CASTIGLIONE D'ADDA RONICON - N. 12 - APRILE 2020 PARROCCHIA ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA - PARROCCHIA DI CASTIGLIONE D'ADDA
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Chonicon Periodico della parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria Periodico della parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Castiglione d’Adda, diocesi di Lodi. in Castiglione d’Adda diocesi di Lodi www.parrocchiacastiglionedadda.it www.parrocchiacastiglionedadda.it N. 12 - Pasqua 2020 Contatti: Pro manuscripto mons. Gabriele Bernardelli, parroco 0377.900.421 dgbernardelli@gmail.com don Luigi Donati, vicario parrocchiale 0377.909.142 don Manuel Forchetto, vicario parrocchiale 0377.900.584 manuel_forchetto@libero.it don Abele Uggè, collaboratore pastorale 338.8397.222 abeleugge@teletu.it Orario Sante Messe: Feriale 8.30 - 18.00 Festivo durante anno scolastico 8.30 (Incoronata); 9.45 (dei ragazzi e delle famiglie); 11.00 (Messa grande); 18.00 Festivo estivo 8.30 (Incoronata); 10.30 (Messa grande); 18.00 Ogni domenica ore 16.30 (17.00 estivo): vespri, catechesi e benedizione Eucaristica Ogni giorno ore 8.05, lodi mattutine; ore 17.30, recita del santo Rosario Ogni martedì ore 20.30 (all’Annunciata), recita della coroncina della Divina Misericordia Ogni giovedì dalle 9.00 alle 11.30 adorazione Eucaristica per le vocazioni sacerdotali dalle 20.45 alle 21.45, preghiera personale dinanzi all’Eucaristia con possibilità di confessarsi Confessioni: ogni giovedì dalle ore 20.45 alle 21.45 ogni sabato dalle ore 16.00 alle ore 18.00 In copertina: Battesimi: Terza domenica del mese grande crocifisso della chiesa parrocchiale di Castiglione d’Adda, il giorno di Pasqua 2018 Foto Roberto Riboldi CHRONICON - 3
Editoriale Parroco Editoriale Parroco Soccorri il tuo popolo che anela risorgere 1. L’ “aldilà” e la risurrezione 2. La risurrezione e i nostri giorni segnati dalla prova Cari fratelli e sorelle, in una libera traduzione La risurrezione a cui aneliamo è dunque questa: non è un ritorno alla vita di in italiano dell’antica antifona mariana Alma prima, passata la soglia della morte, ma una vera trasformazione, una vera Redemptoris Mater si prega la Madre di metamorfosi dentro la pienezza della vita che non muore più. Questo ha Dio con queste parole: “Soccorri il tuo qualcosa da dirci anche in riferimento ai giorni segnati da questa prova. Noi popolo che anela risorgere”. Queste desideriamo che passino presto. È comprensibile. Ma stiamo attenti a non parole mi sono tornate in mente molto volere ritornare alla vita di prima. Come la vita dopo la morte non significa una spesso in questi giorni di prova prossimi vita nell’ “aldilà” simile a questa che viviamo nei nostri giorni, così la vita dopo alla celebrazione della Pasqua. Anelare alla l’emergenza dovuta al coronavirus non dovrebbe essere come quella di prima. risurrezione – consapevolmente o meno – è ciò che facciamo tutti dal primo momento Leggevo in questi giorni un articolo di Paolo Pilieri, ordinario di pianificazione in cui apriamo gli occhi alla scena di questo territoriale ambientale del Politecnico di Milano, il quale afferma: Io non voglio mondo a quello in cui li chiudiamo. tornare da dove ero partito. Certo il Paese che troveremo in ginocchio non sarà più quello di prima. E bisognerà rimboccarci le maniche. Ma per andare verso La risurrezione non significa per noi cristiani la vita “nell’aldilà”. Non è quale direzione? La stessa di prima? Questa è una domanda che abbiamo il questo. Non esiste un “aldilà” dove si continua la vita di questo mondo. Noi dovere di farci oggi, pur tra le lacrime. È ora il sacrosanto momento nel quale crediamo nella risurrezione, cioè nella partecipazione alla vita del Risorto. Che elaborare il lutto di un passato economico e politico che ci ha consegnato ad è una cosa non solo diversa ma anche qualitativamente (e incredibilmente) una normalità, che purtroppo normalità non era affatto. Lo capiamo? Ce ne superiore all’ “aldilà”. Partecipare alla vita del Risorto significa aver parte convinciamo? Ora abbiamo bisogno di riflettere sul fatto che la normalità era il alla sua pienezza, che è la pienezza di Dio; significa semplicemente essere problema, altrimenti al prossimo giro di virus saremo ancora più deboli. Tutto sopraffatti per sempre dalla gioia, che è l’esperienza che ha fatto Cristo nel quello che la normalità respingeva, dagli accordi sul clima, agli investimenti in momento della risurrezione e che ora gli appartiene per sempre. Ma di che sanità pubblica, allo stop di consumo di suolo e di traffico, agli investimenti in carne è fatto Cristo? Della nostra. Di che morte è morto Cristo? Della nostra. ricerca, cultura e manutenzione del Paese, ad incentivare la buona agricoltura (e non l’altra), al dare la dignità al lavoro sconfiggendo la mentalità che “fare il nero La risurrezione è il momento in cui entriamo nello spazio della vita di Dio, è necessario”, all’economia circolare e fondamentale al posto della tradizionale, nello spazio del suo cuore, senza più alcuna divisione. A questa risurrezione al perseguire corruzione e furbizia ‘senza se e senza ma’ e così via, deve ora noi aneliamo e possiamo farlo perché siamo di Cristo ed egli ha detto nel messo in cima ad un’agenda pubblica di una normalità che va costruita proprio vangelo di Giovanni: Voglio che quelli che mi hai dato siano con me dove ora sulle macerie in cui siamo. Altro che balconi, tarallucci e vino. Certo questa sono io. Notate il verbo: “voglio” ed è un “voglio” divino, ossia costitutivo; lettura è puramente “orizzontale”. il “volere” di Dio non è un’ipotesi: realizza ciò che vuole. Noi siamo di Cristo per cui Egli “vuole”, cioè “fa” in modo che noi siamo con lui. Notate che ho Molto ci sarebbe da dire su una lettura “verticale”, che è quella a cui facevo detto “noi” ed un “noi” ecclesiale. riferimento al punto 1 di questo articolo. Del resto la ricostruzione a cui faceva riferimento Pilieri nel suo articolo può essere veramente messa in atto tralasciando la dimensione trascendentale della vita? Può essere cioè rinchiusa in una visione puramente “laica”? Io lo dubito fortemente. I conti che abbiamo fatto in questi giorni con la sofferenza, la malattia e la morte sono un grido 4 - CHRONICON CHRONICON - 5
Editoriale Parroco Editoriale Parroco verso una dimensione più ampia del vivere, che trasfiguri il vivere, il dolore e la Vi saluto e vi lascio come dono pasquale questo componimento di S. Efrem il morte e dia loro un senso collocandoli dentro quella “metamorfosi” a cui sopra Siro, che parla dei sacramenti e del creato: tutto parla di Dio e Lui brilla nel suo facevo riferimento e che non è possibile senza l’apertura a Dio e al suo mistero essere nascosto ai nostri occhi, in attesa della piena risurrezione, già iniziata in noi rivelato a noi nell’incarnazione, passione, morte e risurrezione del Figlio. In una dal Battesimo, quando lo vedremo faccia a faccia. Nel pane mangiamo il potere poesia di Solov’ëv leggiamo: Caro amico, forse non vedi / come tutto ciò che che non può essere mangiato, / nel vino beviamo il fuoco che non può essere vediamo / è solo un riflesso, solo l’ombra / di ciò che agli occhi è invisibile? / bevuto, / siamo unti con l’olio dal potere che è oltre ogni comprensione …. Caro amico, forse non odi / che lo stridente rumore del mondo / è solo un’eco Signore, i tuoi simboli sono dappertutto, / ma tu sei nascosto dal dappertutto. fallace / di trionfanti armonie? / Caro amico, forse non senti / che solo una cosa / Anche se il tuo simbolo è in alto, / l’altezza non sa chi tu sei; / pure se il tuo v’è al mondo: / solo ciò che un cuore a cuore / confida in un muto saluto? (V. simbolo è nell’abisso, / esso non comprende chi tu sei; / anche se il tuo simbolo Solov’ëv, Stichotvorenja, in Id., Sobr. Soc. XII, Bruxelles 1969, 16). è nel mare, / tu sei nascosto dal mare; / e se il tuo simbolo è la terra asciutta, / essa non sa che cosa sei. / Benedetto è il Nascosto che brilla” (Efren il Siro, Inni Questo “cuore a cuore” è l’espressione massima della preghiera che instaura sulla fede 4, 4.9, ed Beck, Louvain 1955, SSyr. T. 73, pp.10,12, e t. 74, pp. 10-11). la relazione tra noi e Dio e che tutto trasfigura nella luce della risurrezione. Buona Pasqua! Ed è proprio dalla preghiera che questi giorni vengono affrancati dal loro Il vostro parroco apparente non senso. È la preghiera che ci purifica lo sguardo affinché – magari Don Gabriele non immediatamente, ma gradualmente – “vediamo” ciò che di primo acchito non si vede e non si capisce. È la preghiera che ci fa anelare ai “sacramenti pasquali” che quest’anno saranno ricevuti solo col desiderio, assaporando la gioia di poterlo fare più avanti. Prego per me e per voi, cari fratelli e sorelle, in questa Pasqua perché ci siano dati gli “occhi del cuore”, al fine di poter vedere ciò che non si vede. 6 - CHRONICON CHRONICON - 7
LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI PRIMO GIORNO, DA GIOVEDÌ SERA A VENERDÌ SERA: IL GIORNO DEL CROCIFISSO Il Giovedì Santo non è solo il giorno dell’istituzione della Santissima Eucaristia, il cui splendore certamente s’irradia su tutto il resto e lo attira, per così dire, dentro di sé. Fa parte del Giovedì Santo anche la notte oscura del Monte degli Ulivi, verso la quale Gesù esce con i suoi discepoli; fa parte di esso la solitudine e l’essere abbandonato di Gesù, che pregando va incontro al buio della morte; fanno parte di esso il tradimento di Giuda e l’arresto di Gesù, come anche il rinnegamento di Pietro, l’accusa davanti al Sinedrio e la consegna ai pagani, a Pilato. Cerchiamo in quest’ora di capire più profondamente qualcosa di questi eventi, perché in essi si svolge il mistero della nostra Redenzione. (Benedetto XVI, omelia del giovedì santo 2012) GIOVEDÌ 9 APRILE ■ ore 21.00 Santa Messa nella Cena del Signore, a porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito della parrocchia: www.parrocchiacastiglionedadda.it (premere tasto rosso youtube in alto a destra) VENERDÌ 10 APRILE (magro e digiuno) ■ ore 8.30 Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine), a porte chiuse, officiata dai sacerdoti della parrocchia ■ ore 15.00 Via Crucis a porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito della parrocchia: www.parrocchiacastiglionedadda.it (premere tasto rosso youtube in alto a destra) ■ ore 18.00 Solenne Azione Liturgica per la Passione e Morte del Signore, a porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito della parrocchia: www.parrocchiacastiglionedadda.it (premere tasto rosso youtube in alto a destra) “Cristo alla Colonna”, Bramante - Pinacoteca di Brera 8 - CHRONICON CHRONICON - 9
LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI SECONDO GIORNO, DA VENERDÌ SERA A SABATO SERA: IL GIORNO DEL SEPOLTO Il mistero terribile del Sabato santo, il suo abisso di silenzio, ha acquistato nel nostro tempo una realtà schiacciante. Giacché questo è il Sabato santo: giorno del nascondimento di Dio, giorno di quel paradosso inaudito che noi esprimiamo nel Credo con le parole «disceso agli inferi», disceso dentro il mistero della morte. Il Venerdì santo potevamo ancora guardare il trafitto. Il Sabato santo è vuoto, la pesante pietra del sepolcro nuovo copre il defunto, tutto è passato, la fede sembra essere definitivamente smascherata come fanatismo. Nessun Dio ha salvato questo Gesù che si atteggiava a Figlio suo. (…). Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso: rinchiudendolo nel guscio stantio dei pensieri abitudinari, esiliandolo in una forma di pietà senza contenuto di realtà e perduta nel giro di frasi fatte o di preziosità archeologiche; noi lo abbiamo ucciso attraverso l’ambiguità della nostra vita che ha steso un velo di oscurità anche su di lui: infatti che cosa avrebbe potuto rendere più problematico in questo mondo Dio se non la problematicità della fede e dell’amore dei suoi credenti? L’oscurità divina di questo giorno, di questo secolo che diventa in misura sempre maggiore un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare con essa. Ma nonostante tutto essa ha in sé qualcosa di consolante. La morte di Dio in Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. E ancora una cosa: solo attraverso il fallimento del Venerdì santo, solo attraverso il silenzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che il suo messaggio stava a significare in realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere in essi. L’immagine che si erano formata di Dio, nella quale avevano tentato di costringerlo, doveva essere distrutta “Caravaggio”, Deposizione dalla croce - Musei Vaticani perché essi attraverso le macerie della casa diroccata potessero vedere il cielo, lui stesso, che rimane sempre l’infinitamente più grande. Noi abbiamo bisogno del silenzio di Dio per sperimentare nuovamente l’abisso della sua grandezza e l’abisso del nostro nulla che verrebbe a spalancarsi se non ci fosse lui. (J. Ratzinger, Meditazione sul Sabato Santo) SABATO 11 APRILE (si consiglia di prolungare il digiuno) ■ ore 8.30 Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine), a porte chiuse, officiata dai sacerdoti della parrocchia 10 - CHRONICON CHRONICON - 11
LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI TERZO GIORNO, DA SABATO NOTTE A DOMENICA SERA: IL GIORNO DEL RISORTO “Ed ecco ciò che questa notte ci chiama ad annunciare: il palpito del Risorto, Cristo vive! Ed è ciò che cambiò il passo di Maria Maddalena e dell’altra Maria: è ciò che le fa ripartire in fretta e correre a dare la notizia (cfr Mt 28,8); è ciò che le fa tornare sui loro passi e sui loro sguardi; ritornano in città a incontrarsi con gli altri. Come con loro siamo entrati nel sepolcro, così con loro vi invito ad andare, a ritornare in città, a tornare sui nostri passi, sui nostri sguardi. Andiamo con loro ad annunciare la notizia, andiamo… In tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione. Andiamo ad annunciare, a condividere, a rivelare che è vero: il Signore è Vivo. È vivo e vuole risorgere in tanti volti che hanno seppellito la speranza, hanno seppellito i sogni, hanno seppellito la dignità. E se non siamo capaci di lasciare che lo Spirito ci conduca per questa strada, allora non siamo cristiani. Andiamo e lasciamoci sorprendere da quest’alba diversa, lasciamoci sorprendere dalla novità che solo Cristo può dare. Lasciamo che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito”. (papa Francesco, dall’omelia della Veglia Pasquale 2017) “Resurrezione di Gesù Cristo”, Bottega cremonese sec. XVII, olio su tela, secondo quarto del XVII sec., Chiesa di San Bartolomeo Apostolo in Borghetto Lodigiano (Utilizzo dell’immagine autorizzata dall’Ufficio BBCC della Curia Vescovile di Lodi) SABATO 11 APRILE ■ ore 21.30 Solenne Veglia Pasquale a porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito della parrocchia: www.parrocchiacastiglionedadda.it (premere tasto rosso youtube in alto a destra) DOMENICA 12 APRILE ■ ore 11.00 Santa Messa solenne di Pasqua a porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito della parrocchia: www.parrocchiacastiglionedadda. it (premere tasto rosso youtube in alto a destra) 12 - CHRONICON CHRONICON - 13
IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE LE “CONFESSIONI” IN TEMPO DI CORONAVIRUS L’INDULGENZA PLENARIA IN TEMPO DI CORONAVIRUSLA LA CONTRIZIONE PERFETTA PER I PERDONO DEI PECCATI ANCHE MORTALI REMISSIONE DELLA PENA DA SCONTARE IN PURGATORIO PER I PECCATI COMMESSI, SE CIÒ NON È GIÀ AVVENUTO IN VITA La situazione che stiamo vivendo ci ha costretti a Il Catechismo della Chiesa insegna che – se il sacramento della Confessione o la rivedere anche la prassi abituale della celebrazione contrizione perfetta sopra menzionata cancella i peccati di un cristiano – la remissione dei sacramenti, tra cui il sacramento della delle pene temporali dovute per i suoi peccati si ottiene per intervento della Chiesa, Riconciliazione. A tal proposito, riporto ciò che ha la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il stabilito la Santa Sede, pubblicandolo un decreto tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi. della Penitenzieria Apostolica in data 20 marzo 2020, su mandato del Santo Padre il Papa, ossia A tal proposito, il già sopra menzionato decreto della Penitenziaria Apostolica, per che: “Laddove i singoli fedeli si trovassero nella autorità del Papa, ha stabilito che è concessa L’INDULGENZA PLENARIA (ossia la dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione remissione di tutta la pena per i peccati commessi): sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato 1. ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con di perdono (quella che al momento il penitente è l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi in grado di esprimere) e accompagnata dal votum di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno Il santo padre Francesco di ricorrere, appena possibile, alla confessione il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali (cf. CCC, n. 1452)”. questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di L’impossibilità di ricorre alla Confessione riguarda innanzi tutto coloro che si trovano in adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione Eucaristica e ospedale e quanti non possono uscire dalle loro case perché ammalati o in quarantena. preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile. Di per sé concerne però anche tutti noi, che siamo tenuti ad osservare ciò che le Autorità hanno stabilito, ossia – tra le altre misure – la necessità di non allontanarsi 2. agli operatori sanitari, ai familiari e a quanti, sull’esempio del Buon Samaritano, dal proprio domicilio. Per cui quanto decretato dalla Penitenzieria Apostolica col esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus secondo le documento sopra richiamato circa la contrizione perfetta, accompagnata dalla parole del divino Redentore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, la vita per i propri amici» (Gv 15,13), alle stesse condizioni riferite al n. 1, ossia la che ottiene il perdono dei peccati, anche mortali, RIGUARDA TUTTI. confessione sacramentale, la comunione Eucaristica e la preghiera secondo le INVITO PERCIÒ CIASCUNO, IN VISTA DELLA PASQUA, A VIVERE QUESTO intenzioni del Santo Padre, non appena sarà loro possibile. MOMENTO DELLA CONTRIZIONE PERFETTA, ONDE OTTENERE IL PERDONO DEI PROPRI PECCATI. 3. a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione QUANDO? Ognuno scelga un giorno, quello che preferisce, magari in prossimità Eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del della Pasqua (celebrata in tre giorni, quindi prima della Messa della Cena del Signore, Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della la sera del Giovedì Santo). Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, COME? 1) Raccogliendosi in sé stesso, 2) leggendo un brano della Sacra Scrittura il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha (per esempio la parabola del Padre misericordioso, nel Vangelo di Luca al cap. 15); chiamato a sé, alle stesse condizioni riferite al n. 1, cioè la confessione sacramentale, 3) effettuando l’esame di coscienza, 4) terminando con la recita della preghiera la comunione Eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre, non O Gesù d’amore accesso, oppure l’Atto di dolore, oppure il Padre nostro o un’altra appena sarà loro possibile. preghiera), 5) formulando, per finire, la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale. 4. al fedele che si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione Evidentemente la modalità appena suggerita non riguarda colui che versa in gravi degli infermi e del Viatico, in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia condizioni di salute, per il quale è sufficiente esprimere una sincera richiesta di recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera (in questo caso la Chiesa perdono, quella che egli in quel momento è in grado di formulare, accompagnata supplisce alle tre solite condizioni richieste). Per il conseguimento di tale indulgenza è dall’intenzione di ricorrere, quando e se sarà possibile alla confessione sacramentale. raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce (cf. Enchiridion indulgentiarum, n.12). 14 - CHRONICON CHRONICON - 15
CELEBRAZIONI NATALIZE: NATALE CELEBRAZIONI NATALIZE: NATALE OMELIA DEL PARROCO NELLA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE 1. La celebrazione del nuovo Natale del Signore Cari fratelli e sorelle, siate tutti i benvenuti a questa celebrazione del nuovo Natale del Signore. Essa porterà frutto nella misura in cui crediamo che Egli è risorto e vivo. Solo così la celebrazione del Natale è vera, altrimenti sarebbe la commemorazione di un morto, che nulla avrebbe da offrirci. Cari fratelli e sorelle, per celebrare il Natale non bastano i buoni sentimenti, che tramontano nel giro di qualche ora: solo la fede ci fa celebrare il Natale nella sua verità, che porta luce, consolazione e sostegno alla nostra unica vita. 2. Il Vangelo proclamato: un’anticipazione del presepe Messa solenne del Giorno di Natale Il Vangelo che è appena stato proclamato è come una contemplazione del presepe, è la descrizione della nascita di Gesù. Questa descrizione lascia però sorpresi. In essa, infatti, Gesù non appare mai in prima persona. Il brano evangelico parla di altri personaggi: nella prima parte si vengono a sapere notizie nuove su Giuseppe, su Maria, sul loro viaggio; la seconda parte narra dei pastori, del loro stare nottetempo a guardia del gregge, di ciò che avviene loro. All’interno di queste due scene, da una parte Giuseppe e Maria e dall’altra i pastori, è contenuto, per così dire, Gesù. Gesù fatto bambino è in mezzo a tutto ciò che si muove intorno a Lui; non descritto, non lodato o ammirato, ma capace di dare significato a tutto ciò che intorno a Lui si manifesta. È Egli stesso il significato di tutto ciò che avviene: Giuseppe va a Betlemme dove Gesù verrà alla luce; Maria compie la sua opera mirabile che dà alla luce Gesù, lo avvolge nelle fasce, lo depone nella mangiatoia. Tutti i gesti di Maria sono rivolti a Gesù. I pastori vengono illuminati nella notte, camminano, si dirigono verso Gesù, fasciano Gesù con la loro tenerezza. Gesù tace, non può ancora dire parole, non cammina, non si muove Notte di Natale, celebrazione dell'Eucaristia e, tuttavia, tutti si muovono e parlano intorno a Lui. Avviene, già fin dalla nascita, quello che avverrà nella scena della resurrezione per come è descritta dall’evangelista Giovanni (capitolo XX versetto 19) quando dice: “Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a Voi!”. Così, fin dal momento della Sua nascita, Gesù viene, si pone in mezzo ai nostri avvenimenti tristi e lieti, alla nostra vita per quello che è, a tutti i movimenti delle persone, quelle che sanno di muoversi da Lui, per Lui e attorno a Lui, ma anche in mezzo a coloro che non lo sanno; Gesù dice a tutti: “Pace a voi!”. Il presepe che noi facciamo e che è un’immagine del nostro mondo (se ne vedono tanti di presepi costruiti come simbolo della nostra realtà presente) porta il riflesso delle guerre, della fame, delle sofferenze, della solitudine, del lavoro umano, ma tutto questo è fatto per mettervi al centro Gesù, perché il Figlio di Dio non può essere collocato da parte, lontano da noi, ma sta dentro ogni piega della nostra esistenza. Ora, questo piccolo bambino che potrebbe sembrare qualcosa di marginale nel flusso dei grandi eventi del mondo è invece segno inconfondibile che con Lui, in Lui, tutto ciò che nel mondo è piccolo, povero, Notte di Natale, il bacio a Gesù Bambino al termine della celebrazione 16 - CHRONICON CHRONICON - 17
CELEBRAZIONI NATALIZE: NATALE CELEBRAZIONI NATALIZE: NATALE debole, respinto è al centro. Anche noi cristiani dobbiamo cercare di fare proprio in Dio, la preghiera come questo: mettere al centro dell’attenzione della nostra Chiesa, della nostra parrocchia, componente abituale ed tutto ciò che siamo tentati di dimenticare perché troppo piccolo, troppo emarginato, essenziale del mio cammino troppo fragile per avere una voce, troppo oscuro per destare l’interesse. Proprio tutto storico, la dimensione questo, invece, con Gesù, in Gesù bambino, è al centro. Gesù fin dall’inizio attira a oblativa che conduce al Sé, alla Sua semplicità, umiltà e povertà tutto il mondo, con una attrazione che si frutto maturo dell’amore? concluderà con la Croce, sulla Croce, dalla quale Egli attira tutto a Sé; una attrazione oppure… che si perpetua nell’umiltà dell’Eucarestia che noi celebriamo, dalla quale Gesù attira a Sé ancora oggi tutto il mondo (il n. 2 di questa omelia è ispirato ad un’omelia che il Mentre con atto interiore card. Martini tenne in duomo a Milano). e convinto crediamo che il Figlio di Dio assume in sé 3. Noi siamo dunque come personaggi di questo presepe ideale che abbraccia ogni umana fatica e ogni l’universo. umana attesa; mentre con atto interiore e convinto Noi siamo dunque come personaggi di questo presepe ideale che abbraccia Presepio nella chiesa dell'Incoronata crediamo che egli attraversa l’universo, al cui centro sta Gesù. Siamo coloro che sono comparsi attorno al Signore la mia vita nel sacramento per fare onore a Lui, ma in qualità di comparse attive, vive, responsabili. Come Maria del suo Corpo e del suo e Giuseppe che Lo adorano, che Lo fasciano, che Lo nutrono con cura, come i pastori Sangue; mentre con atto che corrono a salutarLo, siamo e vogliamo essere tra tutta quella schiera di persone interiore e convinto crediamo di buona volontà che vanno verso il presepe, che riconoscono ufficialmente che che il Signore Gesù, nella Gesù è al centro. E nello stesso tempo, vogliamo e dobbiamo essere i protagonisti comunione Eucaristica che tra di un’azione evangelica del farsi prossimo per la quale, assieme a Gesù, assumiamo non molto faremo, unisce la come punto di riferimento ogni debolezza, ogni povertà, ogni fragilità. E ciò non sua anima alla nostra anima, perché pensiamo di essere rilevati solo se tradurremo “socialmente” il Vangelo; chiediamoGli la grazia di oppure perché “ci sentiamo bene” quando abbiamo fatto qualcosa per gli altri, essere sempre più conformati cose buone ma che sono ancora tutte ancorate al nostro “ego”, ma perché la a Lui, per continuare con fede è tale solo se si traduce nelle opere della fede, cioè nell’amore; la fede umiltà e tenacia a credere che non genera vita buona nella civiltà dell’amore e ed intorno a sé è morta in se aiutarLo a costruirla. Presepio nella chiesa parrocchiale stessa. Il Natale dunque ripropone in maniera forte la nostra responsabilità nei confronti del mondo. Ci spinge a domandarci: “Io come abito il mondo, che è intorno a me?” Con lo stile e le scelte del Figlio di Dio che condivide la minorità, la fatica, lo “sporcarsi le mani”, la Presepio nella chiesa dell'Annunciata fiducia incondizionata 18 - CHRONICON CHRONICON - 19
CELEBRAZIONI NATALIZE: 31 DICEMBRE CELEBRAZIONI NATALIZE: 31 DICEMBRE OMELIA DEL PARROCO NELLA MESSA DEL 31 DICEMBRE 2019 COL CANTO DEL TE DEUM Cari fratelli e sorelle. Santo. Ecclesia semper reformanda; cioè la Chiesa si deve sempre riformare. Anche oggi quindi Essa è impegnata in questo processo: a volte sotto l’impietoso scalpello 1. Le ultime ore del 2019 dell’opinione pubblica, non sempre sufficientemente informata, la quale, tuttavia, Sono le ultime ore del 2019. Se ne va un altro anno carico di aspettative, di eventi, “tenendoci - per così dire - sulla corda”, ci sospinge ad essere sempre più secondo di successi, di fallimenti, di vittorie della grazia e di peccati. Un’altra pagina del libro il Vangelo. D’altra parte, della storia e del libro della vita di ciascuno di noi che si volta. Può essere che faccia lo sforzo che la Chiesa sta capolino un po’ di malinconia, un po’ di tristezza, soprattutto in coloro che quest’anno facendo per purificarsi al hanno visto allontanarsi qualcuno dei propri cari, che è tornato alla casa del Padre, suo interno diventa invito ad o in quanti hanno visto la propria famiglia cedere sotto il peso delle incomprensioni altre organizzazioni affinché si o in chi non è stato risparmiato dalla malattia. Avvolgiamo tutti del nostro affetto sforzino anch’esse a purificarsi e della nostra preghiera. Fra poche ore inizierà un nuovo anno: guardiamolo con e a diventare trasparenti, fiducia come tempo donatoci da Dio per “le opere buone che Egli ha predisposto rifuggendo dalla tentazione perché le praticassimo”. moralistica di scaricare su Dentro il tempo è nato l’Eterno e così lo ha sottratto a Kronos, il dio che la mitologia un unico capro espiatorio aveva creato per descrivere l’ineluttabilità del trascorre del tempo che divora la problemi che riguardano nostra vita, trasformandolo in Kairos, cioè tempo di salvezza. Sicché lo scorrere dei in maniera trasversale ogni giorni non ci spaventa più perché ci ricorda che la “nostra patria è nel cielo”, cioè c’è agglomerato umano, a partire un futuro buono che ci attende. E così siamo pieni di speranza. dalle singole famiglie, anche in L’Eterno è nato nel tempo dalla Vergine Maria, che noi oggi veneriamo Madre di maniera molto più accentuata. Dio: a lei, alla quale abbiamo consacrato la nostra parrocchia il 6 ottobre scorso, Benedizione Eucaristica al termine del Te Deum guardiamo come stella, secondo la celebre invocazione di San Bernardo, per non Rendiamo grazie a Dio per la vita della nostra Diocesi di Lodi, in tutte le sue smarrirci e per non disperare. componenti. Il cammino sinodale da poco avviato, sul finire della Visita Pastorale del Vescovo, ci induce a sperare nel rilancio della vitalità della nostra Chiesa particolare, 2. L’Eucaristia in rendimento di grazie per i benefici ricevuti. La capacità di dire affinché possa rispondere con umile ardimento al rinnovato invito del Signore: Duc “grazie” in altum, cioè a prendere il largo e a gettare le reti, sulla parola di Gesù, per una L’Eucaristia, che è sempre rendimento di grazie, raccoglie in sé la gratitudine per tutti rinnovata pesca miracolosa. i doni che il Signore ci ha fatto nel corso di questo anno. La capacità di dire “grazie” ci qualifica come persone “pensanti”, gente che si accorge di essere continuamente Rendiamo grazie perché il Signore ha condotto per mano anche quest’anno la nostra gratificata da una serie di doni a dir poco impressionante. La capacità di dire “grazie” parrocchia. L’Eucaristia della domenica e delle altre feste ci ha convocato molte appartiene all’età adulta della vita, che riesce a percepire come l’intreccio delle volte: qui ci siamo edificati come comunità, attraverso il Corpo di Cristo, che ci fa relazioni, a partire da quella fondamentale con Dio, ci faccia oggetto – come scrive essere suo corpo nella storia. Resta il rammarico per quanti ancora disertano questo S. Paolo ai Colossessi – di sentimenti di tenerezza, di bontà, di grandezza d’animo, incontro o lo vivono come un fatto privato, ricadendo nella logica individualistica di di solidarietà, di perdono. Non perdiamo la capacità di dire grazie perché essa ci “soddisfare il precetto”, intendendo cioè la Messa come una questione da risolvere sottrae alla tirannia del pensiero che “tutto ci è dovuto”, che ci impedisce di gioire solamente con Dio, a prescindere dalla comunità e sentendosi liberi – e a posto – se per i doni ripetuti ma sempre nuovi. Non attendiamo di non averli più questi doni disertano abitualmente la Messa della propria parrocchia. per renderci conto di esserne stati così largamente gratificati. Rendiamo grazie al Signore per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione, 3. Rendere grazie per la Chiesa Universale, per la Chiesa particolare (la diocesi), in cui riceviamo il perdono del Signore e ci riconciliamo anche con la Chiesa, che per la nostra parrocchia abbiamo ferito con i nostri peccati. C’è ancora molto da fare affinché questo sacramento Rendiamo grazie, innanzi tutto, per la vitalità della Chiesa di Dio, sposa amata del diventi davvero una “celebrazione” del perdono di Dio a cui si giunge dopo una suo Figlio, sempre animata e sospinta sul mare della storia dal soffio dello Spirito preparazione che lo fa diventare infine anche gustoso e non solamente faticoso. 20 - CHRONICON CHRONICON - 21
CELEBRAZIONI NATALIZE: 31 DICEMBRE CELEBRAZIONI NATALIZE: 31 DICEMBRE Rendiamo grazie anche per il graduale risanamento economico dei conti della comunità parrocchiale. A tal proposito, vi rendo noto che la disponibilità economica della parrocchia alla data di oggi è pari ad Euro 51.550,00. Il debito è di Euro 162.888,00 ed è rappresentato dall’unico mutuo, in scadenza nel 2026, la cui rata mensile è pari ad Euro 2.234. Segnalo che lo scorso anno - alla data di oggi - il debito ammontava ad Euro: 197.575,00. In un anno abbiamo avuto un recupero di Euro 34.687. Come vedete, il processo di risanamento continua, se si considera che a far data al 1° ottobre 2012, cioè 7 anni fa, esso era stimato in Euro 815.575 e al 31 dicembre 2015, cioè poco dopo il mio ingresso come parroco era pari ad Euro 472.521,19 Nell’anno che si sta chiudendo, la nostra parrocchia ha devoluto la cifra di Euro 13.220 a favore di opere caritative e di evangelizzazione, attraverso le diverse raccolte per giornate nazionali, diocesane e straordinarie. Vi segnalo, inoltre, che per il forno del pane per la gente di padre Enrico Uggè la raccolta qui a Castiglione ha fruttato 3.000 Euro, a cui si aggiungono i 1.000 Euro della parrocchia di Terranova. Canto del Te Deum, dinanzi all'Eucaristia Per quel che concerne il restauro dell’organo, abbiamo già saldato ai restauratori della cassa lignea e della sezione fonica la somma di Euro 156.156,56. Mi fa piacere Rendiamo grazie per il 19 bambini rinati a vita nuova nel Battesimo; per i 31 bambini inoltre informarvi che abbiamo partecipato con frutto ad un Bando Regionale per che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione; per i 33 il restauro del nostro Serassi, ottenendo un finanziamento di Euro 150.000. C’è bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Corpo del Signore, per i 37 ragazzi dunque ancora un piccolo sforzo da fare, nell’attesa di sentirlo nuovamente suonare a cui è stato amministrato il sacramento della Cresima; per i 9 quattordicenni che in occasione della festa dell’Assunta 2021. hanno fatto la professione di fede e per i 10 diciottenni che l’hanno rinnovata. Come vedete i ragazzi e i giovani della professione di fede sono poco numerosi. Il ringraziamento dell’Eucaristia si prolungherà questa serra nel Te Deum, cantato Inutile dire quanto ci preoccupa la condizione giovanile della nostra parrocchia e del da generazioni e generazioni, al quale si uniscono le nostre umili e commosse voci nostro paese. Domani, alla Messa della Pace, aggiungerò qualche ulteriore pensiero. perché il Signore è davvero buono e grande nell’amore. Questa sera basti dire che continueremo a lavorare perché l’orizzonte del Vangelo offra a questi giovani il senso che vanno a cercare qui e là, magari anche con la trasgressione, ma non riescono a trovare. Ringraziamo e preghiamo per le 6 coppie di fidanzati che si sono unite in matrimonio. Nuovamente faccio appello ai conviventi e agli sposati solo civilmente affinché non accantonino la necessaria riflessione sul fatto che la loro condizione di battezzati richiede che l’unione con il proprio compagno e la propria compagna possa essere raggiunta dalla grazia sacramentale del matrimonio. Affidiamo nuovamente al Signore i 57 tra sorelle e fratelli che sono tornati alla sua casa, pregando soprattutto per i familiari che fanno fatica ad elaborare questo lutto: per essi chiediamo il dono della fede che porta consolazione, perché nella comunione dei Santi i nostri cari non sono separati da noi, e verso la dimora in cui essi si trovano noi stiamo camminando. 22 - CHRONICON CHRONICON - 23
CELEBRAZIONI NATALIZE: 1° GENNAIO CELEBRAZIONI NATALIZE: 1° GENNAIO OMELIA DEL PARROCO NELLA MESSA PER LA PACE, 1° GENNAIO 2020 La seconda parte della preghiera dice che il Signore farà splendere il suo volto per te, per me. E la terza parte dice che il Signore rivolgerà il suo volto a te, a me. Che cosa significa rivolgere il volto se non cercare la relazione? Sì, Dio cerca una relazione con noi; non è il Dio lontano, perso nel suo mondo; no, egli rivolge il volto, mi interpella, mi vuole suo interlocutore, suo confidente. All’inizio del nuovo anno riapriamo una linea di credito nei confronti di Dio, riannodiamo la relazione interrotta, riprendiamo – o cominciamo – il dialogo tra Padre e figlio sul modello di Gesù. La preghiera sacerdotale dice anche che il Signore “farà splendere per te il suo volto”. Quando un volto splende? Quando è nella gioia. Ecco il volto di Dio splende per me e per te; tu ed io siamo la sua gioia. È tanto bello vedere il volto di un papà che brilla per suo figlio; succede quando si è orgogliosi del proprio figlio, quando vedi che cresce, che diventa uomo, che fa scelte di vita serie, allora il volto di tuo padre “brilla”; anche il volto del Padre nostro che sta nei cieli “brilla-splende” per ciascuno di noi. Se questo è vero per tutti, lo è eccezionalmente per Maria, la Theotokos, la Madre di Dio, interamente coperta dalla benedizione divina, che in lei è stata così profonda da essere feconda. Nel suo grembo è stata concepita la Vita. Proprio per questo quando diciamo “vita” noi cristiani non usiamo un’astrazione, una nozione. Vita per noi non è un’idea, Vita è una Persona: è Cristo. Che cosa è la Vita? La Vita è la carne 1° gennaio 2020, Marcia della Pace dall'Incoronata alla chiesa parrocchiale e il sangue di Cristo. E se la Vita è una persona, io la posso incontrare ed entrando in contatto con questa persona che è la Vita io ricevo la Vita. Questa è la fede dei “Ti benedica il Signore cristiani. Ma senza quel grembo, senza la persona di Maria, senza il suo assenso, e ti custodisca. la Vita non sarebbe stata visibile, toccabile, come dice Giovanni, contemplabile, Il Signore faccia risplendere per te il suo volto addirittura assaporabile nel sacramento dell’Eucaristia. Madre di Dio, Madre della e ti faccia grazia. Vita, Madre della mia vita, che è Cristo. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. 2. La pace viene dal fatto che Dio ci guarda Tornando alla preghiera sacerdotale di benedizione, abbiamo sentito che la pace 1. La benedizione di Dio sull’inizio del nuovo anno. Riaprire “una linea di credito proviene dal fatto che il Signore ci guarda: “Il Signore rivolga a te il suo volto e nei confronti di Dio” ti conceda pace”. Ma è necessario che volgiamo noi pure il nostro volto verso il Nel primo giorno dell’anno risuona l’antica preghiera sacerdotale affidata da Dio a Signore. Egli ci guarda col suo volto che comunica la pace ma è necessario che Mosè affinché la trasmettesse ad Aronne e ai suoi figli. noi pure lo guardiamo. Stare dinanzi a lui e guardarlo a nostra volta genera pace. “Ti benedica il Signore e ti custodisca”. È la prima parte della preghiera; essa ci fa E qui siamo ad un punto di svolta: chi sta dinanzi al volto di Dio e si lascia guardare capire che la “benedizione” non è un rito magico o scaramantico; benedizione significa da lui e lo guarda non può più covare pensieri di violenza, di odio, di guerra, di “essere custoditi da Dio”, entrare cioè nello spazio della sua custodia, della sua ombra, sopraffazione. Ecco perché come è già stato detto autorevolmente uccidere in nome nello spazio del suo cuore. È la benedizione di un padre per i suoi figli. Quanto sarebbe di Dio è un’aberrazione e una menzogna. Vuol dire che non si è mai stati dinanzi al bello che nelle nostre famiglie il padre riprendesse questa funzione di essere colui che suo volto e non ci si è mai lasciati guardare da lui. benedice: benedice Dio, come fece Zaccaria per il dono di Giovanni, e benedice i figli, La ricaduta sociale di tutto ciò è evidente. dando loro sicurezza perché sono custoditi nello spazio del suo cuore. Invito i papà Non per nulla proprio oggi celebriamo con tutta la Chiesa e tutti gli uomini di buona che sono presenti questa sera a riappropriarsi di questa funzione di benedire i loro volontà la 53° Giornata Mondiale della Pace. Il Papa, nel suo messaggio, ci ha ricordato figli, tracciando, senza rispetto umano, una croce sulla loro fronte, tutti i giorni. che la nostra comunità umana porta, nella memoria e nella carne, i segni delle guerre e dei conflitti che si sono succeduti, con crescente capacità distruttiva, e che non 24 - CHRONICON CHRONICON - 25
CELEBRAZIONI NATALIZE: 1° GENNAIO CELEBRAZIONI NATALIZE: 1° GENNAIO cessano di colpire specialmente i più poveri e i più deboli. E ci ha detto che la guerra… leggera e droga pesante, dimostrando di essere lontano mille miglia dalla vita comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio della gente, in quanto, per esempio, più spinelli al giorno – definiti droga leggera – di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla inducono senza dubbio una distorsione del reale e inclinano ad incrementare questa superbia, dall’odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine sensazione passando a sostanze più invasive? negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La guerra si nutre di perversione delle relazioni, Quest’anno vorrei anche segnalare un’ingiustizia in merito alla quale si reagisce di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della differenza poco. Mi riferisco al lavoro nei giorni di festa. Certamente la questione è complessa vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo. e non è questo il luogo di analizzarla nel dettaglio. Basti però menzionare il Il santo Padre offre quindi un itinerario per costruire la pace basato sulla memoria, fatto che pretendere il lavoro nei giorni dei festa costituisce una violazione di che serve a non commettere più gli errori del passato; sulla solidarietà e la fraternità uno dei diritti fondamentali della persona, che quello della libertà religiosa. che mirano a superare le disuguaglianze che generano ingiustizia e quindi conflitti; Costringendo, infatti, a lavorare nei giorni festivi si impedisce al dipendente di sulla riconciliazione, ricordando la positiva ricaduta sociale del perdono; sulla cura soddisfare al suo legittimo diritto di rendere culto a Dio, partecipando ai riti della del creato il cui sfruttamento sconsiderato danneggia soprattutto i più poveri (perché propria comunità religiosa. chi sta bene se la cava sempre), sulla speranza che guarisce la paura, spesso causa Un’altra questione che mi sta a cuore è quella della denatalità. Anche in questo caso il di conflitto. discorso è molto complesso. Mi limito pertanto a segnalare solo la grossa mancanza di sensibilità da parte di quei datori di lavoro che in maniera diretta o indiretta fanno 3. Lasciare emergere le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni sapere alle proprie dipendenti che non tollereranno una loro gravidanza. Anche in con il mondo. La preoccupazione per gioco d’azzardo, consumo di sostanze questo caso siamo di fronte alla lesione di diritti fondamentali della persona umana. stupefacenti, soprattutto tra i giovani, il lavoro nei giorni di festa; denatalità; Tornando brevemente alla questione della “conversione ecologica” a cui ci invita cura del microcosmo in cui viviamo, l’educazione delle nuove generazioni il Papa, vorrei sottolineare come essa riguardi anche la cura del microcosmo in cui Parlando della “conversione ecologica” il Papa aggiunge – citando la Laudato si – che viviamo, che è il nostro paese, il nostro borgo. L’attenzione a non lordare i marciapiedi per il cristiano, essa richiede di «lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro e le strade con le deiezioni dei cani, con le cartacce, i pacchetti vuoti di sigarette con Gesù nelle relazioni con il mondo». lanciati dalle automobili, gli scontrini dei negozi, i mozziconi di sigaretta etc. sono il Una di queste è senza dubbio la compassione. Il Signore Gesù ha provato compassione minimo che ci è richiesto; cominciamo a non far mancare questo minimo, questa che per la gente che gli appariva come “pecore senza pastore”. Anche in mezzo a noi potremmo chiamare “ecologia minuta”. tanti fratelli e sorelle sono ridotti a questa stregua. Come non menzionare il fatto che La grossa questione dell’educazione delle giovani generazioni non smette di occupare – come facevo già presente lo la nostra mente e il nostro cuore. Avete visto che abbiamo distribuito un questionario scorso anno – molte famiglie alle varie fasce d’età, i cui risultati saranno a breve rielaborati, allo scopo di stendere sono attanagliate dalla qualche linea di pastorale giovanile e un progetto per l’oratorio. A proposito piaga del gioco d’azzardo, dell’oratorio, fra qualche mese, a don Manuel e ai volontari si dovrebbe unire la figura di senza che quasi nulla venga un educatore professionale. Soprattutto sono contento di rendervi partecipi che verso fatto per arginare questa la fine dell’estate avremo ancora tra noi stabilmente una comunità religiosa femminile, autentica sciagura? Come ossia tre suore (una quarta nel 2021) provenienti dalla Colombia, il cui carisma, oltre non ricordare il fatto che il alla cura delle giovani famiglie, degli anziani e degli ammalati, comprende anche la consumo di stupefacenti, cura della pastorale giovanile. A tal proposito, se qualcuno avesse un appartamento anche tra i giovanissimi, non da mettere a disposizione per queste suore gentilmente me lo comunichi. accenni a regredire, anzi La Vergine Maria, che oggi veneriamo con il titolo di Madre di Dio, ci convinca della sembra incrementarsi, mentre necessità di stare dinanzi al volto di Dio, che dal momento dal giorno di Natale è chi detiene la responsabilità il volto di Gesù, Principe della Pace. Ci sostenga e ci accompagni in questo nuovo della cosa pubblica a anno; benedica il nostro desiderio di bene, ottenga per noi e per il mondo intero il livello nazionale dibatte dono della pace. Amen! 1° gennaio 2020, Messa della Pace, autorità e associazioni presenti sofisticamente quale sia droga 26 - CHRONICON CHRONICON - 27
CELEBRAZIONI NATALIZE: EPIFANIA CELEBRAZIONI NATALIZE: EPIFANIA OMELIA TENUTA A BR ACCIO DAL PARROCO NELLA MESSA DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE, AL TERMINE DEL CORTEO DEI RE MAGI Cari fratelli e sorelle, sostiamo per una breve riflessione (anche per non far stramazzare a terra tutti i figuranti del corteo dei Re Magi, che sono in piedi dalle 7.30). Mi rivolgo soprattutto ai tanti bambini presenti e – tramite loro – a tutti i grandi. Vediamo insieme quali sono le “azioni” che hanno compiuto i Magi. Ne sottolineo solamente tre. 1. La prima azione compiuta dai Magi: guardare in alto Qual è la prima azione che hanno compiuto i Magi? (i bambini cercano di rispondere). È stata quella di guardare in alto. E che cosa hanno visto? (I bambini rispondono: la stella). Sì, hanno guardato in alto e hanno visto la stella. Ci insegnano i Magi che nella vita è sempre necessario guardare in alto. Parlando ai grandi dico che non si può tralasciare la dimensione trascendente della vita. Tante volte abbiamo l’impressione che il cielo sia chiuso, ma la nostra perseveranza nel “guardare in alto” ci fa fare l’esperienza dei Magi, che scorgendo la stella, trovano una luce, un orientamento. Questo vale sempre, ma soprattutto quando siamo di fronte alle prove, alle difficoltà della vita, agli smacchi. Dunque: guardare in alto. 2. La seconda azione compiuta dai Magi: camminare Epifania del Signore, corteo dei Re Magi La seconda azione compiuta dai Magi è quella di camminare. Ed è stata una cosa impegnativa: hanno lasciato le loro case, i loro cari, i loro beni, le loro abitudini. Abbandonare... Senza abbandonare qualcosa non si cammina. Se avessero voluto tenere tutto non si sarebbero mossi dal loro paese. Per camminare verso una meta ci dobbiamo liberare. Allora ci chiediamo – soprattutto noi adulti: “Qual è la zavorra da cui ci dobbiamo liberare per poter camminare verso una meta non banale?” E ancora: “Quale progressione c’è stata nella mia vita, e verso che cosa?”. Bisogna rischiare un po’, lo dico soprattutto ai giovani: se non si rischia scommettendo su una Parola che ci ha raggiunti, rimaniamo lì spesso scontenti e rimestare le nostre piccole cose, i nostri piccoli interessi, le nostre banalità… 3. La terza azione compiuta dai Magi: offrire i doni La terza azione che compiono i Magi è stata quella di offrire i loro doni: oro, incenso e mirra. Già conosciamo il loro significato: oro al Re, incenso al Dio, mirra all’Uomo… Si guarda in alto dove si incrocia una stella (la bellezza del creato, la Parola di Dio che viene dall’alto), si cammina e si offrono i doni. Ma che cosa hanno visto i Magi quando sono arrivati? (I bambini rispondo: “Una grotta”). E chi c’è nella grotta? (I bambini rispondono: un Bambino). Ecco che cosa hanno visto i Magi: un Bambino! È questo il Re dei Giudei? Un Bambino? Immaginatevi questi grandi re, che hanno affrontato questo impegnativo viaggio con tutte le rinunce che sopra ho menzionato e che quando arrivano trovano … un Bambino. Fossimo stati noi al loro posto, Epifania del Signore, corteo dei Re Magi dall'Incoronata alla parrocchiale 28 - CHRONICON CHRONICON - 29
CELEBRAZIONI NATALIZE: EPIFANIA CELEBRAZIONI NATALIZE: EPIFANIA probabilmente avremmo preso su i nostri doni e ce ne saremmo andati via delusi e brontolando… È questo il grande Re? Perché i Magi non hanno reagito come ho appena detto? Perché avevano compiuto un cammino, che era soprattutto un cammino interiore. E avevano capito che i doni che portavano erano per Colui che già si era donato. I Magi e Gesù si sono incontrati nella gratuità. Senza gratuità i doni non valgono nulla. Solo l’amore, di cui la gratuità è segno, realizza qualcosa di veramente nuovo nel mondo. Ecco allora: queste tre azioni che ripetiamo insieme: (I bambini: guardare in alto, camminare, offrire i doni). 4. L’Eucaristia Adesso è Gesù che ci viene incontro con il suo grande dono: L’Eucaristia, il dono di tutto se stesso. Allora anche noi, come i Magi, deponiamo ai suoi piedi i nostri doni, intrecciati, il suo e i nostri, dal legame della gratuità che genera vita nuova nel nostro mondo. Epifania, celebrazione dell'Eucaristia Epifania del Signore, i cori uniti 30 - CHRONICON CHRONICON - 31
vita di parrocchia vita di parrocchia ISTANTANEE DI VITA PARROCCHIALE Celebrazione di Tutti i Santi, 1° novembre 2019 Celebrazione dell'Avvento La Filarmonica Castiglionese anima la Messa per la patrona S. Cecilia, 24 novembre 2019 32 - CHRONICON CHRONICON - 33
vita di parrocchia vita di parrocchia Lectiones divinae d'Avvento - don Simone Duchi Azione Cattolica - Festa dell'adesione, 8 dicembre 2019 Celebrazione di S. Bassiano 19 gennaio 2020, Banchetto di S. Lucia della Scuola Materna Parrocchiale la statua lignea della chiesa parrocchiale 34 - CHRONICON CHRONICON - 35
vita di parrocchia vita di parrocchia Benedizione dei ceri all'Annunciata, 2 febbraio 2020 Processione verso la parrocchiale, Via Garibaldi, 2 febbraio 2020 Processione verso la parrocchiale, 2 febbraio 2020 Unzione degli infermi, 9 febbraio 2020 36 - CHRONICON CHRONICON - 37
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