SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
GL I IN C ON TRI IN TE R N A ZIO N A L I D I P O L IS AVVOC ATI E F O N D A ZIO N E F A R EF UT UR O _______ SCENARI DI MONDI POSSIBILI Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese 20 15 - 2 0 1 7 1
P remessa Lo sguardo sul mondo che cambia si infittisce di relazioni, si rivolge al futuro, con la ____ consapevolezza di dover essere dentro le cose per poterle comprendere e raccontare. Si tratta di una necessità, non solo di una volontà. Necessità e volontà che hanno a che fare con l’urgenza del nostro tempo, che non ammette tentennamenti e ci induce costantemente a Polis Avvocati e operare delle scelte, a lavorare per favorire scambi e contaminazioni, che siano essi di natura Fondazione Farefuturo economica, sociale, culturale. È questo il futuro, ma è questo anche il presente. Ecco perché, per tre anni consecutivi, e mentre ci accingiamo al quarto, lo studio Polis Avvocati ha voluto creare reali connessioni tra Paesi lontani geograficamente dall’Italia, eppure vicini per sentire e prospettive. Un’esperienza che non si ferma, e che per il 2018 focalizza la sua attenzione su uno spicchio di terra primigenia, il Corno d’Africa, finalmente ricomposto alla pace tra Eritrea e Etiopia. Spaziando da un continente all’altro, seguendo la rotta delle possibili relazioni che questi Paesi intrecciano con l’Italia e le sue dinamiche, sempre approfondendo le tematiche giuridiche sottostanti, e partendo dalla nostra professionalità in ambiti specifici quali l’Internazionalizzazione delle imprese, in questi anni abbiamo tessuto una rete di legami che già sta producendo i suoi frutti in molteplici settori. Si tratta di una sfida entusiasmante che al contempo racconta di quanta strada ancora c’è da fare per comprendere e tradurre, a seconda delle prospettive, questo nostro mondo e le sue dinamiche attuali. Vi invitiamo a proseguire questo viaggio di conoscenza con noi, facendo nostro il detto senza tempo di un viaggiatore per eccellenza, Bruce Chatwin: “Il viaggio, non solo allarga la mente, ma le dà forma”. Buon viaggio 3
0 1. 2015 02. 2016 03. 2017 04. 2018 ____ ____ ____ ____ LE NUOVE ROTTE DEL LEVANTE Le imprese meridionali e la sfida Bari 16.09.2016 I GRANDI MERCATI dell’internazionalizzazione Sala Unioncamere CHE TORNANO Istituzioni e professioni a supporto dell’Internazionalizzazione Bari - 15 settembre AFRICA LA NUOVA FRONTIERA DELLO SVILUPPO Fiera del Levante In collaborazione con: Pad. N. 150 - UNIONCAMERE Media Partner: Sponsor: In collaborazione con: L’evento è accreditato con n.3 crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Bari. 4 5
01 . 2 0 15 01. 2015 ____ ____ LE NUOVE ROTTE DEL LEVANTE Le imprese meridionali e la sfida dell’internazionalizzazione Bari - 15 settembre Fiera del Levante Pad. N. 150 - UNIONCAMERE 6 7
02 . 2 0 16 02. 2016 ____ ____ «I Grandi Mercati che tornano. Istituzioni e professioni a supporto dell’internazionalizzazione» 8 9
03 . 2 0 17 03. 2017 ____ ____ Utilizzando al meglio le buone relazioni che ci legano, tra gli altri, a Sace, Simest, Confindustria, Camera di Commercio, e ai grandi operatori internazionali come IWS e Italianieuropei, nonché grazie ad alcuni «Africa. riconoscimenti diplomatici diretti, abbiamo lavorato a questa terza Francesco Paolo Bello edizione del meeting per costruire una rete di legami e relazioni, che La nuova frontiera Polis Avvocati sia utilizzabile dalle imprese per avvicinarsi o rinforzare i propri rapporti con Paesi meno “frequentati” in termini di rotte commerciali, ma non per dello sviluppo» questo meno rilevanti o strategici. Lo Studio Polis Avvocati e io che qui lo rappresento, in collaborazione con Nell’edizione d’esordio, «Le rotte del Levante», nel 2015, il primo ministro la Regione Puglia, organizziamo per il terzo anno consecutivo un meeting albanese Edi Rama, ci portò la testimonianza diretta di come una politica internazionale nel contesto della Fiera del Levante, con l’intento di fare attenta e la volontà di una collaborazione internazionale abbiano la nostra parte nel favorire il processo di internazionalizzazione delle cambiato il volto del suo paese. L’Albania è ora un interlocutore affidabile, imprese, un processo che richiede attenzione, know how e soprattutto un paese partner, una rotta sicura, e gli scambi con l’Italia, e in particolare supporto bilaterale di tutti gli enti e gli organismi preposti. la Puglia sono all’ordine del giorno. Nella seconda edizione del meeting «I grandi mercati che tornano», abbiamo esplorato le opportunità offerte da Iran e Cuba, due grandi Paesi restituiti allo scenario internazionale graduale alleggerimento delle sanzioni che li hanno penalizzati a lungo e pesantemente. Se consideriamo infrastrutture, logistica, manifattura, turismo e molto altro, per questi Paesi l’Italia rappresenta un partner indispensabile per convogliare le grandi risorse, energetiche, di materie 10 11
0 3. 2017 03. 2017 ____ ____ prime e di sviluppo, verso un modello di crescita sostenibile, moderno ed dedica all’«Internazionalizzazione delle imprese», lavorando alla ricerca dal settore manifatturiero e il 15% da quello agricolo, sebbene, a causa essenziale verso i mercati della regione grazie alla buona rete efficiente. Le nostre imprese hanno partecipato numerose e interessate di interlocuzioni dirette e all’aggiornamento delle proprie competenze della scarsa produttività del settore, la maggior parte della popolazione infrastrutturale, alle forti istituzioni finanziarie, alla solidità delle ai tavoli B2B predisposti da Puglia Sviluppo in esito all’incontro. Il nostro internazionali per fornire il miglior servizio alle imprese che intendono sia proprio impiegata in agricoltura. Il Paese è ricco di risorse minerarie istituzioni democratiche e all’indipendenza del potere giudiziario. Negli studio sta partecipando, come partner legale ad alcuni di questi progetti. collaborare con questi Paesi. Joint ventures, best friendship, esportazione, (oro, argento, ferro, rame, potassio, silicio, marmo e granito). ultimi anni si è assistito ad un’ascesa delle nostre esportazioni in Sud Quest’anno ci affacciamo all’Africa, senza pretesa di esaurire il tema dello importazione, progetti commerciali comuni verso Paesi terzi, questo ed Africa. Nel periodo 2010-2016, in particolare, sono cresciute del 19%. sviluppo del grande, gigantesco continente, così vicino e così sconosciuto altro segue il nostro gruppo di lavoro di Internazionalizzazione, operando Sudan Molte delle voci più significative hanno fatto registrare aumenti rilevanti: ai più; con l’intento però di superare la visione ristretta dei rapporti a stretto contatto con le autorità dei diversi Paesi e con le maggiori L’economia del Sudan ancora fatica a stabilizzarsi dopo lo shock della la prima per importanza, relativa ai macchinari e le apparecchiature, si problematici e aprirci ad un confronto chiaro, schietto e paritario con istituzioni deputate al controllo, sicurezza e finanziamento degli scambi secessione del Sud Sudan del 2011, in seguito alla quale è venuta meno caratterizza per un incremento del 13,6%. Per la seconda voce, relativa quelle realtà pronte e disponibili a interagire con il nostro brillante tessuto commerciali con l’estero. Per questo un ringraziamento particolare la maggior parte dei proventi derivanti dalle esportazioni di petrolio (il alla categoria residuale degli altri prodotti dell’industria manifatturiera economico. Eritrea, Sudan e Repubblica Sud Africana, Paesi connessi e va all’Ordine degli Avvocati di Bari che supporta anche quest’anno 75%) e oltre la metà’ delle entrate fiscali. Continuano inoltre a pesare (che comprende gioielleria, forniture mediche e dentistiche, strumenti aperti alle relazioni con il nostro, hanno accolto l’invito al confronto e per l’iniziativa dimostrando di comprendere che il ruolo del professionista sulle prestazioni economiche del Paese il forte debito pubblico ed musicali, articoli sportivi), si rileva un’impennata del 143,9%, grazie questo li ringraziamo. Attraverso i loro massimi esponenti diplomatici ha un potenziale molto superiore e ben più complesso di quello ritenuto estero, l’impatto diretto e indiretto delle sanzioni statunitensi (pur soprattutto agli articoli di gioielleria. In crescita altre voci di rilievo quali sono qui a dialogare con i referenti del mondo della cooperazione, con le comunemente. temporaneamente sospese e che saranno probabilmente rimosse dal prodotti chimici (+26,4%), computer e prodotti di elettronica e ottica cariche politiche competenti e con gli imprenditori. Parliamo dunque d’Africa e in particolare di Eritrea, Sudan e Repubblica luglio 2017) e un buisiness environment in generale carente sotto gli (+133,7%), autoveicoli, rimorchi e altri mezzi di trasporto (+57%), prodotti Nel nostro ruolo di studio legale intendiamo svolgere la parte che più ci Sudafricana. aspetti dell’expertise, della trasparenza e della completa affidabilità. alimentari e bevande (+52,4%). In aumento anche apparecchiature è consona, probabilmente meno visibile, ma altrettanto importante, di elettriche e per uso domestico (+17,3%), articoli in gomma e materie raccordo e coordinamento tra i diversi sistemi di regole, tra le diverse Eritrea Sud Africa plastiche (+40,5%), prodotti in metallo (+15,8%) e altri prodotti della realtà giuridiche per indirizzare in maniera –soprattutto- sicura, ogni Con un reddito medio pro-capite di circa 400 dollari e con un PIL fra i È un attore imprescindibile: possiede l’economia più avanzata e lavorazione di minerali non metalliferi (+49%). In calo invece i prodotti attività imprenditoriale o progetto di cooperazione. Polis Avvocati si è più bassi dell’Africa Sub-Sahariana, l’Eritrea, secondo la Banca Mondiale, diversificata del continente e quindi non solo costituisce un mercato petroliferi (-61,8%), i prodotti farmaceutici (-45,8%) e i prodotti della dotato di risorse specializzate in questo ambito, grazie al gruppo che si è fra i Paesi più poveri al mondo. Il 63% del PIL deriva dai servizi, il 22% di grande interesse in quanto tale, ma costituisce una porta d’ingresso metallurgia (-31,5%) 12 13
0 3. 2017 03. 2017 Buongiorno a tutti e benvenuti al Convegno che costituisce una sfida epocale, la sfida della ____ ____ nuova frontiera dell’Africa. È una sfida fondamentale di sopravvivenza dell’Europa in gene- re, considerato il fatto che in Africa il maggior Paese investitore in economia è “purtroppo e Avv. De Ceglia sottolineo purtroppo”, la Cina a fronte di un’assoluta dimenticanza dell’Italia ma soprattutto Delegato del Consiglio dell’ordine degli dell’Europa; Avvocati l’Europa che è chiamata a questa sfida epocale in cui il continente Africa è un’opportunità piuttosto che un onere. Buona giornata e buon lavoro a tutti i congressisti 14 15
Antonio Decaro Buongiorno a tutti, io credo che ancora oggi la Fiera del Levante dimostra di essere non soltanto il luogo delle esposizioni “ Bisogna aumentare il numero dei paesi africani da coinvolgere sub-sahariana, spinti soprattutto noi italiani da un dato di fatto strutturale che è proprio la vicinanza geografica. Quell’immensa regione africana sta vivendo una stagione di grande fase di crescita, di Sindaco di Bari e delle occasioni commerciali, dimostra di essere la sede di discussioni, di riflessioni nel campo dell’e- in questo processo e dare magari espansione economica, pensate che ha un tasso di crescita superiore a quello dei Paesi Brics. conomia e nel campo delle relazioni alla presenza di ospiti autorevoli nazionali e internazionali. Credo qualche opportunità in più alle Questa rapida e prolungata crescita potrebbe determinare per le nostre aziende, grandi opportunità davvero non ci sia un posto migliore di questo, la città di Bari, la Fiera del Levante, per discutere dei aziende più piccole del nostro se solo avessimo la capacità di rafforzare i rapporti di internazionalizzazione dal punto di vista econo- rapporti con il continente che è così vicino da un punto di vista geografico, però contemporaneamen- te sconosciuto; in fondo se guardiamo bene l’Africa è soltanto l’altra sponda del mar Mediterraneo, sistema economico. ” mico e credo che l’incontro di oggi vada proprio in questa direzione e segna la volontà di costruire una partnership paritaria tra l’Africa e il nostro Paese, dove l’Africa non è più percepita come un continente un mare che per millenni ha cullato i nostri due popoli ed ha segnato le storie dei nostri due popoli. soltanto afflitto dalle guerre e dalla miseria sociale, ma al contrario viene visto come un’area in piena Mi sento di ringraziare gli organizzatori di questo incontro di oggi, in particolare l’Avv. Bello per la crescita economica e quindi in grado di offrire molte opportunità al nostro Paese. In un quadro di dati coraggiosa intuizione che ci permetterà di cogliere elementi di conoscenza utili e necessari per svilup- forniti dalla Farnesina in cui l’Italia si attesta al 7° posto come partner commerciale, con un volume di pare relazioni politiche ed istituzionali e per far scoprire alle nostre aziende scenari interessanti in un interscambio pari a 40 miliardi di euro, il 5% dell’intero volume di interscambio africano. Il fatto che continente vastissimo abitato da oltre un miliardo di persone. Credo che la vastità del territorio da nel continente africano si registrano questi alti tassi di crescita economica apre secondo me molte un lato e la diversità dall’altro lato degli insediamenti e anche delle storie a volte anche drammatiche opportunità alle aziende italiane e l’interesse è dimostrato proprio all’incontro che qui oggi si tiene in delle popolazioni che abitano l’Africa debbano farci riflettere sul fatto che l’Africa non è tutta uguale Fiera. e che la chiave di lettura del territorio non può essere la stessa se passiamo dal Maghreb alla parte Bisogna forse diversificare i settori di interesse che oggi sono limitati all’energia, alle infrastrutture, subsahariana al Corno d’Africa o all’estremo sud. Certo la costa sud del Mediterraneo per noi europei all’agroalimentare; bisogna aumentare il numero dei paesi africani da coinvolgere in questo processo che avevamo coltivato grandi speranze proprio nel partnariato euro-Mediterraneo della conferenza e dare magari qualche opportunità in più alle aziende più piccole del nostro sistema economico. Tutto di Barcellona degli anni novanta purtroppo è fallito ed è diventato oggetto di attenzione non tanto questo si può fare soltanto se facciamo sistema, credo che fare sistema sarà il tema da affrontare per i rapporti economici ed istituzionali, quanto per due fenomeni legati alla sicurezza e che in questa giornata che proporrà sicuramente da un lato spunti di riflessione sulle opportunità sono: il fenomeno del flusso migratorio e quello legato alla prevenzione e repressione del commerciali, economiche che hanno anche un risvolto politico-istituzionale ma ci permet- terrorismo. Io invece credo che proprio partendo da questi due fenomeni che hanno terà anche di conoscere un territorio, un continente molto vicino a noi e ancora molto una portata epocale per come abbiamo raccontato l’altro giorno in occasione della sconosciuto. inaugurazione della Fiera, che sono due fenomeni che spaventano l’Europa e Grazie 18 l’Occidente dovremmo ripensare e rinnovare le nostre relazioni con l’Africa 19
Laura Ruggiero Buongiorno a tutti e ben trovati. Ringrazio per questo invito: come sapete accettiamo con molto entusiasmo anche perché qui si parla le possibilità per questa crescita e l’occasione oggi di questo incontro è un esempio. Per questo vorrei ringraziare lo studio Polis e l’Avvocato Bello perché sta facendo di queste iniziative un incontro a cui Vice Presidente Confindustria di temi di crescita. non si può più rinunciare offrendo la possibilità di conoscere mercati apparentemente lontani ma con Saluto gli ambasciatori e sono lieta di trovare delle donne rappresentanti di Paesi importanti che of- grandi possibilità di offrire interscambio commerciale. Quindi soprattutto verso questi paesi che noi frono la possibilità di esprimere al meglio le risorse del proprio paese. Quindi è un orgoglio per me dobbiamo orientare la nostra attenzione. In Africa sono poche le Pmi che possono dire di aver intra- come donna vedere seduti a questo tavolo anche rappresentanti femminili. preso un cammino di interscambio; abbiamo sicuramente grandi aziende come l’Eni che hanno una Confindustria o le imprese di Confindustria in questi ultimi anni hanno cercato di arginare quelli che grande fetta di mercato; ma noi dobbiamo puntare affinché la dimensione aziendale non sia quelle sono stati i riflessi negativi di un lungo periodo di crisi guardando a paesi oltre confine. Quindi l’export delle nostre Pmi, belle, familiari, ma non organizzate in maniera organica, non organizzate in maniera per noi è stato in questi anni un’ancora di salvezza. Molte aziende, soprattutto quelle più strutturate manageriale, per cui dobbiamo far crescere soprattutto gli imprenditori e dobbiamo far capire loro hanno fatto di questo il loro business, sono riuscite a recuperare mercato e oggi cercano ancora con che questa consapevolezza diventi forza per le nostre aziende e quindi aiutarle ad allargare questa tanti sforzi di consolidare questi risultati perché hanno capito che solo così attraverso l’interscam- visione formando il personale; dobbiamo guardare fuori, le occasioni certo non mancano, ma questo bio con altri paesi, è possibile guardare avanti e pensare ad una dimensione diversa delle proprie le aziende non riescono a farlo da sole, dobbiamo chiedere al governo, alle istituzioni, alle università aziende. La Puglia in questo, e Bari in particolare, ha registrato dei numeri di tutto rispetto con delle eccellenze in vari campi, soprattutto nell’agroalimentare, nella meccanica e nella farmaceutica. Però “ Dobbiamo chiedere al governo, alle istituzioni, alle università di di cambiare rotta e indirizzare verso l’interscambio comunitario anche corsi di studi per formare fin da subito la nuova classe dirigente perché possa capire l’importanza di un mercato globalizzato. L’au- questo non è sufficiente, dobbiamo aiutare tutta quella platea di Pmi che ancora non hanno avuto il cambiare rotta e indirizzare verso gurio è che ci possano essere presto nuovi incentivi per camminare in questa direzione. Io sono certa coraggio o non hanno avuto le basi per poter affrontare un’apertura verso nuovi mercati. l’interscambio comunitario anche e mi auguro che nuove politiche commerciali possano fare oggi la differenza. Gli accenni del governo Ed è proprio a quelle imprese che noi guardiamo per sostenerle in questa crescita, soprattutto perché corsi di studi per formare fin da centrale a nuovi incentivi alle imprese non può che farci piacere e quindi noi accogliamo con entusia- si trovano ad affrontare temi di questo genere senza una struttura adeguata; quindi un supporto subito la nuova classe dirigente smo i lavori che si svolgeranno oggi qui perché questa nuova conoscenza non potrà che accrescere da parte del governo verso questa fascia di aziende secondo me è utile e quindi dobbiamo perché possa capire l’importanza la consapevolezza di un allargamento di una visione commerciale ormai non più rimandabile. cogliere tutte le opportunità che governo centrale e locale mettono a disposizione dell’im- prenditoria per sviluppare al meglio le potenzialità che ognuna di queste ha. Nell’ultimo di un mercato globalizzato. ” Grazie anno, come dicevo, si sono registrati piccoli segnali di ripresa, ma ovviamente que- sta ripresa noi non riteniamo sia una vera ripresa. Per cui i nostri sforzi devono 20 andare soprattutto in questa direzione cercando tutte le alternative e tutte 21
Michele Mazzarano Grazie e benvenuti a tutti. Un benvenuto particolare agli ambasciatori dello Stato del Sudan e dell’E- ritrea e siamo in attesa dell’ambasciatrice della Repubblica sudafricana; un saluto particolare al sot- per l’Italia, per la Puglia; c’è un dato che accomuna il nostro paese alla nostra regione: nei lunghi anni della crisi dal 2006 in poi, negli ultimi 10 anni è cresciuto il livello di esportazione nel nostro paese Assessore allo Sviluppo economico tosegretario Della Vedova, ai presidenti di due importanti istituzioni culturali Massimo D’Alena per e anche in Puglia; noi passiamo dal valore assoluto dell’export di 6 miliardi e 700 del 2006 ai 7 mi- della Regione Puglia la Fondazione Italianieuropei e Adolfo Urso per la Fondazione Farefuturo. Per me è un onore aprire liardi e 900 del 2016; una crescita in anni difficili, in anni di contrazione, di difficoltà legate alla crisi questo convegno che dà il senso di quello che intendiamo per nuove frontiere dello sviluppo e per economico-finanziaria che ci ha attraversato; ed è indicativo segnalare come dentro questa crescita nuovi impegni della Regione Puglia nella capacità di far crescere la propensione all’internazionaliz- ci sia soprattutto la grande incidenza di settori altamente innovativi come la information-tecnology, le zazione del proprio sistema produttivo e del proprio sistema di imprese. Un ringraziamento partico- industrie creative, la chimica, la farmaceutica, tutti settori che nel 2006 incidevano per il 22% nel dato lare alla cooperativa Polis avvocati che ha avuto l’intuizione, la lungimiranza nell’organizzare questo dell’esportazione pugliese, nel 2017 finiscono per incidere con il 59%; questo dà il segno di un’eco- convegno, di tracciare questa nuova frontiera dello sviluppo, mettendo al centro di questo confronto nomia molto dinamica e in alcuni settori molto vocata ad aggredire quote di mercato internazionale. l’Africa e in modo particolare tre paesi che assommano gli slanci, le contraddizioni e le arretratezze Ovviamente c’è anche una tenuta, non c’è solo lo slancio della parte più innovativa della nostra econo- del continente africano; questo è il segno del fatto che noi ci troviamo di fronte ad un continente che mia, ma c’è una tenuta dell’agroalimentare, del tessile e del legno-arredo nelle esportazioni. Questo sembra camminare su un confine molto labile tra il rischio di diventare sempre più un mercato per dice che la Puglia che ha sempre avuto una vocazione internazionale, legata alla sua collocazione l’odio, per le multinazionali dell’odio, per i fondamentalisti islamici e la possibilità invece di aprire il proprio mercato e diventare un layer importante per le relazioni internazionali e commerciali. Una “ La Puglia che ha sempre avuto una vocazione internazionale, geografica, al suo essere regione di frontiera, negli ultimi anni è diventata una regione più internazio- nale e più internazionalizzata perché i nostri piani strategici di internazionalizzazione hanno provato consapevolezza questa che gradualmente ma con grande difficoltà sta interessando l’Unione euro- legata alla sua collocazione ad insistere su due fattori, su due dimensioni: la dimensione della internazionalizzazione attiva e il pea, che dà timidi segnali di costruzione di accordi bilaterali con i paesi africani ma ancora molto geografica, al suo essere fattore della internazionalizzazione passiva; cioè noi abbiamo lavorato per far crescere da un lato la molto timidi rispetto alle grandi esigenze che riguardano il continente africano. I tre paesi oggetto del regione di frontiera, negli propensione delle nostre imprese ad esportare e a prendere quote e segmenti di mercato, a costruire nostro confronto sono la metafora delle possibilità ma anche delle grandi drammatiche questioni ultimi anni è diventata una nuove relazioni commerciali e dall’altro abbiamo accresciuto notevolmente la capacità attrattiva di presenti nel continente africano; la possibilità di avere slanci come nella repubblica sudafricana regione più internazionale e più alcuni fattori della nostra impresa. Per cui l’immagine della Puglia è cresciuta in modo tale da che ha visto negli ultimi anni la crescita esponenziale nel settore terziario e manifatturiero; la capacità di altri paesi di avere una collocazione geopolitica utile ma invece contratti di internazionalizzata. ” essere vista come un mercato appetibile; da questo punto di vista voglio ricordare che nel programma significativo sia nel 2007-2013 che anche nella nuova programmazione gli politiche di registri e protezionistiche; paesi che hanno grandi risorse energetiche e aiuti alle grandi imprese, se cito soltanto i dati che riguardano il contratto di pro- minerarie ma che sono ancora attraversati da conflitti, da secessioni; questo dà gramma, nella vecchia programmazione 2007-2013 il 45% degli investitori che 22 il segno che c’è un mercato per le nostre imprese, un mercato per l’Europa, 23 hanno utilizzato il contratto di programma, il 45% sono investitori esteri; nei
primi due anni della nuova programmazione, il 51% delle imprese che hanno utilizzato il contratto di Benedetto Ci tenevo particolarmente ad essere presente; programma sono investitori esteri. Parliamo di Germania, Francia, Stati Uniti, Olanda, India, quindi sia vecchi alleati commerciali che nuovi. Questo dà il segno che abbiamo tutte le potenzialità per allarga- Della Vedova porgo i miei saluti innanzitutto agli ambasciatori presenti, ringrazio la Regione e il Presidente Emilia- no, ringrazio Adolfo Urso. Sottosegretario MAECI re le frontiere delle relazioni commerciali per il nostro sistema di imprese e ovviamente la Fiera del Levante è un grande laboratorio per insistere su questa strada, questo convegno ne è un po’ la dimo- Credo che tra le cose importanti che i governi di cui ho avuto l’onore di far parte, quello Renzi pre- strazione ma altri ne seguiranno, perché qui sono presenti 23 paesi di tutti i continenti e nel nostro cedente e quello Gentiloni attuale, un tema su cui i governi in questi anni hanno lavorato in maniera padiglione quello dedicato alla internazionalizzazione ci sono desk di presentazione, country presen- coordinata e piuttosto efficace è stato quello dell’internazionalizzazione. Prenderanno la parola Scan- tation, ci saranno occasioni per i nostri imprenditori affinchè possano entrare in contatto diretto con i navini dell’Ice e Quintieri di SACE, i quali daranno qualche dettaglio in più per le imprese e gli operatori responsabili commerciali delle rappresentanze diplomatiche di ogni paese e capiscano quali possano oggi presenti. Sicuramente su questo si è lavorato bene mettendo a fattor comune sia il lavoro delle essere le condizioni per costruire ponti ed aprire nuovi investimenti in altri paesi. Tutto questo colle- istituzioni, e non è scontato che lo sia, settore pubblico e privato che è uno degli aspetti della discus- gato con la significativa realtà dei pugliesi nel mondo. Ringrazio tutti voi e credo che questa occasione sione di oggi. possa essere foriera non solo di costruzioni di pace ed amicizia con i paesi interessati, ma una grande occasione per il nostro sistema di impresa. Di Africa si è ricominciato ad occuparsi in Italia e in Europa dopo qualche decennio troppo lungo di Grazie e buon lavoro a tutti elaborazione del lutto di senso di colpa dopo la fase coloniale e di distrazione; questo vuoto di pre- senza europea è stato negli ultimi due decenni in qualche modo riempito da una grossa presenza cinese soprattutto sulle infrastrutture, sul piano commerciale spesso gli interlocutori commerciali sono diventati anche lì asiatici. Per una serie di ragioni che non sto a riprendere, l’Africa è tornata al centro delle strategie europee, del pensiero delle politiche commerciali e di cooperazione allo svi- luppo europeo. Negli ultimi anni e poi negli ultimi mesi c’è stato un rafforzamento di progetti, di iniziative e di proposte alle quali saremo tutti quanti chiamati a rispondere nei prossimi mesi per dare concretezza a questi buoni propositi che hanno un driver politico molto forte, molto emotivo che è quello legato ai flussi migratori e al governo dei flussi migrato- ri, ma che devono avere ben presente una strategia di partnership economica 24 25 complessiva, che può avere anche come effetto positivo quello di consenti-
re una gestione dei flussi migratori ma che non può avere quello come obiettivo. I dati demografici quello della Commissione che prevede di lavorare su un effetto leva di 1 a 11, con la convinzione che che immagino sono stati già richiamati o che verranno richiamati, mettono in evidenza come questo si possano attivare risorse molto importanti, naturalmente sempre nella logica della partnership e secolo da un punto di vista demografico sarà il secolo africano; cito sempre un paese emblematico vale per l’Africa come per altri paesi, lo sforzo che l’Italia sta facendo - governo, agenzie e sistema delle come la Nigeria che nel 2050 secondo le proiezioni dell’Onu sarà il terzo paese più popoloso del mon- imprese - naturalmente quello di entrare a pieno titolo nell’internazionalizzazione e che vede la cre- do e che nel 2075 avrà tanti abitanti quanto l’Unione europea. C’è un terreno enorme da recuperare; scita delle imprese attraverso investimenti in aree come in quelle dei paesi africani, investimenti volti partire dopo e in ritardo è un handicap, abbiamo però alcune esperienze non felici di altri investitori a realizzare capacità produttive per servire i mercati locali e regionali, ma questo è un altro tema. Uno e operatori economici, non felici nella percezione e nella valutazione di molte leadership africane, degli elementi che abbiamo affrontato in termini di cooperazione e dialogo con tutta l’Africa setten- per cui questo terreno può essere recuperato abbastanza velocemente se c’è una strategia, se c’è un trionale ma non solo, è il livello bassissimo di cooperazione economica e interscambio commerciale investimento, se c’è la capacità di avere partnership con l’Africa. Nel 2016 l’interscambio commerciale che è un fattore penalizzante ed un elemento in termini di capacity building di cui l’Europa ha un’espe- tra l’Italia e l’Africa è stato di 34 miliardi di euro. Teniamo solo presente per avere un riferimento che rienza particolare. Se è vero che c’è questo sforzo dell’Europa è altrettanto vero che l’Italia è il ponte l’interscambio tra l’Italia e la Svizzera che è uno dei paesi più ricchi del mondo, l’interscambio è stato tra Europa e continente africano, nel radar per gli sforzi dell’internazionalizzazione che in questo di 30 miliardi di euro. Però se noi, questo dato di 34 miliardi di euro andiamo a scorporarlo, vediamo caso si accompagnano e devono fare sinergia con gli sforzi per la cooperazione e l’Italia ha cercato in che i 34 miliardi sono fatti per 7,9 con la l’Algeria, con l’Egitto 4,5 miliardi, la Libia 2,8 miliardi, se to- questi anni di rimpolpare i fondi per la cooperazione allo sviluppo che si erano un pò depauperati nei gliamo il Maghreb, quello che resta sono poco più di 10 miliardi e vediamo che per quello che resta quattro-cinque anni precedenti, stiamo aumentando le risorse con tassi di crescita elevatissimi. Que- di interscambio commerciale siamo praticamente quasi a zero; anche considerando in un’Africa che sto per dire che lo sforzo che gli imprenditori vogliono fare non solo ha grandi potenzialità e lo sap- cresce con tassi di crescita a macchia di leopardo, anche considerando il punto di partenza. Questo piamo, rischi e lo sappiamo, non solo ha risorse specifiche e strumenti messi a disposizione dell’am- credo sia uno degli obiettivi che nella spinta all’internazionalizzazione che noi stiamo cercando di ministrazione specifica ma può anche utilizzare uno sforzo complessivo che l’Italia in particolare e in imprimere come governo con qualche buon risultato visto la tenuta nella crescita e la crescita della generale l’Unione europea sta facendo in termini di cooperazione allo sviluppo dei paesi africani. crescita dell’export che abbiamo avuto negli anni complicati unito allo sforzo che si sta facendo Quindi sono grato di questo invito, di questa occasione, credo che questo sforzo di fare sinergia in ambito italiano e in ambito Unione europea per la cooperazione con l’Africa credo che con l’internazionalizzazione delle imprese al lavoro che si fa in termini di cooperazione allo questo sia un elemento di valutazione importante. C’è a livello europeo ed italiano la sviluppo, anche con strumenti più tradizionali, con un punto di congiunzione importan- consapevolezza di avere strumenti che partono certo dalla cooperazione in chiave te nella nuova legge, questo sforzo richiede buone prassi, chiede buoni e adeguati più tradizionale al coinvolgimento delle imprese sapendo che ci sono degli stru- strumenti finanziari, richiede però soprattutto di discutere con gli imprenditori 26 menti di assicurazione per risorse pubbliche e private, ci sono piani come 27 per capire quali sono le esigenze di chi vuole provarci, i problemi di chi ci ha
“ Nel futuro dell’Italia c’è necessariamente e in modo già provato, le prospettive di chi vuole provarci, ma richiede sicuramente uno sforzo complessivo per trasmettere informazioni, spunti e garantire sostegno. Nel futuro dell’Italia c’è necessariamente e in Adolfo Urso Ringrazio lo Studio Polis con cui collaboriamo da tre anni alla realizzazione di meeting in questa sede, quella della Fiera del Levante. ” modo sempre più rilevante l’Africa. Presidente Fondazione Farefuturo Il primo lo ricordo a noi stessi e a voi fu “e non a caso” sui Balcani tre anni fa e venne il Primo Ministro sempre più rilevante l’Africa. Rama, il Primo Ministro dell’Albania. Non a caso i Balcani, perché il Levante e gli interessi strategici Grazie e buon lavoro. della Puglia sono prioritari nei Balcani; il secondo fu su due paesi ai quali era stato rimosso l’embargo, l’Iran e Cuba, e il terzo è l’Africa, perché nel frattempo sia è diventata la priorità italiana, la priorità strategica sia per quanto riguarda le opportunità, lo diceva prima Benedetto Della Vedova, l’Africa per la crescita demografica, per la crescita economica di alcuni attori e per le opportunità in alcuni settori strategici, ne parlerò dopo – l’acqua, l’energia e le infrastrutture ma pure altri – l’Africa è sicuramente una priorità ma lo è sicuramente anche da un punto di vista della sfida, immaginiamo quello che è accaduto nei recenti mesi, nei recenti anni come flusso migratorio e quello che sta avvenendo in que- ste ore. L’Africa è priorità se vogliamo nel bene e nel male, e lo è diventato, volendo fare una provocazione strategica a Massimo D’Alema che su questi argomenti è più ferrato di me, perché l’Italia ha subito la più grave sconfitta – a mio avviso – nella sua storia repubblicana in Africa, subita e lo dico con un azzardo strategico per i propri interessi nazionali, ovviamente, con la caduta di Gheddafi che secondo me ha rappresentato la più grave sconfitta dell’Italia repubblicana perché ha aperto da una parte il flusso dell’immigrazione clandestina che sta mettendo a serio rischio il sistema sociale del nostro paese oltre che quello della sicurezza in alcuni casi nella, non dico latitanza, ma scarsa conside- razione europea e nel contempo ha fatto evidenziare che l’Africa che noi conoscevamo, cioè quella mediterranea e più largamente la sponda sud del mediterraneo, è oggi un proble- ma serio per tutti noi, dalla Libia, alla Siria persino alla Tunisia ancorché sia un paese uscito da una fase di stabilizzazione, accenno alla sponda sud del mediterraneo 28 29 ma per noi strategica, Turchia e Siria e così il grande medioriente.
Qui per sottolineare che l’interesse strategico italiano è stato messo a serio rischio, ed una domanda Lo scorso anno, si vedano i dati sugli investimenti, gli investimenti italiani negli ultimi due anni sono dovremmo farla, non è questo il convegno, lo dico da una sponda di una persona che si è sempre bat- stati importanti; sono stati importanti perché c’è un attore che ha scelto l’Africa che è l’Eni, in questo tuta per una Italia europea e occidentale, se oggi gli interessi strategici italiani coincidono con quelli caso più l’Egitto che il Mozambico o la Nigeria, comunque è l’Eni; è importante perché con l’Eni c’è dei nostri tradizionali alleati; gli interessi strategici sul piano economico, interessi strategici sul piano l’Enel che ha scelto l’Africa, e non a caso è importante perchè c’è Salini-Impregillo, c’è Ferrero; ma se della proiezione della sicurezza del ruolo dell’Italia, se ancora oggi i nostri interessi strategici coincido- guardiamo chi sono gli altri attori ci rendiamo conto di quali sono gli interessi strategici in campo: il no con quelli francesi, per esempio con quelli inglesi e persino con quelli degli Stati Uniti nell’area di primo attore è la Cina che da tempo ha puntato sull’Africa, il secondo attore negli investimenti sono prioritaria strategia italiana che è quella dei Balcani della Russia, pensiamo all’embargo nei confronti gli Emirati arabi, perché c’è ovviamente una competizione tra interessi strategici di continenti e se della Russia, pensiamo alla Turchia di Erdogan, pensiamo al grande medioriente noi eravamo il primo vogliamo anche di visione della vita in Africa; l’America di Obama se ne era accorta, anche quella di partner commerciale della Siria che è ridotta ad un campo di guerra civile, pensiamo all’Iran che si Bush che aveva fatto un piano per l’Africa non indifferente, l’Europa un po’ meno, eppure per l’Europa è riaperto ma che non si riapre per gli interessi americani, pensiamo appunto alla Libia di Gheddafi, è fondamentale come lo è per l’Italia. all’intervento di Sarkozy, pensiamo anche all’Africa nera. Cina, Emirati Arabi, Italia, Europa. Noi concepivamo e concepiamo l’Africa come due aspetti diversi, quella mediterranea che era inserita Si può e si deve fare di più; innanzitutto nei settori che sono fondamentali; parliamo di acqua. L’acqua in un processo di integrazione euro-mediterraneo, io stesso ne ho partecipato, molto importante che è la risorsa principale che manca soprattutto in Africa. Fino a prova contraria l’esperienza della Puglia oggi è più un problema che un’opportunità, o comunque è anche un grave problema oltre che un’op- sull’acqua è fondamentale; l’acquedotto pugliese, il primo d’Europa. Vogliamo renderci conto che la portunità, e l’Africa nera che avevamo dimenticato che oggi è una minaccia sotto il punto di vista dei prima opportunità, la prima necessità in Africa è l’acqua, e quello che significa con l’acqua, riciclaggio, flussi migratori e mi chiedo perché l’Europa abbia concentrato l’attenzione recentemente e lodevol- riutilizzo e quant’altro ancora. La seconda necessità è l’energia anche e soprattutto l’energia rinnova- mente sul Niger e sul Ciad per quanto riguarda paesi su cui investire per frenare i flussi migratori in bile, proprio per il contesto africano del territorio di dispersione nel territorio della popolazione, e la quell’area ed evitare che arrivino nelle coste libiche e quindi in quelle italiane e non lo faccia altret- Puglia, l’Italia, sono un esempio nel mondo di utilizzo dell’energia rinnovabile. Acque e energia prima tanto in un’area strategica italiana come il Sudan laddove c’è un flusso migratorio altrettanto im- di ogni altra cosa, acqua e energia sono due asset dell’impresa italiana e della cultura italiana. E portante e in cui occorre collaborare con questo paese affinchè appunto il flusso migratorio le infrastrutture. sia frenato ed indirizzato in quel paese e in quell’aria strategica. Acqua, energia e infrastrutture sono settori su cui oggi l’Africa deve assolutamente pun- È prioritaria l’Africa nera sia come opportunità, e l’opportunità è un modo anche per tare e noi con loro per creare un contesto che consenta a quel paese di crescere frenare la minaccia con la consapevolezza che il nostro competitore più impor- insieme a noi e di fornire le opportunità; poi vengono i servizi. Io ricordo spesso 30 tante sia la Cina. 31 una cosa che mi colpì quando lessi che oggi il pastore che vive in centro
Africa grazie al suo telefonino, e il 70% degli africani hanno il telefonino ha le stesse conoscenze sul dunque agli italiani e agli eritrei che invece di distruggere hanno preservato quel patrimonio. Bene un mondo che vent’anni fa erano riservate solo al presidente degli Stati Uniti; questo per rendersi conto piccolo paese ma che per me è fondamentale, anche per quanto riguarda il problema dell’immigra- di come è cambiata la diffusione dell’informazione delle conoscenze nel mondo e di come è difficile zione, certamente per quello che riguarda l’interesse culturale, storico e strategico dell’Italia. L’Africa fermare un’immigrazione in cui ciascuno oggi vede non per quello che raccontano, ma per quello che può essere un’opportunità come diceva prima Benedetto Della Vedova. Nel mio breve passaggio di vede attraverso il telefonino che c’è un altro mondo su cui cogliere l’opportunità. Ma questo significa governo avevo focalizzato l’Africa, Beniamino Quintieri, allora presidente dell’Ice se lo ricorda, presen- anche che le imprese non possono pensare che l’Africa sia quella di una volta dove si va e si può ven- tammo un piano Africa ad Addis Abeba, soprattutto ci ricordammo che la capitale dell’Africa è Roma, dere qualunque cosa, perché gli basta collegarsi col suo telefonino per vedere che il prodotto che gli non perché Roma debba diventare una città africana come qualcuno pensa, forse lo stesso sindaco, stanno presentando è superato già da due generazioni. Il pastore dell’Africa oggi ha le stesse capacità ma perché Roma è la capitale dell’Africa; Roma, e vi do soltanto questo dato è la città in cui vi sono di conoscenza di quello che aveva vent’anni fa, il presidente della repubblica americana. L’Africa come più diplomatici al mondo, perché ovviamente l’Italia è uno Stato importante nel G7, tutti hanno la loro servizi, l’Africa come agricoltura, agro-industria, turismo. Sicuramente è una sponda importante per il ambasciata ma anche perché vi è il Vaticano certamente, tutti hanno la loro ambasciata in Vaticano, nostro paese. Qui sono rappresentati tre paesi, l’Ambasciatore Tambo credo abbia avuto un proble- la Chiesa ha una sua funzione in Africa e perché a Roma vi sono le sedi delle agenzie alimentari delle ma; comunque il Sud Africa è sempre stato il paese guida dell’Africa; dal punto di vista economico oggi Nazioni Unite, a cominciare dalla Fao e tutti i paesi africani hanno avuto storicamente una presenza la Nigeria ha sopravanzato il Sud Africa come consistenza, ma il Sud Africa è il paese in cui le nostre anche alla Fao perché per loro è vita, è alimentazione. imprese sono più numerose, e poi due paesi Sudan ed Eritrea, paesi difficili ma paesi in cui ci sono Quindi Roma è anche la capitale della diplomazia africana. interessi strategici italiani. Allora realizzammo due meeting internazionali in due anni successivi non a caso in Campidoglio per Al Sudan è stato recentemente rimosso l’embargo, ancorché vi sono ancora dei problemi, il Sudan è il focalizzare questa possibilità. Nei prossimi 10 anni l’Africa raddoppierà la sua produzione manufat- granaio, comunque la potenza agricola e anche per quanto riguarda l’allevamento ed è un paese stra- turiera da 500 a 930 miliardi di dollari all’anno; raddoppierà la propria popolazione, oggi un miliardo tegico, 40 milioni di abitanti, è un paese che può con adeguati investimenti nel settore dell’agricol- di persone di cui il 70% sotto i 25 anni, anche perché l’età media è molto bassa, ma si accrescerà e tura, dell’agroindustria e dell’allevamento rifornire l’intera Africa come in parte sta già facendo. avrà una potenza di forza lavoro pari e presto superiore a quella della Cina e il tasso di crescita di L’Eritrea è un paese a noi lontano. alcuni paesi africani è superiore da lungo tempo a quello della Cina pur tra le contraddizioni L’altro giorno l’Unesco ha riconosciuto Asmara come patrimonio dell’umanità, per quel- che ancora esistono nei 54 paesi africani tra cui quelli che crescono di più e si aprono e lo che mi ha colpito, sono stato più volte, per la sua architettura razionalista inte- quelli che crescono di meno e si chiudono. Ma vi sono aree di integrazione commer- gralmente preservata, per quello che gli italiani fecero allora e che sono rimasti ciale se pensiamo a quello dell’Africa centro orientale estremamente importanti. 32 in quel territorio; patrimonio dell’umanità, ce ne siamo dimenticati. Grazie 33 Ebbene i consumi, già oggi ci sono 350 milioni di persone che possono esse-
“ L’Africa ha bisogno di più attenzione, vi è bisogno di capire re considerati in Africa, ceto medio; i consumi cresceranno e da qui a 10 anni i consumi delle famiglie e delle imprese ogni anno saranno pari a 5600 miliardi di dollari. Massimo D’Alema Presidente Fondazione Italianieuropei Ringrazio per l’invito e per l’opportunità di ritornare a Bari alla Fiera del Levante che rappresenta un appuntamento cruciale per la città di Bari, per la Puglia e il Mezzogiorno; naturalmente anche per gli e penso che l’Italia stia cominciando L’Africa ha bisogno di più attenzione, vi è bisogno di capire e penso che l’Italia stia cominciando a ca- interessi di questi incontri sempre volti ad affrontare questioni fondamentali per la pace, la sicurezza a capire quando avverte la minaccia pire quando avverte la minaccia dell’Africa, dell’immigrazione; c’è bisogno di capire che l’Africa oggi, e anche per accrescere le potenzialità di sviluppo del nostro paese. Io condivido l’idea di fondo di que- dell’Africa, dell’immigrazione; domani e per tanti anni sarà necessariamente la priorità italiana ed europea, sia per quanto riguarda sto incontro, cioè che l’Africa rappresenti il banco di prova strategico per l’Europa certamente nei c’è bisogno di capire che l’Africa la questione migratoria che è un fenomeno biblico con cui noi dovremmo fare i conti per generazio- prossimi 20-25 anni; lì ci giochiamo possibilità di sviluppo, di sicurezza. Certamente occorre avere una oggi, domani e per tanti anni sarà ni, sia per quanto riguarda le opportunità che vi sono per le nostre imprese in quel continente. E noi visione integrata dello sviluppo euro-africano considerando tra l’altro un fatto che colpisce: l’Africa è necessariamente la priorità italiana vorremmo che l’Italia e se fosse possibile l’Europa, ove gli interessi coincidessero perché non sempre un continente nel quale il 60% della popolazione ha meno di trent’anni, questa percentuale è destina- ed europea. ” coincidono con alcuni dei partner europei, noi vorremo che l’Italia e di conseguenza l’Europa sapesse cogliere il lato positivo della medaglia africana, cioè la crescita delle famiglie, dei consumi, dei lavora- ta a crescere, l’Europa è un continente in cui più del 40% della popolazione ha più di cinquant’anni. Nella storia dell’umanità “grandi continenti” uno dei quali è vecchio e ricco e l’altro è giovane e povero tori, delle imprese africane, delle opportunità che esse forniscono alle nostre imprese e non purtrop- quando sono vicini sono destinati ad uno scambio di capitali, di grandi movimenti di popolazione po vedere la faccia negativa dell’Africa. Se ci fosse più attenzione, se ci fosse più la consapevolezza – e come in passato, non è solo un fatto recente il tema dell’emigrazione; quindi è evidente che non si può lo dico al Presidente D’Alema - che questo paese debba avere una visione che travalica i governi dei non avere una visione integrata. Penso che la Cina che è un paese che ha una classe dirigente lungi- propri interessi strategici al livello internazionale, certamente nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa mirante, una capacità di pensare alla politica nel medio e lungo periodo è il nostro grande competito- che è la nostra priorità assoluta, se ci fosse la consapevolezza comune di quali sono gli interessi stra- re; fra l’altro si discute poco di quali conseguenze, opportunità potrà avere per l’Europa e per l’Africa tegici del paese, forse riusciremo a consentire alle nostre imprese di cogliere meglio queste opportu- la grande iniziativa cinese che loro chiamano one belt, one road che è destinato a cambiare il volto nità e se vogliamo anche di ridurre i danni collaterali alla minaccia migratoria che potremmo fermare della globalizzazione, che stanno finanziando il raddoppio del canale di Suez, hanno comprato il porto lì e soltanto lì. del Pireo, stanno realizzando importanti opere infrastrutturali, attraverso l’Asia centrale, vogliono collegare il Pacifico con l’Atlantico, lo stanno facendo; i cinesi quando decidono di fare una cosa la fanno. Tutto questo è destinato ad incidere sugli equilibri internazionali in modo molto rilevante. Nonostante ciò, l’Europa è un grande competitore, certamente noi possedia- mo meno Africa di quanto ne posseggono i cinesi, i quali comprano la terra, perché hanno capito che la terra, persino più dell’acqua è la vera risorsa scarsa in pro- 34 35 spettiva, dato che il rapporto tra popolazione e terre emerse, oltretutto se
non si arresta il clime change, il terreno emerso è destinato a ridursi mentre la popolazione mondiale difficoltà soprattutto 2014-2016, soprattutto per la caduta dei pressi delle commodities perché non c’è cresce; però noi e quando dico noi, voglio dire Europa, diciamo la verità noi italiani abbiamo preso il minimo dubbio che è una crescita ancora fortemente sostenuta, salvo l’eccezione di alcuni paesi questo vezzo di dire l’Europa è in ritardo, no, in questo caso diciamo che l’Europa è il principale part- dove comincia ad esserci un significativo settore manufatturiero, ma è una crescita fortemente basa- ner economico dell’Africa, il principale donatore, il principale investitore, e di questo rapporto che è ta sull’agricoltura e sulle risorse naturali e la caduta dei prezzi delle commodities ha giocato un peso un rapporto piuttosto significativo e crescente a partire da quando nel 2007 fu approvata la strategia molto negativo sulla crescita dell’Africa subsahariana ed è una delle ragioni insieme ai mutamenti euroafricana, siamo ora alla vigilia del summit euroafricano che è previsto per la fine di novembre di climatici che hanno certamente incrementato i flussi migratori. A partire dal 2016 c’è stata una parzia- quest’anno. L’Europa è il principale partner dell’Africa e l’Italia in tutto questo ha una posizione abba- le inversione di tendenza dei prezzi delle materie prime, un processo di stabilizzazione e questo sicu- stanza marginale; purtroppo questa è la verità, nel senso che se si va a vedere la massa degli investi- ramente ha aiutato. Nel 2017 la crescita dell’Africa subsahariana è intorno al 2,6% che visto dal nostro menti, dell’intercambio, altri paesi europei hanno una relazione molto più robusta con l’Africa di quel- punto di vista è una cosa enorme ma per l’Africa non lo è perchè considerate le tendenze demografi- la che non abbia l’Italia. Quindi dobbiamo cercare di recuperare il terreno. Della Vedova diceva che si che, con una crescita del 2,6% si ha una decrescita dello 0,1 del reddito pro capite perché la crescita sta cercando di aumentare l’aiuto allo sviluppo; l’Italia era ultima con i governi Berlusconi a partire dal piuttosto sostenuta della popolazione fa sì che per avere un aumento del reddito pro capite, quella 2008, l’Italia con lo 0,16% del Pil era l’ultimo paese del mondo sviluppato come contributi di aiuti allo regione del mondo ha bisogno di avere tassi di crescita significatamente più elevati. Ma le prospettive sviluppo, quindi non una posizione brillantissima, credo che adesso siamo terzultimi. Quindi quando sono sicuramente prospettive migliori per il 2018-2020 e in un quadro in cui la crescita globale è il 2,7 si dice li aiutiamo a casa loro è uno slogan ma non è vero; se guardiamo le cifre noi non aiutiamo un e del 2 delle economie più avanzate siamo nel quadro di una significativa ripresa internazionale e bel cavolo di nessuno; credo che in quantità assoluta, la Norvegia che è un paese di 5 milioni di abi- naturalmente questo aumenta le capacità d’investimento. Ora che cosa si può fare perché l’Africa tanti, dia all’Africa più di quello che diamo noi; quindi abbiamo molto da recuperare, ma questo richie- subsahariana colga queste opportunità, quali possono essere i punti di un’agenda europea, ricordan- de una profonda e radicale svolta politica. I numeri purtroppo sono testardi, ma ogni tanto vanno ri- do che siamo alla vigilia del summit euroafricano. Non c’è dubbio che gli ostacoli principali, sono un cordati per essere precisi e aggiungo che un altro dato delle relazioni euro africane è che l’Europa grave deficit di infrastrutture, che riguarda in modo particolare l’energia, e qui c’è una differenza contribuisce allo sviluppo africano anche con quel processo di rimessa degli immigrati che rap- molto netta tra l’Africa del nord e l’Africa subsahariana; è evidente che questo deficit infrastrut- presenta un flusso finanziario molto importante per l’Africa. Quindi oltre agli aiuti allo svilup- turale, questa incompiuta elettrificazione che in diversi paesi è intorno al 40%, rappresenta po e agli investimenti diretti c’è questo flusso di risorse finanziarie che essendo l’Europa uno ostacolo alla crescita di piccole e medie imprese, di un settore manufatturiero, ad la più grande area di immigrazione africana tornano verso l’Africa e sono sicuramen- un processo di modernizzazione dell’agricoltura che rimane un punto fondamentale te risorse importanti ai fini di consolidare il mercato interno e sostenere lo svi- per lo sviluppo africano; quindi, infrastrutture, energia, acqua, grandi infrastrut- 36 luppo. La crescita dell’Africa subsahariana ha conosciuto momenti di seria 37 ture è un terreno sul quale l’Europa può e deve fare molto; bisogna aiutare
Puoi anche leggere