Quadrimestrale di archeologia subacquea e navale - Anno XVII, n. 2 (50), Maggio - Agosto 2011 - Edipuglia

Pagina creata da Simone Molteni
 
CONTINUA A LEGGERE
Quadrimestrale di archeologia subacquea e navale
                                                                           Anno XVII, n. 2 (50), Maggio - Agosto 2011
Sped. in abb. post. 70% - Autorizz. Filiale di Bari

                                                                                         50
I nostri primi cinquanta numeri
                                                                                                             XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
              2

                             Mille pagine di archeologia subacquea e navale
             EdITORIALE

50
             fascicoli, 17 anni di vita, 1.000      consentito anche di sfogliare nuovamente         retti interessati. Può apparire un po’ noioso
             pagine di archeologia subac-           tutti i numeri, per ripercorrere un po’ la no-   proporre un lungo elenco, sia pur necessa-
             quea e navale (il calcolo è fa-        stra storia.                                     riamente incompleto, (ce ne scusiamo con
cile per un giornale costituito da 20 pagi-         Anche nel numero del decennale avevo             i lettori), ma i dati che emergono dalla ras-
ne, limite che, però, in qualche occasione          preso le mosse dall’editoriale del primo nu-     segna sono significativi. Sono stati illu-
non abbiamo rispettato). Messi tutti insie-         mero, apparso nell’ormai lontano 1995, nel       strati, quasi sempre a cura dei diretti
me costituiscono un bel volume con un               quale si indicavano alcune linee program-        responsabili delle ricerche, i risultati di nu-
dorso di circa 9 centimetri. È un bilancio          matiche del giornale e il ruolo e il signifi-    merosissimi scavi di relitti (Ulu Burun, Ma-
confortante, e lo è ancor di più se conside-        cato che a questa iniziativa alcuni              ’agan Michel, Arles 4, Grado, Brindisi,
riamo che al giornale si è anche andata af-         archeologi italiani (con me, Paolo Arata,        Crotone, Gela I, Giglio, Tantura, Capo Li-
fiancando nel tempo una serie di mono-              Enrico Felici, Piero Gianfrotta e l’indimen-     naro, Punta Iria, Terracina, Culip VI, Punta
grafie, la Biblioteca de L’archeologo su-           ticato Fabio Faccenna) attribuivano, anche       Ala, Bagaud 3, Port-Man 1, Olbia, Pisa,
bacqueo, nell’ambito di una collana di              in relazione alle attività dell’Associazione     Tektaş Burnu, Saint-Malo, Grand Ribaud F,
Edipuglia diretta da chi scrive, Bibliothe-         Italiana degli Archeologi Subacquei (AIA-        U Pezzu, Leporano, San Vito, Brunei,
ca Archaeologica, con cinque volumi già             Sub), che, proprio in quegli anni, in un         Escombreras, Cala Sant Vicenç, Gnalić, Al-
pubblicati: gli Atti dei Convegni Naziona-          clima di grande entusiasmo nell’ambito           benga B, Gela II, Mercure, navi vichinghe
li di Archeologia Subacquea (I°, Anzio              dell’archeologia subacquea italiana, pren-       di Oslo, le navi del porto di Neapolis, l’Ar-
2006, edito nel 2007, II°, Castiglioncello          deva le mosse. Non è inutile riproporle an-      cangelo Raffaele, Polluce-Elba, Arduz,
2001, edito nel 2003, III°, Manfredonia             cora una volta. Noi tutti volevamo che           Ustica, Iulia felix, Cala Rossa-Corsica,
2007, e IV°, Genova 2010, di prossima               L’archeologo subacqueo fosse uno stru-           Vlaška Mala-Croazia, Saiun Malo-Francia,
                                                    mento per proporre «... un’informazione ra-      Kizilburun-Turchia, Po-Valona, Secca di
uscita), le Lezioni Fabio Faccenna (I°: pri-
                                                    pida sulle attività di ricerca in corso, su      Capo Bianco-Capo Rizzuto, San Nicolic-
mo-secondo ciclo – edito nel 2001– e II°:
                                                    pubblicazioni e convegni incentrati su te-
terzo-quinto V ciclo – edito nel 2004) e il                                                          chio-Taranto, Arles-Rhône, Capo Gelido-
                                                    matiche concernenti l’archeologia subac-
volume postumo di F. Faccenna, Il relitto                                                            nya, Ladispoli, Mljet-Croazia, Isola
                                                    quea, sulle occasioni di formazione, di
di San Vito Lo Capo, edito nel 2006.                                                                 Martana) e di ricerche su strutture som-
                                                    dibattito e di approfondimento. Una sede
Un bel traguardo, non c’è che dire, soprat-                                                          merse e impianti portuali (Anzio, Cesarea
                                                    autonoma e indipendente capace di garan-
tutto in un paese che non brilla per conti-                                                          Maritima, Marsiglia, Kyme Eolica, Nea Pa-
                                                    tire un confronto libero, franco, possibil-
nuità e sistematicità, un po’ in tutti i settori,   mente spogliato da ipocrisie e da logiche        phos, Ponza, Sidone, Tiro, Thasos, Ustica,
compresa ovviamente l’archeologia subac-            “accademiche”, un dibattito anche aspro          Napoli, Egnazia, Manfredonia), siti som-
quea. Le iniziative avviate durano poco,            ma sempre civile e corretto. Una sede in cui     mersi (Baia, Gaiola, Bacoli, Santa Severa,
spesso si smantellano anche le poche cose           affrontare i temi legati all’individuazione e    Miseno, Sicilia orientale), insediamenti la-
che funzionano, si inseguono le mode, si            alla valorizzazione della figura professio-      custri (Bracciano, Frassino, Banyoles). Par-
preferisce ripartire sempre da zero (e nem-         nale dell’archeologo subacqueo e della sua       ticolare rilievo è stato, opportunamente,
meno “da tre“, come diceva Massimo                  deontologia, approfondire sia gli aspetti        dato ad ampie ricerche territoriali e a pro-
Troisi), si cambia continuamente e il più           tecnici e metodologici della professione sia     getti di carte archeologiche (Salento, La-
delle volte per non cambiare nulla. Lo spi-         le problematiche storiche, promuovere il         guna di Venezia, Yemen, Lazio, Isole di
rito del Gattopardo, a 150 anni dall’Unità          dibattito sulla politica nel campo dei beni      Hyères, Pantelleria, Eolie, Libia, alto
del nostro paese, è ancora ben vivo.                culturali, con particolare riferimento a         Adriatico, Istria, litorale barese, progetto
Tra le iniziative editoriali italiane riguar-       quelli sommersi».                                Liburna in Albania, Isole Tremiti). Secondo
danti l’archeologia subacquea, la nostra è          Questi primi 50 fascicoli (possiamo affer-       lo spirito del giornale, pari attenzione è
l’unica sopravvissuta. Un motivo di orgo-           marlo senza timore di apparire eccessivi)        stata riservata alle attività sottomarine e a
glio, ma anche di tristezza. Questo giornale        hanno ampiamente assolto a queste fun-           quelle, per la verità meno numerose, con-
non ha mai amato le celebrazioni e, meno            zioni. In essi c’è sostanzialmente tutta la      dotte in ambito lacustre, fluviale e in con-
che mai, le autocelebrazioni. Rispetteremo          storia dell’archeologia subacquea e navale       testi umidi. Ad una serie di ‘speciali’, quasi
questa scelta anche in occasione di questo          italiana e non solo, perché abbiamo sempre       sempre presenti, è stata attribuito il com-
bilancio, o meglio di una riflessione critica       programmaticamente voluto avere lo               pito di proporre i necessari approfondi-
e, perché no, anche autocritica, che ancora         sguardo attento verso tutte le esperienze a      menti su ricerche e temi di ampia portata.
una volta spetta a chi scrive, in qualità di        livello europeo e mondiale.                      Infine, anche scoperte sensazionali, come
direttore responsabile. Se ne era già propo-        Lo si coglie chiaramente se si ripercorrono      il satiro di Mazara o il bronzo di Lussino,
sta una in occasione dei dieci anni del gior-       le cronache di centinaia di convegni, semi-      hanno trovato la giusta ospitalità, pur vo-
nale (n. 30), che è stato utile riprendere per      nari, incontri, conferenze e mostre tenuti in    lendo sempre evitare il sensazionalismo di
capire cosa fosse cambiato nei sette anni           Italia e all’estero, con brevi notizie, e        certa divulgazione.
trascorsi da allora; le giornate estive hanno       spesso con ampi resoconti proposti dai di-       Non abbiamo trascurato anche aspetti solo
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
                                                                                                                                  3

indirettamente legati all’archeologia su-        250 titoli: accanto a recensioni anche molto      Una giovane di sessant’anni
bacquea e navale, relativi in generale alla      positive non sono mancate sonore (e sem-
civiltà e alle culture del mare, dell’acqua e    pre documentate) stroncature. Non minore          L’archeologia subacquea come scienza ha
della navigazione, con il ricorso a docu-        attenzione abbiamo dedicato ad un altro           superato quasi sessant’anni e dovrebbe aver
menti iconografici, storico-artistici, epigra-   ambito importante dell’attuale comunica-          superato da tempo la sua fase di innocente
fici, numismatici, letterari o dando conto di    zione in campo archeologico, Internet, con        adolescenza, affrontando con maturità
nuovi studi e interpretazioni (ad es. il mo-     una serie di servizi sull’archeologia subac-      aspetti relativi al proprio statuto teorico,
saico di Populonia, l’efebo di Fano, i guer-     quea on-line.                                     alle metodologie, alle tecniche e alle tec-
rieri di Riace, le grandi navi ellenistiche, i   Il cuore del giornale è stato sempre rappre-      nologie, alle figure professionali. In realtà
fari, i rostri sulle monete romane, le raffi-    sentato, però, dal dibattito ‘politico cultu-     si registra ancora, in particolare in Italia, un
gurazioni di navi sui vasi).                     rale’ sulla situazione dell’archeologia           deficit di riflessione teorica sulla disciplina,
Siamo molto orgogliosi di aver accolto al-       subacquea in Italia e all’estero, con edito-      mentre continua a perpetuarsi, sia al-
cune interviste ad autorevoli studiosi del       riali, documenti, lettere ai vari Ministri dei    l’esterno sia, in certi casi, anche all’interno
settore (A. Raban, P. Pomey, J. Gawroski, J.     Beni Culturali succedutisi nel corso degli        della disciplina, un’idea dilettantesca e
Litwin, R. Steffy) e ricordi dedicati ad al-     anni, analisi di testi legislativi, di risolu-    sportiva o esclusivamente ‘tecnica’ dell’ar-
cuni dei fondatori e dei principali protago-     zioni Unesco, ampi servizi sulla storia e         cheologo subacqueo. In questo contesto
nisti della disciplina (primo fra tutti Nino     l’organizzazione della ricerca in altri paesi     L’archeologo subacqueo ha sempre cercato
Lamboglia, R. Steffy, A. Raban, il c.te J.-      (Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, da-         di rappresentare un luogo di approfondi-
Y. Cousteau, e in questo numero Honor            nimarca, Ungheria, Cuba, Australia) o su          mento e di confronto. Non è stato e non è
Frost), ma anche a persone che hanno in          prestigiosi centri di ricerca internazionali      facile. A volte sembra che gli archeologi su-
vario modo contribuito allo sviluppo della       come l’INA, il dRASSM, il CASC, ecc.              bacquei, abituati come sono ad indossare la
disciplina e ad amici recentemente scom-                                                           maschera per operare sott’acqua e condi-
parsi (come B. E. Giuffré, F. Faccenna, M.       La parola agli archeologi subacquei               zionati da un campo visivo necessaria-
Campolungo, E. Scognamiglio). Ampio                                                                mente limitato, preferiscano conservare la
spazio è stato riservato anche ai giovani e      La scommessa principale è stata rappre-           maschera anche fuori dall’acqua, non per-
giovanissimi, sia con interventi diretti, sia    sentata dal raccontare i fatti dell’archeolo-     cependo orizzonti molto più ampi del mi-
dando notizia di decine di tesi di laurea di-    gia subacquea dando la parola ai diretti          crocosmo disciplinare e non comprendendo
scusse in Italia su argomenti legati all’ar-     interessati, senza deleghe ad altri. Un ten-      che l’acqua è parte (importante, ma co-
cheologia subacquea e navale. Allo stesso        tativo di alta divulgazione effettuato dagli      munque parte) di paesaggi più complessi.
modo, accanto alle novità, si è ritenuto di      archeologi e non da giornalisti o comuni-         L’archeologia subacquea, pertanto, come
dedicare alcuni servizi, magari cogliendo lo     catori. Un tentativo non facile e non sempre      molte altre discipline specialistiche, corre
spunto di una ricorrenza, anche a scavi sto-     riuscito (bisogna ammetterlo): non tutti gli      il rischio di un pericoloso isolamento auto-
rici o a scoperte fondamentali, dalle navi di    archeologi ritengono utile, ed anzi necessa-      referenziale.
Nemi ai Bronzi di Riace e a Porticello, da       rio, dare conto delle proprie attività anche      Sotto questo profilo, l’elemento più inno-
Ulu Burun a Capo Gelidonya.                      ad un pubblico un po’ più ampio di quello         vativo di questi ultimi anni, secondo il pa-
Un’altra sezione di cui si può andare orgo-      degli specialisti (ma non manca, purtroppo,       rere di chi scrive, consiste nel considerare
gliosi è quella relativa ai musei di archeo-     chi non pubblica affatto i risultati delle ri-    sempre più l’archeologia subacquea, pur
logia subacquea e navale, nella quale            cerche anche in sedi scientifiche), pochi         con la sua specificità, quale parte integrante
accanto ai grandi musei specializzati (Bo-       sono coloro che sanno comunicare abban-           di progetti di ‘archeologia globale dei pae-
drum, Cartagena, Malta, Mainz, Adge, Fiu-        donando il linguaggio alquanto esoterico di       saggi’ (urbani, rurali, costieri, subacquei).
micino, San Sebastian, La Maddalena,             certo specialismo. La lingua italiana, peral-     Si avverte fortemente, cioè, l’esigenza di
Lipari, Giza, danzica, Roskilde, Pireo, Ve-      tro, sta conoscendo un processo di banaliz-       procedere ad una ricomposizione dell’arti-
nezia, Barcellona, Marsala, Lisbona, Stoc-       zazione e di imbarbarimento: ma questo è          colato e segmentato insieme disciplinare
colma, Oslo, Galata di Genova, Battaglia         un problema ben più generale che fuorie-          archeologico, privilegiando i due elementi
Terme, Camogli, Capodimonte-Bolsena)             sce di molto dai limitatissimi confini di         che più di altri consentono un possibile pro-
sono stati segnalati anche antiquaria (Santa     queste pagine. Anche sotto questo profilo         cesso di aggregazione e integrazione: la
Severa, Ponente Ligure, San Vito Lo Capo,        si registra da noi un certo ritardo rispetto ad   globalità dell’approccio e dei sistemi di
dock Romains a Marsiglia, Ecija, Antibes,        altri ambiti, come quello anglosassone,           fonti impiegati e il paesaggio. È questa
Ventotene, Marina di Ravenna, Pirano,            dove la comunicazione e il rapporto attivo        un’archeologia subacquea sentita come
Peňiscola, Maratea, Cesenatico, Viareggio,       con la società sono molto curati e dove, nel-     parte integrante dell’archeologia globale di
Giovinazzo, Capo Colonna, san Benedetto          l’ambito delle discipline, il confronto delle     un determinato contesto territoriale, non li-
del Tronto) o, a volte, sezioni dedicate al-     idee, la critica, il dibattito franco sono la     mitata solo all’analisi settoriale di singole
l’archeologia subacquea collocate all’in-        norma. Lo spirito libero e critico, sempre        categorie (i relitti, gli impianti portuali, le
terno di musei archeologici (Marsiglia,          finalizzato però a sottolineare l’alta speci-     architetture, le produzioni, i commerci, i
Sassnitz, Arles); si è avviato anche un cen-     ficità della disciplina e della professione,      manufatti o gli ecofatti, ecc.) ma capace,
simento dei parchi archeologici subacquei        ha sempre caratterizzato il giornale: non         muovendosi in un ottica ambientale, strati-
(Baia, Gaiola, Ustica): si dispone così di       sono mancati fraintendimenti (evidente-           grafica e contestuale, di indagare, con le
una sorta di guida alle esposizioni museali      mente anche per colpa nostra), interpre-          fonti e gli strumenti necessari e/o di volta in
italiane e straniere, che contiamo di arric-     tando questo atteggiamento critico come           volta disponibili, le relazioni funzionali
chire ulteriormente nei prossimi anni.           una chiusura e una contrapposizione pre-          che, nel corso del tempo e nello spazio, si
Nella sezione delle recensioni e segnala-        concetta e non invece come la volontà di          sono venute creando, valorizzando la com-
zioni bibliografiche è stata raccolta buona      dibattito e confronto, anche aspro se neces-      plessità di tutte le forme di contatto dialet-
parte della produzione scientifica italiana e    sario, sugli aspetti scientifici, culturali e     tico che gli individui e le società hanno
straniera dell’ultimo ventennio, con oltre       metodologici.                                     stabilito tra loro e con l’ambiente, in parti-
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
              4

colare con le acque. È questa una posizione        sitario per l’acquisizione di nuovi iscritti     numeroso personale (soprattutto di tipo am-
metodologica ancora condivisa da pochi,            che come esito di un progetto formativo e        ministrativo) e di notevoli mezzi, si va sna-
ma è importante sottolinearne qui l’impor-         culturale. Non sono mancati, peraltro,           turando, come dimostra anche la mancanza
tanza.                                             anche corsi di laurea in archeologia subac-      di un archeologo subacqueo alla sua guida.
                                                   quea privi addirittura dello stesso insegna-
L’archeologia subacquea va all’Univer-             mento di archeologia subacquea. La recente       Per i prossimi 50 numeri
sità (e non sempre con profitto)                   disattivazione di questi corsi di studio in
                                                   varie Università (spesso in sedi decentrate,     Concludendo queste note, non è possibile
Ecco un altro elemento di notevole novità          istituite quasi sempre per compiacere un         ignorare l’esistenza di alcune (notevoli) dif-
di quest’ultimo quindicennio: l’ingresso           politico o un sindaco e per drenare risorse)     ficoltà per il nostro giornale, la cui conti-
dell’archeologia subacquea nell’Università,        dimostra il fallimento di tali esperienze. Mi    nuità è dovuta solo alla perseveranza di
prima come disciplina, poi con veri e pro-         auguro che ci sia un impegno comune ad           alcuni. Abbiamo segnato, in alcuni mo-
pri corsi di studio di primo livello, in ar-       evitare per il futuro iniziative formative di    menti, notevoli ritardi nelle uscite, solo re-
cheologia subacquea e/o navale. Un fatto           questo tipo, garantendo, invece, la presenza
                                                                                                    centemente recuperati con non poca fatica.
importante per la formazione e per la ri-          dell’archeologia subacquea nella laurea di
                                                                                                    È solo il caso di ricordare che tutti i colla-
cerca, che, però, oggi lo possiamo affer-          primo livello all’interno di moduli di disci-
mare, ha anche creato una situazione di            pline archeologiche di tipo metodologico,        boratori del giornale svolgono la loro opera
grande confusione ed eterogeneità, favorita        e di veri e propri insegnamenti, ed, even-       in forma assolutamente volontaria e il vo-
dalla proliferazione dei corsi e delle disci-      tualmente, anche specifici curricula di ar-      lontariato raramente dura per un periodo
pline nell’ambito delle confuse riforme e          cheologia subacquea solo nelle lauree            così lungo, soprattutto se si considerano i
successive degli ordinamenti dell’ultimo           magistrali, ma, preferibilmente, riservan-       numerosi impegni lavorativi, scientifici,
decennio e dell’insensata proliferazione di        done l’approfondimento nelle Scuole di           professionali, istituzionali, familiari che
corsi dai nomi più fantasiosi e attraenti, de-     Specializzazione e nelle Scuole di dotto-        gravano sempre più. Nel corso degli anni
stinati alla formazione di improbabili figure      rato di Ricerca, in specifiche Summer            cambiano le situazioni, alcuni modificano
professionali nei settori più disparati. Si è      School, in Master (possibilmente di se-          la propria condizione lavorativa, altri sono
trattato, a mio parere, di una scelta profon-      condo livello, come alcuni già attivi), pri-     esausti per l’interminabile precariato, altri
damente sbagliata sotto vari profili: a) sotto     vilegiando il carattere interuniversitario e     ancora vanno via dal nostro paese per svol-
quello metodologico, perché anticipa alla          internazionale di queste iniziative di alta      gere all’estero l’attività di archeologo su-
fase della primissima formazione, quando           formazione.                                      bacqueo, altri ancora abbandonano e
cioè sarebbe necessario garantire una solida                                                        cambiano mestiere. Servirebbero nuove
preparazione di base, una presunta compe-          Ed esce quasi completamente dalla tutela         energie, nuovi collaboratori, nuove idee.
tenza che, al contrario, com’è ben noto, ri-                                                        Un altro problema (ben più grave) riguarda
chiede molti anni di studio e di pratica; b)       Ben più problematica è la situazione nel         la situazione della ricerca, sempre più tra-
sotto il profilo tecnico, perché questi corsi      campo della tutela, anche per l’assenza an-      gica in Italia: si effettua sempre meno ri-
non hanno previsto un’adeguata (e a volte          cora di una specifica legge, del mancato         cerca archeologica subacquea e questo
anche una minima) attività pratica sul             reale riconoscimento della figura profes-        deficit fa venire meno ‘la materia prima’,
campo e non hanno richiesto nemmeno                sionale dell’archeologo subacqueo, della li-     la notizia.
come pre-requisito la capacità di operare          mitatissima presenza nei ranghi del              Chiudo, senza retorica, con alcuni ringra-
sott’acqua; c) sotto il profilo professionale,     M.i.B.A.C. di archeologi e tecnici subac-        ziamenti. Un grazie va a chi ha maggior-
perché, mentre da anni ci battiamo per un          quei, della mancanza di imbarcazioni e di        mente dato un apporto significativo al
riconoscimento della figura professionale          mezzi specifici per la ricerca subacquea.        giornale: nel corso degli anni, Alessandra
dell’archeologo subacqueo, rilasciare di-          L’unica novità è stata rappresentata dal pro-    Benini, Carlo Beltrame, Piero A. Gian-
plomi di laurea in archeologia subacquea e         getto Archeomar, al quale sono state riser-
                                                                                                    frotta, più recentemente Giacomo disanta-
navale a dottori triennalisti significa di fatto   vate significative risorse finanziarie,
                                                                                                    rosa. Un grazie a Edipuglia che continua a
sminuire la figura professionale, non ben          finalizzato al censimento e alla creazione
definibile né come tecnico né come ar-             di un sistema informativo dei siti sommersi      credere in questa iniziativa editoriale e cul-
cheologo. Non è sufficiente, per giustificare      di quattro regioni meridionali (prima fase)      turale, tanto faticosa e problematica da ge-
queste scelte, ricorrere alla precisazione         ed ora di alcune regioni della costa tirre-      stire, quanto priva di rientri economici. Un
che in realtà tali corsi si sono configurati       nica. Senza alcuna volontà polemica, biso-       grazie, infine, soprattutto ai nostri lettori, ai
come normali corsi di archeologia, nel-            gna prendere atto che l’esperimento dello        nostri abbonati, e in particolare ai sosteni-
l’ambito della classe dei beni culturali, con      S.T.A.S., peraltro ormai ridotto solo ad una     tori, alcuni dei quali ormai storici.
la semplice aggiunta di alcune discipline          sigla, è fallito: un’analisi, credo, condivisa   Insomma, dopo 50 fascicoli, risultano an-
più specifiche relative all’archeologia su-        anche dagli stessi colleghi che ne hanno         cora valide (e pertanto le ripropongo ancora
bacquea e navale, perché emerge ancor di           fatto parte. Ed anche l’esperienza della So-     una volta) le parole conclusive di quel
più il carattere strumentale dell’operazione,      printendenza del Mare della Sicilia, pur         primo editoriale del 1995: ‘In conclusione,
da interpretare più come marketing univer-         molto innovativa e importante, dotata di         L’archeologo subacqueo si propone di es-
                                                                                                    sere essenzialmente un osservatorio sul-
                                                                                                    l’archeologia subacquea, un luogo di
                                                                                                    incontro e di dibattito. Se potrà contare sul
                                                                                                    contributo dei suoi lettori, archeologi su-
                                                                                                    bacquei e (soprattutto) non, tenterà di vin-
                                                                                                    cere la sua non facile scommessa’.

                                                                                                                                               G.V.
Relitti bizantini
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
                                                                                                                             5

                                                 nell’Adriatico orientale
            NOTIZIE

Presentiamo la sintesi di un lavoro presen-

T
tato nel corso del 15th Symposium on Me-
diterranean Archaeology - SOMA 2011
(Università di Catania, 3-5 marzo 2011),
in corso di stampa nei relativi atti.

         ra il 2006 e il 2010, il dipartimento
         di archeologia subacquea dell’Isti-
         tuto Croato per la Conservazione è
stato impegnato in ricognizioni sul fondo
al largo della costa dalmata centrale e me-
ridionale. Nel corso dell’esplorazione, i su-
bacquei hanno individuato due giacimenti
contenenti anfore bizantine.
Il primo contesto è situato nei pressi del-
l’isola di Mljet nell’Adriatico meridionale,
e può datarsi tra il tardo IX e il X sec. d.C.
L’altro sito è situato vicino all’isoletta di
Merara nella dalmazia centrale, ed è data-
bile al XII-XIII secolo. È importante sotto-
lineare che, finora, a parte alcuni sporadici
ritrovamenti, questi sono due dei soli tre re-
litti di navi da carico bizantine nelle acque
lungo la costa orientale dell’Adriatico.
Il primo contesto archeologico subacqueo è
situato nei pressi di Capo Stoba sulla costa
nordorientale dell’isola di Mljiet. Il sito
conserva i resti di una nave da trasporto
con materiali di provenienza dal Mediter-
raneo orientale. La prima osservazione
scientifica del sito fu organizzata nel 1975,
dal Museo Marittimo di dubrovnik e dal-
l’Istituto per la Conservazione del Patri-
monio Culturale della Repubblica di
Croazia. Il materiale archeologico recupe-
rato in quell’occasione, insieme alle foto-
grafie e alle misurazione di tutte le
tipologie di anfore preventivamente recu-
perate dal sito ed altre anfore conosciute
della stessa epoca, consentirono a Z. Brusić
di dividere le anfore bizantine trovate nel-
l’Adriatico orientale in cinque gruppi.
A causa dell’estrema rarità di ritrovamenti      Cape Stoba. Scavo 2010, saggio 1 (foto R. Mošković).
bizantini nella nostra regione, il diparti-
mento per l’Archeologia subacquea stabilì
nel 2009 di saggiare le condizioni di questo
                                                 maggiore concentrazione di frammenti            Tre saggi archeologici, ciascuno di due
contesto ancora una volta. Non furono os-
servate parti della struttura della nave, ma     giace tra 21 e 25 m su una secca sabbiosa.      metri quadrati, sono stati fatti sulla secca
i resti del carico, come frammenti di an-        Su questa secca è stata trovata un’anfora       sabbiosa sotto l’ancora in ferro. Nel Sag-
fore, ceramica e contenitori in vetro erano      completa sigillata con un tappo convesso        gio I, alla profondità di 24 m, sono state
distribuiti dai 6 ai 25 m di profondità. La      di legno. Lo scavo è proseguito nel 2010.       trovate due anfore. Il fondo di entrambe ha
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
              6

A sinistra: Cape Stoba. Tipologie di anfore trovate sul sito (disegni: V. Zmaić; foto R. Mošković).
A destra: Isola di Merara. Anfora della collezione archeologica subacquea del monastero francescano sull’isola di Krapanj.

base concava. Queste anfore sono caratte-        corto collo e manici leggermente sormon-         copre l’area di 80 m quadrati appartiene ad
ristiche del IX e del X secolo, ed è possi-      tanti l’orlo.                                    anfore bizantine con corpo cilindrico irro-
bile che siano state prodotte nei pressi di      Confronti per questa tipologia sono stati        bustito da nervature e spesse maniglie si-
Constantinopoli o del Mar di Marmara. Nei        trovati nel sito di Mangala e intorno al         tuate più in alto del collo senza orlo. A
saggi 2 e 3, sono state trovate cinque an-       Ponto, come altri gruppi, così essi possono      Merara non è stata ancora trovata nessuna
fore dello stesso tipo, probabilmente nella      essere datati alla stessa epoca, ma va pun-      anfora intera, ma un esemplare simile è
stessa posizione in cui erano state stivate.     tualizzato che questo tipo di anfore sembra      esposto nella collezione archeologica su-
Le anfore hanno un orlo sagomato ad im-          aver avuto una vita molto più lunga: esse        bacquea del monastero francescano sul-
buto, ed un corto collo e corpo a forma di       sono abbastanza numerose tra il X e il XII       l’isola di Krapanj, trovato da pescatori di
cono. Una di queste anfore ha un bollo           secolo, e oltre, come è confermato dal ri-       spugne in un ignoto punto dell’Adriatico
nella zona del collo a forma di due cerchi       trovamento di un buon numero di anfore si-       orientale.
concentrici impressi prima della cottura, e,     mili sul relitto di Serçe Liman (XI sec.).       Le parti superiori delle anfore di Krapanj e
a sinistra di esso, un graffito composto con     Gran parte del carico della nave consisteva
                                                                                                  Merara sono identiche per le dimensioni e
la lettera greca M, con altri caratteri colle-   in vasellame di vetro prodotto nel Mediter-
                                                                                                  la forma, e a causa del fatto che le anfore di
gati alla sua zampa sinistra, una D o una P,     raneo orientale. I frammenti appartengono
                                                                                                  Krapani sono conservate per quasi tutta
incisi dopo la cottura dell’anfora. Un bollo     a ciotole, piatti concavi su piede anulare e
                                                                                                  l’altezza di 40-43 cm (manca una piccola
con centri concentrici rappresenta il mar-       piatti di vari colori e tipologie. Nonostante
chio dell’officina, mentre il successivo         queste forme siano comuni nell’industria         porzione del fondo) l’altezza dell’anfora di
graffito era la sigla del mercante o del pro-    medievale del vetro nel Mediterraneo             Merara può essere fissata in base ad esse.
prietario della nave.                            orientale, la decorazione in vetri bicroma-      Questo tipo di anfora è ben rappresentato
Il confronto più pertinente per questo tipo      tici è abbastanza rara. È conosciuta in          nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero
sono quattro anfore usate come tubuli nella      Egitto, Armenia e in altri contesti del Cau-     nel XII e XIII secolo. Numerosi contenitori
costruzione delle volte della chiesa di S.       caso del IX-X secolo.                            simili sono stati trovati in Ucraina, Roma-
Giovanni Battista a Kerch, datate al IX-X        Un altro relitto giace in prossimità del-        nia e Bulgaria.
secolo. Pochi esempi di un tipo simile sono      l’isoletta di Merara, a sud di Rogoznica         Ulteriori ricerche subacquee sui contesti
stati scoperti a Istanbul ed in alcuni conte-    nella dalmazia centrale. I frammenti di an-      nel Mare Adriatico sopra menzionati forni-
sti in Ucraina, in Crimea.                       fore sono stati individuati a profondità tra 8   ranno agli archeologi nuovi dati e arricchi-
Sullo strato superficiale al di fuori del sag-   e 10 m. A causa dell’alta concentrazione di      ranno la nostra conoscenza circa il
gio, sono state trovate due anfore intere di     cocci e altri frammenti, si può concludere       commercio e le interazioni culturali nel-
piccole dimensioni, e alcuni frammenti           che il contesto conservi effettivamente un       l’Adriatico in età bizantina.
della parte superiore di un’altra anfora.        relitto di nave.
Questo tipo di anfora ha corpo piriforme,        La maggior parte dei ritrovamenti che                                             V.Z. - I.M.
Novità ostiensi
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
                                                                                                                                 7

A
         lcuni nuovi rinvenimenti sono de-         desta grande stupore,
         stinati ad avere un notevole impatto      ben maggiori aspet-
         sugli studi rivolti ai porti e alle di-   tative suscita un se-
namiche costiere del tormentato tratto di li-      condo ritrovamento:
torale che faceva capo anticamente alle            i responsabili del
città di Ostia e di Portus, cioè ai porti di       Portus Project (pro-
Roma. L’area, dominata dalla foce del Te-          getto di ricerca delle
vere e dagli impianti portuali, dapprima lo        Università di Sou-
scalo fluviale di Ostia, poi il bacino di          thampton e di Cam-
Claudio e infine il porto esagonale interno        bridge, della British
di Traiano, è stata radicalmente modificata        School at Rome e
dalla protensione della costa per i depositi       della Soprintendenza
fluviali; poi dalla costruzione dell’aero-         archeologica         di
porto di Fiumicino e dalle conseguenti             Ostia) hanno infatti
opere infrastrutturali e urbanistiche. Nono-       annunciato in una
stante ciò, nuovi dati continuano ad affio-        conferenza stampa
rare, in conseguenza di lavori o a seguito di      (Daily Telegraph, 11
ricerche sistematiche. Alla prima fattispe-        luglio 2011) di aver
cie appartengono il rinvenimento di due re-        rintracciato un canale
litti di imbarcazioni di età romana,               artificiale che ta-
intercettati a quote diverse, e resti in ce-       gliava l’Isola Sacra
mentizio subito riferiti (senza, sembra,           con andamento nord-
un’effettiva motivazione; ma tutto è ancora        sud (www.portuspro-
prematuro) ad un’opera portuale romana. I          ject.org/news/2010/ Posizione approssimata del canale romano (
                                                                                                                       nnnn ) e del relitto (*).
rinvenimenti sono stati effettuati nel corso       portus_canal.shtml).
di indagini propedeutiche alla costruzione         La fossa, larga 80 m,
di un nuovo Ponte della Scafa, opera forte-        correva a lato della
mente contestata perché ritenuta inutile, co-      via Flavia, la strada su cui si affaccia la ne- il porto fluviale di Ostia e i porti imperiali
stosissima, sproporzionata, e di grande            cropoli di Porto (ma da quanto edito non è di Claudio e di Traiano, rendono il ritrova-
impatto ambientale oltreché, con ogni evi-         chiaro se ad est o a ovest). La straordinaria mento eccezionale sotto il profilo topogra-
denza, archeologico; per quanto vale, anche        larghezza, l’andamento e la (di primo ac- fico, ingegneristico e storico, e pongono
noi esprimiamo serie perplessità.                  chito) evidente funzione di un’opera sif- immediatamente molte domande, tra cui la
Se tuttavia la presenza di imbarcazioni non        fatta, mettere cioè in collegamento tra loro più cogente è: quando (da chi) è stata rea-
                                                                                                   lizzata? Speriamo si trovino elementi per
                                                                                                   una possibile risposta. È, ad esempio, noto
                                                                                                   che Nerone progettò lo scavo di un canale
                                                                                                   navigabile tra Ostia e il Lago d’Averno
                                                                                                   (Campi Flegrei), per migliorare i collega-
                                                                                                   menti granari con Roma; porzioni ne sono
                                                                                                   state trovate in vari punti della costa cam-
                                                                                                   pana e laziale. Tuttavia, un plausibile orien-
                                                                                                   tamento cronologico dovrebbe tenere conto
                                                                                                   della posizione degli avanzamenti della
                                                                                                   costa; ovvero, al contrario, il canale stesso
                                                                                                   potrebbe aiutare a ridefinire la cronologia
                                                                                                   dei protendimenti stessi. Per di più, rico-
                                                                                                   struendo (con i vaghi dati a disposizione)
                                                                                                   la posizione dei relitti, essa sembrerebbe
                                                                                                   assai prossima all’estremità meridionale
                                                                                                   del nuovo canale. Congetture in libertà (che
                                                                                                   speriamo i nostri diciannove Lettori vor-
                                                                                                   ranno perdonarci); non resta che attendere
                                                                                                   dati certi.

Veduta del relitto in corso di scavo.                                                                                                      E.Fe.
Quando l’archeologia subacquea
                                                                                                           XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
              8

                                    resta subacquea: ancore a Montalto
L
       a A.S.S.O. (www.assonet.org), la So-
       printendenza per i Beni Archeologici
       dell’Etruria Meridionale e il Reparto
Aeronavale della Guardia di Finanza del
Lazio stanno svolgendo attività congiunte
con l’obiettivo di individuare nuovi giaci-
menti sommersi, acquisire elementi utili
alla tutela e assicurare un qualificato se-
guito alle segnalazioni di subacquei e pe-
scatori. Una proficua collaborazione fra i
tre enti, dunque, praticamente senza oneri
per lo Stato ma che, nel rispetto dei ruoli e
delle competenze, consente una vantag-
giosa condivisione di capacità ed espe-
rienze.
In questo ambito, a settembre 2011 è stato
effettuato un intervento di rilievo a Mon-
talto di Castro (VT) di quattro ceppi d’an-
cora rinvenuti dai sub dell’associazione
locale Assopaguro, tre su una secca a circa       Il ceppo posizionato sul supporto prima del suo insabbiamento.
venti metri di profondità, a una decina di
metri l’uno dall’altro, e un quarto isolato su
un fondo sabbioso. Per quest’ultimo, del          Operazioni analoghe sono state effettuate       due siti artificiali presso calanque debié
peso di circa 500 kg, è stata realizzata la       anche in altri Paesi: si ricorda la sperimen-   (Frioul) e de Niollon, ad una profondità di
messa in sicurezza direttamente sul fondo         tazione effettuata dal d.R.A.S.S.M. fran-       13-15 m, accessibili dunque anche a sub
in modo da renderlo meta di immersioni,           cese (Département des Recherches                poco esperti e avvalendosi della collabora-
fissandolo su due piastre di cemento se-          Archéologiques Subaquatiques et Sous-ma-
                                                                                                  zione dei centri subacquei locali e della Fe-
polte nella sabbia. L’operazione si allinea       rines) tra luglio e novembre 2010, con al-
con i criteri della Convenzione UNESCO            cune anfore schedate e studiate del carico      derazione per gli Studi e gli Sport
(Parigi 2001) che assegna la priorità alla        dei relitti del Grand Congloué, nell’arcipe-    Subacquei.
conservazione sul posto dei reperti som-          lago di Riou, che sono state ricollocate in     L’operazione di Montalto rappresenta dun-
mersi, contenendo i rischi di asportazione.       acqua con un sistema di antifurto, creando      que anche un esempio pratico di valorizza-
                                                                                                  zione del contesto di rinvenimento dei
                                                                                                  reperti archeologici e anche delle notizie
                                                                                                  fornite dai segnalatori, esperti conoscitori
                                                                                                  dei fondali (vd. L’archeologo subacqueo
                                                                                                  45, 2009, p. 7). Si è infatti voluto che que-
                                                                                                  sti facessero immediatamente parte del
                                                                                                  team, grazie all’apertura e alla disponibilità
                                                                                                  della dott.ssa Valeria d’Atri – Responsabile
                                                                                                  del Nucleo operativo per l’Archeologia su-
                                                                                                  bacquea della Soprintendenza per i Beni
                                                                                                  Archeologici dell’Etruria Meridionale – e
                                                                                                  del colonnello Virgilio Giusti, Comandante
                                                                                                  del Reparto Aeronavale della Guardia di Fi-
                                                                                                  nanza del Lazio. I tempi di realizzazione si
                                                                                                  sono così notevolmente ridotti, rendendo
                                                                                                  rapidamente possibile la fruizione di que-
                                                                                                  sto patrimonio culturale sommerso a quanti
                                                                                                  vorranno esplorare i fondali della Ma-
                                                                                                  remma laziale.

Verifica del deposito con una sorbona ad acqua.                                                                                         M.Ma.
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
                                                                                                                  9

                   Seguici sul tuo
                   smartphone                                                   NOVITà EdIPUGLIA
                                                                                          SCONTO ABBONATI: 20%
                         ARCHEOFOSS
                         Open source, free software e open format nei processi di ricerca archeologica
                         A cura di Giuliano de Felice e Maria Giuseppina Sibilano
                         f.to 21x30 - pp. 192 - ill. b/n - bross., Bari 2011, € 40,00
                       L’edizione del 2010 dei workshops ArcheoFOSS, di cui il volume raccoglie gli atti, intende pro-
                       porsi come un momento di confronto fra i diversi attori del sempre più complesso rapporto fra
                       ICT e archeologia.

                         INSEDIAMENTI RURALI E STRUTTURE AGRARIE NELLA PUGLIA CENTRALE
                         IN ETÀ ROMANA
                         Anna Mangiatordi
                         f.to 21x30 - pp. 496 - ill. col. e b/n - bross., Bari 2011, € 70,00
                       Attraverso una minuziosa analisi delle fonti epigrafiche e letterarie e dei dati archeologici e d’ar-
                       chivio, il volume ripercorre la complessa videnda storica e insediativa della Puglia, dall’età della
                       romanizzazione al III sec. d.C.

                          POLITICHE RELIGIOSE NEL MONDO ANTICO E TARDOANTICO
                          A cura di Giovanni Alberto Cecconi e Chantal Gabrielli
                          f.to 17x24 - pp. 420 - ill. b/n - ril., Bari 2011, € 50,00
                       Il volume raccoglie gli atti del Congresso, tenutosi a Firenze nel 2009, sul delicato rapporto tra
                       potere e religione, con particolare riferimento alle politiche religiose attuate dalle autorità nel
                       mondo antico.

                          BETWEEN TAXATION AND RENT. Fiscal problem from Early Antiquity to Middle Ages
                          ENTRE EL IMPUESTO Y LA RENTA. Problemas de la fiscalidad tardoantigua y altomedieval
                          A cura di Pablo C. díaz e Iñaki Martín Viso
                          f.to 17x24 - pp. 330 - ill. b/n - ril., Bari 2011, € 50,00
                       Il volume analizza i cambiamenti della fiscalità tardoantica e altomedievale a partire dall’analisi
                       dei contesti spaziali e temporali.

                                           G l i a b b o n a t i s o s t e n i t o r i p e r i l 2 0 11
Andreasi Pierluigi, Cerro Maggiore (MI)     Corbyons Francesco, Roma                          Manacorda daniele, Roma
Antonelli Benito, Taranto                   Cordano Federica, Milano                          Mazzoli Mario, Roma
Argo, Gruppo ricerche subacquee, Venezia    Covito Carmen, Milano                             Migliorati Luisa, Roma
Astolfi Massimiliano, Torino                d’Atri Valeria, Roma                              Pancani Eckhart Luigi, Roma
                                            diomedea Navigazione, Francavilla al Mare (CH)
Basco Francesco, Napoli                                                                       Papagni Michele, Corato (BA)
                                            Festa Annino, Avellino
Bini Armando, Roma                          Gandelli Lorenzo, Caorso (PC)                     Santocchini Gerg Stefano, Modena
Bottoni Ugo, Roma                           Garrone Giulio, Roma                              Sisci Rocco, Messina
Colucci GianPaolo, Martina Franca (TA)      Laviola Marco, Lucera (FG)                        Vacirca Ivana, Caltagirone (CT)
Copertari Aimone, Potenza Picena (MC)       Lucano Massimo, Torino                            Vitelli Marco, Roma

                Per la rivista e l’elenco degli abbonati sostenitori: www.edipuglia.it/arcsub
Rostri romani in Sicilia
                                                                                                        XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
             10

L
       a Sicilia, tra le tante sue peculiarità,   armi, tutti nei din-
       può vantare un notevole primato: la        torni delle Egadi
       più ricca (e omogenea) collezione di       (www.regione.si-
rostri navali.                                    cilia.it/beniculturali/
dopo il ben noto rostro trovato ad Athlit, in     archeologiasottoma-
Israele, nel 1980, rimasto a lungo un uni-        rina/eventi.htm).
cum, sembrò un fatto eccezionale il seque-        Sarà necessario met-
stro nel 2004 da parte del Nucleo Tutela dei      tere a confronto le
Carabinieri di un altro esemplare nel trapa-      tipologie e i punti
nese. A questo si aggiunse nel 2008 un altro      dei ritrovamenti, ma
ceppo, ritrovato a Capo Rasocolmo-Ac-             ora l’ipotesi, più
                                                  volte delineata da
qualadroni, nel messinese, che ha la parti-
                                                  Sebastiano Tusa (già
colarità di conservare una parte della massa
                                                  Soprintendente del
lignea a cui era fissato. Opportunità pre-
                                                  Mare della Regione
ziosa per effettuare analisi del 14 C: magari
                                                  Sicilia) che si tratti
da confrontare con i risultati a suo tempo        di      testimonianze
scaturiti dal legno residuo nel rostro di         della battaglia che il
Athlit, che restituì una cronologia al 400 ±      10 marzo del 241
130 a.C., dato però da verificare, come rac-      a.C. si combatté alle
comandava Honor Frost nel 1982, con le            Egadi tra Romani e
caratteristiche stilistiche della decorazione     Cartaginesi conclu-
dell’attrezzo (suggeriamo di rileggere            dendo la I Guerra
anche M. Bonino, Prue rostrate sulle mo-          Punica, appare ben
nete romane: simbologia e ipotesi, in L’ar-       fondata, anche per-
cheologo subacqueo 49, 2011, pp. 6-8).            ché corroborata dal Il rostro sequestrato nel 2004.
Poi, però i ritrovamenti, effettuati dalla So-    ritrovamento di elmi
printendenza del mare (con la collabora-          di cronologia com-
zione della RPM Nautical Foundation, che          patibile.
ha messo a disposizione una nave), si sono        Una serie di ritrovamenti, dal secondo in distica (come se ne sono viste tante in Ita-
susseguiti: uno nel 2008, un altro nel 2010,      poi frutto di prospezioni mirate, che – visti lia), che pure in questo caso avrebbe al-
poi due esemplari tra maggio e giugno del         globalmente – restituiscono una scoperta meno poggiato su dei buoni presupposti,
2011, infine un altro nell’agosto scorso, ri-     estremamente significativa quanto clamo- affidando invece una sobria comunicazione
trovamenti che – se abbiamo contato bene          rosa; tanto da far apprezzare che sia stata dei ritrovamenti e della loro prima inter-
– fanno salire a sei gli esemplari di queste      evitata una reboante campagna propagan- pretazione ad una seria rivista di divulga-
                                                                                                 zione scientifica (vd. Focus 229, novembre
                                                                                                 2011, pp. 14-20).

                                                                                                                                     E.Fe.

Un rostro da Levanzo recuperato nel 2011.                                                       Elmi.
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
                                                                                                                                 11

                                                         SPECIALE

                              Miss Honor Frost:
                  l’archeologia del Mediterraneo
Come promesso (vd. L’archeologo subac-           scavo che vennero lì messe a punto costi-
queo, 48, 2010, p. 6), ricordiamo Honor          tuirono una tappa importante nel processo
Frost. Per un’esauriente biografia riman-        di messa a punto della metodologia ar-
diamo i Lettori ad Angela Croome, Honor          cheologica subacquea. Frost fece tesoro
Frost, 28 October 1917 to 12 September           dell’esperienza: tra i primi suoi prodotti
2010, in The International Journal of Nau-       editoriali ci fu un manuale (il primo, nel
tical Archaeology 40.1, 2011, pp. 201-203,       1963): Under the Mediterranean.
alla quale abbiamo anche attinto. Noi, in-       Negli anni, ampliò grandemente la sua rete
vece, cercheremo di esaminare i passaggi         di amicizie e corrispondenze, articolata su
fondamentali delle sue ricerche; lo faremo       più generazioni. In quella cerchia, in parti-
in maniera – inevitabilmente – molto sin-        colare nell’entourage di Joan du Plat Tay-
tetica, certamente in modo parziale e ina-       lor, maturarono quelle spinte editoriali
deguato, ma con l’obiettivo di tentare           rivolte all’interesse per l’archeologia su-
almeno superficialmente di comprendere           bacquea e le navigazioni antiche che si ma-
quanto esse abbiano inciso sullo sviluppo        terializzarono nella fondazione del The
dell’archeologia subacquea, sotto il profilo     International Journal of Nautical Archaeo-

H
tecnico e, soprattutto, metodologico. Non        logy e di Marine Archaeology.
v’è infatti dubbio che Honor Frost abbia         Gli interessi di Honor Frost sono stati ov-
contribuito in modo sostanziale a fondare        viamente molteplici, com’è logico in una
questa scienza.                                  carriera di oltre mezzo secolo. Tuttavia qui
                                                 non approfondiremo tutti i suoi contributi,
        onor Frost esordì come volontaria,       anche se rilevanti per i contesti su cui ella     Honor Frost (1917-2011).
        con una formazione non specifica-        operò, come le ricerche nel porto di Ales-
        mente archeologica; ma era anche         sandria, a Malta, in Libano, ecc. Tenteremo
un’appassionata del mondo subacqueo. de-         invece di entrare a fondo nel percorso            complesso portuale può avere una vita
cise di mettere insieme le due cose, allora      scientifico che alcuni suoi campi di ricerca,     molto lunga, richiedere risarcimenti o su-
unica donna a farlo, con enorme determi-         quelli da lei più coltivati, le suggerirono e     bire modifiche e rifacimenti, l’individua-
nazione, ma con una correttezza nei con-         che hanno portato le più notevoli innova-         zione dell’epoca della realizzazione e la
fronti del patrimonio sommerso talmente          zioni: i porti del Mediterraneo orientale, le     datazione delle fasi successive non risie-
forte da farla poi diventare la scienziata che   ancore in pietra, la nave punica di Marsala.      dono dunque che in minima parte nell’ana-
oggi celebriamo. Il suo rapporto con l’ar-                                                         lisi della tecnica edilizia delle murature.
cheologia si concretizzò nel solco tracciato     Proto-porti del Mediterraneo orientale            Honor Frost comprese che ogni tentativo di
dagli archeologi e archeologhe inglesi, for-                                                       datazione attraverso questi sistemi sarebbe
matisi soprattutto alla scuola di prima e se-    Questo titolo di un articolo di Honor Frost       stato destinato a fallire; cercò allora di trarre
conda ondata di Mortimer Wheeler nel             riassume uno dei suoi interessi scientifici,      indicazioni sulle possibili fasi di realizza-
Vicino Oriente. Il contatto materiale av-        mai abbandonato (in Under the Mediterra-          zione e d’uso attraverso un esame com-
venne nel 1957, quando Honor Frost par-          nean ha scritto: «le mie radici sono nel Me-      plessivo di natura funzionale. Ne scaturì un
tecipò come disegnatrice ad una campagna         diterraneo e nel Levante»). La difficoltà         ragionamento generale, che infine è l’unico
di scavi di Kathleen Kenyon a Jerico. Il         insita nella traduzione dell’espressione          valido: «un metodo di datazione si pro-
contatto con il mondo subacqueo avvenne          proto-harbours esprime assai bene le pro-         spetta se si considera un porto come un
invece frequentando a Cannes il gruppo           blematiche archeologiche del tema: il pre-        meccanismo, piuttosto che come un in-
storico che aveva collaborato anche con          fisso proto non va inteso qui solo in senso       sieme di resti di epoche e stili differenti». Il
Jacques-Yves Cousteau: Frédéric dumas,           diacronico, ma anche evolutivo. Le instal-        metodo di ricerca si compone di dati storici,
dimitri Rebikoff, ecc. Alla fine degli anni      lazioni portuali dei primordi si presenta-        geologici (anche in riferimento all’anda-
‘50, a Bodrum (Turchia) conobbe Peter            vano nel Mediterraneo orientale con una           mento del livello del mare), e si avvale del-
Throckmorton e si unì al gruppo di lavoro        predominanza costruttiva nell’intaglio della      l’analisi stratigrafica delle strutture murarie,
che portò a termine lo scavo di Capo Geli-       pietra, non databili quindi in sé; ogni tenta-    dell’uso della fotografia aerea (già speri-
donya (vd. L’archeologo subacqueo 45,            tivo di studio delle strutture si scontrava (si   mentato a Tiro da Antoine Poidebard e ad
2009, pp. 10-16); fu lei a coinvolgere Fré-      scontra) perciò con le evidenti difficoltà di     Anzio da Giuseppe Lugli); Frost incrociò
déric dumas nell’impresa. Le strategie di        definizione cronologica. Poiché, inoltre, un      anche i dati archeologici con analisi di tipo
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011
             12                                                   SPECIALE
biologico sui livelli sommersi. Utilizzò            in cui l’installazione radicata all’antistante
anche i carotaggi, per individuare aree di at-      reef di Arwad era sommersa e inutilizzabile.
tività nei bacini portuali: osservò che questi      In conclusione, indagini complesse e mul-
contesti sono sostanzialmente privi di in-          tidisciplinari, che portarono a fissare una
terro, il che escludeva la possibilità di otte-     cronologia all’età del ferro o anteriore.
nere informazioni stratigrafiche; perciò,           Strutture portuali dalla cronologia dunque
oltre agli scarsi manufatti edilizi databili sti-   molto alta, che portarono la Frost a coniare
listicamente, ciò che restava erano dati geo-       quella definizione di proto-harbours. Que-
logici, sia di profondità che di superficie.        sto palinsesto di metodologie concorrenti
All’individuazione della cronologia delle           venne attuato da Honor Frost anche in altri
installazioni portuali di Arwad, ad esempio,        contesti, ad esempio a Sidone e a Tiro (dove
concorsero vari e differenti elementi. Per-         verificò che l’area in cui Antoine Poidebard
forazioni geologiche effettuate dalla Com-          aveva individuato il porto meridionale era
pagnie Française des Petroles restituirono          in realtà un quartiere produttivo della città,
una sequenza di variazioni del livello del          poi sommerso). Proprio nell’utilizzo com-
mare che si riverberava sulle fasi di fre-          binato di scienze naturali e geologiche ab-
quentazione. A questi dati si aggiungevano          binato ad una ricerca archeologica che si         Ugarit. Ancore alla fine del dromos della
le tracce superficiali lasciate dal moto on-        avvaleva della fotoaerea e della prospe-          tomba 36.
doso: i marciapiedi (trottoir) sagomati dal-        zione diretta in ambiente sommerso risiede
l’erosione marina, costellati da marmitte           il contributo di Forst agli attuali metodi di     lare delle ipotesi? Una risposta poteva es-
generate dall’attrito di pietre mulinate dalle      ricerca sugli impianti portuali.                  sere nelle ancore in pietra, da usare come
onde: quando questi indicatori erano som-                                                             “fossili guida” per tentare di ricostruire
mersi, rendevano evidente una variazione            Le ancore di pietra come indizi delle             rotte marittime dell’età del Bronzo. Natu-
del rapporto tra terra e mare a vantaggio del       rotte commerciali dell’Età del Bronzo             ralmente, il primo problema da risolvere
secondo. Analisi del C14 sui gusci di orga-                                                           era la datazione dei manufatti. I ritrova-
nismi biologici (vermetidi) concrezionati in        Una volta poste, le domande circa l’origine       menti di questo attrezzo erano già cospicui
zone ormai asciutte testimoniavano, al con-         degli insediamenti portuali e su quali fos-       in mare; tuttavia l’opportunità di disporre
trario, un terminus post quem per il ritiro         sero gli elementi a disposizione per stabi-       di un’ancora datata è assai rara per i conte-
dell’acqua. In termini deduttivi, si aggiun-        lirne un’epoca iniziale presentavano delle        sti sommersi: i soli esemplari databili pro-
gevano altre informazioni. Ad esempio: ad           inevitabili conseguenze. Poiché è evidente        vengono dai relitti, come Capo Gelidonya
Arwad, la porzione di terra del braccio por-        che un porto sia una testimonianza mate-          (un esemplare, ritrovato però tempo dopo
tuale era radicata alla collinetta di Tabbat-       riale di un’attività di navigazione, porti e      lo scavo della nave) e Uluburun, che ne
al-Ammam, che era stata scavata negli anni          navigazioni sono le due facce della stessa        aveva a bordo un gruppo di 23. Questo per
Trenta da Robert John Braidwood. La da-             moneta: per entrambi si ponevano (si pon-         quanto riguarda manufatti dalla cronologia
tazione su base stratigrafica al IX sec. a.C.       gono) problemi dalla non facile soluzione.        alta; ma la stessa Frost notò che su ancore
dell’insediamento, alla cui epoca l’installa-       dopo gli scavi di Capo Gelidonya e di Ulu-        in pietra conservate nei musei di Agde e di
zione apparteneva, coincideva con la fase           burun, l’antichità e le modalità della navi-      Béziers erano incise delle marche identiche
                                                    gazione dell’età del Bronzo è oggi                a quelle che lei stessa individuò su blocchi
                                                    semplicemente ovvia, tanto quanto però in         inutilizzati nella cattedrale romanica di St.
                                                    precedenza era oscura. Restano tuttavia va-       Gilles, ad Arles. La cronologia possibile di
                                                    lidi dei sostanziali interrogativi, soprattutto   queste ancore spaziava dunque dall’età del
                                                    sulle direttrici dei flussi commerciali e,        Bronzo al Medioevo. Anche la distribu-
                                                    dunque, sulla distribuzione delle rotte. La       zione spaziale degli attrezzi poneva pro-
                                                    presenza di un porto in un distretto può es-      blemi. Un esemplare “mediterraneo” era
                                                    sere un ottimo indizio, a patto però di ac-       stato ritrovato in acqua al largo della Cor-
                                                    certarne l’antichità. Ciò tuttavia non            novaglia, fatto che apriva nuovi scenari di
                                                    risolverebbe il problema, poiché per alcuni       diffusione e di cronologia. In anni recenti,
                                                    scambi commerciali un porto strutturato           questa prospettiva si consolidava con il ri-
                                                    poteva non essere nemmeno necessario.             trovamento di un relitto dell’età del Bronzo
                                                    Frost notò che la circolazione di merci su        a dover.
                                                    una rotta mediterranea settentrionale, dalla      dati cronologici possono invece più facil-
                                                    Turchia, per l’Egeo verso l’Italia, la Sicilia    mente rintracciati su base stratigrafica. Nu-
                                                    e le Baleari era chiaramente attestata da pur     merosi esemplari provenivano da scavi in
                                                    esigui materiali ciprioto-fenici ritrovati in     templi, a Ugarit, a Byblos e a Kithion -
                                                    quei distretti: un esempio eloquente ne è il      Cipro. Frost osservò che non si trattava di
                                                    cd. Baal di Selinunte, statuina di divinità fe-   riutilizzi, ma di esemplari nuovi, a volte
                                                    nicia del XIII sec. a.C. ripescata in mare. In    nemmeno finiti: caratteristica che portava
                                                    altri distretti una simile evidenza mancava:      ad escludere il reimpiego degli attrezzi,
                                                    «L’esistenza di rotte marittime Fenicie o         spingendo a ricercare il senso e la finalità di
                                                    Cananee lungo la costa nordafricana nel           questi depositi in base alla loro posizione
                                                    Tardo Bronzo è sostenuta dalla tradizione         nell’ambito del contesto. Cominciò dunque
                                                    e dalla logica, piuttosto che dal materiale       un paziente lavoro di lettura e interpreta-
Byblos. Il primo gradino della scala che por-       scavato». da queste premesse, si chiedeva         zione, non sempre facilitato dalle circo-
tava al tempio della torre.                         Frost, quali elementi utilizzare per formu-       stanze, pubblicando le prime osservazioni
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011

                                                               SPECIALE                                                        13

                                                 teva fotografare; disegnava, ma con una           contesto, dato che gli scafi da guerra, privi
                                                 mano fratturata, ecc.) alla fine il computo       dell’azione protettiva svolta dal carico an-
                                                 delle ancore raggiunse i 43 esemplari, la         foreo sulle navi da trasporto, non si conser-
                                                 metà dei quali concentrata dentro e intorno       vano. Ma questo è un fatto tecnico, che
                                                 ad uno dei due templi-torre della sommità         implica considerazioni metodologiche, in
                                                 del tell. L’inserimento in contesti simili di     grado di appassionare al massimo gli spe-
                                                 ancore rispondeva in maniera coerente ad          cialisti. L’abilità anche comunicativa di
                                                 un intento votivo. Scriveva Frost: «I luoghi      Honor Frost dispiegò invece tutto il suo po-
                                                 in cui a terra si scavano ancore riflettono       tenziale nel presentare con una vera su-
                                                 necessità basilari dei naviganti: prese d’ac-     spense la vicenda storica adombrata dal
                                                 qua (fonti), un passaggio sicuro in questa        relitto di Marsala. Polibio, scrisse, nelle
                                                 vita (templi) e dopo la morte (tombe) […]         Storie presenta un enigma: come, quando e
                                                 azzardo anche il sesso… [per l’abbina-            perché i Romani, marinai d’acqua dolce,
                                                 mento tra pietre forate e altri oggetti]. Altre   presero il mare. All’inizio della I Guerra
                                                 combinazioni simboliche possono essere            Punica essi non avevano quinqueremi e,
                                                 dedotte dal collocamento dell’ancora in           sempre secondo Polibio, non avevano mai
                                                 strutture edilizie ed edifici sacri, ovvero in    pensato al mare: perciò, mancavano arse-
                                                 altre simmetrie, come la coppia di ancore         nali e maestri d’ascia in grado di mettere in
                                                 identiche sistemate in modo simmetrico per        cantiere la nave da guerra per eccellenza:
                                                 configurare un determinato tipo di imbar-         la veloce nave “lunga” a remi. Continuava
                                                 cazione, ecc. […] Quando contesto e posi-         Frost: «In queste circostanze, la risposta
                                                 zione si abbinano e combinano con                 che Polibio dà alla domanda “come?” è a
                                                 caratteristiche delle singole ancore, come        malapena credibile. Proprio all’inizio, men-
                                                 segni incisi, tracce di combustione, ecc., si     tre invadevano la Sicilia con una flotta
                                                 vanno componendo strutture simboliche             presa a noleggio, un colpo di fortuna fece
                                                 complesse, non difficili da individuare ma        cadere una nave da guerra punica nelle
                                                 non agevoli da interpretare». Combinazioni        mani dei Romani. Gli abili ingegneri mili-
                                                 di ancore in varie posizioni erano state tro-     tari romani la copiarono prontamente, nel
                                                 vate a Byblos, nel Tempio degli Obelischi,        tempo che ci volle per trasformare i soldati
                                                 a Ugarit, in un santuario del VII secolo a        romani in rematori, facendoli esercitare ai
Frost con un’ancora di pietra.                   Kition - Bamboula (Cipro) ed in un altro          banchi sulla spiaggia». Vennero allestite
                                                 della stessa epoca a Lecce. L’uso di offrire      100 navi in due mesi. da un inizio della
                                                 ancore alle sorgenti è testimoniato da Apol-      guerra in cui i Romani non avevano navi da
nel 1969 su materiali di Byblos e di Ugarit.     lonio di Rodi, Argonautica 1,950 (Giasone
Ad Ugarit - Ras Shamra, sulla collina del-                                                         guerra, si giunse il 10 marzo del 241 a.C.
                                                 alla sorgente Artacia). La collocazione nel-      alla battaglia conclusiva della I Guerra Pu-
l’altezza naturale di 20 m, nell’età del         l’ambito di strutture templari è variabile:
Bronzo era stata costruita una coppia di                                                           nica, vinta da Lutazio Catulo alle Egadi in
                                                 inglobate in strutture murarie, pietre ango-
templi dedicati a divinità del cielo meteo-                                                        uno scontro navale; eco archeologica di
                                                 lari, nei corsi di fondazione, isolate nei pa-
rologico e della terra. la rappresentazione                                                        quella battaglia sono i sei rostri in bronzo e
                                                 vimenti; numerose le soglie con ancore
su una stele di Baal Hadad, vittorioso su un                                                       gli elmi nel tempo ritrovati nelle acque
                                                 forate, in cui veniva privilegiata la parte fo-
motivo ad onda a raffigurare il combatti-                                                          delle isole Egadi (vd. la notizia in questo
                                                 rata, più fragile, a ribadirne la valenza sim-
mento cosmogonico tra il dio delle tempe-                                                          fascicolo). La testimonianza materiale della
                                                 bolica.
ste e Yam il dio del mare, ha reso evidente                                                        vicenda narrata da Polibio, pensava Frost,
la dedica dell’edificio a questa divinità.                                                         risiede forse proprio nei relitti a nord di
                                                 La nave punica di Marsala
L’altro tempio gemello sembra fosse invece                                                         Marsala: la loro origine punica è attestata
dedicato al dio della terra dagon. Le co-        Il nome di Honor Frost è, forse ancor più         da lettere dell’alfabeto fenicio-punico di-
struzioni portavano l’altezza complessiva        che ai temi precedenti, indissolubilmente         pinte sugli scafi, probabili marche rivolte
della collina a circa 40 m s.l.m.; il loro co-   legato alla nave di Marsala, per la vasta ri-     ai carpentieri per una rapida installazione
stituire un punto notevole della costa pre-      sonanza mediatica che la vicenda ha avuto.
zioso per la navigazione, sulla sommità del      L’archeologo subacqueo (6, 1996, pp. 10-
quale oltretutto si svolgevano sacrifici con     11) si è occupato della nave punica, con un
fuoco, indusse Frost ad avanzare l’ipotesi       servizio ispirato proprio da Honor Frost,
che, anche se nulla attestava con certezza       fortemente amareggiata dalle alterne, e non
che essi fossero progettati con funzione di      sempre felici, vicende della gestione della
fari, di fatto l’idea dell’edificio-faro fosse   conservazione e ed esposizione museale del
scaturita proprio da queste esperienze. Era      relitto. Infine, (ci piace pensare) anche gra-
già da tempo accertata la presenza nel con-      zie a quella segnalazione, le cose si siste-
testo di oggetti peraltro incompresi, a lungo    marono (vd. L’archeologo subacqueo 12,
considerati stèles percées e dunque mai          1998, p. 10). La studiosa ben mise in evi-
esaminati come ancora. Frost era portatrice      denza in numerosi scritti l’importanza sto-
dell’osservazione di pietre forate prove-        rica e scientifica di quel relitto. Le prime
nienti da contesti sommersi: le fu consen-       osservazioni riguardarono il ritrovamento
tito di svolgere ricerche di materiali           (1969), evento eccezionale dovuto alle par-
analoghi. Con varie vicissitudini (non po-       ticolari condizioni geomorfologiche del           Ricostruzione del tempio di Ugarit.
Puoi anche leggere