RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - lunedì 4 maggio 2020

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – lunedì 4 maggio 2020

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
In 100 mila ritornano in fabbrica o in ufficio. Al palo negozi e turismo (M. Veneto)
Centri commerciali in bilico tra affitti alti e rischio addio da parte delle grandi catene (Piccolo)
Asporto e allenamenti liberi in tutta la regione. Market chiusi la domenica (M. Veneto, 2 articoli)
Corse dei bus nei festivi in tutto il territorio (Piccolo)
Fincantieri a Monfalcone apre all'indotto. Entro la settimana fino a 2.700 lavoratori (Piccolo)
Da oggi Poste italiane riaprirà il 96% degli uffici con le misure di sicurezza (M. Veneto)
Trieste aspetta la nuova macchina da 2 mila tamponi in più ogni giorno (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 9)
Autista della Saf si frattura il polso e scopre il Covid-19: 4 in quarantena (M. Veneto)
«La priorità sono i lavoratori, non il dibattito su Pace» (Piccolo)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)

In 100 mila ritornano in fabbrica o in ufficio. Al palo negozi e turismo (M. Veneto)
Maurizio Cescon - Fase 2: sono circa 100 mila i lavoratori, tra dipendenti e autonomi, che oggi torneranno al
loro posto di lavoro in Friuli Venezia Giulia, alle consuete attività che sono stati costretti ad abbandonare
causa lockdown e coronavirus, chi in fabbrica, chi in ufficio. Centomila, però, è un numero suscettibile di
ampie oscillazioni. Molte aziende del manifatturiero, soprattutto quelle che ripartono oggi, non
riavvieranno la produzione a pieno regime, ma per gradi. Stessa cosa accadrà nel settore dei servizi. In più
bisogna aggiungere i colletti bianchi che potrebbero restare a casa, lavorando in smart working. Quindi è
plausibile pensare che coloro che si muoveranno dalla loro abitazione per raggiungere lo stabilimento
saranno effettivamente meno dei 100 mila sulla carta. Anche i settori strategici che non si sono mai fermati
o quelli del manifatturiero che sono ripartiti da una o due settimane per i precedenti Dpcm o per
autorizzazione dei prefetti, non sono al massimo delle loro potenzialità, per tutta una serie di motivi. La
pandemia, come è noto, sta colpendo un po' tutto il mondo industrializzato e quindi lo scambio import-
export in questo momento è rallentato e complicato. Inoltre sarà da capire l'evolversi del mercato interno e
quanta sarà la propensione alla spesa delle famiglie, dopo quasi due mesi di blocco e di mille difficoltà per
molti, anche dal punto di vista economico. Al palo restano ancora i settori di commercio, pubblici esercizi,
turismo, spettacolo e una fetta dei servizi, legati proprio a questi comparti. Per i negozi al dettaglio
(abbigliamento, calzature, accessori e altro) il via libera è previsto il 18 maggio, per bar e ristoranti invece
bisognerà attendere il primo giugno. Tempi ancora lunghi, dunque, ma suscettibili di modifiche in corso
d'opera. In particolare si punta, almeno nelle regioni in cui l'epidemia sembra mollare la presa, e il Friuli
Venezia Giulia è tra queste, tra l'altro l'unica del Nord Italia, ad anticipare tali date. Il governatore Fedriga
punta allo sblocco per i negozi dall'11 maggio, cioè da lunedì prossimo, mentre per gli esercizi pubblici la
data da segnare sul calendario con il circoletto rosso è quella del lunedì successivo, 18 maggio. Però si tratta
di supposizioni e la partita è ancora in corso e oggetto di trattativa lungo l'asse Governo-Regione. Intanto da
oggi toccherà a tutte le attività estrattive, all'industria alimentare e delle bevande, l'industria tessile, e -
finalmente - a tutta la filiera del legno, mobile e arredo che rappresenta il 14% della manifattura friulana e
vale 3, 5 miliardi di euro di fatturato l'anno. Via libera anche alla chimica, alla gomma-plastica, alla
metallurgia e ai prodotti in metallo e alla siderurgia (qui il colosso Abs aveva già riaperto, ora andranno a
regime anche Pittini e il Gruppo Cividale). Si tornano a fabbricare computer e prodotti di elettronica. C'è
l'autorizzazione anche per gli elettrodomestici, che in regione sono già partiti - sebbene a ritmo ridotto
dopo il via libera prefettizio a Electrolux di Porcia -, e quindi anche all'intera filiera, che significa compressori
e motori, ma anche gomma e plastica. Fondamentale per l'economia regionale la meccanica, e quindi la
fabbricazione di macchine utensili, di macchine per impieghi speciali, che - nel suo complesso - rappresenta
la prima voce di export del Friuli Venezia Giulia. Autorizzata anche la produzione di autoveicoli, che è una
nicchia per la nostra regione, oltre che di rimorchi. Decollo per la cantieristica, con Fincantieri che ha già
riaperto a Monfalcone, seppur a ranghi ridotti, ma con un portafoglio ordini imponente e un'orizzonte di 10
anni di lavoro. Riprende a regime l'edilizia, dopo la ripartenza, sette giorni fa, per i cantieri pubblici (come
scuole e carceri) mentre le infrastrutture (strade, ponti, viadotti) non si erano mai fermati, e quindi via
libera agli interventi civili, costruzione e ristrutturazione di case, che in Fvg rappresentano circa l'80% del
valore di mercato. C'è da sottolineare come tutte le aziende, grandi e piccole, si sono dotate dei sistemi di
sicurezza anti Covid previsti dai protocolli firmati nelle scorse settimane. Precauzioni che hanno consentito
di evitare, finora, casi di contagio in fabbrica o in ufficio.

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Centri commerciali in bilico tra affitti alti e rischio addio da parte delle grandi catene (Piccolo)
Laura Tonero - Da "templi dello shopping" a cattedrali semideserte. L'allarme coronavirus ha colpito
pesantemente anche i centri commerciali della nostra regione, alle prese con decine di negozi bloccati già
da due mesi e fatturati praticamente azzerati. All'orizzonte, il timore più forte è il ridimensionamento della
rete di vendita di molti grandi catene, attori principali all'interno di queste strutture.E chi guida i centri
commerciali concorda sul fatto che ora, a giocare un ruolo chiave per riuscire a trattenere gli operatori,
saranno le spese di affitto dei negozi. Proprio il nodo locazioni sarà al centro del prossimo cda di Torri
d'Europa Scarl che gestisce il centro di via Svevo a Trieste, dove esiste un regime di multiproprietà e,
dunque, molti soggetti che in questi anni hanno attivato politiche di locazione diverse. Ora servirà una
strategia comunque per un centro che, proprio quest'anno, stava mettendo a punto un piano di rilancio,
interrotto dal Covid. «Abbiamo già scritto ai proprietari sensibilizzandoli in tal senso, - riferisce Alberto
Miani, presidente del cda - qualcuno è già intervenuto. È impensabile che, non solo all'interno del centro
ma anche nel resto della città, i proprietari degli immobili non diano un segnale in questo senso». Mian
anticipa che anche la Torri d'Europa Scarl - che amministra le parti comuni e il parcheggio -, interverrà sulle
spese di gestione e che sono già state avviate le operazioni di sanificazione, dotando la struttura di tutti i
dispositivi di sicurezza. Inserito in una realtà più rionale e oggetto di recente di un restauro importante, Il
Giulia vede operative diverse attività: oggi riaprirà il fotografo e, a breve, alcuni reparti di Sportler «La
preoccupazione c'è, - indica la direzione - perché bisognerà capire come risponderà il consumatore alla fase
due. Il centro, che si è già dotato di ogni sistema per la sicurezza, non subirà però defezioni da parte delle
catene - assicurano i vertici -, anzi, entro giugno vedrà l'apertura di 4 nuovi punti vendita».Penalizzato
dall'impossibilità dei cittadini a spostarsi al di fuori dal comune di residenza, è stato il Montedoro Shopping
center a Muggia, dove erano comunque aperte 9 attività. «Eppure, - spiega il direttore Sergio Bavazzano, - il
fatto di non poter ospitare la tradizionale clientela da oltre confine, pari a circa il 55% del totale, e da
Trieste, ha ridotto l'affluenza del 60-70%». Così, mentre i supermercati di Trieste ora hanno incrementato in
maniera significativa il fatturato, per accedere all'iper all'interno del Montedoro non si fa nemmeno la fila.
Qualche triestino ha provato ad andare lì a fare la spesa, ma i controlli della polizia locale di Muggia ai piedi
della struttura commerciale non hanno lasciato scampo. «Abbiamo approfittato, fino a che anche l'attività
di alcune ditte artigiane non è stata bloccata, per fare una serie di manutenzioni - anticipa il direttore - e
preparare il centro a riaprire in sicurezza». Anche al Shopping center, dove la società di gestione e anche
proprietaria di tutti i fori commerciali, si sta già lavorando per ricalmierare gli affitti. «L'obiettivo - dichiara
Bavazzano - è quello di dialogare con le singole realtà presenti nel centro, cercando di rendere le attività
sostenibili mantenendo i livelli occupazionali: il 2019 è stato l'anno dei record per noi, con performance
ottime. Le diverse realtà del centro danno lavoro a 460 persone, senza contare l'indotto: non sarà semplice
ma ce la metteremo tutta».

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Asporto e allenamenti liberi in tutta la regione. Market chiusi la domenica (M. Veneto)
Spostamenti liberi in tutta la regione per spesa, sport e servizi di asporto di cibo e bevande, così come per la
manutenzione delle seconde case e dei locali di proprietà in vista delle riaperture. La nuova ordinanza
firmata da Massimiliano Fedriga - in vigore da oggi a domenica 17 maggio - contiene tutte le anticipazioni
previste alla vigilia e pure qualche specifica in più come, ad esempio, il fatto che il limite degli spostamenti
su ambito comunale non esista più e garantisca il via libera alla ripresa dei tirocini. L'utilizzo delle
mascherine protettive resta obbligatorio a chiunque si rechi fuori dalla propria abitazione tranne, però, in
alcuni casi. Non servirà, infatti, nel caso di bambini sotto i sei anni di età, quando una persona è alla guida di
auto oppure moto, in presenza di disabilità non compatibili con l'utilizzo continuativo della mascherina ma
anche quando si soggiorna da soli in locali non aperti al pubblico e in caso di attività motoria in luogo
isolato. Ai negozianti, inoltre, si impone di mettere a disposizione della clientela gel igienizzante all'ingresso
e all'uscita. Resta obbligatorio, poi, negli esercizi commerciali di generi alimentari, l'utilizzo dei guanti
monouso e la messa a disposizione di soluzioni igienizzanti, per i clienti all'ingresso dell'esercizio stesso e
laddove vi sia manipolazione dell'ortofrutta, del pane o, comunque, di altri alimenti. E se rimane consentito,
tranne in casi di estrema necessità, l'ingresso nei negozi a un solo componente familiare, cambia invece la
normativa relativa alle chiusure domenicali. Queste, infatti, vengono confermate soltanto per supermercati,
ipermercati e discount di alimentari, mentre tutti gli altri negozi - dalle librerie alle cartolerie - potranno
lavorare anche domenica e nei giorni festivi. La "formula magica" utilizzata dalla Regione per ampliare le
libertà consentite ai cittadini - sia per lo sport sia per gli altri punti del nuovo dispositivo - è quella che recita
come sono consentiti «gli spostamenti all'interno del territorio regionale per tutte le attività di cui alla
presenta ordinanza». Come da previsioni l'attività motoria e sportiva viene consentita, appunto, in tutto il
Friuli Venezia Giulia potendosi pure spostare in macchina fino al luogo della stessa. L'attività motoria e
sportiva è pure autorizzata in forma individuale, in coppia, oppure assieme ai componenti del nucleo
familiare e, a titolo esemplificativo, comprende discipline come ciclismo, corsa, tiro con l'arco, equitazione,
tennis, golf, vela e motociclismo. Il tutto sempre rispettando la distanza interpersonale minima di due metri
prevista quando vi sia la possibilità di incontrare altre persone e senza utilizzare gli spogliatoi. L'allenamento
in forma individuale, quindi, viene garantito anche agli atleti professionisti e non professionisti riconosciuti
dal Coni e dal Cip, oltre che dalle rispettive federazioni, anche con l'istruttore sportivo e sempre senza
utilizzare gli spogliatoi. C'è un comma dell'ordinanza, inoltre, che è pensato espressamente per le società
sportive professionistiche e, in particolare, per quelle del mondo del calcio. Parliamo, nel dettaglio, del
punto 19 che autorizza l'allenamento in forma individuale anche per gli atleti professionisti di discipline
sportive non individuali. Logico, d'altronde, perché sarebbe stato difficile spiegare, anche razionalmente,
che, ad esempio, Kevin Lasagna sarebbe stato autorizzato a correre al parco Moretti di Udine assieme ad
altre persone, ma, potenzialmente visto che la società pare non voler sfruttare questa chance, non al centro
Bruseschi in solitaria. Semaforo verde, quindi, anche per la pesca sportiva dilettantistica e la caccia di
selezione esercitata individualmente. La libertà di muoversi in tutta la regione, al di là delle visite a parenti e
congiunti, consente da oggi, a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, di usufruire del servizio d'asporto da
parte di tutti coloro che ne sono autorizzati - dai bar alle pasticcerie passando per ristoranti e caffetterie -
anche senza prenotazione e a condizione che nel negozio entri una persona alla volta. Cancellato, inoltre,
l'obbligo di effettuare la spesa nel proprio Comune di residenza, è permesso l'accesso ai locali di qualsiasi
attività, comprese quelle sospese, per lo svolgimento di lavori di vigilanza, manutenzione, pulizia e
sanificazione, nonché per la ricezione in magazzino delle forniture. Nessun ostacolo, quindi, alle attività di
manutenzione e riparazione di barche - all'ormeggio oppure in rimessaggio -, biciclette, camper, roulotte,
velivoli e pure immobili diversi dall'abitazione principale, cioè, volgarmente, le seconde case. Nulla osta
regionale, andando oltre, all'attività di manutenzione del verde su aree pubbliche e private, comprese le
spiagge e gli stabilimenti balneari, al conferimento di rifiuti nei centri di raccolta differenziata più vicini alla
residenza, all'apertura di cimiteri, parchi e giardini - secondo procedure e orari decisi dai singoli Comuni - e
pure delle biblioteche per quanto riguarda, però, il solo servizio di prestiti dei volumi. Ok, infine,
all'allevamento, allenamento e addestramento di animali, così come potrà tornare a essere autorizzato
l'esercizio dei tirocini extracurricolari in regione a favore di quelle attività produttive che stanno lavorando
oppure ricominciano oggi.

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Fedriga a Boccia: Apriamo in anticipo negozi e locali pubblici»
Mattia Pertoldi - I toni di Massimiliano Fedriga, spesso, non sono quelli "urlati" di tanti suoi colleghi
governatori di centrodestra, ma questo non significa che il presidente della Regione non sappia tenere
quello che ritiene essere il punto da difendere, anche quando dall'altra parte della barricata c'è un
esponente di Governo con cui, in questi mesi, si è scontrato spesso. Fedriga e il ministro degli Affari
regionali Francesco Boccia, in altre parole, si sono incrociati su diversi temi - dall'impugnativa alla legge
regionale sui migranti avvenuta al primo Consiglio dei ministri del Governo giallorosso fino al braccio di
ferro sulle riaperture di questi giorni - e lo scontro, pur con toni decisamente più bassi rispetto al
preventivato, è andato in scena pure ieri nello studio virtuale di Lucia Annunziata a "1/2 in più" su Rai 3.
Anche in quest'occasione, infatti, Fedriga ha voluto sottolineare come la sua posizione - e in generale quella
del centrodestra a livello locale - non sia cambiata di una virgola. «La proposta che il sottoscritto ha
presentato al Governo assieme ad altri 12 presidenti di Regione - ha spiegato il leghista - è semplicemente
un'idea di buonsenso in cui si sostiene che dopo una "fase 1" in cui, giustamente, Roma ha disposto una
serie di misure valide in modo uguale per tutta Italia, adesso sia arrivato il momento di cambiare. Noi
chiediamo all'esecutivo garantisca una cornice complessiva all'interno della quale ogni governatore declini,
poi, la realtà esistente a livello locale. Il tempo, in questo caso, non è indifferente e rischiamo di non tenere
più sotto controllo il tessuto sociale di questo Paese».Il leghista, d'altronde, ha un suo cronoprogramma
ben chiaro in testa. «Dobbiamo impegnarci per dare le linee guida al commercio questa settimana e
permettere ai locali di aprire l'11 maggio - ha concluso Fedriga -. Poi magari la settimana successiva, il 18,
garantire il via libera ad altri tipi di attività com bar e ristoranti. Bisogna fare uno sforzo insieme e noi siamo
più che disponibili a lavorare su tutto, però questi sono i tempi. Mi viene difficile giustificare il fatto che
domani (oggi ndr) possa aprire una manifattura con migliaia di dipendenti, ma non un negozio che vende
borse e che con il suo materiale il titolare mantiene i suoi figli, perché esiste un pericolo pandemico».

Corse dei bus nei festivi in tutto il territorio (Piccolo)
Il governatore Massimiliano Fedriga, ieri, ha firmato anche le nuove regole del servizio del Tpl, il trasporto
pubblico locale, in vigore da oggi al 17 maggio. Confermata fino a sabato 9 la disciplina attuale, «salvo
rimodulazioni» in base «all'evoluzione della domanda», mentre per il periodo 10-17 «viene previsto il
riavvio dei servizi per l'intera regione, anche nelle giornate festive e per le corse serali». I servizi ferroviari di
Trenitalia da oggi passano dal 20% al 60% della situazione pre-emergenza mentre viene «confermata la
sospensione dei servizi ferroviari transfrontalieri». A bordo di bus e treni resta l'obbligo di indossare la
mascherina, anche alle fermate e nelle stazioni. «I posti a sedere non utilizzabili saranno puntualmente
evidenziati sia sui treni che sugli autobus, in modo da consentire il rispetto della distanza fisica di un metro
tra i passeggeri» e il servizio deve «comunque osservare un carico massimo non superiore al 50% della
capacità di trasporto del mezzo»: a tale proposito è previsto che «il conducente che rilevi il raggiungimento
della misura massima consentita non effettui la fermata successiva in assenza di prenotazione della
"richiesta di fermata" da parte del passeggero a bordo». E sul tema Tpl interviene il segretario regionale
della Filt Cgil Valentino Lorelli: «Troppe dichiarazioni e prese di posizione in ordine sparso. Se vogliamo
evitare di creare caos tra utenti, cittadini e lavoratori è fondamentale rispettare le normative e linee guida
emanate dalle istituzioni e dalle autorità sanitarie sul distanziamento e le altre misure di sicurezza, valide
per tutto il territorio nazionale».

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Fincantieri a Monfalcone apre all'indotto. Entro la settimana fino a 2.700 lavoratori (Piccolo)
Giulio Garau - Tornano le ditte dell'indotto nel cantiere di Monfalcone, per la Fincantieri è il banco di prova
per la tenuta della nuova organizzazione di sicurezza del lavoro dentro allo stabilimento più grande d'Italia.
Da stamani è previsto l'ingresso inizialmente di 1.800 persone, contro le mille della scorsa settimana.
Rientrano tutti i dipendenti diretti della Fincantieri e inizia il ritorno di quelli dell'indotto. Entro la settimana
lo stabilimento dovrebbe arrivare a 2.700 persone. Saranno diluite su otto turni diversi per ciascuno del
quale si prevedono al massimo 900 persone. Sostanzialmente rientreranno tutte le ditte che si occupano
della lavorazione dello scafo, ma anche quelle che lavorano per l'allestimento della Enchanted Princess che
è in acqua. Per questa nave da crociera la consegna era prevista per quest'estate, ma a causa
dell'emergenza bisognerà capire quando sarà possibile farla.La scorsa settimana, che aveva una media di
circa mille persone presenti in cantiere che con entrate i due turni, uno dalle 6 alle 13.30 e quello dopo fino
alle 21, non si sono verificati problemi. L'ingresso allo stabilimento è stato già collaudato su due turni, ora
bisognerà fare il salto di qualità e che sia adeguato a valutare gli ingressi di 2.700 persone. All'esterno sono
stati organizzati percorsi obbligati grazie alle transenne per diluire le file e far entrare ordinatamente il
personale che deve essere controllato all'ingresso con il termo-scanner. La mensa con due turni da circa
350-500 persone ha lavorato in maniera ridotta ed è stata organizzata la presenza degli operai, non più di
due seduti su tavoli da sei. Qualche problema di assembramento, fanno sapere i sindacati, c'è stato
nell'area spogliatoi. La mensa e il refettorio comunque, come assicura l'azienda, sono organizzati per
accogliere tutti su diversi turni. Per le ditte dell'indotto è stato previsto un ticket di 6 euro per pranzare in
mensa ed è stata allestita anche un'area di refettorio esterno, dedicato alle ditte dell'indotto e in
particolare a chi si porta il cibo confezionato a casa. Dentro il cantiere Fincantieri ha predisposto una
macchina organizzativa con tutta una serie di dispositivi di protezione e igiene, dalle mascherine
obbligatorie e permanenti all'obbligo di distanziamento fino all'utilizzo di guanti e alle sanificazioni continue
delle aree. Con l'arrivo dell'indotto in ogni caso già da stamani si apre il nodo della movimentazione esterna
al cantiere. In altri stabilimenti come Marghera e Spezia Fincantieri ha gia siglato una serie di accordi con le
aziende dei trasporti locali. A Monfalcone non è stato ancora siglato alcun accordo, ma come prevedono i
tavoli di incontro che si sono susseguiti, anche con la presenza dell'assessorato ai Trasporti e alle
Infrastrutture. Fincantieri in vista del rientro dell'indotto ha raccolto e fornito tutta una serie di dati sulla
tipologia di movimentazione degli operai.Che a Monfalcone vede una larga parte di persone arrivare in
automobile e con le biciclette. Una parte minore con gli autobus, provenienti soprattutto dalle zone di
Trieste Gorizia. Ed è in corso la valutazione della Regione per capire se sarà necessario o meno potenziare
linee.

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Da oggi Poste italiane riaprirà il 96% degli uffici con le misure di sicurezza (M. Veneto)
Maura Delle Case - Da oggi Poste italiane compirà un nuovo passo avanti verso la completa riattivazione
degli uffici sul territorio con orari ancora più estesi.A livello regionale saranno operativi ben 318 uffici su
331 totali, il 96% di quelli presenti in Friuli Venezia Giulia. A livello di ex province il servizio sarà garantito in
tutti i 35 uffici dell'Isontino e nel 98% di quelli di Udine, dove su 180 uffici ad essere attivi saranno 176
(restano chiusi al momento Artegna, Madonna di Buja, Udine 4 via Forni di Sotto e Udine 9 viale
Palmanova). Serrande ancora abbassate, passando all'area giuliana, in due soli uffici su 32 (Duino Aurisina e
Trieste 21), mentre ne restano chiusi 7 nella Destra Tagliamento (a Cordenons, Maniago 1, Porcia 1,
Pordenone 2, Ramuscello, Sacile 1 e Savorgnano) dove su 82 punti vendita totali quelli aperti saranno 77.La
rimodulazione in vigore da domani non interessa tutti gli uffici ma solo alcuni (come si può vedere dalla
tabella chi pubblichiamo qui sopra). Uffici che prima erano operativi a giorni alterni e che ora tornano a
esserlo su sei giorni. Altri, quelli più grandi, che dalle sole mattine vengono riportati al doppio turno, vale a
dire aperti anche il pomeriggio.Va ricordato che il numero degli uffici aperti e gli orari erano stati
temporaneamente rimodulati in ottemperanza ai provvedimenti governativi in materia di contenimento del
Codiv-19 e di distanziamento interpersonale. Con il lento ma evidente rientro dell'emergenza, certificato
dalla curva epidemiologica discendente, anche Poste italiane ha dunque deciso di allentare un po' la morsa
che inizialmente aveva portato a molte chiusure e riduzioni d'attività, pur avendo la società garantito
l'apertura di almeno un ufficio per comune.Con il riassetto del servizio, la rete capillare di Poste italiane su
tutto il territorio regionale torna a essere quasi completamente operativa e a disposizione dei cittadini. Pur
mantenendo tutte le accortezze richieste dal momento: l'azienda ha infatti adottato ogni misura di
sicurezza utile a garantire i propri dipendenti e i clienti. Le sedi sono state sanificate, dotate di pannelli
schermanti in plexiglass e di strisce di sicurezza per mantenere la distanza interpersonale di almeno un
metro.«Uno sforzo organizzativo e logistico importante, reso possibile - fa sapere la società - anche grazie
alla preziosa collaborazione delle istituzioni locali». Come in qualsiasi altro luogo anche in posta i cittadini
dovranno entrare indossando la mascherina e rispettare il distanziamento sociale, sia dentro che fuori dagli
uffici, dove in generale ci si dovrà recare solo in caso di reale e indifferibile necessità.L'invito è dunque a
frequentare gli uffici esclusivamente per compiere operazioni essenziali e di farlo dopo aver consultato
l'effettiva apertura al pubblico del proprio "sportello" di riferimento e i relativi orari (lo si può fare
semplicemente, accendo al sito www.poste.it e inserendo il nome del proprio comune).

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Trieste aspetta la nuova macchina da 2 mila tamponi in più ogni giorno (Piccolo)
Diego D'Amelio - Non può esserci ripartenza in sicurezza senza aumentare il numero di tamponi effettuati
per individuare più rapidamente i nuovi contagiati ed evitare che possano diventare veicolo inconsapevole
dell'epidemia. L'Azienda sanitaria Giuliano-Isontina si prepara alla fase 2 e attorno alla metà di maggio
conta di mettere in funzione un nuovo macchinario capace di esaminare duemila test al giorno, sempre
ammesso che il sistema disponga di quantità adeguate di reagenti. Pur con il rischio di un falso negativo
ogni tre esami, i tamponi restano per ora l'unico strumento considerato affidabile dall'Istituto superiore
della sanità, ma il Fvg ha pagato - come d'altronde il resto d'Italia - ritardi anche superiori alla settimana tra
la raccolta del campione biologico e la comunicazione dell'esito delle analisi. Durante questo tempo la
persona infetta non veniva messa in quarantena, con l'effetto di trasformare tanto l'ospite di una casa di
riposo quanto l'infermiere dell'ospedale in un involontario alleato della diffusione del virus. Come spiega il
vicepresidente Riccardo Riccardi, «il contenimento dell'infezione è centrale nella fase 2: aumentare la
capacità di tamponi permette di individuare più velocemente la filiera dei contagi, andando a ritroso nei
contatti avuti dall'ammalato. In questo modo si riduce il rischio di aumento del contagio, inevitabile con la
riapertura delle attività e degli spostamenti. Servono personale per effettuare le ricerche sulle relazioni dei
positivi e più tamponi, ma bisogna avere i reagenti e purtroppo non è scontato». I laboratori delle Aziende
sanitarie lavorano al massimo ritmo consentito e hanno esaminato 75 mila tamponi dall'inizio
dell'emergenza. Le nuove strutture Covid aperte a Trieste funzionano da una settimana con turni sulle 24
ore: all'opera a tempo pieno ci sono 35 tecnici, anche grazie a nuove assunzioni e prestiti da altri reparti. La
nuova apparecchiatura dovrebbe aumentare di duemila tamponi al giorno la capacità di un sistema che
nell'ultima settimana ha processato in media 2.300 test al giorno, ma che con il reperimento di maggiori
quantità di reagenti e l'arrivo del nuovo apparecchio potrebbe arrivare appunto a cinquemila. Il sistema
oggi è saturo perché ogni paziente richiede di ripetere svariati tamponi per accertare prima la positività e
poi l'avvenuta guarigione. A Trieste pesa inoltre la campagna di test a tappeto nelle case di riposo e la
necessità di monitorare i contagi tra gli operatori sanitari, che mostrano livelli di tre volte superiori alla
media italiana. Ad aprile al laboratorio è stato chiesto di eseguire circa mille esami al giorno, con picchi di
oltre 1.200, contro i trenta tamponi orofaringei analizzati quotidianamente prima del coronavirus. Da qui
l'allargamento degli spazi e l'acquisto di nuove attrezzature, la creazione di strutture diagnostiche dedicate
a Cattinara e al Maggiore, l'impiego straordinario della tecnologia solitamente impiegate per individuare il
papilloma virus e il potenziamento del laboratorio di Monfalcone. Misure ancora non in grado di esaurire la
domanda attuale e di andare incontro all'aumento che la fase 2 porterà con sé. Da qui la decisione di
aumentare la capacità di altri duemila tamponi al giorno, anche se pesa la spada di Damocle della difficoltà
a reperire reagenti sul mercato. Ieri la Protezione civile ha aggiornato il numero di positivi in Fvg da inizio
emergenza a 3.072, con un incremento di 13 persone e tre nuovi deceduti. I totalmente guariti sono 1.552 e
i pazienti senza più sintomi ammontano a 136, anche se attendono ancora il doppio tampone negativo. Le
morti da coronavirus sono arrivate a 300: 159 a Trieste (+1), 74 a Udine (+1), 63 a Pordenone (+1) e quattro
a Gorizia. Per quanto riguarda i positivi, l'area triestina conta 1. 281 infettati (+10), seguita dalla provincia di
Udine con 957 (+2), dalla Destra Tagliamento con 645 (+1) e dall'Isontino con 189. L'analisi settimanale dei
dati mostra una frenata anche a Trieste, dove si riscontrano 90 nuovi positivi contro gli oltre duecento di
quindici giorni fa. La città è però ancora in gravi difficoltà sul fronte delle case di riposo e attende ancora di
sapere se e quando arriverà la nave ospedale, per la quale anche ieri la Protezione civile nazionale non ha
dato il via libera. Sono intanto solo sei i pazienti attualmente in terapia intensiva (+1), mentre i ricoverati in
altri reparti risultano sempre 131 e le persone in isolamento domiciliare sono 950. Riccardi sottolinea che «i
posti occupati nelle terapie intensive Covid erano 61 il 29 marzo e oggi sono sei, mentre sono 35 i pazienti
in terapia intensiva per altre patologie. I dati testimoniano, oltre al valore professionale degli operatori del
Ssr, l'efficacia delle misure di contenimento che in questa regione sono state intraprese prima ancora che si
registrasse il primo caso di positività».

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CRONACHE LOCALI

Autista della Saf si frattura il polso e scopre il Covid-19: 4 in quarantena (M. Veneto)
Maurizio CesconUn banale quanto fastidioso incidente domestico, la frattura di un polso, la corsa in Pronto
soccorso e lì, oltre alle medicazioni del caso, un'amara sorpresa dopo esami del sangue e tampone: la
scoperta di essere positivo, seppur del tutto asintomatico, al coronavirus. È quanto è capitato la scorsa
settimana a un autista dipendente della Saf, l'azienda udinese dei trasporti.Il Comitato Covid all'interno
della Saf, formato da rappresentanti dell'azienda e sindacali, ha subito applicato tutte le procedure di
massima sicurezza del caso. Sono stati individuati i colleghi con cui l'uomo, di circa 45 anni, è stato più in
contatto durante i turni di lavoro nell'ultimo periodo. Altri tre autisti, oltre a colui che è risultato positivo al
Covid-19, sono stati messi in quarantena e monitorati. Per uno di essi i due tamponi effettuati a distanza di
tempo sono già risultati negativi, mentre gli altri due attendono l'esito dell'ultimo tampone, ma nessuno
risulta essere stato contagiato. Possibile, quindi, in breve tempo, il rientro di servizio di tutti i conducenti
coinvolti nella vicenda. Il pullman che l'autista aveva guidato prima della scoperta della positività - secondo
quanto riferiscono i vertici dell'azienda di trasporti - è già stato completamente sanificato una prima volta e
l'operazione verrà ripetuta successivamente, al fine di garantire una sicurezza al 100 per cento. Non c'è
stato alcun disagio, nel contempo, per i viaggiatori. Le corse, dal momento del lockdown, sono state di
molto ridotte e gran parte degli addetti è rimasta a casa in cassa integrazione o ha lavorato a scartamento
ridotto. Così non è stato complicato sostituire i quattro autisti che hanno dovuto fare i conti con lo spettro
del Covid-19 e garantire un minimo di funzionalità al trasporto pubblico. All'interno della Saf il Comitato
Covid ha dimostrato di saper funzionare, prendendo in carico la situazione in tempi rapidi.Quello del
dipendente dell'azienda udinese è un tipico caso di asintomatico, ignaro di esserlo. E sono proprio queste
persone, che non hanno mai avuto la malattia oppure l'hanno avuta in forma così leggera da non essersene
accorte, a rappresentare purtroppo un rischio per coloro con i quali vengono in contatto. È infatti per
rintracciare quanti più asintomatici possibile che alcuni presidenti di Regione, come il veneto Luca Zaia,
stanno facendo una campagna mirata a tappeto su questo problema. Un caso di studio è stato il Comune di
Vo' Euganeo, il provincia di Padova, l'unico centro del Veneto a essere inserito nella prima zona rossa,
assieme ai 10 Comuni del Lodigiano. Ebbene a Vo', dove sono stati fatti i tamponi all'85,9% della
popolazione, si stima che quasi la metà dei contagiati, il 43,2% fosse asintomatico. Non è stata inoltre
individuata alcuna differenza statisticamente significativa nella carica virale delle infezioni fra chi
presentava sintomi e chi no. Non pare insomma che chi presenta sintomi sia più contagioso di chi non li
presenta, anzi: anche i sintomatici sono risultati contagiosi ben prima che i sintomi si presentassero.

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«La priorità sono i lavoratori, non il dibattito su Pace» (Piccolo)
«A noi interessa ben poco discutere dell'eventuale successione al sovrintendente Stefano Pace, non ne
facciamo una questione personale, ci interessa piuttosto discutere del futuro del Verdi e di chi ci lavora. E ci
interessa anche che non si dica che, a differenza del Verdi di Trieste, il Carlo Felice di Genova e la Scala di
Milano hanno già ripreso l'attività di produzione artistica, perché non è così». La Slc-Cgil, per voce del
segretario territoriale Maurizio Goat, interviene nello scontro frontale in atto tra lo stesso Pace e una parte
del fronte sindacale, rappresentato da Fistel Cisl, Uilcom Uil e Libersind Confsal, le tre sigle che a fine aprile
hanno reso noto di aver consegnato a mano al sindaco Roberto Dipiazza, nella sua veste di presidente della
Fondazione Verdi, una lettera in cui si reclamava la testa del sovrintendente, ora in proroga, per il quale lo
stesso Dipiazza aveva preconizzato a gennaio una facile conferma. «Duole constatare - si legge in un'altra
lettera, questa però a firma Slc- Cgil, che prende dunque pubblicamente una posizione nettamente diversa
dalle tre sigle in guerra dichiarata con Pace - da una parte come non si sia creata l'unità tra le
rappresentanze sindacali e dall'altra come decisioni gravose per i lavoratori vengano imposte senza
concertazione. Auspichiamo dai dirigenti il massimo senso di responsabilità e l'opportunità di riprendere un
confronto con le organizzazioni sindacali». In questa missiva i rappresentanti del Verdi e della segreteria
territoriale Slc-Cgil rivendicano peraltro di non aver firmato l'ultimo accordo, «fortemente sbilanciato a
danno di alcuni settori, stipulato frettolosamente il 2 aprile, tra alcune sigle sindacali e la Direzione
generale, che prevedeva l'utilizzo della banca ore/prestazioni per tutti i dipendenti per un periodo di due
mesi», contestando «la difficoltà delle maestranze tecniche e amministrative di far fronte al cospicuo
numero di ore da recuperare al rientro». Ma la nota «più buia», è « la risoluzione anticipata di alcuni
contratti a tempo determinato a fine marzo in barba al Decreto "Cura Italia". L'adesione al Fis avrebbe
potuto salvaguardare i tempi determinati e magari includere il personale con contratto intermittente. La
scorsa settimana il sovrintendente ha comunicato la decisione di applicare dal primo maggio il Fis,
convocando le rappresentanze il 21 aprile. Per la Cgil questo incontro avrebbe significato poter
riconsiderare le questioni non affrontate in quelli precedenti perciò ha dimostrato la massima apertura».
Ma «l'incontro non si è mai tenuto in quanto le altre rappresentanze hanno comunicato la loro
indisponibilità».

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