La Puglia premiata (a pagamento) a New York con il 2019 Award of Excellence
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La Puglia premiata (a pagamento) a New York con il 2019 Award of Excellence di Federica Gagliardi Il ‘Travel Show‘, la manifestazione espositiva del turismo organizzata a New York dal quotidiano New York Times , ha premiato ‘Pugliapromozione’ con il ‘2019 Award of Excellence’, nella categoria ‘Best New Exhibitor’, tra centinaia di espositori internazionali. Lo ha reso noto con un comunicato la Regione Puglia evidenziando che a dare il premio alla Puglia è stato Brad Kolodny, il direttore commerciale del gruppo NY Times. Nello stand di Pugliapromozione, in cui erano esposte le immagini più suggestive di paesaggi e monumenti pugliesi, Kolodny ha portato anche il numero del New York Times sulla cui prima pagina campeggia la foto di Monopoli (Bari), città scelta dal quotidiano americano come emblema per il servizio sulle 52 destinazioni suggerite per il 2019. “Siamo orgogliosi , questo riconoscimento ci sprona a fare sempre di
più e meglio per la crescita della destinazione nel mercato americano che rappresenta oggi il primo mercato extra-Ue per la Puglia” ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone la quale nel proprio comunicato addirittura “copia & incolla” quanto appare sul sito della manifestazione, aggiungendo “si riscontra sui media americani più prestigiosiuna grande attenzione ( a pagamento n.d.r.) per la Puglia, le sue masserie/resort, il cibo pugliese, i paesaggi rurali, i borghi e le cattedrali, le tradizioni. Le potenzialità, quindi, sono straordinarie per la Puglia, anche perché gli arrivi che si concentrano da maggio a settembre. Importante è anche la collaborazione che stiamo realizzando con le associazioni dei Pugliesi nel Mondo che in America sono molto attive. Il fenomeno del turismo delle radici è in costante crescita fra le comunità dei Pugliesi d’America e la crescente notorietà della Puglia al di là dell’oceano Atlantico, spinge numerosi italo-americani a intraprendere tour delle radici nei comuni di origine” Nel comunicato inoltre si sostiene e legge che al ‘Travel show‘ del New York Times lo staff di Pugliapromozione ha incontrato tantissimi operatori della travel industry, giornalisti, influencer e blogger. La Puglia, secondo il comunicato della Regione, ha affascinato i visitatori con una doppia esibizione di musica dal vivo e pizzica a cura del Canzoniere Grecanico Salentino. Il tutto allietato dalla degustazione di pregiati vini pugliesi bianchi, rosati e rossi. Per il mercato Usa, la Puglia rappresenta un luogo di relax, capace di coniugare mare, attività ed eventi sportivi, e itinerari artistici e culturali, con un ventaglio di proposte che spaziano dall’enogastronomia, al wellness, all’escursionismo. I turisti americani sono cresciuti moltissimo negli ultimi anni in Puglia, con un vero e proprio raddoppio negli arrivi dal 2010 a oggi (+108% gli arrivi e +85% le presenze). Gli Usa rappresentano il terzo mercato che cresce di più anche nei primi sette mesi del 2018, dopo Paesi Bassi e Polonia. Gli Stati Uniti sono cresciuti moltissimo negli ultimi anni, con un vero e proprio raddoppio negli arrivi dal 2010 a oggi (+ 108% gli arrivi e + 85% le presenze); rappresentano il terzo mercato che cresce di più anche nei primi sette mesi del 2018, dopo Paesi Bassi e Polonia . Dell’ Italia nessuna traccia, nessun dato. Secondo Pugliapromozione l’agenzia turistica regionale pugliese che opera grazie ai finanziamenti europei con una marea di contratti di consulenza, le potenzialità, quindi, sono straordinarie per la Puglia,
anche perché gli arrivi che si concentrano da maggio a settembre. Importante secondo il comunicato stampa di Puglia Promozione è anche il del turismo delle radici, in costante crescita fra le comunità dei Pugliesi d’America che avrà una ulteriore sviluppo con la “collaborazione” messa in atto dalla Regione Puglia con le Associazioni dei Pugliesi nel mondo. Abbiamo scoperto che Pugliapromozione ha previsto un budget di 200 mila euro con un avviso pubblico rivolto alle Associazioni dei Pugliesi nel mondo per farsi promotrici di proposte (eventi da 15 mila euro ciascuno) per la valorizzazione della Puglia all’estero e in Italia. Gli eventi, che si svolgeranno da fine febbraio fino a dicembre 2019, ruoteranno intorno all’enogastronomia, con iniziative di promozione, animazione e spettacoli dal vivo, rigorosamente con il brand Puglia. Ciascun evento potrà ottenere un finanziamento fino a 15 mila euro. E quindi più che di collaborazione sarebbe più corretto parlare di “contributi pubblici”. Quello che inoltre la Regione Puglia non dice e tantomeno quantifica, è la circostanza imbarazzante che la Regione Puglia abbia “sponsorizzato” (quindi elargito una sponsorizzazione economica) alla manifestazione del New York Times qualificata “sponsor di bronzo” come si evince nella homepage del sito, comprando inoltre spazi pubblicitari sul prestigioso quotidiano newyorkese. E paradossalmente anche sulla pagina ufficiale della manifestazione sui social network (vedi QUI) non c’è alcuna traccia della proposta pugliese. Mentre invece è bene in evidenza quella della Regione Campania.
Le uniche foto della presenza pugliese alla manifestazione newyorkese sono quelle presenti solo sulla pagina Facebook di Puglia Promozione ( vedi QUI) dove si sostiene che “La Puglia fa innamorare gli americani. Qualche settimana fa The New York Times la consigliava tra le destinazioni da scegliere nel 2019″. Chiaramente tutto previo pagamento pubblicitario. E a Bari negli uffici della Regione Puglia la chiamano anche informazione….! Incredibilemente sul sito di Puglia Promozione appare la comunicazione che “Accogliamo e diamo ospitalità a giornalisti, troupe televisive, radiofoniche e cinematografiche, buyer, tour operator e agenti di viaggio, MICE manager, e ogni stakeholder a cui vogliamo far conoscere
gli attrattori turistici del territorio e l’offerta di settore in Puglia” dimenticando e calpestando le normative deontologiche previste dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti che vietano ai giornalisti di accettare viaggi ed ospitalità. Concorso universitario. Il premier Conte prima fa rinviare il concorso "ad hoc" ma dopo rinuncia ROMA – Il quotidiano americano New York Times in riferimento alla partecipazione di Giuseppe Conte al concorso per diventare professore di diritto privato all’Università La Sapienza di Roma, con un suo titolo si era chiesto: ““Il primo ministro italiano sta cercando un lavoro di riserva?” . “Giuseppe Conte – scrive il NYT – trovandosi a ricoprire un incarico tradizionalmente precario, ha cercato di evitare di mettere tutte le sue uova in un paniere professionale perseguendo una posizione di riserva come insegnante in un’università di Roma. La svolta: il paniere in questione è il governo italiano. E Conte è il premier“.
“La notizia della scorsa settimana – prosegue l’autorevole quotidiano americano – che il signor Conte sta continuando a perseguire un lavoro di emergenza, nonostante sia diventato primo ministro della quarta economia d’Europa, non ha esattamente ispirato fiducia in un governo populista e anti-establishment che molti in Italia vedono come una grave minaccia per l’Unione europea. E il piano di riserva per un ritorno all’Università di Conte è solo l’ultimo episodio di alcune settimane scomode per la coalizione di governo“. Il New York Times fa riferimento al crollo del ponte Morandi di Genova il mese scorso che “ha rilevato una spaccatura ideologica nella coalizione tra la Lega, favorevole alla privatizzazione, e il Movimento Cinque Stelle, che ha chiesto allo Stato di prendere possesso di importanti progetti infrastrutturali“. A seguire, il nuovo attacco hacker ai danni della piattaforma Rousseau del M5s, che ha sollevato ancora una volta forti criticità sulla sicurezza ed affidabilità di un portale utilizzato dal partito per i voti interni. E ciliegina sulla torta, la sentenza del tribunale di Genova “per congelare i fondi della Lega guidata da Matteo Salvini nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione. Una mossa che rappresenta una minaccia per il suo partito“. “Ma Conte, il premier che molti credono sia controllato da Salvini e da Di Maio, si è concentrato sulla costruzione di una carriera di altro tipo. Continuando a perseguire il lavoro alla Sapienza, programmato prima di diventare primo ministro, Conte ha attirato critiche da parte dell’opposizione e sostenitori del buon governo che hanno suggerito che stava violando le leggi“. Conte come risposta, continua il New York Times, ha citato “impegni istituzionali” che impediscono la sua partecipazione al test di inglese previsto per ieri. “Ed ha aggiunto che `come giurista´ non ha visto alcun conflitto di interessi, aggiungendo di aver trovato risibile l’idea che avrebbe dovuto sostenere un esame di inglese pur avendo condotto riunioni di
alto livello, tra cui, “aver parlato con Trump”“ L’esame il “professor” Conte di fatto lo aveva già superato, ma senza aver passato un concorso pubblico perché secondo “qualcuno”…la cattedra di professore di diritto privato all’ Università La Sapienza gli spettava di diritto, in quanto era del suo mentore, Guido Alpa che va in pensione il prossimo 31 ottobre, che in una delle sue rare espressioni pubbliche ha definito Conte “uno studente eccezionale” ed “una persona molto per bene“. Era quindi normale che la cattedra sarebbe finita al premier, secondo quelle regola non “scritta” ma correnti nel baronificio universitario italiano, restando in aspettativa finché durava il suo mandato di premier, per poi riprendersela. , com’è giusto che sia. Era stato organizzato tutto a buon fine. La domanda “di trasferimento” inviata prima di diventare premier, in febbraio. Ma qualcosa aveva interrotto il ruolino di marcia, allorquando Conte viene indicato premier., perché la cattedra vacante di Alpa viene messa a concorso. E così si è arrivati al mese di agosto. Un periodo perfetto per poter esaminare quattro candidati, tre professori oltre il premier. E quindi nessuno vede nulla, nessuno si pubblica nulla. La commissione esaminatrice si riunisce il primo agosto, e chiaramente nessuno trova alcunchè da eccepire di fronte al candidato Conte. I punteggi arrivano, ma di fatto non si vedranno mai sul sito della “Sapienza“. Il primo passo era stato compiuto. Arrivati ai primi di settembre, ai quattro candidati viene comunicata la data dell’esame di Legal English: ieri, il 10 settembre. Chiunque in totale buona fede non potrebbe mai immaginare un
presidente del Consiglio che sostiene l’esame di un concorso pubblico scendendo in competizione con altri candidati “normali”… Tutto rimane sottotraccia. basta un po’ di “nebbia” estiva e qualche “no comment”. Era quasi fatta ma alla fine dell’estate, il percorso evidente studiato a tavolino si interrompe. Qualcuno protesta, un qualcuno che si è rotto di dover vedere i propri figli costretti a cercare carriera e successo lontano da un Paese che non apprezza e non riconosce il merito. Qualcuno che non vuole più subire e stare a testa in giù. E la storia diventa pubblica grazie alla retitudine di una brava giornalista, Silvia Sciorilli Borrelli. Tutto il resto è ormai cronaca: il sito Politico Europe pubblica lo scoop del concorso segreto di Conte, ricostruisce i fatti spiegando il perché e il per come di un conflitto di interessi grosso come una casa, e prima di pubblicare ogni cosa, aspetta di ricevere chiarimenti, una smentita che però non arriveranno mai . In compenso arrivano due imbarazzanti “no comment“: uno da Palazzo Chigi e l’altro dall’ Università La Sapienza. La notizia come ben noto a tutti finisce in apertura delle prime pagine dei quotidiani. Il professor Conte prima stringe le spallucce, poi racconta dice che si era pure dimenticato. Alla fine sostiene che era un trasferimento che aveva chiesto, sì, perché aveva un bambino piccolo in un’altra città (quanti pendolari dalle famiglie divise conoscete?). Quello che non ha mai confessato inizialmente è se abbia realmente rinunciato a concorrere per la cattedra del suo maestro Alpa, perché, non risultava arrivata alcuna Pec che confermasse che le intenzioni del premier siano quelle dette a parole. Ma nella serata di ieri è arrivato via Facebook l’atteso nuovo: “Rinuncio“. Precisa, per “sensibilità personale” sostenendo che avrebbe voluto partecipare questo concorso per dimostrare di non volere ricavare un vantaggio a vita da questo incarico di premier che secondo lui andrà avanti per 5 anni. Da Palazzo Chigi il tam-tam del “Grande Fratello grillino” (leggasi Casalino) lascia trapelare, ma mai ufficialmente che la decisione, non sarebbe stata adottata a seguito di presunte pressioni dai due vicepremier Di Maio e Salvini. Nel frattempo all’esame di inglese si sono presentati i due candidati rivali : il prof. Mauro Orlandi, allievo del professor Natalino Irti ed il prof. Giovanni Perlingeri, figlio del giurista Pietro. La commissione esaminatrice ha chiesto loro se volevano sostenere subito l’esame o posticiparlo insieme l’altro candidato (il prof. Conte, n.d.r.) che aveva chiesto lo spostamento dell’esame per “motivi istituzionali”. Tutto ciò in aperto palese conflitto con quanto dichiarato dallo stesso Conte ai microfoni di Repubblica : “Il mio nuovo ruolo mi impone di riconsiderare la domanda”. Gli altri due
candidati in maniera molto signorie e corretta hanno deciso di rinviare l’esame aspettando la presenza premier, ma contestualmente hanno richiesto che venisse verbalizzata la possibilità di una valutazione di legittimità in merito alla richiesta rinvio della prova. In ogni caso è opportuno ricordare che l’incompatibilità si desume dall’art. 6.3 del Regolamento per la chiamata dei professori di I e II fascia dell’ Università La Sapienza . Le situazioni di incompatibilità sono specificamente individuate dall’art. 13, comma 1, n. 2 d.p.r. 11 luglio 1980, n. 382, il quale prevede la “nomina alla carica di presidente del Consiglio dei ministri, di ministro o di sottosegretario di Stato. Ci sarebbe poi l’art. 97 della Costituzione, in particolare, per il principio di par condicio tra i concorrenti” Sulla decisione finale del premier Conte “non farò il concorso” è bastato ricordare il passaggio presente nel Decreto del presidente della Repubblica (numero 382, 11 luglio 1980), risultato decisivo, che obbliga un professore all’aspettativa, niente lavoro né retribuzione, se nominato “alla carica di presidente del Consiglio”. Quindi vincere ipoteticamente un bando universitario e poi mettersi in aspettativa avrebbe offerto certamente una immagine poco edificante ed offerto delle armi giudiziarie in caso di un ricorso da parte degli sconfitti. La decisione finale del vincitore, al di là della prova orale, sarà affidata all’esame dei titoli presentati dalla commissione presieduta da un altro docente della Sapienza, Enrico Elio Del Prato. Il premier Giuseppe Conte, attualmente è professore ordinario di Diritto privato all’Università degli Studi di Firenze, e vanta ha un curriculum lungo. Va ricordato che la candidatura alla Presidenza del Consiglio della Giustizia amministrativa Conte presentò un documento di 28 pagine, all’interno del quale erano inserite esperienze alla New York University e in altri quattro atenei internazionali ritenute “gonfiate”. Attualmente non si sa, quale versione del suo curriculum il premier abbia consegnato per partecipare al concorso a cattedra alla Sapienza di Roma. Di tutto di più…
Lo svarione biochimico del ministro del Lavoro Luigi Di Maio , a Presa diretta su Rai 3 “Deve essere chiaro che l’obiettivo del ritorno all’acqua pubblica è anche un tema culturale del Paese, perché l’acqua è quello per cui noi siamo costituiti per OLTRE IL 90%” (forse nella fase embrionale, poi la percentuale si assesta sul 60%. Al 90 viaggiano latte di mucca, angurie e animali planctonici marini quali le meduse) Il pensiero di Vittorio Feltri direttore di Libero “Io fino a qualche anno fa percepivo 10 mila euro netti di pensione al mese, oggi solo 8 mila perché è intervenuto il cosiddetto contributo di solidarietà. A me va bene lo stesso, me ne infischio, adesso vogliono ridurre ulteriormente le pensioni che superano i 5 mila euro e va benissimo. Però stanno commettendo una scorrettezza. Adesso c’è questo Di Maio qui, che io considero poco più dello zero, il quale fa questo tipo di interventi: ecco, se potessi prenderlo a schiaffi lo farei volentieri, ma non per me, io me ne frego, a me mille euro in più o in meno non cambiano niente, però due schiaffi glieli mollerei volentieri su quel faccino del cacchio!” ( fonte: Stasera Italia, Rete 4 ) Il filosofo sovranista Diego Fusaro su Twitter “Il turbocapitalismo globocratico genera lo sradicato come profilo antropologico: versione glamour, il globetrotter startupper (come lo appella la neolingua). Versione tragica, il migrante apolide deterritorializzato” L’ex premier Mario Monti ai microfoni radiofonici “Ci sono alcuni, devo dire molto molto rari, che per strada mi avvicinano per dire ‘Auguro a lei e a sua moglie la peggiore delle morti’. Ma la grande maggioranza delle persone mi chiedono ‘quando
torna professore?’ e io rispondo ‘grazie, ho già dato e anche gli italiani’...” ( fonte: 24 Mattino, Radio 24) Matteo Salvini. I soldi della Lega vanno sequestrati: lo ha stabilito il tribunale del Riesame di Genova, accogliendo il ricorso della Procura nel processo per truffa ai danni dello stato, stimata in 49 milioni, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010 “È un processo che non mi turba minimamente. Si tratta di fatti risalenti a 8-10 anni fa. Se vogliono ci tolgano tutto. Facciano quello che credono, noi abbiamo gli italiani con noi. ‘Temete l’ira dei giusti‘. Lavoro per la sicurezza degli italiani e mi indagano per sequestro di persona, lavoro per cambiare l’Italia e l’Europa e mi bloccano tutti i conti correnti. Se qualcuno pensa di fermarmi o spaventarmi ha capito male, io non mollo e lavoro con ancora più voglia. Sorridente e incazzato“ La “first lady” padana, Elisa Isoardi intervistata parla del suo Salvini “privato” “Matteo in questi ultimi tempi ha messo su un po’ di pancetta, è vero. Fa una vita frenetica e non rispetta la regolarità nei pasti. Ma quando è a casa cerco di preparargli piatti sani, saporiti e a basso contenuto calorico. Sa la cosa più bella che mi ha detto ultimamente e che per me è valsa più di una dichiarazione d’amore? Mi ha confidato che nutre un profondo orgoglio per la serietà che infondo nel lavoro. Che ammira il mio senso di responsabilità e la mia voglia di studiare e imparare. Matteo è un orso, un uomo che non si spreca in complimenti facili. È una persona concreta, verace e schiva. Le sue parole mi hanno riempito di gioia. Lui è estremamente intelligente e sensibile” ( fonte: OGGI) La Guardia Costiera ha messo sotto sequestro la pagoda del Twiga di Daniela Santanché a Marina di Pietrasanta: “è abusiva”. Ma la parlamentare di destra non ci sta, chiede il dissequestro e si difende con un video su Facebook “Prima balla: non sono qui a fare la bella vita. Seconda balla: non è
la pagoda della Santanchè, ma è del Twiga, inoltre è una tenda, nulla di edificato. Guardate questa vecchia foto, anche nel 1908 utilizzavano i materiali che noi abbiamo impiegato per questa tenda, che salvaguarda la tradizione come da regolamento“ L’ex Iena Dino Giarrusso dirigerà l’osservatorio sui concorsi nelle università, nomina che ha fatto esplodere le polemiche in vari ambienti, da quelli politici a quelli accademici “Polemiche? Mi chiedo perché, onestamente. Il sottosegretario Fioramonti mi ha nominato suo segretario particolare, è nel suo diritto scegliere una persona di fiducia. Per le Iene mi è capitato anche di occuparmi di un concorso non regolare a Tor Vergata…” (fonte: Corriere della Sera) Le solite, imperdibili “analisi della sconfitta” del senatore Pd, Matteo Renzi intervistato da Barbara Palombelli “Il mio più grande errore? Ad un certo punto ho smesso di rottamare. Con la spersonalizzazione e puntando tutto sulla sobrietà siamo passati dal 40%, preso due volte alle Europee e al Referendum (…), al 18%” (fonte: Stasera Italia, Rete 4) L’ex vice presidente Pd Lorenzo Guerini ora alla guida del Copasir, rinnova l’appello all’unità dem “Abbiamo l’esigenza di arrivare a un congresso anche per trovare un punto di equilibrio tra le cose che questo partito dice, un punto di equilibrio tra Pepe Mujica ed Emmanuel Macron” Verso il “Luigino” e oltre: le mirabolanti promesse del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, a partire da una nuova moneta partenopea “È venuto il momento di accelerare, in modo forte e radicale,
sull’autonomia di Napoli, come si addice ad una Città che è una Capitale nel Mondo (…). Dobbiamo lanciare una sfida storica, mai pensata ed attuata sinora. Nelle prossime settimane approveremo tre delibere. La prima. Napoli Città Autonoma, un manifesto politico concreto. La seconda. Cancellazione del debito ingiusto. Il debito contratto dallo Stato noi non lo riconosciamo. La terza. Realizzazione di una moneta aggiuntiva all’euro per dare forza a Partenope” (fonte: Facebook) “Roma è sporca e invasa da enormi gabbiani”: un lungo reportage del New York Times demolisce il lavoro della sindaca 5 Stelle Virginia Raggi, che replica così “La misurazione dei gabbiani fatta dal New York Times? Non sono un’ornitologa quindi non so rispondere” (fonte: Radio Radio) Assieme a Silvio Berlusconi starebbe pensando di acquistare il Monza Calcio. Ecco il commento del senatore di Forza Italia Adriano Galliani ex Ad del Milan, “Non sarebbe un tradimento. Mi ero ripromesso di non andare in altri club dopo il Milan. Ma in questo caso è diverso perché sono cresciuto nel Monza. Sarebbe come Ulisse che torna a casa” (fonte: La Repubblica) La fondamentale interrogazione del deputato Pd Michele Anzaldi sul caso Ferragnez-Alitalia… “Stigmatizzare la decisione di personalizzare biglietti e schermi con il logo Ferragnez, in occasione del matrimonio tra Fedez e Chiara Ferragni, considerate le difficili condizioni economiche della compagnia (…). Come strategia di marketing l’iniziativa appare assolutamente irriguardosa rispetto al danaro pubblico investito per evitare il fallimento di Alitalia“
Queste sarebbero le parole dell’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa in un dialogo del 14 aprile dell’anno scorso, intercettato dai carabinieri, con l’allora vice prefetto vicario di Padova, Pasquale Aversa, delegato ad occuparsi dell’accoglienza dei migranti “È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare…” (fonte: Ansa) Nel tweet del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli qualcosa non torna. “Autostrade, Toninelli pubblica le carte sulle “pressioni”, ma sono di gennaio, ben prima della tragedia del ponte Morandi”, “Toninelli aveva dichiarato di aver subito pressioni interne ed esterne per non pubblicare gli atti delle concessioni. Le lettere postate sul suo profilo però sono antecedenti alla sua gestione e si riferiscono non alla sicurezza, ma a questioni finanziarie. Più che la pubblicazione degli atti, serviva il controllo del ministero sugli investimenti e la manutenzione della rete…” (fonte: La Repubblica-Economia e Finanza ) Bufera su Vincenzo Ciampi sindaco 5 Stelle di Avellino: le dichiarazioni programmatiche presentate sono identiche al programma di governo del sindaco di Verona Sboarina, eletto da una coalizione di centrodestra “È stato utile ricalcare quelle linee, che condividiamo” (fonte: La Repubblica) Alcuni degli ultimi post del nostro ministro degli Interni Matteo Salvini “E poi arrivi a casa, trovi in tele una puntata di #Goldrake, sorridi e torni bambino“, “Pizza napoletana con cipolla a mezzanotte. Secondo me ci sta benissimo, sbaglio?”, “Dai box Ferrari a Monza, l’unico
rosso che mi piace!“, “Carbonara in compagnia, la tristezza porta via! ” (fonte: Instagram) Il presidente del Lovers Film Giovanni Minerba è stato accusato di aver rivolto pesanti parole al ministro Salvini dal palco della festa d’estate di Aradeo, patrocinata dal Comune. Minerba non ci sta, e contattato e prova a chiarire “Dopo aver interpretato un testo degli ‘Àpres la classe’ tradotto in italiano, sono sceso dal palco. Il pubblico mi ha detto che avrei potuto aggiungere “SALVINI MERDA” e, una volta tornato ad esibirmi, ho riferito testualmente queste parole nel ruolo di portavoce del pubblico. Ho riferito, con il sorriso, l’accaduto, ma non ho mai fatto mia questa frase” ( fonte: TeleRama ) Lega Nord Sarzana – “Troppo di centrosinistra, il Festival della Mente o cambia radicalmente struttura, oppure va chiuso”. La Lega contro la kermesse culturale andata in scena a Sarzana con oltre 45 mila presenze nello scorso fine settimana. “Questa è stata l’ultima edizione a egemonia Pd – dicono il senatore Stefania Pucciarelli, il deputato Lorenzo Viviani e il segretario provinciale Fabrizio Zanicotti, allontanatisi nel corso dell’incontro di apertura – Dall’anno prossimo l’iniziativa sarà completamente ripensata, altrimenti vale la pena chiuderla” ( fonte: Il Secolo XIX ) Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio all’interno della sua rubrica “Ma mi faccia il piacere” Calenda: “Nuovo nome alle Europee o il Pd perderà”. Travaglio: “Cambiati pure il nome, ma guarda che con quella panza e quel triplo mento ti riconoscono lo stesso“, Davide Fabbri
“Tappezzò Rimini con foto del Duce: condannato”. La vicenda risale allo scorso gennaio, quando, nel centro storico, comparvero diversi manifesti con l’immagine di Benito Mussolini e lo slogan “Per un mondo più pulito torna in vita zio Benito”. Fabbri ha commentato: “Mi vogliono zittire perché denuncio da tanti anni a Rimini e in tutta l’Emilia Romagna le malefatte di chi governa. Mi dichiaro innocente da queste accuse…” (fonte: Il Tempo) Il vicepremier Luigi Di Maio alle prese con la lingua italiana, ancora una volta, Prima stesura del post, primo tentativo: “Noi stiamo mettendo APPUNTO un Decreto Urgenze che…“. Niente, secondo tentativo: “Noi stiamo mettendo, APPUNTO, un Decreto Urgenze che…”. Non ci siamo ancora, terzo tentativo: “Noi stiamo mettendo a punto un Decreto Urgenze che…”. È fatta, c’è però anche una quarta versione del post, in cui scompare il seguente, fluente passaggio: “Quindi è questione di settimane ma forse anche di giorni e metteremo fuori questo Decreto” (fonte: Facebook) L’ex senatore forzista Antonio Razzi lancia un mega sondaggione “Tra Fico e Di Maio, chi buttereste giù dalla torre?” (Il vicepremier Di Maio ha trionfato con il 66% dei voti) (fonte: Twitter ) Il parlamentare Vittorio Sgarbi, dopo aver annunciato le sue dimissioni da sindaco di Sutri, pensato ad una candidatura a Sirmione, e aver fatto retromarcia su tutto quanto tra una accusa di assenteismo e l’altra, rilancia con fantasmagoriche iniziative culturali per il comune del viterbese “È stata una crisi psicologica, più che politica. Il mio è un miracolo“, “ora voglio dedicare una strada di Sutri a Gianroberto Casaleggio: il suo merito è quello di aver creato dal nulla, un partito fondato sul nulla, senza idee, con parlamentari venuti dal nulla, anche loro senza idee, portandolo al 30%. Casaleggio è stato un genio, autore di un vero miracolo. Per questo va ricordato“
L’assessore pugliese ai Trasporti del Pd Giovanni Giannini durante un fuorionda pubblicato da Borderline24, si rivolge così al sindaco di Bari Decaro, discutendo del litigio tra il presidente della Regione Puglia Emiliano e la ministra M5s per il Sud Barbara Lezzi “La Lezzi? Guarda, là era roba da prenderla A SCHIAFFONI…“ Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro presenta sui social il nuovo cane antidroga del Comune “Abbiamo ufficialmente la terza unità cinofila, si chiama LAPO”. Tra i commenti il coro è unanime: “Lapo El Can!” Le critiche del NYT: "Conte? Uno sconosciuto la cui unica qualifica è eseguire gli ordini" di Giovanna Rei ROMA – “I populisti si prendono Roma”. A scriverlo oggi è un durissimo editoriale del New York Times, che definisce il primo ministro incaricato Giuseppe Conte giustamente come di uno “sconosciuto professore di legge” con un curriculum taroccato , “la cui principale qualifica è la sua disponibilità ad eseguire gli ordini” di Salvini leader della Lega e Di Maio del M5S.
Secondo l’autorevole quotidiano americano “Non è chiaro quanti danni potrà fare la coalizione“, evidenziando le differenze ideologiche fra le due formazioni politiche che compongono l’improvvisata maggioranza e la insufficiente maggioranza di cui godono in Parlamento. Definendo”un serio colpo” ai progetti di un rafforzamento dell’integrazione europea portati avanti dal presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, il preannunciato cambiamento di direzione in un Paese dome l’ Italia, membro chiave dell’Unione europea la cui fedeltà al progetto europeo sinora non era mai stata messa in dubbio. “Se l’Italia, la quarta economia dell’Ue, inizia a sfidare le regole dell’Unione e chiede di rinegoziare i termini della sua adesione, sarà più difficile tenere gli altri membri in riga“, afferma il New York Times, che così conclude “è troppo presto perché Bannon e i suoi alleati possano celebrare o i campioni dell’Unione si facciano prendere dal panico. Il fascino dei populisti potrebbe presto svanire se non troveranno soluzioni concrete al risentimento che li ha portati al potere. Il compito di Macron e Merkel e dei loro alleati è di mantenere la barra dei valori, la coerenza e le regole dell’Ue, ma
anche di riconoscere e affrontare la rabbia che ha alimentato la ribellione“. Dal Regno Unito alla Germania, le copertine e le vignette dei principali quotidiani e settimanali esteri non lasciano nulla all’immaginazione. Nel parlare della situazione politica italiana e del possibile nuovo governo, la satira è più che mai pungente. Per l’Economist l’Italia è “Serva di due padroni“, con Giuseppe Conte raffigurato nei panni di Arlecchino tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini che discutono. Il settimanale finanziario della City inglese sottolinea che quello che sta per nascere è “il primo governo tutto populista dell’Europa occidentale” e specifica che, politicamente parlando, “in molti altri paesi Conte sarebbe un morto che cammina” a causa delle controversie sul suo curriculum gonfiato. Per il quotidiano tedesco Frankfurter Allegemeinel’Italia è un’Ape- car che si lancia già da un burrone, il cui guidatore fa il gesto dell’ombrello. Significativo anche il titolo scelto: “Mamma mia!”. Ancora più forte la vignetta della Suddeutsche Zeitung, che immagina l’Italia come un malato nelle mani dei dottori Peste e Colera. M5S: un nuovo falso “a propria insaputa” ? Le cose che non tornano nel curriculum di Giuseppe Conte ROMA – Sul curriculum di Giuseppe Conte, aspirante premier indicato dall’alleanza M5S-Lega in realtà non si sa un granchè : la maggior parte delle informazioni sulle sue esperienze lavorative e di studio riportate dai giornali arrivano da un curriculum redatto da lui stesso e disponibile sul sito dell’Associazione civilisti italiani,
mentre un secondo curriculum si trova sul sito della Camera dei deputati. Ma, alcune cose competenze ed esperienze elencate da Conte nei suoi curriculum, però, non trovano riscontro. Una delle cose dichiarate da Giuseppe Conte nel curriculum dell’Associazione civilisti italiani è che tra il 2008 e il 2009 avrebbe “perfezionato” i suoi studi giuridici alla New York University, di cui una portavoce ha però dichiarato all’autorevole quotidiano americano New York Times di non avere trovato traccia della presenza di Conte né come insegnante né ricercatore né come studente. Secondo Michelle Tsai, portavoce della New York University, è possibile al massimo che Conte abbia frequentato dei corsi da uno o due giorni organizzati dall’università e per i quali non vengono conservati documenti. La Tsai ha escluso che Conte tra il 2008 e il 2009 abbia frequentato dei veri corsi di Legge offerti dall’università.
Jason Horowitz corrispondente dall’Italia del quotidiano New York Times indica Conte “senza alcuna base politica o esperienza governativa, la qualifica principale di Conte potrebbe essere la sua volontà di attuare un programma governativo concordato dai leader del partito populista“. Il quotidiano newyorkese ricorda che Di Maio e Salvini erano entrambi “candidati premier” e desideravano disperatamente il potere. Durante la campagna elettorale – continua il NYT – “si lamentavano costantemente che l’Italia non avesse avuto un primo ministro eletto direttamente dagli elettori per anni. Il M5S in particolare è salito alla ribalta nell’ultimo decennio, condannando i politici professionisti e presentandosi come elementi di cambiamento radicale”. Ma adesso, vogliono entrambi dimostrare che Conte “riflette la volontà degli elettori, molti dei quali non avevano mai sentito parlare di lui, hanno cercato di caratterizzare lui e il governo che nominalmente avrebbe guidato come “profondamente politico“.
Sul curriculum di Conte disponibile sul sito della Camera presentato dallo stesso Conte nel 2013 quando venne indicato dal Parlamento come membro del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa – c’è scritto (leggi QUI) che “dall’anno 2008 all’anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi“, una formulazione che sembra in forte contraddizione con quanto dichiarato dalla New York University, che nega e smentisce il tutto. CV Giuseppe Conte
Conte scrive inoltre in uno dei due curriculum, di aver “perfezionato” i suoi studi di Diritto, oltre che alla New York University, anche all’ Università di Yale (dove sarebbe stato nel 1992), alla Duquesne University di Pittsburgh (sempre nel 1992), alla Sorbona di Parigi (nel 2000) e al Girton College dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito (nel 2001). Il curriculum indica anche un periodo di perfezionamento degli studi di Diritto all’International Kultur Institut di Vienna, che pero in realtà è una scuola di tedesco. Nulla a che fare col diritto, insomma. Di conseguenza, o Conte ha seguito un corso di tedesco giuridico oppure ha seguito un normale corso di tedesco. Una fonte dell’ufficio matricole della Duquesne University di Pittsburgh, contattata dal quotidiano il Messaggero, sostiene che “Giuseppe Conte non è presente nell’archivio come studente dell’università, non ha quindi mai frequentato alcun corso ufficiale. Potrebbe avere condotto le sue ricerche in modo indipendente“. In una nota ufficiale diffusa ieri notte, l’ateneo ha confermato che Conte “non è stato registrato come studente” della struttura americana, ma che “all’inizio degli anni ’90 è stato alla Duquesne University in virtù dell’affiliazione con l’istituto Villa Nazareth, un programma culturale finanziato a Roma dal Cardinale Domenico Tardini, che incoraggiava scambi tra gli studenti“. La University of Malta, dove Conte ha scritto di avere “insegnato nell’estate 1997 nell’ambito del Corso internazionale di studi intitolato: European contract and banking law“, contattata dal CORRIERE DEL GIORNO ha fornito al nostro giornale questa dichiarazione testuale: “L’University of Malta può confermare che non c’è traccia che Giuseppe Conte abbia mai fatto parte del corpo docenti permanente dell’università. Questo non esclude che egli abbia potuto essere coinvolto in alcune letture organizzate nell’estate del 1997 dalla defunta Foundation for International Studies (FIS)“. L’università di Malta aggiunge e sottolinea che però la “defunta” Fondazione è una “entità separata” rispetto all’University of Malta, con cui era stata attivata una collaborazione. Il Corriere della Sera si è messo in contatto con l’istituto e chi ha risposto ha spiegato di non potere dire sugli studenti attuali o del passato appellandosi alla “Datenschutz”, la legge tedesca sulla privacy. La stessa persona ha però spiegato che non vengono tenuti corsi di tedesco giuridico ma solo corsi di tedesco genera
Nel secondo curriculum il periodo di studi a Vienna non è indicato come un periodo di “perfezionamento” degli studi di diritto, ma più genericamente come “un soggiorno studio di tre mesi” presso l’ International Kultur Institut. Diversi giornali, compreso il CORRIERE DEL GIORNO hanno contattato Giuseppe Conte per avere chiarimenti, e lo stesso è stato fatto per le altre università indicate nei suoi curriculum: quindi questo articolo sarà aggiornato man mano che arriveranno risposte e conferme. Un comunicato diffuso martedì ed un articolo odierno apparso sul blog ufficiale dal Movimento 5 Stelle sostiene che “nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella università” e, più avanti, aggiunge che “Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all’estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico”. Questa precisazione in realtà, nel suo consueto “stile”…opaco ed effimero del M5S, aggiunge ben poco a quanto già si sapesse e non chiarisce in alcun punto dubbi sulle cose che non tornano. Secondo il blog del M5S “La stampa internazionale e quella italiana invece si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato per farlo apparire come un imbroglione” . In realtà , continua a non essere chiaro che tipo di corsi abbia seguito Conte alla New York University. Punti sui quali il M5S tace….e non chiarisce ! Sempre nel suo curriculum disponibile sul sito della Camera, inoltre, Conte scrive di essere stato “designato“» a far parte del Social Justice Group istituito presso l’Unione Europea. L’Unione Europea però non ha nessun organo che si chiama in questo modo. Nei primi anni
Duemila era invece attivo un collettivo di professori di varie università europee chiamato “Social Justice in European Private Law” e definito con quel nome, che aveva pubblicato un Manifesto nel 2004. Martijn Hesselink, capo dei professori che ha coordinato la stesura del documento, ha dichiarato al quotidiano online ilPost che Conte “non è stato membro del Social Justice Group che ha scritto, firmato e pubblicato il manifesto“. Hesselink contesta inoltre anche la formula “designato” con cui Conte ha presentato la sua presunta collaborazione: “Il collettivo si è auto-costituito, nessuno è stato designato a farne parte“. Da un libro universitario pubblicato nel 2009 sembra che Conte si sia limitato a firmare il manifesto un anno dopo la sua pubblicazione, assieme a una ventina di altri esperti. Nel cv di Conte, premier indicato dall’alleanza M5S-Lega si parla “attività di ricerca scientifica” svolta presso il Girton College della Cambridge University nel settembre 2001, ma l’agenzia di stampa internazionale Reuters sostiene che in quel periodo l’istituzione fosse chiusa per le vacanze estive. Si legge inoltre di attività scientifica svolta alla università francese Sorbona nell’estate del 2000, ma un responsabile amministrativo dell’Université Paris 1 Panthéon- Sorbonne ha diciarato all’Ansa di non aver trovato quel nome nella banca dati. Le mine sulla strada di Conte sino numerose. Non solo legate agli studi: fa discutere il suo legame con la vicenda Stamina, avendo difeso da avvocato la famiglia simbolo del movimento a favore del metodo di Vannoni. Il quotidiano il Foglio ha acceso una luce poco chiara sulla dichiarazione di Giuseppe Conte di aver aperto, dal 2002, uno studio legale con il prof. Alpa ma dal suo studio legale precisano che “questo non è uno studio di associati”, il settimanale l’Espresso ha scoperto bella banca dati della Conservatoria di Roma un’informazione sul professor Giuseppe Conte che ancora non si conosceva: il candidato premier in pectore del governo Di Maio-Salvini nel 2009 s’è visto arrivare un’ipoteca legale da parte di Equitalia per un importo di oltre 52 mila euro. Un’ipoteca che l’agenzia fa direttamente sulla casa romana di proprietà del docente dell’ Università di Firenze, per un “importo capitale” di 26 mila euro di cui ad ora non si conoscono precisamente le origini. Dettagli più o meno importanti della sua biografia che Di Maio commenta come “azione inaudita e inedita di violenza“. Il curriculum di Giuseppe Conte sembra “traballare” non poco. Dopo il caso del master mai effettuato dal portavoce del M5S Rocco Casalino (leggi QUI) adesso è il turno di quello di Giuseppe Conte è forse un altro caso caso di presunto inesistente “hackeraggio” , o forse di un nuovo curriculum scritto “a propria insaputa” … ? La storia del curriculum inattendibile non è facile per il professore Per Di Maio e
Salvini rischia di concludersi ancora peggio. Il datagate sulla Fake News fa tremare Facebook. Cade la prima testa: il capo della sicurezza si è dimesso Alex Stamos di Giovanna Rei ROMA – In seguito al datagate che ha investito Facebook, si è dimesso Alex Stamos il responsabile della sicurezza della sicurezza delle informazioni , che ha parlato di “disaccordi interni” su come affrontare la vicenda e su come i vertici del gigante dei social media hanno gestito la questione delle fake news che vengono diffuse attraverso la piattaforma. Stamos ha lasciato Facebook in polemica con il direttore generale del gruppo Sheryl Sandberg, come scrive il New York Times dopo aver più volte esortato i vertici di Facebook a mostrare la massima trasparenza nello scoprire e svelare le attività di disinformazione della Russia sulla sua piattaforma.
L’addio di Stamos viene letto come un evidente segnale delle tensioni interne che stanno attraversando in queste ore il gruppo dirigente di Facebook, nel periodo più tempestoso che il colosso dei social media sta vivendo dalla sua nascita. Questa volta a Facebook tremano. Ed il primo a rendersene conto e’ proprio il suo fondatore Mark Zuckerberg, mai come questa volta nell’occhio del ciclone. Tutti da Londra a Washington chiedono chiarezza su quello che si sta delineando come un vero e proprio ‘datagate‘. Anche l’Unione Europea protesta , definendo quanto accaduto “inaccettabile“. Le ripercussioni in Borsa non si fanno attendere, e sono un inequivocabile segnale del terremoto che sta scuotendo il gigante dei social media: dopo le rivelazioni del Guardian e del New York Times il titolo e’ crollato arrivando a perdere oltre il 7%, (mai così male dal 2012) trascinando in basso il mercato finanziario di Wall Street.
La tensione nel quartier generale di Menlo Park dove ha sede Facebook , nel cuore della Silicon Valley, , è ai massimi livelli . L’accusa e’ grave, ed e’ quella di aver ignorato o, ancor peggio, di aver tenuto all’oscuro gli utenti su quanto accaduto: le informazioni su oltre 50 milioni di persone raccolte attraverso una app da una societa’ di ricerche – la Global Science Research (Gsr)- e vendute alla controversa Cambridge Analytica, azienda che ha lavorato per la campagna di Donald Trump. Quelle informazioni infatti sarebbero state usate anche per influenzare il voto sulla Brexit. Le autorita’ britanniche hanno gia’ chiesto un mandato di perquisizione della Cambridge Analytica, accusandola di non collaborare. L’ obiettivo e’ quello di scandagliare anche i server della societa’. La polemica sul ‘ruolo politico’ di Facebook fa un salto di livello enorme, ma questa volta rischia di travolgere il social network fondato da Zuckerberg che conta nel mondo oltre due miliardi di utenti. La spiegazione ufficiale e’ che l’autorizzazione per raccogliere dati attraverso l’app ‘thisisyourdigitallife‘ era stata fornita esclusivamente per scopi accademici. E che quando e’ stata scoperta la vendita delle informazioni alla Cambridge Analytica sia questa che la Gsr sono state radiate dal social network. A smentire questa versione difensiva c’e’ Aleksandr Kogan,
l’accademico che in prima persona ha gestito la raccolta dei dati: “Non sono una spia russa e sono pronto a parlare con l’Fbi e davanti al Congresso americano o al parlamento britannico. E non abbiamo mai detto che il nostro progetto era finalizzato ad una ricerca universitaria“. Cresce quindi ancor di piu’ dunque la pressione su Zuckerberg, a cui viene chiesto di spiegare ufficialmente e davanti alle sedi istituzionali la dinamica di quanto accaduto. Anche perche’ – come rivela il quotidiano inglese Guardian – Joseph Chancellor, il cofondatore della Gsr insieme a Kogan, e’ attualmente un dipendente di Facebook: lavora come psicologo e ricercatore nella sede centrale di Menlo Park e fu assunto nel 2015, quando gia’ la vendita definita “illegale” dei dati a Cambridge Analytica era avvenuta. Un altro aspetto questo che potrebbe rivelarsi alquanto imbarazzante per il colosso dei social media. Mark Zuckerberg , CEO Facebook Su quest’ultimo intanto si scaglia anche l’ira di Bruxelles: “Il cattivo uso per fini politici di dati personali appartenenti agli utenti di Facebook, se confermato, è inaccettabile, spaventoso”, ha commentato la Commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova, appena arrivata negli Usa dove incontrerà i responsabili della società di Zuckerberg e rappresentanti dell’amministrazione Trump, che ha aggiunto “Seguiamo da vicino l’evoluzione del caso Facebook. Per l’Unione europea la protezione dei dati personali è un valore.Con il potere informativo che converge verso un solo destinatario”, cioè le
media company come Facebook, “si sta creando una nuova geografia dei poteri, che tende a cambiare la natura delle democrazie moderne”. La vicenda “Cambridge Analytica“, si sta riflettendo anche sulla politica italiana, poichè la società è stata consulente di un partito politico del nostro paese. Per Michele Anzaldi del Pd, è opportuno che il ministro dell’Interno, Marco Minniti, e il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, si attivino per verificare se questa notizia corrisponda al vero e, qualora sia appurato il rapporto tra la società inglese e un partito italiano, se non sia opportuno consegnare tutte le carte alla magistratura”. Per Anzaldi “l’identikit del partito italiano per il quale avrebbe lavorato Cambridge Analytica nel 2012, così come delineato dai giornali, farebbe pensare alla Lega“. Deborah Bergamini, deputata e responsabile Comunicazione di Forza Italia in una nota dichiara che “Chiunque rispetti la democrazia non può che dirsi preoccupato per quanto sta emergendo dal clamoroso caso Facebook-Cambridge Analytica. L’utilizzo di dati personali e psico-attitudinali a fini politici, in violazione della privacy di milioni di persone, è un tema su cui una democrazia matura ha il dovere di interrogarsi“. Sulla vicenda è intervenuto anche il Garante dell’ Unione Europea della privacy Giovanni Buttarelli,”La sempre maggiore pervasività” di algoritmi basati sui dati personali “nelle nostre vite ha un impatto articolato sull’impegno civico nel processo decisionale e sulle barriere al coinvolgimento pubblico nei processi democratici” e provoca “una crisi di fiducia nell’ecosistema digitale” aggiungendo “è ora il momento di estendere la collaborazione tra i garanti per la privacy a quelli delle telecomunicazioni ed elettorali”. Antonello Soro, garante della privacy in Italia, intervistato dal quotidiano Il Mattino, ha così commentato il caso Cambridge Analytica:”è a rischio la libertà di scelta“. Le menzogne di Travaglio per attaccare Renzi e difendere i suoi amati “grillini”
Stroppa con il Direttore del The Wall Street Journal ROMA – Andrea Stroppa è nato a Roma nel 1994 e un curriculum da fare invidia a chiunque. Infatti. ad appena 23 anni è ritenuto tra gli esperti di cyber sicurezza più autorevoli in Italia. Anche se lui con grande umiltà dice: “Non credo di essere un esperto – ha scritto in un lungo post sulla sua pagina Facebook – ma credo di saperne qualcosa in tema di cyber security“. Entrato giovanissimo nelle file di Anonymous Italia, il gruppo di hackers etici, è stato lui l’autore del report pubblicato alcuni giorni fa dal ‘New York Times‘ nel quale è stato dimostrato come la pagina ufficiale di ‘Noi con Salvini‘ condivida gli stessi codici Google con siti di disinformazione e con una pagina non ufficiale di propaganda del Movimento 5 Stelle. Stroppa fa parte di un team di ricercatori che lavorano tra Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Ricercatore di Ghost Data e consulente di Matteo Renzi sulla cyber security, Dopo aver pubblicato numerosi dossier e ricerche in tema di contraffazione online, malaware e botnet, il 23enne romana nel suo curriculum annovera anche collaborazioni con i quotidiani ‘La Stampa’ e la Repubblica‘. I suoi report sono stati pubblicati e diffusi oltre che sui prestigiosi quotidiani americani New York Times, Washington Post, Wall Street Journal anche sulla Cnn, sui magazines americani ‘Vanity Fair‘ e Forbes noti e letti in tutto il mondo solo per citarne alcuni.
Nei giorni scorsi, è stato indicato come uno dei “Carrai boys” e il “pupillo di Marco Carrai“, il manager e imprenditore tra i più noti esperti italiani di cyber sicurezza, amico e stretto collaboratore del segretario del Pd. Ed è per questo motivo che Stroppa è finito nel mirino del solito Marco Travaglio, che sabato scorso in un suo editoriale su “Il Fatto Quotidiano”, come sempre poco attendibile, l’ha definito “uno smanettone di 23 anni che da minorenne faceva l’hacker per Anonymous Italia durante gli attacchi ai siti di Polizia, Carabinieri, governo, Viminale, Guardia costiere e al blog di Grillo”. Sul Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio, l’altro giorno si occupavano di Stroppa alle pagine 1,2,3 compreso nell’editoriale dello stesso direttore, scrivendo “[…] Del suo amico Marco Carrai, che s’è messo in società con uno smanettone di 23 anni, Andrea Stroppa, che da minorenne faceva l’hacker per Anonymous Italia durante gli attacchi ai siti di Polizia, Carabinieri, governo, Viminale, Guardia costiera e – pensate un po’ – al blog di Grillo; perciò fu imputato e ottenne il perdono giudiziale dal Tribunale dei minori”. Non contenti quelli del Fatto, a pagina 2, pubblicavano un articolo su Stroppa a firma di Virginia della Sala e Carlo di Foggia, sostenendo che “Non è un tecnico ma può contare su una notevole rete di relazioni “, mentre a pagina 3, a firma di Wanda Marra viene definito “esperto di cyber security“. Basta tutto ciò per capire come sia crollata l’autorevolezza (e le copie vendute in edicola) sotto la direzione di Travaglio.
Stroppa non ha esitato un solo attimo a smentire Travaglio e ieri gli ha dedicato indirizzandogli un lungo post di replica via Facebook scrivendogli . “Caro direttore Travaglio, sì ho fatto parte di Anonymous. Avevo 17 anni, ho fatto degli errori, ho commesso dei reati e ne ho risposto di fronte la legge – si legge nel post – di fronte un tribunale, quello dei minorenni. Ho ottenuto il perdono giudiziale e ho ricominciato la mia vita facendo volontariato, costruendo la mia carriera con un lavoro lungo e appassionato. Nessuna scorciatoia, mi hanno proposto libri e interviste ‘sull’hacker di Anonymous’, potevo prendere la strada della notorietà, ho scelto quella del sacrificio“. “Non ne ho mai parlato pubblicamente, non per vergogna, ma perché io penso che dei miei errori sia stato corretto rispondere di fronte la legge, non di fronte a lei, a voi – prosegue Stroppa -. Come forse saprà, i minori sono tutelati dalla legge sulla privacy e tutto quello che riguarda i loro processi non devono diventare di dominio pubblico. Lo sono diventati, prima con il libro di Belpietro ‘I segreti di Renzi‘, poi con un articolo di Fittipaldi su ‘L’Espresso‘ e ancora oggi sul suo giornale. Io non contesto ‘i guai giudiziari’ e guardi, non contesto in questa sede, nemmeno il fatto di aver violato nuovamente la mia privacy, ma contesto le falsità. Non ho mai attaccato i siti di Polizia, Carabinieri, Governo, Viminale e il blog di Grillo come lei scrive. E nemmeno il sito di D’Alema come ha scritto Fittipaldi. Sono andato di fronte il tribunale a rispondere alla legge italiana, per altri fatti. E questo come può intuire si chiama diffamazione“.
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