SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo

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SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
GL I IN C ON TRI IN TE R N A ZIO N A L I D I
    P O L IS AVVOC ATI E F O N D A ZIO N E F A R EF UT UR O

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    SCENARI DI MONDI POSSIBILI
    Prospettive di sviluppo, cooperazione
    e internazionalizzazione delle imprese

    20 15 - 2 0 1 7

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SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
P remessa               Lo sguardo sul mondo che cambia si infittisce di relazioni, si rivolge al futuro, con la

____                    consapevolezza di dover essere dentro le cose per poterle comprendere e raccontare. Si
                        tratta di una necessità, non solo di una volontà. Necessità e volontà che hanno a che fare con
                        l’urgenza del nostro tempo, che non ammette tentennamenti e ci induce costantemente a
Polis Avvocati e        operare delle scelte, a lavorare per favorire scambi e contaminazioni, che siano essi di natura
Fondazione Farefuturo   economica, sociale, culturale. È questo il futuro, ma è questo anche il presente.
                        Ecco perché, per tre anni consecutivi, e mentre ci accingiamo al quarto, lo studio Polis Avvocati
                        ha voluto creare reali connessioni tra Paesi lontani geograficamente dall’Italia, eppure vicini
                        per sentire e prospettive. Un’esperienza che non si ferma, e che per il 2018 focalizza la sua
                        attenzione su uno spicchio di terra primigenia, il Corno d’Africa, finalmente ricomposto alla
                        pace tra Eritrea e Etiopia.
                        Spaziando da un continente all’altro, seguendo la rotta delle possibili relazioni che questi
                        Paesi intrecciano con l’Italia e le sue dinamiche, sempre approfondendo le tematiche
                        giuridiche sottostanti, e partendo dalla nostra professionalità in ambiti specifici quali
                        l’Internazionalizzazione delle imprese, in questi anni abbiamo tessuto una rete di legami che
                        già sta producendo i suoi frutti in molteplici settori.
                        Si tratta di una sfida entusiasmante che al contempo racconta di quanta strada ancora c’è da
                        fare per comprendere e tradurre, a seconda delle prospettive, questo nostro mondo e le
                        sue dinamiche attuali.
                        Vi invitiamo a proseguire questo viaggio di conoscenza con noi, facendo nostro il
                        detto senza tempo di un viaggiatore per eccellenza, Bruce Chatwin: “Il viaggio,
                        non solo allarga la mente, ma le dà forma”.
                        Buon viaggio

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0 1. 2015                               02. 2016                                                                      03. 2017                                                                                          04. 2018
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    LE NUOVE ROTTE
    DEL LEVANTE
    Le imprese meridionali e la sfida      Bari 16.09.2016                     I GRANDI MERCATI
    dell’internazionalizzazione                             Sala Unioncamere
                                                                               CHE TORNANO
                                                                               Istituzioni e professioni a supporto
                                                                               dell’Internazionalizzazione

    Bari - 15 settembre                                                                                                AFRICA                                       LA NUOVA FRONTIERA
                                                                                                                                                                     DELLO SVILUPPO

    Fiera del Levante                                                                                                                                      In collaborazione con:

    Pad. N. 150 - UNIONCAMERE
                                           Media Partner:

                                                                                                                                                                  Sponsor:
                                           In collaborazione con:

                                                                                                                             L’evento è accreditato con n.3 crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Bari.

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01 . 2 0 15                                       01. 2015
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              LE NUOVE ROTTE
              DEL LEVANTE
              Le imprese meridionali e la sfida
              dell’internazionalizzazione

              Bari - 15 settembre
              Fiera del Levante
              Pad. N. 150 - UNIONCAMERE

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02 . 2 0 16                            02. 2016
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«I Grandi Mercati che tornano.
Istituzioni e professioni a supporto
dell’internazionalizzazione»

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03 . 2 0 17          03. 2017
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                                                                                                   Simest, Confindustria, Camera di Commercio, e ai grandi operatori
                                                                                                   internazionali come IWS e Italianieuropei, nonché grazie ad alcuni

«Africa.
                                                                                                   riconoscimenti diplomatici diretti, abbiamo lavorato a questa terza
                     Francesco Paolo Bello                                                         edizione del meeting per costruire una rete di legami e relazioni, che

La nuova frontiera
                     Polis Avvocati                                                                sia utilizzabile dalle imprese per avvicinarsi o rinforzare i propri rapporti
                                                                                                   con Paesi meno “frequentati” in termini di rotte commerciali, ma non per

dello sviluppo»
                                                                                                   questo meno rilevanti o strategici.
                     Lo Studio Polis Avvocati e io che qui lo rappresento, in collaborazione con   Nell’edizione d’esordio, «Le rotte del Levante», nel 2015, il primo ministro
                     la Regione Puglia, organizziamo per il terzo anno consecutivo un meeting      albanese Edi Rama, ci portò la testimonianza diretta di come una politica
                     internazionale nel contesto della Fiera del Levante, con l’intento di fare    attenta e la volontà di una collaborazione internazionale abbiano
                     la nostra parte nel favorire il processo di internazionalizzazione delle      cambiato il volto del suo paese. L’Albania è ora un interlocutore affidabile,
                     imprese, un processo che richiede attenzione, know how e soprattutto          un paese partner, una rotta sicura, e gli scambi con l’Italia, e in particolare
                     supporto bilaterale di tutti gli enti e gli organismi preposti.               la Puglia sono all’ordine del giorno. Nella seconda edizione del meeting
                                                                                                   «I grandi mercati che tornano», abbiamo esplorato le opportunità offerte
                                                                                                   da Iran e Cuba, due grandi Paesi restituiti allo scenario internazionale
                                                                                                   graduale alleggerimento delle sanzioni che li hanno penalizzati a lungo
                                                                                                   e pesantemente. Se consideriamo infrastrutture, logistica, manifattura,
                                                                                                   turismo e molto altro, per questi Paesi l’Italia rappresenta un partner
                                                                                                   indispensabile per convogliare le grandi risorse, energetiche, di materie

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SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
0 3. 2017                                                                                                                                                        03. 2017
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prime e di sviluppo, verso un modello di crescita sostenibile, moderno ed         dedica all’«Internazionalizzazione delle imprese», lavorando alla ricerca      dal settore manifatturiero e il 15% da quello agricolo, sebbene, a causa      essenziale verso i mercati della regione grazie alla buona rete
efficiente. Le nostre imprese hanno partecipato numerose e interessate            di interlocuzioni dirette e all’aggiornamento delle proprie competenze         della scarsa produttività del settore, la maggior parte della popolazione     infrastrutturale, alle forti istituzioni finanziarie, alla solidità delle
ai tavoli B2B predisposti da Puglia Sviluppo in esito all’incontro. Il nostro     internazionali per fornire il miglior servizio alle imprese che intendono      sia proprio impiegata in agricoltura. Il Paese è ricco di risorse minerarie   istituzioni democratiche e all’indipendenza del potere giudiziario. Negli
studio sta partecipando, come partner legale ad alcuni di questi progetti.        collaborare con questi Paesi. Joint ventures, best friendship, esportazione,   (oro, argento, ferro, rame, potassio, silicio, marmo e granito).              ultimi anni si è assistito ad un’ascesa delle nostre esportazioni in Sud
Quest’anno ci affacciamo all’Africa, senza pretesa di esaurire il tema dello      importazione, progetti commerciali comuni verso Paesi terzi, questo ed                                                                                       Africa. Nel periodo 2010-2016, in particolare, sono cresciute del 19%.
sviluppo del grande, gigantesco continente, così vicino e così sconosciuto        altro segue il nostro gruppo di lavoro di Internazionalizzazione, operando     Sudan                                                                         Molte delle voci più significative hanno fatto registrare aumenti rilevanti:
ai più; con l’intento però di superare la visione ristretta dei rapporti          a stretto contatto con le autorità dei diversi Paesi e con le maggiori         L’economia del Sudan ancora fatica a stabilizzarsi dopo lo shock della        la prima per importanza, relativa ai macchinari e le apparecchiature, si
problematici e aprirci ad un confronto chiaro, schietto e paritario con           istituzioni deputate al controllo, sicurezza e finanziamento degli scambi      secessione del Sud Sudan del 2011, in seguito alla quale è venuta meno        caratterizza per un incremento del 13,6%. Per la seconda voce, relativa
quelle realtà pronte e disponibili a interagire con il nostro brillante tessuto   commerciali con l’estero. Per questo un ringraziamento particolare             la maggior parte dei proventi derivanti dalle esportazioni di petrolio (il    alla categoria residuale degli altri prodotti dell’industria manifatturiera
economico. Eritrea, Sudan e Repubblica Sud Africana, Paesi connessi e             va all’Ordine degli Avvocati di Bari che supporta anche quest’anno             75%) e oltre la metà’ delle entrate fiscali. Continuano inoltre a pesare      (che comprende gioielleria, forniture mediche e dentistiche, strumenti
aperti alle relazioni con il nostro, hanno accolto l’invito al confronto e per    l’iniziativa dimostrando di comprendere che il ruolo del professionista        sulle prestazioni economiche del Paese il forte debito pubblico ed            musicali, articoli sportivi), si rileva un’impennata del 143,9%, grazie
questo li ringraziamo. Attraverso i loro massimi esponenti diplomatici            ha un potenziale molto superiore e ben più complesso di quello ritenuto        estero, l’impatto diretto e indiretto delle sanzioni statunitensi (pur        soprattutto agli articoli di gioielleria. In crescita altre voci di rilievo quali
sono qui a dialogare con i referenti del mondo della cooperazione, con le         comunemente.                                                                   temporaneamente sospese e che saranno probabilmente rimosse dal               prodotti chimici (+26,4%), computer e prodotti di elettronica e ottica
cariche politiche competenti e con gli imprenditori.                              Parliamo dunque d’Africa e in particolare di Eritrea, Sudan e Repubblica       luglio 2017) e un buisiness environment in generale carente sotto gli         (+133,7%), autoveicoli, rimorchi e altri mezzi di trasporto (+57%), prodotti
Nel nostro ruolo di studio legale intendiamo svolgere la parte che più ci         Sudafricana.                                                                   aspetti dell’expertise, della trasparenza e della completa affidabilità.      alimentari e bevande (+52,4%). In aumento anche apparecchiature
è consona, probabilmente meno visibile, ma altrettanto importante, di                                                                                                                                                                          elettriche e per uso domestico (+17,3%), articoli in gomma e materie
raccordo e coordinamento tra i diversi sistemi di regole, tra le diverse          Eritrea                                                                        Sud Africa                                                                    plastiche (+40,5%), prodotti in metallo (+15,8%) e altri prodotti della
realtà giuridiche per indirizzare in maniera –soprattutto- sicura, ogni           Con un reddito medio pro-capite di circa 400 dollari e con un PIL fra i        È un attore imprescindibile: possiede l’economia più avanzata e               lavorazione di minerali non metalliferi (+49%). In calo invece i prodotti
attività imprenditoriale o progetto di cooperazione. Polis Avvocati si è          più bassi dell’Africa Sub-Sahariana, l’Eritrea, secondo la Banca Mondiale,     diversificata del continente e quindi non solo costituisce un mercato         petroliferi (-61,8%), i prodotti farmaceutici (-45,8%) e i prodotti della
dotato di risorse specializzate in questo ambito, grazie al gruppo che si         è fra i Paesi più poveri al mondo. Il 63% del PIL deriva dai servizi, il 22%   di grande interesse in quanto tale, ma costituisce una porta d’ingresso       metallurgia (-31,5%)

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SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
0 3. 2017   03. 2017                                   Buongiorno a tutti e benvenuti al Convegno che costituisce una sfida epocale, la sfida della

____        ____                                       nuova frontiera dell’Africa. È una sfida fondamentale di sopravvivenza dell’Europa in gene-
                                                       re, considerato il fatto che in Africa il maggior Paese investitore in economia è “purtroppo e
            Avv. De Ceglia                             sottolineo purtroppo”, la Cina a fronte di un’assoluta dimenticanza dell’Italia ma soprattutto
            Delegato del Consiglio dell’ordine degli   dell’Europa;
            Avvocati
                                                       l’Europa che è chiamata a questa sfida epocale in cui il continente Africa è un’opportunità
                                                       piuttosto che un onere.

                                                       Buona giornata e buon lavoro a tutti i congressisti

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SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
03. 2017
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RELATORI
SCENARI DI MONDI POSSIBILI - Prospettive di sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione delle imprese - Farefuturo
Antonio Decaro    Buongiorno a tutti,
                  io credo che ancora oggi la Fiera del Levante dimostra di essere non soltanto il luogo delle esposizioni
                                                                                                                                “    Bisogna aumentare il numero
                                                                                                                                dei paesi africani da coinvolgere
                                                                                                                                                                    sub-sahariana, spinti soprattutto noi italiani da un dato di fatto strutturale che è proprio la vicinanza
                                                                                                                                                                    geografica. Quell’immensa regione africana sta vivendo una stagione di grande fase di crescita, di
Sindaco di Bari
                  e delle occasioni commerciali, dimostra di essere la sede di discussioni, di riflessioni nel campo dell’e-    in questo processo e dare magari    espansione economica, pensate che ha un tasso di crescita superiore a quello dei Paesi Brics.
                  conomia e nel campo delle relazioni alla presenza di ospiti autorevoli nazionali e internazionali. Credo      qualche opportunità in più alle     Questa rapida e prolungata crescita potrebbe determinare per le nostre aziende, grandi opportunità
                  davvero non ci sia un posto migliore di questo, la città di Bari, la Fiera del Levante, per discutere dei     aziende più piccole del nostro      se solo avessimo la capacità di rafforzare i rapporti di internazionalizzazione dal punto di vista econo-
                  rapporti con il continente che è così vicino da un punto di vista geografico, però contemporaneamen-
                  te sconosciuto; in fondo se guardiamo bene l’Africa è soltanto l’altra sponda del mar Mediterraneo,
                                                                                                                                sistema economico.
                                                                                                                                                     ”              mico e credo che l’incontro di oggi vada proprio in questa direzione e segna la volontà di costruire una
                                                                                                                                                                    partnership paritaria tra l’Africa e il nostro Paese, dove l’Africa non è più percepita come un continente
                  un mare che per millenni ha cullato i nostri due popoli ed ha segnato le storie dei nostri due popoli.                                            soltanto afflitto dalle guerre e dalla miseria sociale, ma al contrario viene visto come un’area in piena
                  Mi sento di ringraziare gli organizzatori di questo incontro di oggi, in particolare l’Avv. Bello per la                                          crescita economica e quindi in grado di offrire molte opportunità al nostro Paese. In un quadro di dati
                  coraggiosa intuizione che ci permetterà di cogliere elementi di conoscenza utili e necessari per svilup-                                          forniti dalla Farnesina in cui l’Italia si attesta al 7° posto come partner commerciale, con un volume di
                  pare relazioni politiche ed istituzionali e per far scoprire alle nostre aziende scenari interessanti in un                                       interscambio pari a 40 miliardi di euro, il 5% dell’intero volume di interscambio africano. Il fatto che
                  continente vastissimo abitato da oltre un miliardo di persone. Credo che la vastità del territorio da                                             nel continente africano si registrano questi alti tassi di crescita economica apre secondo me molte
                  un lato e la diversità dall’altro lato degli insediamenti e anche delle storie a volte anche drammatiche                                          opportunità alle aziende italiane e l’interesse è dimostrato proprio all’incontro che qui oggi si tiene in
                  delle popolazioni che abitano l’Africa debbano farci riflettere sul fatto che l’Africa non è tutta uguale                                         Fiera.
                  e che la chiave di lettura del territorio non può essere la stessa se passiamo dal Maghreb alla parte                                             Bisogna forse diversificare i settori di interesse che oggi sono limitati all’energia, alle infrastrutture,
                  subsahariana al Corno d’Africa o all’estremo sud. Certo la costa sud del Mediterraneo per noi europei                                             all’agroalimentare; bisogna aumentare il numero dei paesi africani da coinvolgere in questo processo
                  che avevamo coltivato grandi speranze proprio nel partnariato euro-Mediterraneo della conferenza                                                  e dare magari qualche opportunità in più alle aziende più piccole del nostro sistema economico. Tutto
                  di Barcellona degli anni novanta purtroppo è fallito ed è diventato oggetto di attenzione non tanto                                               questo si può fare soltanto se facciamo sistema, credo che fare sistema sarà il tema da affrontare
                  per i rapporti economici ed istituzionali, quanto per due fenomeni legati alla sicurezza e che                                                    in questa giornata che proporrà sicuramente da un lato spunti di riflessione sulle opportunità
                  sono: il fenomeno del flusso migratorio e quello legato alla prevenzione e repressione del                                                        commerciali, economiche che hanno anche un risvolto politico-istituzionale ma ci permet-
                  terrorismo. Io invece credo che proprio partendo da questi due fenomeni che hanno                                                                 terà anche di conoscere un territorio, un continente molto vicino a noi e ancora molto
                  una portata epocale per come abbiamo raccontato l’altro giorno in occasione della                                                                 sconosciuto.
                  inaugurazione della Fiera, che sono due fenomeni che spaventano l’Europa e                                                                        Grazie

18                l’Occidente dovremmo ripensare e rinnovare le nostre relazioni con l’Africa                                   19
Laura Ruggiero                  Buongiorno a tutti e ben trovati.
                                Ringrazio per questo invito: come sapete accettiamo con molto entusiasmo anche perché qui si parla
                                                                                                                                                                                      le possibilità per questa crescita e l’occasione oggi di questo incontro è un esempio. Per questo vorrei
                                                                                                                                                                                      ringraziare lo studio Polis e l’Avvocato Bello perché sta facendo di queste iniziative un incontro a cui
Vice Presidente Confindustria
                                di temi di crescita.                                                                                                                                  non si può più rinunciare offrendo la possibilità di conoscere mercati apparentemente lontani ma con
                                Saluto gli ambasciatori e sono lieta di trovare delle donne rappresentanti di Paesi importanti che of-                                                grandi possibilità di offrire interscambio commerciale. Quindi soprattutto verso questi paesi che noi
                                frono la possibilità di esprimere al meglio le risorse del proprio paese. Quindi è un orgoglio per me                                                 dobbiamo orientare la nostra attenzione. In Africa sono poche le Pmi che possono dire di aver intra-
                                come donna vedere seduti a questo tavolo anche rappresentanti femminili.                                                                              preso un cammino di interscambio; abbiamo sicuramente grandi aziende come l’Eni che hanno una
                                Confindustria o le imprese di Confindustria in questi ultimi anni hanno cercato di arginare quelli che                                                grande fetta di mercato; ma noi dobbiamo puntare affinché la dimensione aziendale non sia quelle
                                sono stati i riflessi negativi di un lungo periodo di crisi guardando a paesi oltre confine. Quindi l’export                                          delle nostre Pmi, belle, familiari, ma non organizzate in maniera organica, non organizzate in maniera
                                per noi è stato in questi anni un’ancora di salvezza. Molte aziende, soprattutto quelle più strutturate                                               manageriale, per cui dobbiamo far crescere soprattutto gli imprenditori e dobbiamo far capire loro
                                hanno fatto di questo il loro business, sono riuscite a recuperare mercato e oggi cercano ancora con                                                  che questa consapevolezza diventi forza per le nostre aziende e quindi aiutarle ad allargare questa
                                tanti sforzi di consolidare questi risultati perché hanno capito che solo così attraverso l’interscam-                                                visione formando il personale; dobbiamo guardare fuori, le occasioni certo non mancano, ma questo
                                bio con altri paesi, è possibile guardare avanti e pensare ad una dimensione diversa delle proprie                                                    le aziende non riescono a farlo da sole, dobbiamo chiedere al governo, alle istituzioni, alle università
                                aziende. La Puglia in questo, e Bari in particolare, ha registrato dei numeri di tutto rispetto con delle
                                eccellenze in vari campi, soprattutto nell’agroalimentare, nella meccanica e nella farmaceutica. Però
                                                                                                                                               “    Dobbiamo chiedere al governo,
                                                                                                                                               alle istituzioni, alle università di
                                                                                                                                                                                      di cambiare rotta e indirizzare verso l’interscambio comunitario anche corsi di studi per formare fin
                                                                                                                                                                                      da subito la nuova classe dirigente perché possa capire l’importanza di un mercato globalizzato. L’au-
                                questo non è sufficiente, dobbiamo aiutare tutta quella platea di Pmi che ancora non hanno avuto il            cambiare rotta e indirizzare verso     gurio è che ci possano essere presto nuovi incentivi per camminare in questa direzione. Io sono certa
                                coraggio o non hanno avuto le basi per poter affrontare un’apertura verso nuovi mercati.                       l’interscambio comunitario anche       e mi auguro che nuove politiche commerciali possano fare oggi la differenza. Gli accenni del governo
                                Ed è proprio a quelle imprese che noi guardiamo per sostenerle in questa crescita, soprattutto perché          corsi di studi per formare fin da      centrale a nuovi incentivi alle imprese non può che farci piacere e quindi noi accogliamo con entusia-
                                si trovano ad affrontare temi di questo genere senza una struttura adeguata; quindi un supporto                subito la nuova classe dirigente       smo i lavori che si svolgeranno oggi qui perché questa nuova conoscenza non potrà che accrescere
                                da parte del governo verso questa fascia di aziende secondo me è utile e quindi dobbiamo                       perché possa capire l’importanza       la consapevolezza di un allargamento di una visione commerciale ormai non più rimandabile.
                                cogliere tutte le opportunità che governo centrale e locale mettono a disposizione dell’im-
                                prenditoria per sviluppare al meglio le potenzialità che ognuna di queste ha. Nell’ultimo
                                                                                                                                               di un mercato globalizzato.
                                                                                                                                                                             ”        Grazie

                                anno, come dicevo, si sono registrati piccoli segnali di ripresa, ma ovviamente que-
                                sta ripresa noi non riteniamo sia una vera ripresa. Per cui i nostri sforzi devono

20                              andare soprattutto in questa direzione cercando tutte le alternative e tutte                                   21
Michele Mazzarano                   Grazie e benvenuti a tutti. Un benvenuto particolare agli ambasciatori dello Stato del Sudan e dell’E-
                                    ritrea e siamo in attesa dell’ambasciatrice della Repubblica sudafricana; un saluto particolare al sot-
                                                                                                                                                                                        per l’Italia, per la Puglia; c’è un dato che accomuna il nostro paese alla nostra regione: nei lunghi anni
                                                                                                                                                                                        della crisi dal 2006 in poi, negli ultimi 10 anni è cresciuto il livello di esportazione nel nostro paese
Assessore allo Sviluppo economico
                                    tosegretario Della Vedova, ai presidenti di due importanti istituzioni culturali Massimo D’Alena per                                                e anche in Puglia; noi passiamo dal valore assoluto dell’export di 6 miliardi e 700 del 2006 ai 7 mi-
della Regione Puglia
                                    la Fondazione Italianieuropei e Adolfo Urso per la Fondazione Farefuturo. Per me è un onore aprire                                                  liardi e 900 del 2016; una crescita in anni difficili, in anni di contrazione, di difficoltà legate alla crisi
                                    questo convegno che dà il senso di quello che intendiamo per nuove frontiere dello sviluppo e per                                                   economico-finanziaria che ci ha attraversato; ed è indicativo segnalare come dentro questa crescita
                                    nuovi impegni della Regione Puglia nella capacità di far crescere la propensione all’internazionaliz-                                               ci sia soprattutto la grande incidenza di settori altamente innovativi come la information-tecnology, le
                                    zazione del proprio sistema produttivo e del proprio sistema di imprese. Un ringraziamento partico-                                                 industrie creative, la chimica, la farmaceutica, tutti settori che nel 2006 incidevano per il 22% nel dato
                                    lare alla cooperativa Polis avvocati che ha avuto l’intuizione, la lungimiranza nell’organizzare questo                                             dell’esportazione pugliese, nel 2017 finiscono per incidere con il 59%; questo dà il segno di un’eco-
                                    convegno, di tracciare questa nuova frontiera dello sviluppo, mettendo al centro di questo confronto                                                nomia molto dinamica e in alcuni settori molto vocata ad aggredire quote di mercato internazionale.
                                    l’Africa e in modo particolare tre paesi che assommano gli slanci, le contraddizioni e le arretratezze                                              Ovviamente c’è anche una tenuta, non c’è solo lo slancio della parte più innovativa della nostra econo-
                                    del continente africano; questo è il segno del fatto che noi ci troviamo di fronte ad un continente che                                             mia, ma c’è una tenuta dell’agroalimentare, del tessile e del legno-arredo nelle esportazioni. Questo
                                    sembra camminare su un confine molto labile tra il rischio di diventare sempre più un mercato per                                                   dice che la Puglia che ha sempre avuto una vocazione internazionale, legata alla sua collocazione
                                    l’odio, per le multinazionali dell’odio, per i fondamentalisti islamici e la possibilità invece di aprire il
                                    proprio mercato e diventare un layer importante per le relazioni internazionali e commerciali. Una
                                                                                                                                                   “    La Puglia che ha sempre avuto
                                                                                                                                                   una vocazione internazionale,
                                                                                                                                                                                        geografica, al suo essere regione di frontiera, negli ultimi anni è diventata una regione più internazio-
                                                                                                                                                                                        nale e più internazionalizzata perché i nostri piani strategici di internazionalizzazione hanno provato
                                    consapevolezza questa che gradualmente ma con grande difficoltà sta interessando l’Unione euro-                legata alla sua collocazione         ad insistere su due fattori, su due dimensioni: la dimensione della internazionalizzazione attiva e il
                                    pea, che dà timidi segnali di costruzione di accordi bilaterali con i paesi africani ma ancora molto           geografica, al suo essere            fattore della internazionalizzazione passiva; cioè noi abbiamo lavorato per far crescere da un lato la
                                    molto timidi rispetto alle grandi esigenze che riguardano il continente africano. I tre paesi oggetto del      regione di frontiera, negli          propensione delle nostre imprese ad esportare e a prendere quote e segmenti di mercato, a costruire
                                    nostro confronto sono la metafora delle possibilità ma anche delle grandi drammatiche questioni                ultimi anni è diventata una          nuove relazioni commerciali e dall’altro abbiamo accresciuto notevolmente la capacità attrattiva di
                                    presenti nel continente africano; la possibilità di avere slanci come nella repubblica sudafricana             regione più internazionale e più     alcuni fattori della nostra impresa. Per cui l’immagine della Puglia è cresciuta in modo tale da
                                    che ha visto negli ultimi anni la crescita esponenziale nel settore terziario e manifatturiero;
                                    la capacità di altri paesi di avere una collocazione geopolitica utile ma invece contratti di
                                                                                                                                                   internazionalizzata.
                                                                                                                                                                          ”             essere vista come un mercato appetibile; da questo punto di vista voglio ricordare che nel
                                                                                                                                                                                        programma significativo sia nel 2007-2013 che anche nella nuova programmazione gli
                                    politiche di registri e protezionistiche; paesi che hanno grandi risorse energetiche e                                                              aiuti alle grandi imprese, se cito soltanto i dati che riguardano il contratto di pro-
                                    minerarie ma che sono ancora attraversati da conflitti, da secessioni; questo dà                                                                    gramma, nella vecchia programmazione 2007-2013 il 45% degli investitori che

22                                  il segno che c’è un mercato per le nostre imprese, un mercato per l’Europa,                                    23                                   hanno utilizzato il contratto di programma, il 45% sono investitori esteri; nei
primi due anni della nuova programmazione, il 51% delle imprese che hanno utilizzato il contratto di
                                                                                                                 Benedetto               Ci tenevo particolarmente ad essere presente;
     programma sono investitori esteri. Parliamo di Germania, Francia, Stati Uniti, Olanda, India, quindi sia
     vecchi alleati commerciali che nuovi. Questo dà il segno che abbiamo tutte le potenzialità per allarga-
                                                                                                                 Della Vedova            porgo i miei saluti innanzitutto agli ambasciatori presenti, ringrazio la Regione e il Presidente Emilia-
                                                                                                                                         no, ringrazio Adolfo Urso.
                                                                                                                 Sottosegretario MAECI
     re le frontiere delle relazioni commerciali per il nostro sistema di imprese e ovviamente la Fiera del
     Levante è un grande laboratorio per insistere su questa strada, questo convegno ne è un po’ la dimo-                                Credo che tra le cose importanti che i governi di cui ho avuto l’onore di far parte, quello Renzi pre-
     strazione ma altri ne seguiranno, perché qui sono presenti 23 paesi di tutti i continenti e nel nostro                              cedente e quello Gentiloni attuale, un tema su cui i governi in questi anni hanno lavorato in maniera
     padiglione quello dedicato alla internazionalizzazione ci sono desk di presentazione, country presen-                               coordinata e piuttosto efficace è stato quello dell’internazionalizzazione. Prenderanno la parola Scan-
     tation, ci saranno occasioni per i nostri imprenditori affinchè possano entrare in contatto diretto con i                           navini dell’Ice e Quintieri di SACE, i quali daranno qualche dettaglio in più per le imprese e gli operatori
     responsabili commerciali delle rappresentanze diplomatiche di ogni paese e capiscano quali possano                                  oggi presenti. Sicuramente su questo si è lavorato bene mettendo a fattor comune sia il lavoro delle
     essere le condizioni per costruire ponti ed aprire nuovi investimenti in altri paesi. Tutto questo colle-                           istituzioni, e non è scontato che lo sia, settore pubblico e privato che è uno degli aspetti della discus-
     gato con la significativa realtà dei pugliesi nel mondo. Ringrazio tutti voi e credo che questa occasione                           sione di oggi.
     possa essere foriera non solo di costruzioni di pace ed amicizia con i paesi interessati, ma una grande
     occasione per il nostro sistema di impresa.                                                                                         Di Africa si è ricominciato ad occuparsi in Italia e in Europa dopo qualche decennio troppo lungo di
     Grazie e buon lavoro a tutti                                                                                                        elaborazione del lutto di senso di colpa dopo la fase coloniale e di distrazione; questo vuoto di pre-
                                                                                                                                         senza europea è stato negli ultimi due decenni in qualche modo riempito da una grossa presenza
                                                                                                                                         cinese soprattutto sulle infrastrutture, sul piano commerciale spesso gli interlocutori commerciali
                                                                                                                                         sono diventati anche lì asiatici. Per una serie di ragioni che non sto a riprendere, l’Africa è tornata al
                                                                                                                                         centro delle strategie europee, del pensiero delle politiche commerciali e di cooperazione allo svi-
                                                                                                                                         luppo europeo. Negli ultimi anni e poi negli ultimi mesi c’è stato un rafforzamento di progetti, di
                                                                                                                                         iniziative e di proposte alle quali saremo tutti quanti chiamati a rispondere nei prossimi mesi
                                                                                                                                         per dare concretezza a questi buoni propositi che hanno un driver politico molto forte,
                                                                                                                                         molto emotivo che è quello legato ai flussi migratori e al governo dei flussi migrato-
                                                                                                                                         ri, ma che devono avere ben presente una strategia di partnership economica

24                                                                                                               25                      complessiva, che può avere anche come effetto positivo quello di consenti-
re una gestione dei flussi migratori ma che non può avere quello come obiettivo. I dati demografici                    quello della Commissione che prevede di lavorare su un effetto leva di 1 a 11, con la convinzione che
     che immagino sono stati già richiamati o che verranno richiamati, mettono in evidenza come questo                      si possano attivare risorse molto importanti, naturalmente sempre nella logica della partnership e
     secolo da un punto di vista demografico sarà il secolo africano; cito sempre un paese emblematico                      vale per l’Africa come per altri paesi, lo sforzo che l’Italia sta facendo - governo, agenzie e sistema delle
     come la Nigeria che nel 2050 secondo le proiezioni dell’Onu sarà il terzo paese più popoloso del mon-                  imprese - naturalmente quello di entrare a pieno titolo nell’internazionalizzazione e che vede la cre-
     do e che nel 2075 avrà tanti abitanti quanto l’Unione europea. C’è un terreno enorme da recuperare;                    scita delle imprese attraverso investimenti in aree come in quelle dei paesi africani, investimenti volti
     partire dopo e in ritardo è un handicap, abbiamo però alcune esperienze non felici di altri investitori                a realizzare capacità produttive per servire i mercati locali e regionali, ma questo è un altro tema. Uno
     e operatori economici, non felici nella percezione e nella valutazione di molte leadership africane,                   degli elementi che abbiamo affrontato in termini di cooperazione e dialogo con tutta l’Africa setten-
     per cui questo terreno può essere recuperato abbastanza velocemente se c’è una strategia, se c’è un                    trionale ma non solo, è il livello bassissimo di cooperazione economica e interscambio commerciale
     investimento, se c’è la capacità di avere partnership con l’Africa. Nel 2016 l’interscambio commerciale                che è un fattore penalizzante ed un elemento in termini di capacity building di cui l’Europa ha un’espe-
     tra l’Italia e l’Africa è stato di 34 miliardi di euro. Teniamo solo presente per avere un riferimento che             rienza particolare. Se è vero che c’è questo sforzo dell’Europa è altrettanto vero che l’Italia è il ponte
     l’interscambio tra l’Italia e la Svizzera che è uno dei paesi più ricchi del mondo, l’interscambio è stato             tra Europa e continente africano, nel radar per gli sforzi dell’internazionalizzazione che in questo
     di 30 miliardi di euro. Però se noi, questo dato di 34 miliardi di euro andiamo a scorporarlo, vediamo                 caso si accompagnano e devono fare sinergia con gli sforzi per la cooperazione e l’Italia ha cercato in
     che i 34 miliardi sono fatti per 7,9 con la l’Algeria, con l’Egitto 4,5 miliardi, la Libia 2,8 miliardi, se to-        questi anni di rimpolpare i fondi per la cooperazione allo sviluppo che si erano un pò depauperati nei
     gliamo il Maghreb, quello che resta sono poco più di 10 miliardi e vediamo che per quello che resta                    quattro-cinque anni precedenti, stiamo aumentando le risorse con tassi di crescita elevatissimi. Que-
     di interscambio commerciale siamo praticamente quasi a zero; anche considerando in un’Africa che                       sto per dire che lo sforzo che gli imprenditori vogliono fare non solo ha grandi potenzialità e lo sap-
     cresce con tassi di crescita a macchia di leopardo, anche considerando il punto di partenza. Questo                    piamo, rischi e lo sappiamo, non solo ha risorse specifiche e strumenti messi a disposizione dell’am-
     credo sia uno degli obiettivi che nella spinta all’internazionalizzazione che noi stiamo cercando di                   ministrazione specifica ma può anche utilizzare uno sforzo complessivo che l’Italia in particolare e in
     imprimere come governo con qualche buon risultato visto la tenuta nella crescita e la crescita della                   generale l’Unione europea sta facendo in termini di cooperazione allo sviluppo dei paesi africani.
     crescita dell’export che abbiamo avuto negli anni complicati unito allo sforzo che si sta facendo                      Quindi sono grato di questo invito, di questa occasione, credo che questo sforzo di fare sinergia
     in ambito italiano e in ambito Unione europea per la cooperazione con l’Africa credo che                               con l’internazionalizzazione delle imprese al lavoro che si fa in termini di cooperazione allo
     questo sia un elemento di valutazione importante. C’è a livello europeo ed italiano la                                 sviluppo, anche con strumenti più tradizionali, con un punto di congiunzione importan-
     consapevolezza di avere strumenti che partono certo dalla cooperazione in chiave                                       te nella nuova legge, questo sforzo richiede buone prassi, chiede buoni e adeguati
     più tradizionale al coinvolgimento delle imprese sapendo che ci sono degli stru-                                       strumenti finanziari, richiede però soprattutto di discutere con gli imprenditori

26   menti di assicurazione per risorse pubbliche e private, ci sono piani come                                        27   per capire quali sono le esigenze di chi vuole provarci, i problemi di chi ci ha
“    Nel futuro dell’Italia
c’è necessariamente e in modo
                                  già provato, le prospettive di chi vuole provarci, ma richiede sicuramente uno sforzo complessivo per
                                  trasmettere informazioni, spunti e garantire sostegno. Nel futuro dell’Italia c’è necessariamente e in   Adolfo Urso                        Ringrazio lo Studio Polis con cui collaboriamo da tre anni alla realizzazione di meeting in questa sede,
                                                                                                                                                                              quella della Fiera del Levante.

                              ”   modo sempre più rilevante l’Africa.                                                                      Presidente Fondazione Farefuturo   Il primo lo ricordo a noi stessi e a voi fu “e non a caso” sui Balcani tre anni fa e venne il Primo Ministro
sempre più rilevante l’Africa.
                                                                                                                                                                              Rama, il Primo Ministro dell’Albania. Non a caso i Balcani, perché il Levante e gli interessi strategici
                                  Grazie e buon lavoro.                                                                                                                       della Puglia sono prioritari nei Balcani; il secondo fu su due paesi ai quali era stato rimosso l’embargo,
                                                                                                                                                                              l’Iran e Cuba, e il terzo è l’Africa, perché nel frattempo sia è diventata la priorità italiana, la priorità
                                                                                                                                                                              strategica sia per quanto riguarda le opportunità, lo diceva prima Benedetto Della Vedova, l’Africa per
                                                                                                                                                                              la crescita demografica, per la crescita economica di alcuni attori e per le opportunità in alcuni settori
                                                                                                                                                                              strategici, ne parlerò dopo – l’acqua, l’energia e le infrastrutture ma pure altri – l’Africa è sicuramente
                                                                                                                                                                              una priorità ma lo è sicuramente anche da un punto di vista della sfida, immaginiamo quello che è
                                                                                                                                                                              accaduto nei recenti mesi, nei recenti anni come flusso migratorio e quello che sta avvenendo in que-
                                                                                                                                                                              ste ore.
                                                                                                                                                                              L’Africa è priorità se vogliamo nel bene e nel male, e lo è diventato, volendo fare una provocazione
                                                                                                                                                                              strategica a Massimo D’Alema che su questi argomenti è più ferrato di me, perché l’Italia ha subito
                                                                                                                                                                              la più grave sconfitta – a mio avviso – nella sua storia repubblicana in Africa, subita e lo dico con un
                                                                                                                                                                              azzardo strategico per i propri interessi nazionali, ovviamente, con la caduta di Gheddafi che secondo
                                                                                                                                                                              me ha rappresentato la più grave sconfitta dell’Italia repubblicana perché ha aperto da una parte il
                                                                                                                                                                              flusso dell’immigrazione clandestina che sta mettendo a serio rischio il sistema sociale del nostro
                                                                                                                                                                              paese oltre che quello della sicurezza in alcuni casi nella, non dico latitanza, ma scarsa conside-
                                                                                                                                                                              razione europea e nel contempo ha fatto evidenziare che l’Africa che noi conoscevamo, cioè
                                                                                                                                                                              quella mediterranea e più largamente la sponda sud del mediterraneo, è oggi un proble-
                                                                                                                                                                              ma serio per tutti noi, dalla Libia, alla Siria persino alla Tunisia ancorché sia un paese
                                                                                                                                                                              uscito da una fase di stabilizzazione, accenno alla sponda sud del mediterraneo

28                                                                                                                                         29                                 ma per noi strategica, Turchia e Siria e così il grande medioriente.
Qui per sottolineare che l’interesse strategico italiano è stato messo a serio rischio, ed una domanda                Lo scorso anno, si vedano i dati sugli investimenti, gli investimenti italiani negli ultimi due anni sono
     dovremmo farla, non è questo il convegno, lo dico da una sponda di una persona che si è sempre bat-                   stati importanti; sono stati importanti perché c’è un attore che ha scelto l’Africa che è l’Eni, in questo
     tuta per una Italia europea e occidentale, se oggi gli interessi strategici italiani coincidono con quelli            caso più l’Egitto che il Mozambico o la Nigeria, comunque è l’Eni; è importante perché con l’Eni c’è
     dei nostri tradizionali alleati; gli interessi strategici sul piano economico, interessi strategici sul piano         l’Enel che ha scelto l’Africa, e non a caso è importante perchè c’è Salini-Impregillo, c’è Ferrero; ma se
     della proiezione della sicurezza del ruolo dell’Italia, se ancora oggi i nostri interessi strategici coincido-        guardiamo chi sono gli altri attori ci rendiamo conto di quali sono gli interessi strategici in campo: il
     no con quelli francesi, per esempio con quelli inglesi e persino con quelli degli Stati Uniti nell’area di            primo attore è la Cina che da tempo ha puntato sull’Africa, il secondo attore negli investimenti sono
     prioritaria strategia italiana che è quella dei Balcani della Russia, pensiamo all’embargo nei confronti              gli Emirati arabi, perché c’è ovviamente una competizione tra interessi strategici di continenti e se
     della Russia, pensiamo alla Turchia di Erdogan, pensiamo al grande medioriente noi eravamo il primo                   vogliamo anche di visione della vita in Africa; l’America di Obama se ne era accorta, anche quella di
     partner commerciale della Siria che è ridotta ad un campo di guerra civile, pensiamo all’Iran che si                  Bush che aveva fatto un piano per l’Africa non indifferente, l’Europa un po’ meno, eppure per l’Europa
     è riaperto ma che non si riapre per gli interessi americani, pensiamo appunto alla Libia di Gheddafi,                 è fondamentale come lo è per l’Italia.
     all’intervento di Sarkozy, pensiamo anche all’Africa nera.                                                            Cina, Emirati Arabi, Italia, Europa.
     Noi concepivamo e concepiamo l’Africa come due aspetti diversi, quella mediterranea che era inserita                  Si può e si deve fare di più; innanzitutto nei settori che sono fondamentali; parliamo di acqua. L’acqua
     in un processo di integrazione euro-mediterraneo, io stesso ne ho partecipato, molto importante che                   è la risorsa principale che manca soprattutto in Africa. Fino a prova contraria l’esperienza della Puglia
     oggi è più un problema che un’opportunità, o comunque è anche un grave problema oltre che un’op-                      sull’acqua è fondamentale; l’acquedotto pugliese, il primo d’Europa. Vogliamo renderci conto che la
     portunità, e l’Africa nera che avevamo dimenticato che oggi è una minaccia sotto il punto di vista dei                prima opportunità, la prima necessità in Africa è l’acqua, e quello che significa con l’acqua, riciclaggio,
     flussi migratori e mi chiedo perché l’Europa abbia concentrato l’attenzione recentemente e lodevol-                   riutilizzo e quant’altro ancora. La seconda necessità è l’energia anche e soprattutto l’energia rinnova-
     mente sul Niger e sul Ciad per quanto riguarda paesi su cui investire per frenare i flussi migratori in               bile, proprio per il contesto africano del territorio di dispersione nel territorio della popolazione, e la
     quell’area ed evitare che arrivino nelle coste libiche e quindi in quelle italiane e non lo faccia altret-            Puglia, l’Italia, sono un esempio nel mondo di utilizzo dell’energia rinnovabile. Acque e energia prima
     tanto in un’area strategica italiana come il Sudan laddove c’è un flusso migratorio altrettanto im-                   di ogni altra cosa, acqua e energia sono due asset dell’impresa italiana e della cultura italiana. E
     portante e in cui occorre collaborare con questo paese affinchè appunto il flusso migratorio                          le infrastrutture.
     sia frenato ed indirizzato in quel paese e in quell’aria strategica.                                                  Acqua, energia e infrastrutture sono settori su cui oggi l’Africa deve assolutamente pun-
     È prioritaria l’Africa nera sia come opportunità, e l’opportunità è un modo anche per                                 tare e noi con loro per creare un contesto che consenta a quel paese di crescere
     frenare la minaccia con la consapevolezza che il nostro competitore più impor-                                        insieme a noi e di fornire le opportunità; poi vengono i servizi. Io ricordo spesso

30   tante sia la Cina.                                                                                               31   una cosa che mi colpì quando lessi che oggi il pastore che vive in centro
Africa grazie al suo telefonino, e il 70% degli africani hanno il telefonino ha le stesse conoscenze sul        dunque agli italiani e agli eritrei che invece di distruggere hanno preservato quel patrimonio. Bene un
     mondo che vent’anni fa erano riservate solo al presidente degli Stati Uniti; questo per rendersi conto          piccolo paese ma che per me è fondamentale, anche per quanto riguarda il problema dell’immigra-
     di come è cambiata la diffusione dell’informazione delle conoscenze nel mondo e di come è difficile             zione, certamente per quello che riguarda l’interesse culturale, storico e strategico dell’Italia. L’Africa
     fermare un’immigrazione in cui ciascuno oggi vede non per quello che raccontano, ma per quello che              può essere un’opportunità come diceva prima Benedetto Della Vedova. Nel mio breve passaggio di
     vede attraverso il telefonino che c’è un altro mondo su cui cogliere l’opportunità. Ma questo significa         governo avevo focalizzato l’Africa, Beniamino Quintieri, allora presidente dell’Ice se lo ricorda, presen-
     anche che le imprese non possono pensare che l’Africa sia quella di una volta dove si va e si può ven-          tammo un piano Africa ad Addis Abeba, soprattutto ci ricordammo che la capitale dell’Africa è Roma,
     dere qualunque cosa, perché gli basta collegarsi col suo telefonino per vedere che il prodotto che gli          non perché Roma debba diventare una città africana come qualcuno pensa, forse lo stesso sindaco,
     stanno presentando è superato già da due generazioni. Il pastore dell’Africa oggi ha le stesse capacità         ma perché Roma è la capitale dell’Africa; Roma, e vi do soltanto questo dato è la città in cui vi sono
     di conoscenza di quello che aveva vent’anni fa, il presidente della repubblica americana. L’Africa come         più diplomatici al mondo, perché ovviamente l’Italia è uno Stato importante nel G7, tutti hanno la loro
     servizi, l’Africa come agricoltura, agro-industria, turismo. Sicuramente è una sponda importante per il         ambasciata ma anche perché vi è il Vaticano certamente, tutti hanno la loro ambasciata in Vaticano,
     nostro paese. Qui sono rappresentati tre paesi, l’Ambasciatore Tambo credo abbia avuto un proble-               la Chiesa ha una sua funzione in Africa e perché a Roma vi sono le sedi delle agenzie alimentari delle
     ma; comunque il Sud Africa è sempre stato il paese guida dell’Africa; dal punto di vista economico oggi         Nazioni Unite, a cominciare dalla Fao e tutti i paesi africani hanno avuto storicamente una presenza
     la Nigeria ha sopravanzato il Sud Africa come consistenza, ma il Sud Africa è il paese in cui le nostre         anche alla Fao perché per loro è vita, è alimentazione.
     imprese sono più numerose, e poi due paesi Sudan ed Eritrea, paesi difficili ma paesi in cui ci sono            Quindi Roma è anche la capitale della diplomazia africana.
     interessi strategici italiani.                                                                                  Allora realizzammo due meeting internazionali in due anni successivi non a caso in Campidoglio per
     Al Sudan è stato recentemente rimosso l’embargo, ancorché vi sono ancora dei problemi, il Sudan è il            focalizzare questa possibilità. Nei prossimi 10 anni l’Africa raddoppierà la sua produzione manufat-
     granaio, comunque la potenza agricola e anche per quanto riguarda l’allevamento ed è un paese stra-             turiera da 500 a 930 miliardi di dollari all’anno; raddoppierà la propria popolazione, oggi un miliardo
     tegico, 40 milioni di abitanti, è un paese che può con adeguati investimenti nel settore dell’agricol-          di persone di cui il 70% sotto i 25 anni, anche perché l’età media è molto bassa, ma si accrescerà e
     tura, dell’agroindustria e dell’allevamento rifornire l’intera Africa come in parte sta già facendo.            avrà una potenza di forza lavoro pari e presto superiore a quella della Cina e il tasso di crescita di
     L’Eritrea è un paese a noi lontano.                                                                             alcuni paesi africani è superiore da lungo tempo a quello della Cina pur tra le contraddizioni
     L’altro giorno l’Unesco ha riconosciuto Asmara come patrimonio dell’umanità, per quel-                          che ancora esistono nei 54 paesi africani tra cui quelli che crescono di più e si aprono e
     lo che mi ha colpito, sono stato più volte, per la sua architettura razionalista inte-                          quelli che crescono di meno e si chiudono. Ma vi sono aree di integrazione commer-
     gralmente preservata, per quello che gli italiani fecero allora e che sono rimasti                              ciale se pensiamo a quello dell’Africa centro orientale estremamente importanti.

32   in quel territorio; patrimonio dell’umanità, ce ne siamo dimenticati. Grazie                               33   Ebbene i consumi, già oggi ci sono 350 milioni di persone che possono esse-
“    L’Africa ha bisogno di più
attenzione, vi è bisogno di capire
                                        re considerati in Africa, ceto medio; i consumi cresceranno e da qui a 10 anni i consumi delle famiglie
                                        e delle imprese ogni anno saranno pari a 5600 miliardi di dollari.
                                                                                                                                                       Massimo D’Alema
                                                                                                                                                       Presidente Fondazione Italianieuropei
                                                                                                                                                                                               Ringrazio per l’invito e per l’opportunità di ritornare a Bari alla Fiera del Levante che rappresenta un
                                                                                                                                                                                               appuntamento cruciale per la città di Bari, per la Puglia e il Mezzogiorno; naturalmente anche per gli

e penso che l’Italia stia cominciando   L’Africa ha bisogno di più attenzione, vi è bisogno di capire e penso che l’Italia stia cominciando a ca-                                              interessi di questi incontri sempre volti ad affrontare questioni fondamentali per la pace, la sicurezza

a capire quando avverte la minaccia     pire quando avverte la minaccia dell’Africa, dell’immigrazione; c’è bisogno di capire che l’Africa oggi,                                               e anche per accrescere le potenzialità di sviluppo del nostro paese. Io condivido l’idea di fondo di que-

dell’Africa, dell’immigrazione;         domani e per tanti anni sarà necessariamente la priorità italiana ed europea, sia per quanto riguarda                                                  sto incontro, cioè che l’Africa rappresenti il banco di prova strategico per l’Europa certamente nei

c’è bisogno di capire che l’Africa      la questione migratoria che è un fenomeno biblico con cui noi dovremmo fare i conti per generazio-                                                     prossimi 20-25 anni; lì ci giochiamo possibilità di sviluppo, di sicurezza. Certamente occorre avere una

oggi, domani e per tanti anni sarà      ni, sia per quanto riguarda le opportunità che vi sono per le nostre imprese in quel continente. E noi                                                 visione integrata dello sviluppo euro-africano considerando tra l’altro un fatto che colpisce: l’Africa è

necessariamente la priorità italiana    vorremmo che l’Italia e se fosse possibile l’Europa, ove gli interessi coincidessero perché non sempre                                                 un continente nel quale il 60% della popolazione ha meno di trent’anni, questa percentuale è destina-

ed europea.
              ”                         coincidono con alcuni dei partner europei, noi vorremo che l’Italia e di conseguenza l’Europa sapesse
                                        cogliere il lato positivo della medaglia africana, cioè la crescita delle famiglie, dei consumi, dei lavora-
                                                                                                                                                                                               ta a crescere, l’Europa è un continente in cui più del 40% della popolazione ha più di cinquant’anni.
                                                                                                                                                                                               Nella storia dell’umanità “grandi continenti” uno dei quali è vecchio e ricco e l’altro è giovane e povero
                                        tori, delle imprese africane, delle opportunità che esse forniscono alle nostre imprese e non purtrop-                                                 quando sono vicini sono destinati ad uno scambio di capitali, di grandi movimenti di popolazione
                                        po vedere la faccia negativa dell’Africa. Se ci fosse più attenzione, se ci fosse più la consapevolezza – e                                            come in passato, non è solo un fatto recente il tema dell’emigrazione; quindi è evidente che non si può
                                        lo dico al Presidente D’Alema - che questo paese debba avere una visione che travalica i governi dei                                                   non avere una visione integrata. Penso che la Cina che è un paese che ha una classe dirigente lungi-
                                        propri interessi strategici al livello internazionale, certamente nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa                                             mirante, una capacità di pensare alla politica nel medio e lungo periodo è il nostro grande competito-
                                        che è la nostra priorità assoluta, se ci fosse la consapevolezza comune di quali sono gli interessi stra-                                              re; fra l’altro si discute poco di quali conseguenze, opportunità potrà avere per l’Europa e per l’Africa
                                        tegici del paese, forse riusciremo a consentire alle nostre imprese di cogliere meglio queste opportu-                                                 la grande iniziativa cinese che loro chiamano one belt, one road che è destinato a cambiare il volto
                                        nità e se vogliamo anche di ridurre i danni collaterali alla minaccia migratoria che potremmo fermare                                                  della globalizzazione, che stanno finanziando il raddoppio del canale di Suez, hanno comprato il porto
                                        lì e soltanto lì.                                                                                                                                      del Pireo, stanno realizzando importanti opere infrastrutturali, attraverso l’Asia centrale, vogliono
                                                                                                                                                                                               collegare il Pacifico con l’Atlantico, lo stanno facendo; i cinesi quando decidono di fare una cosa
                                                                                                                                                                                               la fanno. Tutto questo è destinato ad incidere sugli equilibri internazionali in modo molto
                                                                                                                                                                                               rilevante. Nonostante ciò, l’Europa è un grande competitore, certamente noi possedia-
                                                                                                                                                                                               mo meno Africa di quanto ne posseggono i cinesi, i quali comprano la terra, perché
                                                                                                                                                                                               hanno capito che la terra, persino più dell’acqua è la vera risorsa scarsa in pro-

34                                                                                                                                                     35                                      spettiva, dato che il rapporto tra popolazione e terre emerse, oltretutto se
non si arresta il clime change, il terreno emerso è destinato a ridursi mentre la popolazione mondiale             difficoltà soprattutto 2014-2016, soprattutto per la caduta dei pressi delle commodities perché non c’è
     cresce; però noi e quando dico noi, voglio dire Europa, diciamo la verità noi italiani abbiamo preso               il minimo dubbio che è una crescita ancora fortemente sostenuta, salvo l’eccezione di alcuni paesi
     questo vezzo di dire l’Europa è in ritardo, no, in questo caso diciamo che l’Europa è il principale part-          dove comincia ad esserci un significativo settore manufatturiero, ma è una crescita fortemente basa-
     ner economico dell’Africa, il principale donatore, il principale investitore, e di questo rapporto che è           ta sull’agricoltura e sulle risorse naturali e la caduta dei prezzi delle commodities ha giocato un peso
     un rapporto piuttosto significativo e crescente a partire da quando nel 2007 fu approvata la strategia             molto negativo sulla crescita dell’Africa subsahariana ed è una delle ragioni insieme ai mutamenti
     euroafricana, siamo ora alla vigilia del summit euroafricano che è previsto per la fine di novembre di             climatici che hanno certamente incrementato i flussi migratori. A partire dal 2016 c’è stata una parzia-
     quest’anno. L’Europa è il principale partner dell’Africa e l’Italia in tutto questo ha una posizione abba-         le inversione di tendenza dei prezzi delle materie prime, un processo di stabilizzazione e questo sicu-
     stanza marginale; purtroppo questa è la verità, nel senso che se si va a vedere la massa degli investi-            ramente ha aiutato. Nel 2017 la crescita dell’Africa subsahariana è intorno al 2,6% che visto dal nostro
     menti, dell’intercambio, altri paesi europei hanno una relazione molto più robusta con l’Africa di quel-           punto di vista è una cosa enorme ma per l’Africa non lo è perchè considerate le tendenze demografi-
     la che non abbia l’Italia. Quindi dobbiamo cercare di recuperare il terreno. Della Vedova diceva che si            che, con una crescita del 2,6% si ha una decrescita dello 0,1 del reddito pro capite perché la crescita
     sta cercando di aumentare l’aiuto allo sviluppo; l’Italia era ultima con i governi Berlusconi a partire dal        piuttosto sostenuta della popolazione fa sì che per avere un aumento del reddito pro capite, quella
     2008, l’Italia con lo 0,16% del Pil era l’ultimo paese del mondo sviluppato come contributi di aiuti allo          regione del mondo ha bisogno di avere tassi di crescita significatamente più elevati. Ma le prospettive
     sviluppo, quindi non una posizione brillantissima, credo che adesso siamo terzultimi. Quindi quando                sono sicuramente prospettive migliori per il 2018-2020 e in un quadro in cui la crescita globale è il 2,7
     si dice li aiutiamo a casa loro è uno slogan ma non è vero; se guardiamo le cifre noi non aiutiamo un              e del 2 delle economie più avanzate siamo nel quadro di una significativa ripresa internazionale e
     bel cavolo di nessuno; credo che in quantità assoluta, la Norvegia che è un paese di 5 milioni di abi-             naturalmente questo aumenta le capacità d’investimento. Ora che cosa si può fare perché l’Africa
     tanti, dia all’Africa più di quello che diamo noi; quindi abbiamo molto da recuperare, ma questo richie-           subsahariana colga queste opportunità, quali possono essere i punti di un’agenda europea, ricordan-
     de una profonda e radicale svolta politica. I numeri purtroppo sono testardi, ma ogni tanto vanno ri-              do che siamo alla vigilia del summit euroafricano. Non c’è dubbio che gli ostacoli principali, sono un
     cordati per essere precisi e aggiungo che un altro dato delle relazioni euro africane è che l’Europa               grave deficit di infrastrutture, che riguarda in modo particolare l’energia, e qui c’è una differenza
     contribuisce allo sviluppo africano anche con quel processo di rimessa degli immigrati che rap-                    molto netta tra l’Africa del nord e l’Africa subsahariana; è evidente che questo deficit infrastrut-
     presenta un flusso finanziario molto importante per l’Africa. Quindi oltre agli aiuti allo svilup-                 turale, questa incompiuta elettrificazione che in diversi paesi è intorno al 40%, rappresenta
     po e agli investimenti diretti c’è questo flusso di risorse finanziarie che essendo l’Europa                       uno ostacolo alla crescita di piccole e medie imprese, di un settore manufatturiero, ad
     la più grande area di immigrazione africana tornano verso l’Africa e sono sicuramen-                               un processo di modernizzazione dell’agricoltura che rimane un punto fondamentale
     te risorse importanti ai fini di consolidare il mercato interno e sostenere lo svi-                                per lo sviluppo africano; quindi, infrastrutture, energia, acqua, grandi infrastrut-

36   luppo. La crescita dell’Africa subsahariana ha conosciuto momenti di seria                                    37   ture è un terreno sul quale l’Europa può e deve fare molto; bisogna aiutare
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