Media Monitoring per 21-05-2019 - Rassegna stampa del 21-05-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 21/05/2019 - SALERNO.OCCHIONOTIZIE.IT Mercato San Severino, migrante al pronto soccorso: “Fu curato. Nessun caso di razzismo” ... 1 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Migrante in corsia, la Procura archivia: non fu razzismo ........................................................ 2 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Dossier salute Salerno in coda si muore di più ...................................................................... 4 21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Emergenza, l'Asl recluta privati ............................................................................................. 6 21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Non bastano i posti letto Ricoveri con le barelle .................................................................... 7 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Non mangia dopo l' intervento allo stomaco l' appello della madre: «Salvate mia figlia» ...... 9 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ospedale, assistenza a rischio petizione on line per i concorsi ............................................ 11 21/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Trenta ore in ospedale: è peculato ....................................................................................... 13 Sanità Campania ............................................................................................................................. 14 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Criteri da verificare, non è possibile che si viva meglio in Terra dei fuochi» ...................... 14 21/05/2019 - IL MATTINO È come «rinata» ecco i suoi angeli ....................................................................................... 16 21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Così i medici del Santobono hanno salvato la bambina ........................................................ 18 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD) Donare plasma, al Maresca il centro trasfusionale pilota .................................................... 20 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Esenzione dal ticket, in aumento le richieste per i casi di tumore ....................................... 22 21/05/2019 - IL MATTINO Formiche sul paziente sospesi due infermieri ...................................................................... 24 21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Formiche, sospesi 2 infermieri e 2 sindacalisti .................................................................... 26 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Furbetti del ticket l'Asl chiede i rimborsi a seimila pazienti ................................................. 28 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Ianaro: «Sant' Agata ok, ora cambi all' Asl e Rummo» ......................................................... 30 21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Il doppio volto della sanità ................................................................................................... 31 21/05/2019 - IL GIORNO L' angelo-chirurgo: Noemi, una figlia ................................................................................... 32 21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Maria Triassi "Morti in ospedale troppi antibiotici, pochi investimenti" ............................... 34 21/05/2019 - IL MATTINO Morto soffocato per un pezzo di pizza inchiesta al via, il pm: omicidio colposo ................... 36 21/05/2019 - IL MATTINO NAPOLI UN PIANO OLTRE GLI SLOGAN ................................................................................. 38 21/05/2019 - IL MATTINO Noemi, battaglia vinta l'applauso dell'Italia ......................................................................... 40 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Ospedale, nasce il Comitato civico: combatteremo contro il declassamento ....................... 42 21/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Pascale il fondatore dell' oncologia ...................................................................................... 43 21/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Sannio bocciato è tra le province meno in salute ................................................................. 45
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 47 21/05/2019 - LA REPUBBLICA "Negli States più denaro per centrare l' obiettivo" .............................................................. 47 21/05/2019 - IL MESSAGGERO Bongiorno: statali, nuove assunzioni colmeremo i vuoti ...................................................... 49 21/05/2019 - LA STAMPA Chili di troppo e chili che mancano ...................................................................................... 51 21/05/2019 - LA STAMPA Cosa fare quando i geni Brca sono mutati "I controlli per chi rischia il tumore al seno" ...... 53 21/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA Esami privati meno cari dell'intramoenia ............................................................................. 55 21/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Il caso Lambert, i giudici ordinano: va tenuto in vita ........................................................... 56 21/05/2019 - LA STAMPA Il tatuaggio non sempre piace alla pelle .............................................................................. 58 21/05/2019 - ITALIA OGGI Il tour elettoral-ospedaliero del ministro della Sanità .......................................................... 60 21/05/2019 - LA STAMPA Il tumore non dipende dal caso ............................................................................................ 61 21/05/2019 - LA STAMPA Invecchiare in forma si può "Il prossimo obiettivo sono i farmaci anti-aging" ..................... 63 21/05/2019 - ITALIA OGGI Monitoraggio sulla sanità in digitale .................................................................................... 65 21/05/2019 - LA STAMPA Quasi immortali e anche super-intelligenti: il sogno-incubo è vicino ................................... 66 21/05/2019 - IL SOLE 24 ORE Sanità, brevetto italiano nella top 20 dell' Onu .................................................................... 68 21/05/2019 - LA REPUBBLICA Sfida al cancro ultimo attacco in tre mosse ......................................................................... 69 21/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA Un Paese di pantofolai Troppi a rischio obesità ................................................................... 71 21/05/2019 - AVVENIRE Vincent, dietrofront per la vita ............................................................................................ 73
21/05/2019 salerno.occhionotizie.it Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Mercato San Severino, migrante al pronto soccorso: “Fu curato. Nessun caso di razzismo” Caso di razzismo al pronto soccorso dell’ospedale Curteri di Mercato San Severino: per la Procura, Souleymane fu curato e non vittima. Nessun caso di razzismo all’ospedale Curteri di Mercato San Severino Souleymanae Rachidi fu curato e non fu vittima di razzismo da parte di un’infermiera. A stabilire tale quadro della situazione sul giovane migrante ivoriano è la Procura di Nocera Inferiore che ha archiviato l’indagine sul presunto caso che si sarebbe verificato all’ospedale Curteri di Mercato San Severino. Secondo quanto ricostruito, il 20enne decise di andarsene di sua spontanea volontà e che non sarebbe stato preso di mira da nessuna infermiera del nosocomio. I fatti risalgono a febbraio e fu ripreso tutto da un video che lo stesso Souleymanae pubblico e diffuse su Facebook. Nel video, in sottofondo era possibile ascoltare frasi come “non farti vedere più” oppure “devi morire”. Diverse furono le reazioni e la cosa fece muovere anche l’azienda ospedaliera, che avviò rapidamente un’indagine interna per comprendere cosa fosse accaduto. Vista la situazione, la Procura di Nocera Inferiore decise di aprire un’inchiesta per omissione di atti d’ufficio aggravata all’odio razziale: l’ipotesi era quella che il ragazzo non fosse stato assistito e curato, per via del colore della sua pelle. Oltre al giovane, la procura ascoltò anche altre persone testimoni della vicenda, come il datore di lavoro. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 4.429 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Migrante in corsia, la Procura archivia: non fu razzismo IL CASO Nicola Sorrentino La procura di Nocera Inferiore ha archiviato l' indagine su di un presunto episodio di razzismo a danno di un ragazzo della Costa D' Avorio, Souleymanae Rachidi, che si sarebbe verificato all' ospedale Fucito di Curteri di Mercato San Severino. Le cure al ragazzo non furono negate, nonostante l' ipotesi iniziale di reato, aggravata tra l' altro dall' odio razziale. Il ragazzo straniero decise volontariamente di andare via. Era l' ultima domenica dello scorso febbraio, quando il 20enne sarebbe stato preso di mira e offeso da un' infermiera dell' ospedale. In un video che lui stesso registrò, si era udita la voce di una persona, che rivolgendosi al ragazzo disse di non «farsi vedere più» e «di morire» Il video fu poi diffuso dallo stesso ragazzo attraverso i social, mentre era adagiato sulla barella di un' ambulanza, in attesa della visita. Tante le reazioni, con il filmato a provocare indignazione e commenti, anche da parte dell' azienda ospedaliera, che avviò rapidamente un' indagine interna per comprendere cosa fosse accaduto. La procura di Nocera, invece, nella figura del sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, avviò formalmente un' indagine per omissione d' atti d' ufficio aggravata dall' odio razziale. In pratica, l' ipotesi era quella che il ragazzo non fosse stato assistito e curato, per via del colore della sua pelle. Oltre al giovane, la procura ascoltò anche altre persone testimoni della vicenda, come il datore di lavoro. Fu lui ad accompagnare il 20enne, in un secondo momento, in un altro ospedale. Nella notte tra sabato e domenica, Rachidi fu colpito da una forte tosse che lo spinse a chiedere l' intervento del 118. Ma una volta in ospedale, su di una barella, fu richiamato da un' infermiera che gli avrebbe detto: «Ma Salvini li fa ancora entrare questi?», poi lo avrebbe apostrofato con epiteti razzisti, aggiungendo: «Devi morire». A quel punto, il ragazzo sarebbe andato via, perché quella stessa infermiera si sarebbe rifiutata di prestargli le cure. In realtà, secondo la procura le cose andarono diversamente. Oltre Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
al comportamento, giudicato censurabile, da parte di chi pronunciò quelle espressioni, fu il ragazzo a lasciare l' ospedale, spontaneamente, rifiutando assistenza. Mentre i medici, invece, avrebbero insistito affinché il giovane restasse presso il presidio. Souleymane Rachidi, dopo aver contattato al telefono il suo datore di lavoro, si recò all' ospedale Ruggi di Salerno. Probabilmente risentito dalle parole di quell' infermiere, tanto da convincersi a cambiare ospedale. Dopo aver acquisito il video diffuso a mezzo social, il sostituto procuratore interrogò il ragazzo su quei momenti in ospedale, insieme ad altre persone testimoni del fatto. Dopo aver vagliato tutti gli elementi, è stato deciso di archiviare il fascicolo. Quella sera non fu commesso alcun reato. L' ipotesi era quella di un' omissione d' atti d' ufficio, cioè un rifiuto da parte di personale medico nel soccorrere e assistere un paziente. Così non fu. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.334 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Dossier salute Salerno in coda si muore di più Sabino Russo `La provincia invecchia, speranze di vita tra le più basse aumentano le malattie croniche ma meno decessi per tumore Una provincia che invecchia, che fa i conti con un saldo sempre più negativo tra tasso di mortalità (tra i più alti d' Italia) e speranza di vita (90esima su 107), con un consumo in aumento di farmaci per diabete e ipertensione e una emigrazione ospedaliera che mostra ancora tanti pazienti della provincia che scelgono di curarsi lontano da casa. È la fotografia che viene fuori dall' «Indice della Salute» del Sole 24 ore, una classifica che analizza i dati delle varie province d' Italia sulla base di 12 indicatori relativi all' incidenza delle malattie sul territorio, alla possibilità di curarle attraverso i medicinali e all' accesso alle cure, che pone Salerno al 78esimo tra le aree più sane del Belpaese e che mostra la necessità di metter mano alle carenze di programmazione nell' organizzazione dei servizi, in relazione soprattutto all' incremento dei malati cronici e ai livelli di accesso alle cure. IL REPORT Passando al setaccio il report, Salerno si pone al 96esimo posto nella graduatoria per il minor tasso di mortalità. Scomponendo gli indicatori, balza agli occhi anche qualche nota positiva. Quella salernitana, infatti, è una delle province che nel periodo 2012-2016 ha fatto registrare meno decessi per tumore (11esima in Italia) e per infarto del miocardio (51esima). Da contraltare, però, scende di posizione nella speranza di vita, dove si posiziona soltanto al 90esimo posto, così come si colloca in basso per il minor consumo di farmaci per asma e malattie del sistema respiratorio (89esima), per diabete (82esima) e per la cura dell' ipertensione (54esima). Il maggior utilizzo di medicinali per trattare le malattie croniche, se da un lato fotografa un livello più alto di diffusione delle cure, dall' altro riflette la presenza sempre più elevata delle stesse patologie, per le quali incide tanto l' indice di vecchiaia e lo stile di vita. I salernitani over 65enni sono 222,5 mila (il 20,3 per cento della popolazione totale), alle prese con malattie che Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
pesano per circa l' 80 per cento sui costi sanitari, per un valore complessivo che si aggira intorno agli 80 milioni. Per i pazienti cronici si spende di più al crescere dell' età, raggiungendo il picco a 80-84 anni (34,5 mila anziani per 1129 euro ciascuno), per un valore complessivo di circa 20 milioni euro, e 75-79 anni (platea di 43 mila nonnini, con un costo di 1.115 euro ciascuno, per totali 25 milioni di euro), per poi calare leggermente nelle classi di età successive. LE SOLUZIONI Risulta quindi prioritario orientarsi alle necessità della popolazione che invecchia, potenziando l' assistenza a lungo termine e quella domiciliare, con maggiori e rinnovate risorse economiche e umane. Esigenza di programmare una riorganizzazione dei servizi che emerge anche dalle statistiche sui servizi sanitari, che raccontano i diversi livelli di accesso alle cure attraverso la diffusione sul territorio di medici di famiglia (medici di medicina generale), pediatri e geriatri. Gli indicatori dei professionisti attivi ogni mille abitanti, se da un lato fotografano la disponibilità di quasi 2 pediatri ogni 1000 abitanti under 14 (47esimo posto), comunque lontana dai quasi 5 di Cagliari, dall' altro pongono Salerno al 62esimo posto per i medici di base e al 52esimo per la diffusione di geriatri (letta in relazione all' incidenza degli anziani sulla popolazione locale), dove si conta meno di un medico ogni mille abitanti over 65. Oltre a questo, poi, va tenuto conto anche della recettività ospedaliera, calcolata sulla disponibilità di posti letto, con Salerno che ne conta 2,7 per mille abitanti (prima Isernia con 6,5), posizionandosi al 57esimo posto in classifica, e al 71esimo posto per la minor emigrazione ospedaliera. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Emergenza, l'Asl recluta privati Marcella Cavaliere Durante il periodo estivo occorrono più ambulanze con personale qualificato per far fronte all'emergenza sul territorio provinciale. Anche quest'anno l'Asl di Salerno, guidata dal commissario Iervolino , ha indetto un bando per reclutare ambulanze e personale qualificato nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 16 settembre. È stata così indetta una manifestazioni d'interesse per rinforzare la dotazione di mezzi e personale. Non solo: per l'intero mese di agosto ci sarà una convenzione per assicurarsi una postazione fornita anche di idroambulanza. «L'Asl di Salerno, in vista del consueto aumento di affluenza turistica nelle zone costiere della provincia di Salerno intende procedere, a integrazione del sistema di emergenza 118, alla selezioni di soggetti operanti nel settore del volontariato per il trasporto infermi », è scritto in delibera. E il bando interesserà le associazioni di volontariato e la Croce Rossa, tutte realtà che saranno impegnate nel trasporto estivo degli infermi. L'Azienda ha previsto un servizio 24 ore su 24 con un'ambulanza dotata di autista e infermiere che coprirà l'area litoranea da Pontecagnano a Battipaglia, un'altra sarà a Santa Maria di Castellabate e poi un'altra a Pisciotta, poi a Pollica (località Acciaroli), a Casalvelino, a Marina di Camerota, a Palinuro (località Centola) e Capaccio mentre per la Costa d'Amalfi le postazioni saranno attive a Postino e a Cetara. A Maiori, solo per il mese di agosto, sarà attivato il servizio di emergenza con l'idroambulanza, che coprirà il turno che va dalle 8.30 alle 19.30 e il cui costo sarà di 24.160 euro. Per tutte le altre postazioni, l'Asl spenderà per ognuna di esse 9.002,42 euro. Dunque la somma complessiva investita dall'Azienda sarà di 294.233 euro, somma che sarà ripartita sul conto dei bilanci dei distretti sanitari di Cava de' Tirreni- Costa d'Amalfi, Pontecagnano, Vallo della Lucania- Agropoli, Capaccio-Roccadaspide, Sapri-Camerota. Il bando prevede che a ogni «soggetto sarà aggiudicato un massimo di due postazioni» e il primo requisito di ammissione prevede l'iscrizione al Registro regionale del volontariato nella categoria trasporto infermi in corso di validità e superiore a sei mesi da parte delle associazioni di volontariato. Sarà quindi redatta una graduatoria di merito in base a un serie di punteggi i cui criteri sono descritti nel bando. Per aderire, però, occorrerà presentare le domande di partecipazione all'Ufficio protocollo dell'Asl di via Nizza entro le «12 dal 15esimo giorno dalla data di pubblicazione della manifestazione d'interesse». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Non bastano i posti letto Ricoveri con le barelle Salvatore D'Angelo Non tende a fermarsi il fenomeno delle barelle nelle corsie dell'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. L'ultima scena ritrae il corridoio del reparto di Medicina generale e risale a domenica pomeriggio. Ventisei letti occupati nelle stanze e sei persone barellate. Una vergogna per i familiari e i loro pazienti, una consuetudine per gli operatori ormai abituati all'emergenza continua. In molti sono scoraggiati, il personale medico e paramedico è come se fosse impegnato in una perpetua lotta contro i mulini a vento. Anche la direzione sanitaria appare inerme. «I posti letto sono quelli e di più non ne possiamo avere», ha commentato Alfonso Giordano, direttore sanitario del Dea di primo livello che comprende gli ospedali di Nocera, Pagani e Scafati. Le disposizioni del piano sanitario sono chiare, quelli sono i posti letto assegnati, e poi c'è la cronica carenza di infermieri. A ciò si aggiungono le richieste sempre maggiori che arrivano da un'utenza vastissima, che non arriva solo dall'Agro, ma anche dal napoletano e dalla Valle dell'Irno. «Se non ricoveriamo in barella - ha aggiunto Giordano - devono essere trasferiti in altre strutture, ma i pazienti si rifiutano». E così firmano per restare a Nocera Inferiore, qualsiasi siano le condizioni alberghiere. Per alcuni essere trasferiti a Oliveto Citra, a Vallo della Lucania o a Polla è una cosa improponibile. Le barelle sono una costante non solo nel reparto di Medicina, ma anche in Chirurgia e in altre divisioni specialistiche dell'ospedale. Se da una parte c'è un'eccedenza di letti, altrove questi vengono tagliati perché mancano gli infermieri. È quanto accaduto in Cardiologia, dove la disponibilità del reparto è stata ridotta di quattro posti letto. Per il sindacato le responsabilità sono da ricercare nella dirigenza. «È un problema di management -ha detto Biagio Tomasco , segretario territoriale del Nursind che non sa intercettare i problemi e non riesce a risolverli». Il sindacalista ha da tempo acceso i riflettori sulla sanità dell'Agro, dove spesso è intervenuto sulla carenza di infermieri. Stasera, intanto, alle 19 si riunisce la commissione Sanità del consiglio comunale di Nocera Inferiore convocata dal sindaco Manlio Torquato . Un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
vertice per sollecitare la dirigenza dell'Asl a studiare soluzioni per l'Umberto I. All'incontro sono stati invitati i sindaci di Pagani e Nocera Superiore e il commissario dell'Asl Mario Iervolino. Intanto raccoglie consensi la petizione online promossa dal consigliere comunale Vincenzo Stile per chiedere al ministro della Salute, Giulia Grillo , di ritirare il commissariamento della sanità in Campania. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.504 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Non mangia dopo l' intervento allo stomaco l' appello della madre: «Salvate mia figlia» LA STORIA Daniela Faiella Due occhioni scuri che brillano dietro un paio di occhiali dalla montatura rossa. Uno sguardo espressivo, che nasconde la sofferenza di chi ha paura di non farcela. Maria (la chiameremo così), scafatese, 25 anni compiuti a novembre, a stento si regge in piedi. Cammina a piccoli passi, ma solo quando c' è sua madre a sorreggerla. Non è difficile notarla al terzo piano dell' ospedale di Nocera Inferiore, seduta nel corridoio dove, aggrappata con entrambe le mani al braccio della mamma, attende rassegnata di incontrare un camice bianco che raccolga il suo grido d' aiuto. Il suo peso non arriva ai cinquanta chili. Rifiuta il cibo. O meglio, ci prova a mangiare ma quel poco che riesce ad ingerire, lo vomita subito. Non è il solito caso di anoressia. Maria fino a sei mesi fa era una ragazza felice. Ultima di tre figli, una laurea conseguita a pieni voti in scienze infermieristiche e tanti sogni nel cuore, la 25enne di Scafati aveva solo un disagio: quei cento chili mal distribuiti sui suoi 160 cm di altezza. Tutte le diete sperimentate non avevano prodotto risultati. Così, a dicembre scorso, Maria decide di tentare la strada della chirurgia per dimagrire drasticamente. Si affida ad una clinica convenzionata del salernitano dove, il 3 dicembre, si sottopone ad un intervento di resezione di una parte dello stomaco per via laparascopica. Tutto va secondo il protocollo. Sei giorni dopo la ragazza ritorna a casa per cominciare la sua nuova vita. Qualcosa, però, va storto. Maria è sempre più inappetente, mangia poco e vomita tutto ciò che riesce a ingerire. La 25enne perde peso giorno dopo giorno e, con i chili, iniziano a diminuire anche le forze. In clinica, dove era stata operata, il chirurgo le dice che è tutto regolare, nonostante il parere contrario del nutrizionista e del gastroenterologo che consigliano il ricovero. Maria però non si fida, ha paura, vuole rientrare a casa e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
convince la madre a riportarla indietro con la promessa di vincere l' inappetenza. La situazione, purtroppo, invece di migliorare peggiora. Il suo stomaco rigetta tutto ciò che è cibo. All' astenia, che si aggrava giorno dopo giorno, si associano i dolori alle gambe che la costringono a letto per gran parte delle sue giornate. È l' 8 aprile quando un' ambulanza del 118 la trasporta in codice d' urgenza al pronto soccorso dell' ospedale di Nocera Inferiore. Maria sta male, sente di non farcela. Nel reparto di neurologia resta una settimana, giusto il tempo di riprendere un pò le forze grazie a qualche flebo a base di sostanze ipercaloriche e vitamine, per poi tomare a casa, con una diagnosi di «neuropatia sensitiva in paziente sottoposta a recente gastroresezione». IL RACCONTO È passato più di un mese da quel giorno e Maria sta sempre peggio. Accanto a lei, a sostenerla e a darle speranza, c' è la mamma che spera in qualcuno che possa aiutare la sua bambina. «Non sappiamo più a chi rivolgerci. Vorrei solo che qualche specialista, leggendo questa storia, possa raccogliere il nostro appello e studiare il caso di mia figlia, che si sta spegnendo giorno dopo giorno. Non voglio accusare nessuno. Voglio solo che Maria torni a vivere e a sorridere. Si parli di questo caso affinché tragedie del genere non si ripetano più. Tante ragazze fragili ricorrono troppo facilmente alla chirurgia, preferendo interventi invasivi ai piccoli sacrifici che la dieta comporta. E questo può essere pericoloso. Come è successo a Maria. Non esiste dolore al mondo più atroce per una mamma di una figlia che chiede di lasciarla morire per porre fine alle sue sofferenze». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 31 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.728 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Ospedale, assistenza a rischio petizione on line per i concorsi NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno L' obiettivo è sensibilizzare la politica a guardare con maggiore attenzione le risposte sanitarie da dare al cittadino. Si inquadra in questo contesto la riunione della commissione consiliare sanità che questa sera si riunirà al municipio di Nocera Inferiore. Sono stati invitati anche i sindaci di Nocera Superiore e di Pagani ed il commissario straordinario dell' Asl Salerno, Antonio Iervolino. Sul tavolo la grave carenza di personale sanitario nei tre plessi ospedalieri del Dea di I livello, Nocera Inferiore, Pagani e Scafati che stanno costringendo l' azienda a ridurre le prestazioni. La partecipazione dei cittadini è evidente anche a leggere i dati della petizione popolare in corso on line per chiedere al ministro della Sanità, Giulia Grillo, un concorso per reclutare personale sanitario per gli ospedali campani. I NUMERI In poche ore circa 500 persone vi hanno aderito. Che i cittadini chiedano una sanità migliore arriva anche dalla storia di una giovane mamma, Anna Lisa Consagno. Da alcuni giorni è alle prese con una colica renale. «Venerdì sera racconta mi sono decisa di andare all' Umberto I. Al pronto soccorso il tempo di attesa stimato era di circa cinque ore. Decido, quindi, di andare all' ospedale di Mercato San Severino. In 30 minuti fanno tutto, comprese radiografia ed ecografia. Mi rimandano alla mattina successiva per un consulto specialistico. Torno e sorpresa, il medico mi dice che è necessario il ricovero. Però non c' è posto. L' ospedale disponibile più vicino è a Potenza. Decido di tornare a casa in attesa che si liberi un letto, nel frattempo ho la febbre. Mi hanno chiamato ieri, forse si libera un posto. Purtroppo non manca solo il personale ma anche i letti. A momenti manca pure la dignità». C' è un altro fronte su cui l' amministrazione comunale sta lavorando, il provvedimento del traffico per ridurre lo smog dopo l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
eccessiva concentrazione nell' aria delle polveri sottili. In rete il dibattito è vivace con due fazioni, favorevoli e contrari. Fa discutere soprattutto la circolazione a targhe alterne che andrà in vigore dal prossimo 28 maggio. «L' ordinanza ha detto il sindaco Manlio Torquato è drastica ma necessaria. Il senso è quello di indurre le persone a dimezzare l' uso dell' auto. In altre città campane sono stati adottati provvedimenti simili e anche più severi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 20 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Trenta ore in ospedale: è peculato Chiuse le indagini sul medico stacanovista che lavorava tra due ospedali: il Maria Santissima Addolorata di Eboli e il Curto di Polla. La Procura di Salerno con il sostituto procuratore Valleverdina Cassaniello ha iscritto il camice bianco nel registro degli indagati con l'accusa di peculato. Il pm gli contesta di aver intascato la retribuzione per l'attività intramoenia senza la preventiva autorizzazione del primario del reparto. La cifra incassata irregolarmente non è di poco conto. Il medico, difeso dall'avvocato Nicola Maria Melchionda , ha ora venti giorni per fare controdeduzioni o farsi interrogare del pm. A far scattare le indagini è stata un'ispezione dei carabinieri del Nas di Salerno. L'indagine scatta lo scorso mese di ottobre quando viene redatta la prima informativa. Allo stesso tempo viene avviata anche un'indagine interna affidata alla commissione disciplinare dell'Asl. Tra l'incarico ordinario di medico in servizio al reparto di otorino di un ospedale e al pronto soccorso dell'altro, in aggiunta al lavoro extra svolto in intramoenia o Alpi (Attività libero-professionale intramoenia), il camice bianco, in una circostanza, risultava in servizio per trenta ore di seguito. La presenza continua secondo l'ordinamento medico non può essere superiore alle 12 ore e 50 minuti giornaliere. Superare detto limite è da considerarsi un demerito per il camice bianco. Va a discapito dei pazienti, scrive il legislatore. Un medico che effettua due o tre turni di lavoro senza riposarsi, non ha infatti la lucidità professionale per verificare una malattia. Le indagini dei carabinieri hanno appurato che il medico effettuava anche due turni di seguito. In un caso, a giugno dello scorso anno, risultava di notte in servizio intramoenia all'ospedale di Polla e, il mattino seguente, prendeva servizio nel reparto dell'ospedale di Eboli. Almeno otto sono i casi contestati dalla procura della Repubblica di Salerno. A scadenza mensile, infine, il medico inviava anche la nota spesa all'Asl per la liquidazione. Per ogni turno diurno incassava circa 800 euro mentre arrivava a 500 euro per quelli notturni. Otto sono i turni contestati, effettuati di iniziativa dice la magistratura perché il servizio extra non era stato autorizzato. I casi dei doppi turni tra Eboli e Polla sono avvenuti la scorsa estate, tra i mesi di giugno e luglio. Sulla vicenda c'è ora la magistratura che ha aperto un'inchiesta giudiziaria. La fase preliminare dell'inchiesta si è chiusa, il medico è indagatoper peculato. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 27 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 5.370 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Criteri da verificare, non è possibile che si viva meglio in Terra dei fuochi» Il referto de Il Sole 24 Ore non convince l' occhio clinico del presidente dell' Ordine dei medici sanniti Giovanni Pietro Ianniello. Presidente, come commenta i dati messi in luce dallo studio del quotidiano economico? «Un dato su tutti: la mortalità per tumori che attribuisce a Benevento un tasso del 14 per 1.000. Sono un oncologo, opero nel campo da anni. Già a prima vista mi sembra un saldo non coerente con quello del Registro provinciale tumori, ma su questo mi riservo un pronunciamento più preciso dopo aver fatto una verifica puntuale nei prossimi giorni. Peraltro non può non suscitare dubbi la collocazione della provincia di Benevento al 42esimo posto laddove invece territori come Napoli e Caserta, la cosiddetta Terra dei fuochi, è accreditata di una mortalità più bassa». Ma il 103esimo posto generale può essere inficiato da un singolo indicatore negativo? «Non dico sia falsato ma pone senz' altro qualche interrogativo sui criteri seguiti per l' effettuazione della ricerca». Il Sannio è la provincia italiana che fa il maggiore ricorso a farmaci contro l' asma e le broncopolmoniti. La convince questo riscontro? «È un dato che può essere letto in coerenza con l' elevato indice di vecchiaia che caratterizza la popolazione provinciale. E del resto sembra essere confermato dagli analoghi riscontri inerenti l' utilizzo di farmaci contro ipertensione e diabete che ci collocano nei posti bassi delle rispettive graduatorie». Tante medicine sui comodini eppure il tasso di mortalità è tra i più elevati del Paese: non ci sarà qualcosa da rivedere anche nella appropriatezza prescrittiva? «Sento di escludere nella maniera più categorica che i medici sanniti eccedano nelle prescrizioni farmaceutiche o che non le eseguano seguendo la massima coscienza e sapienza professionale. Conosco la categoria da anni e posso garantire in tal senso. Ripeto: è l' andamento demografico peculiare a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dettare la statistica». Leggendo le cronache quotidiane si direbbe che gli ospedali sanniti siano luoghi da evitare accuratamente. Poi si scopre dalla classifica del quotidiano di Confindustriale che sono la decima meta più raggiunta d' Italia. Come interpretare questo dato? «Evidentemente non è tutto così negativo come talvolta viene descritto. Bisogna anche in questo caso leggere i dati in profondità per poter dare una valutazione compiuta. E comunque dobbiamo considerare anche l' altra faccia della medaglia rappresentata dall' elevato tasso di emigrazione ospedaliera che attribuisce al Sannio un indice del 12,5 per cento con 79esima posizione in ambito nazionale». Di positivo c' è almeno la buona diffusione di medici di base: 1 ogni 1.000 e 37esimo posto in Italia. Come la mettiamo però con i geriatri? «La presenza di medici di base è senz' altro soddisfacente e nient' affatto scontata. Sono note le difficoltà che stanno colpendo il comparto negli ultimi tempi e dobbiamo augurarci che questo indicatore non peggiori di qui in avanti. Per quanto riguarda i geriatri effettivamente c' è una criticità che peraltro mal si concilia con l' appena ricordato invecchiamento della popolazione. Su questo aspetto ritengo sia opportuna una riflessione in termini di pianificazione territoriale». Chi è nato nel Sannio negli ultimi anni poteva ambire a vivere quasi due anni in più che in passato. Sembra molto ma a Gorizia i bebè avevano in tasca un bonus di 4,6 anni: questo cosa ci dice? «Tendo a interpretarlo come la risultante sintetica degli indicatori negativi attribuiti al Sannio per altri parametri». pa.boc. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 25 EAV: € 5.040 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania È come «rinata» ecco i suoi angeli Ettore Mautone LO STAFF È un gruppo di camici bianchi di grande valore, dell' ospedale Santobono e non solo, ad aver lavorato incessantemente al letto della piccola Noemi negli ultimi 20 giorni per salvarle la vita. Medici come ce ne sono tanti sparsi negli ospedali campani che esprimono una sanità di eccellenza. È venerdì 3 maggio: l' ambulanza del 118 arriva al Santobono a sirene spiegate. Noemi è ferita da un proiettile vagante in una sparatoria a piazza Nazionale. Respira a fatica. È pallida ma cosciente. Non si lamenta, né piange. Ai medici viene detto che è stata colpita di striscio. In realtà la situazione è molto più grave. In pronto soccorso viene chiamato il primario Vincenzo Tipo che insieme ai suoi collaboratori ispeziona la bambina individuando un piccolo foro all' altezza dell' emitorace destro. Esce poco sangue e non vi è foro di uscita. Dopo i primi esami il team decide di intervenire subito per tamponare la presenza di sangue nei polmoni (emotorace) e di aria (pneumotorace). Il rischio è che entrambi i polmoni collassino. Un drenaggio stabilizza la situazione clinica. L' INTERVENTO Nelle ore successive il lavoro è svolto dai radiologi che attraverso la Tac evidenziano le fratture alla scapola destra, a una costola e a una vertebra. Il proiettile è ritenuto nel polmone sinistro, vicino alla pleura. Il primario della chirurgia Giovanni Gaglione prende la situazione tra le mani e insieme ai rianimatori decide di intervenire. Si teme che il proiettile possa aver leso qualche grosso vaso o toccato il cuore. Viene pertanto allertato il primario della Cardiochirurgia pediatrica del Monaldi Guido Oppido. Nell' arco di alcune ore il tavolo operatorio è pronto. Per Noemi c' è una equipe multidisciplinare che raduna il meglio della Sanità pediatrica napoletana. L' intervento inizia alle 21,30 e va avanti per ore. Il proiettile, un calibro 9 incamiciato di tipo militare, ha attraversato tutto il torace della bambina. Viene estratto intatto. Un miracolo che non sia esploso. Per Noemi inizia un complicatissimo decorso post operatorio. L' equipe della rianimazione diretta da Massimo Cardone, medici Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
infermieri e operatori, sono impegnati al massimo. Noemi che è in sedazione profonda, intubata e con prognosi riservatissima. UN CASO INEDITO A preoccupare è Il polmone sinistro mentre quello destro, pur traumatizzato dal proiettile, va discretamente bene. Al Santobono clinici esperti e di lunga carriera si consultano tra loro ma non sanno cosa aspettarsi da scenari comuni più ai territori di guerra che a quelli di una città che vive di turismo, arte e cultura in cui i traumi sui bambini si vedono per incidenti non per ferite da proiettili. I bollettini medici si susseguono ogni 24 ore lasciando trasparire l' incertezza. Una città intera resta col fiato sospeso. C' è il rischio di infezioni per la presenza di frammenti di ossa e del vestitino conficcati nei polmoni. Dal Cotugno viene consultato Carlo Tascini, primario al dipartimento di malattie infettive che ha specifica esperienza nell' uso degli antibiotici. Viene calibrata la terapia per fronteggiare un febbricola che poi andrà via. In conferenza stampa Gaglione, Cardone e il direttore del dipartimento di emergenza del Santobono Carmine Pecoraro sono molto cauti. I MIGLIORAMENTI Passano i giorni, il polmone sinistro non vuol saperne di rimettersi in moto. Dopo una Tac si decide di pulire le vie respiratorie con una broncoscopia eseguita dall' equipe del primario di pneumologia Fulvio Esposito. La situazione migliora, la bambina viene estubata. Per Noemi inizia la fase della riabilitazione ortopedica e respiratoria che impegna (e impegnerà) il team all' avanguardia di Maurizio Nespoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 2 EAV: € 29.770 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Così i medici del Santobono hanno salvato la bambina I l retroscena Decisiva la scelta di operarla subito per evitare un irreparabile choc emorragico Un intervento lungo e difficile per ricostruire quanto devastato dal proiettile di Giuseppe Del Bello Sorride alla mamma e stringe un peluche tra le mani. È Noemi ieri. Diciassette giorni dopo l' agguato che solo per un pelo non l' ha uccisa. È la bimba di 4 anni ( compiuti una settimana fa in ospedale) per la quale è stata sciolta la prognosi. Però solo quella che i medici definiscono " Quoad vitam". E che significa essere fuori pericolo ma non indica il tempo di guarigione. Una prognosi che fa riferimento alla sola sopravvivenza, ma non si pronuncia sulla salute futura o sul recupero funzionale. Quindi qualsiasi previsione sarebbe un azzardo. Che né i medici, né le istituzioni possono permettersi. La cronistoria ci rimanda alle 18,30 di quel maledetto venerdì 3 maggio, quando Noemi giunge al pronto soccorso del polo pediatrico trasferita a bordo di un' autoambulanza del 118. Con una ferita d' arma da fuoco. Con un foro di entrata, ma senza quello di uscita del proiettile. È in codice rosso, gravità estrema. Vuol dire precedenza su tutti. Pallida, tachicardica ( pulsazioni del cuore accelerate, ndr) e respiro frequente e affannoso, ma lucida. Impaurita e con un filo di voce. Cosciente. Così presente a se stessa che a prima vista le sue condizioni sembrano anche meno gravi. Scherzi del destino e della cinetica. Lo sanno bene i medici che lavorano nei pronti soccorso di frontiera: una ferita quando non è immediatamente mortale per avere leso un organo vitale, può trarre in inganno. Perché può trascorrere un lasso di tempo più o meno lungo prima che la patologia acuta si manifesti in tutta la sua gravità. Questo è successo a Noemi. Ma pochi minuti bastano per rivelare agli specialisti in pronto soccorso prima e in Rianimazione poi, un quadro generale che andava progressivamente e rapidamente deteriorandosi. Ed è la Tac che confermerà la presenza di una calibro 9 parabellum, cioè di un proiettile che i chirurghi definirono ad elevata distruttività. Si decide per l' intervento, indifferibile. Bisogna agire subito, prima che un gravissimo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
shock emorragico non abbia la meglio. Ma cosa aveva combinato quella maledetta pallottola? Uno sfacelo. Con un tragitto perverso che merita di essere ripetuto ancora una volta. Il proiettile, entrato con tutta la sua forza dalla scapola destra, aveva frantumato una costola, attraversato l' apice del polmone dello stesso lato prima di virare in obliquo, sempre da destra verso sinistra e dall' alto verso il basso. Poi, continuando nella traiettoria impressa dalla pistola aveva sfiorato aorta e cuore, per conficcarsi nella parte centrale del polmone sinistro, bloccandosi infine contro le costole dell' emitorace sinistro. E nel suo percorso, il proiettile aveva trascinato con se frammenti di vestitino e di osso. In sala operatoria entrano due équipe: chirurghi e anestesisti- rianimatori. La bimba, già intubata e sedata, viene collegata al respiratore automatico. Si parte con l' incisione dell' emitorace destro per suturare la ferita del polmone. È quella che dà più preoccupazione. Bisogna fermare il sangue. Una corsa contro il tempo, il sanguinamento vascolare mette le ali agli specialisti. Poi, come si fa in questi casi, dopo avere bloccato ogni fonte emorragica, si passa al secondo tempo. La paziente viene riposizionata sul lato opposto. Si continua a seguire la traiettoria del proiettile dopo essere intervenuti sull' emitorace di sinistra. Si va avanti. Fino ad arrivare al polmone, rimuovendo il proiettile e suturando le lacerazioni da cui fuoriescono sangue e aria. Con i chirurghi costretti a sospendere per qualche secondo l' intervento per consentire agli anestesisti di aspirare il sangue che si raccoglie nell' albero respiratorio e che rischia di soffocare la piccola. Il resto è cronaca nota. Il coma farmacologico, la graduale disuassefazione dal respiratore automatico poi, il risveglio. E oggi la conferma: la bimba è fuori pericolo. Ma c' è ancora incertezza sugli esiti a distanza. l L' ospedale L' azienda ospedaliera Santobono. Dopo 17 giorni i medici del presidio pediatrico hanno sciolto la prognosi sulla piccola Noemi. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 37 Il Mattino (ed. Circondario Sud) EAV: € 3.904 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Donare plasma, al Maresca il centro trasfusionale pilota LA SANITÀ Francesca Raspavolo Un reparto all' avanguardia, con macchinari di ultima generazione, personale altamente qualificato e il supporto di una rete di associazione di volontariato. È il Centro Trasfusionale (Sit) dell' ospedale Maresca, unità nuova di zecca che opera all' interno del nosocomio di via Montedoro sotto la guida del dirigente Franco Sessa: oltre alla classica raccolta di sangue, il centro trasfusionale si occupa di donazioni di plasma, una novità per la provincia napoletana. Il nome tecnico è donazione di emocomponenti in aferesi, in pratica si tratta di donare i singoli componenti del sangue come plasma, globuli rossi e piastrine. Si utilizza una sofisticata macchina, un separatore cellulare. «L' impianto raccoglie il sangue del donatore e lo separa nei suoi componenti principali: la durata della procedura varia dai 30 ai 60 minuti ed è molto ben tollerata dai donatori racconta Sessa grazie alla reinfusione di parte del sangue e di soluzione fisiologica come fluido di compensazione. I donatori possono donare il plasma una volta al mese mentre per la raccolta di sangue gli uomini devono attendere tre mesi e le donne sei». Da novembre a oggi sono state eseguite sei raccolte di plasma a settimana per un totale di 130 donazioni. Una prestazione preziosa perché si ottengono sacche di emocomponenti di qualità superiore, spesso decisive per salvare vite. Ii globuli rossi vengono impiegati nei pazienti che soffrono di anemie o che necessitano di trasfusioni in pronto soccorso; le piastrine per malati di leucemie e tumori, il plasma serve a soggetti che mostrano difetti di coagulazione e a produrre farmaci plasmaderivati. I VOLONTARI Sangue e plasma raccolti al centro trasfusionale vengono assegnati in primis ai reparti interni del Maresca, alle case di cura convenzionate, ai centri dialisi, ai pazienti Ado della rete di assistenza domiciliare ospedaliera e alle eventuali emergenze sul territorio intercettate dal 118. «Abbiamo una macchina per l' aferesi, una macchina per gruppi sanguigni e prove per la Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
compatibilità e due emoteche: lavoriamo dice Orlando Pignalosa, dirigente medico del Sit con un' equipe formidabile di due dirigenti, un biologo, due tecnici e un infermiere. Contiamo di implementare a breve il servizio per arrivare all' autosufficienza regionale». Fondamentale l' appoggio di associazioni come l' Avis Comunale Torre del Greco e il Gruppo Fratres impegnati in prima linea per reclutare donatori periodici, non solo occasionali. «Con il loro aiuto facciamo campagne di sensibilizzazione, informazione e divulgazione» conclude Sessa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 27 EAV: € 5.732 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Esenzione dal ticket, in aumento le richieste per i casi di tumore LA SANITÀ Ornella Mincione In aumento del 7% le richieste di esenzione del ticket sanitario per malattia oncologica. Questo il dato, non ancora calcolato al dettaglio, che emerge dagli uffici del Palazzo della salute dell' Asl di Caserta per quanto riguarda il distretto 12, ovvero per i comuni di Caserta, Casagiove, Castel Morrone e San Nicola la Strada. Aumentano le esenzioni per tumore, ma resta in linea con l' anno scorso il numero inerente all' esenzione per reddito. L' EQUIVOCO Il bilancio è possibile perché per fine maggio verranno rinnovate le esenzioni dei pazienti, come previsto dalla normativa vigente. L' esenzione al pagamento del ticket sanitario può essere di due tipi: per patologia e per reddito. Quest' ultimo viene registrato su una piattaforma informatica creata ad hoc dal Mef, il ministero dell' Economia e finanza. Da questo dato, nasce un equivoco per gli utenti, soprattutto per quelli che hanno l' esenzione per patologia, ma non rientrano nelle fasce di reddito previste per esentare dal ticket. Lo scenario, dunque, è questo: l' utente si reca dal proprio medico di base o in farmacia e si ritrova non esentato, pur avendo con sé la documentazione dell' esenzione per patologia. «Un problema che spesso ci viene posto e che è stato risolto a monte dal Mef che ha aumentato la fascia di reddito (anche alto, quindi) in modo da collegare immediatamente l' esenzione per patologia - spiegano gli operatori degli uffici del Palazzo della salute -. Dal 31 marzo di quest' anno, siamo impegnati al rinnovo dell' esenzione secondo normativa e stiamo riscontrando sempre di più il problema del mancato riconoscimento dell' esenzione per patologia». L' equivoco accade perché, di fatto, il ministero della Salute non ha imposto un' unica piattaforma per le esenzioni per patologie, così come invece il Mef ha fatto per le fasce di reddito. Al netto di questo, «si registra su Caserta, in Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
particolare per il distretto 12, un aumento tra il 5 e il 7% delle esenzioni richieste per malattie oncologiche, quelle col codice O48 - informano dagli uffici amministrativi dell' Asl casertana -. Inoltre, vi è una comparsa sempre più frequente di malattie che prima erano quasi sconosciute. Non è un caso che alla riformulazione dei codici per le malattie ordinarie e le malattie rare, avvenuta circa un anno fa, alcune malattie considerate rare (come la celiachia) oggi compaiono tra quelle di ordinaria amministrazione». L' INCONTRO Intanto, oggi un gruppo di amministratori della città giapponese di Ichikawa, insieme ad operatori della cultura e della sanità, visiterà alcune strutture del dipartimento di Salute mentale della Asl di Caserta. È previsto un incontro presso il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Aversa, dove gli ospiti saranno accolti dal direttore della Asl Mario De Biasio, dal direttore del dipartimento di Salute mentale Luigi Carizzone e dalla responsabile del Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) Margherita Purgato. Successivamente, la delegazione si recherà presso il centro di Salute mentale di Santa Maria Capua Vetere, dove si incontrerà con il responsabile Gaetano De Mattia e con alcune associazioni di utenti. Infine, il gruppo si sposterà a Casal di Principe presso Villa Liberazione, una struttura requisita alla criminalità, oggi utilizzata come centro riabilitativo diurno per utenti provenienti da tutta la provincia. «Tra mille difficoltà - si legge in una nota dell' Asl diramata ieri - la rete dei servizi di salute mentale della Asl casertana porta ancora l' impronta di protagonisti dell' esperienza basagliana come Franco Rotelli e Giovanna Del Giudice, che qualche anno fa introdussero nel Casertano pratiche di salute mentale innovative ed emancipative, basate sulla restituzione del diritto a una vera cura, sull' inclusione sociale e lavorativa, sull' abolizione di ogni forma di contenzione, sulla sinergia tra i servizi di salute mentale e le comunità di appartenenza delle persone con sofferenza psichica». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/05/2019 Pagina 27 EAV: € 5.078 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Formiche sul paziente sospesi due infermieri Paolo Barbuto LA SANZIONE Due infermieri dell' ospedale San Giovanni Bosco sono stati sospesi per un mese, due sindacalisti hanno avuto una sanzione più lieve, dieci giorni a casa senza stipendio: la commissione di disciplina ha accertato le responsabilità di tutti e quattro i soggetti su una vicenda legata ai giorni dell' invasione di formiche all' interno del nosocomio napoletano. LE FOTOGRAFIE Il fatto risale alla fine di gennaio, nel pieno dello scandalo per l' invasione di insetti al San Giovanni Bosco. L' allora direttore generale della Asl Napoli 1, Mario Forlenza, fa sapere che un medico responsabile del reparto di rianimazione «ha segnalato per iscritto che gli è stato impedito da parte di infermieri del reparto di cambiare il letto e di pulire il paziente perché gli infermieri avevano chiamato alcuni sindacalisti e fatto foto e filmini della presenza delle formiche che presumibilmente hanno poi postato in rete». Quelle immagini finirono realmente in pasto al mondo del web e alimentarono la polemica che già era infiammata sulla situazione di quell' ospedale. Nella stessa occasione il direttore generale, che poi venne sostituito dal commissario Ciro Verdoliva, segnalò «apprezzamento e solidarietà per il medico» e spiegò che la vicenda denunciata «dimostra che c' è personale all' interno del San Giovanni Bosco non interessato affatto alla salute dei pazienti ma a utilizzare la vicenda formiche per raggiungere altri scopi ... è stato immediatamente richiesto l' intervento dell' Ufficio Procedimenti Disciplinari». IL CONFRONTO Quell' intervento della commissione di disciplina è scattato realmente con immediatezza. Tutto il personale che era stato in qualche maniera coinvolto nella vicenda è stato chiamato a confrontarsi con la commissione e a presentare memorie scritte per chiarire, nel dettaglio, ogni singola posizione. Nel frattempo c' è stato il cambio al vertice della Asl, ma il procedimento ha seguito con puntualità il suo percorso. Molte delle persone chiamate a dare conto del mancato intervento hanno dimostrato la loro estraneità alla vicenda. per quattro di queste, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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