RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - lunedì 16 luglio 2018
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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – lunedì 16 luglio 2018 (Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) ATTUALITÀ, ECONOMIA, REGIONE (pag. 2) Fondi contro il bullismo e per gli antifurti, scatta il welfare padano (M. Veneto) Specializzazioni dei nuovi medici. Trieste sorpassa l’ateneo di Udine (Piccolo) CRONACHE LOCALI (pag. 5) Tornano i turni da otto ore all’Electrolux di Porcia (M. Veneto Pordenone) Portalettere precari non confermati. Saltano ferie e recapiti (M. Veneto Pordenone) Azienda cerca informatici, ma non li trova (M. Veneto Pordenone) Vaccini fra gli under 16, copertura a quota 89% e in 816 senza profilassi (Piccolo Trieste) Ausiliari dei servizi educativi, parte la caccia per le sei sedi (Piccolo Trieste) Balletto dei dirigenti con new entry... (Piccolo Gorizia-Monfalcone, 3 articoli) Per i vigili in arrivo la microtelecamera... (Piccolo Gorizia-Monfalcone) Vicenda De Franceschi, la Flai: «Il sindacato non fa gli investimenti» (Piccolo Go-Monf) Altran: «È l’ultimo dispetto agli stranieri, ma farà danni» (Piccolo Go-Monf, 3 articoli) GLI ARTICOLI DEL GAZZETTINO TORNERANNO IN RASSEGNA DA DOMANI, 17 LUGLIO IL SERVIZIO RASSEGNA STAMPA SARÀ SOSPESO DAL 23 AL 27 LUGLIO 1
ATTUALITÀ, ECONOMIA, REGIONE Fondi contro il bullismo e per gli antifurti, scatta il welfare padano (M. Veneto) Un pacchetto di contributi ai Comuni per contrastare reati come vandalismo, bullismo, cyberbullismo. E l’ok al nuovo regolamento per concedere fondi ai cittadini, per installare impianti di sicurezza nelle proprie abitazioni. La giunta di Massimiliano Fedriga ha approvato i due provvedimenti, applicando nel caso dei finanziamenti per le abitazioni, per la prima volta il “welfare padano”, che ha già innescato più di una polemica con il centrosinistra. Perché c’è il ritorno al requisito di almeno cinque anni di residenza in regione (erano due) per ottenete i fondi. Le due misure sono state approvata su proposta dell’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti.Ai Comuni è quindi rivolto il pacchetto di contributi per complessivi 2 milioni di euro per la sicurezza, in particolare per l’acquisto e la manutenzione di telecamere e per iniziative di prevenzione e contrasto a comportamenti che creano allarme sociale quali, ad esempio, vandalismo, bullismo e cyberbullismo. La delibera approvata per gli enti locali contiene già la divisione dei 2 milioni, che è stata suddivisa in 1,5 milioni per interventi strutturali e in 500 mila euro per iniziative messe in atto per tutelare l’ordine pubblico.Direttamente ai cittadini, invece, si rivolgono i contributi per l’installazione di impianti di sicurezza nelle abitazioni che, dopo il via libera del Consiglio delle Autonomie locali (Cal), potranno essere erogati grazie all’approvazione del relativo regolamento. Con il via libera alle nuove regole volute dalla giunta Fedriga, quindi, per la sicurezza in casa saranno concessi contribuiti ai residenti in Friuli Venezia Giulia da almeno cinque anni in via continuativa. E così i beneficiari potranno acquistare, installare, ampliare e attivare sistemi antifurto, antirapina, antintrusione e videosorveglianza. «In questo modo - ha commentato Roberti - veniamo incontro a esigenze manifestate dal territorio che necessita di tutti gli strumenti adeguati per garantire la sicurezza della popolazione e la tutela del bene comune». La modifica dei criteri di accesso ai contributi per la sicurezza è stata accordata a larga maggioranza dal Cal, con l’unica astensione dell’Unione territoriale intercomunale Agroaquileiese, Cal che ha dunque dato parere favorevole alla modifica per alzare la soglia di residenza da 24 mesi a 5 anni sul territorio regionale. Un passaggio che è stato letto come il ritorno al “welfare padano” che tra il 2008 e il 2013, durante la giunta di Renzo Tondo, venne bocciato dalla Corte costituzionale. Stavolta non finirà così, è sicura la maggioranza di centrodestra. «Vogliamo semplicemente privilegiare chi da più tempo risiede sul territorio regionale», ha già tagliato corto Roberti. 2
Specializzazioni dei nuovi medici. Trieste sorpassa l’ateneo di Udine (Piccolo) Andrea Pierini - Trieste cresce e dopo tre anni supera Udine nel numero di posti assegnati alle scuole di specializzazione medica post laurea. Aumentano infatti i contratti finanziati dal ministero dell’Università e ricerca in questo ambito. I concorsi di ammissione peraltro si terranno domani in tutta Italia. Andando a vedere i numeri nel 2015 i posti per il Friuli Venezia Giulia erano 155, 73 a Trieste e 82 a Udine, oggi sono scesi a 145, ma Trieste è salita a 79 e Udine è scesa a 66. La Regione Friuli Venezia Giulia inoltre ha dal canto suo aumentato il proprio supporto e dunque il numero di posti arrivando a 22, distribuiti in modo equo tra le due realtà. Quindi a Trieste nel 2018 ci saranno in tutto 90 posti nelle scuole di specializzazione medica mentre a Udine 77.Il MIURPer chi invece sta iniziando il percorso universitario i posti a disposizione per Medicina e Chirurgia a Trieste sono 143, una crescita di 10 unità rispetto allo scorso anno e più contenuta rispetto a Udine dove il saldo è positivo di 21 posti che passano da 99 a 120. I corsi a numero chiuso imposti dal Miur sono quattro: oltre a Medicina e chirurgia anche Veterinaria, non presente però in Friuli Venezia Giulia, Odontoiatria che ha sede solo a Trieste e Architettura. Per quanto riguarda i futuri dentisti a Trieste si arriva a 30 posti, con una crescita di 5, mentre per Architettura il saldo è negativo di due posti arrivando a 43. A Udine la facoltà è Scienza dell’architettura che passa dai 75 studenti dello scorso anno agli attuali 97. Le iscrizioni a queste facoltà si chiuderanno il 24 luglio alle 15, le date dei test erano state invece rese note a febbraio: il 4 settembre Medicina e odontoiatria, il 5 settembre Veterinaria (il corso più vicino si tiene a Padova) e il 6 settembre Architettura. PROFESSIONI SANITARIEA brevissimo, forse già oggi, sul sito di UniTs sarà pubblicato il bando per le professioni sanitarie, il test è già programmato al 12 settembre mentre sul sito del Miur sono indicati i posti disponibili: Igiene dentale solo a Trieste 20, Infermieristica 100 a Trieste e 140 a Udine, Fisioterapia 26 in entrambi gli atenei, Logopedia solo nel capoluogo giuliano con 21 posti, solo a Trieste anche Tecniche di laboratorio biomedico e tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia con 16 posti ognuna. Sono invece 50 gli studenti di Educazione professionale che si tiene però solo a Udine come Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro che ha 16 posti. Per Tecniche di riabilitazione psichiatrica bisogna scegliere Trieste dove ci saranno 20 posti.ISCRIZIONIPer quanto riguarda gli altri corsi si sono aperte ufficialmente oggi all’Università di Trieste le immatricolazioni per l’anno accademico 2018/2019. La novità principale è per la laurea magistrale in Matematica che per la prima volta sarà insegnata esclusivamente in lingua inglese, un percorso di studi che l’ateneo definisce innovativo e che viene promosso insieme alla Sissa e all’Università di Lubiana con la possibilità di conseguire il “Double degree in mathematics”, titolo di studio che sarà spendibile anche in Slovenia. NUMERO CHIUSOOltre a quelli indicati dal Miur anche altri corsi hanno un numero chiuso. Per UniTs si tratta di: Scienze e tecnologie biologiche (148 posti, 2 posti per extra Ue), Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura (73 posti Ue e 2 extra Ue), Chimica (45 Ue e 5 extra Ue), Farmacia (77 Ue e 8 extra Ue) e Chimica e tecnologia farmaceutica (56 Ue e 4 extra Ue). Sono previste due selezioni attraverso il superamento del test Tolc-I, la prima prevede l’iscrizione entro il 23 luglio con test da effettuare entro il 22, mentre per la seconda le iscrizioni apriranno il 20 agosto per chiudere il 10 settembre con conseguimento del Tolc-I entro il 9. C’è poi Comunicazione inter linguistica applicata (174 posti Ue e 6 extra), il test è fissato il 27 agosto per la lingua inglese ed il 28 per francese, tedesco e spagnolo. Stesse date per il corso applicato alle professioni giuridiche con 60 posti complessi suddivisi in 20 a testa per francese, spagnolo e tedesco. Il test per Scienze interazioni e diplomatiche si terrà il 3 settembre a Gorizia e ci sono 120 posti disponibili; la metà (55 Ue e 5 extra Ue) sono i posti per la laurea in Servizio sociale, il 4 settembre la prova di ammissione. 3
CRONACHE LOCALI Tornano i turni da otto ore all’Electrolux di Porcia (M. Veneto Pordenone) Si torna alle otto ore all’Electrolux di Porcia. Da oggi, infatti, è di nuovo in vigore il regime dell’orario di lavoro pieno, che sarebbe dovuto partire il 9 luglio, come annunciato in un primo tempo dall’azienda alle Rsu di stabilimento, ma poi slittato alla giornata odierna. La multinazionale svedese aveva comunicato che, a causa di alcuni Pnc (codici macchina) che erano in esaurimento e necessitavano di essere rimpiazzati con i nuovi modelli, si era verificata una mancata richiesta di apparecchiature con vecchio Pnc da parte dei paesi del Nord. Questo aveva determinato uno slittamento di una settimana della partenza delle otto ore.Oggi, insomma, si ricomincia a lavorare a pieno ritmo: d’altronde la richiesta di lavatrici aumenta nei mesi estivi e i picchi di produzione che rendono necessario l’impegno dell’organico a orario pieno. Ma, al di là dell’organizzazione del lavoro, ci sono altre questioni che tengono banco nello stabilimento di Porcia, tra cui la scadenza degli ammortizzatori sociali e la partita degli esuberi. Il patto Rocandin-Electrolux, che punta a scongiurare eccedenze nel sito della multinazionale svedese, per ora non decolla: la possibilità di trasferire 80 addetti dalla fabbrica di lavatrici di Porcia a quella di pizze surgelate di Meduno, che conta 540 maestranze ed è in espansione, è ridotta al lumicino. I dipendenti Electrolux non sono convinti. Tra i dubbi la questione legata alla tutela reale del posto di lavoro: il Jobs act frena, come hanno ricordato le organizzazioni sindacali. Il percorso di trasferimento sarà accompagnato da incentivi: Electrolux ha messo a disposizione 70 mila euro a lavoratore. Ma la somma non sarà riconosciuta interamente ai dipendenti che accettano di spostarsi: 30 mila euro andranno all’impresa produttrice di pizze surgelate per la riqualificazione del personale (un bonus assegnato, comunque, soltanto dinanzi a un’assunzione a tempo indeterminato). 40 mila, invece, agli addetti che decidono di lasciare la fabbrica di lavatrici. Per il momento non c’è insomma la coda per passare da una realtà all’altra. Portalettere precari non confermati. Saltano ferie e recapiti (M. Veneto Pordenone) «Grave situazione del recapito a Pordenone e nel Friuli occidentale». Paolo Riccio, vertice sindacale Uil poste, ha parlato di emergenza: mancano postini. «Il primo luglio sono scaduti i contratti dei portalettere precari - ha spiegato - e non sono stati rinnovati. Ne mancano un paio nell’area urbana: il risultato è che tutti i giorni ci sono delle zone di consegna che rimangono scoperte. Questo, non per colpa del personale in servizio che fa i salti mortali».Il decreto “Dignità” ha un effetto immediato nel settore postale. «I lavoratori di poste che prima venivano assunti con il contratto a tempo determinato e da precari, potevano lavorare ben 36 mesi - ha aggiunto il sindacalista Uil -. Invece ora si sono ridotti a 12 mesi. Poste Italiane ha anticipato, di fatto il decreto e salvo ripensamenti legislativi, sono rimasti a casa 45 postini precari». Il risultato? «È quello di un grave disservizio per l’utenza. Ci sono lavoratori in difficoltà: i casi dei postali che non potranno godere delle ferie che erano state programmate, sono una realtà».La sofferenza si avverte nei centri di distribuzione. «A Pordenone, Maniago, Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, pure a Sacile - è la mappa del disagio Uil -. L’appello è di cambiare le regole e riportare a 36 mesi i contratti a tempo determinato di portalettere precari». Le ferie estive dei postali in organico ridotti all’osso, i congedi malattia che possono capitare, la stretta sui postini stagionali hanno aumentato i disservizi. «Posta tartaruga - ha concluso Riccio - e corrispondenza consegnata a singhiozzo». 4
Azienda cerca informatici, ma non li trova (M. Veneto Pordenone) Giulia Sacchi - L’Alea di Arba è alla ricerca di sviluppatori web e programmatori di applicativi per smartphone per effettuare cinque assunzioni. Figure non facili da trovare in zona. Se la ricerca non andrà a buon fine a stretto giro, Alea sarà costretta a guardare altrove. «Sono in corso le selezioni per cinque assunzioni, tra sviluppatori web e programmatori di applicativi per smartphone - fa sapere il fondatore dell’azienda Cristian Fiorot -, ma, se non ci riusciremo a breve, saremo purtroppo costretti a cercare altrove». Un’occasione ghiotta, in particolare per i giovani, per entrare a fare parte del team di una realtà consolidata e che sta conquistando sempre più mercati. L’obiettivo di Fiorot è crescere e investire sul territorio, in particolare quello di Arba, dove Alea è nata nel 1999. Ma trovare personale specializzato è un’impresa. In grandi città come Milano, dove Alea l’anno scorso ha inaugurato un ufficio, è più semplice.«Assecondiamo con determinazione la crescita aziendale e vogliamo darle ulteriore impulso perché abbiamo ancora un notevole potenziale da cogliere, in Italia e all’estero - aggiunge -. Vorremmo farlo qui, nel territorio che ci ha visto crescere, ma è sempre più difficile perché fatichiamo a trovare personale specializzato». Alea, che è una delle prime agenzie in regione ad avere puntato sul web, accompagnando le aziende verso nuove strade oltre a quelle battute della comunicazione tradizionale, è protagonista di una crescita continua, che l’ha portata a essere presente in maniera stabile a Dubai. I clienti sono oltre 350 e più di 800 i progetti in portfolio, tra cui Gruppo Piaggio, Enel Green Power, Diadora, Trudi, The North Face, Silca, Midac Batteries, Apt Livigno, Spaxs, Police eyewear, Acqua Dolomia e Ambiente servizi.Alea è anche partner di Google: quest’ultimo, nel 2015, le ha assegnato il “Best in quality award” e nel 2016 l’ha invitata a San Francisco per il summit mondiale delle migliori agenzie certificate Google. Ma come è nata l’idea di dare vita a questo progetto, che poi si è rivelato di successo? «Tutto ha avuto inizio ai tempi dell’università, quando per superare un esame ho dovuto sviluppare un sito web - racconta Fiorot -: non sapevo usare bene il computer, ma poi si è accesa quella scintilla che giorno dopo giorno si è trasformata in lavoro». L’impegno nell’interpretare il cambiamento ha permesso ad Alea di allargare competenze e servizi, portandola a diventare una digital agency completa su tutti i fronti: web ed e-commerce, digital marketing e social media, analisi della reputazione e analytics, sviluppo di applicazioni e piattaforme on line. «La possibilità di condividere idee e visione imprenditoriale con un’azienda come Graphistudio - conclude Fiorot - ci ha allargato le prospettive, alzando l’asticella dell’innovazione di prodotto e puntando sulla qualità del servizio, così da competere anche nei mercati internazionali». 5
Vaccini fra gli under 16, copertura a quota 89% e in 816 senza profilassi (Piccolo Trieste) Andrea Pierini - Nella provincia di Trieste sono 816 i minori che non sono stati sottoposti ad alcun vaccino. Il dato è del dipartimento di epidemiologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste ed è pari al 3% dei 28.064 residenti under 16. Di questa percentuale fanno parte i minori registrati all’anagrafe che poi si sono trasferiti fuori regione senza comunicazioni a nessuno, ma anche i figli dei “no vax”, categoria che è stimata nell’1,5% del totale. La situazioneLa quota di copertura vaccinale della popolazione stabilita dalla medicina per l’immunità di gregge è pari al 95% e serve a tutelare anche i soggetti deboli evitando il diffondersi di epidemie. Andando poi a vedere i numeri si scopre che a Trieste, in tema di vaccini, gli indicatori sono indietro rispetto alla media italiana e a quella della regione. I nati nella provincia dal 2002 al 2017 (al 21 maggio 2018) sono 28.064, di questi 24.096 (l’89%) sono in regola con tutte le vaccinazioni obbligatorie o hanno un’esenzione certificata dal medico curante (quest’ultima fattispecie è una percentuale ristretta). Dividendo questa fetta di popolazione in tre fasce, sui 4.555 bimbi di 0-3 anni la copertura è al 90%, 86 (2%) gli inadempienti totali. Tra 4 e 6 anni (5.024 residenti) la percentuale scende all’89% pur restando stabile al 2% la quota dei non vaccinati, che sale al 3% nella fascia 7-16 dove solo l’88% ha una copertura totale dei 10 vaccini. Gli esempiIl dipartimento di epidemiologia, diretto da Riccardo Tominz, ha poi estrapolato alcune vaccinazioni esemplificative, come l’anti poliomielite: in Asuits i vaccinati al 31 dicembre 2016 erano l’89,7%, un anno dopo con l’obbligo di legge il dato è arrivato al 91,8%, ancora sotto al livello nazionale dove è stata raggiunta quota 95%. La crescita del vaccino “morbillo parotite rosolia” nei nati nel 2014 è stata del 5,7% passando dall’83,8 all’89,5%: in Italia la quota è al 92,2% e in Fvg al 90,4%. Un dato che conferma poi gli effetti del decreto legge Lorenzin arriva anche dai primi cinque mesi di quest’anno: i nati dal 2002 al 2017 della provincia di Trieste che si sono sottoposti a tutte le vaccinazioni previste per legge sono aumentati dell’1,4%. Gli adultiOltre ai minori, c’è poi il tema degli adulti che si sottopongono alla profilassi: chi ad esempio non si è mai sottoposto al vaccino “morbillo parotite rosolia” può farlo a qualsiasi età. In Italia il morbillo nel 2017 ha colpito 7 mila persone, il 40% delle quali ha avuto complicanze gravi e ci sono stati otto morti tra i quali anche dei bambini. Ogni 10 anni si raccomandano poi i vaccini per tetano e difterite, in aggiunta quello della pertosse se si è a contatto con bambini o in dolce attesa. È possibile chiedere al proprio medico di base uno screening della propria situazione. La comunità medica non ha dubbi sull’importanza della prevenzione, i tribunali hanno sentenziato che non c’è alcun legame tra vaccini ed autismo. 6
Ausiliari dei servizi educativi, parte la caccia per le sei sedi (Piccolo Trieste) La macchina comunale accende i motori per cercare gli operatori cui affidare i cosiddetti “servizi ausiliari” in due scuole dell’infanzia e in sei “nidi”. Manuela Salvadei, che dirige la struttura educativa del Municipio, ha pubblicato sul sito istituzionale un’indagine esplorativa di mercato, mirata a individuare a quali e a quanti soggetti interessi un consistente appalto di 556.767 euro chiamato a finanziare il lavoro di bambinaie e pulitrici.Le offerte debbono pervenire alla destinazione comunale entro domani martedì 17 luglio: gli uffici provvederanno in seconda battuta all’invito per la procedura negoziata, con la quale verrà prescelto l’affidatario. Si tratta di quella parziale e limitata “esternalizzazione”, su cui si è aperta una vivace discussione con le sigle sindacali, contrarie all’affidamento di questo tipo di attività in regime di appalto. Gli istituti coinvolti nel monitoraggio sono le scuole dell’infanzia “Delfino blu” e “L’isola dei tesori”, i nidi “Frutti di bosco”, “Verdenido”, “Bosco magico”, “La barchetta”, “L’isola felice”, “Tuttibimbi”. Sono 451 bambini suddivisi su 20 sezioni, una delle quali di lingua slovena. Si va dai 116 piccoli di “Delfino blu” in Salita di Gretta ai 23 frequentatori di “Isola felice” in largo Niccolini.Manuela Salvadei informa inoltre che l’appalto comincia già il 30 agosto per chiudersi il 28 giugno del prossimo anno.L’indagine esplorativa spiega in cosa consista il servizio richiesto: prestazioni di carattere socio-sanitario e assistenziale, che riguardano l’aiuto alla mobilità, le operazioni di igiene e pulizia personali, la somministrazione di cibi, l’igiene dei locali e degli spazi anche esterni, la pulizia di giochi, materiali, attrezzature didattiche.La “pagella” consta di 100 punti, 85 dei quali attinenti alla qualità della proposta: l’esperienza del personale è il requisito più alto quotato con un massimo di 30 preferenze. L’assessore forzista Angela Brandi molto insiste su questa caratterizzazione qualitativa dell’offerta. Accompagnata - prosegue la titolare dell’Educazione - da altre due guarentigie, riguardanti la turnazione del personale e la continuità in caso di sostituzione. In tema di turnazione sono previste in capo agli addetti più opportunità di lavoro, in modo da evitare quanto è accaduto con il contestato appalto-mense, dove c’erano addetti con poche ore di attività settimanale. In tema di sostituzioni - rileva la Brandi - l’appaltatore s’impegnerà a mantenere il “supplente” nella stessa scuola, così che i bambini non abbiano problemi nel delicato rapporto con il personale. 7
Balletto dei dirigenti con new entry nei settori welfare, anagrafe e lavori (Piccolo Gorizia-Monfalcone) Francesco Fain - Una svolta epocale. Non foss’altro perché funzionari “storici” sono andati in pensione o hanno cambiato aria. Sì, sono notevoli i cambiamenti nell’apparato dirigenziale del Comune di Gorizia. In questi mesi, con l’avvento dell’amministrazione guidata da Rodolfo Ziberna, ha preso servizio il nuovo responsabile del settore Lavori pubblici e urbanistica, che ha superato (vale la pena di ricordarlo) una selezione con 67 partecipanti provenienti da tutta l’Italia. È l’architetto Alessandro De Luisa, 54 anni, di Udine. Nel suo bagaglio diverse esperienze lavorative, l’ultima delle quali al Comune di San Daniele come responsabile del servizio di Pianificazione territoriale. Ha lavorato anche nei Comuni di Grado e di Udine e si è ritrovato, subito, a dover affrontare il pasticciaccio brutto del cantiere di corso Italia.È un volto già conosciuto quello del nuovo dirigente dei settori cultura e turismo del Comune di Gorizia, incaricato dopo la selezione che vedeva la presenza anche di un altro concorrente. Si tratta, infatti, di Lucio Beltrame, per molti anni ai vertici di alcuni compartimenti dell’ex Provincia e oggi, dopo la soppressione di quest’ultima, dipendente regionale. Una persona molto esperta, che conosce alla perfezione Gorizia e le sue dinamiche e non incontrerà certo difficoltà di ambientamento o quant’altro. Oltre a cultura, turismo ed eventi, in precedenza curati da Gianni Cortiula nuovo direttore centrale della direzione regionale Salute, Integrazione socio-sanitaria, Politiche sociali, Beltrame ha ora in carico anche i servizi demografici, lo sport, le politiche giovanili, l’informatica, le politiche internazionali e altri segmenti comunali già seguiti da Rosamaria Olivo, recentemente andata in pensione. Maura Clementi ricoprirà, invece, l’incarico a tempo determinato di dirigente del settore Welfare comunale del Comune di Gorizia.Ha lasciato il Comune di Gorizia anche Maria Antonietta Genovese, già posizione organizzativa per le manutenzioni, che è andata a svolgere il lavoro di dirigente dei Lavori pubblici a Grado. Insomma, un vero e proprio tourbillon che modifica radicalmente il “volto” della dirigenza del Comune di Gorizia. «Direi che si tratta di un vero e proprio sconvolgimento - spiega il sindaco Rodolfo Ziberna -, innanzitutto perché hanno lasciato il Comune persone che erano presenti nell’ente da decenni, come Olivo e Sgubin ma, soprattutto per il fatto che ci troviamo a gestire un cambiamento radicale, dove la maggioranza dei dirigenti è rappresentata da nuovi arrivati. Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono aspetti negativi, riguardanti il fatto che abbiamo perso professionisti con conoscenza della macchina comunale ma anche positivi e sono certo che, alla fine, saranno questi a prevalere». Sindacati coinvolti nella rivoluzione della pianta organica «Già da qualche mese, insieme all’assessore al personale, Marilena Bernobich e al segretario generale Tonino Di Gianantonio, sto ragionando sul futuro della macchina amministrativa dell’ente che ha bisogno non solo di essere rafforzata ma anche essere disposta e organizzata in funzione delle trasformazioni che gli enti locali stanno subendo. Ovviamente, è mia intenzione coinvolgere nei vari passaggi i sindacati. È necessario comunque capire, ad esempio, come si evolverà l’Uti (segue) 8
Per i vigili in arrivo la microtelecamera. Si proteggeranno in blitz a alto rischio (Piccolo Go-Monf) Tiziana Carpinelli - Agli occhi dei più passerà inosservata. Invece non darà scampo ai trasgressori. Delle dimensioni di una spilla da appuntare al bavero della giacca, arrivano a Monfalcone - in dotazione al corpo della Polizia municipale - le prime due microtelecamere di servizio. Una sorta di bodycam per garantire la sicurezza dei cittadini e, soprattutto, dei vigili urbani, sovente chiamati a intervenire in situazioni potenzialmente ad alto tasso di rissosità. Specialmente da quando la nuova amministrazione ha voluto «vedere gli agenti più sulla strada che dentro l’ufficio». L’annuncio è del sindaco Anna Cisint, che dell’operato della Polizia municipale, fin dalle prime settimane d’insediamento, si è sempre interessata molto. E non solo perché mantiene la delega al Personale e alle Risorse interne, ma perché della Municipale ha fatto strumento di attuazione di controlli più severi su un ventaglio di campi: abitativo, sociale e commerciale. Invitando quanti non condividessero la “linea della strada” a ricorrere alla mobilità interna, vista con favore nei casi di persone con alle spalle una discreta anzianità di servizio che forse si troverebbero in ambasce nel rimettersi l’elmetto e scendere nella giungla d’asfalto. Difatti è sempre recente notizia che arriveranno quattro nuovi agenti, in virtù di altrettante mobilità. Ma torniamo alle microtelecamere. La spesa è in questo caso modica, un migliaio di euro. Il dispositivo funzionerà così: persone istruite appositamente e incaricate di occuparsi di servizi sensibili se l’apporranno al petto e il “grande fratello” registrerà tutto. Sarà difficile, poi, per chi viola la legge, minimizzare per esempio un aggressione: se carta canta, a maggior ragione il detto vale per i video. Alcune grosse città italiane hanno già sperimentato le bodycam, con tutte le accortezze del caso, cioè prevedendole per i vigili impegnati nelle operazioni rischiose, come i Tso (trattamenti sanitari obbligatori), gli sgomberi di occupazioni abusive o allontanamenti di minori. Il microscopico occhio elettronico dunque tutelerà gli agenti in pubblico servizio, riprendendo fotogramma per fotogramma quanto sta accadendo. «Il comandante Rudi Bagatto - spiega il sindaco Cisint - ha espresso quest’esigenza e ho pensato di accoglierla; la spesa del resto è quasi irrisoria, mille euro. Inoltre penso possa anche servire da deterrente a quanti magari sarebbero tentati di sconfinare nella prova di forza per farsi valere». Anche di un’altra sperimentazione si sta parlando in Itala, quella del taser: un dispositivo classificato tra le armi da difesa che fa uso dell’elettricità per immobilizzare un soggetto sospettato di reato, paralizzandone i muscoli. Largamente usato negli States, da noi è considerata un’arma propria, per la quale serve il porto d’armi. La “pistola elettrica” è stata inserita dall’Onu nella lista degli strumenti di tortura. Ebbene, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha appena dato il via libera (a scopo sperimentale) al dissuasore elettrico in 11 delle maggiori città, tra cui Milano, Torino, Bologna, Firenze e Padova. Ma Cisint adotterebbe il taser? «Siamo molto aperti ai suggerimenti del Ministero dell’Interno - replica -, qui si tratta però di una sperimentazione e sono stati scelti territori in cui c’è un’elevata percentuale di reati. Per tutte le decisioni, comunque, mi confronterei col nostro comandante Bagatto, che sta svolgendo un ottimo lavoro sul territorio». 9
Vicenda De Franceschi, la Flai: «Il sindacato non fa gli investimenti» (Piccolo Go-Monf) Laura BlasichLa Flai Cgil respinge al mittente le accuse, mosse da alcuni ex lavoratori del mulino De Franceschi di Monfalcone al sindacato di non aver fatto abbastanza per arrivare a un riassorbimento dei dipendenti espulsi in seguito alla crisi dell’attività molitoria nell’impianto di via Bagni nuova dopo l’acquisto da parte di Casillo. «Non è il sindacato che fa gli investimenti - afferma Enrico Coceani, segretario della Flai Cgil isontina - e sono altri i soggetti che devono rispondere degli impegni assunti, su cui personalmente da un anno e mezzo, da quando seguo la categoria agricoltura e industria alimentare, effettuo verifiche periodiche. Dell’esito del monitoraggio metto poi a conoscenza gli ex lavoratori». Il segretario della Flai Cgil comprende bene lo stato d’animo della quarantina di ex lavoratori De Franceschi per i quali si sono esauriti gli ammortizzatori sociali e che non hanno trovato un impiego stabile. «Raggiungere la piena potenzialità del sito, per cui è necessario ripristinare il collegamento ferroviario - prosegue Coceani -, vuol dire però che si recuperano i lavoratori De Franceschi. A questa fase, prevista dal piano di rilancio del sito, non siamo ancora arrivati e quindi solo dopo si potrà dire che gli impegni non sono stati rispettati». Coceani continua a effettuare degli incontri in azienda per comprendere lo stato di avanzamento degli investimenti previsti e che conferma sono in corso. «Senza l’accordo siglato nel 2015, comunque, si sarebbe andati alla chiusura del sito», conclude, ribattendo agli ex dipendenti che hanno sollevato dubbi in questi giorni non solo sulla lentezza della riattivazione del mulino da parte della nuova proprietà, ma anche sull’opportunità di evitare il fallimento di De Franceschi a fronte dell’esito di vicende analoghe. 10
Altran: «È l’ultimo dispetto agli stranieri, ma farà danni» (Piccolo Go-Monf) Tiziana Carpinelli - È solo «l’ultimo di una serie di dispetti alla comunità degli stranieri» che però «avrà gravi ricadute, in futuro, sulla città». È severo il giudizio sulle politiche scolastiche a firma leghista, di concerto con le direzioni didattiche, dell’ex sindaco dem Silvia Altran, oggi all’opposizione. Perché se i piccoli esclusi dalle materne, 79 stando ai dati resi noti, saranno costretti a trasmigrare nei comuni limitrofi con lo scuolabus è probabile che alcune famiglie decideranno infine, anche alla luce della tenera età dei pargoli, di tenerseli e casa. E ciò avrà, per Altran, riverberi sul successivo grado di scolarizzazione: «Saranno bambini che avranno meno dimestichezza con l’italiano e le prime regole della vita comune: inevitabilmente il gap si ricreerà al prossimo grado dell’istruzione, cioè in prima elementare, e a quel punto cosa accadrà? Un nuovo disequilibrio, per il precedente rifiuto di questi bambini». L’ex prima cittadina, già assessore all’Istruzione, di professione insegnante di inglese al liceo, ammette di non aver letto la pagina a pagamento che Anna Cisint ha fatto pubblicare ieri su questo giornale. «Ma immagino già cosa avesse da dire, poiché nei mesi scorsi e più volte in aula si sono chiesti lumi sul tipo di soluzioni che l’amministrazione avrebbe intrapreso per arginare la necessità di ulteriori posti per la prima infanzia, a seguito anche dell’indisponibilità della Collodi e della paritaria di via Roma». Infatti per Altran tutto questo «polverone» è stato «sollevato ad arte per mascherare l’incapacità a risolvere i problemi». «Già a febbraio, infatti, Cisint disponeva delle proiezioni sui dati delle iscrizioni - ragiona -. Noi dell’ex giunta abbiamo sempre conosciuto l’andamento delle domande con grande anticipo». Non solo, per la dem non si tratta neppure di un problema nuovo. «Ai primi anni Duemila - riferisce -, quando io ero assessore all’Istruzione e a causa della ripresa lavorativa in cantiere si verificò un aumento consistente di iscrizioni, già affrontammo con esiti positivi la carenza di posti. Infatti andammo in Regione, era l’epoca Illy, e chiedemmo dei soldi che ci furono corrisposti: in un anno facemmo costruire lo Scarabocchio. Durante quest’operazione creammo al primo piano delle elementari Toti e Sauro delle sezioni di scuola materna, divise da quelle degli altri alunni, e così demmo una risposta alle famiglie».Quando dunque si iniziavano a prospettare soluzioni drastiche, stando alla democratica, il Pd ha posto delle domande. «Abbiamo chiesto dove sarebbero finiti questi bambini - afferma Altran - ed è per questo che ora fa specie tutto il polverone, per il quale ho la sensazione che via sia una regia dettata dalla volontà di voler nascondere i ritardi nella costruzione della Collodi, per la quale gran parte dell’impegno finanziario era stato peraltro già stanziato dalla precedente giunta e la gara per la progettazione espletata». Anche la concessione dello scuolabus appare «incongrua» visto che «se i sindaci di Staranzano e Ronchi, all’indomani dell’annuncio, le hanno risposto picche deduco che aveva stabilito di spedir lì i bimbi senza neppure sincerarsi se vi fossero delle disponibilità di accoglienza nelle strutture o meno». «Quindi - conclude - dopo il cricket, la vicenda dell’Hardi e la mancata concessione degli spazi per il Capodanno, questo è solo l’ultimo dei dispetti agli stranieri che avrà ricadute gravi». Ghinelli: «Si vuole il bavaglio sulla bocca dell’opposizione» testo non disponibile Cisint: «Dov’era la sinistra davanti alle classi ghetto?» testo non disponibile 11
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