CARPENE MALVOLTI, IL SETTORE VINO OLTRE LA PANDEMIA ATTRAVERSO NUOVI ORIZZONTI - Agricolae

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CARPENE MALVOLTI, IL SETTORE VINO OLTRE LA PANDEMIA ATTRAVERSO NUOVI ORIZZONTI - Agricolae
CARPENE MALVOLTI, IL SETTORE
VINO   OLTRE   LA   PANDEMIA
ATTRAVERSO NUOVI ORIZZONTI
                                                                         L
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re della sua storia; questo è stato il 2019 per il Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. – secondo il Rapporto
Economico sulla Denominazione elaborato dal Consorzio – con 92 milioni
di bottiglie vendute (+1,6% rispetto al 2018) ed un fatturato di 524
milioni di euro (+1,2%). Peraltro, anche il primo trimestre del 2020
ha registrato numeri soddisfacenti finchè l’emergenza coronavirus
ponesse     un   blocco     globale     al   canale     distributivo
dell’ Ho.Re.Ca unitamente al netto calo dell’esportazioni ed alla
contrazione delle vendite nella GDO italiana ed estera.

Mentre il mondo del vino nel suo complesso attraversa una fase di
stand by proprio in funzione del rallentamento dei consumi a livello
mondiale, il comparto del Prosecco sembra comunque tenere meglio delle
altre tipologie di vino. Infatti, nonostante il canale Ho.Re.Ca sia
ancora pressoché fermo, il decremento risulta inferiore rispetto ad
altre bollicine. Il consumatore abituale di Prosecco sta continuando
evidentemente ad approvvigionarsi, ove possibile attraverso la GDO –
che a Marzo ha fatto segnare un +16,8% in valore e 18,6% in volume – e
ne ha riscoperto un consumo autogratificante all’interno dell’habitat
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familiare.

In tutto questo, nonostante il blocco di una cospicua parte delle
attività produttive nazionali e l’inevitabile riorganizzazione del
ciclo produttivo con il conseguente ricorso – allorquando si è potuto
– allo smart working, la Carpenè Malvolti – realtà leader della
Spumantistica nonché pietra miliare per la nascita e lo sviluppo del
Prosecco – non si è mai fermata.

“L’assoluta straordinarietà della congiuntura corrente con le relative
inevitabili ricadute economiche – ha spiegato il DG della Casa
Spumantistica di Conegliano, Domenico Scimone – è stata parzialmente
da noi assorbita anche se il blocco della ristorazione a livello
internazionale ha avuto un notevole impatto sulle performances del
mese di Aprile su tutto il nostro business ed in particolare
sull’Export. Defaillance più contenute infatti si sono registrate sul
mercato domestico, laddove nel primo trimestre si stava performando
positivamente sull’abbrivio dei risultati dell’anno precedente. La
nostra Impresa – operando da sempre su tutto i canali, sebbene l’On-
Trade e tutto l’indotto siano stati costretti alla chiusura dalle
prescrizioni normative – ha potuto continuare ad operare rifornendo
l’Off-Trade a livello internazionale anche se con un inevitabile
decremento di ordini. A livello logistico – ha aggiunto – abbiamo
potuto continuare a veicolare le merci senza particolare disagi.
Sebbene al momento non può essere delineato un nuovo orizzonte –
persistendo ancora e tanto il rischio sanitario – ha
ripreso – rimaniamo comunque fiduciosi che, seppur in modo graduale e
progressivo, si possa riprendere una nuova e diversa normalità da
Settembre in avanti, confidando altresì nel quadrimestre di fine anno,
che solitamente corrisponde con le migliori performance per la nostra
merceologia”.

Tuttavia, per riconquistare la normalità, la pragmatica previsione del
DG della Carpenè Malvolti è che bisognerà aspettare il 2021.
“Nel frattempo occorre pensare al futuro del vino con una prospettiva
totalmente diversa – ha affermato – affinchè questa pandemia, sebbene
ci abbia fatto realizzare tutta la vulnerabilità del nostro modus
vivendi et operandi, non prenda il sopravvento e ci induca perchè
costretti dalla contingenza a proiettare la strategia commerciale solo
ed esclusivamente sulla leva del prezzo. È vero che da ora in avanti
necessiterà ripartire in modo totalmente diverso e massivo – ha
aggiunto – è altrettanto vero che sarà soprattutto fondamentale e
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decisivo uno straordinario impegno generale ed univoco delle
Istituzioni, delle Associazioni di categoria, dei Consorzi di Tutela e
di ogni singolo Imprenditore al fine di salvaguardare il valore ed il
posizionamento del Prosecco. No a facili scorciatoie, si allo sviluppo
del concetto di valore legato al Territorio, facendo leva sulla forza
del brand e sul prestigio riconosciuto anche dall’Unesco alle Colline
del Prosecco Superiore”.
Per non compromettere del tutto l’annata in corso e poter compensare
il calo dei consumi, che rischia di lasciare le cantine tropo piene
per ricevere il raccolto della nuova vendemmia temendo che le
scorte eccessive facciano diminuire troppo il prezzo del prodotto
finale, continua Domenico Scimone:

“Occorre che il mondo del vino, di concerto con le Istituzioni, metta
a punto un piano articolato di interventi strutturali sia di breve che
di medio-termine. In primis, necessita una lungimirante strategia di
medio termine affinché non vengano vanificati 40 anni di intenso e
proficuo impegno di tanti Operatori di settore, che hanno permesso al
Vino Italiano di qualificarsi e farsi apprezzare in tutto il mondo.
La valorizzazione della proposta enologica del nostro Paese deve
rimanere la bussola, capace di condurci alla riconquista delle nostre
posizioni di valore ed allo sviluppo di nuove. Nel breve termine –
anche se per la nostra fattispecie non siamo direttamente coinvolti
– potrebbero essere prese in considerazione altre ipotesi, tra cui la
distillazione volontaria delle eccedenze in giacenza nella cantine
italiane al fine di ritirare dalla circolazione milioni di ettolitri
di vini generici per trasformarli in alcool disinfettante da mettere a
disposizione del Paese per l’emergenza sanitaria. Altra ipotesi
potrebbe essere l’ausilio della “vendemmia verde”, ovvero il processo
di eliminazione e successiva distruzione dei grappoli d’uva non ancora
giunti a maturazione entro il momento dell’invaiatura, ossia quando
l’acino raggiunge la maturazione massima annullando la resa
dell’intera superficie coltivata. Per tale pratica – conclude il DG –
dovrebbero essere previste misure di sostegno sotto forma di rimborso
forfettario per ettaro; tuttavia per utilizzare questo strumento
finanziario oltre servirebbe un accordo tra il Ministero delle
Politiche Agricole e l’Unione Europea”.
Una gestione della crisi complessa che può e deve essere interpretata
e gestita come un’opportunità, tra cui l’occasione di rinnovare il
nostro stile di vita verso pratiche più green e far evolvere il Paese
dal punto di vista tecnologico. Uno dei principali effetti del lock-
down è stato infatti il ridisegnare radicalmente il modo di lavorare,
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spingendo quella parte di lavoro prevalentemente concettuale verso lo
smart working e lasciando ai siti produttivi solo l’attività logistica
e di produzione.

VINO, CONSORZIO BRUNELLO DI
MONTALCINO: CON RISTORAZIONE,
FERMO ANCHE MERCATO VINO
PREMIUM ITALIANO
Il rinvio, a giugno, della ripresa della ristorazione e del
turismo in Italia mette in ulteriore difficoltà il mercato del
vino del Belpaese. Una crisi asimmetrica, perché penalizza
principalmente Montalcino e le altre aree – anche toscane –
icona del made in Italy enologico che nell’horeca nazionale e
internazionale trovano il proprio sbocco naturale. Un’alta
fascia produttiva che si distingue per basse rese e massimo
valore aggiunto e per cui risultano inefficaci se non inique
le principali misure nazionali allo studio per combattere la
crisi, come la vendemmia verde e la distillazione. Per questo
il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha fatto presente
all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco
Remaschi, la propria particolare situazione, oltre alle
relative proposte per uscire dall’emergenza e dalla sempre più
insostenibile quanto imprevista tensione finanziaria. Tra
queste, la dichiarazione dello stato di calamità naturale per
tutta la Toscana, con accesso al Fondo di solidarietà
nazionale e l’attivazione del Mediocredito Toscano a garanzia
dei provvedimenti del Governo in materia di proroga di mutui e
debiti.

“In questa fase di grave crisi per il vino toscano – ha detto
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il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino,
Fabrizio Bindocci – il nostro ente non abdica al suo ruolo
guida anche nel campo della promozione. Siamo infatti convinti
che questa non sia una crisi strutturale, ma una difficoltà
congiunturale generata dal Covid-19 cui contrapporre, assieme
a un’adeguata dotazione creditizia, una reazione forte basata
sulle attività di promozione e marketing. È infatti allo
studio a partire dalla seconda parte di quest’anno – ha
aggiunto Bindocci – un piano articolato di presenza capillare
sui maggiori canali commerciali online nei principali mercati
di sbocco – dalla Germania agli Stati Uniti, dal Giappone, al
Canada, all’Italia – a supporto del brand Montalcino e delle
sue produzioni”. A questo proposito, nella lettera inviata
all’assessore Remaschi, il Consorzio sottolinea anche la
necessità di poter modificare le norme attuative dei programmi
di Ocm e Psr attraverso una proroga di 18 mesi del termine
delle azioni previste, una rimodulazione delle stesse ed
eventualmente una rinuncia all’investimento senza penali da
parte delle imprese. E ancora, in ottica di comunicazione a
lungo termine servirà rinnovare per altri 3 anni la misura di
promozione relativa ai Piani di sviluppo rurale anche con
stanziamenti specifici riservati ai consorzi di tutela, oltre
alla richiesta di ripristino di una quota regionale extra
(20%) in aggiunta al 50% garantito da fondi Ue sulla misura
Ocm Promozione Paesi terzi.

“L’obiettivo – per Bindocci – è mettere subito in sicurezza le
aziende e allo stesso tempo prepararci nel migliore dei modi
al ritorno della domanda. Non temiamo l’abbondanza di stock in
cantina perché il Brunello in giacenza non perde ma acquista
valore. Per questo – ha concluso – non è pensabile che le
nostre aziende possano cedere il passo alle speculazioni”
VINVENTIONS – #IORESTOACASA,
VINVENTIONS     PUNTA     SU
FORMAZIONE GRATUITA VIA WEB
PER ENOLOGI E SOMMELIER
Vinventions, azienda leader mondiale nella produzione di
chiusure per il vino, aderisce alla campagna #iorestoacasa per
fronteggiare la pandemia da Coronavirus. Per farlo ha avviato
un programma di formazione via social, organizzando dei web
seminar gratuiti di approfondimento per enologi e sommelier.

Il primo appuntamento ha visto una grande partecipazione di
tecnici del settore, con oltre 250 presenze virtuali, con un
focus sulla “Durata di vita del vino_ gestire meglio
l’ossigeno prima, durante e dopo l’imbottigliamento”. Uno
strumento utile per approfondire la conoscenza, condividere
gli avanzamenti del settore ricerca e sviluppo di Vinventions,
contribuire al miglioramento dei vini italiani.

Il prossimo appuntamento sarà per venerdì 17 aprile, con focus
su “Come ridurre la concentrazione dei solfiti nei vini
preservandone la shelf-life”. Wine Quality Solutions by
Vinventions e Maurizio Ugliano, professore all’Università di
Verona, presenteranno le soluzioni per ridurre le aggiunte dei
solfiti nei vini.

Altri appuntamenti sono previsti per tutto il mese di aprile e
saranno promossi attraverso i canali Facebook e Instagram di
Vinventions Italia.

Allo stesso tempo si stanno organizzando momenti dedicati
anche ai sommelier, dove si potrà capire meglio quale impatto
ha il tappo sull’evoluzione in bottiglia del vino e in
particolare nella gestione dell’ossigeno.
“Siamo vicini alle tante persone che stanno soffrendo – ha
dichiarato Filippo Peroni di Vinventions Italia – e vogliamo
ringraziare di cuore medici e infermieri che stanno dando il
massimo per combattere contro il Coronavirus. Da parte nostra
non possiamo che sostenere la campagna #iorestoacasa e abbiamo
pensato a dare formazione gratuita, continuando così una parte
del lavoro che facciamo con enologi e sommelier”.

CORONAVIRUS, UTILIZZARE IL
VINO IN GIACENZA PER PRODURRE
ALCOL PER IGIENIZZANTI. LA
PROPOSTA     DI     ALLEANZA
COOPERATIVE E ASSODISTIL
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le distillerie italiane sono pronte a dare il loro contributo
ai servizi sanitari impegnati nella emergenza epidemiologica
da COVID-19. La proposta arriva da Alleanza cooperative
agroalimentare e AssoDistil e prevede la possibilità di
destinare una parte delle giacenze di vino ad una
distillazione volontaria, un’operazione che consentirà di
rifornire da subito le distillerie di alcool destinato alla
produzione di igienizzanti e di limitare l’attuale ricorso
alla importazione dall’estero, operazione resa ancora più
difficile in questi giorni per le difficoltà dei trasporti.

La misura di distillazione è espressamente prevista da
normative europee – nello specifico, il Regolamento (UE) N.
1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio – e attende
ora il via libera da parte del nostro Ministero, che sta
esaminando la proposta.

“La volontà del sistema cooperativo è di poter dimostrare
tutta la propria solidarietà al settore sanitario e più in
generale all’intera collettività”, spiega il presidente di
Alleanza cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri. “Come
risulta dagli ultimi dati in possesso del Ministero delle
politiche agricole, nelle cantine dei produttori, da nord a
sud dell’Italia, vi sono giacenze di vino da tavola e a
denominazione. La misura della distillazione di solidarietà
può rappresentare a nostro avviso un’importante opportunità
per i produttori e per il Paese: potremmo immettere sul
mercato alcool destinato alla produzione di igienizzanti
utilizzando le scorte nazionali di vino”.

I dettagli della proposta, che è stata avanzata in questi
giorni attraverso una lettera indirizzata alla ministra Teresa
Bellanova, sono spiegati da Antonio Emaldi, presidente di
AssoDistil: “si tratta di dare il via libera ad una
distillazione in via temporanea per due mesi, aprile e maggio,
di circa 2 milioni di ettolitri, per una produzione di circa
22 milioni di litri di alcole. Come stabilito all’art. 216 del
regolamento 1308/2008, i produttori di vino per questa
operazione dovrebbero ottenere un contributo da parte dello
Stato, nella logica di evitare conseguenti distorsioni nei
mercati di riferimento e contenere il prezzo di vendita degli
igienizzanti ai consumatori finali”.

EXPORT VINO 2019: SUPERATI
6,43 MILIARDI, CRESCITA DEL
+3,1%
Ancora crescita nel 2019 per l’export vinicolo italiano che
supera i 6,43 miliardi di euro e conferma il trend positivo
con il +3,1% rispetto al 2018 e il +7,1% sul 2017: oltre il
60% delle esportazioni in valore è destinato in Europa, anche
se i tassi di crescita maggiori si sono registrati in America
(+4,7%) e in Asia (+7,1%).

Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Qualivita Wine su
dati Istat, in termini di valore le esportazioni hanno segno
positivo per i due principali mercati di destinazione USA
(+5,4%) e Germania (+2,5%) – che assorbono rispettivamente
1,54 mld € e 1,06 mld € nel 2019 – mentre mostrano un calo in
Regno Unito (-5,0%); a seguire crescite anche per Svizzera
(+1,6%) e Canada (+2,6%). Confermano trend particolarmente
buoni la Francia (+6,5%) – in cui per la prima volta si
superano i 200 milioni di export – e i Paesi Bassi (+8,8%),
che già avevano fatto registrare rispettivamente il +12,0%, e
il +8,0% nel 2018 rispetto all’anno precedente.

Fra i grandi mercati extra europei, il Giappone mostra un
grande recupero (+13,0%) dopo lo stop del 2018 e la Cina – che
continua a coprire una fetta ridotta dell’export (2,1%) – ha
un buon trend (+5,3%) nel 2019: più consistente la crescita
nel mercato russo (+21,1%) che nel 2019 supera i 130 milioni
di euro.

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ati di destinazione si sottolineano trend importanti in
Polonia (+14,1%), Lettonia (+15,9%), Corea del Sud (+14,5%) e
Ucraina (+37,9%), tutti Paesi che avevano mostrato tassi di
crescita già nell’anno 2018. Il 60% dell’export vinicolo
italiano in valore è destinato in Europa (+1,9%), il 31% in
America (+4,7%), il 7,4% in Asia (+7,1%), l’1,2% in Oceania
(+4,1%) e lo 0,2% in Africa (+15,4%).
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i di quantità si registra una crescita del +10,6% del totale
export vinicolo made in Italy nel 2019 rispetto al 2018. La
crescita in quantità è da registrare soprattutto in Europa
(+13,0%) e in Asia (+15,9%), mentre è più contenuta in America
(+2,3%) e più bassa rispetto all’aumento in termini di valore
(+4,7%), segno che in queste piazze si è riusciti ad affermare
un prezzo più alto del prodotto esportato.

VINO. EXPORT 2019: CONTINUA
LA   CRESCITA,   VALE   6,4
MILIARDI (+3,2%)
L’export del vino italiano continua a crescere e nel 2019 vale
6,4 miliardi di euro (+3,2% sul 2018). L’incremento maggiore
si riscontra sui volumi, che sfiorano        i 22 milioni di
ettolitri (+10% sul 2018) e che, seppur di poco, permettono
all’Italia di riconquistare il primato mondiale in
volume. L’evoluzione degli introiti è stata però inferiore
alle attese, con i prezzi medi in discesa, sia per dinamiche
legate ai listini dei vini sia per quella correlata al diverso
mix che compone il paniere delle esportazioni.

Questi i dati definitivi sull’export 2019 del vino italiano,
elaborati dall’Osservatorio del Vino di Unione Italiana
Vini – ISMEA su base ISTAT, convalidando le stime diffuse nei
mesi scorsi.

Ad avere avuto l’incremento più importante sono stati,
infatti, i vini comuni che con 4,9 milioni di ettolitri, per
lo più sfusi, sono cresciuti del 18% in volume con una
flessione degli introiti (-3%), conseguenza della decisa
riduzione dei listini alla produzione che nell’ultima campagna
2018/2019, ha toccato il 27%. Solo da settembre in poi i
prezzi alla produzione di vini comuni hanno ripreso a
crescere, ma anche in questo caso senza recuperare le perdite
accumulate nei mesi precedenti.

Il forte aumento delle esportazioni di vini sfusi da tavola,
che hanno una naturale destinazione verso mercati comunitari,
in particolare la Germania, ha contribuito a far registrare
una progressione complessiva più marcata in termini
quantitativi verso i Paesi Ue (+12%) rispetto a quella verso i
Paesi terzi (+7%). La situazione è ribaltata, invece, sul
fronte del valore (Ue: +1% e Paesi terzi: +6%). L’export in
valore verso i Paesi terzi, pari a 3,22 miliardi di euro, si
posiziona quindi poco sopra i 3,20 miliardi di euro verso la
Ue. I Paesi terzi, quindi, sono riusciti nel sorpasso
sull’area comunitaria in termini di spesa per vini italiani.
A trainare le esportazioni italiane sono anche gli spumati per
i quali, pur considerando positivo il risultato del 2019, si
evidenzia, tuttavia, un sostanziale rallentamento della corsa
che per anni aveva registrato incrementi a due cifre. Per la
prima volta il 2019 ha segnato un export di bollicine
superiore ai 4 milioni di ettolitri (+8%) su base annua, per
un    corrispettivo      di    quasi    1,6    miliardi     di
euro (rispettivamente +4,5% su base annua). Un importante
aspetto da sottolineare è che, pur essendo cresciuto tutto il
settore spumantistico, la domanda estera è trainata
essenzialmente dal Prosecco e in molti vedono questa eccessiva
dipendenza da un unico prodotto come una debolezza del
sistema.

I dati evidenziano, infatti, in maniera inequivocabile tale
situazione. Alla decisa progressione del Prosecco, il 65%
dell’intero export a volume del segmento spumanti, che
registra +21% in volume e +16% a valore, si contrappone un
anno piuttosto negativo per l’Asti (-10% in volume e -2% a
valore) e per altre tipologie di bollicine DOP.

In decisa progressione anche i vini Dop, soprattutto fermi
(+13,5% a volume e + 9 a valore), che compensano la riduzione
registrata nel segmento delle Igp. Questo “trasferimento” è
dovuto, almeno in larga parte, al consolidamento sul mercato
del Pinot grigio Delle Venezie Dop. Le Igp, peraltro, hanno
mostrato una decisa battuta d’arresto sia nei vini fermi in
bottiglia (-5% a volume e -4% a valore) e negli sfusi (-10% a
volume e -13% a valore), mentre hanno messo a segno una
performance particolarmente positiva nei bag in box (+8% a
volume e +8% a valore). Questa tipologia di confezione,
peraltro, nel 2019 è cresciuta in maniera importante rispetto
all’anno precedente ( +8% a volume e +10% a valore). I
frizzanti, invece, hanno mostrato una domanda sì in aumento,
ma senza la dinamicità degli altri segmenti (+6% a volume ma
con valori sostanzialmente stabili rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente).

Scorrendo la lista dei Paesi clienti sembra opportuno
sottolineare che, benché il vino italiano raggiunga ormai un
gran numero di destinazioni, le prime tre destinazioni
assorbono più della metà del totale esportato sia in volume
che in valore.

In tema di clienti si evidenzia il recupero in valore
realizzato soprattutto nell’estate delle esportazioni verso
gli Stati Uniti, che cresce del 3,6%. Bene anche gli spumanti,
molto bene anzi, la cui progressione è stata del 14% a volume
e dell’12% a valore. Da sottolineare anche nel mercato Usa
l’andamento a doppio binario tra il Prosecco, che cresce ad un
ritmo del 40% sul 2018, e il resto delle bollicine italiane
che invece perde terreno. In tema di Usa, c’è attesa e
preoccupazione in merito all’aumento dei dazi: sebbene anche
in questa seconda “revisione” il vino italiano non sia stato
colpito, l’attenzione rimane alta.

In decisa progressione l’export in Germania dove le
esportazioni italiane sono cresciute del 20%, trainate dal
+39% dei vini sfusi che, con oltre 2.8 milioni di ettolitri,
rappresentano il 46% del totale importato dall’Italia, a cui
si contrappone, per i motivi sopra citati, addirittura una
flessione degli introiti (-11%). Bene anche       i vini in
bottiglia, mentre il mercato tedesco è in controtendenza
rispetto agli spumanti italiani con una domanda in flessione
del 7% in volume determinata da una drastica riduzione delle
richieste sia di spumanti comuni che di Asti (-33%), mentre il
Prosecco continua la sua progressione mettendo a segno un +11%
in quantità per un fatturato cresciuto del 3%.

Nel Regno Unito, l’export a volume ha tenuto (+1%) anche se in
valore si regista una flessione complessiva del 5% su base
annua. Sono stati soprattutto i vini fermi in bottiglia a
segnare la maggior domanda britannica con una progressione del
+2% sia in termini reali che dei corrispettivi. Frena, invece,
la richiesta di spumanti pur restando, quello britannico, il
principale mercato di destinazione dell’Italia per questo
segmento.

Bene anche nell’Estremo Oriente, a partire dal Giappone che ha
registrato incrementi a doppia cifra (+18% in volume e +13% in
valore), grazie anche alla firma dell’accordo di libero
scambio con la UE. La ‘sorvegliata speciale’ Cina ha messo a
segno un +10% nella domanda di vini italiani, attestata a 364
mila ettolitri per un valore di 134 milioni di euro (+5%).

ANTEPRIMA VINO NOBILE DI
MONTEPULCIANO: 5 STELLE ALLA
VENDEMMIA 2019
L
                                                                            a
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icata 5 stelle (il massimo punteggio). E’ questo il rating assegnato ai
campioni dell’ultima annata di Vino Nobile di Montepulciano annunciati nella
giornata dedicata alla stampa dell’Anteprima del Vino Nobile di
Montepulciano. Giornata che ha visto anche l’inizio delle celebrazioni dei 40
anni della prima Docg d’Italia, il Vino Nobile di Montepulciano appunto che
nel 1980 ha ricevuto per primo la fascetta di stato. Un seminario con la
partecipazione di alcuni esperti e personaggi del tempo ha messo in luce
alcuni passaggi salienti di un percorso che ha riguardato tutto il vino
italiano, non solo quello di Montepulciano. «Un anno importante il 2020 per
questo anniversario, ma anche per un Consorzio, il nostro, che si sta
mettendo in gioco con il coinvolgimento di tutte le aziende associate su vari
fronti – sottolinea il presidente del Consorzio del Vino Nobile di
Montepulciano, Andrea Rossi – con un mercato che si sta riaprendo in
positivo, con tanti progetti in ballo che porteranno la nostra denominazione
a guardare al futuro in chiave sempre più moderna, pur contando appunto su
una storia importante, primo tra tutti la novità di “Toscana” in etichetta».

2019: una vendemmia a 5 stelle. A livello meteorologico il 2019 ha alternato
due periodi intensamente piovosi, aprile-maggio e novembre-dicembre, durante
i quali è caduto il 65% della pioggia dell’anno (538 mm su 824 mm totali), a
un periodo, giugno-ottobre, prevalentemente secco ma contraddistinto da brevi
e intensi eventi piovosi. Le temperature sono state mediamente più alte nella
gran parte dell’anno tranne che in gennaio e in maggio. La raccolta si è
svolta in gran parte, per il Sangiovese, tra il 25 settembre e il 10
ottobre. I vini del 2019 sono molto interessanti e la qualità è molto buona.
A livello analitico si rilevano ottimi valori di intensità e tonalità di
colore, gradazioni alcoliche medio alte, buona dotazione di polifenoli totali
e di sostanze estrattive, acidità e pH medi. All’assaggio i vini presentano
colori intensi, ottima espressività aromatica varietale, concentrazione e una
trama tannica di pregevole fattura.
1980-2020: QUARANTA ANNI DI DOCG E DI STORIA DEL VINO ITALIANO DI
QUALITA’. Correva l’anno 1980 quando l’allora Ministero
dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che
identificava una denominazione vinicola come “garantita”
(D.O.C.G.). Si apriva così una nuova era per il vino italiano.
Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli
uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed è
l’immagine simbolo dei festeggiamenti per il quarantennale che
ricorrerà per tutto l’anno 2020. La storia della fascetta AA
000001 è molto lunga. Sono infatti occorsi circa 11 anni di
riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il
Consorzio fece richiesta della DOCG (Legge 930/63), a
quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio del Vino
Nobile, primo in Italia, divenne così una vera e propria
rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della
pubblicazione in Gazzetta della richiesta di modifica al
disciplinare delNobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente
della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, a firmare il decreto
che sanciva l’ottenimento della DOCG per il Vino Nobile di
Montepulciano. Il percorso non sarebbe finito qui, dal momento che
non essendoci precedenti fu proprio il Consorzio del Vino Nobile,
d’intesa con il Ministero dell’Agricoltura e con la Camera di
Commercio di Siena, a mettere a punto il sistema dei controlli (fu
creata la prima commissione camerale, la “N.1”). Nel 1980 furono
450mila le bottiglie di Nobile DOCG. Oggi il Vino Nobile di
Montepulciano è una delle denominazioni italiane più riconosciute
nel mondo.

Il Grifo Nobile: un riconoscimento per gli “ambasciatori” del vino
italiano.Nella serata di benvenuto alla stampa internazionale
è stato assegnato il Grifo Nobile, una novità per il Consorzio che
da questa edizione dell’Anteprima ha deciso di dare un
riconoscimento particolare a quelle figure che si sono distinte
per la promozione del vino italiano, del Vino Nobile di
Montepulciano in particolare. Una targa che sottolinea questo
impegno e che riprende il simbolo del Vino Nobile di
Montepulciano. Per questa edizione il Grifo Nobile è stato
assegnato a Luca Martini (miglior sommelier del mondo), Raffaele
Porceddu (maitre dell’Adler di Bagno Vignoni), Nicola Masiello
(presidente onorario della Fisar), Ida Walters (come sommelier
emergente) e Roberto Rossi, lo chef stellato del ristorante Il
Silene che ha preparato anche il menu della cena di benvenuto.

I NUMERI DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO
Il patrimonio “Nobile”. Un miliardo di euro circa. E’ questa la cifra che
quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato
e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della
produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale
è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale
su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati,
ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di
questi 1.377 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg,
mentre 571 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare
questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in
tutto dei quali 78 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i
dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne
aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2019 sono state immessi nel mercato
6,2 milioni di bottiglie di Vino Nobile e circa 2,6 milioni di Rosso di
Montepulciano.

Il mercato. Il 2019 si conferma all’insegna dell’export con una quota
destinata all’estero pari al 78% di prodotto, mentre il restante 22% viene
commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi
anni la vendita diretta in azienda che nel 2019 ha raggiunto il 22%. Per
quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono
registrate in Toscana per il 48,5%. Al Nord è stato venduto il 14,% del
totale nazionale mentre nel restante centro-Italia sud e Isole il 15,5%. Per
quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e
paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile
con il 43% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello
degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 22% dell’export del Vino
Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed
extra Ue con oltre il 7% delle esportazioni. Il Vino Nobile è apprezzato
anche in Svizzera dove raggiunge il 14,5%. Tra le grandi novità il mercato
canadese dove tra l’altro si sono rivolte alcune importanti iniziative
promozionali negli ultimi anni con una quota di export che ha raggiunto il
3,5% nel 2019 in crescita.
ANTEPRIMA VINO NOBILE                                                  DI
MONTEPULCIANO: EDIZIONE                                                DA
RECORD
Si chiude con un successo di partecipazione la prima parte dell’Anteprima del
Vino Nobile di Montepulciano, quella dedicata agli operatori e agli
appassionati, che con la giornata di lunedì 17 febbraio ha segnato oltre
tremila partecipanti registrando un nuovo record per quello che è diventato
per la cittadina toscana l’evento dell’anno dedicato al Vino Nobile di
Montepulciano che si è presentato con le nuove annate di vini in commercio da
quest’anno, il Vino Nobile 2017 e la Riserva 2016. Il sold out si è
registrato anche nelle strutture ricettive della città e del territorio, con
ristoranti e alberghi che hanno praticamente dato il via in forma anticipata
alla stagione turistica. «Un format che negli ultimi anni viene migliorato di
edizione in edizione, dall’apertura agli appassionati, al numero di aziende
che cresce, ai tanti servizi offerti dall’evento stesso, ma anche da attività
collaterali – commenta il presidente del Consorzio, Andrea Rossi – con i
numeri confermiamo le tante aspettative, ma quello che mi preme sottolineare
è che si tratta di una iniziativa in cui crede non solo il Consorzio, ma la
base sociale e tutto il “Sistema Montepulciano”, ora c’è tanta attesa per la
giornata finale». Il programma infatti ora proseguirà giovedì 20 febbraio,
giornata dedicata alla stampa internazionale durante la quale saranno
assegnate le stelle alla vendemmia 2019 (da una a cinque). Sarà anche la
giornata dell’inizio dell’anno celebrativo dei 40 anni di Docg, la prima in
Italia.

Nasce la rivista sugli studi storici del Vino Nobile di
Montepulciano. Giovedì sarà presentata in prima assoluta alla stampa anche il
nuovo progetto nato dalla collaborazione tra il Consorzio del Vino Nobile di
Montepulciano e la Società Storica Poliziana. “Storia del Vino Nobile di
Montepulciano” è il titolo della rivista periodica finalizzata a ricostruire,
passo per passo, la storia del vino di Montepulciano, e del Nobile in
particolare, realizzando e favorendo studi originali e ricerche, soprattutto
di tipo documentario, negli spesso inesplorati archivi storici della città e
di altri luoghi. L’iniziativa trova la sua ragion d’essere nell’eccezionale
importanza che ha avuto Montepulciano per la storia del vino, prodotto che
rese la città uno dei luoghi più importanti della realtà vitivinicola europea
(e quindi mondiale) in particolare dal secolo XVI al XVIII, affrontando
tematiche quali la qualità delle uve coltivate in epoca storica, la modalità
di coltura, la qualità dei vini prodotti e, soprattutto, la tecnologia
produttiva del vino. Uno degli strumenti con cui verranno proposti al
pubblico degli appassionati i risultati dell’attività di ricerca sarà quello
della rivista “Storia del vino di Montepulciano – studi & ricerche”, il cui
primo numero sarà in uscita nel prossimo mese di maggio. I contenuti della
pubblicazione I/2020 sono esposti di seguito.
Le Belle Vetrine: i personaggi che hanno amato Montepulciano. Nella giornata
di domenica 16 febbraio sono stati premiati i vincitori dell’edizione 2020
del concorso portato avanti dalla Pro Loco di Montepulciano in collaborazione
con il Consorzio. Il primo premio è andato al negozio Via del Corso 17 di
Valeria Piochi con una vetrina dedicata ad Andrea Pazienza. Il secondo premio
a Porta della Cavina di Franco Bernardini e il terzo a Il Fiordaliso di
Marina Fumi, entrambi con una vetrina dedicata a Marcel Marceau. Un record di
partecipazione per questa edizione con ben 29 concorrenti che hanno colpito
in pieno nel segno, realizzando in pochissimo tempo dei piccoli capolavori
che ricordano, in questo viaggio nel tempo, personaggi che sono nel cuore di
tutti gli abitanti di Montepulciano e non solo. Tra i personaggi citati il
poeta e umanista Angelo Ambrogini, Piero Calamandrei, S.Agnese Segni,
Margherita Hack, Andrea Pazienza, Hans Werner Henze, Federico Fellini, Gino
Bramieri, Dustin Hoffman, Vittorio Gassman e Marcel Marceau, i più gettonati
sono stati Il Poliziano, Fellini, Henze e Pazienza, i più originali forse
Elena Sangro, l’ astrofisica Hack e Bramieri testimonial del giro d’Italia
del 1964.

VIGNETO VENETO STASERA A
GODEGA DI S.URBANO PRESIDENTE
E ASSESSORE REGIONALE SULLE
PROSPETTIVE DELLE DOC
La superficie vitata in Veneto è in aumento (più 36 per cento
nell’ultimo decennio) ma la politica di valorizzazione delle
Doc, prime tra tutti quelle del Prosecco e del Pinot grigio,
impone lo stop agli incrementi e una nuova attenzione a
promozione e posizionamento sui mercati esteri.

Se ne parla stasera a Godega di Sant’Urbano, al convegno
inaugurale dell’Antica Fiera su “Quali prospettive per il
sistema Prosecco e Pino grigio”, promosso da Regione Veneto,
Ministero per le politiche agricole e Consorzi di tutela, al
quale interverranno il presidente della Regione e l’assessore
regionale   all’agricoltura   (inizio   ore   20.30,   padiglione
giallo).

Al centro del confronto con i Consorzi delle Doc ci saranno i
dati della Direzione Agroalimentare della Regione sui trend di
crescita, la diffusione varietale, gli esiti delle politiche
di sostegno alla riconversione e ristrutturazione degli
impianti, le azioni di regolazione dell’offerta attuate
sinora, gli obiettivi dei nuovi bandi del Programma di
sviluppo rurale,nonchè le strategie di mercato e di
sostenibilità per l’intera filiera vitivinicola.

PIU’ DELLA META’ DEL VINO
TOSCANO VOLA ALL’ESTERO TUTTI
I    DATI    PRESENTATI     A
PRIMANTEPRIMA
                                                                    P
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a metà della produzione certificata DOC e DOCG della      Toscana
vola sui mercati esteri, rappresentando circa il         19% del
totale export di vini DOP fermi nazionali, quota che     sale al
26% se si considera il valore. Il dato emerge dalla      ricerca
Ismea presentata a Firenze in occasione della tavola      rotonda
di inaugurazione della Settimana delle Anteprime 2020,
svoltasi nell’ambito di PrimAnteprima, collettiva regionale
promossa dalla Regione Toscana insieme a Camera di Commercio
di Firenze e organizzata da PromoFirenze, Azienda Speciale
della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema
Toscana.

Crescono le esportazioni di vini DOP toscani (+3% nei primi 10
mesi del 2019), mentre si amplia il bacino dei Paesi
importatori. Se Stati Uniti e Germania si confermano i due
principali Paesi di destinazione e assorbono insieme oltre il
50% del mercato (sia in termini di volume che di valore),
l’Estremo Oriente guadagna quote importanti. Tra il 2010 e
2014, infatti, solo l’1% del prodotto veniva spedito in Cina,
mentre nella seconda parte del decennio è stato superato il
2%. In lieve progressione anche il Giappone, dal 2,7 al 3,2 %.
È aumentata notevolmente anche la domanda di Hong Kong,
Singapore e Taiwan, anche se in termini assoluti il peso a
valore passa dallo 0,6 all’1 %. L’Est Europeo, con la Russia
in testa, mostra una discreta attenzione alle denominazioni
toscane, ma mantiene un ruolo marginale. Positivo il trend in
Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda.

GLI SCENARI. Numeri che fanno ben sperare, nonostante le
incognite rappresentate dalla minaccia dei dazi degli USA,
primo importatore di vini toscani, dalla Brexit e dall’allarme
Coronavirus, oltre che dal sensibile rallentamento
dell’economia tedesca. Per il momento, però, l’industria del
vino made in Tuscany tiene, anche dal punto di vista dei
prezzi, nonostante il 2019 abbia fatto segnare una battuta
d’arresto dopo 10 anni di aumenti consistenti.

LA PRODUZIONE. Sono 58 i riconoscimenti tra DOP (52) e IGP (6)
che interessano la produzione regionale, per una produzione
annua di 2,1 milioni di ettolitri in media (11% circa delle
produzioni IG italiane): dei circa 59mila ettari del vigneto
toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni
certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran
lunga la media nazionale del 62%. In controtendenza anche la
vendemmia 2019: secondo i dati diffusi da Artea la produzione
toscana si attesta a 2,6 milioni di ettolitri, con un
incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre a
livello nazionale si registra un calo del 19% (stima
Ismea/Uiv).

IL VALORE. Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai
vini IG, Ismea stima che la produzione imbottigliata valga
complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di
euro circa per le DOP a cui si aggiungono i 168 milioni delle
IGP (stima 2018).

Sono tutti dati presentati alla tavola rotonda LA VISION 2030
DELLA TOSCANA DEL VINO: MERCATI, ENOTURISMO E INNOVAZIONE,
momento centrale di PrimAnteprima, a cui hanno partecipato,
insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana
Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei
presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente
del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione
Toscana. Infine il prof Attilio Scienza, Ordinario di
Viticoltura dell’Università di Milano, ha affascinato il
pubblico con il racconto dell’esperimento enologico che ha
ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino
dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all’isola d’Elba
dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci.

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’. Pur mantenendo intatto il suo
fascino, il vigneto toscano si distingue per vivacità,
dinamismo e forte orientamento all’innovazione. A tal
proposito da segnalare la capacità di utilizzare in maniera
efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea:
metà del vigneto regionale ha usufruito della misura
Ristrutturazione e Riconversione (28 mila ettari), mentre nei
10 anni applicazione della Promozione sui mercati terzi sono
stati finanziati 352 progetti per una spesa di 86 milioni di
euro. L’innovazione è sempre più connessa al tema della
sostenibilità delle produzioni vitivinicole toscane: nel
complesso i progetti integrati di filiera regionali finanziati
attraverso il PSR 2014-2020 sono stati 26, per un contributo
di oltre 6,5 milioni di euro. Molti di questi progetti
prevedono l’applicazione dei criteri della “Viticoltura di
precisione”, che consentono una sensibile riduzione dell’uso
di fertilizzanti e fitofarmaci. Tra questi il progetto “SOSTE-
NOBIL-ETÀ”, coordinato dalla Vecchia Cantina di Montepulciano,
che ha sperimentato per la prima volta la creazione di una
piattaforma collaborativa per l’autovalutazione della
sostenibilità ambientale della propria azienda ed ottenere
informazioni sulle migliori tecnologie a basso impatto
ambientale; “SOS.T.”, coordinato dalla Cantina di Pitigliano,
che ha consentito a 4 imprese toscane (tra cui la Cantina di
Pitigliano e la Cantina Vini di Maremma) di essere certificate
secondo la norma Equalitas-Vino Sostenibile, che garantisce la
sostenibilità sociale ed etica, oltre che ambientale.

ENOTURISMO. Infine, il progetto del Consorzio di tutela del
vino a denominazione di origine “Orcia” nasce per coniugare
produzione e turismo, trasformando le cantine in luoghi di
shopping, cultura, esperienza e sperimentando un modello
riproducibile. La proposta è semplice ma rivoluzionaria: il
vino si trasforma in cartolina da degustare, capace di
arricchire il viaggio, raccontare il territorio, potenziare il
mercato locale di esportazione di un intero pezzo di regione.
Proprio nella Val d’Orcia si avvia grazie al Progetto
integrato di filiera della Regione Toscana un progetto per
avvicinare i turisti al vino della denominazione, servendolo
in maniera adeguata: una serie di cantinette d’autore saranno
distribuite gratuitamente in tutto il territorio (tra cantine,
supermercati, enoteche, ristoranti e wine bar) e permetteranno
di degustare un calice alla temperatura ottimale, conoscendo
al tempo stesso le informazioni relative al produttore e alla
storia del vino. Il progetto mira a valorizzare quello che
nella Val d’Orcia, riconosciuta a livello Unesco per la sua
bellezza, viene detto “l’export sotto casa”, ovvero la
presenza tutto l’anno di turismo internazionale. Ma il
crescente connubio tra vino e turismo riguarda tutta la
regione: non a caso la Toscana è stata la prima Regione ad
adottare una specifica legge, declinando le indicazioni
nazionali contenute nel DM del 12 marzo 2019 in tema di
enoturismo.

LA WINE WEEK. Riservata ad addetti ai lavori e stampa
specializzata internazionale, PrimAnteprima si presenta come
il galà di apertura della Wine Week toscana, con la
possibilità di degustare le annate appena immesse sul mercato
dai Consorzi emergenti della regione, quali: Carmignano,
Chianti      Rufina,      Colline     Lucchesi,       Maremma
Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra.
Il programma della Settimana delle Anteprime proseguirà
con Chianti Lovers a cura del Consorzio Vino Chianti e
Morellino di Scansano (16 febbraio, Fortezza da
Basso), Chianti Classico Collection a cura del Consorzio Vino
Chianti    Classico    (17-18,    Stazione     Leopolda    di
Firenze), Anteprima Vernaccia di San Gimignano a cura del
Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano (19 febbraio,
San Gimignano), Anteprima Vino Nobile di Montepulciano a cura
del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (20 febbraio,
Montepulciano), Benvenuto Brunello 2020 a cura del Consorzio
del Vino Brunello di Montalcino (21 e 22 febbraio,
Montalcino).
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