Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim

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Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim
Gubitosi nuovo amministratore
delegato Tim
ROMA – Il cda di Tim ha nominato Luigi Gubitosi amministratore
delegato del gruppo telefonico, confermando        l’indicazione del
Comitato Nomine e Remunerazione di TIM riunitosi alla velocità della
luce lampo, che prenderà il posto di Amos Genish sfiduciato giorni fa
dal Cda della società.      La proposta è stata     formalizzata nel
consiglio straordinario di domenica pomeriggio in cui si è proceduti
alla nomina, avvenuta pressochè a maggioranza, quindi votata dai
rappresentanti del fondo americano Elliott guidato da Paul Singer,
che danno seguito all’azione di sponda al Governo gialloverde e
completa la strategia che mira allo scorporo della rete e alla nascita
di una società unica con Open Fiber. Contro hanno votato i
rappresentanti della francese Vivendi il primo azionista di Tim con
quasi il 24 per cento del capitale, che è pronta a fare valere il
potere di veto. Per fare passare il progetto dello scorporo della rete
serve il 50%+1 dei voti.

Gubitosi commissario straordinario di Alitalia, ex dg della Rai ed ex
ad di Wind, prende il posto di Amos Genish, sfiduciato martedì scorso
a maggioranza del cda. Gubitosi è stato eletto con nove voti a favore
su quindici.

Il cda di Tim, conferma una nota della società, “condivisa la
raccomandazione del Comitato Nomine e Remunerazione – ha proceduto a
Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim
nominare Luigi Gubitosi Amministratore Delegato e Direttore Generale,
conferendogli deleghe esecutive“. “Con decisione assunta a maggioranza
è stato confermato l’assetto delle deleghe in essere“.

In particolare al presidente sono state conferite “le attribuzioni da
legge, Statuto e documenti di autodisciplina“, all’Amministratore
Delegato “tutti i poteri necessari per compiere gli atti pertinenti
all’attività sociale, ad eccezione dei poteri riservati per legge e
Statuto al Consiglio di Amministrazione” e al “Responsabile di
Security Stefano Grassi, la delega temporanea in qualità di Delegato
alla Sicurezza“. Gubitosi, riceverà un trattamento economico
corrispondente a quello già attribuito al suo predecessore, in linea
con la politica di remunerazione di Tim.

Gubitosi, napoletano classe ’61, professore nel corso avanzato di
Finanza Aziendale presso l’Università Luiss Guido Carli dove ha
insegnato anche Strategie d’Impresa, è considerato un “uomo di numeri“
con fama da grande risanatore, era stato nominato lo scorso anno
come commissario Alitalia, dopo esserne stato presidente in pectore
nelle settimane precedenti, ha alle spalle le significative esperienze
in Rai e Wind. Nato a Napoli, classe 1961, è stato direttore generale
della televisione pubblica dal 17 luglio 2012 al 6 agosto 2015.

Laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II della capitale
campana, studi alla London School of Economics e Mba all’Insead di
Fontainebleau, nel cv di Gubitosi compaiono prestigiosi incarichi nel
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gruppi del settore delle Tlc ma anche auto e banche. E’ stato
amministratore delegato di Wind fino al 27 aprile 2011. In precedenza
ha ricoperto diversi incarichi dal 1986 al 2005 nel gruppo Fiat:
direttore finanziario, vicepresidente e responsabile Tesoreria del
gruppo. E’ stato presidente del cda di Fiat Partecipazioni e membro
del cda di Fiat Auto, Ferrari, Cnh, Iveco, Itedi – Italiana Edizioni,
Comau e Magneti Marelli.

Luigi Gubitosi arriva nella sede Tim per il Cda di Telecom a Roma

“E’ stato un capitolo triste per Tim. Sono molto triste per la
compagnia e per il risultato della ultima settimana. Questi cambi
repentini di strategia e leadership stanno dividendo i 2 azionisti.
Chiedo subito un’assemblea, entro fine anno. La politica ha giocato un
ruolo con successo. Credo che le decisioni degli ultimi giorni non
siano nell’interesse degli investitori e non rappresentino la base
degli investitori. Ho chiesto di convocare l’assemblea al massimo
entro inizio 2019″. Così ha commentato l’ex ad di Tim, Amos
Genish defenestrato dal suo incarico.

“Tim ha una grande storia ed un capitale umano da valorizzare per
vincere la sfida del mercato, incrementare la generazione di cash flow
per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il
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progetto per la costituzione di una rete unica”, ha detto Gubitosi.

Gubitosi è stato membro anche del Cda del fondo pensione dei
metalmeccanici Cometa e del Comitato organizzatore delle Olimpiadi
degli scacchi svoltesi a Torino nel 2006. Nel 2011 è stato designato
country manager e responsabile del corporate investment banking
della Bank of America per l’Italia. Dal maggio del 2017 è diventato
commissario straordinario di Alitalia, con Enrico Laghi e Stefano
Paleari, incarico che dovrebbe ora lasciare. E per questo, come ha
indicato il ministro per lo sviluppo economico Luigi Di Maio, dovrà
essere nominato un nuovo commissario per la compagnia aerea .

La nomina dovrebbe avvenire in tempi brevissimi. “Ci dovrà essere un
commissario assieme a quelli che ci sono per arrivare allo stesso
obiettivo che ci siamo dati come governo fino ad ora, cioè rilanciare
Alitalia”, ha detto ieri Di Maio.

Maxi perquisizione della Finanza
nelle compagnie telefoniche
Gubitosi nuovo amministratore delegato Tim
ROMA – Il Nucleo speciale
antitrust della Guardia di Finanza, su richiesta dell’
Autorità Antitrust sta svolgendo una serie di perquisizioni presso le
sedi dei principali operatori di telefonia fissa e mobile e nella sede
Assotelecomunicazioni per fare chiarezza ed accertare su un possibile
accordo di cartello tra le compagnie telefoniche, e verificare
possibili intese restrittive della concorrenza collegati alla
fatturazione mensile delle sinora messe a 28 giorni (4 settimane) .

Le compagnie di telecomunicazioni sono obbligate dalla legge di
bilancio 2018 a tornare alle bollette mensili, rinunciando a quelle
tariffate a 28 giorni, facendo pagare ai clienti 12 mesi all’anno
anziché 13 (come succede adesso fra mille proteste dei consumatori).
A gennaio Tim, Vodafone e Fastweb avevano annunciato che (ognuna in
una data diversa) torneranno agli addebiti mensili, lasciando
invariata la spesa annuale. Ma in realtà così non è.
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Non è accettabile che tutte le compagnie telefoniche , o quasi, stiano
magicamente aumentando le tariffe nello stesso momento, e guarda caso,
tutti dell’8,6%. Le associazioni di consumatori sono sul piede di
guerra affinchè si rimborsino finalmente gli utenti e che le compagnie
telefoniche restituiscano quanto hanno indebitamente incassato a
partire dal 23 giugno 2017.

Respinto il ricorso delle compagnie
telefoniche al TAR del Lazio contro
le bollette mensili stabilite
dall’AgCom
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ROMA –   Il TAR-Tribunale
Amministrativo Regionale     del Lazio ha respinto oggi il ricorso
presentato dall’Asstel, l’associazione di categoria che rappresenta le
aziende di telecomunicazione fissa e mobile, e di Tim, Vodafone,
WindTre, Fastweb ed Eolo contro la delibera AgCom n. 121 del 24 marzo
2017 , emanato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che
imponeva agli operatori di telefonia mobile di emettere le bollette
una volta al mese invece che ogni quattro settimane. Infatti secondo
il TAR non è vero che la delibera dell’AgCom viola la libertà
d’impresa, come sostenuto dalle compagnie telefoniche.

Il TAR ha anche confermato le multe emanate lo scorso dicembre
dall’AgCom, che aveva deciso nei confronti delle compagnie telefoniche
che non si erano adeguate al nuovo tipo di fatturazione entro i 90
giorni stabiliti dalla delibera 121: ogni compagnia telefonica dovrà
pagare la sanzione massima prevista per legge che di 1,16 milioni di
euro.

Il Tar del Lazio con un’ordinanza, cioè con un distinto provvedimento
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ha però dato un dispiacere provvisorio ai consumatori sospendendo il
meccanismo di rimborso ai clienti (indicato sempre dalla delibera del
Garante di dicembre del 2017) che prevedeva che i clienti dovevano
essere indennizzati nella prima bolletta corretta, nella prima fattura
che resusciterà la cadenza mensile. La restituzione doveva essere
commisurata alle giornate che i clienti hanno pagato in più, per colpa
della fatturazione ogni 28 giorni, da una data precisa: il 23 giugno
2017.

La delibera stabiliva anche che le compagnie telefoniche dovessero
rimborsare i propri clienti per le somme in più chieste da giugno
2017, cioè da quando avrebbero dovuto passare alla fatturazione
mensile: su questo punto il TAR è venuto incontro alle aziende di
telecomunicazione, sospendendo fino al 31 ottobre 2018 la decisione in
merito. Ma ogni singolo consumatore potrà comunque rivolgersi con
singoli procedimenti dinnanzi ai vari Corecom regionali per far valere
le proprie ragioni contemplate nella delibera del dicembre 2017.

TIM: dal 5 marzo ritorna il rinnovo
mensile sulle offerte mobili, ma
aumentano le tariffe

                                           ROMA – TIM informa che, in
ottemperanza alle nuove disposizioni contenute nella Legge n.172/17
del 4 dicembre 2017 che prevede l’introduzione dei cicli di rinnovo e
di fatturazione mensili (vedi linee guida Agcom), adotterà, al partire
dal 5 marzo 2018, le seguenti novità sulle offerte mobili. Tutto bello
se non fosse che i costi non verranno rimodulati a quelli che si
avevano prima dell’arrivo della fatturazione ogni 4 settimane
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ma verranno “spalmati” nei 12 mesi dell’anno con un aumento rispetto a
prima dell’8.6%. Il rincaro chiaramente va a compensare la diminuzione
delle entrate che gli operatori avrebbero con la tariffazione ogni
mese e non più ogni 28 giorni e dunque con un mese in meno (12
mensilità invece di 13).

Rinnovo a data certa
– ciascuna offerta prepagata mobile si rinnoverà ogni mese e non più
ogni 7, 28 o 30 giorni, sempre nello stesso giorno del mese dando al
Cliente la certezza della data di rinnovo e portando a 12 il numero
dei rinnovi nel corso di ogni anno solare.
Minuti e Giga Aumentati
– poiché si allunga il periodo di rinnovo delle offerte (da 7, 28 o 30
giorni a mese solare), TIM aumenta in maniera proporzionale le
quantità di minuti, Giga e SMS per garantire gli stessi contenuti
annuali delle offerte.

Spesa invariata

– per mantenere invariata la spesa annuale, il costo delle offerte
sarà riproporzionato su base mensile.
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Chiarezza e trasparenza

– per scoprire come diventerà la tua offerta a rinnovo mensile, clicca
qui.

Diritto di Recesso

– Il Cliente che non accettasse le modifiche proposte, in base
all’art. 70 comma 4 del Codice delle comunicazioni elettroniche
(D.Lgs. 2003 /n. 259), ha la facoltà di recedere senza penali né costi
di disattivazione entro il 4 marzo 2018 anche tramite passaggio con
portabilità ad altro gestore.
– Per esercitare il diritto di recesso dal contratto, che comporta la
cessazione della linea e, ove non sia richiesto il passaggio ad altro
operatore, la perdita del numero telefonico in tuo possesso, clicca
qui.
– Qualora sulla linea sia associato un contratto per l’acquisto di un
prodotto con pagamento rateizzato in corso di vigenza (ad esempio
Telefono, Tablet, etc.), oppure sia attiva un’offerta con promozione
legata alla permanenza del numero in TIM, clicca qui per decidere di
mantenere attiva la rateizzazione del prodotto o pagare le rate
residue in un’unica soluzione.
– Per info su recesso e rateizzazioni in corso puoi anche chiamare il
409168.
FAQ (da sito www.tim.it)

Quali sono le offerte interessate da tali novità?
Tutte le offerte mobili per Clienti Ricaricabili che attualmente si
rinnovano ogni 7, 28 o 30 giorni.
– Per conoscere le novità sulle offerte SMART MOBILE e sulle altre
offerte mobili domiciliate in conto TIM, clicca qui
– Per i Clienti TIM che hanno attivo un contratto per l’acquisto di un
prodotto con pagamento rateizzato, le rate verranno addebitate una
volta al mese, sempre nello stesso giorno, senza alcuna variazione né
del numero delle rate, né dell’importo delle rate stesse.
– Per le offerte che prevedono un unico addebito per rata prodotto e
servizi, non saranno modificati né l’importo e il numero delle rate,
né la quantità dei contenuti (minuti, SMS e Giga) inclusi
nell’offerta.
Cosa vuol dire “DATA CERTA”?
– Per “data certa” si intende che i rinnovi avvengono sempre lo stesso
giorno di ogni mese, che coinciderà con la data di attivazione per le
nuove offerte, oppure con la data del primo rinnovo dopo il 5 marzo
per le offerte già attive.
– Casi particolari: le offerte che cadono il 31 del mese
si rinnoveranno l’ultimo giorno del mese successivo: ad esempio
un’offerta con attivazione/rinnovo il 31 marzo, avrà i successivi
rinnovi il 30 Aprile, il 31 maggio, il 30 giugno… e così via.
Come cambiano le mie offerte TIM?
Con l’introduzione dei rinnovi mensili a “data certa” le tue offerte
si rinnoveranno con le seguenti caratteristiche, in base alla
tipologia di offerta che hai attiva:
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 28 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati
nell’anno invece degli attuali 13. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati del 8,6%
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 7 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati
nell’anno invece degli attuali 52. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati di 4,3 volte rispetto all’attuale rinnovo settimanale (ad
esempio un’offerta con canone di 2€/7giorni diventerà a 8,6€/mese)
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 30 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi che coprono
tutto l’anno solare (365 giorni) invece degli attuali 12 rinnovi a 30
giorni che coprono 360 giorni. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati del 1,4%.
Cosa vuol dire “MINUTI E GIGA AUMENTATI”?
Con l’introduzione dei rinnovi mensili a “data certa” le tue offerte
si rinnoveranno con le seguenti caratteristiche, in base alla
tipologia di offerta che hai attiva:
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 28 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati
nell’anno invece degli attuali 13. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati del 8,6%
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 7 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi addebitati
nell’anno invece degli attuali 52. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati di 4,3 volte rispetto all’attuale rinnovo settimanale (ad
esempio un’offerta con canone di 2€/7giorni diventerà a 8,6€/mese)
– offerte che attualmente si rinnovano ogni 30 giorni: la tua spesa
annuale resterà invariata e sarà ripartita su 12 rinnovi che coprono
tutto l’anno solare (365 giorni) invece degli attuali 12 rinnovi a 30
giorni che coprono 360 giorni. Per effetto di questa nuova
ripartizione, le offerte saranno coerentemente riproporzionate: il
costo del rinnovo e le relative quantità di minuti, SMS e Giga saranno
incrementati del 1,4%
Cosa vuol dire “SPESA INVARIATA”?
– La tua spesa annuale non sarà modificata e di conseguenza, per tener
conto della riduzione a 12 dei rinnovi su base annua, il costo del
canone mensile sarà coerentemente riproporzionato come i contenuti.
Da quando si applicano tali novita’?
A partire dal primo rinnovo successivo al 5 marzo 2018 le offerte
attive sulla tua linea si rinnoveranno con cadenza mensile, così come
tutte le eventuali offerte attivate da tale data in poi.

Telecomunicazioni. Ultimatum dal
ministro Calenda alle bollette a 28
giorni: “Serve una soluzione
rapida”

                                            ROMA – “Inaccettabile –
l’ha definita il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – È
una cosa che va messa a posto il più rapidamente possibile“, ha
replicato a chi gli domandava se il Governo fosse intenzionato a porre
rimedio alla questione delle “bollette corte” adottate a catena dagli
operatori di telefonia e pay tv (fatture ogni 28 giorni anziché 30),

Si attende, infatti, un intervento già in manovra. Ma del divieto
atteso, attualmente non ci sarebbe traccia nella versione delle legge
di Bilancio appena varata dal Consiglio dei ministri. Chiaramente non
è ancora l’ultima possibilità . Infatti       alla domanda se è in
preparazione un emendamento in materia il ministro Calenda risponde
che occorre trovare una soluzione. Ed apparirebbe come la soluzione
più immediata quella di una modifica al testo della manovra, o al
decreto collegato,.

                                           Il    polverone      sulla
vergognosa fatturazione a 28 giorni si è alzato mesi fa, con la
discesa in campo dell’Autorità di garanzia per le comunicazioni, che a
marzo scorso ha indicato come scadenza per la fatturazione i 30 giorni
per tutti gli operatori di telefonia fissa, mentre incredibilmente per
il traffico mobile i 28 giorni potevano considerarsi ancora
ammissibili ! Sarebbe interessante capire e conoscere l’origine di una
decisione così incoerente ed allucinante.

La decisione dell’ AGCOM non è piaciuta persino alle compagnie di
telecomunicazioni (telefomo, internet. paytv ecc.) ed è quindi
scattato il ricorso unitario al Tar che a giugno ha accolto le
richieste di sospensiva, fissando al prossimo 7 febbraio 2018 la data
per il giudizio. Nel frattempo tutti gli operatori progressivamente
hanno “virato” per la bolletta accorciata a 28 giorni. Un cartello di
settore ha innescato la reazione dell’Agcom che un mese fa ha avviato
procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e
Fastweb e ha lanciato un avvertimento alle pay tv, come Sky. Con multe
ridicole se rapportate rispetto a quanto stanno incassando di più con
il mese accorciato i gestori di telecomunicazione a danno dei
consumatori.

“Come Autorità abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e potevamo fare
e ovviamente seguiamo con interesse la cosa, l’annunciato intervento
legislativo” ha dichiarato il presidente dell’Authority, Angelo
Marcello Cardani ricordando che davanti al Parlamento, il Governo
aveva definito le pratiche “scorrette” e lasciato intendere di voler
imporre una scadenza unica a un mese. Senza però spiegare se tale
decisione sia valida per tutti (fissi, mobili, paytv ecc.)

A queste dichiarazioni “diplomatiche-politiche” si sono contrapposte
quelle delle associazioni dei consumatori che denunciano il
comportamento illegittimo degli operatori che va avanti da mesi, ed in
effetti non si capisce cosa aspettino le autorità Antitrust e quella
sulla Comunicazioni (AGCOM) ancora ad elevare una maxi-sanzione,
contestando l’aggravio di costi addebitati nelle tasche dei
consumatori (+8,6%). E qualcuno chiede al ministro Calenda che si
batta ed impegni per inserire l’emendamento nella Legge di Bilanci».
Infanzia, malnutrizione: Save the
Children, ogni anno, nel mondo, 3
milioni di bambini sotto i 5 anni
muoiono a causa della malnutrizione

                                            ROMA –    Ogni anno, nel
mondo, circa 6 milioni di bambini muoiono prima di aver compito i 5
anni per cause facilmente curabili e prevenibili. Tra queste
la malnutrizione, che provoca quasi la metà delle morti infantili a
livello globale, uccidendo circa 3 milioni di bambini ogni anno. 52
milioni di minori sotto i 5 anni in questo momento stanno soffrendo
la carenza improvvisa di cibo e nutrienti, mentre ben 155 milioni sono
malnutriti cronici e rischiano che le gravi conseguenze sul loro
sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano sull’intero ciclo di vita.

Povertà, cambiamenti climatici e conflitti hanno un ruolo decisivo
nella diffusione della malnutrizione. Nei Paesi a medio e basso
reddito, 2 minori su 5 vivono in stato di povertà
multidimensionale con forti deprivazioni circa l’accesso al cibo, ai
servizi igienico-sanitari e all’educazione, mentre nel Corno
d’Africa e in Kenya, in seguito all’emergenza climatica “El Niño“, 7
milioni di bambini stanno ancora facendo i conti con la carenza
d’acqua e di sostanze nutritive. Solo nel 2016 guerre e insicurezza
alimentare hanno provocato la fuga di 65,6 milioni di persone e 122
milioni di bambini affetti da malnutrizione cronica vivono in zone
sferzate dai conflitti

“È semplicemente inaccettabile che ancora così tanti bambini perdano
la vita perché colpiti dalla malnutrizione, un killer silenzioso, ma
prevenibile, che trae ancora più forza proprio attraverso il circolo
vizioso della povertà, dei conflitti e dei cambiamenti climatici, e
che indebolisce il sistema immunitario dei bambini, lasciandoli
vulnerabili alle infezioni e alle malattie. E, per quelli che
sopravvivono, la malnutrizione rappresenta una condanna per tutta la
vita, perché può danneggiare il loro sviluppo cognitivo e avere
ripercussioni devastanti sul loro futuro e sulle loro opportunità di
vita da adulti. Diventano così bambini senza un domani, molto spesso
per il solo fatto di essere nati nel posto sbagliato, in contesti
molto poveri o colpiti da pesanti crisi”, ha dichiarato Claudio
Tesauro, Presidente di Save the Children, l’Organizzazione
internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e
garantire loro un futuro.

È per loro che Save the Children lancia la campagna globale “Fino
all’ultimo bambino”, per salvare e dare un futuro ai bambini senza un
domani. “Dal 1990 ad oggi sono stati compiuti importanti passi in
avanti per ridurre il fardello della malnutrizione, riducendo da 254 a
155 milioni il numero di bambini colpiti da malnutrizione cronica.
Nonostante ciò, il mondo è ancora ben lontano dal raggiungere gli
obiettivi globali, quali la riduzione del 40% dei casi di
malnutrizione cronica entro il 2025 e l’eliminazione di tutte le forme
di malnutrizione entro il 2030. Noi continueremo a fare di tutto
perché nessun bambino venga più lasciato indietro e affinché a tutti,
nessuno escluso, venga restituita la possibilità di beneficiare delle
sostanze nutritive di cui hanno bisogno, crescere sani, andare a
scuola, formarsi e guardare al futuro con speranza”, ha
commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

Nell’ambito della campagna Fino all’ultimo bambino, Save the Children,
in collaborazione con Microsoft e con il patrocinio del Comune di
Milano, ha ricreato, presso la Microsoft House di Milano, in viale
Pasubio 21, un percorso esperienziale immersivo – dal 12 al 17
ottobre – per conoscere da vicino il problema della malnutrizione.
Grazie alle tecnologie della realtà mista (con il visore HoloLens), i
visitatori, tra cui anche tanti alunni delle scuole, avranno la
possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente ed educativa.
Attraverso gli ologrammi, infatti, potranno sperimentare sensazioni
reali di contesti di disagio, oltre a poter sentire durante il
percorso anche odori e suoni per ritrovarsi a tu per tu con le stesse
sfide di chi, ogni giorno, è costretto a fare i conti con la povertà
estrema, le guerre e i cambiamenti climatici, le tre concause
principali della malnutrizione.

Dal nuovo rapporto di Save the Children “Una fame da morire. Vecchie e
nuove sfide nel contrasto alla malnutrizione” emerge che la
malnutrizione rappresenta la concausa di circa la metà (45%) delle
morti infantili a livello globale. Dei 155 milioni di bambini che
soffrono di malnutrizione cronica (1 minore su 4 sotto i 5 anni nel
mondo), più della metà si trova in Asia, in particolare in Asia
Meridionale (oltre 61 milioni), e il 30% in Africa. 52 milioni di
bambini (1 su 12) sono invece colpiti da malnutrizione acuta, di cui
più della metà in Asia meridionale, mentre circa 41 milioni risultano
obesi o in sovrappeso, di cui 4 milioni in Paesi ad alto reddito. In
questi ultimi si contano del resto 1,6 milioni di minori colpiti da
malnutrizione cronica. Tra i Paesi che riportano i tassi peggiori di
malnutrizione troviamo l’Eritrea, dove ne è colpito 1 bambino su 2
sotto i 5 anni, e l’India, dove la proporzione tocca quasi il 48% .
Buone notizie giungono invece dall’incremento, a livello globale,
della pratica dell’allattamento al seno, che garantisce ai neonati 6
possibilità in più di sopravvivere nei primi mesi di vita: dal 36% di
bambini di età inferiore ai 6 mesi allattati esclusivamente al seno
nel 2005, si è passati al 43% nel 2016, con aumenti consistenti
soprattutto in Asia meridionale (59%) e Africa orientale (75%).

Il circolo vizioso della povertà. I bambini che nascono in contesti di
povertà sono i più esposti al rischio della malnutrizione e alle gravi
deprivazioni di carattere sanitario ed educativo. In 103 Paesi a medio
e basso reddito sono 689 milioni i minori considerati poveri
multidimensionali: in India lo è circa la metà dei bambini, mentre
ben 9 su 10in Etiopia, Niger e Sud Sudan. In Africa subsahariana,
appena meno della metà della popolazione che vive nelle zone rurali
(43%), può accedere alle fonti d’acqua potabile, mentre solo 1 persona
su 5 ha accesso ai servizi igienici, considerati entrambi elementi
essenziali nella lotta alla malnutrizione. In Asia centrale e
meridionale la percentuale di popolazione nelle aree rurali con
accesso ai servizi igienici è invece del 40%. Tra gli elementi che
incidono sulla povertà infantile anche l’accesso all’istruzione e alla
formazione, dal quale ancora oggi sono tagliati fuori 263 milioni di
bambini e adolescenti nel mondo.
Cambiamenti climatici In seguito alla grave emergenza El Niño,
considerata la peggiore crisi legata al cambiamento climatico degli
ultimi 35 anni, quasi 20 milioni di persone, nel Corno d’Africa,
stanno soffrendo gli effetti della dura crisi alimentare, tra cui ben
7 milioni di bambini tra Etiopia, Somalia e Kenya che non hanno
sufficiente accesso al cibo, in seguito alla perdita dei raccolti e
del bestiame provocata dalla siccità, e a fonti d’acqua sicure, con
forti ripercussioni sulla diffusione di malattie quali diarrea, colera
e morbillo. In Kenya sono 83 mila i bambini colpiti da forme severe di
malnutrizione acuta e 39 mila le donne incinte o in fase di
allattamento a rischio. La malnutrizione acuta ha colpito 376 mila
bambini in Etiopia e 275 mila in Somalia dove, nella prima metà del
2017, il numero di bambini affetti da malnutrizione, che hanno 9
probabilità in più di perdere la vita, è aumentato di almeno il 50%.
A livello globale, inoltre, se i cambiamenti climatici estremi
dovessero intensificarsi si stima che oltre 592 milioni di
persone potrebbero essere a rischio malnutrizione nel 2030 e quasi 477
milioni nel 2050 .

Conflitti. Delle 815 milioni di persone denutrite a livello mondiale,
più della metà (489 milioni) vive in Paesi colpiti da conflitti, dove
si stima che il tasso di malnutrizione cronica si riduca a un ritmo 4
volte inferiore rispetto ai Paesi non colpiti da crisi e dove i tassi
di povertà risultano in media superiori di 20 punti percentuali. Si
tratta, in particolare, di zone in cui i bambini hanno il doppio delle
possibilità di diventare malnutriti e morire durante l’infanzia
rispetto ai propri coetanei negli altri Paesi in via di sviluppo.
Contesti estremamente fragili e pericolosi in cui i minori e le loro
famiglie sono costretti a sfamarsi con quel che rimane dei raccolti o
ad arrangiarsi con ciò che trovano, come cibo per animali o foglie, a
bere da sorgenti d’acqua contaminate, spesso senza accesso a
medicinali e assistenza sanitaria. In Yemen, dove circa 17 milioni di
persone – pari al 60% della popolazione – risultano in stato di
insicurezza alimentare, già prima della crisi circa la metà dei
bambini sotto i 5 anni risultava affetta dalla malnutrizione e 1 donna
ogni 370 moriva per complicazioni durante gravidanza e parto, mentre
dal 2014 al 2016 l’aggravarsi del conflitto ha provocato un
aumento del 20% delle morti infantili.

“Oggi più che mai è arrivato il momento di dire basta. Basta alla
perdita di così tante vite, tra i bambini, che potrebbero essere
facilmente salvate e protette. Basta a così tante infanzie spezzate,
negate e compromesse. È dunque fondamentale che il mondo rafforzi il
proprio impegno e faccia ancora di più per contrastare in maniera
efficace la malnutrizione. Perché un mondo che volta la faccia anche a
un solo bambino la volta al suo stesso futuro”, ha detto ancora
Valerio Neri.

L’intervento di Save the Children. L’Organizzazione contribuisce da
anni a contrastare la mortalità e la malnutrizione infantile
attraverso interventi sul campo e un approccio multisettoriale. Dal
2009 al 2015, con la campagna Every One per il contrasto alla
mortalità infantile, Save the Children si è impegnata fortemente per
evitare che milioni di bambini sotto i 5 anni perdessero la vita per
cause facilmente curabili e prevenibili. Solo nel 2016, nel mondo,
grazie alla campagna Fino all’ultimo bambino, l’Organizzazione ha
raggiunto 21 milioni di bambini con i suoi programmi di salute e
nutrizione. I programmi di Save the Children, oltre a prevedere
interventi specifici in tema di nutrizione, prevenzione e assistenza
materno-infantile, prima e dopo il parto, comprendono azioni
specifiche per incentivare la crescita delle comunità locali in modo
sostenibile.

Anche quest’anno tutti potranno sostenere la campagna attraverso il
numero solidale 45544, che sarà attivo dal 12 ottobre al 5 novembre.
Sarà possibile donare 2 euro inviando un SMS dai cellulari WIND Tre,
TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Si potranno inoltre
donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa TIM, Wind
Tre, Fastweb e Tiscali, oppure 5 euro da rete fissa Vodafone, TWT,
Convergenze e PosteMobile.

I fondi raccolti in Italia durante la campagna andranno a sostenere i
progetti di Save the Children in Egitto, Etiopia, India, Malawi,
Mozambico, Nepal e Somalia. La raccolta fondi della campagna Fino
all’ultimo bambino sarà promossa anche sui media: si comincerà con la
settimana dedicata alla raccolta fondi sulle Reti Rai TV e Radio
Rai dal 16 al 22 ottobre, per continuare poi con spazi nelle
principali trasmissioni delle reti Mediaset, La7 e Sky. Tanti i volti
noti del mondo del cinema, dello spettacolo e della musica che hanno
prestato la propria immagina a sostegno della campagna Fino all’ultimo
bambino, tra cui Cesare Bocci, Roberta Capua, Tosca d’Aquino, Irene
Ferri, Anna Foglietta, Giorgio Marchesi, Andrea Sartoretti, Syria e
Anna Valle.

Il calcio. La Lega Serie A aderisce alla Campagna, promuovendola sui
campi di calcio nella 9° giornata di campionato il 21 e 22 ottobre.
Inoltre, testimonial d’eccezione della campagna sono i calciatori
della ACF Fiorentina e alcuni tra i principali allenatori di Serie
A, tra i quali Massimiliano Allegri (Juventus), Eusebio Di Francesco
(Roma), Simone Inzaghi (Lazio), Vincenzo Montella (Milan), Sinisa
Mihajlović (Torino), Stefano Pioli (Fiorentina), Luciano Spalletti
(Inter), che hanno aderito realizzando dei video messaggi ad hoc per i
tifosi italiani.

In arrivo sanzioni dell’ AGCOM per
gli operatori telefonici
ROMA – L’ AGCOM Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, ha
deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli
operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato
rispetto delle disposizioni relative alla cadenza mensile delle
fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni
elettroniche.    si legge in una nota.

                                        Gli   operatori   telefonici
costituendo di fatto un “cartello” avevano deciso di applicare una
fatturazione a 4 oppure ad 8 settimane (invece che mensile) in tempi
diversi, da maggio 2016 ad aprile 2017. La manovra punta a fare pagare
(quasi) un mese in più ai loro clienti. L’ Autorità con una delibera
del marzo scorso, aveva infatti stabilito “al fine di garantire
massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il
controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard
(mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti
in abbonamento per adesione” . L’ AGCOM nella propria la nota ricorda
“che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità
temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle
offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli“. Però al
termine delle verifiche effettuate da Agcom, “è risultato che gli
operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera
dell’Autorità“.

C’è da auspicarsi che a seguito della decisione , di avviare
procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici
Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle
disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi
delle offerte di comunicazioni elettroniche, le sanzioni dell’Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni   siano esemplari

Non corrisponde al vero, a differenza di quanto sostenuto ieri alla
Camera dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna
Finocchiaro, al question time, che il Tar del Lazio il 7 giugno aveva
accolto le richieste di sospensiva delle compagnie telefoniche, in
quanto aveva solo anticipato il giudizio di merito. Gli operatori
della telefonia – riunite tutte insieme in un bel “cartello” di
categoria, alla faccia delle norme sulla concorrrenza – hanno
presentato un ricorso al Tar     avvalendosi   dell’assistenza legale
dell’Associazione di categoria che opera in Confindustria, contro
l’ordine che l’Autorità aveva inviato loro con la delibera di marzo.

Nel frattempo le compagnie telefoniche hanno proseguito imperterrite,
furbescamente ed illegalmente, a violare la delibera di marzo scorso
dell’Agcom, nel far west delle telecomunicazioni, motivo per cui le
associazione dei consumatori hanno presentato un esposto
all’Antitrust, contro il reiterato comportamento degli operatori che
si ostinano a fatturare a 28 giorni anche per la telefonia fissa. E’
facilmente prevedibile a questo punto un’ondata di ricorsi anche da
parte dei consumatori dinnanzi ai vari Corecom regionali nei confronti
delle compagnie telefoniche per ottenere la restituzione delle somme
addebitate illegittimamente

Amos Genish nuovo direttore
operativo di Tim

                                           ROMA – Amos Genish è
entrato a far parte di Telecom Italia in qualità di direttore
operativo. E’ quanto annuncia il presidente della società di
telecomunicazioni. “Amos è un affermato manager nel settore delle
telecomunicazioni, dove ha contribuito alla creazione di valore, con
una comprovata esperienza in diversi contesti internazionali. Sono
certo che saprà adattarsi rapidamente al contesto italiano, come aveva
fatto in Brasile”, ha commentato Arnaud de Puyfontaine, ceo di
Vivendi, aggiungendo che il manager – che si trasferirà a Roma –
sovrintenderà le Operations del gruppo.

Genish ha sviluppato esperienze nel campo delle tlc e della tecnologia
sia negli Usa sia in Brasile, dove ha fondato Gvt rendendola in pochi
anni il principale operatore brasiliano nel campo della banda
ultralarga , società successivamente acquistata dal gruppo Vivendi che
nel 2015 l’ha ceduta al gruppo spagnolo Telefonica, .

In precedenza, Genish ha ricoperto il ruolo di chief convergence
officer di Vivendi, con la responsabilità di sviluppare la strategia
di convergenza del gruppo fra contenuti, piattaforme e distribuzione.
Negli anni passati era stato anche a.d. di Telefonica Brasile/Vivo, il
principale operatore integrato di tlc del Paese con oltre 90 milioni
di clienti e la cui offerta comprende fisso, mobile, servizi e
intrattenimento.

Parte il piano banda ultralarga. Ma
Tim cambia le carte in tavola

                                            ROMA – Il Piano Banda Ultra
Larga è partito da un’ampia consultazione con gli operatori al fine di
verificare dove era necessario l’intervento dello Stato e dove invece
gli operatori avevano piani di investimento, per evitare dispersione
di risorse pubbliche e concentrarle nelle aree a fallimento di
mercato, le così dette aree bianche. Al termine della consultazione
tutti gli operatori hanno comunicato con dichiarazione formale e
vincolante di non essere interessati ad investire nelle aree bianche
identificate, mappate e sottoposte alla consultazione.

La Commissione europea ha approvato     il 30 giugno 2016 il piano di
intervento ed altresì disposto nella propria decisione che eventuali
modifiche delle intenzioni degli investitori potevano essere prese in
considerazione per le aree non ancora interessate dai bandi. Nel primo
bando di gara TIM ha partecipato e presentato offerte per tutti i
lotti. Il 5 dicembre all’esito della fase di prequalifica del secondo
bando, TIM ha dichiarato di voler partecipare alla gara. Il 23
dicembre TIM ha invece comunicato la modifica del suo piano di
investimenti e di voler intervenire direttamente in alcune aree
bianche, meno del 10% di quelle oggetto del bando di gara, e di non
aver più interesse ad intervenire in alcune aeree grigie a parziale
fallimento di mercato.

E’ del tutto evidente che il Governo italiano non può ridefinire i
contenuti di un progetto prioritario per il paese, che comporta
procedure di gara lunghe e complesse, che necessitano tra l’altro
dell’approvazione europea, sulla base dei cambiamenti di strategia di
un operatore, comunicati fuori dalle procedure previste. In questo
senso il Governo ha prontamente risposto alla comunicazione di TIM. E’
allo stesso modo chiaro che un cambiamento del piano di investimenti
di TIM, che, secondo quanto comunicato il 23 dicembre, coprirà solo
una porzione limitata delle aree oggetto del bando, rischia di
squilibrare il conto economico della concessione per la gestione della
rete pubblica i cui calcoli sono stati fatti sulla base dell’intera
area oggetto del bando.

Il Governo italiano non ha ovviamente alcuna intenzione di impedire o
ostacolare investimenti di TIM che risultino compatibili con gli
impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento.
Qualora invece mancassero questi presupposti il Governo agirà, com’è
doveroso, per tutelare l’interesse pubblico. Per quanto riguarda
invece il terzo bando, non ancora pubblicato, verrà riaperta la
consultazione del Mise per dare la possibilità a tutti gli operatori,
secondo quanto previsto dalla Commissione Europea, di comunicare nei
modi e nei tempi corretti eventuali modifiche ai loro piani di
investimento.

TIM lancia la fibra a 200 megabit
in 169 comuni della Puglia e
Basilicata
ROMA – TIM accelera con la banda ultralarga in Puglia e Basilicata
lanciando la connessione super-veloce fino a 200 megabit in 145 comuni
della regione. L’iniziativa è il risultato degli importanti
investimenti e dell’upgrade tecnologico che TIM ha realizzato sulla
propria rete in fibra ottica in tecnologia FTTCab (fiber to the
cabinet), che in questo modo diventa ancora più performante: viene
raddoppiata la velocità massima dei collegamenti resi disponibili a
cittadini e imprese, che passa da 100 a 200 megabit in download e 20
in upload.

                                         I clienti TIM potranno
disporre di una velocità di connessione che consentirà di migliorare
ulteriormente l’esperienza di navigazione in rete e accedere più
velocemente ad applicazioni e servizi, come ad esempio lo streaming di
video in HD, praticare il gaming on line multiplayer in alta qualità e
disporre di contenuti multimediali anche contemporaneamente su
smartphone, tablet e smart TV, oltre che caricare in tempi molto più
rapidi foto, video e file di grandi dimensioni.

L’operazione di upgrade tecnologico, che rappresenta un importante
step evolutivo delle potenzialità offerte dall’architettura FTTCab,
potrà essere richiesta in maniera gratuita da tutti i clienti che
hanno già attiva un’offerta fibra fino a 100 Megabit e che sono
attestati sugli armadi stradali già predisposti con la nuova
tecnologia e-vdsl. Al cliente verrà inviato un nuovo modem di ultima
generazione che supporta la nuova velocità trasmissiva.

Grazie a questa iniziativa, TIM conferma la volontà di offrire alla
propria clientela servizi sempre più evoluti e caratterizzati da
standard qualitativi elevati. Il lancio dei nuovi servizi in fibra
ottica a 200 Megabit è infatti il risultato del forte impulso che TIM
sta dando allo sviluppo della propria rete in fibra ottica su tutto il
territorio nazionale, grazie agli importanti investimenti previsti per
il triennio 2017-2019 che sono pari a circa 11 miliardi di euro in
Italia, di cui circa 5 miliardi dedicati esclusivamente allo sviluppo
delle reti a banda ultralarga fissa e mobile.
Questo l’elenco dei 145 Comuni della Puglia raggiunti dalla fibra a
200 megabit di TIM

Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Alberobello, Alessano, Alezio,
Altamura, Andria, Apricena, Aradeo, Ascoli Satriano, Avetrana, Bari,
Barletta, Binetto, Bisceglie, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Brindisi,
Calimera, Canosa di Puglia, Capurso, Carapelle, Carmiano, Carosino,
Carovigno, Casamassima, Casarano, Cassano delle Murge, Castellana
Grotte, Castellaneta, Ceglie Messapica, Cellamare, Cellino San Marco,
Cerignola, Cisternino, Conversano, Copertino, Corato, Corigliano
d’Otranto, Crispiano, Cutrofiano, Erchie, Fasano, Foggia, Fragagnano,
Francavilla Fontana, Galatina, Galatone, Gallipoli, Ginosa, Gioia del
Colle, Giovinazzo, Gravina in Puglia, Grottaglie, Grumo Appula,
Laterza, Latiano, Lecce, Leporano, Lequile, Leverano, Lizzano,
Locorotondo, Lucera, Maglie, Manduria, Manfredonia, Margherita di
Savoia, Martano, Martina Franca, Massafra, Matino, Mattinata,
Melendugno, Mesagne, Minervino Murge, Modugno, Mola di Bari, Molfetta,
Monopoli, Monte Sant’Angelo, Monteiasi, Monteroni di Lecce, Mottola,
Nardò, Noci, Noicattaro, Oria, Orta Nova, Ostuni, Otranto,
Palagianello, Palagiano, Palo del Colle, Parabita, Poggiardo,
Polignano a Mare, Pulsano, Putignano, Racale, Ruffano, Rutigliano,
Ruvo di Puglia, Salice Salentino, Sammichele di Bari, San Cesario di
Lecce, San Donaci, San Donato di Lecce, San Ferdinando di Puglia, San
Giorgio Ionico, San Giovanni Rotondo, San Marzano di San Giuseppe, San
Nicandro Garganico, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, San
Severo, San Vito dei Normanni, Sannicandro di Bari, Santeramo in
Colle, Sava, Scorrano, Soleto, Squinzano, Statte, Surbo, Taranto,
Taurisano, Taviano, Terlizzi, Toritto, Trani, Trepuzzi, Tricase,
Triggiano, Trinitapoli, Troia, Turi, Ugento, Valenzano, Veglie,
Vernole, Vico del Gargano, Vieste, Villa Castelli

Questo l’elenco dei 24 Comuni della Basilicata raggiunti dalla fibra a
200 megabit di TIM:

Acerenza, Avigliano, Barile, Corleto Perticara, Genzano di Lucania,
Grottole, Latronico, Lauria, Marsicovetere, Matera, Miglionico,
Moliterno, Montalbano Jonico, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio,
Pietragalla, Pignola, Policoro, Pomarico, Potenza, Rapolla, Rionero in
Vulture, Senise, Tito.

Sanremo, la protesta dei lavoratori
Tim: “Il festival si fa con i
nostri soldi”

                                           I lavoratori Telecom ne
cantano quattro a politici, manager e banchieri. Un gruppo di
dipendenti autoconvocati, sostenuti dalle single sindacali Cgil, Cisl,
Uil e Cub, si è infatti dato appuntamento ieri sabato 11 febbraio
nella sala stampa del Teatro Ariston di Sanremo , del cui Festival
2017 la Tim è “sponsor” unico. per protestare contro la disdetta
unilaterale del contratto aziendale. “Il clima al lavoro è sempre più
teso. I risparmi sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono
all’azienda un tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che
inciderà su ferie, permessi e indennità”, ha detto Simone Vivoli,
sindacalista della Cub che teme ulteriori ripercussioni sulla forza
lavoro (6.1229 dipendenti, 4.638 in meno rispetto al 2015) dalle
promesse di risparmi fatte dai vertici Telecom ai mercati per i
prossimi tre anni. L ’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha
infatti messo in cantiere altri 1,9 miliardi di economie nel nuovo
piano industriale 2017/2019, che si aggiungono ai 600 milioni di spese
tagliate   nel 2016 operando drastici tagli su spese di trasferte,
immobili, sponsorizzazioni e pubblicità, oltre che sui contratti di
fornitura.   Cattaneo, ha messo in cantiere altri 1,9 miliardi di
economie, non ha rinnovato il contratto integrativo aziendale. Simone
Vivoli (Cub) dice : “Il clima al lavoro è sempre più teso. I risparmi
sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono all’azienda un
tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che inciderà su ferie,
permessi e indennità”

Telecom continua a perdere colpi nel 2016 sul fronte dei ricavi scesi
-3,5% ( a 19,036 miliardi) sia in Italia domestico che in Brasile.
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, la società è riuscita ad
invertire la rotta (+0,8% in termini organici) interrompendo un trend
negativo che durava daun anno e mezzo. Il mantenimento di questo
risultato dovrà essere verificato nei prossimi mesi in vista
dell’arrivo sul mercato entro la fine del corrente anno, del nuovo
operatore francese Iliad contro la quale Cattaneo ha progettato un
nuovo brand “low cost”. Una cosa è prevedibile: per Telecom non sarà
facile raggiugere i risultati sperati. Anche perché il gruppo è
gravato da 25,5 miliardi di debiti (in calo da 2,2 miliardi)
accumulati dalle precedenti gestione che negli anni hanno spolpato
l’azienda, a partire dal patrimonio immobiliare (gestione Tronchetti
Provera) .

La società adesso sotto la gestione di Flavio Cattaneo ha migliorato
la redditività di un miliardo nel 2016, soltanto con il taglio dei
costi, è chiamata a dover investire in maniera importante nella rete
in fibra ottica dovendo fronteggiare la rivale Enel Open Fiber che si
è già aggiudicata i primi fondi pubblici per le aree a fallimento di
mercato. Senza dimenticare il rischio che i progetti di Fiber Flash,
la joint venture creata da Telecom con Fastweb per cablare l’Italia,
che sono finiti nel mirino dell’Antitrust che teme concentrazione di
mercato. non vadano a buon fine.

Il risultato è che nonostante gli sforzi dei manager e i duri
sacrifici chiesti ai lavoratori, il futuro dell’azienda in realtà
resta ancora tutto da delineare. Senza dimenticare che il
futuro dell’ex monopolista è legato a doppio filo con lo scontro
legale-finanziario che il suo principale azionista, il gruppo
francese Vivendi, sta giocando con Mediaset. Uno studio elaborato
dagli analisti dell’istituto bancario svizzero Credit Suisse dello
scorso 10 gennaio, l’istruttoria aperta dall’Agcom a seguito della
decisione di Vivendi di investire importanti capitali nelle attività
televisive del Gruppo controllato da Silvio Berlusconi        potrebbe
stabilire che i francesi non possono contemporaneamente essere soci di
Telecom e di Mediaset. e quindi l’autorità potrebbe imporre a Vivendi
la cessione, in toto o in parte, di uno dei due asset.

Problema questo non indifferente che dovrebbe essere risolto entro il
mese di di marzo, in cui peraltro è prevista anche la prima udienza
fissata per il prossimo 21 marzo sulla richiesta avanzata dai legali
di Mediaset del maxirisarcimento (l’atto di citazione prevede un
risarcimento danni quantificato fino a 2 miliardi)        a Vivendi a
seguito dell’autentico voltafaccia dei francesi sulla cessione della
pay-tv Premium. Scadenze queste che rischiano di mettere sotto
pressione Vivendi negli ultimi giorni di trattativa per trovare un
accordo con Mediaset evitando di dover arrivare in tribunale. Tutto
ciò avrebbe un effetto indiretto anche sul destino di Telecom che
rischia di essere una spina nel fianco .

nella foto Flavio Cattaneo e Sabrina Ferilli

Concludendo, è arrivata una “segnalazione” alla nostra redazione,
segnalante una circostanza abbastanza veritiera alquanto imbarazzante.
Come tutti ben sanno Flavio Cattaneo è legato sentimentalmente
all’attrice romana Sabrina Ferilli, la quale avrebbe recentemente
costituito una società di produzione con Maria De Filippi, e l’attrice
romana è diventata una presenza fissa,      nei programmi televisivi
(Amici, House Party) condotti dalla De Filippi . Ebbene guarda caso
tutti questi programmi hanno come sponsor principale propria la
società telefonica TIM. A volte certe coincidenze sfiorano il
conflitto d’interessi. Anche se ad onor del vero va ricordato che la
delega sulla comunicazione e pubblicità è affidata al presidente della
società telefonica Recchi.

“Montecitorio A Porte Aperte”: al
via la 4a edizione di “Una vita da
social”

Riparte da Piazza Montecitorio a Roma la più importante e imponente
campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle
Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, con
il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Patrocinio
dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito
delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e
pericoli della Rete per i minori.

Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel
corso delle tre edizioni precedenti ha raccolto un grande consenso:
gli operatori della Specialità hanno incontrato oltre 1 milione di
studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 106.125 genitori, 59.451
insegnanti per un totale di 8.548 Istituti scolastici, 30.000 km
percorsi e 150 città raggiunte sul territorio e una pagina Facebook
con 108.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della
sicurezza online. “Una Vita da Social”, è stata selezionata dalla
Commissione europea   a dicembre 2016,   tra i migliori progetti a
livello europeo.
La decisione dell’istituzione comunitaria, di riconoscere alla nota
campagna un indubbio carattere di originalità ed innovazione, è
arrivata nel giorno in cui la Commissione europea ha lanciato la
“Digital Skills and Jobs Coalition”, un’iniziativa per ridurre il
divario esistente sulle competenze digitali in Europa, radunando tutta
una serie di stakeholder del settore pubblico e privato degli Stati
membri. Una giuria indipendente, su input della Commissione europea,
ha selezionato, tra 280 progetti mirati ad elevare le competenze
digitali dei cittadini europei, l’iniziativa di successo della Polizia
Postale italiana, individuandola come la più imponente ed incisiva
campagna di sensibilizzazione mai realizzata da un organismo di
Polizia.

Ancora una volta aziende come Baci Perugina, Facebook, Fastweb,
FireEye, Google, Italiaonline con i portali Libero, Virgilio e
SuperEva, Microsoft, Poste Italiane, Skuola.net, Symantec, Tim,
Vodafone, WindTre, Youtube e società civile scendono in campo insieme
alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che
i gravi episodi di cronaca, alcuni dei quali culminati con il suicidio
di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di
tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto
delle tecnologie, non avvengano più“.

L’obiettivo dell’iniziativa    è quello di prevenire episodi di
violenza, prevaricazione, diffamazione, molestie online attraverso
un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli
studenti potranno lanciare il loro messaggio positivo attraverso un
diario di bordo 2.0. Infatti, grazie alla collaborazione con Baci
Perugina, da sempre messaggero d’amore, nasce #unaparolaeunbacio,
l’hashtag per dire no al cyberbullismo documentando le tappe di Una
Vita da Social attraverso la condivisione di foto e frasi di tutti gli
studenti coinvolti.

 Da Roma a Sanremo, da Alassio a Ivrea, da Varallo Sesia a
Borgomanero, passando da Busto Arstizio, Settimo Milanese, Cremona,
Lodi, Bergamo, Brescia, Riva del Garda, Lignano Sabbiadoro, San Donà
di Piave, Rovigo, Poggibonsi, Firenze, Pistoia, Lucca, San Miniato,
Imola, Forlì, Cesena, Porto Recanati, Camerino, San Benedetto del
Tronto, Amatrice, Vasto, Bisceglie, Battipaglia, Lagonegro, Cosenza,
Lamezia Terme, Tropea, Messina, Aci Castello, Cefalù, Palermo,
Sanluri, Lanusei, Tempio Pausania, gli operatori della Polizia
Postale, attraverso un truck allestito con un’aula didattica
multimediale, incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi
della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto
a tutte le fasce di età.

I dati registrati nel corso degli incontri nelle scuole, evidenziano
che le competenze digitali degli studenti provengono in tutto o quasi
da esperienze di apprendimento extra scolastico. Ne deriva, pertanto,
l’importanza delle attività di formazione e sensibilizzazione degli
studenti per far sì che la rete possa essere per loro una grande
opportunità e non un limite, ma anche rivolte ai genitori e agli
insegnanti. I social network infatti sono ormai uno strumento di
comunicazione del tutto integrato nella quotidianità di tutti.

Preoccupa in maniera più forte il fenomeno del cyberbullismo: circa 2
ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta
di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo accolgono con favore gli
incontri gli operatori della Polizia Postale per formare/informare
all’uso dei social. E proprio successivamente a questi incontri è
stato riscontrato un aumento consistente delle denunce di minori nei
confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo.

                                           “Una Vita da Social è un
progetto indirizzato principalmente ai giovani – dice Nunzia Ciardi
Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – che
sono i principali fruitori della Rete”. “L’iniziativa, in
collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca e con il patrocinio del Garante per l’Infanzia        e
l’Adolescenza, vuole fare in modo che Internet possa essere vissuto
come un’opportunità e non come un pericolo”.     “Il divario fra la
conoscenza digitale dei giovani e degli adulti è enorme ed è per
questo indispensabile fornire loro tutti quegli strumenti utili ad
evitare le insidie che la rete può nascondere”. ”Una Vita da Social –
conclude la Ciardi – rappresenta inoltre un esempio positivo di
collaborazione fra pubblico e privato perché unisce competenze e
conoscenze di importanti Aziende del settore a disposizione dei
giovani, dei loro genitori ed insegnanti”.

Di seguito i dati statistici sul fenomeno del cyberbullismo nel 2016:
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