Ascolto, annuncio, fede, carità, unità Istituita la domenica della Parola di Dio - PERIODICO D'INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI RAGUSA NOVEMBRE 2019 ...
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Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (cov. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCBRagusa Pubbl. inf. 45% CAMPIONE GRATUITO PERIODICO D’INFORMAZIONE NOVEMBRE 2019 DELLA DIOCESI DI RAGUSA ANNO XXXV - N. 644 Ascolto, annuncio, fede, carità, unità Istituita la domenica della Parola di Dio
La Parola 3 Istitiuita la domenica della parola di Dio 4 Il vivo desiderio di amare tutti e sempre Mario Cascone 6 Prima l’ascolto e poi lo spezzare il pane Girolamo Alessi 9 L’omelia che parla al cuore di chi ascolta Nello Dell’Agli 10 Dall’ascolto, alla preghiera, alla vita Salvatore Puglisi Reg. Trib. RG n.71 del 6.12.1977 13 Dal silenzio orante all’evangelizzazione ROC n. 1954 Mario Cascone 14 Guardare la Parola attraverso l’arte Direttore Responsabile Giuseppe Antoci Mario Cascone 15 Parola, ascolto e prassi Luca Farruggio 16 La comunicazione tra simili Condirettore Saro Distefano Alessandro Bongiorno 17 Il legame tra generazioni nei “cunti” Alessia Giaquinta In redazione, segreteria e amministrazione In Diocesi Gabriella Chessari 19 Monsignor Cuttitta da quattro anni con noi Via Roma, 109 Ragusa 20 Vincenzo Guastella dai paracaduti della folgore all’altare Tel. 0932646419 22 Otto per Mille. ecco come la diocesi ha speso i soldi insieme@diocesidiragusa.it 23 Giornata diocesana della famiglia Maria Silvia e Pino Petrolito Stampa 24 Lo straordinario della quotidianità NonsololibriSrls Riccardo Spatola Tel. e Fax 0932621130 25 Brevi diocesane Impaginazione a cura di Gabriella Chessari Chiesa e società 27 Rakma e le vite sospese dei rifugiati Emiliano Amico Numero chiuso il 28 Riflettere sulla morte per gustare la vita 28 ottobre 2019 Vito Piruzza 29 In memoria di Vincenzo Parretta La Caritas di Ragusa 30 L’uomo e l’ultimo giorno della creazione Renato Meli 31 Il filo rosso che lega Ragusa alla Siria Mario Tamburino Attualità 33 Impariamo a riconoscere le fake news Eleonora Pisana 34 Intervista al commissario Dispensa Maria Teresa Gallo
Ascolto, annuncio, fede, carità, unità in Istituita la domenica della Parola di Dio 3 L a terza domenica del tempo or- dinario sarà dedicata alla cele- brazione, riflessione e divulgazione riservare importanza «all’ascolto della Parola del Signore sia nel- l’azione liturgica, sia nella preghiera rende un solo popolo». L’importanza dell’omelia. Di qui l’importanza dell’omelia, che «pos- della Parola di Dio. Lo ha disposto e riflessione personali». siede un carattere quasi sacramen- Papa Francesco scrive con il motu Il rapporto con l’Eucaristia. «In- tale». «Per molti dei nostri fedeli, proprio “Aperuit illis”, ovvero “aprì scindibile» il rapporto tra Sacra infatti, questa è l’unica occasione loro le orecchie per comprendere le Scrittura ed Eucaristia: «Come cri- che possiedono per cogliere la bel- La parola sacre scritture” (l’espressione è stiani siamo un solo popolo che lezza della Parola di Dio e vederla ri- presa dal racconto dei discepoli di cammina nella storia, forte della pre- ferita alla loro vita quotidiana – Emmaus). La terza del tempo ordi- senza del Signore in mezzo a noi che spiega il Papa –. È necessario, nario si colloca (a gennaio) in un ci parla e ci nutre. Il giorno dedicato quindi, che si dedichi il tempo op- momento nel quale «siamo invitati a alla Bibbia vuole essere non “una portuno per la preparazione del- rafforzare i legami con gli ebrei e a volta all’anno”, ma una volta per l’omelia. Non si può improvvisare il pregare per l’unità dei cristiani». tutto l’anno». commento alle letture sacre». Un giorno solenne. Dal Papa l’in- Patrimonio del Popolo di Dio. «La I catechisti. «Non stanchiamoci vito alle comunità a «vivere questa Bibbia non può essere solo patrimo- mai di dedicare tempo e preghiera Domenica come un giorno so- nio di alcuni e tanto meno una rac- alla Sacra Scrittura», il monito del lenne» intronizzando il testo sacro. colta di libri per pochi privilegiati. Pontefice che invita anche a non di- In questa domenica i vescovi po- Essa appartiene, anzitutto, al po- vagare e a non dilungarsi. Impor- tranno celebrare il rito del letto- polo». È quanto si legge in un altro tante che anche i catechisti, «per il rato. Fondamentale, sottolinea il passaggio della lettera apostolica del ministero che rivestono di aiutare a Pontefice, che «si preparino alcuni Papa. No a «monopolizzare il testo crescere nella fede, sentano l’ur- fedeli ad essere veri annunciatori sacro», avverte Francesco: la Bibbia genza di rinnovarsi attraverso la fa- della Parola con una preparazione «è il libro del popolo del Signore. La miliarità e lo studio delle Sacre adeguata» mentre i parroci potranno Parola di Dio unisce i credenti e li Scritture». trovare forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’as- semblea. Carità, solidarietà e misericordia. «Un’ulteriore provocazione che proviene dalla Sacra Scrittura» ri- guarda «la carità», sottolinea Fran- cesco, secondo il quale «costantemente la Parola di Dio ri- chiama all’amore misericordioso del Padre che chiede ai figli di vivere nella carità». Nella Bibbia la nostra fede. La Bib- bia, «in quanto Sacra Scrittura, parla di Cristo e lo annuncia come colui che deve attraversare le sofferenze per entrare nella gloria». Il Papa sot- tolinea anche quanto sia «profondo il vincolo tra la Sacra Scrittura e la fede dei credenti»; di qui l’invito a La lettera apostolica del Papa “Aperuit illis” ci aiuta a rimettere al centro le Sacre Scritture
in Come un “fuoco” che accende nel cuore 4 il vivo desiderio di amare tutti e sempre I l prologo del vangelo di Giovanni si apre con questa solenne affermazione “In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” (Gv 1, 1). In- rola di Dio e la celebrazione del sacrificio eucaristico. La “Dei Verbum” al n. 21 afferma che “la Chiesa ha sem- pre venerato le divine Scritture come ha fatto per il dica la centralità della Parola, identificandola con Cristo Corpo stesso di Cristo”. Non ci può essere, quindi, se- stesso, Figlio di Dio fattosi uomo per la nostra salvezza. parazione fra ambone ed altare, ossia fra il “luogo” in cui È Lui, il Cristo, che ci permette di conoscere il Padre e si proclama la Parola di salvezza e quello in cui si celebra La parola di penetrare, grazie all’azione del suo Spirito, i misteri l’Eucaristia. I fedeli, debitamente nutriti della Parola di del Regno. È Lui, il Cristo, che apre i nostri cuori alla Dio, possono poi prendere parte in modo fruttuoso alla comprensione profonda delle Sacre Scritture e ci intro- comunione eucaristica. duce nella loro comprensione profonda. Tutto questo non è possibile senza l’azione dello Spi- Nella lettera apostolica “Aperuit illis”, si afferma che rito Santo. È Lui che ha ispirato le divine Scritture, ma senza il Signore che ci introduce è impossibile compren- è anche Lui che le trasforma in Parola vivente di Dio, che dere in profondità la Sacra Scrittura; ma è vero anche che viene proclamata nel “qui ed ora” della liturgia e si pre- senza la divina Parola non possiamo conoscere il Si- senta sempre attuale e nuova. Grazie all’azione dello Spi- gnore. rito la Parola di Dio è sempre la stessa, ma possiede Di conseguenza non possiamo fare a meno di nutrirci sempre degli elementi di novità, che s’incarnano nella della Parola di Dio per alimentare la nostra fede, la quale vita di coloro che ascoltano. peraltro nasce dall’ascolto, che provoca la conversione In particolare la Parola di Dio richiama i credenti alla e conduce alla comunione con Cristo. Per ascoltare una misericordia e alla carità operosa. Facendoci attingere Parola che “trafigge il cuore” (Atti 2, 37) abbiamo biso- al mistero di Cristo, che è essenzialmente mistero di gno di predicatori che sappiano “spezzare” con perizia amore, la Parola del Signore ci spinge ad uscire dal no- il “pane” della Parola, specialmente nell’omelia della stro egoismo e ad aprirci alla condivisione solidale. La messa. L’omelia non può essere improvvisata, ma va pre- Parola di Cristo è come “un fuoco”, che accende nel parata con attenzione; non può essere troppo prolissa, cuore il vivo desiderio di amare tutti e sempre, mettendo ma deve contenersi in un tempo ragionevole; non può così in pratica il prezioso insegnamento di Gesù: “Vi do scadere in accenti moralistici, ma deve attingere alla ric- un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; chezza dei testi sacri; non deve essere saccente, ma ca- come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli pace di parlare al cuore di coloro che ascoltano. altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, Esiste un rapporto strettissimo tra l’ascolto della pa- se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35). Mario Cascone La Parola di Dio richiama i credenti alla misericordia e alla carità operosa
Svelare il mistero di Dio in parabole in 5 Così Gesù parlava alla vita concreta G esù insegnava al popolo e ai suoi di- scepoli per mezzo di parabole. Esse occupano un posto rilevante umane, religiose, civili e sociali. Le para- bole esprimono questa vicinanza del Regno, che entra nella nostra nei tre Vangeli sinottici, che ne esperienza umana, ne assume contengono 40 circa. Le para- immagini, metafore, vissuti, bole evangeliche sono rac- atteggiamenti e sentimenti. La parola conti, inventati da Gesù, che Le parabole sono per- si ispirano a esperienze di meate dal mistero e dal vita e a fatti di cronaca quoti- linguaggio dell’incarna- diana, per comunicare un zione. messaggio, con un linguag- Esse manifestano un Dio gio semplice e concreto, ac- che ha scelto di condividere cessibile a tutti. Un linguaggio in tutto la vita degli uomini, di intuitivo e adatto ad esprimere essere uno di loro, uno tra loro. l’azione invisibile di Dio nella storia Si tratta, allora, di avere orecchi e la presenza del suo Regno sulla terra. giusti per ascoltare ed accogliere la I racconti di Gesù sono verosimili e ci mani- parola di Gesù, che vuole cambiare il nostro festano la sua capacità di osservazione, la sua maestria modo di pensare, conformandolo al modo di pensare, di nel saper descrivere, e la sua aderenza alla vita. Lo stile essere e di agire di Dio. La parabola è un linguaggio narrativo ci svela l’animo sereno e semplice di Cristo ed coinvolgente, che vuole favorire non soltanto la com- il suo sguardo limpido ed acuto. L’osservazione attenta prensione, ma la conversione. Tutti i racconti parabolici della realtà circostante, in Gesù non era semplice curio- di Gesù costringono l’uditore a prendere posizione sità, ma capacità contemplativa, frutto di una lunga abi- verso la sua persona ed il suo messaggio ed hanno l’in- tudine alla meditazione e alla preghiera. tento di suscitare e far maturare la fede degli uditori. Per- Le parabole nascono dal desiderio di Cristo di comu- tanto, la parabola è una parola che viene compresa nicare il mistero di Dio, dalla sua passione per Dio e dal pienamente da chi si converte, mentre rimane incom- suo amore per l’uomo, dal bisogno di svelare il vero volto prensibile per chi non si converte. del Padre, la sua opera salvifica, la potenza del suo Regno L’uso del linguaggio parabolico da parte di Gesù ri- e le conseguenze per la vita degli uomini. chiama una questione attualissima ed importante, che è Non sempre Gesù faceva seguire alle parabole una quella del “linguaggio religioso”, cioè di come parlare spiegazione. Per cui le parabole lasciano all’ascoltatore adeguatamente di Dio oggi. La comunicazione della fede il compito di comprenderle, di interpretarle, costringen- rischia di incepparsi lì dove viene utilizzato un linguag- dolo ad interrogarsi e a ricercarne il senso. Infatti, molte gio astratto, non coinvolgente, che non riesce a parlare, volte Gesù concludeva il racconto con l’espressione: ad illuminare e a trasformare la vita delle persone. Il “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti” (Mc 4,9; Lc 8,8). Nuovo Testamento presenta Gesù come una persona Gesù manifesta un grande rispetto per la libertà del- narrata e i discepoli come coloro che hanno ascoltato l’uomo. Egli conosce il cuore degli uomini, sa adeguarsi questi racconti e li hanno tramandato oralmente o per al passo dell’ascoltatore, accetta la sua fatica a capire, at- iscritto. La riflessione catechetica attuale sta spingendo tende che si ricreda e riveda le sue posizioni. Attraverso verso l’utilizzo del linguaggio simbolico e narrativo, questi racconti, Gesù offre un insegnamento che suscita nella consapevolezza che si educa, narrando. Narrare interrogativi, che risveglia la coscienza, che fa breccia storie di conversione e ripetere racconti biblici coin- nei cuori induriti. volge l’ascoltatore nella sua totalità, parla alla vita con- Gesù proclama che il Regno di Dio si è fatto vicino, creta delle persone, favorisce il cammino verso la ossia, che la cura provvidente di Dio per la vita dell’uomo scoperta del senso della vita, aiuta a guardare oltre e a si fa vicino ai luoghi di lavoro, di preghiera, della vita do- scegliere uno stile di vita evangelico. mestica e familiare; si fa vicino, abbattendo barriere Sebastiano Roberto Asta Nell’immagine sopra: Il figliol prodigo in un dipinto di Hieronymus Bosch del 1510
in Prima l’ascolto e poi lo spezzare il pane 6 Come ad Emmaus la liturgia ci aiuta ad aprire gli occhi e riconoscere Gesù «A prì loro la mente per comprendere le Scrittura» (Lc 24,25), la sera di Pasqua Gesù in persona si avvicina ai due discepoli delusi che lasciavano Gerusa- attenta, e perché lo sia, occorre curare l’ambiente in cui avviene la lettura. Dice Lidia Maggi in “Come leggere la Bibbia”: «Molti tra voi, soprattutto i più giovani, sono La parola lemme e si dirigevano verso Emmaus e smonta la loro abituati a studiare sentendo la musica dall’iPod, col cel- delusione con la certezza della Parola che riscalda il loro lulare acceso. Eppure il silenzio rende l’ascolto molto cuore. È questa l’immagine che papa Francesco usa nella più intenso. Tolti i vari rumori, l’attenzione sarà tutta lettera apostolica con la quale istituisce la domenica della polarizzata dal mondo del testo. … Non spaventatevi, se Parola di Dio, fissandola per la III domenica del Tempo non tutto risulterà chiaro. Una certa fatica nel compren- Ordinario cioè a dire a fine gennaio nel contesto dell’ot- dere il testo è provvidenziale: ci aiuta a non cadere nel tavario di preghiera per l’unità dei Cristiani. L’istitu- trabocchetto del far dire alla Bibbia i nostri pensieri. Dio zione della domenica della Parola di Dio non vuole non è lo specchio o la fotocopia di te». relegare la Bibbia all’interno di quel giorno dedicato, Sotto l’azione dello Spirito Santo. La Bibbia, poi, va non vuole essere “una volta l’anno” ma “una volta per letta sotto l’azione dello Spirito Santo. La Sacra Scrittura tutto l’anno”; sappiamo bene infatti quanto sia debole la sotto l’azione dello Spirito Santo trasforma in Parola di forza della Parola di Dio nella fede quotidiana di tanti Dio la parola degli uomini scritta in maniera umana. cattolici, pur riconoscendone l’importanza, non essendo L’azione dello Spirito Santo non riguarda soltanto la for- stati abituati a percorsi ordinati con e per la Parola di mazione della Sacra Scrittura, ma opera anche in coloro Dio, a differenza delle Chiese protestanti. che si pongono in ascolto della Parola di Dio. Dice papa La nostra conoscenza della Bibbia è frammentaria, Francesco «Quando la Sacra Scrittura è letta nello stesso come i turisti conoscono i siti più famosi delle città d’arte Spirito con cui è stata scritta, permane sempre nuova. così noi conosciamo della Bibbia i brani più comuni, L’Antico Testamento non è mai vecchio una volta che è quelli che sono più diffusi e perciò abbiamo più ascoltato parte del Nuovo, perché tutto è trasformato dall’unico come le parabole o alcuni racconti di Gesù o determinati Spirito che lo ispira. L’intero testo sacro possiede una avvenimenti presenti nell’antico testamento. funzione profetica: essa non riguarda il futuro, ma l’oggi Un mondo da abitare. «La Bibbia non può essere di chi si nutre di questa Parola. Chi si nutre ogni giorno considerata come un’antologia di testi, slegati gli uni della Parola di Dio si fa, come Gesù, contemporaneo dagli altri, a cui il lettore attinge pensieri edificanti delle persone che incontra; non è tentato di cadere in aprendo a caso le pagine. Per molti credenti essa non è nostalgie sterili per il passato, né in utopie disincarnate altro che una raccolta di belle frasi, che rassicurano e verso il futuro» (AI 12). confortano. Niente di male in questo. Ma la Scrittura è I suggerimenti del Papa. La lettera di papa Francesco molto di più. Sollecita un ascolto più profondo. La Bib- ci da anche una serie di suggerimenti pratici per sottoli- bia, per l’appunto, è un mondo da abitare. Entrati nel neare l’importanza di questa domenica anzi per viverla “regno di Dio”, siamo condotti per mano lungo un iti- come un giorno solenne: l’intronizzazione del testo nerario che ci porta a comprendere sempre meglio cosa sacro nelle celebrazione eucaristica, la celebrazione del significhi credere e quale sia il senso autentico delle no- rito del Lettorato, la consegna della Bibbia o di un suo stre esistenze» (L. Maggi, Come leggere la Bibbia). Do- libro, ecc. Nell’Esortazione Apostolica Verbum Domini vremmo cominciare ad abitare la Bibbia, il residente papa Benedetto XVI afferma: «Considerando la Chiesa conosce non solo le vie più importanti della città ma come "casa della Parola", si deve innanzitutto porre at- anche le strade secondarie e gli angoli nascosti che con- tenzione alla sacra liturgia. È questo infatti l’ambito pri- tengono particolari bellezze. Per abitare la Bibbia è ne- vilegiato in cui Dio parla a noi nel presente della nostra cessario cominciare a leggerla sul serio … una lettura vita, parla oggi al suo popolo, che ascolta e risponde. A differenza dei fedeli delle chiese protestanti conosciamo la Bibbia in modo frammentario
in 7 La parola Gesù, dopo aver spiegato le Scritture, spezza il Pane davanti ai discepoli di Emmaus Ogni azione liturgica è per natura sua intrisa di sacra e, diventando compagno di cammino, «spiegò loro in Scrittura» (VD 52). tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27). I due L’azione liturgica e la Parola di Dio. Cristo stesso discepoli iniziano a guardare in un modo nuovo le Scrit- «è presente nella sua parola, giacché è Lui che parla ture insieme a questo viandante che si manifesta così ina- quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura» (SC 24). spettatamente familiare alla loro vita. Ciò che è accaduto La Chiesa ha sempre mostrato la consapevolezza che in quei giorni non appare più come fallimento, ma come nell’azione liturgica la Parola di Dio si accompagna al- compimento e nuovo inizio. Tuttavia, anche queste pa- l’intima azione dello Spirito Santo che la rende operante role non sembrano ancora sufficienti ai due discepoli. Il nel cuore dei fedeli. In realtà è grazie al Paraclito che «la Vangelo di Luca ci dice che «si aprirono loro gli occhi e parola di Dio diventa fondamento dell’azione liturgica, lo riconobbero» (Lc 24,31) solo quando Gesù prese il norma e sostegno di tutta la vita. La Chiesa proclama e pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, ascolta la sacra Scrittura seguendo il ritmo dell’anno li- mentre prima «i loro occhi erano impediti a ricono- turgico. Questo distendersi della Parola di Dio nel scerlo» (Lc 24,16). La presenza di Gesù, dapprima con tempo avviene in particolare nella celebrazione eucari- le parole, poi con il gesto di spezzare il pane, ha reso pos- stica e nella Liturgia delle Ore. Al centro di tutto ri- sibile ai discepoli il riconoscerlo, ed essi possono risen- splende il Mistero Pasquale, al quale si collegano tutti i tire in modo nuovo quanto avevano già vissuto misteri di Cristo e della storia della salvezza che si attua- precedentemente con Lui: «Non ardeva forse in noi il lizzano sacramentalmente. Grazie alla riforma liturgica nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, del Concilio Vaticano II, nella celebrazione dell’Eucari- quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,32). stia ci viene offerta con abbondanza la Parola di Dio; il Dal racconto emerge come la Scrittura stessa orienti a lezionario (la raccolta dei testi biblici ad uso liturgico) cogliere il suo nesso indissolubile con l’Eucaristia. festivo diviso in tre anni e quello feriale diviso in due anni «Si deve quindi sempre tener presente che la parola di ci offre la lettura di quasi tutta la Bibbia. Il racconto di Dio, dalla Chiesa letta e annunziata nella liturgia, porta Luca sui discepoli di Emmaus ci fa comprendere il le- in qualche modo, come al suo stesso fine, al sacrificio game tra l’ascolto della Parola e lo spezzare il pane (cfr dell’alleanza e al convito della grazia, cioè all’Eucaristia» Lc 24,13-35). Gesù si fece loro incontro nel giorno dopo (OLM 10). il sabato, ascoltò le espressioni della loro speranza delusa Continua a pag. 8
in 8 Segue dalla pagina precedente Parola ed Eucaristia si appartengono così intimamente da non poter essere comprese l’una senza l’altra: la Pa- rola di Dio si fa carne sacramentale nell’evento eucari- stico. L’Eucaristia ci apre all’intelligenza della sacra Scrittura, così come la sacra Scrittura a sua volta illumina e spiega il Mistero eucaristico (cfr VD 54-55). La Parola di Dio è sacramento, lo comprendiamo in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. Accostandoci all’altare e La parola prendendo parte al banchetto eucaristico noi comuni- chiamo realmente al corpo e al sangue di Cristo. La proclamazione della Parola di Dio nella celebra- zione comporta il riconoscere che sia Cristo stesso ad della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. essere presente e a rivolgersi a noi per essere accolto. Quando ci rechiamo al Mistero, se ne cade una bri- Sull’atteggiamento da avere sia nei confronti dell’Eu- ciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando caristia, che della Parola di Dio, san Girolamo afferma: la Parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la Parola «Noi leggiamo le sante Scritture. di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?» che le sante Scritture sono il suo insegnamento. E (In Psalmum 147). quando egli dice: «Chi non mangerà la mia carne e berrà «Cristo, realmente presente nelle specie del pane e del il mio sangue (Gv 6,53), benché queste parole si possano vino, è presente, in modo analogo, anche nella Parola intendere anche del Mistero (eucaristico), tuttavia il proclamata nella liturgia» (DV 56). corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la parola Girolamo Alessi Parola ed Eucaristia si appartengono così intimamente da non poter essere comprese l’una senza l’altra Tre incontri formativi sul Vangelo di Matteo L’Ufficio Catechistico - Settore Apostolato Biblico, propone tre incontri formativi sul Vangelo di Matteo per i sacerdoti, laici e ani- matori dei cenacoli del Vangelo . Gli incontri si terranno presso il salone della parrocchia dei Santi Apostoli in Comiso nelle seguenti date: 8 e 22 novembre e 6 dicem- bre, sempre alle 19. Interverrà padre Rosario Pi- stone biblista, docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Fa- coltà Teologica di Sicilia S. Gio- vanni Evangelista Palermo.
Come deve essere e come preparare in 9 l’omelia che parla al cuore di chi ascolta «L’ omelia deve essere ben preparata, deve loro evoluzioni), al contesto immediato e al messaggio essere breve»: questo l’invito di papa centrale. Inoltre tento di capire quali parti del cuore la Francesco durante un’udienza generale, Parola illumina e quale progetto formativo-terapeutico nella quale, all’interno del ciclo di catechesi dedicato al il Signore sta portando avanti. Il martedì entro nel brano significato della Messa, rifletteva sul Vangelo e sull’ome- immaginando di essere un contemporaneo di Gesù e lia. «Mi diceva un sacerdote – ha continuato il Papa – che “dialogo” con Lui e con gli altri eventuali personaggi del una volta che era andato in un’altra città dove abitavano brano. In pratica, integro i suggerimenti di Sant’Ignazio La parola i genitori, il papà gli aveva detto: sai, sono contento per- di Loyola all’interno del metodo tradizionale della lectio ché con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si divina. Non vedo, al contrario di altri, opposizione tra le fa una Messa senza omelia!». «Quante volte vediamo – due cose. Il mercoledì consulto qualche commentario. ha proseguito papa Francesco – che durante l’omelia c’è Il giovedì mi prendo un po’ di tempo per meditare sul chi si addormenta, altri chiacchierano, o si esce fuori a brano (cosa mi dice? in che modo ha a che fare con la mia fumare una sigaretta. Ecco, tutti lo sapete!». vita?). Il venerdì per pregare su di esso. Mentre il sabato «Quindi sia breve l’omelia, sia ben preparata», ha ri- cerco di custodire nel cuore quella parola, quell’imma- badito. «E come si prepara? Con la preghiera, con lo stu- gine, quel sapore che di più mi ha lasciato (contempla- dio della parola di Dio», facendo «una sintesi chiara e zione-assimilazione). La domenica faccio l’omelia, per breve. Non deve andare oltre i 10 minuti, no». Inoltre dirla con San Francesco, con brevi e semplici parole: do- l’omelia, sempre secondo il Papa, deve essere tale da per- mandandomi sempre, come insegnava don Bosco, se mia mettere che la buona notizia, la parola di Dio possa en- mamma (sesta elementare) capirebbe … trare dalle orecchie, arrivare al cuore e poi alle mani per Nel parlare alle persone sto attento ad evitare letture e fare le opere buone. Come cerco di applicare nel mio trasmissioni della Parola colpevolizzanti e demoralizzanti. ministero queste direttive di Papa Francesco? Mi do- In altri termini, tengo presenti alcuni principi basilari: so- mando questo non perché possa essere di esempio ad stenere i processi di crescita e non, invece, scoraggiare altri, ma perché la mia esperienza è ciò che posso tra- le persone, guardare con simpatia e cordialità me stesso smettere. Anzitutto, aiutando me stesso ad essere un e gli altri uditori pur nella consapevolezza di essere pec- uditore attento della Parola. All’interno della secolare catori, trasmettere fiducia nel potere intrinseco della Pa- tradizione della lectio divina. Così, insieme con la mia rola e non nei nostri sforzi di essere all’altezza. È vero: fraternità e poi con alcuni parrocchiani, il lunedì faccio noi non siamo in grado di vivere la Parola, ma se la custo- lectio sul Vangelo della domenica successiva (cosa il diamo con interesse nel cuore, essa è ben capace di vivere brano dice?). Seguendo le indicazioni tipiche, cerco di e di agire in noi: lentamente trasformandoci. La Parola, fare attenzione alle diverse parti in cui il brano può es- infatti, per virtù sua opera in noi credenti (I Tes 2,13) e sere diviso, al genere letterario, al sistema dei personaggi contiene una forza esplosiva capace di salvare e guarire (cosa fanno, che vissuti provano, come si relazionano, le (Rm 1,16). Insomma, tra lectio divina (attenzione alla Pa- rola) e lectio humana (attenzione al cuore umano), penso sempre di evitare quel che si racconta di quel prete che dopo aver letto il Vangelo, avendo fretta di dare alcuni messaggi ai suoi parrocchiani, in buonissima fede disse: “bene. Ora vi dico io alcune cose importanti!”. Un’ultima annotazione. Mi sembra utile periodica- mente chiedere pareri a chi ascolta. Non per avere con- ferme, ma per ricevere feedback illuminanti. Che aiutino anche a correggere la rotta della predicazione. Le criti- che sono certamente le benvenute. Perché non sappiamo mai veramente quello che abbiamo detto se non dopo le restituzioni di chi ci ha ascoltati: tutti i contenuti sono sempre dentro relazioni vitali. Nello Dell’Agli Il Papa suggerisce una sintesi che sia chiara, breve ed efficace
in “Ma la Parola di Dio non è incatenata!” 10 S pesse volte abbiamo incatenato la Parola di Dio: quando non l’abbiamo ascoltato, quando non Scrittura, “tutto si riferiva a lui”, perché è la Parola incarnata. “Cristo è il primo esegeta! l’abbiamo annunciata, quando ce la La seconda icone è tratta dal libro facciamo rapire dal cuore, quando di Neemia. Il popolo d’Israele ri- l’abbiamo soffocata, quando ci siamo torna dall’esilio babilonese, rico- fatti sedurre dalla ricchezza. “Ma la struisce Gerusalemme, il Tempio e parola di Dio non è incatenata”, que- attorno alla Parola di Dio prende co- La parola sto l’Apostolo Paolo ricordava a Ti- scienza del suo essere popolo di Dio, moteo (2Tm 2,9) e questo credo sia così inizia la restaurazione spirituale il cammino della Chiesa. Un cam- d’Israele. Con questa icone il Papa mino per rimettere la Parola di Dio sottolinea che “queste parole con- al centro e come punto di riferi- tengono un grande insegnamento. mento della vita della Chiesa, per ri- La Bibbia non può essere solo patri- prendere la corsa iniziata con Gesù monio di alcuni e tanto meno una Cristo, Parola fatta carne, per le vie raccolta di libri per pochi privile- del mondo, come ci testimonia li giati. Essa appartiene, anzitutto, al libro degli Atti degli Apostoli. popolo convocato per ascoltarla e ri- In questo sfondo si colloca la let- conoscersi in quella Parola. La Pa- tera apostolica di Papa Francesco rola di Dio unisce i credenti e li con la quale istituisce la domenica rende un solo popolo.” (n. 4). della Parola di Dio. L’iniziativa del La terza icone è presa dal libro del Papa si iscrive in un cammino lungo, profeta Ezechiele e dall’Apocalisse. che a mio modesto avviso, parte da “Ezechiele quando, invitato dal Si- lontano, con Leone XIII e ha il suo gnore a mangiare il rotolo del libro, culmine nel Concilio Vaticano II con confida: «Fu per la mia bocca dolce la costituzione sulla Divina rivela- come il miele» (Ez 3,3)” (n. 12). zione. Il papa ricorda i grandi passi L’autore dell’Apocalisse rivive la fatti grazie alla Costituzione Conci- stessa esperienza di Ezechiele, “ma liare, senza trascurare il richiamo al aggiunge qualcosa di più specifico: Sinodo del 2008, convocato da Be- «In bocca lo sentii dolce come il mai alla Parola di Dio, ma nutrirsi di nedetto XVI, “per incrementare” miele, ma come l’ebbi inghiottito ne essa per scoprire e vivere in profon- l’insegnamento conciliare, sul tema sentii nelle viscere tutta l’amarezza» dità la nostra relazione con Dio e i “La Parola di Dio nella vita e nella (Ap 10,10). fratelli.” (n. 12). missione della chiesa”, in seguito al La dolcezza della Parola di Dio ci quale pubblicò l’esortazione aposto- spinge a parteciparla a quanti incon- Come nutrirsi di essa? Forman- lica “La Parola del Signore”, pur- triamo nella nostra vita per espri- doci all’ascolto. troppo quasi totalmente mere la certezza della speranza che Cosa deve tener conto un’ade- sconosciuta. essa contiene (cfr 1Pt 3,15-16). guata formazione all’ascolto? Tre at- Il Papa utilizza tre icone bibliche L’amarezza, a sua volta, è spesso of- teggiamenti e quattro condizioni. per esprimere l’importanza di questa ferta dal verificare quanto difficile di- Atteggiamenti: venerare, cre- iniziativa. venti per noi doverla vivere con dere, ascoltare. La prima, tratta dal Vangelo di coerenza, o toccare con mano che La Parola di Dio è da venerare per- Luca, è l’episodio dei discepoli di essa viene rifiutata perché non rite- ché è radicalmente diversa dalle pa- Emmaus , con la quale il papa sotto- nuta valida per dare senso alla vita. È role umane: è il venire incontro di linea che Cristo si identifica con la necessario, pertanto, non assuefarsi Dio che comunica il suo mistero. La Parola di Dio punto di riferimento per la vita e la missione della Chiesa
Dall’ascolto, alla preghiera, alla vita in 11 La parola In un mondo in cui la parola è in- senso di Dio e alla nostra esistenza. Cristo e favorisce l’adesione perso- flazionata bisogna recuperare il La pagina biblica non presume di ri- nale del Figlio di Dio e trasforma ra- senso delle parole e, quindi, della Pa- specchiare ogni tipo di verità. Ciò dicalmente predisponendo alla rola. Occorre educarsi e educare, che interessa la Bibbia e per cui Dio conversione con un cambiamento come comunità e come singoli, al- si è impegnato è la verità religiosa. profondo della vita. l’incontro con l’alterità della Parola La verità su Dio, su Cristo, sullo Spi- Sapere Ascoltare è una vera beati- divina. rito Santo, sull’uomo e suoi interro- tudine, l’ascolto fa diventare consan- La Parola di Dio è da credere. Che gativi. guinei del Figlio di Dio. Ascoltare, cosa credere? La verità. Quale Verità La Bibbia non è solo il fondamento come Maria e non come Marta se- ci presenta il testo biblico? La rispo- della fede, ma anche è il metro che dersi ai piedi del Maestro divino per sta del Concilio Vaticano II può es- deve misurare la fede della Chiesa e ascoltare con docilità e religiosità, sere riassunta nella seguente deve guidare tale fede indicando ciò per far scendere la sua parola nel espressione: «i libri della Scrittura in- che il popolo di Dio deve credere e cuore, affinché essa trasforma la vita. segnano fermamente, fedelmente e su quali binari deve svilupparsi il Solo così si raggiunge la salvezza e si senza errore la verità che Dio in vista cammino del credente. riceve l’elogio di Gesù:”Beati piut- della nostra salvezza volle fosse con- La Parola di Dio è d’ascoltare tosto coloro che ascoltano la Parola segnata alle sacre Lettere» (DV 11). L’ascolto della Parola di Dio pre- di Dio e la osservano!” (Lc 11,28). La Bibbia non ci mente riguardo al para l’accoglienza del messaggio di Continua a pag. 12
in Continua dalla pagina precedente 12 Per potere conseguire questa nel segreto della propria intimità. non abbeverarsi direttamente alla meta sublime, bisogna fare atten- Un ascolto che nasce dal raccogli- sorgente viva della Sacra Scrittura zione a come si ascolta il messaggio mento, dal prendere in mano se per sperimentare un costante, signi- salvifico del Cristo. stessi sottraendosi alla dissipazione ficativo ed esplicito riferimento alla Condizioni: la Parola di Dio è da della vita quotidiana, un ascolto che Parola, e così diventa sorgente ispi- comprendere, da pregare, da cele- ha bisogno di silenzio, di tempo ratrice dei comportamenti quoti- brare, da vivere. qualitativo, non scandito dall’orolo- diani. La Parola di Dio è da compren- gio, di gratuità, di tutto ciò che può Il Papa chiude la sua Lettera Apo- La parola dere. La comprensione della Parola dirsi preghiera. stolica con lo sguardo a Maria “rico- di Dio è impegno del credente e La Parola di Dio è da celebrare nosciuta come beata perché ha delle comunità. Essa cresce con la La Parola si prolunga nella Chiesa. creduto nell’adempimento di ciò meditazione e con lo studio, che Rimaniamo dinanzi alla parola come che il Signore le aveva detto (cfr Lc permettono di cogliere la fecondità in un “oggi” eterno. La Chiesa ha 1,45)” (n.15), e con un augurio: “La sempre nuova della Sacra Scrittura. un rapporto stretto con Cristo, fino domenica dedicata alla Parola possa Attrezzarsi per la comprensione a giungere a un’identificazione, non far crescere nel popolo di Dio la re- significa anzitutto distinguere il nu- è forse la Chiesa il “Corpo di Cri- ligiosa e assidua familiarità con le cleo della Rivelazione dagli elementi sto”? Sacre Scritture, così come l’autore di contesto, dalle convenzioni dei Allora la Chiesa è essa stessa la Pa- sacro insegnava già nei tempi anti- generi letterari, dalle esigenze della rola che Dio rivolge agli uomini, è chi: «Questa parola è molto vicina a narrazione, senza negare il fatto, che legata ad essa e la dona nella procla- te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, la comprensione del testo sacro è mazione, e la attualizza nella litur- perché tu la metta in pratica» (Dt stato ed è un problema complesso. gia, in essa Cristo si rende presente 30,14)” (n.15). Per una corretta interpretazione e rinnova i gesti della salvezza, così Salvatore Puglisi della Sacra Scrittura è necessario te- possiamo continuare a dire: “oggi si nere sempre conto del contesto par- è adempiuta questa scrittura” (Lc ticolare in cui ogni passo è inserito 4,21). e dell’insieme di tutti gli scritti bi- blici nella loro sostanziale unità. La Parola di Dio è da vivere La Parola di Dio è da Pregare S. Paolo ricordava ai Romani: La Parola di Dio richiede un “Non conformatevi a questo mondo, ascolto non superficiale, non di- ma lasciatevi trasformare rinno- stratto, non puramente percettivo a vando il vostro modo di pensare, per livello fisico: un ascolto interiore, in poter discernere la volontà di Dio, totale attenzione e tensione di tutto ciò che è buono, a lui gradito e per- il proprio essere che la riceve dopo fetto” (Rom 12,2). averle fatto posto nel nostro cuore, Cosa significa tutto questo? Se Restiamo in contatto. Noi siamo sempre on line www.diocesidiragusa.it www.radiokaris.it www.insiemeragusa.it
La Chiesa popolo che ascolta in 13 Dal silenzio orante all’evangelizzazzione L a Chiesa è il popolo di Dio, adu- nato nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Formata da coloro che, nella fede, hanno ac- colto Gesù come Signore della loro vita ed hanno ricevuto il Battesimo, La parola la Chiesa è comunque aperta a tutti gli uomini di buona volontà, sia per- ché il suo messaggio è universale, sia perché potenzialmente ogni uomo può entrare a farne parte. Al fondamento di ciò che la Chiesa è nella sua essenza si pone la Parola di Dio, che convoca i credenti e li convoglia nell’unità della fede. In principio è la Parola, che comunica agli uomini la verità di Dio e li chiama ad accoglierla, incarnandola nella propria vita. Chiamati da Dio, gli uomini di ogni lingua e nazione possono accogliere il suo invito e convertirsi a Lui, formando così l’unica comunità dei credenti. verso una Parola che è contempora- La Chiesa, intesa come popolo che Porre alla base della Chiesa la Pa- neamente sempre uguale e sempre ascolta la voce di Dio, è chiamata ad rola di Dio significa riconoscere che nuova, tale cioè da attualizzarsi nelle annunciare al mondo intero quanto essa è nella sua essenza una comu- diverse situazioni in cui gli uomini ha udito. Essa infatti non può tratte- nità in ascolto, ossia un popolo che vivono. nere per sé le ricchezze che il Si- rivolge costantemente il suo orec- Un altro ambito di ascolto è la pre- gnore le comunica, ma deve chio al Signore per ricevere da Lui la ghiera personale e comunitaria dei trasmetterle a tutti gli uomini. verità e la luce. È perciò fondamen- credenti in Cristo, i quali nel silenzio L’ascolto è dunque finalizzato all’an- tale nella Chiesa l’esercizio del- odono la voce del Signore e si arric- nuncio; e l’annuncio è destinato a l’ascolto, che si nutre del silenzio chiscono di quanto essa comunica. suscitare la fede, la quale nasce pro- orante, nel quale può essere accolta La Chiesa, poi, si pone in ascolto di prio dall’ascolto della Parola che con frutto la Parola di vita e di verità. Dio cercando di scrutare nella storia salva. Nata dall’ascolto, la Chiesa vive con- quelli che i Padri chiamavano “i semi L’atteggiamento che la Chiesa tinuamente nell’ascolto, perché non del Verbo”, che lo Spirito Santo deve assumere è perciò quello di un cessa mai di apprendere dal suo Si- sparge nei solchi del mondo. È fon- ascolto orante, che si traduce in una gnore ciò che deve vivere ed inse- damentale, infine, l’ascolto reci- fervorosa opera di evangelizzazione, gnare. proco fra quanti condividono la fede la quale sarà capace di suscitare la Sono molti i “luoghi” dell’ascolto in Cristo, i quali sono chiamati ad at- fede nella misura in cui trasmetterà nei quali la comunità dei credenti tingere al tesoro inesauribile della in modo fedele e fascinoso quanto ha può nutrirsi della Parola che salva. Il Parola di Dio e a comunicarsi reci- ascoltato dal suo Signore. luogo principale è la liturgia. È Dio procamente le risonanze di vita e di stesso, infatti, che parla dall’ambone verità che questa Parola suscita nel Mario Cascone liturgico ed istruisce i fedeli attra- loro cuore. La Chiesa è chiamata ad annunciare quanto ha udito la mondo intero
in14 Sorgente benedetta di senso e di fede Guardare la Parola attraverso l’arte L a Bibbia ha assunto lungo i secoli il volto della bel- lezza dell’arte e, parallelamente, essa ha raggiunto gli uomini e le donne di questo mondo con una ricchezza di linguaggi, tra i quali quello artistico è certamente uno dei più alti e significativi. L’ascolto della Parola può realizzarsi anche guardando La parola delle immagini, così come dichiarava nell’870 il IV Con- cilio di Costantinopoli (VIII ecumenico): «ciò che viene comunicato con le parole, l’immagine ce lo annuncia e ce lo consegna mediante i colori”» (can. 654), Gli eventi biblici (in particolare quelli che esprimevano con mag- giore immediatezza un significato salvifico) hanno costi- tuito per gli artisti un impulso straordinario per esprimere il loro talento, ed essi, con le loro opere, ci hanno anche contemporaneamente “attualizzato” le Scritture. Così, guardando un mosaico paleocristiano con la figura di Giona, o un’icona con la Trasfigurazione con i tre discepoli ai piedi di Gesù, o una formella roma- nica che narra le storie della Genesi, o una vetrata gotica col ciclo di Davide, o una scultura rinascimentale di Mosè, o un affresco del ‘600 con l’Adorazione dei pa- stori, o un dipinto moderno dedicato all’episodio di Em- maus … noi possiamo comprendere come il Signore continua a venire a noi, a rendersi meravigliosamente presente nella nostra storia. Tutto ciò che fa è eterna- mente attuale: la Storia della Salvezza è anche rivelazione “L'evangelista Luca dipinge la Madonna” del nostro “oggi”. Giona, Pietro Giacomo e Giovanni, Tempera su tavola del secolo XVIII, Adamo ed Eva, Davide, Mosè, i pastori e i discepoli di conservata nella chiesa di Emmaus, non ci sono estranei; li vediamo raffigurati del San Francesco di Paola a Vittoria tutto simili a noi. Formano con noi il “popolo in cam- mino verso il Regno”. Pertanto, quando entriamo in re- lazione profonda con ciò che gli artisti hanno creato, noi continua a fare per incontrare l’uomo e ciò che l’uomo possiamo entrare in dialogo non solo con loro, ma anche porta in sé, ciò a cui aspira, cosa lo supera. L’arte cri- con il messaggio di salvezza che li ha raggiunti: è per stiana si mette dunque al servizio della fede e della spiri- questo che San Francesco poté “dialogare” col Croci- tualità cercando di rendere visibile “Colui che era fin da fisso, attraverso l’immagine che un ignoto artista aveva principio, quello che noi abbiamo udito, quello che noi dipinto sulla croce di San Damiano. E ciò che è accaduto abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che noi ab- in modo esemplare a San Francesco è successo ad innu- biamo contemplato e quello che le nostre mani hanno merevoli cristiani del passato e succede ancora nel pre- toccato, il Verbo della vita”. Le arti figurative, lungo la sente. storia della Chiesa, hanno sempre cercato di rendere vi- Le creazioni artistiche possono dunque rappresentare sibile il mistero donandogli apparenza e trasfigurandolo ancor oggi, per chi le sa accogliere, una sorgente bene- in modo “bello”, con un linguaggio “gratuito”, e per ciò detta di senso, di libertà e di fede! L’autentica opera stesso particolarmente pertinente al Vangelo. d’arte sacra testimonierà sempre ciò che Dio ha fatto e Giuseppe Antoci La trasfigurazione del mistero con il linguaggio della bellezza
Vivere in pienezza la propria fede in 15 attraverso Parola, ascolto e prassi “D io nessuno lo ha mai visto, ma il figlio che è nel suo grembo ce l’ha raccontato” (Gv 1,18). Se ogni racconto è fatto di parole, come è emersa nel cammino sul quale si fonda un particolare tipo di reli- gione, dall’altro lato ci fa capire non solo l’importanza di Dio, ma anche quella dell’uomo. Se “in principio era mondo questa vigorosa parola? Nell’Antico Testamento la parola” (Gv 1,1) vuol dire che in principio c’è anche la “parola”, dabar, è un evento accaduto nella storia. l’ascolto. Una “parola” non ascoltata è una parola non Basti pensare alla creazione del Genesi o al Deuterono- reale, non efficace. Pertanto il destino della religione La parola mio in cui Dio parla a Mosè, Mosè al popolo e il popolo giudaico-cristiana lega Dio e l’uomo e ne costituisce un “vede” la “parola”. Nel Nuovo Testamento, come testi- progetto. Un progetto complicato e ostacolato sia dalle monia il passo citato del Vangelo di Giovanni, la “pa- forze che si oppongono a Dio, sia dalla debole natura rola” è il Cristo. I Magi vanno a “vedere” proprio questa dell’essere umano. Ma solo una potente “voce” ascoltata “parola” incarnata. e messa in pratica può condurre, da un punto di vista re- Tuttavia la “parola” trova spazio pure nella Bibbia. ligioso, alla salvezza. Questo “schema” sta all’origine Midbar è “il luogo della parola”. Perciò la scrittura sta della religione ebraica e di quella cristiana. Anche se le tra la “parola” e il libro e vuole che l’evento del linguag- interpretazioni sono diverse, entrambe ci ricordano la gio diventi documento. Ma per arrivare a tale visione c’è potenza della “parola”, l’importanza dell’ascolto e la tutto un complicato e dinamico processo: la lettura del- prassi come testimonianza viva del nesso parola-ascolto. l’evento, l’interpretazione dell’evento e la celebrazione Non a caso, in conclusione, è bene ricordare un passo dell’evento. Nel primo caso c’è un evento storico. Nel del Vangelo di Luca in cui Gesù, in poche parole, mette secondo caso l’evento viene letto attraverso la fede e, nel in evidenza l’importanza del processo parola-ascolto- terzo caso, emerge il rito come ricordo di qualcosa di prassi: una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: estremamente fondamentale, ripetibile e trasmissibile. «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha al- In senso ebraico si passa da un evento storico, la libe- lattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che razione dall’Egitto, lo si collega alla potenza di Yhwh e, ascoltano la parola di Dio e la osservano!». (Lc 11, 27- infine, si celebra l’uscita dall’Egitto. In chiave cristiana 28). Perciò accostarsi con questa consapevolezza alla re- l’evento storico è il sepolcro vuoto in cui non c’è più il ligione può essere il primo passo per vivere in pienezza corpo del Cristo, la fede fa dire che “Cristo è risorto” e la propria fede e abbandonare per sempre ogni intimo poi arriva la liturgia come celebrazione perpetua del- sentimentalismo solipsistico. l’evento. Tutto ciò da un lato ci fa capire brevemente il Luca Farruggio Dio parla a Mosè e Mosè trasmette al popolo la Parola
in16 La comunicazione tra simili Così l’uomo diventa padrone del suo destino e del pianeta D ice Yual Boah Harari nel suo vendutissimo libro “Da animali a dei. Breve storia dell’Umanità” che Ma la parola, la parola è il tramite. Che se poi io, scimmia che ha perso gran parte del pelo epidermico ma ha grosse scimmie senza pelo, ma con qualche elemento (anche, certa- mente, di ordine genetico) che ci la differenza tra i grandi mammiferi aumentato di dimensioni il cervello, rende diversi. Quella scintilla che ci La parola e l’uomo consiste fondamentalmente sono in grado di riprodurla non sol- rende animali sociali, esseri inutili nel fatto che quest’ultimo è l’unico tanto con i suoni prodotti dalle corde senza il raffronto e il rapporto con (a stare alla ricerca scientifica at- vocali ma anche con un pezzo di car- l’altro. Un dono divino? Una miraco- tuale) in grado di immaginare cose, bone sulla parete liscia di una anti- losa serie di coincidenze biologiche pensieri, idee, storie non reali ma, chissima grotta, allora quella mia ambientali? L’una e l’altra cosa? appunto, immaginarie. parola rimarrà per secoli, per mil- Quello che appare evidente è il risul- Aggiunge poi l’accademico israe- lenni, a tracciare la mia presenza, il tato della recentissima (si parla di liano: questa capacità che parrebbe mio passaggio sul pianeta e, nel caso circa 250.000 anni, ovvero un fiat unica è utile solo e soltanto perché la mia dovesse essere parola interes- nella storia del pianeta) evoluzione sempre questa grossa scimmia chia- sante e per sopramercato anche di del sapiens che oggi è indiscutibil- mata homo sapiens, è in grado di tra- accrescimento, allora sarò indiscuti- mente padrone del suo destino e, a smettere ai suoi simili la cosa bilmente un sapiens. scorno di tutti gli altri esseri viventi, immaginata. Per farlo si avvale della La parola quindi, la comunica- anche del pianeta sul quale vive. parola che forma un ragionamento. zione tra simili. Parrebbe scontato, Quella parola che gli ha permesso Quel concetto che gli antichi greci non lo è per nulla. Perché si tratta di di sviluppare un cervello fantastico, sintetizzano con “logos”. una capacità che è data genetica- capace di tutto, che lo ha posto al E parrebbe pure che nell’utilizzo mente alla specie, ma che non è vertice della piramide raffigurante la di segni (fondamentalmente i fone- nulla, proprio nulla se non ci si eser- vita sul pianeta, quella parola deve tici, chè i grafici sono già un livello cita in tal senso. Tant’è che sono nu- essere custodia, curata, moderata, diverso e più alto) il sapiens non sia merosi i casi documentati di usata al meglio e a favore di tutti. da solo. Altri mammiferi sono in individui appartenenti all’homo sa- Non parrebbe, questa, la raffigura- grado di comunicare tra simili: lo piens che (al netto da tipologie spe- zione attuale di una specie impegna- fanno di certo le balene e i delfini (ed cifiche) non riescono a articolare una tissima a fare di quella parola una altri cetacei), lo fanno alcuni pipi- parola se non hanno mai frequentato leva potentissima per sollevare tutto strelli e parrebbe appurato che lo altri simili, se non hanno mai parlato. il peggio di se stessa. fanno anche alcuni molluschi. Spiegato perché siamo certamente Saro Distefano
Il legame tra generazioni nei “cunti” in 17 La cultura popolare più forte dei like U na delle principali differenze che intercorre tra l’uomo e l’animale è sicuramente la capacità di que- st’ultimo di proferire parola. Spinto dall’esigenza di co- contesto, trovavano il modo e il tempo per raccontarci qualcosa. Erano i “cunti” della tradizione, spesso alterati e adattati all’esigenza, ricchi di dettagli, descrizioni, dia- municare, di entrare in relazione profonda con l’altro, loghi e significati. Vere e proprie parabole utilizzate per l’uomo ha affidato alla parola la missione di veicolo per crescere e, una volta grandi, ricordate per tornare bam- “creare il mondo”, utilizzando un’espressione di Hei- bini. “C'era na vota nu re,…”, oppure ancora “Ti cuntu a La parola degger. La parola crea, genera, produce, appunto. storia di Giufà…”, o ancora, più semplicemente “Sienti Attraverso il linguaggio, infatti, l’uomo rappresenta il chi ti cuntu!”. mondo, lo interpreta e lo domina. È proprio l’atto del Potremmo dire che si racconta per rimanere immortali, dare un nome alle cose che rende l’uomo superiore ri- in qualche modo. Proprio attraverso le storie narrate, af- spetto al resto del creato. fidate alla memoria, si tesse infatti una rete interminabile L’uomo, però, non solo è colui che dà un nome alle che lega culture, generazioni e mondi diversi. Ma non cose ma è, soprattutto, l’unico essere in grado di narrare, sono solo parole... Si tratta della forma più sublime che di elaborare racconti – veri o fantastici – capaci di stu- ha l’uomo per esprimere la propria natura, creata ad im- pire, istruire e intrattenere. Si pensi all’esigenza primi- magine e somiglianza del Creatore. Dio stesso, infatti, tiva degli uomini di spiegare, tramite le parole, tutto ciò si è fatto Verbo, Parola, per stare nel mondo. Parola viva, che li circondava, arrivando così a formulare affascinanti Parola che interroga, Parola che racconta, Parola che racconti cosmologici, antropologici, teologici e, in ge- conforta... Oggi, forse, sentiamo l’esigenza di recupe- nerale, eziologici. I miti, infatti, rappresentano la capa- rare il valore del linguaggio, del racconto, della parola cità dell’uomo tradurre la propria creatività in parole condivisa. In una realtà in cui la comunicazione sta di- invertendo, per così dire, il processo creativo. Solo dopo ventando troppo asettica, schematica e digitale, è impor- la mitica spiegazione, infatti, si giustifica l’origine di tante tornare a raccontare, a raccontarsi, a lasciare tracce qualcosa, solo dopo la condivisione di questa all’interno di noi alle future generazioni. di un gruppo si genera una credenza, una tradizione e E solo allora l’epilogo rituale dei cunti “vissero felici più genericamente una civiltà. Si pensi, ancora, alle fa- e contenti … e a niautri nun ni lassaru nienti” non sa- vole e alle fiabe: racconti a cui, da sempre, è affidato il rebbe del tutto veritiero perché avremo lasciato una compito di educare, trasmettere la morale propria, ap- grande eredità, inquantificabile e proprio per questo punto, di una determinata cultura e società. Come non preziosa: i nostri racconti, la nostra storia. ricordare, dunque, le nonne che, sempre, in qualsiasi Alessia Giaquinta
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