RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - venerdì 29 novembre 2019

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – venerdì 29 novembre 2019

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Nomina di Beltrame, tensione Fvg-Roma (M. Veneto, 3 articoli)
«Lavoratori precari, in 120 attendono il rinnovo dei contratti» (M. Veneto)
Il "nemico" di Riccardi pregusta il debutto in aula e fa tremare la riforma (Piccolo, 2 articoli)
Controlli rafforzati e inviti al buon senso. Così Monfalcone aspetta le sardine (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 6)
Cassa integrazione per un anno. La Principe non esce dalla crisi (M. Veneto Udine, 2 articoli)
Piove da mesi dentro l'ospedale, associazioni e infermieri in piazza (M. Veneto Udine)
Sos sull'ospedale: «Necessario restare collegati a Udine» (M. Veneto Udine)
Stalking e violenza, in otto mesi già 12 casi seguiti dal Centro (M. Veneto Udine)
Premio produttività: il sindacato s'è diviso (M. Veneto Pordenone)
Il nuovo regolamento per accedere ai nidi innesca la bagarre in aula (Piccolo Trieste)
Caporalato, i difensori mettono in discussione i reati e le parti civili (Piccolo Gorizia-Monfalcone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Nomina di Beltrame, tensione Fvg-Roma (M. Veneto)
Maurizio Cescon - Strappo, tensioni, sospetti. La nomina di Daniela Beltrame a direttore dell'Ufficio
scolastico regionale, catapultata dal Miur in Regione senza preavviso nè comunicazione ad alcuno, ha
infastidito i piani alti dell'amministrazione regionale, i sindacati e un po' tutto il mondo della scuola.
Nessuno naturalmente mette in discussione le capacità e la professionalità della dirigente, definita di
«altissimo rango», ma sono stati i modi in cui è avvenuto il passaggio di consegne con l'uscente Patrizia
Pavatti, che aveva gestito l'importante ufficio dopo i giri di valzer degli incarichi in due anni di Alida Misso e
Jgor Giacomini, a destare molte perplessità.La Regione, dal canto suo, non ci sta. L'assessore a Lavoro e
Istruzione, Alessia Rosolen, contesta appunto la forma del "cambio", «forma che però in questi casi diventa
sostanza», spiega Rosolen. «È stato nominato un nuovo dirigente della scuola - dice l'assessore della giunta
Fedriga - senza comunicarlo a nessuno. Sono questi i rapporti istituzionali tra Stato e Regione? La nostra
"regionalizzazione" della scuola riguarda solo la sperimentazione dell'istituto plurilingue nella Valcanale e
Canal del Ferro, la competenza sul sistema Its (Istituti tecnici superiori) e la regionalizzazione dell'Ufficio
scolastico. Su tutte queste cose non abbiamo avuto risposte dal ministro Fioramonti del governo Pd-M5s,
mentre prima avevamo impostato un lavoro che con il precedente governo aveva dato dei frutti. Io credo
che Roma abbia calpestato il nostro impegno sul fronte della scuola. Certo noi continueremo a lavorare per
il bene dei ragazzi che frequentano gli istituti, per gli insegnanti e per tutto il mondo che ruota attorno alla
scuola, ma se la Regione non conta nulla, cosa siamo? Siamo stati completamente ignorati dal Ministero,
non abbiamo avuto risposte su alcunchè. Credo che serva maggiore attenzione su questo nostro
territorio».Secondo l'assessore Rosolen, la nomina inattesa, quasi imposta, della dottoressa Beltrame è solo
l'ultimo caso di quella che, a suo avviso, è una sorta di trascuratezza da parte del Governo nei confonti della
Regione. «Non dimentichiamoci che recenti - aggiunge - sono state le vicende del possibile accorpamento
dell'Ogs e del taglio dei fondi alla Sissa. Adesso, con questo terzo sgarbo, a uno viene normale da pensare
che ti vogliano fare lo sgambetto. Siamo molto rammaricati, visto che il Friuli Venezia Giulia investe ingenti
risorse sull'istruzione. E continueremo a farlo ancora, nonostante le incomprensioni con l'amministrazione
centrale».Sulle capacità professionali di Daniela Beltrame nessuno, del resto, solleva dubbi. «La dottoressa
Beltrame - afferma ancora Rosolen - è una dirigente di altissimo livello del Miur, ha esperienza e
importante curriculum. Qua lei è benvenuta, le riserve riguardano, come ho già precisato, le modalità di
questo passaggio. Adesso attenderemo di conoscere i progetti del nuovo Ufficio scolastico per il mondo
della scuola della nostra regione. E mi auguro che tutti siano al corrente di quanto denaro e quante energie
da parte nostra ci mettiamo».Sulla vicenda nessun commento da parte del senatore udinese Mario Pittoni,
che è presidente della Commissione Cultura a palazzo Madama e che è un estimatore della dottoressa
Beltrame. L'irrigidimento dei rapporti Roma-Fvg non è piaciuto ai sindacati, anche loro, come conferma il
segretario della Cgil Scuola Adriano Zonta, all'oscuro della nomina che ha suscitato tanto scalpore. «Non
chiediamo miracoli - aggiunge Zonta - ma il potenziamento dell'organico del personale». Il Pd, con il
segretario regionale Cristiano Shaurli, ammonisce: «la contrapposizione a priori con il Governo è nociva».
«Sta alla Regione e agli assessori competenti - spiega Shaurli - presidiare a Roma le aree d'interesse come la
scuola, mantenendo un dialogo continuo e costruttivo con il Governo: la contrapposizione a priori non
serve e anzi è nociva per la stessa regione. Sparare sempre e comunque contro il Governo "nemico", serve
solo per trovare comode giustificazioni alla palese mancanza di risultati».
In dieci anni le scuole regionali perderanno quasi 800 classi
La Fondazione Agnelli stima il calo degli studenti in Friuli: nel 2030 tra i banchi ci saranno 15 mila bambini in
meno (testo non disponibile)

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«Tagliati 200 mila euro a Udine, penalizzato l'ateneo friulano»
«La Giunta regionale ha dichiarato esplicitamente che il grave sottofinanziamento che da anni penalizza in
modo molto pesante l'ateneo friulano non interessa in alcun modo la Regione». Così il capogruppo del
Patto per l'Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, a margine dei lavori della prima
Commissione consiliare che ieri ha iniziato l'esame della manovra di bilancio 2020-2022.«Certamente -
continua Moretuzzo - la grave situazione arriva da lontano e nessuna soluzione concreta è stata individuata
dalle legislature che negli anni si sono succedute, ma almeno in passato si era tentato di dare un segnale di
interesse e attenzione. Oggi invece l'assessore competente, Alessia Rosolen, ha eliminato un finanziamento
di 200 mila euro riservato all'università di Udine che colmava, seppur in minima parte, la differenza di
risorse fra l'ateneo friulano e quello di Trieste»...

«Lavoratori precari, in 120 attendono il rinnovo dei contratti» (M. Veneto)
Desta molta preoccupazione il destino di circa 120 lavoratori assunti contratti di somministrazione in
Regione, costretti ad attendere l'ennesimo rinnovo. Un precariato storico, per alcuni anche decennale, che
non è più accettabile, soprattutto per la natura pubblica dell'Ente utilizzatore.A lanciare l'allarme è la Cisl
ricordando che lo scorso aprile, nel corso dell'ultimo confronto utile, la Regione ha comunicato alle
organizzazioni sindacali che a partire dal 2020 il numero dei somministrati si sarebbe ridotto sensibilmente
ma, al contempo, che nel corso dell'anno sarebbero stati indetti almeno 6 concorsi pubblici con sistemi
premianti l'esperienza in somministrazione pregressa, come da sempre richiedono Felsa-Cisl e Nidil-Cgil. «A
oggi risulta sia stato indetto un solo concorso con simili caratteristiche. Appare invece necessario chiarire se
le esigenze di bilancio consentano il mantenimento dei somministrati». E ancora: «Lo scorso ottobre
abbiamo chiesto un incontro alle parti interessate per individuare una soluzione di salvaguardia di tutti i
lavoratori precari, che hanno già subito a sufficienza le disattenzioni della politica regionale di ogni
schieramento negli ultimi 15 anni». Un incontro che rischia di slittare a gennaio 2020, dopo la scadenza dei
contratti. Se sarà così, le organizzazioni sindacali minacciano la mobilitazione.

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Il "nemico" di Riccardi pregusta il debutto in aula e fa tremare la riforma (Piccolo)
Marco Ballico - I due grandi "nemici" si ritroveranno in aula mercoledì prossimo. Riccardo Riccardi a cercare
l'approvazione del ddl 70, la seconda parte della riforma sanitaria. Walter Zalukar a insistere perché quel
testo venga ritoccato in più punti. Il medico triestino, ex responsabile del Pronto soccorso, lo farò però
stavolta da consigliere eletto. Con la stessa casacca azzurra del vicepresidente della Regione e assessore
alla sanità. L'ipotesi era nell'aria da aprile, quando Piero Camber fu sospeso da piazza Oberdan a seguito
della sentenza della Corte d'Appello sulla "rimborsopoli" della decima legislatura. Due settimane fa la
condanna definitiva lo ha messo definitivamente fuori gioco e ha aperto la strada a Zalukar, il primo dei non
eletti, pronto a subentrare martedì 3 dicembre, il giorno prima dell'avvio del dibattito su una riforma da lui
più volte impallinata nella fase di avvicinamento all'aula. Ieri mattina il gruppo forzista ha incontrato
l'entrante. Un chiarimento necessario dopo che il capogruppo Giuseppe Nicoli aveva "avvertito" Zalukar
precisando che il partito ha condiviso all'unanimità la proposta della giunta. Quello stesso Zalukar che nei
mesi scorsi aveva scritto ai piani alti di Forza Italia denunciando di non essere voluto «dal mio stesso
partito, nonostante il voto degli elettori». Con Nicoli c'erano i consiglieri Franco Mattiussi e Mara Piccin.
Una chiacchierata «servita a raccogliere le posizioni di Zalukar sull'articolato, a prendere atto che i suoi
sono rilievi puntuali ma anche che non c'è poi troppa differenza di punti di vista sull'impianto generale», fa
sapere Nicoli. Zalukar un ribelle? «Ma no. È stato un colloquio abbastanza cordiale - dice il capogruppo -. Il
percorso della norma è stato molto articolato. Abbiamo ascoltato il territorio e, con l'assessore impegnato
su ogni fronte, abbiamo definito un testo che è il risultato di correzioni dovute al confronto. Mi pare un
modo di fare del tutto naturale». Da Riccardi non pare arrivare peraltro una stretta di mano verso il neo
eletto: «Non ho nulla da dire». Facile immaginare che la convivenza, sui temi che Zalukar meglio conosce,
non sarà facile. Il battesimo, anzi, sarà di fuoco, visto che si parte proprio dalla questione che ha alimentato
lo scontro tra i due, seppure a distanza. L'uscente Camber promuove intanto Zalukar: «Ho piacere sia lui a
sostituirmi. È uomo leale e professionista serio». L'occasione serve però al forzista decaduto anche per
trasmettere «dispiacere e amarezza» per quanto successo. «Sono stato costretto a lasciare il mio posto di
battaglia, assegnatomi dagli elettori, a causa di un'assurda norma amministrativa, dalla quale, tra l'altro, i
parlamentari europei e italiani sono esclusi - ricostruisce -. E tutto questo pur a seguito di due assoluzioni
piene e una condanna che dice come, secondo i giudici, avrei distratto da consigliere regionale in quattro
anni, dal 2010 al 2013, 1.078 euro complessivi, mentre ne riversavo o non ne prendevo 1.766, come
verbalizzato anche dalla Gdf». In sostanza, prosegue Camber, «secondo una parte della magistratura, con
una mano prendevo mentre però con l'altra tornavo: persino di più. E sono gli stessi giudici a precisare che
solo per me viene riconosciuta l'attenuante speciale della particolare tenuità del fatto, dato che, scrivono
nella sentenza, per la quasi totalità delle somme, la distrazione non è avvenuta per fini egoistici di
approfittamento personale, ma per modeste iniziative di sostegno a persone bisognose. Dunque, nessun
arricchimento personale, ma attività politica da consigliere regionale e da presidente di commissione».
«La bozza va cambiata, presenterò emendamenti. E potrei anche votare no»
testo non disponibile

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Controlli rafforzati e inviti al buon senso. Così Monfalcone aspetta le sardine (Piccolo)
Un'affluenza prevista di tremila persone, l'invito dei promotori a raggiungere in treno o con mezzi pubblici
Monfalcone, un codice di autoregolamentazione ferreo per evitare di lasciare rifiuti in piazza,
l'individuazione di tre aree di sosta - due delle quali nell'immediatezza del centro -, l'allestimento di una
centrale operativa per l'ordine pubblico ed eventuali soccorsi sanitari. Sono gli elementi emersi ieri al
termine dell'incontro in Prefettura a Gorizia tra prefetto, questore e il sindaco di Monfalcone. Ma l'aspetto
più rilevante è l'appello al senso di responsabilità dei manifestanti. Questo caratterizza la vigilia del flash
mob delle sardine Fvg che si sono date appuntamento domani, alle 17, in piazza Repubblica a Monfalcone.
La sicurezzaAssieme a Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili del fuoco, ci saranno in pialla gli agenti della
Polizia locale a pieno organico. Nella sede del Corpo sarà apprestata la sala operativa. Coinvolto
nell'organizzazione anche il Sores perché, a fronte di migliaia di persone raccolte in un sito non
grandissimo, il rischio malori c'è. Al questore di Gorizia la responsabilità di convocare rinforzi alle forze
dell'ordine già allertate. Dalla Prefettura filtra un cauto ottimismo: chi andrà in piazza lo farà per
manifestare le proprie idee nel rispetto delle regole democratiche. La logisticaOggi dal profilo Fb delle
sardine Fvg, fa sapere l'addetto stampa Ilaria Cecot, saranno indicati gli orari dei treni per raggiungere
Monfalcone da Trieste, Udine e Pordenone. Previsto l'arrivo di almeno duemila autovetture per le quali
sono stati indicati i parcheggi di via Bagni Nuova (2 km dal centro), del Poliambulatorio di San Polo (1 km) e
dell'ex Gaslini di via Valentinis (500 metri). Ma le Sardine lanciano l'appello a riempire le macchine e non
viaggiare da soli. La manifestazioneIl flash mob comincerà alle 17 e si concluderà alle 18. Non è previsto
l'allestimento di un palco né la connessione alla distribuzione di energia elettrica. Chi vorrà parlare lo farà
dagli altoparlanti messi a disposizione degli organizzatori. «Non è comizio», fanno sapere le sardine Fvg.
Autoregolamentazione Le sardine Fvg saranno dotate ciascuna di un sacco dove collocare eventuali rifiuti e
le cicche. «Vogliamo lasciare la piazza più pulita di come la troveremo», spiegano. Alle 18 terminerà la
mobilitazione. ScaramucceDomani pomeriggio il sindaco Anna Maria Cisint sarà a Rivolto per partecipare a
un incontro della Protezione civile regionale. Farà affiggere in piazza manifesti in cui richiama «i
cambiamenti degli ultimi anni della città che oggi esprime l'orgoglio della propria identità e la volontà di
riscatto dall'abbandono e dal degrado nel quale si era identificata per troppo tempo». «Spero - aggiunge il
sindaco - che la manifestazione non intralci in alcun modo il lavoro dei commercianti in un periodo
importante come questo. Anzi, invito le sardine ad acquistare nei nostri negozi». Al sindaco hanno subito
replicato le sardine Fvg: «Gentile sindaca, la ringraziamo per il caloroso messaggio di benvenuto che ci ha
inviato. È proprio il caso di dire: "senza di noi, non lei non sa più che pesci pigliare". Non vorremmo
deluderla ma a Monfalcone non verremo per lei o contro di lei, saremo lì per testimoniare che esiste una
Monfalcone diversa, un Fvg diverso, un'Italia diversa da quella propagandata dal populismo e dalla politica
dell'odio». --Re.Mo.

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CRONACHE LOCALI

Cassa integrazione per un anno. La Principe non esce dalla crisi (M. Veneto Udine)
Maura Delle Case - Dodici mesi di cassa integrazione in vista per i 200 lavoratori della Principe Spa di San
Dorligo e San Daniele del Friuli (gruppo Kipre). Dopo la comunicazione dell'azienda alle parti sociali, ieri la
richiesta di attivazione dell'ammortizzatore è stata illustrata ai circa 100 lavoratori friulani riuniti in
assemblea all'interno dello stabilimento collinare. «Abbiamo ricevuto una richiesta da parte dell'azienda
per discutere dell'apertura di una Cigs, richiesta che è già stata inviata alla Regione per l'esame congiunto»
ha fatto sapere ieri Michela Martin, segretaria di Flai Cgil Udine a margine dell'assemblea «che è stata
molto partecipata. I lavoratori sono preoccupati, speriamo di essere prossimi alla definizione di questa
vertenza iniziata quasi un anno fa» ha aggiunto stenografica la sindacalista in ossequio alla richiesta di
riservatezza avanzata dall'azienda. Specie riguardo all'attività di due diligence che stanno conducendo due
fondi e che dovrebbe portare - così stando a quanto comunicato giorni addietro dall'impresa - a una
proposta vincolante d'acquisto entro i primi giorni di dicembre.Martin alza le mani. Nessun commento a
questo proposito. Solo la conferma che l'esame congiunto in Regione per la richiesta di Cigs dovrebbe
essere effettuato la settimana a venire: «Il 6 dicembre per consentire l'avvio della cassa il giorno 9 dello
stesso mese».L'ammortizzatore, che sarà chiesto per "crisi" interesserà, come detto, circa 200 lavoratori sui
due stabilimenti di cui 100 a San Daniele dove oggi scade la cassa integrazione ordinaria che ha consentito
fin qui di gestire il momento di difficoltà, dettato dal fatto che i fornitori hanno smesso di garantire
all'azienda la materia prima costringendola così a lavorazioni residuali.Una simile a quella dell'altro
stabilimento sandanielese del gruppo Kipre, King's, dove la mancanza di materia prima è stata fronteggiata
con una cassa ordinaria che scadrà il prossimo mese di febbraio, orizzonte per il quale, se tutto andrà bene,
ci sarà una nuova proprietà. Come detto, infatti, è attesa entro la prima metà di dicembre la presentazione
di una proposta vincolante da parte di uno dei due fondi che sta passando al setaccio i conti del gruppo e
che sarebbe intenzionato a rilevarne tutte le aziende, senza farne dunque il temuto spezzatino. Questa la
situazione affrontata ieri in assemblea, surriscaldata dal veto che la Rsu di Flai Cgil ha posto all'ingresso,
"sgradito", del sindacalista di Cisl Giorgio Spelat. Martin non ha voluto commentare limitandosi a ricordare
che «la titolarità della rappresentanza ce l'ha la Rsu che invita le rappresentanze sindacali e la Rsu ha
invitato quelle della Flai».
Spelat (Cisl) escluso: «Ingresso negato dai delegati Cgil»
Lasciato fuori dall'assemblea. È accaduto ieri al sindacalista di Fai Cisl Fvg, Giorgio Spelat, che arrivato a San
Daniele si è visto negare l'ingresso in azienda. «I delegati Rsu della Flai Cgil non mi hanno fatto entrare
dicendomi che la Cisl in Principe non è gradita e questo è vergognoso. Siamo in una situazione di grave crisi,
con i lavoratori che non hanno alcuna certezza per il futuro e il problema della Rsu è lasciare fuori una parte
della rappresentanza». Spelat ha mandato un messaggio ai suoi iscritti per giustificare la sua assenza. «So
che hanno fatto presente l'insensatezza del veto e che poi hanno abbandonato l'assemblea», ha aggiunto il
sindacalista, ribadendo «l'assurdità della situazione: siamo di fronte alla prospettiva di una cassa
integrazione straordinaria per dodici mesi di cui l'azienda non garantisce l'anticipo». «Ciò significa -
denuncia Spelat - che fino all'approvazione da parte del ministero, via libera che in genere richiede quattro
- cinque mesi, i lavoratori si ritroveranno con il reddito azzerato. A fronte di questo, mi ripeto: il problema è
non far entrare in assemblea la Cisl». M.D.C.

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Piove da mesi dentro l'ospedale, associazioni e infermieri in piazza (M. Veneto Udine)
Alessandro Cesare - A nulla sono valsi gli appelli, le segnalazioni, le prese di posizione sui mezzi di
informazione. Quando piove per qualche giorno, puntualmente, i corridoi di alcuni padiglioni dell'ospedale
civile di Udine si allagano. Pare che la situazione sia irrisolvibile, e così l'Associazione di tutela del malato ha
deciso di portare in piazza l'indignazione dei cittadini, organizzando un flash mob domani. L'appuntamento
è per le 11.30 in piazza San Giacomo con l'evento "#Stop alla pioggia in ospedale". «Chiediamo di
presentarsi con un secchio in mano - chiarisce la presidente del sodalizio, Anna Agrizzi - porteremo in piazza
la rabbia delle persone per una criticità che pare essere senza fine e che non fa certamente fare una bella
figura al nostro ospedale». Una presa di posizione pubblica per chiedere all'Azienda sanitaria interventi
urgenti per eliminare le cause delle infiltrazioni. Le criticità maggiori si vivono tra i padiglioni 5 e 15 (il
cosiddetto ospedale nuovo, che a dispetto dell'aggettivo ha ormai più di vent'anni), ma qualche problemino
di tanto in tanto si è registrato anche nel padiglione 4 e in prossimità del dipartimento di Radiodiagnostica
d'urgenza. Nelle giornate di pioggia chi frequenta queste aree si trova a tu per tu con secchi, bidoni e stracci
posizionati a terra per limitare gli allagamenti. Oltre a una questione di decoro, in ballo c'è anche la
sicurezza degli operatori e (in qualche caso) dei degenti. «Non è possibile che dopo così tante segnalazioni
nessuno abbia ancora avviato un intervento di manutenzione - aggiunge Agrizzi - costringendo gli operatori
sanitari a ricorrere a secchi e stracci dopo ogni temporale. Tutto questo, in un Paese civile, non dovrebbe
accadere». La presidente dell'Associazione parla di «situazione gravissima», auspicando che il flash mob
possa attirare l'attenzione della politica: «Il problema è notorio e sotto gli occhi di tutti - conclude Agrizzi -.
Non vediamo ragioni per procrastinare ulteriormente lavori che sono urgenti e che mettono a disagio chi
frequenta la struttura sanitaria e chi ci lavora». Pronta a sostenere l'iniziativa di sabato, la Flp Uil, come
conferma Stefano Bressan: «Anche noi del sindacato abbiamo ricevuto decine di segnalazioni per una
situazione diventata ormai inaccettabile. Serve un piano di riqualificazione dei padiglioni vecchi e nuovi
dell'ospedale. Ci siamo più volte rivolti alla direzione sanitaria, ma novità significative non se ne sono viste».
La Flp Uil sabato sarà in piazza al fianco dell'Associazione di tutela del malato: «Siamo molto sensibili a
questo tema, che è importante non solo per la tutela dei pazienti, ma anche per quella di chi lavora nei
padiglioni "allagati"». Chi da tempo denuncia la situazione di degrado del Santa Maria della Misericordia è il
Nursind, il sindacato degli infermieri: «Siamo fortemente critici non solo nei confronti di chi ha realizzato i
padiglioni del nuovo ospedale, ma anche con chi si deve occupare della manutenzione - commenta il
segretario territoriale Afrim Caslli -. Gli allagamenti rendono difficile il lavoro degli infermieri e dei tecnici. Ci
auguriamo che la direzione sanitaria intervenga per scongiurare ulteriori disagi». Non si hanno tuttavia
notizie di opere di sistemazione prima del 2020.

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Sos sull'ospedale: «Necessario restare collegati a Udine» (M. Veneto Udine)
A pochi giorni di distanza dalla discussione in aula del disegno di legge per la controriforma della sanità
regionale, la commissione per la salute del Comune di Cividale ha prodotto un emendamento che chiede di
garantire il «mantenimento del collegamento funzionale» tra il presidio ospedaliero Santa Maria della
Misericordia di Udine e quello della cittadina ducale.Il nosocomio di Cividale, insomma, deve continuare a
essere parte integrante della struttura del capoluogo, condizione ritenuta imprescindibile per poter
assicurare la prosecuzione delle funzioni oggi erogate - dal pronto soccorso attivo sulle 24 ore alla medicina
- e per ambire anche a un potenziamento dell'offerta esistente. Dell'istanza sono stati informati tutti i
consiglieri Fvg e i sindaci dell'Uti del Natisone, sollecitati a fare del loro meglio affinché l'input vada a buon
fine, trovando inserimento nel testo di legge: ai primi cittadini dell'Uti si chiede di interessare i consiglieri
regionali di riferimento per ribadire loro l'assoluta importanza dell'emendamento, ai componenti
dell'assemblea Fvg di impegnarsi affinché lo stesso sia posto in discussione e approvato «nell'interesse della
vasta popolazione dell'Ambito territoriale del Natisone», al fine di «garantire sicurezza e dare risposte
concrete e appropriate ai reali bisogni di salute» del comprensorio.«Il testo dell'emendamento, per la
precisione - rileva il sindaco Stefano Balloch -, recita così: "Il presidio ospedaliero Santa Maria della
Misericordia ha sede a Udine e a Cividale per la Sos medicina interna e il pronto soccorso". Chiediamo che
sia messo nero su bianco un punto fermo».L'esigenza che l'ospedale cittadino resti solidamente ancorato a
quello udinese era stata evidenziata pure nel corso dell'incontro promosso lunedì dal circolo del Pd con le
consigliere regionali Mariagrazia Santoro e Simona Liguori e con l'ex assessore alla sanità Fvg Maria Sandra
Telesca: vi aveva preso parte anche Balloch, il quale aveva ribadito che «bisogna far valere le richieste del
territorio».

Stalking e violenza, in otto mesi già 12 casi seguiti dal Centro (M. Veneto Udine)
Francesca Artico - Violenza sulle donne: la Bassa friulana non è più un'isola felice, ben 12 i casi seguiti dallo
Sportello di ascolto contro la violenza di genere "Non siamo sole, ascoltiamoci" della Cisl di San Giorgio di
Nogaro. Un fenomeno che registra una costante ascesa. Come afferma Renata Della Rica, referente del
coordinamento Ast della Cisl di Udine, «in soli otto mesi, dall'inaugurazione del mese di marzo ad oggi, lo
Sportello sta diventando sempre più una realtà inserita nel territorio della Bassa friulana. In questi mesi
abbiamo ricevuto molte segnalazioni, 12 delle quali le stiamo seguendo passo passo. Tra questi casi - spiega
- abbiamo anche un uomo in difficoltà per una separazione difficile. Ma abbiamo anche avuto un caso di
stalking nel luogo di lavoro per il quale abbiamo attivato anche il sindacato, e una mamma che è venuta per
la figlia per inserirla in un percorso che la possa aiutare. Quello che però viene evidenziato è che c'è ancora
una certa paura (o vergogna) nel chiedere aiuto. Ci è capitato il caso di due donne che si sono presentate
nella sede della Cisl di San Giorgio con la scusa di chiedere informazioni per gli assegni familiari dei figli,
mentre in realtà volevano chiedere aiuto allo sportello. È una cosa molto triste che le donne abbiano
ancora omertà a denunciare le situazioni di violenza che vivono ogni giorno». La Della Rica, ricorda che lo
Sportello ubicato in piazza della Chiesa, è aperto ogni martedì dalle 17.30 alle 19, oppure su appuntamento.
Gli incontri si svolgono in totale riservatezza e si avvale della collaborazione dei volontari dell'associazione
Zero/Tre. Si rivolge a ogni tipo di declinazione della violenza, da quella perpetrata all'interno dei luoghi di
lavoro, quella esercitata in famiglia, a quella che deriva dal sessismo e fino a quella psicologica. Lo sportello
è il frutto di un protocollo d'intesa siglato tra la Cisl e l'amministrazione comunale di San Giorgio nel quale
emerge l'impegno nella prevenzione della violenza di genere, il sostegno alle vittime e percorsi tesi a offrire
una buona qualità della vita alle persone offese. Il Comune ha messo a disposizione anche un alloggio per le
donne in difficoltà. Lo sportello è operativo per tutta la Bassa friulana.

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Premio produttività: il sindacato s'è diviso (M. Veneto Pordenone)
Ambiente Servizi commenta la sottoscrizione dell'accordo per la premialità del 2019. Il verbale è stato
firmato il 26 novembre con Cisl e Uil Trasporti, non altrettanto hanno fatto Cgil e Fiadel. La società afferma
d'essere pronta al dialogo con i sindacati.Si rileva: «Il verbale d'intesa è stato sottoscritto dall'azienda, dalla
maggioranza delle Rsu aziendali oltre che da Cisl e Uil trasporti. Non hanno, invece, ritenuto di
sottoscriverlo i rappresentanti sindacali di Cgil e Fiadel e i rappresentanti aziendali loro afferenti».La società
sanvitese sottolinea che l'intesa giunge a conclusione «di un lungo iter che ha impegnato azienda e
sindacati per oltre un anno sulle tematiche relative alla contrattazione collettiva aziendale integrativa
riguardo a quella nazionale di settore». «Il lungo confronto ha dato vita ad accordi che soddisfano la gran
parte delle richieste avanzate all'azienda, nei limiti della loro sostenibilità economica e normativa - si
sottolinea - . Si ritiene che l'accordo sia una conferma dell'impegno profuso, da tutte le parti coinvolte, nel
riconoscimento del valore e della centralità che il personale ricopre e sempre ricoprirà nei progetti e nelle
attività quotidiane». La società «rinnova la disponibilità al confronto e al dialogo con tutte le sigle sindacali
affinché tali obiettivi siano raggiunti anche in futuro». -D.S.

Il nuovo regolamento per accedere ai nidi innesca la bagarre in aula (Piccolo Trieste)
Giovanni Tomasin - Le modifiche al regolamento degli asili comunali sbarcano in Consiglio comunale e
dividono maggioranza e opposizione: per la prima si tratta di un mero snellimento del documento, per la
seconda si prefigurano svantaggi per le fasce più deboli, conseguenti all'eliminazione dell'Isee dai criteri di
accesso e dall'esclusione dei non residenti dalle graduatorie. Il centrosinistra ha presentato 11
emendamenti su un totale di 12, tutti bocciati dal centrodestra ma anche il Movimento 5 Stelle ha espresso
la propria contrarietà alle scelte fatte.L'assessore comunale all'Istruzione Angela Brandi ha esposto i
contenuti del provvedimento da lei portato in aula. Tra i fattori positivi da lei elencati c'è appunto la
«semplificazione del testo», la «revisione delle tabelle dei conteggi», «l'Isee che entra in gioco soltanto
nella determinazione delle tariffe», «l'esposizione del crocifisso nelle aule» e la «tutela per le fasce deboli
con misure apposite».La consigliera del Partito democratico Valentina Repini ha esposto le posizioni del suo
gruppo: «Alcune linee di indirizzo non bastano a prevenire le situazioni di difficoltà - ha dichiarato -. I criteri
non sono sufficientemente attenti alla tutela dei più deboli, basti vedere che si lasciano fuori i figli dei
disoccupati e dei non residenti. Penalizzare i disoccupati è paradossale: vengono trattati come se fossero
casalinghi volontari, mentre spesso si tratta di situazioni involontarie, persone che noi dovremmo piuttosto
aiutare a trovare lavoro. Capisco la necessità di snellire, ma risulta spesso difficile distinguere le situazioni
che meritano sostegno. Gli emendamenti da noi presentati servono a porvi rimedio».La capogruppo del
Movimento 5 Stelle Elena Danielis ha dichiarato: «Togliendo il requisito isee l'amministrazione cambia
l'utenza potenziale a cui il comune offre il servizio. Noi non siamo d'accordo, riteniamo che questo sia
iniquo. Le famiglie con minori possibilità economiche devono essere obiettivo primario dei servizi socio
educativo». Antonella Grim di Italia Viva ha affermato: «L'anno scorso sono stati sette i non residenti a fare
domanda. L'anno prima sei. Si lasciano fuori numeri ininfluenti, creando difficoltà gratuite a quelle famiglie,
solo per mettere una bandierina e farsi belli con gli elettori». Anche secondo la civica Maria Teresa Bassa
Poropat «non convincono gli interventi qualitativi»: «Togliere l'Isee dai criteri di accesso penalizza i più
deboli». Così la leghista Manuela Declich, presidente della commissione che ha trattato il testo: «Il disagio
sociale non resterà fuori dai nostri nidi, anzi avrà accesso per primo. Negli anni scorsi non ho visto chi critica
oggi fare grandi iniziative sui nidi. Le modifiche di Brandi fanno chiarezza e garanzie per le famiglie in
difficoltà. E gli strumenti per aiutare i disoccupati già ci sono». Brandi ha preso la parola per elencare i
Comuni italiani «anche di centrosinistra in cui l'Isee in accesso non è previsto». In serata il dibattito era
ancora in corso.

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Caporalato, i difensori mettono in discussione i reati e le parti civili (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Laura Borsani - Eccezioni su più fronti, già sollevate nell'ambito del procedimento preliminare, a mettere in
discussione gli stessi rinvii a giudizio e la costituzione delle parti civili, alcuni lavoratori e la Fiom Cgil. A
darne la misura è stata una considerazione dell'avvocato Massimo Bruno, espressa durante l'udienza: «È un
processo nato male e con problemi. Bisognerebbe riflettere se andare avanti o farlo regredire». Il processo
in relazione al "caporalato", che chiama in causa 8 imputati (Giuseppe Comentale, 53 anni, Giuseppe
Comentale, 48, Catello Comentale, Anna Comentale, Vincenzo Comentale, Kamal Morshed, Gennaro
Napoletano, Carmine Sirignano), nonché quali persone giuridiche, le imprese Elynaval Srl, S.C.F. Srl, ISO.C.
Srl, MA&EA Srl, ieri al Tribunale di Gorizia, davanti al Collegio presieduto dal giudice Marcello Coppari, ha
rinnovato il contraddittorio tra le parti. Le contestazioni sono quelle di associazione a delinquere,
estorsione, indebite percezioni di erogazioni ai danni di enti. Parti offese sono 18 lavoratori bengalesi,
dipendenti delle ditte d'appalto in questione, costituitisi parti civili, così come la Fiom Cgil e l'Inps. I fatti
sono collocati fino al mese di marzo 2013. Una volta che l'avvocato Sara Carisi ha illustrato l'elenco dei
nominativi delle parti civili, i lavoratori e la Fiom Cgil, rappresentati assieme all'avvocato Emanuela Tortora,
il giudice Coppari ha chiesto se vi fossero osservazioni. È iniziata la sequela delle eccezioni. Con l'avvocato
Cattarini ad eccepire circa la costituzione di parte civile di alcuni lavoratori integrati successivamente e che
erano stati identificati dai carabinieri. Il concetto è relativo all'«omessa notifica delle parti offese» da parte
dell'autorità giudiziaria, rilevando la difficoltà ad esercitare appieno il diritto alla difesa. Il legale ne ha
richiesto pertanto la nullità. Il pm Laura Collini s'è opposta all'eccezione, «gli imputati non hanno diritto, né
interesse a conoscere le parti offese», aggiungendo che l'integrazione ha riguardato ulteriori reati (di
estorsione), a fronte della relativa modifica ai capi di imputazione consentita dal Codice di procedura
penale.L'avvocato Virio Nuzzolese ha da parte sua richiesto la nullità del decreto di citazione a giudizio per
le società S.C.F. e ISO.C., in virtù di una «notifica incompleta». Ha poi ricordato che undici lavoratori, parti
civili, nel 2015 avevano raggiunto una conciliazione nella sede della Fiom con le società, transazioni a fronte
della rinuncia ad ogni azione legale. I difensori hanno battuto sulla nullità della costituzione di parte civile
della Fiom. Perché non tutti i lavoratori erano rappresentati dal sindacato, e per il ruolo stesso
dell'organizzazione sindacale, «rappresentativa di un interesse generale». L'avvocato Bruno quindi ha
chiesto la nullità di una serie di atti prodotti in udienza preliminare. Ha fatto riferimento all'illegittimità dei
decreti di citazione a giudizio per «illeggibilità dei capi di imputazione», alcuni anche «non chiari» nella
definizione della contestazione dei reati. Il tutto comportando «una nullità assoluta che si riverbera in tutti
gli atti successivi dell'udienza preliminare». L'ampliamento del numero delle parti offese, ha aggiunto, è
avvenuto «senza alcuna attività di indagine successiva alla richiesta di rinviio a giudizio da parte del
pubblico ministero». Atti e capi di imputazione che per i difensori, sulla stessa linea, sono passibili di
annullamento. Il pm ha ribattuto sostanzialmente punto su punto, a sostenere la correttezza delle scelte
assunte, parlando peraltro di situazioni «superate dalla rinnovazione del gup». I difensori sono oltre a
Cattarini, Bruno, Nuzzolese, Campeis, Pacileo, Barbariol. Il 6 febbraio 2020 il Collegio scioglierà le riserve
circa le istanze presentate.-

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