NELLA NOSTRA SOCIETÀ CITTADINANZA E COSTITUZIONE - Luciano Corradini Andrea Porcarelli
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Luciano Corradini Andrea Porcarelli NELLA NOSTRA SOCIETÀ CITTADINANZA E COSTITUZIONE SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE - TORINO
Coordinamento editoriale: Anna Maria Battaglini Progetto editoriale: Gianluca Tarabbia Redazione: Lucia Varalda Ricerca iconografica: Gianluca Tarabbia Coordinamento tecnico: Michele Pomponio Progetto grafico e impaginazione: Bluedit, Torino Coordinamento tecnico iconografia: Mario Macchiorlatti Copertina: Piergiuseppe Anselmo Foto in copertina: Il palazzo del Quirinale (Marka) Le immagini non citate provengono dall’archivio SEI e-978-88-05-22175-2 © 2012 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino www.seieditrice.com Prima edizione: 2012 Ristampa 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 2012 2013 2014 2015 2016 Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata per iscritto. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di spe- cifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribuzione o eventuali omissioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire. Sograte – Città di Castello (PG)
Presentazione Navigare significa andare per mare o per fiume o per aria o per internet, con apparecchi adatti allo scopo. C’è un’ampia letteratura, scientifica, tecnica e fantastica sulla navigazione in tutti i sensi indicati. Navigando si esplora il mondo, si stabiliscono contatti, s’impara, co- me l’Ulisse di Dante, a “divenir del mondo esperto, degli umani vizi e del valore”. Si rischia anche molto, quando si viaggia in un mare ignoto e burrascoso. Le possibilità aumentano e i rischi si riducono, se si è provveduti, ben informati ed equipaggiati, se si ha una mèta da raggiungere e se si dispone di adeguati strumenti di navigazione, a cominciare dalla bussola. Immaginiamo ora che anche la complessa società nella quale siamo immersi, fin dalla na- scita, sia una sorta di oceano, ricco di fascino e di possibilità, ma anche d’incertezza e di rischi. Quando si esce di casa per la prima volta da soli, si provano sentimenti di ebbrezza, ma anche di paura. Da piccoli ci si attacca al telefonino, per avere indicazioni dai genitori, i quali a loro volta confidano sullo stesso strumento, per aver notizie dei figli. Quando si cre- sce, s’impara che il telefonino è anche una bussola e che può fornire una mappa del luogo in cui ci si trova e addirittura una rappresentazione dell’intero Pianeta. Sul piano tecnico dunque i problemi di orientamento si risolvono con un gruzzolo di euro, con un po’ di abilità digitale, con un call center e una persona disponibile al colloquio. Sul piano umano e sociale la questione è meno semplice, perché una società complessa non è come un mare, talora inquieto, talora tranquillo, ma sempre uguale a se stesso. Gli altri sono come me: il loro insieme non è solo una moltitudine di persone tutte uguali, come le onde, o tutte diverse, come le nuvole. In fondo siamo tutti imbarcati nel nostro Pianeta azzurro, bianco, verde e marrone: una “nave cosmica” la cui rotta è grosso modo sempre la stessa, da miliardi di anni. Quello che cambia di continuo è il rapporto fra noi passeggeri e fra noi e la nave, che negli ultimi tempi rivela segni sempre più inquietanti di logoramento e di squilibrio. Qual è il nostro posto sulla nave-Terra? Esiste un manuale di bordo, che suggerisca regole ragionevoli, seguendo le quali si possa raggiungere, se non la felicità, almeno una vita degna, accettabile e anche bella, nonostante i limiti di spazio e di tempo che ci condizionano? A noi pare che questo manuale di bordo esista e che nel complesso svolga il ruolo di una bus- sola capace di orientare la navigazione, se non della, almeno sulla nave-Terra. Anzi, i manuali sono due. Il primo, valido per l’intero Pianeta, è costituito dai 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il secondo, valido per la nostra piccola penisola, è costituito dai 139 articoli della Costituzione Italiana. I due manuali di navigazione, pensati e scritti duran- te e dopo la seconda Guerra mondiale, sono come due bussole fra loro sincronizzate, come vedremo: in sostanza hanno funzionato e funzionano ancora, nonostante la scarsa conoscen- za e la scarsa capacità di usarle, che gli equipaggi hanno dimostrato nel mezzo secolo scorso. Diversi prestigiosi organismi internazionali, come l’ONU, l’UNESCO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea, in numerosi e autorevoli documenti ci ricordano la preziosità insostituibile di questi strumenti di navigazione: la Di- chiarazione universale è infatti la radice di una pianta, i cui rami sono Patti internazionali, Convenzioni, Dichiarazioni, Carte dei diritti; la Costituzione, che pure ha una parte rigida e immutabile, è stata ed è oggetto di continue modifiche e integrazioni, finalizzate a una navigazione possibilmente più rapida e sicura, nella mutevole società di oggi. Per aiutarci a saper leggere e utilizzare questi strumenti, i citati Organismi raccomandano a tutte le scuo- le di promuovere un’educazione sociale e civica o educazione alla cittadinanza attiva. Nella stessa linea si erano espressi i padri della nostra Repubblica che, subito dopo avere varato la Costituzione, votarono all’unanimità una mozione per chiedere “che la nuova Carta Costi- tuzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano”. Il linguaggio è aulico, ma III
Presentazione esprime la chiara consapevolezza d’aver trovato la bussola necessaria per navigare nel mare libero della società complessa, dopo l’esperienza del totalitarismo e della guerra. L’attuale normativa scolastica prevede l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (Legge 169/2008), a cui è affidato un ruolo importante per contribuire a formare nei ragazzi le competenze di cittadinanza, fra cui quelle sociali e civiche, necessarie a navigare da cit- tadini consapevoli in questa società globalizzata: una società che comincia sull’uscio di casa e si estende a tutto il Pianeta, dall’ambito locale agli ambiti regionale, nazionale, europeo o continentale e mondiale. Il libro propone una sorta di visita guidata alla “galleria” dei 139 articoli della Costituzione, per metterne in luce le implicazioni di carattere storico, etico, giuridico, economico, politico, in modo da facilitare la scoperta e la valorizzazione del tesoro che i padri costituenti hanno scoperto e codificato intorno alla metà del secolo scorso. Si è inteso, con questa scelta di tipo dialogico, aiutare a mettere la Costituzione e i documenti internazionali sui diritti umani al centro della cultura e della vita scolastica, non come icona da venerare, ma come germe vitale da coltivare. In altre parole il nostro testo si propone di offrire uno strumento utile a orientarsi nella vita e nella cultura contemporanea, nella speranza di portare un contributo alla costruzione dell’identità personale e civile dei giovani, in un tempo d’indebolimento degli ideali e di sfiducia nella scuola e nella politica. Le conoscenze sono presentate in un orizzonte di senso che ne consenta la comprensione e la discussione, in dialogo con tutte le discipline scolastiche. Una scorsa all’indice del libro consente di rendersi conto dell’articolazione del discorso che abbiamo inteso proporre per raggiungere gli obiettivi formativi indicati. Si parte esplorando lo scenario storico (cap. 1) in cui sono maturati i diritti di cittadinanza, a partire dall’età antica, per poi passare (cap. 2) alle idee in cui si concretizza la svolta degli anni Quaranta, e alle fondamenta della Costituzione (cap. 3). La parte centrale del testo (capp. 4-8) presenta in modo sistematico il testo della Costituzione, per fornirne una mappa ragionata, colta nella sua genesi, e nelle sue potenzialità formative, in ordine alla vita culturale, sociale e politica. Il nono capitolo completa il percorso, entrando nella dimensione europea e in quella mondiale. I glossari hanno il compito di accompagnare gli studenti nel corso della lettura, offrendo subito definizioni e spiegazioni dei termini più tecnici. I laboratori, che consentono di fare il punto sui temi trattati al termine di ogni capitolo, contengono due tipologie di esercizi. Vi sono esercizi a schema chiuso, utili per verificare alcune delle conoscenze fondamentali, in una sorta di rapido check up, ed esercizi a schema aperto: questi fanno appello alla col- laborazione e alla creatività, invitando i ragazzi a creare situazioni di dialogo e di attività di gruppo, aiutandoli a tradurre, per quanto possibile, la cultura acquisita in termini di atteg- giamenti e di comportamenti di cittadinanza attiva, dentro e fuori la scuola. Il testo vorrebbe aiutare i giovani a orientarsi nella vita quotidiana e ad aprirsi a un mondo dagli orizzonti sconfinati. S’ipotizzano perciò molti possibili percorsi e itinerari di informa- zione e di approfondimento, sia a livello individuale sia di classe. Si rende inoltre disponibile un più ampio e flessibile materiale di documentazione e di approfondimento on line, che permetterà anche di tenere conto delle sollecitazioni provenienti dall’attualità della vita so- ciale e culturale. Luciano Corradini – Andrea Porcarelli IV
INDICE CAPITOLO 1 Alle radici dell’idea di cittadinanza 1 8. Le minoranze linguistiche ........................................................................... 50 1. Un’idea che viene da lontano ..................................................................... 2 9. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere 2. Origine e significato del termine cittadinanza davanti alla legge ...................................................................................................51 nella cultura greco- romana .......................................................................... 4 10. Un rapporto speciale con la Chiesa cattolica .......................... 52 3. L’uomo e la città nel pensiero cristiano e medievale ........... 6 11. Cultura, scienza, arte e ambiente ....................................................... 54 4. Il pensiero politico moderno ........................................................................ 8 12. Ripudio della guerra e partecipazione dell’Italia alle norme 5. Le origini del liberalismo e il giusnaturalismo ..........................10 di diritto internazionale, in vista della pace ................................ 55 6. Il difficile passaggio da suddito a cittadino ................................ 12 13. Gli stranieri in Italia ............................................................................................ 57 7. Diritto, diritti, uomo e cittadino................................................................ 12 LABORATORIO ........................................................................................................... 59 LABORATORIO ............................................................................................................ 15 CAAPITOLO PITOLO 4 Persona e comunità: libertà responsabile e solidarietà consapevole .......................................................................61 CAPITOLO 2 La Costituzione italiana: genesi e valori ... 17 Diritti e doveri nella società complessa ............................... 62 1. Introduzione alla Costituzione: metafore, concetti, 1. I diritti fondamentali nella Costituzione ......................................... 62 atteggiamenti ...........................................................................................................18 2. Affermazione e interpretazione dei diritti .................................... 62 2. Il clima storico e culturale in cui prende forma la nostra 3. Quali diritti sono inviolabili? ........................................................................ 63 Costituzione ..............................................................................................................19 4. Diritti umani per tutti o solo per i cittadini? ................................ 64 3. Un richiamo storico alla genesi della Costituzione ............ 20 Diritti civili ............................................................................................................... 65 4. Il compromesso costituzionale ..............................................................24 5. Libertà inviolabile ................................................................................................ 65 5. Motivi contingenti e motivi universali nella fabbrica 6. Libertà, conflitti, tribunali e carceri .................................................... 66 della Costituzione ................................................................................................25 7. Libertà di manifestare il proprio pensiero e di tenerlo 6. L’intreccio fra idealità e realtà: oltre la retorica riservato ....................................................................................................................... 68 e il cinismo ................................................................................................................ 26 8. Le riunioni e le associazioni .......................................................................71 7. Resistenza, rivoluzione e Costituzione .......................................... 28 9. I sindacati e gli interessi delle categorie produttive .......... 73 8. Una visione realistica del patto costituzionale 10. I partiti e l’interesse generale .................................................................. 74 e le modifiche finora realizzate .............................................................. 29 11. Il patriottismo istituzionale ..........................................................................76 9. La lenta e difficile attuazione della Costituzione ...................31 Rapporti etico- sociali ................................................................................ 78 10. Il problema del fondamento e della azionabilità 12. La famiglia come società naturale fondata dei diritti fondamentali ................................................................................... 32 sul matrimonio ....................................................................................................... 78 11. La memoria storica e la Costituzione nella scuola ............. 33 13. La scuola e il diritto all’istruzione ........................................................ 80 12. La natura del tesoro identificato dalla mappa 14. La salute, chiave di volta dei rapporti etico- sociali ........... 83 della Costituzione ............................................................................................... 34 LABORATORIO ........................................................................................................... 87 13. Interiorizzare la mappa per trovare il tesoro ............................. 35 LABORATORIO ............................................................................................................37 CAPITOLO 5 Costruire la città e umanizzare i rapporti economici ...................................................89 CAPITOLO 3 La Costituzione: i principi fondamentali ... 39 Rapporti economici ...................................................................................... 90 1. La Costituzione come regola del gioco 1. Il principio lavoristico e i diritti dei lavoratori ............................ 90 della società italiana ......................................................................................... 40 2. Statuto dei lavoratori e Legge Biagi ..................................................91 2. Dal regnicolo al cittadino: i primi 12 articoli 3. Assistenza e previdenza .............................................................................. 92 della Costituzione ................................................................................................ 41 4. La proprietà, la sua funzione sociale e la libertà 3. Diritti e doveri costituzionali ......................................................................42 d’impresa...................................................................................................................... 93 4. L’Italia è una Repubblica democratica parlamentare, 5. Meriti e limiti dei mercati ............................................................................ 95 decentrata e pluralistica ............................................................................... 43 6. Razionale ed equo sfruttamento del suolo ................................ 96 5. I compiti della Repubblica verso le persone, 7. Cooperazione, artigianato, elevazione professionale i cittadini e i lavoratori ..................................................................................... 46 dei lavoratori ............................................................................................................ 98 6. La caratteristica promozionale e programmatica 8. Risparmio e investimenti .............................................................................. 99 della Costituzione ............................................................................................... 48 9. Le patologie della finanza e la recessione economica ... 101 7. Autonomia e decentramento .................................................................. 49 10. Genesi e sviluppo del debito pubblico ........................................ 102 V
11. La bussola costituzionale per evitare il naufragio ............ 103 7. La cultura della legalità ............................................................................... 138 12. Alle sorgenti della giustizia fiscale e del bene LABORATORIO ........................................................................................................ 139 comune ...................................................................................................................... 104 Rapporti politici ............................................................................................. 106 CAPITOLO 8 Repubblica, Stato, Regioni, Province, 13. Doveri e responsabilità del cittadino nei confronti dello Comuni.........................................................................43 Stato ............................................................................................................................. 106 1. Essere popolo italiano ................................................................................. 144 LABORATORIO ........................................................................................................ 108 2. Il profilo della Repubblica, indivisibile e articolata ........... 145 3. Le competenze legislative dello Stato CAPITOLO 6 L’ordinamento della Repubblica ........................... 109 e delle Regioni .................................................................................................... 146 1. Democrazia rappresentativa .................................................................. 110 4. Stato regionale (o delle autonomie) 2. Governo presidenziale e governo parlamentare .................. 111 e Stato federale ................................................................................................. 148 Il parlamento (articoli 55- 82) .......................................................... 112 5. Gli statuti regionali e la struttura organizzativa 3. Parlamento bicamerale ............................................................................... 112 delle Regioni ......................................................................................................... 150 4. Le Camere e i sistemi elettorali .......................................................... 112 6. Sussidiarietà verticale: Comuni e Province ............................ 150 5. Mattarellum e Porcellum ............................................................................ 114 7. Sussidiarietà orizzontale e cittadinanza attiva ..................... 152 6. Prerogative parlamentari ........................................................................... 116 8. La finanza delle Regioni e degli enti locali .............................. 153 7. La formazione delle leggi .......................................................................... 117 9. Il federalismo fiscale ..................................................................................... 154 8. Leggi delega e decreti legge .................................................................. 117 10. La crisi dello Stato e la sua interazione 9. Referendum abrogativo .............................................................................. 118 con la società civile ........................................................................................ 155 10. Amnistia e indulto ............................................................................................ 119 LABORATORIO ........................................................................................................ 156 11. Trattati internazionali, stato di guerra e approvazione dei bilanci ........................................................................ 119 CAPITOLO 9 La grande impresa della costruzione 12. Inchieste parlamentari, interpellanze, interrogazioni, dell’Europa unita ...................................................... 157 mozioni ....................................................................................................................... 120 1. Il ponte fra la Costituzione e l’Europa, a partire Il Presidente della Repubblica (articoli 83- 91) ........... 120 dai sogni di Mazzini e Spinelli .............................................................. 158 13. Il Presidente della Repubblica, 120 2. Sguardo panoramico sui costi di un europeismo 14. Simbolo, garante, catalizzatore di processi incerto ......................................................................................................................... 160 istituzionali .............................................................................................................. 120 3. L’Europa allo stato nascente: Churchill, Schuman, Il Governo (articoli 92- 100) .............................................................. 122 Monnet, Adenauer, De Gasperi ........................................................ 163 15. Il Governo: il Consiglio dei Ministri e la Pubblica 4. L’inizio dell’Europa con la CECA e il primo Amministrazione ............................................................................................... 122 insuccesso con la CED ............................................................................... 164 16. Il Governo: fra Parlamento e Presidenza 5. Dai Trattati di Roma (1957) ai Trattati di Maastricht della Repubblica ................................................................................................. 122 (1992) ............................................................................................................................ 165 17. Regole della Democrazia e governo del Presidente ..... 123 6. Gli obiettivi e i parametri di Maastricht, 18. Composizione e funzioni del Governo .........................................124 per l’Unione e la cittadinanza europea ....................................... 167 19. La Pubblica Amministrazione ...............................................................125 7. I criteri da rispettare per entrare e restare 20. Gli organi ausiliari ..............................................................................................127 nella cordata dell’euro ................................................................................. 169 LABORATORIO, 128 8. La conquista dell’euro e le sue perduranti difficoltà .....................................................................................................................170 CAPITOLO 7 Il potere giudiziario e la giustizia ....................... 129 9. Il Trattato di Lisbona (2008- 2009) e l’accordo 1. La giustizia e l’indipendenza della Magistratura ................ 130 intergovernativo di Bruxelles (2011) ................................................171 2. Il Consiglio superiore della Magistratura .................................. 132 10. Il Consiglio d’Europa ......................................................................................172 3. Gli organi della giurisdizione .................................................................. 133 11. Dove va l’Europa? ............................................................................................ 173 4. Il giusto processo civile e penale ..................................................... 134 LABORATORIO ......................................................................................................... 174 5. La Corte Costituzionale ............................................................................. 135 6. La giustizia giusta ............................................................................................ 137 Costituzione della Repubblica Italiana .........................................175 VI
Alle radici dell’idea di cittadinanza La stele in basalto su cui è inciso il codice del re babilonese Hammurabi, una delle più antiche raccolte di leggi le (Museo del Louvre, Parigi). 1
Alle radici dell’idea di cittadinanza “L’uomo per natura è sociale non soltanto a causa dei bisogni e delle indigenze della natura umana, in ragione dei quali ciascuno necessita degli altri per la propria vita materiale, intellettuale e morale, ma anche a causa della radicale generosità iscritta nell’essere stesso della persona, a causa di quella attitudine alla comunicazione dell’intelligenza e dell’amo- re, propria dello spirito, che esige di mettersi in relazione con altre persone” (J. Maritain, I diritti dell’uomo e la legge naturale, cit da P. Viotto, in Jacques Maritain, Dizionario delle opere, Città Nuova, Roma 2003, p. 230). 1. Un’idea che viene da lontano Per cercare le radici dell’importante, mutevole e complesso concetto di cittadinanza, dob- biamo risalire, sia pure con brevi richiami, ad un tempo remoto, quello in cui alle famiglie, GLOSSARIO ai clan, alle tribù succedono società dotate di un minimo di Socializzazione organizzazione gerarchica, attraverso l’accettazione di auto- È il processo che, mediante l’acquisizione di rità, di poteri e di regole di comportamento codificate. Con conoscenze, capacità e atteggiamenti, mette penetrante sintesi poetica Ugo Foscolo, nel carme I Sepolcri, un individuo in condizione di divenire membro ha individuato l’origine della civiltà umana nell’epoca in cui di una società e/o di uno dei suoi sottogruppi “nozze e tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose (Goslin). Si distingue in primaria e secondaria. di sé stesse e d’altrui”. È con la nascita delle prime forme di La socializzazione primaria si realizza per religione (altari), di stabilità familiare (nozze) e di giustizia ci- lo più in età infantile e giovanile, mettendo vile e penale (tribunali) che egli vede congiunta l’abitudine di il ragazzo in grado di acquisire gli elementi seppellire i morti. Il che implica una sorta di sacralizzazione che gli consentano di affrontare le principali della vita sociale, e cioè il passaggio da una vita elementare attività socialmente richieste dalla comunità basata sull’istinto, sulla forza e sull’abilità nella costruzione di appartenenza. La socializzazione secondaria di strumenti per la caccia, la pesca e la pastorizia, a una vita riguarda quelle pratiche che la società mette in atto perché ciascuno possa esercitare i ruoli sociale più stabile. Commenta il Foscolo: “e fu sacro su la attivi propri degli adulti. tomba degli avi il giuramento”. I filosofi greci, quando affermarono che l’uomo è fatto per vivere in società (l’uomo è un animale sociale scriveva Aristotele), misero in luce una pre- rogativa universale della natura umana. Essi colsero in tal modo, pur non disponendo dei risultati delle moderne scienze antropologiche, il processo con cui l’umanità ha sviluppato le sue potenzialità affettive e razionali, dando vita a diverse forme di strutture sociali, va- riamente organizzate. Talvolta esse si realizzavano in forma collaborativa, talaltra in forma dialettica e conflittuale, ma sempre possiamo considerarle espressione di una socialità che per l’uomo è naturale, ovvero è un terreno in cui può realizzare o sprecare i tratti più nobili della sua natura. Gli stessi poemi omerici, nell’esaltare le virtù eroiche del guerriero o del prode navigatore, hanno di fatto proposto come modello quelle che al tempo potevano essere considerate virtù civiche. Tra le grandi civiltà del mondo antico possiamo ricordare come le prime città della storia dell’umanità abbiano preso forma, probabilmente in Mesopotamia, nel IV millennio a.C.; tra di esse si trovava Ur, insediamento formatosi verso il 5000 a.C. e divenuto città attorno al 3000 a.C.: essa fu anche la patria di Abramo, patriarca del popolo ebraico. Uno degli insediamenti più antichi sul Nilo è Nekhen (in greco, Hierakompolis). Questa città, sorta intorno al 3500 a.C., si era costituita prima delle dinastie egizie e fu capitale dell’A lto 2
Alle radici Alle ell’idea ddii ccittadinanza radici ddell’idea ittadinanza Egitto fino al 3100 a.C. circa. Città di questo tipo svolsero il ruolo fondamentale di centro di raccordo tra i numerosi villaggi della zona: in particolare furono luogo di scambi com- merciali e baricentro politico, in cui le forme di vita associata si venivano progressivamente affinando e codificando. Tra i grandi documenti legislativi dell’antichità, famoso è quello del re babilonese Il codice Hammurabi, che nel lungo periodo di regno (1792-1750 a.C.) estese il suo potere a di Hammurabi tutta la bassa Mesopotamia e sul medio Eufrate, promuovendo fra i popoli sotto- messi unità culturale, religiosa e giuridico-amministrativa. Il cosiddetto Codice di Hammurabi è una raccolta di 282 sentenze del sovrano, scolpite su una stele in basalto (una roccia molto resistente): porta esempi delle principali situazioni conflit- tuali che si potevano generare nella civile convivenza del tempo, dai rapporti fami- liari a quelli economici, passando attraverso l’amministrazione della cosa pubblica e l’esercizio della giustizia. Il fatto che la stele fosse esposta nella capitale, consentiva a tutti coloro che sapessero leggere di consultarla e di acquisire consapevolezza delle leggi e dei principi che regolavano la convivenza civile, assumendosi le proprie re- sponsabilità. Codice di Hammurabi Riportiamo alcuni passaggi del Codice di Hammurabi, da cui si può cogliere la logica con cui ]LUP]HJVUJLWP[HSHNP\Z[PaPH0U\TLYPJOLWYLJLKVUVPWHYHNYHÄZVUVX\LSSPJVYYPZWVUKLU[PHSSH numerazione progressiva delle sentenze del codice. 1. Qualora qualcuno accusi un altro, ponendo un bando su di lui, ma non possa provare l’accusa, allora quello che ha accusato sia messo a morte. :L\UJHWVV\U\VTVSHZJPHSHZ\HJHZHNPHYKPUVLJHTWVLSVKnPUHMÄ[[VLX\HSJ\UHS[YV prende possesso della sua casa, giardino e campo e lo usa per tre anni: se il primo proprietario ritorna e rivendica la sua casa, giardino e campo, non sia dato a lui, ma continui ad usarlo chi ne prese possesso e lo usò. 109. Qualora cospiratori s’incontrino nella casa di una taverniera tenutaria di taverna, e questi cospi- ratori non sono catturati e consegnati alla corte, la taverniera tenutaria di taverna sia messa a morte. È notevole il fatto che il re si considerò rappresentante del Dio Sole, Marduk, ritenuto fondamento della sacralità del diritto e del potere sovrano, realizzando una grande riforma religiosa. Alla fine del Codice c’è scritto: “l’oppresso che abbia qualche causa venga davanti alla mia immagine come re del diritto, legga l’iscrizione, ascolti le mie preziose parole: l’iscrizione gli spiegherà il suo caso, scoprirà cosa è giusto e il suo cuo- re gioirà”. Le pene previste ispirate anche alla legge del taglione (occhio per occhio), pratica diffusa nel mondo antico, fino all’Editto di Rotari (643 d. C.), re longobardo, L’Editto non hanno certo un ruolo rieducativo, ma deterrente: sono finalizzate a regolamentare di Rotari quelle forme di vendetta privata che altrimenti sarebbero state abbandonate all’arbi- trio più totale. Prevedono anche il guidrigildo, una sorta di sanzione pecuniaria che doveva servire a sostituire la vendetta di fronte a fatti di sangue. Si tratta di embrioni del diritto scritto (ius scriptum) che in qualche misura preparano la moderna idea di Stato, a cui appartiene, come nota il sociologo Max Weber, il “monopolio della forza legittima”. È attraverso l’accettazione della sudditanza che si prepara il passaggio alla cittadinanza. 3
Alle radici Alle ell’iideea ddii cittadinanza radici de dell’idea ciittadinanza Tra i grandi codici del mondo antico possiamo ricordare quello indubbiamente più famoso, cioè la Torah ebraica, il cui cuore è rappresentato dalla diretta rivelazione divina dei dieci comandamenti. Essi sono comandi espressi con verbi al futuro, per regolare a un tempo i GLOSSARIO rapporti con Dio e tra gli uomini: i comportamenti e i limiti Torah richiesti sono come promesse di vita buona. Nel racconto bi- Termine ebraico che significa insegnamento o blico si afferma che tali comandamenti furono scolpiti sulla legge, con cui s’indicano i primi 5 libri della Bibbia pietra (come il Codice di Hammurabi), ma parlando di essi il (Pentateuco), in cui sono narrate le vicende “fon- testo del Deuteronomio afferma che devono piuttosto essere dative” del patto tra Dio ed il suo popolo. “scolpiti nel cuore” e insegnati di generazione in generazione. Il codice fondamentale della legge coincide con l’identità pro- fonda del popolo ebraico, anche prima del suo insediamento nella terra promessa. Il patto di alleanza fra Dio e il popolo d’Israele istituisce una cittadinanza religiosa, che rappresenta una delle radici della cittadinanza planetaria verso la quale l’umanità si è incamminata, dopo le guerre del secolo scorso. 2. Origine e significato del termine cittadinanza nella cultura greco-romana L’etimologia della parola, prima che la complessa storia del concetto, ci aiuta a capire an- zitutto le radici dei significati (culturali sociali e politici) dei termini che usiamo: cittadino viene dal latino civis, che vuol dire residente, che ha stabile dimora in un paese: è con- trapposto a peregrinus, che viene da fuori, a nomas che va da un posto all’altro. Dunque il Etimologia rapporto stabile col territorio è ciò che costituisce la radice originaria della cittadinanza: è e genesi perciò un bene posizionale, da cui dipendono altri beni, più o meno pregevoli, in rapporto a del concetto di quanto abbia saputo fare una determinata civitas, a beneficio dei suoi abitanti. Se risaliamo cittadinanza a etimi ancora più antichi del termine cittadinanza, troviamo in civis una radice kei, che significa insediarsi, verbo che, nel sanscrito ceva, significa caro. Sono le premesse affettive del concetto di patria, terra dei padri. Per cittadinanza s’intende anzitutto il complesso dei cittadini residenti in un determinato luogo, e ha un significato simile a quello di popolazione: si dice per esempio che la cittadi- nanza è invitata a una manifestazione, senza distinguere fra residenti e non residenti, fra cittadini e stranieri. Cittadinanza però, oltre che la totalità dei cittadini, indica anche il titolo di appartenenza a un certo gruppo umano e a un certo luogo: questo luogo nella Grecia classica era chiamato pòlis, donde i termini polìtes, che significa cittadino, colui che vive in città e partecipa alla sua vita e alla sua gestione; di qui viene anche il termine politica, che significa attività e scienza del governo della città e più in generale della società organizzata. Nemici e ospiti Spesso vissuti e affrontati come nemici (hostes, donde l’aggettivo ostile) gli stranieri sono stati anche accolti come ospiti (hospites, donde i termini osteria, ospizio, ostello). In certe culture antiche l’ospite era sacro. Ce lo ricorda ad esempio l’episodio omerico di Ulisse, giunto stremato KVWV\UUH\MYHNPVZ\SSHZWPHNNPHKLSS»PZVSHKLP-LHJPKV]LSHILSSHLZHNNPH5H\ZPJnHÄNSPHKLSYL giocava con le amiche. Vincendo disagio e timore, lo accolse, lo rifocillò e lo vestì, sicché anche Ulisse poté dimostrare la sua dignità regale. Notava Omero: “vengono tutti da Zeus gli ospiti e i poveri; e un dono, anche piccolo, è caro” (Odissea, 6). 4
Alle radici ell’idea ddii cittadinanza radici ddell’idea ciitttadinnanza Nella Roma antica il termine civitas significava insieme res publica, ossia comunità di cittadini organizzata politicamente, Stato, cittadinanza. Essere cives romani significava godere dei diritti che Roma riconosceva ai suoi cittadini. La città di Roma, nucleo centrale e motore di conquista, sviluppo e poi decadenza e trasformazione del più grande impero dell’antichità, si chiamava urbs. Nel pensiero greco troviamo alcuni grandi testimoni che hanno teorizzato una visione com- plessiva della società, da cui cogliamo qualche suggestione. Platone (428-348 a.C.) nella sua Repubblica vide la società come articolazione gerarchica di tre fondamentali classi, quella di filosofi-governanti, quella dei combattenti-difensori e quella dei lavoratori e commercianti, corrispondenti alle tre anime di ogni uomo: la razionale, la irascibile, la concupiscibile. Tre componenti dell’unità della persona, come della società. Si tratta di una grande teorizzazione utopica, di cui fu consapevole lo stesso Platone. Sul piano empirico egli individuò tre fonda- mentali forme di costituzione: la monarchia, l‘aristocrazia e la democrazia, che significano il governo di uno solo, dei migliori o dei molti. Spesso queste forme sono degenerate rispettiva- mente in tirannide, in oligarchia e in demagogia. Ciò che gli stava a cuore non era tanto un modello perfetto da realizzare nella realtà storica, quanto un ideale di armonia sociale e di giustizia da viversi nella coscienza, come una sorta di “Città interiore”. Anche per Aristotele (384-322), la politica ha la sua radice e il suo fine nell’etica: il fine dell’uomo, considerando la sua natura di animale sociale, è da un lato la felicità intesa co- me amicizia e come partecipazione alla vita della polis, dall’altro la contemplazione della verità. Lo Stato deve mirare all’incremento dei beni dell’anima, ossia delle virtù. La Città virtuosa sarà anche felice. Ma questo vale solo per la “parte migliore” della società, ossia per i cittadini, che partecipano al governo della pòlis. Essi saranno, da giovani, guerrieri, poi consiglieri e da anziani sacerdoti. Tocca all’educazione renderli virtuosi, e cioè capaci di scegliere la guerra avendo come scopo la pace e il lavoro, le cose necessarie e utili, per poter raggiungere quelle belle, cioè vivere in pace e contemplare. Nel mondo greco non tutti gli abitanti erano considerati cittadi- GLOSSARIO ni, perché non tutti potevano partecipare alla vita politica, alle Barbaro assemblee e all’amministrazione della giustizia. Anche grandi Il termine è di origine greca e deriva dalla pensatori come Platone e Aristotele, nel concepire la cittadinan- ripetizione del suffisso “bar” (bar-bar) che allude za, restarono ancorati alla cultura dei greci del loro tempo. Gli al parlare incerto, quasi balbuziente, degli stranieri schiavi erano ritenuti inferiori, lo stesso Aristotele afferma che che tentavano di cimentarsi con la lingua greca. erano tali per natura. Nel mondo greco erano per lo più barbari, Si tratta pertanto di un termine che oltre ad avere prigionieri di guerra, e vivevano a servizio dei cittadini. un valore semantico tendenzialmente svalutante, ha anche un’origine etimologica che denuncia il A Roma, oltre alla distinzione tra liberi e schiavi (che è sot- costume antico di dileggiare, prendere in giro, i toposta a un regime giuridico che si evolve nel tempo), è in- diversi, coloro che non si esprimono bene nella teressante la distinzione tra patrizi e plebei (specialmente nostra lingua, che non hanno la nostra cultura e in età repubblicana). Il rapporto dialettico tra questi due ceti i nostri costumi. sociali è presente nel racconto dello storico Tito Livio e nella memoria collettiva: ricordiamo l’apologo del mitico console Menenio Agrippa (VI sec. a.C.), che, per convincere i plebei a scendere dall’Aventino, paragonò la vita della società a quella di un corpo che vive della collaborazione fra lo stomaco e le membra. Il popolo romano disse in sostanza, non è moltitudine disordinata, ma un’unità gerarchicamente articolata di gentes (gli aristocratici), e di plebs (il popolo comune, non aristocratico), che condividono valori comuni, anche se i loro soggetti hanno dignità, diritti e doveri diversi. La concezione che avevano della società non era individualistica, ma organica, con i valori e i disvalori che questa concezione comporta. 5
Alle radici dell’idea di cittadinanza 3. L’uomo e la città nel pensiero cristiano e medievale La metafora del corpo fu utilizzata anche da Paolo di Tarso, per giustificare la differenzia- zione delle vocazioni e dei ruoli nella Chiesa, concepita come organismo universale e come corpo mistico di Cristo. La comunità ecclesiale diviene dunque, per i cristiani, il luogo della loro identità sociale più profonda, all’interno della quale “non c’è Giudeo né Greco, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal. 3, 28). L’affermazione ha valore interiore e religioso, ma Paolo non la utilizza per una programma rivoluzionario sul piano politico e giuridico, tanto è vero che si rivolge a Filemone “in nome dell’amore”, invitandolo a ricevere lo schiavo Onesimo “come un fratello”. Di fatto i cristiani, anche in una società pagana e schiavista, si considerano membri leali della società civile, anche se rifiuteranno l’omaggio divino all’Imperatore e molti di loro il servizio militare (si veda E.Butturini, La non violenza nel Cristianesimo dei primi secoli, Paravia, Torino 1986). Gesù di Nazareth, richiesto se fosse giusto pagare le tasse a Roma, aveva risposto con la frase famosa: “rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. 22, 15-22); e davanti a Pilato avrebbe poi distinto fra i regni di questo mondo e il “Regno che non è di questo mondo” (Gv. 19, 36), senza porli in alternativa, ma ponendo le premesse per lo sviluppo di una cittadinanza plurima e inclusiva. Nella famosa Lettera a Diogneto l’autore, un Anonimo cristiano del II secolo, parla della para- dossale cittadinanza (paràdoxos politèia) dei cristiani, che sono a pieno diritto cittadini sia dello Stato, sia della loro società spirituale. Essi infatti, si legge nel prezioso documento, “si confor- mano alle usanze locali nel vestire, nel cibo, nel modo di comportarsi. Abitano ciascuno nella propria patria, ma come immigrati che hanno il permesso di soggiorno. Ogni terra straniera per loro è patria, ma ogni patria è terra straniera. Dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con la loro condotta vanno ben al di là delle leggi”. È degno di nota il fatto che lo stesso Paolo rivendicò la sua cittadinanza romana e il diritto d’essere giudicato dall’Imperatore, ottenendo dai funzionari romani di essere liberato dal tri- bunale ebraico. La cittadinanza romana era allora un privilegio, che non si concedeva a tutti. Il Medioevo ereditò le grandi idee della Politica di Aristotele e del Corpus iuris civilis di Giustiniano I, rielaborandole alla luce del Vangelo e della ricca riflessione dei Padri della GLOSSARIO Chiesa. Tra questi Agostino Vescovo d’Ippona (354-430) ave- va sostenuto la legittimità dello Stato, impegnandosi però a Corpus iuris civilis precisare le qualità morali di chi deve governare per il bene È la raccolta di materiale normativo e giurispruden- comune. “Se si toglie la giustizia – si chiede nel De Civitate ziale avviata tra il 529 e il 534 d.C. dall’Imperatore Dei – che altro sono gli Stati se non associazioni a delinque- bizantino Giustiniano I, per tentare di mettere re?”. Riconobbe che di fatto non esistono al mondo solo uo- ordine nel sistema giuridico. Tale raccolta ha mini giusti. La Città terrena e la Città celeste vivono insieme influenzato il pensiero politico di tutto il medioevo su questa terra, che è in cammino verso la terra promessa, e, riscoperta e studiata in modo sistematico dalla scuola giuridica bolognese nel XII sec., è la base dove sarà decisivo il giudizio di Dio sul bene e sul male com- del sistema giuridico di molti Stati moderni. piuto. Agostino morì nella città di cui era vescovo, mentre questa veniva espugnata dai Vandali di Genserico. Il pensiero politico medievale cercò, fin dai primi secoli dell’era cristiana di riprendere la te- matica della distinzione e della necessaria armonia fra il potere temporale dell’Imperatore e quello spirituale del Papa. Dante Alighieri (1265-1321), nel De Monarchia, sostiene la legittimità e la necessità dell’impero, per garantire la pace: riconosce l’autonomia del pote- re politico da quello papale, e viceversa. Sostiene, però, che l’Imperatore deve rispondere direttamente a Dio del suo operato: impero e Papato sono entrambi necessari per la sal- vezza degli uomini, ma ciascuno nel suo ordine, non come sole e luna, ma come “due soli”. 6
Alle radici dell’idea di cittadinanza Anche Tommaso d’Aquino (1225-1274) nella Summa theologica sostiene la separazione dei poteri politici da quelli religiosi. L’attività politica ha un fine ultimo da raggiungere, che è la pienezza della umanità di ciascuno, la sua perfezione e la beatitudine, frutto dell’incontro con Dio, nella vita eterna. L’uomo, animale razionale, dotato di anima immortale, e redento da Cristo, ha bisogno di un’organizzazione politica. Nel De regimine principum Tommaso riprende la classificazione aristotelica delle tre fondamentali forme di governo (monarchia, aristocrazia e politìa) ed esprime la preferenza per una monarchia dal volto umano. Per lui è “il migliore secondo virtù” colui che deve avere il potere, coadiuvato da funzionari altrettanto virtuosi: tuttavia il governo spetta in certo senso a tutti, sia perché sono tutti eleggibili, sia perché tutti sono elettori. Insomma per Tommaso è desiderabile un ordine politico che uni- sca in sé il meglio della monarchia, dell’oligarchia e della democrazia. Il sistema politico che prese forma in tale scenario culturale è noto con il nome di feuda- lesimo: si affermò fin dal IX secolo, con l’impero carolingio, traendo le sue origini remote dall’uso proprio delle tribù germaniche per cui il capo si circondava di guerrieri a lui fede- li (fedali) che, in cambio del servizio prestato, ricevevano dei GLOSSARIO beni o delle terre (beneficium). Consolidatosi nel IX-X secolo, grazie al fenomeno dell’incastellamento, il sistema feudale si Incastellamento caratterizzava per una struttura formale di tipo piramidale (al Fenomeno determinato da un periodo di insicurezza politica generale, per cui nasce dal basso l’esigenza vertice stava l’Imperatore del Sacro Romano Impero, da cui di- di strutture solide (insediamenti fortificati da cinte pendevano vassalli e valvassori, e alla base stavano contadini, murarie) a cui fare riferimento in caso di scorrerie. pastori e artigiani) e una rete assai composita di strutture che progressivamente acquisirono varie forme di indipendenza, come le abbazie, i monasteri, ma soprattutto i comuni. Possiamo considerare le istituzioni L’età comunali da una pluralità di prospettive. Da un lato possono essere considerate come una dei Comuni delle tante forze che, nel contesto di una società feudale, acquisiscono una forma di indipen- Feudalesimo: elementi del sistema vassallatico-beneficiario e ragioni del suo superamento Se vogliamo sintetizzare gli elementi che, a livello teorico, caratterizzano il sistema feudale, possiamo focalizzarne tre: 1) ILULÄJP\T!PSZPNUVYLHMÄKH]HHSvassus (termine di origine celtica che letteralmente indicava il giovane, e in senso più lato un sottoposto) terre date in feudo, perché le coltivasse, anche tramite il lavoro delle persone che vi abitavano; 2) VTHNNPV o PU]LZ[P[\YH: l’atto di sottomissione con cui il vassus dichiarava la propria fedeltà al ZPNUVYLJOLNSPJVUJLKL]HPSILULÄJPV0UNLULYLJP~H]]LUP]HTLKPHU[L\UHJLYPTVUPHZVSLUUL" 3) NP\YPZKPaPVUL: il vassus HJX\PZP]H S»H\[VYP[n NP\KPaPHYPH L HUJOL X\LSSH KP YPJOPLKLYL [YPI\[P JVY]tLLJVT\UX\LKPLZLYJP[HYLPSWV[LYLZ\S[LYYP[VYPVHS\PHMÄKH[VLZ\SSLWLYZVULJOL]P risiedevano). 3HSVNPJHVYPNPUHYPHKP[HSLZPZ[LTHLYHJOLPILULÄJPML\KHSPYP[VYUHZZLYVHSSHTVY[LKLSML\KH[H- rio, nella disponibilità del signore, ma ben presto esso assunse una forma stabile. Nell’877 Carlo il Calvo concesse la possibilità di trasmettere in eredità i grandi feudi e nel 1037, con la Consti- tutio de feudis, l’Imperatore Corrado II la estese anche ai piccoli feudi, ponendo le premesse per la frammentazione degli stati e per lo svuotamento dell’autorità imperiale. Questa società strati- ÄJH[HLYHMY\[[VKPHJJVYKPZVJPHSPYLJPWYVJHTLU[L]HU[HNNPVZPPUJ\PJPHZJ\UVWYVK\JL]HZLY]PaP \[PSPHNSPHS[YP0SWH[[VZPYVTWLX\HUKVSHUVIPS[nKP]LU[HWPMVY[LJVTLPU0UNOPS[LYYHHP[LTWP della Magna Charta (1215) e del Bill of Rights VX\HUKVSHIVYNOLZPHWYLUKLJVZJPLUaH della sua forza economica e sociale e degli ingiusti privilegi dei nobili, come in Francia (1789). 7
Alle radici dell’idea di cittadinanza denza dall’autorità imperiale. Ricordiamo in tal senso la lotta che intraprese l’Imperatore Federico I detto il Barbarossa che con le due Diete di Roncaglia (1154 e 1158) aveva formalmente spogliato i comuni delle auto- La Magna Carta libertatum, nomie che questi si erano attribuite. Dopo la battaglia concessa ai baroni di Legnano (1176) il Barbarossa, sconfitto dalla Lega inglesi nel 1215 lombarda, riconobbe (con la Pace di Costanza nel 1183) dal sovrano le autonomie comunali, sul piano politico e giuridico. Giovanni senza terra Dall’altro lato i comuni si configurarono come istituzio- (Londra, ni di natura collegiale, che affidavano le responsabilità British Library). di governo a Consoli scelti tra i cittadini, si dotavano di Statuti che, regolamentando la vita sociale, definivano i confini per altre forme di auto-regolamentazione (come quelle realizzate, per la gestione delle questioni pro- fessionali, dalle Corporazioni delle arti e dei mestieri). Coloro che venivano accolti nel Comune divenivano soggetti ai suoi statuti, ma si liberavano, di fatto, da altre forme di soggezione, come nel caso dei servi della gleba, a cui ci si riferisce con la famosa sentenza: “l’aria del comune rende liberi”. Questa libertà non era però intesa come pacifica fruizione di eguali diritti, perché la contrapposizione e la rissosità tra le fazioni (Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri) legittimava l’esilio e addi- rittura la morte per i vinti. La vita di Dante, costretto ad abbandonare “ogni cosa diletta più caramente”, ne è viva e drammatica testimonianza. Per tutto il Medioevo il potere non è mai stato esercita- to in modo sciolto, senza vincoli normativi (ab-solutus), dalle reti di relazioni personali e sociali che ne rendevano indubbiamente complesso l’eserci- zio e mutevoli le condizioni. S’inquadra nel sistema di potere feudale, anche se presenta alcune storiche novità, la Ma- gna Charta libertatum, che il re inglese Giovanni senza terra fu costretto a firmare dai suoi feudatari (Baroni del Regno), nel 1215. Novità assolute, che preludono a futuri sviluppi del pensiero liberale, sono il divieto al re di imporre tasse non approvate dal consiglio del regno, il divieto d’imprigionare uomini liberi, senza aver sostenuto un regolare processo da parte di una corte di pari (è il principio dell’habeas corpus integrum), la proporzionalità della pena rispetto al reato, la legittimità della resistenza all’autorità regia, anche con la guerra, nel caso in cui il re venisse meno ai suoi solenni impegni. Questi principi costituiscono la premessa ideologica all’origine del moderno costituzionalismo. 4. Il pensiero politico moderno GLOSSARIO Nell’età moderna si assiste alla crisi del feudalesimo e a quella dei comuni, con lo sviluppo delle signorie e dei principati, a Assolutismo livello regionale, come in Italia, e delle monarchie, a livello Dottrina politica che proclama il potere del sovrano nazionale, come in Francia, Spagna e Inghilterra. È questa come ab-solutus, ovvero sciolto, slegato da con- l’epoca dell’assolutismo, dottrina politica, la cui elaborazio- suetudini, convenzioni o leggi. Il sovrano stesso è ne è dovuta a filosofi e politologi, esperti di diritto romano e la fonte delle leggi. di teologia, che cercarono di contribuire al superamento dei 8
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