poco tempo sia pure simbolico come questo della div. Cu- fa a Cargnacco per il ritorno in Italia dei resti di neense a Col di Nava (che di ossa contiene solo cento giovani italiani riesumati in Russia, … ho quelle del suo ultimo comandante), certi interro- provato quale forza emanano quelle ossa! ...”, gativi ci si pongono con violenza, insieme alla do- questi pensieri estratti dal discorso di Enzo Da- manda spontanea “che ne è del loro sacrificio?”. prelà, presidente della sezione di Imperia, orga- Ogni anno l'estate ci porta un incalzante suc- nizzatrice di questo pellegrinaggio. 5
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA Sullo stesso tema del ricordo, ma non solo, le Calcolati in circa 800 i feriti e ammalati eva- parole del presidente Favero: “Il mandato di que- cuati prima del gennaio 1943 (ufficialmente si sta nostra associazione alpina è di NON DI- parla di 780) restano in forza almeno in 17.800, MENTICARE, dobbiamo gridarlo con forza, spe- dei quali 16.680 risultanti sul Don all'inizio della cie alle nuove generazioni, dire loro che non si ritirata (la differenza è data dai caduti e dispersi può e non si deve dimenticare. Dire loro che a del battaglione distrutto a Rossosch). quei ragazzi di allora, che hanno lasciato la loro L'11 febbraio 1943 il capitano Alberto Penzo, vita nelle steppe di Russia, ma anche a quelli ufficiale incaricato del censimento dei superstiti che venticinque anni prima sono morti nelle pia- della Cuneense, trasmetteva al comando dell'8a nure e sulle montagne d'Italia (e altrove) nella Armata, gen. Gariboldi, i suoi dati, divisi per re- prima guerra mondiale, dobbiamo riconoscenza parto, per un totale di 1.607 sopravvissuti: è il da- profonda. to ripreso come “ufficiale”, che però non tiene Dobbiamo dire ai ragazzi di oggi che abbiamo conto di altri, scarsi, militari che sono soprag- l'obbligo di mantenere una identità, una capacità giunti nei giorni successivi nei centri di raccolta, di riconoscerci, per dire che abbiamo ancora il ma neppure dei pochissimi prigionieri dei sovieti- coraggio di usare una parola difficile, ma qualche ci rilasciati tra il 1946 ed il 1954, tra i quali lo stes- volta necessaria, “le armi”, non per attaccare, ma so gen. Battisti (**). per difendere i nostri valori, la nostra patria, la I numeri che appaiono più congrui sono di nostra millenaria civiltà cristiana. Questo ci viene circa 1.800 superstiti a fronte di 16.000 “non più chiesto, questo quello che vorremmo che anche tornati”: per la nostra Cuneense significano i giovani di oggi facessero. “perdite” per l'89,88%. E' per questo che la nostra Associazione da Proviamo mentalmente a vederli tutti schierati, sempre è cocciutamente, testardamente convin- fila dietro fila, quei giovani, come lo erano la vigi- ta che l'articolo 52 della Costituzione deve esse- lia della partenza dalle stazioni del cuneese e re applicato anche oggi, che sia necessario un proviamo ad immaginare il dramma umano, per periodo obbligatorio per i giovani di un servizio lo più quel corrosivo “non sapere”, delle famiglie, alla patria e agli altri per saper dare, GRATUITA- delle donne, mamme, spose, fidanzate rimaste MENTE.” senza il loro bene. Sono passati 75 anni dalla tragedia dell'AR- E poi, aiutati dai racconti di chi ha vissuto la MIR, dalla “fine” della divisione Cuneense. tragedia, proviamo ad immedesimarci in quei gio- Sui numeri di quell'autentica “salita al Calva- vani in quei lunghi momenti là sul Don, e la neve, rio”, quelli che si trovano in tanti libri e sono inci- le armi, la fatica, la fame, la prigionia e i nuovi pa- si anche qui sulle lapidi, non c'è certezza, anzi, timenti, ... sono oggi aggiornati in peggio, pur rimanendo Dal simbolico Sacrario della Cuneense, le no- lampante il fatto che non li conosceremo mai con te del “silenzio” si espandono su troppe tombe, la precisione. più parte senza neppure una croce conficcata so- Dai documenti degli archivi militari, dai libri scritti da qualche reduce meno reticente, dai rac- pra. conti, strappati a fatica, dei sopravvissuti, questi CARLO FONTANA sì reticenti, che solo in là con gli anni, forse perché il peso di esperienze allucinanti via via pare alleggerirsi, hanno cominciato a racconta- re, tanto si è ricostruito di quelle vicende. Si scriveva dei “numeri” di quel martirio. Nel- l'ordine di battaglia del 25 settembre 1942 è ri- portato per i componenti la Cuneense schierata sul Don il n° di 17.460. (*) A Col di Nava tra i tanti vessilli, presente, come da tra- A questi occorre aggiungere un battaglione dizione, quello della sezione di Genova scortato dal pre- complementi (di cui non si conosce l'esatto nu- sidente Pansini ed i gagliardetti di tanti gruppi. mero degli effettivi, ma valutabili in almeno 1.100 (**) Il numero esatto dei prigionieri dell'ARMIR (e dello / 1.200 come erano i battaglioni operativi in guer- CSIR) restituiti all'Italia è impossibile da valutare, es- ra) inviato in Russia a fine 1942, contando il qua- sendosi frammisti ai prigionieri della ritirata quelli, ben le la forza della Divisione sale ad oltre 18.500 più numerosi, catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre uomini. 1943, “liberati” dall'esercito sovietico nell'avanzata verso Vienna, Berlino ed il fiume Elba: in totale l'URSS ha re- Quest'ultimo battaglione fu pressoché comple- stituito, gli ultimi nel 1954, circa 10.000 prigionieri italia- tamente distrutto nella difesa di Rossosch di me- ni, la quasi totalità presi ai tedeschi; pochissimi, e tra lo- tà gennaio 1943. ro soprattutto ufficiali, i superstiti dell'ARMIR / CSIR. 6
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA TRENTO 2018 – UN’ADUNATA UN PO’ COSI’ … I deali e contrasti, questo il filo conduttore stato che davvero poco pare sappia fare per la di una adunata particolare nella terra sua gente, ma il tricolore non è un simbolo politi- che ha vissuto sulla sua pelle, nella sua co, è invece un patrimonio che accomuna tutti e carne viva, la guerra di cui si ricorda il centena- tutte al di sopra del diverso modo di vedere, rio della fine, quella guerra che qui, come forse sentire e credere: ed erano tanti i tricolori a in nessun altro luogo, ha lacerato il tessuto uma- Trento, anche se meno numerosi che altrove, no tra chi credeva e combatteva per una o per spesso avevano accanto il simbolo della regio- l'altra parte. ne, quasi a sottolineare una propria identità defi- Ma non è solo di quello, ampiamente disserta- nita non scambiabile, ma è anche giusto così. to, che siamo testimoni trovandoci a Trento: il I numeri dell'Adunata 2018 sono stati ampia- compito che tocca agli alpini è quello di portare mente sottolineati dai media anche non di parte: aria fresca e pulita (e magari civile) dove ci si re- tanti gli alpini e le loro famiglie: tenuto conto che ca, questo a qualcuno può non essere simpatico, la naja tradizionale è finita da anni lasciandoci le bandiere possono anche non riscuotere il suc- con pochissimi ricambi, sembra quasi che il cesso sperato, specie se sono simbolo di uno tempo si sia fermato, non fosse un richiamo alla 7
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA realtà l'incedere sempre più incerto di tanti di noi. le bandierine agitate dai bambini, mani che cerca- Anche gli alpini genovesi hanno risposto alla no una stretta, il saluto e gli applausi di tutte e grande, chi attratto dal tornare dove un qualche tutti … per capire che significa bisogna provarlo. ascendente ha vissuto anni della giovinezza Si scriveva di contrasti: bastava passeggiare (spesso perdendola), chi solo per testimoniare il in centro poco dopo il sorgere del sole per con- proprio sentire volendo esserci, ma è stato bello statare quello che troppi cittadini vedono e così: sfilare numerosi tra gli applausi della gente, subiscono in ogni località appena importante, e 8
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA cioè l'inciviltà di troppe notti, di troppi risvegli amari nei luoghi della “movida” (evidentemente il termine non è italiano e c'è un suo perché): dopo le 7 o le 8 (di mattina) di domenica ancora tanti giovani ragazzi e, quel che più interroga noi vec- chi idealisti, giovanissime ragazze con il fedele bicchiere di birra o che altro in mano, barcollanti … E lo scempio delle strade, la sporcizia, la non educazione di troppi. Ma il contrario per contrasto c'è e bastava fare qualche centinaio di metri ed ecco altre immagini. In una piazza alberata grup- pi di alpini stretti intorno ad altri giovani, donne ed uomini con i loro fidi cani da ricerca, un po' dis- taccata una giovanissima volontaria fa giocare e coccola la sua bestiola. Ed altri giovani, con o senza cappello alpino, con le divise della Protezione Civile o delle tan- te fanfare. Più oltre un altro bel gruppo: sono i ragazzi e le ragazze della banda di Accumoli, recente terremoto, con lo striscione con su il loro “grazie” a chi li ha e li sta aiutando, e suo- nano il loro inno alla vita che deve andare oltre la distruttiva calamità: e allora pensi che dav- vero può esserci un futuro per questa marto- riata, non solo in senso figurato, non solo in senso materiale, nostra Italia. Certo le nostre città dobbiamo proteggerle di più, l'educazione ed il vivere civile deve diven- tare cosa tangibile insegnata e diffusa prima di tutto con l'esempio, anche questo un “compito a casa” per noi alpini. Carlo Fontana 9
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA ALPINI PARACADUTISTI A TRENTO Accampamento. Plotone comando 10
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA Autorità Ana Al sabato dell'adunata presso lo stadio di Trento sta Stelvio Boscarato membro del COA della Se- si sono lanciati gli Alpini Paracadutisti in conge- zione Trento. do; hanno partecipato all'esibizione il Vice Co- Come di consueto gli Alpini Paracadutisti hanno mandante delle Truppe Alpine Generale Marcello trainato in sfilata il paracadute; nella squadra tiro Bellaccico, il Generale Ivan Caruso Comandante paracadute è sempre presente il nostro iscritto delle Forze Speciali dell'Esercito (COMFOSE), il del "Gruppo Alpini Busalla Fabio Lorusso. Vice Presidente ANA Massimo Curasì, il Presi- Mai Strac dente dell'associazione Alpini Paracadutisti Mau- rizio Venturin e il Maresciallo Alpino Paracaduti- Fabio Lorusso 11
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA CARASCO, RADUNO SEZIONALE 2018 abato 28 luglio: arri- Nel pomeriggio inferiore alle vare in un normale attese la partecipazione dei S orario di inizio lavoro e trovare un bel gruppo di bambini: il caldo, il mare vicino e le manifestazioni contempo- volontari/ie della Protezione ranee hanno tenuto lontane/i Civile sezionale con gli au- tante/i, una occasione perduta tomezzi già sistemati stra- per quei piccoli, certo non per tegicamente, intenti/e a volontari ed organizzatori ai montare tende, tirare cavi, quali va davvero il plauso per e posizionare nascondigli la dedizione e l'impegno. per le dimostrazioni e il di- Domenica 29: c'erano i vessilli vertimento delle nuove le- delle sezioni vicine, Acqui Ter- ve, è cosa che porta in un me, Alessandria, Cuneo, La mondo ben diverso dall'im- Spezia, Parma, Pavia e Pia- magine, troppo diffusa in cenza con un bel gruppo di ga- tante persone, dell'alpino gliardetti a scortare il vessillo tutto canti e brindisi, cosucce per altro piuttosto in sezionale ed il gonfalone del comune ospitante. disuso (con qualche nostalgia per il canto “non Da cerimoniale l'omaggio al tricolore con l'alza- organizzato” che fa tanto condivisione). bandiera, la sfilata con le soste, presso i monu- Alzabandiera, apertura mostra (foto, divise, libri menti dedicati, per l'omaggio ai Caduti del comu- ed attrezzature alpine con una particolare atten- ne nella guerra di liberazione e nelle due guerre zione alla storia del gruppo ospitante) e cittadel- mondiali. la della Protezione Civile, omaggio ai Caduti nel- Una nota merita quest'ultimo monumento dovuto la frazione Santa Maria di Sturla: appuntamenti alla caparbia testardaggine di un sindaco alpino, che scorrono via in un clima semplice ed infor- Luigi Casaretto, di cui si ricordano quest'anno i male, intanto che qualche bambino già vuole pro- cent'anni dalla nascita, il quale, scampato alla vare l'emozione della “trasvolata” appeso ai cavi tragedia in U.R.S.S., prigionia compresa, ha vo- e/o coccolare gli amici a quattro zampe. luto onorare e ricordare degnamente i compagni 12
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA non tornati: un monolito di diaspro rosso con venature bianche, del peso di varie tonnellate, estratto dal greto del torrente Graveglia (non con i mez- zi di oggi) e trasportato su di un carro ferroviario per un bel tratto lungo le lo- calità della costa, quasi un giro d'ono- re, è stato sistemato lì, come un obe- lisco, puntato verso il cielo, una sim- bolica aspra montagna, quasi un invi- to ad elevarsi al di sopra di tutto come l'aquila che lo sovrasta. Sulla base al- cune lapidi con i nomi dei Caduti e dispersi, nomi che nel nostro pensiero diventano persone, giovani con i loro sogni e tutta una vita da vivere … A fine sfilata la S. Messa e le parole conclusive: programma d'obbligo per gli alpini, sempre uguale come un rito, uguale e diverso nelle sensibilità e nelle emozioni. Accennare alla ricorren- za dei cent'anni dalla fi- ne di una guerra tragica ed anche ai 75 anni dal- la follia di Russia inca- stonata in quell'altra guerra, conflitti che nella storia hanno scavato solchi non facilmente ci- catrizzabili, obbliga tutti a delle riflessioni serie, riflessioni che hanno avuto un pungolo nelle parole del celebrante la 13
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA S. Messa (dal vangelo, i pani d'orzo e i pesci, piccole cose che ne fanno di grandi), in quelle del sindaco di Carasco Massimo Casaretto (per la cronaca figlio del testardo che ha voluto il masso di diaspro come monumento ai Caduti), del presidente Stefano Pansini (le medaglie sui vessilli, in particolare quelle col nastro azzurro, simbolo di altruismo eroico), nel discorso ufficia- le del consigliere Piero Bonicelli. Un raduno questo degli alpini genovesi che se- gna un po' l'inizio di una pagina nuova nella loro storia per l'avvenuto vasto ricambio al vertice della sezione, che si colloca in un momento in cui, sempre più evidente si fa sentire il peso del- l'innalzamento dell'età media dei soci per i moti- vi fin troppo noti; a volte pare evidente un clima di stanchezza diffusa, il disinteresse di tanti iscritti, impegnati forse in attività, locali o meno, pur meritorie, ma che li allontanano dalla fre- quentazione alpina. In un qualche raduno fa il presidente Pansini ebbe a dire che ci si deve chiedere se siamo degni del cappello che portiamo … In fondo lo “spirito alpino” (“alpinità” troppo teorico come termine, a parte che non esiste sui vecchi di- zionari) richiede poche cose: valori e onestà più equilibrato altruismo, quest'ultimo legato in- timamente al modo di rapportarci nella vita di ogni giorno con chi ci circonda oggi, con il pen- 14
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA siero rivolto a chi ci ha preceduto, a quelli che non camminano più tra noi, ma ai quali dobbiamo tutto; tra i morti, in primo piano, vero esempio, quelli che la vita l'hanno sacrifica- ta per il “dovere”, perché chiamati a lottare (e nel ca- so sacrificarsi fo- no alle estreme conseguenze) per qualcosa che allora si chiama- va “Patria”, con la “P” maiuscola come si legge in tante lettere dal fronte, ed anche “libertà”. Dure e graffianti le parole di Piero Boni- celli a conclusione del raduno: un richia- mo alla realtà. Una riflessione: noi al- pini non siamo per grazia ricevuta migliori degli altri, le nostre adunate nazionali non sono tutte perfezione e pulizia come anche la nostra stessa stam- pa puntualmente de- scrive. Gli alpini sono uomini (e donne, ma troppo poche) in cui s'intrecciano pregi e difetti: un bagno di umiltà può farci solo bene. L'invito ad una maggiore partecipazione alla vita associativa è sacrosanto: basta guardare i nostri incontri, sempre gli stes- si (vecchi) visi, ci si chiama tutti per nome. Soluzioni? C'è di che riflettere, pensan- do davvero su che significa indossare un simbolo che tanti hanno portato nelle trincee, nel gelo della steppa sterminata, durante gli assalti nei quali quei ragazzi stavano ... “come le foglie sugli alberi d'autunno”, rubando un pensiero ad Un- garetti, pure lui reduce della guerra 15/18. Carlo Fontana 15
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA LE MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE DELLA GRANDE GUERRA Anno 1918 - Seconda parte Dal secondo quadrimestre del opera all’impresa dell’affonda- 1918 fino al termine del conflit- mento della corazzata Wien ad to gli avvenimenti bellici si svol- opera di Luigi Rizzo, meritan- gono ormai esclusivamente nel dosi una medaglia d’argento. Veneto. Sulle montagne, attor- Nella primavera del ’18, dopo no al Piave, nei cieli e nell’A- aver comandato un battaglione driatico si svolge un’epica lotta di marina, si offre volontario difensiva, che alla fine porterà i per un’incursione nel porto di buoni frutti. Si esaminano ora Pola, dove deve affondare una alcune delle 54 massime deco- corazzata. Utilizza un nuovissi- razioni conferite nel quadrime- mo speciale motoscafo siluran- stre maggio/agosto 1918. te della classe Grillo dotato di catene (funzionano come i cin- goli dei carri armati) atte a sca- Mario Pellegrini (Vignola, valcare le reti di protezione di 1880), dopo aver frequentato superficie. Il giorno 20 partecipa ad un’ar- l’Accademia Navale di Livorno, Dopo aver superato ben tre dita operazione, in un punto partecipa alla guerra di Libia e ostruzioni, alla quarta ed ultima dove gli austriaci sono partico- ad azioni sulle coste dell’Asia viene intercettato, senza possi- larmente minacciosi. Minore. Nella Grande Guerra bilità di salvezza. Autoaffonda il Un forte bombardamento bloc- compie missioni in Adriatico mezzo e viene catturato, ri- ca il suo reparto: viene grave- imbarcato sui cacciatorpedinie- uscendo a portare in salvo un mente ferito ad una gamba ma re. Durante il ripiegamento del- suo marinaio ferito. non vuol farsi accompagnare in la III Armata susseguente ai Al rientro dalla prigionia al ter- retrovia. Rimane tra i compagni fatti di Caporetto, effettua di- mine del conflitto gli verrà con- rincuorandoli; si recide i lembi verse operazioni di appoggio, cessa la massima onorificenza della gamba ancora attaccati al facilitandone il movimento. Co- per il coraggio mostrato nella corpo e si lega il moncherino pur sfortunata azione. con la cinghia dei pantaloni. Mi- nimizzando gli esiti della ferita, muore poco dopo dissanguato, Il Bersagliere Fedele Caretti sempre incitando gli altri. (Varese, 1892) viene chiamato alle armi nel 1912 ed inviato a combattere in Libia; rientrato in Come Caretti, anche l’Alpino Italia, trattenuto alle armi, par- Sante Dorigo (Treviso, 1892) tecipa con onore al salvataggio è arruolato nel 1912. Con il bat- delle popolazioni colpite dal taglione Feltre partecipa alla terremoto di Avezzano. E’ sem- spedizione di Libia ed al rien- pre militare allo scoppio della tro, trattenuto alle armi, parteci- guerra e per due anni combat- pa nel ‘15 ai primi scontri a Ci- te nella zona dell’alto Isonzo. ma d’Asta ed in Val Brenta. Nel maggio del ’18 si trova nel- Promosso sergente per meriti, la delicata zona di Capo Sile, combatte sugli Altipiani nei nei pressi della foce del Piave. giorni dell’offensiva austriaca. 16
GENOVA GENOVA nuova nuova PERIODICO PERIODICO PER PER GLI ALPINI GLI ALPINI DELLADELLA SEZIONE SEZIONE ANA ANA DI GENOVA DI GENOVA tari. Nominato ufficiale di com- seppelliti con gli onori delle ar- plemento nei Bersaglieri, par- mi riservati agli eroi il sottote- tecipa alla X Battaglia dell’I- nente Pellas e tre audaci arditi. sonzo nel mese di maggio, nel Verrà promosso tenente alla corso della quale il giorno 26 memoria e riceverà la massi- cade Demetrio (medaglia d’ar- ma onorificenza. gento). Dopo aver combattuto sulla Bainsizza, nel corso della ritirata di Caporetto si rende Carlo Guadagni (Santeramo protagonista con il suo reparto di Avellino, 1878) dopo aver di retroguardia di episodi di ar- frequentato la Scuola Militare dimento, contendendo palmo a di Modena ed aver prestato palmo il terreno al nemico. servizio in vari raparti, entra a Quindi nei primi mesi del ’18 far parte nel 1909 della Brigata ottiene di entrare a far parte Bologna, con la quale parteci- Ammesso ad un corso per al- dei reparti d’assalto Fiamme pa alla guerra di Libia, dove lievi ufficiali, è promosso sotto- Cremisi: la madre ne è molto consegue una medaglia di tenente nel ’17 nel Monte Pa- preoccupata, ma Leopoldo le bronzo. Allo scoppio della subio. scrive “Mamma ricordati che Grande Guerra, con il grado di Il suo spirito impavido lo porta c’è una tomba sul Carso che capitano prende parte ai primi ad entrare in un reparto d’as- non è stata ancora fatta paga- scontri nella zona Fogliano- salto Fiamme Verdi ed il 19 Redipuglia, distinguendosi nel- gennaio ‘18 per il comporta- la battaglia per la presa del mento tenuto nel corso di un trincerone di Castelnuovo, ve- combattimento in Val d’Adige nendo decorato con medaglia viene decorato con medaglia d’argento. d’argento. Nel maggio succes- Con il grado di maggiore nel sivo con il suo reparto riconqui- ’17 passa alla Volturno e dopo sta il Monte Corno di Vallarsa Caporetto alla Cosenza di cui (oggi Corno Battisti, ove fu cat- comanda un battaglione, te- turato il nostro Martire trentino nendo una delicata zona di nel luglio del ’16); quindi con trincee sul Piave nei pressi di pari audacia cerca di prendere Sant’Andrea di Barbarano. la vicina Zugna Torta, ma il ten- Il 15 giugno del ’18, allo scop- tativo fallisce per mancato af- pio della Battaglia del Solstizio, flusso di rincalzi. che sarà l’ultimo disperato e La controffensiva austriaca è vano tentativo austriaco di im- estremamente violenta e quasi porsi, corre con il suo reparto tutti gli arditi vengono grave- re!”, alludendo al fratello cadu- in aiuto dei resti delle nostre mente feriti. Dorigo lancia qua- to. E per destino proprio il 26 prime linee che già sono state si morente parole di incitamen- maggio, anniversario della travolte dal nemico che ha to ai compagni. morte di Demetrio, Leopoldo Al termine dello scontro viene alla testa del suo reparto rice- raccolto dal nemico ancora mi- ve l’ordine di assaltare al tra- racolosamente vivo, portato in monto le trincee nemiche nel retrovia e curato. Sarà rimpa- settore di Capo Sile, foci del triato alla fine della guerra e gli Piave. verrà assegnata la massima Riesce a superare tre ordini di onorificenza. difese, cattura centinaia di au- striaci e ricco bottino di armi, ma nell’oscurità della notte vie- Leopoldo Pellas (Perugia, ne visto scomparire correndo 1897) ed il fratello Demetrio ri- ancora all’assalto. spondono con entusiasmo alla Due giorni dopo, da un aereo chiamata alle armi nel ’17, ab- nemico piove un messaggio bandonando gli studi universi- che comunica che sono stati 17
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA guadato il Piave; con perizia alla memoria, conferite in dispone la difesa costringendo quella battaglia) e la promo- l’avversario a ripiegare. zione a maggiore. Di fronte ad un più violento at- tacco portato da forze prepon- deranti, ingaggia prima una Altro ufficiale di carriera è Lui- dura battaglia che si protrae gi Coralli (Casteggio, 1880). per alcune ore, quindi rimasto Uscito dall’Accademia ed in- con pochi uomini e senza rin- viato al 29° reggimento fante- forzi, si chiude in un caposaldo ria, ottiene un attestato di be- dal quale resiste ad oltranza nemerenza per aver fermato con le armi e munizioni rima- un cavallo imbizzarrito che per ste, fino a quando rimane ucci- la strada minacciava i cittadi- so da una scarica di fucileria. ni. Nel 1910 passa all’8^ Alpi- Alla memoria gli verrà asse- ni con il quale entra in guerra gnata la medaglia d’oro e la con i gradi di capitano. Com- promozione a tenente colon- batte in alta Carnia nel gruppo nello. ferrato, reparti ormai appieda- del Freikofel – Pal Grande ri- ti poiché i nuovi sviluppi tec- cevendo una medaglia d’ar- nologici della guerra non dan- gento ed un encomio solenne. Il paese di Sant’Andrea di no più scampo a questa nobi- Promosso maggiore, passa Barbarano è diventato famo- le ed antica arma ormai al tra- alla brigata Ancona prima ed so per la scritta sul muro monto. Nell’ottobre ’17 ottiene il trasferimento nei reparti bombardieri, nuova specialità dell’artiglieria. Al comando di uno di questi gruppi si trova schierato sul Montello il giorno 15 giugno del ’18 quando ini- zia l’offensiva austriaca. La lotta divampa intensissima perché il nemico in un primo momento, varcato il Piave, ri- esce a travolgere le prime li- nee italiane. Il combattimento tra artiglierie è subito violen- tissimo (per la prima volta nel corso della guerra le artiglierie italiane riescono ad aprire il fuoco di contropreparazione alla Cremona poi, al comando sbrecciato di una casa, auten- pochi istanti prima che inizi di un battaglione. Nel giugno tica icona della Grande Guerra quello di preparazione austria- ’18 si trova con il reparto sul sul fronte italiano. co e questa sorpresa alla lun- monte Pertica (gruppo del ga si rivelerà determinante per Grappa). Anche qui il giorno la vittoria italiana). Ad un certo 15 divampa la forte offensiva L’ufficiale di carriera Annibale momento dell’azione, il capita- austriaca che tenta di aprirsi Caretta (Alessandria, 1877) no Caretta, vedendo venire un varco verso la sottostante esce dalla Scuola di Modena avanti le fanterie avversarie, pianura. Dopo un’avanzata nel 1897 e passa nei reggi- le affronta da solo, eretto nella iniziale, il nemico viene ribut- menti di Cavalleria. E’ già te- persona con la pistola spiana- tato indietro da una violenta nente nel 1902 e capitano allo ta, ma pur riuscendo ad ucci- controffensiva nella quale il scoppio della guerra. Combat- dere qualche nemico, è presto Coralli si distingue per ardi- te per due anni nel basso sopraffatto e colpito a morte mento. Purtroppo il nemico ri- Isonzo e Carso prima con il da una pugnalata. Alla sua esce successivamente ad in- reggimento Cavalleggeri di Vi- memoria riceverà la medaglia filtrarsi alle spalle del suo re- cenza, poi con quelli di Mon- d’oro (è una delle 13, di cui 12 parto che in breve si trova cir- 18
GENOVA GENOVA nuova nuova PERIODICO PERIODICOPER PERGLI GLIALPINI ALPINIDELLA DELLASEZIONE SEZIONEANA ANADIDI GENOVA GENOVA condato. Nel disperato com- zione arretrata e più strategi- battimento volto a rompere ca, riprendendo il fuoco sul l’accerchiamento il maggiore nemico irrompente. Ferito tre cade eroicamente. Anche per volte, cade sull’arma. Il giorno lui la medaglia d’oro sarà ac- seguente, una controffensiva compagnata dall’avanzamen- italiana consente di riprende- to al grado superiore. re le posizioni perdute. Dopo la battaglia, i suoi soldati ne ritrovano il corpo che era sta- Giovanni Lipella (Riva di to deposto in una caverna da- Trento, 1899), educato dal gli austriaci, in attesa di se- padre all’amore per l’Italia pur poltura. Verrà un giorno trova- essendo suddito dell’impero to in banca nel cassetto della austriaco, studia a Verona do- sua scrivania un foglio sul ve poi si impiega nella locale quale aveva scritto: "Se mi sede della Banca Commer- dovesse accadere di non ri- salto delle linee nemiche. Im- ciale Italiana. Non ancora tornare più, il mio testamento mobilizzato da una ferita alle compiuti 18 anni, si arruola è questo: Viva l'Italia. 8 giu- gambe, disdegna l’intimazio- nel giugno ’17; viene inviato gno 1917". Oggi la sua me- ne di arrendersi suicidandosi alla scuola per allievi ufficiali moria è onorata da una famo- per non cadere prigioniero. mitraglieri e quindi assegnato sa e bellissima via ferrata che alla brigata Bari. Si trova sul porta il suo nome, situata sul- monte Asolone (Gruppo del la parete ovest della Tofana di Cesare Poggi (Como, 1883) Grappa) all’inizio dell’offensi- Roces, dominante la Val Tra- proviene da famiglia genove- venanzes. se. Richiamato alle armi nel ’15 col grado di sottotenente viene assegnato alla Brigata Nato nel 1894 nei sobborghi Liguria. Nel settembre, pro- di Cagliari, Eligio Porcu co- mosso tenente, partecipa ad stituisce un esempio di raro azioni tra il Monte Nero e S. senso del dovere manifestato Maria di Tolmino, nell’alto Ison- fino all’estremo sacrificio. zo. Inviato con la Liguria sul Chiamato alle armi gli ultimi Monte Zovetto nel giugno del mesi del ’14, viene inviato ad ’16 per contrastare l’offensiva un corso per allievi ufficiali. Al- austriaca sugli Altipiani, per il l’ingresso in guerra, assegna- suo fermo contegno si merita to con i gradi di sottotenente un encomio solenne e la pro- alla brigata Reggio, combatte mozione a capitano sul cam- al passo Falzarego, sulle To- po. Dopo una seconda promo- fane, nella zona del Col di La- na dove riceve gli encomi dei va austriaca. Anche nella sua superiori. Promosso capitano zona il nemico riesce a rom- nel novembre del ’17, porta il pere il fronte minacciando lo suo reparto a contrastare effi- sfondamento completo. Ma la cacemente il nemico sul mon- Bari si oppone validamente. te Valderoa (massiccio del Nell’azione fornisce un contri- Grappa) fino a costringerlo al buto determinante il reparto ripiegamento. Dal marzo ’18 mitraglieri di cui Lipella fa par- gli viene affidato l’incarico di te. Il giovane ufficiale rincuora presidiare un tratto di trincee ed esorta i suoi soldati, dando del Montello, mostrando pro- una mano ove si presenti ve di ardimento nelle frequen- maggiore difficoltà; ad un cer- ti sortite per pattugliamento. to punto, vista un’arma senza All’inizio dell’offensiva di giu- più serventi, se la carica sulle gno, resiste due giorni agli at- spalle e la trasporta in posi- tacchi, portandosi poi all’as- 19
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA zione per meriti di guerra, nel tria in un momento così dram- giugno ’17 gli viene affidato il matico. Fa subito scalpore ve- compito di formare gli ufficiali dere un ultraquarantenne in della nuova brigata Potenza, di mezzo ai Ragazzi del ’99. In- cui comanderà un battaglione serito nel corpo dei Bersaglie- l’agosto successivo nell’XI bat- ri, ottiene subito di passare taglia dell’Isonzo (o della Bain- nel reparto Arditi Fiamme Cre- sizza), meritando una prima misi. Distintosi ben presto per medaglia d’argento. Altra ana- ardimento, viene promosso loga decorazione gli viene as- nel febbraio ’18 caporale. Tra- segnata dopo la ritirata di Ca- sferito in un nuovo reparto Ar- poretto per aver contrastato e diti che opera a Capo Sile nel rallentato l’onda austro tede- basso Piave, durante un’azio- sca al comando del reggimen- ne trascina la sua squadra ed to il cui comandante era cadu- irrompe in una trincea nemica to sul campo. La massima facendo numerosi prigionieri. onorificenza gli viene conferita Sferrata dagli austriaci l’offen- portato fin dall’inizio dell’azio- nei giorni della battaglia del siva del giugno, più volte ri- ne. A seguito di un contrattac- Solstizio nella zona il Montello esce a bloccare con i suoi ra- co che determina la perdita e Casa Pasqualini, sull’argine gazzi l’impeto dell’avversario della cima, Scianna si riporta del Piave, per aver respinto il fino a quando, il 19 giugno, in avanti un’altra volta ri- nemico rimanendo tra i suoi nel corso di una controffensi- uscendo con i compagni a ri- uomini, pur ferito per ben quat- va con lancio di bombe a ma- conquistare la posizione ed a tro volte. no nel settore di Losson-Bas- piantare nuovamente il simbo- L’efficacia sempre più determi- so Piave, durante un assalto lo del reparto sulla vetta, ma nante dei reparti d’assalto nel- non cade crivellato di colpi. poco dopo, facile bersaglio, l’ultima parte della guerra è te- viene abbattuto da una raffica stimoniata dalle numerose de- di mitragliatrice. Muore tra le corazioni conferite a molti dei Ciro Scianna (Bagheria, braccia del suo comandante loro appartenenti. I due se- 1891) a fine ’13 rimpatria dal- baciando lo stendardo. guenti ne sono una conferma. l’estero dove lavorava per as- solvere agli obblighi militari. Arruolato nel Bersaglieri, vie- Enea Guarneri (Brescia, Attilio Verdirosi (Rieti, 1873), ne poi trattenuto alle armi per 1894) è un giovane ufficiale benché riformato a suo tem- lo scoppio della guerra. Com- degli Alpini. Viene assegnato po, parte volontario nel no- batte in vari punti della Car- dapprima al battaglione Dro- vembre ’17 a seguito dei fatti nia, mostrandosi sempre ardi- nero con il quale combatte nel di Caporetto, spinto dal desi- mentoso. Dopo l’arretramento ’15 in alta Carnia. Quindi, pro- derio di prestare aiuto alla Pa- sul Piave entra a far parte del- mosso tenente nel Monte Bi- le Fiamme Cremisi e dal mese cocca, reparto di milizia mobi- di maggio ’18 combatte nel le costituito presso il deposito settore del Grappa: sul Monte del Dronero, partecipa alla di- Asolone trascina i compagni fesa del Monte Rosso nell’alto alla conquista di una trincea Isonzo. Infine, col grado di ca- meritandosi la medaglia di pitano nel nuovo battaglione Bronzo; pochi giorni dopo a Valle Stura (milizia territoriale seguito della conquista di Col del Borgo San Dalmazzo) Fenilon e Col Moschin riceve combatte duramente per la di- quella d’Argento. Destinato fesa delle posizioni del Monte col suo reparto il 24 giugno al- Cavallo, durante la disfatta di la conquista definitiva del Caporetto. Ferito, viene fatto Monte Asolone, riesce con i prigioniero ed inviato in cam- compagni a raggiungere la po di concentramento ad vetta, sgominando il presidio Aschak sul Danubio. nemico e piantando lo sten- Con il pensiero sempre rivolto dardo che personalmente ha alla Patria, progetta un ardito 20
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA anno ottiene la nomina a cap- solto agli obblighi militari in ar- pellano militare presso un re- tiglieria pesante campale, allo parto di artiglieria da campa- scoppio della guerra ottiene di gna operativo nella conca di frequentare un corso di pilo- Plezzo. taggio e già nel settembre del Da allora seguirà i fatti d’arme ’15 è al fronte in qualità di avia- in cui sarà impegnato il repar- tore per conto dell’artiglieria: to (Rombon, Mrzli, Gorizia, meriterà una medaglia di bron- Vodice e Monte Santo), tutti zo ed una d’argento nei cieli teatri di intensissimi combatti- del basso Isonzo e di Temniz- menti: nonostante l’incarico za. Promosso sottotenente di spirituale, una vera vita di complemento e passato alla guerra la sua trascorsa non caccia dopo un corso alla Mal- nelle retrovie ma sempre nel- pensa, ottiene una seconda le prime posizioni. Dopo i fatti medaglia d’argento nell’autun- di Caporetto, passa ad un re- no del ’17 combattendo nei tentativo di fuga, mediante lo parto della brigata Massa cieli del Veneto durante la riti- scavo di una galleria. Purtrop- Carrara, impegnato nella dife- rata. Promosso tenente dal po durante i lavori rimane sa di varie cime del massiccio maggio ’18, il 12 luglio sopra il quasi completamente sepolto, del Grappa (Roccolo, Pertica, Grappa è protagonista di un ma chiede di non essere soc- Solaroli), dove acquista subito serrato combattimento contro corso per non compromettere simpatia ed ascendente sugli 5 velivoli nemici, nel corso del il tentativo dei compagni: uomini. Il 6 luglio del ’18 il re- quale ne abbatte uno, la sua muore poco dopo tra gravi parto riceve l’ordine di proce- trentesima vittoria: sebbene sofferenze. Anche il nemico, dere alla riconquista di quota ferito gravemente, riesce ad scoperto l’episodio, gli tribute- 1503 del Grappa: don Pacifi- atterrare nelle linee. 73 crocie- rà degne onoranze. co deve portarsi al posto re, 43 combattimenti, 30 ab- avanzato di medicazione per battimenti, il conseguimento assistere i feriti, ma nel segre- del titolo di asso degli assi vi- Pacifico Arcangeli (Macera- to del suo animo cova il desi- venti e la citazione nel bolletti- ta, 1888) compie gli studi derio di unirsi ai reparti d’as- no ufficiale del 12 luglio gli val- presso il Seminario vescovile salto per rincuorarli ed ac- gono la massima onorificenza di Orte e viene ordinato sa- compagnarli alla cima. E di- al valor militare. Dopo la guer- cerdote a fine 1912. Giovane fatti, si arma di un semplice ra verrà richiamato e passato di ingegno e vasta cultura, bastone e corre al loro fianco. al servizio effettivo, riuscendo torna ad Orte in qualità di in- I soldati, nel vederlo, moltipli- a coronare la propria carriera segnante. cano le energie e sotto il suo militare ai massimi livelli. Mori- Allo scoppio della guerra è esempio e sprone giungono rà nel 1977. assegnato all’ospedale milita- con lui alla meta. Il nemico, re del Celio a Roma, ed a fine pur sconfitto, non desiste dal bombardare ancora la zona e poco dopo una scheggia di granata ferisce mortalmente al ventre il coraggiosissimo religioso. Il 1918 consacra alla massi- ma onorificenza quello che passerà alla storia come il se- condo asso della nostra avia- zione dopo Francesco Barac- ca, di cui si è fatta preceden- temente menzione, caduto il 19 giugno di quell’anno. Si tratta di Silvio Scaroni (Brescia, 1893). Dopo aver as- 21
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA Questa puntata si chiude con L’immagine fa parte della se- corazzata Santo Stefano. una curiosa immagine legata rie Marina di Guerra costituita Vale ancora ricordare che in all’impresa di Premuda del 10 da 6 figurine della celebre im- quell’episodio fu concessa la giugno 1918, quando due mensa collezione Liebig e medaglia d’oro al capitano MAS al comando del capitano mostra (in maniera invero un Rizzo, comandante la missio- Luigi Rizzo affrontarono la po’ fantasiosa, come del resto ne ed imbarcato sul MAS 15, flotta austro ungarica che sta- anche le celebri copertine del ed al tenente Aonzo, coman- va per uscire in Adriatico per Beltrami sulla Domenica del dante del MAS 21 che peraltro un’azione. Corriere) l’affondamento della fallì per cause tecniche a lui non imputabili il siluramento della corazzata gemella Viri- bus Unitis, mentre “solo” la medaglia d’argento al sottuffi- ciale Armando Gori, il coman- dante effettivo del MAS 15, i cui due siluri da lui perfetta- mente indirizzati centrarono in pieno la Santo Stefano al cen- tro e verso poppa. Tutto questo a testimonianza e conferma che non fu raro nel corso della Grande Guerra che l’assegnazione delle ono- rificenze fosse influenzata an- che da censo e grado militare del decorando …. Giancarlo Militello 22
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO (15 - 24 GIUGNO 1918) (*) C on le operazioni offensive del novem- sava ormai l’impero al suo interno, poteva fare bre-dicembre 1917 le forze degli Imperi affidamento su un esercito ancora sostanzial- Centrali non erano riuscite ad aver ra- mente solido (1), disciplinato e motivato dal gione della resistenza italiana su Altipiani, successo conseguito nell’autunno precedente. Grappa e Piave. Decise quindi di predisporre una grande offen- Nel successivo mese di gennaio l’Esercito ita- siva tale da mettere definitivamente fuori cau- liano aveva anzi dimostrato le proprie capacità sa l’Italia, così da poter trasferire sul fronte oc- di ripresa riconquistando le tre importanti posi- cidentale reparti da impiegare contro gli Allea- zioni di Monte Valbella, Col del Rosso, Col ti, a supporto dei quali stavano giungendo da- d’Ecchele, ad est di Asiago, (prima battaglia gli Stati Uniti contingenti di truppe sempre cre- dei “tre monti”, 28-31 gennaio 1918), che era- scenti. Inoltre una vittoria di questa portata no state perdute a fine dicembre 1917. avrebbe rafforzato il prestigio delle istituzioni Il protrarsi della guerra aveva pesantemente dell’impero e, non da ultimo, con l’occupazione condizionato la situazione economico - sociale di ulteriori territori italiani, procurato nuove ri- dell’impero austro-ungarico, ormai sull’orlo di sorse alimentari : minuziose disposizioni ven- una vera e propria carestia alimentare: ciò, nero impartite ai comandi in sottordine ed alle nonostante l’occupazione del Friuli e di parte truppe in merito alle requisizioni. del Veneto avesse messo a disposizione note- Emblematico in merito alle finalità, che l’Impe- voli risorse alimentari, mentre le aspettative ri- ro si prefiggeva, fu quanto affermò il Capo di poste dopo la messa fuori causa della Russia, Stato Maggiore austro-ungarico Arz von con il trattato di Pace di Brest-Litowsk del mar- Straussenburg nel corso di un colloquio con il zo 1918, di poter contare su disponibilità ancor Feldmaresciallo tedesco Hindenburg: “Come più ingenti, provenienti dai territori occupati, risultato di questa operazione, che ci deve por- erano andate per contro disattese. Conse- tare sino all’Adige, mi riprometto lo sfacelo mi- guenza di ciò era l’insufficiente vettovaglia- litare dell’Italia”. mento non solo della popolazione civile all’in- La genesi del piano di operazioni non fu delle terno, tra la quale iniziavano a manifestarsi sin- più facili, influenzata com’era dalle notevoli dif- tomi di malcontento, ma anche dell’esercito al formità di vedute tra i comandanti dei due fronte, che disponeva di razioni viveri sempre Gruppi di Esercito (Heeresgruppen), operanti più limitate: in base a testimonianze dirette dei sul fronte italiano, ciascuno costituito da due combattenti italiani ma anche per stessa am- armate. Essi erano comandati da Franz Con- missione della storiografia austriaca, il peso rad von Hötzendorf, al quale facevano capo le medio del soldato imperiale non superava i 50 armate schierate sul fronte montano e da Sve- chilogrammi. tozar Boroevic, che guidava le armate schiera- Nel frattempo le ultime tre divisioni tedesche ri- te sul Piave: ciascuno rivendicava un ruolo de- maste sul fronte italiano erano state trasferite cisivo per la propria direttrice di attacco. su quello occidentale in concomitanza con l’of- Il piano, frutto di un compromesso tra le vedu- fensiva colà lanciata in marzo contro le forze te dei due comandanti, prevedeva a grandi li- alleate. Il fronte sud-ovest (questa la denomi- nee un attacco a dall’Astico alla foce del Piave. nazione ufficiale austro-ungarica del fronte ita- Le forze delle due di Armate Conrad avrebbero liano) aveva inizialmente ricevuto altrettante di- operato uno sfondamento sull’altopiano di visioni da quello russo, sul quale erano ormai Asiago verso Schio, in Val Brenta verso Bas- sufficienti soltanto forze di occupazione. sano e sul Monte Grappa in direzione di Asolo: Il Comando Supremo austro – ungarico, pur obiettivi Vicenza e il corso del Bacchiglione; le nella difficile situazione economica in cui ver- armate di Boroevic avrebbero concentrato lo 23
GENOVA nuova PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA Schieramento per la battaglia – Le forze contrapposte (da www.esercito.difesa.it) sforzo principale al centro verso Treviso, che si rinvii, per il 15 giugno, sarebbe stata precedu- riteneva di poter raggiungere in una giornata, ta da un attacco al Passo del Tonale condotto ed avevano come obiettivo finale Padova: que- da due divisioni, che avrebbe dovuto consenti- sto sforzo sarebbe stato supportato alle ali da re la penetrazione in Val Camonica e in Valtel- due attacchi concorrenti in forze, a destra sul lina ed aprire la strada per Milano: esso fu de- Montello e a sinistra sul basso Piave, partendo nominato operazione “Lawine” (valanga); ma, da San Donà, verso il Sile. nonostante che alle truppe fosse stato indicato Stretto in una morsa, l’Esercito italiano avrebbe quale obiettivo addirittura Milano (nach Mai- subito una definitiva sconfitta e sarebbe stato land!), venne ad esso attribuita una funzione costretto alla resa. eminentemente dimostrativa. Il Comando Supremo imperiale lasciò in defini- Una particolare cura venne posta nella prepa- tiva ampio margine decisionale ed operativo ai razione delle operazioni : affluirono complessi- due comandanti dei Gruppi d’Esercito, tanto vamente dal fronte orientale altre dieci divisio- che l’offensiva venne concepita come due di- ni, suddivise tra i due gruppi di esercito e ven- stinte operazioni: ne migliorato, per quanto possibile, l’equipag- ► Operazione “Radetzky” – per l’offensiva dal- giamento ed il vettovagliamento. l’altopiano al Grappa - dal nome del feldma- Ma l’aspetto più importante era costituito dalla resciallo Radetzky, comandante in capo del- preparazione morale e spirituale dei combat- l’esercito imperiale nella prima guerra d’indi- tenti, ai quali l’offensiva fu indicata come il col- pendenza e successivamente spietato go- po decisivo da inferire al secolare nemico, reo vernatore del Lombardo-Veneto; con il suo “tradimento” di aver prolungato la du- ► Operazione “Albrecht” – per l’offensiva sul rata della guerra e le sofferenze del multietnico Piave – dal nome dell’Arciduca Alberto di e variegato impero; accorato fu l’appello a Asburgo-Teschen, che aveva sconfitto l’e- combattere la battaglia finale per la salvezza sercito italiano nel 1866 a Custoza nella ter- della patria comune. za guerra d’indipendenza. Non senza sottolineare l’abbondante bottino, specie in termini di risorse alimentari, che la L’offensiva, definitivamente fissata, dopo due vittoria avrebbe procurato. 24
GENOVA GENOVA nuova nuova PERIODICO PERIODICO PER PER GLI ALPINI GLI ALPINI DELLADELLA SEZIONE SEZIONE ANA ANA DI GENOVA DI GENOVA LE FORzE IN CAMPO L’Esercito italiano poteva schierare sull’intero fronte 50 divisioni oltre al concorso di tre divisio- Schierate su un fronte di complessivi 140 km ni britanniche, due francesi ed una costituita da dallo Stelvio alla foce del Piave vi erano: fuoriusciti cecoslovacchi e 5.104 pezzi di artiglie- Dalla parte austro - ungarica ria (di cui circa 700 tra francesi e britannici), per ► Gruppo d’Esercito del Tirolo (Feldmaresciallo una consistenza totale di 950.000 uomini. Franz Conrad von Hötzendorf) costituito da: La superiorità numerica del nostro avversario ►10a Armata (Feldmaresciallo Alexander non era certamente schiacciante, considerato von Krobatin), corpi d’armata XX, XXI, anche che gli imperiali si trovavano nella posi- XIV; dallo Stelvio alla riva destra del tor- zione di attaccante; vi era inoltre a vantaggio del rente Astico nostro esercito la possibilità di manovrare rapida- ►11a Armata (col. generale Viktor von mente le riserve, tutte dislocate in pianura, men- Scheuchenstuel), corpi d’armata III,XIII, VI, tre quelle austro – ungariche erano in parte schierate in zone montane, prive di agevoli vie di XXVI, XV; dalla riva sinistra dell’Astico al- comunicazione. la dorsale del Monfenera ► Gruppo d’Esercito Boroevic (Feldmaresciallo Armando Diaz resiste saggiamente alle solle- Svetozar Boroevic von Bojna) costituito da: citazioni alleate per un’offensiva sull’Altopia- ► 6a Armata (col. generale Arciduca Giu- no di Asiago seppe Augusto d’Austria), corpi d’armata Nei mesi di aprile e maggio 1918 il maresciallo II, XXIV; dal Monfenera al Ponte della francese Ferdinand Foch, comandante degli Priula; eserciti alleati, aveva ripetutamente invitato il Co- ► 5a Armata, la celebre Isonzo Armée mando Supremo italiano ad effettuare un attacco (col. Generale Wenzel von Wurm), corpi in forze sull’Altopiano di Asiago, ritenendo che d’armata XVI, IV, VII, XXIII; dal Ponte del- l’Esercito italiano disponesse ormai di rinnovate la Priula al mare. capacità offensive e, in questo settore del fronte, Per un totale di 59 divisioni e mezza e 5.473 pez- della superiorità numerica e tattica rispetto alle zi d’artiglieria, consistenza totale 1.100.000 uo- forze austro-ungariche. mini. Molto opportunamente Diaz ritenne di non aderi- Dalla parte italiana re alle sollecitazioni francesi: l’operazione pre- sentava non pochi rischi ed una certa analogia ►7a Armata (ten. generale Giulio Cesare con il fallito attacco sull’Ortigara dell’anno prece- Tassoni), corpi d’armata III, XIV; dallo Stel- dente. Egli riuscì nel prosieguo, sulla scorta del- vio alla riva occidentale del Lago di Garda le informazioni che via via pervenivano, a con- ►1a Armata (ten. generale Guglielmo Pe- vincere l’impaziente alleato dell’imminenza di un cori-Giraldi), corpi d’armata XXIX, V, X; dal attacco in forze da parte degli imperiali, che sta- lago di Garda alla destra del torrente Astico vano trasferendo dal fronte orientale ingenti for- ►6a Armata (ten. generale Luca Montuo- ze, e a fine maggio, Foch sembrava essersi con- ri), corpi d’armata XVI britannico, XII fran- vinto degli argomenti prospettatigli dal nostro Ca- cese, XIII, XX; dalla riva sinistra dell’Astico po di S.M. Ma il 12 giugno Foch, non concretiz- alla valle del Brenta zandosi l’offensiva austro-ungarica, rinnovò le ►4a Armata (ten. generale Gaetano Giar- sue sollecitazioni. dino), corpi d’armata IX, VI, XVIII, I; dalla Lo stesso giorno, tuttavia, un evento decisivo di- valle del Brenta al Monfenera mostrò che Foch non aveva chiara la situazione ►8a Armata (ten. generale Giuseppe Pen- generale, ciò che egli con molta correttezza avreb- nella), corpi d’armata XXVII, VIII; dal Mon- be ammesso in seguito nelle proprie memorie. fenera a Palazzon presso Spresiano ►3a Armata (ten. generale Emanuele Fili- berto duca d’Aosta), corpi d’armata XI, XXVIII, XXIII; da Palazzon al mare. OPERAzIONE La w in e In riserva generale a disposizione del Comando L’attacco al passo del Tonale Supremo la 9a Armata (ten. gen. Paolo Morro- Ed infatti, come era stato pianificato dal Coman- ne) dislocata a ridosso del fronte nella zona di do Supremo imperiale, il 12 giugno le artiglierie Castelfranco – Treviso, forte di dieci divisioni, austro-ungariche iniziarono un violento bombarda- che sarebbero potute intervenire rapidamente mento sul passo del Tonale: era l’avvio dell’Ope- ove occorresse, grazie alla fitta rete di vie di co- razione “Lawine”, con obiettivo le cime intorno al municazione offerta dalla pianura veneta. Passo, per poi scendere a Ponte di Legno e dila- 25
Puoi anche leggere