Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
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AEDES de VENUSTAS FIOR di PELLE The KNIZE NU_BE Parfums AMOUAGE FLORIS Maison FRANCIS KURKDJIAN Off.Profumo S.Maria Novella ANDY TAUER FREDERIC MALLE Maitre Parfumeur et Gantier OLFACTIVE STUDIO BOGUE Profumi GROSSMITH London MDCI Parfums ORMOND JAYNE BRECOURT HEELEY Parfums MEO FUSCIUNI ORTO PARISI PANTHEON ROMA Profumi BYREDO INDULT Paris Mona Di ORIO PARFUMERIE GENERALE CLIVE CHRISTIAN ISABEY Paris MONOM Italia PROFUMUM Roma Roja DOVE JOVOY Paris MONTALE Paris PUREDISTANCE The DIFFERENT Company LM PARFUMS NABUCCO Parfums SAMMARCO by TIFERET DIPTYQUE Paris KEIKO MECHERI NAOMI GOODSIR Parfums THE PARTY Parfums ESCENTRIC-MOLECULES By KILIAN Parfums NASO MATTO Profumi VERO.PROFUMO Antica Profumeria Al SACRO CUORE Galleria “Falcone – Borsellino”, 2/E (entrata di via de’ Fusari) 40123 Bologna Tel. 051.23 52 11 – fax 051.35 27 80 www.sacrocuoreprofumi.it info@sacrocuoreprofumi.it
EDITORIALE Con l’introduzione del cosiddetto art bonus, A ciascuna di queste tre categorie, Bourdieu dai politici. La continua evocazione chi regge le sorti del Paese, cerca di fa coincidere un diverso gusto: dell’importanza culturale, per esempio, del demandare al rastrellamento di fondi privati rispettivamente, popolare, medio e legittimo. rock, a forza di enunciarla, ha fatto la sopravvivenza delle istituzioni musicali Riguardo alla musica, se al primo si lega la dimenticare che, magari, anche la musica italiane, come museali e culturali in genere. musica leggera e al secondo “la Rapsodia cosiddetta classica è cultura. Questo L’anglicizzante provvedimento permetterebbe in blu o la Rapsodia ungherese”, è sul fenomeno di rimozione, che è di portata a imprenditori e facoltosi appassionati di gusto legittimo che mi vorrei soffermare. mondiale, ci vede protagonisti in negativo, recuperare, in sede di pagamento delle Esso, espressione delle classi alte, avrebbe il pronti a distruggere un patrimonio culturale imposte, il 65% dell’importo eventualmente suo naturale ambito culturale in opere non che tuttora il mondo ci invidia - e scusate la investito nel sostenere una qualche attività involgarite dalla commercializzazione di banalità della frase. culturale. A parte la questione della presunta massa: per esempio, Il clavicembalo ben impossibilità dello Stato a far fronte ai suoi temperato o L’arte della fuga, capolavori Si è, in pratica, operata un’eterogenesi dei fini, obblighi anche costituzionali di sostegno della bachiani. Così facendo, Bourdieu intendeva laddove il senso di liberazione rispetto a cultura, a me pare che il provvedimento abbia anche criticare un mondo in cui le opere erano vincoli di tipo economico e sociale nel poter una falla di tipo sociologico. Ovvero, fruibili secondo il ceto e il titolo di studio dello accedere al gusto legittimo, pur non facendo l’interesse nella cultura - e nella musica, nello spettatore, quindi fondamentalmente un parte della classe cui esso si riferiva, ha specifico - da parte dei ceti produttivi, mondo fatto di privilegio economico che, a comportato invece un trascinare uniforme industriali e commerciali, o dei possessori di cascata, investiva anche l’atteggiamento di verso il gusto popolare anche coloro i quali grandi patrimoni, salvo lodevoli eccezioni. questi, riguardo alla cultura. appartenevano a classi alte, favorendo un Questo, a prescindere dalla deducibilità o livellamento e una banalizzazione del fattore meno di parte - o finanche della totalità - degli Sono passati più di trent’anni da quel saggio, culturale preconizzati anche da Pasolini, investimenti. ma mi sembra di poter dire che la situazione allorquando metteva in guardia rispetto a uno è certamente peggiorata. Ovvero, le classi “sviluppo senza progresso”. Mai come oggi, Nel 1979, Pierre Bourdieu scriveva un libro dominanti, economicamente e socialmente, questi due termini, ormai fusi - meglio, il primo molto importante per la sociologia culturale: non sono scomparse - anzi oggi il divario tra ha fagocitato il secondo, ormai sparito dal La distinzione. Critica del gusto, ricchi e poveri è aumentato, da allora - ma vocabolario come vecchio arnese del pubblicato poi in Italia nel 1983. In questo hanno semplicemente involgarito il proprio Novecento - richiederebbero un recupero di saggio, Bourdieu utilizza il gusto come gusto, per cui parlare di gusto legittimo, nel senso e di distinzione. strumento per individuare le distinzioni tra le senso in cui questo termine era stato coniato classi sociali; indaga e determina come le da Bourdieu, suona sicuramente come scelte di gusto varino secondo la provenienza antistorico, oggi. Si è avuta, per così dire, una sociale e il titolo di studio. Egli individua, così, proletarizzazione del gusto, derivante da Guido Giannuzzi tre tipologie di ceto, messe in relazione con il dinamiche economiche di arricchimento Direttore Responsabile livello scolastico: le classi popolari, le classi anziché di censo, per cui pochi sono adesso “Filarmonica Magazine” medie e le classi alte. coloro che coltivano interessi alti, a partire guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it 3
SOMMARIO Editoriale | 03 Rubriche | 05 Intervista a Aziz Shokhakimov | 07 Modelli di conversazione musicale | 11 Rassomiglianze: Nietzsche, Cocteau, Satie | 14 Profumi in musica | 17 Recensioni | 19 UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Sede legale: Via A.Bertoloni, 11 40126 Bologna Filarmonica Sede operativa c/o del Teatro Comunale Teatro Auditorium Manzoni via De' Monari di Bologna 1/2, 40121 Bologna Orchestra europea e-mail: segreteria@filarmonicabologna.it www.filarmonicabologna.it Filarmonica Magazine Direttore responsabile Foto di copertina n. 9 mese maggio anno 2015 Guido Giannuzzi © Marco Mastroianni Aut. Tribunale di Bologna N. 7937 del 5 marzo 2009 guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it Foto Editore © Marco Caselli Nirmal Redazione Associazione Filarmonica Michele Sciolla del Teatro Comunale di Bologna Progetto grafico michele.sciolla@filarmonicabologna.it Via Bertoloni, 11 – Bologna Punto e Virgola, Bologna Redazione Hanno collaborato Pubblicità Sede operativa c/o Teatro Auditorium Manzoni Bruno Dal Bon, Francesca Faruolo, segreteria@filarmonicabologna.it via De'Monari 1/2, 40121 Bologna Cecilia Matteucci, Anna Scalfaro, Alberto Spano. 4
LE VIE DEI CANTI a cura di Guido Giannuzzi “ L’arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità.” Theodor W. Adorno ” LE MIE DOMANDE di Cecilia Matteucci Carmela Remigio, soprano di fama internazionale, tra le più apprezzate della sua generazione. Dopo la vittoria al Concorso Pavarotti a Philadelphia, debutta giovanissima alla Scala, dando il via a una prestigiosa carriera che la vede protagonista nei principali teatri di tutto il mondo, collaborando con registi quali Ronconi, Vick, Curran, Martone, Tiezzi, Miller e direttori del calibro di Abbado, Maazel, Pappano, Chung. La tua musica preferita? truccata da Odile Gilbert, hai mai Vick e il "giovane" Michieletto: La musica che eseguo...in questo avuto la tentazione di fare la rock ognuno il suo stile, come cambiare momento trovo una magica e star? look, divertente e stimolante. inaspettata scoperta la musica di (ride) Noooo! Io rock star...non Gluck. Se intendi invece quale genere: reggerei lo stress della popolarità! In giro per il mondo, Italia esclusa, tutto ciò che è' definibile come Adoro la libertà e loro hanno una vita quale teatro ti affascina di più? musica classica...Non riesco ad bellissima ma decisamente difficile, Adoro l'Italia, totalmente. Forse dopo ascoltare altro, mi sembra solo senza la libertà. potrei amare Parigi e Londra. rumore a volte. Il tuo ultimo trionfo, Alceste alla La domanda che non ti ho fatto e L'opera? Fenice. Carla Moreni ha scritto: invece avresti voluto? Quella più interpretata e che quindi “Carmela Remigio straordinaria e Qual e' il mio animale preferito. ho amato di più: il Don Giovanni. scolpitissima”. Il terribile Paolo Il gatto! Ho due gatti persiani L'opera che sognerei di interpretare è Isotta sul Corriere: “Oltre che meravigliosi: Tito e Roy . Carmen. Quella che mi affascina di ottima cantante, vera più, Tristan und Isolde. tragedienne". Hai avuto mai recensioni negative? L'emozione più grande: vincere a Si, può' capitare. Si cerca di diciannove anni il primo premio comprendere le ragioni e magari di del Concorso Luciano Pavarotti a mettersi in discussione. Non sono mai Philadelphia o debuttare nel '94 stata polemica sulle recensioni, c' e' alla Scala nell'Incoronazione di libertà di stampa e di pensiero in Poppea? molti paesi nel mondo... Si, e' stata una grande emozione. Mi sembrava di vivere in un magnifico Con Pierluigi Pizzi si percepisce un sogno. feeling straordinario, altri registi Poi sono arrivate emozioni ancora con cui ti trovi benissimo? maggiori quando ho iniziato a Con Pierluigi ho un feeling magnifico, lavorare con grandi direttori e, così, a è vero, raro e particolare. Lui è in comprendere che la musica è magia e grado di farmi arrivare a portare fuori ogni sera l' alzata del sipario è come sempre e ogni volta in modo diverso un rito magico. una donna diversa dalle mie/nostre interpretazioni. Perché credo che non Tu, biondissima donna Anna nel siamo mai soli nel costruire un Don Giovanni di Mozart alla personaggio. Mi legge nel pensiero e Disney Concert Hall di Los Angeles quest'Alceste è stato un magnifico con scenografia dell'archistar regalo che mi ha fatto. Ho lavorato Cecilia Matteucci e Carmela Remigio Frank Gehry, costumi di Rodarte, con molti altri grandi come Brook, 5
L’Associazione Professionale la cui struttura è composta da 20 Professionisti opera in rete con Fidingest S.p.A. Società di gestione fiduciaria “statica” Reference Standard Italia Srl Società di Consulenza per lo sviluppo nei mercati esteri BTICF S.p.A. Società specializzata nel settore del Corporate financing, M&A ed assistenza nell’acquisizione di imprese Sede di Bologna Milano Via Guido Reni, 2/2 Palazzo Godoli Via Senato, 20 tel. +39 051232450 tel. +39 0276004057 fax +39 051232347 fax +39 0276014315 e-mail: segreteria@studiogodoli.it e-mail: studiomilano@studiogodoli.it
LA BACCHETTA DEL FUTURO Intervista ad Aziz Shokhakimov di Alberto Spano Incontriamo il direttore Aziz Shokhakimov al Teatro Manzoni termine della prova generale del suo concerto con la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna del 2 febbraio, con musiche di Mendelssohn, Beethoven e Sibelius, solista al pianoforte nel Terzo Concerto di Beethoven Lilya Zilberstein. Il giovane maestro uzbeko sprizza energia e gioia vitale da tutti i pori. È quello che si definisce un vero talento della bacchetta, dotato di una tecnica direttoriale naturale di primissimo ordine, di una musicalità prorompente ma anche di una maturità interpretativa che fa bene sperare per il suo futuro. I professori d’orchestra della Filarmonica del Teatro Comunale lo hanno amato fin dal loro primo incontro appena quattro anni orsono. Maestro, è vero che lei ha solo ventisei anni? Come è arrivato alla direzione? esercizi che si debbono fare nel primo Sembra di sì. A undici anni cantavo con un certo livello di studio al conservatorio. A tredici successo le canzoni napoletane come anni mi fece debuttare come direttore Ed è nato a Tashkent, in Uzbekistan. Ci Santa Lucia e O sole mio. La maestra di dell’Orchestra Sinfonica Nazionale racconta un po’ la sua storia? canto mi disse che avevo delle buone dell’Uzbekistan con la Quinta Sinfonia Non provengo da una famiglia di musicisti capacità e che avrei dovuto cantare come di Beethoven ed il primo Concerto di Liszt. professionisti: i miei genitori amano e solista nell’orchestra. Mia madre trovò il suonano, ma si potrebbe dire che sono coraggio di portarmi dal vecchio direttore Quindi un bambino prodigio della musicisti da matrimoni... Mio padre ha sia dell’Orchestra Sinfonica Nazionale bacchetta? studiato un po’ il clarinetto, mia madre è Uzbeka che dell’Orchestra dei Ragazzi Direi di sì: a quattordici anni diressi la una cantante non professionista nel della Scuola, Vladimir Neymer. Gli diede la Carmen di Bizet. Avevo molto successo. repertorio popolare uzbeko, ma ha una mia registrazione di Santa Lucia. Gli Ma a sedici anni mi resi conto che non bellissima voce. Mio fratello ha un grande piacque così tanto che decise di farmi sapevo nulla di musica: mi sentivo quasi talento come pianista e suona anche il debuttare come solista con la sua orchestra come una scimmietta ammaestrata. Il sintetizzatore. Quando io avevo cinque da camera. Presto la mia voce cominciò a maestro preparava l’orchestra, io non anni mia madre mi chiese se volevo mutare e Neymer mi propose di provare a provavo, poi mi mandava sul podio. Per studiare uno strumento, il pianoforte o il studiare la direzione orchestrale. Gli fortuna non mi sono montato la testa, e ho violino. Io decisi per il violino, e così a sei risposi: perché no? Mi mise la bacchetta in cominciato a scoprire e studiare moltissime anni sono entrato nell’istituto per bambini mano e cominciò a insegnarmi la direzione nuove partiture, a leggere tanti libri non dotati “Uspensky Music School”. d’orchestra. In due settimane feci tutti gli solo di musica ma di filosofia e di storia © Alberto Martini 7
delle religioni, che è un mio grande per me essere scritturato da orchestre In questo momento è direttore interesse. Nel tempo libero leggevo di idee molto famose. Io ho cominciato a dirigere principale di qualche orchestra? filosofiche, della Bibbia e delle religioni molto presto ma per affrontare la carriera No. Potrei esserlo dell’Orchestra Nazionale indiane. Cominciai a capire cos’è bisogna avere una grande esperienza alle dell’Uzbekistan ma sarebbe una cosa poco veramente la musica: prima per me era un spalle e molta preparazione: la direzione fruttuosa poiché nel mio paese non c’è una puro divertimento personale. Ora è non è una professione per giovani. Io dirigo grande attenzione alla musica classica, diventata una cosa molto seria. perché non potrei farne a meno. In realtà mentre è più diffusa la musica popolare. io non avrei mai voluto perché non era nei Tutti i migliori musicisti classici hanno Dove ha studiato direzione? miei interessi, mi piaceva anche cantare e lasciato il mio paese. Mi hanno invitato ad Mai in Europa: ho avuto quattro o cinque suonare la viola. Ma il mio maestro e mia essere il loro direttore principale ma io non esperienze a Mosca come assistente di madre mi hanno molto sostenuto in ciò e ho più tempo poiché ho molti impegni in Vladimir Spivakov. Lui mi ha aiutato molto. per questo sono diventato direttore. Europa. Aveva una fondazione molto famosa nella Adesso sono molto felice di esserlo ed io mia regione, ed io vi ottenni una borsa di capisco che sia l’unico modo che ho per Un anno fa a Bologna lei ha sostituito il studio per musicisti di talento. Ho avuto fare qualcosa di molto buono. E questa grande direttore americano James molte esperienze di studio e direttoriali cosa è utile a me e forse agli altri. Conlon. sotto la sua direzione artistica. Fra i Sì, ero in Uzbekistan e mi chiamarono due quindici e i diciassette anni ho avuto buone Fra le prime scritture con orchestre giorni prima per propormi questa occasioni di concerto con la Filarmonica internazionali c’è stata quella con la sostituzione improvvisa nella Russa e con l’Orchestra Giovanile del Filarmonica del Teatro Comunale di Tredicesima Sinfonia di Shostakovich: Volga, nella città di Togliatti, nella quale Bologna. ho accettato al volo poiché io fin da piccolo suonano musicisti provenienti da tutti i È stato il mio debutto assoluto in Italia, con ho studiato tutte le sinfonie di paesi dell’Ex Unione Sovietica. la Prima Sinfonia di Brahms e il Terzo Shostakovich, che conosco molto Un’esperienza molto costruttiva, anche Concerto di Rachmaninov, al piano approfonditamente. Otto anni prima avevo perché vi suonavo in qualità di prima viola. Alexander Romanovsky. diretto la Tredicesima in una edizione diversa, ma è stato essenziale per Poi il Concorso Gustav Mahler di Ricordo che era presente in sala Claudio accettare. Bamberga per giovani direttori, dove Abbado. Quasi una benedizione! vinse il secondo premio. Correva l’anno Lo incontrai dopo un anno a Francoforte e Il suo repertorio prediletto? 2010. N el 2004 l’aveva vinto Gustavo in quell’occasione fu molto carino con me: Beethoven, Brahms, Tchaikovsky, Mahler, Dudamel. In giuria sedeva il grande gli ricordai che era presente al mio primo Shostakovich. direttore Herbert Blomstedt. Lo poté concerto a Bologna. A ripensarci però avvicinare? penso che lui fosse sempre gentile con Mozart? Ebbi la grande opportunità di parlare con tutti, forse tranne che con i musicisti... L’ho diretto molto raramente: il Requiem, lui: è un direttore molto interessante, ma qualche sinfonia. Ma mi piacerebbe molto. credo che io non gli piacessi. Non avevo Chi sono i suoi fari? alcuna esperienza di direzione in Germania Il primo è Vladimir Neymer. Bach? poiché avevo solo ventuno anni. Questa No, mai: mi piacerebbe dirigere la grande orchestra sinfonica è abituata a Vladimir Spivakov? Passione Secondo Matteo e Passione suonare sempre un po’ in ritardo. In Russia Con Spivakov è stato molto importante, Secondo Giovanni che amo moltissimo. invece io ero abituato ad avere al massimo forse in futuro collaboreremo. sei leggii di violini primi che suonavano Sempre a Bologna un’altra grande esattamente sul gesto, mentre nella Qualche nuovo debutto? occasione fu la direzione dell’Eugene grande orchestra di Bamberga suonano Un mese fa ho debuttato con la London Onegin l’anno scorso nella stagione con un attimo di ritardo rispetto al gesto. Philharmonic Orchestra. Mi sono trovato d’opera. Per me fu una sorpresa. molto bene con l’Orchestra della Radio di Sì e fu per me la prima volta. Francoforte e ho appena fatto una tournée C’era anche il compositore Matthias in Giappone con i Düsseldorfer Che ricordo ne ha? Pintscher? Symphoniker che dovrei dirigere spesso in Non felice, per via della regia. A me piace Fu molto gentile, io diressi il suo pezzo futuro. In Italia ho diretto l’Orchestra del dirigere l’opera, ma la riuscita dipende towards Osiris. È un compositore Teatro Massimo di Palermo. l’Orchestra dalle regie e dai cantanti. È molto più eccezionale, secondo me è uno dei migliori della Fenice di Venezia e l’Orchestra semplice dirigere nel sinfonico poiché è del nostro tempo. Mi piacerebbe dirigere Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. tutto sotto il mio controllo. Nell’opera c’è altri suoi pezzi in futuro, è un compositore un lavoro molto diverso con i cantanti. Essi molto serio. Cosa le piace della Filarmonica del Teatro possono cambiare ogni cosa nel corso della Comunale di Bologna? recita. Cosa ricorda del concorso? La passione! I suoi componenti sono molto Non mi sentivo molto a mio agio anche caldi, mi piacciono. I musicisti in Italia in Succede anche coi cantanti russi? perché avrei desiderato vincere il primo genere sono molto caldi, in Inghilterra Certo, con tutti i cantanti. Non è questione premio. Tuttavia in seguito ho capito che sono molto bravi ma un po’ distaccati. di nazionalità, ma di forma mentis. Sono questo secondo premio è stato per me una L’Italia è diventata la mia seconda casa, in quasi una categoria a parte. Ovviamente vittoria, poiché sarebbe stato troppo presto particolare Bologna. Amo questa città. nella produzione bolognese c’erano dei 8
cantanti di grande talento e la regia era N el futuro? Qualche aspirazione in una grande città. Dobbiamo suonare per molto interessante ma io ho una visione speciale? Dio e dedicare ciò che suoniamo a Dio. leggermente diversa dell’opera. Per me non è importante con quali Questo è molto importante, dobbiamo orchestre e dove dirigo, per me importante dedicare le nostre energie a Dio. Qualcuno Quali altre opere ha già diretto? è che io sia utile per i musicisti. Se per invece fa musica solo per i soldi, e questo Carmen, Traviata e Mozart e Salieri di esempio io dirigo in una piccola città per non è giusto. Rimski-Korsakov che ho diretto a Tashkent. me è come dirigere a Berlino. Io sento che Mi piacerebbe Madame Butterfly, che è debbo dirigere qualsiasi orchestra con lo Lei è credente? Di quale religione? la più bella opera del mondo e forse stesso impegno con cui dirigerei i Berliner Io credo a tutte le religioni, perché tutte le Wozzeck. Ho poi un sogno, quello dirigere Philharmoniker. Sfortunatamente ormai la religioni insegnano ad amare Dio, e Dio è l’opera comica di un compositore uzbeco, musica è diventata un business. Non lo uno solo. Non può essere il dio dei cattolici, Suleiman Youdakov (1914-1990 ndr), deve essere. La musica per me ha la stessa dei musulmani o dei buddisti, ma è un solo Maysara. È un’opera comica scritta 70 funzione di una religione. La musica è una dio. Ci sono solo modi diversi per arrivare anni fa. E il mio sogno sarebbe farla proprio religione universale che può mettere a dio, ma Dio è uno solo. a Bologna o in Germania. insieme i musulmani, i cristiani e i buddisti, Uno può essere cattolico, musulmano, o tutti. Questa è la musica. Perché nella buddista, ma allo stesso tempo qualcosa Ancora a Bologna lei ha avuto una grande opportunità: dirigere in buca il balletto Le Sacre du printemps di Stravinsky al Teatro Comunale di Bologna. È stato un debutto nella danza? Sì, avevo studiato il Sacre a undici anni, è uno dei pezzi che più amo ma non l’avevo mai diretto, anche se l’avevo molto approfondito al pianoforte nella classe in conservatorio. Conoscevo molto bene il balletto e quindi non è stato difficile. Le piace il lavoro coi ballerini? In questo tipo di balletti i danzatori dipendono completamente dalla musica, quindi io non debbo aspettare loro ma debbo solo fare buona musica e loro ascoltare. È molto diverso il lavoro con i grandi classici del balletto, per esempio con quelli di Tchaikovsky, dove la buca è sempre a stretto contatto col palcoscenico e ci sono tanti elementi da tenere sotto controllo. A Tashkent mi è capitato di dirigere alcuni concerti ufficiali di rappresentanza con cantanti e ballerini, ma mai balletti completi. Le piace Sibelius? È la prima volta che dirigo la Prima Sinfonia, ho già diretto En Saga e Valse Triste e ho preparato il Concerto per violino per un altro direttore. La amo molto, la sento molto vicina. Dove vive? © Matteo Trentin A Tashkent, però ci sto poco poiché sono spesso in viaggio in Europa. musica non c’è nazionalità. Ma adesso deve accomunarci tutti. Io rispetto i quasi tutti i musicisti famosi sono diventati cattolici, i musulmani e i buddisti, ma Vorrebbe vivere in Europa? delle macchine da soldi. Io sono contrario qualcosa è comune a tutti, e il mondo No, poiché la mia famiglia vive lì e io sono a questo e non sarò mai così. Per me è sarebbe molto migliore se così fosse. il più giovane della mia famiglia, ho due importante lavorare con un’orchestra che sorelle e un fratello, così debbo prendermi rispetti le mie scelte e con cui io possa fare cura dei miei genitori. ciò che desidero e si crei un contatto reciproco, non importa se in un villaggio o 9
MODELLI DI CONVERSAZIONE MUSICALE I CINQUE CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA DI L. VAN BEETHOVEN di Anna Scalfaro Premessa nel corso di una sua accademia al Teather sezioni hanno il compito di presentare più o Negli anni Ottanta il professore statunitense an der Wien il 5 aprile 1803. Con questo meno lo stesso materiale. Se T1 mette a Allan Bloom, in un suo libro di grande terzo concerto Beethoven si distaccava dal disposizione le risorse sintattiche e retoriche, successo (The Closing of the American modello mozartiano, ancora ben presente nei proponendo un ‘modello di conversazione‘, Mind, New York, 1987), sosteneva la primi due, per raggiungere un’espressione S1 ne attua una sorta di ‘ricomposizione‘. Il necessità di insegnare i ‘grandi classici‘ per più personale. Maggiormente caratterizzati Solo, infatti, è libero di replicare le idee difendere i propri allievi dalle minacce del da tratti ‘individuali’ sono i due successivi musicali del Tutti, o di ometterne alcune e relativismo culturale imperante. Non si fa concerti. L’op. 58 in sol maggiore, stesa fra il aggiungerne di nuove, compresi i passaggi di fatica a inserire nella categoria dei ‘grandi 1805 e il 1806, fu eseguita, sempre con bravura. Durante l’ascolto del concerto, uno classici‘ della letteratura e dell’arte Beethoven al pianoforte, dapprima in forma dei momenti più attesi ed emozionanti è privata al palazzo del principe Lobkowitz nel l’ingresso del solista, nonché il tipo di occidentale alcune delle sonate, delle marzo del 1807, e poi, nel dicembre dello risposta che questo lancerà all’orchestra. sinfonie e, non ultimo, dei concerti per stesso anno, al Teather an der Wien. Il 17 Scelgo dunque di soffermarmi proprio sulla pianoforte e orchestra di Ludwig van maggio 1809 l’autorevole Allgemeine ‘risposta‘ del Solo, in S1, nei confronti del Tutti Beethoven. Certo, proprio perché ‘classici‘, musikalische Zeitung definiva il quarto in T1 e, nel rispetto dell’ordine cronologico, sui concerti, oggetto di questo breve concerto la composizione ‘più straordinaria, partirò dall’Allegro con brio dell’op. 19. In contributo, esiste una letteratura vastissima, personale, elaborata e difficile‘ fra quelle questo primo tempo, T1 è interamente scientifica e non: pensare dunque di esistenti per strumento solista. dominato da un tema, costituito da due frasi aggiungere all’argomento qualcosa di nuovo, Infine, il quinto e ultimo Concerto in mi simili e caratterizzato da un incedere ritmico o di ‘originale’ – per usare un termine caro a bemolle maggiore op. 73 fu composto nel puntato e marziale. S1 risponde con una Beethoven – rischia con ogni probabilità di 1809, in circostanze storiche drammatiche controreplica, ossia con un tema risultare pretenzioso. Se è vero però, come per la capitale asburgica: l’11 maggio di assolutamente diverso: il pianoforte espone sottolineava Bloom, che le grandi opere del quell’anno, infatti, l’esercito napoleonico una frase melodicamente distesa, in piano, passato sono tali perché ciò che comunicano aveva invaso la città per la seconda volta (la che solo verso la fine subisce può essere riproposto e adattato in qualsiasi prima era stata nel 1805) e l’avrebbe un’intensificazione ritmica e dinamica. Il Solo, tempo, allora forse, per chi scrive oggi e per occupata fino al mese di luglio. L’epiteto di inoltre, non s’impossessa mai del primo tema chi scriverà domani, non sarà vano Imperatore, associato al concerto, pare sia dell’orchestra, limitandosi ad accennare cimentarsi. stata un’idea del pianista e compositore talvolta giusto l’inizio. Squisitamente lirico è Johann Baptist Cramer. Come ha sottolineato anche il secondo tema di S1, anticipato Cenni storici Giorgio Pestelli, anche se non originale di dall’orchestra e poi esposto nella sua Beethoven avviò la stesura del Concerto in si Beethoven, tale attributo si rivela appropriato interezza dal pianoforte. Un susseguirsi di bemolle maggiore op. 19 poco prima degli all’op. 73 per via delle circostanze storiche in passaggi di bravura, in cui predomina anni Novanta del Settecento, quando viveva cui fu composto, nonché per la grandiosità di l’aspetto esibizionistico, e il tipico lungo trillo ancora a Bonn, e lo ultimò nel 1798 dopo costruzione che lo contraddistingue. La prima prepara il ritorno del secondo Tutti. ben quattro rielaborazioni. Pubblicato come esecuzione avvenne a Lipsia, il 28 novembre Anche l’Allegro con brio del Concerto op. secondo nel dicembre 1801, esso risulta in 1811, con al pianoforte Friedrich Schneider 15 si apre con un tema dall’inconfondibile verità il primo in ordine cronologico. Il (questo fu l’unico concerto che Beethoven aura ‘militare’, che domina l’intero T1. Concerto in do maggiore op. 15, infatti, non eseguì mai). Gli anni successivi divenne Tuttavia, rispetto a quello dell’op. 19, anche se pubblicato nel marzo 1801, fu un cavallo di battaglia di un altro grande l’episodio presenta un materiale più ricco: un iniziato qualche anno dopo l’op. 19 e pianista, brillante allievo del compositore: secondo tema di carattere lirico contrastante, concluso nel 1795. Questi due primi concerti Carl Czerny. e un terzo simile al primo per il ritmo furono eseguiti da Beethoven al pianoforte marziale. Come nell’op. 19, S1 risponde con in molte delle accademie che, sul finire del Quella strana coppia del Tutti e del Solo un tema lirico, timido, aggraziato, ossia Settecento, egli organizzò a Vienna e in Con la parziale eccezione del quarto, i estremamente diverso da quello diverse città dell’impero per farsi conoscere concerti beethoveniani presentano un caratterizzante T1. Il pianoforte inoltre non e apprezzare come esecutore, improvvisatore medesimo schema: un primo tempo deciso e riprende mai il primo tema dell’orchestra, e compositore. marziale in forma-sonata; un secondo tempo bensì solo il secondo e il terzo. In conclusione Beethoven, tuttavia, non andava molto fiero lirico e introspettivo nella libera forma di una sfilza di passaggi virtuosistici e una né dell’op. 19 né dell’op. 15: il 22 aprile 1801, romanza; un terzo, rondò, vivace e battuta di trillo prepara T2. in una lettera alla casa editrice Breitkopf & travolgente. I primi tempi dei concerti in Se nei tempi iniziali di questi due concerti, le Härtel, non li annoverava di certo fra le sue particolare, pur nella loro straordinaria prime due sezioni hanno più o meno la “opere migliori”. Un giudizio severo, che diversità, sono tutti costruiti in modo simile: stessa condotta – il Solo comincia con non dà ragione del valore di questi due un’alternanza di quattro Tutti, ossia di materiale differente rispetto al quello concerti, ma che forse si spiega con quattro sezioni affidate all’orchestra, e di tre dell’orchestra – lo scenario cambia l’esistenza all’epoca di un terzo concerto, in Soli, tre sezioni riservate allo strumento radicalmente nell’Allegro con brio del terzo cui Beethoven doveva riporre maggiore solista accompagnato dall’orchestra. Il concerto in do minore op. 37. Il dialogo più fiducia. Si trattava dell’op. 37 in do minore, rapporto fra il primo Tutti (che chiameremo articolato fra le diverse sezioni orchestrali, che, completata nel 1800, sarebbe stata T1) e il primo Solo (S1) è complesso da un che caratterizza questo terzo concerto, spicca eseguita per la prima volta dal compositore punto di vista formale, poiché entrambe le fin dall’inizio di T1, nell’esposizione del primo 11
tema: un periodo suddiviso in due frasi, di cui inframmezzati dai gesti cadenzali del Solo. Beethoven, accade qualcosa: è come se il la prima è affidata agli archi e la seconda ai T1 vero e proprio comincia poco dopo con compositore acquistasse una maggiore fiati. Più avanti l’orchestra presenta un l’esposizione da parte degli archi di un tema consapevolezza di sé, che lo porta nel giro di secondo tema, più pacato, che però non dal carattere nobile, fiero e incalzante, che dieci anni a maturare un proprio ideale scalfisce il tono risoluto e marziale stabilito però muta tono quando viene enunciato dai sinfonico, e che non gli fa temere di mettere all’inizio. Un punto coronato, pregno di clarinetti in p dolce. Insolitamente delicato a dura prova il pubblico con composizioni attesa, prepara l’ingresso trionfale di S1: il risulta il secondo tema, in pianissimo e ampie, innovative, ‘difficili‘. pianoforte, dopo tre potenti scale ascendenti staccato. Ancora i fiati, alle bb. 78-84, col Non si deve poi scorgere nell’inizio del Solo di do maggiore, presenta fedelmente e loro morbido incedere discendente, creano nel quarto Concerto una sorta di prepotente integralmente il primo tema. Per la prima un’oasi di quiete in mezzo a tanto tumulto. usurpazione del ruolo convenzionalmente volta in questo concerto dunque il Solo Richiamando un’efficace immagine di Leon assegnato al Tutti, ma semmai un gesto di risponde al Tutti con un atteggiamento di Plantinga, in S1 il pianoforte non entra come confortante fiducia nelle possibilità del Solo- ‘replica‘, si appropria cioè dello stesso un soldato, ma come un elegante ballerino uomo di comunicare con il Tutti-suoi simili. materiale. Non solo: il decorso di S1 segue che in punta di piedi corre verso il centro del Sono gli anni in cui Beethoven si dedica al abbastanza fedelmente quello di T1. Anche palco: una scala cromatica ascendente, un Fidelio (la prima versione è del 1805); in S1, come nei primi concerti, termina con trillo e la riesposizione del primo tema questo soggetto drammatico il compositore passaggi di bravura e con un trillo: dell’orchestra, chiaramente riconoscibile nel ravvisava la piena manifestazione dei suoi quest’ultimo, però è seguito da una scala suo contenuto, ma espresso in modo diverso, ideali etici di giustizia, di coraggio e di discendente, che determina in modo forte in pianissimo e con tono dolce. Il Solo, fedeltà. Il tema esposto dal Solo all’inizio del l’uscita di scena del Solo, proprio come le pertanto, come nell’Allegro con brio del quarto concerto, con quel suo profilo fin scale ascendenti ne avevano segnalato in terzo Concerto, risponde all’orchestra troppo simile a una ‘domanda‘, rispecchia modo altrettanto forte l’ingresso. replicandone il medesimo materiale, ma la l’aspirazione della musica beethoveniana in Fra le caratteristiche più originali del fondamentale differenza sta nel modo in cui quegli anni a trasformarsi in gesto, in Concerto in sol maggiore op. 58 vi è senza ciò avviene. S1 segue poi un decorso simile espressione, in ‘motto‘: tendenza che dubbio il sorprendente inizio affidato al Solo, a quello di T1; in conclusione non vi è più il raggiunge l’apice nella Quinta Sinfonia, e non come di consueto al Tutti. Il pianoforte trillo, ma solo passaggi di bravura, anch’essi conclusa nel 1807, un anno dopo l’op. 58. presenta un tema, che, soprattutto nella perlopiù leggeri, lievi in pianissimo come Infine nell’ultimo concerto in mi bemolle chiusa, reca con sé un tono meravigliato, di nel quarto concerto, e una scala cromatica maggiore il Solo riprende sì, come nel terzo domanda (ma non una domanda qualsiasi ascendente che porta a T2. concerto, il medesimo tema esposto dal Tutti, verrebbe da dire, bensì quella che si pone ma lo altera, lo trasfigura, lo addolcisce. Qui ogni essere umano riguardo la sua venuta al L’individuo e il gruppo non vi è più sfida, ma solo consapevolezza di mondo). La ‘meraviglia‘ non risiede solo in Se accettiamo di considerare il concerto poter dire le stesse cose in modo diverso. Il questo esordio, ma prosegue nella risposta come una metafora dell’interazione tra Tutti non è una massa compatta (con del Tutti, calda e appassionata come un l’individuo (il Solo) e il gruppo sociale (il l’eccezione forse dell’op. 19, non lo è abbraccio, che si appropria a suo modo del Tutti), allora possiamo leggere nei cinque neanche negli altri concerti); è un gruppo da primo tema. Nel corso di T1, l’orchestra concerti di Beethoven un’evoluzione, un cui le singole voci possono staccarsi: i vari espone un secondo tema, cullante e di ampio passaggio da un tipo di conversazione strumenti e il pianoforte enunciano il respiro, e un terzo dall’espressione lirica ‘distante‘ a una forma di dialogo ‘più intimo‘. medesimo tema ma è come se lo intensa. L’ingresso di S1 è sorprendente Nei primi due concerti il Solo si avvolgessero ogni volta di una luce diversa. quanto l’esordio del concerto: il pianoforte, contraddistingue per un proprio tema Il dialogo è ora divenuto maturo: lo stesso con un libero preludiare, entra lieve, quasi personale, differente rispetto a quello argomento può essere trattato da una indifferente, come se non se ne fosse mai proferito largamente dal Tutti. Il Solo- pluralità di soggetti, con infinite sfumature. andato via durante il Tutti. Nel corso di S1 il individuo è come se sottolineasse così, in E non è detto che chi alza di più la voce abbia solista si lancia in passaggi delicatissimi, che modo quasi gestuale, la propria unicità maggiori chances di essere ascoltato. creano un’atmosfera timbrica rarefatta, e che rispetto al Tutti-gruppo sociale – d’altronde Per riprendere il discorso di Bloom citato in presagiscono il pianismo delle ultime sonate. in quegli anni e con questi concerti apertura, sull’importanza di insegnare i Del Beethoven ‘titano‘ ed ‘eroico‘ non vi è Beethoven si presentava facendosi conoscere ‘classici‘ ai giovani, ritengo senz’ombra di traccia. E alla fine di S1, quando la catena di al pubblico viennese. Non solo, si può leggere dubbio che i concerti per pianoforte e trilli sembra preparare il ritorno del Tutti, in questa differenziazione anche una sorta di orchestra di Beethoven rientrino nella l’attesa è tradita dal pianoforte che riprende atteggiamento rispettoso: il Solo non si categoria delle ‘grandi opere‘ dell’arte il terzo tema dell’orchestra (questa volta però appropria di ciò che il Tutti ha proferito per occidentale. Se è vero che agli uomini è data in piano dolce e con espressione), primo con tanta autorità. la possibilità di non sentirsi soli, unendosi in stemperando la smania del dinamico ritorno Nel terzo Concerto, la replica uguale che il gruppo, accomunati dal desiderio di sapere, in uno stato di sospensione ultraterrena. Solo lancia al Tutti, esponendo il medesimo di conoscere, per avvicinarsi alla Verità, allora Il Concerto in mi bemolle maggiore op. 73, tema, non ha l’aria di una conciliazione, bensì urge oggi più che mai ribadire la necessità di dai più definito ‘grandioso’, ‘imponente’, di una sfida. Per sfidare qualcuno ad armi un dialogo dei giovani con i ‘grandi classici‘, ‘eroico’ (con la Terza Sinfonia ne condivide la pari bisogna porsi sullo stesso livello: difatti nella fede che questi, interrogati conosciuti e tonalità), è molto più vicino al sentimento il Solo-individuo non attacca in coda al Tutti- amati, abbiano sempre un contenuto nuovo conciliante e alla qualità eterea dell’op. 58 di gruppo sociale, ma si prende una pausa per da offrire alla mente ragionante. quanto non sembri di primo acchito. L’inizio sottolineare l’importanza del proprio dell’Allegro è sorprendente quanto quello ingresso; non apre un altro discorso, ma si del primo tempo del quarto. I due attori, appropria senza timore alcuno di ciò che orchestra e pianoforte, avviano insieme il l’orchestra ha proferito poco prima. Ai primi dramma: gli accordi stagliati dal Tutti sono dell’Ottocento, nel modo di scrivere di 12
RASSOMIGLIANZE: NIETZSCHE, COCTEAU, SATIE di Bruno Dal Bon “Il millenovecento è un anno terribile. Nietzsche muore, il primo della classe sparisce, non restano che i somari” Jean Cocteau Pochi testi sulla musica hanno la forza testimonia questo spirito è Erik Satie. Cocteau di considerare la produzione stringata e penetrante de Il Gallo e Cocteau, insieme al Gruppo dei Sei, ne musicale di un compositore solo come una l'Arlecchino di Jean Cocteau, un lavoro di esalta la musica e la figura, considerandolo parte della sua vita di uomo e di musicista, poche pagine che esalta l'audacia della un caposcuola, forse l'unico musicista non è diversa da quella che ritroviamo in semplicità e della franchezza nell'arte. Un capace di scrivere “una musica a misura Nietzsche, di una filosofia come vita testo nel quale Cocteau si rivolge anzitutto d'uomo”. “Satie guarda poco i pittori e filosofica, come filosofia in atto. La vita di a Nietzsche come a un modello che lo aiuti non legge i poeti, ma preferisce vivere dove Satie nel suo insieme, ancor prima delle a disfarsi del simbolismo sfumato e fermenta la vita, […] basta con le nuvole sue composizioni o del suo lavoro come malaticcio dei suoi esordi letterari. e le onde, ci vuole una musica di tutti i pianista di cabaret, è presa a simbolo di giorni, [...] basta con le amache e le quell'esprit nouveau capace di afferrare Tutto ruota intorno alla musica, non solo ghirlande, voglio che mi costruiscano una il senso del tempo, capace di offrire quello perché queste pagine sono di fatto il musica dove possa abitare come in una che definiva, con una curiosa espressione, manifesto della rinascita musicale francese casa. […] la musica non è sempre gondola, il quotidiano “pane musicale”. incarnata dai giovani compositori appartenenti al Lavoreranno insieme al Gruppo dei Sei (Darius balletto Parade con scene e Milhaud, Arthur Honegger, costumi di Picasso, che sarà Francis Poulenc, Germaine rappresentato dai balletti Tailleferre, Georges Auric e russi di Sergei Diaghilev il 18 Louis Durey), ma perché, maggio 1917 al Théâtre du come per Nietzsche, la Châtelet a Parigi. Una musica offre a Cocteau la creazione che, seppur dimensione immanente di presentata come balletto, un sentire filosofico, ancor intendeva rompere con ogni prima che estetico o genere di tradizione e di artistico, che tende verso la forma teatrale. Appolinaire verità delle cose prossime, nel suo testo per il verso la limpidezza e la programma della prima trasparenza del presente, rappresentazione scrisse che verso tutto ciò che è per gli autori “si trattò prima lontano “da nuvole o di tutto di tradurre la realtà” caverne”. non più di rappresentarla. I movimenti di danza non “La folla è sedotta dalla erano legati a un linguaggio menzogna: è delusa invece astratto, ma erano naturali, dalla verità troppo semplice, reali “solo amplificati e troppo nuda, troppo poco magnificati fino alla danza”. indecente [...] quella, non Molte furono, eccita gli uomini”. Ed è inevitabilmente, le nella musica che questa contestazioni del pubblico e tensione verso la verità del le ostilità della critica presente è più evidente: musicale parigina. Cocteau “attenzione alla vernice, rispose l'anno seguente, dicono certi cartelli; e io Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) proprio dalle pagine de Il aggiungo, attenzione alla Gallo e l'Arlecchino: “i musica”. Una citazione quasi letterale di cavallo da corsa, corda tesa; qualche volta musicisti impressionisti hanno creduto che quel cave musicam che Nietzsche è anche una sedia”. la musica di Parade fosse povera perché consiglia a “tutti coloro che son uomini Questo è ciò che Satie nel suo agire era priva di condimento […] ciò non abbastanza da tenere alla limpidezza nelle irriverente, controverso e antiaccademico possono capirlo orecchie abituate al vago cose dello spirito”. riesce a realizzare, non solo come e ai brividi. […] Per la maggior parte degli compositore, ma anzitutto nella sua vita artisti, un'opera non può essere bella senza Il compositore che, fra tutti, meglio d'artista. E anche in quest’aspetto, l'idea di un intreccio di misticismo, di amore o di 14
noia; il breve, il gaio, il triste senza idillio luoghi d'occasione quasi mai teatrali. esprimere un gusto o una tendenza sono sempre sospetti”. stilistica, non intende sterilmente Quasi il medesimo contesto dove le contrapporre una nuova scuola francese in Parole che non possono che ricondurci musiche di Satie e dei compositori del alternativa ad altri stili nazionali. La nuovamente a Nietzsche. La predilezione Gruppo dei Sei si svilupperanno: non più riflessione sulla musica che Cocteau riesce di Cocteau per Satie è infatti analoga a solo le sale da concerto o i teatri, ma i café a tracciare nelle poche righe di questo quella del filosofo tedesco per Bizet e per chantant e i cabaret parigini senza mai testo è prettamente filosofica, lo è quasi la sua Carmen così come per quegli disdegnare gli spettacoli circensi o i luna senza volerlo. Nonostante nessuna autori “audaci e leggeri” che ritroviamo park, la musica da ballo o il jazz. “Nel affermazione abbia l'ambizione di citati in alcune delle ultime lettere, allora gorgo dei perturbamenti del gusto francese prendersi troppo sul serio e tutto sia inedite, che quasi certamente Cocteau non e dell'esotismo, il caffè-concerto rimane giocato in un'alternanza di brevissime conosceva. Testimonianze nelle quali abbastanza intatto […] qui un giovane intuizioni, paradossi e aforismi, il lavoro di Nietzsche esalta l'operetta e la zarzuela musicista potrebbe riprendere il filo analisi e di approfondimento sono spagnola elogiando autori come Audran, perduto. […] Il music-hall, il circo, le anzitutto filosofici. Offenbach o Von Suppé. Questi sono i orchestre americane di negri, tutto ciò compositori che accompagnano Nietzsche feconda un artista allo stesso modo di una Solo nelle ultimissime pagine Cocteau nell'ultima fase della sua vita, quella vita.” scrive qualcosa di più compiuto sul piano dell'estrema riflessione filosofica. Queste della riflessione, tentando di teorizzare la musiche, ma anche questo modo La riflessione di Cocteau sulla musica, nozione di rassomiglianza della musica: “la “semplice” di rappresentarle e di viverle in come dicevamo all'inizio, non si limita ad rassomiglianza è una forza obiettiva che resiste a tutte le metamorfosi soggettive. Non bisogna confondere la rassomiglianza con l'analogia. L'artista che ha il senso della realtà non deve mai aver timore d'essere lirico. Il mondo obiettivo mantiene la propria efficienza qualunque siano le metamorfosi che il lirismo può fargli subire. Il nostro spirito digerisce bene”. Anche in questo caso poche righe alle quali poi aggiunge: “La musica è la sola arte che, secondo la massa, è autorizzata a non rappresentare qualcosa. E tuttavia la bella musica è la musica rassomigliante a qualcosa […] la buona musica commuove per certa rassomiglianza misteriosa agli oggetti e ai sentimenti che l'hanno motivata. La rassomiglianza in musica consiste, non in una rappresentazione, ma in una potenza di verità velata”. L'opposizione tra “rassomiglianza e analogia” in musica, la definizione di “mondo obiettivo” come forza che nella musica mantiene la propria efficienza indipendentemente dai possibili interventi compositivi o interpretativi atti a nasconderla o deformarla, la straordinaria intuizione di una musica come “potenza di verità velata”, sono tutti concetti che Cocteau ci lascia come elementi di una mappa filosofica ed estetica ancora tutta da disegnare. Parole di un'insolita serietà quasi accademica che, anche quando sembrano sbilanciare il ritmo brillante, asciutto e nervoso di questo libro, riescono tuttavia a offrirci un nuovo e insolito accesso alla comprensione della parte più intima e vitale della musica. Jean Cocteau (1889-1963) 15
PROFUMI IN MUSICA AFFINITÀ E CORRISPONDENZE TRA NOTE MUSICALI E NOTE FRAGRANTI di Francesca Faruolo La musica è il profumo dell’universo. strumenti per suonarle, il passo può essere dal mucchio di Violette appoggiate sul Giuseppe Mazzini breve. Uno dei primi a compierlo fu Étienne tavolo vicino al capezzale; e questo Pivert de Senancour nel suo romanzo flauto ricamava la sua melodia con La campana del tempio tace, epistolare autobiografico Obermann l'accompagnamento regolare dei gigli ma il suono continua a uscire dai fiori. (1804) dove egli vagheggia l'idea di un appoggiati sulla console: cantava i primi Bashō Matsuo clavicembalo degli odori sulla falsariga di canti del suo amore, la prima quello che Louis Bertrand Castel aveva confessione, il primo bacio nel bosco. Suoni e odori condividono una dimensione ideato nel 1725 per creare rapporti tra note Iniziò a soffocare, la passione era aerea ed evocativa, tanto vivida quanto musicali e colori. arrivata insieme allo scoppio brusco dei ineffabile, che nel corso del tempo ha dato Poco più tardi il profumiere Septimus garofani, dall'odore pepato, la cui voce luogo a numerose corrispondenze tra Piesse mise a punto l'Odaphone (1857) da ottone dominò per un attimo su tutte profumo e musica. “Ascoltare i profumi” è una trasposizione delle note musicali in le altre. […] Le belle di notte emisero il mondo con cui la cultura giapponese note olfattive con cui sarebbe stato qua e là un trillo discreto. Poi ci fu un definisce l'atto percettivo e cognitivo possibile creare partiture per opere silenzio. Le rose, languidamente, fecero implicato Kōdō, la via dell'incenso, una odorose. Da qui nasce forse l'abitudine di il loro ingresso. Dal soffitto colarono delle tre arti classiche di raffinatezza. chiamare “organo del profumiere” la delle voci, un cantico lontano. Era un L'apprezzamento di una fragranza, come consolle usata per riporre i flaconi delle grande coro che lei stette a sentire quello della musica, richiede, infatti, materie prime, divise per tipologia e inizialmente con un sottile tremito. Poi il concentrazione e raccoglimento, e persino funzione, di fronte al quale e per mezzo del volume aumentò e presto tutto si riempì un'estraneazione dal mondo circostante quale, il creatore di fragranze “compone”. di un suono possente che esplose che rimane esteriore, mentre gli odori “ci Questo mobiletto semicircolare dotato di intorno a lei. Le nozze erano giunte a penetrano”. scrivania e una serie di mensole compimento e le fanfare delle rose Esiste un'affascinante ipotesi sostenuta dal degradanti, ricorda, in effetti, un organo annunciarono il terribile istante. biochimico Luca Turin, secondo cui i nostri con le tastiere disposte su diversi livelli. Lei, con le mani sempre più strette vicino ricettori olfattivi sarebbero in grado di Nell'Ottocento, quando la sinestesia al cuore, ormai morente, ansimò. Aprì la distinguere gli odori processando non diventa quasi una parola d'ordine e bocca cercando il bacio che l'avrebbe tanto la forma delle molecole, come vuole l'estetica dei sensi pervade la musica, la soffocata, quand'ecco che i giacinti e le la teoria scientifica più accreditata, ma la filosofia e la letteratura, l'olfatto torna alla tuberose esalarono i loro fumi, loro vibrazione, proprio come accade per le ribalta. Nelle pagine della letteratura e l'avvolsero di un ultimo sospiro, così onde sonore. Se questa teoria oggi sembra della poesia, il profumo diventa un mezzo profondo da coprire il coro delle rose. aver perso terreno, altri recenti studi attraverso cui prendere coscienza della Albine morì davanti all'estremo rantolo condotti su base sperimentale hanno parte istintiva, primigenia e incondizionata dei fiori.” appurato come il tubercolo olfattivo non della nostra psiche. solo discrimini gli odori, ma sia anche Ma gli odori, si sa, sfuggono alla presa del Quella che per Zola è pura evocazione sensibile al suono. I nostri sensi sono linguaggio e per evocare questo nuovo letteraria, per Joris Karl Huysmans diventa dunque tutt'altro che isolati tra loro e in universo di forme invisibili, che una potente invenzione pronta, come effetti non solo la nostra esperienza ma accompagnano come spiriti aerei le vedremo, a staccarsi dalle pagine dei libri anche il nostro retaggio culturale ci mette vicende dei personaggi, gli scrittori si per muovere i propri passi nel mondo reale. di fronte a questa evidenza. Basta pensare aggrappano a metafore e riferimenti Nel celebre romanzo À rebours (1884), al debito che il linguaggio del profumo ha musicali. Una delle più rappresentative l'autore forgia infatti nell'immaginario del nei confronti di quello musicale. espressioni di questo lessico musicale- lettore la figura del suonatore di fragranze Edmond Roudnitska (1905 – 1996), autore odoroso la fornisce Emile Zola ne La impegnato a eseguire dal vivo una di molti celebri profumi, detestava Faute de l'abbé Mouret (1876) al composizione odorosa. l'abitudine di definire “nasi” i profumieri e momento della tragica morte della Cinquant'anni più tardi, Aldous Huxley in impose, grazie alla diffusione dei suoi libri protagonista, Albine, provocata dagli Brave New World (1932) traspose questa e saggi di estetica del profumo, la effluvi intossicanti dei fiori che l'avvolgono idea in un futuro distopico in cui la musica definizione elegantissima di “compositore in una fatale sinfonia d'aromi: odorosa sarebbe divenuta una forma di fragranze”. Secondo Roudnitska diffusa di arte e intrattenimento funzionale l'artista che compone a tavolino la formula “In perfetta quiete, con le mani al controllo delle menti. Seppur in chiave di un profumo è equiparabile al congiunte sul petto, continuava a parodica, l'autore ci regala la descrizione compositore che scrive le note senza sorridere mentre ascoltava i sospiri dei più compiuta di una sinfonia di profumi: bisogno di suonarle perché le ha già tutte profumi nella sua testa confusa. Stavano nella propria testa. cantandole una dolce e strana melodia "L'organo odoroso eseguiva un Un'analogia tra questi due universi si può di fragranze che con lentezza e Capriccio d'Erbe deliziosamente fresco. far risalire già a Linneo che divise gli odori gentilezza la accompagnarono verso il Arpeggi gorgoglianti di timo e lavanda, in sette classi, proprio come sette sono le sonno. […] Presto arrivò il canto di un di rosmarino, basilico, mirto, artemisia; note musicali. E dalle “note fragranti” agli flauto, piccole note muschiate scandite una serie di audaci modulazioni 17
attraverso tutti i toni delle spezie sino il compositore tedesco elaborava brani impérissable (Il profumo immortale) all'ambra grigia, e una lenta marcia letterari che lo avevano suggestionato, poesia scritta dal poeta parnassiano inversa sino al legno di sandalo, la troviamo una citazione tratta da un'opera Charles Marie René Leconte de Lisle, canfora, il cedro e il fieno tagliato di di Justinus Kerner che parla di una autore di quei Poèmes barbares (1862) fresco (con tocchi sottili qua e là di note parentela quasi biologica tra musica e che ebbero una certa influenza su discordanti: un'ondata di pasticcio di profumo: Carducci. rognone, il più leggero accenno di concime di porco) per ritornare agli “Gli uccelli canori e i fiori profumati Il profumo entra nella musica attraverso la aromi semplici coi quali il pezzo aveva possiedono tra loro, per lo meno, alcune poesia anche per Claude Debussy, autore cominciato. Le ultime note di timo si somiglianze, non solo nel canto e nel de Les pafums de la nuit. Il preludio per spensero; seguì un fragore di applausi; profumo, ma anche nel colore o, a essere piano intitolato Les sons et les parfums le luci si riaccesero”. più precisi, nella mancanza di colore. I tournent dans l'air du soir, è ispirato più eccellenti uccelli canori hanno nel dai celebri versi di Baudelaire, tratti dal Nel corso del tempo artisti e profumieri contempo il piumaggio in assoluto più sonetto Correspondances: hanno cercato di realizzare concretamente semplice: sono l'allodola, l'usignolo, lo un simile organo. Nasce così Olfactiano storno, il merlo, il canarino ecc. Gli uccelli “I profumi e i colori (2004) messo a punto dall'artista Peter de più variopinti non sono mai uccelli e i suoni si rispondono come echi Cupere con il supporto del creatore di canori: il pavone, il pappagallo, il colibrì. lunghi che di lontano si confondono fragranze Christophe Laudamiel. Ma I fiori più profumati sono sempre quelli in unità profonda e tenebrosa, soprattutto Smeller 2.0 (2012) di che, in assoluto, possiedono meno vasta come la notte ed il chiarore.” Wolfgang Georgsdorf, un'imponente colore: sono la viola matronale, il giglio, macchina dotata di controllo il garofano (in realtà i garofani Una menzione merita anche l'inclusione di computerizzato con sistema MIDI, costruita monocromi profumano sempre più partiture olfattive nell'opera di autori con tubi in polipropilene e alluminio, rispetto a quelli variopinti); le tuberose, articolarmente inclini alla sperimentazione componenti elettroniche, sistema di le rose, i giacinti quando sono variopinti come Scriabin e Stockhausen. Del primo ventilazione e serbatoi per contenere hanno una fragranza sempre inferiore a ricordiamo Mysterium (1903-1915) materiali odorosi ed essenze (create dal quelli di colore più semplice. Quante l'opera, rimasta incompiuta, in cui il profumiere Geza Schoen). L'opera, che ha somiglianze possiedono una viola compositore russo aveva unito suoni, ricevuto la nomina al premio Arte Laguna matronale e un usignolo! La prima è il colori, luci, danza, fuoco, incenso e 2014, è in grado di suonare veri e propri fiore dal profumo più intenso, il secondo profumo. La rappresentazione avrebbe concerti di odori seguendo partiture scritte è l'uccello che presenta la maggiore dovuto svolgersi in India in un tempio dall'artista stesso servendosi della classica ricchezza di suoni; quella profuma e appositamente costruito da Scriabin dove notazione musicale. questo canta solo di notte; entrambi fragranze inebrianti e volute di incenso Per giustificare l'esistenza di strumenti di sono completamente privi di proveniente da pire disposte vicino al questo tipo, ci vogliono compositori con colorazioni.” palcoscenico semicircolare, avrebbero un'adeguata sensibilità olfattiva. In avvolto il pubblico per sette giorni e sette un'ideale genealogia di musicisti inclini Nell'ultimo scorcio del XIX secolo udito e notti. Non meno visionario, il ciclo Licht all'estetica degli odori, il capostipite odorato hanno ormai sancito la propria (Luce) di Stockhausen dedicato ai sette sarebbe senz'altro Johannes Kreisler, affinità elettiva, rafforzata dalla loro giorni della settimana, dove l'esecuzione di maestro di cappella protagonista della distanza dall'organo sensoriale prediletto ciascun giorno è abbinata a un profumo. Kreisleriana, trilogia di novelle dalla ragione e dalla scienza, ovvero la Per concludere questa breve panoramica pubblicata da E.T.A. Hoffman nel 1814. vista. Quando nel 1871 si tenne a Bologna tra note musicali e note fragranti, torniamo Ecco alcune sue osservazioni: la prima nazionale del Lohengrin di a Bologna, a due passi dal Museo della Wagner al Teatro Comunale il successo fu Musica che per cinque anni, con spirito "Il profumo dei garofani rossi-scuri così folgorante che si pensò bene di sperimentale e amor di sinestesia, ha agisce su me con una straordinaria forza associare a quest'opera una fragranza ospitato le nostre iniziative di Smell magica: senza volerlo mi sprofondo in creata per l'occasione e chiamata appunto Festival. In piazzetta San Michele, sulle uno stato di sogno e sento allora come Lohengrin. Nelle sue note odorose mura esterne dell'abitazione di Rossini, da una grande lontananza suoni di riecheggia il momento in cui il troviamo la famosa iscrizione in onore del clarinetto che crescono lentamente e poi protagonista dell'opera wagneriana si dio Apollo: lentamente si dileguano.” rivolge a Elsa dicendo: “Fa vibrare con ritmo le sette corde dei Robert Schumann rimase così colpito da “Non respiri tu con me i dolci profumi? suoni in mezzo a un profumato boschetto quest'opera da dedicare alla figura di Oh! Come grati essi inebriano il senso! d'alloro”. Kreisler, un ciclo di brani per pianoforte Misteriosamente essi s'appressano intitolata proprio Kreisleriana (1838), attraverso l'aria, al loro incanto io mi Ulteriore traccia di una perenne mentre Johannes Brahms arrivò, nel suo concedo senza domandare...” corrispondenza: poetica, musicale, Album letterario o lo scrigno del odorosa. giovane Kreisler , a farne una sorta di Diversi compositori sono rimasti affascinati proprio alter ego romantico. In questa dalla poesia del profumo. Nel 1897 Gabriel singolare raccolta di scritti dove, dal 1853, Fauré mette in versi Le parfum 18
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