CHIMICA E INNOVAZIONE - La "chimica circolare", l'industria chimica è più verde - Arpae Emilia-Romagna
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CHIMICA E INNOVAZIONE La “chimica circolare”, l’industria chimica è più verde A 40 anni dall’incidente di il problema dei microframmenti di Seveso l’industria chimica plastica dispersi nell’ambiente. ha dimostrato di saper cambiare, attraverso il rinnovamento L’eredità pesante della chimica del di prodotti e processi. Il reimpiego passato è tangibile in molti siti di molti sottoprodotti è in atto da italiani, alcuni dei quali ancora tempo ed è un esempio di “chimica produttivi, che richiedono un circolare” ed “economia circolare”. grande impegno alle aziende e alle Il programma volontario Responsible istituzioni per la pianificazione, la Care dell’industria chimica realizzazione e il controllo delle mondiale a favore di sicurezza, bonifiche. salute e ambiente è un’importante Nel servizio l’evoluzione delle esperienza positiva. bonifiche e del controllo, realizzata Ma ancora oggi la parola “chimico” anche attraverso un rinnovato ha in generale un senso negativo, rapporto tra aziende, territorio mentre “chemical free”, senza e istituzioni, oltre ad alcune chimica, pare sia una qualità esperienze di Ispra e delle Agenzie richiestissima. ambientali nel quadrilatero della Eppure tutto è chimica e per chimica (Marghera, Mantova, cambiare questa percezione devono Ferrara, Ravenna), in Puglia cambiare la chimica, i chimici e il (Manfredonia e Brindisi), in modo di comunicare. E non basta Toscana, in Piemonte. aver ridotto l’inquinamento da processo: oggi è necessario ridurre Dalle microalghe, dai nanomateriali drasticamente l’inquinamento da e dai nuovi solventi sono attese le prodotto, come dimostra ad esempio innovazioni più significative. (DR)
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 DALLA CHIMICA DI BASE ALLA CHIMICA FINE E SPECIALISTICA QUANDO SI PARLA DI INDUSTRIA CHIMICA SI FA RIFERIMENTO A CHIMICA DI BASE E FIBRE, CHIMICA FINE E SPECIALISTICA, INDUSTRIA DEI PRODOTTI AL CONSUMO; QUESTI SETTORI CHIMICA E INNOVAZIONE COMPRENDONO LA TRASFORMAZIONE DELLE MATERIE PRIME, ORGANICHE E INORGANICHE, IN PRODOTTI DESTINATI A SUCCESSIVI PROCESSI DI PRODUZIONE O AL MERCATO. L’ industria chimica è costituita dalla chimica di base e fibre, Chimica per il consumo Chimica di base e fibre Profumi dalla chimica fine e specialistica e 16,2% e cosmetici 8,4% 42,3% dall’industria dei prodotti per il consumo. Detergenti Organici di base 12,8% La percentuale di fatturato dei diversi per la casa 7,8% settori dell’industria chimica italiana Inorganici di base 3,8% per il 2013 è riportato in figura 1 Agrofarmaci 1,7% (1, 2), i cui prodotti vanno all’industria manifatturiera, all’industria farmaceutica Intermedi e principi attivi farmaceutici 8,1% Plastica e gomme sintetiche 14,6% e petrolifera, all’agraria, all’alimentazione, ai servizi, all’edilizia e al sistema sanitario. FIG. 1 La chimica di base parte dalla INDUSTRIA Chimica fine e specialistica Fibre chimiche 2,4% trasformazione delle materie prime nei CHIMICA IN ITALIA 41,5% Fertilizzanti 3,2% mattoni dell’industria chimica. Le materie Coloranti e pigmenti 1,5% Gas tecnici 4,0% prime organiche dell’industria chimica Produzione chimica in Altri prodotti di chimica fine e specialità 21,5% sono: petrolio, gas naturale, carbone, scisti Italia per settore; quote Vernici, adesivi % in valore di fatturato e inchiostri 10,2% bituminosi e sostanze naturali. (dati Federchimica, 2013). Le materie prime inorganiche sono: NaCl, CaCO3, S (adesso lo zolfo viene in gran parte dal petrolio e dal carbone), propilene, n-buteni, butadiene, isobutene, prodotti escono dalla chimica (figura 2). Ca3PO4, aria e minerali diversi. A partire isoprene, toluene, xileni, naftalene, La chimica fine(3) è la produzione di da queste materie prime si ottengono pseudocumene e mesitilene. intermedi, materie prime, principi attivi, circa una ventina di prodotti chimici I mattoni inorganici sono: Cl2, NaOH, additivi, ausiliari, coadiuvanti tecnologici, di base (i mattoni della chimica), dai H2SO4, HNO3 , NH3, Na2CO3, Ca(OH)2. enzimi e catalizzatori per diverse quali derivano circa l’85% dei prodotti La chimica di base è la produzione dei industrie chimiche di trasformazione chimici commerciali, su questi è possibile mattoni a partire dalle materie prime, la (chimica specialistica). costruire circa 300 intermedi, che a loro produzione di gomme, plastiche e fibre, la I principi attivi sono sostanze che volta portano sul mercato a circa 30.000 produzione di fertilizzanti, di gas tecnici, nobilitano il prodotto finale impartendogli prodotti. e sostanze inorganiche, fra i quali anche specifiche caratteristiche che rimangono I mattoni organici della chimica preparati coloranti e pigmenti. inalterate in tutti i passaggi successivi. da queste materie prime sono: Dalla chimica di base si passa alla Gli additivi sono aggiunti ai prodotti per H2, CO+H2 (gas di sintesi), etilene, chimica fine e alla chimica specialistica i cui migliorarne le proprietà, o introdurne 38
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 di nuove e/o conservarle nel tempo, rimanendo inalterate nelle trasformazioni MATERIE CHIMICA successive. Gli ausiliari sono sostanze PETROLIO PRIME INTERMEDI FINE aggiunte ai prodotti per facilitarne e DI BASE migliorarne la lavorabilità nei diversi processi di trasformazione, mentre i coadiuvanti tecnologici sono utilizzati PLASTICA dall’industria alimentare svolgono GOMME SPECIALITÀ una funzione particolare nelle fasi di FIBRE produzione e non esplicano nessuna FIG. 2 azione sul prodotto finito. INDUSTRIA La chimica fine si differenzia dalla CHIMICA IN ITALIA chimica specialistica per il fatto che i suoi INDUSTRIA prodotti non sono immessi direttamente Struttura MANIFATTURIERA sul mercato o vanno a industrie industria chimica. esterne alla chimica, ma sono utilizzati essenzialmente da industrie chimiche. linea di demarcazione. In particolare L’Italia è ricca di aziende di formulazione La chimica fine si differenzia, inoltre, dalla fanno parte della chimica fine anche e queste sono quelle più attive e chimica di base per il maggiore valore le industrie produttrici dei principi dinamiche; mentre quelle italiane sono aggiunto dei suoi prodotti, per il minore attivi e degli intermedi farmaceutici, le di medie dimensioni (poche) e di piccole volume di produzione, per l’estrema industrie biotecnologiche, le aziende dimensioni, le aziende straniere sono di differenziazione, per le sintesi realizzate, che producono materie prime e prodotti grosse dimensioni e sono anche quelle in gran parte, in impianti discontinui, attivati per la cosmetica. che si producono gli ingredienti da sole. polivalenti, a bassa temperatura a causa dell’instabilità termica dei reagenti e/o La chimica specialistica (4) è la chimica Il saldo commerciale export/import della dei prodotti e si differenzia anche per che è collocata a valle della chimica fine chimica di base e fibre è fortemente la maggiore complessità delle molecole e che offre i suoi prodotti al consumatore negativo, mentre quello della chimica prodotte. Inoltre, per la chimica fine finale e/o a molti settori industriali esterni fine e specialistica e della chimica per il le materie prime vengono in maniera alla chimica, prodotti che sono costituiti consumo è positivo e il 65% delle aziende significativa, oltre che dal petrolio e da formulati, ossia da una miscela di chimiche italiane operano nel campo dal gas naturale, anche da biomasse. Le ingredienti che in genere sono comprati della chimica specialistica. industrie di questo settore sono piccole da altre aziende e sono utilizzati con I prodotti della specialistica vanno, oltre e medie italiane, mentre le grandi sono operazioni fisiche di miscelazione e che al consumatore, a diversi settori tutte le più importanti industrie straniere anche con qualche trattamento chimico. industriali, ai servizi, al sistema sanitario del settore, le quali sono in gran parte I formulati sono costituiti da uno o più e all’edilizia. I prodotti specialistici sono orientate a vendere i loro prodotti, più che principi attivi che caratterizzano il tipo i seguenti: adesivi, sigillanti, pitture, a produrli in Italia. di prodotto, da diversi additivi (che vernici, inchiostri, cosmetici, profumi, Le imprese operanti in questo settore possono arrivare fino a una decina e detergenti per uso domestico e per associate a Federchimica sono circa 200, che consentono di raggiungere il livello l’industria, disinfettanti, biocidi, prodotti di cui circa il 90% è collocato al nord e prestazionale richiesto, migliorano le sensibili per fotografia, prodotti per la il 75% in Lombardia. La maggior parte caratteristiche intrinseche dei principi salute animale, agrofarmaci, lubrificanti, delle piccole aziende sono specializzate attivi e impartiscono nuove proprietà), prodotti chimici per il settore alimentare, in un solo settore, mentre le medie e le da coadiuvanti (che allungano la vita del coloranti ceramici e abrasivi. grandi in più settori della chimica fine, prodotto), da coformulanti o eccipienti e Ci sono altri settori nella chimica ma anche nella base e nella specialistica. cariche. specialistica come i farmaci da banco, Per ogni settore specifico (detergenti, le specialità medicinali, i biomedicali Una delle caratteristiche della chimica insetticidi ecc.) il tipo di principio attivo e diagnostici, i prodotti chimici per fine è quella di sviluppare i propri utilizzato e il tipo e il numero di additivi l’elettronica, i compositi polimerici e gli prodotti insieme alle aziende utilizzatrici variano a seconda della tipologia d’uso del impermeabilizzanti per l’edilizia. e per questo le aziende produttrici prodotto, del tipo di azienda, che di questa sono collocate vicino a queste aziende. scelta fa un punto di forza, e anche del Ferruccio Trifirò I prodotti della chimica fine possono paese dove sono utilizzati i prodotti (per essere classificati in prodotti a specifica, le diverse legislazioni locali sulla tossicità Presidente Accademia delle Scienze cioè secondo le specifiche commerciali delle sostanze chimiche contenute). dell’Istituto di Bologna (purezza, colore, profilo di impurezze ecc.) e mentre altri vengono venduti a RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI performance, cioè devono soddisfare alcuni requisiti “comportamentali”, quindi 1. Federchimica, www.federchimica.it/docs/default-source/pubblicazioni/chimica- venduti sulla base delle caratteristiche che in-cifre-2015.pdf?sfvrsn=6 essi conferiscono o della loro funzione. 2. Federchimica, www.federchimica.it/docs/default-source/assemblea-2016/ Sono prodotti a specifica i principi attivi pubblicazioni/l-39-industria-chimica-in-italia-2015-2016.pdf?sfvrsn=2 e gli intermedi, mentre una gran parte 3. Ferruccio Trifirò, La chimica e l’industria, 2011, giugno, 100. degli additivi, degli ausiliari e dei conservanti sono a comportamento, anche 4. Ferruccio Trifirò, La chimica e l’industria, 2011, ottobre, 98. se alle volte è difficile avere una chiara 39
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 UN IMPEGNO CONTINUO PER LA SOSTENIBILITÀ L’INDUSTRIA CHIMICA HA GIÀ DA ANNI INTRAPRESO UN CAMMINO VIRTUOSO PER IL RINNOVAMENTO DI PRODOTTI E PROCESSI. IL REIMPIEGO DI MOLTI SOTTOPRODOTTI, GIÀ IN ATTO DA TEMPO, È UN ESEMPIO DI ECONOMIA CIRCOLARE. DALLE MICROALGHE, DAI NANOMATERIALI E DAI NUOVI SOLVENTI LE INNOVAZIONI PIÙ SIGNIFICATIVE. CHIMICA E INNOVAZIONE L a chimica in Italia può vantare una prestigiosa storia che ha contraddistinto e accompagnato lo sviluppo del paese attraverso società dal nome prestigioso: Carlo Erba, Montecatini, Montedison, Rumianca ecc. Imprese a PMI Il panorama del settore è in continua capitale estero evoluzione per rispondere con prontezza 38% alle sollecitazione dei mercati. 38 % Il fatturato ammonta a 52 miliardi di euro – attestandosi al terzo posto europeo dopo Germania e Francia – generato da 2.800 imprese circa che occupano Gruppi 109.000 addetti. La ripartizione (figura FIG. 1 medio grandi 1) è bilanciata tra imprese medio-grandi LA CHIMICA IN ITALIA (24%), imprese a capitale estero (38%), Pmi (38%)1. L’export è tra i più elevati 24% in Europa, secondo sola alla Spagna, con Distribuzione imprese chimiche italiane nel 2014. una crescita nell’ultimo anno del 4%. L’industria chimica italiana è molto vivace ed è il comparto con la più alta quota di imprese innovative, un 71%, contro una media del 45-46% del settore manifatturiero. Gli investimenti in ricerca e sviluppo ammontano a 480 milioni di euro (dato 20141) e coprono sia la chimica più tradizionale, ma soprattutto la chimica da fonti rinnovabili. FIG. 2 L’industria chimica si confronta sempre CHIMICA E RECUPERO più con i concetti di sostenibilità e di SOTTOPRODOTTI rispetto ambientale. Il settore ha già da anni intrapreso un cammino virtuoso per Prodotti da glicerolo il rinnovamento di prodotti e processi, ottenuto da trans esterificazione dei lipidi stimolata non solo da regolamentazioni per produzione Fame internazionali con i suoi recepimenti (Fatty Acid Methyl Esters). nazionali, ma assai spesso anche da scelte di responsabilità autonome. In con l’ambiente circostante e dall’altro si declina in catene produttive nelle Italia l’azione più nota è l’iniziativa qualità e prestazioni dei prodotti. quali il sottoprodotto o lo scarto di Responsible Care arrivata già al 21° anno Entrambi questi ambiti sono oggetto una lavorazione diventano la materia di attuazione. di continua innovazione sia per quanto prima di un processo a valle per tendere attiene il mantenimento delle posizioni virtuosamente allo zero-waste. commerciali acquisite, sia per quanto Un esempio (figura 2) è il reimpiego Sostenibilità ambientale, economia riguarda la penetrazione e acquisizione di del glicerolo che si libera dalla circolare e prestazione dei prodotti nuovi mercati in ottica export. transesterificazione dei lipidi di origine Come si può discutere l’innovazione vegetale con metanolo per produrre L’industria chimica si confronta con nell’industria chimica, che copre il biodiesel Fame (Fatty Acids Methyl due capisaldi per quanto riguarda moltissimi settori merceologici? Esters)2. l’eco-sostenibilità: da una parte gli Un concetto basilare, seppur non Una valutazione quantitativa del “rifiuto” aspetti di ambiente, salute e sicurezza specifico del campo chimico, è l’economia da minimizzare – quello che si potrebbe che interagiscono più direttamente circolare, che nell’industria chimica passare a un’altra lavorazione – è data 40
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 dal fattore E di Sheldon3 che si esprime che in maniera indiretta nel produrre i come massa di sottoprodotti per massa co-reagenti, anche se la reazione (CO2 + Innovazione e sostenibilità dalle di prodotto utile. Questo numero assume co-reagente) è esotermica. Per esempio, microalghe e dai nanomateriali valori che crescono passando dal settore bisogna spendere molta energia per petrolchimico, dove vale acido formico -> è positiva quando ci rivolgiamo alla di 25 (figura 3). Gli sforzi si indirizzano formaldeide -> metanolo; globalmente energie rinnovabili, quali eolico, solare, quindi alla riduzione di ciò che aggrava il bilancio energetico è sfavorevole idrico, marino ecc., oppure quando si la produzione principale, sostituendo anche se le reazioni di riduzione abbia a disposizione dell’energia in eccesso sempre più le reazioni stechiometriche sono esotermiche. Pertanto l’energia prodotta da un processo integrabile. con reazioni catalitiche. necessaria dev’essere disponibile in modo L’esempio paradigmatico è la fotosintesi Un secondo caposaldo è l’efficienza “gratuito” per non avere un bilancio clorofilliana, che è alla base di un energetica: cercare di ottimizzare i di CO2 negativo quando si esamini la continuo e crescente interesse per le processi in modo da minimizzare l’uso trasformazione in termini di Life Cycle tecnologie basate sulla fissazione della dell’energia. Similmente al fattore E, Analysis. CO2 mediante microalghe5. si può definire un indice di efficienza energetica “e” (energia spesa/massa FOTO: ARCH. ANSELL prodotto). Questo approccio ottiene due risultati, entrambi rilevanti: da una parte si abbatte il costo di produzione vero e proprio, dall’altro si riduce l’impatto ambientale, poiché energia spesa significa emissione in atmosfera di gas clima- alteranti, essenzialmente CO2. Un’area di innovazione di grande rilievo è la diversificazione delle materie prime che può apportare notevoli benefici: - sostituzione di composti tradizionali con altri a minor impatto e/o tossicità: dalla sostituzione del fosgene con la CO2, ormai datata, ai nuovi inibitori di corrosione, ai chelanti e ai surfattanti di nuova generazione - minor costi di produzione quando la Kg (sottoprodotto) / Kg (prodotto) nuova materia prima sia più disponibile o sia uno scarto di una qualche lavorazione precedente, come nel caso già citato del reimpiego del glicerolo (figura 2) 25–100 - impiego di fonti rinnovabili che non incidano sulla catena alimentare e non precludano l’uso della terra e dell’acqua 5–50 per usi più nobili; un esempio è la canna FIG. 3 comune (Arundo donax) utilizzata per CHIMICA E RECUPERO la produzione di etanolo di seconda SOTTOPRODOTTI generazione (tecnologia Pro.E.Sa di Mossi & Ghisolfi), impiegato nel settore Fattore E di Sheldon < 0.1 0.1–5 della trazione come biocarburante, ma (massa di sottoprodotti / che potrebbe fornire materie prime per massa di prodotto utile) Petrolchimica Chimica di base Chimica fine Farmaceurica altre produzioni in vari settori chimici. Raffinazione - impiego della CO2, che in senso lato appartiene anche alla categoria dell’uso di materie di scarto. L’impiego del biossido di carbonio necessita di alcuni approfondimenti per l’importante ruolo nel deterioramento ambientale4. Rintrodurre la CO2 nel ciclo produttivo comporta un recupero FIG. 4 di atomi di carbonio e ne evita ulteriori CHIMICA accumuli nell’atmosfera. Due sono le vie E MICROALGHE possibili: la via chimica o la via biologica; in entrambi i casi è necessario spendere Esempi di sistemi di energia, il che può avvenire sia in coltivazione di microalghe maniera diretta nel condurre la reazione, in ponds o fotobioreattori. 41
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 Le microalghe sono molto versatili quanto alle condizioni operative e di crescita; sono molto più produttive per unità di suolo occupato rispetto ad altre coltivazioni che possano portare al medesimo prodotto (per esempio l’olio di palma rispetto all’olio di alga per la produzione di biodiesel). Le tecnologie a microalghe sono già usate per la produzione di nutraceutici, integratori alimentari quali Pufa (Poly Unsaturated Fatty Acids), Omega 3, e produzioni di CHIMICA E INNOVAZIONE nicchia tipo beta-caroteni. Per incrementarne l’attrattività economica, si possono apportare significativi miglioramenti lungo l’intera catena di produzione, partendo dalla selezione dei ceppi algali, la conduzione della reazione in fotobioreattori a disegno avanzato (figura 4), piuttosto che in open pond, per terminare con la sezione di estrazione e purificazione del prodotto. L’estrazione dalle alghe di taluni prodotti (Omega 3) sostituisce l’estrazione da materia prima di origine ittica, con riduzione di costi e miglioramento della purezza, evitando inoltre il depauperamento della fauna ittica stessa. SOLVENTE Si può riprodurre artificialmente la Preferibile Impiegabile Sconsigliato fotosintesi? Una risposta in questo CO2 supercritica Cicloesano Pentano senso viene da DNV-GL, ente di Liquidi Ionici (ILs) Eptano Esano certificazione internazionale, che ha proposto un’interessante combinazione Acqua Toluene Etere diisopropilico di riduzione elettrochimica della CO2 Acetone Metilcicloesano Etere dietilico e energia solare, catturata tramite Etanolo Isoottano Diclorometano pannelli fotovoltaici, per produrre acido formico6. La tecnologia, ancora 2-Propanolo Acetonitrile Dicloroetano embrionale, dimostra la possibilità di 1-Propanolo 2-Me-THF Cloroformio ottenere interessanti risultati attraverso TAB. 1 Etilacetato THF Piridina l’integrazione creativa di energia gratuita CHIMICA Isopropilacetato Xileni Diossano e materie prime di basso valore, operando E AMBIENTE in condizioni blande. Metanolo DMSO Dimetossietano Linee guida per la 1-Butanolo Acido acetico Benzene Un altro grande settore di innovazione è scelta di un solvente più Glicole etilenico Tetracloruro quello dei nanomateriali, la cui “nascita” compatibile con criteri di Alcole tert-butilico sostenibilità. Metiletilchetone di carbonio si fa risalire alle idee di R. Feynman nel 1959. È un settore da anni in { continuo sviluppo che offre notevoli ✓ Gas naturale opportunità, poiché le proprietà delle ✓ Biomasse Materie prime alternative particelle nanometriche7 possono essere ✓ CO2 radicalmente diverse dal materiale ✓ Sottoprodotti in bulk. I settori in cui i nanosistemi { ✓ Sostituzione reagenti pericolosi hanno trovato applicazione sono ✓ Sostituzione sistemi stechiometrici sensori di gas, catalizzatori, celle a Innovazione tecnologica con sistemi catalitici combustibile, dispositivi biomedicali ✓ Nuovi concetti catalitici ✓ Riduzione numero stadi ecc. In Europa sussiste un certo timore { per la sicurezza intrinseca di questi ✓ Intensificazione di processo materiali8. In accordo con Federchimica, ✓ Efficienza energetica Innovazione processo è opportuno che l’Italia “continui ad ✓ Condizioni operative più blande affrontare con vigore lo sviluppo dei FIG. 5 ✓ Nuovi solventi nanomateriali, senza la definizione di { CHIMICA ✓ Nanomateriali normative specifiche che vadano bloccare E INNOVAZIONE ✓ Biomateriali l’evoluzione di questo settore”1, in Nuovi prodotti ✓ Maggiori prestazioni grado di migliorare notevolmente la Linee di innovazione per ✓ Minore tossicità competitività dell’industria e la qualità il settore chimico. 42
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 della vita. Infatti, se attualmente il multidisciplinari, oltre alla capacità Energy Mediterranean Conference REM settore elettronico gioca la parte del di trasferire innovazioni da un settore 2016, Ravenna, 9-10 marzo 2016. leone, si ipotizza una grande crescita all’altro (cross fertilization). 3 R.A. Sheldon, “Atom efficiency and nel settore medicale e farmaceutico: la Ancor più importante appare oggi la catalysis in organic synthesis”, Pure and “nanomedicina” è considerata un passo capacità di gestire l’integrazione, di cui un Applied Chemistry, 72 1233-1246 (2000). epocale che rivoluzionerà gli strumenti elemento di rilievo è l’economia circolare 4 V. Havran, M. P. Dudukovic, C. S. Lo, diagnostici e i sistemi di cura9. citata all’inizio. “Conversion of Methane and Carbon In realtà si devono considerare altri Dioxide to Higher Value Products”, Ind. livelli d’integrazione, non squisitamente Eng. Chem. Res., 2011, 50, 7089–7100. I nuovi solventi chimici, ma che con l’industria chimica hanno a che fare. La transizione 5 S. Judd, L. J.P. van den Broeke, M. Shurair, Y. Kuti, H. Znad, “Algal Un aspetto importante per le reazioni energetica verso un’economia a zero remediation of CO2 and nutrient chimiche è il mezzo di reazione: in carbonio è forse l’aspetto più impattante; discharges: A review”, Water Res., 87 quest’ottica molto si è fatto proponendo si dovrebbe allora analizzare quale sia (2015) 356-366. linee guida per una scelta sempre meno e quale possa essere il contributo della 6 DNV-GL; Carbon Dioxide Utilization, invasiva per l’ambiente; un esempio è chimica italiana al settore energetico, Research and Innovation, Position Paper riportato in tabella 110. considerando la riduzione di gas clima 07-2011. Un’ interessante categoria di solventi alteranti, di uso di materie prime 7 Particelle le cui dimensioni esterne sono è quella dei liquidi ionici (ILs), sali alternative, di riciclo di rifiuti, di recupero comprese tra1 e 100 nm. cf. R. Psaro, M. organici liquidi sotto 100°C a bassissima di siti contaminati. Guidotti, M. Sgobba, “Nanosystems”, tensione di vapore. Le combinazioni di Tutto ciò rende la parola innovazione in Encyclopedia of Life Support Systems cationi e anioni sono enormi per cui si connaturata allo spirito della chimica e (EOLSS), Eolss Publishers, Oxford, 2008, può immaginare di disegnare le proprietà della sua industria. Per celebrare e capire pp. 256-307. degli ILs per obiettivi specifici. quanto l’innovazione sia il motore primo 8 Assessing Nanoparticle Risks to Human Studi recenti stanno aprendo nuovi campi del settore, si deve comprendere che “la Health, Ed. G. Ramachandran, Elsevier, di applicazione quali la separazione di gas chimica è cambiamento: cambia se stessa e Amsterdam, 2016. acidi e l’impiego di ILs come lubrificanti. fa cambiare gli altri… e ha la capacità di 9 Nanomedicine 2020, Contribution of Risulta molto importante, anche in giocare d’anticipo”12. Nanomedicine to Horizon 2020, White questo settore, ridurre il costo del Paper to the Horizon 2020 Framework solvente mediante l’uso di materie prime Stefano Rossini Programme for Research and Innovation. di basso costo, poiché uno dei principali 10 K.Ghandi, “A Review of Ionic Liquids, Presidente Fast, Federazione associazioni ostacoli all’uso esteso degli ILs è stato, ed Their Limits and Applications”, Green and scientifiche e tecniche è tuttora, il costo elevato. Un approccio Sustainable Chemistry, 2014, 4, 44-53. interessante è quello di sintetizzarli da 11 C.Chiappe, A.Marra, A.Mele, “Synthesis zuccheri naturali a buon mercato11. NOTE and applications of ionic liquids derived L’uso di nuovi solventi si inserisce in 1 Federchimica, L’industria chimica in Italia. from natural sugars”, Top.Curr.Chem. un approccio più ampio di conduzione Rapporto 2014-2015. (2010), 295, 177-195. dei processi produttivi in condizioni più 2 M. Aresta, Renewable carbon (CO and 2 12 Adattato da C.Puccioni, Congresso blande. Se l’evidenza più immediata è biomass) utilisation for the transition from the annuale Federchimnica 2016; fonte Il Sole il minor costo operativo e la riduzione linear to a circular C-economy, Renewable 24 Ore, 22/3/2016. dei consumi energetici, le condizioni comportano anche benefici sulla sicurezza nel lavoro, un indice su cui il settore chimico si è impegnato molto e in cui da lungo tempo si stanno ottenendo risultati di estremo rilievo. Gli infortuni sul lavoro nel settore chimico1 (9.4 numero di infortuni per milione di ore lavorate) sono inferiori alla mediana del settore manifatturiero (18.7). La complessità dell’industria chimica, trasversale a molti settori manifatturieri in cui gioca un ruolo di key enabler, è riflessa nella vastità delle tematiche di R&D. La figura 5 riassume in forma schematica le principali linee di innovazione, delle quali si è discusso in questa breve sintesi. Ciascuna delle tematiche richiederebbe molto più spazio di quanto sia stato qui dedicato. Si possono comunque identificare alcune linee portanti quali la trasversalità degli approcci, che necessitano di approcci e competenze 43
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 LA CHIMICA CIRCOLARE DAL PASSATO AL FUTURO LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE HA COSTRETTO I CHIMICI A IMPEGNARSI NELLA CHIMICA CIRCOLARE PER IL RIUSO DEGLI SCARTI DEI PROCESSI, PROPRIO A CAUSA DEI DANNI E DEI DISAGI AMBIENTALI CHE ALCUNE SOSTANZE DI SCARTO GENERAVANO. L’ECONOMIA CIRCOLARE È POSSIBILE SE SI ACCETTA CHE NON È POSSIBILE UN PROCESSO “ZERO RIFIUTI” O “ZERO ENERGIA”. CHIMICA E INNOVAZIONE I n qualsiasi processo o reazione Act del 1863, che imponeva alle fabbriche FOTO: ARCH. NUTLEY HISTORICAL SOCIETY chimica, al fianco delle materie di soda di evitare le emissioni inquinanti. utili, si formano sempre altre Dapprima gli imprenditori furono sostanze gassose, liquide e solide che costretti a raccogliere l’acido cloridrico rappresentano residui o scorie o rifiuti in acqua entro dei barili, fino a quando e che devono essere messi “da qualche Weldon (1873) inventò un processo per parte”. All’inizio della rivoluzione trasformare l’acido cloridrico in cloro, la chimica questi rifiuti venivano scaricati nuova merce che cominciò la sua marcia nell’aria, nelle acque o sul suolo; se trionfale (e controversa) nell’industria. si trattava di sostanze puzzolenti o L’acido cloridrico diventava così “materia dannose la loro immissione nell’ambiente seconda” per un altro ciclo produttivo. provocava la protesta delle popolazioni L’inquinamento dovuto ai fanghi di e delle autorità. Da qui l’interesse per solfuro di calcio fu risolto da Claus cercare di evitare i danni ricavando dai (1882) con un processo in grado di usarli rifiuti qualcosa di utile. come “materia seconda” per un ciclo Uno dei primi esempi si è avuto all’alba che, mediante ossidazione, consentiva di dell’industria chimica. Nelle fabbriche recuperare anidride solforosa da usare che producevano acido solforico per per la produzione di acido solforico, una reazione dello zolfo e del costoso salnitro delle materie prime dello stesso processo nelle camere di piombo, gran parte degli Leblanc. ossidi di azoto che si liberavano nella Comunque i due processi arrivarono reazione andavano perduti nell’aria, con tardi perché nel frattempo Solvay (1864) effetti inquinanti. Gay-Lussac (1827) aveva inventato un altro processo che propose di recuperare in una torre i gas produceva il carbonato di sodio con un nitrosi per rimetterli in ciclo, rendendo rifiuto costituito da cloruro di calcio, che forniva varie frazioni di interesse molto più “economico” (anche in termini ingombrante e scomodo da smaltire, ma commerciale; i liquidi più volatili sono di soldi) il processo. meno dannoso dei rifiuti del processo stati impiegati come solventi per la Leblanc, e per il quale fu trovato un gomma (1818) e come sostanze adatte ad impiego nello spargimento sulle strade essere trasformate in coloranti sintetici Le “materie seconde”, processi per ritardare la formazione del ghiaccio (1856), esplosivi (1863), medicinali. messi a punto già nell’Ottocento dalla neve. La frazione dell’olio di creosoto si è rivelata utile per impermeabilizzare il L’acido solforico era necessario per La distillazione secca del carbone fossile legno (1838) e in particolare le traversine produrre la soda artificiale, l’agente ha messo a disposizione delle città il ferroviarie (1849); la frazione residua lavante che sostituiva la soda ricavata gas illuminante (1801) e quindi la luce conteneva molecole aromatiche utili per dalle ceneri delle piante e delle alghe. artificiale. Prima di essere immesso sintesi organiche e, alla fine, si prestava Leblanc (1793) aveva messo a punto nelle reti di distribuzione il gas veniva per rendere meno polverose le strade. un processo che cominciava con il lavato per eliminare l’ammoniaca, un trattamento del sale con acido solforico contaminante corrosivo difficile da e liberazione di acido cloridrico, per smaltire fino a quando si è scoperto decenni scaricato nell’atmosfera con che, trattandola con acido solforico, Chimica circolare anche danni alla salute e alle coltivazioni. se ne poteva ricavare un utile concime dall’industria agroalimentare Il solfato di sodio veniva poi trattato con artificiale azotato (1870). calce e carbone; insieme al carbonato I vapori che si formavano insieme al Anche molti rifiuti o scarti dell’industria di sodio si formava un fango di solfuro gas illuminante venivano condensati in agroalimentare sono stati trasformati in di calcio che era lasciato in discariche acqua e formavano un residuo catramoso, merci utili mediante processi chimici. all’aria aperta da cui si liberava idrogeno dapprima buttato via e inquinante. Si possono ricordare la produzione di solforato puzzolente e nocivo. È diventato una materia seconda concimi fosfatici per trattamento con Le proteste popolari hanno costretto il quando è stato inventato un processo acido solforico delle ossa che residuano Parlamento britannico a emanare l’Alkali di distillazione del catrame (1785) nei macelli (1840) o l’estrazione delle 44
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 all’incenerimento dei supporti solidi e alla FOTO: PAUL RAPHAELSON successiva rifusione e separazione dei vari elementi presenti con raffinate tecniche chimiche di frazionamento. I progressi dell’economia circolare dipendono dallo sviluppo di una chimica analitica dei rifiuti, un capitolo forse poco attraente, ma di certo molto promettente; del resto gli stessi processi di recupero di materie utili dai rifiuti hanno contribuito al progresso di molte conoscenze chimiche. La rifiutologia, una nuova disciplina? L’economia circolare permette di essenze dalle bucce di agrumi residue Dal 1870 l’olio è stato estratto dalle sanse diminuire sprechi (di materia e di denaro) della produzione di acido citrico. dapprima col solfuro di carbonio, poi e di evitare danni ambientali, ma sotto Il melasso, il residuo dell’estrazione dello con il meno pericoloso esano; l’olio di due vincoli. Il primo è che qualsiasi passo zucchero dalle barbabietole, contiene sansa, impiegato originariamente per la avanti verso la chiusura di qualche ciclo ancora circa il 15 % dello zucchero produzione di sapone, è stato ottenuto produttivo non porta a “zero rifiuti”, iniziale della barbabietola ed è stato anche di qualità adatta all’uso alimentare. perché anche i processi virtuosi generano originariamente buttato via o usato Se si pensa che della biomassa vegetale e scorie, pur differenti dai rifiuti trattati; come mangime. Steffen negli Stati Uniti animale prodotta dall’agricoltura e dalla il secondo vincolo è che qualsiasi azione (1883) e Battistoni in Italia (1906) hanno zootecnica, dell’ordine di alcuni miliardi di economia circolare è resa possibile scoperto che lo zucchero può essere di tonnellate all’anno nel mondo, circa dall’impiego di energia che a sua volta estratto diluendo il melasso con acqua due terzi sono costituiti da residui che si ottiene generando scorie e rifiuti. e aggiungendo alla soluzione idrato di al più ritornano nel terreno, si vede che Purtroppo la natura non dà niente gratis. calcio o di bario; si formano i rispettivi siamo di fronte a grandissime quantità di Siamo di fronte a un capitolo della “saccarati” che sono poi filtrati, sospesi materia organica trasformabile in merci chimica che ha lontane radici ed è in acqua, decomposti con anidride utili con tecniche microbiologiche e destinato a continua espansione e carbonica; dalla filtrazione dei carbonati chimiche, in parte già note e abbandonate innovazione; una volta per ridere dissi insolubili si ottiene una soluzione di per la concorrenza dei processi che che un capitolo della mia disciplina, la zucchero. producono le stesse merci partendo dal merceologia, avrebbe dovuto occuparsi di petrolio. … “rifiutologia”, ma forse non scherzavo Un altro esempio di “chimica circolare” è neanche tanto. offerto dal recupero di olio dalle sanse, il Più difficile il recupero di materie residuo che si forma dopo la spremitura utili presenti in piccole quantità in Giorgio Nebbia dell’olio dalle olive e che contiene ancora rifiuti complessi, come quelli delle circa il 10-15 % dell’olio originale. In un apparecchiature elettroniche, contenenti Professore emerito di Merceologia primo tempo le sanse venivano buttate oro, platino, metalli delle terre rare, Università di Bari via, bruciate o disperse nel terreno. cobalto eccetera. In generale si procede 45
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 “CHIMICO” È UNA PAROLACCIA, MA “CHEMICAL FREE” NON ESISTE LA PAROLA “CHIMICO” HA IN GENERALE UN SENSO NEGATIVO ED È UNA PAROLACCIA. “CHIMICO” È PROIBITO, MENTRE “CHEMICAL FREE”, SENZA CHIMICA, PARE SIA UNA QUALITÀ RICHIESTISSIMA. EPPURE TUTTO È CHIMICA. PER CAMBIARE QUESTA PERCEZIONE DEVONO CAMBIARE LA CHIMICA, I CHIMICI E IL MODO DI COMUNICARE. CHIMICA E INNOVAZIONE T utti noi sappiamo che la parolaccia è culturalmente e a volte eticamente scorretta, ma di fatto è ipocritamente usatissima. La chimica ha un preciso rapporto con le parolacce, nel senso che il termine chimico è praticamente l’unico aggettivo che riguardi una disciplina scientifica che sia usato in senso negativo: fisico, matematico non hanno una connotazione negativa; biologico è perfino sinonimo di cosa intrinsecamente buona; chimico ha un senso negativo ed è, di fatti, una parolaccia. E come tutte le parolacce, chimico è proibito, formalmente, ma di fatto è usatissimo. Senza la chimica non si cantano messe, ma chemical free, senza chimica, pare sia una qualità richiestissima, nel cibo, nell’arredamento, nell’edilizia e in moltissimi altri casi. Nature si è potuta permettere un articolo ironico sul chemical free: un elenco aggiornato di materiali “senza chimica” che era una pagina bianca: ovviamente! Il chemical free non solo non esiste, ma non può esistere. Ma questa è una magra https://ilblogdellasci.wordpress.com/ consolazione; per la comunità chimica italiana e per tutte le comunità chimiche evincere dai dati Istat del censimento Alcuni dati singoli possiamo estrapolarli del mondo; ironizzare sul termine 2011, l’ultimo disponibile. In Italia ci da altre fonti: i docenti universitari dei chemical free non risolve il problema, al sono poco meno di 6 milioni di laureati, settori chimici non superano le 1000- massimo appaga l’ autostima del lettore di cui 4.3 impegnati in attività lavorative; 1500 unità, mentre i chimici docenti di chimico; è chiaro che occorra fare di più. di questi si può stimare dai dati correnti scuola media superiore, se applichiamo Ma come? sulle lauree, sempre di fonte Istat, che la regola del 2%, non sono più di 5-6000; Forse la soluzione del problema passa non più del 1.5-2% sia chimico (al infine gli iscritti agli ordini sono meno di per una diversa organizzazione dei massimo 3-4% se consideriamo chimico- 10.000: queste stime sono in sostanziale chimici, attraverso diversi rapporti fra farmaceutico insieme), quindi stiamo accordo con le precedenti e ci aiutano a i componenti della comunità chimica parlando spannometricamente di 100.000 capire una serie di conseguenze di questa e fra questa comunità e il resto della persone; non ho invece stime per i situazione. popolazione, diversi da quelli che diplomati (mi si scusi la approssimazione esistono attualmente. Il nostro paese è ma cerco solo un ordine di grandezza). Chi è il principale attore istituzionale un buon esempio di come le cose stiano Come sono inseriti nel mondo del della comunicazione “chimica”? in quei paesi che giocano un ruolo lavoro? Almalaurea che ha condotto L’industria, e quindi in Italia nella produzione chimica mondiale, una inchiesta di questo tipo (anche se Federchimica; non a caso i documenti produzione che si sta comunque vecchia di 10 anni ormai) concludeva che più importanti o numerosi sul tema sono esternalizzando, spostando in quelli che il grosso dei chimici lavora nell’industria scritti da Federchimica che è fortemente una volta erano paesi emergenti. chimica e nell’industria in genere, oltre il presente sul fronte comunicativo del 70%, mentre solo il 10% svolge un ruolo grande pubblico, che possiede una ottima Quanti sono i chimici italiani? Non di consulente o attività professionale e pagina web e che sfrutta i media e la rete mi è riuscito di trovare una statistica un altro 10% lavora nell’istruzione o nel con abilità professionale, con comunicati specifica e ufficiale, ma una stima si può resto del terziario. e ricerche anche interessanti, ma pur 46
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 questo problema: il riconoscimento Cambiare la chimica, comune del ruolo centrale della chimica, cambiare modo di comunicare che, come la matematica, “è serva e padrona di tutte le scienze”; questo fa si La questione principale però è che non c’è che nelle mille occasioni in cui la chimica un attore “indipendente” e nel contempo interagisce con il mondo e la società, se autorevole che possa entrare in gioco sui nessuno ne prende le difese o ne spiega in problemi quotidiani di un uso sempre dettaglio il ruolo effettivo, qualcun altro più importante e perfino invasivo della entri, e spesso a gamba tesa, sul tema. chimica; nell’epoca dell’Antropocene, Si potrebbe essere tentati di rompere del buco dell’ozono, del global warming, i contatti con il sistema produttivo, dell’inquinamento oceanico da plastica e chiudersi nella torre d’avorio, ma sarebbe in un paese in cui la storia della chimica sbagliatissimo. Al contrario, i chimici industriale ha fatto (e continua a fare) devono porsi sempre più il problema vittime per 10.000 chilometri quadrati di di cambiare il sistema produttivo territorio irrecuperabile o difficilmente dell’Antropocene, mettendo a punto recuperabile (il 3% del totale!) – con prodotti e processi che facciano il bene intere città come Brescia inquinate generale dell’intera umanità e non solo irreversibilmente – colpisce che di fatto il bene dell’industria: chemistry is for all, il grosso della comunicazione chimica sia come ha scritto Philip Ball, a proposito “fai da te”. del nome da attribuire a uno dei 4 sempre di parte, condizionati dagli Di fatto tutti parlano di chimica, spesso elementi aggiunti di recente al sistema interessi produttivi e di profitto. senza averne la competenza, ma avendone periodico. la necessità e gli attori istituzionali non Non si può lasciare il discorso L’industria chimica italiana sconta ne reggono il passo: i giornali, le TV, dell’economia circolare, della sostenibilità, anche uno storico problema, quello della le grandi associazioni ambientaliste, della riciclabilità all’industria come dimensione media relativamente bassa; le associazioni dei consumatori sono tale; l’industria ricicla quando e come ciò stimola da una parte la penetrazione certamente attori di riguardo, ma solo le fa comodo, qua si tratta di cambiare di capitale estero, ma produce anche raramente un chimico gioca un ruolo completamente modo di produrre contraddizioni significative. L’anno scorso significativo al loro interno, mentre di riconoscendo prima di tutto i limiti si è ventilato ripetutamente l’abbandono fatto e spesso parlano di chimica molti fisici del pianeta e i chimici sono già in della chimica da parte di Eni, e quindi non-chimici che a volte fanno errori prima fila; ma per farlo devono anche la vendita del principale attore chimico grossolani, non solo nei titoli dei giornali prendere la comunicazione nelle proprie italiano, Versalis. Anzi la svendita se (il nitrogeno al posto dell’azoto ci ha mani. Se “la chimica è per tutti”, la sua si pensa che la stima non superava il sinceramente stufato!). comunicazione deve essere autorevole e miliardo di euro, una cifra che assimilava indipendente. Versalis al valore del Milan (il club calcistico), di cui nel medesimo momento Ma perché anche i non-chimici si si discutevano le sorti, e questo in presenza cimentano a parlare di chimica? Questo Claudio Della Volpe di investimenti storici per cifre nettamente avviene perchè di fatto la chimica è Professore associato di Chimica fisica superiori e di un ruolo strategico scienza centrale e la comunicazione applicata, Università di Trento nell’industria italiana complessiva. ha “orrore del vuoto”; come ha scritto Pietro Greco in occasione dell’anno In ordine di decrescente importanza internazionale (2011) i chimici hanno esistono poi altri attori comunicativi: questo elemento di forza, ma anche gli Ordini professionali, sia territoriali che sotto la forma del Cnc (Consiglio nazionale dei chimici), che possiedono una rivista e una pagina web, e la Società chimica italiana, che si è recentemente associata alla pubblicistica degli Ordini per motivi principalmente economici, ma anche per una genuina voglia di fare unione e forza. Ne è conseguita una distribuzione congiunta delle due storiche riviste Il chimico italiano e La chimica e l’industria che raggiungono così direttamente i circa 13.000 iscritti complessivi. Ci sono poi una serie numerosa di pagine web, piccole riviste, ormai principalmente non cartacee, associazioni culturali che ambiscono a un ruolo nazionale (ricordo fra le altre Chimicare) e il blog della Sci, che mi onoro di coordinare (ma il cui nome sembra non piaccia a tutti). www.chimicare.org 47
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 NON PIÙ SPORCA E CATTIVA, LA CHIMICA DOPO SEVESO A 40 ANNI DALL’INCIDENTE DI SEVESO L’INDUSTRIA CHIMICA HA DIMOSTRATO DI SAPER CAMBIARE. MA NON BASTA AVER RIDOTTO L’INQUINAMENTO DA PROCESSO. OGGI È NECESSARIO RIDURRE DRASTICAMENTE L’INQUINAMENTO DA PRODOTTO, COME DIMOSTRA AD ESEMPIO IL PROBLEMA DEI MICROFRAMMENTI DI PLASTICA DISPERSI NELL’AMBIENTE. CHIMICA E INNOVAZIONE A lle 12:37 del 10 luglio 1976, FOTO: ARCH. ARPAE quarant’anni fa, cambiò definitivamente l’immagine della chimica. Intesa come industria, ma anche un po’ come scienza. Era di sabato. E un guasto al reattore A101 delle Industrie chimiche Meda Società Azionaria (Icmesa) sprigionò al confine tra i comuni di Meda e di Seveso, in Lombardia, una nube di tetraclorodibenzodiossina (tcdd), nota semplicemente come diossina. La sostanza era, tecnicamente, un defoliante. Ma, con il nome di Agent Orange, l’esercito americano l’aveva utilizzata a partire dal 1961 e fino all’anno prima, il 1975, in Vietnam come arma chimica. Si sapeva che la diossina provoca diverse malattie, dall’irritazione della pelle alle malformazioni nei neonati (dal 1997 la tcdd è classificata anche come 1 cancerogeno). Ma i dirigenti dell’Icmesa per una settimana tennero nascosta la prima che potessero nascere. Ma fu Care, per esempio, le emissioni di gas notizia, che si diffuse solo quando gli Seveso – con migliaia di capi di bestiame serra dell’industria chimica sono crollate effetti sulla pelle dei residenti nelle zone abbattuti e migliaia di persone costrette dalle 29,9 milioni di tonnellate di CO2 esposte la resero evidente. a lasciare le loro case chissà per quanto equivalenti del 1990 alle 11,2 del 2013: – che guastò definitivamente l’immagine una diminuzione del 62,5%. La chimica aveva accompagnato lo dell’industria chimica. Quando poi, otto Certo, tutte le emissioni italiane sono sviluppo tecnologico in Europa fin anni dopo, nel 1984 a Bhopal in India diminuite (da 521 a 437 milioni di dalla seconda parte del XIX secolo, una nube di cianuro (di isocianato di CO2 equivalenti), ma l’incidenza sul conferendogli quell’aura di innovazione metile, per la precisione) fuoriuscì dagli totale dell’industria chimica si è più che desiderabile che molti chiamavano impianti della Union Carbide e uccise dimezzato: dal 5,7% al 2,6%. Questa progresso. Chi non ricorda Gino oltre cinquemila persone, si toccò il drastica diminuzione non è dovuta solo Bramieri, alla fine degli anni 50, mentre, fondo. e non è dovuta tanto alla diminuzione con volto ridente appunto, avvisa le e/o al cambiamento della produzione. massaie dell’arrivo di una nuova plastica dura e tutta italiana (il polipropilene L’industria chimica, scrisse Rossana L’Indice di emissione specifico misura le isotattico): “Inconfondibile, leggera Rossanda, è irriformabile. emissioni a parità di prodotto. Ebbene, resistente. Ma signora guardi ben che sia Non era vero. Anche l’industria chimica nell’industria chimica italiana questo fatta di Moplen”? – con l’aiuto decisivo della scienza indice segnala una diminuzione del La prima ferita a questa immagine chimica – può raggiungere standard di 55,7%: il che significa che l’industria di gioioso progresso guadagnatasi sostenibilità. Basta volerlo. E per volerlo chimica ha imparato come si risparmia della chimica venne nel 1963, quando c’è bisogno di una rivoluzione culturale. energia e come si utilizzano fonti meno l’americana Rachel Carson pubblicò The Una rivoluzione che è, in parte, avvenuta. inquinanti (è passata dal petrolio al Silent Spring: la primavera resa silenziosa Anche grazie a quella “legge Seveso” che metano come fonte energetica). dall’uso di composti chimici nei campi fu emanata all’indomani dell’incidente Un successo addirittura maggiore è che uccidevano nel guscio gli uccelli dell’Icmesa per ridurre il “rischio stato ottenuto anche in altre settori: le chimico”. Tanto che oggi l’industria emissioni di anidride solforosa (SO2), per chimica italiana può dimostrare, numeri esempio, sono diminuite del 98,6% nel alla mano, che inquinare di meno si può. 2014 rispetto al 1989. 1 "Manta" utilizzata per il monitoraggio Secondo i dati resi noti da Federchimica Ma anche negli ultimi anni la tendenza della presenza di microplastiche in mare. con il XXI rapporto annuale Responsible è al ribasso: l’Indice delle emissioni 48
ECOSCIENZA Numero 4 • Anno 2016 due anni le emissioni specifiche sono problema. Anzi, un problema in aumento. leggermente aumentate (del 2 o 3%). Recenti ricerche hanno dimostrato che, Infine i rifiuti solidi: al netto di quelli rilasciata nell’ambiente, la plastica tende provenienti dai siti di bonifica per a ridursi in microframmenti che entrano lo smaltimento, i rifiuti prodotti nella catena alimentare, accumulandosi dall’industria chimica stanno lentamente in diversi tessuti di pesci e di altri animali diminuendo: da 1,05 milioni di tonnellate marini e possono risalire fino all’uomo. nel 2012 a 0,98 milioni nel 2014. Non basta che l’industria della plastica Ma il dato interessante è che il 56,7% sia mono inquinante durante il processo di questi rifiuti vengono recuperati e di produzione. Occorre produrre meno riutilizzati. plastica e/o nuovi materiali che abbiano Tutti questi numeri vengono da un impatto decisamente minore sugli Federchimica e sono il consuntivo ecosistemi. Insomma, non basta il motto autocertificato di un impegno reale. della chimica verde “fare sempre di più con L’industria chimica italiana ha dimostrato sempre meno”. Occorre cambiare ottica: che non era affatto irriformabile. “fare di meno o comunque in modo tale da E che coloro che, all’indomani di Seveso, generare un minore impatto sull’ambiente”. dicevano si può fare produzione senza Questa è la nuova frontiera. E non specifiche, per esempio, segnala una necessariamente inquinare non erano dei abbiamo certo bisogna di una nuova diminuzione delle emissioni di anidride visionari. Seveso per diventarne consapevoli. solforosa del 27,9% nel 2014 rispetto a soli due anni prima, il 2012. Non tutto il problema dell’impatto Pietro Greco Allo stesso modo sono diminuite del chimico sull’ambiente, tuttavia, è risolto. 90,9% le emissioni di ossidi di azoto Dopo aver risolto abbastanza il problema Giornalista e scrittore (NOx), sempre nel 2014 rispetto al 1989. dell’inquinamento da processo, ciò che Con un Indice di emissioni specifiche resta da fare, probabilmente, è ridurre NOTE calato del 20% rispetto al 2012. Anche l’inquinamento da prodotto. Pietro Greco, laureato in chimica, collabora l’inquinamento delle acque causato In altri termini, l’industria chimica deve con numerose testate ed è tra i conduttori dall’industria chimica è diminuito. iniziare a produrre beni con un impatto di Radio3 Scienza. Collabora con numerose La domanda chimica di ossigeno minore sull’ambiente. università nel settore della comunicazione generata dagli scarichi delle industrie Facciamo un esempio. L’industria delle della scienza e dello sviluppo sostenibile. È socio fondatore della Città della Scienza e chimiche è diminuita del 77,4% rispetto materie plastiche, per esempio, ha membro del Consiglio scientifico di Ispra. al 1989; e le emissioni di azoto del 71,9%. diminuito certamente le sue emissioni In questi due ultimi casi, però, sembra si inquinanti. Ma la plastica dispersa Articolo pubblicato su Micron online, la rivista sia arrivati a un plateau. Anzi, negli ultimi nell’ambiente continua a essere un di Arpa Umbria. 40 ANNI DOPO SEVESO SU MICRON E AmbienteInforma In occasione del 40° anniversario Gli articoli su AmbienteInforma dell’incidente all’Icmesa di Seveso sia n.6, 30 giugno 2016 Micron – la rivista di Arpa Umbria – sia AmbienteInforma, newsletter del 40 anni dall’incidente Icmesa in Lombardia, l’evoluzione delle Sistema nazionale a rete di protezione direttive Seveso e delle autorizzazioni ambientali dell’ambiente (Snpa), hanno dedicato ampio spazio al tema del dopo Seveso, Quarant’anni di “Seveso” in Piemonte dalla normativa sugli impianti a rischio di incidenti rilevanti (RIR) alla distribuzione Seveso III.O e Seveso-Query, nuovi applicativi per mappare il degli impianti nelle singole regioni, in relazione alle diverse rischio industriale soglie di rischio. Rischio industriale, modificata la legge dell’Emilia-Romagna Micron online Seveso, tra misteri della Repubblica e confessioni tardive Stabilimenti a rischio di incidente rilevante in Toscana di Walter Ganapini, direttore generale Arpa Umbria Fra ritardi e silenzi, solo una partigiana friulana, medico e In Campania sono 72 le aziende a rischio di incidente rilevante ambientalista si intestardì per capire cosa fosse accaduto a Seveso e cosa occorresse fare per limitare i rischi per Tutti i numeri di AmbienteInforma sono disponibili online. le popolazioni. Il ricordo di chi ha vissuto da vicino quella Il notiziario si può ricevere per email previa iscrizione esperienza e la battaglia di verità proseguita, in sostanziale attraverso il banner presente sui siti delle Agenzie ambientali e solitudine, da Laura Conti. di Ispra Seveso, quando la chimica è diventata cattiva di Fabio Mariottini, direttore responsabile di Micron È il primo disastro ecologico di imponenti dimensioni nel nostro paese. Una vicenda che ha reso evidente, in maniera inequivocabile, la sperequazione dei rapporti tra industria e territorio, sottolineando quali fossero le basi sulle quali poggiava la nostra crescita. Quella di Seveso è ancora oggi, innanzitutto, una storia di ordinaria ingiustizia. 49
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