Tutti d'un sentimento - La Fune

Pagina creata da Valeria Petrucci
 
CONTINUA A LEGGERE
Tutti d'un sentimento - La Fune
TRIMESTRALE   DI   INFORMAZIONE   NON   CONVENZIONALE

Tutti d’un
sentimento
Tutti d'un sentimento - La Fune
Tutti d'un sentimento - La Fune
sommario

                                                            4 - editoriale                                      mini macchine
                                                            Sì, va bene… ma ne parliamo dopo
                                                            Santa Rosa                                    A cura di Enrico Lentini
                                                            Manuel Gabrielli
                                                                                                          32
                                                            6 - il sindaco                                Spirale di Fede, la mini macchina
                                                            Sarà una grande emozione                      del Pilastro
                                                            Giovanni Maria Arena
                                                                                                          34
                                                            8 - memoria                                   Miracolo di Fede, la mini macchina
                                                            Quaranta anni di Sodalizio, ecco              di Santa Barbara
                                                            la valigia che custodisce lo spirito
                                                            di quei giorni                                36
                                                            Roberto Pomi                                  Luce di Rosa, la mini macchina
                                                                                                          del Centro storico
    Trimestrale di informazione non convenzionale
          Numero 31 – Settembre 2018                        10 - i facchini
                 Distribuzione gratuita                     Tutti d’un sentimento
                                                                                                     38 - amarcord
                 Direttore responsabile                     13 - pubblicità                          Maritozzi del tre settembre, la carezza
                     Roberto Pomi                                                                    dei Selvaggini ai Facchini di Rosa
                                                            “Costruiamo case pensate per la salute
                                                            e il comfort di chi ci abita”            Roberto Pomi
                   Direttore editoriale
                   Manuel Gabrielli
                                                            14 - intervista                          40 - rete
                     Photo editor
                                                            Sul percorso della Macchina              La rete delle grandi macchine a spalla
                   Sabrina Manfredi                                                                  e il riconoscimento UNESCO
                                                            con Massimo Mecarini
              Responsabile commerciale                      Roberto Pomi                             Manuel Gabrielli
         Dr. Enrico Lentini - 333 4820805
                                                            16 - il 3 settembre                      42 - sport
                  Contributi di                                                                      Lux Rosae giunge alla quarta edizione
        Manuel Gabrielli, Enrico Lentini,                   Sale l’emozione, a voi il “Giro delle
                                                                                                     Enrico Lentini
          Roberto Pomi, Cesare Rutili,                      sette chiese”
       Daniela Stampatori, Carlo Zucchetti
                                                            18 - la macchina                         43 - pubblicità
                     Foto di
                                                            I numeri di Gloria                       Teverina Buskers, festival internazionale
       Luigi Maria Buzzi, Manuel Gabrielli,                                                          degli artisti di strada
        Sergio Galeotti, Bruno Pagnanelli
                                                            20 - curiosità
                 Immagine di copertina                      Piccola storia della pesata              44 - enologia
                   Bruno Pagnanelli
                                                            della Macchina                           Cenni storici e tecnici sul Roscetto
                                                                                                     Carlo Zucchetti
                        Design                              Cesare Rutili
                    Massimo Giacci
                                                            22 - tradizione                          45 - pubblicità
                         Editore
                                                            Santa Rosa, aneddoti e personaggi        Il “Roscetto” di Vitorchiano
                        Onda srls
                                                            che hanno segnato la tradizione
       Via Monti Cimini, 35 - 01100 VITERBO                                                          46 - sagre
                 Tel. 340 7795232                           Enrico Lentini
              Partita Iva 02282020565                                                                Feste della castagna della Tuscia
           ondacomunicazione@legalmail.it
                                                            24 - viterbo                             Manuel Gabrielli

                   Iscrizione al ROC                        Mappa del centro storico
              N. 31504 del 17/05/2018
                                                            26 - intervista
                       Stampa
                  Union Printing SpA
                                                            Io ciuffo, la voce di mio padre Nello    Con i patrocinio di

                                                            e la nascita del Sodalizio
   I contributi, redazionali o fotografici, salvo diversi   Roberto Pomi
   accordi scritti, devono intendersi a titolo gratuito.
          Chiuso in tipografia il 20/08/2018                28 - turismo
               Tiratura: 30.000 copie                       Itinerario religioso della Tuscia
                                                            Daniela Stampatori                                Città di Viterbo   Sodalizio Facchini di Santa Rosa

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                                                    3
Tutti d'un sentimento - La Fune
santa rosa                      editoriale

Sì, va bene… ma ne parliamo
Manuel Gabrielli

S
         olitamente le persone contano il      giornali in occasione del controverso tra-      qualche aneddoto meno noto (come per
         passare degli anni con l’arrivo del   sporto dell’86: “Non esiste festa senza         esempio il motivo per il quale la Mac-
         proprio compleanno e con lo           polemiche, cosa sarebbe il Palio di Siena       china viene ogni anno pesata con delle
scoccare della mezzanotte il 31 dicem-         senza le diatribe e le rivalità?”.              bilance da elicottero dell’Esercito Ita-
bre. Qua a Viterbo abbiamo una sorta di                                                        liano – pagina 20) e soprattutto, visti i 40
calendario diverso, la nostra vigilia è il 3       Ecco, proprio per evitare polemiche,        anni di anniversario del loro Sodalizio, ai
settembre e il capodanno lo festeggiamo        chiariamo fin da subito e perdonateci,          Facchini di Santa Rosa.
il 4. Il periodo è molto congeniale, quasi     cittadini e turisti, se su questa edizione
tutti vanno in vacanza e anche per i           di Decarta, quasi totalmente dedicata al            Un fatto eclatante ci è venuto in soc-
meno fortunati di solito il ritmo del la-      trasporto della Macchina di Santa Rosa,         corso: il ritrovamento di una valigia ap-
voro durante il mese di agosto si allenta      parleremo poco proprio della Santa.             partenuta proprio al padre di ciò che
un po’. Così è possibile pianificare, so-                                                      oggi è il Sodalizio dei Facchini di Santa
gnare, fare buoni propositi. Qualsiasi             Ne abbiamo scritto abbondante-              Rosa, Nello Celestini (e ve ne parlerà
nuovo accordo che sia di amicizia o di la-     mente nei due anni passati e crediamo           Roberto Pomi a pagina 8, spiegandovi
voro è tassativo svolgerlo dopo Santa          che tutto sommato, con una breve ri-            pure, se non lo sapeste, cosa è il Sodali-
Rosa.                                          cerca, potrete saperne tanto quanto noi         zio e come è nato).
                                               sulla vita di Rosa e sui motivi per i quali

                                                                                               Q
    Il 4 settembre di questo 2018 è più        ogni 3 settembre viene celebrata questa                  ualche anno fa i redattori di
importante degli altri, in quanto ab-          ricorrenza del trasporto. Se foste fore-                 lafune.eu, quotidiano on-line che
biamo una giunta insediata da poche set-       stieri, ma indipendentemente dal fatto di                partecipa alla realizzazione di
timane che ha ancora tutto da                  essere cattolici praticanti o meno, vi in-      questa rivista, intervistarono lo storico
dimostrare. Sarà un momento delicatis-         vitiamo a percorrere il tour religioso che      presidente e capofacchino. Tanta deve
simo perché, oltre al trasporto in sé, tutto   ha preparato Daniela Stampatori, la no-         essere stata la simpatia che suscitarono
lo svolgimento della manifestazione è          stra guida turistica di fiducia, a partire da   nell’ormai anziano signore che uscirono
sacro al Viterbese, e di questi tempi, so-     pagina 28. Con una sosta presso il san-         da casa sua con questa valigia piena di ar-
prattutto se si parla di pubblica ammini-      tuario, e annesso convento, esaudirete si-      ticoli di giornali, foto, fogli di discorsi
strazione, la polemica sembra essere           curamente la vostra curiosità riguardo la       scritti a mano, verbali delle riunioni del
diventata lo sport nazionale. D’altronde       vita della Santa.                               sodalizio e chi più ne ha più ne metta. La
però un Sindaco di Viterbo del passato,                                                        promessa era quella di farci un libro, ma
Francesco Pio Marcoccia, dichiarò ai               Abbiamo preferito dedicare spazio a         le cose non vanno mai come previsto e da

                                                                                                              DECARTA SETTEMBRE 2018
 4
Tutti d'un sentimento - La Fune
dopo Santa Rosa
lì a poco sopraggiunse anche la dipartita   D’Angeli sulla facciata di palazzo Gentili      stesso discorso che poi portò alle sue di-
del proprietario. La valigia da quel mo-    a via Cavour (ne parla Francesco Mo-            missioni. Trovò insopportabile il fatto
mento in poi non solo rimase a prendere     relli, insieme a altri aneddoti, a pagina       che qualcuno potesse “imbucare” i pro-
polvere ma venne proprio dimenticata.       22 e 23) fino ad arrivare ai primi anni ’90.    pri amici sotto la macchina, o la forma-
     Qualche settimana fa proprio il già    Tra le pagine dei quotidiani di tutto: la       zione di clan. Insomma, con 5 tonnellate
citato Roberto Pomi mi ha chiamato,         visita di Giovanni Paolo II con il tra-         sopra le spalle è tassativo andare d’ac-
entusiasta di questo ritrovamento, e mi     sporto straordinario nell’84, il traballa-      cordo, sarebbe pericoloso il contrario, ma
ha incaricato di scansionare e archiviare   mento di Armonia Celeste nel 1986, ma           mettere d’accordo 180 anime è stato e ri-
quanto materiale mi fosse possibile         soprattutto tante pagine di “colore” vi-        marrà difficile e l’insofferenza verso il
prima di riconsegnare tutto al legittimo    terbese, con i soliti litigi in consiglio co-   vertice da parte della base è una garanzia.
erede, Lorenzo Celestini, il figlio di      munale.                                         Ma concediamoci un attimo di tregua, la
Nello, intervistato a pagina 26.                                                            storia della Macchina è centenaria ma il

                                            C
                                                    elestini, che iniziò la sua carriera    lavoro fatto negli ultimi decenni, e le
    È stato un compito che ho svolto con            da facchino negli anni ’40, è una       eventuali polemiche, è servito a rendere il
immenso piacere e che mi ha permesso                figura che ci è sempre stata. Lo        trasporto l’evento collaudato che è oggi.
di ripercorrere non solo i ricordi di un    vediamo in foto con i politici Domenico
uomo ma soprattutto il passato recente      Mancinelli, Rosato Rosati, Giuseppe                  Non viene promosso a sufficienza?
di una città. Purtroppo non ho mai avuto    Fioroni, Ugo Sposetti, Marcello Meroi.          Forse. Non potranno mai assistere più
l’occasione di conoscere Nello Celestini,   Ma anche con gli imprenditori Massimo           persone di quante ne accorrono ogni
ma mi sono talmente tanto abituato a        Natili e Socrate Sensi. Con Fiorino Ta-         anno? Sicuramente. Ma indipendente-
vederlo nelle foto che oramai mi sembra     gliaferri, vescovo di Viterbo.                  mente da ciò gioiamo del fatto che già
una persona che potrei incontrare per                                                       adesso sotto le Mini Macchine (pagine
strada da un giorno all’altro, e devo am-       Tante facce sono passate al suo co-         32, 34 e 36) stanno crescendo i facchini
mettere che mentre scansionavo il tutto     spetto, lui non è mai cambiato. Insomma         del futuro e, polemiche o no, la sera del 3
sono stato colto da qualche attimo di       a Viterbo già essere facchino è un vanto,       settembre è nostra.
commozione.                                 essere presidente vuol dire essere al ver-           Godiamocela, lasciamoci andare, pri-
                                            tice di un’istituzione che conta. Forse         ma che ce ne potremo accorgere i caval-
    I ritagli partono dal lontano 1969      proprio per questo la valigia di Nello Ce-      letti sorreggeranno la Macchina davanti al
con un articolo che a due anni di di-       lestini è testimonianza anche di attriti e      santuario e potremo ricominciare con la
stanza ancora parlava del fermo di Volo     di polemiche con ben 3 bozze dello              nostra vita… ma solo “dopo Santa Rosa”.

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                    5
Tutti d'un sentimento - La Fune
santa rosa   il sindaco

                                    arà una grande emozione. Lo so già. Perché la Macchina di Santa Rosa

                          S         è un’esplosione di emozioni. Un condensato di fede, commozione, eu-
                                    foria, pathos, gioia. Il cuore sembra esplodere da un momento all’al-
                          tro, il battito inizia ad aumentare già dal primo pomeriggio del 3 settembre.
                          Tutto questo accade ogni anno a tutti i viterbesi. Per un sindaco però è molto
                          di più. È tutto amplificato. Perché sai che stai rappresentando una città mera-
                          vigliosa, con una tradizione unica al mondo, riconosciuta patrimonio immate-
                          riale dell’umanità.
                                Non ho ancora vissuto il mio primo 3 settembre da sindaco. In passato ho
                          avuto modo di viverlo da vicino nel ruolo di assessore, ho vissuto tutti i vari mo-
                          menti che precedono il Trasporto. Dalle minimacchine alla solenne proces-
                          sione con il cuore di Santa Rosa il 2 settembre. Dal primo appuntamento dei
                          facchini con le autorità per iniziare il giro delle sette chiese, al ritiro dai frati
                          Cappuccini. Dal percorso a ritroso prima di dirigersi a San Sisto per la bene-
                          dizione in articulo mortis fino al primo “Sollevate e fermi” che dà il via ufficiale
                          al Trasporto.
                                Quest’anno sarà tutto diverso. Nell’intensità di ogni singolo sentimento.
                          Sarà un onore accompagnare la nostra Rosa per le vie della sua città insieme
                          ai suoi facchini. Ogni 3 settembre Viterbo mostra la sua parte migliore, quella
                          più autentica, quella che unisce in un unico sentimento un’intera comunità.
                          Un sentimento che custodiamo gelosamente nel nostro cuore per farlo uscire,
                          libero, nel momento in cui sentiamo quei comandi impartiti dal capofacchino,
                          o quella musica, ormai tanto familiare, che accompagna il viaggio di Rosa in
                          cima alla sua Macchina, mentre sospesa tra cielo e terra, sfiora balconi e pa-
                          lazzi. Quel sentimento che lasciamo esplodere davanti alla basilica, al comando
                          di “Santa Rosa fuori”, quando la Macchina viene posata sui cavalletti e i fac-
                          chini stanchi, provati dalla fatica, lanciano uno sguardo al cielo, sotto gli occhi
                          di chi li ha protetti per l’intero percorso.
                                Il 3 settembre è tutto questo e molto altro. Bisogna viverlo. La Macchina
                          di Santa Rosa va vissuta. In ogni suo momento. In ogni suo movimento. Nello
                          sguardo dei viterbesi che per ore e ore aspettano di vederla passare anche
                          solo per un attimo. Il Trasporto è emozione, è fede, è un atto d’amore verso la
                          nostra Patrona e la nostra città.
                                Buona Santa Rosa a tutti.

                                                                                     Giovanni Maria Arena
                                                                                         Sindaco di Viterbo

                                                                          DECARTA SETTEMBRE 2018
6
Tutti d'un sentimento - La Fune
Tutti d'un sentimento - La Fune
santa rosa   memoria
                       ERA IL LONTANO 1978 QUANDO L’INTUIZIONE
                       DI NELLO CELESTINI PRENDEVA CORPO

                       Quaranta anni
                       di Sodalizio,
                       ecco la valigia
                       che custodisce
                       lo spirito
                       di quei giorni
                       I Facchini vogliono festeggiare al meglio
                       l’importante ricorrenza.
                       Roberto Pomi

                                 na valigia! È venuta fuori in questi giorni d’estate, durante la sistema-

                       U         zione delle carte e del materiale di Funamboli. Qualche premio gior-
                                 nalistico, appunti di progetti, trascrizioni di interviste e una valigia.
                       Bella polverosa a dire la verità. L’avevamo dimenticata, travolti dalla quotidia-
                       nità della vita, in un mobiletto della redazione de La Fune. “È quella di Nello Ce-
                       lestini”.

                           Era un tardo pomeriggio di fine inverno del 2014. Pilastro, casa Celestini.
                       Tavolo della sala. Alla nostra sinistra i modelli delle Macchine di Santa Rosa con
                       davanti la miniatura del capofacchino. Un uomo anziano che parla. L’ammira-
                       zione nei nostri occhi. Evoca mondi lontani, tra storia e mito. Intesa, rispetto.
                       Quel signore vuole affidarci un compito: scrivere un libro su di lui. Meglio: gli
                       chiediamo noi di raccontarci di lui per scrivere un libro. Sappiamo che ci tiene,
                       che già ci hanno provato altri prima. Nessuno è mai arrivato al risultato. A oggi
                       nemmeno noi ma c’è quella valigia.

                                                                      DECARTA SETTEMBRE 2018
8
Tutti d'un sentimento - La Fune
Il Sodalizio dei Facchini
                                                                                       di Santa Rosa
      Ce l’ha data senza la minima esitazione. Nel febbraio 2015 la sua morte,
quell’insieme di tesori rimasto in redazione. In un angolo lontano dagli occhi,
chiamati a inseguire ogni giorno altro. A quaranta anni dalla nascita del Soda-
lizio è tornata a bussare alle nostre vite. Difficile pensare si tratti di un caso.
Nello vuole torni al suo posto, pensiamo. La decisione è di restituirla al figlio
Lorenzo.

      Dentro la storia del Sodalizio. Ci riuniamo per tornare ad aprirla. Acqui-
siamo digitalmente foto e articoli di giornale. Forse riusciremo a scriverlo quel
libro, caro Nello. Fioroni sindaco, Sposetti presidente della Provincia. Una Vi-
terbo ancora in bianco e nero. Correva l’anno 1978. Tiriamo fuori una lettera
scritta a mano dove Nello Celestini dice: “Vorrei ricordare al signor sindaco e
agli assessori che vogliamo al più presto l’approvazione del nostro statuto per
regolamentare il nostro Sodalizio. Diciamo pure che per svolgere la nostra at-
tività ci occorre una sede più idonea, considerato che la nostra attuale sede è
divisa al 50% con la circoscrizione di porta del Carmine. Non mi stancherò
mai di ripetere che sia esaudito un nostro desiderio, cioè di intestare una via
o piazza ai Facchini di Santa Rosa”.
      Chiude con un “Evviva Santa Rosa”.                                                        a sua nascita ha permesso di migliorare l’organizzazione dei

         corriamo le foto. Apriamo tanti mondi, tutti legati a una visione: il So-     L        compiti e delle responsabilità relativi al Trasporto e pro-

S
                                                                                                grammare organicamente l’attività annuale, finalizzata alla
         dalizio come casa delle tradizione del Trasporto. Visione di Nello e dei      preparazione delle festività in onore della Santa Patrona e alla cura
         suoi compagni di viaggio. Uomini che hanno difeso centimetro dopo             di tutti gli aspetti tecnici riguardanti il Trasporto vero e proprio, dato
centimetro l’idea di costruirla questa casa comune. Hanno pensato e agito.             che nell’arco di pochi anni, con l’introduzione di moderni sistemi di
Così è iniziato un cammino alimentato dalla convinzione dell’importanza di             costruzione, la Macchina ha raddoppiato peso e altezza, e aumen-
una divisa per i Facchini alla centralità della disciplina, passando sempre per        tato notevolmente il numero dei Facchini, e soprattutto, dal 1987,
la certezza che dovessero essere i Cavalieri di Rosa ad avere il manico del            il capitolato d’appalto della costruzione della macchine prevede che
Trasporto. Una realtà che ha preso forma passando anche attraverso scontri,            “il trasporto è affidato al Sodalizio facchini di Santa Rosa”.
lettere decise, contrapposizioni e richieste accorate. Così a mano a mano è
nato il Sodalizio.                                                                          La selezione dei nuovi facchini attraverso la prova di portata è
                                                                                       uno tra gli appuntamenti annuali più coinvolgenti per l’intera città.
      Dentro la valigia di Celestini c’è tutto: lo scambio di lettere con Socrate      Un’apposita commissione, composta dal Presidente del Sodalizio,
Sensi, gli appunti per la stesura del primo Statuto (con Celestini grato a Rosa-       dal Capo Facchino e dal resto del Consiglio Direttivo, si riunisce per
rio Scipio dell’apporto dato) fino alle dimissioni da primo presidente del Soda-       valutare le prestazioni dei veterani e dei giovani aspiranti e definire
lizio e capofacchino.                                                                  la formazione per il trasporto annuale.
                                                                                            Il Sodalizio inoltre, nel corso dell’anno dà vita ad attività interne
      Per quaranta anni il Sodalizio ha rappresentato il cuore e il custode dei fe-    volte a cementare lo spirito di gruppo e si occupa della partecipa-
steggiamenti in onore di Santa Rosa, essendo centrale per il momento più forte         zione alle manifestazioni pubbliche, promuovendo e collaborando a
e sentito dai viterbesi: il Trasporto della Macchina. Ha ricoperto un ruolo posi-      iniziative sociali e culturali di carattere cittadino. Il riconoscimento
tivo anche con le raccolte fondi con cui ha sostenuto associazioni e realtà im-        formale del Sodalizio come entità collettiva ha permesso di miglio-
portanti per il tessuto sociale della città di Viterbo. Ha rappresentato un punto      rare e regolamentare i rapporti tra Facchini, Comune e costruttore;
di riferimento e un punto d’onore per la città. Così come ha giocato un ruolo          è infatti divenuta indispensabile l’esigenza di lavorare alla realiz-
strategico nel percorso che ha portato la Macchina di Santa Rosa a essere ri-          zazione dell’evento attraverso principi di collaborazione reciproca e
conosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.                                   di comune interesse, sin dalla selezione dei bozzetti in concorso
                                                                                       per i nuovi modelli di Macchina ed alla decisione circa le eventuali
     Quest’estate i Facchini di Santa Rosa hanno pensato tanto ai quaranta             innovazioni e gli adattamenti da applicare.
anni dalla nascita del Sodalizio. Hanno lavorato per regalare a tutti qualcosa
di speciale e tenuto le bocche cucite. Così il Trasporto 2018 sembra destinato              Degne di attenzione sono le attività di gemellaggio con altre
a passare alla storia come segnato dal ricordo e dall’omaggio per quella in-           città che presentano tradizioni religiose e di folklore di particolare
tuizione importante di Nello Celestini e di chi era al suo fianco e per il tanto im-   interesse (Gubbio 1982, S. Marino 1987, Assisi 1988, Pisa 1989,
pegno e le energie spese da tutti i Facchini, quelli di ieri e quelli di oggi, nella   Nola 1990) e soprattutto l’iniziativa, attuata dal 1994 in collabora-
bellezza di quattro decenni.                                                           zione con il Comune di Viterbo, di aprire costantemente al pubblico
                                                                                       il Museo del Sodalizio Facchini di Santa Rosa presso la stessa sede
     Un Sodalizio che come esempio è anche faro degli importanti vivai nati in-        in via San Pellegrino.
torno alle mini macchine: Centro Storico, Pilastro e Santa Barbara. Luoghi dove
si costruisce il futuro della più importante festa viterbese.

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                                                    9
Tutti d'un sentimento - La Fune
santa rosa   i facchini

                          Tutti d’un
                          sentimento
                          Foto di Bruno Pagnanelli

                          S
                                   enza facchini di Santa Rosa non c’è Macchina, non c’è Trasporto,
                                   rimane ben poco di una tradizione e di un sentimento capace di
                                   attraversare i secoli e farsi nuovo ogni tre settembre. Rimane poca
                          cosa, o forse anche nulla, di questa storia di carne tutta viterbese capace
                          di incantare la gente, i papi e il mondo; portando a casa il 4 dicembre
                          2013 il titolo di Patrimonio dell’Umanità.

                                I facchini sono il motore umano della Macchina. Un patrimonio di di-
                          versità capaci di farsi “tutti d’un sentimento”; di accollarsi cinquanta quin-
                          tali di peso sul “groppone” del gruppo, di spingere verso un unico obiettivo.
                          Il Sodalizio è sotto moltissimi aspetti, forse quelli centrali, il perno della
                          festa e della devozione che si rinnova. Esempio per i viterbesi, stimolo per
                          i giovani e persone rispettate da tutti per lo sforzo, il sacrificio e la devo-
                          zione che permettono ogni anno il ripetersi del miracolo del Trasporto.
                          Tanto che avere un facchino in casa è una sorta di benedizione, un orgo-
                          glio. Così come essere amico di un facchino o più semplicemente anche
                          vicini di appartamento. Nei giorni intorno al tre settembre e soprattutto
                          “quella sera del tre” chi indossa la tradizionale divisa non è più solo sé
                          stesso. È simbolo, è spirito e sentimento di una città tutta. Diventa brac-
                          cia, gambe, sudore e cuore dei viterbesi. Viterbesi che dalle vie, piazze, fi-
                          nestre hanno nella gola e nell’anima un semplice e totale incitamento:
                          “Dateje”. Per i lettori viterbesi non c’è niente da spiegare, avranno già la
                          pelle d’oca. Per chi non lo fosse questo strano trisillabo può essere detta-
                          gliato meglio così: “Mettetecela tutta, siamo una cosa sola con voi. Spin-
                          gete sulle gambe, portate in alto la Macchina, fateci battere il cuore e
                          bagnare gli occhi. Possiamo vincere questa sfida tra l’uomo e il peso, per-
                          ché siamo uniti in Rosa e niente possiamo temere”.

                               Non si diventa facchini in un giorno e non lo si è solo per un giorno.
                          Abbiamo cercato di riassumere gli aspetti centrali di questa figura, di que-
                          sto ruolo, di questi uomini.

                                                                      DECARTA SETTEMBRE 2018
10
La selezione                                                                           Il capofacchino e le guide si distinguono perché indossano pantaloni
Si diventa facchino superando quella che viene detta “la prova di portata”.       neri e la fascia trasversale con i colori di Viterbo: giallo e blu. Diversi sono
Consiste nel portare sulle spalle una cassetta del peso di 150 chilogrammi,       i ruoli previsti all’interno della formazione ma tutti rivestono uguale im-
lungo un percorso di 90 metri. Percorso tracciato all'interno della ex chiesa     portanza e responsabilità per la sicurezza e la buona riuscita del Trasporto:
della Pace (vicino porta della Verità) e che segue il perimetro della navata      guide, ciuffi, spallette, stanghette, leve, cavalletti.
(circa 30 metri), ripetuto per tre volte. Ogni anno, a giugno, la prova deve
essere sostenuta sia dai veterani che dai nuovi aspiranti e la valuta-            LA GIORNATA DEL FACCHINO
zione dell’idoneità è di esclusiva responsabilità del capofacchino. Sempre
all’interno della ex chiesa della Pace si tiene, a poche settimane dal Tra-       La “vestizione”, il raduno e il “giro delle sette chiese”
sporto, una riunione per definire la formazione e assegnare i compiti con         In principio è il raduno. È la “porta d’ingresso” mentale al Trasporto. I fac-
la consegna delle tradizionali protezioni.                                        chini arrivano, nel primissimo pomeriggio, tutti con la divisa in perfetto or-
                                                                                  dine, i più tradizionalisti e residenti nel centro o nelle vicinanze uscendo
La divisa                                                                         di casa a piedi. Prima di questo momento d'incontro, nel privato delle case,
Tutti i facchini indossano una precisa divisa. Si compone di una camicia          si è consumato un altro importante rito: “la vestizione”. In genere è la
bianca a maniche lunghe arrotolate sopra i gomiti, pantaloni bianchi fer-         madre a vestire il facchino-figlio o se sposato la moglie. Si tratta di un
mati sotto le ginocchia (alla “zuava”), fascia rossa in vita, fazzoletto bianco   momento intimo, di grande raccoglimento e festa. Una commozione che
annodato alla corsara, scarponcini neri alti e calze bianche lunghe fin           nelle case dei cavalieri di Rosa si ripete ogni anno, dando il via al giorno
sopra il ginocchio. Prima della seconda guerra mondiale l’attuale fascia          più importante.
rossa della divisa dei facchini era sempre rossa, ma arricchita con delle              Al raduno i facchini ricevono il saluto delle autorità civili e religiose. È
bande colorate. Alle estremità inoltre erano poste delle frange di fili rossi,    il momento delle parole, dei discorsi, della prima carica. Poi la formazione
rosa e blu, annodati a mano.                                                      si schiera e si avvia per le vie della città dove si svolge il “giro delle sette

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                                               11
i facchini

chiese”. Il giro si conclude al santuario di Santa Rosa dove i facchini sfi-
lano lentamente davanti alla grata che protegge l’urna con il corpo della
santa, soffermandosi in preghiera.

Il ritiro
Altro momento forte e centrale nella preparazione è il ritiro. Terminato il
giro delle sette chiese i facchini si spostano nel boschetto del convento dei
Cappuccini a San Crispino per riposare e intrattenersi con le proprie fa-
miglie. Quando si avvicina l’ora del Trasporto i facchini si raccolgono in si-
lenzio attorno al capofacchino, che li saluta e li incita a dare il meglio di
sé con entusiasmo, per la santa e per la città.
      Concluso questo momento importante di raccoglimento la formazione
si avvia verso la chiesa di Santa Rosa. Quando i facchini passano davanti
al sagrato ripetono la bella tradizione del saluto ai propri familiari, lì rac-
colti, alzando ciuffi e spallette. Quindi, percorrendo il percorso al contra-
rio, sfilano abbracciati verso la Macchina. Lungo il percorso ricevono gli
applausi e l’incoraggiamento della folla presente in attesa del passaggio
della Macchina.

Verso la “mossa”
Arrivati a piazza del Comune c’è l’incontro con il sindaco e le autorità pre-
senti, che entrano nel corteo precedendoli nell’arrivo a San Sisto. Appena
le prime file dei facchini arrivano a piazza Fontana Grande la Macchina,
fino a quel momento oscurata dal buio, viene improvvisamente illuminata,
come ad accoglierli. Giunta a San Sisto la formazione entra nella chiesa
dove i facchini si raccolgono in preghiera. Un fiume di fazzoletti bianchi che
riempie le navate, forse una delle immagini più dense e suggestive del-
l'intera festa. Il vescovo impartisce la benedizione “in articulo mortis”. La
benedizione viene quindi ripetuta anche all’esterno, con tutti gli uomini in
ginocchio ai piedi della Macchina. Quindi il costruttore consegna ufficial-
mente la Macchina nelle mani del primo cittadino, che affida il Trasporto
al capofacchino.

Il “sollevate e fermi”
Ora è tutto pronto. Al centro è il capofacchino con la sua voce. È tutto un
incontrarsi di occhi, un attivarsi di movimenti precisi. Il capofacchino com-
pone la formazione sotto la Macchina. Parte dalle stanghette posteriori e
va avanti. Tutte le luci vengono spente, silenzio. Poi una voce squarcia il
buio, squarcia il silenzio: “Siamo tutti d’un sentimento?”. Il “sì” esplode da
sotto la base della Macchina.
     Arriva una sequenza di comandi; “Sotto col ciuffo e fermi!”. “Fermi!”.
“Facchini di Santa Rosa, sollevate e fermi!”. Questa è la “mossa”. L’impeto
dei facchini è tale che la Macchina balza verso l’alto di colpo, come a
prendere vita. Sembra ricadere verso il basso, assestarsi sulle schiene e
le spalle. Tutto è pronto: “Per Santa Rosa, avanti!”.
     Quindi tutte le tappe fino alla salita del Santuario, la posa della Mac-
china e gli abbracci.

                                                                                  DECARTA SETTEMBRE 2018
 12
settembre                               pubblicità
INTERVISTA AL COSTRUTTORE SERGIO SAGGINI, CHE HA RIVOLUZIONATO L'EDILIZIA VITERBESE

“Costruiamo case
pensate per la salute
e il comfort
di chi ci abita”
Viaggio tra CasaClima e protocollo Itaca,
con risparmi in bolletta incredibili.

     l successo di un’azienda è nella sua mentalità.        sificazione nazionale è possibile raggiungere una          Avete altri caratteri competitivi?

I    Conferma la regola la Saggini Costruzioni. “La
     casa è un investimento per la vita”, da questo
punto fermo sono nate abitazioni che rappresen-
                                                            classe energetica alta anche solo grazie all’inseri-
                                                            mento di fonti energetiche rinnovabili. In pratica
                                                            basta fare una casa con un isolamento medio e
                                                                                                                       “Sicuramente anche la questione acustica è un no-
                                                                                                                       stro tratto distintivo. Quando abbiamo realizzato gli
                                                                                                                       appartamenti di via Polidori abbiamo introdotto no-
tano un vero e proprio status symbol nel capoluogo          mettere fotovoltaico, pompa di calore e strumenti          vità importanti. Quelle case hanno un isolamento
della Tuscia. Realtà solida che è riuscita a triplicare     premianti dal punto di vista energetico come bilan-        acustico venti volte sopra al minimo di legge.
la propria crescita in tempi di crisi, con numeri im-       cio e arrivo ad avere una casa in classe A4.                     A Santa Barbara siamo andati anche oltre. Ed è
portanti anche in termini di posti di lavoro. Apparta-            Nelle nostre invece il risultato si basa sull’iso-   un qualcosa di molto importante dal punto di vista
menti di design dove i dati statistici raccolti su quelli   lamento, su come è costruita. Non consuma poco             del comfort. Nelle case comuni, che rispettano na-
già venduti e abitati da almeno un anno dicono che          perché c’è il fotovoltaico, perché c’è la pompa di         turalmente il limite minimo di isolamento, se la vi-
il costo medio annuale del riscaldamento è intorno          calore o altro. Consuma poco perché non disperde.          cina sente molto forte la televisione il suono ti arriva.
ai 120 euro e quello per il raffrescamento si aggira        Questa è un’evoluzione non da poco e un fattore            Da noi non si sente nemmeno se uno sta suonando
sui 30. Parliamo di case realizzate utilizzando sol-        competitivo forte.                                         il pianoforte. È un discorso di qualità della vita”.
tanto materiali innovativi e non nocivi per la salute,            Una casa di Saggini Costruzioni consuma poco
progettate al fine di garantire il risparmio energe-        con qualsiasi tipo di riscaldamento o raffrescamento       Quanto costruite pensando anche alla salute di
tico, l’isolamento acustico e con sistemi di gestione       utilizzato. È diverso dal consumare un valore medio        chi andrà ad abitare nelle vostre case?
aria e acqua che garantiscono il massimo comfort.           alto di una cosa che costa poco o è rinnovabile. La        “Uno dei nostri obiettivi è tutelare al massimo la sa-
Tutto con certificazione CasaClima e costruito nel          norma misura il bilancio, quindi l’impatto sull’am-        lute, utilizzando materiali all’avanguardia. La nostra
rispetto del nuovo protocollo regionale Itaca. Ab-          biente. Non il consumo. Un’abitazione in classe            casa, a differenza delle altre, è certifica dal proto-
biamo incontrato Sergio Saggini.                            energetica alta ma non ben isolata d’inverno spende        collo Itaca regionale di sostenibilità. Garantiamo al
                                                            per il riscaldamento, poi magari recupera in estate.       cliente l’assenza di materiali nocivi, di formaldeide,
In cosa si distingue la Saggini Costruzione, per-           In realtà non sono case che consumano poco ma la           di tutte quelle sostanze che siamo abituati a respi-
ché le vostre case sono diverse da quello che               cui orma sull’ambiente è minore rispetto a quelle di       rare perché prodotti da vernice, colle e da mobili e
c’è sul mercato del nuovo?                                  prima.                                                     riconosciute come cancerogene con esposizione a
“Le nostre sono le uniche certificate dall’agenzia                La nostra è invece proprio una casa a basso          grande quantità e per lungo tempo. Utilizziamo pan-
CasaClima. Questo non significa naturalmente che            consumo. Se il fotovoltaico si rompe, non c’è pro-         nelli con tecnologia active air, che assorbono e neu-
siamo gli unici a mettere sul mercato appartamenti          blema, se aumenta il costo dell’energia impiegata il       tralizzano fino all’80% della formaldeide. È prezioso
di classe energetica alta. Però una differenza im-          consumo è sempre basso. Il nostro è un cappotto            perché anche se faccio una casa senza formaldeide
portante rimane. Sta nel fatto che secondo la clas-         pesante che ti sei messo, quindi non disperdi”.            questa è contenuta in tanti mobili”.

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                                                           13
santa rosa                              intervista
TAPPA DOPO TAPPA TUTTE LE EMOZIONI CHE IL TRASPORTO È IN GRADO DI REGALARE

Sul percorso della Macchina
con Massimo Mecarini
Il tragitto da San Sisto alla basilica della patrona raccontato dal presidente del Sodalizio.
Roberto Pomi

Piazza San Sisto / Porta Romana – La partenza              a sé i capitesta e lo spaccallarme, l’uomo al centro      dei confetti. Molte autorità visitano la Macchina da
                                                           della base, e vuole avere informazioni su come pro-       vicino, poi si parte.
“Qui è possibile assistere alla trasformazione dei         cede sotto. In sostanza chiama gli uomini più esperti          Quando arrivo qui mi capita spesso che la
volti. Prima sorridenti e gioiosi poi, quando si entra     del Trasporto e ne raccoglie gli umori e informazioni.    mente torni al 27 maggio del 1984. Affacciato da
nella chiesa di San Sisto, c’è il cambio totale. Tutti i   Si verifica anche se tutte le stanghette sono messe       palazzo dei Priori un ospite davvero speciale: Gio-
Facchini sanno quello che vanno ad affrontare da           bene. Se qualcuna è bassa si procede ad alzarla di        vanni Paolo II. Era l’anno della visita pastorale e del
questo momento. Sono minuti pieni di pathos, si ta-        qualche centimetro.                                       Trasporto speciale in onore del papa.
glia l’emozione con il coltello in questo luogo.                In questo punto c’è un pezzo complicato, con la           Fece uno strappo al protocollo e scese per sa-
      C’è una prima benedizione in articulo mortis tra     curva e il passaggio radente ai barbacane della fon-      lutarci tutti, uno per uno. Bellissimo trovarsi il pon-
le mura in peperino della chiesa. Viene ripetuta al-       tana. È importantissima questa manovra, che è ne-         tefice davanti e ognuno di noi conserva gelosa-
l’uscita, con i cavalieri di Rosa in ginocchio davanti     cessario eseguire al millimetro.                          mente la foto mentre stringe la mano al papa, oggi
alla Macchina. Quindi si rispetta un preciso proto-             Quando arrivo qui provo quello che prova il ca-      santo.
collo. Il costruttore affida la Macchina al sindaco,       pofacchino. Se lo vedo tranquillo, se i facchini sono          Siamo quasi a metà percorso. C’è davanti un
che a sua volta la consegna al Sodalizio. Ora il Tra-      tranquilli anche io lo sono. In questa piazza l’impatto   tratto impegnativo, con strade strette: il Corso. Lì la
sporto è nelle mani del capofacchino, non si gioca         con la gente è forte. Veniamo dal bagno di folla ri-      formazione passa da 113 a 91 elementi, poi il “den-
più. Il capofacchino chiama in base all’ordine di po-      cevuto durante il percorso a ritroso da Santa Rosa        tro le teste” delle spallette e ancora più peso che
sizionamento sotto la Macchina. Quindi esorta al-          a San Sisto ma gli arrivi con la Macchina vengono         cade su ciuffi e stanghette. L’imperativo è non mol-
l’unità con la domanda: “Siamo tutti d’un                  accolti tradizionalmente con grande entusiasmo.           lare ed essere sempre attenti”.
sentimento?”. La risposta è un boato di sì. “Sotto         Quel giorno siamo tutti Facchini ed è vero. Noi sen-
col ciuffo e fermi”, “Sollevate e fermi”, “Santa Rosa      tiamo molto la partecipazione della gente, come se
avanti”. Questi i comandi.                                 ci fosse un uomo in più. L’aiuto della gente, la par-
      Quando sono qui mi vengono alla mente 32             tecipazione di gioia ed entusiasmo è importantis-         Piazza delle Erbe – Terza fermata
anni passati sotto come Facchino. Come presidente          sima per la buona riuscita del tutto”.
del Sodalizio sono tante le cose a cui pensare:                                                                      “Ricordo quando si andava dritti fino al Suffragio,
quello che è stato fatto e quello che c’è da fare. Alla                                                              senza questa tappa. La fermata di piazza delle Erbe,
“mossa” però ci si concentra solo sul Trasporto e                                                                    forse in molti non lo sanno, è stata istituita nella se-
ogni volta l’emozione è fortissima. Ci si affida a         Piazza del Comune – Seconda fermata                       conda metà degli anni Ottanta. Prima non c’era. Ed
Santa Rosa e ai Facchini affinché tutto vada bene”.                                                                  era una bella fatica attraversare praticamente tutta
                                                           “Qui succede una cosa molto bella: la girata. Si          via Roma e metà corso Italia senza prendere fiato.
                                                           tratta di una manovra importante e faticosa per i         Non finiva mai.
                                                           Facchini, che si vedono spostare il peso da una                Siamo in una piazza calda, tanti vengono dal
Piazza Fontana Grande – Prima fermata                      parte all’altra. Una volta posata la Macchina si sale     pomeriggio o addirittura dalla mattina per prendere
                                                           in Prefettura per l’incontro con le autorità.             posto e si respira davvero un bel clima di festa.
“Ci troviamo a una sosta importantissima, la prima.             Quella di piazza del Comune è una sosta lunga,       Quando arriviamo a superare via Roma la gente si
Qui è importante raccogliere i primi riscontri di          qualcuno dice anche troppo. Abbiamo il brindisi con       fa sentire, ci regalano forti emozioni.
come risponde la Macchina. Il capofacchino chiama          il prefetto e le personalità presenti e la consegna            Da questo momento in poi entriamo in una fase

                                                                                                                                        DECARTA SETTEMBRE 2018
 14
delicata del percorso. Ci affidiamo tutti al capofacchino e all'esperienza delle
guide. Solo la fiducia in loro dà a tutti il coraggio”.

Suffragio – Quarta fermata

“È successo diverse volte di strusciare nel passaggio stretto del Corso ma non
si verifica più da diversi anni. Il Suffragio, dal nome della chiesa, è un bel punto.
C’è una tradizione importante: acqua e vermut offerta dal negozio Bizzarri. Un
appuntamento importante della tradizione e un bel corroborante. Anche qui,
sempre lo storico negozio, ci offre i confetti. A questo punto i Facchini sono
consapevoli di quanto è stato fatto e di cosa c’è da fare ancora.
     Sul Corso la voce del capofacchino è la guida. Da ciuffo vedi solo la
schiena davanti a te. Dopo qualche anno inizi ad avere qualche punto di rife-
rimento. La voce del capofacchino sono i tuoi occhi. Sentirsi comandati da
voce ferma e sicura è fondamentale”.

Piazza del Teatro – Quinta fermata

“Siamo in un punto dove succedono tante cose. Si tratta dell’ultima fermata
prima dell’arrivo oppure se si va in via Marconi abbiamo una doppia fermata.
Qui la Macchina arriva, fa un quarto di giro e si posiziona per essere portata
alla basilica. Vengono predisposte le corde, con i loro Facchini. Ragazzi fino a
quel momento impegnati nel prezioso cordone ma ora è il loro turno. La Mac-
china sulla salita la portano corde e leve e i ciuffi sotto fanno le ruote.
     Il capofacchino chiama a raccolta le leve e le corde, chiede il massimo e
potete scommetere che tutti daranno il meglio. La sosta del Teatro è lunga.
Una volta che tutto è pronto i Facchini alle corde vanno al loro posto, le leve
sono dietro pronte. Viene invertita la formazione. I più bassi vanno per primi e
i ciuffi di prima fila per ultimi. Chi parte per primo arriva per ultimo. Il capo-
facchino ripete l’incoraggiamento: “Siete tutti d’un sentimento?”. Incassa il sì
deciso e dà i comandi. Le corde non tirano da subito, lo stesso le leve. A un
quarto della salita, 11% di pendenza, si attivano. Quando vanno la Macchina
sale velocissima, fino a quando corde non mollano e allora si inchioda. Pronta
per la girata. Quaranta ragazzi sono alle corde, venti spingono con le leve. Il
passo è veloce e ci consente di prendere la salita senza incertezze e nella ma-
niera giusta”.

Sagrato di Santa Rosa - Arrivo

“Gioia, tripudio, incontro con i familiari, malinconia per la fine della festa. Do-
vrai aspettare un anno per avere le stesse emozioni. Quando le corde mollano
la Macchina quasi si ferma. E si predispone con Santa Rosa che guarda la sua
casa. Il capofacchino fatte le necessarie verifiche dà il comando: “Lasciate
adagio”. Dice ai facchini di respirare e godersi quel momento poi “Santa rosa
fuori!” ed è festa. Una grande gioia. Trascorsi quei dieci minuti di saluti e ab-
bracci che seguono piano piano ci si avvia verso la chiesa della Pace per il
tradizionale rinfresco.
      Come diceva il grande Nello “La Macchina non è un giocarello”. Alta trenta
metri, sei tonnellate di peso, va maneggiata con molta attenzione e cautela e
sempre le sorprese possono essere dietro l’angolo. Arrivati al sagrato abbiamo
il sollievo del capofacchino, del presidente, del consiglio del Sodalizio e natu-
ralmente dell’amministrazione comunale. La Macchina è arrivata a casa, Santa
Rosa è a casa e siamo contenti di aver realizzato, ancora una volta, un’im-
presa inverosimile.
      Una volta che la Macchina è stata posata cerco gli occhi dei miei compa-
gni: prima il capofacchino e poi gli altri. Quindi i miei familiari e andiamo a
piazza del Teatro dove attende il resto della parentela per andare insieme verso
la chiesa della Pace”.

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                        15
santa rosa                             il 3 settembre

Sale l’emozione,
a voi il “Giro
delle sette chiese”
Così i Facchini prendono la carica
per affrontare al meglio la sera.

LEGENDA                                                  raccoglimento, scandito dalle note del Silenzio, suo-        mazione “svolta” su via S. Rosa dove si vive un mo-
                                                         nato dal solista della Banda di Vejano.                      mento di grande emozione, quando i Facchini salu-
                                                                                                                      tano parenti ed amici, seduti sugli scalini del
IL GIRO DEI FACCHINI                                     7) Piazza Maria SS. Liberatrice (o della Trinità)            Santuario, sollevando in alto i “ciuffi” e le “spal-
                                                         Dopo aver ascoltato le preghiere del Priore agosti-          lette”. Dalle ore 20,15 viene percorso a ritroso tutto
      Le tappe                                           niano, tutti gli uomini del Sodalizio intonano “mira il      l’itinerario dell’imminente Trasporto, tra gli applausi
                                                         tuo popolo…”, in onore della Madonna Liberatrice,            di una folla commossa ed ammirata.
1) Piazza S. Lorenzo e Palazzo Papale                    che ha assunto a Viterbo, fin dal Medioevo, una fun-
La giornata “inizia” per i Facchini di Santa Rosa alle   zione di protettrice civica della comunità.                  13) Piazza S. Sisto (ore 20,30)
ore 14. Dopo la rituale foto di gruppo e una breve vi-                                                                All’interno dell’omonima chiesa, il Vescovo di Viterbo
sita al Duomo, al ritmo delle note della banda mu-       8) Piazza S. Francesco                                       impartisce la benedizione “in articulo mortis” ai
sicale di Vejano inizia, per i protagonisti del 3        All’interno della chiesa dedicata al poverello d’As-         Facchini. La medesima cerimonia sarà ripetuta poco
settembre, il tradizionale “Giro delle sette chiese”.    sisi, i Facchini rinnovano il patto d’amore verso            dopo all’aperto e ai piedi della Macchina di Santa
                                                         Santa Rosa, che proprio da San Francesco trasse              Rosa, con tutti gli uomini del Sodalizio in ginocchio
2) Piazza della Morte                                    l’ispirazione cristiana e la propria regola di vita.         e la folla stipata nella piazza in religioso silenzio.
Percorrendo via S. Lorenzo i Facchini giungono in
questa piazza, dove rendono omaggio a Santa Gia-         9) Largo Facchini di S. Rosa                                 (ore 21,00)
cinta Marescotti, il cui corpo mummificato è custo-      Nel Santuario dedicato a Rosa, tutto il Sodalizio            Indirizzo di saluto della autorità. Il costruttore “con-
dito dalle monache di clausura presso il monastero       rende omaggio al corpo incorrotto della Santa rice-          segna” ufficialmente la Macchina di Santa Rosa
di S. Bernardino. Dalle suore, ogni Facchino riceve      vendo, ciascun Facchino, dalle suore Alcantarine,            nelle mani del Sindaco, il quale affida il trasporto al
una foglia, a ricordo di quelle di pungitopo, pianta     una piccola immagine benedetta, poi ascolta le               Sodalizio, tramite il Capofacchino.
con la quale la Santa terziaria si flagellava.           esortazioni religiose del Vescovo.

3) Piazza S. Maria Nuova                                 10) Convento dei Padri Cappuccini
Visita alla chiesa omonima, tra le più antiche di Vi-    Dalle 17,30 e fino alle 19 i Facchini, insieme ai fa-
terbo, eretta intorno al 1100 in un sobrio stile ro-     miliari si recano presso il giardino del convento, per
manico.                                                  un breve periodo di relax. In un clima di serena ami-
                                                         cizia viene poi consumata una piccola merenda-                 IL TRASPORTO
4) Piazza del Plebiscito                                 cena. Intorno alle 19, salutati i parenti, i Facchini
Visita alla chiesa di S. Angelo in Spatha. La chiesa     ascoltano le ultime raccomandazioni tecniche e gli
chiude uno dei lati di piazza del Plebiscito su cui,     incoraggiamenti del Presidente del Sodalizio e del                  Percorso della Macchina
dal XIII secolo si affacciano le principali sedi ammi-   Capo Facchino e le sue ultime indicazioni per il tra-
nistrative: i rintocchi della campana della chiesa       sporto. Poi i Facchini si inquadrano in formazione,                 Le soste
richiamavano al raduno i membri del Consiglio co-        per raggiungere la vicina porta della Verità.
munale.                                                                                                                 P) Piazza S. Sisto
                                                         11) Via Mazzini                                                1) Piazza Fontana Grande
5) Piazza della Repubblica                               Entrando da porta della Verità, intorno alle 20, tutti gli     2) Piazza del Plebiscito
Breve sosta al monumento al Facchino, opera scul-        uomini del Sodalizio rendono un doveroso e sentito             3) Piazza delle Erbe
torea del maestro Alessio Paternesi.                     omaggio alla chiesa di S. Maria in Poggio, luogo della         4) Chiesa del Suffragio
                                                         prima sepoltura, nella nuda terra, di Santa Rosa.              5) Piazza Verdi
6) Piazza del Sacrario                                                                                                  A) Largo Facchini di S. Rosa
Omaggio al sacello dei Caduti delle guerre mondiali.     12) Largo Facchini di S. Rosa
Deposizione di una corona d’alloro e momento di          Sempre al ritmo di “Quella sera del 3” tutta la for-

                                                                                                                                         DECARTA SETTEMBRE 2018
 16
8

                                                                 5        12
                                                                                    9

                                                                     11
                                             5
       7                     6
                                                                                             10
                                                     4

                                                 3

                                         4
                                     2

       1
                                 3
                                                             1
                                                                               13
                         2

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                        17
santa rosa   la macchina

I numeri
di Gloria

                           28
                                        metri d’altezza dalle spalle
                                        dei facchini e 50 quintali di
                                        peso, queste le dimensioni di
                           Gloria. Il progetto è dell’architetto Raf-
                           faele Ascenzi, mentre la Edilnolo ne ha
                           curato la costruzione e ora l’assemblag-
                           gio.

                           La base
                           A sorreggere il fusto della Macchina
                           delle grandi statue molto particolari.
                           Raffigurano un facchino ancestrale, mi-
                           tico e senza tempo. Questo l’omaggio di
                           Raffaele Ascenzi ai portatori del “cam-
                           panile che cammina”. Una figura sugge-
                           stiva e un simbolo denso di significati.
                           L’omaggio del disegnatore, che già ha re-
                           galato alla città di Viterbo una Macchina
                           importante come Ali di luce, a chi ha se-
                           gnato sulle proprie spalle la storia di Vi-
                           terbo.

                           Il fusto
                           Le linee sono ispirate al reliquario che
                           contiene il cuore di Santa Rosa. Ne ri-
                           prende la pianta triangolare e le forme.
                           Lo donò papa Pio XI alle suore clarisse
                           ed è un pezzo importante della tradi-
                           zione, che i facchini portano per le vie
                           della città durante la processione del 2
                           settembre

                           La statua della Santa
                           In cima alla mole è posta la statua della
                           patrona. Da sottolineare i tratti del viso
                           da bambina.

                                         DECARTA SETTEMBRE 2018
18
Macchine nella storia recente
                                                                               VOLO D’ANGELI (1967-1978)
                                                                               di Giuseppe Zucchi

                                                                               Trenta metri di altezza e capace di unire in una
                                                                               mirabile sintesi costruttiva tutte le caratteristiche
                                                                               architettoniche della città. È una delle Macchine
                                                                               più care ai viterbesi.

                                                                               SPIRALE DI FEDE (1979-1985)
                                                                               di Maria Antonietta Palazzetti Valeri

                                                                               Prima Macchina di Santa Rosa progettata da una
                                                                               donna: Maria Antonietta Palazzetti Valeri.
                                                                               Ebbe l’onore di due trasporti eccezionali:
                                                                               nel 1983 per i 750 anni dalla nascita di Rosa
                                                                               e nel 1984 per la visita di Giovanni Paolo II.

                                                                               ARMONIA CELESTE (1986-1990)
                                                                               di Roberto Joppolo

                                                                               Una summa dei principali monumenti viterbesi,
                                                                               sormontati da una allegoria di angeli ascendenti
                                                                               al cielo. Durante il suo primo trasporto rischiò
Le preghiere dei viterbesi dentro                                              di cadere sulla folla a Santa Rosa, i pericoli
le vasche                                                                      vennero scongiurati grazie allo sforzo dei facchini.
Le vasche di fontana sotto alle guglie go-
tiche sono state pensate come a dei con-                                       SINFONIA D’ARCHI (1991-1997)
tenitori. All’interno le lettere e i bi-                                       di Angelo Russo
gliettini che i viterbesi scrivono durante
l’anno alle suore di Santa Rosa. Si tratta                                     Il suo modello sarà ricordato come uno dei più
di richieste, di preghiere, di voti. Sono i                                    originali, avendo avuto il merito di distaccarsi
pensieri d’amore e d’aiuto che i viterbesi                                     dai consueti canoni di costruzione e coniugando
rivolgono alla patrona. Un elemento                                            in una mirabile sintesi artistica archi, scale
                                                                               e profferli viterbesi.
pensato dall’ideatore Raffaele Ascenzi
per rendere il trasporto più vivo e avvici-
nare sempre più la Macchina alle per-                                          UNA ROSA PER IL DUEMILA -
sone, che è la cosa più importante.                                            Tertio Millennio Adveniente (1998-2002)
                                                                               di Marco Andreoli, Giovanni Cesarini,
Pesante all’occhio                                                             Lucio Cappabianca
Ascenzi, oltre a essere l’ideatore di una
                                                                               Una slanciata ed elegante struttura che ripercorre
precedente Macchina, è stato anche fac-                                        architettonicamente la storia del territorio, oltre
chino di Santa Rosa. Conosce dunque                                            i trenta metri di altezza.
bene che tipo di Macchina vuole portare
un facchino. Una struttura imponente,
che deve sembrare importabile. Deve                                            ALI DI LUCE (2003-2008)
apparire di un peso incalcolabile.                                             di Raffaele Ascenzi

                                                                               Introduce, con grande originalità, un movimento
Il perché del nome                                                             meccanico di alcune parti della struttura che –
Gloria come “Gloria in Excelsis Deo”,                                          durante le soste – si aprono a guisa di luminosi
una musica bellissima scritta da Vivaldi                                       petali di fiori.
e che ha ispirato il lavoro di progetta-
zione dell’architetto e del suo team di la-
voro. Lo stesso Ascenzi nel giorno della                                       FIORE DEL CIELO (2009 – 2014)
vittoria del suo bozzetto ha dichiarato:                                       di Arturo Vittori
“L’abbiamo chiamata Gloria perché ce-                                          È la Macchina con cui si arriva al riconoscimento
lebra i tanti trasporti gloriosi che si sono                                   del titolo dell’Unesco nel 2014 e che ha avuto
succeduti nei secoli. Tutti per portare in                                     in sorte la trasferta milanese a Expo 2015.
trionfo la patrona tra le vie della città”.                                    Introduce ulteriori elementi tecnologici.

DECARTA SETTEMBRE 2018
                                                                                                                                       19
santa rosa                              curiosità

Piccola storia
della pesata
della Macchina
Cesare Rutili

          li anni dal 1986 al 1990 sono gli anni della          Molti dei “ciuffi” (i facchini che si trovano pro-      satura. Nel 1990 assunsi l’incarico di Comandante

G         macchina denominata Armonia Celeste,
          progettata dall’artista Roberto Joppolo e
appaltata dall’imprenditore viterbese Socrate Sen-
                                                           prio sotto la macchina) furono portati immediata-
                                                           mente al pronto soccorso dell’Ospedale di Viterbo
                                                           con ecchimosi sulle spalle ed alcuni addirittura con
                                                                                                                        del Reparto Servizi Generali e, non facendo più parte
                                                                                                                        dello staff tecnico del reparto, fui sostituito dal te-
                                                                                                                        nente colonnello Ugo Pizzotti, allora comandante
si. Il primo trasporto di questa macchina fu un di-        qualche osso rotto.                                          del 1° Gruppo Squadroni Riparazioni.
sastro e si rischiò addirittura la tragedia.                    Ovviamente, trattandosi dell’evento più impor-
      Fino ad allora si utilizzava una struttura por-      tante della città, si scatenarono polemiche veleno-                    el 1991 fu la volta di una nuova macchina:
tante in acciaio molto pesante e la parte esterna
della macchina, comprese le figure, veniva realiz-
zata in cartapesta. Di conseguenza il peso totale
                                                           sissime sul reale peso della macchina e della
                                                           relativa distribuzione. Polemiche che si protrassero
                                                           per l’intero anno successivo.
                                                                                                                        N         Sinfonia d’Archi. Questa fu una macchina
                                                                                                                                  totalmente diversa ed innovativa rispetto a
                                                                                                                        tutte le precedenti, non solo sotto il profilo estetico,
della macchina era molto elevato (successivamente,              Nel 1987, non volendo ripetere la stessa brut-          ma soprattutto sotto quello tecnologico.
pesando le varie parti, risultò addirittura di oltre 70    tissima esperienza, qualcuno fece presente agli or-               Infatti si abbandonò la vecchia e pesante strut-
quintali). Inoltre la macchina era molto più alta del      gani responsabili che a Viterbo esisteva un’attrezza-        tura portante in acciaio, sostituendola con una strut-
solito (34 metri) e, quel che era più grave, risultò       tura elettronica per la pesatura degli elicotteri            tura realizzata in lega leggera.
molto sbilanciata sul piano orizzontale, dove veniva       CH47C “Chinook”, che si sarebbe potuta adattare                   Anche per la parte estetica, per la prima volta,
sollevata dai facchini.                                    alla pesatura della macchina. Durante il periodo             si utilizzò la fibra di vetro al posto della cartapesta.
      A tutto questo va aggiunto che l’appaltatore,        estivo il Comune di Viterbo inviò una richiesta al                Poiché la macchina era nuova e molto partico-
Socrate Sensi, volle personalmente condurre il tra-        Centro Aviazione dell’Esercito che immediatamente            lare nei materiali utilizzati, il costruttore, Battaglioni,
sporto dando lui stesso i comandi. L’inesperienza e        la girò al Comando del 4° RRALE, detentore ed uti-           chiese di effettuare una pesata preventiva per veri-
l’incompetenza contribuirono non poco a peggio-            lizzatore dell’attrezzatura.                                 ficarne le condizioni. Organizzai e coordinai la pe-
rare la già drammatica situazione. Infatti la mac-              Il capitano Rodolfo Mazzolini fu designato per          sata, insieme ad esperti sottufficiali del 4° RRALE,
china raggiunse a fatica piazza Verdi e molti facchini     lo studio di fattibilità. L’ufficiale disegnò e fece alle-   presso l’Officina Battaglioni, al Poggino, nella mat-
non volevano percorrere l’ultimo tratto, quello che        stire presso le officine dei Fratelli Rocchetti di Vi-       tina del 29 giugno 1991 con esiti molto incorag-
porta al Santuario di S. Rosa, che, come noto, è in        terbo le piastre ed i supporti necessari per                 gianti. Il successivo 2 settembre, come ormai era
salita e si fa di corsa. Il cuore e la passione dei più    posizionare i martinetti idraulici sotto la macchina         diventata tradizione, fu effettuata la pesata ufficiale,
ebbero la meglio e si affrontò l’ultimo tratto come        ed effettuarne la pesata.                                    sempre sotto il mio comando e responsabilità.
una sfida.                                                                                                                   Da sottolineare che in quel giorno tirava un
      Nei racconti di chi c’era, si narra che la mac-              a prima pesata della Macchina di Santa Rosa          forte vento (raffiche fino a 27 nodi sul campo di
china durante la salita era pericolosamente incli-
nata all’indietro e, all’arrivo, ondeggiò più volte
scatenando il panico tra le autorità e i parenti dei
                                                           L       fu effettuata il 2 settembre 1987 da una
                                                                   squadra di sottufficiali specialisti del 4°
                                                           RRALE agli ordini del capitano Mazzolini.
                                                                                                                        volo) che faceva ballare la macchina ed anche i di-
                                                                                                                        splay della bilancia elettronica. Fu quindi effettuata
                                                                                                                        una foto con una Polaroid in una momento di calma
facchini, tradizionalmente in attesa sul sagrato della          La macchina risultò decisamente più leggera             di vento e vennero assunti per ufficiali i dati rilevati
basilica, che si rifugiarono terrorizzati dentro la        dell’anno prima per alcune modifiche apportate dal           dalla foto.
chiesa. Solo il coraggio dei facchini e l’iniziativa del   costruttore, anche se restava ancora molto sbilan-                Alla fine del 1991 fui trasferito in Libano presso
capofacchino, Nello Celestini, che assunse il co-          ciata sul piano di sollevamento.                             Unifil e il capitano Mazzolini, ritornato dal Marocco,
mando delle operazioni strappandolo di mano ad un               Nel 1988 il capitano Mazzolini fu trasferito a          riprese ad effettuare, dall’anno successivo, la pe-
Sensi rimasto atterrito ed ammutolito, riuscì abil-        Rabat, in Marocco, con la delegazione addestrativa           sata della macchina di Santa Rosa, ormai diventata
mente a stabilizzare la macchina ed a farla posare         dell’Aviazione dell’Esercito e quindi subentrai al suo       una tradizione nella tradizione del trasporto stesso.
sui cavalletti senza provocare una tragedia.               posto, con grado di Maggiore, nel compito della pe-

                                                                                                                                            DECARTA SETTEMBRE 2018
 20
Puoi anche leggere