Tutti d'un sentimento - La Fune
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
sommario 4 - editoriale mini macchine Sì, va bene… ma ne parliamo dopo Santa Rosa A cura di Enrico Lentini Manuel Gabrielli 32 6 - il sindaco Spirale di Fede, la mini macchina Sarà una grande emozione del Pilastro Giovanni Maria Arena 34 8 - memoria Miracolo di Fede, la mini macchina Quaranta anni di Sodalizio, ecco di Santa Barbara la valigia che custodisce lo spirito di quei giorni 36 Roberto Pomi Luce di Rosa, la mini macchina del Centro storico Trimestrale di informazione non convenzionale Numero 31 – Settembre 2018 10 - i facchini Distribuzione gratuita Tutti d’un sentimento 38 - amarcord Direttore responsabile 13 - pubblicità Maritozzi del tre settembre, la carezza Roberto Pomi dei Selvaggini ai Facchini di Rosa “Costruiamo case pensate per la salute e il comfort di chi ci abita” Roberto Pomi Direttore editoriale Manuel Gabrielli 14 - intervista 40 - rete Photo editor Sul percorso della Macchina La rete delle grandi macchine a spalla Sabrina Manfredi e il riconoscimento UNESCO con Massimo Mecarini Responsabile commerciale Roberto Pomi Manuel Gabrielli Dr. Enrico Lentini - 333 4820805 16 - il 3 settembre 42 - sport Contributi di Lux Rosae giunge alla quarta edizione Manuel Gabrielli, Enrico Lentini, Sale l’emozione, a voi il “Giro delle Enrico Lentini Roberto Pomi, Cesare Rutili, sette chiese” Daniela Stampatori, Carlo Zucchetti 18 - la macchina 43 - pubblicità Foto di I numeri di Gloria Teverina Buskers, festival internazionale Luigi Maria Buzzi, Manuel Gabrielli, degli artisti di strada Sergio Galeotti, Bruno Pagnanelli 20 - curiosità Immagine di copertina Piccola storia della pesata 44 - enologia Bruno Pagnanelli della Macchina Cenni storici e tecnici sul Roscetto Carlo Zucchetti Design Cesare Rutili Massimo Giacci 22 - tradizione 45 - pubblicità Editore Santa Rosa, aneddoti e personaggi Il “Roscetto” di Vitorchiano Onda srls che hanno segnato la tradizione Via Monti Cimini, 35 - 01100 VITERBO 46 - sagre Tel. 340 7795232 Enrico Lentini Partita Iva 02282020565 Feste della castagna della Tuscia ondacomunicazione@legalmail.it 24 - viterbo Manuel Gabrielli Iscrizione al ROC Mappa del centro storico N. 31504 del 17/05/2018 26 - intervista Stampa Union Printing SpA Io ciuffo, la voce di mio padre Nello Con i patrocinio di e la nascita del Sodalizio I contributi, redazionali o fotografici, salvo diversi Roberto Pomi accordi scritti, devono intendersi a titolo gratuito. Chiuso in tipografia il 20/08/2018 28 - turismo Tiratura: 30.000 copie Itinerario religioso della Tuscia Daniela Stampatori Città di Viterbo Sodalizio Facchini di Santa Rosa DECARTA SETTEMBRE 2018 3
santa rosa editoriale Sì, va bene… ma ne parliamo Manuel Gabrielli S olitamente le persone contano il giornali in occasione del controverso tra- qualche aneddoto meno noto (come per passare degli anni con l’arrivo del sporto dell’86: “Non esiste festa senza esempio il motivo per il quale la Mac- proprio compleanno e con lo polemiche, cosa sarebbe il Palio di Siena china viene ogni anno pesata con delle scoccare della mezzanotte il 31 dicem- senza le diatribe e le rivalità?”. bilance da elicottero dell’Esercito Ita- bre. Qua a Viterbo abbiamo una sorta di liano – pagina 20) e soprattutto, visti i 40 calendario diverso, la nostra vigilia è il 3 Ecco, proprio per evitare polemiche, anni di anniversario del loro Sodalizio, ai settembre e il capodanno lo festeggiamo chiariamo fin da subito e perdonateci, Facchini di Santa Rosa. il 4. Il periodo è molto congeniale, quasi cittadini e turisti, se su questa edizione tutti vanno in vacanza e anche per i di Decarta, quasi totalmente dedicata al Un fatto eclatante ci è venuto in soc- meno fortunati di solito il ritmo del la- trasporto della Macchina di Santa Rosa, corso: il ritrovamento di una valigia ap- voro durante il mese di agosto si allenta parleremo poco proprio della Santa. partenuta proprio al padre di ciò che un po’. Così è possibile pianificare, so- oggi è il Sodalizio dei Facchini di Santa gnare, fare buoni propositi. Qualsiasi Ne abbiamo scritto abbondante- Rosa, Nello Celestini (e ve ne parlerà nuovo accordo che sia di amicizia o di la- mente nei due anni passati e crediamo Roberto Pomi a pagina 8, spiegandovi voro è tassativo svolgerlo dopo Santa che tutto sommato, con una breve ri- pure, se non lo sapeste, cosa è il Sodali- Rosa. cerca, potrete saperne tanto quanto noi zio e come è nato). sulla vita di Rosa e sui motivi per i quali Q Il 4 settembre di questo 2018 è più ogni 3 settembre viene celebrata questa ualche anno fa i redattori di importante degli altri, in quanto ab- ricorrenza del trasporto. Se foste fore- lafune.eu, quotidiano on-line che biamo una giunta insediata da poche set- stieri, ma indipendentemente dal fatto di partecipa alla realizzazione di timane che ha ancora tutto da essere cattolici praticanti o meno, vi in- questa rivista, intervistarono lo storico dimostrare. Sarà un momento delicatis- vitiamo a percorrere il tour religioso che presidente e capofacchino. Tanta deve simo perché, oltre al trasporto in sé, tutto ha preparato Daniela Stampatori, la no- essere stata la simpatia che suscitarono lo svolgimento della manifestazione è stra guida turistica di fiducia, a partire da nell’ormai anziano signore che uscirono sacro al Viterbese, e di questi tempi, so- pagina 28. Con una sosta presso il san- da casa sua con questa valigia piena di ar- prattutto se si parla di pubblica ammini- tuario, e annesso convento, esaudirete si- ticoli di giornali, foto, fogli di discorsi strazione, la polemica sembra essere curamente la vostra curiosità riguardo la scritti a mano, verbali delle riunioni del diventata lo sport nazionale. D’altronde vita della Santa. sodalizio e chi più ne ha più ne metta. La però un Sindaco di Viterbo del passato, promessa era quella di farci un libro, ma Francesco Pio Marcoccia, dichiarò ai Abbiamo preferito dedicare spazio a le cose non vanno mai come previsto e da DECARTA SETTEMBRE 2018 4
dopo Santa Rosa lì a poco sopraggiunse anche la dipartita D’Angeli sulla facciata di palazzo Gentili stesso discorso che poi portò alle sue di- del proprietario. La valigia da quel mo- a via Cavour (ne parla Francesco Mo- missioni. Trovò insopportabile il fatto mento in poi non solo rimase a prendere relli, insieme a altri aneddoti, a pagina che qualcuno potesse “imbucare” i pro- polvere ma venne proprio dimenticata. 22 e 23) fino ad arrivare ai primi anni ’90. pri amici sotto la macchina, o la forma- Qualche settimana fa proprio il già Tra le pagine dei quotidiani di tutto: la zione di clan. Insomma, con 5 tonnellate citato Roberto Pomi mi ha chiamato, visita di Giovanni Paolo II con il tra- sopra le spalle è tassativo andare d’ac- entusiasta di questo ritrovamento, e mi sporto straordinario nell’84, il traballa- cordo, sarebbe pericoloso il contrario, ma ha incaricato di scansionare e archiviare mento di Armonia Celeste nel 1986, ma mettere d’accordo 180 anime è stato e ri- quanto materiale mi fosse possibile soprattutto tante pagine di “colore” vi- marrà difficile e l’insofferenza verso il prima di riconsegnare tutto al legittimo terbese, con i soliti litigi in consiglio co- vertice da parte della base è una garanzia. erede, Lorenzo Celestini, il figlio di munale. Ma concediamoci un attimo di tregua, la Nello, intervistato a pagina 26. storia della Macchina è centenaria ma il C elestini, che iniziò la sua carriera lavoro fatto negli ultimi decenni, e le È stato un compito che ho svolto con da facchino negli anni ’40, è una eventuali polemiche, è servito a rendere il immenso piacere e che mi ha permesso figura che ci è sempre stata. Lo trasporto l’evento collaudato che è oggi. di ripercorrere non solo i ricordi di un vediamo in foto con i politici Domenico uomo ma soprattutto il passato recente Mancinelli, Rosato Rosati, Giuseppe Non viene promosso a sufficienza? di una città. Purtroppo non ho mai avuto Fioroni, Ugo Sposetti, Marcello Meroi. Forse. Non potranno mai assistere più l’occasione di conoscere Nello Celestini, Ma anche con gli imprenditori Massimo persone di quante ne accorrono ogni ma mi sono talmente tanto abituato a Natili e Socrate Sensi. Con Fiorino Ta- anno? Sicuramente. Ma indipendente- vederlo nelle foto che oramai mi sembra gliaferri, vescovo di Viterbo. mente da ciò gioiamo del fatto che già una persona che potrei incontrare per adesso sotto le Mini Macchine (pagine strada da un giorno all’altro, e devo am- Tante facce sono passate al suo co- 32, 34 e 36) stanno crescendo i facchini mettere che mentre scansionavo il tutto spetto, lui non è mai cambiato. Insomma del futuro e, polemiche o no, la sera del 3 sono stato colto da qualche attimo di a Viterbo già essere facchino è un vanto, settembre è nostra. commozione. essere presidente vuol dire essere al ver- Godiamocela, lasciamoci andare, pri- tice di un’istituzione che conta. Forse ma che ce ne potremo accorgere i caval- I ritagli partono dal lontano 1969 proprio per questo la valigia di Nello Ce- letti sorreggeranno la Macchina davanti al con un articolo che a due anni di di- lestini è testimonianza anche di attriti e santuario e potremo ricominciare con la stanza ancora parlava del fermo di Volo di polemiche con ben 3 bozze dello nostra vita… ma solo “dopo Santa Rosa”. DECARTA SETTEMBRE 2018 5
santa rosa il sindaco arà una grande emozione. Lo so già. Perché la Macchina di Santa Rosa S è un’esplosione di emozioni. Un condensato di fede, commozione, eu- foria, pathos, gioia. Il cuore sembra esplodere da un momento all’al- tro, il battito inizia ad aumentare già dal primo pomeriggio del 3 settembre. Tutto questo accade ogni anno a tutti i viterbesi. Per un sindaco però è molto di più. È tutto amplificato. Perché sai che stai rappresentando una città mera- vigliosa, con una tradizione unica al mondo, riconosciuta patrimonio immate- riale dell’umanità. Non ho ancora vissuto il mio primo 3 settembre da sindaco. In passato ho avuto modo di viverlo da vicino nel ruolo di assessore, ho vissuto tutti i vari mo- menti che precedono il Trasporto. Dalle minimacchine alla solenne proces- sione con il cuore di Santa Rosa il 2 settembre. Dal primo appuntamento dei facchini con le autorità per iniziare il giro delle sette chiese, al ritiro dai frati Cappuccini. Dal percorso a ritroso prima di dirigersi a San Sisto per la bene- dizione in articulo mortis fino al primo “Sollevate e fermi” che dà il via ufficiale al Trasporto. Quest’anno sarà tutto diverso. Nell’intensità di ogni singolo sentimento. Sarà un onore accompagnare la nostra Rosa per le vie della sua città insieme ai suoi facchini. Ogni 3 settembre Viterbo mostra la sua parte migliore, quella più autentica, quella che unisce in un unico sentimento un’intera comunità. Un sentimento che custodiamo gelosamente nel nostro cuore per farlo uscire, libero, nel momento in cui sentiamo quei comandi impartiti dal capofacchino, o quella musica, ormai tanto familiare, che accompagna il viaggio di Rosa in cima alla sua Macchina, mentre sospesa tra cielo e terra, sfiora balconi e pa- lazzi. Quel sentimento che lasciamo esplodere davanti alla basilica, al comando di “Santa Rosa fuori”, quando la Macchina viene posata sui cavalletti e i fac- chini stanchi, provati dalla fatica, lanciano uno sguardo al cielo, sotto gli occhi di chi li ha protetti per l’intero percorso. Il 3 settembre è tutto questo e molto altro. Bisogna viverlo. La Macchina di Santa Rosa va vissuta. In ogni suo momento. In ogni suo movimento. Nello sguardo dei viterbesi che per ore e ore aspettano di vederla passare anche solo per un attimo. Il Trasporto è emozione, è fede, è un atto d’amore verso la nostra Patrona e la nostra città. Buona Santa Rosa a tutti. Giovanni Maria Arena Sindaco di Viterbo DECARTA SETTEMBRE 2018 6
santa rosa memoria ERA IL LONTANO 1978 QUANDO L’INTUIZIONE DI NELLO CELESTINI PRENDEVA CORPO Quaranta anni di Sodalizio, ecco la valigia che custodisce lo spirito di quei giorni I Facchini vogliono festeggiare al meglio l’importante ricorrenza. Roberto Pomi na valigia! È venuta fuori in questi giorni d’estate, durante la sistema- U zione delle carte e del materiale di Funamboli. Qualche premio gior- nalistico, appunti di progetti, trascrizioni di interviste e una valigia. Bella polverosa a dire la verità. L’avevamo dimenticata, travolti dalla quotidia- nità della vita, in un mobiletto della redazione de La Fune. “È quella di Nello Ce- lestini”. Era un tardo pomeriggio di fine inverno del 2014. Pilastro, casa Celestini. Tavolo della sala. Alla nostra sinistra i modelli delle Macchine di Santa Rosa con davanti la miniatura del capofacchino. Un uomo anziano che parla. L’ammira- zione nei nostri occhi. Evoca mondi lontani, tra storia e mito. Intesa, rispetto. Quel signore vuole affidarci un compito: scrivere un libro su di lui. Meglio: gli chiediamo noi di raccontarci di lui per scrivere un libro. Sappiamo che ci tiene, che già ci hanno provato altri prima. Nessuno è mai arrivato al risultato. A oggi nemmeno noi ma c’è quella valigia. DECARTA SETTEMBRE 2018 8
Il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa Ce l’ha data senza la minima esitazione. Nel febbraio 2015 la sua morte, quell’insieme di tesori rimasto in redazione. In un angolo lontano dagli occhi, chiamati a inseguire ogni giorno altro. A quaranta anni dalla nascita del Soda- lizio è tornata a bussare alle nostre vite. Difficile pensare si tratti di un caso. Nello vuole torni al suo posto, pensiamo. La decisione è di restituirla al figlio Lorenzo. Dentro la storia del Sodalizio. Ci riuniamo per tornare ad aprirla. Acqui- siamo digitalmente foto e articoli di giornale. Forse riusciremo a scriverlo quel libro, caro Nello. Fioroni sindaco, Sposetti presidente della Provincia. Una Vi- terbo ancora in bianco e nero. Correva l’anno 1978. Tiriamo fuori una lettera scritta a mano dove Nello Celestini dice: “Vorrei ricordare al signor sindaco e agli assessori che vogliamo al più presto l’approvazione del nostro statuto per regolamentare il nostro Sodalizio. Diciamo pure che per svolgere la nostra at- tività ci occorre una sede più idonea, considerato che la nostra attuale sede è divisa al 50% con la circoscrizione di porta del Carmine. Non mi stancherò mai di ripetere che sia esaudito un nostro desiderio, cioè di intestare una via o piazza ai Facchini di Santa Rosa”. Chiude con un “Evviva Santa Rosa”. a sua nascita ha permesso di migliorare l’organizzazione dei corriamo le foto. Apriamo tanti mondi, tutti legati a una visione: il So- L compiti e delle responsabilità relativi al Trasporto e pro- S grammare organicamente l’attività annuale, finalizzata alla dalizio come casa delle tradizione del Trasporto. Visione di Nello e dei preparazione delle festività in onore della Santa Patrona e alla cura suoi compagni di viaggio. Uomini che hanno difeso centimetro dopo di tutti gli aspetti tecnici riguardanti il Trasporto vero e proprio, dato centimetro l’idea di costruirla questa casa comune. Hanno pensato e agito. che nell’arco di pochi anni, con l’introduzione di moderni sistemi di Così è iniziato un cammino alimentato dalla convinzione dell’importanza di costruzione, la Macchina ha raddoppiato peso e altezza, e aumen- una divisa per i Facchini alla centralità della disciplina, passando sempre per tato notevolmente il numero dei Facchini, e soprattutto, dal 1987, la certezza che dovessero essere i Cavalieri di Rosa ad avere il manico del il capitolato d’appalto della costruzione della macchine prevede che Trasporto. Una realtà che ha preso forma passando anche attraverso scontri, “il trasporto è affidato al Sodalizio facchini di Santa Rosa”. lettere decise, contrapposizioni e richieste accorate. Così a mano a mano è nato il Sodalizio. La selezione dei nuovi facchini attraverso la prova di portata è uno tra gli appuntamenti annuali più coinvolgenti per l’intera città. Dentro la valigia di Celestini c’è tutto: lo scambio di lettere con Socrate Un’apposita commissione, composta dal Presidente del Sodalizio, Sensi, gli appunti per la stesura del primo Statuto (con Celestini grato a Rosa- dal Capo Facchino e dal resto del Consiglio Direttivo, si riunisce per rio Scipio dell’apporto dato) fino alle dimissioni da primo presidente del Soda- valutare le prestazioni dei veterani e dei giovani aspiranti e definire lizio e capofacchino. la formazione per il trasporto annuale. Il Sodalizio inoltre, nel corso dell’anno dà vita ad attività interne Per quaranta anni il Sodalizio ha rappresentato il cuore e il custode dei fe- volte a cementare lo spirito di gruppo e si occupa della partecipa- steggiamenti in onore di Santa Rosa, essendo centrale per il momento più forte zione alle manifestazioni pubbliche, promuovendo e collaborando a e sentito dai viterbesi: il Trasporto della Macchina. Ha ricoperto un ruolo posi- iniziative sociali e culturali di carattere cittadino. Il riconoscimento tivo anche con le raccolte fondi con cui ha sostenuto associazioni e realtà im- formale del Sodalizio come entità collettiva ha permesso di miglio- portanti per il tessuto sociale della città di Viterbo. Ha rappresentato un punto rare e regolamentare i rapporti tra Facchini, Comune e costruttore; di riferimento e un punto d’onore per la città. Così come ha giocato un ruolo è infatti divenuta indispensabile l’esigenza di lavorare alla realiz- strategico nel percorso che ha portato la Macchina di Santa Rosa a essere ri- zazione dell’evento attraverso principi di collaborazione reciproca e conosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. di comune interesse, sin dalla selezione dei bozzetti in concorso per i nuovi modelli di Macchina ed alla decisione circa le eventuali Quest’estate i Facchini di Santa Rosa hanno pensato tanto ai quaranta innovazioni e gli adattamenti da applicare. anni dalla nascita del Sodalizio. Hanno lavorato per regalare a tutti qualcosa di speciale e tenuto le bocche cucite. Così il Trasporto 2018 sembra destinato Degne di attenzione sono le attività di gemellaggio con altre a passare alla storia come segnato dal ricordo e dall’omaggio per quella in- città che presentano tradizioni religiose e di folklore di particolare tuizione importante di Nello Celestini e di chi era al suo fianco e per il tanto im- interesse (Gubbio 1982, S. Marino 1987, Assisi 1988, Pisa 1989, pegno e le energie spese da tutti i Facchini, quelli di ieri e quelli di oggi, nella Nola 1990) e soprattutto l’iniziativa, attuata dal 1994 in collabora- bellezza di quattro decenni. zione con il Comune di Viterbo, di aprire costantemente al pubblico il Museo del Sodalizio Facchini di Santa Rosa presso la stessa sede Un Sodalizio che come esempio è anche faro degli importanti vivai nati in- in via San Pellegrino. torno alle mini macchine: Centro Storico, Pilastro e Santa Barbara. Luoghi dove si costruisce il futuro della più importante festa viterbese. DECARTA SETTEMBRE 2018 9
santa rosa i facchini Tutti d’un sentimento Foto di Bruno Pagnanelli S enza facchini di Santa Rosa non c’è Macchina, non c’è Trasporto, rimane ben poco di una tradizione e di un sentimento capace di attraversare i secoli e farsi nuovo ogni tre settembre. Rimane poca cosa, o forse anche nulla, di questa storia di carne tutta viterbese capace di incantare la gente, i papi e il mondo; portando a casa il 4 dicembre 2013 il titolo di Patrimonio dell’Umanità. I facchini sono il motore umano della Macchina. Un patrimonio di di- versità capaci di farsi “tutti d’un sentimento”; di accollarsi cinquanta quin- tali di peso sul “groppone” del gruppo, di spingere verso un unico obiettivo. Il Sodalizio è sotto moltissimi aspetti, forse quelli centrali, il perno della festa e della devozione che si rinnova. Esempio per i viterbesi, stimolo per i giovani e persone rispettate da tutti per lo sforzo, il sacrificio e la devo- zione che permettono ogni anno il ripetersi del miracolo del Trasporto. Tanto che avere un facchino in casa è una sorta di benedizione, un orgo- glio. Così come essere amico di un facchino o più semplicemente anche vicini di appartamento. Nei giorni intorno al tre settembre e soprattutto “quella sera del tre” chi indossa la tradizionale divisa non è più solo sé stesso. È simbolo, è spirito e sentimento di una città tutta. Diventa brac- cia, gambe, sudore e cuore dei viterbesi. Viterbesi che dalle vie, piazze, fi- nestre hanno nella gola e nell’anima un semplice e totale incitamento: “Dateje”. Per i lettori viterbesi non c’è niente da spiegare, avranno già la pelle d’oca. Per chi non lo fosse questo strano trisillabo può essere detta- gliato meglio così: “Mettetecela tutta, siamo una cosa sola con voi. Spin- gete sulle gambe, portate in alto la Macchina, fateci battere il cuore e bagnare gli occhi. Possiamo vincere questa sfida tra l’uomo e il peso, per- ché siamo uniti in Rosa e niente possiamo temere”. Non si diventa facchini in un giorno e non lo si è solo per un giorno. Abbiamo cercato di riassumere gli aspetti centrali di questa figura, di que- sto ruolo, di questi uomini. DECARTA SETTEMBRE 2018 10
La selezione Il capofacchino e le guide si distinguono perché indossano pantaloni Si diventa facchino superando quella che viene detta “la prova di portata”. neri e la fascia trasversale con i colori di Viterbo: giallo e blu. Diversi sono Consiste nel portare sulle spalle una cassetta del peso di 150 chilogrammi, i ruoli previsti all’interno della formazione ma tutti rivestono uguale im- lungo un percorso di 90 metri. Percorso tracciato all'interno della ex chiesa portanza e responsabilità per la sicurezza e la buona riuscita del Trasporto: della Pace (vicino porta della Verità) e che segue il perimetro della navata guide, ciuffi, spallette, stanghette, leve, cavalletti. (circa 30 metri), ripetuto per tre volte. Ogni anno, a giugno, la prova deve essere sostenuta sia dai veterani che dai nuovi aspiranti e la valuta- LA GIORNATA DEL FACCHINO zione dell’idoneità è di esclusiva responsabilità del capofacchino. Sempre all’interno della ex chiesa della Pace si tiene, a poche settimane dal Tra- La “vestizione”, il raduno e il “giro delle sette chiese” sporto, una riunione per definire la formazione e assegnare i compiti con In principio è il raduno. È la “porta d’ingresso” mentale al Trasporto. I fac- la consegna delle tradizionali protezioni. chini arrivano, nel primissimo pomeriggio, tutti con la divisa in perfetto or- dine, i più tradizionalisti e residenti nel centro o nelle vicinanze uscendo La divisa di casa a piedi. Prima di questo momento d'incontro, nel privato delle case, Tutti i facchini indossano una precisa divisa. Si compone di una camicia si è consumato un altro importante rito: “la vestizione”. In genere è la bianca a maniche lunghe arrotolate sopra i gomiti, pantaloni bianchi fer- madre a vestire il facchino-figlio o se sposato la moglie. Si tratta di un mati sotto le ginocchia (alla “zuava”), fascia rossa in vita, fazzoletto bianco momento intimo, di grande raccoglimento e festa. Una commozione che annodato alla corsara, scarponcini neri alti e calze bianche lunghe fin nelle case dei cavalieri di Rosa si ripete ogni anno, dando il via al giorno sopra il ginocchio. Prima della seconda guerra mondiale l’attuale fascia più importante. rossa della divisa dei facchini era sempre rossa, ma arricchita con delle Al raduno i facchini ricevono il saluto delle autorità civili e religiose. È bande colorate. Alle estremità inoltre erano poste delle frange di fili rossi, il momento delle parole, dei discorsi, della prima carica. Poi la formazione rosa e blu, annodati a mano. si schiera e si avvia per le vie della città dove si svolge il “giro delle sette DECARTA SETTEMBRE 2018 11
i facchini chiese”. Il giro si conclude al santuario di Santa Rosa dove i facchini sfi- lano lentamente davanti alla grata che protegge l’urna con il corpo della santa, soffermandosi in preghiera. Il ritiro Altro momento forte e centrale nella preparazione è il ritiro. Terminato il giro delle sette chiese i facchini si spostano nel boschetto del convento dei Cappuccini a San Crispino per riposare e intrattenersi con le proprie fa- miglie. Quando si avvicina l’ora del Trasporto i facchini si raccolgono in si- lenzio attorno al capofacchino, che li saluta e li incita a dare il meglio di sé con entusiasmo, per la santa e per la città. Concluso questo momento importante di raccoglimento la formazione si avvia verso la chiesa di Santa Rosa. Quando i facchini passano davanti al sagrato ripetono la bella tradizione del saluto ai propri familiari, lì rac- colti, alzando ciuffi e spallette. Quindi, percorrendo il percorso al contra- rio, sfilano abbracciati verso la Macchina. Lungo il percorso ricevono gli applausi e l’incoraggiamento della folla presente in attesa del passaggio della Macchina. Verso la “mossa” Arrivati a piazza del Comune c’è l’incontro con il sindaco e le autorità pre- senti, che entrano nel corteo precedendoli nell’arrivo a San Sisto. Appena le prime file dei facchini arrivano a piazza Fontana Grande la Macchina, fino a quel momento oscurata dal buio, viene improvvisamente illuminata, come ad accoglierli. Giunta a San Sisto la formazione entra nella chiesa dove i facchini si raccolgono in preghiera. Un fiume di fazzoletti bianchi che riempie le navate, forse una delle immagini più dense e suggestive del- l'intera festa. Il vescovo impartisce la benedizione “in articulo mortis”. La benedizione viene quindi ripetuta anche all’esterno, con tutti gli uomini in ginocchio ai piedi della Macchina. Quindi il costruttore consegna ufficial- mente la Macchina nelle mani del primo cittadino, che affida il Trasporto al capofacchino. Il “sollevate e fermi” Ora è tutto pronto. Al centro è il capofacchino con la sua voce. È tutto un incontrarsi di occhi, un attivarsi di movimenti precisi. Il capofacchino com- pone la formazione sotto la Macchina. Parte dalle stanghette posteriori e va avanti. Tutte le luci vengono spente, silenzio. Poi una voce squarcia il buio, squarcia il silenzio: “Siamo tutti d’un sentimento?”. Il “sì” esplode da sotto la base della Macchina. Arriva una sequenza di comandi; “Sotto col ciuffo e fermi!”. “Fermi!”. “Facchini di Santa Rosa, sollevate e fermi!”. Questa è la “mossa”. L’impeto dei facchini è tale che la Macchina balza verso l’alto di colpo, come a prendere vita. Sembra ricadere verso il basso, assestarsi sulle schiene e le spalle. Tutto è pronto: “Per Santa Rosa, avanti!”. Quindi tutte le tappe fino alla salita del Santuario, la posa della Mac- china e gli abbracci. DECARTA SETTEMBRE 2018 12
settembre pubblicità INTERVISTA AL COSTRUTTORE SERGIO SAGGINI, CHE HA RIVOLUZIONATO L'EDILIZIA VITERBESE “Costruiamo case pensate per la salute e il comfort di chi ci abita” Viaggio tra CasaClima e protocollo Itaca, con risparmi in bolletta incredibili. l successo di un’azienda è nella sua mentalità. sificazione nazionale è possibile raggiungere una Avete altri caratteri competitivi? I Conferma la regola la Saggini Costruzioni. “La casa è un investimento per la vita”, da questo punto fermo sono nate abitazioni che rappresen- classe energetica alta anche solo grazie all’inseri- mento di fonti energetiche rinnovabili. In pratica basta fare una casa con un isolamento medio e “Sicuramente anche la questione acustica è un no- stro tratto distintivo. Quando abbiamo realizzato gli appartamenti di via Polidori abbiamo introdotto no- tano un vero e proprio status symbol nel capoluogo mettere fotovoltaico, pompa di calore e strumenti vità importanti. Quelle case hanno un isolamento della Tuscia. Realtà solida che è riuscita a triplicare premianti dal punto di vista energetico come bilan- acustico venti volte sopra al minimo di legge. la propria crescita in tempi di crisi, con numeri im- cio e arrivo ad avere una casa in classe A4. A Santa Barbara siamo andati anche oltre. Ed è portanti anche in termini di posti di lavoro. Apparta- Nelle nostre invece il risultato si basa sull’iso- un qualcosa di molto importante dal punto di vista menti di design dove i dati statistici raccolti su quelli lamento, su come è costruita. Non consuma poco del comfort. Nelle case comuni, che rispettano na- già venduti e abitati da almeno un anno dicono che perché c’è il fotovoltaico, perché c’è la pompa di turalmente il limite minimo di isolamento, se la vi- il costo medio annuale del riscaldamento è intorno calore o altro. Consuma poco perché non disperde. cina sente molto forte la televisione il suono ti arriva. ai 120 euro e quello per il raffrescamento si aggira Questa è un’evoluzione non da poco e un fattore Da noi non si sente nemmeno se uno sta suonando sui 30. Parliamo di case realizzate utilizzando sol- competitivo forte. il pianoforte. È un discorso di qualità della vita”. tanto materiali innovativi e non nocivi per la salute, Una casa di Saggini Costruzioni consuma poco progettate al fine di garantire il risparmio energe- con qualsiasi tipo di riscaldamento o raffrescamento Quanto costruite pensando anche alla salute di tico, l’isolamento acustico e con sistemi di gestione utilizzato. È diverso dal consumare un valore medio chi andrà ad abitare nelle vostre case? aria e acqua che garantiscono il massimo comfort. alto di una cosa che costa poco o è rinnovabile. La “Uno dei nostri obiettivi è tutelare al massimo la sa- Tutto con certificazione CasaClima e costruito nel norma misura il bilancio, quindi l’impatto sull’am- lute, utilizzando materiali all’avanguardia. La nostra rispetto del nuovo protocollo regionale Itaca. Ab- biente. Non il consumo. Un’abitazione in classe casa, a differenza delle altre, è certifica dal proto- biamo incontrato Sergio Saggini. energetica alta ma non ben isolata d’inverno spende collo Itaca regionale di sostenibilità. Garantiamo al per il riscaldamento, poi magari recupera in estate. cliente l’assenza di materiali nocivi, di formaldeide, In cosa si distingue la Saggini Costruzione, per- In realtà non sono case che consumano poco ma la di tutte quelle sostanze che siamo abituati a respi- ché le vostre case sono diverse da quello che cui orma sull’ambiente è minore rispetto a quelle di rare perché prodotti da vernice, colle e da mobili e c’è sul mercato del nuovo? prima. riconosciute come cancerogene con esposizione a “Le nostre sono le uniche certificate dall’agenzia La nostra è invece proprio una casa a basso grande quantità e per lungo tempo. Utilizziamo pan- CasaClima. Questo non significa naturalmente che consumo. Se il fotovoltaico si rompe, non c’è pro- nelli con tecnologia active air, che assorbono e neu- siamo gli unici a mettere sul mercato appartamenti blema, se aumenta il costo dell’energia impiegata il tralizzano fino all’80% della formaldeide. È prezioso di classe energetica alta. Però una differenza im- consumo è sempre basso. Il nostro è un cappotto perché anche se faccio una casa senza formaldeide portante rimane. Sta nel fatto che secondo la clas- pesante che ti sei messo, quindi non disperdi”. questa è contenuta in tanti mobili”. DECARTA SETTEMBRE 2018 13
santa rosa intervista TAPPA DOPO TAPPA TUTTE LE EMOZIONI CHE IL TRASPORTO È IN GRADO DI REGALARE Sul percorso della Macchina con Massimo Mecarini Il tragitto da San Sisto alla basilica della patrona raccontato dal presidente del Sodalizio. Roberto Pomi Piazza San Sisto / Porta Romana – La partenza a sé i capitesta e lo spaccallarme, l’uomo al centro dei confetti. Molte autorità visitano la Macchina da della base, e vuole avere informazioni su come pro- vicino, poi si parte. “Qui è possibile assistere alla trasformazione dei cede sotto. In sostanza chiama gli uomini più esperti Quando arrivo qui mi capita spesso che la volti. Prima sorridenti e gioiosi poi, quando si entra del Trasporto e ne raccoglie gli umori e informazioni. mente torni al 27 maggio del 1984. Affacciato da nella chiesa di San Sisto, c’è il cambio totale. Tutti i Si verifica anche se tutte le stanghette sono messe palazzo dei Priori un ospite davvero speciale: Gio- Facchini sanno quello che vanno ad affrontare da bene. Se qualcuna è bassa si procede ad alzarla di vanni Paolo II. Era l’anno della visita pastorale e del questo momento. Sono minuti pieni di pathos, si ta- qualche centimetro. Trasporto speciale in onore del papa. glia l’emozione con il coltello in questo luogo. In questo punto c’è un pezzo complicato, con la Fece uno strappo al protocollo e scese per sa- C’è una prima benedizione in articulo mortis tra curva e il passaggio radente ai barbacane della fon- lutarci tutti, uno per uno. Bellissimo trovarsi il pon- le mura in peperino della chiesa. Viene ripetuta al- tana. È importantissima questa manovra, che è ne- tefice davanti e ognuno di noi conserva gelosa- l’uscita, con i cavalieri di Rosa in ginocchio davanti cessario eseguire al millimetro. mente la foto mentre stringe la mano al papa, oggi alla Macchina. Quindi si rispetta un preciso proto- Quando arrivo qui provo quello che prova il ca- santo. collo. Il costruttore affida la Macchina al sindaco, pofacchino. Se lo vedo tranquillo, se i facchini sono Siamo quasi a metà percorso. C’è davanti un che a sua volta la consegna al Sodalizio. Ora il Tra- tranquilli anche io lo sono. In questa piazza l’impatto tratto impegnativo, con strade strette: il Corso. Lì la sporto è nelle mani del capofacchino, non si gioca con la gente è forte. Veniamo dal bagno di folla ri- formazione passa da 113 a 91 elementi, poi il “den- più. Il capofacchino chiama in base all’ordine di po- cevuto durante il percorso a ritroso da Santa Rosa tro le teste” delle spallette e ancora più peso che sizionamento sotto la Macchina. Quindi esorta al- a San Sisto ma gli arrivi con la Macchina vengono cade su ciuffi e stanghette. L’imperativo è non mol- l’unità con la domanda: “Siamo tutti d’un accolti tradizionalmente con grande entusiasmo. lare ed essere sempre attenti”. sentimento?”. La risposta è un boato di sì. “Sotto Quel giorno siamo tutti Facchini ed è vero. Noi sen- col ciuffo e fermi”, “Sollevate e fermi”, “Santa Rosa tiamo molto la partecipazione della gente, come se avanti”. Questi i comandi. ci fosse un uomo in più. L’aiuto della gente, la par- Quando sono qui mi vengono alla mente 32 tecipazione di gioia ed entusiasmo è importantis- Piazza delle Erbe – Terza fermata anni passati sotto come Facchino. Come presidente sima per la buona riuscita del tutto”. del Sodalizio sono tante le cose a cui pensare: “Ricordo quando si andava dritti fino al Suffragio, quello che è stato fatto e quello che c’è da fare. Alla senza questa tappa. La fermata di piazza delle Erbe, “mossa” però ci si concentra solo sul Trasporto e forse in molti non lo sanno, è stata istituita nella se- ogni volta l’emozione è fortissima. Ci si affida a Piazza del Comune – Seconda fermata conda metà degli anni Ottanta. Prima non c’era. Ed Santa Rosa e ai Facchini affinché tutto vada bene”. era una bella fatica attraversare praticamente tutta “Qui succede una cosa molto bella: la girata. Si via Roma e metà corso Italia senza prendere fiato. tratta di una manovra importante e faticosa per i Non finiva mai. Facchini, che si vedono spostare il peso da una Siamo in una piazza calda, tanti vengono dal Piazza Fontana Grande – Prima fermata parte all’altra. Una volta posata la Macchina si sale pomeriggio o addirittura dalla mattina per prendere in Prefettura per l’incontro con le autorità. posto e si respira davvero un bel clima di festa. “Ci troviamo a una sosta importantissima, la prima. Quella di piazza del Comune è una sosta lunga, Quando arriviamo a superare via Roma la gente si Qui è importante raccogliere i primi riscontri di qualcuno dice anche troppo. Abbiamo il brindisi con fa sentire, ci regalano forti emozioni. come risponde la Macchina. Il capofacchino chiama il prefetto e le personalità presenti e la consegna Da questo momento in poi entriamo in una fase DECARTA SETTEMBRE 2018 14
delicata del percorso. Ci affidiamo tutti al capofacchino e all'esperienza delle guide. Solo la fiducia in loro dà a tutti il coraggio”. Suffragio – Quarta fermata “È successo diverse volte di strusciare nel passaggio stretto del Corso ma non si verifica più da diversi anni. Il Suffragio, dal nome della chiesa, è un bel punto. C’è una tradizione importante: acqua e vermut offerta dal negozio Bizzarri. Un appuntamento importante della tradizione e un bel corroborante. Anche qui, sempre lo storico negozio, ci offre i confetti. A questo punto i Facchini sono consapevoli di quanto è stato fatto e di cosa c’è da fare ancora. Sul Corso la voce del capofacchino è la guida. Da ciuffo vedi solo la schiena davanti a te. Dopo qualche anno inizi ad avere qualche punto di rife- rimento. La voce del capofacchino sono i tuoi occhi. Sentirsi comandati da voce ferma e sicura è fondamentale”. Piazza del Teatro – Quinta fermata “Siamo in un punto dove succedono tante cose. Si tratta dell’ultima fermata prima dell’arrivo oppure se si va in via Marconi abbiamo una doppia fermata. Qui la Macchina arriva, fa un quarto di giro e si posiziona per essere portata alla basilica. Vengono predisposte le corde, con i loro Facchini. Ragazzi fino a quel momento impegnati nel prezioso cordone ma ora è il loro turno. La Mac- china sulla salita la portano corde e leve e i ciuffi sotto fanno le ruote. Il capofacchino chiama a raccolta le leve e le corde, chiede il massimo e potete scommetere che tutti daranno il meglio. La sosta del Teatro è lunga. Una volta che tutto è pronto i Facchini alle corde vanno al loro posto, le leve sono dietro pronte. Viene invertita la formazione. I più bassi vanno per primi e i ciuffi di prima fila per ultimi. Chi parte per primo arriva per ultimo. Il capo- facchino ripete l’incoraggiamento: “Siete tutti d’un sentimento?”. Incassa il sì deciso e dà i comandi. Le corde non tirano da subito, lo stesso le leve. A un quarto della salita, 11% di pendenza, si attivano. Quando vanno la Macchina sale velocissima, fino a quando corde non mollano e allora si inchioda. Pronta per la girata. Quaranta ragazzi sono alle corde, venti spingono con le leve. Il passo è veloce e ci consente di prendere la salita senza incertezze e nella ma- niera giusta”. Sagrato di Santa Rosa - Arrivo “Gioia, tripudio, incontro con i familiari, malinconia per la fine della festa. Do- vrai aspettare un anno per avere le stesse emozioni. Quando le corde mollano la Macchina quasi si ferma. E si predispone con Santa Rosa che guarda la sua casa. Il capofacchino fatte le necessarie verifiche dà il comando: “Lasciate adagio”. Dice ai facchini di respirare e godersi quel momento poi “Santa rosa fuori!” ed è festa. Una grande gioia. Trascorsi quei dieci minuti di saluti e ab- bracci che seguono piano piano ci si avvia verso la chiesa della Pace per il tradizionale rinfresco. Come diceva il grande Nello “La Macchina non è un giocarello”. Alta trenta metri, sei tonnellate di peso, va maneggiata con molta attenzione e cautela e sempre le sorprese possono essere dietro l’angolo. Arrivati al sagrato abbiamo il sollievo del capofacchino, del presidente, del consiglio del Sodalizio e natu- ralmente dell’amministrazione comunale. La Macchina è arrivata a casa, Santa Rosa è a casa e siamo contenti di aver realizzato, ancora una volta, un’im- presa inverosimile. Una volta che la Macchina è stata posata cerco gli occhi dei miei compa- gni: prima il capofacchino e poi gli altri. Quindi i miei familiari e andiamo a piazza del Teatro dove attende il resto della parentela per andare insieme verso la chiesa della Pace”. DECARTA SETTEMBRE 2018 15
santa rosa il 3 settembre Sale l’emozione, a voi il “Giro delle sette chiese” Così i Facchini prendono la carica per affrontare al meglio la sera. LEGENDA raccoglimento, scandito dalle note del Silenzio, suo- mazione “svolta” su via S. Rosa dove si vive un mo- nato dal solista della Banda di Vejano. mento di grande emozione, quando i Facchini salu- tano parenti ed amici, seduti sugli scalini del IL GIRO DEI FACCHINI 7) Piazza Maria SS. Liberatrice (o della Trinità) Santuario, sollevando in alto i “ciuffi” e le “spal- Dopo aver ascoltato le preghiere del Priore agosti- lette”. Dalle ore 20,15 viene percorso a ritroso tutto Le tappe niano, tutti gli uomini del Sodalizio intonano “mira il l’itinerario dell’imminente Trasporto, tra gli applausi tuo popolo…”, in onore della Madonna Liberatrice, di una folla commossa ed ammirata. 1) Piazza S. Lorenzo e Palazzo Papale che ha assunto a Viterbo, fin dal Medioevo, una fun- La giornata “inizia” per i Facchini di Santa Rosa alle zione di protettrice civica della comunità. 13) Piazza S. Sisto (ore 20,30) ore 14. Dopo la rituale foto di gruppo e una breve vi- All’interno dell’omonima chiesa, il Vescovo di Viterbo sita al Duomo, al ritmo delle note della banda mu- 8) Piazza S. Francesco impartisce la benedizione “in articulo mortis” ai sicale di Vejano inizia, per i protagonisti del 3 All’interno della chiesa dedicata al poverello d’As- Facchini. La medesima cerimonia sarà ripetuta poco settembre, il tradizionale “Giro delle sette chiese”. sisi, i Facchini rinnovano il patto d’amore verso dopo all’aperto e ai piedi della Macchina di Santa Santa Rosa, che proprio da San Francesco trasse Rosa, con tutti gli uomini del Sodalizio in ginocchio 2) Piazza della Morte l’ispirazione cristiana e la propria regola di vita. e la folla stipata nella piazza in religioso silenzio. Percorrendo via S. Lorenzo i Facchini giungono in questa piazza, dove rendono omaggio a Santa Gia- 9) Largo Facchini di S. Rosa (ore 21,00) cinta Marescotti, il cui corpo mummificato è custo- Nel Santuario dedicato a Rosa, tutto il Sodalizio Indirizzo di saluto della autorità. Il costruttore “con- dito dalle monache di clausura presso il monastero rende omaggio al corpo incorrotto della Santa rice- segna” ufficialmente la Macchina di Santa Rosa di S. Bernardino. Dalle suore, ogni Facchino riceve vendo, ciascun Facchino, dalle suore Alcantarine, nelle mani del Sindaco, il quale affida il trasporto al una foglia, a ricordo di quelle di pungitopo, pianta una piccola immagine benedetta, poi ascolta le Sodalizio, tramite il Capofacchino. con la quale la Santa terziaria si flagellava. esortazioni religiose del Vescovo. 3) Piazza S. Maria Nuova 10) Convento dei Padri Cappuccini Visita alla chiesa omonima, tra le più antiche di Vi- Dalle 17,30 e fino alle 19 i Facchini, insieme ai fa- terbo, eretta intorno al 1100 in un sobrio stile ro- miliari si recano presso il giardino del convento, per manico. un breve periodo di relax. In un clima di serena ami- cizia viene poi consumata una piccola merenda- IL TRASPORTO 4) Piazza del Plebiscito cena. Intorno alle 19, salutati i parenti, i Facchini Visita alla chiesa di S. Angelo in Spatha. La chiesa ascoltano le ultime raccomandazioni tecniche e gli chiude uno dei lati di piazza del Plebiscito su cui, incoraggiamenti del Presidente del Sodalizio e del Percorso della Macchina dal XIII secolo si affacciano le principali sedi ammi- Capo Facchino e le sue ultime indicazioni per il tra- nistrative: i rintocchi della campana della chiesa sporto. Poi i Facchini si inquadrano in formazione, Le soste richiamavano al raduno i membri del Consiglio co- per raggiungere la vicina porta della Verità. munale. P) Piazza S. Sisto 11) Via Mazzini 1) Piazza Fontana Grande 5) Piazza della Repubblica Entrando da porta della Verità, intorno alle 20, tutti gli 2) Piazza del Plebiscito Breve sosta al monumento al Facchino, opera scul- uomini del Sodalizio rendono un doveroso e sentito 3) Piazza delle Erbe torea del maestro Alessio Paternesi. omaggio alla chiesa di S. Maria in Poggio, luogo della 4) Chiesa del Suffragio prima sepoltura, nella nuda terra, di Santa Rosa. 5) Piazza Verdi 6) Piazza del Sacrario A) Largo Facchini di S. Rosa Omaggio al sacello dei Caduti delle guerre mondiali. 12) Largo Facchini di S. Rosa Deposizione di una corona d’alloro e momento di Sempre al ritmo di “Quella sera del 3” tutta la for- DECARTA SETTEMBRE 2018 16
8 5 12 9 11 5 7 6 10 4 3 4 2 1 3 1 13 2 DECARTA SETTEMBRE 2018 17
santa rosa la macchina I numeri di Gloria 28 metri d’altezza dalle spalle dei facchini e 50 quintali di peso, queste le dimensioni di Gloria. Il progetto è dell’architetto Raf- faele Ascenzi, mentre la Edilnolo ne ha curato la costruzione e ora l’assemblag- gio. La base A sorreggere il fusto della Macchina delle grandi statue molto particolari. Raffigurano un facchino ancestrale, mi- tico e senza tempo. Questo l’omaggio di Raffaele Ascenzi ai portatori del “cam- panile che cammina”. Una figura sugge- stiva e un simbolo denso di significati. L’omaggio del disegnatore, che già ha re- galato alla città di Viterbo una Macchina importante come Ali di luce, a chi ha se- gnato sulle proprie spalle la storia di Vi- terbo. Il fusto Le linee sono ispirate al reliquario che contiene il cuore di Santa Rosa. Ne ri- prende la pianta triangolare e le forme. Lo donò papa Pio XI alle suore clarisse ed è un pezzo importante della tradi- zione, che i facchini portano per le vie della città durante la processione del 2 settembre La statua della Santa In cima alla mole è posta la statua della patrona. Da sottolineare i tratti del viso da bambina. DECARTA SETTEMBRE 2018 18
Macchine nella storia recente VOLO D’ANGELI (1967-1978) di Giuseppe Zucchi Trenta metri di altezza e capace di unire in una mirabile sintesi costruttiva tutte le caratteristiche architettoniche della città. È una delle Macchine più care ai viterbesi. SPIRALE DI FEDE (1979-1985) di Maria Antonietta Palazzetti Valeri Prima Macchina di Santa Rosa progettata da una donna: Maria Antonietta Palazzetti Valeri. Ebbe l’onore di due trasporti eccezionali: nel 1983 per i 750 anni dalla nascita di Rosa e nel 1984 per la visita di Giovanni Paolo II. ARMONIA CELESTE (1986-1990) di Roberto Joppolo Una summa dei principali monumenti viterbesi, sormontati da una allegoria di angeli ascendenti al cielo. Durante il suo primo trasporto rischiò Le preghiere dei viterbesi dentro di cadere sulla folla a Santa Rosa, i pericoli le vasche vennero scongiurati grazie allo sforzo dei facchini. Le vasche di fontana sotto alle guglie go- tiche sono state pensate come a dei con- SINFONIA D’ARCHI (1991-1997) tenitori. All’interno le lettere e i bi- di Angelo Russo gliettini che i viterbesi scrivono durante l’anno alle suore di Santa Rosa. Si tratta Il suo modello sarà ricordato come uno dei più di richieste, di preghiere, di voti. Sono i originali, avendo avuto il merito di distaccarsi pensieri d’amore e d’aiuto che i viterbesi dai consueti canoni di costruzione e coniugando rivolgono alla patrona. Un elemento in una mirabile sintesi artistica archi, scale e profferli viterbesi. pensato dall’ideatore Raffaele Ascenzi per rendere il trasporto più vivo e avvici- nare sempre più la Macchina alle per- UNA ROSA PER IL DUEMILA - sone, che è la cosa più importante. Tertio Millennio Adveniente (1998-2002) di Marco Andreoli, Giovanni Cesarini, Pesante all’occhio Lucio Cappabianca Ascenzi, oltre a essere l’ideatore di una Una slanciata ed elegante struttura che ripercorre precedente Macchina, è stato anche fac- architettonicamente la storia del territorio, oltre chino di Santa Rosa. Conosce dunque i trenta metri di altezza. bene che tipo di Macchina vuole portare un facchino. Una struttura imponente, che deve sembrare importabile. Deve ALI DI LUCE (2003-2008) apparire di un peso incalcolabile. di Raffaele Ascenzi Introduce, con grande originalità, un movimento Il perché del nome meccanico di alcune parti della struttura che – Gloria come “Gloria in Excelsis Deo”, durante le soste – si aprono a guisa di luminosi una musica bellissima scritta da Vivaldi petali di fiori. e che ha ispirato il lavoro di progetta- zione dell’architetto e del suo team di la- voro. Lo stesso Ascenzi nel giorno della FIORE DEL CIELO (2009 – 2014) vittoria del suo bozzetto ha dichiarato: di Arturo Vittori “L’abbiamo chiamata Gloria perché ce- È la Macchina con cui si arriva al riconoscimento lebra i tanti trasporti gloriosi che si sono del titolo dell’Unesco nel 2014 e che ha avuto succeduti nei secoli. Tutti per portare in in sorte la trasferta milanese a Expo 2015. trionfo la patrona tra le vie della città”. Introduce ulteriori elementi tecnologici. DECARTA SETTEMBRE 2018 19
santa rosa curiosità Piccola storia della pesata della Macchina Cesare Rutili li anni dal 1986 al 1990 sono gli anni della Molti dei “ciuffi” (i facchini che si trovano pro- satura. Nel 1990 assunsi l’incarico di Comandante G macchina denominata Armonia Celeste, progettata dall’artista Roberto Joppolo e appaltata dall’imprenditore viterbese Socrate Sen- prio sotto la macchina) furono portati immediata- mente al pronto soccorso dell’Ospedale di Viterbo con ecchimosi sulle spalle ed alcuni addirittura con del Reparto Servizi Generali e, non facendo più parte dello staff tecnico del reparto, fui sostituito dal te- nente colonnello Ugo Pizzotti, allora comandante si. Il primo trasporto di questa macchina fu un di- qualche osso rotto. del 1° Gruppo Squadroni Riparazioni. sastro e si rischiò addirittura la tragedia. Ovviamente, trattandosi dell’evento più impor- Fino ad allora si utilizzava una struttura por- tante della città, si scatenarono polemiche veleno- el 1991 fu la volta di una nuova macchina: tante in acciaio molto pesante e la parte esterna della macchina, comprese le figure, veniva realiz- zata in cartapesta. Di conseguenza il peso totale sissime sul reale peso della macchina e della relativa distribuzione. Polemiche che si protrassero per l’intero anno successivo. N Sinfonia d’Archi. Questa fu una macchina totalmente diversa ed innovativa rispetto a tutte le precedenti, non solo sotto il profilo estetico, della macchina era molto elevato (successivamente, Nel 1987, non volendo ripetere la stessa brut- ma soprattutto sotto quello tecnologico. pesando le varie parti, risultò addirittura di oltre 70 tissima esperienza, qualcuno fece presente agli or- Infatti si abbandonò la vecchia e pesante strut- quintali). Inoltre la macchina era molto più alta del gani responsabili che a Viterbo esisteva un’attrezza- tura portante in acciaio, sostituendola con una strut- solito (34 metri) e, quel che era più grave, risultò tura elettronica per la pesatura degli elicotteri tura realizzata in lega leggera. molto sbilanciata sul piano orizzontale, dove veniva CH47C “Chinook”, che si sarebbe potuta adattare Anche per la parte estetica, per la prima volta, sollevata dai facchini. alla pesatura della macchina. Durante il periodo si utilizzò la fibra di vetro al posto della cartapesta. A tutto questo va aggiunto che l’appaltatore, estivo il Comune di Viterbo inviò una richiesta al Poiché la macchina era nuova e molto partico- Socrate Sensi, volle personalmente condurre il tra- Centro Aviazione dell’Esercito che immediatamente lare nei materiali utilizzati, il costruttore, Battaglioni, sporto dando lui stesso i comandi. L’inesperienza e la girò al Comando del 4° RRALE, detentore ed uti- chiese di effettuare una pesata preventiva per veri- l’incompetenza contribuirono non poco a peggio- lizzatore dell’attrezzatura. ficarne le condizioni. Organizzai e coordinai la pe- rare la già drammatica situazione. Infatti la mac- Il capitano Rodolfo Mazzolini fu designato per sata, insieme ad esperti sottufficiali del 4° RRALE, china raggiunse a fatica piazza Verdi e molti facchini lo studio di fattibilità. L’ufficiale disegnò e fece alle- presso l’Officina Battaglioni, al Poggino, nella mat- non volevano percorrere l’ultimo tratto, quello che stire presso le officine dei Fratelli Rocchetti di Vi- tina del 29 giugno 1991 con esiti molto incorag- porta al Santuario di S. Rosa, che, come noto, è in terbo le piastre ed i supporti necessari per gianti. Il successivo 2 settembre, come ormai era salita e si fa di corsa. Il cuore e la passione dei più posizionare i martinetti idraulici sotto la macchina diventata tradizione, fu effettuata la pesata ufficiale, ebbero la meglio e si affrontò l’ultimo tratto come ed effettuarne la pesata. sempre sotto il mio comando e responsabilità. una sfida. Da sottolineare che in quel giorno tirava un Nei racconti di chi c’era, si narra che la mac- a prima pesata della Macchina di Santa Rosa forte vento (raffiche fino a 27 nodi sul campo di china durante la salita era pericolosamente incli- nata all’indietro e, all’arrivo, ondeggiò più volte scatenando il panico tra le autorità e i parenti dei L fu effettuata il 2 settembre 1987 da una squadra di sottufficiali specialisti del 4° RRALE agli ordini del capitano Mazzolini. volo) che faceva ballare la macchina ed anche i di- splay della bilancia elettronica. Fu quindi effettuata una foto con una Polaroid in una momento di calma facchini, tradizionalmente in attesa sul sagrato della La macchina risultò decisamente più leggera di vento e vennero assunti per ufficiali i dati rilevati basilica, che si rifugiarono terrorizzati dentro la dell’anno prima per alcune modifiche apportate dal dalla foto. chiesa. Solo il coraggio dei facchini e l’iniziativa del costruttore, anche se restava ancora molto sbilan- Alla fine del 1991 fui trasferito in Libano presso capofacchino, Nello Celestini, che assunse il co- ciata sul piano di sollevamento. Unifil e il capitano Mazzolini, ritornato dal Marocco, mando delle operazioni strappandolo di mano ad un Nel 1988 il capitano Mazzolini fu trasferito a riprese ad effettuare, dall’anno successivo, la pe- Sensi rimasto atterrito ed ammutolito, riuscì abil- Rabat, in Marocco, con la delegazione addestrativa sata della macchina di Santa Rosa, ormai diventata mente a stabilizzare la macchina ed a farla posare dell’Aviazione dell’Esercito e quindi subentrai al suo una tradizione nella tradizione del trasporto stesso. sui cavalletti senza provocare una tragedia. posto, con grado di Maggiore, nel compito della pe- DECARTA SETTEMBRE 2018 20
Puoi anche leggere