LiberEtà - LE DONNE IL TEMPO LA MEMORIA - spi cgil brianza
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Cop_marzo_9.1.qxp_Layout 1 07/02/20 12:34 Pagina 1 LiberEtà n.3 - marzo 2020 Tariffa R.O.C. - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 1, DCB Roma - Contiene I.P. LE DONNE IL TEMPO LA MEMORIA Liliana Segre dedica un suo articolo alle lettrici e ai lettori della nostra rivista
2a cop.qxp_Layout 1 07/02/20 09:46 Pagina 26 Democrazia p a s s a to e p re s e n te d i u n'i d e a Democrazia è parola antichissima e controversa sin dalle origini. Un concetto che dovrebbe m e t t e r e t u t t i d ’a c c o r d o e i n v e c e , come poche altre idee filosofiche e p o l i ti c h e, h a d i v i s o l ’u m a n i t à e continua - nel bene e nel male - a dividerla. D a l l ’A t e n e c l a s s i c a a l l ’ a v v e n t o della rete, questo libro ripercorre fino ai giorni nostri le mutevoli vicende di una storia af fascinante, at traverso le parole di otto grandi studiosi. €10,00 Il libro si può comprare scrivendo a segreteria@libereta.it oppure chiamando il numero 06 44481249 o direttamente sul nostro sito www.libereta.it www.libereta.it
01_sommario_03_9.1.qxp_Layout 1 10/02/20 12:12 Pagina 1 Sommario Anno 70° numero 3 MARZO 2020 3 Editoriale La voce delle donne di Daniela Cappelli 16 (In copertina illustrazione di Chiara Zarmati) Terza età in cifre Storia di copertina La donna vive di più 4 Liliana Segre ma l’uomo meglio Il tempo e la memoria di Francesca Vannucchi 50 18 Primo piano Ludopatia L’azzardo che tenta le donne Abc dei diritti di Marica Guiducci La Costituzione L’eguaglianza Divario digitale difficile La rete non è femminile di Cesare Salvi di Bianca Di Giovanni 12 24 Inchiesta La questione fiscale A cosa servono le tasse Parliamone con... di Giorgio Nardinocchi Paola Cortellesi Non sono soltanto parole di Silvia Garambois 33 Un’altra Italia Indagine sulla terza età Vivere a Reggio Emilia di Marco Sotgiu 63 La Spezia Mangiare sano, 45 Ambiente Il clima su misura invecchiare bene di Carla Pagani Ieri & oggi Vittorio Emanuele II di Patrice Poinsotte Como Il primo re Il parroco degli ultimi di Giuseppe Sircana di Antonio Fico 73 Lunario «Era marzo e soffiava il vento. Anzi, non soffiava, sferzava, flagellava. Era feroce e screanzato» (Virginia Woolf) LIBERETÀ MARZO 2020 1
2_3_ANTEPRIMA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:14 Pagina 2 LE STORIE DI BOBO 2 LIBERETÀ MARZO 2020
2_3_ANTEPRIMA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:14 Pagina 3 L’EDITORIALE di Daniela Cappelli LA VOCE DELLE DONNE È di nuovo il tempo di un grande impegno per difendere e sviluppare i diritti conquistati in decenni di lotte. Entro la metà dell’anno l’assemblea nazionale delle pensionate. La questione anziani deve tornare nell’agenda del Parlamento e del governo. Questo 8 marzo lo dedichiamo a Nilde Iotti 8 marzo 2020. Ancora una volta una giornata di riflessione, di impegno e di protagonismo delle donne, quanto mai necessaria visti gli attacchi che negli ultimi tempi hanno rimesso in discussione conquiste e diritti ottenuti dalle donne con anni di lotte e rivendicazioni. Femminicidi, discriminazioni, violenze in varie forme e modalità. Anche le violenze sugli anziani riguardano in grandissima parte le donne. Donne che nell’età avanzata sono in condizione di maggiore fragilità, sopravvivono più a lungo, ma spesso con malattie invalidanti, in una situazione di carenza di reddito e solitudine. Per questo dobbiamo far sentire la nostra voce. Il 27 gennaio abbiamo riunito il coordinamento donne nazionale e abbiamo avviato un lavoro di analisi, approfondimenti e proposte di genere su argomenti che vanno dalla previdenza alla violenza, al bilancio di genere, alla medicina, ma anche alla contrattazione sociale e alla sicurezza. Ci rivolgiamo ai decisori politici per dire loro: avete il dovere di guardare ai problemi degli anziani e soprattutto delle anziane. Il punto lo faremo all’assemblea nazionale delle donne Spi che si svolgerà entro la metà dell’anno. Tante iniziative in programma. Per onorare l’8 marzo, abbiamo previsto un’iniziativa in occasione del centenario della nascita di Nilde Iotti. Un riconoscimento a una grande donna, ma anche un contributo per far conoscere meglio la sua grande personalità e quanto ha fatto per la costruzione della Repubblica e della Costituzione. Un esempio per una politica alta e istituzioni dignitose, per promuovere il valore della persona, con costanti battaglie per l’emancipazione femminile. Tante sono comunque le iniziative in programma in tutta Italia, nelle nostre sedi territoriali. Tutte belle e interessanti. Che faranno sentire la voce delle donne. Ma siamo convinte che avranno sicuramente più valore e saranno più efficaci se saranno iniziative di donne e di uomini e se troveranno spazio in ogni contesto di vita e di lavoro. LIBERETÀ MARZO 2020 3
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 4 STORIA DI COPERTINA (©2020 Fotografico, Senato della Repubblica Alberto de Leonardis) UNA RIFLESSIONE DELLA SENATRICE IN ESCLUSIVA PER LIBERETÀ IL TEMPO E LA MEMORIA DI LILIANA SEGRE 4 LIBERETÀ MARZO 2020
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 5 «Mi sforzo di far interagire l’essere donna, sopravvissuta alla Shoah, cittadina italiana nelle attività derivanti dalla mia nuova funzione pubblica». In questo articolo scritto appositamente per il nostro giornale in occasione della giornata dell’8 marzo, Liliana Segre ricorda anche la lezione di Primo Levi. Per non smarrire il senso della storia è necessario integrare istruzione, formazione, centri di ricerca, mezzi di comunicazione, famiglie, società Un’occasione per riflet- nostra società, la sua imma- tere. La ricorrenza dell’8 gine, il suo profilo, l’insieme marzo è certo un’occasione delle possibilità e delle al- per riflettere sul ruolo delle ternative. donne nella nostra società, Nel lavoro sulla memoria e sui problemi, a volte i drammi, sulla scuola di questi due ma anche le speranze e le anni mi sono sforzata appunto cose da fare. di tenere insieme questi di- Da quando, del tutto ina- versi approcci: testimoniale, spettatamente, sono stata femminile, civile. nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Le donne e la Shoah. Vorrei Liliana Segre Sergio Mattarella, mi sono condividere con voi alcune ritratta tra i banchi sempre sforzata di far inte- riflessioni proprio sul tema dell’aula del Senato a Palazzo Madama ragire le mie qualità di donna, della “memoria”. di sopravvissuta alla Shoah, Intanto ricordare che ci fu di cittadina italiana in qualsiasi una specifica componente attività che la mia nuova femminile della Shoah. Ci funzione comporta. furono addirittura campi di Il punto di vista femminile sterminio riservati esclusi- ha una sua specificità e au- vamente alle donne e co- tonomia ed è un bene pre- munque speciali aree riservate zioso, perché arricchisce la anche negli altri campi. Le LIBERETÀ MARZO 2020 5
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 6 Liliana Segre al termine dell’incontro con gli studenti al teatro Arcimboldi di Milano lo scorso 20 gennaio. «I nazisti erano i bulli di allora – ha detto la senatrice agli oltre duemila giovani presenti in sala –. Erano odiatori, ma non quelli della tastiera di oggi, che bisogna arrivare a compiangere, perché è più forte la vittima, e che vanno curati, bensì quelli educati all’odio e che hanno seguito teorie di morte che la storia ha poi bocciato». Parlamento europeo, a Bruxelles. Ho ricordato la “marcia della morte” alla quale da gennaio 1945 fummo costretti a migliaia da Auschwitz, verso ovest, verso la Germania. Fu fatta apposta per sterminare per stenti e sfinimento «Eravamo giovani, quanti più prigionieri possibili. Mi è ma sembravamo vecchie, capitato di dire davanti al Parlamento senza sesso, senza età, europeo: «Eravamo giovani, ma sem- senza seno, senza mestruazioni, bravamo vecchie, senza sesso, senza senza mutande. età, senza seno, senza mestruazioni, Non si deve aver paura senza mutande. Non si deve aver di queste parole perché è così paura di queste parole perché è così che si toglie la dignità che si toglie la dignità a una donna». a una donna» Questo il senso del mio impegno: come donna, come sopravvissuta, condizioni erano però le stesse: come parlamentare. schiavitù, violenza, morte, forni cre- A tale proposito credo ci sia qualche matori. altra riflessione da fare. Resistere in quelle condizioni era impresa disperata. Ove possibile si Testimonianza, storia e memoria. tentarono gruppi di mutua assistenza In prima istanza è opportuno distinguere fra donne, per cercare di condividere testimonianza, storia e memoria. La almeno informazioni, cibo, medicamenti, testimonianza, personale o collettiva, vestiti. Soltanto di rado furono possibili orale o scritta, è certamente più puntuale episodi eroici e disperati di resistenza e legata all’esperienza in prima persona; armata o tentativi di fuga. Molte donne la storia è invece ricostruzione di fatti ne furono comunque coraggiose pro- e vicende analizzati in prospettiva, nel tagoniste. tempo lungo, nelle loro cause e impli- cazioni. Quanto alla memoria, essa La dignità negata. A gennaio sono raggiunge il suo valore più autentico stata invitata a tenere un discorso al quando diviene generale patrimonio 6 LIBERETÀ MARZO 2020
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 7 «Anche oggi fatico a ricordare, ma questo è un semplicissimo messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado di fare la scelta. E con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra La metafora della farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati, tratta ai fili spinati» dal discorso pronunciato da Liliana Segre al Parlamento europeo il 30 gennaio, ha ispirato il disegno realizzato da Chiara Zarmati collettivo, di una società e di un’epoca. altrimenti resterebbe più facilmente Forse però, particolarmente nel caso esposta all’ignoranza e alla menzogna. della Shoah, è bene che i tre livelli I testimoni hanno dunque il dovere di della testimonianza, della storia e della provare a dire l’indicibile. Possono memoria, pur senza confondersi, si in- ancora farlo in ragione proprio del- contrino e si completino a vicenda. l’autorevolezza che viene loro dal- Proprio l’unicità dello sterminio siste- l’esperienza diretta, dell’essere prova matico del popolo ebraico (e di altre vivente di quanto sembra impossibile minoranze sociali e politiche), perpetrato a dirsi e spiegarsi. in Europa dai nazisti, quasi impone di Certo, resterà sempre uno scarto fra la dar luogo a un discorso al tempo stesso parola e la realtà, fra il dire e l’indicibile. diffuso e intelligibile a tutti, ma anche Uno scarto che forse neanche l’esperienza serio, informato, credibile. diretta potrà mai colmare, tanto più per il tempo nel quale non vi saranno Il dovere di dire l’indicibile. Elie più testimoni. Questo è un problema Wiesel ha ragione nel dire che «solo di tutte le epoche storiche, ma l’unicità coloro che vi passarono sanno cosa fu, della Shoah quasi impone oggi di gli altri non lo sapranno mai». Ma attivare un sistema integrato della me- proprio per questo è utile – anzi ne- moria, fatto di scuola, università, for- cessario – che la testimonianza e il mazione, centri di ricerca, mezzi di racconto orale e scritto si integrino con comunicazione, famiglie, società nel la più generale coscienza civile, che loro insieme. LIBERETÀ MARZO 2020 7
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 8 STORIA DI COPERTINA «I testimoni diretti hanno il compito inderogabile di raccontare, ricordare, educare ovvero lasciare traccia, conferire documenti, fornire prove» Conoscere è necessario. Come ha accaduto può ritornare, le coscienze scritto Primo Levi nella Appendice a possono nuovamente essere sedotte e Se questo è un uomo: «Forse, quanto oscurate». Dunque, non mai “com- è avvenuto non si può comprendere, prensione” ma sempre “conoscenza”, anzi, non si deve comprendere, perché appunto come pratica ed esperienza comprendere è quasi giustificare». In- diffusa, partecipata, potrebbe dirsi “re- tendeva dire che “comprendere” significa ligione civile”. La storia riesce a essere alla lettera prendere sotto un unico magistra vitae soltanto come “bene sguardo, circoscrivere anche, addirittura comune”, nel quale si incontrano passato limitare, sicché poi il passaggio alla e presente, testimoni e giovani. semplificazione, alla relativizzazione, se non addirittura alla negazione, può Il compito dei testimoni. Ma allora essere breve. Per questo Levi aggiungeva: proprio perché “gli altri”, coloro che «Se comprendere è impossibile, co- non hanno transitato l’abisso, non noscere è necessario, perché ciò che è possono né comprendere né sapere, è CHI È LILIANA SEGRE Nata a Milano il 10 settembre 1930, Liliana Segre (nella foto con il padre Alberto negli anni Trenta) resta orfana di madre quando non ha ancora compiuto un anno. Nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, è costretta ad abbandonare la scuola. Arrestata nel 1943, viene deportata l’anno seguente ad Auschwitz-Birkenau insieme al padre e ai nonni paterni, che non sopravviveranno alla prigionia. Il numero di matricola che le viene tatuato sul braccio è il 75190 e viene impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni Union. Nel gennaio 1945 è costretta alla “marcia della morte” con la quale migliaia di persone vengono trasferite dai nazisti in fuga nei campi di sterminio in Germania. Ritrova la libertà soltanto nel maggio del 1945. Liliana Segre è una dei venticinque 8 LIBERETÀ MARZO 2020
4_9 STORIA DI COPERTINA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:21 Pagina 9 I FANTASMI RITORNANO inderogabile per i testimoni diretti il compito di raccontare, ricordare, educare ovvero lasciare traccia, conferire do- cumenti, fornire prove. LiberEtà è un modello, ma penso anche all’Anpi di questi ultimi anni, dove Secondo l’Eurispes il numero persone di lunga esperienza di vita e di italiani che negano la Shoah di lavoro mettono a disposizione co- è salito dal 2,7 per cento del 2004 al 15,6 per cento del 2019 noscenze e idee, e altre ne promuovono e favoriscono. Quel circuito virtuoso A volte i fantasmi ritornano, che la vita di ognuno di noi dovrebbe portandosi dietro scenari essere. inquietanti che credevamo ormai Si può dire – ancora con Primo Levi – sepolti per sempre. A distanza che in tempi come i nostri, di fronte a di quindici anni dall’ultima rilevazione, infatti, secondo il una società civile spesso distratta e Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes confusa, «la memoria di quanto è av- nel nostro paese cresce il numero venuto nel cuore dell’Europa, e non di quanti negano che la Shoah sia molto tempo addietro, può essere di mai avvenuta, passando dal 2,7 per sostegno e di ammonimento», indi- cento del 2004 al 15,6 per cento. spensabile fattore di crescita individuale E aumentano anche – dall’11,1 e di coesione civile. al 16,1 per cento – coloro che Un caro saluto a tutte le lettrici e a tutti ridimensionano la sua portata. Per la maggioranza degli italiani i lettori di LiberEtà. (61,7%), i recenti episodi di antisemitismo vanno considerati come casi isolati e non come indicatore di un reale problema di antisemitismo. Al tempo stesso, sopravvissuti dei 776 bambini italiani minori però, sei intervistati su dieci sono di quattordici anni deportati nel campo di convinti che questi episodi siano Auschwitz. Dal 1990 ha iniziato un’intensa la conseguenza di un diffuso attività di divulgazione della sua esperienza linguaggio basato su odio e di sopravvissuta, partecipando a molti razzismo. Per il 47,5 per cento incontri con gli studenti e a convegni di gli atti di antisemitismo avvenuti ogni tipo, convinta che l’indifferenza sia in Italia sono il segnale di una peggiore della violenza. Nel 2018 è stata pericolosa recrudescenza del nominata senatrice a vita dal presidente fenomeno, mentre il 37,2 per cento della Repubblica, Sergio Mattarella, per ritiene che si tatti di bravate messe aver illustrato la patria con altissimi meriti in atto per provocazione o per nel campo sociale. scherzo. Scherzi che però, se non facciamo attenzione, potrebbero costarci molto cari. LIBERETÀ MARZO 2020 9
10_11 LA PAROLA 03_9.1.qxp_Layout 1 10/02/20 12:22 Pagina 10 UNA PAROLA AL MESE di Paolo Fallai { GENTILEZZA Termine antico che apprendiamo dalla Bibbia, che oggi però non trova più grande spazio. } Soprattutto da quando i social network, con il loro carico di aggressività e di violenza verbale protette dall’anonimato, hanno preso il sopravvento nella nostra vita quotidiana Una parola sempre più rara. Proviamo un minimo di spaesamento, uno stordimento di fronte a parole comuni che ci accompagnano con semplicità, ma sembrano sempre più rare ed espulse dal vivere quotidiano. Una di loro è gentilezza, che accomuna un comportamento cortese, non aggressivo, alla comprensione degli altri. Certo, la sua origine è complessa e interessante. Deriva da “gentile” che, apprendiamo dalla Bibbia, indica tutti i popoli non ebrei e addirittura, in contrapposizione al popolo israelita equivale a “pagano”. Per arrivare gentilmente al significato moderno bisogna passare dall’antica Roma, dove l’appartenenza alla gens, una formazione più ampia rispetto alla famiglia, unita dalla presenza di un mitico fondatore e da un vincolo di reciproca assistenza. Da qui gentile è diventato sinonimo di appartenente a una cerchia eletta, nobile d’animo e di buona educazione. Che i nobili fossero gentili è tutto da dimostrare. Ma che avessero mezzi ed educazione superiori alla plebe non c’è dubbio e non ci voleva molto. Per questo, con la nascita dell’italiano, i poeti del “Dolce stil novo” hanno avuto buon gioco nell’adottare la gentilezza come simbolo di modi garbati e cortesi. È «amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende» quello cui si appella Dante, che quando vuole venerare Beatrice la descrive: «Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta…». Nel linguaggio di questi anni si è creato uno spazio l’avverbio gentilmente, nonostante il fatto che la posizione nella frase sposti il suo significato. Se sul portone del vostro palazzo compare il cartello: «Si chiede gentilmente di chiudere», è senz’altro un invito cortese a non lasciarlo aperto. Ma se compare: «Si chiede di chiudere gentilmente», i vostri condomini vi stanno chiedendo di non sbatterlo. L’ambiente che invece sembra refrattario a ogni cortesia è quello dei social network, dove l’aggressività verbale, garantita dall’anonimato, sembra ormai prevalere. Se posso dare un consiglio, siate gentili comunque. La gentilezza qualifica chi la esercita, non i destinatari. 10 LIBERETÀ MARZO 2020
10_11 LA PAROLA 03_9.1.qxp_Layout 1 10/02/20 12:22 Pagina 11 La bambina con il palloncino è un murales realizzato da Banksy, uno dei più noti artisti di strada del quale però nessuno conosce la vera identità
12_15 PagBlu_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:26 Pagina 12 PARLIAMONE CON... PAOLA CORTELLESI NON SONO SOLTANTO PAROLE «Racconto storie di donne non ricche o famose, ma che rispecchiano la realtà». Un’attrice, autrice, sceneggiatrice poliedrica e divertente, impegnata e caustica, proprio come i personaggi che porta in scena, in Tv o nei film. Sempre presente nei movimenti in difesa della dignità femminile, è molto attenta e sensibile al linguaggio di genere di Silvia Garambois Paola Cortellesi è nata a Roma nel 1973. Attrice, sceneggiatrice, imitatrice nel 2011 ha vinto il David di Donatello come migliore attrice per il film “Nessuno mi può giudicare” 12 LIBERETÀ MARZO 2020
12_15 PagBlu_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:26 Pagina 13 LIBERETÀ MARZO 2020 13
12_15 PagBlu_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:26 Pagina 14 PARLIAMONE CON... Una che non le manda a dire. E lo In basso: Paola Cortellesi in una scena del suo ultimo film, “Figli”, al fianco di fa con gli strumenti del suo mestiere: Valerio Mastandrea. Un’opera sull’amore attrice, imitatrice, cantante, sceneg- e sul difficile equilibrio di coppia giatrice, show girl, soubrette, persino sciantosa… Paola Cortellesi è l’unica donna ad aver strappato il ruolo di interessato nessuno, poi gli incassi “campionessa d’incassi” nell’olimpo hanno dimostrato il contrario. E io tutto maschile del cinema nostrano. continuo, anche come sceneggiatrice, Ed è da “campionessa d’incassi” che, a raccontare storie di donne che pur nel film Scusate se esisto (2014), de- non essendo ricche o famose rispecchiano nuncia come sia più difficile per una la realtà», dice lei. E alla domanda se donna affermarsi nel mondo del lavoro ha mai incontrato donne che, come il e mostra che cosa sia il gender gap suo personaggio, vengono discriminate (divario di genere, n.d.r.), ossia quella sul lavoro, la risposta è dura: «È capitato croce che portano le donne, che gua- anche a me quando facevo l’autrice dagnano sempre meno degli uomini. per la televisione e una mia buona idea Tenute un passo indietro. veniva automaticamente attribuita ai «All’inizio tutti pensavano che una coautori maschi. È un riflesso condi- protagonista femminile non avrebbe zionato che purtroppo riguarda tutti 14 LIBERETÀ MARZO 2020
12_15 PagBlu_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:26 Pagina 15 «Che differenza se si parla di cortigiano o di cortigiana, di uomo della strada o di donna della strada, di un gatto morto o di gattamorta, di zoccolo, squillo... Per fortuna sono soltanto parole» noi: in un ospedale, ad esempio, ti da Dario Fo – uno dei suoi ultimi aspetti che il primario sia uomo. Bisogna lavori – nel 2015: «La vita della Callas cambiare modo di pensare». E “confessa” ha dei punti in comune con le pop star anche di essere stata pagata meno dei di oggi – racconta Cortellesi –. Penso, suoi colleghi: «Certo, è capitato in con le dovute differenze, a personaggi passato e il bello è che l’ho dato per come Whitney Houston o Amy Wi- scontato. Oggi non è più così, ma tante nehouse. Talenti enormi, che non hanno colleghe che non vivono un momento avuto altri appigli e sono stati resi fortunato come il mio continuano a fragili dalla mancanza di sostegno guadagnare meno degli uomini. Bisogna emotivo. Un grande dono che diventa incoraggiare tutte le donne a combattere anche una rovina». per la parità salariale». L’ultimo lavoro è stato Figli, accanto L’impegno nelle piazze. Caustica a Valerio Mastandrea, uscito al cinema nei personaggi che porta in scena, dalla alla fine di gennaio: «Un film in cui “Magica Trippy” di un finto spot pub- c’è il difficile equilibrio di coppia da blicitario alla paradossale inviata di mantenere in una lunga relazione, ma La vita in diretta, è andata anche nelle che è soprattutto un’opera sull’amore. piazze, tra le altre donne: era sul palco Mi sono ritrovata in tante cose che di Milano di “Se non ora quando”, nel succedono perché Mattia Torre – che 2011, tra le centomila di piazza Castello, ha voluto questo film ma che durante per la dignità di tutte le donne. Ed è la lavorazione è stato sopraffatto dalla salita sul palco dei David di Donatello malattia, n.d.r. – non racconta solo 2018 indossando la spilletta di “Dissenso cose surreali, ma cose vere in maniera comune”, la protesta delle artiste italiane surreale». contro le molestie, con un monologo – scritto da Stefano Bartezzaghi – che, Poliedrica e divertente,basti pensare interpretato con la sua grinta, è risuonato alle sue imitazioni, ha messo e mette come uno schiaffo alla grande platea alla berlina tante donne: da Daniela televisiva di Raiuno: «Che differenza, Santanché a Ornella Vanoni, da Anna eh, se si parla di cortigiano o di cortigiana, Oxa a Stefania Prestigiacomo, da Licia di uomo della strada o di donna della Colò a Maria Stella Gelmini. Ma ha strada, di un gatto morto o di gattamorta, anche indossato i panni della Callas di zoccolo, squillo... Per fortuna sono per recitare in un ruolo intenso guidata soltanto parole». LIBERETÀ MARZO 2020 15
16_17 DOSSIER ISTAT_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:29 Pagina 16 TERZA ETÀ IN CIFRE di Francesca Vannucchi LA DONNA VIVE DI PIÙ MA L’UOMO MEGLIO La terza età produce e perpetua differenze di genere che possono diventare nuove diseguaglianze Esistono differenze di genere tra la popolazione anziana? Nel 2019, su una popolazione di 60.359.546 individui, il 22,8 per cento ha 65 anni e più. Il 43,5 è maschio, il 56,5 per cento femmina. Le condizioni di sopravvivenza della popolazione anziana migliorano. Nel 2018 si registrava un aumento della speranza di vita alla nascita, che conferma una maggiore longevità delle donne. Per queste ultime la stima è di 85,2 anni, mentre per gli uomini è di 80,8 anni. A fronte di un calo della popolazione negli ultimi quattro anni (-0,7 per cento tra il 2015 e il 2019), prosegue la crescita degli individui di 65 anni e più (+4,1%). Grazie ai progressi di sopravvivenza aumenta la Francesca Vannucchi, popolazione che ha raggiunto e superato gli 85 anni di età. Nel sociologa, è primo tecnologo dell’Istat, 2019 rappresenta il 3,6 per cento dell’intera popolazione, di lavora presso la cui il 32,7 è maschio, il 67,3 per cento femmina. direzione centrale per la comunicazione, informazione e servizi Ma chi sono gli anziani oggi? E come utilizzano il loro tempo? ai cittadini e agli utentiDal punto di vista della formazione, cresce la popolazione anziana che possiede un titolo di studio. Un dato che, però, penalizza ancora le donne. Nel 2018 soltanto il 6 e il 12 per cento delle donne di 65 anni e più possiede, rispettivamente, un titolo di laurea o di post laurea e un diploma di maturità, contro il 10 e il 18 per cento degli uomini della stessa età. Il 59 per cento ha la licenza elementare o nessun titolo di studio, il 20 per cento la licenza di scuola media, il 3 per cento un diploma di qualifica professionale. Anche per la presenza attiva nella società emergono differenze di genere. Nel 2018, infatti, è in salute il 46,4 per cento degli uomini e il 38,7 delle donne di 65 anni e più; il 31,5 per cento degli uomini e il 22,6 delle donne di 75 anni e più. Allo stesso modo, i tassi di partecipazione sono superiori tra gli uomini. Esemplari sono i dati che riguardano il mercato del lavoro, la politica o la socializzazione (nel 2018, 440.000 uomini di 65 anni e più sono occupati, contro 189.000 donne; il 30,5 per cento degli ultra 65enni e il 20 per cento degli ultra 75enni ascolta un dibattito politico; il 19,2 degli ultra 65enni e il 19,1 per cento degli ultra 75enni incontra persone tutti i giorni). 16 LIBERETÀ MARZO 2020
16_17 DOSSIER ISTAT_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:29 Pagina 17 PREMIO GUIDO ROSSA Per partecipare al concorso consulta www.libereta.it VESTIVAMO LE MAGLIETTE A STRISCE, L’ESKIMO VERDE, LA SCIARPA ROSSA AL COLLO. VOLEVAMO LA RIVOLUZIONE. LE FABBRICHE RIBOLLIVANO. LE UNIVERSITÀ ERANO IN PIENA CONTESTAZIONE. SONO SUCCESSE TANTE COSE IN QUEI DUE DECENNI SESSANTA E SETTANTA. MA CI RESTANO STORIE SOMMARIE. STORIE CHE I PROTAGONISTI NON HANNO RACCONTATO. È ORA DI COMINCIARE A FARLO. PRENDETE IN MANO CARTA, PENNA E MATITA E COMINCIATE A SCRIVERE LA STORIA DI QUEGLI ANNI COME L’AVETE VISSUTA VOI E INVIATELA AL PREMIO GUIDO ROSSA. È UN’INIZIATIVA DELLO SPI CGIL E DELLA CASA EDITRICE DI LIBERETÀ.
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 18 ATTUALITÀ LUDOPATIA Radiografia di un fenomeno in crescita L’AZZARDO CHE TENTA LE DONNE di Marica Guiducci Cercare la fortuna in modo compulsivo è una malattia: si chiama ludopatia. L’industria del gioco ora punta sulle giocatrici. Il fascino delle scommesse attrae le persone più anziane, ma il rischio di finire nelle mani degli usurai è alto 18 LIBERETÀ MARZO 2020
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 19 Chi cerca aiuto può telefonare al numero verde, gratuito e anonimo, 800.558822, oppure rivolgersi ai servizi per le dipendenze presenti nelle aziende sanitarie locali LIBERETÀ MARZO 2020 19
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 20 ATTUALITÀ LUDOPATIA L’industria del gioco d’azzardo punta sulle donne. Hanno tra i quaranta e i sessant’anni. Sole o coniugate, molte sono straniere e fanno le badanti, spesso con redditi medio-bassi o incerti. Hanno iniziato a giocare per distrarsi o per fuggire dalla solitudine, e le vediamo entrare nelle sale bingo, oppure al bar caricare di monete le slot machine. Gli operatori del settore hanno inventato giochi a prima vista innocui, più rapidi, in cui si perde poco ma spesso, come ad esempio con i “gratta e vinci”. Decenni di pubblicità ingannevole e martellante hanno fatto il resto. Il divieto assoluto di pubblicità, infatti, è stato introdotto in Italia soltanto nel 2018. In meno di trent’anni, l’azzardo è diventato un fenomeno di massa, in modo subdolo si è insinuato nelle abitudini quotidiane e si è trasformato in una vera patologia. Nel nostro paese più di diciotto milioni di persone tentano Un quadro preoccupante.Secondo l’Istituto superiore la fortuna. Metà sono di sanità i giocatori sono 18.400.000, di questi metà donne e preferiscono sono donne. Le giocatrici si lasciano attrarre da giochi bingo e lotterie interamente dominati dal caso, come il bingo e le lotterie, a differenza degli uomini che preferiscono le scommesse sportive o i giochi di carte on line in cui è più forte la competizione. Le donne iniziano a scommettere in età più avanzata, ma sviluppano un atteggiamento problematico più rapidamente. Le difficoltà affettive talvolta le rendono vulnerabili allo sviluppo di un comportamento dipendente. Il gioco diventa una possibilità di fuga, di interruzione temporanea di una condizione familiare o lavorativa, ma anche emotiva difficile da tollerare. Pensionate, facili prede. Il numero delle giocatrici ultrasessantacinquenni è in crescita anche per la maggiore disponibilità di tempo e di una rendita, la pensione, rispetto alle donne più giovani impegnate nel lavoro e nella famiglia. Le donne anziane sono sensibili al “fascino” dei luoghi del gioco. La sala bingo rappresenta un contesto ricreativo dove incontrare persone e scambiare due chiacchiere. Le situazioni 20 LIBERETÀ MARZO 2020
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 21 I NUMERI 107 miliardi e 300 milioni è la cifra spesa per il gioco d’azzardo. Lo Stato incassa in tasse dieci miliardi. di isolamento sociale e di deterioramento cognitivo accrescono le probabilità di perdere il controllo del 18.500.000 denaro e del tempo dedicato al gioco. persone hanno giocato Le difficoltà serie, per le donne di tutte le età, arrivano d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. quando vengono meno le risorse economiche. Allora si indebitano e si sentono isolate nella loro stessa 3.000.000 famiglia. Non di rado finiscono nel giro dell’usura. gli over 65 che hanno Sperimentano grande sofferenza e la perdita dell’au- giocato d’azzardo almeno tostima, sotto forma di sensi di colpa e vergogna, una volta nell’ultimo anno. paura di essere scoperte e di perdere i figli. 1.500.000 Dalla ludopatia si può guarire. Eppure dalla giocatori faticano ludopatia si può guarire partecipando a gruppi terapeutici a gestire il tempo da dedicare al gioco o attraverso un percorso individuale. Il primo passo e a controllare quanto è il più difficile da fare: uscire allo scoperto e superare spendono. la vergogna. «Purtroppo soltanto poche donne ludopatiche chiedono aiuto ai servizi di cura – spiega Cristina Un terzo dei Perilli, psicologa ed esperta di dipendenze –. La donna minorenni che trasgredisce al ruolo di accudimento, che da secoli ha avuto accesso le è stato attribuito, viene criticata severamente e al gioco. Sono 673 mila l’uomo è meno propenso a comprendere la partner i minorenni giocatori che gioca d’azzardo, che non l’inverso. Non è raro – nella fascia 14-17 anni. aggiunge la psicologa – sentirsi dire: mio marito non mi accompagna a fare la terapia perché ritiene che il 150.000 gli studenti gioco d’azzardo sia un mio problema e devo farmene a rischio ludopatia. carico da sola». LIBERETÀ MARZO 2020 21
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 22 ATTUALITÀ DONNE E INTERNET DIVARIO DIGITALE LONTANE DALLA RETE di Bianca Di Giovanni In una parte Il 2020, per l’Onu doveva essere del mondo l’anno dell’uguaglianza tra donne e l’accesso alle nuove uomini nell’accesso a internet. Ma oc- tecnologie correrà almeno un altro ventennio per è un privilegio maschile raggiungere il risultato. Gli ultimi dati con riflessi negativi sul cosiddetto gender digital divide (il sulle opportunità differenziale uomo-donna nell’utilizzo di lavoro. delle nuove tecnologie) sono significativi: In Occidente gli internauti nel mondo aumentano, la differenza ma soltanto in Occidente la crescita si- di genere è meno gnifica parità di possibilità tra i generi. drammatica Nel resto del mondo le distanze uo- mo-donna si allargano, frenando di 22 LIBERETÀ MARZO 2020
18_23_PRIMO PIANO_03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:38 Pagina 23 fatto le opportunità di lavoro che le nuove tecnologie possono offrire alle donne. Insomma, la tecnologia che avrebbe dovuto aprire la strada alla libertà e all’uguaglianza sta provocando effetti contrari. La conclusione cui giungono gli osservatori è semplice: internet non può modificare i rapporti di forza nella società, ma soltanto ri- proporli. Dove ci sono diseguaglianza e pregiudizi, si produrranno diseguaglianza e pregiudizi. che le donne hanno il 50 per La tecnologia cento di possibilità in meno Le cifre parlano chiaro. che avrebbe di essere connesse rispetto Nel 2019 è sensibilmente au- dovuto aprire agli uomini dello stesso gruppo mentato il numero di donne la strada d’età e con livelli simili di che ha accesso a internet. Se- all’uguaglianza, istruzione e reddito. condo il rapporto dell’agenzia sta provocando dell’Onu per le tecnologie Un privilegio maschile. della comunicazione è passato effetti contrari Inoltre, tra i motivi che im- dal 44,9 per cento di due anni pediscono l’accesso a internet fa al 48 per cento di oggi. Ma le donne la maggior parte delle donne indica la restano indietro rispetto agli uomini, mancanza di conoscenze e i costi troppo che sono il 58 per cento. Dei quattro alti. Considerando, infatti, le differenze miliardi e cento milioni di persone con- di reddito tra uomini e donne, è facile nesse, gli uomini quasi raddoppiano il comprendere come l’accesso a internet loro vantaggio sull’altro sesso passando rischi di essere l’ennesimo privilegio da sei a dieci punti rispetto a due anni maschile. Un vantaggio che allargherà prima. la distanza tra i sessi nelle opportunità di lavoro. Infatti internet potrebbe essere Contano reddito e istruzione. Ad lo strumento migliore per superare accendere i riflettori sulla penetrazione barriere e stereotipi imposti alle donne di internet tra le donne di alcuni paesi dalle tradizioni. Molti progetti di coo- ancora poco sviluppati è un rapporto perazione internazionale basati sulla della World Wideweb Foundation del diffusione di strumenti tecnologici (com- 2015. L’uso di internet tra i giovani mercio elettronico e banca on line) istruiti è agli stessi livelli dei loro “omo- stanno mostrando di poter superare loghi” americani, mentre tra le donne questi pregiudizi. E se fosse per questo non istruite e non più giovani la rete è che le donne vengono tenute lontane praticamente inesistente. I dati mostrano dalla rete? LIBERETÀ MARZO 2020 23
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 24 INCHIESTA LA QUESTIONE FISCALE A cosa servono le tasse E perché tutti devono pagarle di Giorgio Nardinocchi 24 LIBERETÀ MARZO 2020
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 25 Punto primo: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Punto secondo: «Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Questo dice la Costituzione. Ma è proprio così? La questione fiscale sta diventando l’arena di un’aspra contesa politica la cui posta in gioco è la tenuta del nostro Stato sociale e alla lunga della democrazia LIBERETÀ MARZO 2020 25
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 26 INCHIESTA LA QUESTIONE FISCALE C’è un senso di angoscia che convive con noi, come un rumore di fondo: la paura di essere lasciati soli nel dolore, nella malattia, nella non autosufficienza. «Se tutto questo salta? Se salta il patto che permette a me e alle migliaia come me di ritirare le medicine che costano più di mille euro – e che non pago grazie al Sistema sanitario nazionale – che succede?». È questo il timore che inchioda oggi tanti italiani: trovarsi un giorno in un paese in mano a una destra populista che attua il suo programma che tutti contribuiscano Il presidente, Sergio Mattarella, di taglio drastico delle imposte a svantaggio al finanziamento dei ser- ascolta una giovane di sanità, istruzione e assistenza. Se n’è vizi pubblici in base al studentessa fatta interprete Francesca Mannocchi loro reddito. È scritto in una toccante testimonianza (vedi il nella Costituzione. E chi non la rispetta brano nella pagina a fronte) pubblicata tradisce il patto che consente – tanto sull’Espresso giusto nei giorni in cui per fare qualche esempio – di dare Lega e 5 Stelle guerreggiavano per la l’esenzione a chi non può curarsi, di formazione del governo all’indomani fornire i libri di scuola ai figli delle del voto del 4 marzo 2018 e non si famiglie meno abbienti, di dare un faceva altro che parlare di flat tax. reddito di cittadinanza ai poveri. La vera paura degli italiani. Siamo L’indecenza fiscale. I primi a tradire partiti dall’angoscia di Francesca Man- il patto costituzionale sono gli evasori nocchi, che in quella circostanza rivelò fiscali. Il presidente Sergio Mattarella a tutti la sua malattia, perché è proprio di recente ha ricordato a un gruppo di qui che precipita la questione fiscale. studenti che l’evasione fiscale è un com- Le tasse servono a tenere in piedi lo portamento indecente, perché chi non stato sociale. È un principio di equità paga le tasse utilizza a sbafo i servizi (segue a pag. 28) 107,5 MILIARDI 35,2 MILIARDI 33,8 MILIARDI È l’evasione fiscale in Italia È l’ammontare dell’Iva È la cifra dell’Irpef evasa. secondo i calcoli dell’apposita non pagata. L’imposta L’imposta sui redditi è per l’86 commissione istituita sul valore aggiunto in Italia per cento pagata da lavoratori dal ministero dell’Economia è la tassa più evasa dipendenti e pensionati 26 LIBERETÀ MARZO 2020
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 27 LA TESTIMONIANZA di Francesca Mannocchi IO, LA MIA MALATTIA E IL PATTO SPEZZATO La scoperta di una grave patologia. Le cure costose, ma garantite dalla sanità pubblica, messe a rischio dalla propaganda della flat tax. Un brano del vibrante racconto della giornalista dell’Espresso E se tutto questo salta? – mi sono chiesta –. Se salta questo patto che permette a me e alle migliaia come me di prendere il numero alla farmacia territoriale, una volta al mese un mercoledì mattina, e ritirare le medicine che costano più di mille euro e che non pago, perché sono coperte interamente dal Sistema sanitario nazionale – mi sono detta – se salta questo patto, che succede? Ho 36 anni, lavoro a partita Iva, pago le tasse regolarmente, ho un figlio di quasi due anni. E ho una malattia neurologica degenerativa. Ma sono fortunata, mi sono detta, uscendo un mese fa dalla farmacia territoriale, insieme ad altri uomini e donne, malati di altre malattie ma malati come me. Sono fortunata perché vivo in un paese che partecipa oppure copre le mie spese sanitarie. Un paese in cui – in linea di principio – tutti abbiamo accesso alle cure. In cui possiamo entrare in un pronto soccorso – e aspettare otto ore certo per una lastra, e correre il rischio di finire degenti in un corridoio su una barella anziché in un letto, certo – ma entriamo in un pronto soccorso pubblico, senza alcuna assicurazione sanitaria, uomini e donne, italiani e non italiani, anziani, giovani e bambini, e veniamo curati. Tutti allo stesso modo. Su cosa si tiene questo patto? Questo patto si tiene sull’articolo 53 della Costituzione: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Progressività significa che chi ha di più deve contribuire di più alla spesa pubblica, per garantire a chi ha di meno di potere accedere ai servizi, che devono essere uguali per tutti. Progressività significa che chi guadagna di più contribuisce alle spese pubbliche anche per me, che senza ospedali e piani terapeutici e farmacie territoriali coperte dal Sistema sanitario nazionale, non potrei permettermi una terapia costosa ed efficace come quella che sto seguendo. Progressività significa che posso fare una risonanza magnetica per controllare se la bestia della mia malattia è domata oppure no, e lo Stato, cioè le tasse di tutti noi, copre le spese. Progressività significa che chi ha di più, chi guadagna di più, aiuta la comunità ad avere i medesimi diritti che ha lui, affinché restino diritti, e non diventino privilegi. È un patto sociale quello della pro- La copertina dell’Espresso gressività delle imposte, un patto che del 1° luglio 2018 con rischia di dissolversi nella propaganda la testimonianza della flat tax. di Francesca Mannocchi LIBERETÀ MARZO 2020 27
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 28 INCHIESTA LA QUESTIONE FISCALE I ladri di welfare. Jeff Bezos, Evadere: un vizio antico in Italia patron di Amazon, è l’uomo L’evasione fiscale nel nostro paese è un problema più ricco del mondo. Ha fatto antico. Fin dall’unità d’Italia, come ha ricordato Gian le sue fortune devastando il Antonio Stella sul Corriere della sera, gli esattori del regno si trovarono alle prese con contribuenti abituati piccolo commercio, svuotando da secoli a giustificare la frode fiscale come legittima le città di negozi, congestio- difesa dai soprusi di un governo straniero. I genovesi, che erano repubblicani, nando il traffico con migliaia erano piuttosto restii a pagare le tasse ai Savoia. di furgoncini diesel e alterando Così come i romani si appellavano alla loro fedeltà al papa pur di non versare le gabelle al re piemontese. le regole del diritto del lavoro. Mentre la borghesia meridionale, che si diceva Ma una parte importante delle devota ai Borboni, «considerava un’offesa non già sue fortune derivano dalle l’inasprimento, bensì la pura e semplice applicazione delle leggi tributarie». Quanto ai veneti lacrimavano nel poche tasse pagate. E non è rimpianto della Serenissima: «Co san Marco governava il solo. Tutti i colossi del se disnava e se senava / coi francesi bona zente se disnava solamente. E col regno di Sardegna chi lo ga in tel c… se ‘o web, i cui proprietari fanno tenga». Centosessant’anni dopo siamo alla stessa a gara per scalare la classifica casella di partenza. Con un problema in più da risolvere: l’elusione fiscale delle multinazionali degli uomini più facoltosi dell’economia digitale. del mondo, eludono le leggi fiscali nazionali. Nel 2018, se- condo uno studio di Mediobanca, i Pa- pubblici. Le dimensioni dell’evasione peroni del web hanno versato al fisco sono immense. Secondo la commissione italiano appena 64 milioni di euro. Una del ministero dell’Economia presieduta cifra ridicola, se confrontata al fatturato dal professor Enrico Giovannini, gli evasori sottraggono alla comunità circa 107,5 miliardi di euro all’anno. Un bel gruzzolo, con il quale si potrebbe finanziare la sanità, l’istruzione, la ricerca scientifica, ridurre le tasse ai ceti meno agiati, assumere giovani nell’amministrazione pubblica per informatizzarla. Tante cose per il bene comune, insomma, invece di arricchire il portafoglio dei furbetti. Questa è l’indecenza della quale parla Mattarella. E non è l’unica. Jeff Bezos, patron di Amazon, l’uomo più ricco del mondo Le multinazionali del web vantano un fatturato annuo di 2,4 miliardi e profitti enormi, ma l’erario italiano riesce a incassare appena il 2,7 per cento di questa enorme ricchezza prodotta nel nostro paese 28 LIBERETÀ MARZO 2020
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 29 UN FISCO PIÙ EQUO NELL’AGENDA POLITICA E SINDACALE realizzato in Italia da Google, Amazon, Microsoft, Facebook e Alibaba, che sfiora i due miliardi e mezzo. Il meccanismo utilizzato dalle compagnie del web per eludere il fisco è semplice: si spostano le controllate italiane nei “paradisi fiscali” dove le tasse sono esigue. Domiciliando le loro società in Irlanda, in Lussemburgo, nel Delaware e alle Cayman, dal 2014 al 2018 hanno risparmiato oltre 74 miliardi di euro a livello globale. La protervia con la quale Donald «La questione fiscale – ha detto il Trump difende questa anomalia do- segretario del Pd, Nicola Zingaretti, vrebbe far riflettere pensionati e la- all’indomani dell’esito del voto in Emilia voratori che pagano più tasse di Romagna – viene prima di qualsiasi Amazon, Google e Facebook messi altro tema in gioco». Nei giorni precedenti il governo aveva insieme, e magari votano Lega e incontrato i sindacati. E in quell’occasione Fratelli d’Italia che sulle tasse la il presidente del Consiglio, Giuseppe pensano esattamente come l’attuale Conte, commentava la decisione di presidente degli Stati Uniti d’America. aumentare i salari di sedici milioni di lavoratori «come il primo passo L’Irpef istituita nel 1973 è figlia verso una riforma complessiva del fisco e in particolare dell’Irpef che della stagione delle riforme seguita coinvolgerà anche i pensionati». all’autunno caldo sindacale Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, l’esito del confronto con il governo ha rappresentato «una La riforma del 1973. L’imposta sui bella giornata perché abbiamo portato redditi delle persone fisiche nasce nel- a casa un risultato per i lavoratori che l’ottobre 1973. È figlia della stagione produrrà nei prossimi mesi delle riforme che seguì le lotte sindacali un aumento nelle buste paga». dell’autunno caldo. Quella voglia di Il segretario dello Spi, Ivan Pedretti, ha cambiamento che partì dalle fabbriche preso al balzo la dichiarazione di Conte e dalle scuole diede la spinta decisiva per dire: «Bene il taglio delle tasse ai lavoratori. Ma bene anche alle grandi riforme civili che hanno ri- l’impegno di abbassarle ai pensionati». guardato i diritti del lavoro, le pensioni, Il fatto che tutte le dichiarazioni la sanità, la scuola, le case popolari, la convergano nella stessa direzione famiglia, la parità di genere, il divorzio, fa ritenere che la questione fiscale l’aborto. E non da ultimo il fisco che sia il vero banco di prova della ripresa, fu ridisegnato attuando per la prima e non solo per il governo. LIBERETÀ MARZO 2020 29
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 30 INCHIESTA LA QUESTIONE FISCALE volta il principio costituzionale della L’86 per cento del gettito Irpef – progressività del sistema. conferma del resto Salvatore Padula sul Sole 24 Ore – viene prelevato da Chi porta il cero dell’Irpef. Sono questi cittadini. E ciò che sorprende è passati quasi cinquant’anni e l’Irpef oggi non è più l’imposta Ivan Pedretti: «Bene il taglio delle tasse di tutti come venne concepita allora. Negli anni è stata varata ai lavoratori deciso dal governo. Ora una miriade di leggi e leggine l’impegno di abbassarle ai pensionati» che hanno snaturato il criterio di equità. Di fatto, l’Irpef è diventata che si pensa poco a loro e tanto a chi l’imposta sui lavoratori dipendenti, è molto meno ligio nel pagare le imposte. sui collaboratori e sui pensionati, E non si pensa per niente agli oltre come spiega l’attuale direttore del- 14,5 milioni di pensionati che sono l’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria stati sempre ignorati dalle iniziative Ruffini, nel libro L’evasione spiegata per ridurre il peso fiscale. Cosicché, a un evasore (Ediesse). a furia di togliere e mettere aliquote, bonus, scaglioni, detrazioni e deduzioni, gli unici a rimanere con il cero dell’Irpef in mano Il fisco secondo Ernesto Maria Ruffini sono stati i pensionati. Furto. «Sono proprio le tasse che tu non paghi a far mancare medici, macchinari, posti letto negli Che fare. I problemi sul tappeto ospedali pubblici e ad allungare le liste d’attesa. Quando tu non paghi le tasse non fai una furbata, sono molti. Sappiamo tutti che ma commetti un furto. E per giunta un furto contro riformare l’Irpef, mettere il te stesso, perché equivale a un posto letto in meno in ospedale. Siamo tutti sulla stessa barca». sale sulla coda delle multina- zionali del web e stroncare Condoni. «I condoni che si sono succeduti in Italia sono davvero tanti, troppi. E anche se fosse stato solo uno, l’evasione fiscale è un’impresa avrebbe comunque rappresentato un’offesa a quelli che titanica. Ma è l’impresa che avevano regolarmente pagato le proprie tasse. Non è giusto serve oggi al paese se vogliamo consentire che quelli che non pagano le tasse possano usufruire di uno sconto su quanto avrebbero dovuto pagare. farlo ripartire. I segnali che Si tratta di un premio inammissibile». vengono oggi dalla politica, Iniquità. «Il sistema non può continuare a funzionare così. dal governo e dai sindacati È una presa in giro colossale di cui lo Stato è perfettamente dicono che la questione fiscale consapevole. Le tasse le pagano i soliti noti, dipendenti e pensionati». è in agenda. Ma serve un grande dibattito pubblico nel Sprechi. «Gli sprechi alimentano diffidenza verso lo Stato e quindi nuova evasione fiscale. L’evasione e gli sprechi, paese. Le riforme calate dal- insomma, formano un circolo vizioso e la lotta all’evasione l’alto non funzionano mai. fiscale e quella agli sprechi sono due facce della stessa medaglia». 30 LIBERETÀ MARZO 2020
24_31_INCHIESTA 03_9.1_OK.qxp_Layout 1 10/02/20 12:50 Pagina 31 LA SCHEDA IL BONUS IN BUSTA PAGA COME FUNZIONERÀ E CHI CI GUADAGNERÀ Il taglio delle tasse per il 2020 estende e aumenta gli 80 euro ad altri 4,3 milioni di lavoratori, portando a sedici milioni il numero di quanti ne beneficeranno. Ecco come funziona Da venti a cento euro in più al mese. Venti euro al mese in più per chi già prendeva il bonus Renzi, cento euro per tutti gli altri lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro l’anno, che diventano ottanta per chi ne guadagna fino a 35.000 e scendono, fino ad azzerarsi, alla soglia dei 40.000 euro. Il meccanismo, piuttosto complicato, consentirà anche a molti più lavoratori dipendenti rispetto a oggi, di non pagare più tasse. Il bonus invece non porterà alcun beneficio a chi guadagna meno di ottomila euro e non viene ri- conosciuto ai pensionati. Cosa accade tra 8.145 e 24.600 euro lordi. Gli oltre 11 milioni di lavoratori con i redditi tra 8.145 e 24.600 euro annui, che già usufruivano del bonus di 80 euro, riceveranno 20 euro in più al mese, che sale così a 100 euro mensili. 600 euro in più per quest’anno, visto che la misura parte da luglio, mentre dal 2021 saranno 1.200. Per chi dichiara 12.000 euro l’anno, il reddito netto disponibile sale a 11.135 euro (il 92,7 per cento del lordo), chi ne dichiara 24.000 conterà su un netto di 18.556 euro (il 77,3 per cento del lordo). Tra 26.600 e 28.000 euro lordi. La platea che usufruiva già del bonus di 80 euro si allarga, perché il beneficio viene esteso fino ai 28.000 euro di reddito annuo. Prima, oltre i 24.600 euro di reddito cominciava a diminuire, per poi azzerarsi a quota 26.600. Per tutti questi lavoratori, come per quelli che dichiarano tra 26.600 e 28.000 euro, da luglio, il bonus in busta paga sale a 100 euro. Con un vantaggio in più. Prima poteva accadere che, a fine anno, un lavoratore si trovasse oltre il tetto dei 26.600 euro e dovesse restituire almeno parte del bonus ricevuto. Le nuove norme, invece, prevedono, in caso di sforamento del tetto, la restituzione delle somme in quattro rate, invece del conguaglio a fine anno. Tra 28.000 e 35.000 euro di reddito arriva la detrazione fiscale. Per questa fascia di lavoratori dipendenti, per i quali peraltro l’aliquota Irpef si innalza bruscamente dal 27 al 38 per cento, invece del bonus viene introdotta una detrazione fiscale specifica. Uno strumento diverso, ma per chi dichiara tra 28.000 e 35.000 euro c’è comunque un impatto discreto sulle buste paga. L’aumento sarà infatti tra 100 e 80 euro mensili, a scalare. Oltre i 35.000 euro di reddito, invece, la detrazione degli 80 euro decresce gradualmente e si annulla a 40.000 euro. LIBERETÀ MARZO 2020 31
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