Ragazzi a teatro 2016-2017 - Drammatico Vegetale
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Drammatico Vegetale / Ravenna Teatro · Accademia Perduta / Romagna Teatri Comune di Ravenna · Assessorato alla Cultura · Assessorato Istruzione e Infanzia Ministero per i Beni e le Attività Culturali · Regione Emilia Romagna Ragazzi a teatro 2016-2017 Spettacoli per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado Teatro Rasi Palazzo Rasponi dalle Teste Sala Corelli del Teatro Alighieri
MOSTRE SPETTACOLO, INSTALLAZIONI Teatro Rasi – martedì 14, mercoledì 15 febbraio Albero Blu / Fontemaggiore Palazzo Rasponi dalle Teste – novembre - dicembre 2016 Drammatico Vegetale Storia tutta d’un fiato Pin’occhio. Viaggio giocoso in sette movimenti Teatro Rasi – giovedì 16, venerdì 17 febbraio Compagnia Teatrale Stilema - UNOTEATRO Palazzo Rasponi dalle Teste – novembre - dicembre 2016 Drammatico Vegetale I brutti anatroccoli Pinocchio attraverso lo specchio Teatro Rasi – martedì 7, mercoledì 8 marzo Drammatico Vegetale Sogni. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi SPETTACOLI Teatro Rasi – martedì 28, mercoledì 29 marzo Sala Corelli del Teatro Alighieri – martedì 24, mercoledì 25 gennaio Fondazione Sipario Toscana onlus/La Città del Teatro Drammatico Vegetale Piccole Emozioni. Giocando con l’amico immaginario Zoo di Pinocchio Teatro Rasi – giovedì 30 marzo Teatro Rasi – mercoledì 25, giovedì 26 gennaio Associazione Culturale Anfiteatro I Teatrini Family Story Le favole della saggezza All’interno degli edifici scolastici (su prenotazione) Teatro Rasi – lunedì 30 gennaio Drammatico Vegetale CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia Quattro volte Andersen Teatro Biondo Stabile di Palermo Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro Teatro Rasi – martedì 7, mercoledì 8 febbraio TCP tanti cosi progetti Zuppa di sasso Teatro Rasi – venerdì 10 febbraio INCONTRI FORMATIVI Ferruccio Filipazzi Teatro Rasi – novembre 2016 - aprile 2017 Rifugi Siamo asini o maestri? VI EDIZIONE
Ancora un programma di alta qualità organizzato da Drammatico Vegeta- le-Ravenna Teatro ed Accademia Perduta-Romagna Teatri per l’anno scola- stico 2016-17. Le migliori produzioni teatrali italiane per bambini e ragazzi vanno in scena al Teatro Rasi, alla Sala Corelli del Teatro Alighieri, presso il Palazzo Rasponi dalle Teste e le scuole dell’infanzia del nostro comune. Il ricco programma che trovate in questo bel libretto, gioca tra la tradi- zione e l’innovazione, con spettacoli che spaziano dalla fiaba classica ai temi di attualita’; le tecniche di narrazione si avvicendano coi linguaggi multimediali. Giunge poi alla sesta edizione la serie di incontri formativi rivolta ad inse- gnanti ed educatori sotto la sigla di “Siamo asini o maestri”, con la signi- ficativa presenza fra gli altri dello scrittore-educatore Franco Lorenzoni e dell’illustratore Alessandro Sanna. Una particolare attenzione va poi dedicata al progetto dedicato al mondo di Pinocchio, ospitato nelle prestigiose sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, che propone la mostra-spettacolo “Pin’occhio” rivolta ai bambini dai 3 ai 10 anni e l’installazione “Pinocchio attraverso lo specchio” per i piccoli dai 18 mesi ai 3 anni. Infine rinnovo l’augurio a una proficua e costante collaborazione fra gli operatori del teatro e della scuola, fra attori ed insegnanti, affinché i nostri bambini crescano in un ambiente sempre ricco di stimoli ed oppor- tunità. Ouidad Bakkali Assessore Cultura, Pubblica Istruzione e Infanzia, Istruzione Superiore, Formazione Professionale, Universtà, Politiche Europee, Cooperazione Internazionale, Politiche e Cultura di Genere, del Comune di Ravenna
Trentacinque Trantacinque anni di Ragazzi a teatro. Avremmo potuto utilizzare per il libretto alcuni dei tanti disegni che i nostri bambini hanno realizzato nel corso degli anni, stimolati dalle centi- naia di spettacoli che abbiamo programmato. Abbiamo scelto invece i segni o i disegni dell’infanzia dell’umanità, incisi nelle rocce dei deserti o impressi nelle caverne dei cinque continen- ti; a sottolineare il parallelismo tra l’infanzia del genere umano e l’infanzia del singolo individuo. Quei segni impressi negli anfratti più nascosti decine di migliaia di anni fa, sono incisi profondamente nella memoria di tutti noi e si manifestano nei disegni dei nostri bambini così come nelle opere di tanti artisti nostri contemporanei come Klee, Mirò, Picasso. L’arte e il teatro, quale luogo di incontro di diversi linguaggi, sono le manifestazioni del pensiero che si evolve nel tempo, nel legame costante con le nostre origini. Così il bambino cresce obbedendo alla necessità, che potremmo chiamare anche vocazione, di sondare l’ignoto attraverso la relazione con le persone e le cose che incontra, e che si manifesta anche col bisogno di esprimersi ed esprimere la voglia di esercitare l’atto artisti- co. Noi attori e artisti di Ragazzi a teatro, un po’ bambini e un po’ adulti, seguiamo la nostra vocazione che a volte è anche per noi una necessità, e diamo il nostro piccolo contributo. Pietro Fenati
NOVEMBRE 2016 giovedì 24, venerdì 25, martedì 29, mercoledì 30 Il Pin’occhio di Drammatico Vegetale non è uno spettacolo e non è una esposizione DICEMBRE 2016 giovedì 1, venerdì 2, martedì 6, mercoledì 7, venerdì 9, interattiva. Cos’è allora? martedì 13, mercoledì 14 È un viaggio giocoso in sette movimenti lungo un naso, che gli artisti di Drammatico Vegetale vogliono fare assieme al pubblico dei bambini e degli adulti. È il naso di Pi- ore 9,30 e ore 10,45 - Palazzo Rasponi dalle Teste nocchio che si allunga nello spazio e nel tempo per toccare le corde più intime della Drammatico Vegetale (Emilia Romagna) nostra storia di oltre quarant’anni dedicati all’infanzia. È la compagnia Drammatico Pin’occhio. Viaggio giocoso in sette movimenti Vegetale di collodiana memoria che ci ha accolto gentile e fertile per tanti anni, Opera-spettacolo per bambini dai 3 ai 10 anni a rivivere nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, attraverso un percorso fatto di materie e di segni. È il luogo dove possiamo riconoscere nel legno la forma e le so- 45 minuti - posti limitati stanza di cui è fatto Pinocchio. Il suo naso si allungherà o si accorcerà per guidarci (compagni di scuola e di avventura del burattino di legno) nel teatro di Mangiafuoco o nel paese dei balocchi o ancora, nel ventre del pescecane. Il nostro Pinocchio sarà un po’ burattino un po’ bambino in carne ed ossa, a metà strada fra realtà e fantasia, tra bugia e verità, a curiosare tra le gioie e i dolori del mondo. Ancora una volta la magia del teatro si compie: tutto ciò che è finto è vero e viceversa. La vita è gioco, il teatro è gioco, il teatro è vita. Primo movimento. È il legno che parla… Secondo movimento. Naso, nasino, nasone… Terzo movimento. La mia scuola è il teatro! Quarto movimento. Occhio Pinocchio a tutti quegli occhi!? Quinto movimento. La medicina non la voglio! Sesto movimento. Somaro che non sei altro! Settimo movimento. C’è una candela accesa là in fondo… Tema - la fiaba Link video - https://www.youtube.com/watch?v=53WtKgjIviI Sito - http://www.drammaticovegetale.com
NOVEMBRE 2016 giovedì 24, venerdì 25, martedì 29, mercoledì 30 Per i più piccoli il nome Pinocchio, non ricorda direttamente le avventure del nostro DICEMBRE 2016 giovedì 1, venerdì 2, martedì 6, mercoledì 7, venerdì 9, burattino, rievoca piuttosto immagini e sensazioni che sono solo frammenti dell’im- martedì 13, mercoledì 14 maginario complesso legato all’opera collodiana. Con questa opera allestiamo uno spazio che attrae e sorprende, dove il bambino, ore 9,30 e ore 10,45 - Palazzo Rasponi dalle Teste come Pinocchio, di fronte a ciò che non conosce, si trova a scegliere tra il desiderio Drammatico Vegetale (Emilia Romagna) e la paura del nuovo. Pinocchio attraverso lo specchio Ecco che le immagini seppur frammentate che già fanno parte del suo patrimonio di conoscenze, sono utili a guidarlo alla scoperta di questo spazio fantastico. Opera-installazione per bambini dai 18 mesi ai 3 anni Pinocchio passa attraverso lo specchio di Alice, così pure il bambino che vede la posti limitati propria immagine confondersi con i personaggi e i luoghi del romanzo. Possiamo allora toccare la casetta bianca della fata turchina sulla collina, attraversiamo il fitto bosco mentre gli animali ci osservano, entriamo per caso dentro la pancia del pescecane e... niente paura, è solo un gioco. Tema - la fiaba Sito - http://www.drammaticovegetale.com
martedì 24, mercoledì 25 gennaio – ore 9.20 e 10.45 Affrontare Le avventure di Pinocchio con originalità non è tanto semplice. Si tratta Sala Corelli del Teatro Alighieri di uno dei libri più diffusi al mondo, oggetto di infinite riduzioni teatrali e cine- matografiche. Anche Drammatico Vegetale tra i tanti ha già affrontato l’argomento, Drammatico Vegetale (Emilia Romagna) se così si può dire, realizzando uno spettacolo fortunato su Pinocchio nel lontano Zoo di Pinocchio 1990; lo spettacolo, giocato sul tema della bugia come gesto irriverente, ma creati- teatro di figura con musica dal vivo vo, è stato presentato in Italia e all’estero per molti anni. Perché allora tornare su 3 - 8 anni · 35 minuti - posti limitati un tema apparentemente così sfruttato? Questo è il destino delle grandi storie, che In collaborazione con Fondazione Ravenna Manifestazioni, non finiscono mai di stupirci e stimolare la nostra creatività. Fino a farci cadere di rassegna “A scuola in teatro” nuovo nella rete “pinocchiesca”… Questa volta raccontiamo una storia dal punto di vista dei tanti animali che popo- lano le pagine del libro, la raccontiamo a modo nostro, con poche parole e l’incanto delle figure e dei gesti. In scena due improbabili demiurghi fanno ciò che sempre succede in teatro: creano una storia. Una storia che all’inizio è “la storia”. Prima viene la luce, poi lo spazio e il tempo, poi nasce la vita. E da lì, dalla vita creata, si dipana uno strano bestiario che va dal grillo parlante che non parla, ma frinisce, al pulcino e la gallina, al colombo viaggiatore, al serpente, al gigantesco pescecane; un bestiario o uno zoo, che ci indica la giusta strada alla ricerca della figura di Pinocchio, alla ricerca in fondo, della nostra umanità. I due demiurghi, forse il gatto e la volpe, finalmente ci guidano all’albero da cui nasce Pinocchio, il nostro eroe. Se questo romanzo di formazione ci dice che anche i burattini di legno hanno un’a- nima, ci dice pure che nelle avventure di Pinocchio possiamo ritrovare le ragioni di fondo della nostra esistenza. Basta cercare, magari osservando le cose con uno sguardo un pò strabico. L’azione scenica è accompagnata dalla musica eseguita dal vivo da Jenny Burnazzi al violoncello e Andrea Carella alla chitarra classica. Tema - la fiaba Link video - https://www.youtube.com/watch?v=53WtKgjIviI Sito - http://www.drammaticovegetale.com
mercoledì 25, giovedì 26 gennaio – ore 10 - Teatro Rasi Tra maschere e semplici elementi di scena prendono vita le più famose favole di ani- I Teatrini (Campania) mali parlanti che dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà e che ancora oggi continuiamo ad amare sin dalla prima infanzia: La volpe e l’uva, La volpe e la Le favole della saggezza Cicogna, Il Lupo e l’Agnello, La volpe e il Corvo, La Cicala e la Formica, La Lepre e la teatro d’attore con musica dal vivo Tartaruga, Gli animali malati di peste, Il lupo e la gru. 4 - 10 anni · 50 minuti La riscrittura ha cercato di rispettare la brevità, il senso di un linguaggio non consueto, l’appartenenza a strutture lessicali che richiamano la rima, il proverbio, l’aneddoto, mantenendo un principio di semplicità e narrazione ritmica supportate dalle azioni e dai suoni dal vivo. Le percussioni e le giocose sonorità dialogano con i divertenti e ironici personaggi che da Esopo a La Fontaine tramandano sagaci insegnamenti; animali portatori di vizi e di virtù di quell’umanità sempre uguale a se stessa e che in queste storie si guarda allo specchio. Ogni favola è come un’immagine semplice, comprensibile in ogni luogo e in ogni tempo, ironica e quasi sempre traducibile in un proverbio: c’è il furbo, l’ingenuo, il potente prepotente, l’umile, l’ipocrita adulatore, lo sciocco, il previdente, l’arrogante, il presuntuoso, il povero innocente. Per tutti c’è una morale che ci insegna a destreggiarci nella vita. Semplici storie, quelle più conosciute e raccontate di generazione in generazione, per maschere e tamburi, scaltri riflessi di vizi e di virtù, pillole di saggezza quoti- diana e morali universali per grandi e bambini. Per dare la possibilità ai bambini, divertendosi, di sperimentare attraverso un teatro a loro misura, le prime riflessioni sul valore del comportamento proprio e altrui, individuale e sociale, cogliendone le implicazioni etiche e morali attraverso semplici storie divertenti, ma ricche di saggezza. Tema - favole di Esopo, di Fedro e di La Fontaine. Link video - https://youtu.be/QLaXlEwDAaM Sito - http://www.iteatrini.it
lunedì 30 gennaio – ore 10 - Teatro Rasi vincitore Eolo Awards 2016 - miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia - vincitore Premio Infogiovani 2015 - FIT Festival Lugano vincitore premio Scenario Infanzia 2014 Teatro Biondo Stabile di Palermo (Friuli Venezia Giulia e Sicilia) patrocinio ufficiale di Amnesty International - Italia ‘per aver affrontato in modo Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani’ teatro d’attore con videoproiezioni 10 - 14 anni · 1 ora selezione Visionari Kilowatt Festival 2016 MOTIVAZIONE DELLA GIURIA – Premio Scenario infanzia 2014 La storia di un adolescente alla scoperta di sé e della sua identità sessuale ci intro- “Fa’afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro parla di identità sessuale in modo duce in uno spazio famigliare popolato di giochi e attraversato da conflitti e aper- molto diretto, ma assolutamente plausibile e poetico, contraddicendo una regola ture oniriche. Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine non scritta del teatro ragazzi: mai rappresentare una sessualità fuori dalla norma. e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza. Un’occasione importante Al centro dello spettacolo vi è Alex, interpretato in modo spontaneo e credibilissi- per stimolare una discussione sulla differenza di genere in ambito educativo e for- mo da Michele Degerolamo. Alex si presenta come un Fa’afafine, parola che, nella mativo. lingua di Samoa, definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro e perciò sono ritenuti sacri. Lo spettacolo lo rappresenta nella sua stanza mentre ha deciso di dire al suo Elliot che gli vuole bene. E nel prepararsi al grande incontro è aiutato dai suoi giocattoli che, uno a uno, gli suggeriscono come vestirsi: da maschio, da femmina o da tutte e due insieme? Questo è il problema. E mentre è intento a questa scelta, i genitori lo guardano dal buco della serratura. Non capiscono, nessuno ha spiegato loro come si fa con un bambino così speciale, pensano che sia un problema, credono di doverlo cambiare, ma sarà verosimilmente lui a cambiare loro. Il progetto di Giuliano Scarpinato, con mescolanza perfetta tra ironia e adesione emozionale per il tema proposto, è ben scritto in tutti i suoi aspetti, ed assolutamente necessario per il mondo del teatro ragazzi italiano ma non solo.” Mario Bianchi. Questo spettacolo è il racconto di un giorno nelle vite di Alex, Susan, la mamma e Rob, il babbo, un giorno che le cambierà tutte. Un giorno speciale in cui un bam- bino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Quando Alex aprirà la porta, tutto sarà nuovo. Tema - differenza di genere, educazione alla diversità Link video - https://www.youtube.com/watch?v=882LYNkOtCA Siti - http://www.cssudine.it/produzioni_scheda.php/ID=942 http://www.teatrobiondo.it/produzioni
martedì 7, mercoledì 8 febbraio – ore 10 - Teatro Rasi La storia della Minestra di sasso, fonte di ispirazione dello spettacolo, trasversale a TCP tanti cosi progetti (Emilia Romagna) diverse culture fiabesche, narra appunto di uno di questi viandanti che, durante il suo percorso, affamato, raggiunge un villaggio e non trova ospitalità per la paura e Zuppa di sasso la diffidenza degli abitanti. Solamente attraverso un espediente riuscirà a saziarsi. teatro d’attore e oggetti Improvvisa un fuoco nella piazza del paese e, dopo aver chiesto in prestito una 3 - 8 anni · 50 minuti pentola, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa, chi il sale, chi una verdura, all’ingrediente segreto che bolle in pentola e in alcuni casi la fiaba termina con una festa a cui partecipano tutti allegramente, in altri invece, la minestra se la mangia solamente l’improvvisato cuoco. In tutte le versioni della storia però c’è un denominatore comune: il viandante, così come è apparso se ne va, senza dare spiegazioni, senza dire chi sia. Sia nella confusione della festa che si è formata, sia nello stupore e stordimento di chi ha assistito al fatto. Semplice- mente riprende il suo viaggio e scompare anche se lascia una profonda traccia del suo passaggio. In versioni più contemporanee il posto dei personaggi umani viene preso da animali che simboleggiano differenti psicologie e attitudini. Così troviamo protagonista un vecchio lupo che, ormai non più cacciatore, escogita l’espediente del sasso per riuscire a rimediare un pasto. In questo modo viaggia di villaggio in villaggio proponendo agli animali/abitanti una zuppa di sasso. Dapprima diffidenti e spaventati, in seguito incuriositi e infine partecipanti, galline, maiali, pecore, ca- pre, cavalli, asini, cani, portano a turno vari ingredienti e infine si ritrovano attorno ad un camino in un convivio festoso. Ed anche in questa versione il lupo vagabondo se ne andrà portando via il suo sasso. Non è infatti tanto nella figura del protago- nista, umano o animale che sia, da ricercare il significato o la morale della storia, quanto in quello che questa figura è in grado di lasciare nei personaggi che restano. Ne sono trasformati, riscoprono sentimenti di unione, amicizia, felicità, leggerezza, che avevano dimenticato, abbandonato. La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto alla apertura degli animi, a sentimenti veri attraverso un gioco di illusione come quello del sasso. L’attore attraverso l’utilizzo di oggetti e maschere interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena fina- le. Infine: minestra, acquacotta, zuppa, delle tre definizioni l’ultima ci è sembrata la più idonea nel titolo a restituire l’atmosfera di calore, ristoro, convivialità. Il sasso invece deve restare tale. La musica, detta i tempi e crea dialogo, protagonista delle La fiaba a cui è ispirato lo spettacolo si perde nelle trame del tessuto popolare, varie scene, al pari di attori e oggetti. risale ad epoche in cui giramondo, vagabondi, soldati reduci da battaglie campali che tentavano di ritornare a casa durante i loro viaggi, di solito affrontati a piedi e senza risorse, incontravano gli abitanti di villaggi o piccole città sul loro percorso. Stranieri sconosciuti che chiedevano ospitalità e ristoro e che alle volte riusciva- no ad ingegnarsi e con qualche espediente sapevano conquistare la fiducia degli Tema - fiaba popolare, socialità per promuovere tra i bambini dinamiche di condi- abitanti dei luoghi che attraversavano, e soprattutto risvegliavano in questi ultimi visione, collaborazione e accoglienza sentimenti e sensazioni dimenticate o sopite. Sito - http://tanticosiprogetti.tumblr.com
venerdì 10 febbraio – ore 10 - Teatro Rasi La vita, la guerra, la verità sono qui, ma anche da un’altra parte. La mamma mi di- Ferruccio Filipazzi (Lombardia) ceva: “Io la storia di quegli anni l’ho imparata dopo, leggendo. Quando sei giovane e vivi dentro le cose… ecco, le vivi, ma non c’è il distacco sufficiente per capirle… Rifugi sì dopo avverti le brutture, le ingiustizie, le falsità, ma allora pensi solo a giocare, narrazione e musica dal vivo a cantare, divertirti, innamorarti…”. La Storia siamo noi: ci siamo dentro, anche se 10 - 14 anni · 60 minuti non ce ne accorgiamo, possiamo viverla, cambiarla o semplicemente farcela passare sopra, lasciare un segno anche se piccolo o essere solo polvere impalpabile che scorre via con un semplice soffio. E allora immagini di guerra, ma anche e soprat- tutto di piccoli gesti quotidiani, semplici e scontati, che danno volto alla speranza e al futuro. Questo spettacolo, che è nato nei rifugi antiaerei della Dalmine, allora fabbrica produttrice di armi, si è trasformato in un affresco dove davvero la Memoria è pro- tagonista. Dunque la guerra, pur così presente, diventa pretesto per raccontare la storia di sempre e di tutti. Perché sempre la piccola e la grande Storia si intrecciano e davvero “La Storia siamo noi” e davvero “La Storia non si ferma davanti a un portone” e ci offre l’occasione per raccontare alle nuove generazioni il tempo della ricostruzione: c’è tutta la vita davanti, da prendere a morsi e boccate. Un monologo, un’intensa narrazione, intervallata dalle musiche di Claudio Fabbrini alla chitarra e le immagini, per raccontare gli avvenimenti legati alla seconda guerra mondiale: la tragedia, le bombe, la paura, gli spari, la morte; ma anche la speranza, le mani che si stringono per farsi coraggio, per amore e voglia di futuro. Storie di donne, uomini e bambini... le domande dei bambini. Piccole storie quotidiane, quelle che si svolgono nello spazio angusto di un rifugio antiaereo - unica via di fuga durante i bombardamenti - che si intrecciano con la Grande Storia. Per non dimenticare. In guerra tra eroismo e delazione… “Sopra… le bombe, gli spari, la paura, la morte Ma anche la vita, la speranza Sotto è rifugio, è tana, grotta, caverna La storia siamo noi Sopra Hitler e Mussolini, Stalin e Churchill Tema - seconda guerra mondiale, liberazione, bombardamenti, la questione ebraica, Ma anche Giovanni e Rocco e Maria i partigiani e il ruolo delle donne nella Resistenza Sotto è mani che si stringono per paura, ma anche per amore e voglia di futuro Link video - https://www.youtube.com/watch?v=VjjmH8xwv9c E occhi di bambini e uomini e donne” Sito - http://www.ferrucciofilipazzi.it
martedì 14, mercoledì 15 febbraio – ore 10 - Teatro Rasi Tratto da Narco degli Alidosi di Roberto Piumini, Storia tutta d’un fiato parte da Nar- Albero Blu / Fontemaggiore (Marche) co, un conte di terra Lecchese, famoso non solo per il suo coraggio da cavaliere, ma anche per il suo alito insostenibile. A farne le spese tutti, dai cortigiani ai popolani Storia tutta d’un fiato che in qualche modo entravano in contatto con lui. Per risolvere una situazione così teatro d’attore e clownerie imbarazzante le aveva provate tutte, chiedendo aiuto ai saggi e ai dottori, ma senza 6 - 10 anni · 55 minuti mai trovare una soluzione. Il suo scudiere Blandante, che era anche un suo amico fidato, gli consigliò di provare a cercare il Mago Antolfo, un grande mago antico, nonché l’unico in grado di aiutarlo avendo già ottenuto dei grandi successi in casi davvero disperati. Narco e Blandante partirono insieme, alla ricerca del mago, tra briganti pericolosi e donne affascinanti. La fortuna però era dalla loro parte e i due riuscirono a trovare Antolfo, che prontamente spiegò a Narco che per annientare il problema avrebbe dovuto superare tre prove molto difficili basate su amicizia, amore, coraggio e astuzia. Un percorso particolare per Narco, che un amico lo aveva già al suo fianco e che sfruttando il suo coraggio misto all’astuzia, sarebbe riuscito a conquistare il cuore di una donna misteriosa. È proprio l’amicizia che qui, come spesso succede nelle storie, viene considerata un elemento necessario e indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo del protagonista. Ma anche l’amore ha un ruolo importante in questa storia; il conte Narco avrà un motivo in più per cercare di risolvere il suo problema: conquistare la bella donna misteriosa. E allora cosa manca per essere una storia perfetta? Solo un po’ di coraggio e tanta astuzia. Simpatico, divertente, giocoso, Storia tutta d’un fiato racchiude in sé il dinamismo del teatro d’attore con molti riferimenti anche al linguaggio dei clown. I tre ven- ditori/saltimbanco cercheranno di farci vivere una situazione di teatro di piazza: l’entrare ed uscire dalla storia li ricondurrà sempre al loro ruolo principale, quello di cantastorie. E come sono arrivati ecco che subito ripartiranno verso una nuova piazza, verso un nuovo pubblico a cui andare a raccontare. Tratto da “Narco degli Alidosi” di R. Piumini. Vincitore del premio Otello Sarzi al festival I teatri del mondo 2006 di Porto Sant’ Elpidio, premio miglior spettacolo giovani compagnie. Vincitore del festival L’altroFestival 2006 di Lugano nella sezione teatro ragazzi come miglior spettacolo. Tema - amicizia, amore, coraggio, astuzia Festival Nazionale del Teatro per i Ragazzi 2006 di Padova ottiene il terzo posto al Link video - https://youtu.be/lE7roCNnErA Premio Rosa D’Oro 2006. Sito - http://www.fontemaggiore.it/Show.aspx?idc=13&ids=1987
giovedì 16, venerdì 17 febbraio – ore 10 - Teatro Rasi Compagnia Teatrale Stilema - UNOTEATRO (Piemonte) I brutti anatroccoli teatro d’attore con oggetti e musica 3 - 10 anni · 55 minuti Liberamente ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen. Essere uguali, essere diversi, cosa ci fa sentire “a posto” oppure “in difetto” rispetto a come “si dovrebbe essere”? Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, lo spettacolo cerca di emozionare intorno all’idea che tutti, ma proprio tutti, pos- sano cercare di rendere la propria debolezza una forza. Da qualsiasi punto si parta e in qualsiasi condizione ci si senta. Un modo per alzare gli occhi e guardare il grande cielo che ci circonda. Quel cielo nel quale la vita, qualunque vita, ci chiede di provare a volare. Per i bambini, ogni attimo è la costruzione di un pezzo della propria identità. Il mondo è pieno di modelli e di stereotipi di efficienza e “bellezza” rispetto ai quali è facilissimo sentirsi a disagio. Portare gli occhiali, avere difficoltà a leggere una frase, o avere la pelle un po’ più scura o un po’ più chiara, o far fatica a scavalcare un gradino con la sedia a rotelle, o essere un po’ troppo sensibili, o un po’.... Chiusi nelle proprie emozioni è come se si sentisse un vuoto, un pezzo mancante, ma è proprio da quella mancanza che bisogna partire. Questo tempo pare sfidarci a essere capaci di costruire noi stessi e la nostra identità, accettando le differenze e le unicità di cui ognuno è portatore. La fiaba di Andersen, a cui il titolo si ispira è qui vista come un archetipo, come un classico che tocca un argomento universale, che va ben oltre il tempo in cui la fiaba è stata scritta, per indagare un tema che tocca nel profondo il destino di ogni bambino e di ogni persona. Una fiaba che si modifica per parlare a questo presente. Lo spettacolo è stato creato lavorando nelle scuole dell’infanzia e primarie sul con- cetto di diversità e normalità, sono state fatte interviste a persone adulte con diffi- coltà di apprendimento, motorie… per capire il loro percorso di vita e accettazione, inoltre è stato fatto un lavoro con esperti dei vari settori. Tema - diversità Link video - https://www.youtube.com/watch?v=9N8VC4Ke1NI Sito - https://sites.google.com/site/ctstilema/home
martedì 7, mercoledì 8 marzo – ore 10 - Teatro Rasi Drammatico Vegetale (Emilia Romagna) Sogni. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi teatro di figura con attori e videoproiezioni 6 - 11 anni · 55 minuti Scegliendo come prima chiave drammaturgica la favola della piccola fiammiferaia (La bambina dei fiammiferi, Hans Christian Andersen), lo spettacolo ripercorre alcu- ni temi classici della letteratura per l’infanzia, associandoli ad ambienti visivi co- struiti attraverso citazioni dall’arte figurativa. Immagini della nostra storia dell’arte elaborate al computer e videoproiettate su scene, oggetti, figure, attori. Accenden- do i suoi fiammiferi, la piccola sognatrice entra nel luogo fantastico del teatro, dove iniziano, si perdono e si riannodano storie, connesse a “visioni” dell’arte; in questa storia il sipario è la finestra dei desideri della bambina, la fiammella è l’anima che il- lumina ed ispira la scena teatrale, scatola delle meraviglie, interpretazione della re- altà attraverso la forza dell’immaginazione. Ecco allora che appare Arlecchino. Rap- presenta il colore e la gioia di vivere. La Fiammiferaia s’innamora di lui e lo rincorre nell’intreccio delle storie e delle immagini che attraversa. Ne La bella addormentata è il principe azzurro che la risveglia con un bacio, poi la conduce in Hansel e Gretel, Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Cappuccetto Rosso… e intorno il mondo fantastico di Richard Dadd, di Arcimboldo e Botero, Ernst, Magritte, Dalì, Mondrian, Burri… In questa storia, le bugie di Pinocchio, sono i ready made di Duchamp e il Piccolo Principe abita il mondo sospeso di Mirò e Klee. Tutto è possibile dentro un teatro illuminato dall’immaginazione. Nei bagliori dei fiammiferi, come nei colori di Arlecchino e degli artisti, c’è un messaggio di speranza. La poesia illumina il freddo della vita e della mente. La primavera scioglie la neve. Il teatro ha svolto la sua funzione. Anche la crudezza delle favole, diventa lieto fine; Arlecchino e la bambina usciranno di scena attraverso i tagli di Fontana, per entrare in una vera vita nuova. Tema - arte e fiaba Sito - http://www.drammaticovegetale.com
martedì 28, mercoledì 29 marzo – ore 10 - Teatro Rasi In scena due personaggi, un maschio e una femmina. Vera e Costantino, il suo amico Fondazione Sipario Toscana onlus/La Città del Teatro (Toscana) immaginario che, se lei vuole, può essere visto anche dal paese dei bambini e delle bambine che guardano seduti. Insieme giocano e giocando si pongono domande Piccole Emozioni. Giocando con l’amico immaginario sulle cose del mondo. Si stupiscono, si arrabbiano, si spaventano, si ribellano, si teatro d’attore proteggono, si prendono in giro, litigano, scappano e ritornano. Per capire e farsi 3 - 8 anni · 60 minuti capire. Insomma giocano a esistere, per crescere e lo fanno in due, perché in due è meglio. Vera e Costantino cercano un contatto affettivo tra loro e con tutto ciò che li circonda per poi comunicarlo ai bambini e alle bambine attraverso uno “spartito” di piccole emozioni, fatto di una lingua giocosa, ritmica, poetica e spesso comica che a poco a poco si trasforma in un vocabolario che si forma e scaturisce dal vis- suto emozionale dei due personaggi. In Piccole Emozioni Vera e Costantino esistono come figure che scoprono l’alchimia del possibile incontro tra due opposti, di quell’essere diversi che non separa, ma anzi, esalta le reciproche identità. La vicenda è incorniciata in una scena kandiskia- na, ricca di forme, metafore, tessiture musicali e ritmiche, giochi spaziali e gestuali delicati. Una esplorazione nella percezione dell’infanzia e sulle risonanze emotive che l’arte origina nella sensibilità dei piccoli spettatori all’interno del dinamismo circolare fra verità e finzione che sta alla base del gioco teatrale e dei suoi 100 linguaggi. Lo spettacolo si configura anche come una sorta di sommario ad alta densità educa- tiva, progettato e realizzato per generare nei bambini, nelle bambine e in chi li edu- ca, l’interesse per il valore cognitivo e creativo del creare un compagno immaginario con cui giocare. Un doppio da sé (in parte uguale e in parte diverso) che spinge i bambini e le bambine ad essere soggetti attivi, dinamici, pronti ad apprendere conoscenze con grandi capacità di ascolto, azione e di ragionamento. “Lo spettacolo indaga una sfera, quella delle emozioni e dell’immaginario bambino, importantissima. La necessità di ricollocare l’emozione al centro della riflessione didattica e pedagogica è impellente. Uno degli aspetti più interessanti dello spet- tacolo è quello della creatività immaginaria, dono che i bambini stanno perdendo perché inseriti in un sistema di intrattenimento e distrazione mediatici che atrofizza l’aspetto attivo della mente. Lo spettacolo mostra una via alternativa” Riflessioni di un gruppo di insegnanti. Tema - emozioni, apprendimento Sito - http://lacittadelteatro.it/produzioni/piccole-emozioni
giovedì 30 marzo – ore 10 - Teatro Rasi Nel fluire degli avvenimenti, tra azione e narrazione, assistiamo al primo incontro Associazione Culturale Anfiteatro (Lombardia) dei loro genitori, Mario e Matilde, al loro divertente matrimonio e al susseguente tran tran di ogni giorno, tra casa e lavoro. E poi naturalmente nella storia ad un Family Story certo punto irrompono loro, Sara e Simonetta, che in prima persona ci presentano la teatro d’attore loro nascita, le gelosie, i dispetti e la complicità che normalmente accadono tra due 9 - 14 anni · 60 minuti figlie di età differenti, i riti di ogni giorno della nanna e delle vacanze e poi l’arrivo della cagnolina Pupilla. Tutto sembra andare nel segno giusto, ma ad un certo pun- to, qualcosa si inceppa e Sara e Simonetta si accorgono che tra i loro genitori non è più come una volta. Litigano certo Mario e Matilde, “perchè l’amore non è bello se non è litigarello“, ma non sono i litigi di un tempo, ora a loro alle due sorelline, che osservano apparentemente da lontano, sembra tutto più serio. Cercano goffa- mente con la preparazione di una torta di porvi riparo, finchè, convocate da Mario e Matilde, saranno messe davanti alla triste novità: i loro genitori si separano. Così d’ora in poi il numero due farà parte integrante delle loro vite, dovranno avere due spazzolini da denti, due case, due letti, due armadi, due camere, due di tutto, anche se certi oggetti sono unici e bisogna reclamare il diritto di portarseli dietro, tipo la bambola o l’orsacchiotto. La vita di Sara e Simonetta continua così tra una casa ed un ‘altra e, poi, avendo saputo che quello che era successo a loro era accaduto anche ad altri compagni, le due sorelle si accorgono di non essere sole ad avere questa situazione e, a scuola, insieme ad altri coetanei, fondano addirittura un club “I grandi sono dei scemi” dove una volta alla settimana ci si incontra e ognuno dice quello che gli è successo, dando consigli per superare il distacco. E poi vi è pure un decalogo che spiega come comportarsi e dove primeggia l’Articolo 5: All’inizio, sembra tutto difficile. Tu pensi che nessuno pensi a te, e pensi che ti vogliano dare via perchè parlano di affidamento. Ma poi ti accorgi che tutt’e due pensano “solo” a te e che ognuno dei due ti vorrebbe affidato a sé. E comunque, se quando stai con papà ti manca la mamma e quando stai con la mamma ti manca il papà... è normale! Ecco che alla fine, seppur con difficoltà, piano piano, tutto si aggiusta, perchè questa situazione fa parte della vita e come le altre è doveroso viverla serenamente, cercando di adattarsi alle nuove situazioni che essa, la vita, ci propone, sempre. “Family Story, tratteggiando in modo vivido e diretto un tema che sempre più interessa migliaia di bambini, vive nel perfetto rapporto teatrale tra testo e scrittura di scena, dove i bambini si possono perfet- tamente immergere per osservare da vicino tutti i meccanismi emozionali di una famiglia tipo e nel medesimo tempo anche, per chi ne fosse interessato, esorcizzare Anfiteatro ha riscosso grande successo lo scorso anno con lo spettacolo Un dito con- un dolore che il tempo saprà spegnere adeguatamente.” Mario Bianchi, Eolo. tro i bulli. Quest’anno con Family Story affronta e decide di proporre il tema attuale e delicatissimo della separazione familiare e lo fa in modo divertente e profondo nel medesimo tempo. La vicenda, per entrare direttamente nella problematica, mette al centro della storia una famiglia. Una famiglia come tante altre, che viene presentata Tema - separazione familiare e narrata dalle due componenti più piccole, le sorelle Sara e Simonetta. Sito - http://www.anfiteatro.eu/wordpress/?page_id=481
All’interno degli edifici scolastici (su prenotazione) - ore 10 Drammatico Vegetale (Emilia Romagna) Quattro volte Andersen teatro di figura e narrazione 3 - 7 anni · 40 minuti Quella di Andersen è stata una vita spesa a scrivere e raccontare storie, a ritagliare strane e divertenti figurine nella carta, per animare il suo personale, onirico teatro della vita. La totale dedizione alla scrittura è stata premiata da una ben meritata popolarità universale, sia tra i piccoli che trai grandi. Ci piace ricordare l’autore danese utilizzando proprio gli ingredienti più significativi del suo mondo fantastico e combinarli, per tre volte più una, in differenti maniere all’interno del nostro spet- tacolo dove il linguaggio del teatro di narrazione dialoga con i soggetti di un teatro delle ombre ricavato in un vecchio tamburo, che a sua volta si confonde con quello di marionette tanto amato da Andersen. Così, nello spettacolo di teatro di figura, le fiabe escono da una scatola di cartone piena di ricordi: un pisello rinsecchito, un vecchio soldatino, la scatola stessa trasformata in teatrino, una forbice e poco altro, raccontano le loro avventure. Poveri oggetti-ricordo, sufficienti ad alimentare il racconto de La principessa sul pisello, delle due lumachine della Famiglia felice e del Tenace soldatino di stagno. Piccoli oggetti apparentemente insignificanti, racchiusi in uno scenario che diventa il microcosmo delle nostre paure e delle nostre gioie. Sono le nostre, semplici storie che accompagnano il viaggio di tutti, grandi e piccoli, a cercare risposte, a volte timide, a volte coraggiose, alle piccole e grandi domande della vita quotidiana. Tema - fiabe di Hans Christian Andersen Link video - https://www.youtube.com/watch?v=srhw2igEiyM Sito - http://www.drammaticovegetale.com
novembre 2016 - aprile 2017 Teatro Rasi dalle ore 15.30 alle 18 Siamo asini o maestri? VI EDIZIONE Incontri formativi, gratuiti e su prenotazione, per insegnanti e genitori Alessandro Sanna - illustratore Prima di Pinocchio Franco Lorenzoni - insegnante/scrittore I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica Fabrizio Cassanelli - regista Piccole emozioni Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna Mamamusica
BIGLIETTI Ragazzi a Teatro · Ingresso spettacoli € 4,50 · Trasporto € 3,50. Spettacolo Zoo di Pinocchio · Ingresso € 5, trasporto € 3 Ravenna città, € 4 frazioni, € 6 provincia. Insegnanti e accompagnatori ingresso gratuito. Se si effettua il pagamento tramite bonifico bancario, andrà effettuato con una settimana di anticipo rispetto alla data dello spettacolo e non verranno rimborsati i soldi di eventuali bambini assenti. PRENOTAZIONI · Da martedì 27 settembre a giovedì 27 ottobre 2016 al numero 0544 30227, il martedì, il mercoledì, il giovedì dalle 9,30 alle 12; da martedì 3 novembre, fino al termine della rassegna, al numero 0544 32149 (mar- tedì e mercoledì stessi orari, se c’è spettacolo, sarete richiamati). Si accettano solo prenotazioni previa telefonata che deve essere convalidata entro tre giorni, inviando via fax (0544 33303) il modulo di conferma. Le disdette dovranno essere comunicate telefonicamente e successivamente via fax entro e non oltre i 30 giorni precedenti la data dello spettacolo prenotato. In caso contrario si dovrà versare una penale di € 3 per ogni prenotato pagante presso gli uffici di Ravenna Teatro (via di Roma 39, Ravenna). Il pullman giunge presso le scuole di Ravenna circa 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo e 45 minuti presso le scuole del forese; si consiglia l’utilizzo dei mezzi pubblici per le scuole della città. LUOGHI DI SPETTACOLO Teatro Rasi via di Roma 39, Ravenna Sala Corelli del Teatro Alighieri via Angelo Mariani 2, Ravenna Palazzo Rasponi dalle Teste Piazza Kennedy, Ravenna INFORMAZIONI Ravenna Teatro (Sara Maioli) Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 36239, organizzazione@drammaticovegetale.com · www.drammaticovegetale.com La Direzione si riserva di apportare al programma, alle date ed agli orari, le modi- fiche che si rendessero necessarie
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