Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim
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Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim ROMA – Il cda di Tim ha nominato Luigi Gubitosi amministratore delegato del gruppo telefonico, confermando l’indicazione del Comitato Nomine e Remunerazione di TIM riunitosi alla velocità della luce lampo, che prenderà il posto di Amos Genish sfiduciato giorni fa dal Cda della società. La proposta è stata formalizzata nel consiglio straordinario di domenica pomeriggio in cui si è proceduti alla nomina, avvenuta pressochè a maggioranza, quindi votata dai rappresentanti del fondo americano Elliott guidato da Paul Singer, che danno seguito all’azione di sponda al Governo gialloverde e completa la strategia che mira allo scorporo della rete e alla nascita di una società unica con Open Fiber. Contro hanno votato i rappresentanti della francese Vivendi il primo azionista di Tim con quasi il 24 per cento del capitale, che è pronta a fare valere il potere di veto. Per fare passare il progetto dello scorporo della rete serve il 50%+1 dei voti. Gubitosi commissario straordinario di Alitalia, ex dg della Rai ed ex ad di Wind, prende il posto di Amos Genish, sfiduciato martedì scorso a maggioranza del cda. Gubitosi è stato eletto con nove voti a favore su quindici. Il cda di Tim, conferma una nota della società, “condivisa la raccomandazione del Comitato Nomine e Remunerazione – ha proceduto a
nominare Luigi Gubitosi Amministratore Delegato e Direttore Generale, conferendogli deleghe esecutive“. “Con decisione assunta a maggioranza è stato confermato l’assetto delle deleghe in essere“. In particolare al presidente sono state conferite “le attribuzioni da legge, Statuto e documenti di autodisciplina“, all’Amministratore Delegato “tutti i poteri necessari per compiere gli atti pertinenti all’attività sociale, ad eccezione dei poteri riservati per legge e Statuto al Consiglio di Amministrazione” e al “Responsabile di Security Stefano Grassi, la delega temporanea in qualità di Delegato alla Sicurezza“. Gubitosi, riceverà un trattamento economico corrispondente a quello già attribuito al suo predecessore, in linea con la politica di remunerazione di Tim. Gubitosi, napoletano classe ’61, professore nel corso avanzato di Finanza Aziendale presso l’Università Luiss Guido Carli dove ha insegnato anche Strategie d’Impresa, è considerato un “uomo di numeri“ con fama da grande risanatore, era stato nominato lo scorso anno come commissario Alitalia, dopo esserne stato presidente in pectore nelle settimane precedenti, ha alle spalle le significative esperienze in Rai e Wind. Nato a Napoli, classe 1961, è stato direttore generale della televisione pubblica dal 17 luglio 2012 al 6 agosto 2015. Laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II della capitale campana, studi alla London School of Economics e Mba all’Insead di Fontainebleau, nel cv di Gubitosi compaiono prestigiosi incarichi nel
gruppi del settore delle Tlc ma anche auto e banche. E’ stato amministratore delegato di Wind fino al 27 aprile 2011. In precedenza ha ricoperto diversi incarichi dal 1986 al 2005 nel gruppo Fiat: direttore finanziario, vicepresidente e responsabile Tesoreria del gruppo. E’ stato presidente del cda di Fiat Partecipazioni e membro del cda di Fiat Auto, Ferrari, Cnh, Iveco, Itedi – Italiana Edizioni, Comau e Magneti Marelli. Luigi Gubitosi arriva nella sede Tim per il Cda di Telecom a Roma “E’ stato un capitolo triste per Tim. Sono molto triste per la compagnia e per il risultato della ultima settimana. Questi cambi repentini di strategia e leadership stanno dividendo i 2 azionisti. Chiedo subito un’assemblea, entro fine anno. La politica ha giocato un ruolo con successo. Credo che le decisioni degli ultimi giorni non siano nell’interesse degli investitori e non rappresentino la base degli investitori. Ho chiesto di convocare l’assemblea al massimo entro inizio 2019″. Così ha commentato l’ex ad di Tim, Amos Genish defenestrato dal suo incarico. “Tim ha una grande storia ed un capitale umano da valorizzare per vincere la sfida del mercato, incrementare la generazione di cash flow per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il
progetto per la costituzione di una rete unica”, ha detto Gubitosi. Gubitosi è stato membro anche del Cda del fondo pensione dei metalmeccanici Cometa e del Comitato organizzatore delle Olimpiadi degli scacchi svoltesi a Torino nel 2006. Nel 2011 è stato designato country manager e responsabile del corporate investment banking della Bank of America per l’Italia. Dal maggio del 2017 è diventato commissario straordinario di Alitalia, con Enrico Laghi e Stefano Paleari, incarico che dovrebbe ora lasciare. E per questo, come ha indicato il ministro per lo sviluppo economico Luigi Di Maio, dovrà essere nominato un nuovo commissario per la compagnia aerea . La nomina dovrebbe avvenire in tempi brevissimi. “Ci dovrà essere un commissario assieme a quelli che ci sono per arrivare allo stesso obiettivo che ci siamo dati come governo fino ad ora, cioè rilanciare Alitalia”, ha detto ieri Di Maio. Maxi perquisizione della Finanza nelle compagnie telefoniche
ROMA – Il Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza, su richiesta dell’ Autorità Antitrust sta svolgendo una serie di perquisizioni presso le sedi dei principali operatori di telefonia fissa e mobile e nella sede Assotelecomunicazioni per fare chiarezza ed accertare su un possibile accordo di cartello tra le compagnie telefoniche, e verificare possibili intese restrittive della concorrenza collegati alla fatturazione mensile delle sinora messe a 28 giorni (4 settimane) . Le compagnie di telecomunicazioni sono obbligate dalla legge di bilancio 2018 a tornare alle bollette mensili, rinunciando a quelle tariffate a 28 giorni, facendo pagare ai clienti 12 mesi all’anno anziché 13 (come succede adesso fra mille proteste dei consumatori). A gennaio Tim, Vodafone e Fastweb avevano annunciato che (ognuna in una data diversa) torneranno agli addebiti mensili, lasciando invariata la spesa annuale. Ma in realtà così non è.
Non è accettabile che tutte le compagnie telefoniche , o quasi, stiano magicamente aumentando le tariffe nello stesso momento, e guarda caso, tutti dell’8,6%. Le associazioni di consumatori sono sul piede di guerra affinchè si rimborsino finalmente gli utenti e che le compagnie telefoniche restituiscano quanto hanno indebitamente incassato a partire dal 23 giugno 2017. Respinto il ricorso delle compagnie telefoniche al TAR del Lazio contro le bollette mensili stabilite dall’AgCom
ROMA – Il TAR-Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto oggi il ricorso presentato dall’Asstel, l’associazione di categoria che rappresenta le aziende di telecomunicazione fissa e mobile, e di Tim, Vodafone, WindTre, Fastweb ed Eolo contro la delibera AgCom n. 121 del 24 marzo 2017 , emanato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che imponeva agli operatori di telefonia mobile di emettere le bollette una volta al mese invece che ogni quattro settimane. Infatti secondo il TAR non è vero che la delibera dell’AgCom viola la libertà d’impresa, come sostenuto dalle compagnie telefoniche. Il TAR ha anche confermato le multe emanate lo scorso dicembre dall’AgCom, che aveva deciso nei confronti delle compagnie telefoniche che non si erano adeguate al nuovo tipo di fatturazione entro i 90 giorni stabiliti dalla delibera 121: ogni compagnia telefonica dovrà pagare la sanzione massima prevista per legge che di 1,16 milioni di euro. Il Tar del Lazio con un’ordinanza, cioè con un distinto provvedimento
ha però dato un dispiacere provvisorio ai consumatori sospendendo il meccanismo di rimborso ai clienti (indicato sempre dalla delibera del Garante di dicembre del 2017) che prevedeva che i clienti dovevano essere indennizzati nella prima bolletta corretta, nella prima fattura che resusciterà la cadenza mensile. La restituzione doveva essere commisurata alle giornate che i clienti hanno pagato in più, per colpa della fatturazione ogni 28 giorni, da una data precisa: il 23 giugno 2017. La delibera stabiliva anche che le compagnie telefoniche dovessero rimborsare i propri clienti per le somme in più chieste da giugno 2017, cioè da quando avrebbero dovuto passare alla fatturazione mensile: su questo punto il TAR è venuto incontro alle aziende di telecomunicazione, sospendendo fino al 31 ottobre 2018 la decisione in merito. Ma ogni singolo consumatore potrà comunque rivolgersi con singoli procedimenti dinnanzi ai vari Corecom regionali per far valere le proprie ragioni contemplate nella delibera del dicembre 2017. TIM: dal 5 marzo ritorna il rinnovo mensile sulle offerte mobili, ma aumentano le tariffe ROMA – TIM informa che, in ottemperanza alle nuove disposizioni contenute nella Legge n.172/17 del 4 dicembre 2017 che prevede l’introduzione dei cicli di rinnovo e di fatturazione mensili (vedi linee guida Agcom), adotterà, al partire dal 5 marzo 2018, le seguenti novità sulle offerte mobili. Tutto bello se non fosse che i costi non verranno rimodulati a quelli che si avevano prima dell’arrivo della fatturazione ogni 4 settimane
ma verranno “spalmati” nei 12 mesi dell’anno con un aumento rispetto a prima dell’8.6%. Il rincaro chiaramente va a compensare la diminuzione delle entrate che gli operatori avrebbero con la tariffazione ogni mese e non più ogni 28 giorni e dunque con un mese in meno (12 mensilità invece di 13). Rinnovo a data certa – ciascuna offerta prepagata mobile si rinnoverà ogni mese e non più ogni 7, 28 o 30 giorni, sempre nello stesso giorno del mese dando al Cliente la certezza della data di rinnovo e portando a 12 il numero dei rinnovi nel corso di ogni anno solare. Minuti e Giga Aumentati – poiché si allunga il periodo di rinnovo delle offerte (da 7, 28 o 30 giorni a mese solare), TIM aumenta in maniera proporzionale le quantità di minuti, Giga e SMS per garantire gli stessi contenuti annuali delle offerte. Spesa invariata – per mantenere invariata la spesa annuale, il costo delle offerte sarà riproporzionato su base mensile.
Chiarezza e trasparenza – per scoprire come diventerà la tua offerta a rinnovo mensile, clicca qui. Diritto di Recesso – Il Cliente che non accettasse le modifiche proposte, in base all’art. 70 comma 4 del Codice delle comunicazioni elettroniche (D.Lgs. 2003 /n. 259), ha la facoltà di recedere senza penali né costi di disattivazione entro il 4 marzo 2018 anche tramite passaggio con portabilità ad altro gestore. – Per esercitare il diritto di recesso dal contratto, che comporta la cessazione della linea e, ove non sia richiesto il passaggio ad altro operatore, la perdita del numero telefonico in tuo possesso, clicca qui. – Qualora sulla linea sia associato un contratto per l’acquisto di un prodotto con pagamento rateizzato in corso di vigenza (ad esempio Telefono, Tablet, etc.), oppure sia attiva un’offerta con promozione legata alla permanenza del numero in TIM, clicca qui per decidere di mantenere attiva la rateizzazione del prodotto o pagare le rate residue in un’unica soluzione. – Per info su recesso e rateizzazioni in corso puoi anche chiamare il 409168.
FAQ (da sito www.tim.it) Quali sono le offerte interessate da tali novità? Tutte le offerte mobili per Clienti Ricaricabili che attualmente si rinnovano ogni 7, 28 o 30 giorni. – Per conoscere le novità sulle offerte SMART MOBILE e sulle altre offerte mobili domiciliate in conto TIM, clicca qui – Per i Clienti TIM che hanno attivo un contratto per l’acquisto di un prodotto con pagamento rateizzato, le rate verranno addebitate una volta al mese, sempre nello stesso giorno, senza alcuna variazione né del numero delle rate, né dell’importo delle rate stesse. – Per le offerte che prevedono un unico addebito per rata prodotto e servizi, non saranno modificati né l’importo e il numero delle rate, né la quantità dei contenuti (minuti, SMS e Giga) inclusi nell’offerta. Cosa vuol dire “DATA CERTA”? – Per “data certa” si intende che i rinnovi avvengono sempre lo stesso giorno di ogni mese, che coinciderà con la data di attivazione per le nuove offerte, oppure con la data del primo rinnovo dopo il 5 marzo per le offerte già attive. – Casi particolari: le offerte che cadono il 31 del mese si rinnoveranno l’ultimo giorno del mese successivo: ad esempio un’offerta con attivazione/rinnovo il 31 marzo, avrà i successivi rinnovi il 30 Aprile, il 31 maggio, il 30 giugno… e così via. Come cambiano le mie offerte TIM? Con l’introduzione dei rinnovi mensili a “data certa” le tue offerte si rinnoveranno con le seguenti caratteristiche, in base alla tipologia di offerta che hai attiva: – offerte che attualmente si rinnovano ogni 28 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati nell’anno invece degli attuali 13. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati del 8,6% – offerte che attualmente si rinnovano ogni 7 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati nell’anno invece degli attuali 52. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati di 4,3 volte rispetto all’attuale rinnovo settimanale (ad esempio un’offerta con canone di 2€/7giorni diventerà a 8,6€/mese) – offerte che attualmente si rinnovano ogni 30 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi che coprono tutto l’anno solare (365 giorni) invece degli attuali 12 rinnovi a 30 giorni che coprono 360 giorni. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati del 1,4%. Cosa vuol dire “MINUTI E GIGA AUMENTATI”? Con l’introduzione dei rinnovi mensili a “data certa” le tue offerte si rinnoveranno con le seguenti caratteristiche, in base alla tipologia di offerta che hai attiva: – offerte che attualmente si rinnovano ogni 28 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati nell’anno invece degli attuali 13. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati del 8,6% – offerte che attualmente si rinnovano ogni 7 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati nell’anno invece degli attuali 52. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati di 4,3 volte rispetto all’attuale rinnovo settimanale (ad esempio un’offerta con canone di 2€/7giorni diventerà a 8,6€/mese) – offerte che attualmente si rinnovano ogni 30 giorni: la tua spesa annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi che coprono tutto l’anno solare (365 giorni) invece degli attuali 12 rinnovi a 30 giorni che coprono 360 giorni. Per effetto di questa nuova ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno incrementati del 1,4% Cosa vuol dire “SPESA INVARIATA”? – La tua spesa annuale non sarà modificata e di conseguenza, per tener conto della riduzione a 12 dei rinnovi su base annua, il costo del canone mensile sarà coerentemente riproporzionato come i contenuti. Da quando si applicano tali novita’? A partire dal primo rinnovo successivo al 5 marzo 2018 le offerte attive sulla tua linea si rinnoveranno con cadenza mensile, così come tutte le eventuali offerte attivate da tale data in poi. Telecomunicazioni. Ultimatum dal ministro Calenda alle bollette a 28 giorni: “Serve una soluzione
rapida” ROMA – “Inaccettabile – l’ha definita il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – È una cosa che va messa a posto il più rapidamente possibile“, ha replicato a chi gli domandava se il Governo fosse intenzionato a porre rimedio alla questione delle “bollette corte” adottate a catena dagli operatori di telefonia e pay tv (fatture ogni 28 giorni anziché 30), Si attende, infatti, un intervento già in manovra. Ma del divieto atteso, attualmente non ci sarebbe traccia nella versione delle legge di Bilancio appena varata dal Consiglio dei ministri. Chiaramente non è ancora l’ultima possibilità . Infatti alla domanda se è in preparazione un emendamento in materia il ministro Calenda risponde che occorre trovare una soluzione. Ed apparirebbe come la soluzione più immediata quella di una modifica al testo della manovra, o al decreto collegato,. Il polverone sulla vergognosa fatturazione a 28 giorni si è alzato mesi fa, con la discesa in campo dell’Autorità di garanzia per le comunicazioni, che a marzo scorso ha indicato come scadenza per la fatturazione i 30 giorni per tutti gli operatori di telefonia fissa, mentre incredibilmente per il traffico mobile i 28 giorni potevano considerarsi ancora
ammissibili ! Sarebbe interessante capire e conoscere l’origine di una decisione così incoerente ed allucinante. La decisione dell’ AGCOM non è piaciuta persino alle compagnie di telecomunicazioni (telefomo, internet. paytv ecc.) ed è quindi scattato il ricorso unitario al Tar che a giugno ha accolto le richieste di sospensiva, fissando al prossimo 7 febbraio 2018 la data per il giudizio. Nel frattempo tutti gli operatori progressivamente hanno “virato” per la bolletta accorciata a 28 giorni. Un cartello di settore ha innescato la reazione dell’Agcom che un mese fa ha avviato procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb e ha lanciato un avvertimento alle pay tv, come Sky. Con multe ridicole se rapportate rispetto a quanto stanno incassando di più con il mese accorciato i gestori di telecomunicazione a danno dei consumatori. “Come Autorità abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e potevamo fare e ovviamente seguiamo con interesse la cosa, l’annunciato intervento legislativo” ha dichiarato il presidente dell’Authority, Angelo Marcello Cardani ricordando che davanti al Parlamento, il Governo aveva definito le pratiche “scorrette” e lasciato intendere di voler imporre una scadenza unica a un mese. Senza però spiegare se tale decisione sia valida per tutti (fissi, mobili, paytv ecc.) A queste dichiarazioni “diplomatiche-politiche” si sono contrapposte quelle delle associazioni dei consumatori che denunciano il comportamento illegittimo degli operatori che va avanti da mesi, ed in effetti non si capisce cosa aspettino le autorità Antitrust e quella sulla Comunicazioni (AGCOM) ancora ad elevare una maxi-sanzione, contestando l’aggravio di costi addebitati nelle tasche dei consumatori (+8,6%). E qualcuno chiede al ministro Calenda che si batta ed impegni per inserire l’emendamento nella Legge di Bilanci».
Infanzia, malnutrizione: Save the Children, ogni anno, nel mondo, 3 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono a causa della malnutrizione ROMA – Ogni anno, nel mondo, circa 6 milioni di bambini muoiono prima di aver compito i 5 anni per cause facilmente curabili e prevenibili. Tra queste la malnutrizione, che provoca quasi la metà delle morti infantili a livello globale, uccidendo circa 3 milioni di bambini ogni anno. 52 milioni di minori sotto i 5 anni in questo momento stanno soffrendo la carenza improvvisa di cibo e nutrienti, mentre ben 155 milioni sono malnutriti cronici e rischiano che le gravi conseguenze sul loro sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano sull’intero ciclo di vita. Povertà, cambiamenti climatici e conflitti hanno un ruolo decisivo nella diffusione della malnutrizione. Nei Paesi a medio e basso reddito, 2 minori su 5 vivono in stato di povertà multidimensionale con forti deprivazioni circa l’accesso al cibo, ai servizi igienico-sanitari e all’educazione, mentre nel Corno d’Africa e in Kenya, in seguito all’emergenza climatica “El Niño“, 7 milioni di bambini stanno ancora facendo i conti con la carenza d’acqua e di sostanze nutritive. Solo nel 2016 guerre e insicurezza alimentare hanno provocato la fuga di 65,6 milioni di persone e 122
milioni di bambini affetti da malnutrizione cronica vivono in zone sferzate dai conflitti “È semplicemente inaccettabile che ancora così tanti bambini perdano la vita perché colpiti dalla malnutrizione, un killer silenzioso, ma prevenibile, che trae ancora più forza proprio attraverso il circolo vizioso della povertà, dei conflitti e dei cambiamenti climatici, e che indebolisce il sistema immunitario dei bambini, lasciandoli vulnerabili alle infezioni e alle malattie. E, per quelli che sopravvivono, la malnutrizione rappresenta una condanna per tutta la vita, perché può danneggiare il loro sviluppo cognitivo e avere ripercussioni devastanti sul loro futuro e sulle loro opportunità di vita da adulti. Diventano così bambini senza un domani, molto spesso per il solo fatto di essere nati nel posto sbagliato, in contesti molto poveri o colpiti da pesanti crisi”, ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. È per loro che Save the Children lancia la campagna globale “Fino all’ultimo bambino”, per salvare e dare un futuro ai bambini senza un domani. “Dal 1990 ad oggi sono stati compiuti importanti passi in avanti per ridurre il fardello della malnutrizione, riducendo da 254 a 155 milioni il numero di bambini colpiti da malnutrizione cronica. Nonostante ciò, il mondo è ancora ben lontano dal raggiungere gli
obiettivi globali, quali la riduzione del 40% dei casi di malnutrizione cronica entro il 2025 e l’eliminazione di tutte le forme di malnutrizione entro il 2030. Noi continueremo a fare di tutto perché nessun bambino venga più lasciato indietro e affinché a tutti, nessuno escluso, venga restituita la possibilità di beneficiare delle sostanze nutritive di cui hanno bisogno, crescere sani, andare a scuola, formarsi e guardare al futuro con speranza”, ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. Nell’ambito della campagna Fino all’ultimo bambino, Save the Children, in collaborazione con Microsoft e con il patrocinio del Comune di Milano, ha ricreato, presso la Microsoft House di Milano, in viale Pasubio 21, un percorso esperienziale immersivo – dal 12 al 17 ottobre – per conoscere da vicino il problema della malnutrizione. Grazie alle tecnologie della realtà mista (con il visore HoloLens), i visitatori, tra cui anche tanti alunni delle scuole, avranno la possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente ed educativa. Attraverso gli ologrammi, infatti, potranno sperimentare sensazioni reali di contesti di disagio, oltre a poter sentire durante il percorso anche odori e suoni per ritrovarsi a tu per tu con le stesse sfide di chi, ogni giorno, è costretto a fare i conti con la povertà estrema, le guerre e i cambiamenti climatici, le tre concause principali della malnutrizione. Dal nuovo rapporto di Save the Children “Una fame da morire. Vecchie e
nuove sfide nel contrasto alla malnutrizione” emerge che la malnutrizione rappresenta la concausa di circa la metà (45%) delle morti infantili a livello globale. Dei 155 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione cronica (1 minore su 4 sotto i 5 anni nel mondo), più della metà si trova in Asia, in particolare in Asia Meridionale (oltre 61 milioni), e il 30% in Africa. 52 milioni di bambini (1 su 12) sono invece colpiti da malnutrizione acuta, di cui più della metà in Asia meridionale, mentre circa 41 milioni risultano obesi o in sovrappeso, di cui 4 milioni in Paesi ad alto reddito. In questi ultimi si contano del resto 1,6 milioni di minori colpiti da malnutrizione cronica. Tra i Paesi che riportano i tassi peggiori di malnutrizione troviamo l’Eritrea, dove ne è colpito 1 bambino su 2 sotto i 5 anni, e l’India, dove la proporzione tocca quasi il 48% . Buone notizie giungono invece dall’incremento, a livello globale, della pratica dell’allattamento al seno, che garantisce ai neonati 6 possibilità in più di sopravvivere nei primi mesi di vita: dal 36% di bambini di età inferiore ai 6 mesi allattati esclusivamente al seno nel 2005, si è passati al 43% nel 2016, con aumenti consistenti soprattutto in Asia meridionale (59%) e Africa orientale (75%). Il circolo vizioso della povertà. I bambini che nascono in contesti di povertà sono i più esposti al rischio della malnutrizione e alle gravi deprivazioni di carattere sanitario ed educativo. In 103 Paesi a medio e basso reddito sono 689 milioni i minori considerati poveri multidimensionali: in India lo è circa la metà dei bambini, mentre ben 9 su 10in Etiopia, Niger e Sud Sudan. In Africa subsahariana, appena meno della metà della popolazione che vive nelle zone rurali (43%), può accedere alle fonti d’acqua potabile, mentre solo 1 persona su 5 ha accesso ai servizi igienici, considerati entrambi elementi essenziali nella lotta alla malnutrizione. In Asia centrale e meridionale la percentuale di popolazione nelle aree rurali con accesso ai servizi igienici è invece del 40%. Tra gli elementi che incidono sulla povertà infantile anche l’accesso all’istruzione e alla formazione, dal quale ancora oggi sono tagliati fuori 263 milioni di bambini e adolescenti nel mondo.
Cambiamenti climatici In seguito alla grave emergenza El Niño, considerata la peggiore crisi legata al cambiamento climatico degli ultimi 35 anni, quasi 20 milioni di persone, nel Corno d’Africa, stanno soffrendo gli effetti della dura crisi alimentare, tra cui ben 7 milioni di bambini tra Etiopia, Somalia e Kenya che non hanno sufficiente accesso al cibo, in seguito alla perdita dei raccolti e del bestiame provocata dalla siccità, e a fonti d’acqua sicure, con forti ripercussioni sulla diffusione di malattie quali diarrea, colera e morbillo. In Kenya sono 83 mila i bambini colpiti da forme severe di malnutrizione acuta e 39 mila le donne incinte o in fase di allattamento a rischio. La malnutrizione acuta ha colpito 376 mila bambini in Etiopia e 275 mila in Somalia dove, nella prima metà del 2017, il numero di bambini affetti da malnutrizione, che hanno 9 probabilità in più di perdere la vita, è aumentato di almeno il 50%. A livello globale, inoltre, se i cambiamenti climatici estremi dovessero intensificarsi si stima che oltre 592 milioni di persone potrebbero essere a rischio malnutrizione nel 2030 e quasi 477 milioni nel 2050 . Conflitti. Delle 815 milioni di persone denutrite a livello mondiale, più della metà (489 milioni) vive in Paesi colpiti da conflitti, dove si stima che il tasso di malnutrizione cronica si riduca a un ritmo 4 volte inferiore rispetto ai Paesi non colpiti da crisi e dove i tassi di povertà risultano in media superiori di 20 punti percentuali. Si tratta, in particolare, di zone in cui i bambini hanno il doppio delle
possibilità di diventare malnutriti e morire durante l’infanzia rispetto ai propri coetanei negli altri Paesi in via di sviluppo. Contesti estremamente fragili e pericolosi in cui i minori e le loro famiglie sono costretti a sfamarsi con quel che rimane dei raccolti o ad arrangiarsi con ciò che trovano, come cibo per animali o foglie, a bere da sorgenti d’acqua contaminate, spesso senza accesso a medicinali e assistenza sanitaria. In Yemen, dove circa 17 milioni di persone – pari al 60% della popolazione – risultano in stato di insicurezza alimentare, già prima della crisi circa la metà dei bambini sotto i 5 anni risultava affetta dalla malnutrizione e 1 donna ogni 370 moriva per complicazioni durante gravidanza e parto, mentre dal 2014 al 2016 l’aggravarsi del conflitto ha provocato un aumento del 20% delle morti infantili. “Oggi più che mai è arrivato il momento di dire basta. Basta alla perdita di così tante vite, tra i bambini, che potrebbero essere facilmente salvate e protette. Basta a così tante infanzie spezzate, negate e compromesse. È dunque fondamentale che il mondo rafforzi il proprio impegno e faccia ancora di più per contrastare in maniera efficace la malnutrizione. Perché un mondo che volta la faccia anche a un solo bambino la volta al suo stesso futuro”, ha detto ancora Valerio Neri. L’intervento di Save the Children. L’Organizzazione contribuisce da anni a contrastare la mortalità e la malnutrizione infantile attraverso interventi sul campo e un approccio multisettoriale. Dal 2009 al 2015, con la campagna Every One per il contrasto alla mortalità infantile, Save the Children si è impegnata fortemente per evitare che milioni di bambini sotto i 5 anni perdessero la vita per cause facilmente curabili e prevenibili. Solo nel 2016, nel mondo, grazie alla campagna Fino all’ultimo bambino, l’Organizzazione ha raggiunto 21 milioni di bambini con i suoi programmi di salute e nutrizione. I programmi di Save the Children, oltre a prevedere interventi specifici in tema di nutrizione, prevenzione e assistenza materno-infantile, prima e dopo il parto, comprendono azioni specifiche per incentivare la crescita delle comunità locali in modo sostenibile. Anche quest’anno tutti potranno sostenere la campagna attraverso il numero solidale 45544, che sarà attivo dal 12 ottobre al 5 novembre. Sarà possibile donare 2 euro inviando un SMS dai cellulari WIND Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Si potranno inoltre donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali, oppure 5 euro da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze e PosteMobile. I fondi raccolti in Italia durante la campagna andranno a sostenere i
progetti di Save the Children in Egitto, Etiopia, India, Malawi, Mozambico, Nepal e Somalia. La raccolta fondi della campagna Fino all’ultimo bambino sarà promossa anche sui media: si comincerà con la settimana dedicata alla raccolta fondi sulle Reti Rai TV e Radio Rai dal 16 al 22 ottobre, per continuare poi con spazi nelle principali trasmissioni delle reti Mediaset, La7 e Sky. Tanti i volti noti del mondo del cinema, dello spettacolo e della musica che hanno prestato la propria immagina a sostegno della campagna Fino all’ultimo bambino, tra cui Cesare Bocci, Roberta Capua, Tosca d’Aquino, Irene Ferri, Anna Foglietta, Giorgio Marchesi, Andrea Sartoretti, Syria e Anna Valle. Il calcio. La Lega Serie A aderisce alla Campagna, promuovendola sui campi di calcio nella 9° giornata di campionato il 21 e 22 ottobre. Inoltre, testimonial d’eccezione della campagna sono i calciatori della ACF Fiorentina e alcuni tra i principali allenatori di Serie A, tra i quali Massimiliano Allegri (Juventus), Eusebio Di Francesco (Roma), Simone Inzaghi (Lazio), Vincenzo Montella (Milan), Sinisa Mihajlović (Torino), Stefano Pioli (Fiorentina), Luciano Spalletti (Inter), che hanno aderito realizzando dei video messaggi ad hoc per i tifosi italiani. In arrivo sanzioni dell’ AGCOM per gli operatori telefonici ROMA – L’ AGCOM Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, ha deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza mensile delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche. si legge in una nota. Gli operatori telefonici
costituendo di fatto un “cartello” avevano deciso di applicare una fatturazione a 4 oppure ad 8 settimane (invece che mensile) in tempi diversi, da maggio 2016 ad aprile 2017. La manovra punta a fare pagare (quasi) un mese in più ai loro clienti. L’ Autorità con una delibera del marzo scorso, aveva infatti stabilito “al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione” . L’ AGCOM nella propria la nota ricorda “che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli“. Però al termine delle verifiche effettuate da Agcom, “è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità“. C’è da auspicarsi che a seguito della decisione , di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche, le sanzioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni siano esemplari Non corrisponde al vero, a differenza di quanto sostenuto ieri alla Camera dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, al question time, che il Tar del Lazio il 7 giugno aveva accolto le richieste di sospensiva delle compagnie telefoniche, in quanto aveva solo anticipato il giudizio di merito. Gli operatori della telefonia – riunite tutte insieme in un bel “cartello” di
categoria, alla faccia delle norme sulla concorrrenza – hanno presentato un ricorso al Tar avvalendosi dell’assistenza legale dell’Associazione di categoria che opera in Confindustria, contro l’ordine che l’Autorità aveva inviato loro con la delibera di marzo. Nel frattempo le compagnie telefoniche hanno proseguito imperterrite, furbescamente ed illegalmente, a violare la delibera di marzo scorso dell’Agcom, nel far west delle telecomunicazioni, motivo per cui le associazione dei consumatori hanno presentato un esposto all’Antitrust, contro il reiterato comportamento degli operatori che si ostinano a fatturare a 28 giorni anche per la telefonia fissa. E’ facilmente prevedibile a questo punto un’ondata di ricorsi anche da parte dei consumatori dinnanzi ai vari Corecom regionali nei confronti delle compagnie telefoniche per ottenere la restituzione delle somme addebitate illegittimamente Amos Genish nuovo direttore operativo di Tim ROMA – Amos Genish è entrato a far parte di Telecom Italia in qualità di direttore operativo. E’ quanto annuncia il presidente della società di telecomunicazioni. “Amos è un affermato manager nel settore delle telecomunicazioni, dove ha contribuito alla creazione di valore, con una comprovata esperienza in diversi contesti internazionali. Sono certo che saprà adattarsi rapidamente al contesto italiano, come aveva fatto in Brasile”, ha commentato Arnaud de Puyfontaine, ceo di
Vivendi, aggiungendo che il manager – che si trasferirà a Roma – sovrintenderà le Operations del gruppo. Genish ha sviluppato esperienze nel campo delle tlc e della tecnologia sia negli Usa sia in Brasile, dove ha fondato Gvt rendendola in pochi anni il principale operatore brasiliano nel campo della banda ultralarga , società successivamente acquistata dal gruppo Vivendi che nel 2015 l’ha ceduta al gruppo spagnolo Telefonica, . In precedenza, Genish ha ricoperto il ruolo di chief convergence officer di Vivendi, con la responsabilità di sviluppare la strategia di convergenza del gruppo fra contenuti, piattaforme e distribuzione. Negli anni passati era stato anche a.d. di Telefonica Brasile/Vivo, il principale operatore integrato di tlc del Paese con oltre 90 milioni di clienti e la cui offerta comprende fisso, mobile, servizi e intrattenimento. Parte il piano banda ultralarga. Ma Tim cambia le carte in tavola ROMA – Il Piano Banda Ultra Larga è partito da un’ampia consultazione con gli operatori al fine di verificare dove era necessario l’intervento dello Stato e dove invece gli operatori avevano piani di investimento, per evitare dispersione di risorse pubbliche e concentrarle nelle aree a fallimento di mercato, le così dette aree bianche. Al termine della consultazione tutti gli operatori hanno comunicato con dichiarazione formale e vincolante di non essere interessati ad investire nelle aree bianche identificate, mappate e sottoposte alla consultazione. La Commissione europea ha approvato il 30 giugno 2016 il piano di intervento ed altresì disposto nella propria decisione che eventuali modifiche delle intenzioni degli investitori potevano essere prese in considerazione per le aree non ancora interessate dai bandi. Nel primo bando di gara TIM ha partecipato e presentato offerte per tutti i lotti. Il 5 dicembre all’esito della fase di prequalifica del secondo
bando, TIM ha dichiarato di voler partecipare alla gara. Il 23 dicembre TIM ha invece comunicato la modifica del suo piano di investimenti e di voler intervenire direttamente in alcune aree bianche, meno del 10% di quelle oggetto del bando di gara, e di non aver più interesse ad intervenire in alcune aeree grigie a parziale fallimento di mercato. E’ del tutto evidente che il Governo italiano non può ridefinire i contenuti di un progetto prioritario per il paese, che comporta procedure di gara lunghe e complesse, che necessitano tra l’altro dell’approvazione europea, sulla base dei cambiamenti di strategia di un operatore, comunicati fuori dalle procedure previste. In questo senso il Governo ha prontamente risposto alla comunicazione di TIM. E’ allo stesso modo chiaro che un cambiamento del piano di investimenti di TIM, che, secondo quanto comunicato il 23 dicembre, coprirà solo una porzione limitata delle aree oggetto del bando, rischia di squilibrare il conto economico della concessione per la gestione della rete pubblica i cui calcoli sono stati fatti sulla base dell’intera area oggetto del bando. Il Governo italiano non ha ovviamente alcuna intenzione di impedire o ostacolare investimenti di TIM che risultino compatibili con gli impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento. Qualora invece mancassero questi presupposti il Governo agirà, com’è doveroso, per tutelare l’interesse pubblico. Per quanto riguarda invece il terzo bando, non ancora pubblicato, verrà riaperta la consultazione del Mise per dare la possibilità a tutti gli operatori, secondo quanto previsto dalla Commissione Europea, di comunicare nei modi e nei tempi corretti eventuali modifiche ai loro piani di investimento. TIM lancia la fibra a 200 megabit in 169 comuni della Puglia e Basilicata ROMA – TIM accelera con la banda ultralarga in Puglia e Basilicata lanciando la connessione super-veloce fino a 200 megabit in 145 comuni della regione. L’iniziativa è il risultato degli importanti investimenti e dell’upgrade tecnologico che TIM ha realizzato sulla propria rete in fibra ottica in tecnologia FTTCab (fiber to the cabinet), che in questo modo diventa ancora più performante: viene
raddoppiata la velocità massima dei collegamenti resi disponibili a cittadini e imprese, che passa da 100 a 200 megabit in download e 20 in upload. I clienti TIM potranno disporre di una velocità di connessione che consentirà di migliorare ulteriormente l’esperienza di navigazione in rete e accedere più velocemente ad applicazioni e servizi, come ad esempio lo streaming di video in HD, praticare il gaming on line multiplayer in alta qualità e disporre di contenuti multimediali anche contemporaneamente su smartphone, tablet e smart TV, oltre che caricare in tempi molto più rapidi foto, video e file di grandi dimensioni. L’operazione di upgrade tecnologico, che rappresenta un importante step evolutivo delle potenzialità offerte dall’architettura FTTCab, potrà essere richiesta in maniera gratuita da tutti i clienti che hanno già attiva un’offerta fibra fino a 100 Megabit e che sono attestati sugli armadi stradali già predisposti con la nuova tecnologia e-vdsl. Al cliente verrà inviato un nuovo modem di ultima generazione che supporta la nuova velocità trasmissiva. Grazie a questa iniziativa, TIM conferma la volontà di offrire alla propria clientela servizi sempre più evoluti e caratterizzati da standard qualitativi elevati. Il lancio dei nuovi servizi in fibra ottica a 200 Megabit è infatti il risultato del forte impulso che TIM sta dando allo sviluppo della propria rete in fibra ottica su tutto il territorio nazionale, grazie agli importanti investimenti previsti per il triennio 2017-2019 che sono pari a circa 11 miliardi di euro in Italia, di cui circa 5 miliardi dedicati esclusivamente allo sviluppo delle reti a banda ultralarga fissa e mobile.
Questo l’elenco dei 145 Comuni della Puglia raggiunti dalla fibra a 200 megabit di TIM Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Alberobello, Alessano, Alezio, Altamura, Andria, Apricena, Aradeo, Ascoli Satriano, Avetrana, Bari, Barletta, Binetto, Bisceglie, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Brindisi, Calimera, Canosa di Puglia, Capurso, Carapelle, Carmiano, Carosino, Carovigno, Casamassima, Casarano, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Castellaneta, Ceglie Messapica, Cellamare, Cellino San Marco, Cerignola, Cisternino, Conversano, Copertino, Corato, Corigliano d’Otranto, Crispiano, Cutrofiano, Erchie, Fasano, Foggia, Fragagnano, Francavilla Fontana, Galatina, Galatone, Gallipoli, Ginosa, Gioia del Colle, Giovinazzo, Gravina in Puglia, Grottaglie, Grumo Appula, Laterza, Latiano, Lecce, Leporano, Lequile, Leverano, Lizzano, Locorotondo, Lucera, Maglie, Manduria, Manfredonia, Margherita di Savoia, Martano, Martina Franca, Massafra, Matino, Mattinata, Melendugno, Mesagne, Minervino Murge, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Monopoli, Monte Sant’Angelo, Monteiasi, Monteroni di Lecce, Mottola, Nardò, Noci, Noicattaro, Oria, Orta Nova, Ostuni, Otranto, Palagianello, Palagiano, Palo del Colle, Parabita, Poggiardo, Polignano a Mare, Pulsano, Putignano, Racale, Ruffano, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Salice Salentino, Sammichele di Bari, San Cesario di Lecce, San Donaci, San Donato di Lecce, San Ferdinando di Puglia, San Giorgio Ionico, San Giovanni Rotondo, San Marzano di San Giuseppe, San Nicandro Garganico, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, San Severo, San Vito dei Normanni, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Sava, Scorrano, Soleto, Squinzano, Statte, Surbo, Taranto, Taurisano, Taviano, Terlizzi, Toritto, Trani, Trepuzzi, Tricase, Triggiano, Trinitapoli, Troia, Turi, Ugento, Valenzano, Veglie, Vernole, Vico del Gargano, Vieste, Villa Castelli Questo l’elenco dei 24 Comuni della Basilicata raggiunti dalla fibra a 200 megabit di TIM: Acerenza, Avigliano, Barile, Corleto Perticara, Genzano di Lucania, Grottole, Latronico, Lauria, Marsicovetere, Matera, Miglionico, Moliterno, Montalbano Jonico, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Pietragalla, Pignola, Policoro, Pomarico, Potenza, Rapolla, Rionero in Vulture, Senise, Tito. Sanremo, la protesta dei lavoratori
Tim: “Il festival si fa con i nostri soldi” I lavoratori Telecom ne cantano quattro a politici, manager e banchieri. Un gruppo di dipendenti autoconvocati, sostenuti dalle single sindacali Cgil, Cisl, Uil e Cub, si è infatti dato appuntamento ieri sabato 11 febbraio nella sala stampa del Teatro Ariston di Sanremo , del cui Festival 2017 la Tim è “sponsor” unico. per protestare contro la disdetta unilaterale del contratto aziendale. “Il clima al lavoro è sempre più teso. I risparmi sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono all’azienda un tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che inciderà su ferie, permessi e indennità”, ha detto Simone Vivoli, sindacalista della Cub che teme ulteriori ripercussioni sulla forza lavoro (6.1229 dipendenti, 4.638 in meno rispetto al 2015) dalle promesse di risparmi fatte dai vertici Telecom ai mercati per i prossimi tre anni. L ’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha infatti messo in cantiere altri 1,9 miliardi di economie nel nuovo piano industriale 2017/2019, che si aggiungono ai 600 milioni di spese tagliate nel 2016 operando drastici tagli su spese di trasferte, immobili, sponsorizzazioni e pubblicità, oltre che sui contratti di fornitura. Cattaneo, ha messo in cantiere altri 1,9 miliardi di economie, non ha rinnovato il contratto integrativo aziendale. Simone Vivoli (Cub) dice : “Il clima al lavoro è sempre più teso. I risparmi sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono all’azienda un tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che inciderà su ferie, permessi e indennità” Telecom continua a perdere colpi nel 2016 sul fronte dei ricavi scesi -3,5% ( a 19,036 miliardi) sia in Italia domestico che in Brasile.
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, la società è riuscita ad invertire la rotta (+0,8% in termini organici) interrompendo un trend negativo che durava daun anno e mezzo. Il mantenimento di questo risultato dovrà essere verificato nei prossimi mesi in vista dell’arrivo sul mercato entro la fine del corrente anno, del nuovo operatore francese Iliad contro la quale Cattaneo ha progettato un nuovo brand “low cost”. Una cosa è prevedibile: per Telecom non sarà facile raggiugere i risultati sperati. Anche perché il gruppo è gravato da 25,5 miliardi di debiti (in calo da 2,2 miliardi) accumulati dalle precedenti gestione che negli anni hanno spolpato l’azienda, a partire dal patrimonio immobiliare (gestione Tronchetti Provera) . La società adesso sotto la gestione di Flavio Cattaneo ha migliorato la redditività di un miliardo nel 2016, soltanto con il taglio dei costi, è chiamata a dover investire in maniera importante nella rete in fibra ottica dovendo fronteggiare la rivale Enel Open Fiber che si è già aggiudicata i primi fondi pubblici per le aree a fallimento di mercato. Senza dimenticare il rischio che i progetti di Fiber Flash, la joint venture creata da Telecom con Fastweb per cablare l’Italia, che sono finiti nel mirino dell’Antitrust che teme concentrazione di mercato. non vadano a buon fine. Il risultato è che nonostante gli sforzi dei manager e i duri sacrifici chiesti ai lavoratori, il futuro dell’azienda in realtà resta ancora tutto da delineare. Senza dimenticare che il futuro dell’ex monopolista è legato a doppio filo con lo scontro
legale-finanziario che il suo principale azionista, il gruppo francese Vivendi, sta giocando con Mediaset. Uno studio elaborato dagli analisti dell’istituto bancario svizzero Credit Suisse dello scorso 10 gennaio, l’istruttoria aperta dall’Agcom a seguito della decisione di Vivendi di investire importanti capitali nelle attività televisive del Gruppo controllato da Silvio Berlusconi potrebbe stabilire che i francesi non possono contemporaneamente essere soci di Telecom e di Mediaset. e quindi l’autorità potrebbe imporre a Vivendi la cessione, in toto o in parte, di uno dei due asset. Problema questo non indifferente che dovrebbe essere risolto entro il mese di di marzo, in cui peraltro è prevista anche la prima udienza fissata per il prossimo 21 marzo sulla richiesta avanzata dai legali di Mediaset del maxirisarcimento (l’atto di citazione prevede un risarcimento danni quantificato fino a 2 miliardi) a Vivendi a seguito dell’autentico voltafaccia dei francesi sulla cessione della pay-tv Premium. Scadenze queste che rischiano di mettere sotto pressione Vivendi negli ultimi giorni di trattativa per trovare un accordo con Mediaset evitando di dover arrivare in tribunale. Tutto ciò avrebbe un effetto indiretto anche sul destino di Telecom che rischia di essere una spina nel fianco . nella foto Flavio Cattaneo e Sabrina Ferilli Concludendo, è arrivata una “segnalazione” alla nostra redazione, segnalante una circostanza abbastanza veritiera alquanto imbarazzante.
Come tutti ben sanno Flavio Cattaneo è legato sentimentalmente all’attrice romana Sabrina Ferilli, la quale avrebbe recentemente costituito una società di produzione con Maria De Filippi, e l’attrice romana è diventata una presenza fissa, nei programmi televisivi (Amici, House Party) condotti dalla De Filippi . Ebbene guarda caso tutti questi programmi hanno come sponsor principale propria la società telefonica TIM. A volte certe coincidenze sfiorano il conflitto d’interessi. Anche se ad onor del vero va ricordato che la delega sulla comunicazione e pubblicità è affidata al presidente della società telefonica Recchi. “Montecitorio A Porte Aperte”: al via la 4a edizione di “Una vita da social” Riparte da Piazza Montecitorio a Roma la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Patrocinio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori. Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel corso delle tre edizioni precedenti ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Specialità hanno incontrato oltre 1 milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 106.125 genitori, 59.451 insegnanti per un totale di 8.548 Istituti scolastici, 30.000 km percorsi e 150 città raggiunte sul territorio e una pagina Facebook con 108.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online. “Una Vita da Social”, è stata selezionata dalla Commissione europea a dicembre 2016, tra i migliori progetti a livello europeo.
La decisione dell’istituzione comunitaria, di riconoscere alla nota campagna un indubbio carattere di originalità ed innovazione, è arrivata nel giorno in cui la Commissione europea ha lanciato la “Digital Skills and Jobs Coalition”, un’iniziativa per ridurre il divario esistente sulle competenze digitali in Europa, radunando tutta una serie di stakeholder del settore pubblico e privato degli Stati membri. Una giuria indipendente, su input della Commissione europea, ha selezionato, tra 280 progetti mirati ad elevare le competenze digitali dei cittadini europei, l’iniziativa di successo della Polizia Postale italiana, individuandola come la più imponente ed incisiva campagna di sensibilizzazione mai realizzata da un organismo di Polizia. Ancora una volta aziende come Baci Perugina, Facebook, Fastweb, FireEye, Google, Italiaonline con i portali Libero, Virgilio e SuperEva, Microsoft, Poste Italiane, Skuola.net, Symantec, Tim, Vodafone, WindTre, Youtube e società civile scendono in campo insieme alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che i gravi episodi di cronaca, alcuni dei quali culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non avvengano più“. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di prevenire episodi di violenza, prevaricazione, diffamazione, molestie online attraverso
un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti potranno lanciare il loro messaggio positivo attraverso un diario di bordo 2.0. Infatti, grazie alla collaborazione con Baci Perugina, da sempre messaggero d’amore, nasce #unaparolaeunbacio, l’hashtag per dire no al cyberbullismo documentando le tappe di Una Vita da Social attraverso la condivisione di foto e frasi di tutti gli studenti coinvolti. Da Roma a Sanremo, da Alassio a Ivrea, da Varallo Sesia a Borgomanero, passando da Busto Arstizio, Settimo Milanese, Cremona, Lodi, Bergamo, Brescia, Riva del Garda, Lignano Sabbiadoro, San Donà di Piave, Rovigo, Poggibonsi, Firenze, Pistoia, Lucca, San Miniato, Imola, Forlì, Cesena, Porto Recanati, Camerino, San Benedetto del Tronto, Amatrice, Vasto, Bisceglie, Battipaglia, Lagonegro, Cosenza, Lamezia Terme, Tropea, Messina, Aci Castello, Cefalù, Palermo, Sanluri, Lanusei, Tempio Pausania, gli operatori della Polizia Postale, attraverso un truck allestito con un’aula didattica multimediale, incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età. I dati registrati nel corso degli incontri nelle scuole, evidenziano che le competenze digitali degli studenti provengono in tutto o quasi da esperienze di apprendimento extra scolastico. Ne deriva, pertanto, l’importanza delle attività di formazione e sensibilizzazione degli
studenti per far sì che la rete possa essere per loro una grande opportunità e non un limite, ma anche rivolte ai genitori e agli insegnanti. I social network infatti sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità di tutti. Preoccupa in maniera più forte il fenomeno del cyberbullismo: circa 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo accolgono con favore gli incontri gli operatori della Polizia Postale per formare/informare all’uso dei social. E proprio successivamente a questi incontri è stato riscontrato un aumento consistente delle denunce di minori nei confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo. “Una Vita da Social è un progetto indirizzato principalmente ai giovani – dice Nunzia Ciardi Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – che sono i principali fruitori della Rete”. “L’iniziativa, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il patrocinio del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, vuole fare in modo che Internet possa essere vissuto come un’opportunità e non come un pericolo”. “Il divario fra la conoscenza digitale dei giovani e degli adulti è enorme ed è per questo indispensabile fornire loro tutti quegli strumenti utili ad evitare le insidie che la rete può nascondere”. ”Una Vita da Social – conclude la Ciardi – rappresenta inoltre un esempio positivo di collaborazione fra pubblico e privato perché unisce competenze e conoscenze di importanti Aziende del settore a disposizione dei giovani, dei loro genitori ed insegnanti”. Di seguito i dati statistici sul fenomeno del cyberbullismo nel 2016:
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