CHANGE YOUR MIND Tutte le cose del 2022 che cambieranno noi e le nostre imprese - MAGAZINE DI INFORMAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - LO/VA MAGAZINE DI INFORMAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHANGE YOUR MIND Tutte le cose del 2022 che cambieranno 1 noi e le nostre imprese
BPER Banca potenzia la struttura distributiva Tra le 9 nuove Direzioni Territoriali spicca “Lombardia Ovest”, presieduta da Luca Gotti, che comprenderà le città di Milano, Bergamo e Varese Sosteniamo Nuova struttura organizzativa per BPER Banca. A tonomia e poteri decisionali. In particolare, sul ter- partire da gennaio 2022 la banca si doterà infatti ritorio la rete della banca si avvale dell’esperienza, della direzione territoriale “Lombardia Ovest”, che della competenza e della professionalità degli area comprenderà le città di Milano, Bergamo e Varese. manager di Busto Arsizio e Varese, rispettivamente chi fa impresa. Questa razionalizzazione porterà a BPER una mag- Flavio Debellini e Fausto Rigamonti. Il peso speci- giore efficienza e renderà molto più rapide e snelle fico e il contributo alla nuova direzione Lombardia le procedure, con l’obiettivo di fornire ai clienti il mi- Ovest che porterà la provincia di Varese conta circa glior servizio in tempi sempre più rapidi. La nuova 250mila clienti, su un totale di 700mila, e 16 miliardi direzione rappresenterà un polo strategico per la di masse intermediate su un totale di 45 miliardi di banca e un importante asset sia a livello territoriale euro. che nazionale. Ti offriamoinsoluzioni A beneficiare particolare su misura per aiutare di questi aggiornamenti la tuatraazienda sarà, gli altri, ilaterritorio diventare sempre varesi- più competitiva. In precedenza BPER Banca si era strutturata con no, che diventerà parte integrante di un vero e pro- 17 direzioni regionali di cui quattro presenti in Lom- prio “ecosistema lombardo” che, tra clienti e masse bardia. Questo per agevolare il passaggio e l’inte- Parlane di intermediate, dimensioni con noi. filiali e centri imprese, grazione di quasi un milione e mezzo di clienti in costituisce circa il 40 per cento della direzione terri- seguito alla cessione da parte di Intesa Sanpaolo toriale. Quest’ultima è in assoluto la più grande di- delle ex filiali Ubi. Un processo di fusione che è rezione di BPER e rappresenta un Hub importantis- avvenuto con successo e che oggi richiede un’ot- simo su cui la banca ha deciso di puntare. A Varese timizzazione dell’assetto organizzativo della banca saranno potenziate le varie diramazioni della nuova in modo da renderla più efficiente, rispondendo in direzione che avrà più deleghe, più poteri, più au- tempi rapidi alle esigenze dei propri clienti. bper.it 800 22 77 88 Messaggio pubblicitario con finalità promozionali.
editoriale IL CAMBIAMENTO E LA STERZATA ETICA nell’incertezza del “post umano” A differenza del recente passato, non c’è nulla esperti «post-umano». Questo è il vero proble- di lineare nel futuro che ci aspetta. È come se ma. Paolo Benanti, frate francescano, teologo, ci trovassimo ad affrontare una curva di cui docente di bioetica e autore di numerosi sag- non si intravede la fine. Possiamo solo prova- gi sul tema, spiega questo salto con una do- re a immaginarla perché del punto di appro- manda: noi esistiamo o funzioniamo? «Quando do sappiamo ancora troppo poco, così poco non c’è più chiarezza su questo punto - dice il che più di qualche studioso lo ha definito «un teologo - allora vuol dire che siamo nel post-u- salto antropologico». In un quadro di completa mano». Michele Mancino - Vicedirettore VareseNews incertezza ci viene chiesto quotidianamente In questo tempo nuovo, dominato dal digita- di cambiare ad ogni livello: negli stili di vita, nel le, la condizione umana è entrata in compe- lavoro, nel rapporto con le macchine, con l’am- tizione con le macchine intelligenti e la linea biente e la natura. Come se fosse una cosa di confine, un tempo netta, tra chi esiste e scontata, appunto, un passaggio lineare. Se chi funziona, tende sempre più a sfumare. la soluzione fosse semplicemente quella di Grazie alla potenza di calcolo, gli algoritmi scardinare la zona di conforto di ognuno di noi, sono entrati prepotentemente nelle nostre cambiare sarebbe fin troppo facile. vite, riorganizzano la società e influenzano i Ma sappiamo bene che non esistono soluzio- nostri processi decisionali, compresi quelli ni semplici a problemi complessi. E in questo che dovrebbero guidarci nell’agognato cam- tempo la complessità non è data dal cambia- bio di passo. La tecnologia è tutt’altro che mento in sé, specialità in cui l’uomo è stato neutra ed esserne consapevoli è importante campione indiscusso nella storia, ma nel con- per affrontare la curva del nostro futuro. Per testo in cui si inserisce. E quello attuale non decidere di cambiare dunque non basta che ha precedenti. Non è infatti per un esercizio di l’uomo funzioni, occorre una sterzata etica, stile che siano stati istituiti ministeri alla tran- esistenziale. Per dirla con le parole di Benanti: sizione, riconoscendo di fatto la difficoltà og- «La bellezza dell’esistere chiede di essere det- gettiva di questo passaggio. Il cambiamento ta nell’epoca del funzionale. Questa è la sfida si inserisce in una fase nuova, definita dagli che ci aspetta».
Se non è tuo, non prenderlo. Se non è giusto, non farlo. Se non è vero, non dirlo. Se non sai, stai zitto. SOMMARIO editoriale IL CAMBIAMENTO E LA STERZATA ETICA NELL’INCERTEZZA DEL “POST UMANO”_______________________ 03 cover story THE GREAT RESIGNATION E LA DEMOGRAFIA CHE NON PERDONA_________________________________ 05 MENO NASCITE, PIÙ COMPETTITIVITÀ. IL RISCHIO DEL FUTURO SI CHIAMA DEMOGRAFIA_____________ 06 TENETEVI IL TALENTO: OGGI CERCHIAMO L’ATTITUDINE__________________________________________ 08 IL MANAGER PER ORGANIZZARE. L’IMPRENDITORE PER PIANIFICARE_________________________________ 10 CAMBIARE PER CRESCERE. IL TEMPO DEL COVID È QUELLO GIUSTO PER LE PMI_____________________ 12 MACCHINE E LAVORO. È LA FINE DELL’OCCUPAZIONE?___________________________________________ 14 focus PNRR, UN INVESTIMENTO A DEBITO PER DARE UN FUTURO A GIOVANI E AZIENDE____________________ 16 LA RICETTA DEL PNRR: INVESTIRE PER NON INVECCHIARE________________________________________ 18 UFFICIO ACQUISTI: LA CENERENTOLA DIVENTA REGINA__________________________________________ 20 FINANZA IN CATTEDRA. CHI LA CONOSCE FA CRESCERE IL BUSINESS______________________________22 IL VACCINO ANTICRISI SONO LE “TESTE BEN FATTE”_____________________________________________24 items LA REPUTAZIONE È IL “FORTINO” DEL BUSINESS________________________________________________26 INNOVAZIONE DIFFUSA? LA SOLUZIONE SI CHIAMA CINO_________________________________________28 VENDERE OGGI È COME GUIDARE UN’AUTO IBRIDA______________________________________________ 30 focus norme IN ARRIVO LA RIVOLUZIONE DELLE BUSTE PAGA DEI LAVORATORI_________________________________32 crescita sostenibile IL REBUS DELLA CRESCITA LO RISOLVE IL FATTORE BIOGAS. SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ________________34 IMPRESA GREEN CERCASI. LA FINANZA È A CACCIA DELLA RIVOLUZIONE VERDE_______________________36 le nostre inchieste INTEGRAZIONE NON È PATERNALISMO. SERVONO REGOLE, FORMAZIONE E ASCOLTO____________________38 consigli per le imprese PIRATI DI DATI. PMI NEL MIRINO DEGLI ATTACCHI INFORMATICI_______________________________________40 DIPENDENTI SOCIAL MANAGER. O L’EFFETTO LINKEDIN NON DECOLLA_____________________________42 Magazine di informazione delle piccole e medie imprese. Caporedattore - Davide Ielmini Viale Milano 5 Varese - Tel. 0332 256111 - www.impreseterritorio.org Progetto grafico e impaginazione - Simona Caldirola Stampa Litografia Valli INVIATO IN OMAGGIO AD ASSOCIATI E ISTITUZIONI Tiratura, 9.100 copie - Chiuso il 15.02.2022 Autorizzazione Tribunale di Varese n.456 del 24/1/2002 Direttore Responsabile - Mauro Colombo Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a euro 28 ed è compreso nella quota associativa. Presidente - Davide Galli La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali
www.impreseterritorio.org COVER STORY Il tema del secolo The Great Resignation e la demografia che non perdona «Come dice una frase attribuita ad Einstein, follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. Il mondo intorno a noi sta cambiando, e agli imprenditori serve un adattamento darwiniano» Gli imprenditori devono fare attenzione all’employee branding: non basta mettere l’annuncio di ricerca lavoro e aspettare che qualcuno rispondastiamo importando dagli Usa
COVER STORY Andrea Aliverti Meno nascite, più competitività Il rischio del futuro si chiama demografia «Rischio demografico e “Great Resignation”, pattano sulle imprese. «Da un lato, fanno le imprese devono cambiare per adattarsi al fatica a trovare personale - sottolinea l’e- mondo che cambia. E investire su una for- sperto, originario di Gavirate - alcuni settori Umberto Frigelli, mazione nuova». Ad affermarlo è Umberto più di altri, con la pandemia che ha generato psicologo del lavoro: Frigelli, consulente di direzione, coordinatore una fuga di persone da settori come la risto- nazionale del Centro Ricerche Aidp (Asso- razione, con gli addetti rimasti a casa che «Molto dipende da ciazione Italiana Direzione del Personale) e si sono cercati opportunità diverse, così quanto, sia a livello docente di Psicologia del Lavoro alla Univer- quando si è riaperto il mercato del lavoro, individuale come impresa sità Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che sono arrivati segnali di difficoltà a trovare analizza alcuni fenomeni che stanno rivolu- personale. Dall’altro lato si sta verificando sia a livello di sistema, si zionando il mondo del lavoro anche per le anche da noi un fenomeno che parte dall’A- sta facendo per costruire Pmi. merica, quello delle dimissioni spontanee». delle professionalità» «Il calo della popolazione italiana è uno dei “The Great Resignation”, l’hanno ribattezza- fenomeni che dovrebbero destare preoc- to oltreoceano. «C’è chi il lavoro non l’ha più cupazione – sottolinea Frigelli - è un trend cercato dopo il Covid per via dei sussidi o italiano ed europeo, su cui ha posto l’atten- delle casse integrazioni e c’è chi va in cerca zione anche l’Unione Europea, a cui però di opportunità nuove, anche all’estero. Le fa- non fa riscontro un trend mondiale, perché sce che si sono “mosse” di più sono quelle il World Meter conta già 7,9 miliardi di perso- centrali e giovanili, da noi più che altro 26-35 ne e si prevede di arrivare in un prossimo anni ma anche 36-45, e che ha toccato lau- futuro fino a 11 miliardi». reati o professionalità specializzate, come nell’alimentare o nell’alberghiero, anche per Un rischio per il nostro Paese che merita via di un mercato del lavoro che si è mosso, una riflessione, anche perché si intreccia aprendo opportunità nei settori dell’informa- con «altri fenomeni concomitanti» che im- tica e dell’edilizia». Quali motivi? Banalmente 6 | imprese e territorio
COVER STORY Il tema del secolo www.impreseterritorio.org Oggi i giovani non cercano solo un buon lavoro ma anche l’innovazione. E su questo le imprese sono in competizione. C’è poi il fenomeno delle dimissioni spontanee che stiamo importando dagli Usa «offerte migliori a cui le persone rispondono innovazione, ma in parte anche per quanto, struendo quei sistemi che nel medio perio- - spiega Frigelli - ma spesso perché all’inter- sia a livello individuale come impresa sia a do, mesi o anni, creano le occasioni. Bisogna no della propria azienda ci si trova male, non livello di sistema, si sta facendo per costru- fare un minimo di investimento di pensiero solo per i 100 euro in più al mese in più. Per ire delle professionalità. Penso all’esempio e di azione. problemi di clima e di gestione, in particola- dell’Emilia, dove i distretti della meccanica si re per i giovani». Di fronte a questo trend, sono attrezzati per mettere in piedi scuole, diventa sempre più complicato trovare per- master, academy che partono dalle aziende Le difficoltà sono innegabili, ma esistono sonale da inserire in azienda. «C’è un tema ma si legano al territorio, un po’ colmando il modi per provare ad arginarle o anche a tro- di prodotti e servizi più digitalizzati, che ri- gap rispetto al sistema duale tedesco con vare soluzioni che possano funzionare bene. chiedono competenze diverse su cui stare istituti tecnici che creano professionalità Però vanno costruite, con apertura mentale al passo, per cui trovare persone già forma- nello scambio tra scuola e territorio». Esem- e facendo cose un po’ diverse». In partico- te è difficile, in base a questi movimenti. E pi, questi, «a cui fare riferimento – l’invito di lare nei confronti dei giovani: «Quelli di oggi, spesso ci si “ruba” le professionalità tra con- Frigelli - perché al di là del doversi ingegnare, correnti. Ma c’è anche un tema di visione per rimediare, questo è possibile solo se an- tra i 20 e i 24 anni, non sono come erava- imprenditoriale, e di apertura mentale verso che il sistema imprenditoriale si appresta a mo noi baby boomer, cresciuti con il motto il cambiamento». Perché se «il calo demogra- fare dei cambiamenti. Come dice una frase “prima il dovere e poi il piacere” - ammette il fico non aiuta a selezionare personale, c’è attribuita ad Einstein, follia è fare sempre la consulente direzionale - il modello padronale una spinta di immigrazione che porta anche stessa cosa aspettandosi risultati diversi. Il della fabbrica o dell’officina si scontra con personale qualificato o desideroso di inse- mondo intorno a noi sta cambiando, e agli le visioni dei giovani, che oggi prendono e rirsi. E a volte è questione di accettare la imprenditori serve un adattamento darwi- diversità come parte del sistema – fa notare niano che è l’unica cosa che garantisce la se ne vanno. Il ragazzo che entra in azienda Umberto Frigelli – in questo senso, le asso- sopravvivenza e il successo». Percorsi for- si aspetta un ambiente, un clima, un’atten- ciazioni possono fare sistema, in Germania mativi come gli Its, sotto questo punto di zione e un trattamento differenti: molti im- ad esempio con i flussi fanno arrivare mi- vista, sono «una delle poche soluzioni pra- prenditori hanno un atteggiamento attento, granti qualificati che parlano l’inglese». ticabili – sottolinea l’esperto – bisogna co- ma ce ne sono ancora molti con una visione struire le condizioni per avvicinare domanda estremamente tradizionale. Il cambiamento Occorre dunque costruire anche una ri- e offerta nel momento in cui l’offerta, tra sposta di sistema. «L’imprenditore tende a calo demografico, motivazioni delle nuove deve toccare anche il lavoro. E nelle Pmi, se preoccuparsi poco del megatrend, perché generazioni e mercato del lavoro, è cambia- fai cose di alto valore aggiunto, hai bisogno ha tempi lunghi - rimarca il consulente di ta. Altrimenti sarà inevitabile il mismatch». di maestranze capaci, appartenenti, appas- Gavirate - vede la necessità dell’immediato, sionate e motivate. Occorre un atteggia- il fatto che non riesce a trovare il giovane E poi c’è il tema del cosiddetto employee mento razionale, lucido e disincantato, con da inserire o che vuole imparare. In parte è branding. Detto in soldoni, gli imprendito- un po’ di capacità di autocritica, che non è dovuto al fatto che ci sono meno giovani di- ri «devono dedicare tempo e attenzione a sponibili per via del calo demografico, in par- queste cose, non basta mettere l’annuncio sempre la dote dell’imprenditore di succes- te – e questo vale soprattutto per le impre- di ricerca lavoro e aspettare che qualcuno so, per capire cosa sta succedendo in casa se più tradizionali - perché i giovani cercano risponda. Bisogna essere più proattivi, co- propria». imprese e territorio | 7
COVER STORY Antonio Belloni* Tenetevi il talento: oggi cerchiamo l’attitudine Dalla voce di chi cerca lavoro si capisce che non sembrano più essere soldi e sicurezza i fattori che rendono l’impresa un luogo di lavoro attrattivo Sentendo le imprese, non paiono essere le competenze o le qualità professionali e tecniche i punti deboli per cui i nuovi assunti non sono adatti al lavoro, oppure non sono in grado di conservarlo nel tempo www.impreseterritorio.org 8 | imprese e territorio
COVER STORY occupazione e prospettive Il posto c’è ma non si trova la persona giu- ne e nuovo: il lavoro è spesso in provincia, suna delle due parti sembra esserci ancora sta, oppure, la persona giusta c’è, ma sta un’area geografica e professionale che per i l’attrezzatura mentale adatta ad affrontarlo. per andarsene. Spesso le imprese si tro- giovani è molto meno attrattiva delle grandi Le imprese cercano talenti, tecniche, com- vano in questa situazione, di fronte a que- città. petenze. Ma quando la relazione di lavoro sti due casi, quando si tratta di lavoro. Ma non funziona è per una questione di propen- nell’attesa delle riforme che riguardano per E per quelle artigiane in particolare, se ne sione all’attività che si svolge. Il racconto esempio gli Its e che il giro di nuove com- associa un’ennesima: per i giovani, lavorare collettivo di quello che i media chiamano mi- petenze si completi, dando al mercato una in bottega non è considerato appagante smatch – mancato incontro tra domanda e nuova classe professionale, cosa possiamo sotto il profilo dell’immagine; anche se è an- offerta – è infatti narrato usando il termine fare? cora difficile comprenderne le ragioni. talento. Ma le imprese si rendono conto che C’è comunque un margine d’azione da par- manca loro il personale con l’attitudine, non Va premesso che il contesto è molto com- te delle imprese? Quali sono i cambiamenti con il talento. plesso. Per prima cosa, a causa della diffi- passeggeri, che magari offrono la possibilità coltà di ottenere un incontro efficace tra di svoltare o cogliere qualche opportunità, domanda e offerta: le imprese, comprese e quali sono invece le tendenze durature Per questo, a portata di mano c’è il cambio quelle artigiane, fanno fatica a trovare per- che impongono una correzione profonda? E della chiave di ricerca. Bisogna capire me- sonale giovane con cui sopperire alle gra- se poi il problema riguardasse la tipologia di glio cosa serve davvero: il talento o l’attitu- duali uscite. È così ormai da qualche anno, persone che cerchiamo, e in particolare le dine? Ciò che sembra mancare è l’impegno e ci si aggiunga che il costo del lavoro non loro caratteristiche individuali e non tecni- costante, il talento sviluppato nel tempo, la accenna a scendere; non si vede alcuna so- che? resistenza. Manca l’abitudine ad andare a luzione a breve per risolvere il problema del letto col pallone sul cuscino – à la Maradona cuneo fiscale, per esempio. L’impressione è infatti che i tasti da schiac- – a scendere in strada con il pallone sempre ciare, dal lato dell’offerta e della domanda, incollato al piede. L’attitudine è infatti l’im- C’è poi nell’aria una tendenza più recente, siano quelli dei fattori intangibili. Spesso l’im- piego prolungato e costante del talento. È anche se in Italia è da verificare: la cosiddet- presa mette sul piatto un posto di lavoro fatta dalla pratica quotidiana, che si protrae ta Great Resignation, il fenomeno diffuso che diventerà sicuro, anche in breve tempo, senza sentire la fatica. Che non significa in diversi paesi occidentali – soprattutto gli e altrettanto spesso offre uno stipendio più sgobbare, e nemmeno gratis, ma avere la Usa – di un abbandono ampio e generaliz- che accettabile, anche in prospettiva. Offre voglia di fare quel lavoro tutti i giorni. Di ripe- zato di personale che spesso esce dall’im- dunque elementi concreti e tangibili. terlo come un allenamento quotidiano. presa pur non avendo ancora alternative Purtroppo, questa sorta di reset collettivo professionali certe. È un’onda non ancora Eppure, oggi dalla voce di chi cerca lavoro che è l’onda delle grandi dimissioni, e che in arrivata, ma potrebbe benissimo essere ca- si capisce che non sembrano più essere Italia si può anche leggere tra le righe delle valcata, e non solo dai giovani. questi – soldi e sicurezza – i fattori che rendono l’impresa un luogo di lavoro attrat- migliaia di giovani volontariamente inoccu- La complessità è quindi data da elementi di- tivo. Dall’altro lato, sentendo le imprese, non pati, nasconde il sogno – irrealizzabile – di versi, come la volatilità – entrate ed uscite sembrano essere le competenze o le quali- trovare subito il lavoro della propria vita, l’u- veloci e diffuse in molti settori – la carenza tà professionali e tecniche i punti deboli per nico per cui sia abbia davvero talento. Il peri- di personale in altri, e una terribile staticità cui i nuovi assunti non sono adatti al lavoro, colo di questa strada è dimenticarsi, da una in altri ancora. Per le imprese manifatturiere oppure non sono in grado di conservarlo nel parte e dall’altra, che cercando la fidanzata c’è poi una difficoltà in più, quando si trat- tempo. C’è un terreno comune, molle e fragi- ideale si finisce col restare single. ta di attrarre e trattenere personale giova- le, su cui si sta giocando la partita, e da nes- * Consulente senior di direzione imprese e territorio | 9
COVER STORY Il manager per organizzare L’imprenditore per pianificare Nicola Antonello L’evoluzione delle Pmi passa dalla managerializzazione di alcune funzioni e dal mantenimento delle attività legate alla visione di lungo periodo e allo sviluppo di nuovi business www.impreseterritorio.org 10 | imprese e territorio
COVER STORY cambiare per crescere Il passo successivo è la collaborazione fra aziende: «In Italia da dieci anni c’è la possibilità di un’aggregazione che non sia una joint venture pura, eppure si usa poco. Chi, invece, ha seguito questa strada ha avuto dei vantaggi perché in questo modo si condividono le risorse» Quando una Piccola e media impresa cre- a un management la gestione delle opera- matrimonio, «serve comunque pazienza. sce, non solo va a scontrarsi con concor- zioni, il funzionamento e la strutturazione Perché in una Pmi l’imprenditore pensa che renti e mercati globali, ma deve affrontare dell’organizzazione, mentre l’imprenditore l’azienda sia una sua creatura. È compren- anche una battaglia al suo interno. Ovvero ha mantenuto la visione a lungo periodo e sibile. E così – dice ancora il professore– Il quello di ampliarsi ad altre conoscenze e fi- lo sviluppo di nuovi business». dirigente deve, a sua volta, portare pazien- gure. Di conseguenza l’imprenditore, spes- L’errore più grande, invece, «è non capire – za per entrare in meccanismi decisionali so fondatore oppure erede dell’azienda di prosegue – che entrambi questi ruoli serva- diversi e capire che si entra in un mondo famiglia, è praticamente costretto a dele- no oppure non riuscire a creare un’alchimia maggiormente flessibile che, poi, è la forza gare e a trovare nuove figure che possano con i manager. D’altronde se un dirigente di queste realtà. Dalla macchina perfetta aiutarlo a guidare l’impresa. Facile? No. So- arriva da una grande industria, dove tutto di una multinazionale si potrebbe trovare prattutto da un punto di vista culturale e è più standardizzato e suddiviso nelle fun- a gestire delle situazioni maggiormente or- sentimentale. zioni, non è facile calarsi in una Pmi dove i ganiche, ma non per questo meno funzio- compiti possono sovrapporsi e dietro vi è nanti. Anzi. Inoltre serve che imprenditore e Sui rapporti e i compiti all’interno dei ver- una cultura maggiormente familiare». manager entrino in sintonia e si sentano a tici aziendali compie un’analisi e dà sug- vicenda il mentore l’uno dell’altro». gerimenti Stefano Ronchi, professore di Il suggerimento, quindi, «è quello di cono- Gestione e organizzazione aziendale al Poli- scere bene un manager, prima di assu- Il passo successivo è la collaborazione fra tecnico di Milano: «Innanzitutto – afferma il merlo. D’altronde gli imprenditori hanno la aziende: «In Italia – conclude Ronchi – da docente – mi tolgo il cappello di fronte alle fortuna di relazionarsi, nel corso degli anni, dieci anni c’è la possibilità di un’aggregazio- grandi storie e alle visioni che hanno ge- con diverse figure di questo genere, che ne fra imprese che non sia una joint ventu- nerato migliaia di piccole e medie imprese operano in altre aziende. Si può prendere re pura, eppure si usa poco. Chi, invece, ha di successo, dando vita a una peculiarità anche del tempo per valutare i profili giusti seguito questa strada, ha avuto dei van- unica del nostro sistema industriale. Detto in base a una serie di fattori come la co- taggi perché in questo modo si condivido- questo, quando una Pmi si scontra coi mer- munione di valori, l’intesa, un’idea in linea no le risorse. A mio avviso il futuro dell’eco- cati globali, spesso non ha il background e con la famiglia e l’azienda in cui questa fi- nomia italiana è questo: non rinunciare alla le competenze adeguate per affrontarli e gura verrebbe a operare. Il colloquio sulle flessibilità delle Pmi, ma allargare la scala può andare in difficoltà. Chi ha successo, competenze arriva in un secondo momen- di competenze per affrontare meglio il com- invece, è riuscito a capire quando affidare to». A quel punto, una volta che scatta il plesso mondo globale». imprese e territorio | 11
COVER STORY www.impreseterritorio.org Cambiare per crescere Il tempo del Covid è quello giusto per le Pmi È il momento di affrontare le tre criticità tipiche delle piccole e medie imprese: sotto-dimensionamento, sotto-capitalizzazione e sotto-managerializzazione 12 | imprese e territorio
COVER STORY ristrutturazioni Puricelli: «Sono una sostenitrice del modello studiato con Claudio Demattè in Bocconi, che teorizzava l’impresa ricca e la famiglia povera e non viceversa. Il bene prioritario deve essere l’azienda» Una piccola e media impresa può rafforzar- una ricapitalizzazione può essere legata a sere sempre solida da un punto di vista si attraverso una riorganizzazione? E se sì, nuove opportunità strategiche importanti. finanziario e patrimoniale, provocatoria- come? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi Perché il Covid ha tolto molto, ma ha anche mente anche a scapito della disponibilità di una scelta in questa direzione? Parola a aperto degli spazi interessanti e quindi po- economica della famiglia. E nelle Pmi più Marina Puricelli, docente senior SDA Bocco- trebbe essere l’ideale muovere delle risor- forti vedo che questo modello è fortemen- ni, la Graduate Business School dell’univer- se per una crescita interna». te presente: un’azienda ricca e imprenditori sità Bocconi di Milano e direttrice del corso Vi è poi da considerare lo scenario classi- che, personalmente, non hanno grandi ri- di General management Pmi. co delle Pmi italiane. I cosiddetti tre “sotto”, sorse e mezzi». ovvero sotto-dimensionamento, sotto-ca- Innanzitutto la docente sottolinea come pitalizzazione e sotto-managerializzazione. Mentre sul fronte delle aggregazioni di pro- questo momento, seppure di incertezza, Come affrontarli ora? «Prima di tutto – af- prietà bisogna stare attenti: «Può essere sia «favorevole per compiere grandi ristrut- ferma ancora la professoressa della Sda che oggi – conclude Puricelli - un’impresa turazioni aziendali, come tagli, ridimensio- Bocconi – il sotto-dimensionamento per me possa ipotizzare di comprare un concorren- namenti, ma anche ricapitalizzazioni o ac- non è un problema. Piccolo non è necessa- te che, dal Covid, ha preso una mazzata quisizioni, fusioni e movimenti di finanza riamente un limite o in vincolo. Anzi: in tem- finale. Può essere una buona opzione e un straordinaria». Il motivo? «Stiamo vivendo pi di Covid, in certi settori può essere un vantaggio, stando però molto bene attenti un periodo di trasformazione, che può dav- vantaggio. Si pensi al turismo: un piccolo a due aspetti. Primo: valutare bene cosa vero dare una spinta o, perlomeno, può hotel con poche stanze oggi è più invitan- si compra, non sottovalutando quindi i pro- essere un’occasione per poter spiegare un te rispetto al mega villaggio di migliaia di blemi derivanti da acquisizioni che possono intervento con operazioni pesanti». presenza simultanee». La sotto-capitalizza- nascondere delle sorprese di natura eco- Già, ma come deve comportarsi ogni singo- zione invece dipende da quanta «benzina nomico-finanziaria, organizzativa o relativa la azienda? Chiaramente dipende sempre ha bisogno un’azienda per portare avanti a questioni fiscale non saldate. Ma tutto dalla situazione in cui si trova e da quello un progetto strategico che si vuole perse- sommato, questo aspetto, con un buon che vuol diventare “da grande”: «Sul tavolo guire, mentre la sotto-managerializzazione commercialista si risolve». – aggiunge Puricelli – ci sono scelte molto dipende da quanto e come una Pmi vuole Secondo: «Bisogna valutare con attenzio- diverse, guidate dalla misurazione dei risul- crescere e quindi necessiti, o meno, di un ne la distrazione che determina l’acquisi- tati correnti, ma anche dalla visione e dalla adeguamento organizzativo per operare, zione di un’altra azienda. Un imprenditore strategia che l’imprenditore vede nel futu- magari, nella crescita sui mercati esteri op- già impegnato nella sua impresa deve es- ro. Tutte le strade, dal ridimensionamento pure ampliando i prodotti e i servizi offerti». sere bravo a delegare altrimenti il rischio è ai nuovi investimenti per la crescita, fino di distrarsi, togliere tempo ed energia che alle acquisizioni, hanno in comune la neces- Venendo alla patrimonializzazione delle im- potrebbero andare a deperimento dell’a- sità di sapere bene dove l’azienda vuole prese, «sono una sostenitrice del modello zienda originaria. Non bisogna quindi sotto- andare, monitorando i risultati economici». studiato con Claudio Demattè in Bocconi, valutare i potenziali rischi di un’aggregazio- Per esempio: «Una ristrutturazione può es- che teorizzava l’impresa ricca e la famiglia ne, perché è facile da incentivare, ma nella sere la conseguenza di risultati inadeguati povera e non viceversa. Il bene prioritario, realtà non è così semplice da applicare». e quindi portare a ridimensionarsi, mentre quindi, deve essere l’azienda, che deve es- Nicola Antonello imprese e territorio | 13
COVER STORY MACCHINE www.impreseterritorio.org E LAVORO E’ la fine dell’occupazione? Andrea Camurani «La novità oggi è che le Droni che portano le lettere, robot (leggi tecnologie digitali richiedono «boot») che le scrivono, programmi che le lavoratori più qualificati, sia leggono mentre si indossa la cuffia degli airpods. E ancora: intelligenza artificiale in in termini di competenze grado di compiere operazioni complesse e tecniche sia in termini di natura intellettuale, al netto di ogni con- di competenze sociali e siderazione sull’automazione che oramai da decenni è prepotentemente entrata relazionali. La domanda è: nell’industria pesante, quella del «fare». cosa faremo fare ai milioni L’accelerazione imposta dalla tecnologia continua a far parlare di sé, anche se ora di adulti che in Italia hanno con le impennate degli ultimi anni che l’u- un’istruzione bassa?» manità suo malgrado ha dovuto gestire ci si interroga su che fine farà il lavoro, o meglio come cambierà l’orizzonte occupa- zionale a fronte di innovazione sempre più persistente. Tema complicato, ma di stra- ordinaria attualità. Per questo ne abbiamo parlato con Sandro Trento, professore ordinario del dipartimento di Economia e Management che assieme alle colleghe Mariasole Bannò ed Emilia Filippi dell’uni- versità di Trento hanno da poco pubblica- to sull’ultimo numero della rivista “Stato e Mercato“ del Mulino la ricerca “Rischi di automazione delle occupazioni: una stima per l’Italia”. Professore, su quali dati si basa lo stu- dio, e cosa emerge? Nel 2017 è stata pubblicata una ricerca www.impreseterritorio.org di due studiosi americani, Frey e Osborne, 14 | imprese e territorio
COVER STORY ritorno al futuro che ha riaperto il dibattito sui rischi di di- oggi è proprio quello della qualificazione dei di tipo estetico, o di altra natura sensoriale soccupazione legati alle nuove tecnologie. lavoratori. Vi è un crescente rischio di pola- (gusto, olfatto, etc), queste attività richiedo- Secondo Frey e Osborne negli Stati Uniti il rizzazione: da un lato una fetta di lavoratori no non solo abilità e destrezza ma capacità 47% dei lavoratori rientra nella categoria ad ad alta qualificazione che beneficia di que- di natura sensoriale o estetica, si pensi al alto rischio di sostituzione. A questa ricer- ste nuove tecnologie e dall’altro una fetta parrucchiere o al cuoco. Allo stato attuale ca hanno fatto seguito studi su altri paesi. elevata di lavoratori che non sono preparati questo tipo di “manipolazione” è svolta me- Noi abbiamo deciso di provare a stimare, per per lavorare con le nuove “macchine”, nel glio dagli esseri umani. Poi vi sono quelle l’Italia, i rischi di automazione per le diver- nuovo mondo digitale. Sono proprio queste attività che richiedono intelligenza creativa, se occupazioni, utilizzando dati dell’Istituto le persone che rischiano di essere margina- quindi capacità di soluzione di problemi, si Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pub- lizzate. La diseguaglianza di cui tanto si par- pensi alle attività di consulenza, o al lavo- bliche (Inapp) e dell’Istat. Si tratta di dati la deriva in buona parte da questi processi ro di un avvocato o di un giudice. Infine vi che forniscono informazioni sulle 800 unità legati alla tecnologia. sono mansioni che richiedono intelligenza professionali individuate in Italia, descriven- sociale, vale a dire tutte quelle attività che dole con oltre 300 variabili. Nello specifico, Esistono paralleli col passato quando si coinvolgono relazioni tra le persone, si pen- abbiamo usato dati sulle competenze, sulle ebbe timore dell’arrivo delle innovazioni, si alle attività didattiche o a quelle di cura conoscenze e abilità richieste, sulle attivi- oppure viviamo in una dinamica nuova, della persona ma anche allo psicoterapeuta tà e sulle mansioni svolte per ogni tipo di sulla soglia di un cambiamento epocale? e così via. Diciamo che tutte le attività più occupazione in Italia. Usando due diversi Ci sono state varie fasi di cambiamento standardizzate e di routine sono sostituibili approcci abbiamo stimato che il numero di tecnologico negli ultimi duecentocinquan- con macchine ma il progresso dell’intelligen- lavoratori ad alto rischio di sostituzione da ta anni. Si pensi alla fase di fine Ottocento za artificiale mette a rischio anche attività parte delle “macchine” (robots. intelligenza inizio Novecento nella quale si diffusero in- più complesse e a maggiore qualificazione. artificiale, computer etc) è compreso tra un novazioni radicali come l’automobile e l’elet- L’unico modo per ridurre il pericolo di disoc- minimo di circa 4 milioni a un massimo di tricità. Improvvisamente i cavalli che erano cupazione tecnologica di massa è quello di poco più di 7 milioni. stati usati per millenni come mezzo di tra- costruire un sistema di formazione e riquali- sporto e come strumento di aiuto dell’uomo ficazione delle persone che duri tutta la vita. Dobbiamo temere le macchine quindi? nel lavoro vennero sostituiti dalle macchine In realtà questi valori riguardano il rischio (automobili, tram, treni, trattori etc.). Milioni Dunque sul fronte dell’offerta di lavoro, teorico potenziale, vale a dire: date le tecno- di cavalli divennero “disoccupati” e con essi vale lo strumento della formazione conti- logie esistenti, dato che queste tecnologie centinaia di migliaia di persone che lavorava- nua oppure occorre un cambio di passo? oggi sono in grado di sostituire il lavoro uma- no con i cavalli persero il lavoro (si pensi ai Certo, lo ribadisco. Si pensi che nel 2020, no in una serie di mansioni, e date le com- conducenti di carrozze, ai maniscalchi, agli la quota di persone in età tra 25 e 64 anni petenze e le attività svolte dai lavoratori ita- allevatori etc). Quindi non è la prima volta in possesso almeno di un diploma di scuola liani nelle diverse professioni vi è un rischio che si assiste a un fenomeno di questo secondaria superiore è pari al 62,9%, valo- “potenziale” di sostituzione che è alto per tipo. La novità, come dicevo prima, è che re inferiore a quello medio europeo (79,0% 7-4 milioni di lavoratori. Ma questo non vuol le tecnologie digitali richiedono lavoratori nell’Ue27) e a quello di alcuni tra i più gran- dire che 7-4 milioni di lavoratori perderanno più qualificati, sia in termini di competenze di paesi dell’Unione. Anche la quota dei necessariamente il lavoro nei prossimi anni. tecniche sia in termini di competenze sociali 25-64enni con un titolo di studio terziario Vi sono tutta una serie di fattori che pos- e relazionali. Questo è un po’ un fenomeno (laurea e simili) in Italia è molto bassa, es- sono ritardare o impedire l’introduzione di nuovo. La domanda è: cosa faremo fare ai sendo pari al 20,1% contro il 32,8% nella queste nuove tecnologie nei luoghi di lavoro. milioni di adulti che in Italia hanno un’istru- media Ue27. Ma vi è una quota di lavoratori Non bisogna fare allarmismo. zione bassa? italiani che non ha completato gli studi se- condari superiori. Per evitare che le nuove Il mondo del lavoro italiano a quali cambia- Un focus dietro la lente delle imprese: tecnologie creino una “classe” di segregati menti tecnologici è preparato? E a quali quali saranno i mestieri destinati a scom- serve un grande piano di riqualificazione e invece non è pronto? parire sui quali non investire? E quali di formazione. Bisogna spiegare ai giovani L’Italia è un paese molto eterogeneo. Vi quelli sui quali vale la pena fare grossi in- che una laurea triennale è il livello minimo sono pezzi del nostro sistema produttivo vestimenti? di istruzione necessario per trovare un la- che sono alla frontiera tecnologica e altri Un modo per capire quali professioni sono voro decente nei prossimi decenni. Non ba- che sono molto indietro. Queste nuove tec- a maggior rischio di automazione è quello di sta più il solo diploma di scuola secondaria. nologie hanno la peculiarità di richiedere la- valutare quanto ciascuna professione pre- Ma va anche detto che ci sono professioni voro umano molto qualificato. In passato in- veda funzioni al momento meno facilmente che hanno buone prospettive di sviluppo nel vece ci sono state ondate tecnologiche che rimpiazzabili con le “macchine”. Si tratta es- campo dei servizi alla persona: si pensi al favorivano l’impiego di manodopera a bassa senzialmente di mansioni e di attività che settore sanitario, ma anche ai parrucchieri istruzione e a bassa qualificazione, si pensi prevedono la manipolazione di oggetti ma o alle professioni legate all’istruzione o all’in- alla famosa fabbrica fordista. Il vero nodo tenendo conto di considerazioni ad esempio trattenimento. imprese e territorio | 15
focus Marilena Lualdi Pnrr, un investimento a debito per dare un futuro a giovani e aziende «Dovremo diventare nuovamente venditori di impianti in Paesi in via di sviluppo, non acquirenti di quelli prodotti all’estero» www.impreseterritorio.org 16 | imprese e territorio
focus il piano/1 Le fondamenta su cui opera il Piano nazionale di ripresa e resilienza sono il pubblico, il privato, le figure professionali, la transizione ecologica e la digitalizzazione Si fa presto ad affermare che la pandemia le infrastrutture significa anche cercare di ste a rischiare qualcosa e possono essere ha impresso una svolta digitale nel nostro spostare sull’immateriale ciò che viaggia sul così aiutate da un intervento pubblico che Paese, dalle aziende al sistema pubblico. C’è materiale». rende meno gravoso questo passaggio». Ciò molto lavoro da fare ancora, ma esiste an- Un esempio di come ciò sia prioritario è la comporta un’altra conseguenza, sul fronte che una grande occasione: quella del Pnrr. pur pressante questione delle vaccinazio- del debito: «Più facile riaverlo indietro con Perché metterà a sistema quelle che sono ni: «Non esiste un database nazionale per utile, Pil ed efficienza cresciuti. È questo il le peculiarità e le chance di ogni attore, se ognuno di noi. Oppure, per prendere un altro si agirà per il verso giusto. tema, non c’è per il reddito di cittadinanza». punto con il Pnrr: venire incontro alle impre- se nell’investire in un processo di transizio- Ce lo spiega il professor Fabrizio Pirri del Poli- Secondo – ma contestuale – round, il priva- ne digitale sovvenzionando una parte del tecnico di Torino, che è referente del rettore to. «Nessuno ha mai aiutato a digitalizzare costo perché non vada sulle loro spalle». per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza - osserva il professor Pirri – Capisco il pro- e i relativi rapporti con i Ministeri: non è una blema della sicurezza, ma tutto può essere Anche le università, con 11 miliardi a loro de- sigla o un nome lontano o astratto, bensì mantenuto sicuro in un contesto connesso. stinati, avranno un loro ruolo, nella forma- qualcosa che può, deve toccare profonda- Evitando il passaggio di carta e tempo… il zione del personale: «Potranno incidere sul mente le vite di tutti. tempo è denaro. Oggi la rete dati in Italia è tessuto economico-culturale del Paese. In «Ritengo – osserva il professor Pirri – che il penosa, nel Nord un pochino più performan- Pnrr sia stato impostato in modo ottimale te. Bisogna sostenere le aziende nel fare un Paese come il nostro, dove l’ossatura è come tematica. Effettivamente, l’Europa at- queste transizioni». costituita dalle medio-piccole aziende, po- traverso i suoi singoli Stati, deve investire Già, ma come? Prima di tutto, la via sarà tremmo diventare centri di ricerca per loro. facendo debito per permettere alle giovani «dotarsi di capacità informatiche e Ict, Certo, bisogna spingere nelle università tec- generazioni di avere una base su cui costru- software e hardware: le imprese dovranno niche, oggi siamo ancora molto sbilanciati ire qualcosa. Dunque si agisce su sosteni- essere aiutate negli investimenti». verso le materie umanistiche in una società bilità, digitalizzazione e biomedicale in un che ha fatto della tecnologia la sua ragio- continente che sta invecchiando». Ma ecco anche le figure professionali: «Fon- ne di esistere… Va bene la libera scelta, ma La sostenibilità vede la fetta più grande di damentale assumere laureati che si occupa- investimento ma il digitale è estremamente no di più di queste tematiche. Specializzarsi. bisogna intercettare i giovani e spingerli a trasversale in questa partita, connesso agli Quindi le aziende si aiutano sia fornendo iscriversi di più alle facoltà scientifiche, ne altri filoni. competenze sia indirizzando anche nell’as- hanno bisogno le aziende». sunzione». Così si potrà consentire di met- Il professor Pirri ne è convinto: «Le universi- Ecco allora dei punti fermi. Il primo, il pubbli- tere in piedi reti aziendali, con degli standard tà possono aiutare le aziende nella riconver- co, i cui limiti pesano su tutti noi, aziende in modo che i sottosistemi a livello nazionale sione. Anche in quella del personale». in primis. «Abbiamo una infrastruttura vec- ed europeo possano dialogare tra di loro. chia – sottolinea il professor Pirri – e questo Il professor Pirri fa un esempio: «Il Piemonte Ultimo, ma non ultimo: «La digitalizzazione significa strade, autostrade ma anche rete è un modello di regione ancora basato sul dovrebbe essere accompagnata da prodotti telefonica e rete dati. Con gli anni Novanta manufacturing. Mi sono immaginato che il la tendenza alla privatizzazione ha significa- legislatore, quando ha deciso sui Paesi eu- che siamo noi stessi a produrre… dovremo to per lo Stato l’immobilismo degli investi- ropei, abbia pensato a un accompagnamen- diventare nuovamente venditori di impianti menti. A noi oggi manca una capillare rete to alle aziende per affrontare la transizione. in Paesi in via di sviluppo, non acquirenti di dati, performante. Ecco perché potenziare Vuol dire supportare quelle che sono dispo- quelli prodotti all’estero». imprese e territorio | 17
focus www.impreseterritorio.org Matteo Fontana LA RICETTA DEL PNRR: investire per non invecchiare Se gli investimenti tecnici non ripartissero, l’apparato delle imprese industriali medie e grandi in Italia rischierebbe di chiudere i battenti per vecchiaia, paradossalmente in condizioni di efficienza e ottima salute economica, finanziaria, patrimoniale e lavorativa 18 | imprese e territorio
focus il piano/2 «Il Pnrr può essere la miglior risposta al bisogno di certezza delle imprese per un recupero delle precondizioni infrastrutturali, materiali e immateriali necessarie affinché ritrovino convenienza a investire nelle fabbriche del nostro Paese» Fare investimenti e sfruttare l’opportunità anche quanto le aziende del nostro Paese tica per la competitività e una per la Quarta unica rappresentata dal Pnrr, anche se i dovrebbero investire per tornare alla situa- rivoluzione industriale, mentre ancora si rim- suoi effetti si vedranno nel medio e lungo zione, comunque non eccelsa, in cui si tro- piangono da più parti le politiche industriali periodo; questa deve essere la parola d’or- vavano nel 2011: 13 miliardi di euro. di intervento statale del passato». dine per le imprese. Fare investimenti giu- Ma nella ricerca dell’Osservatorio emergono Quali saranno le ricadute del Pnrr in questo sti, al momento giusto, è la strada che le anche elementi positivi e incoraggianti come quadro? aziende devono seguire per continuare ad la liquidità a disposizione delle imprese: quel- «Il Pnrr può essere la miglior risposta al bi- essere competitive e per affrontare la sfida la primaria è salita dallo 0,63 del 1993 allo sogno di certezza delle imprese per un re- dei nuovi mercati, per scongiurare il rischio 0,91 del 2020. L’analisi confuta anche un cupero della competitività della nazione, per di “invecchiamento”, soprattutto dei macchi- altro luogo comune, ovvero che le aziende un recupero cioè delle precondizioni infra- nari, che può portare a conseguenze molto italiane siano sottocapitalizzate, cioè che il strutturali, materiali e immateriali, necessa- negative non solo per l’azienda stessa, ma capitale di rischio sia insufficiente rispetto rie affinché le imprese ritrovino convenienza anche per tutto il sistema economico. al totale dell’attivo investito. «L’autonomia a investire nelle fabbriche del nostro Paese Quanto le imprese italiane soffrano la man- finanziaria è salita da 0,26 del 1993 a ben – rileva il docente della Sapienza nella sua canza di investimenti, lo dimostrano con 0,41 nel 2020 – ricorda il professor Gallo – e ricerca - Sarebbe un grave errore travisare chiarezza i risultati emersi da un’indagine anche l’efficienza della gestione del magaz- questo Pnrr come fosse un veicolo sbriga- condotta dall’Osservatorio delle Imprese zino è migliorata». tivo e diretto per portare risorse finanziarie dell’Università La Sapienza di Roma, coordi- agevolate nelle tasche del sistema produt- nata dal professor Riccardo Gallo, docente Se questo è il quadro degli ultimi vent’anni, tivo». di Economia Applicata, intitolata “Industria, cosa possiamo dire degli investimenti nel che investimenti occorrono”. 2022? Intesa Sanpaolo e Prometeia hanno La vera misura dell’efficacia si vedrà insom- indicato per il 2021 una crescita di oltre il La frenata sugli investimenti non è un fe- 10% degli investimenti industriali, soprattut- ma nel lungo periodo. nomeno recente per le imprese italiane, ma to nel comparto delle costruzioni, ma per le «Non prima della seconda metà di questo risale ad almeno 20 anni fa; è dai primi anni piccole e medie imprese gli ultimi mesi del decennio – prevede il professor Gallo - le ri- 90 che le fabbriche del nostro Paese accu- 2021 sono all’insegna di una contrazione de- forme strutturali si spera siano varate dal sano segni di invecchiamento. In queste re- gli investimenti. legislatore entro la fine del 2022, incluso il altà, come si legge nell’indagine, nel 2020 gli «Se gli investimenti tecnici non ripartissero, compimento delle leggi-delega al Governo. investimenti materiali sono diminuiti dell’8% l’apparato delle imprese industriali medie e Gli investimenti per la gran parte potranno rispetto al 2019 e sono poi ri-aumentati nella grandi in Italia rischierebbe di chiudere i bat- essere annunciati nel biennio 2022/2023 stessa misura nel 2021. tenti per vecchiaia, paradossalmente riorga- ed essere ultimati entro il 2025. Un ritorno a C’è anche un problema di invecchiamento nizzato, in condizioni di efficienza e ottima investimenti massicci da parte del sistema dei macchinari che in Italia è raddoppiata, salute economica, finanziaria, patrimoniale, produttivo italiano può essere atteso dopo dai 10 anni di media del 1993 ai 19 del 2020. lavorativa - sottolinea il professor Gallo - Si è il 2026, indicato come termine del Pnrr, ed L’Osservatorio della Sapienza ha calcolato rilevato che in Italia sono mancate una poli- entro il 2029, dopo tre anni». imprese e territorio | 19
focus Gli acquisti sono un presidio strategico, Ufficio acquisti: perché da lì passa un fiume di dati che possono la Cenerentola influenzare le decisioni più importanti diventa regina Una buona gestione Qual è il segreto di chi non ha degli approvvigionamenti avuto rallentamenti, ha limitato può creare valore i danni, non ha chiuso per ritardi in cinque aree connesse logistici o carenze di materiali? alla fornitura, aree che L’abilità nel costruire e tenere creano altrettanti preziosi un rapporto speciale e duraturo vantaggi competitivi: con i propri fornitori l’innovazione, la qualità, la sostenibilità, la velocità e la riduzione dei rischi www.impreseterritorio.org 20 | imprese e territorio
focus dentro l’impresa Più di un sondaggio ci sta dicendo che tra Spesso è visto come un posto tranquillo mento delle materie prime può spingere l’im- i cinque grandi ostacoli per la crescita eco- per gente tranquilla, che ogni tanto viene presa, ucciderla, o perfino farla cambiare. nomica del 2022 c’è il disordine in atto nelle trasformato in un fortino inespugnabile, Lo spiegheranno Christian Schuh, Wolfgang filiere produttive. Pensiamo poi a questi due fatto di percentuali retrocesse sottobanco, Schnellbächer, Alenka Triplat e Daniel Wei- anni difficili: quali sono le imprese cresciu- anche in forma di privilegi e regalie. Quasi segli, gli autori di un libro in uscita tra qual- te di più? Qual è il segreto di chi non ha sempre viene convocato d’urgenza, o solo a che mese per la Harvard Business Review avuto rallentamenti, ha limitato i danni, non inizio d’anno, con lo strillo di Pagateli poco! Press. ha chiuso per ritardi logistici o carenze di Pagateli tardi! Si chiama Profitto dalla fonte: trasformare materiali? A chi piace raccontarsi sempre in trincea, il business mettendo al centro i fornitori e L’ingrediente basilare, seppur grezzo, di tut- invece? Al commerciale – siamo noi che promette di essere utile alle imprese in ten- te queste ricette, è l’abilità nel costruire e portiamo lavoro! Anzi no, alla produzione – sione a causa delle filiere di approvvigiona- tenere un rapporto speciale e duraturo con solo qui si lavora! Ed entrambi hanno giu- mento in cui sono inserite. Una buona ge- i propri fornitori. E ne ragioniamo spesso, sti meriti. Gli acquisti sono però un presidio stione degli approvvigionamenti può infatti soprattutto quando vorremmo una trasfor- strategico, perché da lì passa un fiume di creare valore anche in cinque aree connes- mazione netta dei sub-fornitori in super-for- dati che possono influenzare le decisioni più se alla fornitura, aree che creano altrettanti nitori. Da questa relazione particolare sono importanti. Ma le turbolenze di questi tem- preziosi vantaggi competitivi: l’innovazione, infatti arrivate e arriveranno, ora più di pri- pi gli chiedono un urgente cambio di passo la qualità, la sostenibilità, la velocità e la ri- ma, la solidità, la resistenza alle turbolenze, e di posizione: il Covid19 sta convocando al duzione dei rischi. L’origine teutonica degli la crescita ed anche la capacità di trasfor- fronte chi gestisce i fornitori. autori del libro forse non è un caso. La Ger- marsi delle imprese. mania, negli ultimi vent’anni, è stata il paese Quando però pensiamo ai fornitori, sembra- Chi se ne fa carico, infatti, non deve più meglio in grado di costruire intorno a sé una no sempre mancarci le parole e non citiamo compiere solo un’abituale attività negozia- specialissima rete di fornitura. mai il centro di responsabilità deputato a ge- le, ma ha anche la grande responsabilità di L’ha fatto nel settore dell’automotive, per stirli. Ma se quest’anno dobbiamo cambiare un’attività conoscitiva, perché da lì si cap- esempio, guardando a Ovest e saldandosi punto di vista e guardare la nostra impresa tano i segnali oggi decisivi per l’impresa. Il al nostro paese per costruire un rapporto dalla fonte, da dove il lavoro comincia, dob- prezzo dei cargo si muove? Le navi sono strettissimo con fornitori di pezzi di ricambio biamo ragionare con chi ogni giorno parla ferme? Meglio usare i treni? Il costo dell’al- e componentistica di qualità molto elevata. con i fornitori, e con loro tratta. Perché è luminio sta scendendo mentre sale quello Ed in parallelo ha costruito a Est (ad esem- questo, in un immaginario collettivo non lon- dell’energia elettrica? Da quella posizione pio con la Polonia) una relazione altrettanto tano dalla realtà, il ruolo primario dell’ufficio si colgono le informazioni sul rallentamento speciale di forniture a prezzi più convenien- acquisti: trattare, ovvero negoziare per limi- delle imprese fornitrici, i ritardi della logisti- ti dei nostri, per componenti meno nodali. tare i costi. Così finisce per esser conside- ca, la crescita esorbitante di alcuni prezzi. Un’azione non solo sul piano geopolitico, ma rato un ufficio triste, senza gloria né ruoli E da questi segnali oggi dipendono le atti- soprattutto rasoterra, fatta di solide rela- particolari; immobile mentre gli altri corrono, vità produttive e commerciali. Le redini sui zioni tra le piccole, medie e grandi imprese e impegnato solo a spuntare il prezzo miglio- fornitori possono infatti modificare il ritmo dell’indotto. Rimane un esempio per chi vuo- re, qualche volta con la conseguente colpa dell’impresa: rallentarlo, fermarlo, oppure le imparare a fare del governo dei fornitori di riempire il magazzino di scorte eccessive. accelerarlo. E il sistema di approvvigiona- un’arma potentissima. Antonio Belloni imprese e territorio | 21
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