Omaggio a DANTE Lectio magistralis - Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia - SPI Cgil Lombardia
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NUOVI Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Numero 8 • Agosto 2021 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma. 20/B legge 662/96 - filiale di Milano Omaggio a DANTE Lectio magistralis
Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Sommario 2 Introduzione 29 INVITO ALLA LETTURA Erica Ardenti Erica Ardenti 3 Omaggio a Dante 30 L’Italia di Dante Carlo Falavigna 33 Le donne di Dante 4 Quando l’ideologia 36 Altre proposte... si appropriò del Sommo Poeta Gastone Boz 7 LECTIO MAGISTRALIS 8 Dante, poeta totale Emiliano Bertin 16 Dante Alighieri, il primo dei moderni Erasmo Silvio Storace 26 Conclusioni Fatti non fummo per viver come bruti… Valerio Zanolla Nuovi Argomenti Spi Lombardia Impaginazione: A&B, Besana in Brianza (MB) Pubblicazione mensile del Sindacato Pensionati Italiani Prestampa digitale, stampa, confezione: Cgil Lombardia RDS WEBPRINTING S.r.l. Numero 8 • Agosto 2021 Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB) Direttore responsabile: Erica Ardenti Registrazione Tribunale di Milano n. 477 del 20 luglio 1996 Editore: MIMOSA srl uninominale, presidente Pietro Giudice Numero singolo Euro 2,00 Abbonamento annuale Euro 10,32
Erica Ardenti L a ricorrenza del settecentenario della morte di Dante ha portato a un rinno- vato interesse per tutta la sua opera. In Ita- Occuparsi di cultura non è una novità per lo Spi, come ricorda nelle sue riflessioni conclusive anche il segretario generale re- lia molteplici sono state le iniziative, dal- gionale, Valerio Zanolla. Non solo abbia- le mostre ai convegni, così come molteplici mo partecipato più volte a Festivaletteratu- sono state le opere pubblicate che hanno ri- ra insieme allo Spi nazionale, ma sia con i visitato Dante e il suo mondo in ogni chia- concorsi di Poesia e Racconto dei Giochi di ve possibile. LiberEtà che con il premio letterario naziona- Lo Spi Lombardia, quello di Mantova e le dedichiamo ampia attenzione anche alla Storia e Futuro, Geschichte und Zukunft voglia di scrivere dei nostri iscritti, piccoli dell’Alto Adige-Südtirol hanno organizzato letterati in erba! una lectio magistralis dedicata al sommo poe- ta, tenuta online sempre per i divieti impo- In questo numero di Nuovi Argomenti pub- sti dalla pandemia. blichiamo non solo le lectio magistralis tenu- I due studiosi intervenuti, Emiliano Bertin te ma diamo anche qualche suggerimento e Erasmo Silvio Storace, hanno regalato due per approfondire la conoscenza di Dante e interessantissime letture di Dante e della del suo universo. Le chiavi di lettura offerte Divina Commedia, facendoci non solo scopri- sono svariate, ognuno re i lati più innovativi e “rivoluzionari” del può scegliere quella maggior poeta italiano, ma facendo nascere più consona ai propri nuove curiosità e interesse. interessi! 2 Numero 8 • Agosto 2021
OMAGGIO A DANTE Carlo Falavigna Segretario generale Spi Mantova “L i uomini, poi ché ’ntorno erano sparti s’accolsero a quel loco, mato due terapeuti, il filo- sofo Erasmo Silvio Storace dell’Università degli Studi ch’era forte dell’Insubria, e il filologo per lo pantan ch’era da Emiliano Bertin dell’Uni- tutte le parti. versità Cattolica di Milano. Fer la città sovra quell’ossa Questa iniziativa vuole an- morte; che essere un ponte ideale e per colei che ’l loco prima che collega il più grande po- elesse eta dell’antica Roma, Publio Mantüa l’appellar Virgilio Marone – nato ad senz’altra sorte.” Andes, oggi Pietole, gra- ziosa frazione a due passi da Con queste parole, quasi Mantova – con il sommo po- brutali, Dante descrive nel Canto XX dell’In- eta Dante Alighieri che, nella Divina Comme- ferno, la nascita di Mantova. dia, si rivolge a Virgilio con gli appellativi di Lo Spi Cgil di Mantova, lo Spi Lgr Agb di Bol- Maestro e Guida. zano e lo Spi Cgil della Lombardia, nel 700° Mantova capitale italiana e quindi europea del- anno della morte del sommo poeta fanno dono a la cultura, patrimonio dell’Unesco, si presta a chi deciderà di seguirci, di una lectio magistralis questo collegamento ideale tra la storia antica, su Dante Alighieri. la storia moderna e la contemporaneità in una Il sindacato delle pensionate e dei pensionati forma di culla che contiene accadimenti, leg- della Cgil si pone l’obiettivo di dare alimento gendarie storie… basterebbe addentrarsi nei vi- all’intelletto al fine di ritardare l’invecchiamen- coli della città per respirare, assaporare e fingere to sottoposto, per le restrizioni pandemiche, a di veder camminare i due poeti mentre amabil- una senilizzazione precoce. mente conversano. Non siamo così presuntuosi da proporci di ar- Sono consapevole che i periodi storici non sono ginare la senescenza tramite questa iniziativa di sovrapponibili, ma a volte la fantasia viaggia e grande spessore culturale, ma il lasciarsi per- supera le scansioni temporali e oggi siamo qui dere, anche se solo per un breve tempo, nella per parlare del Sommo Poeta. storia che influenzò i personaggi che crearono il Rinascimento, ci offre l’opportunità di un’av- ventura da vivere. Al capezzale della nostra mente abbiamo chia- 3
QUANDO L’IDEOLOGIA SI APPROPRIÒ DEL SOMMO POETA Gastone Boz Presidente di Storia e Futuro, Geschichte und Zukunft dell’Alto Adige- Südtirol A uguro a tutti buon po- meriggio di nuove co- noscenze, ringrazio anche Walter von der Vogelweide che guarda verso sud, visto da nazionalisti di entrambe a nome dello Spi-Lgr della le fazioni come una sfida che Cgil-Agb, Erasmo Silvio si lanciano i due poeti, men- Storace ed Emiliano Bertin tre i progressisti, da sempre, per aver accolto questa no- intravedono in quell’osser- stra richiesta. Il mio appren- varsi un simbolo dell’incon- dimento scolastico su Dante tro di due culture. Dante, si ferma alla prima frase della poi, è stato utilizzato in que- Divina Commedia, Nel mezzo sta terra in chiave politica da del cammin…, e finisce lì. Più Ettore Tolomei, il geografo avanti negli anni ho un poco fascista che ha riscritto la to- approfondito, trascinato an- ponomastica del Sud Tirolo che dagli eventi e dai confronti politici in Sud assegnando a ogni paese, montagna, valle, dos- Tirolo: qui destra e sinistra hanno avuto contese so o prato, una denominazione italiana. La sua anche su alcune frasi di Dante. In questa terra italianizzazione era giunta a un punto tale da composta per l’80 per cento da persone di lingua elencare 5635 cognomi tedeschi da tradurre in tedesca i filosofi, i poeti, la letteratura di riferi- italiano, misura che fu solo in parte attuata. Sul mento è quella dell’area tedesca, non che nell’in- suo utilizzo politico di Dante entra in campo segnamento non vi siano Dante, Boccaccio e al- una terzina composta dal poeta laddove dice: tri, ma Erasmo da Rotterdam, Walter von der Vogelweide, Martin Lutero, Goethe, Schiller, “Suso in Italia bella giace un laco, rispondono meglio ai bisogni dei liceali che poi a piè de l’Alpe che serra Lamagna al 50 per cento proseguono gli studi universita- sovra Tiralli, c’ha nome Benaco”. ri nelle università germaniche e austriache. La contrapposizione etnica degli ultimi vent’anni, La cantica è quella dell’Inferno, il canto è il non è più al centro della discussione politica, XX, Dante e Virgilio stanno osservando quel- ma per molto tempo la statua di Dante situa- lo strano incedere di una categoria di peccatori, ta a Trento, nei giardini di fronte alla stazione, gli indovini, costretti a procedere camminando è stata contrapposta a quella di Walter von der all’indietro visto che hanno il capo rovesciato Vogelweide che sta nella piazza centrale di Bol- a posteriori e Virgilio, dopo aver rimproverato zano, e il bronzeo Alighieri guarda verso nord il pentimento che Dante aveva nei confronti di come a incrociare lo sguardo del menestrello questi, smette la veste di guida spirituale per 4 Numero 8 • Agosto 2021
assumere quella un po’ prosaica di guida turi- profezia rispetto alla sua teoria sull’italianità stica. Lo spunto gli viene proprio dalla figura del Sud Tirolo consacrato dalla natura con le di Manta che, come ha detto prima Falavigna, Alpi a far da barriera. ha fondato Mantova e Virgilio, orgoglioso delle Quei versi sono stati citati innumerevoli volte sue origini inizia a illustrare all’Alighieri tut- da noi, entrando a far parte dell’armamentario ta la geografia del territorio circostante. Parte con il quale tutto il fronte nazionalista ha recla- indicando il Benaco, il lago di Garda, e spiega mato l’appartenenza all’Italia di tutte le terre che esso si distende ai piedi della catena monta- sino allo spartiacque alpino. gnosa delle Alpi che, dice, racchiudono la terra La guida turistica di Virgilio è stata, da noi per di Germania, Lamagna, sopra il Tirolo, Tiralli. anni, strumento di battaglia ideologica. Questo Poi prosegue…, ma è quella terzina che attira è il mio piccolo contributo alla preziosa lezione Tolomei che la assume come una sorta di sacra su Dante che avremo dai due graditi ospiti. Monumento di Dante a Trento, opera dell’artista fiorentino Cesare Zocchi 5
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LECTIO MAGISTRALIS Emiliano Bertin Filologo, Università Cattolica di Milano Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali Erasmo Silvio Storace Filosofo, Università degli Studi dell’Insubria 7
DANTE, POETA TOTALE Emiliano Bertin Filologo, Università Cattolica di Milano Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali I l mio intervento vuole essere una carrellata di estratti da Dante partendo – appare, si manifesta nella sua potenza salvifica, nella sua bellezza, in una tale gen- da una domanda che spesso tilezza, con una tale onestà, mi pongo: perché Dante è con un decoro che è frutto di un grande poeta? Le rispo- una nobiltà interiore. “Salu- ste possono essere diverse: io tare” non è solo il gesto che penso sia perché Dante è un si fa quando si incontra qual- poeta totale, cioè capace di cuno, è un gesto che porta tenere insieme tutta l’uma- alla salute e in latino salutem nità nella sua complessità. vuol dire “salvezza”. Il salu- Più o meno tutti sappiamo to di questa donna provo- che Dante è il poeta di Be- ca in tutti il tremolio delle atrice, una donna che viene lingue, le lingue diventano ‘spiritualizzata’, è oggetto di un amore plato- mute di fronte a questa donna straordinaria, e nico, sublime. Dante ne parla soprattutto nel- gli occhi non hanno l’ardire di guardarla. la sua opera giovanile che è la Vita nova, che Come si legge nella successiva quartina, questa racconta del suo innamoramento per una ra- donna diventa una specie di angelo: gazza sua coetanea di Firenze. È un amore non contraccambiato, ma Dante arriva a parlare Ella si va, sentendosi laudare, dell’amore dicendo che, in fondo, l’amore è la benignamente e d’umiltà vestuta, benedizione, cioè lodare la donna senza nulla e par che sia una cosa venuta chiedere in cambio. Il momento in cui Dante da cielo in terra a miracol mostrare. arriva a elaborare questa idea è rintracciabile nel sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, di cui Mentre passa tra le vie di Firenze si sente co- vi leggo la prima quartina: prire di lodi, la lode è un po’ il cuore di questo testo. Questa donna è essenzialmente rivesti- Tanto gentile e tanto onesta pare ta di bene e umiltà, un’umiltà che è sempre il la donna mia, quand’ella altrui saluta, decoro frutto di una nobiltà interiore e sem- ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, bra che sia qualcosa che è venuto in terra per e li occhi no l’ardiscon di guardare. mostrare un miracolo. Beatrice appare come il simbolo di un amore assoluto, assolutamente Quando lei saluta gli altri poeti come Dante – e puro, nobile, giusto. i tre amici scherzano un po’ su questo “salutare” Verso i trent’anni, in un testo meno noto delle 8 Numero 8 • Agosto 2021
Rime petrose, Dante scrisse una serie di poesie de- Dante racconta un amore dal tratto estrema- dicate a una donna chiamata Pietra: è un nome mente fisico, sensuale, un erotismo venato an- simbolico che usa per indicare una donna che è che di – mi verrebbe da dire – sadomasochismo. Pietra di nome e di fatto, che ha il cuore come Dice: “se avessi preso, afferrato le belle trecce una pietra. In questo testo, in cui il primo verso è di questa donna, che sono per me una sorta di frusta, pigliandole anzi terza, cioè prima del- Così nel mio parlar voglio esser aspro, le nove del mattino, passerei con lei vespro e squillo, cioè tutta la notte, e con questa don- Dante racconta di questa donna che non lo ri- na non mostrerei né pietà, né cortesia anzi fa- cambia, che lo tratta male, in sostanza, e di cui rei – qui c’è una similitudine molto singolare nel corso del testo dice anche delle cose inso- – come un orso quando scherza”. Non abbiamo spettabili per il cantore di Beatrice. Leggiamo ben chiara l’idea di cosa voglia dire con que- il testo e poi lo spieghiamo: sta similitudine, ma sicuramente “un orso che scherza”, è qualcosa di inquietante, di preoccu- S’io avesse le belle trecce prese pante, di aggressivo. “E se l’amore mi frusta, che son fatte per me scudiscio e ferza, io renderei all’amore, alla donna, più di mille pigliandole anzi terza volte la violenza ricevuta”. con esse passerei vespero e squille; Quindi, primo passo: Dante poeta dell’amore e non sarei pietoso né cortese, spirituale ma anche di un amore dal tratto mol- anzi farei com’orso quando scherza; to fisico. e s’Amor me ne sferza Vediamo la Divina Commedia: qui vedo un Dante io mi vendicherei di più di mille. che si interessa di politica, sono sicuro che l’amico L’incontro immaginario fra Dante e Beatrice (con il vestito bianco) accompagnata dall’amica Vanna (con il vestito rosso), sul Ponte Santa Trinita in Firenze (1883). Opera di Henry Holiday, artista inglese preraffaellita 9
Bassorilievo sul Palazzo dell’Arte della Lana raffigurante Dante. Sullo sfondo si notano le Mura di Firenze ed alcuni edifici principali fra cui la Cupola del Brunelleschi e la torre di Palazzo Vecchio Erasmo Storace tornerà su questo tema. Io voglio Ma dimmi, se tu sai, a che verranno li citta- semplicemente riflettere su due passaggi del VI din de la città partita, Canto dell’Inferno e del VI Canto del Purgatorio in cui emerge un Dante militante. Infatti si è de- “dimmi se lo sai a che punto giungeranno i dicato alla politica per una buona parte della sua miei concittadini di Firenze, di questa città di- vita e alla fine dell’ultimo decennio del Duecen- visa in parti, in partiti”. Dante vuole sapere se to, a Firenze, riveste anche alcune cariche impor- c’è ancora qualche persona giusta: tanti: diventa Priore, poi, quando verrà esiliato, continuerà per un certo periodo a interessarsi di s’alcun v’è giusto; e dimmi la cagione per che politica, avendo la speranza di rientrare a Firenze. l’han tanta discordia assalita, In tutti i sesti canti della Commedia, come sa- prete, Dante tocca il tema della politica: nel VI “dimmi qual è il motivo per cui la discordia dell’Inferno si occupa di Firenze, nel VI del Pur- è diventata protagonista della politica fioren- gatorio di occupa di Firenze e dell’Italia, nel VI tina”, e Ciacco risponderà che il motivo pro- del Paradiso si occupa dell’Impero, potremmo fondo sta nel fatto che le persone di Firenze dire dell’Europa. sono dominate dalla superbia, dall’invidia e Nel VI dell’Inferno, tra i golosi, incontra Ciac- dall’avarizia. co, un fiorentino che conosceva e gli dice: Nel VI del Purgatorio Dante mostra un’ironia a tratti molto feroce quando parla della giustizia Ciacco, il tuo affanno mi pesa sì, ch’a lagri- in politica: mar mi ’nvita, Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca cioè, “la tua pena mi spinge a piangere”. C’è per non venir sanza consiglio a l’arco. un forte compatimento per molte anime che in- contra Dante. Molti, sottinteso che non sono di Firenze, han- 10 Numero 8 • Agosto 2021
no nel cuore la giustizia, ma la giustizia – che farà la prova: sì ch’a te fia bello qui è paragonata a una freccia – va impugnata e averti fatta parte per te stesso. scoccata con prudenza. Prima di lanciare la frec- cia della giustizia, prima di metterla nell’arco e Quello che ti darà più fastidio all’inizio dell’e- lanciarla, bisogna usare un po’ di senno. Infatti silio, saranno i compagni di partito malvagi e Dante aggiunge: ma il popol tuo, il popolo di Fi- scempi, che vuol dire “sciocchi”, dissennati, renze, l’ha in sommo de la bocca, cioè i fiorentini con i quali cadrai nella “valle”, vale a dire l’e- del suo tempo si riempiono sempre la bocca con silio, la situazione di esule. Questi compagni la parola giustizia. I fiorentini si ritengono ma- di partito saranno ingrati ma anche empi nei estri di giustizia: tuoi confronti: siamo di fronte a una serie di in- comprensioni politiche che è anche un po’ dif- Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol ficile oggi chiarire. Ma poco dopo i compagni tuo solicito risponde sanza chiamar, e grida: di partito di Dante avranno le tempie arrossate “I’ mi sobbarco!”, probabilmente per la vergogna, qualcuno dice rosse di sangue perché proveranno a rientrare a Molti, per modestia, cosa fanno? “Rifiutano la Firenze e verranno sconfitti. Qui arriva la parte carica politica, la carica in Comune, ma il tuo più interessante: che questi compagni di parti- popolo fiorentino sollecito risponde senza esse- to di Dante siano delle bestie ne saranno prova re interpellato: ‘io mi prendo questa responsa- le esperienze, quindi la scelta politica finale di bilità’, quindi c’è una Firenze, un mondo co- Dante è far parte per sé stesso, cioè costituire munale, che è affamato di cariche politiche, di un partito in cui c’è una sola persona, lui stesso. cariche amministrative. Non so se qualcuno di Dante da uomo di partito, uomo che si pone voi può collegarlo a qualche situazione contem- dei problemi sulla società del suo tempo e su poranea, io ho sempre l’impressione che quando come si possano risolvere, alla fine arriva a una Dante tocca i tasti dolenti della politica del suo conclusione un po’ amara, quella del ritiro dalla tempo, stia toccando anche i nostri. politica. Dante è un poeta che si occupa di politica, ma Quindi, l’amore spirituale e l’amore fisico, una è anche un poeta che a un certo punto della vita politica militante e una politica delusa. dice basta alla politica, la politica non risolve Guardiamo un altro approccio culturale che usa più di tanto i problemi dell’uomo: siamo al Dante nella sua poesia. Quando scrive la Divina XVII del Paradiso. In questo canto Dante in- Commedia spesso si mette nei panni del profeta contra un suo avo, un suo trisavolo, Cacciagui- biblico: chi è il profeta biblico? Noi abbiamo da. Ci racconta di lui che ha fatto il cavaliere ed l’idea del profeta come colui che annuncia il è morto nella Crociata. Cacciaguida fa due cose: futuro, in parte non è proprio vero, è solo una prima gli dice che finirà in esilio, poi che dovrà parte di verità. Il profeta biblico, fondamental- raccontare quello che ha visto per filo e per se- mente, è colui che dice la verità e lo fa in luo- gno e non deve avere paura di dire la verità. go della massima autorità che esiste al mondo: Nella prima profezia, quella dell’esilio, Caccia- Dio. Quindi il profeta biblico deve dire ai so- guida preannuncia anche il suo isolamento po- vrani e ai potenti delle cose scomode, quello che litico all’interno del partito dei Guelfi Bianchi, non funziona, riportare sulla retta via un popo- di cui faceva parte Dante: lo, rinnovare i buoni usi, le buone tradizioni. A Purgatorio VI Dante se la prende con Alberto E quel che più ti graverà le spalle d’Asburgo che nell’anno 1300 era l’Imperatore sarà la compagnia malvagia e scempia del Sacro Impero Germanico. Durante il Me- con la qual tu cadrai in questa valle; dioevo l’Italia del Centro Nord faceva parte for- che tutta ingrata, tutta matta ed empia malmente di un Impero, un macrostato che più si farà contr’a te; ma, poco appresso, o meno andava dalla Germania all’Appennino, ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. e Dante si lamenta con Alberto d’Asburgo per- Di sua bestialitate il suo processo ché non viene mai in Italia, rimane sempre nei 11
suoi feudi d’oltralpe a fare gli affari suoi, e nel del profetismo biblico, sia esplicitamente erede rivolgersi all’Imperatore, Dante invoca una ma- del mondo antico, del mondo pagano, noi po- ledizione divina come potevano fare gli antichi tremmo dire del mondo laico. profeti biblici Elia o Geremia: Vediamo un’altra casella, la quarta, di questo bipolarismo. O Alberto tedesco ch’abbandoni Abbiamo visto l’amore spirituale e quello fisi- costei ch’è fatta indomita e selvaggia, co, la politica militante e la politica delusa, il e dovresti inforcar li suoi arcioni, modello biblico e quello laico-pagano, poi c’è giusto giudicio de le stelle caggia una forte militanza nella fede cristiana. sovra ’l tuo sangue, e sia novo e aperto, Si vede molto bene soprattutto nel Paradiso tal che ’l tuo successor temenza n’aggia! dove Dante si mostra un cristiano devoto ver- so i Santi, verso Cristo, con una sua spiritualità “O Alberto di Germania che abbandoni l’Italia anche abbastanza ben definita. Il Duecento è il (qui paragonata a un cavallo selvaggio), un ca- secolo in cui c’è la rivoluzione di san Francesco, vallo che è diventato indomito, mentre dovresti che rinnova radicalmente la devozione, la spiri- invece sedere sulla sella e inforcare gli arcioni, tualità dell’Occidente e Dante – auspicando un cada sopra il tuo sangue, la tua stirpe, un giu- ritorno della Chiesa alla purezza del Vangelo – dizio giusto, divino, dalle stelle: questa cosa sia possiamo dire che fosse in linea con questo rin- una cosa mai vista prima, straordinaria, visibile novamento, molto legato all’umanità di Cristo. a tutti, e sia tale da provocare il timore del tuo All’’inizio di Paradiso XXXIII c’è la grande successore”. preghiera che san Bernardo, l’ultima guida di Se da una parte Dante diventa un personaggio Dante, rivolge alla Vergine Maria. La preghiera di statura biblica, dall’altra si sente anche l’e- è molto bella, molto curata e giustamente fa- rede del mondo classico, l’erede di Omero, di mosa. Inizia con un andamento molto solenne Virgilio. in cui Dante riassume gli antichi paradossi del Ciò si vede nel IV Canto dell’Inferno quando cristianesimo: Dante, nel Limbo – luogo dedicato agli spiriti nobili dell’antichità, che però non hanno cono- Vergine Madre, figlia del tuo figlio, sciuto la fede cristiana – incontra i grandi poeti umile e alta più che creatura, pagani: termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura Da ch’ebber ragionato insieme alquanto, nobilitasti sì, che ’l suo fattor volsersi a me con salutevol cenno, non disdegnò di farsi sua fattura. e ’l mio maestro sorrise di tanto; e più d’onore ancora assai mi fenno, C’è tutto un gioco di parole che servono a di- ch’e’ sì mi fecer de la loro schiera, mostrare i paradossi che contraddistinguono il sì ch’io fui sesto tra cotanto senno. cristianesimo: “Maria, tu che sei vergine, ma anche madre, sei figlia, ma di Gesù Cristo, la Cosa fanno questi poeti antichi? Ragionano tra creatura più umile e più alta che ci sia nel cre- di loro, poi fanno un cenno a Dante come per ato, nella natura…”. Qui “umiltà” rimanda coinvolgerlo nei loro discorsi e il suo maestro, sempre a un certo tipo di linguaggio che abbia- che è Virgilio, gli sorride perché è contento del- mo visto anche prima per Beatrice, Beatrice è le cose che si dicono, rendono onore a Dante e lo umile, ma l’umiltà è proprio il decoro esteriore coinvolgono nella loro schiera, nella loro “scuo- che deriva anche da una nobiltà interiore. “… la”. Dante viene coinvolto come sesto poeta tra Sei il termine fisso dell’eterno consiglio, cioè, il “cotanto senno”, cioè tra Omero, Virgilio – che punto di riferimento di Dio; tu sei colei – dice è proprio riconosciuto come maestro da Dante Dante per bocca di Bernardo – che ha nobilitato – Ovidio, Orazio e Lucano, che sono altri tre così tanto l’essere umano, la natura, che il suo grandi poeti latini. Così Dante si vede erede sia Creatore non ha disdegnato di farsi creatura di 12 Numero 8 • Agosto 2021
sé stesso”. Qui si riferisce al mistero dell’Incar- media, soprattutto nel Paradiso, cerca di usare nazione: Cristo, attraverso il “sì” di Maria si è la lingua della filosofia e della teologia che è un fatto carne. linguaggio certamente complesso e, se voglia- Dante è certamente poeta della fede, ma nel- mo, neanche tanto godibile. Nella storia della la sua storia personale, soprattutto per quanto fortuna di Dante amiamo molto di più l’Inferno, riguarda la Commedia, è stato un censore, un al limite il Purgatorio, il Paradiso è una lettura critico implacabile della Chiesa. Questa carat- molto impegnativa, perché? Per tutta una serie teristica l’ha fatto amare molto dal mondo pro- di motivi, intanto i Santi forse sono un po’ più testante, anglosassone, per esempio in Germa- noiosi dei dannati, ma anche la lingua è molto nia, in Inghilterra, ma soprattutto negli Stati più difficile, richiede un armamentario di cono- Uniti, Dante è molto amato, e questo amore è scenze superiori. sbocciato molto presto. Già nel Cinquecento, Paradiso XXIX racconta come è stato creato il quando in Europa ribollivano le riforme prote- mondo: non soffermiamoci neanche tanto sul stanti Dante era già visto come un precursore significato in sé, qui sta dicendo che sono sta- delle Chiese riformate. Perché? Perché non si te create le sostanze, le essenze, le forme delle pone assolutamente nessun problema a pren- cose, ed è stata creata la materia. L’incontro tra dersela con il Papa, con i Vescovi, con un certo queste ha generato il mondo come lo conoscia- stile di vita e di pastorale. mo. Potete notare la raffinatezza filosofica e spe- Questo passo di Paradiso XXVII è dedicato alla culativa del linguaggio: figura di Pietro. Dante dà la parola a San Pietro che se la prende con il Papa e dice: Concreato fu ordine e costrutto a le sustanze; e quelle furon cima Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio, nel mondo in che puro atto fu produtto; il luogo mio, il luogo mio che vaca pura potenza tenne la parte ima; ne la presenza del Figliuol di Dio, nel mezzo strinse potenza con atto fatt’ha del cimitero mio cloaca tal vime, che già mai non si divima. del sangue e de la puzza; onde ’l perverso che cadde di qua sù, là giù si placa. Con un linguaggio molto raffinato Dante sta dicendo che in Paradiso c’erano le essenze pure Qui c’è un San Pietro, immaginiamocelo, furio- e in basso c’era la potenzialità della materia, in so che se la prende con l’usurpatore, il Papa, che mezzo si è creato un vime, un vincolo, un nodo ha reso “il mio cimitero, la mia tomba” – quel- che non si può più slegare, cioè l’incontro tra le la che dovrebbe essere la sede del successore di due componenti. Vedete bene la raffinatezza e la Pietro, un luogo sacro, un luogo di preghiera, rarefazione del linguaggio. di fede, di contemplazione spirituale, un luogo Andiamo a Inferno XXI a un passo che è comi- da cui la Chiesa porta al mondo il Vangelo – co, triviale, pastoso. “una cloaca, una discarica di sangue e di puz- Dante è nelle cosiddette Malebolge, incontra za”. Ci sono le lotte intestine, quelle cittadine questi diavoletti che sono dei furfanti, delle di Roma, c’è la puzza della corruzione, per cui canaglie, sono i diavoli “Malebranche”, che il “perverso”, che sarebbe Lucifero, il diavolo ingannano Dante dicendogli che gli mostrano mandato via dal Paradiso, trova la pace, cioè è loro come passare alla bolgia successiva, “vie- contento che sul luogo di san Pietro ci sia un nici dietro e ti facciamo vedere la strada”, al- usurpatore. lora Dante entra nella loro truppa ma questi Vedete qua da una parte un Dante estrema- prima di mettersi a marciare hanno bisogno di mente devoto, fedele alla dottrina cristiana, e un segnale: dall’altra parte un Dante censore, critico impla- cabile dei costumi e delle gerarchie ecclesiasti- Ed elli a me: “Non vo’ che tu paventi; che del suo tempo. lasciali digrignar pur a lor senno Passiamo a un’altra polarità. Dante nella Com- ch’e’ fanno ciò per li lessi dolenti. 13
Qui Virgilio rassicura Dante, gli dice di non Qui cito un piccolo passo di Purgatorio XXIV, preoccuparsi e di non spaventarsi del loro fare siamo nella cornice dei golosi del Purgatorio minaccioso, in realtà sono dei furbi che hanno e Dante incontra un suo vecchio amico, Fore- ingannato anche Virgilio. se Donati – un lontano cugino della moglie di Dante, Gemma Donati – faceva parte di una Per l’argine sinistro volta dienno; delle grandi famiglie fiorentine, che diede i na- ma prima avea ciascun la lingua stretta tali anche a Corso Donati, uno dei nemici poli- coi denti, verso lor duca, per cenno tici di Dante che fu tra quelli che lo mandarono in esilio. Fanno una specie di pernacchia al loro coman- I canti XXIII e XXIV del Purgatorio sono perva- dante, descritto con questo verso famosissimo: si da un grandissimo clima di amicizia. Quan- do Dante e Forese si devono salutare l’addio è ed elli avea del cul fatto trombetta. struggente perché Forese deve rimanere in Pur- gatorio, mentre Dante deve andare in Paradiso Vedete, dunque, la contrapposizione: la rarefa- per poi tornare in terra. Dante si augura anche zione pura del linguaggio filosofico, ma anche di poter tornare presto in Purgatorio e rivedere questo linguaggio da osteria: Dante riesce a te- il suo amico: nere insieme le due cose. L’idea stessa del titolo, Comedia, parte dall’idea sì lasciò trapassar la santa greggia di Dante che la commedia è quella forma che Forese, e dietro meco sen veniva, riesce a tenere insieme tutto, ciò che è subli- dicendo: «Quando fia ch’io ti riveggia?». me e ciò che è infimamente basso, perché? Per «Non so», rispuos’ io lui, «quant’ io mi viva; quello che ho detto all’inizio e ribadirò alla fine: ma già non fïa il tornar mio tantosto, in questa complessità c’è tutto. ch’io non sia col voler prima a la riva. Dante poeta dell’amicizia. “Non sarà mai il mio ritorno qui in Purgatorio tanto veloce, che io sia già qui ritornato con la volontà e il pensiero. Io vorrei essere già qui con te (in nome dell’amicizia che ci lega)”. Non sappiamo molto degli amici di Dante, lui racconta nelle sue opere di essere stato molto amico di un altro grande poeta della sua epoca, Guido Cavalcanti, poi d’aver stretto amicizia con un altro poeta importante, Cino da Pistoia. Sono amicizie molto letterarie, invece qui, se- condo me, nell’amicizia con Forese Donati in- travediamo qualcosa di molto più genuino, mi verrebbe da dire, molto più quotidiano, proba- bilmente c’è molta condivisione. Dante poeta dell’amicizia, ma anche poeta del rancore. A Inferno XIII incontra una vecchia conoscenza fiorentina che tratta malissimo, ad- dirittura Virgilio si complimenta con lui di- cendogli: “… bravo hai fatto bene a trattarlo male…”, chi è questo spirito? È Filippo Argen- ti, di cui Argenti è un cognome-soprannome: Sei poeti toscani (da destra: Cavalcanti, Dante, è chiamato Argenti perché abituato a vivere in Boccaccio, Petrarca, Cino da Pistoia e Guittone d’Arezzo). Giorgio Vasari, pittura a olio, 1544, conservata un lusso che esibiva, si diceva che usasse degli presso il Minneapolis Institute of Art, Minneapolis speroni d’argento: 14 Numero 8 • Agosto 2021
E io a lui: «Con piangere e con lutto, “Vieni a vedere le condizioni della tua nobiltà, spirito maledetto, ti rimani; vieni a vedere questa Maremma com’è messa ch’i’ ti conosco, ancor sei lordo tutto». male”. Dante è completamente immerso nel suo tempo, ci porta anche dettagli di vita quo- Dante parla a Filippo Argenti immerso nello Sti- tidiana, nomi che avremmo perso se lui non ne ge – sostanzialmente una palude dove vengono avesse parlato. puniti gli iracondi – e gli dice che lo riconosce Ma c’è anche una potentissima proiezione nel anche se tutto sporco: “sono contento che tu stai futuro, mi incuriosisce sempre molto quando, a male, che piangi e che ti addolori, spirito male- Paradiso XVII, incontra Cacciaguida e gli dice: detto”. Poi Dante si rivolge a Virgilio e gli dice: e s’io al vero son timido amico, […] «Maestro, molto sarei vago temo di perder viver tra coloro di vederlo attuffare in questa broda che questo tempo chiameranno antico. prima che noi uscissimo del lago». “Se io sono un timido amico della verità, se nel- “Mi farebbe piacere rivedere Filippo Argenti la mia poesia non riporto le cose vere, ho paura, che annega in questo brodo, la palude dello Sti- temo, di non sopravvivere tra coloro che chia- ge, prima che noi usciamo da questo lago”. meranno ‘antico’ il mio tempo”. Questi siamo Finirà così con Filippo Argenti che viene lincia- noi, noi che guardiamo Dante dopo settecento to, aggredito dai suoi compagni di dannazione anni e giudichiamo antica la sua epoca. e Dante che rimane, tutto sommato, contento. Dante sente il bisogno assoluto di poter parlare “Dante poeta del (suo) presente”: qui ho messo un agli uomini che arriveranno secoli dopo di lui: passo a caso, potrei metterne a centinaia, Dante c’è una sfida al tempo, e possiamo sicuramente è un poeta molto presente al suo tempo, qual- dire che Dante ha vinto. cuno ha parlato della Divina Commedia come una specie di instant book, cioè un libro che Riepilogando, vedete le opposizioni: l’amore pubblica l’ultima novità, che riflette su quello spirituale, ma anche l’amore fisico; la politica che è accaduto il giorno prima o il giorno stes- militante, ma anche la politica delusa; la cultu- so. In un altro passo di Purgatorio VI si rivolge ra biblica, sacra, potremmo dire, e quella laica ancora all’Imperatore Alberto d’Asburgo e lo e pagana; la fede cristiana che però si accom- invita a venire in Italia per vedere come siamo pagna alla critica implacabile alla Chiesa; la messi e cita le famiglie protagoniste della cro- purezza del linguaggio filosofico, ma anche la naca di allora: grevità del linguaggio da osteria; l’amicizia che si accompagna anche all’umano sentimento del Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, rancore; la proiezione sul passato, sul presente e Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura. anche sul futuro. Arrivo alla mia conclusione: in che senso Dante Sono famiglie in conflitti reciproci per motivi poeta totale? Poeta totale perché riesce a tenere di politica comunale: insieme la complessità della nostra umanità che è fatta anche di mille contraddizioni. Pro- color già tristi, e questi con sospetti. babilmente sono anche queste mille contraddi- zioni che rendono interessante la vita, e inte- Alcuni sanno già sanno come andrà a finire, al- ressante la Divina Commedia. tri cominciano a sospettare che le lotte andran- no male, finiranno nel sangue. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d’i tuoi gentili, e cura loro magagne; e vedrai Santafior com’è oscura! 15
DANTE ALIGHIERI, IL PRIMO DEI MODERNI Erasmo Silvio Storace Filosofo, Università degli Studi dell’Insubria di Varese-Como L a domanda da cui intende prendere le mosse la presente relazione è la sostiene la tesi secondo cui Dante sarebbe stato un uomo tipico del suo tempo, seguente: perché, a settecento un tipico uomo medioevale: anni dalla scomparsa di senza nulla togliere a tali Dante Alighieri, si rende argomentazioni, che dal doveroso porre ulteriori punto vista storico sono omaggi a colui che ancora assolutamente ineccepibili, oggi chiamiamo il “sommo in questa sede si intende poeta”? In cosa consistono sostenere che il nucleo la cifra della sua grandezza e fondante dell’impostazione della sua modernità? filosofica del pensiero I motivi sarebbero dell’Alighieri mostri ovviamente molteplici, e non imprescindibili tratti in avrebbe senso limitarci qui ad elencarli senza comune non con il pensiero dominante del tentare di individuare, tra di loro, la peculiarità Medioevo, bensì prefiguri i profondi mutamenti di Dante – che, lo anticipiamo, consiste, a che, di lì a qualche decennio, condurranno nostro avviso, nella possibilità di interpretarlo l’umanità nell’Umanesimo e dunque nella non come un uomo medievale e neppure come cosiddetta modernità. l’ultimo dei medievali, bensì come il primo In altre parole, non si pretende qui di affermare pensatore dell’epoca moderna. l’ultima parola su Dante spiegando chi fosse egli In altre parole, Dante Alighieri merita il in realtà, ma piuttosto si tenterà di comprendere nostro tributo, nel settimo centenario dalla in che modo possiamo, oggi, interpretare il sua scomparsa, non soltanto perché è stato il suo pensiero: dobbiamo cioè pensarlo come “sommo poeta” ovvero il “poeta totale” (come un autore costretto nelle rigide maglie della sostenuto da Emiliano Bertin, cfr. Id., Dante teologia cristiana medievale, oppure possiamo Alighieri, Mondadori, Milano 2015), ma anche provare a immaginarlo come il primo uomo filosofo, politico, teologo, padre della lingua occidentale moderno, dotato di una visione del italiana, etc., bensì in quanto portavoce di una mondo per alcuni aspetti simile alla nostra? O rottura rispetto al teocentrismo medievale in meglio: come colui che rende possibile quella vista già di un antropocentrismo, che maturerà svolta a partire da cui la modernità stessa, soltanto nell’Umanesimo quattrocentesco. nel suo primo baluginio dell’Umanesimo, La recente e prestigiosa monografia di Alessandro potrà avere origine, segnando un profondo Barbero, Dante (Laterza, Roma-Bari 2020), iato e un irreversibile commiato rispetto a 16 Numero 8 • Agosto 2021
una civiltà, quella medievale, ormai giunta ovvero in quanto conoscitore dell’umano, Dante al suo tramonto? Si tratta certo di un’ipotesi mostra di essere uno psicologo raffinissimo, in ermeneutica un po’ azzardata, che per alcuni grado di scandagliare i meandri più reconditi sia aspetti potrebbe apparire provocatoria, ma che della coscienza umana, sia di quella dimensione certamente ha l’intento di rendere Dante più che oggi chiamiamo inconscio. In tal senso, vicino a noi e più fruibile in riferimento alla si potrebbe prendere a prestito il titolo di nostra visione del mondo. uno dei testi più importanti della storia della A sostegno di questa tesi, verranno portate filosofia occidentale, scritto da Hegel nei primi alcune argomentazioni, prendendo le mosse dal decenni del secolo XIX (ovvero, che vide tre suo capolavoro, la Commedia (o Comedìa, come pubblicazioni, nel 1817, nel 1827 e nel 1839), egli stesso la definiva – e, com’è noto, sarà e sostenere che la Commedia dantesca può essere Boccaccio, nel suo Trattatello in laude di Dante, intesa come una sorta di Enciclopedia delle scienze ad affiancarvi l’aggettivo “divina”). Quest’opera filosofiche in compendio. non può essere considerata un semplice testo letterario, ovvero una mera raccolta di cento 1. poesie: essa costituisce al tempo stesso un Tornando alle motivazioni secondo cui Dante poema sacro, un’enciclopedia filosofica e un può essere pensato non come l’ultimo dei trattato di psicologia ante litteram. Innanzitutto, medievali ma già come il primo dei moderni, come ha sostenuto a più riprese anche Marco in primo luogo, in base a quanto sostenuto, Santagata nel suo Dante. Il romanzo della sua ovvero per il fatto che la Commedia è un’opera vita (Mondadori, Milano 2017), Dante appare enciclopedica e totale che offre una fenomenologia convinto che il suo testo risultasse l’ultimo completa di emozioni, sensazioni, vizi e virtù grande testo sacro, da pensarsi quasi come una dell’animo umano. Si tratta cioè di un lavoro sorta di appendice alla Bibbia: in molti luoghi di profondissima introspezione psicologica che, della Commedia, infatti, Dante si pone al pari per la prima volta, pone in posizione centrale dei profeti biblici. L’opera di Dante, inoltre, è l’essere umano: e questo è il primo vero motivo da intendersi come un testo filosofico costruito per cui proponiamo di pensare Dante come il su più livelli: dalla metafisica alla cosmologia, primo dei moderni. Qui veniamo al primo dalla filosofia politica alla morale, etc. La motivo per cui diciamo che Dante è moderno Commedia di Dante può altresì essere pensata – che mette al centro l’uomo. Già Alberto come un trattato di psicologia ante litteram: essa Asor Rosa aveva definito Dante come il primo consta infatti diversi livelli di lettura, nei quali umanista (cfr. ad esempio Alberto Asor Rosa, scorgiamo anzitutto la narrazione di un viaggio La poesia del Duecento e Dante, La Nuova Italia, nell’aldilà, che però può essere inteso, più nel Firenze 1974). L’umanesimo è caratterizzato da profondo, come un percorso nei meandri della diversi elementi e, in particolare, da un attento psiche umana, dei suoi impulsi, delle sue ragioni e puntuale ritorno ai classici, attraverso il e delle sue perversioni. Si noti che si è parlato, metodo filologico. Sebbene Dante presti molta anacronisticamente e volutamente, di “psiche” e non di “anima”, il che ci consente di ripensare la Commedia come una sorta di enciclopedia delle emozioni umane, dei vizi e delle virtù, in cui tutti quanti noi possiamo ritrovare noi stessi. In tal senso, 17
Cerbero, il cane a tre teste attenzione ai classici, sarebbe azzardato definirlo viso nella luce eterna”, vedere Dio per un secondo “filologo” nell’accezione moderna del termine; negli occhi. Bernardo è colui che incomincia a ciononostante, la sua passione nei confronti dei intessere quella meravigliosa preghiera che è classici di cui egli poteva disporre, dall’Eneide stata evocata, e tutto ciò ci ricorda un titolo di di Virgilio all’Achilleide di Stazio, da Ovidio Bonaventura da Bagnoregio, Itinerarium Mentis a Orazio, da Seneca a Cicerone, etc., fa già di in Deum, vale a dire Itinerario della mente dentro Dante un antesignano dell’umanesimo. Ma oltre Dio: infatti, se ci pensiamo, conduce Dante a questo c’è di più. dentro Dio, nell’ultimo Canto. La Commedia, Il secondo aspetto è il porre l’essere umano al ribaltando questo titolo, può invece essere centro. Il Medioevo si caratterizza per il fatto pensata come Itinerarium Mentis in Hominem, un che Dio è il centro del mondo; come dice Itinerario della mente dentro l’uomo: un itinerario sempre Umberto Galimberti, se togliamo Dio della mente nella mente. E risulta straordinario dalla parola Medioevo, non capiamo nulla del il modo con cui Dante riesce a scavare dentro Medioevo, e questo è verissimo. Pensiamo, l’essere umano in tutte le sue dicotomie, nella per esempio, a uno dei più grandiosi testi del sua dimensione profana, che sta fuori dal tempio Medioevo, la Somma teologica di San Tommaso e dalla sacralità, e nella sua dimensione sacra: e d’Aquino, interamente costruito intorno a Dio: questi due livelli, in Dante, sono compresenti e le prime parti sono solo su Dio, sulla Trinità, si compenetrano. sulla creazione, sul male e via dicendo. Di contro Non vorremmo essere troppo azzardati, pensiamo a come si struttura la Commedia di soprattutto da un punto di vista filologico, Dante: è popolata sempre, comunque e ovunque, provando ad affermare che, nella Commedia di da esseri umani, da uomini e donne che, seppur Dante, Dio non è più al centro, nemmeno a spogliati della loro carnalità, portano comunque livello strutturale: Dio lo si incontra infatti le loro vicende umane in primo piano. nell’ultimo dei cento Canti dell’opera. Per In Paradiso XXXIII, l’ultimo Canto, è San quanto ovviamente onnipresente in tutta la Bernardo che, attraverso la bellissima preghiera Commedia, Dio è posizionato alla fine del percorso, alla Vergine consente che Dante “possa fissar lo non a caso, in quell’ultimo Canto, descritto da 18 Numero 8 • Agosto 2021
Bernardo come: “termine fisso d’etterno consiglio”, e religiosa su cui si fondavano il mondo termine ultimo della vita umana. Ma Dante dell’antichità e il mondo del Medioevo. canta soprattutto la vita, nei suoi vizi e nelle sue Si proceda dunque con l’argomentazione. virtù, nelle sue bassezze più grette e nella sua Se Dante è colui che segna la fine di ciò che possibilità di elevarsi quanto più possibile verso rendeva coese le civiltà precedenti, innanzitutto l’alto dei cieli. è necessario comprendere cosa si intenda per Si può inoltre sostenere, con la stessa cautela, “coesione” di una civiltà. Quando una civiltà che nel momento in cui Dante, in Paradiso è tale? Siamo soliti distinguere i Greci dai XXXIII, arriva a gettare lo sguardo in Dio, e Persiani, dai Romani, e via dicendo, ma sulla per un attimo cerca di capire qualcosa di questa base di cosa operiamo tali distinzioni? Cosa visione, egli riesce a scorgere se stesso dentro distingue una civiltà da un’altra? Vi sono Dio. Non si sostiene però che Dante sia un almeno due elementi fondamentali: la coesione immanentista, perché qui il poeta parla della linguistica da una parte e la coesione culturale e seconda figura della Trinità, ovvero del figlio, e religiosa dall’altra. L’antica Grecia, per esempio, in Lui vede l’essere umano. Scrive così: non disponeva di un potere centrale, infatti non c’era un imperatore, un sovrano, ma esistevano “Quella circulazion che sì concetta tante città-Stato politicamente autonome, pareva in te come lume reflesso, spesso in guerra tra di loro. Per quale motivo, da li occhi miei alquanto circunspetta, nonostante l’autonomia, tutti quanti erano Greci? Anzitutto si capivano tra di loro, perché dentro da sé, del suo colore stesso, parlavano la stessa lingua; in secondo luogo, mi parve pinta de la nostra effige: condividevano il medesimo orizzonte culturale per che ’l mio viso in lei tutto era messo.” [Dante, Paradiso XXXIII, vv. 127-132] Quando arriva a guardare Dio, Dante vi scorge se stesso, ossia vede in lui il volto dell’uomo: si può dunque sostenere che, se Dio non è sempre presente nell’essere umano, l’essere umano, invece, è presente nell’intimità più profonda di Dio. Nei personaggi infernali, nelle vite che il poeta giudica come oscene, grette, basse, Dio manca: egli latita in alcuni luoghi dell’umano ma, al contrario, in Dio l’essere umano è essenzialmente presente. Allo stesso modo, l’essere umano è onnipresente nella Commedia, mentre Dio, nell’Inferno, non è presente. La Commedia è dunque la storia dell’uomo, in cui Dante porta il soggetto umano al centro della dimensione sacra. Di qui la tesi che intendiamo sostenere, secondo cui Dante è il più moderno dei moderni, giacché per primo pone l’uomo al centro. 2. Si giunge così a un ulteriore motivo per cui Dante può essere considerato il primo dei moderni: più di chiunque altro, egli ha contribuito a segnare Domenico di Michelino, Dante ed i tre regni, 1465, la fine di quella coesione linguistica, culturale particolare, Firenze, Santa Maria del Fiore 19
e religioso, infatti adoravano gli stessi dèi. Lo stesso vale per l’Impero Romano, con alcune differenze, ovviamente, poiché si parla di un mondo estremamente più vasto, in cui questa volta esiste un potere centrale. Sono tuttavia presenti componenti etniche profondamente diverse tra di loro: parlano lingue diverse, adorano differenti dèi, ma tutti quanti parlano il latino, che diventa lingua franca, ossia elemento di comprensione reciproca e coesione linguistica. E vi era anche una coesione religiosa un po’ più sottile da comprendere, consistente nel fatto che i Romani erano soliti assimilare all’interno del loro “pantheon” tutti gli dei, cioè accoglievano ogni divinità dei popoli che annettevano all’interno. La religione di chiunque era dunque tollerata e con ciò i Romani segnano forse uno dei punti più alti della storia dell’antichità, in riferimento all’esercizio della tolleranza. In questo senso, anche il mondo romano è coeso e compatto, perché vi si parla la stessa lingua, anche se poi regionalmente ciascuno può parlare la propria, e sotto l’aspetto religioso è presente una sorta di meta-religione fondata Incisione del XIX secolo in acciaio, sulla tolleranza. Anche il mondo medievale è basata su ritratto del Botticelli (1495 ) coeso e compatto. Nonostante una marcata frammentazione, soprattutto a livello politico, e ai popoli situati nelle vicinanze, ma non è più si mantiene comunque il latino come lingua estendibile a tutto l’Occidente europeo, ovvero franca, che consente ai dotti italiani, tedeschi, a tutta l’Europa. inglesi e francesi di dialogare, e si mantiene la Erich Auerbach in Filologia della letteratura coesione religiosa garantita dal Cristianesimo. mondiale (Book Editore, Ferrara 2006), scritto Bene, all’interno di questo quadro, Dante nel 1952, parla di una felix culpa, una colpa felice, è colui che contribuisce a infrangere questa riferendosi alla frammentazione dell’umanità in coesione: per quale ragione? Il primo motivo, una moltitudine di culture. Con queste parole ampiamente dibattuto, è che Dante scrive Auerbach racconta della nascita dell’Europa e un’opera così completa e totale (non un mero si chiede cosa sia l’Europa, cosa vuol dire essere insieme di poesie, ma una vera e propria visione Europei. L’autore sottolinea che la nascita delle del mondo) non più in latino, ma in volgare. lingue romanze – delle varie lingue in volgare, Il Poeta sostiene infatti che il suo lavoro debba come quella con cui si esprime Dante, che si essere “popolare”, una Comedìa, appunto, e diffondono anche in Francia, in Germania, poi non una tragedia, e per questo sceglie una in Inghilterra e via dicendo – contribuisce alla lingua accessibile a tutti. Tuttavia, si rivolge nascita di quella che noi ancora oggi chiamiamo effettivamente solo a coloro che abitano nella Europa, che si fonda proprio su questa felix culpa. penisola italica e che comprendono il suo In altri termini, la frammentazione linguistica idioma, il volgare fiorentino. Sicuramente i è responsabile (culpa) della divisione su cui siciliani lo capiscono e probabilmente anche i l’Europa si fonda; l’Europa degli Stati nazionali francesi, mentre in Germania o in Inghilterra che poi arriverà e quella in cui poi andranno a la lettura non risulta così agevole. Il testo della farsi guerra l’uno contro l’altro. Questa culpa Commedia è dunque accessibile a tutti gli italiani non è soltanto tremenda e terribile, ma è 20 Numero 8 • Agosto 2021
anche felix, secondo Auerbach, perché consente decine di confessioni differenti, che fanno sì che all’Europa di costruirsi in una molteplicità, in gli Stati europei, soprattutto tra il Cinquecento una polifonia, in culture differenti, e in ciò trova e il Seicento, siano in guerra continua tra di loro. la sua grandezza. Essere Europei significa stare Sono gli anni delle guerre di religione, guerre tutti insieme in un’identità che ancora oggi tremende, sanguinosissime. Ciononostante, costruiamo con fatica proprio perché mancano bisogna sottolineare che Dante è già testimone quegli elementi di coesione presenti nel mondo di questa frattura, ancora in nuce, che necessiterà greco-romano e nel mondo medievale. L’Europa di due secoli per manifestarsi pienamente ed odierna non dispone di una coesione linguistica esplodere con irruenza. (e paradossalmente l’inglese si pone come lingua Si può dunque sostenere che Dante sia un franca, sebbene non sia adottata da alcuno Stato personaggio moderno perché è artefice, suo europeo, soprattutto alla luce della Brexit). In malgrado, di questa felix culpa: da un punto di secondo luogo, l’Europa di oggi è priva anche vista linguistico, utilizza una lingua nazionale, di una coesione culturale e religiosa forte; si non sovranazionale, mentre dal punto di vista tratta sì di un punto debole, ma al tempo stesso religioso può essere pensato come precursore conferisce forza a un’entità europea caratterizzata delle Chiese riformate. Si ricordi che Dante da una polivocità di culture unica al mondo. muove molte critiche alla Chiesa di Roma, forse Il filosofo della politica Giulio Maria Chiodi, anche più feroci di quelle che avanzerà lo stesso in Europa: universalità e pluralismo delle culture Lutero o gli altri riformatori. Si potrebbero fare (Giappichelli, Torino 2002), descrive un’Europa innumerevoli esempi delle critiche che Dante che sembra corrispondere a quella Dante, poiché muove ai Papi, agli uomini della Chiesa, alla costruita proprio su questa contrapposizione: Chiesa stessa, alla simonia, cioè al commercio l’universalità di una cultura da una parte – cioè di cose sacre, così come Lutero contrasterà il fatto di essere tolleranti, di avere delle radici le vendita delle indulgenze duecento anni comuni quali quelle greco-romane, giudaico- dopo. Si citino qui alcune terzine, da Inferno, cristiane, di avere dei valori comuni come la Purgatorio e Paradiso, in cui il poeta utilizza tolleranza, l’uguaglianza, la fratellanza, la libertà effettivamente delle parole estremamente forti – e il pluralismo di culture, di lingue e di religioni nei confronti della Chiesa. diverse dall’altra. Di fatto, con l’introduzione In Inferno XIX, dove sono puniti i simoniaci, del volgare in un’opera così importante, Dante si legge: contribuisce alla frammentazione linguistica che verrà poi affermandosi, facendo sì che in Di voi pastor s’accorse il Vangelista, Europa le culture si frammentino, poiché se si quando colei che siede sopra l’acque frammentano le lingue, si frammentano anche puttaneggiar coi regi a lui fu vista le culture. L’Europa si mostra come un luogo [Dante, Inferno XIX, vv. 106-108] quasi paradossale a cui Dante dà un contributo fondamentale, ponendosi come uno dei suoi Parafrasando: di voi pastori se ne accorse già grandiosi padri. Forse il Poeta avrebbe auspicato Giovanni l’Evangelista, quando la Chiesa fu un’unità, un impero sovranazionale, che poi non vista comportarsi da prostituta, da meretrice, è arrivato. Se Dante avesse scritto la Commedia essere in combutta con chi gestisce la politica: in latino, probabilmente oggi l’Europa avrebbe questa è la commistione tra potere temporale una faccia diversa, nel bene e nel male. Non e spirituale che per Dante era la peggiore in dimentichiamo inoltre che l’Europa moderna assoluto. manca inoltre di una coesione religiosa. Nel In Purgatorio XXXII la metafora è la stessa: Cinquecento, a due secoli di distanza dalla scomparsa di Dante, comincia infatti l’epoca Sicura, quasi rocca in alto monte, degli scismi, delle riforme (luterana, calvinista, seder sovresso una puttana sciolta anglicana…) per cui il Cristianesimo, che m’apparve con le ciglia intorno pronte. sembrava una cultura compatta, si frammenta in [Dante, Purgatorio XXXII, vv. 148-150] 21
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