SPETTACOLI, LABORATORI, INCONTRI - I Teatri
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Prenotazione obbligatoria per tutte le iniziative proposte contattando l’Ufficio Scuole della Fondazione I Teatri Tel. 0522 458950, 458990 prenotazioniscuole@iteatri.re.it fax 0522458948
Teatro Cavallerizza Lunedì 28 ottobre 2019, ore 10.30 COMPAGNIE ADRIEN M & CLAIRE B Acqua Alta. Noir d’encre ideazione e direzione artistica Claire Bardainne e Adrien Mondot ideazione informatica ed esecuzione digitale Adrien Mondot musiche originali Olivier Mellano musiche aggiuntive Johann S. Bach, Ludwig van Beethoven, Jon Brion Ingresso: euro 10 Su questo spettacolo è possibile Destinatari: biennio e triennio attivare un’attività laboratoriale Durata: 60 minuti Prima o dopo lo spettacolo è possibile sia la visione di un libro pop-up i cui disegni e volumi di carta costituiscono una storia animata visibile in realtà aumentata che un’esperienza di realtà virtuale che permetterà di immergersi in una scena dello spettacolo. Una donna, un uomo, una casa. Una quotidianità assurda e piena di contrasti. Ma un giorno di pioggia, tutto viene sconvolto. L’acqua si alza e trasporta la casa in un mare di inchiostro. La donna scivola e scompare. Di lei non restano che i capelli, che conducono l’uomo alla sua ricerca. Comincia allora l’attraversamento di un mondo popolato da mostri, fantasmi, entità polimorfe e metamorfe, spiriti inclassificabili… Acqua Alta non è solo uno spettacolo. È un’esperienza totale e immersiva nel mondo magico e virtuale di Adrien M & Claire B., che offre allo spettatore tre diverse esperienze possibili attorno ad una stessa storia. Una performance tra danza e immagini virtuali che si animano interagendo con il movimento dei due interpreti sulla scena. Un libro popup i cui disegni formano la scena di una storia che prende vita attraverso un tablet. Un’esperienza di realtà virtuale che permette di immergersi in una scena grazie ad un dispositivo virtuale. Adrien M & Claire B proseguono nella ricerca di un animismo numerico, guidati dal desiderio di creare un bestiario immaginario e vivente, che possa far vivere sensazioni fantastiche e allo stesso tempo inverosimili.
Teatro Municipale Valli Venerdì 6 dicembre 2019, ore 20.00 Domenica 8 dicembre 2019, ore 15.30 Lucrezia Borgia melodramma di Felice Romani musica Gaetano Donizetti interpreti Marko Mimica, Francesca Dotto, Francesco Castoro, Varduhi Abrahamyan, Manuel Pierattelli, Alex Martini, Roberto Maietta, Rocco Cavalluzzi, Edoardo Milletti, Federico Benetti Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza direttore, Carla Delfrate regia Andrea Bernard Ingresso: euro 10 Destinatari: biennio e triennio Venerdì 6 dicembre ore 11,00 Sala degli Specchi del Teatro Valli Da Gaetano a Lucrezia, dal borgataro alla Vamp. Con passione FRANCESCO MICHELI introduce LUCREZIA BORGIA Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria. Ritorna Francesco Micheli a raccontare l’opera nel suo modo unico ad appassionato. Un’occasione preziosa per avvicinare i ragazzi alla prima opera italiana tratta da un dramma di Victor Hugo. Ambientata tra Venezia e Ferrara in un Rinascimento torbido e inquietante, Lucrezia Borgia debutta alla Scala nel dicembre del 1833. Soggetto congeniale alla sensibilità romantica, tra assassinii, incesti e veleni, la Lucrezia reinventata da Hugo è una sorta di archetipo femminile della crudeltà. In quella che nel corso dell’800 diventerà una delle sue opere più famose, tra eredità rossiniane e anticipazioni verdiane, Donizetti rinuncia al rapporto d’amore tradizionale per una contrastata e passionale relazione madre-figlio: “La paternità che santifica la deformità fisica, ecco Le Roi s’amuse [che diventerà Rigoletto]; la maternità che purifica la deformità morale: ecco Lucrezia Borgia” (V. Hugo). Intorno a Lucrezia Borgia la Fondazione I Teatri costruirà un focus - tra incontri, conferenze e concerti - a partire da quel 1519, data di morte di Lucrezia Borgia e di un altro protagonista del tempo, Leonardo da Vinci.
Teatro Cavallerizza Venerdì 24 gennaio 2020, ore 11,00 Reggiane (titolo provvisorio) di Marco Di Stefano regia Angela Ruozzi con Fabio Banfo, Filippo Bedeschi, Cecilia Di Donato, Alice Giroldini, Marco Maccieri produzione Fondazione I Teatri /Centro Teatrale MaMiMò/Spazio Gerra in collaborazione con Istoreco con il sostegno di Comune di Reggio Emilia Ingresso: euro 10 Destinatari: biennio e triennio Durata: 90 minuti circa Nel mese di dicembre 2019 verranno svolti nelle classi laboratori gratuiti (durata 2 ore) a cura dell’equipe MaMiMo. Gli incontri si pongono l’obiettivo di fornire, in modo interattivo e informale, gli strumenti per comprendere i diversi contesti storici presi in esame sul palco. Lo spettacolo non verterà infatti su una sola epoca, ma cercherà di disegnare un tratto più ampio della storia delle officine, protagoniste in tutto il novecento e oltre. La modalità attraverso la quale le ragazze e i ragazzi potranno approcciarsi alla materia sarà quella dell’archivista-ricercatore. Proprio come uno storico, infatti, chi parteciperà al laboratorio potrà curiosare all’interno di alcune cartelle del personale prese a campione e scoprirne poi le particolarità nelle diverse epoche. Toccare con mano i documenti e scoprirne i segreti: a gruppi, i ragazzi potranno esaminare una cartelle di epoche diverse, comparandole poi insieme al resto della classe in modo da evidenziarne le differenze. Le Officine Reggiane, la più grande industria del Novecento in Emilia Romagna, già negli anni Quaranta contava 11.000 addetti, numeri che per una città come Reggio, hanno significato la presenza quasi in ogni famiglia di un parente o amico che vi lavorava. È di queste persone si parla in Reggiane, attraverso le loro vicende quotidiane ricostruite a partire dalle 22.000 cartelle del personale aperte al pubblico. Uomini e donne, la cui vita, dal 1904, ha avuto come sfondo le Reggiane.
Teatro Ariosto Martedì 28 gennaio 2020, ore 9.00 e 11.00 Hans liberamente tratto da L’amico ritrovato di Fred Uhlman con Domenico Ammendola, Filippo Bedeschi, Matteo Vignati, Carolina Migli Bateson regia Gabriele Tesauri scene e costumi Francesca Tagliavini movimenti di scena Cinzia Pietribiasi Produzione NoveTeatro ingresso: € 10 destinatari: biennio e triennio durata: 75 minuti Nelle settimane precedenti lo spettacolo sarà attivato un laboratorio di 4 ore di lettura espressiva per un massimo di 25 studenti. I partecipanti al laboratrio interpreteranno, in occasione dello spettacolo, la classe del liceo in cui studiarono Hans e Konradin Hans narra dell’amicizia, nata sui banchi di scuola, tra due ragazzi completamente diversi per estrazione sociale e carattere. Hans ha origini ebree e Konradin proviene da una nobile famiglia tedesca. Il racconto è ambientato a Stoccarda, durante gli anni dell’ascesa del Nazismo. Tra i due ragazzi nasce un’amicizia profonda, sincera, e a legarli inizialmente sono due passioni che li accomunano: la lettura e la collezione di monete greche. Quello che sembra essere un legame saldo, duraturo, infrangibile, viene però messo a dura prova dalla storia. Hitler, infatti, sale al potere e Konradin, che proviene da una famiglia filo nazista, si trova costretto a scegliere… Dopo molti anni dalla fine della guerra ad Hans arriva una lettera proveniente dal liceo che aveva frequentato, in cui c’è la richiesta di un contributo economico per la costruzione di un monumento agli studenti caduti durante la seconda guerra mondiale. Il passato ritorna con una sorpresa finale.
Teatro Cavallerizza Mercoledì 26, giovedì 27, venerdì 28, sabato 29 febbraio 2020, ore 20.30 Farfalle testo e regia Emanuele Aldrovandi con Bruna Rossi e Giorgia Senesi impianto visivo e sonoro Maria Vittoria Bellingeri scene e grafiche CMP design costumi Costanza Maramotti produzione Associazione Teatrale Autori Vivi in co-produzione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Elfo Puccini in collaborazione con L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale Centro di Residenza Emilia-Romagna, Big Nose Productions con il sostegno di CapoTrave / Kilowatt e Fondazione I Teatri Reggio Emilia Testo vincitore del Premio Hystrio Scritture di scena 2015 Mario Fratti Award 2016 Ingresso: euro 10 Destinatari: biennio e triennio Possibilità di un incontro gratuito a scuola nel mese di febbraio con Emanuele Aldrovandi. Una favola nera fra Milano, Palermo e New York.2 Un gioco divertente e crudele. Un legame che non può essere spezzato. Una madre suicida da lasciarsi alle spalle. Un padre assente che appare solo per creare problemi. Un matrimonio combinato “perché è una cosa vintage”. La lontananza. Le scoperte. Diventare adulte. Cambiare e non riconoscere più chi si ha di fronte. Due sorelle ormai lontane che raccontano la loro storia. Due donne che interpretano tutti i personaggi della loro vita. Farfalle, dopo la prima mondiale a New York, debutta in Italia con la regia dello stesso autore, che dirige Bruna Rossi e Giorgia Senesi in una produzione dell’Associazione teatrale Autori vivi, compagnia nata con l’obiettivo di mettere la drammaturgia contemporanea al centro del processo di creazione di uno spettacolo.
Teatro Ariosto Venerdì 6, sabato 7 marzo 2019, ore 20.30 Domenica 8 marzo 2020, ore 15.30 Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani traduzione Emanuele Aldrovandi con Daniele Fedeli, Elena Russo Arman, Davide Lorino, Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Marco Bonadei, Alessandro Mor, Nicola Stravalaci, Debora Zuin Teatro Elfo Puccini Ingresso: euro 10 Su questo spettacolo è possibile Destinatari: biennio e triennio attivare un’attività laboratoriale Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ha dominato le classifiche mondiali raccontando, come in un giallo, le peripezie di un adolescente autistico alle prese con la più grande sfida della sua vita. E la forza di questa splendida storia si propagata in palcoscenico con l’intelligente riscrittura di Simon Stephens: un successo che Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani hanno saputo rinnovare sulle scene italiane con scelte registiche lontane da quelle iper-tecnologiche dell’edizione inglese, ma capaci di esaltare la qualità della scrittura, il suo ritmo, la polifonia dei personaggi e il lavoro attoriale. Ad accentuare questo sfondo dolcemente visionario ci sono i bellissimi disegni di Ferdinando Bruni, le video-animazioni di Francesco Frongia, le maschere spettrali che trasformano tutti i personaggi del viaggio londinese in creature oniriche. Ma a rendere credibile e appassionante la proposta è in special modo il magnifico exploit attorale del giovane Daniele Fedeli, che, al centro di un’interpretazione corale, crea un impressionante ordito di piccoli gesti sconnessi, di intonazioni stralunate, di atteggiamenti maniacali. “Il Sole 24 Ore”
Teatro Ariosto Mercoledì 11 marzo 2020, ore 9,00 e 11,00 Romeo and Juliet (are dead) scritto e diretto da Laura Pasetti luci Manuel Frenda musiche originali per la scena del duello Yann McAuley Charioteer theatre Ingresso: euro 10 Destinatari: biennio e triennio Durata: 80 minuti Spettacolo in lingua inglese “Hai 15 anni e le cose non vanno molto bene: genitori inutili, vivi in una cittadina di provincia piena di balordi, nessuna prospettiva... e poi all’improvviso... cambia tutto: ti innamori, la vita diventa un’avventura incredibile e tutto corre ad una velocità incontrollabile come il tuo cuore, e poi? E poi, sul più bello, succede che muori.” Romeo, Giulietta e Mercuzio non sono per niente contenti del finale che Shakespeare ha scritto per loro. Soprattutto i due giovani innamorati non riescono a darsi pace. Non accettano la loro fine prematura e sono convinti che Shakespeare sia stato particolarmente crudele. Nel tentativo di dare un senso al loro destino, ripetono all’infinito la scena della loro morte. Mercuzio non ne può più di assistere a questa tristissima rappresentazione e propone loro un’alternativa: ripercorrere le tappe fondamentali di tutta la loro storia per trovare le risposte che cercano. Forse scopriranno se Shakespeare si è veramente sbagliato e poteva davvero dare loro un destino migliore… Lo spettacolo si pone il doppio scopo di avvicinare il pubblico giovane alla lingua di Shakespeare e al Teatro. I tre personaggi principali rappresentano le scene più importanti della tragedia rigorosamente nell'inglese di Shakespeare e, nello stesso tempo, commentano, in inglese contemporaneo, le scene svolte. Mercuzio funge da narratore collegando le scene in lingua italiana e traduce dall'inglese alcuni commenti di Romeo e Giulietta per facilitare la comprensione. Lo spettacolo è ambientato ai giorni nostri per sottolineare l’attualità del testo e della storia. • Ai docenti sarà consegnato un dossier dettagliato di guida alla visione dello spettacolo. • Gli attori e la regista si fermeranno a parlare con i ragazzi al termine delle recite e risponderanno ad eventuali domande in italiano o inglese.
Teatro Ariosto Martedì 17 marzo 2020, ore 11,00 MOBY DICK poema della mia anima immortale di Francesco Niccolini, da Hermann Melville regia Emanuele Gamba con Luigi D’Elia scene Luigi D’Elia musiche originali Giorgio Albiani progetto di residenza condiviso da: L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna, Festival Montagne Racconta Treville (TN), B&B “A casa mia” di Donatella Tondi a Cavaso del Tomba (TV) Ingresso: euro 10 Destinatari: biennio e triennio Durata: 80 minuti “Un romanzo di cinquecento pagine ridotto a meno di quaranta. Più di un milione di caratteri distillati a quarantamila. L’orizzonte marino del capolavoro melvilliano tramutato in un abisso, e la prosa larga ed enciclopedica diventa un verso asciutto, impietoso e scabro, che non può permettersi nemmeno la commozione, non può godere di nulla, se non dell’immensità del mare e del mistero che regge ogni destino. Questo Moby Dick si incarna in un poema shakespeariano: immerso nella Bibbia e nel salso del mare, ne esce carico di tragicità, con tanto di maledizione e di profezia, e un fato irrimediabile dal primo istante, dal primo salpare, dalla prima apparizione dello spettro del capitano Achab, un po’ Macbeth e un po’ Lear, che non può far altro che correre verso il proprio destino di morte, distruzione e immortalità. Sotto un cielo bellissimo e silenzioso, sopra una mare mostruoso e incantevole: entrambi indifferenti alle ridicole scelte degli umani che si arrabattono colmi d’ansia, convinti di lasciare un segno su questo pianetino periferico, e che finiscono con l’essere inghiottiti e ridotti a niente. Eppure, in questo “niente”, in questa esagerata foga d’attore posseduto da chissà quale dèmone, quanta poesia, e quanta crudele bellezza.” Francesco Niccolini
Teatro Ariosto Mercoledì 25, giovedì 26, venerdì 27 marzo 2020, ore 10.00 Ciaikovskij Nuovo Balletto Classico musica Piotr Ilic Ciaikovskij coreografie Marius Petipa, Lev Ivanov, Marinel Stefanescu costumi Hristofenia Cazacu Ingresso: € 5 Destinatari: biennio e triennio Durata: 75 minuti Tecnica: danza classica Un excursus sulle composizioni di più grande impatto di P.I. Ciaikovskij attraverso estratti da Lago dei Cigni, Bella Addormentata e alcuni momenti spettacolari quali i Duelli, descritti mirabilmente nel suo Romeo e Giulietta e coreografati altrettanto efficacemente da Marinel Stefanescu. Uno spettacolo che pur nella sua sinteticità vuole mostrare ai giovani il talento di questo grande musicista che ancora oggi è tra i più rappresentati in tutti i teatri del mondo. Piotr Ilic Ciaikovski è ritenuto uno dei maggiori compositori russi del 1800, nato nel 1840 e morto precocemente a San Pietroburgo nel 1893. Nei suoi 53 anni di vita le sue composizioni spaziano attraverso tutti i generi musicali, includendo sinfonie, opere, concerti, musica da camera, musica sacra e, unico tra i suoi contemporanei, musiche per balletti. Tra le composizioni più popolari sono proprio questi suoi tre balletti: Il Lago dei Cigni, La bella addormentata e Lo Schiaccianoci unitamente alla sesta sinfonia ‘Patetica’ ed al Concerto per pianoforte e orchestra n°1. Culturalmente distante dai compositori russi del suo tempo e in contrasto con lo storico Gruppo dei Cinque d'ispirazione nazionalista, Ciajkovskij rivelò nella sua musica uno spirito cosmopolita, studiando tutta la vita la musica dell'Europa occidentale ed amando unire le caratteristiche della musica tradizionale russa alla prassi musicale classica.
Teatro Ariosto Martedì 31marzo, mercoledì 1 aprile 2019, ore 20.30 Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen adattamento teatrale Antonio Piccolo regia Arturo Cirillo con Arturo Cirillo, Valentina Picello, Riccardo Buffonini, Alessandra De Santis, Rosario Giglio, Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta scene Dario Gessati costumi Gianluca Falaschi prima versione teatrale italiana Ingresso: euro 10 Su questo spettacolo è possibile Destinatari: biennio e triennio attivare un’attività laboratoriale Perché portare a teatro “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen? (…)Perché sono affascinato dall’ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena (…)Perché questo mondo sociale (…) non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle (…). Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (…) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi, che sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca. Per fare questo si cala nei suoi personaggi/alter ego(…), standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli (…) Da dietro quella tenda (…) Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro. Arturo Cirillo
Teatro Cavallerizza Giovedì 2 aprile 2020, ore 11,30 Emanuele Ferrari, pianista Un mondo nuovo: Beethoven Ludwig van Beethoven, Sonata op.10 n.2 in Fa maggiore Lezione concerto Ingresso: 6 euro Destinatari: biennio e triennio Durata: 90 minuti Nell’età delle rivoluzioni, la musica di L.V.Beethoven - di cui nel 2020 ricorre il 250’ della nascita, scuote le certezze del Classicismo e getta un ponte verso orizzonti musicali sconosciuti. Tragedia e commedia, dramma e umorismo si alternano, si accavallano e si inseguono in uno spettacolo sorprendente che non dà tregua allo spettatore: è musica tanto plastica e ricca di dinamismo da sembrare una scultura sonora in movimento. Uno spettacolo emozionante come un concerto, interessante come una conferenza, coinvolgente come un dramma teatrale. Sul palcoscenico c’è un uomo solo, ma sembrano in tre: Ferrari suona il pianoforte da concertista, racconta e spiega da musicologo, si muove e incanta il pubblico da attore. Non c’è tregua: dal primo istante un pezzo di musica diventa un mondo da ascoltare, abitare, capire e gustare come non avremmo mai sperato di fare. Ferrari suona, canta, spiega, interroga e provoca il pubblico, recita poesie, cita con naturalezza i pittori, i filosofi, i letterati, e tutto diventa improvvisamente facile. Presentata così, la musica “classica” è divertente, sconcertante, piena di imprevisti, di paradossi e conti che non tornano. Apre finestre su mondi che ci invitano a pensare, conoscere e farci sorprendere. “Vedere e ascoltare Ferrari mentre suona, spiega e racconta è davvero uno spettacolo che può lasciare attoniti gli spettatori… affronta il palcoscenico con una naturalezza e una spontaneità davvero impressionanti… una magica alchimia che si ripete ad ogni spettacolo”. (“Amadeus”) Emanuele Ferrari è pianista e ricercatore di musicologia e storia della musica presso l’Università di Milano-Bicocca, dove insegna Musica e didattica della musica. Per l’originale attività artistica e per l’innovativa didattica universitaria ha ottenuto il Silver Award nella competizione internazionale Reimagine Education Awards di Philadelphia nella categoria “Coltivare la curiosità”.
Teatro Cavallerizza Giovedì 30 aprile 2020, ore 11.30 Bolero MM Contemporary Dance Company coreografia Michele Merola musica Maurice Ravel, Stefano Corrias disegno luci Cristina Spelti costumi Alessio Rosati con la collaborazione di Nuvia Valestri interpreti MM Contemporary Dance Company (7 danzatori) laboratori introduttivi a cura di Cinzia Beneventi Spettacolo preceduto da laboratorio a scuola. Ogni laboratorio sarà concordato preventivamente con le insegnanti anche per quel che riguarda la durata e verrà realizzato a scuola in un ambiente adatto all’attività. Ingresso: euro 10 (comprensivo di ingresso a teatro e laboratorio) Destinatari: biennio e triennio Durata spettacolo : 45 minuti Tecnica: danza contemporanea La coreografia Bolero sarà seguita da una parte performativa che prevede il coinvolgimento degli alunni delle scuole insieme ai danzatori della MM Contemporary Dance Company. Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti della storia della musica. Michele Merola ne ha creato una nuova versione coreografica, dopo un approfondito e lungo studio di questo brano ossessivo e ripetitivo: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Sulla musica di Ravel, è intervenuto il compositore Stefano Corrias, che ha creato una propria partitura musicale, liberamente ispirata al Bolero, che si integra perfettamente con esso. Ballo pubblico La seconda parte della performance è un vero e proprio invito a danzare insieme rivolto agli studenti che hanno assistito allo spettacolo. I danzatori insegneranno un breve brano coreografico adatto a far danzare tutti i ragazzi, creando così un’atmosfera dove il gesto si fonde con la musica e il pubblico non è più spettatore, ma complice e interprete, per realizzare una performance dove l'individualità si trasforma in collettività.
Crescere spettatori Un laboratorio di educazione allo sguardo per il teatro e le arti Costo di partecipazione: euro 10 (corrispondenti al costo del biglietto dello spettacolo scelto) Periodo: da concordarsi Durata: 2 incontri a scuola di 2 ore ciascuno (il secondo incontro potrà durare di più a seconda della modalità di restituzione scelta) Destinatari: biennio e triennio I due incontri saranno intervallati dalla visione dello spettacolo scelto tra le seguenti proposte: Acqua alta. Noir d’encre – danza e immagini virtuali Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – prosa Orgoglio e pregiudizio - prosa 1. Nel primo incontro verranno condivisi strumenti per comprenderne i linguaggi e le questioni che il teatro di oggi pone allo spettatore, per stimolare i ragazzi a costruire una prospettiva in grado di analizzarlo e comprenderlo. 2. Il secondo incontro accompagna i ragazzi dopo la visione, cercando di depositare una forma di racconto dell’esperienza che possa tener conto delle domande che dai ragazzi affiorano e facendo emergere i punti forza e i punti critici dell'opera, contribuendo così alla costruzione di un punto di vista argomentato da esprimere nella forma del racconto scelta. Le classi potranno orientarsi all'interno delle seguenti forme: • Recensione scritta: si forniranno elementi legati alla descrizione e all'analisi dello spettacolo dal vivo; si affronteranno alcuni spunti prettamente stilistici, attraverso lettura e consegna di materiali didattici specifici; si discuterà infine del ruolo e degli obiettivi della critica teatrale per arrivare alla produzione di due testi scritti, una recensione e una rubrica • Velocità di cronaca - audio e podcast: costruzione di un ideale programma radiofonico sul teatro capace di rivolgersi a una “terza” figura: l'ascoltatore. Costruzione di una redazione radiofonica di classe per la registrazione del programma da diffondere sul web. • Videoracconto: prendendo spunto dalle forme di diaristica online oggi diffuse, elaboriamo un formato di racconto video che rispetti alcune caratteristiche della critica culturale. Creazione di una troupe video di classe che progetti e realizzi una breve videorecensione. • Graphic Journalism: recuperando la possibilità del disegno di farsi racconto, si invitano studenti e studentesse a raccontare e analizzare lo spettacolo producendo alcune “tavole” grafiche che contengano fumetti e illustrazioni • Dalla pagina al palco: su Orgoglio e pregiudizio in collaborazione con Hamelin. Partendo dalla “realtà” del teatro, alla scoperta degli immaginari che si possono moltiplicare grazie alla letteratura. Il romanzo, nella lettura scenica che ne dà Arturo Cirillo grazie alla drammaturgia di Antonio Piccolo, rappresenta il punto di partenza per un percorso di educazione alla lettura e alla letteratura che partendo da Elisabeth andrà a sondare com’è cambiata la figura femminile nel romanzo e di come queste protagoniste di carta siano state fondamentali per cambiare i ruoli del femminile nella nostra società.
Performance at school Arturo Cannistrà coreografo Francesco Germini consulenza musicale Viviana Sassi drammaturgia Costo di partecipazione a classe: euro 200,00 + IVA Periodo: da concordarsi Durata: 3 incontri di 2 ore ciascuno (comprensivi di performance finale) a scuola Destinatari: biennio e triennio La performance finale avrà per interpreti gli stessi studenti Proposta 1. Narrarsi Non esiste una storia se non la raccontiamo. Non costruiremo mai la nostra identità se non siamo capaci di narrarci. E narrare è anche narrarsi. La narrazione è uno strumento chiave per crescere, diventare adulti consapevoli. Voi siete i dedicatari di una narrazione che racconterete ad altri tramite il linguaggio del corpo non meno efficace della parola, anzi, vi stupirete di come, attraverso la gestualità, riuscirete a comunicare un mondo emozionale che vi accomunerà al protagonista di questa storia. Pin è un bambino di 10 anni, solo, fragile, ribelle. Piccolo tra i grandi, grande tra i piccoli, il suo atteggiamento rivela un profondo disagio, un senso di non appartenenza alla realtà che lo circonda. Ama la natura, il silenzio e la solitudine dei boschi nei quali si addentra come se volesse carpirne i segreti perché anche lui ha un segreto che custodisce gelosamente. Vive costantemente sospeso tra sogno e realtà, in una dimensione onirica in cui tutto si mescola, si confonde. Pin custodisce un oggetto minaccioso agli occhi degli altri ma simbolo di orgoglioso possesso per lui: un'arma che ha furtivamente sottratto ad un soldato tedesco. Pin sente forte il desiderio di misurarsi con l’adulto, cerca di immaginare se stesso, un giorno, dentro un corpo d'adulto e il possesso di quell'oggetto lo fa sentire più grande, più sicuro; è come se lo aiutasse nel difficile percorso della costruzione del sé. Teme di perderlo e intorno a sé vede solo persone ostili, nemiche, lontane dal suo mondo. Come impedire che queste persone si impossessino del suo " sogno"? Come proteggere, custodire quell'oggetto simbolo per lui di libertà e di autoaffermazione? Ecco, nel mistero del bosco, Pin trova la sua risposta. Ma, come per magia, nel bosco avviene anche l'incontro con l’unica persona di cui sente di potersi fidare, Cugino, un gigante buono che apre in Pin la speranza di un mondo di adulti migliore. E con lui Pin decide di condividere il suo segreto. Questa storia si costruisce in un continuo rimando tra voi che narrate e coloro che" ascoltano" il linguaggio del vostro corpo. E' come se durante il vostro racconto voi creaste una sorta di "democrazia delle immagini", un dialogo tra l'invisibile e il visibile. E' una complicità creativa tra narratore e spettatore-ascoltatore. Dal potere della parola al potere del gesto: il fascino seduttivo della narrazione genera sensazioni, emozioni di speciale risonanza nello spettatore e nel suo mondo immaginario, un patrimonio unico e singolare che lo distingue dagli altri.
Questa narrazione, liberamente tratta dal lungo racconto di Italo Calvino “Il sentiero dei nidi di ragno” vuole essere per voi e per coloro che vi ascolteranno lo stimolo ad una riflessione sul dramma nel mondo di un’infanzia negata, di bambini che vivono in zone di guerra, costretti ad impugnare le armi, a subire violenze, bambini condannati alla sofferenza, a soprusi da cui non possono difendersi, bambini che non hanno diritto a nulla. Non dimentichiamolo: l’infanzia negata è un bambino senza sogni né futuro. Viviana Sassi Proposta 2. Fascinum È una scelta intenzionale quella del termine fascinum da cui deriva la parola italiana fascino. L’ambiguità del suo significato di attrazione seduttiva con l'accezione negativa di malia, di incanto, di “stregoneria”, interessa il nostro percorso che intende proporre in chiave ironica una riflessione sul comportamento o meglio sui comportamenti soprattutto giovanili di fronte a certe situazioni. Il tema del grottesco e dell'assurdo si intreccia con la riflessione sulle capacità dei giovani di gestire il proprio mondo emotivo in relazione agli input negativi e positivi che provengono dal mondo esterno. Un rapporto equilibrato tra stima e autostima consente a qualunque individuo di costruire un’immagine positiva di sé. Maggiore sarà la distanza tra ciò che siamo e le nostre aspettative, minore sarà la stima di noi stessi. “...codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” afferma Eugenio Montale nella poesia “Non chiederci la parola” a sottolineare che non esistono formule magiche che possano dare una risposta ai tanti interrogativi della vita. Immaginate che accada anche a voi quello che è accaduto a Vitangelo Moscarda protagonista del romanzo “Uno nessuno centomila” di Luigi Pirandello. Una mattina, qualcuno vi dice che avete il naso storto e voi, guardandovi allo specchio, vedete riflessa una immagine distorta e deformata, frutto della vostra suggestione. Ovviamente voi non siete così; quella è l’idea che gli altri hanno di voi. Da un rapporto io-voi ad un rapporto io-io: comincia così il vostro viaggio introspettivo tra immaginazione e realtà, in una dimensione onirica dal forte potere suggestivo. Il “fascino” esercitato su di voi ha decisamente messo in crisi la vostra autostima fino a farvi credere di essere quello che non siete o ha forse gettato la maschera che indossavate come difesa e protezione dal mondo esterno? O sono gli altri delle maschere che si muovono come fantocci, come personalità non sviluppate, oppresse dal contesto sociale? Ecco che in una condizione grottesca, paradossale, il tema del “fascinum” si intreccia con quello della maschera. Questo termine dal latino medievale “masca” (strega) significa per derivazione fantasma o travestimento spaventoso. Usato dalle società arcaiche in riti dal significato magico-sacrale, ha assunto nel tempo significati diversi fino ad arrivare in età moderna a rappresentare metaforicamente il mondo dell’apparenza nel contrasto vita-forma, persona-personaggio. “La vita è come un palcoscenico su cui possono accadere le cose più strane ed insensate, è uno spettacolo a cui possiamo decidere se partecipare o meno” afferma Luigi Pirandello. Le maschere interpretano la loro parte, “fanno il loro gioco”; potremmo restare tutta la vita spettatori o scegliere di metterci in gioco anche noi. Quello che è certo è che potremo lasciare cadere la maschera e ritrovare la gioia di essere noi stessi solo quando ci sentiremo “abbastanza” e non avremo paura del confronto, paura che minaccia la nostra autostima e mette un collare alla nostra vita. Viviana Sassi
Teatro LAB Novellara 20-28 marzo–Reggio Emilia 5-8 aprile 2020 La Fondazione I Teatri collabora quest’anno all’11 edizione del Progetto internazionale Teatro Lab, manifestazione che ha lo scopo di stimolare l’analisi e la progettazione di attività teatrali e di spettacolo all’interno della Scuola. Parte dell’edizione 2020 si svolgerà al Teatro Cavallerizza ed in altri presidi culturali della città, dove verranno presentate le produzioni teatrali delle compagnie scolastiche ma anche dove si svolgeranno dibattiti ed attività collaterali. Tema di questa edizione: “METTIAMOCI FACCIA CUORE E CERVELLO”. Le candidature dovranno pervenire entro il 21/11/19. INFO, bando integrale e modulo di partecipazione: Segreteria organizzativa tel. 333-9055604 email: info@centroetoile.eu
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