Media Monitoring per 21-05-2019 - Rassegna stampa del 21-05-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 21-05-2019 - Rassegna stampa del 21-05-2019 - Ruggi
21-05-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 21-05-2019
Media Monitoring per 21-05-2019 - Rassegna stampa del 21-05-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      21/05/2019 - SALERNO.OCCHIONOTIZIE.IT
            Mercato San Severino, migrante al pronto soccorso: “Fu curato. Nessun caso di razzismo” ...
            1
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Migrante in corsia, la Procura archivia: non fu razzismo ........................................................ 2
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Dossier salute Salerno in coda si muore di più ...................................................................... 4
      21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Emergenza, l'Asl recluta privati ............................................................................................. 6
      21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Non bastano i posti letto Ricoveri con le barelle .................................................................... 7
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Non mangia dopo l' intervento allo stomaco l' appello della madre: «Salvate mia figlia» ...... 9
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ospedale, assistenza a rischio petizione on line per i concorsi ............................................ 11
      21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Trenta ore in ospedale: è peculato ....................................................................................... 13
Sanità Campania ............................................................................................................................. 14
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Criteri da verificare, non è possibile che si viva meglio in Terra dei fuochi» ...................... 14
      21/05/2019 - IL MATTINO
            È come «rinata» ecco i suoi angeli ....................................................................................... 16
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Così i medici del Santobono hanno salvato la bambina ........................................................ 18
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD)
            Donare plasma, al Maresca il centro trasfusionale pilota .................................................... 20
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Esenzione dal ticket, in aumento le richieste per i casi di tumore ....................................... 22
      21/05/2019 - IL MATTINO
            Formiche sul paziente sospesi due infermieri ...................................................................... 24
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Formiche, sospesi 2 infermieri e 2 sindacalisti .................................................................... 26
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Furbetti del ticket l'Asl chiede i rimborsi a seimila pazienti ................................................. 28
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Ianaro: «Sant' Agata ok, ora cambi all' Asl e Rummo» ......................................................... 30
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Il doppio volto della sanità ................................................................................................... 31
      21/05/2019 - IL GIORNO
            L' angelo-chirurgo: Noemi, una figlia ................................................................................... 32
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Maria Triassi "Morti in ospedale troppi antibiotici, pochi investimenti" ............................... 34
      21/05/2019 - IL MATTINO
            Morto soffocato per un pezzo di pizza inchiesta al via, il pm: omicidio colposo ................... 36
      21/05/2019 - IL MATTINO
            NAPOLI UN PIANO OLTRE GLI SLOGAN ................................................................................. 38
      21/05/2019 - IL MATTINO
            Noemi, battaglia vinta l'applauso dell'Italia ......................................................................... 40
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Ospedale, nasce il Comitato civico: combatteremo contro il declassamento ....................... 42
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Pascale il fondatore dell' oncologia ...................................................................................... 43
      21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Sannio bocciato è tra le province meno in salute ................................................................. 45
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Sanità nazionale ............................................................................................................................. 47
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA
            "Negli States più denaro per centrare l' obiettivo" .............................................................. 47
      21/05/2019 - IL MESSAGGERO
            Bongiorno: statali, nuove assunzioni colmeremo i vuoti ...................................................... 49
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Chili di troppo e chili che mancano ...................................................................................... 51
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Cosa fare quando i geni Brca sono mutati "I controlli per chi rischia il tumore al seno" ...... 53
      21/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Esami privati meno cari dell'intramoenia ............................................................................. 55
      21/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Il caso Lambert, i giudici ordinano: va tenuto in vita ........................................................... 56
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Il tatuaggio non sempre piace alla pelle .............................................................................. 58
      21/05/2019 - ITALIA OGGI
            Il tour elettoral-ospedaliero del ministro della Sanità .......................................................... 60
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Il tumore non dipende dal caso ............................................................................................ 61
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Invecchiare in forma si può "Il prossimo obiettivo sono i farmaci anti-aging" ..................... 63
      21/05/2019 - ITALIA OGGI
            Monitoraggio sulla sanità in digitale .................................................................................... 65
      21/05/2019 - LA STAMPA
            Quasi immortali e anche super-intelligenti: il sogno-incubo è vicino ................................... 66
      21/05/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Sanità, brevetto italiano nella top 20 dell' Onu .................................................................... 68
      21/05/2019 - LA REPUBBLICA
            Sfida al cancro ultimo attacco in tre mosse ......................................................................... 69
      21/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Un Paese di pantofolai Troppi a rischio obesità ................................................................... 71
      21/05/2019 - AVVENIRE
            Vincent, dietrofront per la vita ............................................................................................ 73
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21/05/2019
                                    salerno.occhionotizie.it
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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    Mercato San Severino, migrante al pronto soccorso: “Fu
              curato. Nessun caso di razzismo”

 Caso di razzismo al pronto soccorso
 dell’ospedale Curteri di Mercato San
 Severino: per la Procura, Souleymane fu
 curato e non vittima. Nessun caso di
 razzismo all’ospedale Curteri di Mercato
 San Severino Souleymanae Rachidi fu
 curato e non fu vittima di razzismo da
 parte di un’infermiera. A stabilire tale
 quadro della situazione sul giovane
 migrante ivoriano è la Procura di Nocera Inferiore che ha archiviato l’indagine sul
 presunto caso che si sarebbe verificato all’ospedale Curteri di Mercato San Severino.
 Secondo quanto ricostruito, il 20enne decise di andarsene di sua spontanea volontà
 e che non sarebbe stato preso di mira da nessuna infermiera del nosocomio. I fatti
 risalgono a febbraio e fu ripreso tutto da un video che lo stesso Souleymanae
 pubblico e diffuse su Facebook. Nel video, in sottofondo era possibile ascoltare frasi
 come “non farti vedere più” oppure “devi morire”. Diverse furono le reazioni e la
 cosa fece muovere anche l’azienda ospedaliera, che avviò rapidamente un’indagine
 interna per comprendere cosa fosse accaduto. Vista la situazione, la Procura di
 Nocera Inferiore decise di aprire un’inchiesta per omissione di atti d’ufficio
 aggravata all’odio razziale: l’ipotesi era quella che il ragazzo non fosse stato
 assistito e curato, per via del colore della sua pelle. Oltre al giovane, la procura
 ascoltò anche altre persone testimoni della vicenda, come il datore di lavoro.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 29
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 4.429
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     Migrante in corsia, la Procura archivia: non fu razzismo

 IL CASO Nicola Sorrentino La procura di
 Nocera Inferiore ha archiviato l' indagine
 su di un presunto episodio di razzismo a
 danno di un ragazzo della Costa D'
 Avorio, Souleymanae Rachidi, che si
 sarebbe verificato all' ospedale Fucito di
 Curteri di Mercato San Severino. Le cure
 al     ragazzo    non     furono     negate,
 nonostante l' ipotesi iniziale di reato,
 aggravata tra l' altro dall' odio razziale. Il
 ragazzo           straniero           decise
 volontariamente di andare via. Era l'
 ultima domenica dello scorso febbraio,
 quando il 20enne sarebbe stato preso di
 mira e offeso da un' infermiera dell'
 ospedale. In un video che lui stesso
 registrò, si era udita la voce di una
 persona, che rivolgendosi al ragazzo
 disse di non «farsi vedere più» e «di
 morire» Il video fu poi diffuso dallo
 stesso ragazzo attraverso i social,
 mentre era adagiato sulla barella di un'
 ambulanza, in attesa della visita. Tante
 le reazioni, con il filmato a provocare
 indignazione e commenti, anche da parte dell' azienda ospedaliera, che avviò
 rapidamente un' indagine interna per comprendere cosa fosse accaduto. La procura
 di Nocera, invece, nella figura del sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, avviò
 formalmente un' indagine per omissione d' atti d' ufficio aggravata dall' odio
 razziale. In pratica, l' ipotesi era quella che il ragazzo non fosse stato assistito e
 curato, per via del colore della sua pelle. Oltre al giovane, la procura ascoltò anche
 altre persone testimoni della vicenda, come il datore di lavoro. Fu lui ad
 accompagnare il 20enne, in un secondo momento, in un altro ospedale. Nella notte
 tra sabato e domenica, Rachidi fu colpito da una forte tosse che lo spinse a chiedere
 l' intervento del 118. Ma una volta in ospedale, su di una barella, fu richiamato da
 un' infermiera che gli avrebbe detto: «Ma Salvini li fa ancora entrare questi?», poi lo
 avrebbe apostrofato con epiteti razzisti, aggiungendo: «Devi morire». A quel punto,
 il ragazzo sarebbe andato via, perché quella stessa infermiera si sarebbe rifiutata di
 prestargli le cure. In realtà, secondo la procura le cose andarono diversamente. Oltre
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al comportamento, giudicato censurabile, da parte di chi pronunciò quelle
espressioni, fu il ragazzo a lasciare l' ospedale, spontaneamente, rifiutando
assistenza. Mentre i medici, invece, avrebbero insistito affinché il giovane restasse
presso il presidio. Souleymane Rachidi, dopo aver contattato al telefono il suo datore
di lavoro, si recò all' ospedale Ruggi di Salerno. Probabilmente risentito dalle parole
di quell' infermiere, tanto da convincersi a cambiare ospedale. Dopo aver acquisito il
video diffuso a mezzo social, il sostituto procuratore interrogò il ragazzo su quei
momenti in ospedale, insieme ad altre persone testimoni del fatto. Dopo aver
vagliato tutti gli elementi, è stato deciso di archiviare il fascicolo. Quella sera non fu
commesso alcun reato. L' ipotesi era quella di un' omissione d' atti d' ufficio, cioè un
rifiuto da parte di personale medico nel soccorrere e assistere un paziente. Così non
fu. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                  Pagina 29
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.334
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Dossier salute Salerno in coda si muore di più
 Sabino Russo
 `La provincia invecchia, speranze di vita
 tra le più basse aumentano le malattie
 croniche ma meno decessi per tumore
 Una provincia che invecchia, che fa i
 conti con un saldo sempre più negativo
 tra tasso di mortalità (tra i più alti d'
 Italia) e speranza di vita (90esima su
 107), con un consumo in aumento di
 farmaci per diabete e ipertensione e una
 emigrazione ospedaliera che mostra
 ancora tanti pazienti della provincia che
 scelgono di curarsi lontano da casa. È la
 fotografia che viene fuori dall' «Indice
 della Salute» del Sole 24 ore, una
 classifica che analizza i dati delle varie
 province d' Italia sulla base di 12
 indicatori relativi all' incidenza delle
 malattie sul territorio, alla possibilità di
 curarle attraverso i medicinali e all'
 accesso alle cure, che pone Salerno al
 78esimo tra le aree più sane del
 Belpaese e che mostra la necessità di
 metter      mano       alle   carenze     di
 programmazione nell' organizzazione dei
 servizi, in relazione soprattutto all' incremento dei malati cronici e ai livelli di
 accesso alle cure. IL REPORT Passando al setaccio il report, Salerno si pone al
 96esimo posto nella graduatoria per il minor tasso di mortalità. Scomponendo gli
 indicatori, balza agli occhi anche qualche nota positiva. Quella salernitana, infatti, è
 una delle province che nel periodo 2012-2016 ha fatto registrare meno decessi per
 tumore (11esima in Italia) e per infarto del miocardio (51esima). Da contraltare,
 però, scende di posizione nella speranza di vita, dove si posiziona soltanto al
 90esimo posto, così come si colloca in basso per il minor consumo di farmaci per
 asma e malattie del sistema respiratorio (89esima), per diabete (82esima) e per la
 cura dell' ipertensione (54esima). Il maggior utilizzo di medicinali per trattare le
 malattie croniche, se da un lato fotografa un livello più alto di diffusione delle cure,
 dall' altro riflette la presenza sempre più elevata delle stesse patologie, per le quali
 incide tanto l' indice di vecchiaia e lo stile di vita. I salernitani over 65enni sono
 222,5 mila (il 20,3 per cento della popolazione totale), alle prese con malattie che
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pesano per circa l' 80 per cento sui costi sanitari, per un valore complessivo che si
aggira intorno agli 80 milioni. Per i pazienti cronici si spende di più al crescere dell'
età, raggiungendo il picco a 80-84 anni (34,5 mila anziani per 1129 euro ciascuno),
per un valore complessivo di circa 20 milioni euro, e 75-79 anni (platea di 43 mila
nonnini, con un costo di 1.115 euro ciascuno, per totali 25 milioni di euro), per poi
calare leggermente nelle classi di età successive. LE SOLUZIONI Risulta quindi
prioritario orientarsi alle necessità della popolazione che invecchia, potenziando l'
assistenza a lungo termine e quella domiciliare, con maggiori e rinnovate risorse
economiche e umane. Esigenza di programmare una riorganizzazione dei servizi che
emerge anche dalle statistiche sui servizi sanitari, che raccontano i diversi livelli di
accesso alle cure attraverso la diffusione sul territorio di medici di famiglia (medici di
medicina generale), pediatri e geriatri. Gli indicatori dei professionisti attivi ogni
mille abitanti, se da un lato fotografano la disponibilità di quasi 2 pediatri ogni 1000
abitanti under 14 (47esimo posto), comunque lontana dai quasi 5 di Cagliari, dall'
altro pongono Salerno al 62esimo posto per i medici di base e al 52esimo per la
diffusione di geriatri (letta in relazione all' incidenza degli anziani sulla popolazione
locale), dove si conta meno di un medico ogni mille abitanti over 65. Oltre a questo,
poi, va tenuto conto anche della recettività ospedaliera, calcolata sulla disponibilità
di posti letto, con Salerno che ne conta 2,7 per mille abitanti (prima Isernia con 6,5),
posizionandosi al 57esimo posto in classifica, e al 71esimo posto per la minor
emigrazione ospedaliera. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                  Pagina 9
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

                             Emergenza, l'Asl recluta privati
 Marcella Cavaliere
 Durante il periodo estivo occorrono più
 ambulanze con personale qualificato per
 far fronte all'emergenza sul territorio
 provinciale. Anche quest'anno l'Asl di
 Salerno,     guidata    dal    commissario
 Iervolino , ha indetto un bando per
 reclutare     ambulanze      e    personale
 qualificato nel periodo compreso tra il 15
 giugno e il 16 settembre. È stata così
 indetta una manifestazioni d'interesse
 per rinforzare la dotazione di mezzi e
 personale. Non solo: per l'intero mese di
 agosto ci sarà una convenzione per assicurarsi una postazione fornita anche di
 idroambulanza. «L'Asl di Salerno, in vista del consueto aumento di affluenza turistica
 nelle zone costiere della provincia di Salerno intende procedere, a integrazione del
 sistema di emergenza 118, alla selezioni di soggetti operanti nel settore del
 volontariato per il trasporto infermi », è scritto in delibera. E il bando interesserà le
 associazioni di volontariato e la Croce Rossa, tutte realtà che saranno impegnate nel
 trasporto estivo degli infermi. L'Azienda ha previsto un servizio 24 ore su 24 con
 un'ambulanza dotata di autista e infermiere che coprirà l'area litoranea da
 Pontecagnano a Battipaglia, un'altra sarà a Santa Maria di Castellabate e poi un'altra
 a Pisciotta, poi a Pollica (località Acciaroli), a Casalvelino, a Marina di Camerota, a
 Palinuro (località Centola) e Capaccio mentre per la Costa d'Amalfi le postazioni
 saranno attive a Postino e a Cetara. A Maiori, solo per il mese di agosto, sarà
 attivato il servizio di emergenza con l'idroambulanza, che coprirà il turno che va
 dalle 8.30 alle 19.30 e il cui costo sarà di 24.160 euro. Per tutte le altre postazioni,
 l'Asl spenderà per ognuna di esse 9.002,42 euro. Dunque la somma complessiva
 investita dall'Azienda sarà di 294.233 euro, somma che sarà ripartita sul conto dei
 bilanci dei distretti sanitari di Cava de' Tirreni- Costa d'Amalfi, Pontecagnano, Vallo
 della Lucania- Agropoli, Capaccio-Roccadaspide, Sapri-Camerota. Il bando prevede
 che a ogni «soggetto sarà aggiudicato un massimo di due postazioni» e il primo
 requisito di ammissione prevede l'iscrizione al Registro regionale del volontariato
 nella categoria trasporto infermi in corso di validità e superiore a sei mesi da parte
 delle associazioni di volontariato. Sarà quindi redatta una graduatoria di merito in
 base a un serie di punteggi i cui criteri sono descritti nel bando. Per aderire, però,
 occorrerà presentare le domande di partecipazione all'Ufficio protocollo dell'Asl di
 via Nizza entro le «12 dal 15esimo giorno dalla data di pubblicazione della
 manifestazione d'interesse».
                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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21/05/2019                                                                                                                 Pagina 13
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Non bastano i posti letto Ricoveri con le barelle
 Salvatore D'Angelo
 Non tende a fermarsi il fenomeno delle
 barelle     nelle    corsie    dell'ospedale
 Umberto I di Nocera Inferiore. L'ultima
 scena ritrae il corridoio del reparto di
 Medicina generale e risale a domenica
 pomeriggio. Ventisei letti occupati nelle
 stanze e sei persone barellate. Una
 vergogna per i familiari e i loro pazienti,
 una consuetudine per gli operatori ormai
 abituati all'emergenza continua. In molti
 sono scoraggiati, il personale medico e
 paramedico è come se fosse impegnato
 in una perpetua lotta contro i mulini a
 vento. Anche la direzione sanitaria
 appare inerme. «I posti letto sono quelli
 e di più non ne possiamo avere», ha
 commentato Alfonso Giordano, direttore
 sanitario del Dea di primo livello che
 comprende gli ospedali di Nocera, Pagani
 e Scafati. Le disposizioni del piano
 sanitario sono chiare, quelli sono i posti
 letto assegnati, e poi c'è la cronica
 carenza di infermieri. A ciò si aggiungono le richieste sempre maggiori che arrivano
 da un'utenza vastissima, che non arriva solo dall'Agro, ma anche dal napoletano e
 dalla Valle dell'Irno. «Se non ricoveriamo in barella - ha aggiunto Giordano - devono
 essere trasferiti in altre strutture, ma i pazienti si rifiutano». E così firmano per
 restare a Nocera Inferiore, qualsiasi siano le condizioni alberghiere. Per alcuni essere
 trasferiti a Oliveto Citra, a Vallo della Lucania o a Polla è una cosa improponibile. Le
 barelle sono una costante non solo nel reparto di Medicina, ma anche in Chirurgia e
 in altre divisioni specialistiche dell'ospedale. Se da una parte c'è un'eccedenza di
 letti, altrove questi vengono tagliati perché mancano gli infermieri. È quanto
 accaduto in Cardiologia, dove la disponibilità del reparto è stata ridotta di quattro
 posti letto. Per il sindacato le responsabilità sono da ricercare nella dirigenza. «È un
 problema di management -ha detto Biagio Tomasco , segretario territoriale del
 Nursind che non sa intercettare i problemi e non riesce a risolverli». Il sindacalista
 ha da tempo acceso i riflettori sulla sanità dell'Agro, dove spesso è intervenuto sulla
 carenza di infermieri. Stasera, intanto, alle 19 si riunisce la commissione Sanità del
 consiglio comunale di Nocera Inferiore convocata dal sindaco Manlio Torquato . Un
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vertice per sollecitare la dirigenza dell'Asl a studiare soluzioni per l'Umberto I.
All'incontro sono stati invitati i sindaci di Pagani e Nocera Superiore e il commissario
dell'Asl Mario Iervolino. Intanto raccoglie consensi la petizione online promossa dal
consigliere comunale Vincenzo Stile per chiedere al ministro della Salute, Giulia
Grillo , di ritirare il commissariamento della sanità in Campania.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 29
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 5.504
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Non mangia dopo l' intervento allo stomaco l' appello della
                 madre: «Salvate mia figlia»

 LA STORIA Daniela Faiella Due occhioni
 scuri che brillano dietro un paio di
 occhiali dalla montatura rossa. Uno
 sguardo espressivo, che nasconde la
 sofferenza di chi ha paura di non farcela.
 Maria (la chiameremo così), scafatese,
 25 anni compiuti a novembre, a stento si
 regge in piedi. Cammina a piccoli passi,
 ma solo quando c' è sua madre a
 sorreggerla. Non è difficile notarla al
 terzo piano dell' ospedale di Nocera
 Inferiore, seduta nel corridoio dove,
 aggrappata con entrambe le mani al
 braccio      della    mamma,      attende
 rassegnata di incontrare un camice
 bianco che raccolga il suo grido d' aiuto.
 Il suo peso non arriva ai cinquanta chili.
 Rifiuta il cibo. O meglio, ci prova a
 mangiare ma quel poco che riesce ad
 ingerire, lo vomita subito. Non è il solito
 caso di anoressia. Maria fino a sei mesi
 fa era una ragazza felice. Ultima di tre
 figli, una laurea conseguita a pieni voti in
 scienze infermieristiche e tanti sogni nel
 cuore, la 25enne di Scafati aveva solo un disagio: quei cento chili mal distribuiti sui
 suoi 160 cm di altezza. Tutte le diete sperimentate non avevano prodotto risultati.
 Così, a dicembre scorso, Maria decide di tentare la strada della chirurgia per
 dimagrire drasticamente. Si affida ad una clinica convenzionata del salernitano dove,
 il 3 dicembre, si sottopone ad un intervento di resezione di una parte dello stomaco
 per via laparascopica. Tutto va secondo il protocollo. Sei giorni dopo la ragazza
 ritorna a casa per cominciare la sua nuova vita. Qualcosa, però, va storto. Maria è
 sempre più inappetente, mangia poco e vomita tutto ciò che riesce a ingerire. La
 25enne perde peso giorno dopo giorno e, con i chili, iniziano a diminuire anche le
 forze. In clinica, dove era stata operata, il chirurgo le dice che è tutto regolare,
 nonostante il parere contrario del nutrizionista e del gastroenterologo che
 consigliano il ricovero. Maria però non si fida, ha paura, vuole rientrare a casa e

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convince la madre a riportarla indietro con la promessa di vincere l' inappetenza. La
situazione, purtroppo, invece di migliorare peggiora. Il suo stomaco rigetta tutto ciò
che è cibo. All' astenia, che si aggrava giorno dopo giorno, si associano i dolori alle
gambe che la costringono a letto per gran parte delle sue giornate. È l' 8 aprile
quando un' ambulanza del 118 la trasporta in codice d' urgenza al pronto soccorso
dell' ospedale di Nocera Inferiore. Maria sta male, sente di non farcela. Nel reparto di
neurologia resta una settimana, giusto il tempo di riprendere un pò le forze grazie a
qualche flebo a base di sostanze ipercaloriche e vitamine, per poi tomare a casa,
con una diagnosi di «neuropatia sensitiva in paziente sottoposta a recente
gastroresezione». IL RACCONTO È passato più di un mese da quel giorno e Maria sta
sempre peggio. Accanto a lei, a sostenerla e a darle speranza, c' è la mamma che
spera in qualcuno che possa aiutare la sua bambina. «Non sappiamo più a chi
rivolgerci. Vorrei solo che qualche specialista, leggendo questa storia, possa
raccogliere il nostro appello e studiare il caso di mia figlia, che si sta spegnendo
giorno dopo giorno. Non voglio accusare nessuno. Voglio solo che Maria torni a
vivere e a sorridere. Si parli di questo caso affinché tragedie del genere non si
ripetano più. Tante ragazze fragili ricorrono troppo facilmente alla chirurgia,
preferendo interventi invasivi ai piccoli sacrifici che la dieta comporta. E questo può
essere pericoloso. Come è successo a Maria. Non esiste dolore al mondo più atroce
per una mamma di una figlia che chiede di lasciarla morire per porre fine alle sue
sofferenze». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 31
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 3.728
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Ospedale, assistenza a rischio petizione on line per i
                            concorsi

 NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE
 Nello      Ferrigno     L'    obiettivo   è
 sensibilizzare la politica a guardare con
 maggiore attenzione le risposte sanitarie
 da dare al cittadino. Si inquadra in
 questo contesto la riunione della
 commissione consiliare sanità che
 questa sera si riunirà al municipio di
 Nocera Inferiore. Sono stati invitati
 anche i sindaci di Nocera Superiore e di
 Pagani ed il commissario straordinario
 dell' Asl Salerno, Antonio Iervolino. Sul
 tavolo la grave carenza di personale
 sanitario nei tre plessi ospedalieri del
 Dea di I livello, Nocera Inferiore, Pagani
 e Scafati che stanno costringendo l'
 azienda a ridurre le prestazioni. La
 partecipazione dei cittadini è evidente
 anche a leggere i dati della petizione
 popolare in corso on line per chiedere al
 ministro della Sanità, Giulia Grillo, un
 concorso       per    reclutare   personale
 sanitario per gli ospedali campani. I
 NUMERI In poche ore circa 500 persone
 vi hanno aderito. Che i cittadini chiedano una sanità migliore arriva anche dalla
 storia di una giovane mamma, Anna Lisa Consagno. Da alcuni giorni è alle prese con
 una colica renale. «Venerdì sera racconta mi sono decisa di andare all' Umberto I. Al
 pronto soccorso il tempo di attesa stimato era di circa cinque ore. Decido, quindi, di
 andare all' ospedale di Mercato San Severino. In 30 minuti fanno tutto, comprese
 radiografia ed ecografia. Mi rimandano alla mattina successiva per un consulto
 specialistico. Torno e sorpresa, il medico mi dice che è necessario il ricovero. Però
 non c' è posto. L' ospedale disponibile più vicino è a Potenza. Decido di tornare a
 casa in attesa che si liberi un letto, nel frattempo ho la febbre. Mi hanno chiamato
 ieri, forse si libera un posto. Purtroppo non manca solo il personale ma anche i letti.
 A momenti manca pure la dignità». C' è un altro fronte su cui l' amministrazione
 comunale sta lavorando, il provvedimento del traffico per ridurre lo smog dopo l'

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eccessiva concentrazione nell' aria delle polveri sottili. In rete il dibattito è vivace
con due fazioni, favorevoli e contrari. Fa discutere soprattutto la circolazione a
targhe alterne che andrà in vigore dal prossimo 28 maggio. «L' ordinanza ha detto il
sindaco Manlio Torquato è drastica ma necessaria. Il senso è quello di indurre le
persone a dimezzare l' uso dell' auto. In altre città campane sono stati adottati
provvedimenti simili e anche più severi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 20
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                        Trenta ore in ospedale: è peculato

 Chiuse     le    indagini     sul   medico
 stacanovista che lavorava tra due
 ospedali: il Maria Santissima Addolorata
 di Eboli e il Curto di Polla. La Procura di
 Salerno con il sostituto procuratore
 Valleverdina Cassaniello ha iscritto il
 camice bianco nel registro degli indagati
 con l'accusa di peculato. Il pm gli
 contesta di aver intascato la retribuzione
 per l'attività intramoenia senza la
 preventiva autorizzazione del primario
 del    reparto.    La     cifra   incassata
 irregolarmente non è di poco conto. Il medico, difeso dall'avvocato Nicola Maria
 Melchionda , ha ora venti giorni per fare controdeduzioni o farsi interrogare del pm.
 A far scattare le indagini è stata un'ispezione dei carabinieri del Nas di Salerno.
 L'indagine scatta lo scorso mese di ottobre quando viene redatta la prima
 informativa. Allo stesso tempo viene avviata anche un'indagine interna affidata alla
 commissione disciplinare dell'Asl. Tra l'incarico ordinario di medico in servizio al
 reparto di otorino di un ospedale e al pronto soccorso dell'altro, in aggiunta al lavoro
 extra svolto in intramoenia o Alpi (Attività libero-professionale intramoenia), il
 camice bianco, in una circostanza, risultava in servizio per trenta ore di seguito. La
 presenza continua secondo l'ordinamento medico non può essere superiore alle 12
 ore e 50 minuti giornaliere. Superare detto limite è da considerarsi un demerito per
 il camice bianco. Va a discapito dei pazienti, scrive il legislatore. Un medico che
 effettua due o tre turni di lavoro senza riposarsi, non ha infatti la lucidità
 professionale per verificare una malattia. Le indagini dei carabinieri hanno appurato
 che il medico effettuava anche due turni di seguito. In un caso, a giugno dello scorso
 anno, risultava di notte in servizio intramoenia all'ospedale di Polla e, il mattino
 seguente, prendeva servizio nel reparto dell'ospedale di Eboli. Almeno otto sono i
 casi contestati dalla procura della Repubblica di Salerno. A scadenza mensile, infine,
 il medico inviava anche la nota spesa all'Asl per la liquidazione. Per ogni turno
 diurno incassava circa 800 euro mentre arrivava a 500 euro per quelli notturni. Otto
 sono i turni contestati, effettuati di iniziativa dice la magistratura perché il servizio
 extra non era stato autorizzato. I casi dei doppi turni tra Eboli e Polla sono avvenuti
 la scorsa estate, tra i mesi di giugno e luglio. Sulla vicenda c'è ora la magistratura
 che ha aperto un'inchiesta giudiziaria. La fase preliminare dell'inchiesta si è chiusa,
 il medico è indagatoper peculato.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 27
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 5.370
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

   «Criteri da verificare, non è possibile che si viva meglio in
                        Terra dei fuochi»

 Il referto de Il Sole 24 Ore non convince
 l' occhio clinico del presidente dell'
 Ordine dei medici sanniti Giovanni Pietro
 Ianniello. Presidente, come commenta i
 dati messi in luce dallo studio del
 quotidiano economico? «Un dato su tutti:
 la mortalità per tumori che attribuisce a
 Benevento un tasso del 14 per 1.000.
 Sono un oncologo, opero nel campo da
 anni. Già a prima vista mi sembra un
 saldo non coerente con quello del
 Registro provinciale tumori, ma su
 questo mi riservo un pronunciamento più
 preciso dopo aver fatto una verifica
 puntuale nei prossimi giorni. Peraltro non
 può non suscitare dubbi la collocazione
 della provincia di Benevento al 42esimo
 posto laddove invece territori come
 Napoli e Caserta, la cosiddetta Terra dei
 fuochi, è accreditata di una mortalità più
 bassa». Ma il 103esimo posto generale
 può essere inficiato da un singolo
 indicatore negativo? «Non dico sia
 falsato ma pone senz' altro qualche
 interrogativo sui criteri seguiti per l' effettuazione della ricerca». Il Sannio è la
 provincia italiana che fa il maggiore ricorso a farmaci contro l' asma e le
 broncopolmoniti. La convince questo riscontro? «È un dato che può essere letto in
 coerenza con l' elevato indice di vecchiaia che caratterizza la popolazione
 provinciale. E del resto sembra essere confermato dagli analoghi riscontri inerenti l'
 utilizzo di farmaci contro ipertensione e diabete che ci collocano nei posti bassi delle
 rispettive graduatorie». Tante medicine sui comodini eppure il tasso di mortalità è
 tra i più elevati del Paese: non ci sarà qualcosa da rivedere anche nella
 appropriatezza prescrittiva? «Sento di escludere nella maniera più categorica che i
 medici sanniti eccedano nelle prescrizioni farmaceutiche o che non le eseguano
 seguendo la massima coscienza e sapienza professionale. Conosco la categoria da
 anni e posso garantire in tal senso. Ripeto: è l' andamento demografico peculiare a

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dettare la statistica». Leggendo le cronache quotidiane si direbbe che gli ospedali
sanniti siano luoghi da evitare accuratamente. Poi si scopre dalla classifica del
quotidiano di Confindustriale che sono la decima meta più raggiunta d' Italia. Come
interpretare questo dato? «Evidentemente non è tutto così negativo come talvolta
viene descritto. Bisogna anche in questo caso leggere i dati in profondità per poter
dare una valutazione compiuta. E comunque dobbiamo considerare anche l' altra
faccia della medaglia rappresentata dall' elevato tasso di emigrazione ospedaliera
che attribuisce al Sannio un indice del 12,5 per cento con 79esima posizione in
ambito nazionale». Di positivo c' è almeno la buona diffusione di medici di base: 1
ogni 1.000 e 37esimo posto in Italia. Come la mettiamo però con i geriatri? «La
presenza di medici di base è senz' altro soddisfacente e nient' affatto scontata. Sono
note le difficoltà che stanno colpendo il comparto negli ultimi tempi e dobbiamo
augurarci che questo indicatore non peggiori di qui in avanti. Per quanto riguarda i
geriatri effettivamente c' è una criticità che peraltro mal si concilia con l' appena
ricordato invecchiamento della popolazione. Su questo aspetto ritengo sia opportuna
una riflessione in termini di pianificazione territoriale». Chi è nato nel Sannio negli
ultimi anni poteva ambire a vivere quasi due anni in più che in passato. Sembra
molto ma a Gorizia i bebè avevano in tasca un bonus di 4,6 anni: questo cosa ci
dice? «Tendo a interpretarlo come la risultante sintetica degli indicatori negativi
attribuiti al Sannio per altri parametri». pa.boc. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                    Pagina 25

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                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                              Argomento: Sanità Campania

                            È come «rinata» ecco i suoi angeli
 Ettore Mautone
 LO STAFF È un gruppo di camici bianchi
 di grande valore, dell' ospedale
 Santobono e non solo, ad aver lavorato
 incessantemente al letto della piccola
 Noemi negli ultimi 20 giorni per salvarle
 la vita. Medici come ce ne sono tanti
 sparsi negli ospedali campani che
 esprimono una sanità di eccellenza. È
 venerdì 3 maggio: l' ambulanza del 118
 arriva al Santobono a sirene spiegate.
 Noemi è ferita da un proiettile vagante in
 una sparatoria a piazza Nazionale.
 Respira a fatica. È pallida ma cosciente.
 Non si lamenta, né piange. Ai medici
 viene detto che è stata colpita di striscio.
 In realtà la situazione è molto più grave.
 In pronto soccorso viene chiamato il
 primario Vincenzo Tipo che insieme ai
 suoi collaboratori ispeziona la bambina
 individuando un piccolo foro all' altezza
 dell' emitorace destro. Esce poco sangue
 e non vi è foro di uscita. Dopo i primi
 esami il team decide di intervenire
 subito per tamponare la presenza di
 sangue nei polmoni (emotorace) e di aria (pneumotorace). Il rischio è che entrambi i
 polmoni collassino. Un drenaggio stabilizza la situazione clinica. L' INTERVENTO
 Nelle ore successive il lavoro è svolto dai radiologi che attraverso la Tac evidenziano
 le fratture alla scapola destra, a una costola e a una vertebra. Il proiettile è ritenuto
 nel polmone sinistro, vicino alla pleura. Il primario della chirurgia Giovanni Gaglione
 prende la situazione tra le mani e insieme ai rianimatori decide di intervenire. Si
 teme che il proiettile possa aver leso qualche grosso vaso o toccato il cuore. Viene
 pertanto allertato il primario della Cardiochirurgia pediatrica del Monaldi Guido
 Oppido. Nell' arco di alcune ore il tavolo operatorio è pronto. Per Noemi c' è una
 equipe multidisciplinare che raduna il meglio della Sanità pediatrica napoletana. L'
 intervento inizia alle 21,30 e va avanti per ore. Il proiettile, un calibro 9 incamiciato
 di tipo militare, ha attraversato tutto il torace della bambina. Viene estratto intatto.
 Un miracolo che non sia esploso. Per Noemi inizia un complicatissimo decorso post
 operatorio. L' equipe della rianimazione diretta da Massimo Cardone, medici
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infermieri e operatori, sono impegnati al massimo. Noemi che è in sedazione
profonda, intubata e con prognosi riservatissima. UN CASO INEDITO A preoccupare è
Il polmone sinistro mentre quello destro, pur traumatizzato dal proiettile, va
discretamente bene. Al Santobono clinici esperti e di lunga carriera si consultano tra
loro ma non sanno cosa aspettarsi da scenari comuni più ai territori di guerra che a
quelli di una città che vive di turismo, arte e cultura in cui i traumi sui bambini si
vedono per incidenti non per ferite da proiettili. I bollettini medici si susseguono ogni
24 ore lasciando trasparire l' incertezza. Una città intera resta col fiato sospeso. C' è
il rischio di infezioni per la presenza di frammenti di ossa e del vestitino conficcati
nei polmoni. Dal Cotugno viene consultato Carlo Tascini, primario al dipartimento di
malattie infettive che ha specifica esperienza nell' uso degli antibiotici. Viene
calibrata la terapia per fronteggiare un febbricola che poi andrà via. In conferenza
stampa Gaglione, Cardone e il direttore del dipartimento di emergenza del
Santobono Carmine Pecoraro sono molto cauti. I MIGLIORAMENTI Passano i giorni, il
polmone sinistro non vuol saperne di rimettersi in moto. Dopo una Tac si decide di
pulire le vie respiratorie con una broncoscopia eseguita dall' equipe del primario di
pneumologia Fulvio Esposito. La situazione migliora, la bambina viene estubata. Per
Noemi inizia la fase della riabilitazione ortopedica e respiratoria che impegna (e
impegnerà) il team all' avanguardia di Maurizio Nespoli. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 2

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                                                                                                                          Lettori: 546.032
                                          Argomento: Sanità Campania

      Così i medici del Santobono hanno salvato la bambina

 I l retroscena Decisiva la scelta di
 operarla     subito    per    evitare    un
 irreparabile     choc    emorragico      Un
 intervento lungo e difficile per ricostruire
 quanto devastato dal proiettile di
 Giuseppe Del Bello Sorride alla mamma
 e stringe un peluche tra le mani. È
 Noemi ieri. Diciassette giorni dopo l'
 agguato che solo per un pelo non l' ha
 uccisa. È la bimba di 4 anni ( compiuti
 una settimana fa in ospedale) per la
 quale è stata sciolta la prognosi. Però
 solo quella che i medici definiscono "
 Quoad vitam". E che significa essere
 fuori pericolo ma non indica il tempo di
 guarigione. Una prognosi che fa
 riferimento alla sola sopravvivenza, ma
 non si pronuncia sulla salute futura o sul
 recupero funzionale. Quindi qualsiasi
 previsione sarebbe un azzardo. Che né i
 medici, né le istituzioni possono
 permettersi. La cronistoria ci rimanda
 alle 18,30 di quel maledetto venerdì 3 maggio, quando Noemi giunge al pronto
 soccorso del polo pediatrico trasferita a bordo di un' autoambulanza del 118. Con
 una ferita d' arma da fuoco. Con un foro di entrata, ma senza quello di uscita del
 proiettile. È in codice rosso, gravità estrema. Vuol dire precedenza su tutti. Pallida,
 tachicardica ( pulsazioni del cuore accelerate, ndr) e respiro frequente e affannoso,
 ma lucida. Impaurita e con un filo di voce. Cosciente. Così presente a se stessa che a
 prima vista le sue condizioni sembrano anche meno gravi. Scherzi del destino e della
 cinetica. Lo sanno bene i medici che lavorano nei pronti soccorso di frontiera: una
 ferita quando non è immediatamente mortale per avere leso un organo vitale, può
 trarre in inganno. Perché può trascorrere un lasso di tempo più o meno lungo prima
 che la patologia acuta si manifesti in tutta la sua gravità. Questo è successo a
 Noemi. Ma pochi minuti bastano per rivelare agli specialisti in pronto soccorso prima
 e in Rianimazione poi, un quadro generale che andava progressivamente e
 rapidamente deteriorandosi. Ed è la Tac che confermerà la presenza di una calibro 9
 parabellum, cioè di un proiettile che i chirurghi definirono ad elevata distruttività. Si
 decide per l' intervento, indifferibile. Bisogna agire subito, prima che un gravissimo
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shock emorragico non abbia la meglio. Ma cosa aveva combinato quella maledetta
pallottola? Uno sfacelo. Con un tragitto perverso che merita di essere ripetuto
ancora una volta. Il proiettile, entrato con tutta la sua forza dalla scapola destra,
aveva frantumato una costola, attraversato l' apice del polmone dello stesso lato
prima di virare in obliquo, sempre da destra verso sinistra e dall' alto verso il basso.
Poi, continuando nella traiettoria impressa dalla pistola aveva sfiorato aorta e cuore,
per conficcarsi nella parte centrale del polmone sinistro, bloccandosi infine contro le
costole dell' emitorace sinistro. E nel suo percorso, il proiettile aveva trascinato con
se frammenti di vestitino e di osso. In sala operatoria entrano due équipe: chirurghi
e anestesisti- rianimatori. La bimba, già intubata e sedata, viene collegata al
respiratore automatico. Si parte con l' incisione dell' emitorace destro per suturare la
ferita del polmone. È quella che dà più preoccupazione. Bisogna fermare il sangue.
Una corsa contro il tempo, il sanguinamento vascolare mette le ali agli specialisti.
Poi, come si fa in questi casi, dopo avere bloccato ogni fonte emorragica, si passa al
secondo tempo. La paziente viene riposizionata sul lato opposto. Si continua a
seguire la traiettoria del proiettile dopo essere intervenuti sull' emitorace di sinistra.
Si va avanti. Fino ad arrivare al polmone, rimuovendo il proiettile e suturando le
lacerazioni da cui fuoriescono sangue e aria. Con i chirurghi costretti a sospendere
per qualche secondo l' intervento per consentire agli anestesisti di aspirare il sangue
che si raccoglie nell' albero respiratorio e che rischia di soffocare la piccola. Il resto è
cronaca nota. Il coma farmacologico, la graduale disuassefazione dal respiratore
automatico poi, il risveglio. E oggi la conferma: la bimba è fuori pericolo. Ma c' è
ancora incertezza sugli esiti a distanza. l L' ospedale L' azienda ospedaliera
Santobono. Dopo 17 giorni i medici del presidio pediatrico hanno sciolto la prognosi
sulla piccola Noemi.

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21/05/2019                                                                                                                Pagina 37
                           Il Mattino (ed. Circondario Sud)
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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

    Donare plasma, al Maresca il centro trasfusionale pilota

 LA SANITÀ Francesca Raspavolo Un
 reparto all' avanguardia, con macchinari
 di    ultima    generazione,     personale
 altamente qualificato e il supporto di una
 rete di associazione di volontariato. È il
 Centro Trasfusionale (Sit) dell' ospedale
 Maresca, unità nuova di zecca che opera
 all' interno del nosocomio di via
 Montedoro sotto la guida del dirigente
 Franco Sessa: oltre alla classica raccolta
 di sangue, il centro trasfusionale si
 occupa di donazioni di plasma, una
 novità per la provincia napoletana. Il
 nome      tecnico    è     donazione     di
 emocomponenti in aferesi, in pratica si
 tratta di donare i singoli componenti del
 sangue come plasma, globuli rossi e
 piastrine. Si utilizza una sofisticata
 macchina, un separatore cellulare. «L'
 impianto raccoglie il sangue del
 donatore e lo separa nei suoi
 componenti principali: la durata della
 procedura varia dai 30 ai 60 minuti ed è
 molto ben tollerata dai donatori racconta
 Sessa grazie alla reinfusione di parte del sangue e di soluzione fisiologica come
 fluido di compensazione. I donatori possono donare il plasma una volta al mese
 mentre per la raccolta di sangue gli uomini devono attendere tre mesi e le donne
 sei». Da novembre a oggi sono state eseguite sei raccolte di plasma a settimana per
 un totale di 130 donazioni. Una prestazione preziosa perché si ottengono sacche di
 emocomponenti di qualità superiore, spesso decisive per salvare vite. Ii globuli rossi
 vengono impiegati nei pazienti che soffrono di anemie o che necessitano di
 trasfusioni in pronto soccorso; le piastrine per malati di leucemie e tumori, il plasma
 serve a soggetti che mostrano difetti di coagulazione e a produrre farmaci
 plasmaderivati. I VOLONTARI Sangue e plasma raccolti al centro trasfusionale
 vengono assegnati in primis ai reparti interni del Maresca, alle case di cura
 convenzionate, ai centri dialisi, ai pazienti Ado della rete di assistenza domiciliare
 ospedaliera e alle eventuali emergenze sul territorio intercettate dal 118. «Abbiamo
 una macchina per l' aferesi, una macchina per gruppi sanguigni e prove per la
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compatibilità e due emoteche: lavoriamo dice Orlando Pignalosa, dirigente medico
del Sit con un' equipe formidabile di due dirigenti, un biologo, due tecnici e un
infermiere. Contiamo di implementare a breve il servizio per arrivare all'
autosufficienza regionale». Fondamentale l' appoggio di associazioni come l' Avis
Comunale Torre del Greco e il Gruppo Fratres impegnati in prima linea per reclutare
donatori periodici, non solo occasionali. «Con il loro aiuto facciamo campagne di
sensibilizzazione, informazione e divulgazione» conclude Sessa. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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21/05/2019                                                                                                               Pagina 27

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                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                         Argomento: Sanità Campania

    Esenzione dal ticket, in aumento le richieste per i casi di
                              tumore

 LA SANITÀ Ornella Mincione In aumento
 del 7% le richieste di esenzione del
 ticket sanitario per malattia oncologica.
 Questo il dato, non ancora calcolato al
 dettaglio, che emerge dagli uffici del
 Palazzo della salute dell' Asl di Caserta
 per quanto riguarda il distretto 12,
 ovvero per i comuni di Caserta,
 Casagiove, Castel Morrone e San Nicola
 la Strada. Aumentano le esenzioni per
 tumore, ma resta in linea con l' anno
 scorso il numero inerente all' esenzione
 per reddito. L' EQUIVOCO Il bilancio è
 possibile perché per fine maggio
 verranno rinnovate le esenzioni dei
 pazienti, come previsto dalla normativa
 vigente. L' esenzione al pagamento del
 ticket sanitario può essere di due tipi:
 per patologia e per reddito. Quest'
 ultimo    viene    registrato   su    una
 piattaforma informatica creata ad hoc
 dal Mef, il ministero dell' Economia e
 finanza. Da questo dato, nasce un
 equivoco per gli utenti, soprattutto per
 quelli che hanno l' esenzione per patologia, ma non rientrano nelle fasce di reddito
 previste per esentare dal ticket. Lo scenario, dunque, è questo: l' utente si reca dal
 proprio medico di base o in farmacia e si ritrova non esentato, pur avendo con sé la
 documentazione dell' esenzione per patologia. «Un problema che spesso ci viene
 posto e che è stato risolto a monte dal Mef che ha aumentato la fascia di reddito
 (anche alto, quindi) in modo da collegare immediatamente l' esenzione per patologia
 - spiegano gli operatori degli uffici del Palazzo della salute -. Dal 31 marzo di quest'
 anno, siamo impegnati al rinnovo dell' esenzione secondo normativa e stiamo
 riscontrando sempre di più il problema del mancato riconoscimento dell' esenzione
 per patologia». L' equivoco accade perché, di fatto, il ministero della Salute non ha
 imposto un' unica piattaforma per le esenzioni per patologie, così come invece il Mef
 ha fatto per le fasce di reddito. Al netto di questo, «si registra su Caserta, in

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particolare per il distretto 12, un aumento tra il 5 e il 7% delle esenzioni richieste
per malattie oncologiche, quelle col codice O48 - informano dagli uffici
amministrativi dell' Asl casertana -. Inoltre, vi è una comparsa sempre più frequente
di malattie che prima erano quasi sconosciute. Non è un caso che alla riformulazione
dei codici per le malattie ordinarie e le malattie rare, avvenuta circa un anno fa,
alcune malattie considerate rare (come la celiachia) oggi compaiono tra quelle di
ordinaria amministrazione». L' INCONTRO Intanto, oggi un gruppo di amministratori
della città giapponese di Ichikawa, insieme ad operatori della cultura e della sanità,
visiterà alcune strutture del dipartimento di Salute mentale della Asl di Caserta. È
previsto un incontro presso il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Aversa, dove gli
ospiti saranno accolti dal direttore della Asl Mario De Biasio, dal direttore del
dipartimento di Salute mentale Luigi Carizzone e dalla responsabile del Servizio
psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) Margherita Purgato. Successivamente, la
delegazione si recherà presso il centro di Salute mentale di Santa Maria Capua
Vetere, dove si incontrerà con il responsabile Gaetano De Mattia e con alcune
associazioni di utenti. Infine, il gruppo si sposterà a Casal di Principe presso Villa
Liberazione, una struttura requisita alla criminalità, oggi utilizzata come centro
riabilitativo diurno per utenti provenienti da tutta la provincia. «Tra mille difficoltà -
si legge in una nota dell' Asl diramata ieri - la rete dei servizi di salute mentale della
Asl casertana porta ancora l' impronta di protagonisti dell' esperienza basagliana
come Franco Rotelli e Giovanna Del Giudice, che qualche anno fa introdussero nel
Casertano pratiche di salute mentale innovative ed emancipative, basate sulla
restituzione del diritto a una vera cura, sull' inclusione sociale e lavorativa, sull'
abolizione di ogni forma di contenzione, sulla sinergia tra i servizi di salute mentale
e le comunità di appartenenza delle persone con sofferenza psichica». ©
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21/05/2019                                                                                                                   Pagina 27

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                                                                                                                             Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

             Formiche sul paziente sospesi due infermieri
 Paolo Barbuto
 LA SANZIONE Due infermieri dell'
 ospedale San Giovanni Bosco sono stati
 sospesi per un mese, due sindacalisti
 hanno avuto una sanzione più lieve, dieci
 giorni a casa senza stipendio: la
 commissione di disciplina ha accertato le
 responsabilità di tutti e quattro i soggetti
 su una vicenda legata ai giorni dell'
 invasione di formiche all' interno del
 nosocomio napoletano. LE FOTOGRAFIE Il
 fatto risale alla fine di gennaio, nel pieno
 dello scandalo per l' invasione di insetti
 al San Giovanni Bosco. L' allora direttore
 generale della Asl Napoli 1, Mario
 Forlenza, fa sapere che un medico
 responsabile del reparto di rianimazione
 «ha segnalato per iscritto che gli è stato
 impedito da parte di infermieri del
 reparto di cambiare il letto e di pulire il
 paziente perché gli infermieri avevano
 chiamato alcuni sindacalisti e fatto foto e
 filmini della presenza delle formiche che
 presumibilmente hanno poi postato in
 rete».     Quelle       immagini     finirono
 realmente in pasto al mondo del web e alimentarono la polemica che già era
 infiammata sulla situazione di quell' ospedale. Nella stessa occasione il direttore
 generale, che poi venne sostituito dal commissario Ciro Verdoliva, segnalò
 «apprezzamento e solidarietà per il medico» e spiegò che la vicenda denunciata
 «dimostra che c' è personale all' interno del San Giovanni Bosco non interessato
 affatto alla salute dei pazienti ma a utilizzare la vicenda formiche per raggiungere
 altri scopi ... è stato immediatamente richiesto l' intervento dell' Ufficio Procedimenti
 Disciplinari». IL CONFRONTO Quell' intervento della commissione di disciplina è
 scattato realmente con immediatezza. Tutto il personale che era stato in qualche
 maniera coinvolto nella vicenda è stato chiamato a confrontarsi con la commissione
 e a presentare memorie scritte per chiarire, nel dettaglio, ogni singola posizione. Nel
 frattempo c' è stato il cambio al vertice della Asl, ma il procedimento ha seguito con
 puntualità il suo percorso. Molte delle persone chiamate a dare conto del mancato
 intervento hanno dimostrato la loro estraneità alla vicenda. per quattro di queste,
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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