Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto

Pagina creata da Cristian Grassi
 
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Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
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 n. 3 - MARZO 2011                  Le parole     Il beato            er
                                                                              an
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                                    della fede:   Pietro
                                                                                i

      POSTE ITALIANE SPA
Spedizione in abbonamento postale
                                    “Signore,     Casani
            D.L. 353/2003           da chi
                                                             dal

                                                                                  ll

   (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)   andremo?”
                                                                                 lo
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     art. 1, comma 1, CN/AN                                      nt
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Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
INDIC AZIONI UTILI
ORARI                                         TELEFONI                                          IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA
  Basilica della Santa Casa                    Sagrestia Basilica                                       Mensile del santuario di Loreto
ore 6.15-20 (aprile-settembre)                 tel. e fax 071.9747.155
                                                                                                           Delegazione Pontificia
ore 6.45-19 (ottobre-marzo)
La Santa Casa rimane chiusa tutti i            Parroco della Santa Casa                          Congregazione Universale della Santa Casa
giorni dalle 12.30 alle 14.30.                 tel. 071.977130                                   P.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN)

                                               Congregazione Santa Casa                               Registrazione Tribunale di Ancona
  Sante Messe                                                                                                 n. 7 del 12/08/1948
Sabato e giorni feriali                        tel. 071.970104 - fax 071.9747.176
                                                                                                     Iscritto nel ROC con il numero 2120
ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)          Segreteria arcivescovile
ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)              tel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174                 Direttore responsabile ed editoriale
ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)                                                                           Padre Giuseppe Santarelli
Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)          Curia Prelatura Santa Casa
                                                                                                                   Redattore
Domenica e giorni festivi                      tel. 071.9747.242
                                                                                                           Padre Ferdinando Montesi
ore 7, 8, 9, 10, 11, 12                        Rettore Basilica                                              Consiglio di redazione
ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)              tel. e fax 071.9747.154                                         Padre Stefano Vita
ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)                                                                               Don Giacomo Ruggeri
                                               Archivio-Biblioteca
  Confessioni                                                                                                Suor Barbara Anselmi
                                               Santa Casa                                                       Dott. Vito Punzi
Giorni feriali                                 tel. 071.9747.160
ore 7-12.10                                                                                                    Imprimi potest
ore 16.00-19 (aprile-settembre)                Libreria Santa Casa                                        + Mons. Giovanni Tonucci,
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)                tel. 071.9747.178                                             Delegato Pontificio
Giorni festivi                                                                                             Loreto, 20 febbraio 2011
                                               Casa accoglienza
ore 7-12.30                                    malati e pellegrini
ore 16-19.30 (aprile-settembre)                tel. 071.9747.200
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)                                                                     Questo periodico è associato all’USPI
                                               Albergo Madonna di Loreto                             (Unione Stampa Periodica Italiana)
 Adorazione eucaristica quotidiana             tel. 071.970298 - fax 071.9747.218                  La collaborazione alla rivista è gratuita
Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12                                                                         Stampa
                                               Museo-Antico Tesoro                                      Aniballi Grafiche s.r.l., Ancona
 Sagrestia Basilica                            tel. 071.9747.198.
Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.                                                            Tel. 071.2861583 - Fax 071.2861735
                                               Dal 4 novembre al 9 aprile chiuso da                    info@aniballi.it - www.aniballi.it
Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.       lunedì a venerdì, aperto sabato e do-
  Celebrazione Battesimo                       menica con orario 10-13; 15-18.                      “Il Messaggio” esce anche in inglese:
Prima domenica di ogni mese:                   Dal 9 aprile al 4 novembre aperto tut-
ore 17 (Basilica Santa Casa).                  ti i giorni, tranne il lunedì, con orario:        THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE
                                               9-13; 16-19.
  Celebrazione Cresima
Primo sabato di ogni mese:
ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)                  E-MAIL                                              SITI INTERNET
Presentarsi un’ora prima per la regi-                santuarioloreto@tin.it                              www.santuarioloreto.it
strazione dei documenti.                                                                                 ore 7.30: messa in diretta dalla Santa Casa
                                                     sacrestia@delegazioneloreto.it                                su www.santafamigliatv.it
  Celebrazione Matrimonio
Informazioni presso il Parroco della            COME RAGGIUNGERCI…
Santa Casa: ore 10-12.
                                                 Autostrade                  alle stazioni di Loreto e            Ancona *.
  Congregazione Santa Casa-Negozio             Bologna-Ancona-Bari e         Ancona, e Roma-Falco-                  Aeroporto “R. San-
(a sinistra della facciata della basilica).    Roma-Pescara-Ancona:          nara-Ancona, con servi-              zio” di Ancona-Falco-
Ufficio accoglienza pellegrini e infor-        uscita Loreto.                zio di autocorriere da               nara, 30 km da Loreto.
mazioni, con negozio ricordi e stampe            Linee ferroviarie
del santuario, abbonamento alla rivista        Milano-Bologna-An-                * Servizio Autobus ANCONA PER LORETO
e iscrizioni alle Messe Perpetue.              cona-Lecce con discesa            Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10
Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giu-                                          13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15
gno-settembre).                                             Loreto               Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15
                                                                                 Servizio Autobus LORETO PER ANCONA
 Ufficio Postale Loreto                                                          Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00
Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30.                                                 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25
                                                                                 Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15

       QUOTA ASSOCIATIVA A                                                       Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto
 “IL MESSAGGIO della SANTA CASA”                                                 Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.45 - 10.40 - 11.35 - 14.15
                                                                                 15.00 - 16.10 - 17.20 - 18.15.
  Ordinario …………………… Euro 20,00                                                  Festivo: 7.55 - 8.15 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15

  Sostenitore ………………… Euro 35,00                                                 Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione
                                                                                 Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50
  Benemerito ………………… Euro 40,00                                                  14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55.
  Estero …………………………… Euro 25,00                                                  Festivo: 7.35 - 8.00 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
S     OMMARIO

                                                          EDITORIALE
                                                     84   L’Annunciazione nell’arte lauretana
                                                          p. Giuseppe Santarelli
                               In copertina:
                               Andrea                     LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO
                               Sansovino,            85   Abigail, donna di buon senso e di bell’aspetto
                               Annunciazione              mons. Giovanni Tonucci
                               (particolare),
                               Loreto,               86   LETTERE AL “MESSAGGIO”
                                Rivestimento
                                                          SPIRITUALITÀ
                                marmoreo della
                                Santa Casa (1518-
                                1522), capolavoro
                                                     87   “Signore, da chi andremo?”
                                                          Le parole della fede in Gesù, pane di vita
                                 della scultura           fr. Stefano Vita
                                 lauretana (vedi
                                 editoriale).        89   “La solitudine”
                                                          sor. Francesca Entisciò

                                                     90   “Sia fatta la tua volontà”
                                                          Giovanni Fermani

                                                     91   M come Maria (di Nàzaret)
                                                          sr. Maria Elisabetta Patrizi

                                                          SIMBOLOGIA MARIANA
                                                     96   Arrampicati sull’albero di Jesse
                                                          Filippo Di Cuffa
            n. 3 - MARZO 2011
                                                          OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO
                                                     97   Beato Pietro Casani (1572-1647)
                                                          p. Marcello Montanari
  “Loreto, dopo Nazaret,
  è il luogo ideale per pregare                      99   inserto giovani                               dal Centro
                                                                                                        Giovanni Paolo ll
  meditando il mistero
  dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”                   IL “MESSAGGIO” INTERVISTA…
                                Benedetto XVI
                                                    103   Il prof. Cervigni sul poema lauretano
                                                          “Il Tempio Peregrino” di Giulio Acquaticci
                                                          Vito Punzi

                                                          STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA
 87                       97                        105   Figure bibliche dell’Eucaristia
                                                          nell’arte lauretana /2
                                                          p. Giuseppe Santarelli

                                                    108   Madonna di Senigallia… o Madonna di Loreto?
                                                          p. Giuseppe Santarelli

                                                    111   Ricordo del fotografo Benedetto Trani
                                                          VITA DEL SANTUARIO

                                                    112   Incontro di preghiera con mons. Giuseppe Betori
108                      111                        113   Incontro dei giornalisti cattolici delle Marche
                                                    114   Concerto di presentazione del primo disco
                                                          della «Collana Centro Studi Lauretani»
                                                    116   NOTIZIE FLASH

                                                                              IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
EDITORIALE

                                 L’Annunciazione
                                 nell’arte lauretana
     P. GIUSEPPE SANTARELLI          - DIRETTORE

                                 L’    Annunciazione del Signore, che cade il 25 marzo, è di per sé la vera e principale festa del-
                                       la Santa Casa di Loreto, perché ivi si è compiuto l’evento salvifico. La sua celebrazione nel
                                 santuario è segnalata dal primo documento d’archivio che lo riguarda, datato 1315, nel quale si
                                 legge che alcuni ghibellini recanatesi spogliarono il sacello di doni votivi anche nella festa ma-
                                 riana di marzo, che è l’Annunciazione.
                                    Non desta meraviglia allora se le raffigurazioni dell’Annunciazione nel santuario siano nu-
                                 merose e di alta qualità, recanti la firma di celebri artisti: Andrea Sansovino, Antonio da Faen-
                                 za, Giovanni Baglione, Federico Barocci, Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, Giuseppe
                                 Mazzuoli, Ludovico Seitz e una schiera di pittori contemporanei, tra i quali emergono i nomi
                                 di Enrico Manfrini, Silvio Consodori e Gigino Falconi.
84                                  Su tutte si eleva il capolavoro di Andrea Sansovino, autore della sovrana scultura nella pare-
                                 te ovest del Rivestimento marmoreo, eseguita negli anni 1518-1522. Essa funge da pala d’alta-
                                 re, rammentando al pellegrino il mistero principale di cui fa viva e quotidiana memoria la San-
                                 ta Casa: l’Incarnazione del Figlio di Dio. La scultura balza immediatamente agli occhi del pel-
                                 legrino che entra dall’ingresso principale della basilica e, attraverso la cosiddetta «finestra del-
                                 l’Angelo», contemplando l’Annunciazione, si porta già spiritualmente dentro la Santa Casa.
                                                                              Il Sansovino ha raffigurato la Madonna nella sua Ca-
                                                                           sa di Nazaret, immaginata come una stanza di gusto ri-
                                                                           nascimentale, con elementi di domestica intimità. La
                                                                           Vergine è seduta e stringe nella mano sinistra la Bibbia,
                                                                           divino alimento delle sue elevazioni al Signore. È colta
                                                                           nel momento del turbamento, suscitato in lei dall’appa-
                                                                           rizione dell’angelo che, nelle sue forme accuratissime,
                                                                           sembra vivente e, per dirla con il Vasari, «non di mar-
                                                                           mo, ma pare veramente celeste e che di bocca gli esca
                                                                           “Ave Maria”». Il turbamento viene espresso anche dal
                                                                           gattino che fugge sull’estremo lato destro: è tutto il co-
                                                                           smo che viene come misticamente scosso dall’evento
                                                                           dell’Incarnazione, con l’ingresso del divino nell’umano,
                                                                           dell’eterno nel tempo. Tutta la creazione ne percepisce il
                                                                           mistero, turbandosi.
                                                                              In questa Annunciazione è figurata tutta la Santissima
                                                                           Trinità, che per la prima volta viene rivelata nei testi bi-
                                                                           blici ed evangelici: in alto, a sinistra, sta Dio Padre por-
           Andrea                tato dagli angeli, modellato su quello della Creazione di Adamo dipinta da Michelangelo nella
        Sansovino,               Cappella Sistina; lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, poggia su un raggio che si diparte
     Annunciazione,
                                 dalla gloria del Padre; il Figlio, non visibile, si fa uomo nel grembo della Vergine.
            Loreto,
      Rivestimento                  Uno stuolo di angeli accompagna Gabriele, secondo una tradizione letteraria lauretana, la
     marmoreo della              quale sottolinea che più angeli fecero da scorta all’arcangelo, prendendo come possesso della
        Santa Casa.              casa nazaretana e proteggendola nella sua traslazione a Loreto.

     IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO

                    Abigail, donna di buon
                    senso e di bell’aspetto
MONS. GIOVANNI TONUCCI   - ARCIVESCOVO DI LORETO
  Lionello Spada, Abigail e Davide,
  affresco del 1615, Reggio Emilia,
  Santuario Madonna della Ghiara.

                                                                                                                                          85

A     bbiamo già accennato al fatto che Davide, per sfug-
      gire alla persecuzione del re Saul, visse per qualche
tempo come un guerrigliero, o come capo di una banda
                                                              no approfittati dei beni del ricco vicino e anzi li avevano
                                                              protetti da ladruncoli o da bestie feroci. Ma Nabal, da
                                                              stolto arrogante, rispose male agli inviati, usò parole ol-
di predoni, muovendosi in regioni deserte o poco abita-       traggiose nei confronti di Davide e rifiutò di dare loro
te, e cercando di trovare il modo di sopravvivere, insie-     qualcosa. Quando Davide ne fu informato, decise subi-
me con i suoi uomini.                                         to di far pagare l’offesa a Nabal e si mise in marcia con
   La storia a cui facciamo oggi riferimento è raccontata     quattrocento dei suoi uomini.
nel capitolo 25 del 1° libro di Samuele. Nella regione in        Frattanto, un servo informò dell’accaduto Abigail, la
cui Davide viveva, c’era un ricco possidente, di nome         moglie di Nabal: ricordò il bene fatto ad essi dai soldati
Nabal, il quale stava tosando le pecore. Questa ricorren-     di Davide e comunicò alla padrona la convinzione che,
za annuale dava occasione per una festa, nel corso della      se non si poneva qualche rimedio, sarebbe capitato a
quale si preparava molto cibo da condividere con tutti i      tutti qualcosa di brutto. Dirlo a Nabal era impossibile:
lavoratori. Davide mandò quindi qualcuno dei suoi uo-         “Egli è troppo cattivo e non gli si può dire una parola”.
mini per chiedere a Nabal una parte di quel cibo, per            Abigail, che era stata già presentata come “donna di
nutrire la sua banda. La richiesta aveva senso, perché,       buon senso e di bell’aspetto”, capì il pericolo nel quale si
durante i mesi trascorsi, i guerrieri di Davide non si era-   stava trovando l’intera famiglia ed agì subito. Fece prepa-

                                                                                    IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
LETTERE AL “MESSAGGIO”
     rare una grande quantità di vivande e la fece porta-
     re sugli asini incontro a Davide. Lei stessa seguì,       Sotto la protezione della Vergine Lauretana
     cavalcando a sua volta un asinello. Giunta di fronte
     a Davide, Abigail si prostrò a terra, prese su di sé la      Non si contano le lettere che pervengono alla Congrega-
     colpa di quello che era accaduto, perché lei non si       zione Universale della Santa Casa di persone e di famiglie che
     era accorta dell’arrivo degli emissari di Davide: ma      attestano di aver avuto una speciale protezione della Vergine
     ora egli poteva accettare il dono che lei stava por-      iscrivendosi alla Congregazione e ottenendo, così, i benefici
     tando, per gli uomini che stavano con lui.                spirituali di una messa perpetua che si celebra ogni giorno
        La donna non perde l’occasione di deprecare la         nel santuario alle ore 8, acquistando l’indulgenza plenaria il
     stoltezza del marito, ma è grata per la possibilità       giorno dell’iscrizione e ogni anno il 10 dicembre, festa della
     di evitare una strage inutile: quando Davide, per         Madonna di Loreto, e partecipando alle preghiere e alle opere
     grazia di Dio, avrà conquistato il regno, non sen-        buone che si compiono nell’ordine dei frati cappuccini.
     tirà nel suo cuore il rimorso di aver sparso sangue          Segnaliamo una delle tante lettere di una signora di un
     inutilmente e di essersi fatto giustizia da solo.         piccolo paese della provincia di Ancona, che, oltre al resto,
        Davide fu subito riconoscente verso Abigail            esprime una tenera fiducia nell’intercessione della Madonna.
     per il suo intervento provvidenziale: la sua sag-
     gezza gli aveva impedito di fare del male, ponen-            Gentile padre, è da circa quattro anni che ho iscritto la
     dosi ad amministrare la giustizia al posto di Dio.        mia famiglia alla Congregazione Universale della Santa
     Per questo Davide loda il Signore, Dio d’Israele,         Casa. Da allora la mia vita è totalmente cambiata, sia dal
     che aveva voluto questo incontro.                         lato spirituale che da quello individuale.
        La storia non si concluse qui, ma ebbe una bre-           Il mio spirito ha ritrovato una grandissima serenità e la
     ve continuazione. Lo stolto Nabal non si era reso         mia anima la strada della guarigione, avendo avuto un in-
86   conto di nulla, e quando Abigail rientrò in casa          contro così intenso con la Beata Vergine, e da allora, appe-
     dalla sua spedizione di salvezza, era troppo              na posso, torno molto volentieri a Loreto.
     ubriaco per capire qualsiasi cosa. Ma la mattina             La cosa ancor più bella che mi è capitata è che la mia
     dopo la moglie l’informò di tutto quello che era          famiglia, dopo le tante preghiere, si è consolidata e i miei
     accaduto: “Il cuore gli si tramortì nel petto, ed egli    due figli si sono sposati regalandomi - da parte del mag-
     rimase come una pietra”. Dieci giorni dopo, Na-           giore - anche una bellissima nipotina. Ora le mie preghiere
     bal morì, e ancora una volta Davide ringraziò il          sono rivolte alla Santa Madre per il desiderio di ricevere
     Signore, che “ha trattenuto il suo servo dal male e       un nipotino anche dall’altro figlio.
     ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità”.               Per questo motivo tutti i giorni recito il santo rosario e
        A questo punto, Davide ripensò ad una frase            imploro Dio di farmi questa grandissima grazia, visto che
     detta da Abigail alla fine del loro incontro: “Il Si-     questo mio figlio ha dedicato due anni della sua vita an-
     gnore ti farà prosperare, ma tu vorrai ricordarti         dando in America Latina per volontariato attraverso
     della tua schiava”. Una donna così abile poteva           un’associazione ed è qui che ha incontrato la sua sposa,
     essere una buona moglie per lui. Mandò quindi             anche lei molto affezionata alla stessa associazione […]
     dei messaggeri a farle conoscere il suo desiderio            Io con le mie preghiere glielo auguro con tutto il cuore,
     ed Abigail accolse volentieri la proposta, con una        sperando che la nostra Santissima Madre ascolti le mie in-
     espressione quasi esagerata di devozione: “Ecco,          vocazioni e protegga sempre queste due nuove famiglie che
     la tua schiava sarà come una schiava per lavare i         desidero iscrivere alla Congregazione Universale, indican-
     piedi ai servi del mio signore”.                          do i nomi dei loro componenti.
        Più tardi, nel riferire che Davide era salito sul                                                          Oriana V.
     trono d’Israele, lo scrittore sacro ricorda i nomi dei    Particolare dello stendardo
     vari figli che erano nati a Davide durante il perio-      della Congregazione Uni-
     do della sua permanenza ad Hebron. Si menziona            versale della Santa Casa, la-
     anche “Kileàb, da Abigail già moglie di Nabal”. Di        vorato nel 1894, con l’im-
     questo giovane non sappiamo altro. Tra i figli di         magine della Madonna e il
     Davide, sono diversi quelli che si comportarono           Bambino sopra la Casa di
                                                               Nazaret, simbolo della pro-
     molto male e finirono male. Piace pensare che Ki-         tezione della Vergine Lau-
     leàb, figlio di una madre saggia, fu capace di stare      retana su tutte le case o fa-
     lontano dai guai, perché ben educato da una don-          miglie e su tutti gli iscritti
     na che sapeva unire il buon senso al bell’aspetto.        alla stessa Congregazione.

     IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
SPIRITUALITÀ                                                                                   FR. STEFANO VITA
                                                                                                                   FFB

Verso il Congresso Eucaristico

“Signore, da chi andremo?”
           Le parole della fede
           in Gesù, pane di vita
                                            L’esemplare
                                          fede di Pietro         beve il mio sangue ha la vita eterna”. È Gesù la vera vita. È
                                          in Gesù,               Lui la via, la verità e la vita. La grande domanda che Gesù
                                          pane di vita           rivolge ai Dodici, e cioè “volete andarvene anche voi?”, è al-
                                                                 lora come una spada che divide la storia in due campi. Da

                                          “S         ignore, da
                                                     chi andre-
                                             mo?”. Queste pa-
                                                                 un lato c’è chi si tira indietro, come fecero molti discepoli
                                                                 in quel momento, spaventato da un messaggio che supera
                                                                 le esigenze e gli orizzonti semplicemente umani, per in-
                                             role sono la rispo- trodurci nell’infinito di Dio. In questo campo c’è chi tradi-                 87
sta di Pietro alla domanda che Gesù rivolge agli Apostoli        sce, chi ha paura, chi è attaccato alle sue idee, chi vuole ri-
al termine del celebre discorso eucaristico (Gv 6,22-71),        manere nel guscio ovattato dei suoi interessi gretti, imme-
pronunciato nella sinagoga di Cafarnao. Ormai il discorso        diati ed egoistici. Poi ci sono le parole di Pietro, “Signore,
si sta concludendo e intorno al Signore si crea una sorta di     da chi andremo?”, che aprono la strada all’altro campo,
cortina di sospetto e di freddezza. E subito si leva una vo-     quello di coloro che professano la fede in Gesù, in Colui
ce, che esprime lo sconcerto collettivo: “Questa parola è du-    che ha parole di vita eterna, che è la verità.
ra; chi può ascoltarla?”, e cioè queste parole che ci ha rivolto
sono incomprensibili, fantasiose, persino offensive alla ra-           La lotta della fede contro
gionevolezza umana. E da quel momento molti dei suoi                   la tentazione della mormorazione
discepoli lasciarono Gesù. Allora, rivolgendosi ai Dodici,
il Signore dice: “Volete andarvene anche voi?”. Da qui la ri-          Di fronte al mistero della persona divina di Gesù, che
sposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vi- ogni giorno si fa pane di vita per noi, siamo esortati a non
ta eterna”. Ma qual è il contenuto di questo sorprendente “mormorare”, come fecero invece gran parte dei discepoli
discorso sul pane di vita, che ha fatto allontanare tanti di- nel discorso eucaristico, contestando le parole pronuncia-
scepoli? Gesù pronuncia questo lungo discorso, racco- te dal Signore: “Io sono il pane disceso dal cielo”. A queste
gliendo il suggerimento biblico avanzato dai suoi ascolta- parole essi infatti reagirono così: “Costui non è forse Gesù, il
tori: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre?
Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel Come dunque può dire: Sono disceso dal cielo?”. La mormora-
 deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal zione biblicamente esprime incredulità, freddezza, sfidu-
 cielo”. Gesù vuole dimostrare che la vicenda della manna cia, sospetto e dubbio. Le parole di Pietro, al contrario, ci
 nel deserto, avvenuta durante l’esodo del popolo d’Israe- spronano a fidarci di Gesù, ad annunciarlo, perché abbia-
 le, ora sta nuovamente attuandosi, ma in for-                                 mo sperimentato che Lui è il Santo di Dio e
 ma definitiva e suprema. Dio Padre sta offren-          In alto: Arazzo raf-  cioè Lui è la verità, è Dio fatto uomo, è l’amore
 do all’umanità – affamata di verità, di luce e di faellesco del secolo che si fa “pane quotidiano” per noi.
 pienezza di vita – il pane vero, l’unico che ve-        XVII, San Pietro in
                                                        ginocchio davanti a
 ramente discende dal cielo e dà la vita al mon-                                  La contemplazione, via per
                                                          Gesù nella pesca
 do. Così si esprime il Signore: “Io sono il pane         miracolosa (parti-      accogliere il mistero dell’Eucaristia
 vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pa- colare), Loreto, Mu-
 ne vivrà in eterno. […] Chi mangia la mia carne e       seo-Antico Tesoro.       Questo episodio della vita di Gesù e dei

                                                                                         IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
Allora gli dissero: «Quale segno tu           viene a me non avrà più fame e chi             mia carne e beve il mio sangue ha la
     Dal discorso sul pane di vita      compi perché vediamo e ti crediamo?           crede in me non avrà più sete. […] Al-         vita eterna. […] Gesù disse queste co-
                                        Quale opera fai? I nostri padri hanno         lora i Giudei si misero a mormorare            se, insegnando nella sinagoga a Ca-
                                        mangiato la manna nel deserto, come           contro di lui perché aveva detto: «Io          farnao. […] Molti dei suoi discepoli,
                                        sta scritto: Diede loro da mangiare un        sono il pane disceso dal cielo». E dice-       dopo aver ascoltato, dissero: «Questa
                                        pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In       vano: «Costui non è forse Gesù, il figlio      parola è dura; chi può ascoltarla?».
                                        verità, in verità vi dico: non è Mosè che     di Giuseppe? Di lui non conosciamo il          […] Da quel momento molti dei suoi
                                        vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Pa-     padre e la madre? Come dunque può              discepoli tornarono indietro e non an-
                                        dre mio che vi dà il pane dal cielo,          dire: “Sono disceso dal cielo”?». […] In       davano più con lui. Disse allora Gesù
                                        quello vero; infatti il pane di Dio è colui   verità, in verità io vi dico: Io sono il pa-   ai Dodici: «Volete andarvene anche
                                        che discende dal cielo e dà la vita al        ne vivo, disceso dal cielo. Se uno man-        voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signo-
                                        mondo». Allora gli dissero: «Signore,         gia di questo pane vivrà in eterno e il        re, da chi andremo? Tu hai parole di vi-
                                        dacci sempre questo pane». Gesù ri-           pane che io darò è la mia carne per la         ta eterna e noi abbiamo creduto e co-
                                        spose: «Io sono il pane della vita; chi       vita del mondo». […] Chi mangia la             nosciuto che tu sei il Santo di Dio».
                                                                                                                                                              (Gv cap. 6)

                                     Dodici ci dice che, di fronte al mistero dell’Eucaristia,                colare vi è un cibo che il mondo vuole imporci: la cultu-
                                     siamo chiamati ad assumere lo stesso atteggiamento                       ra del relativismo. Cos’è il relativismo? È la pretesa di
                                     che assunse Maria di fronte al mistero della volontà di                  ritenere che l’uomo non sia capace della verità, in quan-
                                     Dio, che si manifestava nella vita di suo Figlio: “custodi-              to, per questa cultura, non esiste una verità oggettiva e
                                     va tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).              assoluta. Ogni uomo ha la sua verità, quello che lui
                                     Nell’originale greco meditare esprime il concetto di                     pensa sia giusto, quello che lui sente come vero per sé.
                                     mettere insieme per capire il “simbolo” e cioè il signifi-               Il relativismo è allora la cultura che non riconosce nulla
88                                   cato ultimo e profondo di quella situazione, di quella                   come definitivo e che lascia come ultimo criterio di giu-
                                     realtà o esperienza. Di fronte al mistero dell’Eucaristia                dizio e valutazione il proprio io con le sue voglie. Per-
                                     siamo chiamati a “mettere insieme” le parole di Gesù,                    tanto, il relativismo spalanca le porte del cuore dell’uo-
                                     duemila anni di fede della Chiesa nell’Eucaristia, la te-                mo all’egoismo: ciò che conta sono solo io, con i miei
                                     stimonianza di amore e devozione per l’Eucaristia di                     pensieri, desideri e affetti; è la logica dell’usa e getta:
                                     tanti santi, i tanti miracoli eucaristici che Dio ha donato              finché mi piace, finché mi sento; è la logica del tutto e
                                     all’umanità, le nostre esperienze personali. Solo allora                 subito: la disciplina e il sacrificio sono termini che non
                                     saremo avvolti e penetrati dal mistero dell’amore di                     appartengono più al vocabolario educativo della nostra
                                     Dio, che si attua e si rivela in maniera del tutto speciale              società. Da ciò deriva fragilità psicologica e caratteriale,
                                     nel sacramento della Eucaristia: il più grande e straordi-               deriva l’incapacità di affrontare la vita con le sue gioie,
                                     nario miracolo dell’amore di Dio. Solo allora anche noi,                 ma anche con le sue difficoltà, derivano frustrazione e
                                     con Pietro, potremo esclamare: “Signore, da chi andremo?                 rabbia. Questa cultura, rispetto al Vangelo di Cristo,
                                                       Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo             userebbe quindi le stesse parole che hanno usato i Giu-
                                                              creduto e conosciuto che tu sei il              dei, ascoltando il discorso eucaristico di Gesù: “Questa
                                                                 Santo di Dio!”.                              parola è dura; chi può ascoltarla?”.

                                                                          L’Eucaristia:                          Conclusione
                                                                          risposta alla cultura
                                                                          del relativismo                  Gesù è il pane di vita, che dona la vita eterna. Nel
                                                                                                         Vangelo di Giovanni l’espressione “vita eterna” è sino-
                                                                         Di fronte al mistero del- nimo di “vita divina”. Gesù, facendosi pane eucaristi-
                                                                    l’Eucaristia, tutti gli altri “ci- co, ci dona la vita stessa di Dio, che illumina il mistero
                                                                      bi” che il mondo ci vuole of- della nostra esistenza e le dona il vero significato. Di
                                                                        frire svaniscono. In parti- fronte alla cultura del relativismo, siamo allora chiama-
                                                                                                               ti a reagire con le parole di Pietro: “Signore, da
                                                                                                               chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”, creden-
                                                                           Ludovico Seitz, Maria, particola-
                                                                                                               do che l’Eucaristia è un incontro personale e co-
                                                                             re dell’Annunciazione, Loreto,
                                                                              Cappella Tedesca. «Maria ser-    munitario con il Cristo Risorto, è un segno sa-
                                                                                bava tutte queste cose, medi-  cramentale dell’amore gratuito, personale, infi-
                                                                                  tandole nel suo cuore».      nito e continuo di Dio per l’uomo.
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
SPIRITUALITÀ                   SOR. FRANCESCA ENTISCIÒ
                                                     FFB

“La solitudine”
Un uomo disperava dell’amore di          e le domande si fanno più grandi.
Dio. Un giorno, mentre errava sulle      Eppure sappiamo nel fondo del
colline che attorniavano la sua          cuore che dietro un’assenza, un bi-
città, incontrò un pastore. Questi,      sogno detto o taciuto, si nasconde
vedendolo afflitto, gli chiese: «Che     sempre un desiderio, una gran vo-
cosa ti turba, amico?». «Mi sento        glia di vederci chiaro e di incontrare
immensamente solo». «Anch’io sono        un amore più grande, un amore che
solo, eppure non sono triste». «Forse    si accorga di me.
perché Dio ti fa compagnia». «Hai           Forse possiamo, in questo tempo
indovinato». «Io invece non ho la        propizio, rientrare in noi stessi e fa-
compagnia di Dio. Non riesco a cre-      re spazio, ossia silenzio, quiete, pa-
dere che Lui mi ami e mi ascolti. Co-    ce dei pensieri e delle agitazioni, per
me è possibile che ami proprio me?».     incominciare ad ascoltare il mormo-
   «Vedi laggiù la nostra città? - gli   rio del vento leggero, quello che                                                                   89
chiese il pastore - Vedi le case? Vedi   precede la Parola di Dio.
le finestre?». «Vedo tutto questo»,
rispose il pellegrino. «Allora non          Riconoscere il Padre
devi disperare. Il sole è uno solo, ma
ogni finestra della città, anche la          La domanda del pellegrino ce la
più piccola e la più nascosta, ogni      siamo posta tutti almeno una volta
giorno viene baciata dal sole. Forse     nella vita: come è possibile che Dio
tu disperi perché tieni chiusa la tua    ami proprio me? Eppure fin da pic-
finestra». (Anonimo)                     coli ci hanno insegnato che Dio è
                                         buono e ci ha creati per amore e che

L   a solitudine e la tristezza sono
    due sentimenti dilaganti nella
nostra società, piene ne sono le case
                                         con Lui nessuno sarebbe più rimasto
                                         solo. Poi si cresce e in questo amore
                                         non ci si crede più, si comincia a va-
e le strade, gli occhi della gente.      gare finché non si incontra qualcuno
Tante cose da fare e da risolvere, po-   che ci sveglia da questo torpore e ci
co tempo per sé, vite che corrono e      richiama alla nostra vera identità di
che scorrono sfiorando solo lieve-       figli amati da sempre. Riconosciamo
mente la presenza di Dio. Mi è capi-     in lui un’immagine che credevamo
tato tante volte di camminare per le     perduta: quella di un figlio di Dio.
strade affollate di grandi città e           Forse il motivo per cui tanti hanno        Lasciarsi illuminare
scorgere gli “immensamente soli”,        smesso di credere all’amore unico e
che neppure sanno perché stanno          personale di Dio è proprio questa so-           La soluzione che propone il pa-
male e vorrebbero ridere, ma non         litudine spirituale che procura la tri-      store a questa tristezza nel cuore
sanno più come si fa.                    stezza nelle relazioni e rende gli uo-       del pellegrino è semplice, ma deci-
   Cosa manca a chi pensa di avere       mini opportunisti, incapaci di vedere        samente non scontata: lo esorta a ri-
tutto? Perché non siamo mai felici?      il bene e di farlo. Tutti barricati dietro   vedere le cose di sempre come la
Risposte facili e banali ne potremmo     muri di indifferenza, non riusciamo a        città, le case e le strade, la sua quoti-
citare molte, ma sarebbe comunque        far entrare la luce, ci rendiamo inca-       dianità insomma, con occhi nuovi,
troppo poco, il vuoto resta lo stesso    paci di dare e ricevere amore.               occhi convertiti, occhi da cui passa

                                                                                       IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
SPIRITUALITÀ                                                       GIOVANNI FERMANI
     la luce e grazie alla
     quale si può ricono-
     scere il bene.
        Sentirsi amati da
     Dio è proprio ridonare
                                                                                                       “S       ia fatta la tua volontà”. Riecheg-
                                                                                                                gia tra le fronde degli ulivi
                                                                                                        questa forte esclamazione che il Cristo
     al nostro cuore questo                                                                             della Passione consegna nelle mani di
     sguardo buono sulle                                                                                Dio. Gesù accetta con mitezza quella
     cose e sulle persone, la                                                                           terribile esperienza della morte, aven-
     capacità di vedere se                                                                              do la certezza di avere dalla sua parte
     stessi e gli altri come                                                                            la volontà del Padre. Questa Passione
     fratelli amati e apprez-                                                                           è la madre di ogni passione che l’uo-
     zare le piccole cose in-                                                                           mo sulla terra sperimenta ogni gior-
     significanti di ogni                                                                               no. In essa c’è la volontà di Dio, un di-
     giorno, senza le quali                                                                             segno preciso, personalizzato, che
     però la nostra vita di-                                                                            non viene mai a caso.
     venta vuota e triste. Il                                                                              Lo sapeva Maria che con dignità e
     risultato è una gioia                                                                              consapevolezza aveva accettato la po-
     immensa e contagiosa                                                                               tenza dello Spirito Santo per concepi-
     che permea tutta la
     persona e la rende tut-
     ta luminosa. Non im-
                                             “Sia fatta la                                              re un figlio destinato a due passaggi
                                                                                                        cruciali: la morte con la Passione, la
                                                                                                        nuova vita con la Resurrezione. Ad

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     porta se siamo i più
     piccoli o i più nascosti,
     quello che conta è la-
                                             tua volontà”                                               ogni passione si affianca un rinnova-
                                                                                                        mento, un essere diversi. Cambia il
                                                                                                        modo di concepire la vita, il rapporto
     sciar entrare la luce                                                                              con gli altri e soprattutto con Dio.
     nel cuore.                                            “Perché mi fai questo?”. È una domanda intima, diretta a colui la cui volontà
        In questa Quaresima lascia-                        esige una sola risposta: “Siamo chiamati almeno una volta nella vita ad essere
     moci prendere per mano da                             santi”. La santità in Dio è prova di dolore, coraggio, eroicità. Tutti coloro che
     Maria, lei che per prima ha                           sono chiamati santi hanno percorso questa strada.
     spalancato la porta del suo                              E allora le prove a cui siamo chiamati sono figlie della “volontà di Dio”, so-
     cuore per accogliere Gesù, e in-                      no “parole del Vangelo che si fanno vita”, che non cercano particolari esegesi.
     sieme a lei percorriamo volen-                        II confrontarsi con la sofferenza è un’avversità della vita o riusciamo a coglie-
     tieri la lunga strada della vita,                     re il senso salvifico che è in essa? Io che a mia volta voglio compiere la santissima
     sicuri di non essere soli, mai.                       Volontà di Dio, seguendo le orme del Maestro, potrò lamentarmi se trovo la sofferen-
                                                           za come compagna di strada? Sarà un segno certo della mia filiazione, perché Egli mi
     Quand’ero ragazzino,                                  tratta come il suo divino Figlio. E, da allora, come Lui, potrò gemere e piangere solo
     mamma mia me diceva:                                  nel mio Getsemani, ma prostrato a terra, riconoscendo il mio nulla, salirà fino al Si-
     “Ricordati fijolo,                                    gnore un grido sgorgato dall’intimo della mia anima: Pater mi, Abba, Pater, … fiat!
     quando te senti veramente solo                        (Via Crucis, 1° Stazione, n. 1 Josè Maria Escrivà).
     tu prova a recità ‘n’ Ave Maria,                         Non ci siamo mai accorti che ogni giorno vaghiamo senza una meta ben pre-
     l’anima tua da sola spicca er volo                    cisa “nel nostro Getsemani”, dove essere “santi in Dio” ha prove ben definite
     e se solleva, come pe’ maggia”.                       che spesso non vogliamo conoscere. Prove tremende che mettono a rischio an-
     Ormai so’ vecchio,                                    che la presenza delle persone più care e possono spegnere il loro sorriso, il loro
     er tempo m’è volato;                                  essere presenti, la certezza del loro affetto, del loro amore. Se in questa prova
     da un pezzo s’è addormita                             entra una figlia, il Getsemani si amplia, la volontà di Dio diventa un macigno
     la vecchietta,                                                             impossibile da sostenere. Eppure c’è un soffio di speranza in
     ma quer consijo                                       In alto: Biagio      ogni avversità, e non sarebbe diversamente: nella croce tro-
     nun l’ho mai scordato.                                Biagetti, Gesù       viamo le risposte che ci mancavano, i perché che non abbia-
                                                           nel Getsemani,
     Come me sento veramente solo                                               mo chiesto, l’attenzione che abbiamo negato. Dio ci scuote,
                                                           Loreto, Cappella
     io prego la Madonna benedetta                         del Crocifisso,      ci richiama al nostro essere santi e lo fa anche e soprattutto
     e l’anima da sola pija er volo!                       decorata negli       con le persone che più amiamo e attende il nostro “Sia fatta
                              (Trilussa)                   anni 1928-1932.      la tua volontà”. Volontà del Padre, volontà d’amore.

     IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
SPIRITUALITÀ                                                                         SR. MARIA ELISABETTA PATRIZI
                                                                                                                      SFM

L’alfabeto della cultura cristiana, dalla A alla Z

 M   IL VILLAGGIO DI NÀZARET
                               come Maria (di Nàzaret)
                                                                    no all’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare,
                                                                    quindi tra il 19 agosto del 28 d.C. e il 18 agosto del 29, men-

«A       l sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in
         una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una ver-
gine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di no-
                                                                    tre Ponzio Pilato era governatore della Giudea… e Gesù, il
                                                                    Nazareno, aveva circa trent’anni. Ma torniamo indietro…

me Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,26-27).                 L’ANNUNCIAZIONE
   Dire “città” fa venire in mente ben altro, rispetto a ciò
che era, realmente, il piccolo villaggio di Nàzaret… umile              «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28),
agglomerato di case – anche fino alla prima metà del XX             vale a dire: “Gioisci, perché sei amata e prescelta da Dio!”.
secolo – su una collina della Galilea! Non era, dunque,                 È un invito alla gioia messianica(3), eco dell’annuncio
niente di “éclatant”, o di notevole agli occhi del mondo!           dei profeti alla Figlia di Sion «e, come esso, motivato dalla                  91
Del resto, proprio Colui che sta per essere annunciato e poi        venuta di Dio in mezzo al suo popolo (cfr. Is 12,6; Sof 3,14-
liberamente concepito dalla Vergine Maria, per opera del-           15)»(4). E quel «piena di grazia» significa letteralmente: «Tu
lo Spirito Santo, sarà un «segno di contraddizione» (Lc 2,34).      che sei stata e rimani colmata dal favore divino»(5). L’attesa plu-
E proprio a Nàzaret, dopo il ritorno dall’Egitto, Gesù vivrà        risecolare del Messia, certo desiderato e invocato anche
umilmente «sottomesso» (ivi, 51) a Maria e a Giuseppe.              dalla giovinetta Maria di Nàzaret, sta per compiersi! Ora
                                                                    lei stessa si sente annunciare da quello spirito angelico, in-
     LA DIMORA                                                      viato da Dio: «Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e
                                                                    lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Al-
    Maria è la prima dimora (o “tabernacolo”) voluta da             tissimo (…) e il suo regno non avrà mai fine» (Lc 1,31-33).
Dio, preparata dal Santo Pneuma(1), «dove il suo Figlio e               Maria non si lasciò “coinvolgere” superficialmente nel-
il suo Spirito possono abitare tra gli uomini»(2) in modo           la prospettiva di una maternità straordinaria, né ebbe
confacente. Poi lo sarà la grotta, con le tre povere mura           fretta di rispondere: la vanagloria non la sfiorò nemme-
antistanti, che costituiscono l’umile casa che oggi si ve-          no! Solo la fedeltà al suo Dio, ad un impegno già preso,
nera a Loreto, in Italia. Qui la tradizione vuole che Ma-           sembra muovere la sua domanda all’angelo Gabriele(6).
ria abitasse, già da fanciulla, e proprio qui, tra queste               Prendendo “alla lettera” il testo lucano, come fa “La
mura, che sia avvenuta l’Annunciazione.                             Bibbia di Gerusalemme”, sembra che «nulla nel testo im-
                                                                    pone l’idea di un voto di verginità»(7), ma la concezione
     LA VITA NASCOSTA                                               verginale di Gesù è ben presente in Lc 1,26-38 e Mt
                                                                    1,18-23, due tradizioni letterarie indipendenti l’una dal-
   Ecco, vogliamo considerare il tempo della “vita nasco-           l’altra. Inoltre, è anche confermata da alcuni antichi ma-
sta” di Maria Vergine: dapprima solo “promessa sposa” a             noscritti latini di Gv 1,13, dove c’è il singolare: «il quale
Giuseppe, e che pertanto non viveva ancora con lui, e poi           non da sangue né da volere di carne né da volere di uo-
quando vissero insieme, anche con Gesù, il Figlio di Dio.           mo, ma da Dio è stato generato». Per di più, – come già
Contempleremo alcuni dei momenti, o eventi, racchiusi               Mt 1,23 – la Tradizione, i Padri leggono nella concezione
nei così detti “misteri gaudiosi” … ma non ci soffermeremo,         verginale di Gesù il compimento dell’oracolo di Is
in dettaglio, su tutti. Infatti, è l’umiltà, è la fede, è l’amore   7,14: «Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che
incondizionato per Dio che vogliamo illustrare, sotto il            chiamerà Emanuele». Egli, nel “Dio con noi,” allude al re-
profilo della “vita nascosta” di Maria di Nàzaret, ma anche         gno messianico definitivo, pur parlando direttamente
di Giuseppe e del Figlio di Dio… Tutto ciò, più o meno, fi-         della nascita di un figlio del re Acaz. Questa profezia

                                                                                             IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
sull’Emanuele superava l’immediato contesto e per-              YHWH stesso ama il suo popolo? Lo Spirito Santo li
     ciò, legittimamente, gli evangelisti (letteralmente Mt          aveva preparati entrambi?
     1,23) e poi «tutta la tradizione cristiana, vi hanno rico-         Comunque sia, la vergine Maria sembra aver fatto ra-
     nosciuto l’annuncio della nascita di Cristo»(8) e del suo       dicalmente suo l’invito appassionato dei profeti (Osea,
     concepimento da Maria di Nàzaret.                               Geremia, Ezechiele…), dei Salmi (ad es. Sal 16; 23; 42 ecc.)
                                                                     e del Cantico dei Cantici. Non è inverosimile che Maria
           LA SCELTA DELLA VERGINITÀ                                 di Nàzaret chiedesse a YHWH: «Secondo il tuo amore fam-
                                                                     mi vivere» (Sal 119 [118], 88) ed affermasse con cuore inte-
        Sebbene in Israele non si desse grande valore alla scel-     gro: «mai dimenticherò i tuoi precetti» (ivi, 93) o che escla-
     ta di rimanere vergine ma, anzi, per una donna restare          masse, con profonda verità: «Quanto amo la Tua Legge! La
     senza posterità era considerata una disgrazia, o almeno         medito tutto il giorno» (ivi, 97), oppure «Quanto sono dolci al
     un disonore (cfr. Gdc 11,37), al tempo di Maria di Nàzaret,     mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca» (ivi,
     presso gli “anawim” (o “poveri di Jahvè”) e presso gli Es-      103) e perciò fosse prudente con l’angelo Gabriele perché
     seni – come risulta da alcuni papiri di Qumrân – la scelta      sapeva di aver «giurato e lo confermo, di osservare i Tuoi giu-
     celibataria e verginale sembra rivalutata, sia pure per di-     sti giudizi» (ivi, 106) senza divisione del cuore, perché
     versi motivi. Comunque, al di là di usi e costumi, Maria è      amava Dio sopra ogni cosa… Ma forse aveva “giurato”
     la «piena di grazia» (Lc 1,28) e la Tradizione e il Magistero   tutto ciò anche a titolo “riparatore” – quasi novella Ester –
     della Chiesa leggeranno in questo “nome” quella esenzio-        per le tante infedeltà e pericoli del suo popolo?
     ne dal peccato originale e quella “immacolatezza” del tutto        Sia come sia, è certo che Maria di Nàzaret era, da sem-
     singolare(9), datale da Dio, proprio in vista della maternità   pre, una anima prediletta, «una proprietà particolare» (Es
     divina e per i meriti, anticipati, del Redentore. Non mera-     19,5) ed esclusiva di Jahvè. Ella anelava al suo Dio, in
     viglia, pertanto, che Maria avesse già maturato una libe-       modo singolare ed elevato come chi è già «consacrato»
92   ra e totale dedicazione a YHWH, a quel Dio che è il solo        (Dt 7,6), messo da parte, «scelto per essere il suo popolo»
     veramente santo, sussistente, fedele e che agisce nella sto-    (ivi), piccola porzione privilegiata, chiamata ad una
     ria del suo popolo e dell’umanità dirigendola verso un fi-      sponsalità divina. Non era forse questo il destino di
     ne di salvezza(10). Tuttavia, a quel-
     l’epoca, «una giovane che voles-
     se custodire la verginità, difficil-
     mente poteva rifiutare un matri-
     monio imposto da suo padre»(11).
        Ci si domanda allora: forse
     anche Giuseppe «poiché era uomo
     giusto» (Mt 1,19) – cioè in tutto
     timorato di Dio e all’unisono
     con Lui – era incline ad un patto
     segreto di amore verginale, per
     servire più esclusivamente il lo-
     ro Dio? Forse entrambi, quei
     giovani, volevano vivere ria-
     mando Dio solo con quella pie-
     nezza sponsale dell’anima che
     Dt 6,5 esprime nel comanda-
     mento: «amerai il Signore, tuo
     Dio, con tutto il cuore, con tutta
     l’anima e con tutte le forze», come

     Antonio Mazzone dei Dominichi
     di Faenza, Annunciazione, con il
     profeta Isaia che esibisce il celebre
     vaticinio e san Luca che lo trascri-
     ve nel suo Vangelo. Loreto, Museo-
     Antico Tesoro.

     IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Israele ed ora quello del “piccolo re-                                                      so la regione montuosa, in una città di
sto”? Essere «sua sposa per sempre»                                                         Giuda» (ivi), oggi identificata con
(cfr. Os 2,21), con la Legge ormai                                                          Ain-Karim, a 6 Km a ovest di Geru-
scritta nel “cuore nuovo” inabitato                                                         salemme, e dove la venerazione
dallo Spirito nuovo (cfr. Ger 31,31-                                                        della “Visitazione” è assai antica.
34; Ez 36,26-27),… non era forse                                                               Dopo qualche giorno di cammi-
questo il modo di essere e la pro-                                                          no, «entrata nella casa di Zaccaria,
esistenza di Maria di Nàzaret?                                                              salutò Elisabetta. Appena Elisabetta
    Essere la sposa di YHWH nel-                                                            ebbe udito il saluto di Maria, il bam-
l’amore (termine ebraico: hésed),                                                           bino sussultò nel suo grembo. Elisa-
in quell’amore divino che «espri-                                                           betta fu colmata di Spirito Santo ed
me la fedeltà alla sua alleanza e la                                                        esclamò a gran voce: “Benedetta tu
bontà che ne sgorga nei riguardi                                                            fra le donne e benedetto il frutto
del popolo eletto (la “grazia”, cfr. Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, del tuo grembo. A che cosa devo che
Es 34,6)… ed esige anche nell’uo- Visitazione (particolare), Sala del Tesoro la Madre del mio Signore venga a
mo l’hésed, cioè il dono dell’anima, (1605-1610).                                           me?» (Lc 1,39-43).
l’amicizia fiduciosa, l’abbandono,                                                             Il bimbo – Giovanni Battista –
la tenerezza, la “pietà”, in una parola: l’amore che si tra- viene santificato e sussulta di gioia, poiché «per mezzo
duce in una sottomissione gioiosa alla volontà di Dio di Maria, lo Spirito Santo comincia a mettere in comu-
e nella carità verso il prossimo»(12)… non era questo, di nione con Cristo gli uomini oggetto dell’amore miseri-
già, l’essere e il vivere di Maria?                                 cordioso di Dio»(13).
    Pertanto, quando l’angelo, rispondendo alla doman-                 Inoltre, lo Spirito Santo ci fa ricordare, a lode della
da della Vergine, le chiarì ogni cosa, ella rispose a Dio, grande fede di Maria di Nàzaret, quelle parole che Egli                               93
tramite quel messaggero celeste: «Ecco la serva del Signo- stesso pone sulle labbra di Elisabetta: «E beata colei che
re: avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38a). Maria si ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le
rese pienamente disponibile a quel piano nascosto da ha detto» (Lc 1,45). Allora Maria fa rimbalzare, a gloria
secoli in Dio, col quale Egli ci aveva predestinati «ad es- di Dio solo, la splendida lode del “Magnificat” e tesse la
sere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il trama della divina sapienza e fedeltà che, implicitamen-
disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splen- te, si ispira al cantico di Anna, mamma di Samuele (1Sam
dore della sua grazia…» (Ef 1,4-5). Era giunta «la pienez- 2,1-10) e a molti altri passi dell’Antico Testamento.
za del tempo» e col «sì» di Maria «il Verbo si fece carne e            Qui si rivela tutta la spiritualità di Maria, una “picco-
venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).                         la”, forse dei “poveri di Jahvè”, un’anima che “si appog-
    In quel tempo l’attesa del Messia era assai viva in alcu- gia” a Dio solo, e pone in Lui la sua fiducia piena, nu-
ni membri del popolo eletto e colei che forse aveva invo- trendosi della Parola della Legge e dei profeti che per lei
cato Dio, più e più volte: «Venga a me Signore il tuo amore, la sono «lampada ai miei passi» (Sal 119 [118],105).
tua salvezza secondo la tua promessa» (Sal 119 [118],41), ora          Il “Magnificat” che Luca le attribuisce, anche se non
«si trovò incinta per opera dello Spirito Santo» (Mt 1,18; 20). E fosse letteralmente suo, ne rivela comunque la straordina-
quando ciò fu rivelato a Giuseppe da un angelo del Si- ria esperienza di Dio, a partire proprio dalla consapevo-
gnore (cfr. v. 20), egli «fece come gli aveva ordinato l’angelo del lezza dello sguardo misericordioso di YHWH sulla “pic-
Signore e prese con sé la sua sposa, senza che egli la conoscesse» colezza”, o insignificanza sociale, di lei, a cui il Signore ha
(Mt 1,24-25), cioè senza unirsi a lei nell’atto coniugale… guardato (cfr. Lc 1,48; Sal 119 [118],141); e da quel favore
rispettando castamente la divina maternità di Maria.                divino (cfr. Dt 7,6), conseguente all’amore e alla fedeltà
                                                                    dell’Altissimo alla promessa che Egli fece ad Abramo
      LA VISITAZIONE                                                (Gen 15,1; 17,1). Ora quella promessa è compiuta proprio
                                                                    nel concepimento verginale del Signore che ella porta nel
    Pochi paragrafi addietro, ricordavamo come l’hésed esi- suo grembo. È ormai inaugurato il tempo nuovo della
ga anche la carità verso il prossimo. Perciò Maria, aven- salvezza, preludio dell’éschaton, o della fine dei tempi,
do saputo dall’angelo che «Elisabetta, tua parente, nella sua che la Vergine celebra già nel “Magnificat”. Col “sì” di
vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto me- Maria «a partire da quell’evento muteranno i rapporti
se per lei, che era detta sterile…» (Lc 1,37), non esitò a met- nella storia del mondo. Dio infatti rovescerà i potenti, di-
tersi in cammino, proprio in quei giorni. Anzi, ella «andò sperderà i superbi, affamerà i ricchi (tutti aoristi incoati-
in fretta» (ivi, 39), con fraterna ed umile sollecitudine, «ver- vi) e adempirà tutte le promesse legate all’alleanza»(14).

                                                                                           IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
LA NATIVITÀ
         «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si
     facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento
     fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria» (Lc 2,1-2).
         In verità, esso non riguardò “tutta la terra” ma soltanto
     la Giudea e fu l’occasione per riorganizzare il territorio co-
     me provincia dipendente dall’amministrazione romana,
     dopo la deposizione del tetrarca Archelao, figlio di Erode.
         «Infatti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria
     città» (Lc 2,3). «Anche Giuseppe» poiché «apparteneva alla
     casa e alla famiglia di Davide» (ivi, 5), salì in Giudea «alla
     città di Davide» (ivi, 4), poiché egli «doveva farsi censire in-
     sieme a Maria, sua sposa, che era incinta» (ivi, 5).
         Era inverno e fare tutti quei chilometri, da Nàzaret a
     Betlemme a piedi, forse con un asinello per Maria e le
     scarse provviste, non era certo fatica da poco! Quale fe-
     deltà e obbedienza! E così sarà sempre nella loro vita! A
     farli partire forse influì anche la consapevolezza che
     quel Figlio era davvero l’Emanuele, il discendente di                                                       Annibale Carracci,
     Davide, promesso ad Abramo ed annunciato più volte                                                             Natale, Loreto,
     agli antichi padri. Comunque, Maria, la serva del Signo-                                                  Museo-Antico Tesoro.
94   re, e Giuseppe, uomo giusto, erano sempre pronti – co-
     me Abramo – all’adempimento della volontà di Dio
     (cfr. Mt 1,24) e ad accoglierne le permissioni.                     ci procede nella speranza e nella carità. Anche la cugi-
         Ed ecco, «mentre si trovavano in quel luogo (=Betlemme),        na Elisabetta la proclamò “beata” (Lc 1,45) proprio «per
     si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo     la sua fede nella salvezza promessa»(15).
     figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una man-          Quando, poi, presentò Gesù, primogenito maschio
     giatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo» (Lc 2,6-     (Es 13,11-16), nel tempio, con l’offerta di due colombi,
     7). Il termine greco “Katalyma”, in effetti, può voler dire         come era proprio dei poveri, «udì Simeone profetizzare
     anche “stanza” (cfr. Lc 22,11). Comunque, annessa ad es-            che il figlio sarebbe divenuto segno di contraddizione e
     sa c’era una stalla con la mangiatoia per gli animali. Per          che una spada avrebbe trafitto l’anima della Madre,
     Maria e Giuseppe fu un ripiego nella necessità, un rifu-            perché fossero svelati i pensieri di molti cuori (cfr. Lc
     gio nella povertà e nel freddo della notte. Dio provvide.           2,34-35)»(16). Allora su Maria piombò un grande dolore e
         Come continuazione, in coerenza con la scelta che Dio           nella fede visse l’attesa costante del compimento di quel-
     fa dei piccoli e dei poveri, l’evangelista Luca pone l’an-          la profezia. Ed ecco… poco dopo, deve affrontare il dolo-
     nuncio ai pastori e la loro venuta a Betlemme. Ma in con-           roso esilio in Egitto per sfuggire alla tremenda persecu-
     trasto con essa – come già preannunciato da Maria nel               zione di Erode. Partono, nel cuore della notte, come un
     “Magnificat” – ecco la gloria di Dio e la «pace agli uomini che     angelo aveva ordinato a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il
     egli ama» (Lc 2,14), a «quelli che lo temono» (Lc 1,50), nel sen-   bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti
     so di rispettare, amare, custodire e compiere la sua Parola.        avvertirò. Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo»
                                                                         (Mt 2,13). “Resta là … finché”. Fino a quando? Trascorse-
           MARIA DONNA DI FEDE                                           ro circa sei anni… lì, tra un popolo dalla lingua e cultura
                                                                         totalmente “altre” rispetto alle proprie. Quante difficoltà!
        Questo “custodire e meditare nel proprio cuore” parole              «Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a
     ed eventi, alla luce di Dio, sarà un atteggiamento co-              Giuseppe in Egitto e gli disse: “Alzati, prendi con te il
     stante di Maria: donna umile, riflessiva, prudente, ado-            bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono
     ratrice silenziosa ed amante del suo Dio ma, verosimil-             morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt
     mente, sottomessa alle medesime oscurità del cammino                2,19-20). Giuseppe obbedì. Tornò in Israele ma temeva
     di fede di tutti i credenti. Anzi, Maria è modello pro-             di recarsi in Giudea dove ora regnava Archelao e «av-
     prio nella fede, ancor più di Abramo – come scrisse                 vertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e
     Giovanni Paolo II nell’enciclica “Redemptoris Mater” – e            andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si

     IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
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