TROPEA, LA BELLA Speciale - IL PIÚ AUTOREVOLE QUOTIDIANO WEB-DIGITALE DEI CALABRESI NEL MONDO
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GLI SPECIALI DI CALABRIA.LIVE - N. 8/2021 Speciale IL PIÚ AUTOREVOLE QUOTIDIANO WEB-DIGITALE DEI CALABRESI NEL MONDO SUPPLEMENTO MONOGRAFICO AL QUOTIDIANO DEL 16/4/2021 | Testata giornalistica quotidiana registrata al Roc al n. 33726 - ISSN 2611-8963 - Reg. Trib. Cz 4/2016 vai sul sito: www.calabria.live TROPEA, LA BELLA
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo T www.calabria.live ropea era bella a tutte le ore. Quando il sole le cadeva addosso in picchiata o quando le stava di fronte e la tingeva di giallo e di oro. Ad interessare il forestiero era la sua vicen- da storica, artistica e ambien- tale. Il quotidiano incanto di un flusso solare che frantuma i raggi sulle sue rocce, gli sco- gli, i faraglioni. Un incontro che non conosce stasi. Se una giovane con le guance rosse Tropea la bella c’era, era lei. Pronta a pro- gettare sogni e inventare spe- ranze. Limpida e trasparente come un’ammiraglia sopra Ricchezza il mare. Con la sua doviziosa ricchezza di colori tra le por- te di pietra, e i suoi balconi. Tutta intera, prona e supina, della Calabria distesa lungo i bordi del ma- re, sporgente con risoluta av- venenza in mezzo ai golfi di Sant’Eufemia e Gioia Tauro. Una rupe di arenarie super- di GIUSY STAROPOLI CALAFATI bie che strapiombava a Nord, Sud e Ovest, sopra un lembo di spiaggia bianca a cui erano congiunti due frammenti in- sulari: lo scoglio di San Leo- nardo, e poi il grande scoglio. Quello che Giffone chiamava Isola. L’isola di Santa Maria. Un grosso arenario ricco di piccolissimi fossili e dotato di movenze scenografiche parti- colari, dalla cui cima, si osser- vano la purezza dei colori del mare, si incontra la terra e si gode del chiarore del cielo ¢ •2•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live C ome non innamorarsi a pri- ma vista di Tropea? È una seduzione per l’occhio, un sussulto per la mente. Il suo borgo che sembra un set cinemato- grafico per quanto è pulito, bello, suggestivo; il suo mare, i suoi din- torni, sono un dono della natura che incanta l’ospite-visitatore e lo fa sentire protagonista in un’atmo- sfera straordinariamente magica. Difficile resistere al suo fascino e non è un mistero che chi vi si re- ca la prima volta venga pervaso da una straordinaria sensazione di serenità, in un’aura che sa di mito e, insieme, di malìa che avvince an- che lo spettatore più distratto, tra- scinandolo nella sua incomparabile bellezza. Quando dici Tropea a uno stranie- ro, il più delle volte scopri che gli brillano gli occhi: o perché la cono- sce già per esserci stato o perché ne ha sentito parlare e vorrebbe sco- prirla, andarci, farsi suggestionare dal vivo dalla roccia che circonda Santa Maria dell’Isola o dagli ango- TROPEA COURTESY PHOTO ENZO SCORDO / COSIMALI.COM li incantati del borgo. Basta la balconata che s’affaccia sul Tirreno e, soprattutto, sul Santua- rio in capo allo scoglio di arenaria, a riempire di sensazioni uniche il visitatore che avverte la magia del luogo e se ne sente ammaliato, fi- no a immaginare di diventare, an- Il mito, la storia che solo per un istante, il padrone assoluto di tanta bellezza. Fascino e bellezza che, comunque, nessuno può fare a meno di condividere, nel momento stesso in cui, soprattutto Un fascino unico la prima volta, se ne appropria. Non è suggestione, ma un senti- mento di difficile spiegazione: c’è il senso di qualcosa che ti rende par- tecipe di tanta incantevole natura, e inimitabile generosa oltre ogni limite, e ti fa apprezzare la sua gente, il borgo, i suoi scorci inimitabili. Per questo è amore a prima vista. Il riconoscimento di Borgo dei borghi, arrivato da una prestigio- sa trasmisisone televisiva di Rai 3 di SANTO STRATI (Alle falde del Kilimangiaro) è un >>> •3• ¢
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live COURTESY PHOTO ENZO SCORDO / COSIMALI.COM segue dalla pagina precedente • Il mito, la storia ulteriore, meritato, tributo alla sua millenaria storia, ma soprattutto rappresenta un punto di partenza per ripensare l’idea di intendere il turismo in Calabria. Non servono a Tropea tantissimi turisti, tutti concentrati tra luglio e agosto che non si riesce a gesti- re , ma servono “ospiti” che siano messi in grado di apprezzare - tut- to l’anno – le opportunità di vi- ta piacevole nel borgo. Il turismo culturale, religioso, è da preferire a quello del mare che dura appena due-tre mesi: serve offrire attrazio- ni e servizi in grado di soddisfare la la vacanza intesa come tale. Turista anche nelle tante altre meraviglio- domanda di cultura e conoscenza quindi come visitatore e soprattut- se realtà che la Calabria possiede senza rinunciare alle comodità del- to “ospite”. Non solo a Tropea, ma ed è in grado di capitalizzare per favorire un’affluenza turistica che duri tutto l’anno. Tropea, natural- mente, con i suoi seimila abitanti, straordinario esempio della tipica calorosa accoglienza dei calabresi, ha una spinta in più che viene dal- la notorietà conquistata negli anni. Il suo dev’essere il modello per la Calabria, quella dell’immediato fu- turo, che deve puntare sul turismo “tutto l’anno” per ricostruire il suo rilancio, utilizzando le tante risorse a sua disposizione: il paesaggio, la testimonianza di un passato mille- nario, le tipicità alimentari, il vino. Come fa Tropea, che può vantare tutte queste opzioni che rendono felici gli “ospiti”. Un po’ di storia La leggenda racconta che sia sta- ta fondata da Ercole, al ritorno da Gibilterra (le famose colonne d’Er- cole) rimasto incantato dal luogo, ideale per farci vivere una comuni- tà. Il mito, per la verità, non serve, COURTESY PHOTO ENZO SCORDO / COSIMALI. COM perché Tropea è la réclame di se stessa, mostrando ad ogni angolo il profumo magno-greco e i segni dell’epoca romana, di cui hanno raccontato Plinio il Vecchio e Stra- bone, nonché le tracce delle va- rie dominazioni, bizantine, arabe, >>> •4•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Il mito, la storia normanne, aragonesi. Una storia tracciata da ciò che rimane, anche solo nella memoria. E che il canno- ne, solitario, dell’omonima piazza col terrazzo affacciato sullo scoglio del Santuario e su un Tirreno che, spesso, regala una suggestiva visio- ne lontana delle isole Eolie, segna- la che la città ha saputo difendersi, uscendone (come nel caso degli as- salti dei predoni arabi che ne pre- sero il possesso per la sua posizione strategica) sempre vincitrice. Il suo simbolo, il Santuario della Madonna dell’Isola e lo scoglio ap- partengono, formalmente, all’Ab- rito cattolico, i quali fecero dono lizzata solo nel 1810, dopo il terre- bazia di Montecassino (dove una dello scoglio e del Santuario al duca moto del 1783 che distrusse buona formella nella porta in bronzo ne di Benevento che aveva ripudiato il parte dell’originario santuario me- rivendica la proprietà) ma in realtà titolo a favore della vita monasti- dievale. Un altro terribile sisma, tra sono una straordinaria testimo- ca, diventando l’abate Desiderio di il 7 e l’8 settembre 1905, danneggiò nianza di fede (e non) di milioni di Montecassino. Abate che sarebbe ulteriormente il Santuario che ven- persone che l’hanno visitata e se ne poi diventato papa, per sedici mesi, ne riedificato nell’attuale visione sono “appropriati” per tutta la vita. col nome di Vittore III nel 1086. qualche anno dopo, nel 1908. Impossibile risalire alla vera data di Il suggestivo Santuario, al suo in- Sull’origine del Santuario non origine della città, anche se è molto terno, rivela i vari passaggi dei mancano le leggende: la più cono- probabile che il primo insediamen- monaci che si sono succeduti: fu il sciuta racconta che, ai tempi dell’i- to intorno al VII-VIII secolo abbia normanno Roberto il Guiscardo a conoclastia, giunse dall’Oriente a visto monaci eremiti provenien- imporre il rito latino su quello gre- Tropea una statua in legno della ti dalla Grecia. Il rito di Bisanzio, co intorno al 1060 portato dai ba- Madonna che venne accolta con di sicuro, ha monopolizzato la vi- siliani. grande gioia dal popolo. Il sindaco ta della comunità, almeno fino al In origine non c’era la scala che e il vescovo decisero di collocarla 1040, all’arrivo dei Normanni, di conduce oggi al Santuario: fu rea- in una grotta naturale dell’attuale scoglio, ma poiché era troppo al- ta per la cavità individuata, i due oridinaro a un falegname di accor- ciarne l’altezza, segando le gambe della statua. Secondo la leggenda, il falegname non riuscì nell’opera rimanendo paralizzato alle braccia mentre appoggiava la sega sulla statua, mentre morirono nello allo stesso momento sia il sindaco sia il vescovo che avevano ordinato il sacrilegio. La comunità intuì la forza prodi- giosa della statua della Vergine e cominciò ad adorarla, ricevendo- ne in cambio la salvezza di molti malati. Miracoli e fede hanno dato quell’atmosfera di spiritualità che chiunque si avvicina al Santuario non può fare a meno di avvertire. ¢ La suggestiva processione in mare di S. Maria dell’Isola a Tropea che avviene a Ferragosto Courtesy photo Enzo Scordo/cosimali.com •5•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live O ltre al Santuario di S. Maria dell’Isola, a Tropea sono nu- merose le testimonianze del- la fede con bellissime chiese tutte nel borgo. Si comincia dalla Cattedrale, inti- tolata a Maria Santissima di Roma- nia, che è stata edificata intorno al 1100. Conserva nell’abside centrale la sacra Effigie della Madonna di Romania, protettrice della città, che viene portata in processione in città il 9 settembre. La chiesa ha su- bito numerosi rifacimenti, soprat- tutto dopo il terremoto del 1638 che risparmiò Tropea (secondo la devozione salvata appunto dalla Madonna di Romania, e ha perso molte delle caratteristiche origi- narie. Intorno al 600 subì alcune testimonianze della fede modifiche di ispirazione barocca poi eliminate nei secoli successivi. Le belle chiese Conserva, tra l’altro un bel gruppo marmoreo che è attribuito a un al- lievo di Michelangelo Angelo Mon- torsoli, datato 1555. La Chiesa dell’Annunziata risale di Tropea al 1521, quando approdò a Tropea l’imperatore Carlo V, il quale la vol- le donare alla città. Il Convento della Pietà risale al 1639 e per lungo tempo ospitò le carceri cittadine. È in cima al mu- raglione che costeggia il cosiddetto di MARIA CRISTINA GULLÍ mare piccolo, di fronte a Santa Ma- ria dell’Isola. Originariamente era stato un ospedale destinato ai feriti In alto, la Cattedrale intitolata a Santa Maria di delle Crociate. ¢ Romania: conserva la sacra effigie della Protet- trice della Città (qui a sinistra). In basso il Convento della Pietà che si affaccia sul mare piccolo. •6•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live IL BORGO T ropea esulta della vittoria e, accanto alla gioia, avverte la profonda gratitudine per i tanti che hanno contribuito a decretarla. É stato un afflato inde- scrivibile di condivisione un passa più bello d’Italia parola ininterrotto che, senza dif- ficoltà alcuna, ha unito tutti in un unico desiderio: conquistare l’am- bito premio. Il trofeo non certifica in un contesto semplicemente la bellezza senza tempo di un luogo magico in cui s’intrecciano armoniosamente cul- tura e natura ma anche la coesione di una comunità sana che travalica umano, storico il Borgo cittadino per coinvolge- re l’intera Calabria, che ha eletto Tropea come proprio emblema, tutti i Tropeani, i calabresi sparsi e paesaggistico nel mondo e i tantissimi che, libe- ramente, ne hanno fatto il proprio luogo dell’anima. Tropea è orgogliosa di aver gareg- giato assieme ad altri 19 esclusivi Borghi: volti variopinti e spetta- di GIOVANNI MACRÍ colari di tutta la nostra bellissima Italia. Carissimi, insieme abbiamo vissuto una vicenda eccezionale per (Sindaco di Tropea) >>> •7• ¢
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Il Borgo I tempi difficili che stiamo attra- per andare avanti proficuamente. versando non hanno intaccato la È una vittoria impegnativa che ci intensità di sentimenti e ricchezza nostra voglia di vivere e di godere i carica della responsabilità di esser- di opportunità ricevute e raccolte. beni che abbiamo la fortuna di pos- ne degni diventando testimoni del Il nostro legame rimarrá nel tempo sedere facendo parte di un conte- valore dell’impegno nella cura del e, insieme, potremo concordare di sto umano, storico e paesaggistico proprio spazio vitale. vivere ancora occasioni straordi- così eccezionalmente bello che sarà Come sindaco di Tropea, con pro- narie di crescita. Vogliamo ringra- una carica straordinaria di energia fonda commozione, dedico questa grandissima con- quista a Jole Santel- li, la nostra giovane Governatrice pre- maturamente e improvvisamente scomparsa. Cara amica di Tropea e della Calabria gioisci anche tu di questo successo della tua Terra che va nella direzione che tu desideravi tracciando per noi calabresi dimensio- ni nuove, fresche, pulite, profumate d’impegno e di co- munione. ¢ ziarvi singolarmente e sottolineare che ognuno di Voi avrebbe potuto conquistare l’ambito label di quali- tà. Ha vinto Tropea e la Calabria e noi, Tropeani e Calabresi, ne siamo fieri ma siamo anche consapevoli che tutti avreste potuto meritare il riconoscimento per bellezza e im- pegno profuso, per ognuno di Voi auspichiamo di vero cuore tanto successo. Desidero dire grazie alla Regio- ne Calabria, alla Provincia di Vi- bo Valentia, ai sindaci calabresi, al Gruppo Caffo, alla Camera di Commercio di Vibo Valentia, al- la Consulta delle Associazioni e a tutte le realtà associative tropeane, al Direttivo nazionale del Club dei Borghi più belli d’Italia per la Cala- bria, a tutti quelli che hanno scelto di farsi ambasciatori dell’impresa, alle testate girnalistiche e televi- sive, ai tantissimi che, in maniera silenziosa ma costante ed efficace, hanno votato e fatto votare. •8•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live I l successo di Tropea in questa sfida di bellezza e attrattività non può che renderci orgogliosi ed entusiasti sia perché attesta il grande valore delle risorse turi- stiche ed economiche del nostro territorio, di cui la Perla del Tirre- no è fortemente rappresentativa, sia perché costituisce per la città, per la provincia, come per tutta la Calabria, un’ulteriore possibilità di valorizzare le proprie eccellenze, potenzialità, capacità di accoglien- za e ospitalità, espressione tutte di un turismo sostenibile e di qualità in grado di trainare ripresa econo- mica e crescita, oggi, più che mai, attese e necessarie. Ora bisogna capitalizzare questo importante risultato che sicura- mente porterà un incremento di flussi turistici, alzando il livello di esigenze e aspettative, a cui dovrà corrispondere un maggiore impe- gno per il rilancio del settore turi- stico e di tutte le attività produttive a cui è collegato e con cui si integra. La Camera di Commercio di Vi- bo Valentia, in questa direzio- ne, ha puntato già da tempo sulla istituzione del Distretto Turistico Vibonese, il cui iter è in fase di de- finizione. Il Distretto Turistico consentirà, in- fatti, di aumentare la competitività La sfida vinta turistica del territorio vibonese, unitariamente inteso, integrando risorse attrattive primarie – stori- co-culturali ed ambientali –, infra- strutture, sistema delle imprese e con l’orgoglio delle altre organizzazioni economi- che che erogano servizi di specifico interesse. Inoltre, permetterà di realizzare le condizioni per un concreto prolun- della comunità gamento della stagione turistica, sia territorialmente che in circuito con le altre aree attrattive regiona- li, con imprese e offerte sempre più moderne e competitive. Il nostro obiettivo è, poi, anche, per quanto di SEBASTIANO CAFFO di competenza, il miglior utilizzo dei fondi nazionali ed europei oggi previsti per il rilancio di imprese, (Commissario Camera di Commercio di Vibo Valentia) economia, occupazione. ¢ •9•
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live “Q Giuseppe Berto uesto è il paradiso, il luogo più bello del mon- do”. A Giuseppe Berto, lo scrittore a cui si devo- no capolavori come Anoni- Anonimo mo Veneziano, Il male oscuro e Oh, Serafina!, il grido di ammirazione per la Costa degli Dei uscì forte dal petto, quando, negli anni Cin- quanta, capitò per caso dalle parti di Capo Vaticano e di Tropea. Un Tropeano piccolo pezzo di terra, acquistato da un contadino che doveva raci- molare la dote per la figlia, presto trasformato in un buen retiro, sem- plice e spartano, dove Berto – già morso dalla depressione – riuscì a ritrovare un senso della vita e scri- vere l’opera sua più importante, Il male oscuro. C’è ancora, a Ricadi, la casetta di Giuseppe Berto, simbolo dell’at- trazione fatale tra il genio malinco- LO SCRITTORE E LA COSTA DEGLI DEI nico di uno dei più grandi scrittori italiani (la definizione è di Hemin- di SERGIO DRAGONE guey) e la natura selvaggia di un luogo incantato. Berto fu rapito dalla bellezza ineguagliabile del- navigatori fermarsi al promontorio Tropea e Capo Vaticano, un legame la roccia a strapiombo sul mare di per interrogare gli oracoli. Il fan- stretto e complementare che fanno cobalto, dai fichi d’india e dalle za- tasma dell’indovina greca Manto, della Costa degli Dei un luogo uni- gare sui terrazzamenti naturali, ma consultata anche da Ulisse, si ag- co, “il più bello del mondo” come anche dalla magia sprigionata dalla gira ancora tra le calle e le piccole gridò Giuseppe Berto quando sco- leggenda che raccontava di antichi grotte del Capo Vaticano. >>> • 10 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Giuseppe Berto prì questo angolo di paradiso. Per la verità, lo scrittore veneto non fece mancare, negli anni Sessanta, critiche al modello di sviluppo in- seguito dai calabresi. «La Calabria sarebbe potuta diven- tare il Paese di un turismo nuovo, colto, civile, un luogo di recupero spirituale» e «invece i calabresi, appena tirata fuori lai testa dalla miseria, si sono messi a distrugge- re il proprio passato con un acca- nimento che l’avidità, l’ignoranza e l’ansia di portarsi al più presto all’altezza di Jesolo o di Busto Arsi- zio non bastano da sole a spiegare. Bisogna cercare nell’inconscio». Impietoso, ma bisogna conside- rare che Berto aveva assunto una dimensione quasi mistica, ascetica, scegliendo quel luogo così selvag- gio e incontaminato, tanto che an- che il progresso legato al turismo dovette sembrargli una minaccia. Il suo “posto dell’anima” era la Pra- ia i Focu, la spiaggia del fuoco, dove al tramonto il rosso del sole incen- diava le rocce e il mare. Lì passava intere ore a cercare ispirazione per i suoi romanzi, ma soprattutto per cercare sé stesso. Non è un caso che lo scrittore abbia scelto di riposare per sempre a Ricadi, a due passi da quel mare che lo folgorò negli anni to, interrogarla sul senso della vita La Calabria, che oggi celebra Tro- Cinquanta. È come se avesse voluto e cercare una risposta alle mille in- pea come il “borgo più bello d’Ita- tenere accanto a sé l’indovina Man- quietudini della sua anima. lia”, bene farebbe a non disperdere lo straordinario patrimonio che le- ga questa irripetibile costa al gran- de scrittore veneto, creando un “parco letterario” che da Tropea arrivi a Ricadi. Puntando anche sul rapporto tra Berto e il cinema, poi- ché i suoi capolavori sono diventati altrettanti film-cult diretti da regi- sti come Mario Monicelli, Alberto Lattuada ed Enrico Maria Salerno. Il legame con la Tropea di Raf Val- lone appare scontato e naturale. La Calabria onori Berto costruendo quel turismo “nuovo, colto e civile” che il grande scrittore auspicava. ¢ La foto in alto, di Sergio Dragone: Praia i Focu • 11 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live “P oeta della carità e della contemplazione”, sacerdo- te illuminato, Rettore del Seminario Arcivescovile di Mileto, editorialista e direttore responsabile sin dalla sua nascita del periodico cattolico Parva Fa- villa, giornalista prolifico e analista severo del suo tempo, Fondatore dell’Istituto Secolare delle Obla- te del Sacro Cuore, e soprattutto Fondatore delle tante “Case della Carità” per bambini diseredati e orfani di quella che è poi diventata la Provincia di Vibo Valentia, l’in- tero comprensorio che va da Vibo a Tropea fino a Nicotera e Rosar- no, lungo la costa, Mileto Zungri e Don Mottola Limbadi invece verso l’interno. Figlio di Antonio Mottola e Con- cettina Bragò, primogenito di una famiglia nobile ma decaduta, pro- fondamente cristiana, un fratello più Beato di Tropea piccolo Gaetano e una sorella poco più grande Titina, Francesco Motto- la nacque a Tropea il 3 gennaio 1901. Nel febbraio del 1911, Francesco non aveva ancora compiuto die- Sarà Santo ci anni, i suoi genitori decidono di chiuderlo in seminario, a Mileto, perché da grande potesse diventa- re sacerdote, e Francesco passerà alla storia del Seminario Arcive- scovile di Mileto per essere stato il primo seminarista in ordine di di PINO NANO tempo, diventato poi in età adul- ta anche autorevole Rettore dello stesso Istituto. A Mileto, dunque, Francesco frequenta le scuole me- die, il ginnasio e il liceo, ma appe- na due anni dopo il suo ingresso in Seminario, l’estate del 2013, dovrà fare i conti con quella che sarà la vera grande tragedia della sua vita, la perdita della madre, a cui il ra- gazzo era profondamente legato. Fu una morte violenta, un suicidio inspiegabile, e che passerà imme- diatamente sotto silenzio per come allora regolarmente accadeva con chi sceglieva di farla finita con la vita, una tragedia che peserà sulla vita di Francesco fino al giorno del- la sua morte. >>> • 12 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Don Mottola Qui diventa immediatamente Ret- tore del Seminario. Contempora- Finito il liceo, presa la maturità neamente, dal 1924 fino al 1942, classica con il massimo dei voti, insegna anche ai giovani semina- autunno del 2017, il giovane semi- risti, prima teologia, poi Lettere narista lascia Mileto e si trasferisce Classiche e Lettere Moderne. a Catanzaro, questa volta al Semi- Per Francesco saranno anni di nario Regionale, per concludere i grandi approfondimenti cultura- suoi studi teologici. Rimane a Ca- li, anni di studio e di meditazione tanzaro fino 5 aprile 1924, giorno continua, di letture e di ricerche, di in cui viene finalmente ordinato saggi scritti e di analisi severe sui sacerdote. E da qui, assume il suo temi più attuali del suo tempo, e che primo incarico come parroco nella ci danno di Francesco l’immagine Chiesa di Parghelia. Ma man mano fisica di un intellettuale vulcanico, che gli anni passano le sue condi- curioso, instancabile, appassionato zioni di salute non gli consentono dei problemi sociali della sua gen- più di svolgere a pieno la sua fun- te e della sua terra, a tratti molto zione di sacerdote di una parroc- più sociologo che non antropologo, chia popolosa come la sua, e cinque e molto più antropologo che non anni dopo quella sua prima nomi- sacerdote, uomo insomma dal na, Francesco viene richiamato al carattere poliedrico, accattivan- geri, Mariotti, Milito, Monticone, Seminario Arcivescovile di Mileto. te, carismatico, e a tratti persino Pantano e Schinella, e che ha poi controcorrente, ri- curato la pubblicazione dei primi voluzionario e in- tre volumi dell’Opera Omnia degli novativo. scritti di don Francesco Mottola, Nel 1931 viene ci dice oggi che si tratta di un'ac- nominato anche curata raccolta di appunti, lettere, Canonico Peniten- circolari e testimonianze varie, che ziere della Catte- vogliono oggi riproporre all'atten- drale, e in questa zione di una sempre più vasta pla- sua nuova veste tea di lettori la vita e le opere del diventa promotore sacerdote calabrese. di varie iniziative «Non si tratta, di una pura esercita- culturali, come la zione accademica destinata a pochi nascita del circolo addetti ai lavori – scriveva a pro- culturale “Fran- posito di questo complesso lavoro cesco Acri”, e so- editoriale Giuseppe Borgia, ex Pre- prattutto la nascita sidente di Sezione della Corte dei della rivista Parva Conti e per lunghissimi anni ami- favilla, che diven- co personale e privilegiato di don terà poi con gli anni Mottola – ma di una vera e propria il vero “strumento opera divulgativa mirata a far me- di comunicazione glio conoscere le dimensioni dell'a- “di quella che era zione del presbitero calabrese, al la sua “rivoluzione centro di una vivace stagione di im- sociale”. pegno dei cattolici democratici in Un comitato scien- Calabria e nelle regioni del Sud. Il tifico di alto pro- periodo che va dalla fine degli anni filo, composto da Venti alla fine degli anni Sessanta eminenti studiosi e che io ho vissuto molto da vicino della storia del Mo- insieme a Don Mottola – aggiunge- vimento Cattolico, va Giuseppe Borgia nella sua rifles- Iniziativa per l’anno giubilare dedicato nel 2019 a don Mottola tra i quali Borzo- sione – costituisce il vero “Tempo (courtesy photo Tropea e dintorni) mati, Locane, Mal- >>> • 13 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Don Mottola Rivolgendosi a loro don Mottola ti, sottolineare che “l'apostolato di spiega ancora meglio il suo vero fatto - per cui abbiamo rifiutato la mottoliano”, la stagione cioè nella obiettivo: «Su questo umile foglio, cella e siamo rimasti viandanti nel quale si è dipanato il ricco tessu- rompo per voi, per la prima volta, il mondo - discende dalla pienezza to di iniziative di carità sociale del silenzio, con parole che già sapete, della contemplazione come dai ne- "Servo di Dio", don Francesco Mot- che ci siamo tante volte ripetute a vai la forza dei fiumi, che pur tor- tola». vicenda, che sono di Gesù e perciò nano al mare, ansiosi di azzurro per In tale contesto è assai rilevante lo illuminano, confortano, fortificano. essere riassorbiti dal sole”. spazio che questo animatore di for- Le prime, queste: soffrire, tacere, “Poeta sociale” - lo presentava così mazione, ad un tempo religiosa e godere, dimenticarsi. Quanti ricor- il suo grande amico Giuseppe Bor- sociale, ha riservato alle iniziative di!». gia ai ministri con cui abitualmente di recupero dell'identità dei cattoli- «La Casa della Carità – alludendo lavorava e che gli chiedevano no- ci impegnati nella promozione del- a quella di Tropea, diceva ancora tizie di questo sacerdote calabrese la sua comunità e del mezzogiorno testualmente don Mottola – l’ho erede di don Sturzo. in genere. sognata grande almeno quanto la Don Mottola seppe coniugare con- Le opere che maggiormente hanno nostra terra, accogliente tutto il templazione e azione, ascesi e im- segnato la sua vita sono state in- pegno sociale, dubbiamente le “Case della carità”. spiritualità e La prima nasce nel 1936, poi è un apostolato tra susseguirsi senza fine, nel 1944 vie- gli uomini del ne inaugurata la casa della Marina suo tempo, in di Tropea destinata esclusivamen- particolare gli te alle bambine, nel 1946 quella di ultimi e i più Parghelia e Limbadi, nel 1956 la emarginati, ai casa di Vibo Valentia per i portato- quali ha sem- ri di handicap, nel 1966 la casa di pre riservato Roma per le suore anziane, e poi il meglio del infine sempre a Tropea il Villaggio suo ministero don Mottola. sacerdotale. «Don Mottola – dice oggi di lui il La riflessione vescovo di Mileto-Nicotera Mons. storica e l'a- Luigi Renzo – aveva insomma ca- Don Mottola a Tropea (courtesy photo da Poro.it) nalisi dei suoi pito che la Chiesa, in un mondo scritti fanno, di sofferenza, doveva vivere la sua dolore, non per eliminarlo, perché quindi, giustizia dei tanti luoghi missione formando le coscienze al sarebbe un sacrilegio, ma per di- comuni costruiti nel tempo intorno servizio dei poveri perché in essi vinizzarlo e divinizzato adorarlo». alla situazione di crisi della chiesa si identifica Gesù sofferente. Don Per poter realizzare fino in fondo meridionale: dall'interno di essa, Mottola ha precorso i tempi ed ha questo suo grande progetto di “Ca- invece, sono venute non poche né vissuto il “rinnovamento radicale” rità integrale” come lo chiamava irrilevanti testimonianze di altissi- del Concilio Vaticano II trasfon- lui, Francesco fonda la Famiglia mo valore profetico e di rinnova- dendolo nei suoi figli oblati delle degli Oblati del Sacro Cuore, che mento ecclesiale e sociale. tre famiglie, sacerdoti, laiche, e era composta dai Sacerdoti Oblati, Ed è in questo clima che nasce, si laici del Sacro Cuore di Gesù. Non nati nel 1931, dalle Oblate del Sa- diffonde e prende piede, il suo gior- una Chiesa imbalsamata, quindi, cro Cuore, e dagli Oblati laici. Un nale Parva Favilla, che non è più e con la “faccia da funerale”, per obiettivo ambizioso, all’inizio pa- solo un semplice “foglio di infor- citare Papa Francesco, ma una reva quasi impossibile realizzarlo, mazione cattolica” come mille altri Chiesa “lieta col volto di mamma, che con lui prende invece corpo e in quel momento in Italia, ma che che comprende, accompagna, ac- sostanza. diventa invece “strumento di lotta carezza”; una Chiesa “vicina agli «Lo Stato – andava ripetendo – e di formazione collettiva”. abbandonati, ai dimenticati, e agli passa, la democrazia passa, la cari- Il giornale, dunque, al servizio imperfetti». tà non passa mai". E qui la carità è delle idee. Il giornale, che diventa Con le prime “Case della carità”, valore altamente sociale, capace di braccio operativo della rivoluzione nascono in Calabria, e si formano, mutare il volto di una comunità e sociale in cui Francesco credeva. Il quelli che lo stesso Francesco chia- di produrre una vera e propria ri- giornale, che diventa soprattutto mava “I certosini della strada”. voluzione silenziosa. Amava, infat- >>> • 14 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Don Mottola pastorale di formazione dei giovani questo permetterà poi agli studiosi chiamati al sacerdozio, per farne di trovare tra le sue carte, dopo la verbo e sostanza insieme. punta di diamante di un rinnovato sua morte, manoscritti e appunti «Parva favilla – scrive don Enzo stile apostolico, più rispondente al- di vita e di lavoro dal valore storico Gabrieli Postulatore della Causa le esigenze dei tempi, e, dall'altro, davvero inestimabile. di Beatificazione e Canonizzazione la promozione di una serie organica È quasi commovente quello che di- del Venerabile Francesco Motto- e permanente di seminari per ope- ce di lui mons. Luigi Renzo: «Mal- la, e della Serva di Dio Irma Scru- ratori sociali e giovani studiosi, che grado la sua malattia, che lo ha gli- “è stata l’eco della preghiera e dovranno acquisire gli strumenti di costretto in casa su una sedia per 27 dell’offerta per quella “Via Crucis una più aggiornata cultura sociale anni, il fuoco della sua anima non fra i tuguri” e vicoli del mondo che e politica, capace di farli fermento ha smesso di ardere in una visione deve continuare: Oggi essi sono nella crescita della comunità regio- di Chiesa che non guarda al mon- rappresentati dalle nuove pover- do dall’alto di un balcone, tà, dai cuori degli uomini e donne ma che sente il bisogno di che abitano le nuove periferie esi- scendere per strada in spi- stenziali. Passeggiando per Tropea rito di servizio e di carità si può cogliere come è stato facile operosa. Così Francesco trasformare i tuguri di pietra in realizzava già a suo tempo scintillanti negozi, ma anche come quella che Papa Francesco più è difficile vincere e sconfigge- identifica oggi come Chie- re le tante povertà e trasformare i sa “in uscita” ed “ospedale tuguri del cuore. Il Venerabile don da campo”, per raggiunge- Francesco Mottola, la Serva di Dio re le periferie e toccare “la Irma Scrugli, si sono scommessi di miseria umana e la carne persona, hanno gettato la rete sulla sofferente degli altri». Parola di Dio, Don Mottola, in altri ter- offrendo sé stessi; e il loro lavoro mini, con la sua profonda prosegue attraverso i loro figli e spiritualità, è una sfida al- figlie spirituali che portano avanti la nostra “cultura liquida”, l’attualissimo messaggio e le pre- caratterizzata dalla ricerca ziose opere di carità». dell’effimero e del contin- Consapevole della valenza della gente, senza riferimenti lezione di Luigi Sturzo, e per mol- oggettivi di verità: “Egli, ti versi attento a non tradirne lo al contrario- sottolinea spirito meridionalistico, così come mons. Luigi Renzo- comu- altri illuminati sacerdoti calabre- nica l’amore per la vita e si come Carlo De Cardona e Luigi quindi l’amore per l’uomo. Nicoletti per fare solo alcune esem- Don Mottola (courtesy foto da Poro.it) Il recupero della spiritua- plificazioni, don Mottola – scrive lità e della interiorità – l’e- di lui Giuseppe Borgia – avverte nale». sempio limpido che don Mottola ci l'importanza della formazione delle Nel 1942, non aveva ancora com- ha lasciato con la sua testimonian- giovani generazioni, che dovranno piuto il suo quarantunesimo com- za – è la via più breve e sicura per prepararsi adeguatamente alle pro- pleanno, Francesco viene colpito da uscire dal narcisismo” spettive – ritenute profeticamente una paralisi, che improvvisamente Sono gli anni in cui don Mottola inevitabili - del crollo del fascismo. lo priva dell’uso della parola. dà vita ai famosi “cenacoli degli «In parole più semplici, da sacer- È la seconda vera tragedia della sua intellettuali”, “iniziativa mirata – dote impegnato nel sociale, quale vita dopo il suicidio della madre, ricordava Giuseppe Borgia- e che certosino della strada, don Mottola ma anche questa volta Francesco si ha lasciato ampie tracce nella pre- vuole contribuire alla rottura del- rialza e riprende a vivere. Saranno senza ai vari livelli della società le logiche clientelari che frenano per lui ventisette anni di “silenzio”, nazionale di personalità formate- lo sviluppo della società calabrese, di mutismo assoluto, una condizio- si a quell'austera palestra di vita. prigioniera in quegli anni dei di- ne di vita che lo riporta allo studio, Egli soleva dire, infatti, che a nulla segni del notabilato locale. E per lo ripiomba nella lettura dei testi valgono gli strumenti puramente far questo valorizza due strumen- sacri, e lo costringe a scrivere di materiali rivolti al progresso di una ti assai significativi: da un lato, la tutto e di più, di più e per tutti, e >>> • 15 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Don Mottola comunità se al centro non vi è l'uo- mo con tutta la sua carica di forma- zione morale e spirituale, capace di produrre risultati non effimeri”. Il 25 dicembre 1968, altra sua grande conquista: Francesco rie- sce infatti a convincere il vescovo del tempo, monsignor Vincenzo De Chiara, a riconoscere formalmente la “Famiglia degli Oblati del Sacro Cuore”, che aveva praticamente fortemente voluto e fondato, come Istituto Secolare di diritto diocesa- no. Sei mesi più tardi, il 29 giugno 1969, muore all’età di 68 anni nella sua casa paterna, a Tropea. Il17 dicembre 2007 Papa Benedet- to XVI lo dichiara “Venerabile”. A giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano, «I suoi scritti, mentre evidenziano una singolare attenzione agli even- ti della Chiesa calabrese, spazia- no verso i più vasti temi teologici, ascetici e mistici. Numerosi articoli, interessan- ti anche sotto l’aspetto estetico, Don Mottola attorniato dai bambini che adorava presentano le realtà fondamenta- li della fede e i fatti della cronaca, Il miracolo di don Mottola in un costante dialogo con il mon- do contemporaneo, manifestando È il caso di un giovane diacono, og- dai Consultori Teologi della Con- nell’Autore vigore intellettuale, pe- gi sacerdote, guarito da una grave gregazione delle Cause dei Santi, netrazione psicologica, ponderata malattia ai reni dopo aver visto in che il 23 marzo 2007 si sono pro- dottrina. sogno Francesco, e di cui il religio- nunciati a favore dell’esercizio in La sua proposta culturale, essen- so era particolarmente devoto. Un grado eroico delle virtù cristiane zialmente cristocentrica, è in gra- processo di beatificazione sofferto, da parte sua. I cardinali e i vescovi do di delineare il profilo di un vero lungo, complesso, quanto mai len- membri della medesima Congrega- umanesimo cristiano». to, così come Santa Romana Chie- zione hanno invece emesso il loro Oggi don Mottola riposa nella na- sa ci ha ormai abituati da tempo, parere positivo soltanto il 6 novem- vata destra della Concattedrale di il nulla osta della Santa Sede per bre 2007, dopo aver riesaminato Tropea. l’avvio della sua causa di beatifi- con ennesimo scrupolo il miracolo 40 anni dopo la sua morte, il 2 ot- cazione e canonizzazione, per l’e- di don Mottola. tobre 2019, ricevendo in udienza il sercizio delle virtù eroiche, porta Ma non finisce qui. Anche per due cardinal Giovanni Angelo Becciu, infatti la data del 15 ottobre 1981. Il figli spirituali di don Mottola, Ir- Prefetto della Congregazione delle processo diocesano - si legge negli ma Scrugli e Gino Scalise, è stato Cause dei Santi, Papa Francesco atti ufficiali della Santa Sede- si è avviato il processo di beatificazio- autorizza formalmente la promul- svolto invece a Tropea dall’11 feb- ne, segno tangibile ed evidente del gazione del decreto che riconosce braio 1982 al 29 giugno 1988; la grande valore spirituale del “pic- come tale il miracolo attribuito convalida degli atti processuali è colo” sacerdote di Tropea, che la all’intercessione di don Francesco arrivata il 22 giugno 1990. La sua Chiesa ufficiale riconosce ormai Mottola, dando così il via alla sua “Positio super virtutibus”, conse- come la «perla del clero calabre- beatificazione. gnata nel 1994, è stata esaminata se». ¢ (pn) • 16 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live L ’appuntamento era per mez- zogiorno in punto, nella sua casa sulla spiaggia di Sper- longa, sul litorale laziale, vi- cino al Circeo. La rubrica “Italie” e il nostro telegiornale mi avevano dato l’occasione che aspettavo da tempo. Arrivai, insieme alla trou- pe, con largo anticipo. Impossibile anticipare l’incontro, me lo aveva detto. E allora, dopo un sopralluo- go al campeggio che negli anni si era sviluppato attorno alla sua abi- tazione, inizialmente solo estiva, salimmo in paese a prendere un caffè. Fu così che, affacciato ad una bellissima balconata, scoprii quel particolare che non poteva sfug- girmi. Quel luogo rassomigliava in modo impressionante al tratto più famoso del mare di Tropea, quello che va dall’Isola al Passo Cavaliere: la spiaggia nell’insenatura, delimi- tata a destra da uno scoglio tufaceo sormontato da una sorta di chie- sa, a sinistra da un promontorio appuntito che sembra accogliere il mare in grembo. Uno spettacolo ben godibile dal centro storico del paese, alle spalle, arroccato su uno Raf Vallone strapiombo. Tutto esattamente co- me a Tropea. Raf Vallone non poteva aver scelto casualmente quel posto. Aveva il mare nell’anima: il suo respiro, il Il figlio illustre suo colore, il suo ritmo, il suo can- to. E nello scrigno più intimo del cuore, aveva il suo paese d’origine, che col mare s’identifica: come ben sa, non tanto chi conosce quel pa- di Tropea ese per le immagini patinate della villeggiatura, ma chi è nato e cre- sciuto in una di quelle case del cen- tro antico a picco sul mare. Aveva lasciato Tropea da giovinet- to per trasferirsi con la famiglia a Torino, nella cui prefettura venne chiamato a lavorare il padre. Ma di PASQUALINO PANDULLO a Tropea tornava sempre, non so- lo d’estate. Sempre con la adorata moglie, Elena Varzi, quasi sempre cessami in una mattinata d’inverno film tra i più belli del neorealismo con i figli Eleonora, Arabella, so- luminosa e calda (eppure era il 29 italiano; non parlammo dell’attore prattutto Saverio. novembre del 2000) non parlam- di teatro o di sceneggiati televisivi, Per questo, in quella intervista tele- mo del divo del cinema, già ampia- né del calciatore, né del giornali- visiva (l’ultima di Raf Vallone) con- mente celebrato, protagonista dei >>> • 17 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Raf Vallone sta. Non parlammo delle sue storie d’amore, né di Marlene Dietrich, di Marilyn Monroe o di Brigitte Bardot: era lo sguardo col quale la moglie seguiva il suo passo è le sue risposte, del resto, la più eloquente e vera delle storie d’amore. Parlammo invece di quel paesino calabrese dove ormai abita fino alla fine dei giorni e che lui, prossimo agli 85 anni, descriveva come un poeta e con una voce straordina- ria, perché, modulata da artista e sincronizzata con improvvisi lampi degli occhi verdi, ancora prevaleva sull’ingiuria degli anni e degli ac- ciacchi. Una singolare coincidenza ha volu- to che, nello stesso giorno in cui Raf è mancato, il 31 ottobre del 2002, morisse anche il giornalista radio- televisivo Lello Bersani: una vita Raf Vallone con Lucia Bosé nel film Non c’è pace tra gli ulivi di Giuseppe De Santis (1950) dedicata a raccontare il mondo del- lo spettacolo, nelle sue espressioni «Un posto speciale perché Tropea la pioggia, ma le tempeste della vi- più alte. Lui non era nato a Tropea, è per me il periodo dell’innocenza, ta. E questo è un simbolo plastico ma la conosceva bene, benissimo. un’età privilegiata dell’immagina- che mi è sempre rimasto in mente. Ne era innamorato, e con Tuccio zione, suscitatami dalla struttura A parte il fatto che il mare, come Migliarese e altri tropeani aveva stessa di Tropea: appollaiata di diceva Euripide, lava le scorie e i creato il ”Pimm’s Club”: una sorta fronte al mare, sfida le tempeste e peccati del mondo, per me Tropea di ritrovo esclusivo, in quel palazzo non soltanto quelle del vento e del- >>> sulla rupe alla fine del corso, dove oggi è rimasto il ristorante e do- ve, guarda caso, c’è pure l’alloggio tropeano di Raf Vallone, scavato nel tufo, “subba u mari picciulu”, dirimpetto alla chiesa dell’Isola. Un modo d’intendere il turismo, il Pimm’s, che ha alimentato il mito di Tropea già dagli anni Sessanta, quando Bersani passava dalla “ca- sina” con andatura elegante e col suo immancabile foulard e nelle vicinanze era parcheggiata la Mer- cedes scoperta, dal grande sterzo color avorio, di Raf Vallone. Raf nato tra quelle viuzze, in quei posti tornava sempre: con la mente e il cuore, perlomeno quando, con le gambe, non poteva più. Basta sentire le parole usate in quell’in- tervista; l’ultima. – Raf Vallone, quale posto occu- pa Tropea nel suo cuore? In Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949). Oltre che attore fu giornalista e calciatore • 18 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Raf Vallone è pura di questo privilegio di es- sere di fronte a un mare stupendo per colore e profondità. Perché il mare di Tropea è curioso, è pro- fondissimo a riva, e quindi il suono dell’onda che arriva è un’onda che ti investe l’anima e te la purifica». – Quali sono i suoi ricordi legati a Tropea? «Il ricordo più caro mi riporta a una notte, nella quale io avevo una febbre altissima, e non si sapeva la causa di questa febbre altissima. Arrivò mio zio Saverio, il mio idolo infantile, “u marchisi”, e mi portò un pallone nuovo. Giocai per tut- ta la notte con quel pallone nuovo nello stanzone della camera da let- to, e l’indomani la febbre era spari- ta. Fu come un ritorno alla vita. Per me Tropea è un’isola di dolcezza, Raf Vallone con la moglie Elena Varzi e i figli a Tropea al mare di poesia, di ricordi. Ricordo che allora, quando giocavo a calcio, ci non era divisa in classi, ma unita «Di studiare. Studiare, e poi studia- fu una famosa partita alla quale dall’amore». re ancora, e poi ancora studiare». intervenne eccezionalmente anche – Anche i suoi familiari sono le- – Che ne pensa dell’immagine il vescovo di Tropea. Battemmo il gati a Tropea? che la Calabria ha nei mass me- Catanzaro per 4-1 ed io feci addirit- «Sì, particolarmente mio figlio Sa- dia? tura tre goal: quella sera fu un’apo- verio (l’ho chiamato Saverio pro- «Dipende dalla scarsezza di vere e teosi di gloria». prio in omaggio a quel mio zio). proprie informazioni. Il fondo del – Quali contatti ha mantenuto Lui è attaccatissimo a Tropea e ne calabrese è un fondo antico di ca- con la città dove è nato? assorbe tutta la bellezza e il fascino. valleria, di nobiltà. Invece affiora- «Diversi, ma soprattutto i contatti Il volto di mio figlio Saverio si tra- no fatti che sono l’antitesi di tutto dei ricordi, straordinari, che si af- sforma quando si parla di Tropea, questo. E che vengono strapazzati e follano nella mia mente come em- si illumina: è un raggio di luce che volgarizzati in una maniera ecces- blemi di felicità. Tra i parenti di io conservo dentro». siva». mia madre, ad esempio, ce n’era – Se dovesse immaginare un – Quale turismo immaginereb- uno che era un famoso produttore film ambientato a Tropea, come be per Tropea? di vini. Si chiamava Andrea Poten- lo immaginerebbe? «Un turismo che dia posto agli zoni, ed era un gigante in tutto. Mi «Non potrei che scegliere una scrittori, agli intellettuali, ai pittori, ricordo che lui si faceva sellare il grande storia d’amore. Non potrei agli artisti. In modo che questa cit- cavallo e andava, la mattina, a pre- immaginare un film allegro, scan- tadina diventi veramente un centro siedere alle vendemmie. E nel mio zonato. Ma una grande storia d’a- di appartenenza culturale impor- ricordo ci sono queste splendide more, si. Tropea è nata come un set tante. Un turismo illuminato, co- ragazze calabresi che pigiavano l’u- cinematografico, a parte la bellezza sciente della bellezza che percorre va e ne facevano scorrere il succo. del suo mare. Ricordo quando dice- questa roccia stupenda, che si pro- Questo vino aveva dei nomi me- vo ad un mio amico carissimo, Pa- tende nel mare come una protesta ravigliosi, come Calliope. Tutta la squalino Adilardi: voi non avete la e che invece si mitiga nella dolcezza mia infanzia è legata a quest’uomo coscienza della bellezza di Tropea, del mare e delle rive.” ¢ (pp) gigantesco. Ogni domenica riceve- altro che Saint Tropez, altro che va i contadini, che abitava sempre Carabi, Tropea è un posto unico al (Intervista pubblicata da Saverio in abiti scuri, elegantissimi, puliti mondo». Ciccarelli, direttore de “La Piazza”, non soltanto esternamente, ma pu- – Che consiglio darebbe a chi nel marzo 2004). liti interiormente. Allora la società vuol fare l’attore? • 19 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live A lbino Lorenzo era Tropea, e Tropea negli anni a cavallo tra il 1960 e il 2000 era so- prattutto Albino Lorenzo. Dopo di lui veniva Raf Vallone, che a Tropea era nato, ma che una vol- ta lasciata la sua casa natale non vi aveva più fatto ritorno se non per brevi periodi dell’anno. Di Raf Vallone è rimasto oggi lo scheletro della sua vecchia villa di famiglia, lungo la strada che porta a mare, e che Raf Vallone prima di morire aveva scelto come location ideale per rilasciare ad un altro fi- glio illustre di Tropea, il giornalista Pasqualino Pandullo oggi Direttore del TG Regionale di RAI-Calabria, la sua ultima intervista pubblica, un vero e proprio testamento spiri- tuale dedicato alla sua infanzia ca- Albino Lorenzo labrese e alla sua città natale. Di Albino Lorenzo è rimasto an- cora, invece, il suo vecchio studio, che si affacciava sul mare, e da do- L’arte dell’ultimo ve Albino dipingeva le sue tele che erano immagini fedelissime dei mercati tropeani, degli angoli più suggestivi della marina, della sug- patriarca di Tropea gestione possente della Chiesa di Santa Maria dell’Isola, della fatica ordinaria e quotidiana dei produt- tori di cipolle, era insomma la vita reale dei contadini di quel tempo, neorealismo puro pervaso da un amore viscerale per il mare e per la di PINO NANO gente che a Tropea sul mare viveva di pesca e di turismo. In quegli anni, ricordo, dicevi Albi- ma perché nelle tele di Albino i tra- Non a caso, la sua storia sembra no Lorenzo e dicevi Tropea, parlavi monti dipinti dal Capo ti riempiva- quasi una favola moderna. di Albino e si parlava di Tropea, Al- no gli occhi di luce e di vita. Ancora oggi, sedici anni dopo la bino andava alla Biennale di Vene- Albino era la Calabria, Albino era sua morte, la critica internaziona- zia e a Venezia si raccontava della Tropea, Albino era Capo Vaticano, le che più conta lo indica e lo rico- spiaggia immacolata della marina Albino era la Costa degli Dei, ma nosce come uno dei “grandi nuovi di Tropea, le tele di Albino volava- perché nessuno meglio di lui for- impressionisti del Sud Italia”, un no a San Pietroburgo e in Russia si se l’aveva mai rappresentata così artista nato e vissuto per tutta la proiettavano le immagini incanta- bene. Albino era la sintesi di tutto vita a Tropea, e che per paura degli te del mare azzurrissimo di Capo questo immenso e meraviglioso aerei non ha mai accettato i tanti Vaticano, che era diventato il pro- patrimonio naturale di cui era pro- inviti eccellenti ricevuti nel tempo montorio più famoso e più cono- tagonista assoluto e senza concor- da oltre oceano, centinaia di inviti sciuto del Sud Italia e non perché renti. Un grande pittore di quegli prestigiosi nelle più famose capitali vissuto da uno grande scrittore co- anni, va detto senza mezzi termini, del mondo, ma lui puntualmente ri- me Giuseppe Berto, che sulla cima ma soprattutto uno dei figli più ve- fiutava, lo faceva anche sia nel caso del Capo aveva chiuso il suo bellis- ri, più illustri, più conosciuti e più gli venisse proposto un premio alla simo manoscritto, Il Male oscuro, amati di Tropea. >>> • 20 •
supplemento speciale — LA BELLA TROPEA www.calabria.live • Il quotidiano dei calabresi nel mondo www.calabria.live segue dalla pagina precedente • Albino Lorenzo ceva di sé stesso raccontandosi in del pomeriggio in poi in spiaggia televisione. Si sposa giovanissimo, e nelle campagne dell’intero com- carriera, o anche più semplicemen- all’età di 22 anni, nel 1944, con Lui- prensorio, a caccia di suggestioni e te gli venisse chiesto di presentare gia Capua, una donna che per tutta di immagini da utilizzare per le sue in prima persona i suoi capolavori. la vita gli resterà accanto con una tele. Quando poi andrà definitiva- Albino aveva fatto di Tropea la sua dedizione quasi struggente, ma che mente in pensione la sua giornata “Itaca”, e in tutte le sue opere, in ol- nel frattempo gli darà anche 18 fi- di artista inizia alle sei del mattino, tre sessant’anni di attività artistica, gli, una famiglia enorme anche per e si concluderà con il calare della non ha fatto altro che ricostruire quei tempi, ma che lui non ha mai sera. C’è ancora a Tropea qualcuno rappresentare e raccontare quella considerato “un problema”, an- dei suoi vecchi amici ancora rima- che era allora la memoria storica zi tutt’altro, era fonte di per lui di sti in vita che lo ricorda come un della sua città natale, soprattutto la nuovi stimoli e di nuove energie ar- “ventenne fiero e ribelle”, un giova- vita ordinaria della sua gente e del tistiche. “Lorenzo - scrive di lui Mi- ne pieno di vita e di energia, di una suo popolo contadino, che tanto lo chele Cascella su Il Messaggero nel esuberanza fisica senza pari, che amava ma che lui tanto profonda- novembre del 1975- mi è parso un non conosceva pause o momen- mente venerava. Uomo dal carat- personaggio biblico, da quando ho ti di riposo, e non a caso forse la tere radioso, affabile, eternamente conosciuto la sua famiglia attraver- sua produzione pittorica fu davve- sorridente, quasi indifeso e timi- so una fotografia di gruppo, lui, la ro enorme nel numero delle opere dissimo, interprete della modestia moglie, con in grembo l’ultimo na- prodotte. e della semplicità popolare di tutti i to, e tutt’intorno ragazzi e ragazze, La sua fama di artista poliedrico Sud del mondo. È stato bellissimo incontrarlo, co- noscerlo, raccontarlo agli altri. Ricordo che la RAI gli dedicò un intero speciale TV, ma ricordo so- prattutto che la parte più complica- ta di quel documentario fu proprio la sua intervista, quando i riflettori di accendevano su si lui e il regista dava il ciak di avvio Albino perdeva il suo smalto, sembrava aver perso la voce, era quasi incapace di rac- contarsi, a mala pena accennava qualche risposta, ma con gli occhi bassi, rivolti per terra, o peggio ancora immobili inespressivi e fis- si nel vuoto. L’esatto contrario di quando lui invece prendeva i pen- nelli tra le mani e dava corpo e ma- una vera squadra, oltre la dozzina, gli porta il suo primo incarico di teria alle sue tele, quasi una magia tutti di una bellezza greco-calabre- prestigio, così lui lo considerava, impossibile da raccontare a chi non se”. nei primi mesi del 1957, quando lo ha mai conosciuto. Dopo le Elementari e le Medie a il Vescovo del tempo lo chiama in Albino Lorenzo nasce come pitto- Tropea Albino Lorenzo finisce a Arcivescovado e gli chiede di diri- re impressionista quasi per gioco. Palmi, dove frequenta l’Istituto gere nel suo tempo libero il Dipar- Sarà suo padre Saverio ad avvici- Magistrale, e rimane a Palmi fino al timento di pittura del Seminario narlo per la prima volta ai colori e compimento del suo diciottesimo Vescovile della Diocesi di Nicote- alla magia della tavolozza, suo pa- anno di età. Poi torna a Tropea, ma ra Tropea. Poi ancora, dal 1992 in dre che di mattina insegnava dise- immediatamente dopo il diploma poi gli viene assegnata la Cattedra gno alle scuole medie del paese, e trova anche il suo primo impiego di pittura dell’Accademia Fidia di che una volta rientrato a casa tra- pubblico. Viene assunto come im- Vibo Valentia, anche questo un in- scorreva poi con lui molte ore del piegato all’Ufficio delle Imposte Di- carico che gli varrà una lunga serie pomeriggio trasferendo nel figlio la rette della sua città natale, Tropea, di riconoscimenti importanti e non sua passione per la pittura e per i e qui trascorrerà tutto il resto della solo nazionali. paesaggi. sua vita. Ma man mano che gli anni pas- “Figlio d’arte in tutti i sensi” di- Di giorno in ufficio, poi dalle tre >>> • 21 •
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