RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - mercoledì 26 febbraio 2020
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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – mercoledì 26 febbraio 2020 (Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2) Pacchetto di misure forti per le imprese. Sospese le rate dei mutui e cassa per gli operai (M. Veneto) «Mondo economico in ginocchio. Regione e governo ora ci aiutino» (Piccolo) Riorganizzate le entrate. I timori fanno crollare gli accessi negli ospedali (M. Veneto) Lavoro da remoto e plexiglass: la ricetta adottata in Municipio (Piccolo) Smart working e accessi vigilati. Così anche Wärtsilä si attrezza (Piccolo, 3 articoli) «Il nuovo codice sulla crisi d'impresa è una "punizione" per le aziende sane» (M. Veneto) CRONACHE LOCALI (pag. 7) Pressing Cgil su Rfi: «Deve annullare gli sfratti dalla stazione di Aurisina» (Piccolo Trieste) Ronchi, per il piano del personale spesa di circa 4 milioni (Piccolo Gorizia-Monfalcone) Codroipo, aiuti per casa, reddito, anziani. Patto fra Comune e sindacati (M. Veneto Udine) Dopo quasi 10 anni di attesa via ai lavori di Udine Mercati (M. Veneto Udine) 1
ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2) Pacchetto di misure forti per le imprese. Sospese le rate dei mutui e cassa per gli operai (M. Veneto) Maurizio Cescon - «Rischiamo di restare senza bulloni di acciaio nelle fabbriche». Il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti non è abituato a indorare le pillole e non lo fa nemmeno stavolta, davanti all'emergenza sanitaria causata dal coronavirus. La situazione, per il comparto manifatturiero friulano, è pesante. E gli effetti negativi potrebbero protrarsi per lungo tempo. Proprio per questo, per stendere un "cordone sanitario" anche sull'economia del territorio, ieri il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il suo vice Riccardo Riccardi hanno incontrato le categorie e i sindacati. Industriali, artigiani, commercianti, coltivatori, albergatori, operatori del turismo, Cgil, Cisl e Uil si sono confrontati con le istituzioni per trovare almeno una soluzione ponte, utile a "scollinare" dalle settimane più difficili, queste che stiamo vivendo. E Fedriga ha illustrato un po' di cose che verranno fatte o richieste immediatamente. Si tratta di misure straordinarie e norme specifiche, studiate per affrontare le criticità legate all'impatto che il coronavirus sta avendo sull'economia del Friuli Venezia Giulia. Saranno avviate con SviluppoImpresa, disegno di legge che approderà in Consiglio regionale la prossima settimana. Parallelamente il governatore ha riferito di aver richiesto, durante la riunione giornaliera del Comitato dei ministri e dei presidenti di regione, un intervento «deciso e urgente da parte del Governo affinché disponga misure nazionali di carattere straordinario anche in Friuli Venezia Giulia a sostegno di tutti i settori che registrano primi segnali di crisi, come ad esempio il turismo con il comparto alberghiero che segna fino all'80% di cancellazioni delle prenotazioni, l'industria che soffre per la mancanza di componentistica in gran parte importata dalla Cina, il commercio e il trasporto delle merci». Con le categorie produttive e le organizzazioni sindacali la Regione attiverà poi un tavolo di confronto permanente per valutare e concordare le misure che si intendono avviare con il Ddl SviluppoImpresa, monitorare in tempo reale le problematiche che riscontrano gli operatori, fornire loro chiarimenti e delucidazioni anche in relazione all'ordinanza che resta in vigore, salvo emergenze, fino a domenica 1 marzo. Allo studio, sempre in favore delle aziende e degli artigiani, la sospensione del pagamento di mutui e rate di finanziamenti, coinvolgendo su questo versante anche l'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Sul fronte lavoro infine la Regione, con l'avvallo del Governo, intende ricorrere agli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione in deroga, per sostenere quei settori che registrano le difficoltà più grandi.Fin qui le idee per rendere meno scomoda la situazione. Ma gli operatori economici sono davvero preoccupati, in particolar modo quelli che vivono di turismo. «Sabato scorso avevamo gli hotel pieni - dice sconsolata la presidente regionale di Federalberghi Paola Schneider -, da ieri siamo vuoti. L'impatto è stato drastico, le disdette, per la montagna e per le città arrivano al 90 per cento». I timori, però, si proiettano già per l'estate. «Da Germania e Austria stanno arrivando annullamenti di prenotazioni a Lignano e Grado per maggio e giugno - aggiunge Schneider -, gli effetti negativi si faranno purtroppo sentire fino all'estate. Soffriranno soprattutto le strutture piccole, che vivono con quello che incassano durante ogni singola settimana». Preoccupato anche il presidente di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti. «L'artigianato di servizi sta soffrendo - spiega -. Noi abbiamo attivato uno sportello per raccogliere le difficoltà che le nostre imprese hanno e comunicarle alle autorità competenti. Alle istituzioni chiediamo unità d'intenti e sostegno. Poi alla fine vedremo misure più appropriate, una volta finita l'emergenza, speriamo presto». Villiam Pezzetta, segretario regionale della Cgil, pensa ai lavoratori. «Turismo e commercio hanno cadute importanti e vanno supportati - osserva - , ci sono già 2 mila sospensioni di dipendenti delle cooperative che si occupano del sistema educativo. Veniamo da un apparato produttivo debole, per ora l'industria tiene, ma non credo possa resistere a lungo». Il "contagio" della crisi: un conto da 400 milioni per l'economia regionale Il turismo è paralizzato: «Più della metà rinuncia» Bini assente, il Pd attacca: torni a bordo della nave testi non disponibili 2
«Mondo economico in ginocchio. Regione e governo ora ci aiutino» (Piccolo) Diego D'Amelio - Il mondo dell'economia regionale lancia il suo grido di dolore per gli effetti del coronavirus. Gli albergatori denunciano l'annullamento di oltre l'80% delle prenotazioni, licenziamenti alle porte e un'onda lunga che si abbatterà sulla stagione estiva. Confcommercio invoca aiuti pubblici per sostenere il settore «in ginocchio» e gli industriali temono il blocco della produzione per la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Il quadro a tinte fosche è stato rappresentato ieri nell'incontro fra le organizzazioni di categoria e il presidente Massimiliano Fedriga, che ha promesso interventi già all'interno del prossimo disegno di legge SviluppoImpresa, domandando inoltre al governo misure veloci a sollievo delle imprese. Il quadro più preoccupante lo ha tracciato la presidente di Federalberghi Fvg Paola Schneider: «Sabato eravamo tutti pieni, lunedì tutti vuoti. Siamo sull'orlo del collasso. Il turismo ha subito cancellazioni dall'80% per le città fino al 95% in montagna. Trieste sta avendo grossi problemi per lo stop a convegni e gite scolastiche. Problemi già si registrano in vista dell'estate. In montagna siamo al disastro e il 29 febbraio chiuderanno moltissimi alberghi: tutto il turismo dell'Est sta venendo meno, perché al ritorno viene richiesto un periodo di quarantena». Schneider ha chiesto «un tavolo di crisi perché presto saremo costretti ai licenziamenti. La prevenzione va bene, ma i toni sono stati troppo esasperati». PromoTurismoFvg si affretta allora a evidenziare in una nota che «le sei stazioni sciistiche regionali rimangono aperte», mentre le cabinovie sono igienizzate quotidianamente. Un tavolo permanente è stato proposto anche dal presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, che invita alla calma: «Le imprese sono tutte al lavoro e non si può bloccare l'economia. Non ci si faccia prendere da paure eccessive. Nelle fabbriche ci sono già difficoltà di approvvigionamento di materie dalla Cina e da altre parti d'Italia». Più allarmata la ricostruzione del direttore di Confcommercio Fvg Massimo Giordano: «La salute pubblica va garantita e bene ha fatto la Regione, ma il nostro settore è in ginocchio. I negozi sono chiusi. Servono interventi strutturali di Regione e governo, perché i danni sul Pil potrebbero essere enormi». Fedriga ha chiesto a Roma di estendere al più presto l'intervento oltre le aree rosse cui si rivolge il primo decreto. «Ho fatto presente al premier Conte - ha detto in conferenza stampa - la necessità di mettere in campo misure di sostegno per le attività produttive. Utilizzeremo inoltre la prossima legge SviluppoImpresa per dare le prime risposte condivise con le categorie». Il presidente si è detto preoccupato per il turismo: «Alcuni media stranieri raccontano che il Fvg è una delle aree colpite. Scriverò al ministro Di Maio affinché si faccia portavoce con tutti i Paesi dell'area sulla reale situazione: le misure in campo sono mirate proprio a garantire la massima tutela di chi vive in regione e chi ci viene». Fedriga ha annunciato poi l'estensione a tutte le categorie dell'osservatorio sugli effetti economici del coronavirus che la Regione ha avviato con Confindustria e che si sommerà al confronto che la giunta si è impegnata ad avviare con l'Associazione generale italiana dello spettacolo per valutare l'impatto delle chiusure di cinema e teatri. Il governatore si è quindi concentrato sugli interventi più urgenti, chiedendo al governo l'attivazione di «cassa integrazione in deroga e cigo», ma soprattutto «una misura forte, veloce e sostanziosa per aiutare imprese e lavoratori. Servono linee di credito dedicate ed è necessario intervenire fuori dal de minimis». A livello regionale sarà il tavolo permanente di categorie e sindacati a individuare le misure da inserire nel ddl SviluppoImpresa. Fedriga ha detto di voler valutare «la creazione di un fondo anticrisi e la sospensione del pagamento di tutti i crediti erogati da Regione e istituti di credito». Assente dall'incontro l'assessore alle Attività produttive Sergio Bini, in vacanza all'estero. Il Pd attacca con Renzo Liva: «L'assenza è una nota stridente in queste ore concitate. Con l'applicazione da parte di Fedriga delle regole del massimo contenimento, in due giorni la regione è precipitata in una situazione di allarme, sotto l'aspetto industriale, turistico e commerciale». Sergio Bolzonello ritiene che «lo scenario illustrato da categorie e sindacati è agghiacciante e impone seri ragionamenti. Rinnoviamo l'appello a Fedriga d'immaginare in tempi rapidi un sistema di fondi di rotazione a sostegno di economia e turismo. Diversamente ci troveremo con danni irreparabili». La Prefettura schiera agenti e militari contro gli "assalti" nei supermercati I noleggiatori di autobus: «Una raffica di disdette» testi non disponibili 3
Riorganizzate le entrate. I timori fanno crollare gli accessi negli ospedali (M. Veneto) Donatella Schettini - Effetto coronavirus al pronto soccorso dell'ospedale di Pordenone: la struttura in questi ultimi giorni ha visto una diminuzione degli accessi. Il virus arrivato dalla Cina è riuscito a convincere evidentemente coloro che non hanno patologie gravi a rivolgersi altrove. Ieri intorno alle 11 si contavano una decina di persone in attesa. L'area è stata sottoposta a una riorganizzazione: dall'accesso dove una volta si raggiungevano anche i piani del padiglione si entra solo per il pronto soccorso. Per le medicine e la medicina d'urgenza ci sono altri accessi. In sala di attesa sono stati affissi cartelli in inglese e altre lingue: si comunica che se si hanno sintomi influenzali, se si è stati in Cina negli ultimi 14 giorni, bisogna disinfettare le mani con il gel, mettere una mascherina e andare direttamente al triage (stesso cartello al pronto soccorso pediatrico). Tutto il personale indossa le mascherine.Nei reparti sono affissi all'ingresso i cartelli che comunicano le limitazioni accesso. Mascherina solo se si sospetta di essere malati o si assiste persone malate. Di personale con le mascherine, che sarà il simbolo di questa emergenza insieme al disinfettante in gel, in giro per i corridoi se ne vede poco.In ogni reparto di degenza si invita l'utenza a rispettare le limitazioni per le visite, uno al giorno per paziente. In chirurgia c'è anche una comunicazione del direttore di dipartimento che stabilisce un solo parente per volta negli orari di visita.In oculistica, tra la gente che attende le visite ambulatoriali, Una scatola di mascherine è posata su un tavolo, ma non ne è stata presa neanche una, a differenza di punto accaduto al pronto soccorso. In giro pochissimi utenti la indossano, molti invece quelli che si fermano ai dispenser del gel disinfettante liquido.Ieri è stato anche comunicato che, per gli assistenti sanitari, il personale cioè che si occupa di vaccinazioni, del dipartimento di prevenzione è stato stabilita la reperibilità di sabato e domenica dalle 8 alle 20. Lavoro da remoto e plexiglass: la ricetta adottata in Municipio (Piccolo) Giovanni Tomasin - Lavoro da remoto e barriere in plexiglass agli sportelli sono alcune delle misure che il Comune si sta attrezzando a mettere in campo dopo le direttive regionali di domenica. È quanto emerge dall'incontro avvenuto ieri tra dirigenti comunali e sindacati, un confronto volto a capire come affrontare il caso coronavirus. Durante la riunione il Comune ha comunicato che è pronto uno stanziamento da 50 mila euro che servirà ad acquistare tutta la strumentazione necessaria alla prevenzione. Esisteranno anche dei piccoli budget per il rimborso dei lavoratori che, avendone fatto preventiva richiesta, acquisteranno di loro iniziativa del materiale. Ma la novità più rilevante è il lavoro da remoto. Avviene al Comune quanto sta avvenendo a molte aziende in tutta Italia: il lavoro a distanza, tema di non facile soluzione in sede sindacale, diventa improvvisamente necessario. Ecco quindi che il Comune si prepara a varare un regolamento per consentire di lavorare ai dipendenti che, magari per la presenza di altre patologie, rischiano di non potersi muovere nell'immediato futuro: «Si tratterà di una misura straordinaria - spiega l'assessore al personale Michele Lobianco - legata a una situazione complicata. È un tema a cui ovviamente si stava lavorando da tempo, ma viste le necessità di questi giorni abbiamo pensato fosse il caso di tradurlo in pratica in anticipo». Pur rilevando i problemi contestuali a un passaggio così improvviso allo stato d'emergenza, i sindacati aprono al dialogo. Serena Miniussi di Cgil Fp commenta al termine della riunione: «Abbiamo trovato nella controparte apertura e volontà di affrontare il problema. Resta il fatto che la situazione sembra destinata a durare anche dopo il 1 marzo, quindi era solo un primo incontro». Cgil accoglie con soddisfazione le proposte del Comune ma sottolinea le criticità: «Allo stato attuale ci sono dipendenti che lavorano a servizio chiuso. Il personale dei ricreatori, ad esempio, dovrebbe poter stare a casa». Si pone poi anche il problema dei lavoratori degli appalti: «Abbiamo chiesto ci sia una copertura per loro e il Comune è disponibile ad attivare la cassa integrazione speciale per sopperire». Un problema non da poco, visto che solo a Trieste sono 300 le persone interessate. Walter Giani di Cisl Fp dichiara: «Ci è stato detto che non verranno adottati dispositivi di protezione individuali (guanti e mascherine), verranno invece individuate soluzioni per igienizzare gli ambienti e le superfici e, in alcuni contesti, dove vi è un diretto contatto con l'utenza, verranno valutate soluzioni di schermatura con pannelli in plexiglass. Verranno aumentate le scorte di detergenti a base di soluzione alcolica». Conclude Giani: «Come Cisl Fp abbiamo ribadito la necessità che vengano adottate maggiori misure di salvaguardia per la salute dei dipendenti». 4
Smart working e accessi vigilati. Così anche Wärtsilä si attrezza (Piccolo) Massimo Greco - Wärtsilä, la più importante realtà manifatturiera triestina con 1300-1400 lavoratori diretti e "indotti", scava la trincea anti-virus attorno alla piazzaforte di Bagnoli. Il segretario della Uilm triestina Antonio Rodà sta censendo le misure prese dalle varie aziende, per capire quali potranno essere le ripercussioni sull'organizzazione del lavoro.E riferisce: trasferte bloccate; pausa pranzo ripartita su 6 turni di mezzora spalmati tra le 11.30 e le 14.30; no ad adunate "sediziose" nelle aree di ristoro (macchinette di caffè, merendine, bibite ecc.) e nelle cabine fumatori onde evitare assembramenti che possano diventare veicolo di contagio; rifornimento di Amuchina negli appositi distributori, allo scopo di tenere ben disinfettate le estremità superiori.Stop all'ingresso per clienti e fornitori provenienti dalle zone "rosse". Probabile l'applicazione, già da oggi, di una procedura - definita dal medico interno Tommaso Lipartiti - da applicare al personale esterno (ospiti e trasportatori). «Per tutelare la comunità lavorativa di Wärtsilä e mantenere attiva la produzione», dice il presidente Andrea Bochicchio. Il protocollo "W" consta - precisa l'azienda - di un documento da compilare con le indicazioni del luogo di provenienza e, qualora l'interessato manifesti sintomi influenzali, gli sarà precluso l'accesso nello stabilimento, con invito a recarsi dal proprio medico e a contattare le strutture sanitarie competenti.Uno degli aspetti più interessanti, per contenere l'insidia, riguarda il cosiddetto "smart working". Il ministero del Lavoro lo classifica «una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro ... una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività». Più sbrigativamente, viene anche definito "telelavoro", perché consente di operare extra-azienda. Ebbene, Wärtsilä concede ai dipendenti, che già ne fruivano per 1-2 giorni alla settimana, di adottarlo per la presente settimana: nei siti italiani la multinazionale finlandese ne attiverà 300, di cui 250 a Trieste (circa un quinto degli organici) e 50 a Genova. «Mascherine vendute a Trieste a prezzi assurdi. Informerò i pm» L'accusa del presidente dell'Ordine dei farmacisti. Prezzi quadruplicati in pochi giorni. «Speculazioni inaccettabili» (testo non disponibile) Rubato gel disinfettante all'ospedale San Polo. Allertati i medici di base Il furto dei flaconi nei dispenser negli ambulatori dell'ospedale di Monfalcone. Terme romane verso lo stop, ma il mercatino settimanale non viene cancellato (testo non disponibile) 5
«Il nuovo codice sulla crisi d'impresa è una "punizione" per le aziende sane» (M. Veneto) Elena Del Giudice - Codice della crisi d'impresa, ovvero come penalizzare le aziende e impedirne la crescita. La normativa, condivisibile nelle sue nobili finalità, è - ancora una volta - l'esempio della scarsa conoscenza, da parte del legislatore, delle realtà a cui va a imporre nuove regole, e la conferma del clima anti-impresa che pervade il Paese. Massimiliano Zamò, vicepresidente di Confindustria Udine e delegato alla Piccola industria, spiega come «il nuovo Codice della crisi d'impresa rende più pesante e potenzialmente esplosivo il controllo sulle srl, le società a responsabilità limitata. La norma - inserita nella riforma del diritto fallimentare, attesa da tempo - pone nei fatti fine all'autonomia patrimoniale perfetta delle srl, costringendo alla nomina di un collegio sindacale, del sindaco unico o del revisore e coinvolgendo gli amministratori attraverso un'inedita responsabilità personale attivabile direttamente dai creditori qualora il patrimonio sociale risulti insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. La finalità della norma non è da condannarsi aprioristicamente - secondo Zamò -: ogni azienda è sia creditrice che debitrice e dunque è interesse dell'intero sistema che vi sia una maggiore affidabilità da parte di tutti gli operatori. Quello che lascia veramente perplessi è che il pesante aggravio di responsabilità e oneri colpisca le srl "in crescita", vale a dire quelle che superano 4 milioni di fatturato annuo o hanno superato la media di 20 assunzioni full-time negli ultimi 2 anni, obbligate alla nomina di un collegio sindacale/sindaco unico o revisore. Sembra cioè che si voglia "punire" con maggiori oneri amministrativi, burocratici e contabili l'azienda sana, che cresce, assume e crea ricchezza, che è esattamente l'opposto di quanto dovrebbe accadere». Ora, il tessuto imprenditoriale italiano e anche quello del Fvg «è uscito stremato dalla crisi economica iniziata nel 2008 e per risollevarsi sarebbe necessaria un'alleanza tra tutti gli attori in campo, dalle imprese al mondo del lavoro, dalle istituzioni alla società civile, nella consapevolezza che una crescita economica sana e duratura non può esserci in assenza di un contesto normativo, culturale e sociale pronto a supportarla» è la considerazione del vicepresidente degli industriali udinesi. È chiaro che il Codice della crisi d'impresa non va in quella direzione, e occorrerebbe correggere la rotta. «Non sappiamo - ancora Zamò - se ci siano ancora margini per modificare la norma, ma certamente è necessario provarci e spingere per un maggiore dialogo tra mondo delle imprese e mondo delle istituzioni, perché legiferare senza avere esperienza e conoscenza dei problemi di chi ogni giorno opera con fatica per difendere il patrimonio di creatività e capacità produttiva italiana non serve a nessuno». «Noi imprenditori non chiediamo indulgenza o favori - conclude Massimiliano Zamò -, ma chiediamo di essere coinvolti, di essere parte nelle decisioni che vengono adottate e che ricadono su di noi e su quanti prestano quotidianamente la propria opera nelle nostre imprese».- 6
CRONACHE LOCALI Pressing Cgil su Rfi: «Deve annullare gli sfratti dalla stazione di Aurisina» (Piccolo Trieste) Ugo Salvini - Chiedere a Rete ferroviaria italiana di tornare sulle proprie decisioni, ritirando le intimazioni di sfratto, oppure, in alternativa, proporre, sempre a Rfi, di vendere gli appartamenti ai locatari. Sono queste le due soluzioni emerse con maggiore forza nel corso del pubblico incontro che la Cgil di Aurisina ha organizzato nella propria sede dell'altipiano, convocando le nove famiglie che vivono negli alloggi a suo tempo ricavati nella storica Stazione ferroviaria di Aurisina e alle quali Rfi ha recentemente comunicato, senza mezzi termini, di voler disdire i contratti di affitto entro l'anno. «Come prima iniziativa - ha spiegato Elio Gurtner, componente della segreteria provinciale dello Spi-Cgil - abbiamo deciso di proporre ufficialmente a Rfi di rinunciare a tornare in possesso degli appartamenti, in considerazione dell'età avanzata di alcuni degli occupanti. Su nove famiglie - ha precisato - ben tre hanno componenti ultra ottantenni che avrebbero estreme difficoltà a spostarsi, in un altro caso poi uno dei residenti è ammalato cronico grave e l'ipotesi di cambiare casa è per lui improponibile. Siamo consapevoli del fatto che difficilmente Rfi accetterà la nostra richiesta - ha proseguito Gurtner -, perciò in alternativa auspichiamo si possa pensare a una vendita ai locatari, che stabilizzerebbe gli attuali inquilini». La Cgil di Aurisina si è dichiarata disponibile anche a contattare l'Ater, «che potrebbe diventare il gestore degli immobili, lasciando ovviamente in essere i contratti di locazione - ha ripreso Gurtner - con Rfi che rimane proprietaria». Un altro ente che potrebbe essere coinvolto è la Soprintendenza: «L'edificio fu realizzato dall'impero asburgico - ha ricordato l'esponente della Cgil - e ha un notevole valore storico e architettonico, non pensiamo possa essere trattato alla stregua di tutti gli edifici che Rfi sta sgomberando in Italia». Del problema si sta occupando anche il consigliere regionale del Pd, Francesco Russo: «Sto preparando un'interrogazione da presentare al Consiglio Fvg - ha annunciato - ma intendo anche arrivare alla Direzione centrale di Rfi attraverso i nostri organi di partito, perché il tema è nazionale». Ronchi, per il piano del personale spesa di circa 4 milioni (Piccoo Gorizia-Monfalcone) L'amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari vara il piano triennale dei fabbisogni del personale e la definizione della pianta organica.Viene ribadito, quale valore finanziario di spesa potenziale massima della dotazione organica, l'importo di 3.607.645,33 euro, pari alla spesa media di personale del triennio 2011- 2013.Nel piano triennale vengono autorizzate inoltre, per ogni anno, assunzioni a tempo determinato, per far fronte ad esigenze temporanee o eccezionali, nel limite di spesa di 61.977,60 euro.Viene poi confermato quanto già stabilito con la precedente deliberazione 38 del 2019 in merito alla copertura di tutti i posti vacanti, nonché quelli che si renderanno vacanti nel triennio in oggetto a seguito di cessazioni future (pensionamenti per quota 100, o altre) al momento ancora non preventivabili anche a seguito delle modifiche alla disciplina del diritto alla pensione.Tra le prossime assunzioni anche quella di un operaio. Sono 94, così come previste dal piano, le figure che servono per poter mandare avanti la macchina comunale ronchese.I "comunali", a Ronchi dei Legionari, erano 117 nel 2001 e nel 2012 erano in totale 95, dispiegati nei diversi uffici e nei diversi servizi. Di recente sono stati rimpinguati anche gli organici della Polizia locale, con l'arrivo di un nuovo agente. L.P. 7
Codroipo, aiuti per casa, reddito, anziani. Patto fra Comune e sindacati (M. Veneto Udine) Comune e sindacati si alleano per lo sviluppo delle politiche di welfare. Sistema tariffario agevolato per le classi deboli, misure a sostegno della famiglia, politiche per la casa, per l'integrazione degli stranieri, ma soprattutto attenzione agli anziani: sono obiettivi su cui l'amministrazione Marchetti ha avviato sinergie con le organizzazioni confederali e dei pensionati.Il tutto è stato messo nero su bianco in un documento sottoscritto al tavolo con le parti «che diventerà sede di confronto permanente, anche per aggiornare le singole voci», tiene a sottolineare il sindaco. Hanno presenziato ai lavori, oltre a Marchetti, Natalino Giacomini di Cdtl-Cgil Udine, Roberto Nardini della Lega Medio Friuli Spi-Cgil, Renata Della Ricca di Ast-Cisl Udine, Antonino Trigatti di Rls Fnp-Cisl Codroipese, Dante Galassi di Uilp-Uil Codroipo e Alfredo Gon di Uilp- Uil Udine. Prioritaria l'attenzione alle fasce deboli, con antenne particolarmente sensibili per le politiche per la casa e il sostegno a chi fatica ad arrivare a fine mese, come i pensionati a basso reddito, riportandosi alla "bilancia" adottata per l'addizionale Irpef.Ma uno sguardo va anche al reddito di cittadinanza, «che così com'è - rileva Marchetti - non è controllabile dai Comuni». Che aggiunge: «Se ricevo dallo Stato, devo offrire qualcosa in cambio. Faccio un esempio: il Comune ha carenza di personale, per cui chi riceve l'indennità può dare la disponibilità a integrare i servizi dell'ente, dal giardinaggio alla ragioneria, in base anche a eventuali competenze».Il protocollo d'intesa assicura in premessa che «saranno garantiti il livello quantitativo e qualitativo dei servizi in essere, nonostante le difficoltà economiche attuali». Ciò a testimonianza della priorità data alle finalità dell'accordo, nel quale l'amministrazione si impegna a praticare «una politica tariffaria e fiscale di attenzione alle fasce più deboli, prevedendo aumenti solo per adeguamenti Istat, eccetto la Tari, dove si condivide comunque l'impegno ad agevolare i meno abbienti, compatibilmente con le esigenze di bilancio».Marchetti si è fatto poi carico di «confrontarsi con gli altri Comuni dell'Ambito Medio Friuli sull'obiettivo di non elevare il prelievo fiscale e di rivedere i limiti di esenzione su base reddito Isee». Nel protocollo, «visto l'incremento di nuove povertà con ricaduta su famiglie che non riescono a soddisfare i bisogni primari», il Comune di Codroipo «si impegna con le risorse recuperate dall'evasione e al netto di ulteriori tagli ai trasferimenti regionali ad aumentare la soglia di esenzione dell'Irpef al di sopra degli attuali 13.500 euro, a integrare gli stanziamenti per la Carta Famiglia, a intervenire nelle crisi aziendali sul territorio assieme alle organizzazioni sindacali per scongiurare chiusure e delocalizzazione, a salvaguardia dei posti di lavoro, a valutare l'esenzione dal ticket sul trasporto e mensa per i bassi redditi». Per la casa, «agevolare la conoscenza delle misure di sostegno statali e regionali, favorire le opere di edilizia residenziale pubblica, vigilare sulla sicurezza nel lavoro, promuovere l'occupazione di persone svantaggiate e disabili. Per gli stranieri, collaborare con associazioni e distretto scolastico sulla conoscenza di lingua e cultura calibrando l'accoglienza in funzione della capacità ricettiva dell'area».Quanto alle politiche a favore degli anziani, ci si raccorderà «con Servizio sociale dei Comuni e Distretto sanitario». P.B. 8
Dopo quasi 10 anni di attesa via ai lavori di Udine Mercati (M. Veneto Udine) Dopo quasi 10 anni di attesa, parte l'ampliamento di Udine Mercati. La giunta comunale ha approvato il progetto di fattibilità del primo lotto della piattaforma logistica del mercato ortofrutticolo di piazzale dell'Agricoltura.Un intervento da 4,8 milioni di euro, che consentirà di realizzare due celle da adibire allo stoccaggio e al deposito della merce destinata alla media e grande distribuzione. Locali refrigerati e adatti alla lavorazione dei prodotti ortofrutticoli che si svilupperanno su circa 8 dei 12.700 metri quadrati di superficie prevista dall'intervento del suo complesso. «Partiamo con il primo dei tre lotti - ha spiegato il vicesindaco Loris Michelini - dando così modo all'attuale piattaforma di essere ampliata e di riqualificarsi, potendo diventare attrattiva non solo nell'area del Triveneto, ma anche nelle vicine Austria e Slovenia».Soddisfatto il presidente di Udine Mercati, Tommaso Ponti: «Siamo certi che questo ampliamento potrà dare uno sviluppo non solo alla nostra attività diretta, ma anche all'indotto. Il nostro auspicio - chiarisce - è che i ritardi che abbiamo sopportato fino a oggi possano essere recuperati in fase di cantiere». I lavori dovrebbero durare circa un anno (l'affidamento dell'opera potrebbe avvenire entro l'autunno), ma nel frattempo si potrà già dare corso al disbrigo delle pratiche burocratiche per l'avvio del secondo lotto. «Vogliamo accelerare i tempi e guadagnare tempo», aggiunge Ponti, ribadendo come la nuova piattaforma logistica consentirà non solo di trattare i prodotti del mercato ortofrutticolo, ma anche altre tipologie di materia prima.«Ringraziamo l'amministrazione comunale per l'ok dato al progetto - chiude Ponti e speriamo che le istituzioni ci facilitino il percorso futuro per portare a termine in breve tempo tutti e tre i lotti».Positivo il commento del sindaco Pietro Fontanini: «Riusciremo a spendere risorse accantonate da tempo con un intervento necessario per dare modo al mercato ortofrutticolo di Udine di aprirsi a nuovi mercati. Sappiamo che esistono già clienti - chiude il primo cittadino - pronti a utilizzare le nuove celle una volta che saranno state ultimate». Durante la fase di cantiere l'attività di Udine Mercati non subirà rallentamenti, in quanto l'area soggetta all'ampliamento è esterna rispetto a quella utilizzata ogni giorni dagli addetti ai lavori.Ieri la giunta ha anche dato il via libera alla richiesta di contributo alla Regione Friuli Venezia Giulia per la conformazione del Piano regolatore comunale al Piano paesaggistico regionale. Della delibera si è occupata l'assessore Giulia Manzan: «Dalla Regione potremo ricevere fino a un massimo di 40 mila euro per redarre lo strumento urbanistico di conformazione al Piano paesaggistico. La restante parte, circa 90 mila euro, sarà a carico dell'amministrazione comunale. Uno documento piuttosto tecnico - conclude Manzan -, ma molto importante per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio». Per la sua stesura sarà necessario l'aggiornamento delle schede di progetto del paesaggio e degli elaborati cartografici e normativi. Per completare l'adeguamento ci sarà tempo fino a maggio. Alessandro Cesare 9
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