Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi

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Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
Roma, Appio – Latino: fermati
i responsabili dell’omicidio
di Luca Sacchi
Sono stati fermati dopo l’interrogatorio in Questura i due
ragazzi sospettati per la morte di Luca Sacchi, il 24enne
ucciso due sere fa a Roma.
Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi 21enni e romani,
sono accusati di concorso in omicidio. Uno in un’auto della
polizia e l’altro dei carabinieri, sono stati portati nel
carcere di Regina Coeli.

Secondo una prima ricostruzione Luca Sacchi e la ragazza
volevano acquistare droga ma poi le cose sono degenerate fino
al tragico epilogo. Dai primi accertamenti i due fermati,
notando che nello zainetto della donna c’erano parecchi soldi,
si sono offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare
armati di pistola e rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca
hanno poi sparato in testa al giovane.
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
La pistola, forse una calibro 38, utilizzata dagli aggressori
di Luca Sacchi, non è stata ancora ritrovata.

“Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell’omicidio di
Luca Sacchi, ha fatto una cazzata”. Questo è quanto avrebbe
detto la mamma del ragazzo sospettato di avere ucciso con un
colpo di pistola il 24enne. La donna si è recata nella tarda
serata di ieri in un commissariato accompagnata dall’altro
figlio per comunicare i suoi sospetti. Da lì sono poi scattate
le indagini dei carabinieri che con la polizia hanno poi
bloccato i sospettati. A sparare sarebbe stato un incensurato,
il complice avrebbe precedenti per droga

“E’ stata un’indagine lampo”. Lo ha detto il dirigente della
Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo, dopo il fermo dei due
presunti responsabili della morte di Luca Sacchi. “Non si sono
assolutamente costituiti – hanno detto gli investigatori –
sono stati raccolti elementi e poi sono stati catturati fuori
dal domicilio, in luoghi dove si nascondevano. Hanno usufruito
di legami familiari e di conoscenze”. Uno dei due è stato
rintracciato in un residence ed entrambi “non hanno opposto
resistenza”. Il colonnello Mario Conio, comandante del Reparto
operativo dei Carabinieri di Roma ha sottolineato: “Si è
subito lavorato in piena coordinazione e sinergia tra Questura
e comando provinciale dei carabinieri di Roma”.

I due fermati, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, si stavano
nascondendo. Lo hanno riferito il capo della Squadra Mobile di
Roma Luigi Silipo e il colonnello Mario Conio, comandante del
Reparto operativo dei Carabinieri di Roma. Uno è stato
rintracciato in un residence mentre l’altro in una casa. Sono
entrambi del quartiere San Basilio. L’auto con cui si sono
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
dati alla fuga è stata sequestrata. Ai due si è arrivati anche
grazie a una serie di testimoni che hanno fornito elementi
determinati per individuare e rintracciare i presunti autori
dell’omicidio.

“Grazie al grande gesto d’amore della famiglia che ha deciso
di donare gli organi di Luca, il ragazzo ucciso durante una
rapina, e all’autorizzazione della Magistratura si è messa in
moto la complessa macchina del sistema dei trapianti del
Lazio. Gli organi del ragazzo sono tecnicamente idonei e
questo consentirà di salvare molte vite umane”. E’ quanto fa
sapere l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria
della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Una media di 7 tonnellate di droga sequestrata a Roma negli
ultimi anni, a fronte di migliaia di arresti ogni anno, per un
giro di affari di 50 milioni di euro ogni anno. E’ quanto
emerge dal Rapporto Mafie nel Lazio. Tra le caratteristiche
dello spaccio romano, ci sono le cosiddette piazze ‘aperte’
come quelle del centro storico o dei quartieri della movida,
dove la droga viene comprata in strada, e quelle ‘chiuse’ in
periferia, con sentinelle e telecamere che sorvegliano lo
spaccio. Tra queste ultime, quelle con gli affari più fiorenti
sono quella di San Basilio, Tor Bella Monaca, Primavalle,
Ostia, Tuscolano, Romanina, e Trastevere. Tra i clan più
attivi nel traffico, ci sono i Casamonica, il gruppo Senese e
i Gallace.
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
Omicidio Luca Sacchi, il
killer è stato denunciato
dalla madre
Sono stati fermati dopo l’interrogatorio in Questura i due
ragazzi sospettati per la morte di Luca Sacchi, il 24enne
ucciso due sere fa a Roma.
I due, entrambi 21enni e romani, sono accusati di concorso in
omicidio. Uno in un’auto della polizia e l’altro dei
carabinieri, sono stati portati nel carcere di Regina Coeli.

Secondo una prima ricostruzione Luca Sacchi e la ragazza
volevano acquistare droga ma poi le cose sono degenerate fino
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
al tragico epilogo. Dai primi accertamenti i due fermati,
notando che nello zainetto della donna c’erano parecchi soldi,
si sono offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare
armati di pistola e rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca
hanno poi sparato in testa al giovane.

La pistola, forse una calibro 38, utilizzata dagli aggressori
di Luca Sacchi, non è stata ancora ritrovata.

“Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell’omicidio di
Luca Sacchi, ha fatto una cazzata”. Questo è quanto avrebbe
detto la mamma del ragazzo sospettato di avere ucciso con un
colpo di pistola il 24enne. La donna si è recata nella tarda
serata di ieri in un commissariato accompagnata dall’altro
figlio per comunicare i suoi sospetti. Da lì sono poi scattate
le indagini dei carabinieri che con la polizia hanno poi
bloccato i sospettati. A sparare sarebbe stato un incensurato,
il complice avrebbe precedenti per droga.

I due fermati si stavano nascondendo

Lo hanno riferito il capo della Squadra Mobile di Roma Luigi
Silipo e il colonnello Mario Conio, comandante del Reparto
operativo dei Carabinieri di Roma. Uno è stato rintracciato in
un residence mentre l’altro in una casa. Sono entrambi del
quartiere San Basilio. L’auto con cui si sono dati alla fuga è
stata sequestrata. Ai due si è arrivati anche grazie a una
serie di testimoni che hanno fornito elementi determinati per
individuare e rintracciare i presunti autori dell’omicidio.

“Grazie al grande gesto d’amore della famiglia che ha deciso
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
di donare gli organi di Luca, il ragazzo ucciso durante una
rapina, e all’autorizzazione della Magistratura si è messa in
moto la complessa macchina del sistema dei trapianti del
Lazio. Gli organi del ragazzo sono tecnicamente idonei e
questo consentirà di salvare molte vite umane”. E’ quanto fa
sapere l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria
della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Polizia sui treni di tutta
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
Italia,bilancio     di    una
settimana:             34mila
identificati,           droga
sequestrata, 34 arresti e 235
indagti
Circa 4 kg di sostanze stupefacenti sequestrate, 34 arrestati,
235 indagati e 33.761 identificati: è questo il bilancio dei
controlli nell’ultima settimana della Polizia Ferroviaria.
3.761 le pattuglie impegnate in stazione e 969 a bordo treno,
per un totale di 2.122 treni scortati. 286 servizi
antiborseggio e 278 le sanzioni elevate. 31 i minori non
accompagnati rintracciati e riaffidati alle famiglie o alle
comunità; 58 i cittadini stranieri sorpresi in posizione
irregolare.

Da Milano a Verona questi i risultati: un cittadino algerino
di 25 anni e uno marocchino di 19, sono stati arrestati dalla
Polfer di Milano, il primo per rapina impropria ed il secondo
per furto aggravato. Gli stranieri, prima si sono impossessati
di un bagaglio di proprietà di un viaggiatore intento a salire
sul bus diretto all’Aeroporto di Milano Malpensa e poi, una
volta fermati dagli Agenti, il marocchino ha opposto
resistenza colpendone uno. Altri due stranieri, questa volta,
uno di nazionalità tunisina di 22 anni ed un altro algerino di
45, sono stati arrestati per furto aggravato. Gli Agenti
insospettiti dal comportamento degli stessi, li hanno fermati
all’uscita di un negozio all’interno dello scalo ferroviario
per un controllo ed hanno rinvenuto, nella busta che portavano
al seguito, degli indumenti rubati. Un cittadino italiano,
invece, è stato denunciato dalla Polfer di Milano Bovisa, per
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interruzione di pubblico servizio. Gli operatori, notiziati
dalla Sala Operativa Compartimentale della presenza di un uomo
aggrappato alla cabina di coda esterna di un treno regionale,
lo hanno identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria,
dopo aver fatto fermare il convoglio in una stazione
ferroviaria non prevista tra le fermate. Sempre a Milano, una
donna italiana di 22 anni residente in provincia di Monza, è
stata arrestata perché trovata fuori dalla propria abitazione,
ove avrebbe dovuto trovarsi in quanto sottoposta alla misura
degli arresti domiciliari, per il reato di furto. Un cittadino
marocchino di 35 anni è stato denunciato dalla Polizia
Ferroviaria di Verona per i reati di furto e ricettazione. La
Pofer, dopo la denuncia di una viaggiatrice, è riuscita,
grazie ai filmati estrapolati dalla videosorveglianza, a
rintracciare il giovane autore del furto del cellulare, nella
stazione ferroviaria di San Bonifacio, durante dei controlli
straordinari.

Da Padova a Roma: due donne italiane sono state denunciate a
Padova per truffa, in quanto avevano organizzato una vera e
propria lucrosa attività come agenti immobiliari. La falsa
Agenzia è stata improvvisata in uno dei bar all’interno dello
scalo ferroviario di Padova. Lì le donne facevano firmare ai
clienti falsi contratti di locazione di affitto e si facevano
consegnare in contanti 3 mensilità. I conduttori
dell’immobile, poi, si accorgevano di essere stati truffati
solo una volta arrivati all’appartamento, non riuscendovi ad
entrare. Un nigeriano di 26 anni è stato arrestato dalla
Polizia Ferroviaria di Bologna per detenzione e trasporto di
sostanza stupefacente. Lo straniero, notato dagli Agenti per
il suo fare sospetto, è stato portato negli Uffici di Polizia,
dove, però, ha cominciato ad accusare dolori addominali.
Trasportato in ospedale, l’esame radiologico ha evidenziato la
presenza di 13 ovuli termosaldati nel suo stomaco, contenenti
circa un etto e mezzo, tra cocaina ed eroina. Cinque
borseggiatrici, di nazionalità bulgara, sono state arrestate
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per tentato furto, dagli Agenti della Polfer di Firenza
S.M.N., poiché in concorso tra loro, sono state sorprese a
frugare nello zaino di un viaggiatore, ignaro di quanto stesse
accadendo. Una cittadina nigeriana di 28 anni è stata
arrestata per traffico di stupefacenti. La stessa, fermata
dagli operatori, nascondeva nel proprio zaino oltre 2,5 Kg di
marijuana. Un cittadino francese è stato arrestato dalla
Polfer di Roma, nell’ala Manzoniana della Stazione di Termini.
Nello specifico gli agenti, durante il consueto servizio anti
borseggio, hanno notato un uomo aggirarsi con fare sospetto
tra i viaggiatori, sottrarre lo zaino ad un uomo seduto e poi
allontanarsi frettolosamente. Gli operatori spettatori di
quanto avvenuto lo hanno immediatamente bloccato. La Polfer di
Frosinone, ha arrestato un cittadino italiano di ventisei
anni, perché destinatario di un provvedimento di custodia
cautelare in carcere, in quanto componente di un’associazione
criminosa dedita allo spaccio di sostanze stupefacente, mentre
una cittadina romena è stata arrestata a bordo di un treno,
perché destinataria di ordinanza di carcerazione emessa dal
Tribunale di Latina, a seguito di una condanna per furto.

Da Napoli a Brindisi: un 27enne rumeno è stato arrestato dalla
Polfer di Napoli in esecuzione all’ordinanza di applicazione
della misura di custodia cautelare, poiché accusato di aver
molestato una ragazza poco più che maggiorenne a bordo di un
treno Roma-Napoli. Una pattuglia della Polizia Ferroviaria di
Brindisi, in servizio di scorta a bordo treno, nella tratta
fra le Stazioni di Carovigno e San Vito dei Normanni, è
intervenuta evitando il peggio. Dopo aver sentito un forte
odore di fumo proveniente da una carrozza in coda al treno,
d’intesa con il capotreno, i poliziotti, con modi pacati, per
prevenire eventuali reazioni di panico e per ridurre al minimo
il disagio, hanno invitato i viaggiatori a spostarsi nelle
carrozze più lontane, fino all’arrivo nella Stazione di
Brindisi.
Roma, Appio - Latino: fermati i responsabili dell'omicidio di Luca Sacchi
Tra gli interventi a lieto fine, un’anziana di ottantaquattro
anni, è stata rintracciata dalla Polizia Ferroviaria di Roma
Tiburtina. La donna è stata trovata cosciente tra le
sterpaglie, sdraiata a terra, con varie escoriazioni sul
corpo, in evidente stato confusionale. Soccorsa, è poi stata
riaffidata alla famiglia. Così è accaduto anche per un’altra
donna di 45 anni della provincia di Napoli, rintracciata a
Potenza dalla Polfer su un treno regionale in stato
confusionale ed un uomo di 66 anni affetto da morbo di
Parkinson nella stazione di Trani dalla Polfer di Barletta. Un
ragazzino di 14 anni, allontanatosi dalla propria abitazione a
Civitavecchia, è stato rintracciato a Bologna dalla Polfer,
mentre, spaesato, girava nella Stazione sotterranea dell’Alta
velocità. Infine, un bambino cinese di 5 anni è stato
rintracciato su di un treno dove era rimasto da solo, mentre i
genitori erano riusciti a scendere, e riconsegnato agli stessi
nella Stazione di Roma Termini, grazie al lavoro sinergico del
personale della Polizia di Stato dei Compartimenti di Polizia
Ferroviaria per il Lazio e per la Toscana.
Nemi, “Quousque Tandem?”

Legittimi sospetti sull’affitto del
villino con i soldi pubblici (1100 euro
mese) da parte della famiglia indigente

Caro Direttore,
una breve riflessione a commento della notizia che hai
puntualmente pubblicato sul Tuo giornale.
È la questione del progetto per una emergenza socio-
assistenziale in favore di una famiglia, evidentemente poco
abbiente, comunque bisognosa, costituita da una coppia con tre
figli.
Fino a qui, nulla quaestio.
Leggendo, invece, il contratto di locazione allegato alla
Determinazione Comunale n.328 del 19.6.2019 sembra di
assistere ad uno sketch di “scherzi a parte”.
Mi sono fatto alcune domande che giro a te e, indirettamente,
all’Amministrazione Comunale che tanto, ne sono certo, per
collaudata esperienza, non risponderà in alcun modo.
1) Come mai per ovviare alla emergenza abitativa della
famiglia della signora K.F., è stato cercato, e a quanto pare
anche trovato, un villino su tre livelli con 4 bagni, numerose
stanze da letto, box – garage e ampio giardino con “bosco di
castagni”, ma non a Nemi dove la sig.ra K.F. risiede, bensì
nella ridente cittadina di Rocca di Papa?
2) Per il canone mensile di circa 1000 euro, siamo proprio
sicuri che non c’era una casa sfitta in Nemi?
3) Perché mai è stato scelto un appartamento in villa, privo
però di arredi e mobilia come risulta scritto nel contratto?
4) Chi provvederà a munirlo di mobilia, arredi e
suppellettili. Se dovesse provvedervi la sig.ra K.F. è di
tutta evidenza che il suo stato di bisogno potrebbe apparire
quanto meno di dubbia fondatezza, anche in considerazione che
il contratto di locazione è stato stipulato per una anno. E
poi?
5) Perché mai è stato pattuito un deposito cauzionale di ben €
3.300,00 (art.7 del contratto).

Tutto ciò considerato, caro Direttore anche se normalmente si
dice che il “veleno è nella coda” questa volta, per la
precisione alla fine del contratto di locazione, all’art.15
troviamo invece la seguente vera e propria perla: “DIRITTO DI
PRELAZIONE – dietro esplicita richiesta della conduttrice
(sig.ra K.F. ndr), la locatrice accetta che quest’ultima possa
esercitare il diritto di prelazione in caso di vendita. Tutte
le modalità della compravendita verranno seguite dall’Agenzia
Immobiliare …………. con sede in Roma Via ………………………”.
È evidente che questa previsione di potenziale compravendita
del villino cozza in modo macroscopico con le premesse del
progetto per sanare una emergenza socio-assistenziale ed
abitativa di una famiglia.
Che cosa c’è dietro?
Sono certo che da parte dell’Amministrazione non ci sarà
nessuna risposta.
I Tuoi lettori invece saranno in grado di darla, sicuramente!

Alessandro (Franco) Biaggi
Nemi, le mani sul Comune: un
fenomeno    che    non    ha
precedenti
NEMI (RM) – I consiglieri comunali di opposizione della lista
“Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri tornano
a evidenziare il modus operandi del primo cittadino, in carica
ormai da quasi otto anni.

“Ciò che sta accadendo nel comune di Nemi è un fenomeno che
non ha precedenti. – dichiarano i Consiglieri attraverso una
nota congiunta – Gli uffici comunali – proseguono – hanno
l’organico ridotto al minimo: molti dipendenti sono
letteralmente scappati via, i dirigenti sono presenti in
Comune al massimo una volta a settimana e hanno una tale mole
di lavoro che ovviamente non può essere evasa.”

Cortuso e Corrieri spiegano che tutto ciò, chiaramente, si
trasforma in disservizi per i cittadini riportando a
testimonianza di quanto asserito fatti oggettivi come le
cartelle per il pagamento dei rifiuti che sono state inviate
per errore con gli importi dell’anno passato, i tempi di
attesa per l’erogazione dei contributi per le borse di studio
definiti biblici, l’ufficio anagrafe tenuto in piedi da una
persona assunta nello staff del sindaco che lavora molte più
ore di quelle che dovrebbe per contratto, la polizia locale
che si fa in quattro, ma che non riesce a gestire il caos dei
pullman e delle automobili parcheggiate in modo selvaggio non
solo i fine settimana, i cassonetti sempre pieni di immondizia
perché Nemi è l’unico paese che non ha una raccolta
differenziata e, da ultimo, il rinvio del consiglio comunale
perché, pare, non si è riusciti a preparare (?) gli atti
propedeutici alla discussione. “E potremmo continuare
all’infinito” commentano Cortuso e Corrieri.

“Bertucci – spiegano i due consiglieri – è riuscito a
smembrare totalmente la macchina amministrativa, accentrando
sulla sua persona tutte le funzioni basilari per il
funzionamento di un ente pubblico. In questo modo, oggi, i
cittadini sono costretti a chiedere “udienza” a lui per vedere
risolti i problemi semplici. Se un cittadino ha bisogno di una
carta di identità con urgenza, ci pensa il sindaco. Se un
cittadino ha bisogno di avere uno sgravio fiscale per motivi
di reddito, ci pensa il sindaco. Se un cittadino ha un
problema con l’agibilità, ci pensa il sindaco. E così via.
Il fatto che ci pensi il sindaco però, significa che non siano
rispettate le regole democratiche. Il sindaco, a differenza
dei dipendenti comunali, oltre ad essere pro tempore è legato
al consenso elettorale e quindi ad esso “potrebbe” essere
subordinata la sua azione. La politica non deve mai entrare
negli uffici comunali! Inoltre i dipendenti e i dirigenti
comunali vengono scelti con concorsi per abilità e capacità e
sono ovviamente garanti dell’imparzialità dell’ente nei
confronti dei cittadini.”

Uno status, quello in cui versa Nemi, definito da Cortuso e
Corrieri come vergognoso: “Un accentramento di potere nelle
mani del sindaco. – dichiarano i consiglieri di “Ricomincio da
Nemi” i quali hanno voluto esprimere la loro massima
solidarietà “ai pochissimi dipendenti comunali ancora rimasti
(alcuni per poco) che con grande professionalità si affannano
per cercare di mandare avanti la baracca. Ah, ricordiamo –
concludono – che in tutto questo Bertucci continua a spendere
1.800 euro ogni mese per il suo addetto stampa. Che dire? Se
non è dittatura questa poco ci manca…”
Meteo, come sarà il fine
settimana? Oggi e domani
nuvole e poi…
Il sabato sono previsti cieli in prevalenza poco nuvolosi
tutto il giorno. La temperatura massima registrata sarà di
25°C, la minima di 14°C, lo zero termico si attesterà a 3500m.

Domenica: previsto un cielo splendente. La temperatura massima
registrata sarà di 25°C, la minima di 13°C, lo zero termico si
attesterà a 3600m.

Per le previsioni meteo previste su Roma e nel Lazio, il
Centro Funzionale Regionale ha emanato un avviso di criticità
con indicazione che “dal pomeriggio di ieri e per le
successive 12 ore è presente nelle seguenti zone di allerta
del Lazio criticità idrogeologica per temporali codice
arancione su bacini costieri Nord, Roma e bacini costieri sud;
codice giallo su medio Tevere, Appennino di Rieti, Aniene e
bacino del Liri. E altresì in corso di validità l’avviso di
condizioni meteorologiche avverse emesso mercoldì”.

L’area depressionaria trasla verso le isole maggiori favorendo
un graduale miglioramento del tempo sulle regioni centrali
tirreniche. Della variabilità insisterà ancora sul Lazio fino
al pomeriggio, mentre su Umbria e Toscana solo qualche nube di
passaggio con rasserenamenti a partire dal tardo pomeriggio.
Venti sino a moderati da ENE su umbria e Toscana, più deboli e
a rotazione ciclonica sul Lazio. Temperature in generale
aumento. Mari mossi, specie al largo. Allerta arancione su
tutta la regione.

“La sala operativa permanente della Regione Lazio ha pertanto
diramato l’allertamento del sistema di protezione civile
regionale e invitato tutte le strutture ad adottare gli
adempimenti di competenza. Si ricorda infine che per ogni
emergenza la popolazione potrà fare riferimento alle strutture
comunali di Protezione Civile alle quali la sala operativa
regionale offrirà costante supporto”, fa sapere in una nota la
Protezione Civile del Lazio
Mafia nigeriana, tra le più
pericolose   organizzazioni
criminali presenti in Italia
[terza puntata]: l’uso della
violenza prima regola dei
clan
Nelle puntate precedenti abbiamo visto quelle che sono le
origini della mafia nigeriana e descritto le varie
organizzazioni (clan), che la compongono.

Proseguiamo dunque questo viaggio, in quella che oggi
rappresenta una delle prime strutture criminali in Italia,
dopo quelle autoctone.
CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 24/10/2019

Le modalità di azione della mafia nigeriana, i collegamenti
transnazionali e il vincolo omertoso che caratterizza gli
associati e il timore infuso nelle vittime hanno peraltro
fatto luce, nel tempo, su un agire sotto molti versi simile
alle metodiche mafiose.

Tutti i gruppi che ne fanno parte sono, infatti, organizzati
in maniera verticistica al cui interno ognuno riveste il
proprio ruolo.

L’accesso al gruppo, gestito e disciplinato dai vertici,
prevede un vero e proprio rito di affiliazione e l’obbligo
alla partecipazione (mediante il pagamento di una sorta di
“tassa di iscrizione”), al finanziamento della confraternita
chiamata a provvedere, come tutte le organizzazioni criminali
di spessore, al sostentamento delle famiglie degli affiliati
detenuti, secondo un vincolo di assistenza previdenziale.

Costituiscono un fattore di coesione molto elevato le
ritualità magiche e fideistiche, che, unite al vincolo etnico
e alla forte influenza nella gestione da parte delle lobby in
madrepatria, produce una forma di assoggettamento psicologico
molto forte.

È sempre presente il ricorso alla violenza per assicurare la
tenuta associativa, strumentale allo scoraggiamento di
eventuali spinte centrifughe di coloro che ricercassero
posizioni autonomiste o che non volessero più far parte
dell’organizzazione.

L’uso della violenza fisica è la principale forma di punizione
per le violazioni delle regole interne: non a caso un ruolo
importante viene rivestito nel cult EIYE, dalle figure
dell’EAGLE (“aquila”, capo dei picchiatori), nei BLACK AXE,
dai BUTCHERS o SLUGGERS.

La violenza è generalmente indirizzata verso connazionali – di
solito donne costrette all’esercizio della prostituzione e
uomini restii a farsi affiliare o adepti inottemperanti alle
regole interne – che difficilmente ricorrono alla giustizia,
anche perché quasi mai riescono a percepirsi come vittime di
reato.

Tra le organizzazioni criminali nigeriane operanti in Italia è
emerso, negli anni, un violento contrasto tra gruppi più
strutturati, operanti all’interno di sistemi impermeabili e
autoreferenziali, rispetto ad altri improntati su modelli di
tipo   banditesco,     rendendo   talvolta   di   difficile
interpretazione anche taluni episodi di violenza registrati
nelle strade delle nostre città.
Ovviamente esiste un legame tra il fenomeno migratorio
irregolare, la tratta di persone e lo sfruttamento sessuale.

In tale ambito l’organizzazione criminale controlla l’attività
delittuosa in tutte le sue fasi, dal reclutamento fino
all’invio delle donne nei Paesi al di fuori del territorio
africano e alla messa su strada. Un processo criminale attuato
attraverso modalità e fasi ben precise.

Fatta a pezzi, la storia di
Pamela Mastropietro [terza
puntata]:              quegli
interrogativi che pesano come
macigni sulla struttura Pars
di Macerata
Il 4 maggio 2017 Pamela Mastropietro si presenta al
dipartimento per le dipendenze del servizio pubblico del
Sistema Sanitario Nazionale – SER D – di via dei Sestili a
Roma accompagnata dalla madre per problematiche correlate
all’uso di eroina e alcol.

All’esame delle urine risulta positiva agli oppiacei,
metadone, cannabinoidi e alcol. E in quello stesso giorno gli
operatori del SER D iniziano a somministrarle la terapia
farmacologica con metadone cloridrato.

Successivamente l’appuntamento con la psicologa si restringe a
un breve colloquio in quanto Pamela si è presentata con molto
ritardo. E dopo un successivo appuntamento del 17 maggio del
2017 Pamela non si presenta più al dipartimento per le
dipendenze.

Nella richiesta di colloquio di valutazione per l’ingresso
all’Unità Operativa Complessa – Uoc – per le patologie da
Dipendenza della Asl Rm2 si legge ancora che ci sono stati
colloqui con la madre e con la nonna della ragazza le quali
hanno riferito la difficoltà nel coinvolgere Pamela in un
percorso di cura.
CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO

Da sinistra: la dottoressa Emanuela Lupo psicologa e
psicoterapeuta, l’opinionista Giovanni Piersanti, la biologa e
genetista forense Marina Baldi e l’avv. Marco Valerio Verni
(zio di Pamela Mastropietro) ospiti di Chiara Rai a Officina
Stampa del 24/10/2019

Una ragazza dalla personalità complessa

Quello che è emerso è un quadro di una ragazza dalla
personalità complessa che rifiuta le cure e scappa spesso da
casa. A quel punto i genitori si sono rivolti al Tribunale per
i Minorenni di Roma ma all’udienza fissata a giugno del 2017
Pamela non si presenta. Nonostante ciò il Giudice predispone
l’affidamento ai Servizi Sociali fino all’età di 21 anni per
una “maggiore tutela”. E mette a punto un decreto che prevede
un percorso di cura e riabilitazione dalle sostanze e il 16
agosto del 2017 il percorso clinico di Pamela Mastropietro si
presenta già ben delineato.
Arriviamo quindi al 29 settembre di quell’anno quando la
Cooperativa sociale PARS Pio Carosi Onlus fa presente di
essere disposta ad accogliere la ragazza presso la propria
comunità Santa Regina a Corridonia, in provincia di Macerata.

Nella scheda di ammissione al PARS vengono indicati alcuni
particolari come ad esempio che è la nonna l’amministratore di
sostegno della ragazza. Si legge che “in regime di ricovero
sono stati tanti gli approcci con gli uomini all’interno del
reparto. Si presenta curata ma vissuta (cicatrici da
bruciatura nelle braccia, ecchimosi sul collo). Riferisce di
fare abuso da quando aveva 12 anni.

Pamela si sfoga e dice di avere problemi con suo padre e con
sua madre. “Il padre dopo la separazione è assente – si legge
nella relazione – e dice di averlo ritrovato solo verso aprile
di quell’anno, quando anche lui è venuto a sapere di problemi
di sostanze. I servizi riferiscono, però, che il padre dà la
figlia ormai per persa.

La nonna materna è la più guerreggiante attribuendo però le
responsabilità di cura, ma anche dei fallimenti alla società,
ai servizi che non sono presenti.

La diagnosi della psichiatra è quella di un disturbo
borderline, dove non emergono aspetti depressivi ma emergono
agiti eterodiretti.

Pamela sembra compensata, in sede di colloqui è sembrata
tranquilla e predisposta ad accettare sia il regolamento che
la distanza. Di fatto verso la fine di agosto avevano provato
a farle fare una precomunità presso Villa Maraini, ma lei è
rimasta meno di 12 ore perché avrebbe fatto casino per
rientrare al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (spdc).

Il ricovero è dunque avvenuto perché la polizia l’ha ritrovata
in strada mezza morta. A quel punto è intervenuto il Tutore
Minorile su pressioni del fratello della madre, l’avvocato
Marco Valerio Verni, perché altrimenti lei sarebbe uscita dal
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura appena maggiorenne.

Quello che emerge è il profilo di un ragazza complessa che
sarebbe arrivata anche a prostituirsi e i servizi dicono che
ci sono sospetti fondati che lei sarebbe stata sfruttata da
qualcuno che l’avrebbe fatta scappare di casa per la
prostituzione.

La madre e i familiari si sono attivati quando lei ha iniziato
a fuggire di casa spesso”. Il 18 Ottobre 2017 Pamela firma
l’ingresso in comunità a Macerata in regime residenziale di
doppia diagnosi. Il primo dicembre nel registro “osservazioni
giornaliere” Pamela manifesta una situazione di disagio nella
comunità e riferisce di sentirsi osservata. A metà mese, poi,
vorrebbe riprendere gli studi ma già intorno al 21 dicembre la
situazione si destabilizza di nuovo.

Non tralascia di parlare del rapporto con sua madre ma non ci
sono altre precisazioni negli appunti riportati sulle
osservazioni da parte della Comunità che ospita Pamela.

Il 9 gennaio del 2018 la situazione precipita ancora perché
Pamela, dicono dalla comunità, “vomita costantemente e non
vuole smettere”, si legge ancora nelle annotazioni del giorno.
Addirittura la ragazza si provoca dei tagli superficiali, in
passato aveva ricorso all’autolesionismo con le bruciature di
sigaretta. Pamela manifesta disagio perché “le manca la vita
di prima, per certi versi”.

Dal 18 gennaio 2018 al 21 gennaio 2018 Pamela ha usufruito di
un permesso per passare del tempo con la famiglia, la madre e
i nonni, nelle vicinanze del centro terapeutico. Permesso
ritenuto dall’equipe necessario ai fini terapeutici viste le
problematiche intercorse nei giorni precedenti.

Che cosa era accaduto? A quali problematiche si fa
riferimento? Perché le annotazioni del giorno da parte della
comunità sono evidentemente lacunose?

Il 29 gennaio 2018 parte dalla comunità una comunicazione a
firma Francesca Fuselli diretta al dipartimento per le
dipendenze – SER D – di via dei Sestili a Roma: “In data
odierna alle 14:40 circa – si legge – la signora Mastropietro,
eludendo la vigilanza degli operatori, si è allontanata
arbitrariamente dalla comunità, la quale si è prontamente
attivata per ricercarla senza ottenere risultati. La famiglia,
l’amministratore di sostegno – la nonna Ndr. – e i Carabinieri
di zona sono stati avvertiti”.

Perché la famiglia non è stata avvisata immediatamente? Il
grosso giallo della somministrazione di farmaci rimane da
risolvere. C’è un fiume di interrogativi che pesano come
macigni sulla comunità che ha ospitato Pamela Mastropietro.
Perché sulla terapia farmacologica ci sono delle firme che
sono palesemente tutte uguali? Perché sembra così normale
avere dei dubbi sull’originalità di quelle firme? Pamela
prendeva regolarmente i farmaci. Perché sono state trovate
tracce di oppiacei nei capelli della ragazza risalenti al
periodo in cui lei era in Comunità a Macerata (dal 18 ottobre
2017)?

Perché Pamela il 29 gennaio 2018 si allontana dalla comunità
“per problematiche di tossicodipendenza” e per cercare eroina?
Non era stata disintossicata?

La nonna in quanto amministratore di sostegno della ragazza
veniva informata di tutto? Perché non sono stati fatti dei
controlli con i cani antidroga nella struttura?

Eppure sul sito della Cooperativa sociale PARS Pio Carosi
Onlus si fa riferimento all’aspetto educativo e alle
dimensioni psicoterapeutiche e farmacologiche.

Tra l’altro si legge che l’aspetto farmacologico, approntato a
sostegno ed integrazione della psicoterapia, si rivela utile e
necessario per alleviare situazioni di disturbo o di
sofferenza personale laddove queste non siano altrimenti
contenibili; nei casi di “doppia diagnosi” si impongono
talora, ad esempio nelle psicosi croniche, trattamenti
psicofarmacologici impegnativi e/o di lunga durata. Tale
lavoro, che si fonda su una diagnosi attenta e scrupolosa e si
avvale anche di valutazione testistica, viene adeguato alla
situazione medico – psichiatrica e psicologica, nonché
raccordato con gli interventi effettuati dalle strutture
invianti e con le situazioni previste al termine del rapporto
terapeutico con la Cooperativa. La comunità persone con
problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, alcol o altri
tipi di dipendenza, anche con patologie psichiatriche
correlate, doppia diagnosi.
I programmi di trattamento individualizzati sono organizzati
in fasi e prevedono anche un percorso di reinserimento
sociale.

Pamela era inserita in questi percorsi o si tratta solo di
pubblicità della struttura accreditata al Sistema Sanitario
Nazionale?

Red Carpet a Via Veneto per
“La Festa del Cinema”
ROMA – La festa del cinema accende gli appuntamenti nel primo
municipio. Da Boulevard Merulana, dove sono risuonate le
grandi musiche dei film grazie al talento della banda dei
Carabinieri, al red carpet di via Veneto, dove è andato in
scena l’omaggio a John Travolta.
Dopo il successo degli scorsi anni tornano i
tappeti rossi su una delle strade più famose del
mondo

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 24/10/2019

In occasione della quattordicesima edizione della Festa del
Cinema di Roma, da mercoledì 16 ottobre fino a domenica 27
ottobre, si contano ben 10 appuntamenti che avranno come
protagonisti attori registi musicisti e ballerini e come
location alcune tra le più belle strade e piazza del
Municipio.

“La cultura e il cinema di qualità hanno bisogno di farsi
conoscere anche al grande pubblico – ha detto la presidente
del I Municipio Sabrina Alfonsi – e le vie della nostra città
– ha proseguito Alfonsi – sono il luogo perfetto. Questo
progetto è stato reso possibile anche grazie            alla
disponibilità delle associazioni dei commercianti       e di
Federalberghi.”

Tre gli appuntamenti nella strada della Dolce Vita: il 22
l’omaggio a John Travolta, il 23 un flash mob diretto da
Giancarlo Scarchilli sul tema della “Dolce vita” .

Oggi in via Condotti è in programma un’altra performance
artistica e un balletto per celebrare i 50 anni di Woodstock.
La coreografia sarà di Chiara Sasso e anche qui i cittadini
prenderanno parte alla scenografia con vestiti a tema.

Sabato 26 ottobre Fabrizio Gifuni leggerà brani di “Quer
pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda.

Infine domenica 27 ottobre in Piazza San Lorenzo in Lucina
alle ore 19 le colonne sonore dei film più celebri saranno
diffuse dal terrazzo di Palazzo Fiano”.
Omicidio Desiree Mariottini:
in 4 vanno a processo. La
storia
Quattro persone sono state rinviate a giudizio per l’omicidio
di Desiree Mariottini, la 16enne trovata morta tra il 18 e 19
ottobre del 2018 in un immobile abbandonato nel quartiere San
Lorenzo a Roma. Lo ha deciso il gup.

Le quattro persone sono accusate di omicidio volontario e
violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di
droghe a minori. Il processo è stato fissato per il 4 dicembre
davanti alle terza corte d’assise. A processo i nigeriani
Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia
e il senegalese Brian Minthe.
Le avevano assicurato che quel mix di sostanze composto anche
di tranquillanti e pasticche non fosse altro che metadone.
Dall’ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i tre
fermati per l’omicidio di Desirèe Mariottini – la sedicenne
trovata senza vita in uno stabile abbandonato nel quartiere
romano di San Lorenzo – emerge che la giovane, in crisi di
astinenza, è stata indotta dagli arrestati ad assumere “tali
sostanze facendole credere che si trattasse solo di metadone”.
Ma la miscela, “rivelatasi mortale” era composta da psicotropi
che hanno determinato la perdita “della sua capacità di
reazione” consentendo agli indagati di poter mettere in atto
lo stupro.

“Meglio che muore lei che noi in galera”: è la frase choc,
presente nell’ordinanza, che secondo alcuni testimoni
avrebbero pronunciato tre dei quattro accusati. Gli indagati
inoltre “impedirono di chiamare i soccorsi per aiutare”
Desirée.

L’unico a rispondere alla domande del gip è stato il
senegalese Mamadou Gara, mentre il suo connazionale Brian
Minteh e il nigeriano Alinno Chima hanno deciso di avvalersi
della facoltà di non rispondere. Nei confronti dei tre,
immigrati irregolari, la Procura contesta i reati di omicidio,
violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Stessi reati
contestati al quarto fermato la cui posizione è al vaglio
degli inquirenti per capire che ruolo abbia avuto nella
vicenda. Ascoltate in Questura alcune persone informate dei
fatti.

“Non mi sarei mai permesso neanche di sfiorare Desirée perché
si vedeva che era una bambina“, avrebbe riferito al suo
avvocato Alinno Chima.
CHI SONO I TRE INDAGATI E IL QUARTO UOMO – I primi tre fermati
sono due senegalesi, irregolari in Italia, Mamadou Gara di 26
anni e Brian Minteh di 43. Il terzo è un nigeriano di 40 anni.
Hanno tutti e tre precedenti per spaccio di droga. I capi di
imputazione sarebbero gli stessi: omicidio volontario,
violenza sessuale di gruppo e cessione di stupefacenti.

Mamadou Gara aveva un permesso di soggiorno per richiesta
d’asilo scaduto ed aveva ricevuto un provvedimento di
espulsione. L’uomo si era reso irreperibile. Era stato poi
rintracciato dal personale delle volanti a Roma il 22 luglio
2018 ed era stato richiesto nulla osta dell’autorità
giudiziaria per reati pendenti a suo carico.

Yusif Galia, cittadino del Ghana sospettato di essere il
quarto uomo e bloccato a Foggia, era in possesso di 11
chilogrammi di droga. Secondo fonti investigative, lo
stupefacente era nella baracca dove è stato trovato l’uomo,
nella baraccopoli che circonda il Cara – Centro richiedenti
Asilo politico di Borgo Mezzanone. L’uomo è stato trovato in
possesso anche di una pistola giocattolo, di metadone e di
qualche grammo di hascisc. All’arrivo delle forze dell’ordine
si è barricato nella baracca ed è stato necessario sfondare la
porta per arrestarlo
Roma “criminale”, sparano
alla testa a un 25enne: ha
reagito a una rapina
Un ragazzo di 25 anni è stato ferito da un colpo di pistola
alla testa durante una rapina nella tarda serata di ieri a
Roma. E’ accaduto intorno alle 23.30 un via Teodoro Mommsen,
in zona Caffarella.

A quanto ricostruito dai carabinieri, il 25enne era in
compagnia della fidanzata quando due uomini si sono avvicinati
alle spalle, hanno colpito la ragazza alla testa con un
oggetto e rubato lo zaino e a un tentativo di reazione del
giovane gli hanno sparato alla testa. Il ragazzo è stato
operato e sarebbe in pericolo di vita.

Quando sono stati avvicinati alle spalle i due giovani,
incensurati, si stavano dirigendo a piedi verso un pub.
Entrambi soccorsi, sono stati trasportati in ospedale. La
ragazza, una 24enne di origini ucraine ma da tempo residente a
Roma, ha riportato una contusione alla testa mentre il 25enne,
italiano, è stato operato d’urgenza alla testa e sarebbe
ancora in pericolo di vita. Sul posto i carabinieri della
compagnia Piazza Dante e del Nucleo Radiomobile di Roma.

Sulla vicenda indagano i carabinieri del Nucleo investigativo
di via In Selci. Infranto da un proiettile anche un vetro del
pub dove i ragazzi si stavano dirigendo.
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