L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova

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L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova
L’Angelo

03   Mensile di vita Parrocchiale
     anno XLIV - n. 03 marzo 2019
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova
In copertina:

sommario
                                                                     Don Primo Mazzolari

                                                                       L’Angelo
La parola del Prevosto (don Lucio)                               3
Calendario liturgico                                             4

Vita parrocchiale
Quaresima 2019 - Verso la Pasqua con don Primo                  11
La Santa Messa - Liturgia Eucaristica                           12

Dall’Oratorio
Festa della vita                                                14
Giovanni, giocoliere di Dio - Festa di San Giovanni Bosco       16
La vestizione dei chierichetti                                  18   03    Mensile di vita Parrocchiale
                                                                           anno XLIV - n. 03 marzo 2019

La volontà - “Vòlli, e vòlli sempre, e fortissimamente vòlli”   19
Simona Atzori: i limiti sono negli occhi di chi guarda!         20
Tadini Fest                                                     21

Dalla Parrocchia di Cadignano                                        Redattori:
La vita di Sant’Agnese, un esempio di castità                   22      Sac. Lucio Sala
Un santo senza aureola                                          24      Sac. Carlo Civera
                                                                        Sac. Sergio Mariotti
Arte & cultura                                                          Sac. Michele Bodei
Pennellate di storia (L. Sala e F. Pelosi)                      25      Sac. Alessandro Savio
Storia del Cristianesimo 50. (S. Amighetti)                     29      Tiziano Cervati (Capo redattore)

Le nostre rubriche
                                                                     Telefoni utili
Verola missionaria                                              31
                                                                         030 931210 (Ufficio parrocchiale)
La gioia della fede (don Sergio)                                32
                                                                         331 9996919 (Oratorio)
I Profeti: il Profeta Isaia (F. Checchi)                        35
Rivelazioni private                                             37       030 9360611 (abit. don Carlo)
In ricordo di Elena Allegretti Camerini                         38       030 932998 (don Sergio)
Scritti di don Mazzolari: non capivano niente                   39       030 931475 (don Michele)

Varie – Cronaca                                                      Stampa
AVIS - La legge della solidarietà                               41   Litografia Bressanelli - Manerbio
U.A.V. - Calendario attività dall’1 marzo al 5 aprile 2019      42   Tel. 030 938 02 01
Appuntamenti vari                                               44   www.litografiabressanelli.eu
Viaggio alla scoperta dell’Andalusia                            45   serena@litografiabressanelli.191.it
Anagrafe parrocchiale                                           46
Offerte                                                         47
                                                                     Grafica
                                                                     Serena Bressanelli

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L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova
QUARESIMA CON DON PRIMO

                                                                                                LA PAROLA DEL PREVOSTO
I n questa quaresima vogliamo fare
  nostra la riflessione del vescovo Pie-
rAntonio che dice: “La santità è l’altro
                                             Spinadesco, e subito dopo, richiama-
                                             to in seminario a Cremona come inse-
                                             gnante di Lettere. Scoppiata la Prima
nome della vita quando la si guar-           guerra mondiale, vi partecipa con il
da con gli occhi di Dio. La santità è il     fervore dei giovani in quel momento.
volto buono dell’umanità, il suo lato        Congedato nel 1920 andò parroco
più bello e più vero. È l’umanità così       a Bozzolo, provincia di Mantova, ma
come Dio l’ha desiderata da sempre.          diocesi di Cremona, dove cominciò ad
È l’umanità redenta in Cristo, liberata      assumere posizioni di difesa dei diritti
da ciò che la offende, la intristisce, la    dei poveri. Nel 1922 venne nominato
ferisce, la mortifica, la disonora; da ciò   parroco di Cicognara, “ il paese delle
che la rende crudele, volgare, violen-       scope”. Qui iniziò la sua opposizione
ta. È l’umanità che vorremmo sempre          al fascismo. Nel 1932 fu inviato nuo-
incontrare, che non ci fa paura, che,        vamente a Bozzolo e nel 1949 fondò
al contrario, ci rallegra, ci stupisce, ci   e diresse il periodico “Adesso” la cui
commuove, ci attrae, ci conquista. È         pubblicazione fu sospesa nel 1951.
l’umanità luminosa, avvolta nella luce       Nel 1957 predicò la Missione a Milano,
del bene”. La santità si incontra. “La       chiamato dal Cardinal Montini. Con
si legge nei volti e ha volti differen-      l’elezione di Giovanni XXIII entrò nella
ti. La si può certo anche raccontare         chiesa una ventata nuova e le idee di
e anzi si ha piacere di farlo quando         don Primo ebbero piena cittadinanza.
la si scopre. La santità, infatti, non la-   Il 5 febbraio 1959 venne ricevuto in
scia mai indifferenti. Ha una propria        udienza privata da Papa Roncalli: l’ac-
irresistibile forza di attrazione, un suo    coglienza che egli ebbe dal Pontefice,
fascino. Nessuno di noi sa bene cosa         che lo definì “Tromba dello Spirito
intende quando dice di qualcuno: ‘È          Santo della Bassa Padana”, lo ripaga-
un sant’uomo!’, o ‘È una santa donna!’,      va di ogni amarezza sofferta. Morì il 12
ma è certo che è stato profondamente         aprile 1959 nella casa di cura San Ca-
toccato da quello che ha visto”. Tut-        millo di Cremona. Nell’udienza gene-
to ciò è avvenuto in don Primo di            rale del 1° aprile 2009, Papa Benedet-
cui ricordiamo il 60° della morte.           to XVI affermò: “Il cinquantesimo anni-
Don Primo Mazzolari è nato al Boschet-       versario della morte di don Mazzolari
to, frazione di Cremona, il 13 gennaio       sia occasione opportuna per riscoprir-
1890 da genitori legati alla terra da        ne l’eredità spirituale e promuovere la
motivi di lavoro e di attaccamento.          riflessione sull’attualità del pensiero di
Ben presto, nel 1899, la famiglia, che si    un così significativo protagonista del
componeva di due figli, Primo e Pep-         cattolicesimo italiano del Novecento”,
pino, e di tre figlie, Colombina, Pierina    auspicando inoltre “che il suo profilo
e Giuseppina, si trasferì a Verolanuova.     sacerdotale limpido di alta umanità e
Qui Primo Mazzolari rimase ben poco:         di filiale fedeltà al messaggio cristiano
a dieci anni, seguendo la vocazione          e alla Chiesa, possa contribuire a una
sacerdotale, entrò nel seminario di          fervorosa celebrazione dell’Anno Sa-
Cremona dove proseguì gli studi fino         cerdotale”.
all’ordinazione che gli venne data da        Buona quaresima
monsignor Giacinto Gaggia il 24 ago-
sto 1912, nella nostra Basilica. Dopo
pochi mesi fu inviato come vicario a                                       don Lucio
                                                                                   l’angelo03   3
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calendario liturgico

         MARZO 2019

         ORARIO SANTE MESSE
         In Basilica:
         Prefestiva:  ore 18.00
         Festive:     ore 8.00 - 9.30 - 18.00
         		           ore 17.40 Celebrazione dei Vespri
         Feriali: 		  ore 8.30 - tutti i giorni eccetto il sabato
         		           ore 18.00 - tutti i giorni eccetto il giovedì

         S. Rocco:
         Festiva:            ore 11.00 (eccetto nelle solennità)

         S. Anna - Breda Libera:
         Festiva:       ore 10.00
         Feriale:		     ore 18.30 (solo giovedì)

         Cappella Casa Albergo:
         Tutti i giorni: ore 16.30 (eccetto la domenica)

         Cadignano:
         Martedì e Giovedì           ore 18.00
         Prefestiva: 		              ore 19.30
         Festiva: 		                 ore 10.30

         N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.00, un sacerdote è a di-
         sposizione per le confessioni.

         1/2/3 marzo ore 18.00 in Basilica: Triduo dei Defunti

         1 venerdì         Primo venerdì del mese consacrato alla devozione del Sacro
                           Cuore.
                           Si porta la Comunione agli ammalati
         ore 20.30         Cappella della Casa Albergo: Esposizione del Santissimo e
                           adorazione comunitaria e personale fino alle 21.30, a cura della
                           Comunità francescana “Santa Chiara”
         ore 20.00         In Oratorio: Incontro per i ragazzi delle medie su
                           don Primo Mazzolari

         2 Sabato          ore 20.30, in Oratorio, Ballo in maschera

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3 Domenica - VIII Domenica del Tempo Ordinario (IV settimana del salterio)

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Canto al Vangelo: - “Apri, Signore, il nostro cuore
                 e comprenderemo le parole del Figlio tuo”. (Cf At 16,14b)

Sante Messe con orario festivo

ore 14.30      Sfilata di Carnevale sul tema “Le serie televive”. Partenza dal-
               la Casa Albergo.
ore 17.40      Vespri

4 Lunedì       ore 20.30 Magistero per i Catechisti a Verolavecchia

6 Mercoledì delle CENERI - Inizio della Quaresima (IV settimana del salterio)

Canto al Vangelo: - “ Oggi non indurite il vostro cuore,
                 ma ascoltate la voce del Signore”. (Sal 94,8)

È giorno di magro e digiuno

ore 8.30       Santa Messa
ore 15.00      Casa Albergo Salone Rosso: Celebrazione delle Ceneri
ore 16.30      Casa Albergo Cappella: Santa Messa e imposizione delle ceneri
ore 16.30      Basilica: Messa per i ragazzi e gli anziani
               Imposizione delle Ceneri
ore 20.30      Basilica: Apertura solenne della Quaresima. Sono particolarmen-
               te invitati i Gruppi e le Associazioni Parrocchiali. Santa messa
               animata dai ragazzi delle medie

È sospesa la Messa delle 18.00

Con il mercoledì delle Ceneri si apre la Santa Quaresima che è il tempo più
importante dell’anno liturgico perché ci prepara alla celebrazione della Pasqua
di morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. È tempo caratterizzato:
1. Da un impegno particolare nell’ascolto e nella riflessione della Parola di Dio,
   infatti l’uomo non vive di solo pane;
2. Da una preghiera più frequente e intensa;
3. Dal particolare impegno di mortificazione che matura nella carità fraterna.
Sono questi i momenti essenziali per la nostra conversione se vogliamo recupe-
rare la nostra vita cristiana alla quale siamo nati con il Battesimo e della quale ci
dimentichiamo con tanta facilità.
La nostra parrocchia offre alcune occasioni, alcuni appuntamenti con il Signore,

                                                                                 l’angelo03   5
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calendario liturgico

         che poniamo tante volte al margine della vita.
         Sono momenti di grazia che devono stimolarci anche alla riconciliazione, alla
         carità e al perdono dei fratelli.

         Attenzione! Tutti i venerdì di Quaresima sono di magro. Il mercoledì del-
         le Ceneri e il venerdì Santo sono giorni di magro e di digiuno.

         Il calendario degli appuntamenti quaresimali è a pagina 11

         7 giovedì         Primo giovedì del mese. Dopo la S. Messa delle ore 8,30 ado-
                           razione comunitaria e personale fino alle ore 12.00.
                           ore 20.30 in Canonica: Lectio Divina

         8 venerdì         Primo venerdì del mese. Si porta la Comunione agli ammalati.
                           È giorno di magro
         ore 8.00          In Basilica: Via Crucis comunitaria
         ore 15.30         Alla Casa Albergo: Santa Messa
         ore 20.30         Via Crucis dalla Diaconia Sant’Anna alla Breda

         10 Domenica - Prima di Quaresima (I settimana del salterio)

         Canto al Vangelo: - “Non di solo pane vivrà l’uomo,
                          ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. (Mt 4,4)

         Sante Messe con orario festivo

         11 lunedì         ore 9,30 e 19.15, da Radio Basilica: La voce di don Primo

         12 martedì ore 20.00, da Radio Basilica: La voce di don Primo

         13 mercoledì ore 7.40 Buongiorno Gesù - Preghiera nell’Aula Magna della
                      Scuola Media
                      ore 20.30 in Basilica: Lectio Divina sul Vangelo della
                      Domenica (vedi pag. 11)

         14 giovedì ore 7.50 - Buongiorno Gesù - Preghiera alla Scuola Elementare
                    ore 19.30 In Oratorio: Cena del Povero

         15 venerdì È giorno di magro
                    ore 6.30 e 7.15 Preghiera per adolescenti e giovani,
                    in Oratorio, con colazione
         ore 8.00   In Basilica: Via Crucis comunitaria

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ore 15.00    Alla Casa Albergo: Via Crucis comunitaria

                                                                                         MARZO
ore 20.30    Via Crucis nella Diaconia San Donnino

17 Domenica - Seconda di Quaresima (II settimana del salterio)

Canto al Vangelo: - “Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
		               «Questi è il mio Figlio l’amato: ascoltatelo»”. (Mc 9,7)

Sante Messe con orario festivo

                           Dalle 9.30 alle 12.30
             Tadini Fest, per festeggiare San’Arcangelo Tadini
                  un nostro concittadino diventato Santo

17.40        Vespri

18 lunedì    ore 9,30 e 19.15, da Radio Basilica: La voce di don Primo

19 martedì San Giuseppe, sposo della Vergine Maria. Solennità
           ore 20.00, da Radio Basilica: La voce di don Primo

20 mercoledì ore 7.40 Buongiorno Gesù - Preghiera nell’Aula Magna della
             Scuola Media
             ore 20.30 in Basilica: Lectio Divina sul Vangelo della
             Domenica (vedi pag. 11)
             ore 20.45 Incontro per giovani in chiesa a Verolavecchia
             con possibilità di confessarsi

21 giovedì ore 7.50 - Buongiorno Gesù - Preghiera alla Scuola Elementare

22 venerdì   È giorno di magro
ore 8.00     In Basilica: Via Crucis comunitaria
ore 15.00    Alla Casa Albergo: Via Crucis comunitaria
ore 20.30    Via Crucis dalla Diaconia Crocifisso

24 Domenica - Terza di Quaresima (III settimana del salterio)

Canto al Vangelo: - “Convertitevi, dice il Signore,
		               il regno dei cieli è vicino”. (Mt 4,17)
Sante Messe con orario festivo

Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri

                                                                            l’angelo03   7
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calendario liturgico

         ore 17.40         Vespri
         25 lunedì         Annunciazione del Signore. Solennità
                           ore 9,30 e 19.15, da Radio Basilica: La voce di don Primo

         26 martedì ore 20.00, da Radio Basilica: La voce di don Primo

         27 mercoledì ore 7.40 Buongiorno Gesù - Preghiera nell’Aula Magna della
                      Scuola Media
                      ore 20.30 in Basilica: Lectio Divina sul Vangelo della
                      Domenica (vedi pag. 11)

         28 giovedì ore 7.50 - Buongiorno Gesù - Preghiera alla Scuola Elementare

         29 venerdì        È giorno di magro
         ore 8.00          In Basilica: Via Crucis comunitaria
         ore 15.00         Alla Casa Albergo: Via Crucis comunitaria
         ore 20.00         In San Rocco: Santa Messa in ricordo della Maestra Elena
                           Allegretti Camerini
         ore 20.30         Via Crucis nella Diaconia Madonna di Caravaggio

         30 sabato         Ritiro in preparazione alle Prime Confessioni per i bambini del 2°
                           e 3° anno

                 Attenzione: Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 torna
                        l’ora legale cambiano gli orari delle Messe

         31 Domenica - Quarta di Quaresima (IV settimana del salterio)

         Canto al Vangelo: - “Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
                          Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te”. (Lc 15,18)

         Sante Messe con orario festivo

         ore 15.00         Santa Messa al Cimitero e benedizione delle tombe
                           È sospesa la Messa delle ore 18.30 in Basilica

8   l’angelo03
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova
APRILE 2019

                                                                                       APRILE
ORARIO SANTE MESSE
In Basilica:
Prefestiva:  ore 18.30
Festive:     ore 8.00 - 9.30 - 18.30
		           ore 18.10 Celebrazione dei Vespri
Feriali: 		  ore 8.30 - tutti i giorni eccetto il sabato
		           ore 18.30 - tutti i giorni eccetto il giovedì
S. Rocco:
Festiva:     ore 11.00 (eccetto nelle solennità)

S. Anna - Breda Libera:
Festiva:       ore 10.00
Feriale:		     ore 18.30 (solo giovedì)

Cappella Casa Albergo:
Tutti i giorni: ore 16.30 (eccetto la domenica)

Cadignano:
Martedì e Giovedì:      ore 18.00
Prefestiva: 		          ore 20.00
Festiva: 		             ore 10.30

1 lunedì      ore 9,30 e 19.15, da Radio Basilica: La voce di don Primo

2 martedì     ore 20.00, da Radio Basilica: La voce di don Primo

3 mercoledì ore 7.40 Buongiorno Gesù - Preghiera nell’Aula Magna della
            Scuola Media
            ore 20.30 in Basilica: Lectio Divina sul Vangelo della
            Domenica (vedi pag. 11)

4 giovedì   ore 7.50 - Buongiorno Gesù - Preghiera alla Scuola Elementare

5 venerdì     Primo venerdì del mese. Si porta la Comunione agli ammalati.
              È giorno di magro
ore 8.00      In Basilica: Via Crucis comunitaria
ore 15.30     Alla Casa Albergo: Via Crucis comunitaria
ore 20.30     Cappella delle della Casa Albergo: Esposizione del Santissimo
              e adorazione comunitaria e personale fino alle 21.30, a cura
              della Comunità francescana “Santa Chiara”

                                                                          l’angelo03   9
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLIV - n. 03 marzo 2019 - Parrocchia di Verolanuova
calendario liturgico

          ore 20.30         Via Crucis dalle Diaconie Sant’Antonio e San Rocco, Conclusione
                            al Cimitero

          7 Domenica - Quinta di Quaresima (IV settimana del salterio)

          Canto al Vangelo: - “Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
          		               perché io sono misericordioso e pietoso”. (Gl 2, 12-13)

          Sante Messe con orario festivo

          ore 11.00         S. Messa nel 60° della morte di don Primo Mazzolari
                            celebrata da mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona
          ore 15.00         In Basilica: Sacramento della Riconciliazione per i bambini
                            del 3° anno
          ore 18.10         Vespri
          ore 19.00         In Basilica: Confessioni per le superiori

          8 lunedì          ore 9,30 e 19.15, da Radio Basilica: La voce di don Primo
                            ore 20.30 Magistero per i Catechisti a Verolavecchia

                              PROSSIME DATE DEI BATTESIMI
                  20 Aprile (veglia Pasquale) - 26 Maggio - 30 Giugno - 28 Luglio
                             Ore 11.30 eccetto la Veglia Pasquale (ore 21)
                         Durante la Quaresima non si celebrano battesimi.
                    Invitiamo ad attenersi a queste date e a chiedere eccezioni
                                     solo con motivazioni valide

                                           ATTENZIONE
             Le manifestazioni e gli orari pubblicati sul calendario liturgico
             possono subire variazioni per i motivi più diversi e imprevedibili. Si
             prega perciò, per conferma, di far fede agli appuntamenti pubblicati
             settimanalmente sul foglio “Pane di Vita”. Grazie.

10   l’angelo03
VITA PARROCCHIALE
    Parrocchia
                                                                      Quaresima
    San Lorenzo
    Verolanuova                                                            2019
Verso la Pasqua                                           con don Primo
                          Tutti i venerdì di Quaresima sono di magro
      Mercoledì delle Ceneri (6 marzo) e Venerdì Santo (19 aprile) sono di magro e digiuno
                                                    .

Ogni Giorno                                    Lectio Divina:
8.30 Ora Media; 18.00 Vespri                   “Il Vangelo della Domenica”
                                               Ogni mercoledì, ore 20,30 in Basilica
Ogni Venerdì
Via Crucis Comunitaria                         - Mercoledì 13 marzo
- ore 8.00: In Basilica                          Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor
- ore 15.00: Alla Casa Albergo                 - Mercoledì 20 marzo
                                                 Il fico sterile
Via Crucis nelle Diaconie                      - Mercoledì 27 marzo
il venerdì ore 20.30                             Il Padre Misericordioso
- 8 marzo:      Sant’Anna alla Breda
.                                              - Mercoledì 3 aprile
- 15 marzo:
.
                San Donnino                      L’Adultera
- 22 marzo:
.
                Crocifisso
- 29 marzo:
..
                Madonna di Caravaggio           Alla Radio (91.2 mhz)
- 5 aprile:     Sacro Cuore                     “La voce di don Primo Mazzolari”
.
                                                Tutti i lunedì alle ore 9.30 e 19.06;
- 12 aprile:    Sant’Antonio e San Rocco        Tutti i martedì alle ore 20.00.
.
                Conclusione al cimitero
- 17 aprile mercoledì: Sant’Arcangelo
  Via Crucis cittadina in luoghi diversi        Ragazzi, adolescenti e giovani
Cena del povero                                 Elementari: Buongiorno Gesù
giovedì 14 marzo ore 19.30                      Preghiera a scuola ore 7.50 - giovedì
                                                14 - 21 - 28 marzo, 4 - 11 aprile
Pasqua della donna in Basilica                  .

10 - 11 - 12 aprile ore 15.00                   Medie: Buongiorno Gesù
                                                Preghiera nell’Aula Magna della scuola
Liturgia Penitenziale in Basilica               ore 7.40 - mercoledì
mercoledì 10 aprile ore 20.30                   13 - 20 - 27 marzo, 3 - 10 aprile
                                                .

                                                Giovani: Incontro in chiesa a Verolavecchia
Sante Quarantore
                                                con possibilità di confessarsi
14 - 15 -16 aprile ore 20.30
                                                Mercoledì 20 marzo ore 20.45
Predicatore: Padre Francesco Ferrari            .

                                                Adorazione alla Croce
Triduo Pasquale                                 per adolescenti e giovani
18 - 19 - 20 aprile ore 20.30                   Venerdì Santo - in Basilica, ore 18.45

                                    www.verolanuova.com

                                                                                           l’angelo03   11
a messa con francesco

          LA SANTA MESSA
          11. LITURGIA EUCARISTICA
          I. PRESENTAZIONE DEI DONI
          Cari fratelli e sorelle, buongiorno!           mani di Cristo stesso (cfr Ordinamento
                                                         Generale del Messale Romano, 72).

          C    ontinuiamo con la catechesi sulla
               Santa Messa. Alla Liturgia della Pa-
          rola – su cui mi sono soffermato nelle
                                                         Al primo gesto di Gesù: «prese il pane
                                                         e il calice del vino», corrisponde quin-
                                                         di la preparazione dei doni. È la prima
          scorse catechesi – segue l’altra parte         parte della Liturgia eucaristica. È bene
          costitutiva della Messa, che è la Litur-       che siano i fedeli a presentare al sacer-
          gia eucaristica. In essa, attraverso i santi   dote il pane e il vino, perché essi signi-
          segni, la Chiesa rende continuamente           ficano l’offerta spirituale della Chiesa
          presente il Sacrificio della nuova allean-     lì raccolta per l’Eucaristia. È bello che
          za sigillata da Gesù sull’altare della Cro-    siano proprio i fedeli a portare all’altare
          ce (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacro-      il pane e il vino. Sebbene oggi «i fede-
          sanctum Concilium, 47). È stato il primo       li non portino più, come un tempo, il
          altare cristiano, quello della Croce, e        loro proprio pane e vino destinati alla
          quando noi ci avviciniamo all’altare per       Liturgia, tuttavia il rito della presenta-
          celebrare la Messa, la nostra memoria          zione di questi doni conserva il suo
          va all’altare della Croce, dove è stato        valore e significato spirituale» (ibid.,
          fatto il primo sacrificio. Il sacerdote, che   73). E al riguardo è significativo che,
          nella Messa rappresenta Cristo, com-           nell’ordinare un nuovo presbitero, il
          pie ciò che il Signore stesso fece e affi-     Vescovo, quando gli consegna il pane
          dò ai discepoli nell’Ultima Cena: prese        e il vino, dice: «Ricevi le offerte del po-
          il pane e il calice, rese grazie, li diede     polo santo per il sacrificio eucaristico»
          ai discepoli, dicendo: «Prendete, man-         (Pontificale Romano - Ordinazione dei
          giate… bevete: questo è il mio corpo…          vescovi, dei presbiteri e dei diaconi).
          questo è il calice del mio sangue. Fate        Il popolo di Dio che porta l’offerta, il
          questo in memoria di me».                      pane e il vino, la grande offerta per la
          Obbediente al comando di Gesù, la              Messa! Dunque, nei segni del pane e
          Chiesa ha disposto la Liturgia eucaristi-      del vino il popolo fedele pone la pro-
          ca in momenti che corrispondono alle           pria offerta nelle mani del sacerdote,
          parole e ai gesti compiuti da Lui la vi-       il quale la depone sull’altare o mensa
          gilia della sua Passione. Così, nella pre-     del Signore, «che è il centro di tutta la
          parazione dei doni sono portati all’alta-      Liturgia eucaristica» (OGMR, 73). Cioè,
          re il pane e il vino, cioè gli elementi che    il centro della Messa è l’altare, e l’alta-
          Cristo prese nelle sue mani. Nella Pre-        re è Cristo; sempre bisogna guardare
          ghiera eucaristica rendiamo grazie a           l’altare che è il centro della Messa. Nel
          Dio per l’opera della redenzione e le          «frutto della terra e del lavoro dell’uo-
          offerte diventano il Corpo e il Sangue         mo», viene pertanto offerto l’impegno
          di Gesù Cristo. Seguono la frazione del        dei fedeli a fare di sé stessi, obbedienti
          Pane e la Comunione, mediante la qua-          alla divina Parola, un «sacrificio gradito
          le riviviamo l’esperienza degli Apostoli       a Dio Padre onnipotente», «per il bene
          che ricevettero i doni eucaristici dalle       di tutta la sua santa Chiesa». Così «la
12   l’angelo03
vita dei fedeli, la loro sofferenza, la loro   mento al primo altare che è la Croce, e

                                                                                                   VITA PARROCCHIALE
preghiera, il loro lavoro, sono uniti a        sull’altare che è Cristo portiamo il poco
quelli di Cristo e alla sua offerta totale,    dei nostri doni, il pane e il vino che poi
e in questo modo acquistano un valore          diventeranno il tanto: Gesù stesso che
nuovo» (Catechismo della Chiesa Cat-           si dà a noi.
tolica, 1368).                                 E tutto questo è quanto esprime anche
Certo, è poca cosa la nostra offerta, ma       l’orazione sulle offerte. In essa il sacer-
Cristo ha bisogno di questo poco. Ci           dote chiede a Dio di accettare i doni
chiede poco, il Signore, e ci dà tanto.        che la Chiesa gli offre, invocando il
Ci chiede poco. Ci chiede, nella vita          frutto del mirabile scambio tra la nostra
ordinaria, buona volontà; ci chiede            povertà e la sua ricchezza. Nel pane e
cuore aperto; ci chiede voglia di es-          nel vino gli presentiamo l’offerta della
sere migliori per accogliere Lui che           nostra vita, affinché sia trasformata dal-
offre se stesso a noi nell’Eucaristia; ci      lo Spirito Santo nel sacrificio di Cristo
chiede queste offerte simboliche che           e diventi con Lui una sola offerta spi-
poi diventeranno il Suo corpo e il Suo         rituale gradita al Padre. Mentre si con-
sangue. Un’immagine di questo movi-            clude così la preparazione dei doni,
mento oblativo di preghiera è rappre-          ci si dispone alla Preghiera eucaristica
sentata dall’incenso che, consumato            (cfr ibid., 77).
nel fuoco, libera un fumo profumato            La spiritualità del dono di sé, che que-
che sale verso l’alto: incensare le of-        sto momento della Messa ci insegna,
ferte, come si fa nei giorni di festa, in-     possa illuminare le nostre giornate, le
censare la croce, l’altare, il sacerdote e     relazioni con gli altri, le cose che faccia-
il popolo sacerdotale manifesta visibil-       mo, le sofferenze che incontriamo, aiu-
mente il vincolo offertoriale che unisce       tandoci a costruire la città terrena alla
tutte queste realtà al sacrificio di Cristo    luce del Vangelo.
(cfr OGMR, 75). E non dimenticare: c’è
l’altare che è Cristo, ma sempre in riferi-                      UDIENZA GENERALE

                                                           Mercoledì 28 febbraio 2018

                                                                                      l’angelo03   13
dall’oratorio

          FESTA DELLA VITA

          L  a mattina del 3 febbraio fa pensa-
             re a tutto fuorché a una festa: tanta
          pioggia, tanto vento, tanto freddo,
          tanto grigio che mette tristezza... ep-
          pure... dopo la Messa c’è il lancio dei
          palloncini con i messaggi per la vita
          e le facce dei bambini mettono gioia
          e allegria, nonostante tutto, e cancel-
          lano la tristezza. “Canta la vita, canta
          l’amore, canta la gioia che inonda il
          tuo cuore”... sul ritornello della canzo-
          ne che accompagna la festa da tanti
          anni, i palloncini partono, un po’ a fa-
          tica sotto la pioggia, ma dopo poco il
          cielo grigio è un tripudio di colori che
          salgono al cielo e i volti dei bambini
          sono pieni di entusiasmo. I messaggi
          sono in volo e chissà chi li troverà...

          La mattina del 4 febbraio sembra un
          altro mondo: un sole bello, bellissimo
          e un cielo azzurro, azzurrissimo. Nei
          campi vicino alla chiesa di san Don-
          nino sono fioriti strani fiori, coloratis-   mi. Tanta gente si ferma e li guarda
          simi: sono tanti dei palloncini lanciati     con un sorriso di stupore e scatta tan-
          ieri che, a causa della pioggia sono         te foto. Mi piace pensare che il mes-
          tornati a terra ancora vicino al pae-        saggio che quei palloncini portano,
          se... Tentano di risalire ma sono trat-      non potendo volare, affonderà come
          tenuti a terra dal peso del foglietto        un seme nella terra dove è caduto e
          inzuppato... che peccato, mi dico, ma        porterà ugualmente un frutto di vita,
          poi li guardo meglio e sono bellissi-        prima di tutto in chi lo ha scritto.

                                                       È con gioia che già nel pomeriggio
                                                       dello stesso giorno cominciano ad
                                                       arrivare email, anche da lontano, con
                                                       la risposta di chi ha trovato un pallon-
                                                       cino e il suo messaggio per la vita, a
                                                       Piacenza, a Verona, a Cremona e in
                                                       altri luoghi. La festa è andata in porto
                                                       anche stavolta e, speriamo, i messag-
                                                       gi tocchino il cuore di chi li ha trovati.

                                                                                          (T. C.)
14   l’angelo03
l’angelo03
15
             DALL’ORATORIO
dall’oratorio

          GIOVANNI, GIOCOLIERE DI DIO
          FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO

          “A     ttaccava una fune ad una pian-
                 ta, la raccomandava per bene
          ad un altro albero a una certa distan-
          za; poi preparava un tavolino, vi col-
          locava sopra una sedia, e stendeva
          un tappeto per terra. Quando ogni
          cosa era pronta e la gente radunata
          alla gran novità, egli faceva recitare il
          Rosario, cantare una lode e poi saliva
          sulla sedia e ripeteva la predica udita
          la mattina alla Messa, adornandola di
          fatterelli istruttivi. Se qualcuno faceva
          smorfie o brontolava, Giovanni, ritto
          sulla sedia, come un re su un trono,
          lo zittiva severamente. Poi dava inizio
          allo spettacolo”.
          Di chi stiamo parlando? Di san Gio-
          vanni Bosco! Un santo che faceva il
          giocoliere? Impossibile... e invece
          sì, il giocoliere di Dio! Perché don
          Bosco ci ricorda che cristiano non è
          colui che si chiude in sé, che passa
          le giornate solo a pregare, ma chi sa
          fare le proprie cose con amore, pas-
          sione, offrendole al Signore. Credere
          non è da imbranati ma per persone in
          gamba che rifiutano di essere banali
          e scontate. La fede è qualcosa di bel-
          lo, di piacevole e, perché no, anche di
          divertente.
          Abbiamo vissuto così la Festa di don
          Bosco... con la pancia piena per uno
          spiedo davvero gustoso (grazie ai
          papà che hanno lavorato con passio-
          ne)... con la compagnia del mago Ale
          (un prestigiatore serio, che è riuscito
          addirittura a far levitare una ragaz-
          za)... con la dolcezza della merenda
          (grazie ai genitori e ai catechisti del
          3° anno)... sotto lo sguardo del Santo
          dei Giovani!

16   l’angelo03
l’angelo03
17
             DALL’ORATORIO
dall’oratorio

          LA VESTIZIONE DEI
          CHIERICHETTI

          D    omenica 10 febbraio, quattro chierichetti, dopo un periodo di prove e im-
               pegno, sono arrivati al traguardo. Nel corso della Messa delle 9.30 si è svol-
          to il rito della vestizione. I chierichetti più “anziani” hanno rivestito i nuovi. La
          veste nera e la cotta bianca simboleggiano il diventare grandi nella famiglia
          dei ragazzi che, ogni domenica e nelle grandi feste liturgiche, prestano il loro
          servizio accanto all’altare.

          Un momento tanto atteso, a tratti commovente, al quale partecipa sempre l’in-
          tera comunità. Un grazie di cuore non solo a questi ragazzi, ma anche alle loro
          famiglie, che li accompagnano e li sostengono in questo compito particolare.

18   l’angelo03
LA VOLONTÀ

                                                                                             DALL’ORATORIO
“ VÒLLI, E VÒLLI SEMPRE, E
FORTISSIMAMENTE VÒLLI “

È  la celebre frase che Alfieri scrisse
   in una lettera nel 1783. Si riferiva
al desiderio di diventare uno scrittore
                                            La Volontà collettiva

                                            La volontà si può condividere allora
di tragedie e all’impegno che aveva         si ottengono cambiamenti veri nella
preso con se stesso per raggiungere         società.
questo obiettivo.                           È stata la volontà collettiva a inserire
                                            i disabili nelle classi comuni, perché
La volontà aiuta e ci dà la forza di af-    prima degli anni settanta le famiglie
frontare le sfide che incontriamo per       si vergognavano di loro e li tenevano
raggiungere gli obiettivi della nostra      in casa o, se sordi o ciechi, frequenta-
vita. Non è facile, a volte dobbiamo        vano scuole speciali.
constatare che quel che desideriamo         Anche per chiudere i manicomi nel
non si può fare o avere. Anche nella        1980 e più tardi gli orfanotrofi, per
quotidianità a volte viene richiesta        la conquista del voto per le donne
una buona dose di volontà, perché           nel 1946, tante persone, famiglie, in-
non sempre si ha l’energia o la dispo-      segnanti, associazioni e infine anche
sizione d’animo adatta.                     politici, hanno collaborato: per leggi
                                            nuove, per formare persone di so-
La volontà interviene anche nella re-       stegno adatte, e di volontà collettiva
lazione con gli altri, perché la relazio-   parliamo anche per la raccolta diffe-
ne va costruita giorno per giorno, ci       renziata.
sono piccoli ostacoli: un’incompren-
sione, una gelosia, una distrazione,
che possono rovinare la relazione.

Anche in questo caso la “buona vo-
lontà” porterà frutti buoni; ci sono
coppie che festeggiano i 60 anni di
matrimonio e anche più, che hanno
voluto superare gli ostacoli e si sono
aiutati a vicenda, arrivando a una te-
nerezza e una cura l’uno verso l’altra
che da giovani non avevano in que-
sta misura. Per arrivare a questo dice
Papa Francesco, “non basta solo la
volontà, ci vuole che DIO entri nel no-
stro cuore per aiutarci alla donazione
completa perché solo in Lui c’è l’amo-
re senza ripensamenti e riserve”.
                                                                                l’angelo03   19
dall’oratorio

          SIMONA ATZORI:
          I LIMITI SONO NEGLI
          OCCHI DI CHI GUARDA!
          B   allerina, pittrice e scrittrice, Simo-
              na Atzori è una donna che con
          grande tenacia e volontà è riuscita a
          raggiungere i suoi sogni, nonostante
          sia priva di braccia fin dalla nascita.
          “Ma come si fa a vivere senza brac-
          cia?” non è solo la domanda che ci
          siamo fatti noi ragazzi di 2ª media
          prima di incontrarla, ma è anche la
          domanda (ci ha raccontato lei) che si
          sono posti i suoi genitori quando è
          venuta al mondo: “Quando sono nata
          mia mamma mi ha detto che sembra-
          va che Milano e l’ospedale le fossero
          cadute addosso. Ma dopo un primo
          momento di scoraggiamento, il come
          fare non importava. Quello che con-
          tava era quella bambina che avevano

                                                       tra le braccia; quella bambina desi-
                                                       derata, voluta ed amata”.
                                                       Ed è stato proprio quell’amore, ci ha
                                                       confidato, che ha permesso ai suoi
                                                       genitori di cambiare prospettiva,
                                                       di vedere non quello che mancava
                                                       (“tanto le braccia non cresceranno
                                                       mai”) ma quello che lei possedeva:
                                                       tante potenzialità e capacità da svi-
                                                       luppare e potenziare.

                                                       Un grande insegnamento questo,
                                                       che ha permesso a Simona sia di di-
                                                       ventare la donna che è oggi nono-
                                                       stante le difficoltà che ha incontrato
                                                       nella sua vita (“la cosa più difficile è
                                                       affrontare, apprezzare ed accettare lo
                                                       sguardo degli altri”), sia di essere un
                                                       bell’esempio per tutte le persone che
                                                       incontra grazie al suo atteggiamento
                                                       positivo: vedere infatti con i nostri oc-
20   l’angelo03
DALL’ORATORIO
                                           TADINI FEST
                                               per festeggiare
                                            Sant’Arcangelo Tadini
                                            un nostro concittadino
                                               diventato Santo

                                          17 MARZO 2019
                                          ore 9.30 Santa Messa in
                                          Basilica

                                          Al termine della Messa

                                          Per i genitori, in Biblioteca:
                                          Incontro testimonianza

                                          Per i ragazzi
                                          dal 1° al 5° anno,
                                          in Oratorio:
chi che con i suoi piedi danza, dipin-
ge un quadro e compie ogni azione         Cammino sui passi
quotidiana (dal vestirsi, al rispondere   di Sant’Arcangelo con giochi
al telefono, al guidare) non sarebbe      a stand.
servito a nulla se lei non avesse avuto
quel sorriso che per noi è valso più di   Conclusione alle 12.30
ogni esempio.

Nonostante il nostro incontro con lei
sia durato solo un paio d’ore, ci ha
lasciato un grande insegnamento:
“non è facile la vita, ma difficile non
vuol dire impossibile. Per riuscire a
superare le difficoltà è necessario
CREDERCI! Mettendoci il cuore e l’a-
more”, per poi concludere “non pren-
detevi troppo sul serio, ci pensa già
la vita ad esserlo. Facciamoci delle
grandi risate.”

                I ragazzi di 2ª media
                                                                           l’angelo03   21
dalla parrocchia di cadignano

          LA VITA DI SANT’AGNESE
          UN ESEMPIO DI CASTITÀ
          N     ata nel 1474 a Desenzano del
                Garda, Angela Merici trascorre
          l’infanzia e l’adolescenza in una tipica
                                                       me di povertà materiali, morali e spi-
                                                       rituali, ma anche i problemi più scot-
                                                       tanti, come il progressivo isolamento
          abitazione contadina del tempo. È qui        delle donne. In un quadro tanto squal-
          che la sera ascolta dal padre la lettura     lido, spiccano alcuni laici cristiani ed
          delle vite dei Santi, tra le quali ha cer-   Angela occupa uno di questi posti. La
          tamente un posto di grande rilievo la        sua sapienza attira predicatori e teolo-
          leggenda di Sant’Orsola. Sfortunata-         gi, desiderosi di sentire le sue esposi-
          mente, nel giro di pochi anni muoio-         zioni. Il suo desiderio di purificazione
          no ad Angela tre fratelli maggiori ed        e di conversione si esprime anche
          entrambi i genitori, e dunque rimane         nel fare frequenti pellegrinaggi. Da
          sola con l’unica sorella. Entrambe ven-      non scordare quello svoltosi in Terra-
          gono accolte dagli zii a Salò, cittadina     santa, dove improvvisamente diventa
          ricca e mondana.                             cieca. Donna agile e intraprendente,
          Angela avverte il disagio del cambia-        commentò a riguardo: “Non riuscite
          mento, ma essendo di indole serena e         a capire che questa cecità mi è stata
          affabile, si attira la simpatia e la bene-   mandata proprio per il bene della mia
          volenza di tutti. La sua propensione al      anima?”.
          silenzio e al raccoglimento non le im-       Si giunge così al 1527, quando ella,
          pediscono di inserirsi nella società, di     stremata da fatica e dolore, cade gra-
          cui a poco a poco conosce le tante for-      vemente malata. Angela recupera le

22   l’angelo03
DALLA PARROCCHIA DI CADIGNANO
Nelle immagini alcuni momenti delle Feste di Sant’Agnese e di San Giovanni Bosco.
forze e, consapevole del fatto che alla      nosciuta e derisa. Per questo è stato
sua epoca le donne potevano esse-            opportuno riscoprire la valenza an-
re o spose o monache, propone per            tropologica della castità e quindi an-
loro la condizione sociale di “vergini       che la sua valenza spirituale cristiana.
consacrate nel mondo”. Viene esposto         L’etimologia ci suggerisce che il casto
loro l’ideale della nuova Compagnia          (castus) è colui che rifiuta l’incesto (in-
di Sant’Orsola, dove l’intento è “semi-      castus). Il casto vive le sue relazioni ac-
nare piante di verginità tra le spine del    cettando la distanza e rispettando l’al-
mondo”. Colpita da una malattia, muo-        terità. Questo senso situa la castità nel
re il 27 gennaio 1540. Il 24 maggio          cammino di apprendimento dell’arte
1807, Angela Merici viene proclamata         di amare e di vivere la sessualità in
Santa da papa Pio VII.                       modo maturo e adulto. Non si tratta
Riconoscendo la “rivoluzione” nei            dunque di una virtù negativa, contras-
confronti dell’educazione delle giova-       segnata da proibizioni e divieti, ma
ni donne, domenica 27 gennaio si è           che conferisce alle relazioni umane la
svolto un incontro nel salone dell’ora-      loro trasparenza e il loro calore.
torio, dove ha partecipato un gruppo         Dopo l’ascolto delle testimonianze
di ragazze in compagnia di Stefania e        delle nostre consacrate sorelle, la se-
Paola, due consacrate della Compa-           rata si è conclusa con un piccolo gio-
gnia di S. Angela. Inizialmente è stata      co: attraverso alcuni oggetti, sono sta-
presentata la figura di S. Angela, facen-    ti approfonditi alcuni concetti e valori
do riferimento ai tratti significativi del   che hanno caratterizzato il percorso di
suo operato. Tra i temi emersi quello        S. Angela.
della castità, realtà spesso compresa
in modo riduttivo o addirittura misco-                             Laura Seccamani
                                                                                   l’angelo03   23
dalla parrocchia di cadignano

          UN SANTO SENZA AUREOLA
          U    n giovane appassionato, straor-
               dinario, attaccato alla vita, testi-
          mone di santità per tutti quelli che
                                                       incontro in poche righe. Abbiamo in-
                                                       contrato un ragazzo ordinario-straor-
                                                       dinario che di fronte al dolore e alla
          lo hanno incontrato. A Cadignano,            sofferenza ci ha provocato, interro-
          domenica 20 gennaio, serata dedi-            gato profondamente. È un esempio
          cata a san Giovanni Bosco, abbiamo           di santità in casa nostra, un “santo
          conosciuto Gianluca Firetti attraverso       senza aureola”, come l’avrebbe chia-
          le testimonianze di don Marco d’Ago-         mato don Primo Mazzolari. La storia
          stino e Federico Benna, che nel rap-         di fede di Gianluca ci insegna, che “la
          porto con lui hanno visto la loro vita       santità non è una prerogativa soltan-
          cambiare.                                    to di alcuni: la santità è un dono che
          Gianluca, per gli amici Gian, è nato a       viene offerto a tutti, nessuno escluso,
          Sospiro (CR) l’8 Settembre 1994, è un        per cui costituisce il carattere distin-
          figlio, un fratello, un bambino, un ra-      tivo di ogni cristiano. Qualcuno pen-
          gazzo come tutti gli altri, si impegna       sa che la santità è chiudere gli occhi
          a scuola, ama il calcio, una storia nor-     e fare la faccia da immaginetta. No!
          male, niente di che, come tanti, come        Non è questo la santità! La santità è
          sempre. Nel Dicembre 2012, duran-            qualcosa di più grande, di più pro-
          te una partita, un pizzico, un dolore        fondo che ci dà Dio. Anzi, è proprio
          alle gambe, che in breve peggiora, la        vivendo con amore e offrendo la pro-
          diagnosi è infausta, un osteosarcoma         pria testimonianza cristiana nelle oc-
          che non perdona. In questa malattia,         cupazioni di ogni giorno che siamo
          Gianluca, vive un processo di matura-        chiamati a diventare santi. E ciascuno
          zione e conversione, che lo porta ad         nelle condizioni e nello stato di vita in
          affermare: “In fondo noi siamo fatti         cui si trova” (Papa Francesco).
          per il Cielo. Per sempre. Per l’eternità”.
          È difficile fare una sintesi di questo                               Filippo Zacchi

24   l’angelo03
PENNELLATE DI STORIA

                                                                                              ARTE & CULTURA
SACRESTIA E PENITENZIERIA

P   er concludere il nostro percorso
    all’interno della basilica, apriamo
le porte della sacrestia, collocata
                                            La decorazione fa sicuramente parte
                                            dell’intervento decorativo che ha in-
                                            teressato le pareti della basilica tra la
alla destra dell’altare maggiore e rag-     fine dell’Ottocento e gli inizi del No-
giungibile dall’altare del Santissimo       vecento, di cui abbiamo già più volte
Rosario. Entrando, si è subito colpiti      parlato. La fascia centrale delle pareti
dai mobili antichi che corrono lungo        ospita diverse opere: un quadro raf-
tutte le pareti e che custodiscono le       figurante sant’Antonio, un’Annuncia-
suppellettili liturgiche necessarie per     zione e una Natività, un Compianto,
la celebrazione della Messa; al centro      quattro ritratti dei cardinali della fa-
della stanza si trova inoltre un grande     miglia Gambara (tra i quali figurano
mobile, sul quale i sacerdoti ripongo-      Uberto e Gianfrancesco e, forse, Giro-
no gli arredi liturgici e le vesti. Subi-   lamo da Correggio, figlio di Veronica
to a sinistra, una porta nasconde un        Gambara) ed altri dei parroci defunti
lavabo in marmo, allo stesso tempo          che hanno prestato il loro servizio a
semplice, ma curato nei dettagli; esso
è composto da due vasche, una su-
periore ed una inferiore, collegate da
due rubinetti, a loro volta decorati da
incisioni floreali realizzate nel marmo
stesso. Dal mobile di destra svetta una
statuetta lignea di san Pietro, mentre
il mobile di sinistra è impreziosito da
un crocifisso ligneo ed ospita, all’in-
terno di una teca, un volto di Cristo,
ossia l’Ecce Homo policromo citato
da Gian Francesco Marini come pro-
veniente dal soppresso convento dei
Cappuccini di Verolanuova. Alzando
lo sguardo, ci si accorge che l’ampia
stanza è caratterizzata da una volta a
crociera, sulla quale sono dipinti finte
architetture e, inseriti in una cornice
in stucco, due angeli che reggono
l’ingarbugliato cartiglio: «GLORIA IN
EXCELSIS DEO»; ai quattro angoli
sono poi presenti delle composizio-
ni a monocromo, dalle quali spicca-
no, tra spighe e grappoli d’uva, og-
getti liturgici come pastorali, ferule,
brocche, turiboli, calici e ostensori.      Sant’Antonio di Padova, Autore ignoto

                                                                                 l’angelo03   25
arte & cultura

          Verolanuova, a partire dal 1835 con       dire. Ai piedi del santo si scorge un
          don Francesco Sguazzi. Vi sono poi        paesaggio verdeggiante; a sinistra,
          una grande fotografia del vescovo         in particolare, si possono riconoscere
          Giacinto Gaggia e una lapide che          la Basilica di Sant’Antonio e la statua
          ricorda la consacrazione della chie-      equestre del Gattamelata di Donatel-
          sa, avvenuta il 30 giugno 1647 per        lo, simboli della città di Padova. A de-
          opera del vescovo Marco Morosi-           stra, dietro un boschetto bagnato da
          ni, il quale dispose di celebrare la      un fiume, spicca un altro campanile,
          seconda settimana di luglio di ogni       dalla forma ottagonale e non ancora
          anno il giorno della dedicazione;         identificato. Il Marini, che nel 1907
          inoltre, due medaglioni in bronzo,        vide l’opera già in sacrestia, scrisse:
          realizzati per il trecentocinquantesi-    «La ritengo una copia, però è tratta-
          mo anniversario dalla consacrazio-        ta con una spiccata vigoria. La scuola
          ne, raffigurano rispettivamente san       è quella del cinquecento. Il volto del
          Lorenzo e sant’Antonio e la Basilica.     Santo è di una verità sorprendente. Il
          Dal soffitto pende infine un antico       saio Francescano, scende ricco dagli
          lampadario ligneo, decorato da fi-        omeri, e le pieghe fatte dal cordone,
          gure zoomorfe.                            sono naturalissime». Egli lasciò inten-
                                                    dere in una nota al testo, inoltre, che
          Il dipinto raffigura, come ricorda il     il dipinto potesse provenire dal sop-
          cippo in basso a destra, la vera im-      presso convento dei Cappuccini di
          magine di sant’Antonio di Padova.         Verolanuova.
          Il santo regge un libro, sul quale, in
          equilibrio, appare Gesù bambino che       La prima delle due tele mostra Maria
          tiene tra le mani un giglio; entrambi     inginocchiata che accoglie l’annun-
          utilizzano la mano libera per bene-       cio dell’angelo, posizionatosi alla sua

          Annunciazione e Natività, Autore ignoto

26   l’angelo03
come egli ipotizza, da Pompeo Ghitti,

                                                                                                ARTE & CULTURA
                                             ma è ancora tutto da verificare).
                                             Alla scena, molto buia, ma ricca di
                                             pathos, prendono parte la Vergine
                                             e Maria Maddalena, le quali reggo-
                                             no il corpo di Gesù ed esprimono il
                                             loro profondo dolore. Anche questa
                                             tela ha una storia curiosa e vanta una
                                             gemella alla Pinacoteca Tosio Marti-
                                             nengo; non è però ancora possibile
                                             stabilire quale delle due sia la copia
                                             dell’altra. Secondo il Marini, infine,
                                             anche quest’opera proveniva dalla
                                             rimpianta soppressione del convento
                                             dei Cappuccini.

                                             La sacrestia custodiva, inoltre, fino
Ritratto del Cardinale Uberto Gambara,       alla metà del secolo scorso, quattro
vescovo di Tortona e prevosto di Verola-     tele raffiguranti le quattro stagioni,
nuova dal 1501 al 1541. È uno dei ritratti   alla maniera dell’Arcimboldo, oggi
dei prevosti conservati in sacrestia
                                             esposte in una sala a loro dedicata
destra, mentre dal cielo, tra gli ange-      alla Pinacoteca Tosio Martinengo di
li, discende una colomba coronata            Brescia. La porta alla sinistra dell’alta-
di luce. La seconda opera è invece           re maggiore conduce invece dall’al-
iconograficamente più interessante.          tare del Santissimo Sacramento alla
Inseriti in uno scenario quasi di de-        penitenzieria, un luogo semplice
cadenza rurale, Maria e Giuseppe,            e raccolto, destinato alle confessio-
insieme ad alcuni pastori, adorano           ni. Le pareti, infatti, sono rivestite da
il Bambino, che giace avvolto dalla          pannelli in legno, tra i quali si trova-
luce in primissimo piano. Scrive an-         no armadi e si aprono piccole stanze
cora il Marini: «Le figure sono un po’       adibite a veri e propri confessionali,
fredde, un po’ dure, ma sono perfet-         in cui ancora oggi si vedono un in-
te. Hanno un non so che di Moret-            ginocchiatoio, una sedia per il sa-
tiano, gradevolissimo. La fisionomia         cerdote, una stola viola e una breve
della Vergine è identica nelle due           preghiera per la buona riuscita della
tele, ed è soavissima». Egli, in effetti,    confessione. La penitenzieria, inoltre,
ci aveva visto lungo: il dipinto è infatti   consente l’accesso all’organo Lin-
una copia dell’Adorazione dei Pastori        giardi ed ospita un piccolo quadro
con i santi Nazaro e Celso, attribuita       del Sacro Cuore di Gesù, una croce
al Moretto e conservata nella chiesa         lignea con i simboli della Passione, le
dei Santi Nazaro e Celso di Brescia. Il      statue di san Lorenzo e della Vergi-
Marini ricorda anche un documento            ne, il dipinto già citato raffigurante la
da lui scoperto (del quale siamo alla        morte di san Francesco Saverio e, dal
disperata ricerca!) in cui si legge che      2018, una Madonna con il Bambino, a
le due opere furono donate da Mon-           noi molto cara.
signor Ottavio Cremona alla Scuola
del Rosario di Verolanuova e che fu-         L’opera, che si trovava fino al 2017 in
rono dipinte a Brescia nel 1674 (forse,      condizioni poco ottimali in un depo-
                                                                                   l’angelo03   27
arte & cultura

          sito della Basilica, è stata restaurata      collo, il Bambino rivolge il suo sguardo
          dalla ditta A. Carena e A. Ragazzoni         a san Filippo Neri. Il santo indossa gli
          s.n.c. di Cremona. Il dipinto costituiva     abiti sacerdotali e la sua fisionomia è
          probabilmente la pala d’altare dell’O-       ben riconoscibile: egli è infatti ritratto
          ratorio di San Filippo Neri di Verola-       di profilo con la barba corta ed i capel-
          nuova, edificato nel 1633 nell’area          li bianchi, il naso pronunciato ed il vol-
          Sud-Est dell’attuale Piazza Gambara.         to segnato dalle rinunce. Dalla pianeta
          Soppresso nel 1797, l’oratorio venne         di san Filippo spunta un giglio, il suo
          spogliato di ogni bene; la tela fu quin-     attributo iconografico, nonché simbo-
          di spostata all’interno della Disciplina     lo della sua castità. Il recente recupero
          di Santa Croce, dove rimase fino agli        ha permesso di riportare alla luce le
          ultimi decenni del secolo scorso, pri-       originali cromie dell’opera, caratteriz-
          ma di essere nuovamente mobilitata           zate da tinte calde e da un pittoricismo
          e trasferita nel deposito parrocchia-        succoso, che ne suggeriscono fin da
          le. Nel registro superiore del dipinto,      subito una collocazione in ambito ve-
          Maria, seduta sulle nuvole, tiene tra le     neto. Nonostante l’impianto composi-
          braccia il piccolo Gesù, avvolto solo in     tivo della scena appaia ancora legato
          parte da una stoffa bianca. La Vergi-        a modelli barocchi di pieno Seicento,
          ne, circondata da angeli, ha un volto        l’opera andrebbe più propriamente
          molto dolce e rivolge il suo sguardo         datata alla prima metà del Settecento.
          ai santi Antonio e Girolamo. Sant’An-
                                                                   Laura Sala e Fabio Pelosi
          tonio, alla destra dell’opera, ha un viso
          imberbe e delicato e porta la mano
          destra verso il cuore, mentre con l’altra
          stringe un giglio. Accanto a sant’Anto-
          nio, anche san Girolamo ricambia lo
          sguardo della Madonna. Il santo in-
          dossa il caratteristico mantello rosso
          cardinalizio, si percuote il petto con
          una pietra nella mano destra e sor-
          regge un libro aperto con la sinistra;
          dietro la sua veste si scorge il muso
          dell’inseparabile leone. San Girolamo
          ha una lunga e incolta barba bianca;
          la sua figura è imponente, ma il volto
          è visibilmente scarno. Il teschio posto
          ai suoi piedi, realizzato in scorcio, co-
          stituisce un richiamo alla meditazione
          e alla vita ascetica condotta dal santo
          nel deserto; accanto ad esso si trova
          un altro libro aperto. Tra le braccia del-
          la Vergine, Gesù Bambino ha un viso
          dolce e luminoso, coronato da bionde
          ciocche ricciolute. Le mani e i piedi
          paffuti testimoniano la sua umanità,
          contrastata però dai gesti consapevoli       Madonna con il bambino, San Filippo
          e dall’aureola di luce che circonda il       Neri, San Girolamo e Sant’Antonio di Pa-
          suo volto. Con una lieve torsione del        dova, Autore ignoto

28   l’angelo03
PICCOLO RIPASSO DEL CRISTIANESIMO

                                                                                                ARTE & CULTURA
50. IL BISOGNO DI
    RIFORMA ALL’INIZIO
    DELL’ERA MODERNA

S   e l’inizio del XVI secolo fu caratte-
    rizzato, dal punto di vista politico-e-
conomico, da fatti molto rilevanti di
                                              dedicò principalmente al tentativo di
                                              pacificazione dello Stato della Chiesa
                                              e al suo rafforzamento politico e finan-
cui avremo modo di parlare in seguito         ziario, ottenendo però esattamente il
(la scoperta dell’America e la sua co-        contrario di quanto si era proposto:
lonizzazione, la grande litigiosità degli     nuove guerre ed enormi spese.
Stati, per non parlare delle innovazioni
che andavano interessando l’agricol-          Nel mese di maggio del 1512, quasi
tura e, di riflesso le grandi proprietà       per far vedere al mondo che la San-
fondiarie), relativamente al mondo            ta Sede era in grado di autoriformar-
cattolico risultava evidente la gravi-        si, Giulio II convocò in Laterano un
tà delle condizioni religiose e morali        Concilio ecumenico i cui risultati però
della Cristianità. I più erano pessimisti     non furono confortanti. Addirittura la
sulla possibilità reale che si potesse        Francia, che si era opposta all’iniziati-
arrivare ad una vera riforma in grado         va, tentò di riunire a Pisa un anti-con-
di ridare slancio alle aspirazioni spiri-     cilio che finì però nel nulla. Alla mor-
tuali dei fedeli. Il tentativo riformista     te di Giulio II, nel febbraio del 1513,
cattolico si sviluppò attraverso due          il proseguimento dei lavori conciliari
diverse direttrici, una tesa a rafforza-      fu affidata al suo successore Leone X.
re le capacità caritative ed educative        Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo
e l’altra più propriamente culturale.         il Magnifico, fu un grande mecenate,
Proponendo un ritorno alle fonti della        ma uomo debole e di scarsa religio-
spiritualità cristiana, tanti uomini pieni    sità: nel 1517 pose fine all’assemblea
di zelo religioso, senza intransigenze        dopo l’approvazione di alcune dispo-
e senza alcuna intenzione di uscire           sizioni di carattere amministrativo (ri-
dall’ortodossia, tentarono di costruire       organizzazione degli uffici, reintegro
una civiltà umano-divina nel nome di          dei beni ecclesiastici usurpati, divie-
Cristo.                                       to di cumulo di rendite finanziarie) e
                                              poco altro.
Anche alcuni pontefici come Sisto IV
e Alessandro VI avevano tentato, at-          Alla morte di Leone X nel 1521, venne
traverso le loro bolle, di reprimere e        eletto a sorpresa un fiammingo, Adria-
combattere gli abusi, senza però arri-        no VI, educato alla scuola dei Fratelli
vare a risultati concreti. Il successore di   della vita comune e che era stato pre-
Alessandro, Giuliano Della Rovere che         cettore di Carlo V. Osteggiato dall’am-
prese il nome di Giulio II e che era sta-     biente romano perché rappresentava
to acerrimo nemico di Papa Borgia, si         un esempio di vita austera e morige-
                                                                                   l’angelo03   29
arte & cultura

                                                       così a diffondere le idee riformistiche
                                                       e ad applicarle.

                                                       Tra questi, Gian Matteo Giberti, Vesco-
                                                       vo di Verona che era stato segretario
                                                       di Papa Clemente VII, ritornato nella
                                                       sua diocesi promulgò diverse costi-
                                                       tuzioni, riguardanti principalmente
                                                       l’istruzione religiosa, la predicazione
                                                       e la musica sacra. Iniziò anche ad usa-
                                                       re l’italiano durante la celebrazione
                                                       della S. Messa e, consapevole della
                                                       situazione di estrema povertà delle
                                                       popolazioni a lui affidate, istituì una
                                                       Società della carità, che doveva esse-
                                                       re presente in ogni parrocchia e che
                                                       aveva lo scopo di assistere moralmen-
                                                       te e materialmente i più bisognosi. A
                                                       Salerno, il cardinale Girolamo Seri-
          Raffaello Sanzio: Papa Giulio II             pando, teologo ed umanista, avendo
                                                       constatato che anche numerosi eccle-
          rata, non riuscì a ottenere risultati con-   siastici erano impreparati dal punto di
          creti dal punto di vista della riforma.      vista teologico e culturale, adottò nuo-
          Il suo papato fu brevissimo e alla sua       ve forme di pastorale al fine di avvici-
          scomparsa, nel 1523, l’elezione del          nare i sacerdoti ai problemi concreti
          cardinale Giulio de’ Medici al soglio        della gente. Altre figure di rilievo fu-
          pontificio con il nome di Clemente           rono Girolamo Vida, vescovo di Alba,
          VII riportò tutto al punto di partenza.      Marcello Cervini, vescovo di Gubbio e
          Pur con la scelta di buoni consiglieri e     che per pochi giorni fu anche Papa col
          con la nomina di alcune commissioni          nome di Marcello II, e Tommaso Cam-
          che dovevano dedicarsi alle riforme,         peggi, vescovo di Feltre.
          il Pontefice tornò ad occuparsi pre-         L’aspirazione di queste personalità,
          valentemente di questioni politiche          nel periodo precedente il Concilio di
          finendo col rimanere coinvolto nelle         Trento, era di riformare gli uomini, pri-
          lotte di potere e subendo l’onta del         ma che le istituzioni, facendo propria
          sacco di Roma, il 6 maggio dell’anno         l’intuizione di un illustre agostiniano,
          1527, ad opera dei Lanzichenecchi.           Egidio da Viterbo, che, fin dal 1512,
                                                       affermava che non bisognava cam-
          I saccheggi e le devastazioni provo-         biare i fedeli con le leggi, ma le leggi
          carono danni gravissimi, in taluni casi      attraverso il coinvolgimento dei fede-
          irreparabili, alle persone e alle opere      li. E un contributo in questa direzione
          d’arte, e obbligarono molti ecclesiasti-     lo diedero anche, come vedremo fra
          ci a lasciare la città. Ma, costringendo     poco, alcune nuove Congregazioni re-
          diversi vescovi a ritornare nelle proprie    ligiose e le associazioni caritative.
          sedi, ebbero anche un risvolto positi-
          vo: molti di questi ripresero contatto                               (… continua…)
          con i propri fedeli e si ricordarono dei
          propri doveri pastorali, contribuendo                             Sergio Amighetti
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VEROLA MISSIONARIA

                                                                                                LE NOSTRE RUBRICHE
CHIESE SENZA FRONTIERE
CHE ACCOGLIE TUTTI
NEL NOME DEL SIGNORE
DOMENICA 24 MARZO: 39° GIORNATA MONDIALE
DEI MISSIONARI MARTIRI IN MEMORIA
DEL SANTO OSCAR ROMERO

L  ’anno appena trascorso, il 2018, è
   stato l’anno più devastante in fatto
di uccisioni nei confronti dei missio-
                                             resa a Gesù che volontariamente ha
                                             accettato la Missione affidatagli dal
                                             Padre. Nella passione di Gesù l’evan-
nari nel mondo. Quaranta ne sono             gelista Luca mette in risalto i tratti che
stati uccisi, quasi il doppio degli anni     caratterizzano il futuro martire, il mis-
precedenti per non parlare degli innu-       sionario dei nostri giorni: pazienza
merevoli cristiani trucidati nelle chiese    silenziosa dinanzi agli oltraggi, per-
dell’Africa, dell’Asia e America Latina.     dono agli stessi persecutori perché il
Ciononostante l’attività dei missionari      disegno di salvezza di Dio passa at-
non può arrestarsi perché la Missione        traverso la sofferenza e la morte del
proviene dall’iniziativa Divina ed oltre     suo testimone. D’altronde tutti i pro-
che ad essere un “mandato”, un invio         feti non sono forse stati perseguitati
alle genti, è una vocazione. Ciò che         e messi a morte? Però la passione fa’
mostra nel modo più evidente l’azio-         di Gesù la vittima espiatoria, che sosti-
ne di Dio nell’uomo è la chiamata alla       tuisce tutte le vittime antiche e recenti
conversione per partecipare ai beni          e di questo è ben consapevole il mis-
della salvezza. Nella vocazione Dio si       sionario, ecco perché è pronto anche
rivolge alla libertà dell’uomo. È l’uomo     al sacrificio della propria vita: “Senza
che deve scegliere la sua chiamata.          effusione di sangue non vi può esse-
Quindi è Dio che invia i suoi messag-        re redenzione. Se hanno perseguitato
geri sia dal tempo di Abramo, Mosè, i        me perseguiteranno anche voi.” Così
profeti, Giovanni il Battista e il proprio   fu per il primo martire Stefano che
Figlio Gesù che farà continuare la mis-      evoca con tanta forza la Passione col
sione attraverso gli Apostoli con l’aiuto    perdonare i suoi persecutori e che de-
dello Spirito Santo; quindi la vera mis-     terminò l’espansione della Chiesa e la
sione è l’autorità per svolgere l’attività   conversione di Paolo. Così come tutti i
missionaria in nome della Chiesa. Fare       martiri che seguirono hanno dato alla
questa scelta comporta un impegno            Chiesa e continuano a dare al mondo
di amore verso il prossimo con rischio       intero la testimonianza del loro san-
della propria vita perché può finire col     gue, sono la prova di cui la passione
martirio, la testimonianza del Sangue        e la glorificazione dei testimoni del
                                                                                   l’angelo03   31
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