Quadrimestrale di archeologia subacquea e navale - Anno XVII, n. 2 (50), Maggio - Agosto 2011 - Edipuglia
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Quadrimestrale di archeologia subacquea e navale Anno XVII, n. 2 (50), Maggio - Agosto 2011 Sped. in abb. post. 70% - Autorizz. Filiale di Bari 50
I nostri primi cinquanta numeri XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 2 Mille pagine di archeologia subacquea e navale EdITORIALE 50 fascicoli, 17 anni di vita, 1.000 consentito anche di sfogliare nuovamente retti interessati. Può apparire un po’ noioso pagine di archeologia subac- tutti i numeri, per ripercorrere un po’ la no- proporre un lungo elenco, sia pur necessa- quea e navale (il calcolo è fa- stra storia. riamente incompleto, (ce ne scusiamo con cile per un giornale costituito da 20 pagi- Anche nel numero del decennale avevo i lettori), ma i dati che emergono dalla ras- ne, limite che, però, in qualche occasione preso le mosse dall’editoriale del primo nu- segna sono significativi. Sono stati illu- non abbiamo rispettato). Messi tutti insie- mero, apparso nell’ormai lontano 1995, nel strati, quasi sempre a cura dei diretti me costituiscono un bel volume con un quale si indicavano alcune linee program- responsabili delle ricerche, i risultati di nu- dorso di circa 9 centimetri. È un bilancio matiche del giornale e il ruolo e il signifi- merosissimi scavi di relitti (Ulu Burun, Ma- confortante, e lo è ancor di più se conside- cato che a questa iniziativa alcuni ’agan Michel, Arles 4, Grado, Brindisi, riamo che al giornale si è anche andata af- archeologi italiani (con me, Paolo Arata, Crotone, Gela I, Giglio, Tantura, Capo Li- fiancando nel tempo una serie di mono- Enrico Felici, Piero Gianfrotta e l’indimen- naro, Punta Iria, Terracina, Culip VI, Punta grafie, la Biblioteca de L’archeologo su- ticato Fabio Faccenna) attribuivano, anche Ala, Bagaud 3, Port-Man 1, Olbia, Pisa, bacqueo, nell’ambito di una collana di in relazione alle attività dell’Associazione Tektaş Burnu, Saint-Malo, Grand Ribaud F, Edipuglia diretta da chi scrive, Bibliothe- Italiana degli Archeologi Subacquei (AIA- U Pezzu, Leporano, San Vito, Brunei, ca Archaeologica, con cinque volumi già Sub), che, proprio in quegli anni, in un Escombreras, Cala Sant Vicenç, Gnalić, Al- pubblicati: gli Atti dei Convegni Naziona- clima di grande entusiasmo nell’ambito benga B, Gela II, Mercure, navi vichinghe li di Archeologia Subacquea (I°, Anzio dell’archeologia subacquea italiana, pren- di Oslo, le navi del porto di Neapolis, l’Ar- 2006, edito nel 2007, II°, Castiglioncello deva le mosse. Non è inutile riproporle an- cangelo Raffaele, Polluce-Elba, Arduz, 2001, edito nel 2003, III°, Manfredonia cora una volta. Noi tutti volevamo che Ustica, Iulia felix, Cala Rossa-Corsica, 2007, e IV°, Genova 2010, di prossima L’archeologo subacqueo fosse uno stru- Vlaška Mala-Croazia, Saiun Malo-Francia, mento per proporre «... un’informazione ra- Kizilburun-Turchia, Po-Valona, Secca di uscita), le Lezioni Fabio Faccenna (I°: pri- pida sulle attività di ricerca in corso, su Capo Bianco-Capo Rizzuto, San Nicolic- mo-secondo ciclo – edito nel 2001– e II°: pubblicazioni e convegni incentrati su te- terzo-quinto V ciclo – edito nel 2004) e il chio-Taranto, Arles-Rhône, Capo Gelido- matiche concernenti l’archeologia subac- volume postumo di F. Faccenna, Il relitto nya, Ladispoli, Mljet-Croazia, Isola quea, sulle occasioni di formazione, di di San Vito Lo Capo, edito nel 2006. Martana) e di ricerche su strutture som- dibattito e di approfondimento. Una sede Un bel traguardo, non c’è che dire, soprat- merse e impianti portuali (Anzio, Cesarea autonoma e indipendente capace di garan- tutto in un paese che non brilla per conti- Maritima, Marsiglia, Kyme Eolica, Nea Pa- tire un confronto libero, franco, possibil- nuità e sistematicità, un po’ in tutti i settori, mente spogliato da ipocrisie e da logiche phos, Ponza, Sidone, Tiro, Thasos, Ustica, compresa ovviamente l’archeologia subac- “accademiche”, un dibattito anche aspro Napoli, Egnazia, Manfredonia), siti som- quea. Le iniziative avviate durano poco, ma sempre civile e corretto. Una sede in cui mersi (Baia, Gaiola, Bacoli, Santa Severa, spesso si smantellano anche le poche cose affrontare i temi legati all’individuazione e Miseno, Sicilia orientale), insediamenti la- che funzionano, si inseguono le mode, si alla valorizzazione della figura professio- custri (Bracciano, Frassino, Banyoles). Par- preferisce ripartire sempre da zero (e nem- nale dell’archeologo subacqueo e della sua ticolare rilievo è stato, opportunamente, meno “da tre“, come diceva Massimo deontologia, approfondire sia gli aspetti dato ad ampie ricerche territoriali e a pro- Troisi), si cambia continuamente e il più tecnici e metodologici della professione sia getti di carte archeologiche (Salento, La- delle volte per non cambiare nulla. Lo spi- le problematiche storiche, promuovere il guna di Venezia, Yemen, Lazio, Isole di rito del Gattopardo, a 150 anni dall’Unità dibattito sulla politica nel campo dei beni Hyères, Pantelleria, Eolie, Libia, alto del nostro paese, è ancora ben vivo. culturali, con particolare riferimento a Adriatico, Istria, litorale barese, progetto Tra le iniziative editoriali italiane riguar- quelli sommersi». Liburna in Albania, Isole Tremiti). Secondo danti l’archeologia subacquea, la nostra è Questi primi 50 fascicoli (possiamo affer- lo spirito del giornale, pari attenzione è l’unica sopravvissuta. Un motivo di orgo- marlo senza timore di apparire eccessivi) stata riservata alle attività sottomarine e a glio, ma anche di tristezza. Questo giornale hanno ampiamente assolto a queste fun- quelle, per la verità meno numerose, con- non ha mai amato le celebrazioni e, meno zioni. In essi c’è sostanzialmente tutta la dotte in ambito lacustre, fluviale e in con- che mai, le autocelebrazioni. Rispetteremo storia dell’archeologia subacquea e navale testi umidi. Ad una serie di ‘speciali’, quasi questa scelta anche in occasione di questo italiana e non solo, perché abbiamo sempre sempre presenti, è stata attribuito il com- bilancio, o meglio di una riflessione critica programmaticamente voluto avere lo pito di proporre i necessari approfondi- e, perché no, anche autocritica, che ancora sguardo attento verso tutte le esperienze a menti su ricerche e temi di ampia portata. una volta spetta a chi scrive, in qualità di livello europeo e mondiale. Infine, anche scoperte sensazionali, come direttore responsabile. Se ne era già propo- Lo si coglie chiaramente se si ripercorrono il satiro di Mazara o il bronzo di Lussino, sta una in occasione dei dieci anni del gior- le cronache di centinaia di convegni, semi- hanno trovato la giusta ospitalità, pur vo- nale (n. 30), che è stato utile riprendere per nari, incontri, conferenze e mostre tenuti in lendo sempre evitare il sensazionalismo di capire cosa fosse cambiato nei sette anni Italia e all’estero, con brevi notizie, e certa divulgazione. trascorsi da allora; le giornate estive hanno spesso con ampi resoconti proposti dai di- Non abbiamo trascurato anche aspetti solo
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 3 indirettamente legati all’archeologia su- 250 titoli: accanto a recensioni anche molto Una giovane di sessant’anni bacquea e navale, relativi in generale alla positive non sono mancate sonore (e sem- civiltà e alle culture del mare, dell’acqua e pre documentate) stroncature. Non minore L’archeologia subacquea come scienza ha della navigazione, con il ricorso a docu- attenzione abbiamo dedicato ad un altro superato quasi sessant’anni e dovrebbe aver menti iconografici, storico-artistici, epigra- ambito importante dell’attuale comunica- superato da tempo la sua fase di innocente fici, numismatici, letterari o dando conto di zione in campo archeologico, Internet, con adolescenza, affrontando con maturità nuovi studi e interpretazioni (ad es. il mo- una serie di servizi sull’archeologia subac- aspetti relativi al proprio statuto teorico, saico di Populonia, l’efebo di Fano, i guer- quea on-line. alle metodologie, alle tecniche e alle tec- rieri di Riace, le grandi navi ellenistiche, i Il cuore del giornale è stato sempre rappre- nologie, alle figure professionali. In realtà fari, i rostri sulle monete romane, le raffi- sentato, però, dal dibattito ‘politico cultu- si registra ancora, in particolare in Italia, un gurazioni di navi sui vasi). rale’ sulla situazione dell’archeologia deficit di riflessione teorica sulla disciplina, Siamo molto orgogliosi di aver accolto al- subacquea in Italia e all’estero, con edito- mentre continua a perpetuarsi, sia al- cune interviste ad autorevoli studiosi del riali, documenti, lettere ai vari Ministri dei l’esterno sia, in certi casi, anche all’interno settore (A. Raban, P. Pomey, J. Gawroski, J. Beni Culturali succedutisi nel corso degli della disciplina, un’idea dilettantesca e Litwin, R. Steffy) e ricordi dedicati ad al- anni, analisi di testi legislativi, di risolu- sportiva o esclusivamente ‘tecnica’ dell’ar- cuni dei fondatori e dei principali protago- zioni Unesco, ampi servizi sulla storia e cheologo subacqueo. In questo contesto nisti della disciplina (primo fra tutti Nino l’organizzazione della ricerca in altri paesi L’archeologo subacqueo ha sempre cercato Lamboglia, R. Steffy, A. Raban, il c.te J.- (Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, da- di rappresentare un luogo di approfondi- Y. Cousteau, e in questo numero Honor nimarca, Ungheria, Cuba, Australia) o su mento e di confronto. Non è stato e non è Frost), ma anche a persone che hanno in prestigiosi centri di ricerca internazionali facile. A volte sembra che gli archeologi su- vario modo contribuito allo sviluppo della come l’INA, il dRASSM, il CASC, ecc. bacquei, abituati come sono ad indossare la disciplina e ad amici recentemente scom- maschera per operare sott’acqua e condi- parsi (come B. E. Giuffré, F. Faccenna, M. La parola agli archeologi subacquei zionati da un campo visivo necessaria- Campolungo, E. Scognamiglio). Ampio mente limitato, preferiscano conservare la spazio è stato riservato anche ai giovani e La scommessa principale è stata rappre- maschera anche fuori dall’acqua, non per- giovanissimi, sia con interventi diretti, sia sentata dal raccontare i fatti dell’archeolo- cependo orizzonti molto più ampi del mi- dando notizia di decine di tesi di laurea di- gia subacquea dando la parola ai diretti crocosmo disciplinare e non comprendendo scusse in Italia su argomenti legati all’ar- interessati, senza deleghe ad altri. Un ten- che l’acqua è parte (importante, ma co- cheologia subacquea e navale. Allo stesso tativo di alta divulgazione effettuato dagli munque parte) di paesaggi più complessi. modo, accanto alle novità, si è ritenuto di archeologi e non da giornalisti o comuni- L’archeologia subacquea, pertanto, come dedicare alcuni servizi, magari cogliendo lo catori. Un tentativo non facile e non sempre molte altre discipline specialistiche, corre spunto di una ricorrenza, anche a scavi sto- riuscito (bisogna ammetterlo): non tutti gli il rischio di un pericoloso isolamento auto- rici o a scoperte fondamentali, dalle navi di archeologi ritengono utile, ed anzi necessa- referenziale. Nemi ai Bronzi di Riace e a Porticello, da rio, dare conto delle proprie attività anche Sotto questo profilo, l’elemento più inno- Ulu Burun a Capo Gelidonya. ad un pubblico un po’ più ampio di quello vativo di questi ultimi anni, secondo il pa- Un’altra sezione di cui si può andare orgo- degli specialisti (ma non manca, purtroppo, rere di chi scrive, consiste nel considerare gliosi è quella relativa ai musei di archeo- chi non pubblica affatto i risultati delle ri- sempre più l’archeologia subacquea, pur logia subacquea e navale, nella quale cerche anche in sedi scientifiche), pochi con la sua specificità, quale parte integrante accanto ai grandi musei specializzati (Bo- sono coloro che sanno comunicare abban- di progetti di ‘archeologia globale dei pae- drum, Cartagena, Malta, Mainz, Adge, Fiu- donando il linguaggio alquanto esoterico di saggi’ (urbani, rurali, costieri, subacquei). micino, San Sebastian, La Maddalena, certo specialismo. La lingua italiana, peral- Si avverte fortemente, cioè, l’esigenza di Lipari, Giza, danzica, Roskilde, Pireo, Ve- tro, sta conoscendo un processo di banaliz- procedere ad una ricomposizione dell’arti- nezia, Barcellona, Marsala, Lisbona, Stoc- zazione e di imbarbarimento: ma questo è colato e segmentato insieme disciplinare colma, Oslo, Galata di Genova, Battaglia un problema ben più generale che fuorie- archeologico, privilegiando i due elementi Terme, Camogli, Capodimonte-Bolsena) sce di molto dai limitatissimi confini di che più di altri consentono un possibile pro- sono stati segnalati anche antiquaria (Santa queste pagine. Anche sotto questo profilo cesso di aggregazione e integrazione: la Severa, Ponente Ligure, San Vito Lo Capo, si registra da noi un certo ritardo rispetto ad globalità dell’approccio e dei sistemi di dock Romains a Marsiglia, Ecija, Antibes, altri ambiti, come quello anglosassone, fonti impiegati e il paesaggio. È questa Ventotene, Marina di Ravenna, Pirano, dove la comunicazione e il rapporto attivo un’archeologia subacquea sentita come Peňiscola, Maratea, Cesenatico, Viareggio, con la società sono molto curati e dove, nel- parte integrante dell’archeologia globale di Giovinazzo, Capo Colonna, san Benedetto l’ambito delle discipline, il confronto delle un determinato contesto territoriale, non li- del Tronto) o, a volte, sezioni dedicate al- idee, la critica, il dibattito franco sono la mitata solo all’analisi settoriale di singole l’archeologia subacquea collocate all’in- norma. Lo spirito libero e critico, sempre categorie (i relitti, gli impianti portuali, le terno di musei archeologici (Marsiglia, finalizzato però a sottolineare l’alta speci- architetture, le produzioni, i commerci, i Sassnitz, Arles); si è avviato anche un cen- ficità della disciplina e della professione, manufatti o gli ecofatti, ecc.) ma capace, simento dei parchi archeologici subacquei ha sempre caratterizzato il giornale: non muovendosi in un ottica ambientale, strati- (Baia, Gaiola, Ustica): si dispone così di sono mancati fraintendimenti (evidente- grafica e contestuale, di indagare, con le una sorta di guida alle esposizioni museali mente anche per colpa nostra), interpre- fonti e gli strumenti necessari e/o di volta in italiane e straniere, che contiamo di arric- tando questo atteggiamento critico come volta disponibili, le relazioni funzionali chire ulteriormente nei prossimi anni. una chiusura e una contrapposizione pre- che, nel corso del tempo e nello spazio, si Nella sezione delle recensioni e segnala- concetta e non invece come la volontà di sono venute creando, valorizzando la com- zioni bibliografiche è stata raccolta buona dibattito e confronto, anche aspro se neces- plessità di tutte le forme di contatto dialet- parte della produzione scientifica italiana e sario, sugli aspetti scientifici, culturali e tico che gli individui e le società hanno straniera dell’ultimo ventennio, con oltre metodologici. stabilito tra loro e con l’ambiente, in parti-
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 4 colare con le acque. È questa una posizione sitario per l’acquisizione di nuovi iscritti numeroso personale (soprattutto di tipo am- metodologica ancora condivisa da pochi, che come esito di un progetto formativo e ministrativo) e di notevoli mezzi, si va sna- ma è importante sottolinearne qui l’impor- culturale. Non sono mancati, peraltro, turando, come dimostra anche la mancanza tanza. anche corsi di laurea in archeologia subac- di un archeologo subacqueo alla sua guida. quea privi addirittura dello stesso insegna- L’archeologia subacquea va all’Univer- mento di archeologia subacquea. La recente Per i prossimi 50 numeri sità (e non sempre con profitto) disattivazione di questi corsi di studio in varie Università (spesso in sedi decentrate, Concludendo queste note, non è possibile Ecco un altro elemento di notevole novità istituite quasi sempre per compiacere un ignorare l’esistenza di alcune (notevoli) dif- di quest’ultimo quindicennio: l’ingresso politico o un sindaco e per drenare risorse) ficoltà per il nostro giornale, la cui conti- dell’archeologia subacquea nell’Università, dimostra il fallimento di tali esperienze. Mi nuità è dovuta solo alla perseveranza di prima come disciplina, poi con veri e pro- auguro che ci sia un impegno comune ad alcuni. Abbiamo segnato, in alcuni mo- pri corsi di studio di primo livello, in ar- evitare per il futuro iniziative formative di menti, notevoli ritardi nelle uscite, solo re- cheologia subacquea e/o navale. Un fatto questo tipo, garantendo, invece, la presenza centemente recuperati con non poca fatica. importante per la formazione e per la ri- dell’archeologia subacquea nella laurea di È solo il caso di ricordare che tutti i colla- cerca, che, però, oggi lo possiamo affer- primo livello all’interno di moduli di disci- mare, ha anche creato una situazione di pline archeologiche di tipo metodologico, boratori del giornale svolgono la loro opera grande confusione ed eterogeneità, favorita e di veri e propri insegnamenti, ed, even- in forma assolutamente volontaria e il vo- dalla proliferazione dei corsi e delle disci- tualmente, anche specifici curricula di ar- lontariato raramente dura per un periodo pline nell’ambito delle confuse riforme e cheologia subacquea solo nelle lauree così lungo, soprattutto se si considerano i successive degli ordinamenti dell’ultimo magistrali, ma, preferibilmente, riservan- numerosi impegni lavorativi, scientifici, decennio e dell’insensata proliferazione di done l’approfondimento nelle Scuole di professionali, istituzionali, familiari che corsi dai nomi più fantasiosi e attraenti, de- Specializzazione e nelle Scuole di dotto- gravano sempre più. Nel corso degli anni stinati alla formazione di improbabili figure rato di Ricerca, in specifiche Summer cambiano le situazioni, alcuni modificano professionali nei settori più disparati. Si è School, in Master (possibilmente di se- la propria condizione lavorativa, altri sono trattato, a mio parere, di una scelta profon- condo livello, come alcuni già attivi), pri- esausti per l’interminabile precariato, altri damente sbagliata sotto vari profili: a) sotto vilegiando il carattere interuniversitario e ancora vanno via dal nostro paese per svol- quello metodologico, perché anticipa alla internazionale di queste iniziative di alta gere all’estero l’attività di archeologo su- fase della primissima formazione, quando formazione. bacqueo, altri ancora abbandonano e cioè sarebbe necessario garantire una solida cambiano mestiere. Servirebbero nuove preparazione di base, una presunta compe- Ed esce quasi completamente dalla tutela energie, nuovi collaboratori, nuove idee. tenza che, al contrario, com’è ben noto, ri- Un altro problema (ben più grave) riguarda chiede molti anni di studio e di pratica; b) Ben più problematica è la situazione nel la situazione della ricerca, sempre più tra- sotto il profilo tecnico, perché questi corsi campo della tutela, anche per l’assenza an- gica in Italia: si effettua sempre meno ri- non hanno previsto un’adeguata (e a volte cora di una specifica legge, del mancato cerca archeologica subacquea e questo anche una minima) attività pratica sul reale riconoscimento della figura profes- deficit fa venire meno ‘la materia prima’, campo e non hanno richiesto nemmeno sionale dell’archeologo subacqueo, della li- la notizia. come pre-requisito la capacità di operare mitatissima presenza nei ranghi del Chiudo, senza retorica, con alcuni ringra- sott’acqua; c) sotto il profilo professionale, M.i.B.A.C. di archeologi e tecnici subac- ziamenti. Un grazie va a chi ha maggior- perché, mentre da anni ci battiamo per un quei, della mancanza di imbarcazioni e di mente dato un apporto significativo al riconoscimento della figura professionale mezzi specifici per la ricerca subacquea. giornale: nel corso degli anni, Alessandra dell’archeologo subacqueo, rilasciare di- L’unica novità è stata rappresentata dal pro- Benini, Carlo Beltrame, Piero A. Gian- plomi di laurea in archeologia subacquea e getto Archeomar, al quale sono state riser- frotta, più recentemente Giacomo disanta- navale a dottori triennalisti significa di fatto vate significative risorse finanziarie, rosa. Un grazie a Edipuglia che continua a sminuire la figura professionale, non ben finalizzato al censimento e alla creazione definibile né come tecnico né come ar- di un sistema informativo dei siti sommersi credere in questa iniziativa editoriale e cul- cheologo. Non è sufficiente, per giustificare di quattro regioni meridionali (prima fase) turale, tanto faticosa e problematica da ge- queste scelte, ricorrere alla precisazione ed ora di alcune regioni della costa tirre- stire, quanto priva di rientri economici. Un che in realtà tali corsi si sono configurati nica. Senza alcuna volontà polemica, biso- grazie, infine, soprattutto ai nostri lettori, ai come normali corsi di archeologia, nel- gna prendere atto che l’esperimento dello nostri abbonati, e in particolare ai sosteni- l’ambito della classe dei beni culturali, con S.T.A.S., peraltro ormai ridotto solo ad una tori, alcuni dei quali ormai storici. la semplice aggiunta di alcune discipline sigla, è fallito: un’analisi, credo, condivisa Insomma, dopo 50 fascicoli, risultano an- più specifiche relative all’archeologia su- anche dagli stessi colleghi che ne hanno cora valide (e pertanto le ripropongo ancora bacquea e navale, perché emerge ancor di fatto parte. Ed anche l’esperienza della So- una volta) le parole conclusive di quel più il carattere strumentale dell’operazione, printendenza del Mare della Sicilia, pur primo editoriale del 1995: ‘In conclusione, da interpretare più come marketing univer- molto innovativa e importante, dotata di L’archeologo subacqueo si propone di es- sere essenzialmente un osservatorio sul- l’archeologia subacquea, un luogo di incontro e di dibattito. Se potrà contare sul contributo dei suoi lettori, archeologi su- bacquei e (soprattutto) non, tenterà di vin- cere la sua non facile scommessa’. G.V.
Relitti bizantini XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 5 nell’Adriatico orientale NOTIZIE Presentiamo la sintesi di un lavoro presen- T tato nel corso del 15th Symposium on Me- diterranean Archaeology - SOMA 2011 (Università di Catania, 3-5 marzo 2011), in corso di stampa nei relativi atti. ra il 2006 e il 2010, il dipartimento di archeologia subacquea dell’Isti- tuto Croato per la Conservazione è stato impegnato in ricognizioni sul fondo al largo della costa dalmata centrale e me- ridionale. Nel corso dell’esplorazione, i su- bacquei hanno individuato due giacimenti contenenti anfore bizantine. Il primo contesto è situato nei pressi del- l’isola di Mljet nell’Adriatico meridionale, e può datarsi tra il tardo IX e il X sec. d.C. L’altro sito è situato vicino all’isoletta di Merara nella dalmazia centrale, ed è data- bile al XII-XIII secolo. È importante sotto- lineare che, finora, a parte alcuni sporadici ritrovamenti, questi sono due dei soli tre re- litti di navi da carico bizantine nelle acque lungo la costa orientale dell’Adriatico. Il primo contesto archeologico subacqueo è situato nei pressi di Capo Stoba sulla costa nordorientale dell’isola di Mljiet. Il sito conserva i resti di una nave da trasporto con materiali di provenienza dal Mediter- raneo orientale. La prima osservazione scientifica del sito fu organizzata nel 1975, dal Museo Marittimo di dubrovnik e dal- l’Istituto per la Conservazione del Patri- monio Culturale della Repubblica di Croazia. Il materiale archeologico recupe- rato in quell’occasione, insieme alle foto- grafie e alle misurazione di tutte le tipologie di anfore preventivamente recu- perate dal sito ed altre anfore conosciute della stessa epoca, consentirono a Z. Brusić di dividere le anfore bizantine trovate nel- l’Adriatico orientale in cinque gruppi. A causa dell’estrema rarità di ritrovamenti Cape Stoba. Scavo 2010, saggio 1 (foto R. Mošković). bizantini nella nostra regione, il diparti- mento per l’Archeologia subacquea stabilì nel 2009 di saggiare le condizioni di questo maggiore concentrazione di frammenti Tre saggi archeologici, ciascuno di due contesto ancora una volta. Non furono os- servate parti della struttura della nave, ma giace tra 21 e 25 m su una secca sabbiosa. metri quadrati, sono stati fatti sulla secca i resti del carico, come frammenti di an- Su questa secca è stata trovata un’anfora sabbiosa sotto l’ancora in ferro. Nel Sag- fore, ceramica e contenitori in vetro erano completa sigillata con un tappo convesso gio I, alla profondità di 24 m, sono state distribuiti dai 6 ai 25 m di profondità. La di legno. Lo scavo è proseguito nel 2010. trovate due anfore. Il fondo di entrambe ha
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 6 A sinistra: Cape Stoba. Tipologie di anfore trovate sul sito (disegni: V. Zmaić; foto R. Mošković). A destra: Isola di Merara. Anfora della collezione archeologica subacquea del monastero francescano sull’isola di Krapanj. base concava. Queste anfore sono caratte- corto collo e manici leggermente sormon- copre l’area di 80 m quadrati appartiene ad ristiche del IX e del X secolo, ed è possi- tanti l’orlo. anfore bizantine con corpo cilindrico irro- bile che siano state prodotte nei pressi di Confronti per questa tipologia sono stati bustito da nervature e spesse maniglie si- Constantinopoli o del Mar di Marmara. Nei trovati nel sito di Mangala e intorno al tuate più in alto del collo senza orlo. A saggi 2 e 3, sono state trovate cinque an- Ponto, come altri gruppi, così essi possono Merara non è stata ancora trovata nessuna fore dello stesso tipo, probabilmente nella essere datati alla stessa epoca, ma va pun- anfora intera, ma un esemplare simile è stessa posizione in cui erano state stivate. tualizzato che questo tipo di anfore sembra esposto nella collezione archeologica su- Le anfore hanno un orlo sagomato ad im- aver avuto una vita molto più lunga: esse bacquea del monastero francescano sul- buto, ed un corto collo e corpo a forma di sono abbastanza numerose tra il X e il XII l’isola di Krapanj, trovato da pescatori di cono. Una di queste anfore ha un bollo secolo, e oltre, come è confermato dal ri- spugne in un ignoto punto dell’Adriatico nella zona del collo a forma di due cerchi trovamento di un buon numero di anfore si- orientale. concentrici impressi prima della cottura, e, mili sul relitto di Serçe Liman (XI sec.). Le parti superiori delle anfore di Krapanj e a sinistra di esso, un graffito composto con Gran parte del carico della nave consisteva Merara sono identiche per le dimensioni e la lettera greca M, con altri caratteri colle- in vasellame di vetro prodotto nel Mediter- la forma, e a causa del fatto che le anfore di gati alla sua zampa sinistra, una D o una P, raneo orientale. I frammenti appartengono Krapani sono conservate per quasi tutta incisi dopo la cottura dell’anfora. Un bollo a ciotole, piatti concavi su piede anulare e l’altezza di 40-43 cm (manca una piccola con centri concentrici rappresenta il mar- piatti di vari colori e tipologie. Nonostante chio dell’officina, mentre il successivo queste forme siano comuni nell’industria porzione del fondo) l’altezza dell’anfora di graffito era la sigla del mercante o del pro- medievale del vetro nel Mediterraneo Merara può essere fissata in base ad esse. prietario della nave. orientale, la decorazione in vetri bicroma- Questo tipo di anfora è ben rappresentato Il confronto più pertinente per questo tipo tici è abbastanza rara. È conosciuta in nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero sono quattro anfore usate come tubuli nella Egitto, Armenia e in altri contesti del Cau- nel XII e XIII secolo. Numerosi contenitori costruzione delle volte della chiesa di S. caso del IX-X secolo. simili sono stati trovati in Ucraina, Roma- Giovanni Battista a Kerch, datate al IX-X Un altro relitto giace in prossimità del- nia e Bulgaria. secolo. Pochi esempi di un tipo simile sono l’isoletta di Merara, a sud di Rogoznica Ulteriori ricerche subacquee sui contesti stati scoperti a Istanbul ed in alcuni conte- nella dalmazia centrale. I frammenti di an- nel Mare Adriatico sopra menzionati forni- sti in Ucraina, in Crimea. fore sono stati individuati a profondità tra 8 ranno agli archeologi nuovi dati e arricchi- Sullo strato superficiale al di fuori del sag- e 10 m. A causa dell’alta concentrazione di ranno la nostra conoscenza circa il gio, sono state trovate due anfore intere di cocci e altri frammenti, si può concludere commercio e le interazioni culturali nel- piccole dimensioni, e alcuni frammenti che il contesto conservi effettivamente un l’Adriatico in età bizantina. della parte superiore di un’altra anfora. relitto di nave. Questo tipo di anfora ha corpo piriforme, La maggior parte dei ritrovamenti che V.Z. - I.M.
Novità ostiensi XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 7 A lcuni nuovi rinvenimenti sono de- desta grande stupore, stinati ad avere un notevole impatto ben maggiori aspet- sugli studi rivolti ai porti e alle di- tative suscita un se- namiche costiere del tormentato tratto di li- condo ritrovamento: torale che faceva capo anticamente alle i responsabili del città di Ostia e di Portus, cioè ai porti di Portus Project (pro- Roma. L’area, dominata dalla foce del Te- getto di ricerca delle vere e dagli impianti portuali, dapprima lo Università di Sou- scalo fluviale di Ostia, poi il bacino di thampton e di Cam- Claudio e infine il porto esagonale interno bridge, della British di Traiano, è stata radicalmente modificata School at Rome e dalla protensione della costa per i depositi della Soprintendenza fluviali; poi dalla costruzione dell’aero- archeologica di porto di Fiumicino e dalle conseguenti Ostia) hanno infatti opere infrastrutturali e urbanistiche. Nono- annunciato in una stante ciò, nuovi dati continuano ad affio- conferenza stampa rare, in conseguenza di lavori o a seguito di (Daily Telegraph, 11 ricerche sistematiche. Alla prima fattispe- luglio 2011) di aver cie appartengono il rinvenimento di due re- rintracciato un canale litti di imbarcazioni di età romana, artificiale che ta- intercettati a quote diverse, e resti in ce- gliava l’Isola Sacra mentizio subito riferiti (senza, sembra, con andamento nord- un’effettiva motivazione; ma tutto è ancora sud (www.portuspro- prematuro) ad un’opera portuale romana. I ject.org/news/2010/ Posizione approssimata del canale romano ( nnnn ) e del relitto (*). rinvenimenti sono stati effettuati nel corso portus_canal.shtml). di indagini propedeutiche alla costruzione La fossa, larga 80 m, di un nuovo Ponte della Scafa, opera forte- correva a lato della mente contestata perché ritenuta inutile, co- via Flavia, la strada su cui si affaccia la ne- il porto fluviale di Ostia e i porti imperiali stosissima, sproporzionata, e di grande cropoli di Porto (ma da quanto edito non è di Claudio e di Traiano, rendono il ritrova- impatto ambientale oltreché, con ogni evi- chiaro se ad est o a ovest). La straordinaria mento eccezionale sotto il profilo topogra- denza, archeologico; per quanto vale, anche larghezza, l’andamento e la (di primo ac- fico, ingegneristico e storico, e pongono noi esprimiamo serie perplessità. chito) evidente funzione di un’opera sif- immediatamente molte domande, tra cui la Se tuttavia la presenza di imbarcazioni non fatta, mettere cioè in collegamento tra loro più cogente è: quando (da chi) è stata rea- lizzata? Speriamo si trovino elementi per una possibile risposta. È, ad esempio, noto che Nerone progettò lo scavo di un canale navigabile tra Ostia e il Lago d’Averno (Campi Flegrei), per migliorare i collega- menti granari con Roma; porzioni ne sono state trovate in vari punti della costa cam- pana e laziale. Tuttavia, un plausibile orien- tamento cronologico dovrebbe tenere conto della posizione degli avanzamenti della costa; ovvero, al contrario, il canale stesso potrebbe aiutare a ridefinire la cronologia dei protendimenti stessi. Per di più, rico- struendo (con i vaghi dati a disposizione) la posizione dei relitti, essa sembrerebbe assai prossima all’estremità meridionale del nuovo canale. Congetture in libertà (che speriamo i nostri diciannove Lettori vor- ranno perdonarci); non resta che attendere dati certi. Veduta del relitto in corso di scavo. E.Fe.
Quando l’archeologia subacquea XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 8 resta subacquea: ancore a Montalto L a A.S.S.O. (www.assonet.org), la So- printendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e il Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza del Lazio stanno svolgendo attività congiunte con l’obiettivo di individuare nuovi giaci- menti sommersi, acquisire elementi utili alla tutela e assicurare un qualificato se- guito alle segnalazioni di subacquei e pe- scatori. Una proficua collaborazione fra i tre enti, dunque, praticamente senza oneri per lo Stato ma che, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, consente una vantag- giosa condivisione di capacità ed espe- rienze. In questo ambito, a settembre 2011 è stato effettuato un intervento di rilievo a Mon- talto di Castro (VT) di quattro ceppi d’an- cora rinvenuti dai sub dell’associazione locale Assopaguro, tre su una secca a circa Il ceppo posizionato sul supporto prima del suo insabbiamento. venti metri di profondità, a una decina di metri l’uno dall’altro, e un quarto isolato su un fondo sabbioso. Per quest’ultimo, del Operazioni analoghe sono state effettuate due siti artificiali presso calanque debié peso di circa 500 kg, è stata realizzata la anche in altri Paesi: si ricorda la sperimen- (Frioul) e de Niollon, ad una profondità di messa in sicurezza direttamente sul fondo tazione effettuata dal d.R.A.S.S.M. fran- 13-15 m, accessibili dunque anche a sub in modo da renderlo meta di immersioni, cese (Département des Recherches poco esperti e avvalendosi della collabora- fissandolo su due piastre di cemento se- Archéologiques Subaquatiques et Sous-ma- zione dei centri subacquei locali e della Fe- polte nella sabbia. L’operazione si allinea rines) tra luglio e novembre 2010, con al- con i criteri della Convenzione UNESCO cune anfore schedate e studiate del carico derazione per gli Studi e gli Sport (Parigi 2001) che assegna la priorità alla dei relitti del Grand Congloué, nell’arcipe- Subacquei. conservazione sul posto dei reperti som- lago di Riou, che sono state ricollocate in L’operazione di Montalto rappresenta dun- mersi, contenendo i rischi di asportazione. acqua con un sistema di antifurto, creando que anche un esempio pratico di valorizza- zione del contesto di rinvenimento dei reperti archeologici e anche delle notizie fornite dai segnalatori, esperti conoscitori dei fondali (vd. L’archeologo subacqueo 45, 2009, p. 7). Si è infatti voluto che que- sti facessero immediatamente parte del team, grazie all’apertura e alla disponibilità della dott.ssa Valeria d’Atri – Responsabile del Nucleo operativo per l’Archeologia su- bacquea della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale – e del colonnello Virgilio Giusti, Comandante del Reparto Aeronavale della Guardia di Fi- nanza del Lazio. I tempi di realizzazione si sono così notevolmente ridotti, rendendo rapidamente possibile la fruizione di que- sto patrimonio culturale sommerso a quanti vorranno esplorare i fondali della Ma- remma laziale. Verifica del deposito con una sorbona ad acqua. M.Ma.
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 9 Seguici sul tuo smartphone NOVITà EdIPUGLIA SCONTO ABBONATI: 20% ARCHEOFOSS Open source, free software e open format nei processi di ricerca archeologica A cura di Giuliano de Felice e Maria Giuseppina Sibilano f.to 21x30 - pp. 192 - ill. b/n - bross., Bari 2011, € 40,00 L’edizione del 2010 dei workshops ArcheoFOSS, di cui il volume raccoglie gli atti, intende pro- porsi come un momento di confronto fra i diversi attori del sempre più complesso rapporto fra ICT e archeologia. INSEDIAMENTI RURALI E STRUTTURE AGRARIE NELLA PUGLIA CENTRALE IN ETÀ ROMANA Anna Mangiatordi f.to 21x30 - pp. 496 - ill. col. e b/n - bross., Bari 2011, € 70,00 Attraverso una minuziosa analisi delle fonti epigrafiche e letterarie e dei dati archeologici e d’ar- chivio, il volume ripercorre la complessa videnda storica e insediativa della Puglia, dall’età della romanizzazione al III sec. d.C. POLITICHE RELIGIOSE NEL MONDO ANTICO E TARDOANTICO A cura di Giovanni Alberto Cecconi e Chantal Gabrielli f.to 17x24 - pp. 420 - ill. b/n - ril., Bari 2011, € 50,00 Il volume raccoglie gli atti del Congresso, tenutosi a Firenze nel 2009, sul delicato rapporto tra potere e religione, con particolare riferimento alle politiche religiose attuate dalle autorità nel mondo antico. BETWEEN TAXATION AND RENT. Fiscal problem from Early Antiquity to Middle Ages ENTRE EL IMPUESTO Y LA RENTA. Problemas de la fiscalidad tardoantigua y altomedieval A cura di Pablo C. díaz e Iñaki Martín Viso f.to 17x24 - pp. 330 - ill. b/n - ril., Bari 2011, € 50,00 Il volume analizza i cambiamenti della fiscalità tardoantica e altomedievale a partire dall’analisi dei contesti spaziali e temporali. G l i a b b o n a t i s o s t e n i t o r i p e r i l 2 0 11 Andreasi Pierluigi, Cerro Maggiore (MI) Corbyons Francesco, Roma Manacorda daniele, Roma Antonelli Benito, Taranto Cordano Federica, Milano Mazzoli Mario, Roma Argo, Gruppo ricerche subacquee, Venezia Covito Carmen, Milano Migliorati Luisa, Roma Astolfi Massimiliano, Torino d’Atri Valeria, Roma Pancani Eckhart Luigi, Roma diomedea Navigazione, Francavilla al Mare (CH) Basco Francesco, Napoli Papagni Michele, Corato (BA) Festa Annino, Avellino Bini Armando, Roma Gandelli Lorenzo, Caorso (PC) Santocchini Gerg Stefano, Modena Bottoni Ugo, Roma Garrone Giulio, Roma Sisci Rocco, Messina Colucci GianPaolo, Martina Franca (TA) Laviola Marco, Lucera (FG) Vacirca Ivana, Caltagirone (CT) Copertari Aimone, Potenza Picena (MC) Lucano Massimo, Torino Vitelli Marco, Roma Per la rivista e l’elenco degli abbonati sostenitori: www.edipuglia.it/arcsub
Rostri romani in Sicilia XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 10 L a Sicilia, tra le tante sue peculiarità, armi, tutti nei din- può vantare un notevole primato: la torni delle Egadi più ricca (e omogenea) collezione di (www.regione.si- rostri navali. cilia.it/beniculturali/ dopo il ben noto rostro trovato ad Athlit, in archeologiasottoma- Israele, nel 1980, rimasto a lungo un uni- rina/eventi.htm). cum, sembrò un fatto eccezionale il seque- Sarà necessario met- stro nel 2004 da parte del Nucleo Tutela dei tere a confronto le Carabinieri di un altro esemplare nel trapa- tipologie e i punti nese. A questo si aggiunse nel 2008 un altro dei ritrovamenti, ma ceppo, ritrovato a Capo Rasocolmo-Ac- ora l’ipotesi, più volte delineata da qualadroni, nel messinese, che ha la parti- Sebastiano Tusa (già colarità di conservare una parte della massa Soprintendente del lignea a cui era fissato. Opportunità pre- Mare della Regione ziosa per effettuare analisi del 14 C: magari Sicilia) che si tratti da confrontare con i risultati a suo tempo di testimonianze scaturiti dal legno residuo nel rostro di della battaglia che il Athlit, che restituì una cronologia al 400 ± 10 marzo del 241 130 a.C., dato però da verificare, come rac- a.C. si combatté alle comandava Honor Frost nel 1982, con le Egadi tra Romani e caratteristiche stilistiche della decorazione Cartaginesi conclu- dell’attrezzo (suggeriamo di rileggere dendo la I Guerra anche M. Bonino, Prue rostrate sulle mo- Punica, appare ben nete romane: simbologia e ipotesi, in L’ar- fondata, anche per- cheologo subacqueo 49, 2011, pp. 6-8). ché corroborata dal Il rostro sequestrato nel 2004. Poi, però i ritrovamenti, effettuati dalla So- ritrovamento di elmi printendenza del mare (con la collabora- di cronologia com- zione della RPM Nautical Foundation, che patibile. ha messo a disposizione una nave), si sono Una serie di ritrovamenti, dal secondo in distica (come se ne sono viste tante in Ita- susseguiti: uno nel 2008, un altro nel 2010, poi frutto di prospezioni mirate, che – visti lia), che pure in questo caso avrebbe al- poi due esemplari tra maggio e giugno del globalmente – restituiscono una scoperta meno poggiato su dei buoni presupposti, 2011, infine un altro nell’agosto scorso, ri- estremamente significativa quanto clamo- affidando invece una sobria comunicazione trovamenti che – se abbiamo contato bene rosa; tanto da far apprezzare che sia stata dei ritrovamenti e della loro prima inter- – fanno salire a sei gli esemplari di queste evitata una reboante campagna propagan- pretazione ad una seria rivista di divulga- zione scientifica (vd. Focus 229, novembre 2011, pp. 14-20). E.Fe. Un rostro da Levanzo recuperato nel 2011. Elmi.
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 11 SPECIALE Miss Honor Frost: l’archeologia del Mediterraneo Come promesso (vd. L’archeologo subac- scavo che vennero lì messe a punto costi- queo, 48, 2010, p. 6), ricordiamo Honor tuirono una tappa importante nel processo Frost. Per un’esauriente biografia riman- di messa a punto della metodologia ar- diamo i Lettori ad Angela Croome, Honor cheologica subacquea. Frost fece tesoro Frost, 28 October 1917 to 12 September dell’esperienza: tra i primi suoi prodotti 2010, in The International Journal of Nau- editoriali ci fu un manuale (il primo, nel tical Archaeology 40.1, 2011, pp. 201-203, 1963): Under the Mediterranean. alla quale abbiamo anche attinto. Noi, in- Negli anni, ampliò grandemente la sua rete vece, cercheremo di esaminare i passaggi di amicizie e corrispondenze, articolata su fondamentali delle sue ricerche; lo faremo più generazioni. In quella cerchia, in parti- in maniera – inevitabilmente – molto sin- colare nell’entourage di Joan du Plat Tay- tetica, certamente in modo parziale e ina- lor, maturarono quelle spinte editoriali deguato, ma con l’obiettivo di tentare rivolte all’interesse per l’archeologia su- almeno superficialmente di comprendere bacquea e le navigazioni antiche che si ma- quanto esse abbiano inciso sullo sviluppo terializzarono nella fondazione del The dell’archeologia subacquea, sotto il profilo International Journal of Nautical Archaeo- H tecnico e, soprattutto, metodologico. Non logy e di Marine Archaeology. v’è infatti dubbio che Honor Frost abbia Gli interessi di Honor Frost sono stati ov- contribuito in modo sostanziale a fondare viamente molteplici, com’è logico in una questa scienza. carriera di oltre mezzo secolo. Tuttavia qui non approfondiremo tutti i suoi contributi, onor Frost esordì come volontaria, anche se rilevanti per i contesti su cui ella Honor Frost (1917-2011). con una formazione non specifica- operò, come le ricerche nel porto di Ales- mente archeologica; ma era anche sandria, a Malta, in Libano, ecc. Tenteremo un’appassionata del mondo subacqueo. de- invece di entrare a fondo nel percorso complesso portuale può avere una vita cise di mettere insieme le due cose, allora scientifico che alcuni suoi campi di ricerca, molto lunga, richiedere risarcimenti o su- unica donna a farlo, con enorme determi- quelli da lei più coltivati, le suggerirono e bire modifiche e rifacimenti, l’individua- nazione, ma con una correttezza nei con- che hanno portato le più notevoli innova- zione dell’epoca della realizzazione e la fronti del patrimonio sommerso talmente zioni: i porti del Mediterraneo orientale, le datazione delle fasi successive non risie- forte da farla poi diventare la scienziata che ancore in pietra, la nave punica di Marsala. dono dunque che in minima parte nell’ana- oggi celebriamo. Il suo rapporto con l’ar- lisi della tecnica edilizia delle murature. cheologia si concretizzò nel solco tracciato Proto-porti del Mediterraneo orientale Honor Frost comprese che ogni tentativo di dagli archeologi e archeologhe inglesi, for- datazione attraverso questi sistemi sarebbe matisi soprattutto alla scuola di prima e se- Questo titolo di un articolo di Honor Frost stato destinato a fallire; cercò allora di trarre conda ondata di Mortimer Wheeler nel riassume uno dei suoi interessi scientifici, indicazioni sulle possibili fasi di realizza- Vicino Oriente. Il contatto materiale av- mai abbandonato (in Under the Mediterra- zione e d’uso attraverso un esame com- venne nel 1957, quando Honor Frost par- nean ha scritto: «le mie radici sono nel Me- plessivo di natura funzionale. Ne scaturì un tecipò come disegnatrice ad una campagna diterraneo e nel Levante»). La difficoltà ragionamento generale, che infine è l’unico di scavi di Kathleen Kenyon a Jerico. Il insita nella traduzione dell’espressione valido: «un metodo di datazione si pro- contatto con il mondo subacqueo avvenne proto-harbours esprime assai bene le pro- spetta se si considera un porto come un invece frequentando a Cannes il gruppo blematiche archeologiche del tema: il pre- meccanismo, piuttosto che come un in- storico che aveva collaborato anche con fisso proto non va inteso qui solo in senso sieme di resti di epoche e stili differenti». Il Jacques-Yves Cousteau: Frédéric dumas, diacronico, ma anche evolutivo. Le instal- metodo di ricerca si compone di dati storici, dimitri Rebikoff, ecc. Alla fine degli anni lazioni portuali dei primordi si presenta- geologici (anche in riferimento all’anda- ‘50, a Bodrum (Turchia) conobbe Peter vano nel Mediterraneo orientale con una mento del livello del mare), e si avvale del- Throckmorton e si unì al gruppo di lavoro predominanza costruttiva nell’intaglio della l’analisi stratigrafica delle strutture murarie, che portò a termine lo scavo di Capo Geli- pietra, non databili quindi in sé; ogni tenta- dell’uso della fotografia aerea (già speri- donya (vd. L’archeologo subacqueo 45, tivo di studio delle strutture si scontrava (si mentato a Tiro da Antoine Poidebard e ad 2009, pp. 10-16); fu lei a coinvolgere Fré- scontra) perciò con le evidenti difficoltà di Anzio da Giuseppe Lugli); Frost incrociò déric dumas nell’impresa. Le strategie di definizione cronologica. Poiché, inoltre, un anche i dati archeologici con analisi di tipo
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 12 SPECIALE biologico sui livelli sommersi. Utilizzò in cui l’installazione radicata all’antistante anche i carotaggi, per individuare aree di at- reef di Arwad era sommersa e inutilizzabile. tività nei bacini portuali: osservò che questi In conclusione, indagini complesse e mul- contesti sono sostanzialmente privi di in- tidisciplinari, che portarono a fissare una terro, il che escludeva la possibilità di otte- cronologia all’età del ferro o anteriore. nere informazioni stratigrafiche; perciò, Strutture portuali dalla cronologia dunque oltre agli scarsi manufatti edilizi databili sti- molto alta, che portarono la Frost a coniare listicamente, ciò che restava erano dati geo- quella definizione di proto-harbours. Que- logici, sia di profondità che di superficie. sto palinsesto di metodologie concorrenti All’individuazione della cronologia delle venne attuato da Honor Frost anche in altri installazioni portuali di Arwad, ad esempio, contesti, ad esempio a Sidone e a Tiro (dove concorsero vari e differenti elementi. Per- verificò che l’area in cui Antoine Poidebard forazioni geologiche effettuate dalla Com- aveva individuato il porto meridionale era pagnie Française des Petroles restituirono in realtà un quartiere produttivo della città, una sequenza di variazioni del livello del poi sommerso). Proprio nell’utilizzo com- mare che si riverberava sulle fasi di fre- binato di scienze naturali e geologiche ab- quentazione. A questi dati si aggiungevano binato ad una ricerca archeologica che si Ugarit. Ancore alla fine del dromos della le tracce superficiali lasciate dal moto on- avvaleva della fotoaerea e della prospe- tomba 36. doso: i marciapiedi (trottoir) sagomati dal- zione diretta in ambiente sommerso risiede l’erosione marina, costellati da marmitte il contributo di Forst agli attuali metodi di lare delle ipotesi? Una risposta poteva es- generate dall’attrito di pietre mulinate dalle ricerca sugli impianti portuali. sere nelle ancore in pietra, da usare come onde: quando questi indicatori erano som- “fossili guida” per tentare di ricostruire mersi, rendevano evidente una variazione Le ancore di pietra come indizi delle rotte marittime dell’età del Bronzo. Natu- del rapporto tra terra e mare a vantaggio del rotte commerciali dell’Età del Bronzo ralmente, il primo problema da risolvere secondo. Analisi del C14 sui gusci di orga- era la datazione dei manufatti. I ritrova- nismi biologici (vermetidi) concrezionati in Una volta poste, le domande circa l’origine menti di questo attrezzo erano già cospicui zone ormai asciutte testimoniavano, al con- degli insediamenti portuali e su quali fos- in mare; tuttavia l’opportunità di disporre trario, un terminus post quem per il ritiro sero gli elementi a disposizione per stabi- di un’ancora datata è assai rara per i conte- dell’acqua. In termini deduttivi, si aggiun- lirne un’epoca iniziale presentavano delle sti sommersi: i soli esemplari databili pro- gevano altre informazioni. Ad esempio: ad inevitabili conseguenze. Poiché è evidente vengono dai relitti, come Capo Gelidonya Arwad, la porzione di terra del braccio por- che un porto sia una testimonianza mate- (un esemplare, ritrovato però tempo dopo tuale era radicata alla collinetta di Tabbat- riale di un’attività di navigazione, porti e lo scavo della nave) e Uluburun, che ne al-Ammam, che era stata scavata negli anni navigazioni sono le due facce della stessa aveva a bordo un gruppo di 23. Questo per Trenta da Robert John Braidwood. La da- moneta: per entrambi si ponevano (si pon- quanto riguarda manufatti dalla cronologia tazione su base stratigrafica al IX sec. a.C. gono) problemi dalla non facile soluzione. alta; ma la stessa Frost notò che su ancore dell’insediamento, alla cui epoca l’installa- dopo gli scavi di Capo Gelidonya e di Ulu- in pietra conservate nei musei di Agde e di zione apparteneva, coincideva con la fase burun, l’antichità e le modalità della navi- Béziers erano incise delle marche identiche gazione dell’età del Bronzo è oggi a quelle che lei stessa individuò su blocchi semplicemente ovvia, tanto quanto però in inutilizzati nella cattedrale romanica di St. precedenza era oscura. Restano tuttavia va- Gilles, ad Arles. La cronologia possibile di lidi dei sostanziali interrogativi, soprattutto queste ancore spaziava dunque dall’età del sulle direttrici dei flussi commerciali e, Bronzo al Medioevo. Anche la distribu- dunque, sulla distribuzione delle rotte. La zione spaziale degli attrezzi poneva pro- presenza di un porto in un distretto può es- blemi. Un esemplare “mediterraneo” era sere un ottimo indizio, a patto però di ac- stato ritrovato in acqua al largo della Cor- certarne l’antichità. Ciò tuttavia non novaglia, fatto che apriva nuovi scenari di risolverebbe il problema, poiché per alcuni diffusione e di cronologia. In anni recenti, scambi commerciali un porto strutturato questa prospettiva si consolidava con il ri- poteva non essere nemmeno necessario. trovamento di un relitto dell’età del Bronzo Frost notò che la circolazione di merci su a dover. una rotta mediterranea settentrionale, dalla dati cronologici possono invece più facil- Turchia, per l’Egeo verso l’Italia, la Sicilia mente rintracciati su base stratigrafica. Nu- e le Baleari era chiaramente attestata da pur merosi esemplari provenivano da scavi in esigui materiali ciprioto-fenici ritrovati in templi, a Ugarit, a Byblos e a Kithion - quei distretti: un esempio eloquente ne è il Cipro. Frost osservò che non si trattava di cd. Baal di Selinunte, statuina di divinità fe- riutilizzi, ma di esemplari nuovi, a volte nicia del XIII sec. a.C. ripescata in mare. In nemmeno finiti: caratteristica che portava altri distretti una simile evidenza mancava: ad escludere il reimpiego degli attrezzi, «L’esistenza di rotte marittime Fenicie o spingendo a ricercare il senso e la finalità di Cananee lungo la costa nordafricana nel questi depositi in base alla loro posizione Tardo Bronzo è sostenuta dalla tradizione nell’ambito del contesto. Cominciò dunque e dalla logica, piuttosto che dal materiale un paziente lavoro di lettura e interpreta- Byblos. Il primo gradino della scala che por- scavato». da queste premesse, si chiedeva zione, non sempre facilitato dalle circo- tava al tempio della torre. Frost, quali elementi utilizzare per formu- stanze, pubblicando le prime osservazioni
XVII, 2. Maggio - Agosto 2011 SPECIALE 13 teva fotografare; disegnava, ma con una contesto, dato che gli scafi da guerra, privi mano fratturata, ecc.) alla fine il computo dell’azione protettiva svolta dal carico an- delle ancore raggiunse i 43 esemplari, la foreo sulle navi da trasporto, non si conser- metà dei quali concentrata dentro e intorno vano. Ma questo è un fatto tecnico, che ad uno dei due templi-torre della sommità implica considerazioni metodologiche, in del tell. L’inserimento in contesti simili di grado di appassionare al massimo gli spe- ancore rispondeva in maniera coerente ad cialisti. L’abilità anche comunicativa di un intento votivo. Scriveva Frost: «I luoghi Honor Frost dispiegò invece tutto il suo po- in cui a terra si scavano ancore riflettono tenziale nel presentare con una vera su- necessità basilari dei naviganti: prese d’ac- spense la vicenda storica adombrata dal qua (fonti), un passaggio sicuro in questa relitto di Marsala. Polibio, scrisse, nelle vita (templi) e dopo la morte (tombe) […] Storie presenta un enigma: come, quando e azzardo anche il sesso… [per l’abbina- perché i Romani, marinai d’acqua dolce, mento tra pietre forate e altri oggetti]. Altre presero il mare. All’inizio della I Guerra combinazioni simboliche possono essere Punica essi non avevano quinqueremi e, dedotte dal collocamento dell’ancora in sempre secondo Polibio, non avevano mai strutture edilizie ed edifici sacri, ovvero in pensato al mare: perciò, mancavano arse- altre simmetrie, come la coppia di ancore nali e maestri d’ascia in grado di mettere in identiche sistemate in modo simmetrico per cantiere la nave da guerra per eccellenza: configurare un determinato tipo di imbar- la veloce nave “lunga” a remi. Continuava cazione, ecc. […] Quando contesto e posi- Frost: «In queste circostanze, la risposta zione si abbinano e combinano con che Polibio dà alla domanda “come?” è a caratteristiche delle singole ancore, come malapena credibile. Proprio all’inizio, men- segni incisi, tracce di combustione, ecc., si tre invadevano la Sicilia con una flotta vanno componendo strutture simboliche presa a noleggio, un colpo di fortuna fece complesse, non difficili da individuare ma cadere una nave da guerra punica nelle non agevoli da interpretare». Combinazioni mani dei Romani. Gli abili ingegneri mili- di ancore in varie posizioni erano state tro- tari romani la copiarono prontamente, nel vate a Byblos, nel Tempio degli Obelischi, tempo che ci volle per trasformare i soldati a Ugarit, in un santuario del VII secolo a romani in rematori, facendoli esercitare ai Frost con un’ancora di pietra. Kition - Bamboula (Cipro) ed in un altro banchi sulla spiaggia». Vennero allestite della stessa epoca a Lecce. L’uso di offrire 100 navi in due mesi. da un inizio della ancore alle sorgenti è testimoniato da Apol- guerra in cui i Romani non avevano navi da nel 1969 su materiali di Byblos e di Ugarit. lonio di Rodi, Argonautica 1,950 (Giasone Ad Ugarit - Ras Shamra, sulla collina del- guerra, si giunse il 10 marzo del 241 a.C. alla sorgente Artacia). La collocazione nel- alla battaglia conclusiva della I Guerra Pu- l’altezza naturale di 20 m, nell’età del l’ambito di strutture templari è variabile: Bronzo era stata costruita una coppia di nica, vinta da Lutazio Catulo alle Egadi in inglobate in strutture murarie, pietre ango- templi dedicati a divinità del cielo meteo- uno scontro navale; eco archeologica di lari, nei corsi di fondazione, isolate nei pa- rologico e della terra. la rappresentazione quella battaglia sono i sei rostri in bronzo e vimenti; numerose le soglie con ancore su una stele di Baal Hadad, vittorioso su un gli elmi nel tempo ritrovati nelle acque forate, in cui veniva privilegiata la parte fo- motivo ad onda a raffigurare il combatti- delle isole Egadi (vd. la notizia in questo rata, più fragile, a ribadirne la valenza sim- mento cosmogonico tra il dio delle tempe- fascicolo). La testimonianza materiale della bolica. ste e Yam il dio del mare, ha reso evidente vicenda narrata da Polibio, pensava Frost, la dedica dell’edificio a questa divinità. risiede forse proprio nei relitti a nord di La nave punica di Marsala L’altro tempio gemello sembra fosse invece Marsala: la loro origine punica è attestata dedicato al dio della terra dagon. Le co- Il nome di Honor Frost è, forse ancor più da lettere dell’alfabeto fenicio-punico di- struzioni portavano l’altezza complessiva che ai temi precedenti, indissolubilmente pinte sugli scafi, probabili marche rivolte della collina a circa 40 m s.l.m.; il loro co- legato alla nave di Marsala, per la vasta ri- ai carpentieri per una rapida installazione stituire un punto notevole della costa pre- sonanza mediatica che la vicenda ha avuto. zioso per la navigazione, sulla sommità del L’archeologo subacqueo (6, 1996, pp. 10- quale oltretutto si svolgevano sacrifici con 11) si è occupato della nave punica, con un fuoco, indusse Frost ad avanzare l’ipotesi servizio ispirato proprio da Honor Frost, che, anche se nulla attestava con certezza fortemente amareggiata dalle alterne, e non che essi fossero progettati con funzione di sempre felici, vicende della gestione della fari, di fatto l’idea dell’edificio-faro fosse conservazione e ed esposizione museale del scaturita proprio da queste esperienze. Era relitto. Infine, (ci piace pensare) anche gra- già da tempo accertata la presenza nel con- zie a quella segnalazione, le cose si siste- testo di oggetti peraltro incompresi, a lungo marono (vd. L’archeologo subacqueo 12, considerati stèles percées e dunque mai 1998, p. 10). La studiosa ben mise in evi- esaminati come ancora. Frost era portatrice denza in numerosi scritti l’importanza sto- dell’osservazione di pietre forate prove- rica e scientifica di quel relitto. Le prime nienti da contesti sommersi: le fu consen- osservazioni riguardarono il ritrovamento tito di svolgere ricerche di materiali (1969), evento eccezionale dovuto alle par- analoghi. Con varie vicissitudini (non po- ticolari condizioni geomorfologiche del Ricostruzione del tempio di Ugarit.
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