I CALVARI DEL NOSTRO TEMPO 2019 - Fondazione Migrantes
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni 2019 TEMPO I CALVARI DEL NOSTRO MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 5 MAGGIO 2019 PRESS
sommario PRESS 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 5 MAGGIO 2019 Editoriale Rivista di informazione e di collegamento della Fondazione Migrantes Paura non è la risposta 3 Anno XL - Numero 5 Maggio 2019 Pierpaolo Felicolo Direttore responsabile Ivan Maffeis Primo Piano Direttore Giovanni De Robertis I calvari di oggi 5 Caporedattore Raffaele Iaria Nicoletta Di Benedetto PRESS La grande fiducia nell’«8xmille» 9 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 5 MAGGIO 2019 Laura Delsere Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni I CALVARI DEL NOSTRO Immigrati TEMPO Sulla collina di Maria 12 Renato Zilio Esempio di umanità per i migranti 14 Direzione e Redazione Fondazione Migrantes Via Aurelia 796 - 00165 Roma Oh My Nice Land 17 Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Don Pasquale Ferraro segreteria@migrantes.it r.iaria@migrantes.it “Così sono rinato in Cristo” 18 www.migrantes.it Paolo Guiducci Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17475 del 13.12.1978 Solo cose belle 20 Giorgio Paolucci Contributo stampa 2019 Italia: 21,00 Euro Estero: 31,00 Euro - (via aerea 52,00 Euro) Rifugiati e richiedenti asilo Un numero: 4,00 Euro Un anno con i rifugiati 23 ISSN 0391-5492 Donatella Parisi Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale Studenti Internazionali D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Diamo un calcio al pregiudizio 27 art. 1, comma 2, DCB Roma Maurizio Certini C.C.P. n. 000088862008 intestato a Migrantes - Migranti Press Italiani nel Mondo Via Aurelia, 796 - 00165 Roma Italiani a Barcellona 29 IBAN: IT76X0760103200000088862008 Cristina Quaranta Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 segreteria@migrantes.it www.migrantes.it I giovani “Italiani” a Palermo 31 Nicoletta di Benedetto C.C.B. n. 100000010845 intestato a Una “nuova primavera” per i giovani italiani all’Estero 33 Fondazione Migrantes CC Stampa Michele Schiavone Bonifico bancario c/o Banca Prossima S.p.A. Filiale 05000 - Milano Rom e Sinti IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 BIC: BCITITMX Portare speranza 35 Archivio fotografico Fondazione Migrantes – Roberto Ragno Fieranti e circensi Iscritto alla La pastorale dello spettacolo viaggiante in seminario 36 Federazione Italiana Settimanali Cattolici MigrantiPress percepisce i contributi pubblici all’editoria. News Migrazioni 38 MigrantiPress, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settima- nali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunica- zione Commerciale. Segnalazioni librarie 40 Progetto grafico, impaginazione e stampa Ufficio nazionale per i problemi giuridici - CEI www.taueditrice.com Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza 41 Alessandro Pertici
1 EDITORIALE 1 Paura non è la risposta Pierpaolo Felicolo S ull’immigrazione è cambiato il linguaggio: favore aprite le porte, mettete a disposizione an- non quello della Chiesa, ma quello della che solo un letto!”. Poi l’ha ripetuto con più for- società civile. A febbraio scorso Papa Fran- za includendo nell’appello anche le parrocchie. cesco è voluto essere presente a Sacrofano, dove In un Angelus ha chiesto: “Chi sono i migran- ha incontrato un buon numero di operatori di ti?” e ha risposto: “Uomini e donne come noi”. accoglienza che hanno accolto i migranti asse- Nell’omelia di Sacrofano è arrivato a dire: “Do- condando i suoi appelli. Ricordo che il Papa si è vremmo cominciare a ringraziare … gli ‘altri’ rivolto agli istituti religiosi chiedendo loro: “Per che bussano alle nostre porte, offrendoci la pos- 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 3 1
1 EDITORIALE 1 sibilità di superare le nostre paure per incontra- si” Renzo e Lucia non fuggono forse da un ti- re, accogliere e assistere Gesù in persona”. ranno? Nell’“addio ai monti…” Lucia si presen- Per questo tra noi vogliamo recuperare un lin- ta come profuga; Renzo e Lucia vanno nel regno guaggio autentico, semplice ma efficace, che di fronte per salvarsi la pelle. Si scappa solo per non parta dalla paura. Dobbiamo parlare del- guerra o violenza, o si scappa anche per fame? E la realtà della migrazione con un linguaggio se scappi per fame, non hai alcun diritto? differente – e quindi problematico, comples- Serve certo una regolazione, non soltanto in so, articolato –, ma non permeato dalla paura. Italia, ma a livello europeo. Bisogna poi tenere Se ci facciamo condizionare dalla paura, questa conto che uno dei motivi per cui si fugge è quel- ci aggredisce alla minima cosa diversa ci succe- lo ambientale, il cambiamento climatico. Se tra da: il cambiamento mette paura, l’incontro con poco si verificherà la desertificazione del Ken- un altro, un diverso, ci incute timore… L’unico ya; se la zona del Cairo, coi suoi 11 milioni di modo per uscirne positivamente è passare dal abitanti, diventa desertica, tanta altra gente sarà linguaggio della paura a quello della compren- spinta a scappare. sione, e questo vale anche per l’immigrazione. Tutto ciò compone una situazione di estrema La paura può anche essere il punto di partenza, complessità cui non si può rispondere solo con ma va superata. Se facciamo questo passo ci ac- la paura. Questa va affrontata non parlando di corgiamo che gli immigrati sono uomini e don- numeri, ma affrontando ogni volta un volto, ne come noi, con lingue diverse, culture diver- una storia, e dietro il volto nasce una relazione. se, ma questa è una ricchezza straordinaria, non E quindi insegnamento dell’italiano, aiuto nel- un motivo di ostilità. C’è tutto un mondo che la ricerca del lavoro, permesso di soggiorno… e noi dobbiamo accompagnare e sostenere nella quanto è importante la fede! Quanto questa ha Chiesa. Nella storia dell’emigrazione italiana – aiutato gli italiani e quanto oggi aiuta i filippini, che è emigrazione a tutti gli effetti –, la Chie- i peruviani, gli ucraini nel cammino, nel rappor- sa ha sempre avuto un ruolo fondamentale. La to col proprio Dio a sostenere le fatiche di ogni pastorale dell’emigrazione non è ‘nuova’, è an- giorno, le incomprensioni, le ingiustizie che fai tica perché attinge dall’esperienza delle comu- e che ricevi. nità italiane all’estero, quando abbiamo aiuta- Sottolineo l’importanza del lavoro in rete, colla- to gli italiani, siciliani o friulani, a non perdere borando, uscendo da un linguaggio retorico di la fede. circostanza per confrontarsi con la complessità. Oggi è una pastorale che va svolta assieme: ed In rete si fa non “controinformazione”, ma in- ecco la collaborazione di Migrantes, con Caritas formazione, parliamo del Vangelo: gli immigra- Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Acli, Focola- ti sono uomini e donne come noi. Dobbiamo ri, ApiColf, Centro Astalli… Ci mettiamo in rete. adottare un linguaggio nuovo, forgiato sul lin- Facciamo accompagnamento alle persone: nella guaggio dell’amore, che è tutt’altro che retorico. ricerca del lavoro, nella comprensione della lin- Un linguaggio nuovo per nuove speranze, per- gua. Noi di Migrantes offriamo questo nelle cap- ché chi viene qui non si esaurisce nell’identità di pellanie, non nell’orario che ci fa comodo, ma “migrante” ma è una persona concreta, ha delle quando possono i migranti, per aiutarli a impa- speranze. rare rapidamente l’italiano, in quanto la lingua Nel 2017 titoli della grande informazione pote- è l’arma per entrare con efficacia in relazione. vano essere raggruppati in: 40% su sbarchi, 34% Una comunità che accompagna nel lavoro, nel- su immigrazione, criminalità e sicurezza, 11% la tutela dei diritti, nel rinnovo del permesso di su accoglienza: che messaggio passa? Solo allar- soggiorno, nelle difficoltà… Un aiuto a superare me! Il nostro obiettivo non è quello di far apri- la paura. La realtà migratoria è variegata: guerra, re le porte di casa, ma quelle del cuore, perché profughi, richiedenti asilo… Nei “Promessi spo- se si spalancano queste, si apre anche la casa. ■ 1 4 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 PRIMO PIANO 1 I calvari di oggi In dialogo con sr. Bonetti che ha scritto le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo Nicoletta Di Benedetto “U na grande sorpresa per me. Mai avrei ai poveri, ai maltrattati, alle vittime della nuova immaginato di ricevere una richiesta schiavitù, non è poi così strano che la scelta sia simile”. Queste le parole con le qua- stata indirizzata verso questa suora che da più li suor Eugenia Bonetti, missionaria della Con- di venti anni è al fianco delle donne sfruttate e solata e Presidente dell’Associazione “Slaves no maltrattate, di chi fugge da Paesi in guerra per more – Mai più schiave”, l’associazione che so- darsi e dare un futuro migliore alla famiglia, e stiene le vittime della tratta e dello sfruttamento invece trova muri e povertà. Racconta suor Euge- sessuale, decide di aprire questa intervista con- nia che la richiesta è arrivata con una telefonata cessaci il 15 aprile scorso. A lei papa Francesco del cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del ha affidato le meditazioni della Via Crucis al Co- Pontificio Consiglio della Cultura. “… quando losseo del Venerdì Santo. Considerando quanto io ho fatto presente le difficoltà di un’impresa il Pontefice sia attento al fenomeno migratorio, simile che non è una cosa facile, lui mi ha detto 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 5 1
1 PRIMO PIANO 1 Slaves no more L’Associazione “Slaves no more” lavora in strettissima collaborazione con le reli- giose dei Paesi da dove partono queste ragazze. Specialmente in Nigeria sostie- ne il lavoro e la fatica di reintegrazione o della prevenzione di quattro comunità di religiose, che si trovano in luoghi diversi, una è a Lagos. Queste comunità aiutano sia le ragazze che ritornano a casa con dei progetti di reintegrazione e sia fanno un grande lavoro di prevenzione nelle scuole e nelle parrocchie per raccontare il rischio di affrontare il viaggio del deserto, ma so- prattutto della Libia. L’Associazione attra- verso queste case di accoglienza le aiuta con delle realtà e con delle donazioni. Le oggi, con i giovani inesperti che cercano un fu- religiose di queste comunità, attraverso Slaves no more, ringraziano in modo spe- turo e invece trovano umiliazioni, trovano il di- ciale la Caritas, la Fondazione Migrantes, sprezzo e a volte – come sottolinea – “anche la l’Italia che offrono l’opportunità di poter morte” (Ricordato nella seconda stazione,ndr). sostenere queste case di accoglienza. Nata Ma soprattutto dice “ho cercato di far emergere, il 29 dicembre 2012 “Slaves no more” (Mai a secondo della stazione da contemplare, il vol- più schiave), come precisa il sito ufficiale, to di Cristo, la Madonna sua madre, le Donne, “persegue il fine esclusivo della promozio- ne sociale, umana, civile, culturale e inter- culturale di donne e minori in situazioni di vulnerabilità e difficoltà, vittime di violen- ze, abusi, tratta e riduzione in schiavitù”. Per raggiungere tale obiettivo i campi di intervento prioritari sono la formazione, l’informazione e la prevenzione, la libera- zione e la promozione della donna emargi- nata e vittima di situazioni che la privano della sua dignità e legalità. Ma anche il so- stegno e la reintegrazione socio-lavorativa attraverso progetti personalizzati. ‘suor Eugenia non dica di no, non preoccupar- ti scrivi col cuore le tue esperienze, le tue soffe- renze saranno di aiuto anche per altre persone che forse non vedono questo problema come lo vedi tu con i tuoi occhi e con il tuo cuore’. E que- sto veramente mi ha aiutato a cimentarmi nella preparazione di questa Via Crucis”. Nel ripercorrere le quattordici stazioni suor Eu- genia ha collegato la realtà di allora, di 2000 anni fa, con i tanti calvari, come lei li definisce, che la nostra società ha creato e continua a crea- re. Ha paragonato quelle tappe della strada per- corsa da Gesù con la vita di molte persone di 1 6 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 PRIMO PIANO 1 le persone che l’hanno accompagnato”. In que- ste realtà ha trovato il motivo di paragonare il II Stazione calvario di allora con quelli che “noi stessi stia- mo ricostruendo, i nuovi calvari della storia”. La Signore Gesù, è facile portare il crocifisso al figura femminile è al centro delle sue riflessioni: collo o appenderlo come ornamento sulle non solo “donne vittime”, ma “noi come donne pareti delle nostre belle cattedrali o delle in modo particolare – afferma - dobbiamo stare nostre case, ma non è altrettanto facile in- a fianco di queste persone (di chi soffre) come lo contrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa dimora, i giovani senza è stata la Madonna, come lo sono state le Don- speranza, senza lavoro e senza prospet- ne che non hanno avuto paura di rischiare, di tive, gli immigrati costretti a vivere nelle mettersi nella mischia per poter avere l’oppor- baracche ai margini della nostre società, tunità della presenza”. Le donne testimoni della dopo aver affrontato sofferenze inaudi- pietra divelta, allora, invece oggi, come riferisce te. Purtroppo questi accampamenti, senza “la presenza della donna che non condanna, ma sicurezza, vengono bruciati e rasi al suolo insieme ai sogni e alle speranze di migliaia la presenza che ama, che sorregge, che asciuga le di donne e uomini emarginati, sfruttati, di- lacrime di chi soffre”. Nella prima stazione met- menticati. Quanti bambini, poi, sono discri- te in risalto la figura di Maria, la Madre che è a minati a causa della loro provenienza, del fianco del figlio per soffrire con Lui. Suor Euge- colore della loro pelle o del loro ceto socia- nia ama ripetere alle tantissime ragazze che ven- le! Quante mamme soffrono l’umiliazione gono sfruttate “non sei sola, stiamo camminan- nel vedere i loro figli derisi ed esclusi dalle opportunità dei loro coetanei e compagni do insieme a te per aiutarti a superare questo di scuola! momento di sofferenza, di esclusione e a volte Ti ringraziamo, Signore, perché ci hai dato anche di morte, perché vogliamo che arrivi an- l’esempio con la tua stessa vita di come si che per te la gioia della Pasqua della Resurre- manifesta l’amore vero e disinteressato verso il prossimo, particolarmente verso i nemici o semplicemente verso chi non è come noi. Signore Gesù, quante volte, anche noi, come tuoi discepoli ci siamo dichiarati apertamente tuoi seguaci nei momenti in cui operavi guarigioni e pro- digi, quando sfamavi la folla e perdonavi i peccati. Ma non è stato altrettanto facile capirti quando parlavi di servizio e di per- dono, di rinuncia e sofferenza. Aiutaci a saper mettere sempre la nostra vita al ser- vizio degli altri. zione”. Per scrivere le meditazioni - racconta - “mi sono venuti alla mente tutti questi pensieri man mano che riflettevo e che emergevano dal mio bagaglio di tanti anni, più di 25 anni che ho vissuto con loro, con queste donne umilia- te, sfruttate, abusate”. Punta il dito anche verso le tante donne che sfruttano e umiliano queste povere disperate alle quali viene tolta “la dignità e la libertà”. “Ma ci sono - continua - anche tanti nostri cristiani che hanno oramai preso di mira questa realtà. Per loro queste donne sono usa e getta. E allora è un momento per far riflettere tutti noi sulla dignità della persona di cui nessu- no può permettersi di distruggere questa dignità 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 7 1
1 PRIMO PIANO 1 V Stazione Signore Gesù, sulla via del Calvario hai sen- tito forte il peso e la fatica di portare quel- la ruvida croce di legno. Invano hai sperato nel gesto di aiuto da parte di un amico, di uno dei tuoi discepoli, di una delle tante persone di cui hai alleviato le sofferenze. Purtroppo solo uno sconosciuto, Simo- ne di Cirene, per obbligo, ti ha dato una mano. Dove sono oggi i nuovi cirenei del terzo millennio? Dove li troviamo? Vorrei ricordare l’esperienza di un gruppo di re- ligiose di diverse nazionalità, provenien- ze e appartenenze con le quali, da oltre diciassette anni, ogni sabato visitiamo a Roma un centro per donne immigrate pri- ve di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il loro destino, in bili- co fra espulsione e possibilità di rimanere. avere è quella che grida aiuto. ‘Padre perché mi Quanta sofferenza incontriamo, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi hai abbonato’. E ricorda le tante grida che sente di fronte religiose provenienti dai loro Pa- dalle donne che si chiedono perché sono sul- esi, che parlano le loro lingue, che asciu- la strada e chi le ha messe sulla strada. A que- gano le loro lacrime, che condividono mo- sta domanda lei risponde “ecco se qualcuno ti menti di preghiera e di festa, che rendono ha messo sulla strada noi ti siamo accanto per meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre poterti dare la mano perché tu possa riacquista- di ferro e asfalti di cemento! Per tutti i cirenei della nostra storia. Perché re la tua libertà e la dignità, la tua personalità a non venga mai meno in loro il desiderio di poter procedere ad andare avanti con un volto accoglierti sotto le sembianze degli ultimi più sereno, con un cuore più libero, perché c’è della terra, coscienti che accogliendo gli un riscatto anche per te. Perché se qualcuno ti ha ultimi della nostra società accogliamo te. messo lì, qualcuno ti ha aiutato a vivere la tua Siano questi samaritani portavoce di chi Pasqua, la tua Resurrezione”. non ha voce. Una Via Crucis che il Papa ha voluto impron- tata sulla sofferenza. Una sofferenza a tutti i li- velli, dei bambini, dei poveri, delle mamme che il Signore ha impiantato in ciascuno di noi e che hanno perso i figli, delle persone morte in che dobbiamo rispettare, valorizzare e aiutare a mare. “Noi – racconta suor Eugenia - dobbia- vivere in pienezza la loro vita”. Nella quinta sta- mo diventare i nuovi samaritani di questa socie- zione fa riferimento all’esperienza che vive ogni tà che ha perso il senso della vita, della dignità sabato con altre religiose e laici al CPT – (Centro della persona per altri interessi, che poi dopo- di Permanenza per il Rimpatrio) di Ponte Gale- tutto non servono a niente”. Il denaro, il benes- ria, a Roma - per portare un po’ di umanità alle sere e il potere menzionati nella decima stazio- tante donne che vivono nella freddezza di quel ne, ricorda la suora “presto o tardi questi ‘nuovi luogo. (Quinta meditazione, ndr) faraoni’ che governano perdono tutto della loro La telefonata da parte di papa Francesco raccon- vita, il loro potere, diventano essere umani. E al- ta “è stata come rivedere tutte queste realtà che lora noi continuiamo il nostro servizio di donne sono arrivate alla mente e si sono sviluppate nel a favore di altre donne. Ma noi vogliamo essere cuore e nella memoria. “In questo senso - dice donne che tendono una mano e come buoni sa- - il Signore mi ha dato la grazia e la fortuna di maritani per portare queste donne nei nuovi lo- poter parlare di loro, per loro e con loro. Loro cali che sono le nostre comunità. Per poter aiu- non hanno voce, l’unica voce che loro possono tarle a riprendere la vita”. ■ 1 8 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 PRIMO PIANO 1 La grande fiducia nell’“8xmille” Basta una firma Anche i titolari del modello 730 possono fare la loro parte, destinando risorse a progetti fraterni Un semplice gesto da non dimenticare Laura Delsere 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 9 1
1 PRIMO PIANO 1 L a firma è una scelta che parla di noi, delle Tre le possibilità a disposizione nostra priorità e del valore che attribuiamo alla condivisione che da sempre dà vita alla La prima prevede l’invio diretto online all’Agen- Chiesa. E fa la differenza, a sostegno della mis- zia delle entrate: il contribuente compilerà in sione di sacerdoti e volontari, nell’Italia di oggi. questo caso anche il modello 730-1 (quello con Anche i titolari del modello 730 possono fare la la scelta 8xmille). Qui troverà anche l’opzione, loro parte, destinando risorse a progetti frater- da selezionare con un flag, che permette di non ni. Specialmente perché, con il crescente ricorso esprimere alcuna scelta. Seconda possibilità: a nuovi strumenti fiscali, come i precompilati, presentare la dichiarazione al proprio sostituto l’invio telematico o la fine dell’obbligo di conse- d’imposta. Qui oltre alla delega per l’accesso al gna della dichiarazione (già in vigore, ad esem- 730 precompilato, andrà consegnato il model- pio, per il modello Cu, l’ex Cud), sarà sempre lo 730-1 in busta chiusa, con la dicitura ‘Scel- più importante decidere personalmente di par- ta per la destinazione dell’otto, del cinque e del tecipare, senza relegare la firma (o il flag) ad un due per mille dell’Irpef’. Va scritta per intero, an- adempimento tra i tanti. che se si sceglie di firmare solo l’8xmille. Quindi Dallo scorso 15 aprile questo modello fiscale vanno aggiunti cognome, nome e codice fiscale precompilato è a disposizione dei contribuenti del dichiarante. La scheda va consegnata anche via web (sul sito www.agenziaentrate.gov.it) in se il contribuente non esprime alcuna scelta. In una particolare sezione, a cui si è ammessi attra- caso di dichiarazione in forma congiunta, i ri- verso il codice Pin rilasciato dalla stessa Agen- spettivi modelli 730-1 devono essere inseriti dai zia delle entrate. Ma è possibile accedere alla coniugi in due buste distinte, riportando su cia- propria dichiarazione precompilata anche at- scuna i dati di chi esprime la scelta. traverso il sostituto d’imposta (datore di lavoro Infine - terza possibilità - chi si rivolge ad un Caf o ente pensionistico) che presta assistenza fisca- o a un professionista abilitato deve consegna- le, tramite Caf o professionista abilitato. Basterà re, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 autorizzarli con una delega. Firmare è sempli- precompilato, il modello 730-1 in busta chiusa, ce. Cambiano però le condizioni, a seconda di con le medesime indicazioni (dicitura, codice fi- come si decida di presentare il modello. scale e dati anagrafici). Va ricordato che chi rice- 1 10 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 PRIMO PIANO 1 ve il precompilato non è obbligato ad utilizzar- lo: può infatti presentare la dichiarazione con modalità ordinarie, utilizzando i modelli 730 o Redditi (ex Unico). Precompilato e ordinario vanno consegnati via web dal 2 maggio fino al 23 luglio. Il termine invece scade il prossimo 7 luglio per chi si avvale del sostituto d’imposta. Una scelta oltre la fede Nelle dichiarazioni 2017 (le ultime disponibili) le firme per la Chiesa cattolica sono state 13 mi- lioni 700 mila, pari al 79,36% dei firmatari. La fiducia espressa attraverso la destinazione del- l’8xmille va ben oltre i praticanti e i fedeli, evi- denziano diverse indagini Gfk-Eurisko, con- fermate anno dopo anno. Solo metà di quanti firmano si definisce praticante (53,4%), mentre il 32,7% è piuttosto lontano dalle pratiche reli- giose o decisamente distante dalla Chiesa, nel cui operato però esprime apprezzamento e fiducia. Così nel 2018 la Chiesa cattolica si è vista asse- sviluppo (con 275 milioni di euro). Chi firma gnare dai cittadini 998 milioni di euro. Ripartiti dunque riconferma non solo la fiducia nell’a- nelle tre grandi voci: culto e pastorale (dotati di zione pastorale e caritativa delle diocesi, che 356 milioni di euro), sostentamento dei sacer- rigenera relazioni ed energie nel Paese, ma te- doti (con 367 milioni di euro, che raggiungono stimonia la condivisione delle risorse quale pi- 35 mila preti diocesani e circa 500 missionari) lastro della vita cristiana, come nelle comunità e progetti caritativi in Italia e nei Paesi in via di delle origini. ■ 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 11 1
Ogni gruppo porti delle specialità tipiche, 1 IMMIGRATIche 1 condividiamo insieme nel momento conviviale. ggio RANTI Sulla collina di Maria Sono benvenuti: bandiere, abbigliamento, costumi tipici … della propria cultura o nazionalità. reto I “migranti” marchigiani alla Santa Casa di Loreto Renato Zilio Per info “Missionari Scalabriniani” tel. 071976714 O gni anno, dopo l’estate, tutti gli emigran- i loro costumi tipici, con le bandiere, gli striscio- ti delle Marche si mettono in cammino. ni, gli ombrellini dorati dell’India... ma soprat- Le comunità di nigeriani di Macerata, di tutto con quell’abbandono nelle braccia della peruviani di Ancona, di latino-americani della Madre di Dio, che hanno imparato da piccoli. regione, di indiani del Kerala, di ucraini… sal- Sì, nella loro terra. Fede dai piccoli gesti, dalle gono insieme sulla collina benedetta da Dio e brevi invocazioni, dagli sguardi interiori e sfug- dagli uomini: Loreto. È un pellegrinaggio atteso genti. Ma dalla fiducia senza confini. E rivivono tutto l’anno. Già da lontano la silhouette della con emozione l’atteggiamento di Colei che con basilica si staglia in un cielo talmente azzurro e un «eccomi !» ha cambiato la storia degli uomi- terso da sembrare una visione celestiale. Sembra ni e di Dio. Così, anche Lui, un giorno, ha preso di salire sulla montagna di Dio. Quella che Isa- un volto tra gli esseri umani, un cammino nella ia descrive come luogo di appuntamento – alla vita di tutti. Ma anche un amaro sentimento di fine dei tempi – di tutti i popoli e nazioni, gente estraneità e di rifiuto. Proprio come è da sempre di ogni lingua e cultura, attorno a un grandioso l’avventura di ogni migrante… Constata, infatti, banchetto di festa. lo scrittore Bruce Chatwin: «La vera casa dell’uo- Su in cima, sulla collina, vi soffia sempre – ad mo non è una casa, è la strada. La vita stessa è ogni ora del giorno e della sera – un vento che un viaggio da fare a piedi». proviene dal mare sottostante. Forse, segno di Entrano in questa Casa di Nazareth e per lun- quel soffio con cui Dio colse di sorpresa Maria ghissimi istanti restano immobili come statue, in preghiera, nella santa Casa che qui si contem- come ogni pellegrino qui. Li senti avvolti da pla. Per i nostri migranti recarsi alla Casa della quel mistero che diede inizio alla Salvezza. Rivi- Vergine è una vera consolazione. Vi arrivano con vono, in questo modo, la loro personale «storia 1 12 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 IMMIGRATI 1 di salvezza». Sì, storia originale. Fatta di esilio e di paura. Di coraggio, di sogno e di complicità. Di danza e di lotta vera. Di speranza e di infinite illusioni. Di pianto e di preghiera. Portano con orgoglio la loro fede. Ma anche la loro identità di uomini o di donne venuti da al- tri orizzonti. Il vescovo emerito di Senigallia, mons. Giuseppe Orlandoni, accompagna ogni anno, con visibile compiacenza interiore, que- sto pellegrinaggio multicolore. Simbolo concre- to di una Chiesa, popolo in cammino verso la nuova terra promessa. Sì, la fratellanza tra gli uomini. Questo è il suo nome, ormai. Là dove il destino li ha portati, come fa il vento con i semi dispersi di una pianta. In un clima di incertezza come quello attuale, di difficoltà di vivere, di in- tolleranza diffusa. Questo pellegrinaggio per loro è un’enorme boccata di ossigeno. Suggestiva, tra l’altro, du- rante la preghiera, la processione dei bambi- ni accompagnati dai loro genitori per ricevere ognuno una benedizione speciale del Vescovo. Sono piccoli volti dai bei tratti somatici di ogni continente. Sì, è l’Italia di domani… Quest’an- no, poi, il pellegrinaggio non sarà più «dei» mi- granti ma «con» i migranti, perchè tutti vi sono invitati a unirsi a loro. Alla fine, in un momento fraterno e convivia- le, ai cibi orientali, latinoamericani e africani, si aggiunge un protagonista di eccellenza: il vino delle colline marchigiane. Il verdicchio di Jesi, il rosso Conero o la lacrima di Morro d’Alba sembrano, infatti, compiaciuti di accompagna- re specialità esotiche da altri mondi… Quasi un simbolo – proprio a tavola – della società che sogniamo. E che vogliamo costruire insieme, nonostante tutto. Sotto lo sguardo di Maria. ■ 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 13 1
1 IMMIGRATI 1 Esempio di umanità per i migranti Papa Francesco in Marocco P apa Francesco e Re Mohammed VI che fir- Bergoglio è il primo pontefice nella storia a com- mano, a sorpresa, un appello comune per piere questo gesto, e le due istantanee riassumo- Gerusalemme “come patrimonio comune no bene il senso del suo 28° viaggio internazio- dell’umanità”, e soprattutto dei fedeli delle tre nale: una sorta di “secondo tempo” del viaggio religioni monoteiste, e subito dopo entrano in- compiuto due mesi fa negli Emirati Arabi Uniti, sieme in un Istituto di formazione per Imam, con la storica firma del Documento sulla fratel- senza prendere la parola ma ascoltando le testi- lanza universale, tema ricorrente di tutti i quat- monianze degli studenti. tro discorsi pronunciati in Marocco, incentra- 1 14 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 IMMIGRATI 1 ti sul dialogo interreligioso e sulle migrazioni. incomprensioni, le maschere e gli stereotipi che Dialogo “senza limiti e senza calcoli” è il segre- portano sempre alla paura e alla contrapposi- to dell’autentica fratellanza, dice il Papa duran- zione”. te l’incontro con il clero, nella seconda giorna- “È indispensabile opporre al fanatismo, al fon- ta del viaggio, dedicata ai 30mila cattolici: una damentalismo la solidarietà di tutti i creden- minoranza assoluta, che non arriva all’1% della ti”, dice il Papa, citando come esempio virtuo- popolazione, esortata - durante la Messa con più so di formazione l’Istituto Mohammed VI per partecipazione della storia del Marocco, a cui imam, predicatori e predicatrici, voluto dall’at- hanno assistito 10mila persone di 60 nazionali- tuale re per contrastare odio, violenza e terro- tà diverse - a “continuare a far crescere la cultu- rismo: sarà proprio Francesco il primo papa ad ra della misericordia. Il coraggio dell’incontro e entrarci poco dopo. “Abbiamo sempre bisogno della mano tesa sono una via di pace e di armo- di passare dalla semplice tolleranza al rispetto nia per l’umanità, là dove l’estremismo e l’odio e alla stima per gli altri”, la proposta: la parola sono fattori di divisione e di distruzione”. d’ordine del dialogo interreligioso è fraternità, Ottocento anni dopo lo storico incontro tra san ripete il Papa evocando la parola chiave del viag- Francesco d’Assisi e il Sultano al-Malik al-Kamil, gio negli Emirati Arabi Uniti e citando la Confe- le parole del Papa nel suo primo discorso, sul- renza internazionale sui diritti delle minoranze la spianata della Tour di Hassan insolitamente religiose nel mondo islamico, tenutasi a Marra- bagnata dalla pioggia suonano come un viatico kech nel gennaio 2016. La seconda parte del di- per l’oggi. scorso è dedicata interamente alle migrazioni, a Dal Marocco, “ponte naturale tra l’Africa e l’Eu- partire dai risultati raggiunti proprio qui in Ma- ropa”, Francesco chiede di “partecipare all’e- rocco dalla Conferenza intergovernativa sul Pat- dificazione di una società aperta, plurale e so- to mondiale “per una migrazione sicura, ordi- lidale”, per “superare insieme le tensioni e le nata e regolare”, e dal relativo documento: “un 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 15 1
1 IMMIGRATI 1 mento pubblico della prima giornata: l’incon- tro con i migranti. “Non vogliamo che l’indiffe- renza e il silenzio siano la nostra parola”, tuona Francesco: “Ancor più quando si riscontra che sono molti milioni i rifugiati e gli altri migranti forzati che chiedono la protezione internazio- nale, senza contare le vittime della tratta e delle nuove forme di schiavitù in mano ad organizza- zioni criminali”. “Nessuno può essere indifferente davanti a que- sto dolore”, bisogna “lasciarsi smuovere e com- muovere da chi bussa alla porta”. “Solo se siamo capaci ogni giorno di alzare gli occhi al cielo e dire ‘Padre nostro’ potremo entrare in una dina- mica che ci permetta di guardare e di osare vi- vere non come nemici, ma come fratelli”, la tesi punto di riferimento per l’intera comunità inter- del Papa: il tema della fraternità ritorna anche nazionale”, lo definisce il Papa. alla conclusione del viaggio, nella Messa di con- “Spero che il Marocco vorrà continuare ad es- gedo nel Complesso Sportivo “Principe Moulay sere, nella comunità internazionale, un esem- Abdellah”. “In questa terra amata da Dio, cresca pio di umanità per i migranti e i rifugiati”, l’ap- la fraternità umana”, l’auspicio dalla cattedrale pello. La crisi migratoria “non troverà mai una di Rabat, dove ha benedetto la decana dei reli- soluzione” nella costruzione di barriere o nel- giosi, suor Ersilia, 97 anni, e ha recitato l’Ange- la diffusione della paura dell’altro. E della crisi lus attorniato da un gruppo di bambini. migratoria - “ferita che grida al cielo” - il Papa “Il passato e il futuro”, ha commentato a brac- continua a parlare anche nell’ultimo appunta- cio Francesco. ■ 1 16 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 IMMIGRATI 1 Oh My Nice Land Un inno ai migranti Ai popoli Mig rant Don Pasquale Ferraro i Oh My Nice La Lento q = 48 nd ° b3 &b 4 ∑ ∑ Œ Œ j j S. Pasquale Ferr œ œ œ œ œ œ œ œ bœj œj aro œ œ œ œ18 15.11.20 b œ J & b 43 J J J pp ∑ ∑ Oh my nice ∑ C. ∑ land since ∑ i left, since i left i b ∑ T. & b 3 4 ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ‹ ? 3 B. ¢ b b4 ˙ ™ ˙™ ppp ˙™ ˙™ 7 Oh. ˙™ ˙™ ° b & b Jœ œ j 3 J œ ˙ ˙™ have never seen ˙™ ˙™ b you. &b Œ Oh Œ j j my œ œ œ œ œ œ œ j j nice pp œ bœ œ œ Jœ œ œ œ b J J J &b Oh my ∑ nice land ˙ since i left, since i œ left i ˙ œ ‹ ? ˙ œ ¢ bb pp ˙™ Oh my nice ˙™ land ˙™ pp 11 ˙™ ° b &b ˙ j j œ œ œ œ œ œ œ œ bœj œj œ œ œ œ œ 3 J J J œ J œœ˙ land. p b I there left & b Jœ œ œj 3 my fa - ther, i ther e left, i there J ˙ left my fa - ˙™ ther. ˙™ ˙™ have never seen p ˙ j j b œ œ you. Oh &b ˙ my land. œ ˙ œ I there ‹p ˙ œ ˙ œ since ˙™ ? ¢ bb ˙ ™ i left i have never seen ˙™ you. p ˙™ ˙™ ˙™ L a composizione corale a sei voci miste, dal sa sempre ritrovare un’armonica convivenza con titolo “O My Nice Land”, è dedicata ai po- altri popoli. La composizione, pur senza pretese, poli Migranti che portano con sé il ricordo e è pensata per sensibilizzare e far riflettere in me- l’amore della loro terra, nonostante la lontanan- rito ai tanti eventi migratori di questi primi anni za da questa. Il tema trae origine dall’incipit di del nuovo millennio, tristemente contrassegnati un’antica rapsodia che ricorda il sentimento pa- da tante morti e difficoltà politiche nell’ordinare trio, raccontando l’allontanamento di cinque se- un’accoglienza nella vecchia Europa; vuole attra- coli fa dall’Albania verso l’Italia degli Arbëreshë verso la musica augurare tempi nuovi in cui la ci- in seguito all’invasione ottomana; questi in diver- viltà dell’incontro e dell’integrazione possa esse- se tappe si sono collocati nel sud Italia fondan- re il valore aggiunto ad una tradizione religiosa do circa 60 paesi. Oggi sono complessivamente consolidata. Anche gli Arbëreshë, dopo tante dif- 100.000 persone e nelle loro comunità si è man- ficoltà a causa della diversità rituale, che hanno tenuta non solo la lingua ma anche i costumi e sempre custodito gelosamente, oggi sono risco- le tradizioni, nonché l’appartenenza liturgica al perti come un valido apporto al lungo cammino rito bizantino. La ripetizione del tema musica- dell’ecumenismo. A tal proposito, all’Eparchia le della composizione, intrecciandosi con altre Arbëreshë di Lungro in Calabria, che quest’anno linee melodiche, crea delle forti dissonanze che festeggia il primo centenario di istituzione, au- troveranno via via un nuovo equilibrio armoni- guro attraverso questa composizione musicale di co a voler riecheggiare la triste realtà del ripeter- essere per i migranti di oggi un esempio di inte- si del fenomeno migratorio che tra le difficoltà grazione e armonia nella nuova terra. ■ 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 17 1
1 IMMIGRATI 1 “Così sono rinato in Cristo” Dalla Libia sui barconi a Rimini Paolo Guiducci G eorge, 23 anni, è originario della Nigeria. mandato. “Non lo ricordavo – ammette Geor- Come tanti suoi connazionali è scappa- ge – e non potevo chiederlo a nessuno, perché i to dal Paese d’origine. È uno dei tanti im- miei genitori non ci sono più”. migrati sbarcati in Italia dalla Libia sui barco- Ma il desiderio di stare con Gesù e la conoscen- ni, alla spalle storie difficili. I genitori lo hanno za di cristiani felici e buoni cittadini lo hanno iniziato al cristianesimo, tutte le domeniche fre- fatto decidere. “Da battezzato, comincerò una quentava una chiesa pentecostale. Poi George è nuova vita”. rimasto orfano, e i conflitti con lo zio sono così Nella vita di Sara tutto è cambiato con la nasci- insostenibili da fargli preferire la fuga. ta di Lorenzo. Arrivato in Italia nel 2015, ha iniziato a Rimi- “Un dono, tanto desiderato quanto atteso”, as- ni a frequentare la Messa in parrocchia. Dopo sicura la ragazza. Insieme al compagno Mirko, un anno ha chiesto al parroco di poter ricevere decide di battezzarlo, “nonostante io non aves- la comunione. “Sei battezzato?”, gli è stato do- si ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristia- 1 18 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 IMMIGRATI 1 na”. Quella decisione produce un effetto domino nazionalità: Albania (la nazionalità più nume- nella vita di Sara. La frase evangelica “Se non di- rosa, 7), Brasile, Gambia, Nigeria, Mozambico, venterete come bambini non entrerete nel Regno Ecuador, Portogallo. Oltre a questi quindici, si dei Cieli” è la spinta verso una rinascita interiore aggiunge una persona proveniente dal Marocco: e non solo. “È cambiata la visione della vita, e la riceverà i sacramenti in maniera riservata, per- certezza che lassù ci fosse qualcuno che dall’alto ché di origine islamica. progettava con tanto amore. Desidero ricevere il Babu, gambiano di 28 anni, ha abbracciato la Battesimo e progetto il matrimonio con Mirko”. scelta decisiva, dopo aver professato un’altra re- Cesar, ecuadoreño di 31 anni, è un esempio di ligione, aver perso il padre, costretto a fuggire come la porta della fede sia sempre aperta. Otto dalla Libia: le famiglie cristiane conosciute nella stagioni fa conosce Elena, italiana, si uniscono campagna riminese lo hanno fatto decidere per con matrimonio misto in Chiesa, si accende il il cammino di iniziazione cristiana. desiderio di diventare cristiano, “una certezza ir- “L’incontro con la Chiesa è determinante, consi- rinunciabile”. Non c’è età né tipo di esperienze derando Chiesa le comunità cristiane composte per intraprendere un percorso di fede e di inizia- da persone che vivono il Vangelo e che creano zione cristiana. relazioni significative con chi è in ricerca – assi- Cesar, Sara, George ne sono un esempio, e con cura don Giuseppe Vaccarini, che insieme a don loro e catecumeni ai quali il vescovo di Rimini, Massimo Zonzini e ad altre persone compone il mons. Francesco Lambiasi, ha conferito i sacra- Servizio diocesano per il catecumenato –. Essi menti dell’iniziazione cristiana nella Veglia Pa- si coinvolgono in prima persona nel cammino squale, in una Basilica Cattedrale stracolma di delle persone loro affidate anche oltre il tempo fedeli, amici e parenti. del catecumenato, e insieme a tutta la comuni- Quattordici catecumeni adulti e un ragazzo di 12 tà”. I neofiti sono tornati in Cattedrale nel po- anni. I più maturi hanno già scollinato il mez- meriggio della Domenica in Albis, con il vesco- zo secolo. Giovani e adulti di ben otto diverse vo, per la Messa di ringraziamento. ■ 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 19 1
1 IMMIGRATI 1 Solo cose belle Il tasso di umanità che alberga in una famiglia Giorgio Paolucci L’ imprevisto irrompe nella tranquilla nor- to. Tutte persone raggiunte dal carisma di don malità di un paese romagnolo e innesca Oreste Benzi e da quel fiume d’amore scaturito una serie di reazioni a catena che sconvol- dalla sua testimonianza che ha preso il nome di gono la vita di molti dei suoi abitanti. È un im- Comunità Papa Giovanni XXIII. Dal 9 maggio previsto che ha le fattezze di una famiglia con ne possiamo avere un saggio guardando “Solo un cuore grande, che si è “allargata” nel tempo cose belle”, un film proiettato nelle sale cinema- fino ad accogliere - oltre a un figlio naturale - un tografiche delle principali città italiane che do- profugo africano scappato dalla guerra, un gio- cumenta quanto l’impatto con la diversità può vane che sconta la condanna con una misura al- rompere equilibri consolidati, provocare reazio- ternativa al carcere, un’ex prostituta con la sua ni stizzite ma anche generare frutti di umanità piccola figlia, due disabili di cui uno di origine rinnovata e germi di cambiamento. È Benedet- cinese colpito da ipossia al momento del par- ta - la figlia sedicenne del sindaco uscente im- 1 20 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 IMMIGRATI 1 pegnato in una complicata campagna elettorale per la riconferma - l’emblema di questo cambia- Il film mento. Costretta ad adeguarsi a un ruolo socia- le e a un ideale di perfezione che le vanno dan- “Il film, nella migliore tradizione della natamente stretti, la ragazza viene terremotata commedia all’italiana, racconta con pro- dall’incontro con i membri di una casa famiglia fondità l’incontro tra due mondi opposti della Comunità Papa Giovanni XXIII. A dispetto che improvvisamente (e loro malgrado) di ogni convenzione sociale, e con sommo ram- si incrociano, e finiscono per conoscersi e dialogare. Con il suo tono leggero arriva marico dei genitori, la ragazza si innamora del a chiunque sia disponibile ad ascoltare. Di- giovane Kevin che sta scontando la condanna verte emozionando e lo fa con delicatezza in affidamento alla casa famiglia, e si coinvolge e rispetto, pur affrontando temi delicati. ogni giorno di più con l’esistenza di questa re- Ci racconta che la bellezza è anche fatica, altà umana che vive all’insegna di una precarie- che la felicità a volte passa attraverso le tà totalmente consegnata alle mani della Prov- lacrime”. Parola del regista di “Solo cose belle” Kristian Gianfreda, al suo primo lun- videnza. Benedetta fa i conti con un mondo ai gometraggio dopo avere raccontato per margini che risulta minaccioso fino a quando ri- vent’anni la diversità attraverso documen- mane sconosciuto, ma che si rivela uno scrigno tari sociali e cortometraggi in cui ha dato la di vitalità umana quando lei e molti dopo di dignità di protagonisti a disabili, profughi, lei decidono di guardarlo da vicino, scoprendo ragazze di strada e persone senza fissa di- i tesori nascosti nelle pieghe di vite apparente- mora, avendo ricoperto,per molto tempo il ruolo di responsabile di alcuni centri di mente “storte”, sbagliate e difettose, e sperimen- accoglienza della Comunità Papa Giovanni tando quanto l’incontro con la diversità può XXIII. favorire la riscoperta della propria identità e di- Il progetto si è sviluppato grazie al forte ventare fonte di arricchimento. legame con il territorio, con le istituzioni Il film è stato presentato in anteprima il 7 di- locali, le associazioni, i Comuni e le par- cembre in occasione del cinquantennale del- rocchie che hanno dato un supporto im- portante alla realizzazione della pellicola, la Comunità Papa Giovanni XXIII alla presenza prodotta da Coffee Time Film e da Sunset del presidente della Repubblica Sergio Mattarel- Produzioni. (G. Paol.) la ed è ora disponibile nelle sale italiane, con una circuitazione nelle principali città e molte 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 21 1
1 IMMIGRATI 1 proiezioni-evento (www.solocosebelleilfilm.it). Potremmo definirlo un “frutto cinematografi- co” della lunga esperienza sul campo maturata dai seguaci di don Oreste Benzi e dalle tante ca- se-famiglia che da anni praticano l’accoglienza e diffondono il profumo della carità cristiana e di un’inclusione che non lascia indietro nessuno. Per questo hanno collaborato alla realizzazione della pellicola - in scena o a supporto della pro- duzione - sia attori professionisti come Giorgio Borghetti, Carlo Maria Rossi e Barbara Abbon- danza, sia membri della Comunità e persone che hanno maturato un’esperienza in case fami- glia o in altre esperienze sociali. In definitiva, un film che mette al centro la pe- riferia e sfida gli spettatori a misurare il tasso di umanità che alberga nel loro cuore. ■ 1 22 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 Un anno con i rifugiati Il rapporto Annuale 2019 del Centro Astalli Donatella Parisi G li arrivi di migranti forzati via mare in Ita- assistite è segnata dalla precarietà. L’abolizione lia nel 2018 sono diminuiti dell’80% ri- della protezione umanitaria (che veniva conces- spetto all’anno precedente e la cosiddetta sa in molti casi proprio a seguito dell’emersione emergenza sbarchi può certamente dirsi conclu- di una vulnerabilità sanitaria o sociale), il com- sa. Purtroppo il sistema di protezione italiano plicarsi delle procedure per l’ottenimento di una continua a non essere in grado di rispondere ef- residenza e dei diritti che ne derivano, più in ge- ficacemente ai bisogni delle persone presenti sul nerale il moltiplicarsi di ostacoli burocratici a territorio e anzi in un anno di accompagnamen- tutti i livelli finiscono per escludere un numero to dei migranti forzati in Italia il Centro Astal- crescente di migranti dai circuiti d’accoglienza e li ha registrato un aumento del disagio sociale, dai servizi territoriali. della marginalizzazione, degli ostacoli frapposti La richiesta di servizi di bassa soglia (mensa, all’ottenimento di una protezione effettiva. Ne- docce, pacchi alimentari, vestiario) è forte su gli ultimi mesi dell’anno tutti i servizi hanno re- tutti i territori: quasi 4.000 utenti alla mensa di gistrato che sempre di più la vita delle persone Roma, più di 900 nuovi utenti del centro diur- 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 23 1
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 no a Palermo. A Trento per la prima volta si è sentita la necessità di attivare un servizio di ac- “Ogni morto in mare coglienza di bassa soglia e uno sportello di as- è una offesa sistenza dedicato ai richiedenti asilo senza di- mora. al genere umano” Tra gli utenti dell’ambulatorio di Roma è au- mentata la presenza di cittadini maliani (+41% “Ogni morto in mare o nel deserto o per- persone in più rispetto al 2017, con un aumen- ché subisce violenza to del 128% delle visite richieste), migranti gio- nei centri di deten- vani (il 72% ha meno di 30 anni), solitamente zione è “una offesa presenti in Italia da almeno un anno. Molti di al genere umano”. loro, esclusi dai circuiti di accoglienza, vivono È quanto ha detto il in condizioni di grave marginalità e la loro sa- card. Gualtiero Bas- setti, presidente del- lute ne risente. la Cei, intervenendo alla presentazione del Rapporto annuale del Centro Astalli. Dove sono quelli che non arrivano? Per il porporato i migranti “vanno soccor- si e salvati, non respinti o bloccati in Paesi Il calo drastico degli arrivi non può e non deve terzi non sicuri. Sono diminuiti gli sbarchi essere considerato una buona notizia. I primi ma chi si prende la responsabilità dei morti esclusi dalla protezione sono i rifugiati che non in mare? Può essere una condanna a morte riescono più a raggiungere il nostro Paese e l’Eu- rimandarli indietro nei centri di detenzio- ropa. L’aver bloccato ogni azione di soccorso e ne in Libia”. Il cardinale ha citato anche ricerca in mare da parte di governi, Unione eu- alcune cifre sull’aumento dei morti: “Era- no 35 ogni 1000 persone che partivano ropea e ONG non ha risolto il problema della nel 2018. Sono diventati 100 ogni 1000”. Il mancanza di vie legali di accesso alla protezio- presidente della Cei ha quindi auspicato le ne: rende solo meno visibili le sue tragiche con- istituzioni si impegnino a fare la loro parte. seguenze. E a proposito della politica che crea nemici Siamo anche consapevoli che la diminuzione ha detto di “temere chi cerca di uccidere la degli arrivi è soprattutto legata all’incremento nostra anima e l’anima dell’altro creando la mentalità del nemico”. delle operazioni della Guardia costiera libica: l’85% delle persone soccorse o intercettate nel Mediterraneo sono state riportate in Libia e lì detenute in condizioni che le Nazioni Unite de- e nell’enclave spagnola di Melilla, in Marocco. finiscono inaccettabili. Anche quest’anno molte Dalle esperienze raccolte sono emerse molte si- delle persone che si sono rivolte al centro SaMi- tuazioni di respingimenti, anche violenti, e, più Fo sono state vittime di gravi violenze nei cen- in generale, di mancato rispetto dei diritti e del- tri di detenzione libici. Le persone riferiscono la dignità delle persone. di essere state torturate con bastoni, sigarette o scosse elettriche mentre erano al telefono con i familiari, a scopo di estorcere loro denaro, ma Le risposte costruite finora perdono di efficacia anche di percosse indiscriminate a scopo puni- Accompagnare i migranti forzati in un contesto tivo o intimidatorio, per esempio per prevenire spesso ostile è una sfida che nel 2018 si è fatta proteste per le condizioni di prigionia e per i la- più complessa. Molte delle persone che abbia- vori forzati. mo incontrato ci hanno manifestato la difficoltà Gli sforzi per impedire l’accesso dei rifugiati al di ottenere o rinnovare il permesso di soggior- territorio riguardano tutti gli Stati d’Europa. Gli no. Vite instabili, fatte di continui trasferimenti uffici del JRS hanno concluso nel 2018 un la- in cerca di opportunità, si scontrano con i cam- voro di monitoraggio lungo le frontiere esterne biamenti delle normative e delle prassi dei sin- dell’Unione europea: sono state realizzate 117 goli uffici, rendendo ogni questione burocratica interviste in Sicilia, a Malta, in Grecia, in diverse un potenziale vicolo cieco. Non pochi davanti località di confine in Romania, Croazia e Serbia all’ennesima difficoltà rinunciano a far valere i 1 24 1 migrantiPRESS 1 5 maggio 2019
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 loro diritti, convinti di non avere alcuna possi- investire tempo nell’apprendimento della lin- bilità di vederli riconosciuti. gua italiana e nella formazione. Questa situazio- Le realtà della rete territoriale del Centro Astal- ne andrà rapidamente a scapito della qualità del li nel 2018 hanno accolto complessivamente loro futuro in Italia e priverà la società italiana 1.018 persone, secondo un modello di inter- del contributo che persone giovani e motivate vento (per lo più nell’ambito dello SPRAR) che potrebbero dare alla società. mette al centro la promozione della persona in Il Centro Astalli continua a ritenere che investi- tutte le sue dimensioni e che costruisce integra- re nell’integrazione sia una priorità, anche se nel zione dal primo giorno. La prospettiva di un si- 2018 abbiamo trovato meno sostegno su questo stema di accoglienza pubblico che si frammen- tema da parte delle istituzioni. Il Piano integra- ta e rimanda le opportunità di inclusione a una zione per i titolari di protezione internazionale, “seconda fase” accessibile a pochi ci preoccupa presentato a settembre 2017, non ha trovato nel molto. Accompagnare individualmente le per- corso del 2018 alcuna tangibile applicazione. sone può fare davvero la differenza per la riusci- Il servizio di accompagnamento all’autonomia ta di un percorso di inclusione sociale. è stato rafforzato. Nel 2018 a Roma sono state I primi frutti di una politica meno inclusiva sostenute 521 persone, il 35% in più rispetto al sono già visibili. Più della metà delle persone 2017, e da luglio 2018 il servizio ha ampliato gli che si sono rivolte all’ambulatorio non risulta- orari di apertura. Anche a Palermo lo sportel- va iscritta al Servizio Sanitario Nazionale: nella lo lavoro ha registrato un aumento dell’80% del maggior parte dei casi si tratta di persone che vi- numero degli interventi effettuati. 119 persone vono in Italia da tempo, ma che per difficoltà re- si sono rivolte al progetto Comunità di Ospita- lative alla residenza o al titolo di soggiorno non lità di Roma in cerca di soluzioni alloggiative e sono riuscite ad accedere o hanno perso l’acces- 61 nuovi beneficiari sono stati inseriti nel pro- so all’assistenza sanitaria pubblica. Diventa più gramma che il Centro Astalli gestisce in collabo- difficile motivare persone che hanno a disposi- razione con 29 congregazioni religiose e che nel zione tempi di accoglienza più brevi e che han- 2018 ha accolto in totale 143 persone, tra singo- no fretta di trovare un’occupazione qualsiasi a li e nuclei familiari. 5 maggio 2019 1 migrantiPRESS 1 25 1
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