Inse MARZO 2011 - Santuario della Santa Casa di Loreto
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to giov n. 3 - MARZO 2011 Le parole Il beato er an i ns della fede: Pietro i POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale “Signore, Casani D.L. 353/2003 da chi dal ll (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) andremo?” lo ao Ce art. 1, comma 1, CN/AN nt ro G anni P iov
INDIC AZIONI UTILI ORARI TELEFONI IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA Basilica della Santa Casa Sagrestia Basilica Mensile del santuario di Loreto ore 6.15-20 (aprile-settembre) tel. e fax 071.9747.155 Delegazione Pontificia ore 6.45-19 (ottobre-marzo) La Santa Casa rimane chiusa tutti i Parroco della Santa Casa Congregazione Universale della Santa Casa giorni dalle 12.30 alle 14.30. tel. 071.977130 P.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN) Congregazione Santa Casa Registrazione Tribunale di Ancona Sante Messe n. 7 del 12/08/1948 Sabato e giorni feriali tel. 071.970104 - fax 071.9747.176 Iscritto nel ROC con il numero 2120 ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa) Segreteria arcivescovile ore 17 e 18.30 (aprile-settembre) tel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174 Direttore responsabile ed editoriale ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo) Padre Giuseppe Santarelli Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo) Curia Prelatura Santa Casa Redattore Domenica e giorni festivi tel. 071.9747.242 Padre Ferdinando Montesi ore 7, 8, 9, 10, 11, 12 Rettore Basilica Consiglio di redazione ore 17, 18, 19 (aprile-settembre) tel. e fax 071.9747.154 Padre Stefano Vita ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo) Don Giacomo Ruggeri Archivio-Biblioteca Confessioni Suor Barbara Anselmi Santa Casa Dott. Vito Punzi Giorni feriali tel. 071.9747.160 ore 7-12.10 Imprimi potest ore 16.00-19 (aprile-settembre) Libreria Santa Casa + Mons. Giovanni Tonucci, ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) tel. 071.9747.178 Delegato Pontificio Giorni festivi Loreto, 20 febbraio 2011 Casa accoglienza ore 7-12.30 malati e pellegrini ore 16-19.30 (aprile-settembre) tel. 071.9747.200 ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) Questo periodico è associato all’USPI Albergo Madonna di Loreto (Unione Stampa Periodica Italiana) Adorazione eucaristica quotidiana tel. 071.970298 - fax 071.9747.218 La collaborazione alla rivista è gratuita Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12 Stampa Museo-Antico Tesoro Aniballi Grafiche s.r.l., Ancona Sagrestia Basilica tel. 071.9747.198. Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19. Tel. 071.2861583 - Fax 071.2861735 Dal 4 novembre al 9 aprile chiuso da info@aniballi.it - www.aniballi.it Prenotazioni Sante Messe, stesso orario. lunedì a venerdì, aperto sabato e do- Celebrazione Battesimo menica con orario 10-13; 15-18. “Il Messaggio” esce anche in inglese: Prima domenica di ogni mese: Dal 9 aprile al 4 novembre aperto tut- ore 17 (Basilica Santa Casa). ti i giorni, tranne il lunedì, con orario: THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE 9-13; 16-19. Celebrazione Cresima Primo sabato di ogni mese: ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre) E-MAIL SITI INTERNET Presentarsi un’ora prima per la regi- santuarioloreto@tin.it www.santuarioloreto.it strazione dei documenti. ore 7.30: messa in diretta dalla Santa Casa sacrestia@delegazioneloreto.it su www.santafamigliatv.it Celebrazione Matrimonio Informazioni presso il Parroco della COME RAGGIUNGERCI… Santa Casa: ore 10-12. Autostrade alle stazioni di Loreto e Ancona *. Congregazione Santa Casa-Negozio Bologna-Ancona-Bari e Ancona, e Roma-Falco- Aeroporto “R. San- (a sinistra della facciata della basilica). Roma-Pescara-Ancona: nara-Ancona, con servi- zio” di Ancona-Falco- Ufficio accoglienza pellegrini e infor- uscita Loreto. zio di autocorriere da nara, 30 km da Loreto. mazioni, con negozio ricordi e stampe Linee ferroviarie del santuario, abbonamento alla rivista Milano-Bologna-An- * Servizio Autobus ANCONA PER LORETO e iscrizioni alle Messe Perpetue. cona-Lecce con discesa Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giu- 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15 gno-settembre). Loreto Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15 Servizio Autobus LORETO PER ANCONA Ufficio Postale Loreto Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30. 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25 Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15 QUOTA ASSOCIATIVA A Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto “IL MESSAGGIO della SANTA CASA” Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.45 - 10.40 - 11.35 - 14.15 15.00 - 16.10 - 17.20 - 18.15. Ordinario …………………… Euro 20,00 Festivo: 7.55 - 8.15 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15 Sostenitore ………………… Euro 35,00 Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 Benemerito ………………… Euro 40,00 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55. Estero …………………………… Euro 25,00 Festivo: 7.35 - 8.00 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55
S OMMARIO EDITORIALE 84 L’Annunciazione nell’arte lauretana p. Giuseppe Santarelli In copertina: Andrea LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO Sansovino, 85 Abigail, donna di buon senso e di bell’aspetto Annunciazione mons. Giovanni Tonucci (particolare), Loreto, 86 LETTERE AL “MESSAGGIO” Rivestimento SPIRITUALITÀ marmoreo della Santa Casa (1518- 1522), capolavoro 87 “Signore, da chi andremo?” Le parole della fede in Gesù, pane di vita della scultura fr. Stefano Vita lauretana (vedi editoriale). 89 “La solitudine” sor. Francesca Entisciò 90 “Sia fatta la tua volontà” Giovanni Fermani 91 M come Maria (di Nàzaret) sr. Maria Elisabetta Patrizi SIMBOLOGIA MARIANA 96 Arrampicati sull’albero di Jesse Filippo Di Cuffa n. 3 - MARZO 2011 OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO 97 Beato Pietro Casani (1572-1647) p. Marcello Montanari “Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare 99 inserto giovani dal Centro Giovanni Paolo ll meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.” IL “MESSAGGIO” INTERVISTA… Benedetto XVI 103 Il prof. Cervigni sul poema lauretano “Il Tempio Peregrino” di Giulio Acquaticci Vito Punzi STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA 87 97 105 Figure bibliche dell’Eucaristia nell’arte lauretana /2 p. Giuseppe Santarelli 108 Madonna di Senigallia… o Madonna di Loreto? p. Giuseppe Santarelli 111 Ricordo del fotografo Benedetto Trani VITA DEL SANTUARIO 112 Incontro di preghiera con mons. Giuseppe Betori 108 111 113 Incontro dei giornalisti cattolici delle Marche 114 Concerto di presentazione del primo disco della «Collana Centro Studi Lauretani» 116 NOTIZIE FLASH IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
EDITORIALE L’Annunciazione nell’arte lauretana P. GIUSEPPE SANTARELLI - DIRETTORE L’ Annunciazione del Signore, che cade il 25 marzo, è di per sé la vera e principale festa del- la Santa Casa di Loreto, perché ivi si è compiuto l’evento salvifico. La sua celebrazione nel santuario è segnalata dal primo documento d’archivio che lo riguarda, datato 1315, nel quale si legge che alcuni ghibellini recanatesi spogliarono il sacello di doni votivi anche nella festa ma- riana di marzo, che è l’Annunciazione. Non desta meraviglia allora se le raffigurazioni dell’Annunciazione nel santuario siano nu- merose e di alta qualità, recanti la firma di celebri artisti: Andrea Sansovino, Antonio da Faen- za, Giovanni Baglione, Federico Barocci, Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, Giuseppe Mazzuoli, Ludovico Seitz e una schiera di pittori contemporanei, tra i quali emergono i nomi di Enrico Manfrini, Silvio Consodori e Gigino Falconi. 84 Su tutte si eleva il capolavoro di Andrea Sansovino, autore della sovrana scultura nella pare- te ovest del Rivestimento marmoreo, eseguita negli anni 1518-1522. Essa funge da pala d’alta- re, rammentando al pellegrino il mistero principale di cui fa viva e quotidiana memoria la San- ta Casa: l’Incarnazione del Figlio di Dio. La scultura balza immediatamente agli occhi del pel- legrino che entra dall’ingresso principale della basilica e, attraverso la cosiddetta «finestra del- l’Angelo», contemplando l’Annunciazione, si porta già spiritualmente dentro la Santa Casa. Il Sansovino ha raffigurato la Madonna nella sua Ca- sa di Nazaret, immaginata come una stanza di gusto ri- nascimentale, con elementi di domestica intimità. La Vergine è seduta e stringe nella mano sinistra la Bibbia, divino alimento delle sue elevazioni al Signore. È colta nel momento del turbamento, suscitato in lei dall’appa- rizione dell’angelo che, nelle sue forme accuratissime, sembra vivente e, per dirla con il Vasari, «non di mar- mo, ma pare veramente celeste e che di bocca gli esca “Ave Maria”». Il turbamento viene espresso anche dal gattino che fugge sull’estremo lato destro: è tutto il co- smo che viene come misticamente scosso dall’evento dell’Incarnazione, con l’ingresso del divino nell’umano, dell’eterno nel tempo. Tutta la creazione ne percepisce il mistero, turbandosi. In questa Annunciazione è figurata tutta la Santissima Trinità, che per la prima volta viene rivelata nei testi bi- blici ed evangelici: in alto, a sinistra, sta Dio Padre por- Andrea tato dagli angeli, modellato su quello della Creazione di Adamo dipinta da Michelangelo nella Sansovino, Cappella Sistina; lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, poggia su un raggio che si diparte Annunciazione, dalla gloria del Padre; il Figlio, non visibile, si fa uomo nel grembo della Vergine. Loreto, Rivestimento Uno stuolo di angeli accompagna Gabriele, secondo una tradizione letteraria lauretana, la marmoreo della quale sottolinea che più angeli fecero da scorta all’arcangelo, prendendo come possesso della Santa Casa. casa nazaretana e proteggendola nella sua traslazione a Loreto. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO Abigail, donna di buon senso e di bell’aspetto MONS. GIOVANNI TONUCCI - ARCIVESCOVO DI LORETO Lionello Spada, Abigail e Davide, affresco del 1615, Reggio Emilia, Santuario Madonna della Ghiara. 85 A bbiamo già accennato al fatto che Davide, per sfug- gire alla persecuzione del re Saul, visse per qualche tempo come un guerrigliero, o come capo di una banda no approfittati dei beni del ricco vicino e anzi li avevano protetti da ladruncoli o da bestie feroci. Ma Nabal, da stolto arrogante, rispose male agli inviati, usò parole ol- di predoni, muovendosi in regioni deserte o poco abita- traggiose nei confronti di Davide e rifiutò di dare loro te, e cercando di trovare il modo di sopravvivere, insie- qualcosa. Quando Davide ne fu informato, decise subi- me con i suoi uomini. to di far pagare l’offesa a Nabal e si mise in marcia con La storia a cui facciamo oggi riferimento è raccontata quattrocento dei suoi uomini. nel capitolo 25 del 1° libro di Samuele. Nella regione in Frattanto, un servo informò dell’accaduto Abigail, la cui Davide viveva, c’era un ricco possidente, di nome moglie di Nabal: ricordò il bene fatto ad essi dai soldati Nabal, il quale stava tosando le pecore. Questa ricorren- di Davide e comunicò alla padrona la convinzione che, za annuale dava occasione per una festa, nel corso della se non si poneva qualche rimedio, sarebbe capitato a quale si preparava molto cibo da condividere con tutti i tutti qualcosa di brutto. Dirlo a Nabal era impossibile: lavoratori. Davide mandò quindi qualcuno dei suoi uo- “Egli è troppo cattivo e non gli si può dire una parola”. mini per chiedere a Nabal una parte di quel cibo, per Abigail, che era stata già presentata come “donna di nutrire la sua banda. La richiesta aveva senso, perché, buon senso e di bell’aspetto”, capì il pericolo nel quale si durante i mesi trascorsi, i guerrieri di Davide non si era- stava trovando l’intera famiglia ed agì subito. Fece prepa- IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
LETTERE AL “MESSAGGIO” rare una grande quantità di vivande e la fece porta- re sugli asini incontro a Davide. Lei stessa seguì, Sotto la protezione della Vergine Lauretana cavalcando a sua volta un asinello. Giunta di fronte a Davide, Abigail si prostrò a terra, prese su di sé la Non si contano le lettere che pervengono alla Congrega- colpa di quello che era accaduto, perché lei non si zione Universale della Santa Casa di persone e di famiglie che era accorta dell’arrivo degli emissari di Davide: ma attestano di aver avuto una speciale protezione della Vergine ora egli poteva accettare il dono che lei stava por- iscrivendosi alla Congregazione e ottenendo, così, i benefici tando, per gli uomini che stavano con lui. spirituali di una messa perpetua che si celebra ogni giorno La donna non perde l’occasione di deprecare la nel santuario alle ore 8, acquistando l’indulgenza plenaria il stoltezza del marito, ma è grata per la possibilità giorno dell’iscrizione e ogni anno il 10 dicembre, festa della di evitare una strage inutile: quando Davide, per Madonna di Loreto, e partecipando alle preghiere e alle opere grazia di Dio, avrà conquistato il regno, non sen- buone che si compiono nell’ordine dei frati cappuccini. tirà nel suo cuore il rimorso di aver sparso sangue Segnaliamo una delle tante lettere di una signora di un inutilmente e di essersi fatto giustizia da solo. piccolo paese della provincia di Ancona, che, oltre al resto, Davide fu subito riconoscente verso Abigail esprime una tenera fiducia nell’intercessione della Madonna. per il suo intervento provvidenziale: la sua sag- gezza gli aveva impedito di fare del male, ponen- Gentile padre, è da circa quattro anni che ho iscritto la dosi ad amministrare la giustizia al posto di Dio. mia famiglia alla Congregazione Universale della Santa Per questo Davide loda il Signore, Dio d’Israele, Casa. Da allora la mia vita è totalmente cambiata, sia dal che aveva voluto questo incontro. lato spirituale che da quello individuale. La storia non si concluse qui, ma ebbe una bre- Il mio spirito ha ritrovato una grandissima serenità e la ve continuazione. Lo stolto Nabal non si era reso mia anima la strada della guarigione, avendo avuto un in- 86 conto di nulla, e quando Abigail rientrò in casa contro così intenso con la Beata Vergine, e da allora, appe- dalla sua spedizione di salvezza, era troppo na posso, torno molto volentieri a Loreto. ubriaco per capire qualsiasi cosa. Ma la mattina La cosa ancor più bella che mi è capitata è che la mia dopo la moglie l’informò di tutto quello che era famiglia, dopo le tante preghiere, si è consolidata e i miei accaduto: “Il cuore gli si tramortì nel petto, ed egli due figli si sono sposati regalandomi - da parte del mag- rimase come una pietra”. Dieci giorni dopo, Na- giore - anche una bellissima nipotina. Ora le mie preghiere bal morì, e ancora una volta Davide ringraziò il sono rivolte alla Santa Madre per il desiderio di ricevere Signore, che “ha trattenuto il suo servo dal male e un nipotino anche dall’altro figlio. ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità”. Per questo motivo tutti i giorni recito il santo rosario e A questo punto, Davide ripensò ad una frase imploro Dio di farmi questa grandissima grazia, visto che detta da Abigail alla fine del loro incontro: “Il Si- questo mio figlio ha dedicato due anni della sua vita an- gnore ti farà prosperare, ma tu vorrai ricordarti dando in America Latina per volontariato attraverso della tua schiava”. Una donna così abile poteva un’associazione ed è qui che ha incontrato la sua sposa, essere una buona moglie per lui. Mandò quindi anche lei molto affezionata alla stessa associazione […] dei messaggeri a farle conoscere il suo desiderio Io con le mie preghiere glielo auguro con tutto il cuore, ed Abigail accolse volentieri la proposta, con una sperando che la nostra Santissima Madre ascolti le mie in- espressione quasi esagerata di devozione: “Ecco, vocazioni e protegga sempre queste due nuove famiglie che la tua schiava sarà come una schiava per lavare i desidero iscrivere alla Congregazione Universale, indican- piedi ai servi del mio signore”. do i nomi dei loro componenti. Più tardi, nel riferire che Davide era salito sul Oriana V. trono d’Israele, lo scrittore sacro ricorda i nomi dei Particolare dello stendardo vari figli che erano nati a Davide durante il perio- della Congregazione Uni- do della sua permanenza ad Hebron. Si menziona versale della Santa Casa, la- anche “Kileàb, da Abigail già moglie di Nabal”. Di vorato nel 1894, con l’im- questo giovane non sappiamo altro. Tra i figli di magine della Madonna e il Davide, sono diversi quelli che si comportarono Bambino sopra la Casa di Nazaret, simbolo della pro- molto male e finirono male. Piace pensare che Ki- tezione della Vergine Lau- leàb, figlio di una madre saggia, fu capace di stare retana su tutte le case o fa- lontano dai guai, perché ben educato da una don- miglie e su tutti gli iscritti na che sapeva unire il buon senso al bell’aspetto. alla stessa Congregazione. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
SPIRITUALITÀ FR. STEFANO VITA FFB Verso il Congresso Eucaristico “Signore, da chi andremo?” Le parole della fede in Gesù, pane di vita L’esemplare fede di Pietro beve il mio sangue ha la vita eterna”. È Gesù la vera vita. È in Gesù, Lui la via, la verità e la vita. La grande domanda che Gesù pane di vita rivolge ai Dodici, e cioè “volete andarvene anche voi?”, è al- lora come una spada che divide la storia in due campi. Da “S ignore, da chi andre- mo?”. Queste pa- un lato c’è chi si tira indietro, come fecero molti discepoli in quel momento, spaventato da un messaggio che supera le esigenze e gli orizzonti semplicemente umani, per in- role sono la rispo- trodurci nell’infinito di Dio. In questo campo c’è chi tradi- 87 sta di Pietro alla domanda che Gesù rivolge agli Apostoli sce, chi ha paura, chi è attaccato alle sue idee, chi vuole ri- al termine del celebre discorso eucaristico (Gv 6,22-71), manere nel guscio ovattato dei suoi interessi gretti, imme- pronunciato nella sinagoga di Cafarnao. Ormai il discorso diati ed egoistici. Poi ci sono le parole di Pietro, “Signore, si sta concludendo e intorno al Signore si crea una sorta di da chi andremo?”, che aprono la strada all’altro campo, cortina di sospetto e di freddezza. E subito si leva una vo- quello di coloro che professano la fede in Gesù, in Colui ce, che esprime lo sconcerto collettivo: “Questa parola è du- che ha parole di vita eterna, che è la verità. ra; chi può ascoltarla?”, e cioè queste parole che ci ha rivolto sono incomprensibili, fantasiose, persino offensive alla ra- La lotta della fede contro gionevolezza umana. E da quel momento molti dei suoi la tentazione della mormorazione discepoli lasciarono Gesù. Allora, rivolgendosi ai Dodici, il Signore dice: “Volete andarvene anche voi?”. Da qui la ri- Di fronte al mistero della persona divina di Gesù, che sposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vi- ogni giorno si fa pane di vita per noi, siamo esortati a non ta eterna”. Ma qual è il contenuto di questo sorprendente “mormorare”, come fecero invece gran parte dei discepoli discorso sul pane di vita, che ha fatto allontanare tanti di- nel discorso eucaristico, contestando le parole pronuncia- scepoli? Gesù pronuncia questo lungo discorso, racco- te dal Signore: “Io sono il pane disceso dal cielo”. A queste gliendo il suggerimento biblico avanzato dai suoi ascolta- parole essi infatti reagirono così: “Costui non è forse Gesù, il tori: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel Come dunque può dire: Sono disceso dal cielo?”. La mormora- deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal zione biblicamente esprime incredulità, freddezza, sfidu- cielo”. Gesù vuole dimostrare che la vicenda della manna cia, sospetto e dubbio. Le parole di Pietro, al contrario, ci nel deserto, avvenuta durante l’esodo del popolo d’Israe- spronano a fidarci di Gesù, ad annunciarlo, perché abbia- le, ora sta nuovamente attuandosi, ma in for- mo sperimentato che Lui è il Santo di Dio e ma definitiva e suprema. Dio Padre sta offren- In alto: Arazzo raf- cioè Lui è la verità, è Dio fatto uomo, è l’amore do all’umanità – affamata di verità, di luce e di faellesco del secolo che si fa “pane quotidiano” per noi. pienezza di vita – il pane vero, l’unico che ve- XVII, San Pietro in ginocchio davanti a ramente discende dal cielo e dà la vita al mon- La contemplazione, via per Gesù nella pesca do. Così si esprime il Signore: “Io sono il pane miracolosa (parti- accogliere il mistero dell’Eucaristia vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pa- colare), Loreto, Mu- ne vivrà in eterno. […] Chi mangia la mia carne e seo-Antico Tesoro. Questo episodio della vita di Gesù e dei IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Allora gli dissero: «Quale segno tu viene a me non avrà più fame e chi mia carne e beve il mio sangue ha la Dal discorso sul pane di vita compi perché vediamo e ti crediamo? crede in me non avrà più sete. […] Al- vita eterna. […] Gesù disse queste co- Quale opera fai? I nostri padri hanno lora i Giudei si misero a mormorare se, insegnando nella sinagoga a Ca- mangiato la manna nel deserto, come contro di lui perché aveva detto: «Io farnao. […] Molti dei suoi discepoli, sta scritto: Diede loro da mangiare un sono il pane disceso dal cielo». E dice- dopo aver ascoltato, dissero: «Questa pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In vano: «Costui non è forse Gesù, il figlio parola è dura; chi può ascoltarla?». verità, in verità vi dico: non è Mosè che di Giuseppe? Di lui non conosciamo il […] Da quel momento molti dei suoi vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Pa- padre e la madre? Come dunque può discepoli tornarono indietro e non an- dre mio che vi dà il pane dal cielo, dire: “Sono disceso dal cielo”?». […] In davano più con lui. Disse allora Gesù quello vero; infatti il pane di Dio è colui verità, in verità io vi dico: Io sono il pa- ai Dodici: «Volete andarvene anche che discende dal cielo e dà la vita al ne vivo, disceso dal cielo. Se uno man- voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signo- mondo». Allora gli dissero: «Signore, gia di questo pane vivrà in eterno e il re, da chi andremo? Tu hai parole di vi- dacci sempre questo pane». Gesù ri- pane che io darò è la mia carne per la ta eterna e noi abbiamo creduto e co- spose: «Io sono il pane della vita; chi vita del mondo». […] Chi mangia la nosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Gv cap. 6) Dodici ci dice che, di fronte al mistero dell’Eucaristia, colare vi è un cibo che il mondo vuole imporci: la cultu- siamo chiamati ad assumere lo stesso atteggiamento ra del relativismo. Cos’è il relativismo? È la pretesa di che assunse Maria di fronte al mistero della volontà di ritenere che l’uomo non sia capace della verità, in quan- Dio, che si manifestava nella vita di suo Figlio: “custodi- to, per questa cultura, non esiste una verità oggettiva e va tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). assoluta. Ogni uomo ha la sua verità, quello che lui Nell’originale greco meditare esprime il concetto di pensa sia giusto, quello che lui sente come vero per sé. mettere insieme per capire il “simbolo” e cioè il signifi- Il relativismo è allora la cultura che non riconosce nulla 88 cato ultimo e profondo di quella situazione, di quella come definitivo e che lascia come ultimo criterio di giu- realtà o esperienza. Di fronte al mistero dell’Eucaristia dizio e valutazione il proprio io con le sue voglie. Per- siamo chiamati a “mettere insieme” le parole di Gesù, tanto, il relativismo spalanca le porte del cuore dell’uo- duemila anni di fede della Chiesa nell’Eucaristia, la te- mo all’egoismo: ciò che conta sono solo io, con i miei stimonianza di amore e devozione per l’Eucaristia di pensieri, desideri e affetti; è la logica dell’usa e getta: tanti santi, i tanti miracoli eucaristici che Dio ha donato finché mi piace, finché mi sento; è la logica del tutto e all’umanità, le nostre esperienze personali. Solo allora subito: la disciplina e il sacrificio sono termini che non saremo avvolti e penetrati dal mistero dell’amore di appartengono più al vocabolario educativo della nostra Dio, che si attua e si rivela in maniera del tutto speciale società. Da ciò deriva fragilità psicologica e caratteriale, nel sacramento della Eucaristia: il più grande e straordi- deriva l’incapacità di affrontare la vita con le sue gioie, nario miracolo dell’amore di Dio. Solo allora anche noi, ma anche con le sue difficoltà, derivano frustrazione e con Pietro, potremo esclamare: “Signore, da chi andremo? rabbia. Questa cultura, rispetto al Vangelo di Cristo, Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo userebbe quindi le stesse parole che hanno usato i Giu- creduto e conosciuto che tu sei il dei, ascoltando il discorso eucaristico di Gesù: “Questa Santo di Dio!”. parola è dura; chi può ascoltarla?”. L’Eucaristia: Conclusione risposta alla cultura del relativismo Gesù è il pane di vita, che dona la vita eterna. Nel Vangelo di Giovanni l’espressione “vita eterna” è sino- Di fronte al mistero del- nimo di “vita divina”. Gesù, facendosi pane eucaristi- l’Eucaristia, tutti gli altri “ci- co, ci dona la vita stessa di Dio, che illumina il mistero bi” che il mondo ci vuole of- della nostra esistenza e le dona il vero significato. Di frire svaniscono. In parti- fronte alla cultura del relativismo, siamo allora chiama- ti a reagire con le parole di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”, creden- Ludovico Seitz, Maria, particola- do che l’Eucaristia è un incontro personale e co- re dell’Annunciazione, Loreto, Cappella Tedesca. «Maria ser- munitario con il Cristo Risorto, è un segno sa- bava tutte queste cose, medi- cramentale dell’amore gratuito, personale, infi- tandole nel suo cuore». nito e continuo di Dio per l’uomo.
SPIRITUALITÀ SOR. FRANCESCA ENTISCIÒ FFB “La solitudine” Un uomo disperava dell’amore di e le domande si fanno più grandi. Dio. Un giorno, mentre errava sulle Eppure sappiamo nel fondo del colline che attorniavano la sua cuore che dietro un’assenza, un bi- città, incontrò un pastore. Questi, sogno detto o taciuto, si nasconde vedendolo afflitto, gli chiese: «Che sempre un desiderio, una gran vo- cosa ti turba, amico?». «Mi sento glia di vederci chiaro e di incontrare immensamente solo». «Anch’io sono un amore più grande, un amore che solo, eppure non sono triste». «Forse si accorga di me. perché Dio ti fa compagnia». «Hai Forse possiamo, in questo tempo indovinato». «Io invece non ho la propizio, rientrare in noi stessi e fa- compagnia di Dio. Non riesco a cre- re spazio, ossia silenzio, quiete, pa- dere che Lui mi ami e mi ascolti. Co- ce dei pensieri e delle agitazioni, per me è possibile che ami proprio me?». incominciare ad ascoltare il mormo- «Vedi laggiù la nostra città? - gli rio del vento leggero, quello che 89 chiese il pastore - Vedi le case? Vedi precede la Parola di Dio. le finestre?». «Vedo tutto questo», rispose il pellegrino. «Allora non Riconoscere il Padre devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della città, anche la La domanda del pellegrino ce la più piccola e la più nascosta, ogni siamo posta tutti almeno una volta giorno viene baciata dal sole. Forse nella vita: come è possibile che Dio tu disperi perché tieni chiusa la tua ami proprio me? Eppure fin da pic- finestra». (Anonimo) coli ci hanno insegnato che Dio è buono e ci ha creati per amore e che L a solitudine e la tristezza sono due sentimenti dilaganti nella nostra società, piene ne sono le case con Lui nessuno sarebbe più rimasto solo. Poi si cresce e in questo amore non ci si crede più, si comincia a va- e le strade, gli occhi della gente. gare finché non si incontra qualcuno Tante cose da fare e da risolvere, po- che ci sveglia da questo torpore e ci co tempo per sé, vite che corrono e richiama alla nostra vera identità di che scorrono sfiorando solo lieve- figli amati da sempre. Riconosciamo mente la presenza di Dio. Mi è capi- in lui un’immagine che credevamo tato tante volte di camminare per le perduta: quella di un figlio di Dio. strade affollate di grandi città e Forse il motivo per cui tanti hanno Lasciarsi illuminare scorgere gli “immensamente soli”, smesso di credere all’amore unico e che neppure sanno perché stanno personale di Dio è proprio questa so- La soluzione che propone il pa- male e vorrebbero ridere, ma non litudine spirituale che procura la tri- store a questa tristezza nel cuore sanno più come si fa. stezza nelle relazioni e rende gli uo- del pellegrino è semplice, ma deci- Cosa manca a chi pensa di avere mini opportunisti, incapaci di vedere samente non scontata: lo esorta a ri- tutto? Perché non siamo mai felici? il bene e di farlo. Tutti barricati dietro vedere le cose di sempre come la Risposte facili e banali ne potremmo muri di indifferenza, non riusciamo a città, le case e le strade, la sua quoti- citare molte, ma sarebbe comunque far entrare la luce, ci rendiamo inca- dianità insomma, con occhi nuovi, troppo poco, il vuoto resta lo stesso paci di dare e ricevere amore. occhi convertiti, occhi da cui passa IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
SPIRITUALITÀ GIOVANNI FERMANI la luce e grazie alla quale si può ricono- scere il bene. Sentirsi amati da Dio è proprio ridonare “S ia fatta la tua volontà”. Riecheg- gia tra le fronde degli ulivi questa forte esclamazione che il Cristo al nostro cuore questo della Passione consegna nelle mani di sguardo buono sulle Dio. Gesù accetta con mitezza quella cose e sulle persone, la terribile esperienza della morte, aven- capacità di vedere se do la certezza di avere dalla sua parte stessi e gli altri come la volontà del Padre. Questa Passione fratelli amati e apprez- è la madre di ogni passione che l’uo- zare le piccole cose in- mo sulla terra sperimenta ogni gior- significanti di ogni no. In essa c’è la volontà di Dio, un di- giorno, senza le quali segno preciso, personalizzato, che però la nostra vita di- non viene mai a caso. venta vuota e triste. Il Lo sapeva Maria che con dignità e risultato è una gioia consapevolezza aveva accettato la po- immensa e contagiosa tenza dello Spirito Santo per concepi- che permea tutta la persona e la rende tut- ta luminosa. Non im- “Sia fatta la re un figlio destinato a due passaggi cruciali: la morte con la Passione, la nuova vita con la Resurrezione. Ad 90 porta se siamo i più piccoli o i più nascosti, quello che conta è la- tua volontà” ogni passione si affianca un rinnova- mento, un essere diversi. Cambia il modo di concepire la vita, il rapporto sciar entrare la luce con gli altri e soprattutto con Dio. nel cuore. “Perché mi fai questo?”. È una domanda intima, diretta a colui la cui volontà In questa Quaresima lascia- esige una sola risposta: “Siamo chiamati almeno una volta nella vita ad essere moci prendere per mano da santi”. La santità in Dio è prova di dolore, coraggio, eroicità. Tutti coloro che Maria, lei che per prima ha sono chiamati santi hanno percorso questa strada. spalancato la porta del suo E allora le prove a cui siamo chiamati sono figlie della “volontà di Dio”, so- cuore per accogliere Gesù, e in- no “parole del Vangelo che si fanno vita”, che non cercano particolari esegesi. sieme a lei percorriamo volen- II confrontarsi con la sofferenza è un’avversità della vita o riusciamo a coglie- tieri la lunga strada della vita, re il senso salvifico che è in essa? Io che a mia volta voglio compiere la santissima sicuri di non essere soli, mai. Volontà di Dio, seguendo le orme del Maestro, potrò lamentarmi se trovo la sofferen- za come compagna di strada? Sarà un segno certo della mia filiazione, perché Egli mi Quand’ero ragazzino, tratta come il suo divino Figlio. E, da allora, come Lui, potrò gemere e piangere solo mamma mia me diceva: nel mio Getsemani, ma prostrato a terra, riconoscendo il mio nulla, salirà fino al Si- “Ricordati fijolo, gnore un grido sgorgato dall’intimo della mia anima: Pater mi, Abba, Pater, … fiat! quando te senti veramente solo (Via Crucis, 1° Stazione, n. 1 Josè Maria Escrivà). tu prova a recità ‘n’ Ave Maria, Non ci siamo mai accorti che ogni giorno vaghiamo senza una meta ben pre- l’anima tua da sola spicca er volo cisa “nel nostro Getsemani”, dove essere “santi in Dio” ha prove ben definite e se solleva, come pe’ maggia”. che spesso non vogliamo conoscere. Prove tremende che mettono a rischio an- Ormai so’ vecchio, che la presenza delle persone più care e possono spegnere il loro sorriso, il loro er tempo m’è volato; essere presenti, la certezza del loro affetto, del loro amore. Se in questa prova da un pezzo s’è addormita entra una figlia, il Getsemani si amplia, la volontà di Dio diventa un macigno la vecchietta, impossibile da sostenere. Eppure c’è un soffio di speranza in ma quer consijo In alto: Biagio ogni avversità, e non sarebbe diversamente: nella croce tro- nun l’ho mai scordato. Biagetti, Gesù viamo le risposte che ci mancavano, i perché che non abbia- nel Getsemani, Come me sento veramente solo mo chiesto, l’attenzione che abbiamo negato. Dio ci scuote, Loreto, Cappella io prego la Madonna benedetta del Crocifisso, ci richiama al nostro essere santi e lo fa anche e soprattutto e l’anima da sola pija er volo! decorata negli con le persone che più amiamo e attende il nostro “Sia fatta (Trilussa) anni 1928-1932. la tua volontà”. Volontà del Padre, volontà d’amore. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
SPIRITUALITÀ SR. MARIA ELISABETTA PATRIZI SFM L’alfabeto della cultura cristiana, dalla A alla Z M IL VILLAGGIO DI NÀZARET come Maria (di Nàzaret) no all’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, quindi tra il 19 agosto del 28 d.C. e il 18 agosto del 29, men- «A l sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una ver- gine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di no- tre Ponzio Pilato era governatore della Giudea… e Gesù, il Nazareno, aveva circa trent’anni. Ma torniamo indietro… me Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,26-27). L’ANNUNCIAZIONE Dire “città” fa venire in mente ben altro, rispetto a ciò che era, realmente, il piccolo villaggio di Nàzaret… umile «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28), agglomerato di case – anche fino alla prima metà del XX vale a dire: “Gioisci, perché sei amata e prescelta da Dio!”. secolo – su una collina della Galilea! Non era, dunque, È un invito alla gioia messianica(3), eco dell’annuncio niente di “éclatant”, o di notevole agli occhi del mondo! dei profeti alla Figlia di Sion «e, come esso, motivato dalla 91 Del resto, proprio Colui che sta per essere annunciato e poi venuta di Dio in mezzo al suo popolo (cfr. Is 12,6; Sof 3,14- liberamente concepito dalla Vergine Maria, per opera del- 15)»(4). E quel «piena di grazia» significa letteralmente: «Tu lo Spirito Santo, sarà un «segno di contraddizione» (Lc 2,34). che sei stata e rimani colmata dal favore divino»(5). L’attesa plu- E proprio a Nàzaret, dopo il ritorno dall’Egitto, Gesù vivrà risecolare del Messia, certo desiderato e invocato anche umilmente «sottomesso» (ivi, 51) a Maria e a Giuseppe. dalla giovinetta Maria di Nàzaret, sta per compiersi! Ora lei stessa si sente annunciare da quello spirito angelico, in- LA DIMORA viato da Dio: «Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Al- Maria è la prima dimora (o “tabernacolo”) voluta da tissimo (…) e il suo regno non avrà mai fine» (Lc 1,31-33). Dio, preparata dal Santo Pneuma(1), «dove il suo Figlio e Maria non si lasciò “coinvolgere” superficialmente nel- il suo Spirito possono abitare tra gli uomini»(2) in modo la prospettiva di una maternità straordinaria, né ebbe confacente. Poi lo sarà la grotta, con le tre povere mura fretta di rispondere: la vanagloria non la sfiorò nemme- antistanti, che costituiscono l’umile casa che oggi si ve- no! Solo la fedeltà al suo Dio, ad un impegno già preso, nera a Loreto, in Italia. Qui la tradizione vuole che Ma- sembra muovere la sua domanda all’angelo Gabriele(6). ria abitasse, già da fanciulla, e proprio qui, tra queste Prendendo “alla lettera” il testo lucano, come fa “La mura, che sia avvenuta l’Annunciazione. Bibbia di Gerusalemme”, sembra che «nulla nel testo im- pone l’idea di un voto di verginità»(7), ma la concezione LA VITA NASCOSTA verginale di Gesù è ben presente in Lc 1,26-38 e Mt 1,18-23, due tradizioni letterarie indipendenti l’una dal- Ecco, vogliamo considerare il tempo della “vita nasco- l’altra. Inoltre, è anche confermata da alcuni antichi ma- sta” di Maria Vergine: dapprima solo “promessa sposa” a noscritti latini di Gv 1,13, dove c’è il singolare: «il quale Giuseppe, e che pertanto non viveva ancora con lui, e poi non da sangue né da volere di carne né da volere di uo- quando vissero insieme, anche con Gesù, il Figlio di Dio. mo, ma da Dio è stato generato». Per di più, – come già Contempleremo alcuni dei momenti, o eventi, racchiusi Mt 1,23 – la Tradizione, i Padri leggono nella concezione nei così detti “misteri gaudiosi” … ma non ci soffermeremo, verginale di Gesù il compimento dell’oracolo di Is in dettaglio, su tutti. Infatti, è l’umiltà, è la fede, è l’amore 7,14: «Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che incondizionato per Dio che vogliamo illustrare, sotto il chiamerà Emanuele». Egli, nel “Dio con noi,” allude al re- profilo della “vita nascosta” di Maria di Nàzaret, ma anche gno messianico definitivo, pur parlando direttamente di Giuseppe e del Figlio di Dio… Tutto ciò, più o meno, fi- della nascita di un figlio del re Acaz. Questa profezia IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
sull’Emanuele superava l’immediato contesto e per- YHWH stesso ama il suo popolo? Lo Spirito Santo li ciò, legittimamente, gli evangelisti (letteralmente Mt aveva preparati entrambi? 1,23) e poi «tutta la tradizione cristiana, vi hanno rico- Comunque sia, la vergine Maria sembra aver fatto ra- nosciuto l’annuncio della nascita di Cristo»(8) e del suo dicalmente suo l’invito appassionato dei profeti (Osea, concepimento da Maria di Nàzaret. Geremia, Ezechiele…), dei Salmi (ad es. Sal 16; 23; 42 ecc.) e del Cantico dei Cantici. Non è inverosimile che Maria LA SCELTA DELLA VERGINITÀ di Nàzaret chiedesse a YHWH: «Secondo il tuo amore fam- mi vivere» (Sal 119 [118], 88) ed affermasse con cuore inte- Sebbene in Israele non si desse grande valore alla scel- gro: «mai dimenticherò i tuoi precetti» (ivi, 93) o che escla- ta di rimanere vergine ma, anzi, per una donna restare masse, con profonda verità: «Quanto amo la Tua Legge! La senza posterità era considerata una disgrazia, o almeno medito tutto il giorno» (ivi, 97), oppure «Quanto sono dolci al un disonore (cfr. Gdc 11,37), al tempo di Maria di Nàzaret, mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca» (ivi, presso gli “anawim” (o “poveri di Jahvè”) e presso gli Es- 103) e perciò fosse prudente con l’angelo Gabriele perché seni – come risulta da alcuni papiri di Qumrân – la scelta sapeva di aver «giurato e lo confermo, di osservare i Tuoi giu- celibataria e verginale sembra rivalutata, sia pure per di- sti giudizi» (ivi, 106) senza divisione del cuore, perché versi motivi. Comunque, al di là di usi e costumi, Maria è amava Dio sopra ogni cosa… Ma forse aveva “giurato” la «piena di grazia» (Lc 1,28) e la Tradizione e il Magistero tutto ciò anche a titolo “riparatore” – quasi novella Ester – della Chiesa leggeranno in questo “nome” quella esenzio- per le tante infedeltà e pericoli del suo popolo? ne dal peccato originale e quella “immacolatezza” del tutto Sia come sia, è certo che Maria di Nàzaret era, da sem- singolare(9), datale da Dio, proprio in vista della maternità pre, una anima prediletta, «una proprietà particolare» (Es divina e per i meriti, anticipati, del Redentore. Non mera- 19,5) ed esclusiva di Jahvè. Ella anelava al suo Dio, in viglia, pertanto, che Maria avesse già maturato una libe- modo singolare ed elevato come chi è già «consacrato» 92 ra e totale dedicazione a YHWH, a quel Dio che è il solo (Dt 7,6), messo da parte, «scelto per essere il suo popolo» veramente santo, sussistente, fedele e che agisce nella sto- (ivi), piccola porzione privilegiata, chiamata ad una ria del suo popolo e dell’umanità dirigendola verso un fi- sponsalità divina. Non era forse questo il destino di ne di salvezza(10). Tuttavia, a quel- l’epoca, «una giovane che voles- se custodire la verginità, difficil- mente poteva rifiutare un matri- monio imposto da suo padre»(11). Ci si domanda allora: forse anche Giuseppe «poiché era uomo giusto» (Mt 1,19) – cioè in tutto timorato di Dio e all’unisono con Lui – era incline ad un patto segreto di amore verginale, per servire più esclusivamente il lo- ro Dio? Forse entrambi, quei giovani, volevano vivere ria- mando Dio solo con quella pie- nezza sponsale dell’anima che Dt 6,5 esprime nel comanda- mento: «amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze», come Antonio Mazzone dei Dominichi di Faenza, Annunciazione, con il profeta Isaia che esibisce il celebre vaticinio e san Luca che lo trascri- ve nel suo Vangelo. Loreto, Museo- Antico Tesoro. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
Israele ed ora quello del “piccolo re- so la regione montuosa, in una città di sto”? Essere «sua sposa per sempre» Giuda» (ivi), oggi identificata con (cfr. Os 2,21), con la Legge ormai Ain-Karim, a 6 Km a ovest di Geru- scritta nel “cuore nuovo” inabitato salemme, e dove la venerazione dallo Spirito nuovo (cfr. Ger 31,31- della “Visitazione” è assai antica. 34; Ez 36,26-27),… non era forse Dopo qualche giorno di cammi- questo il modo di essere e la pro- no, «entrata nella casa di Zaccaria, esistenza di Maria di Nàzaret? salutò Elisabetta. Appena Elisabetta Essere la sposa di YHWH nel- ebbe udito il saluto di Maria, il bam- l’amore (termine ebraico: hésed), bino sussultò nel suo grembo. Elisa- in quell’amore divino che «espri- betta fu colmata di Spirito Santo ed me la fedeltà alla sua alleanza e la esclamò a gran voce: “Benedetta tu bontà che ne sgorga nei riguardi fra le donne e benedetto il frutto del popolo eletto (la “grazia”, cfr. Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, del tuo grembo. A che cosa devo che Es 34,6)… ed esige anche nell’uo- Visitazione (particolare), Sala del Tesoro la Madre del mio Signore venga a mo l’hésed, cioè il dono dell’anima, (1605-1610). me?» (Lc 1,39-43). l’amicizia fiduciosa, l’abbandono, Il bimbo – Giovanni Battista – la tenerezza, la “pietà”, in una parola: l’amore che si tra- viene santificato e sussulta di gioia, poiché «per mezzo duce in una sottomissione gioiosa alla volontà di Dio di Maria, lo Spirito Santo comincia a mettere in comu- e nella carità verso il prossimo»(12)… non era questo, di nione con Cristo gli uomini oggetto dell’amore miseri- già, l’essere e il vivere di Maria? cordioso di Dio»(13). Pertanto, quando l’angelo, rispondendo alla doman- Inoltre, lo Spirito Santo ci fa ricordare, a lode della da della Vergine, le chiarì ogni cosa, ella rispose a Dio, grande fede di Maria di Nàzaret, quelle parole che Egli 93 tramite quel messaggero celeste: «Ecco la serva del Signo- stesso pone sulle labbra di Elisabetta: «E beata colei che re: avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38a). Maria si ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le rese pienamente disponibile a quel piano nascosto da ha detto» (Lc 1,45). Allora Maria fa rimbalzare, a gloria secoli in Dio, col quale Egli ci aveva predestinati «ad es- di Dio solo, la splendida lode del “Magnificat” e tesse la sere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il trama della divina sapienza e fedeltà che, implicitamen- disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splen- te, si ispira al cantico di Anna, mamma di Samuele (1Sam dore della sua grazia…» (Ef 1,4-5). Era giunta «la pienez- 2,1-10) e a molti altri passi dell’Antico Testamento. za del tempo» e col «sì» di Maria «il Verbo si fece carne e Qui si rivela tutta la spiritualità di Maria, una “picco- venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). la”, forse dei “poveri di Jahvè”, un’anima che “si appog- In quel tempo l’attesa del Messia era assai viva in alcu- gia” a Dio solo, e pone in Lui la sua fiducia piena, nu- ni membri del popolo eletto e colei che forse aveva invo- trendosi della Parola della Legge e dei profeti che per lei cato Dio, più e più volte: «Venga a me Signore il tuo amore, la sono «lampada ai miei passi» (Sal 119 [118],105). tua salvezza secondo la tua promessa» (Sal 119 [118],41), ora Il “Magnificat” che Luca le attribuisce, anche se non «si trovò incinta per opera dello Spirito Santo» (Mt 1,18; 20). E fosse letteralmente suo, ne rivela comunque la straordina- quando ciò fu rivelato a Giuseppe da un angelo del Si- ria esperienza di Dio, a partire proprio dalla consapevo- gnore (cfr. v. 20), egli «fece come gli aveva ordinato l’angelo del lezza dello sguardo misericordioso di YHWH sulla “pic- Signore e prese con sé la sua sposa, senza che egli la conoscesse» colezza”, o insignificanza sociale, di lei, a cui il Signore ha (Mt 1,24-25), cioè senza unirsi a lei nell’atto coniugale… guardato (cfr. Lc 1,48; Sal 119 [118],141); e da quel favore rispettando castamente la divina maternità di Maria. divino (cfr. Dt 7,6), conseguente all’amore e alla fedeltà dell’Altissimo alla promessa che Egli fece ad Abramo LA VISITAZIONE (Gen 15,1; 17,1). Ora quella promessa è compiuta proprio nel concepimento verginale del Signore che ella porta nel Pochi paragrafi addietro, ricordavamo come l’hésed esi- suo grembo. È ormai inaugurato il tempo nuovo della ga anche la carità verso il prossimo. Perciò Maria, aven- salvezza, preludio dell’éschaton, o della fine dei tempi, do saputo dall’angelo che «Elisabetta, tua parente, nella sua che la Vergine celebra già nel “Magnificat”. Col “sì” di vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto me- Maria «a partire da quell’evento muteranno i rapporti se per lei, che era detta sterile…» (Lc 1,37), non esitò a met- nella storia del mondo. Dio infatti rovescerà i potenti, di- tersi in cammino, proprio in quei giorni. Anzi, ella «andò sperderà i superbi, affamerà i ricchi (tutti aoristi incoati- in fretta» (ivi, 39), con fraterna ed umile sollecitudine, «ver- vi) e adempirà tutte le promesse legate all’alleanza»(14). IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
LA NATIVITÀ «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria» (Lc 2,1-2). In verità, esso non riguardò “tutta la terra” ma soltanto la Giudea e fu l’occasione per riorganizzare il territorio co- me provincia dipendente dall’amministrazione romana, dopo la deposizione del tetrarca Archelao, figlio di Erode. «Infatti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città» (Lc 2,3). «Anche Giuseppe» poiché «apparteneva alla casa e alla famiglia di Davide» (ivi, 5), salì in Giudea «alla città di Davide» (ivi, 4), poiché egli «doveva farsi censire in- sieme a Maria, sua sposa, che era incinta» (ivi, 5). Era inverno e fare tutti quei chilometri, da Nàzaret a Betlemme a piedi, forse con un asinello per Maria e le scarse provviste, non era certo fatica da poco! Quale fe- deltà e obbedienza! E così sarà sempre nella loro vita! A farli partire forse influì anche la consapevolezza che quel Figlio era davvero l’Emanuele, il discendente di Annibale Carracci, Davide, promesso ad Abramo ed annunciato più volte Natale, Loreto, agli antichi padri. Comunque, Maria, la serva del Signo- Museo-Antico Tesoro. 94 re, e Giuseppe, uomo giusto, erano sempre pronti – co- me Abramo – all’adempimento della volontà di Dio (cfr. Mt 1,24) e ad accoglierne le permissioni. ci procede nella speranza e nella carità. Anche la cugi- Ed ecco, «mentre si trovavano in quel luogo (=Betlemme), na Elisabetta la proclamò “beata” (Lc 1,45) proprio «per si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo la sua fede nella salvezza promessa»(15). figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una man- Quando, poi, presentò Gesù, primogenito maschio giatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo» (Lc 2,6- (Es 13,11-16), nel tempio, con l’offerta di due colombi, 7). Il termine greco “Katalyma”, in effetti, può voler dire come era proprio dei poveri, «udì Simeone profetizzare anche “stanza” (cfr. Lc 22,11). Comunque, annessa ad es- che il figlio sarebbe divenuto segno di contraddizione e sa c’era una stalla con la mangiatoia per gli animali. Per che una spada avrebbe trafitto l’anima della Madre, Maria e Giuseppe fu un ripiego nella necessità, un rifu- perché fossero svelati i pensieri di molti cuori (cfr. Lc gio nella povertà e nel freddo della notte. Dio provvide. 2,34-35)»(16). Allora su Maria piombò un grande dolore e Come continuazione, in coerenza con la scelta che Dio nella fede visse l’attesa costante del compimento di quel- fa dei piccoli e dei poveri, l’evangelista Luca pone l’an- la profezia. Ed ecco… poco dopo, deve affrontare il dolo- nuncio ai pastori e la loro venuta a Betlemme. Ma in con- roso esilio in Egitto per sfuggire alla tremenda persecu- trasto con essa – come già preannunciato da Maria nel zione di Erode. Partono, nel cuore della notte, come un “Magnificat” – ecco la gloria di Dio e la «pace agli uomini che angelo aveva ordinato a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il egli ama» (Lc 2,14), a «quelli che lo temono» (Lc 1,50), nel sen- bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti so di rispettare, amare, custodire e compiere la sua Parola. avvertirò. Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo» (Mt 2,13). “Resta là … finché”. Fino a quando? Trascorse- MARIA DONNA DI FEDE ro circa sei anni… lì, tra un popolo dalla lingua e cultura totalmente “altre” rispetto alle proprie. Quante difficoltà! Questo “custodire e meditare nel proprio cuore” parole «Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a ed eventi, alla luce di Dio, sarà un atteggiamento co- Giuseppe in Egitto e gli disse: “Alzati, prendi con te il stante di Maria: donna umile, riflessiva, prudente, ado- bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono ratrice silenziosa ed amante del suo Dio ma, verosimil- morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt mente, sottomessa alle medesime oscurità del cammino 2,19-20). Giuseppe obbedì. Tornò in Israele ma temeva di fede di tutti i credenti. Anzi, Maria è modello pro- di recarsi in Giudea dove ora regnava Archelao e «av- prio nella fede, ancor più di Abramo – come scrisse vertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e Giovanni Paolo II nell’enciclica “Redemptoris Mater” – e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2011
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