CARPENE MALVOLTI, IL SETTORE VINO OLTRE LA PANDEMIA ATTRAVERSO NUOVI ORIZZONTI - Agricolae
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CARPENE MALVOLTI, IL SETTORE VINO OLTRE LA PANDEMIA ATTRAVERSO NUOVI ORIZZONTI L ’ a n n a t a m i g l i o re della sua storia; questo è stato il 2019 per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. – secondo il Rapporto Economico sulla Denominazione elaborato dal Consorzio – con 92 milioni di bottiglie vendute (+1,6% rispetto al 2018) ed un fatturato di 524 milioni di euro (+1,2%). Peraltro, anche il primo trimestre del 2020 ha registrato numeri soddisfacenti finchè l’emergenza coronavirus ponesse un blocco globale al canale distributivo dell’ Ho.Re.Ca unitamente al netto calo dell’esportazioni ed alla contrazione delle vendite nella GDO italiana ed estera. Mentre il mondo del vino nel suo complesso attraversa una fase di stand by proprio in funzione del rallentamento dei consumi a livello mondiale, il comparto del Prosecco sembra comunque tenere meglio delle altre tipologie di vino. Infatti, nonostante il canale Ho.Re.Ca sia ancora pressoché fermo, il decremento risulta inferiore rispetto ad altre bollicine. Il consumatore abituale di Prosecco sta continuando evidentemente ad approvvigionarsi, ove possibile attraverso la GDO – che a Marzo ha fatto segnare un +16,8% in valore e 18,6% in volume – e ne ha riscoperto un consumo autogratificante all’interno dell’habitat
familiare. In tutto questo, nonostante il blocco di una cospicua parte delle attività produttive nazionali e l’inevitabile riorganizzazione del ciclo produttivo con il conseguente ricorso – allorquando si è potuto – allo smart working, la Carpenè Malvolti – realtà leader della Spumantistica nonché pietra miliare per la nascita e lo sviluppo del Prosecco – non si è mai fermata. “L’assoluta straordinarietà della congiuntura corrente con le relative inevitabili ricadute economiche – ha spiegato il DG della Casa Spumantistica di Conegliano, Domenico Scimone – è stata parzialmente da noi assorbita anche se il blocco della ristorazione a livello internazionale ha avuto un notevole impatto sulle performances del mese di Aprile su tutto il nostro business ed in particolare sull’Export. Defaillance più contenute infatti si sono registrate sul mercato domestico, laddove nel primo trimestre si stava performando positivamente sull’abbrivio dei risultati dell’anno precedente. La nostra Impresa – operando da sempre su tutto i canali, sebbene l’On- Trade e tutto l’indotto siano stati costretti alla chiusura dalle prescrizioni normative – ha potuto continuare ad operare rifornendo l’Off-Trade a livello internazionale anche se con un inevitabile decremento di ordini. A livello logistico – ha aggiunto – abbiamo potuto continuare a veicolare le merci senza particolare disagi. Sebbene al momento non può essere delineato un nuovo orizzonte – persistendo ancora e tanto il rischio sanitario – ha ripreso – rimaniamo comunque fiduciosi che, seppur in modo graduale e progressivo, si possa riprendere una nuova e diversa normalità da Settembre in avanti, confidando altresì nel quadrimestre di fine anno, che solitamente corrisponde con le migliori performance per la nostra merceologia”. Tuttavia, per riconquistare la normalità, la pragmatica previsione del DG della Carpenè Malvolti è che bisognerà aspettare il 2021. “Nel frattempo occorre pensare al futuro del vino con una prospettiva totalmente diversa – ha affermato – affinchè questa pandemia, sebbene ci abbia fatto realizzare tutta la vulnerabilità del nostro modus vivendi et operandi, non prenda il sopravvento e ci induca perchè costretti dalla contingenza a proiettare la strategia commerciale solo ed esclusivamente sulla leva del prezzo. È vero che da ora in avanti necessiterà ripartire in modo totalmente diverso e massivo – ha aggiunto – è altrettanto vero che sarà soprattutto fondamentale e
decisivo uno straordinario impegno generale ed univoco delle Istituzioni, delle Associazioni di categoria, dei Consorzi di Tutela e di ogni singolo Imprenditore al fine di salvaguardare il valore ed il posizionamento del Prosecco. No a facili scorciatoie, si allo sviluppo del concetto di valore legato al Territorio, facendo leva sulla forza del brand e sul prestigio riconosciuto anche dall’Unesco alle Colline del Prosecco Superiore”. Per non compromettere del tutto l’annata in corso e poter compensare il calo dei consumi, che rischia di lasciare le cantine tropo piene per ricevere il raccolto della nuova vendemmia temendo che le scorte eccessive facciano diminuire troppo il prezzo del prodotto finale, continua Domenico Scimone: “Occorre che il mondo del vino, di concerto con le Istituzioni, metta a punto un piano articolato di interventi strutturali sia di breve che di medio-termine. In primis, necessita una lungimirante strategia di medio termine affinché non vengano vanificati 40 anni di intenso e proficuo impegno di tanti Operatori di settore, che hanno permesso al Vino Italiano di qualificarsi e farsi apprezzare in tutto il mondo. La valorizzazione della proposta enologica del nostro Paese deve rimanere la bussola, capace di condurci alla riconquista delle nostre posizioni di valore ed allo sviluppo di nuove. Nel breve termine – anche se per la nostra fattispecie non siamo direttamente coinvolti – potrebbero essere prese in considerazione altre ipotesi, tra cui la distillazione volontaria delle eccedenze in giacenza nella cantine italiane al fine di ritirare dalla circolazione milioni di ettolitri di vini generici per trasformarli in alcool disinfettante da mettere a disposizione del Paese per l’emergenza sanitaria. Altra ipotesi potrebbe essere l’ausilio della “vendemmia verde”, ovvero il processo di eliminazione e successiva distruzione dei grappoli d’uva non ancora giunti a maturazione entro il momento dell’invaiatura, ossia quando l’acino raggiunge la maturazione massima annullando la resa dell’intera superficie coltivata. Per tale pratica – conclude il DG – dovrebbero essere previste misure di sostegno sotto forma di rimborso forfettario per ettaro; tuttavia per utilizzare questo strumento finanziario oltre servirebbe un accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole e l’Unione Europea”. Una gestione della crisi complessa che può e deve essere interpretata e gestita come un’opportunità, tra cui l’occasione di rinnovare il nostro stile di vita verso pratiche più green e far evolvere il Paese dal punto di vista tecnologico. Uno dei principali effetti del lock- down è stato infatti il ridisegnare radicalmente il modo di lavorare,
spingendo quella parte di lavoro prevalentemente concettuale verso lo smart working e lasciando ai siti produttivi solo l’attività logistica e di produzione. VINO, CONSORZIO BRUNELLO DI MONTALCINO: CON RISTORAZIONE, FERMO ANCHE MERCATO VINO PREMIUM ITALIANO Il rinvio, a giugno, della ripresa della ristorazione e del turismo in Italia mette in ulteriore difficoltà il mercato del vino del Belpaese. Una crisi asimmetrica, perché penalizza principalmente Montalcino e le altre aree – anche toscane – icona del made in Italy enologico che nell’horeca nazionale e internazionale trovano il proprio sbocco naturale. Un’alta fascia produttiva che si distingue per basse rese e massimo valore aggiunto e per cui risultano inefficaci se non inique le principali misure nazionali allo studio per combattere la crisi, come la vendemmia verde e la distillazione. Per questo il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha fatto presente all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, la propria particolare situazione, oltre alle relative proposte per uscire dall’emergenza e dalla sempre più insostenibile quanto imprevista tensione finanziaria. Tra queste, la dichiarazione dello stato di calamità naturale per tutta la Toscana, con accesso al Fondo di solidarietà nazionale e l’attivazione del Mediocredito Toscano a garanzia dei provvedimenti del Governo in materia di proroga di mutui e debiti. “In questa fase di grave crisi per il vino toscano – ha detto
il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – il nostro ente non abdica al suo ruolo guida anche nel campo della promozione. Siamo infatti convinti che questa non sia una crisi strutturale, ma una difficoltà congiunturale generata dal Covid-19 cui contrapporre, assieme a un’adeguata dotazione creditizia, una reazione forte basata sulle attività di promozione e marketing. È infatti allo studio a partire dalla seconda parte di quest’anno – ha aggiunto Bindocci – un piano articolato di presenza capillare sui maggiori canali commerciali online nei principali mercati di sbocco – dalla Germania agli Stati Uniti, dal Giappone, al Canada, all’Italia – a supporto del brand Montalcino e delle sue produzioni”. A questo proposito, nella lettera inviata all’assessore Remaschi, il Consorzio sottolinea anche la necessità di poter modificare le norme attuative dei programmi di Ocm e Psr attraverso una proroga di 18 mesi del termine delle azioni previste, una rimodulazione delle stesse ed eventualmente una rinuncia all’investimento senza penali da parte delle imprese. E ancora, in ottica di comunicazione a lungo termine servirà rinnovare per altri 3 anni la misura di promozione relativa ai Piani di sviluppo rurale anche con stanziamenti specifici riservati ai consorzi di tutela, oltre alla richiesta di ripristino di una quota regionale extra (20%) in aggiunta al 50% garantito da fondi Ue sulla misura Ocm Promozione Paesi terzi. “L’obiettivo – per Bindocci – è mettere subito in sicurezza le aziende e allo stesso tempo prepararci nel migliore dei modi al ritorno della domanda. Non temiamo l’abbondanza di stock in cantina perché il Brunello in giacenza non perde ma acquista valore. Per questo – ha concluso – non è pensabile che le nostre aziende possano cedere il passo alle speculazioni”
VINVENTIONS – #IORESTOACASA, VINVENTIONS PUNTA SU FORMAZIONE GRATUITA VIA WEB PER ENOLOGI E SOMMELIER Vinventions, azienda leader mondiale nella produzione di chiusure per il vino, aderisce alla campagna #iorestoacasa per fronteggiare la pandemia da Coronavirus. Per farlo ha avviato un programma di formazione via social, organizzando dei web seminar gratuiti di approfondimento per enologi e sommelier. Il primo appuntamento ha visto una grande partecipazione di tecnici del settore, con oltre 250 presenze virtuali, con un focus sulla “Durata di vita del vino_ gestire meglio l’ossigeno prima, durante e dopo l’imbottigliamento”. Uno strumento utile per approfondire la conoscenza, condividere gli avanzamenti del settore ricerca e sviluppo di Vinventions, contribuire al miglioramento dei vini italiani. Il prossimo appuntamento sarà per venerdì 17 aprile, con focus su “Come ridurre la concentrazione dei solfiti nei vini preservandone la shelf-life”. Wine Quality Solutions by Vinventions e Maurizio Ugliano, professore all’Università di Verona, presenteranno le soluzioni per ridurre le aggiunte dei solfiti nei vini. Altri appuntamenti sono previsti per tutto il mese di aprile e saranno promossi attraverso i canali Facebook e Instagram di Vinventions Italia. Allo stesso tempo si stanno organizzando momenti dedicati anche ai sommelier, dove si potrà capire meglio quale impatto ha il tappo sull’evoluzione in bottiglia del vino e in particolare nella gestione dell’ossigeno.
“Siamo vicini alle tante persone che stanno soffrendo – ha dichiarato Filippo Peroni di Vinventions Italia – e vogliamo ringraziare di cuore medici e infermieri che stanno dando il massimo per combattere contro il Coronavirus. Da parte nostra non possiamo che sostenere la campagna #iorestoacasa e abbiamo pensato a dare formazione gratuita, continuando così una parte del lavoro che facciamo con enologi e sommelier”. CORONAVIRUS, UTILIZZARE IL VINO IN GIACENZA PER PRODURRE ALCOL PER IGIENIZZANTI. LA PROPOSTA DI ALLEANZA COOPERATIVE E ASSODISTIL A n c h e l e c a n t i n e e
le distillerie italiane sono pronte a dare il loro contributo ai servizi sanitari impegnati nella emergenza epidemiologica da COVID-19. La proposta arriva da Alleanza cooperative agroalimentare e AssoDistil e prevede la possibilità di destinare una parte delle giacenze di vino ad una distillazione volontaria, un’operazione che consentirà di rifornire da subito le distillerie di alcool destinato alla produzione di igienizzanti e di limitare l’attuale ricorso alla importazione dall’estero, operazione resa ancora più difficile in questi giorni per le difficoltà dei trasporti. La misura di distillazione è espressamente prevista da normative europee – nello specifico, il Regolamento (UE) N. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio – e attende ora il via libera da parte del nostro Ministero, che sta esaminando la proposta. “La volontà del sistema cooperativo è di poter dimostrare tutta la propria solidarietà al settore sanitario e più in generale all’intera collettività”, spiega il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri. “Come risulta dagli ultimi dati in possesso del Ministero delle politiche agricole, nelle cantine dei produttori, da nord a sud dell’Italia, vi sono giacenze di vino da tavola e a denominazione. La misura della distillazione di solidarietà può rappresentare a nostro avviso un’importante opportunità per i produttori e per il Paese: potremmo immettere sul mercato alcool destinato alla produzione di igienizzanti utilizzando le scorte nazionali di vino”. I dettagli della proposta, che è stata avanzata in questi giorni attraverso una lettera indirizzata alla ministra Teresa Bellanova, sono spiegati da Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil: “si tratta di dare il via libera ad una distillazione in via temporanea per due mesi, aprile e maggio, di circa 2 milioni di ettolitri, per una produzione di circa 22 milioni di litri di alcole. Come stabilito all’art. 216 del regolamento 1308/2008, i produttori di vino per questa
operazione dovrebbero ottenere un contributo da parte dello Stato, nella logica di evitare conseguenti distorsioni nei mercati di riferimento e contenere il prezzo di vendita degli igienizzanti ai consumatori finali”. EXPORT VINO 2019: SUPERATI 6,43 MILIARDI, CRESCITA DEL +3,1% Ancora crescita nel 2019 per l’export vinicolo italiano che supera i 6,43 miliardi di euro e conferma il trend positivo con il +3,1% rispetto al 2018 e il +7,1% sul 2017: oltre il 60% delle esportazioni in valore è destinato in Europa, anche se i tassi di crescita maggiori si sono registrati in America (+4,7%) e in Asia (+7,1%). Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Qualivita Wine su dati Istat, in termini di valore le esportazioni hanno segno positivo per i due principali mercati di destinazione USA (+5,4%) e Germania (+2,5%) – che assorbono rispettivamente 1,54 mld € e 1,06 mld € nel 2019 – mentre mostrano un calo in Regno Unito (-5,0%); a seguire crescite anche per Svizzera (+1,6%) e Canada (+2,6%). Confermano trend particolarmente buoni la Francia (+6,5%) – in cui per la prima volta si superano i 200 milioni di export – e i Paesi Bassi (+8,8%), che già avevano fatto registrare rispettivamente il +12,0%, e il +8,0% nel 2018 rispetto all’anno precedente. Fra i grandi mercati extra europei, il Giappone mostra un grande recupero (+13,0%) dopo lo stop del 2018 e la Cina – che continua a coprire una fetta ridotta dell’export (2,1%) – ha un buon trend (+5,3%) nel 2019: più consistente la crescita
nel mercato russo (+21,1%) che nel 2019 supera i 130 milioni di euro. F r a g l i a l t r i m e r c ati di destinazione si sottolineano trend importanti in Polonia (+14,1%), Lettonia (+15,9%), Corea del Sud (+14,5%) e Ucraina (+37,9%), tutti Paesi che avevano mostrato tassi di crescita già nell’anno 2018. Il 60% dell’export vinicolo italiano in valore è destinato in Europa (+1,9%), il 31% in America (+4,7%), il 7,4% in Asia (+7,1%), l’1,2% in Oceania (+4,1%) e lo 0,2% in Africa (+15,4%).
V O L U M I . I n t e r m i n i di quantità si registra una crescita del +10,6% del totale export vinicolo made in Italy nel 2019 rispetto al 2018. La crescita in quantità è da registrare soprattutto in Europa (+13,0%) e in Asia (+15,9%), mentre è più contenuta in America (+2,3%) e più bassa rispetto all’aumento in termini di valore (+4,7%), segno che in queste piazze si è riusciti ad affermare un prezzo più alto del prodotto esportato. VINO. EXPORT 2019: CONTINUA LA CRESCITA, VALE 6,4 MILIARDI (+3,2%) L’export del vino italiano continua a crescere e nel 2019 vale 6,4 miliardi di euro (+3,2% sul 2018). L’incremento maggiore si riscontra sui volumi, che sfiorano i 22 milioni di ettolitri (+10% sul 2018) e che, seppur di poco, permettono
all’Italia di riconquistare il primato mondiale in volume. L’evoluzione degli introiti è stata però inferiore alle attese, con i prezzi medi in discesa, sia per dinamiche legate ai listini dei vini sia per quella correlata al diverso mix che compone il paniere delle esportazioni. Questi i dati definitivi sull’export 2019 del vino italiano, elaborati dall’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini – ISMEA su base ISTAT, convalidando le stime diffuse nei mesi scorsi. Ad avere avuto l’incremento più importante sono stati, infatti, i vini comuni che con 4,9 milioni di ettolitri, per lo più sfusi, sono cresciuti del 18% in volume con una flessione degli introiti (-3%), conseguenza della decisa riduzione dei listini alla produzione che nell’ultima campagna 2018/2019, ha toccato il 27%. Solo da settembre in poi i prezzi alla produzione di vini comuni hanno ripreso a crescere, ma anche in questo caso senza recuperare le perdite accumulate nei mesi precedenti. Il forte aumento delle esportazioni di vini sfusi da tavola, che hanno una naturale destinazione verso mercati comunitari, in particolare la Germania, ha contribuito a far registrare una progressione complessiva più marcata in termini quantitativi verso i Paesi Ue (+12%) rispetto a quella verso i Paesi terzi (+7%). La situazione è ribaltata, invece, sul fronte del valore (Ue: +1% e Paesi terzi: +6%). L’export in valore verso i Paesi terzi, pari a 3,22 miliardi di euro, si posiziona quindi poco sopra i 3,20 miliardi di euro verso la Ue. I Paesi terzi, quindi, sono riusciti nel sorpasso sull’area comunitaria in termini di spesa per vini italiani.
A trainare le esportazioni italiane sono anche gli spumati per i quali, pur considerando positivo il risultato del 2019, si evidenzia, tuttavia, un sostanziale rallentamento della corsa che per anni aveva registrato incrementi a due cifre. Per la prima volta il 2019 ha segnato un export di bollicine superiore ai 4 milioni di ettolitri (+8%) su base annua, per un corrispettivo di quasi 1,6 miliardi di euro (rispettivamente +4,5% su base annua). Un importante aspetto da sottolineare è che, pur essendo cresciuto tutto il settore spumantistico, la domanda estera è trainata essenzialmente dal Prosecco e in molti vedono questa eccessiva dipendenza da un unico prodotto come una debolezza del sistema. I dati evidenziano, infatti, in maniera inequivocabile tale situazione. Alla decisa progressione del Prosecco, il 65% dell’intero export a volume del segmento spumanti, che registra +21% in volume e +16% a valore, si contrappone un anno piuttosto negativo per l’Asti (-10% in volume e -2% a valore) e per altre tipologie di bollicine DOP. In decisa progressione anche i vini Dop, soprattutto fermi (+13,5% a volume e + 9 a valore), che compensano la riduzione registrata nel segmento delle Igp. Questo “trasferimento” è dovuto, almeno in larga parte, al consolidamento sul mercato del Pinot grigio Delle Venezie Dop. Le Igp, peraltro, hanno mostrato una decisa battuta d’arresto sia nei vini fermi in bottiglia (-5% a volume e -4% a valore) e negli sfusi (-10% a volume e -13% a valore), mentre hanno messo a segno una performance particolarmente positiva nei bag in box (+8% a volume e +8% a valore). Questa tipologia di confezione, peraltro, nel 2019 è cresciuta in maniera importante rispetto
all’anno precedente ( +8% a volume e +10% a valore). I frizzanti, invece, hanno mostrato una domanda sì in aumento, ma senza la dinamicità degli altri segmenti (+6% a volume ma con valori sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Scorrendo la lista dei Paesi clienti sembra opportuno sottolineare che, benché il vino italiano raggiunga ormai un gran numero di destinazioni, le prime tre destinazioni assorbono più della metà del totale esportato sia in volume che in valore. In tema di clienti si evidenzia il recupero in valore realizzato soprattutto nell’estate delle esportazioni verso gli Stati Uniti, che cresce del 3,6%. Bene anche gli spumanti, molto bene anzi, la cui progressione è stata del 14% a volume e dell’12% a valore. Da sottolineare anche nel mercato Usa l’andamento a doppio binario tra il Prosecco, che cresce ad un ritmo del 40% sul 2018, e il resto delle bollicine italiane che invece perde terreno. In tema di Usa, c’è attesa e preoccupazione in merito all’aumento dei dazi: sebbene anche in questa seconda “revisione” il vino italiano non sia stato colpito, l’attenzione rimane alta. In decisa progressione l’export in Germania dove le esportazioni italiane sono cresciute del 20%, trainate dal +39% dei vini sfusi che, con oltre 2.8 milioni di ettolitri, rappresentano il 46% del totale importato dall’Italia, a cui si contrappone, per i motivi sopra citati, addirittura una flessione degli introiti (-11%). Bene anche i vini in bottiglia, mentre il mercato tedesco è in controtendenza rispetto agli spumanti italiani con una domanda in flessione del 7% in volume determinata da una drastica riduzione delle
richieste sia di spumanti comuni che di Asti (-33%), mentre il Prosecco continua la sua progressione mettendo a segno un +11% in quantità per un fatturato cresciuto del 3%. Nel Regno Unito, l’export a volume ha tenuto (+1%) anche se in valore si regista una flessione complessiva del 5% su base annua. Sono stati soprattutto i vini fermi in bottiglia a segnare la maggior domanda britannica con una progressione del +2% sia in termini reali che dei corrispettivi. Frena, invece, la richiesta di spumanti pur restando, quello britannico, il principale mercato di destinazione dell’Italia per questo segmento. Bene anche nell’Estremo Oriente, a partire dal Giappone che ha registrato incrementi a doppia cifra (+18% in volume e +13% in valore), grazie anche alla firma dell’accordo di libero scambio con la UE. La ‘sorvegliata speciale’ Cina ha messo a segno un +10% nella domanda di vini italiani, attestata a 364 mila ettolitri per un valore di 134 milioni di euro (+5%). ANTEPRIMA VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO: 5 STELLE ALLA VENDEMMIA 2019
L a v e n d e m m i a 2 0 1 9 s i è a g g i u d icata 5 stelle (il massimo punteggio). E’ questo il rating assegnato ai campioni dell’ultima annata di Vino Nobile di Montepulciano annunciati nella giornata dedicata alla stampa dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano. Giornata che ha visto anche l’inizio delle celebrazioni dei 40 anni della prima Docg d’Italia, il Vino Nobile di Montepulciano appunto che nel 1980 ha ricevuto per primo la fascetta di stato. Un seminario con la partecipazione di alcuni esperti e personaggi del tempo ha messo in luce alcuni passaggi salienti di un percorso che ha riguardato tutto il vino italiano, non solo quello di Montepulciano. «Un anno importante il 2020 per questo anniversario, ma anche per un Consorzio, il nostro, che si sta mettendo in gioco con il coinvolgimento di tutte le aziende associate su vari fronti – sottolinea il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – con un mercato che si sta riaprendo in positivo, con tanti progetti in ballo che porteranno la nostra denominazione a guardare al futuro in chiave sempre più moderna, pur contando appunto su una storia importante, primo tra tutti la novità di “Toscana” in etichetta». 2019: una vendemmia a 5 stelle. A livello meteorologico il 2019 ha alternato due periodi intensamente piovosi, aprile-maggio e novembre-dicembre, durante i quali è caduto il 65% della pioggia dell’anno (538 mm su 824 mm totali), a un periodo, giugno-ottobre, prevalentemente secco ma contraddistinto da brevi e intensi eventi piovosi. Le temperature sono state mediamente più alte nella gran parte dell’anno tranne che in gennaio e in maggio. La raccolta si è svolta in gran parte, per il Sangiovese, tra il 25 settembre e il 10 ottobre. I vini del 2019 sono molto interessanti e la qualità è molto buona. A livello analitico si rilevano ottimi valori di intensità e tonalità di colore, gradazioni alcoliche medio alte, buona dotazione di polifenoli totali
e di sostanze estrattive, acidità e pH medi. All’assaggio i vini presentano colori intensi, ottima espressività aromatica varietale, concentrazione e una trama tannica di pregevole fattura. 1980-2020: QUARANTA ANNI DI DOCG E DI STORIA DEL VINO ITALIANO DI QUALITA’. Correva l’anno 1980 quando l’allora Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola come “garantita” (D.O.C.G.). Si apriva così una nuova era per il vino italiano. Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed è l’immagine simbolo dei festeggiamenti per il quarantennale che ricorrerà per tutto l’anno 2020. La storia della fascetta AA 000001 è molto lunga. Sono infatti occorsi circa 11 anni di riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio fece richiesta della DOCG (Legge 930/63), a quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio del Vino Nobile, primo in Italia, divenne così una vera e propria rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione in Gazzetta della richiesta di modifica al disciplinare delNobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, a firmare il decreto che sanciva l’ottenimento della DOCG per il Vino Nobile di Montepulciano. Il percorso non sarebbe finito qui, dal momento che non essendoci precedenti fu proprio il Consorzio del Vino Nobile, d’intesa con il Ministero dell’Agricoltura e con la Camera di Commercio di Siena, a mettere a punto il sistema dei controlli (fu creata la prima commissione camerale, la “N.1”). Nel 1980 furono 450mila le bottiglie di Nobile DOCG. Oggi il Vino Nobile di Montepulciano è una delle denominazioni italiane più riconosciute nel mondo. Il Grifo Nobile: un riconoscimento per gli “ambasciatori” del vino italiano.Nella serata di benvenuto alla stampa internazionale è stato assegnato il Grifo Nobile, una novità per il Consorzio che da questa edizione dell’Anteprima ha deciso di dare un riconoscimento particolare a quelle figure che si sono distinte per la promozione del vino italiano, del Vino Nobile di Montepulciano in particolare. Una targa che sottolinea questo
impegno e che riprende il simbolo del Vino Nobile di Montepulciano. Per questa edizione il Grifo Nobile è stato assegnato a Luca Martini (miglior sommelier del mondo), Raffaele Porceddu (maitre dell’Adler di Bagno Vignoni), Nicola Masiello (presidente onorario della Fisar), Ida Walters (come sommelier emergente) e Roberto Rossi, lo chef stellato del ristorante Il Silene che ha preparato anche il menu della cena di benvenuto. I NUMERI DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO Il patrimonio “Nobile”. Un miliardo di euro circa. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.377 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 571 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 78 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2019 sono state immessi nel mercato 6,2 milioni di bottiglie di Vino Nobile e circa 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano. Il mercato. Il 2019 si conferma all’insegna dell’export con una quota destinata all’estero pari al 78% di prodotto, mentre il restante 22% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2019 ha raggiunto il 22%. Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 48,5%. Al Nord è stato venduto il 14,% del totale nazionale mentre nel restante centro-Italia sud e Isole il 15,5%. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 43% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 22% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 7% delle esportazioni. Il Vino Nobile è apprezzato anche in Svizzera dove raggiunge il 14,5%. Tra le grandi novità il mercato canadese dove tra l’altro si sono rivolte alcune importanti iniziative promozionali negli ultimi anni con una quota di export che ha raggiunto il 3,5% nel 2019 in crescita.
ANTEPRIMA VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO: EDIZIONE DA RECORD Si chiude con un successo di partecipazione la prima parte dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, quella dedicata agli operatori e agli appassionati, che con la giornata di lunedì 17 febbraio ha segnato oltre tremila partecipanti registrando un nuovo record per quello che è diventato per la cittadina toscana l’evento dell’anno dedicato al Vino Nobile di Montepulciano che si è presentato con le nuove annate di vini in commercio da quest’anno, il Vino Nobile 2017 e la Riserva 2016. Il sold out si è registrato anche nelle strutture ricettive della città e del territorio, con ristoranti e alberghi che hanno praticamente dato il via in forma anticipata alla stagione turistica. «Un format che negli ultimi anni viene migliorato di edizione in edizione, dall’apertura agli appassionati, al numero di aziende che cresce, ai tanti servizi offerti dall’evento stesso, ma anche da attività collaterali – commenta il presidente del Consorzio, Andrea Rossi – con i numeri confermiamo le tante aspettative, ma quello che mi preme sottolineare è che si tratta di una iniziativa in cui crede non solo il Consorzio, ma la base sociale e tutto il “Sistema Montepulciano”, ora c’è tanta attesa per la giornata finale». Il programma infatti ora proseguirà giovedì 20 febbraio, giornata dedicata alla stampa internazionale durante la quale saranno assegnate le stelle alla vendemmia 2019 (da una a cinque). Sarà anche la giornata dell’inizio dell’anno celebrativo dei 40 anni di Docg, la prima in Italia. Nasce la rivista sugli studi storici del Vino Nobile di Montepulciano. Giovedì sarà presentata in prima assoluta alla stampa anche il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e la Società Storica Poliziana. “Storia del Vino Nobile di Montepulciano” è il titolo della rivista periodica finalizzata a ricostruire, passo per passo, la storia del vino di Montepulciano, e del Nobile in particolare, realizzando e favorendo studi originali e ricerche, soprattutto di tipo documentario, negli spesso inesplorati archivi storici della città e di altri luoghi. L’iniziativa trova la sua ragion d’essere nell’eccezionale importanza che ha avuto Montepulciano per la storia del vino, prodotto che rese la città uno dei luoghi più importanti della realtà vitivinicola europea (e quindi mondiale) in particolare dal secolo XVI al XVIII, affrontando tematiche quali la qualità delle uve coltivate in epoca storica, la modalità di coltura, la qualità dei vini prodotti e, soprattutto, la tecnologia produttiva del vino. Uno degli strumenti con cui verranno proposti al pubblico degli appassionati i risultati dell’attività di ricerca sarà quello della rivista “Storia del vino di Montepulciano – studi & ricerche”, il cui primo numero sarà in uscita nel prossimo mese di maggio. I contenuti della pubblicazione I/2020 sono esposti di seguito.
Le Belle Vetrine: i personaggi che hanno amato Montepulciano. Nella giornata di domenica 16 febbraio sono stati premiati i vincitori dell’edizione 2020 del concorso portato avanti dalla Pro Loco di Montepulciano in collaborazione con il Consorzio. Il primo premio è andato al negozio Via del Corso 17 di Valeria Piochi con una vetrina dedicata ad Andrea Pazienza. Il secondo premio a Porta della Cavina di Franco Bernardini e il terzo a Il Fiordaliso di Marina Fumi, entrambi con una vetrina dedicata a Marcel Marceau. Un record di partecipazione per questa edizione con ben 29 concorrenti che hanno colpito in pieno nel segno, realizzando in pochissimo tempo dei piccoli capolavori che ricordano, in questo viaggio nel tempo, personaggi che sono nel cuore di tutti gli abitanti di Montepulciano e non solo. Tra i personaggi citati il poeta e umanista Angelo Ambrogini, Piero Calamandrei, S.Agnese Segni, Margherita Hack, Andrea Pazienza, Hans Werner Henze, Federico Fellini, Gino Bramieri, Dustin Hoffman, Vittorio Gassman e Marcel Marceau, i più gettonati sono stati Il Poliziano, Fellini, Henze e Pazienza, i più originali forse Elena Sangro, l’ astrofisica Hack e Bramieri testimonial del giro d’Italia del 1964. VIGNETO VENETO STASERA A GODEGA DI S.URBANO PRESIDENTE E ASSESSORE REGIONALE SULLE PROSPETTIVE DELLE DOC La superficie vitata in Veneto è in aumento (più 36 per cento nell’ultimo decennio) ma la politica di valorizzazione delle Doc, prime tra tutti quelle del Prosecco e del Pinot grigio, impone lo stop agli incrementi e una nuova attenzione a promozione e posizionamento sui mercati esteri. Se ne parla stasera a Godega di Sant’Urbano, al convegno inaugurale dell’Antica Fiera su “Quali prospettive per il sistema Prosecco e Pino grigio”, promosso da Regione Veneto, Ministero per le politiche agricole e Consorzi di tutela, al quale interverranno il presidente della Regione e l’assessore
regionale all’agricoltura (inizio ore 20.30, padiglione giallo). Al centro del confronto con i Consorzi delle Doc ci saranno i dati della Direzione Agroalimentare della Regione sui trend di crescita, la diffusione varietale, gli esiti delle politiche di sostegno alla riconversione e ristrutturazione degli impianti, le azioni di regolazione dell’offerta attuate sinora, gli obiettivi dei nuovi bandi del Programma di sviluppo rurale,nonchè le strategie di mercato e di sostenibilità per l’intera filiera vitivinicola. PIU’ DELLA META’ DEL VINO TOSCANO VOLA ALL’ESTERO TUTTI I DATI PRESENTATI A PRIMANTEPRIMA P i ù d e l l a metà della produzione certificata DOC e DOCG della Toscana vola sui mercati esteri, rappresentando circa il 19% del totale export di vini DOP fermi nazionali, quota che sale al 26% se si considera il valore. Il dato emerge dalla ricerca Ismea presentata a Firenze in occasione della tavola rotonda
di inaugurazione della Settimana delle Anteprime 2020, svoltasi nell’ambito di PrimAnteprima, collettiva regionale promossa dalla Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana. Crescono le esportazioni di vini DOP toscani (+3% nei primi 10 mesi del 2019), mentre si amplia il bacino dei Paesi importatori. Se Stati Uniti e Germania si confermano i due principali Paesi di destinazione e assorbono insieme oltre il 50% del mercato (sia in termini di volume che di valore), l’Estremo Oriente guadagna quote importanti. Tra il 2010 e 2014, infatti, solo l’1% del prodotto veniva spedito in Cina, mentre nella seconda parte del decennio è stato superato il 2%. In lieve progressione anche il Giappone, dal 2,7 al 3,2 %. È aumentata notevolmente anche la domanda di Hong Kong, Singapore e Taiwan, anche se in termini assoluti il peso a valore passa dallo 0,6 all’1 %. L’Est Europeo, con la Russia in testa, mostra una discreta attenzione alle denominazioni toscane, ma mantiene un ruolo marginale. Positivo il trend in Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda. GLI SCENARI. Numeri che fanno ben sperare, nonostante le incognite rappresentate dalla minaccia dei dazi degli USA, primo importatore di vini toscani, dalla Brexit e dall’allarme Coronavirus, oltre che dal sensibile rallentamento dell’economia tedesca. Per il momento, però, l’industria del vino made in Tuscany tiene, anche dal punto di vista dei prezzi, nonostante il 2019 abbia fatto segnare una battuta d’arresto dopo 10 anni di aumenti consistenti. LA PRODUZIONE. Sono 58 i riconoscimenti tra DOP (52) e IGP (6) che interessano la produzione regionale, per una produzione annua di 2,1 milioni di ettolitri in media (11% circa delle produzioni IG italiane): dei circa 59mila ettari del vigneto toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran
lunga la media nazionale del 62%. In controtendenza anche la vendemmia 2019: secondo i dati diffusi da Artea la produzione toscana si attesta a 2,6 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre a livello nazionale si registra un calo del 19% (stima Ismea/Uiv). IL VALORE. Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai vini IG, Ismea stima che la produzione imbottigliata valga complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di euro circa per le DOP a cui si aggiungono i 168 milioni delle IGP (stima 2018). Sono tutti dati presentati alla tavola rotonda LA VISION 2030 DELLA TOSCANA DEL VINO: MERCATI, ENOTURISMO E INNOVAZIONE, momento centrale di PrimAnteprima, a cui hanno partecipato, insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione Toscana. Infine il prof Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, ha affascinato il pubblico con il racconto dell’esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all’isola d’Elba dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci. INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’. Pur mantenendo intatto il suo fascino, il vigneto toscano si distingue per vivacità, dinamismo e forte orientamento all’innovazione. A tal proposito da segnalare la capacità di utilizzare in maniera efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: metà del vigneto regionale ha usufruito della misura Ristrutturazione e Riconversione (28 mila ettari), mentre nei 10 anni applicazione della Promozione sui mercati terzi sono stati finanziati 352 progetti per una spesa di 86 milioni di euro. L’innovazione è sempre più connessa al tema della sostenibilità delle produzioni vitivinicole toscane: nel
complesso i progetti integrati di filiera regionali finanziati attraverso il PSR 2014-2020 sono stati 26, per un contributo di oltre 6,5 milioni di euro. Molti di questi progetti prevedono l’applicazione dei criteri della “Viticoltura di precisione”, che consentono una sensibile riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Tra questi il progetto “SOSTE- NOBIL-ETÀ”, coordinato dalla Vecchia Cantina di Montepulciano, che ha sperimentato per la prima volta la creazione di una piattaforma collaborativa per l’autovalutazione della sostenibilità ambientale della propria azienda ed ottenere informazioni sulle migliori tecnologie a basso impatto ambientale; “SOS.T.”, coordinato dalla Cantina di Pitigliano, che ha consentito a 4 imprese toscane (tra cui la Cantina di Pitigliano e la Cantina Vini di Maremma) di essere certificate secondo la norma Equalitas-Vino Sostenibile, che garantisce la sostenibilità sociale ed etica, oltre che ambientale. ENOTURISMO. Infine, il progetto del Consorzio di tutela del vino a denominazione di origine “Orcia” nasce per coniugare produzione e turismo, trasformando le cantine in luoghi di shopping, cultura, esperienza e sperimentando un modello riproducibile. La proposta è semplice ma rivoluzionaria: il vino si trasforma in cartolina da degustare, capace di arricchire il viaggio, raccontare il territorio, potenziare il mercato locale di esportazione di un intero pezzo di regione. Proprio nella Val d’Orcia si avvia grazie al Progetto integrato di filiera della Regione Toscana un progetto per avvicinare i turisti al vino della denominazione, servendolo in maniera adeguata: una serie di cantinette d’autore saranno distribuite gratuitamente in tutto il territorio (tra cantine, supermercati, enoteche, ristoranti e wine bar) e permetteranno di degustare un calice alla temperatura ottimale, conoscendo al tempo stesso le informazioni relative al produttore e alla storia del vino. Il progetto mira a valorizzare quello che nella Val d’Orcia, riconosciuta a livello Unesco per la sua bellezza, viene detto “l’export sotto casa”, ovvero la presenza tutto l’anno di turismo internazionale. Ma il
crescente connubio tra vino e turismo riguarda tutta la regione: non a caso la Toscana è stata la prima Regione ad adottare una specifica legge, declinando le indicazioni nazionali contenute nel DM del 12 marzo 2019 in tema di enoturismo. LA WINE WEEK. Riservata ad addetti ai lavori e stampa specializzata internazionale, PrimAnteprima si presenta come il galà di apertura della Wine Week toscana, con la possibilità di degustare le annate appena immesse sul mercato dai Consorzi emergenti della regione, quali: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra. Il programma della Settimana delle Anteprime proseguirà con Chianti Lovers a cura del Consorzio Vino Chianti e Morellino di Scansano (16 febbraio, Fortezza da Basso), Chianti Classico Collection a cura del Consorzio Vino Chianti Classico (17-18, Stazione Leopolda di Firenze), Anteprima Vernaccia di San Gimignano a cura del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano (19 febbraio, San Gimignano), Anteprima Vino Nobile di Montepulciano a cura del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (20 febbraio, Montepulciano), Benvenuto Brunello 2020 a cura del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino (21 e 22 febbraio, Montalcino).
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