DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla

Pagina creata da Valeria Volpe
 
CONTINUA A LEGGERE
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
2010-Famiglia-A4:Layout 1     28.1.2010   11:56   Pagina 1

     L’energia, importante
     come la famiglia!                                                                                                        QUADERNETTI

                                                                                              N. 49
                                                                                                                             DELLA VAL COLLA

     Pregassona, 2009

                                                             Avete mai provato a pen-
                                                             sare ad una vita senza
                                                             elettricità? Senza l’energia
                                                             elettrica, per esempio, che,

                                                                                              QUADERNETTI DELLA VAL COLLA
                                                             esaltando lo stupendo pa-
                                                             norama offerto da madre
                                                             natura, illumina i vostri in-
                                                             dimenticabili momenti di
                                                             festa?
                                                             L’energia, il nostro mestiere!
     Le AIL SA sono
     certificate ISO 9001,
     ISO 14001 e
     OHSAS 18001
     per Qualità, Ambiente,
     Salute e Sicurezza.
     Una fierezza per noi,
     una garanzia                                                                                                           PUBBLICATI DAGLI «AMICI DELLA VAL COLLA»
     supplementare per voi!                                  Voi e le vostre
                                                                                                                             ANNO XXXIV – NUMERO 49 – APRILE 2012
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

         INDICE

In copertina “i magnan”  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .        pag. 2
Finestra del Presidente  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .     pag. 5
Comitato 2011  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .         pag. 7
Dal nostro Shop  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .       pag. 9
Ci chiamavano anche così  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .          pag. 10
Le voci della valle  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .   pag. 12
Gita a Genova  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .      pag. 16
Giornata nei boschi della Val Colla  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .        pag. 22
Gita al Sasso Grande presso i Denti della Vecchia  .  .  .  .  .  .  .            pag. 27
Certara  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .   pag. 30
Partigiano quasi per caso  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .      pag. 34
Brutta fine di una lepre scaltra  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .     pag. 38
Morire per un ideale  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .     pag. 42
I nonni raccontano  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .       pag. 44
Moresi a 50 anni dalla maglia d’oro  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .        pag. 50
Feste in valle  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .     pag. 60
Fondo Paltenghi  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .       pag. 63
Sposi, nastri rosa e azzurri, lutti  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .     pag. 64

                      Intermediazioni / gestioni immobiliari

                Cell. +41 79 414 11 08 - Fax 091 220 15 75
                   Via al Campanile 13a - 6962 Viganello

              p.rossini@erregiemme.ch - www.erregiemme.ch

                                                                                        1
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
IN COPERTINA

         I «MAGNAN»

I “Magnan” della Val Colla sono diventati cittadini, oppure i luganesi sono saliti in
valle a cercare un passato che ha fatto anche storia? I Magnan della valle, a suo
tempo, hanno avuto grandi spazi in Lombardia e il loro idioma – il rügin – ha sem-
pre suscitato ammirazioni e stupori. Ecco quindi che la nostra scelta di proporli in
copertina ha un suo motivo ben preciso. E penso sarà apprezzato dai nostri soci.

Il 2011 è stato per noi un periodo molto attivo e nei contenuti di questo quadernetto
troverete appunti sulla gita a Genova e sui racconti di gente della valle. Come dalle
scelte approvate dall’assemblea di due anni fa, conti e relazioni assembleari le tro-
verete in altri siti o li potrete richiedere al nostro segretariato che si farà premura di
inviarveli a domicilio.
Insomma è andato tutto bene? Non tutto se pensiamo all’impegno del comitato, e in
particolare del responsabile della festa di fine estate, Danilo Mauri: a differenza
dello scorso anno, le condizioni metereologiche ci sono state avverse e, a malincuo-
re, siamo stati costretti ad annullare la nostra festa di chiusura.

2
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
IN COPERTINA

Rifletteremo si-
curamente sul-
l’opportunità di
prevedere una
seconda possibi-
lità di chiudere
bene la nostra
estate ricca di
grandi feste e
manifestazioni.

Il Comitato si è
già chinato sul
problema e a fine
dicembre abbia-
mo fatto uno
scherzetto a “Giove Pluvio” (che ci aveva rovinato la festa) proponendo nella sede
della scuola del Maglio un amichevole panettonata che ha ulteriormente legato gli
abitanti della valle, maestri e genitori, all’Associazione Amici della Val Colla, che
anno dopo anno trova sempre nuovi simpatizzanti.
Buona lettura.
                                                                        Peo Mazzola

                          Manuela Roncoroni
                              fiduciario immobiliare

                   Via dei Circoli 15 - 6965 Cadro
  Tel. 091 971 22 42 - Fax 091 943 23 90 - info@manuelaroncoroni.ch

                                                                                   3
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
generali assicurazioni:1/8 vert    23.6.2009    9:32   Pagina 1

  Giuseppe Cassina
  Agente Generale
  Agenzia Generale LUGANO   Via R. Simen 5 - 6904 Lugano
  Tel. 058 471 17 17        giuseppe.cassina@generali.ch
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
FINESTRA DEL PRESIDENTE

         IL QUADERNETTO 2011

L’anno che ci abbiamo appena lasciato alle spalle non potrà
essere ricordato come un anno mite. Infatti, la devastante
crisi economica e finanziaria che coinvolge tutto il mondo,
non solo non è stata risolta, ma si è ancora aggravata. La
carenza alimentare non è stata debellata anzi, secondo la
FAO, ci sono milioni di bambini, sotto i due anni, a rischio
di sopravvivenza. L’ingiustizia e la violenza delle guerre
non sono minimamente state placcate. Un mostruoso terre-
moto-tsunami ha travolto un’intera regione del Giappone                Joaquim Almeida
con migliaia di morti e il danneggiamento di una centrale
atomica e la conseguente fuoriuscita di sostanze radioatti-
ve. I paesi arabi sono in rivolta, in cerca di diritti democratici, contro i regimi ditta-
toriali, e via di questo passo.
Nella nostra Valle, invece, soffia un’aria di cambiamento in seguito alle votazioni
popolari del 20 novembre, favorevoli all’aggregazione di tutti i paesi con la Città
di Lugano, di cui si parlava da diversi anni. L’opinione dei cittadini della Valle non
era unanime. Molti erano i contrari dovuto, secondo loro, al rischio di perdita
dell’identità dei vari paesi, alla perdita delle tradizioni ed all’alienazione del ter-
ritorio montano che ci è stato lasciati dai nostri avi. Ma tanti erano favorevoli per
uscire dalla crisi di stagnazione e per il sempre più marcato disinteresse dei gio-
vani per la politica. Alla fine i favorevoli alla fusione sono risultati più numerosi
portando tutti i Comuni della Valle, assieme a Sonvico e Cadro a diventare rioni
della Città di Lugano. Onore ai vincitori e anche ai vinti che si sono battuti, leal-
mente, in difesa delle proprie idee ma che, ahimé per loro, non possono fare a
meno di riconoscere una regola fondamentale della democrazia: la maggioranza
ha sempre ragione.
Un altro avvenimento che lascia ben sperare sul fronte della salute della Valle è
stato l’acquisizione di un defibrillatore per merito del “Gruppo Certara c’è”. Questo
primo e vitale apparecchio è stato installato presso la Casa Anziani “Centro l’Ori-
zonte” di Colla, ed è a disposizione di tutti gli abitanti. Sarà importante che un
maggior numero di persone sia formata e familiarizzata, in tempi ragionevoli, sul
modo di utilizzare questo strumento salva gente, in linea con il progetto della Fon-
dazione TicinoCuore. In modo da ridurre la tempistica d’intervento ci sembra im-
portante che, nel prossimo futuro, un secondo apparecchio possa essere installato
sull’altra sponda della Valle, ad esempio nel paese di Cimadera o Piandera.
Un saluto cordiale.

                                                                                        5
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
Ristorante Campana
                          Cucina nostrana
                          Vini scelti
                          Giardino
                          Camere

                          MAGLIO DI COLLA
                          Tel. 091 944 11 01

    Fam. Campana-Lepori   Ger.: Gianna Campana

6
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

            COMITATO

Presidente:		       ALMEIDA-DIREITO Joaquim, 6952 Canobbio

Vice-presidente:    PETRALLI Angelo, 6951 Scareglia

Segretaria:		       RONCORONI Manuela, 6965 Cadro

Membri:		           ANTONINI Ermidio, 6974 Aldesago
		                  MAURI Danilo, 6959 Certara
		                  MAZZOLA Peo, 6962 Viganello
		                  PORETTI Piercarlo, 6976 Castagnola
		                  ROSSINI Piergiorgio, 6962 Viganello

                                    ************

Contabilità:        ROSSINI Piergiorgio, 6962 Viganello

Revisori:		         CANEPA-MORANDI Sara, 6802 Rivera
		                  CHIESA Marco, 6970 Ruvigliana
		                  PETRALLI Manuela, 6959 Piandera

Attività nel 2012 (alcune date da definire):

Assemblea sociale - 6 maggio
Gita sociale - 27 maggio
Giornata nel bosco
Festa di fine estate - 16 settembre o in caso di cattivo tempo 23 settembre
Pranzo degli anziani
Quadernetto

                                                                              7
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
Studio d’ingegneria
    MAURI T.
    & BANCI F.
    Ing. dipl. ETH - SIA - OTIA

    Via al Ram 2
    6969 Lugano-Davesco
    Tel. 091 972 33 81
    Fax 091 970 22 06
    ingegneria@mauri-banci.ch
    www.mauri-banci.ch

    Reg. nr. 15168

8
DELLA VAL COLLA - Amici della Valcolla
DAL NOSTRO SHOP

Numeri arretrati dei Quadernetti ancora disponibili, in vendita a CHF 10 l’uno:

Nr. 7, 10-11, 14-15, 18, 31, 32, 33, 34-35, 36-40, 41, 42, 43, 44 (Una Valle da scoprire),
45, 46, 47, 48

Pubblicazioni arretrate:
S. Lucio di Cavargna, degli Amici di Cavargna, CHF 22
Itinerari di Valli Ticinesi, di Piergiorgio Morandi, CHF 20
Generazioni a confronto, di Ezio Galli, CHF 20
Una piccola valle racconta, di Aldo Petralli, CHF 15
Glossarietto del gergo dei magnani, di Aldo Soldati, CHF 14
Sciur cürat, degli Amici della Cavargna, CHF 14

Altro materiale:
Poster con i paesi della Val Colla, CHF 5
Adesivi con il logo dell’Associazione, CHF 2

CD-video “LA VALCOLLA”, CHF 20
Fino a esaurimento scorta

Il materiale può essere ordinato per posta:

Associazione Amici della Val Colla
casella postale 11
6959 Maglio di Colla

Oppure inviando un messaggio e-mail: info@amicidellavalcolla.ch

                                                                                             9
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

         CI CHIAMAVANO ANCHE COSÌ...

Con l’aiuto di un anziano vallerano, abbiamo cercato di far rivivere i nomignoli con
i quali si indicavano gli abitanti dei villaggi della valle e le rispettive famiglie. Ri-
troviamo spesso i diversi cognomi: dai Rossini ai Reali, ai Bassi e ai Campana, ai
Boscacci, ai Soldati, ai Galli, ai Ceresa, ai Mazza, ai Camozzi e a tutte le altri
grandi famiglie della Val Colla.
E allora ecco i Baghina, i Maraja, i Pateca, i Scacialingua i Careta e via dicendo.
È chiaro che, per cognomi uguali, cambiando paese cambiava l’appellativo ricono-
scitivo.

Grazie al nostro prezioso interlocutore abbiamo preferito soffermarci sui nomignoli
affibbiati agli abitanti dei singoli villaggi, consapevoli però che la memoria di qual-
che anziano ci suggerirà qualche cambiamento e qualche precisazione in merito

Signôra
Lanin o peraà: in paese molti portavano i capelli lunghi (lanin) o erano completa-
mente senza capelli o (come ai tempi nostri) si rasavano per comodità o risparmio...

Curtina
I Goss: si dice che per mancanza di vitamine alternate molti abitanti di Curtina ave-
vano il Gozzo, i maschi ma, soprattutto, anche le femmine.

Insone
Naron: gente allegra facile all’intrattenimento e alla narrazione, spesso spiritosi e a
volte anche irriverente. Naron è quindi chi narra e parlotta.

Colla
Leca lüm: si ritrovavano volontieri nelle stalle a filare la lana nelle ore del crepu-
scolo e quindi con il lume acceso, destando la curiosità degli altri vallerani.

Bogno
Scaldabanca: la gente di Bogno soprattutto nei periodi estivi, ma anche d’inverno
attorno al camino dei Reali non aveva mai fine di ritornare a casa. Si giocava a car-
te, alla morra, o anche solo seduti a parlare di caccia. Insomma scaldavano la panca.

10
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Maglio di Colla
Pesat: vicini alle sorgenti del Cassarate gli abitanti del Maglio erano provetti pesca-
tori e le loro prede erano gradite anche dagli abitanti degli altri paesi, che pure an-
davano a pesca ma che forse non conoscevamo così bene i luoghi pescosi.

Certara
I Maton: difficile andare a fondo di questo nomignolo. Molti dicono poiché pazze-
relli, altri poiché devoti a San Pietro Martire.

Scareglia
Mazzabaar: forse per la loro abilità nella mazza del maschio della pecora (barin).

Cozzo
Sassarioe: si diceva che era pericoloso avvicinarsi a questo piccolo borgo poiché
all’arrivo di gente degli altri paesi i ragazzi iniziavano una sassaiola evidentemente
poco gradita.

Cimadera
Cicia peduu: per il modo diverso delle loro calzature poco propense ai terreni sco-
scesi della valle ma più vicine alle calzature della città. Era un modo per differen-
ziarsi dagli altri anche perché Cimadera era il villaggio più in alto della valle e
quindi la distinzione sembrava d’obbligo.

Piandera
Brandulat: poiché erano i più bravi a intagliarte la paglia, a costruire ceste e ogget-
ti vari.

                                                                                    11
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

         LE VOCI DELLA VALLE

Gli ultimi raggi di sole imbiondivano i rilievi dei monti,
mentre una brezza, leggera e costante, accarezzava i prati e
la pineta della splendida Val Vigezzo.
Nell’aria un piacevole odore di fieno e l’immancabile lezzo
delle brune alpine che, incolonnate, rientravano alle loro
stalle.
In una mano il tamburello e l’altra amorevolmente abban-
donata in quella di mio padre, percorrevo così il sentiero di
ritorno verso la casa delle vacanze.                                    Maurizio Bigatti
Il tramonto si adagiava nelle morbide braccia del crepusco-
lo mentre, piano piano, le stelle cominciavano ad accender-
si, una a una, per dar vita allo spettacolo della notte.
In una di quelle sere, mio padre mi chiese se mi sarebbe piaciuto studiare musica. Il
mio desiderio di conoscenza e la caparbietà che contraddistingueranno anche in
                                                futuro le mie scelte, mi fecero decidere
                                                immediatamente per il si.
                                                Seguirono anni di studio, di gioie e
                                                sofferenze, euforie e delusioni, storie
                                                di una vita parallela, scuola e accade-
                                                mia, l’ orchestra e il primo complessi-
                                                no.
                                                La passione sempre viva per la melo-
                                                dia, l’armonia dei suoni e il loro dive-
                                                nire in una travolgente cascata di note,
                                                mi hanno accompagnato per oltre mez-
                                                zo secolo.
                                                Poi, mi sono ritrovato in un’altra valle,
                                                non molto distante dalla prima, la Val-
                                                colla, per dare il mio contributo per la
                                                formazione di un gruppo vocale: la
                                                “Corale San Rocco” a Bogno.
                                                L’impegno costante nel tempo ha dato
                                                buoni frutti e oggi, da quelle voci, si
                                                sente evocare lo spirito tenace che
                                                vuole a tutti i costi dare il suo contri-
                                                buto al completamento delle funzioni

12
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

                                     religiose, osannando
                                     qua e la il patrono di
                                     turno nelle festose do-
                                     meniche estive. E quel
                                     risuonare di voci e di
                                     note d’organo, riempio-
                                     no il cuore si serenità,
                                     conferendo spiritualità
                                     al rito che si perpetra
                                     nel tempo, stimolando
                                     quella devozione che
                                     unica eleva l’anima.

                                                          13
Il Baracchino
     Bar - Osteria - Pizzeria (con forno a legna) - Pianobar
                   BOGNO (VALCOLLA)
                           Per godere di ore serene
                           e spensierate: Aperitivi,
                           Happy Hour, Piatti tipici e speciali,
                           Proposte eno-gastronomiche
                           stagionali e a tema,
                           Pizze, Focacce, Dolci e…
                           Tanta Allegria!
                    Informazioni   e   Riservazioni
           Tel. 091 930 70 87 - Mobile 079 949 59 54

                SANDRO RUTNER
                SPAZZACAMINO Con autorizzazione cantonale

                Pulizia camini e caldaie, revisioni,
                fornitura e pulizia stufe a nafta,
                caldaie a gas e pellett

                6963 Pregassona - Via Arbostora 3B
                Tel. 091 942 72 35 - Fax 091 940 40 90

14
SERVIZIO TECNICO
                             BRUCIATORI
                             RIPARAZIONE, PULIZIA
                             E REGOLAZIONE SU BRUCIATORI
                             DI TUTTE LE MARCHE

                             CONTRATTI
                             DI MANUTENZIONE ANNUALE

                             6959 CIMADERA - 079 340 80 66

                  MIRKO CAMPANA
6959 Piandera - Tel. e fax 091 944 10 79 - Natel 079 444 27 11

                  Falegnameria Paolo Nesurini
                  6954 Sala Capriasca
                  Tel. laboratorio: 091 943 16 18
                  Tel. abitazione: 091 943 54 21
                  Natel:            079 686 56 08

                                                                 15
GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011

         GITA A GENOVA
         29 maggio 2011

Il nostro invito alla tradizionale gita sociale primaverile ha visto la partecipazione di
una quarantina di Soci e Simpatizzanti, e con la domenica 29 maggio abbiamo or-
ganizzata la trasferta in quel di Genova, con un programma invitante, variegato e
intenso.
Il mattino presto siamo partiti dallo Stadio di Cornaredo alla volta della capitale li-
gure con un comodo torpedone della compagnia “Viaggi Ghezzi” e dopo la classica
“fermata pausa caffè” siamo giunti a Genova, direttamente a mare, al vecchio porto
di fronte all’acquario per una qualificante visita.
Con l’entrata e la non indifferente raccomandazione di non perdersi e ritrovo per
tutti a mezzogiorno, abbiamo potuto ammirare uno dei maggiori acquari europei,
progettato dall’architetto genovese Renzo Piano e realizzato nel 1992 dall’architetto
statunitense Chermayeff. Costruzione caratterizzata da una concezione totalmente
nuova, in cui il visitatore è letteralmente trasportato nel mondo sottomarino.

16
GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011

 Lungo corridoi vetrati si cammina scortati da squali, delfini, foche e pinguini, men-
tre le oltre cinquanta vasche presentano la fauna di diversi habitat marini, lacustri e
terrestri, dal Mediterraneo all’Antartide passando per i mari tropicali. Recentemente
alla struttura originale si è aggiunta la Grande Nave Blu, al cui interno è stato rica-
vato l’ambiente terracqueo del Madagascar con coccodrillini, ranocchiette rosse e
camaleonti. Di grande impatto le vasche cilindriche in cui “danzano” centinaia di
meduse evanescenti.
Alle tredici ci siamo trasferiti nel vicino Ristorante NH Hotels, situato dietro il vec-
chio Galeone, costruzione originale in legno lavorato artigianalmente, con i collega-
menti della struttura con corde e chiodi di legno, alla rada con vele ammainate.
Dopo le foto di rito, tutti a tavola con tanta fame di pesce, dove sono stati serviti
vari piatti con filetto di pesce fresco del giorno alla livornese accompagnato da di-
versi tipici contorni.

Dopo pranzo ci ha raggiunto una simpatica guida ed è quindi stata organizzata la
visita a piedi della Città, per coloro che ce la facevano per una camminata di circa
un’ora e mezzo nel centro storico, con le classiche scalinate che dal livello del mare
ci conducono alla parte verticale della Città, adagiata di fronte al mare su un anfite-
atro di colline.
                                                                                     17
GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011

Nel Centro Storico, da visitare a piedi, in un intreccio affascinante di vicoli, abbiamo
seguito un itinerario storico raggiungendo via Garibaldi che,grazie ai recenti inter-
venti di riqualificazione, è tornata a essere una delle più eleganti strade d’Italia,
premiata per la sua straordinaria omogeneità stilistica e le novità progettuali, con
l’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Di seguito abbiamo rimira-
to la bellezza dei palazzi seicenteschi appartenenti alle grandi famiglie dei primi
banchieri, quali i Grimaldi, principali creditori del re di Spagna Filippo II. Maestosi
palazzi ben conservati e restaurati per il loro recupero e destinazione attuali; grandi
capolavori architettonici della città, edificati con soluzioni eleganti affidate a giochi
prospettici e armonie di volumi.
Abbiamo percorso la famosa” via di Prè”, la “via del Campo” e siamo giunti a far
visita alla Cattedrale di San Lorenzo, con la facciata gotica genovese, caratterizzata
dal motivo a bande alternate e dai grandi portali.

18
GITA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA - 2011

Al termine della magnifica passeggiata nella parte più antica e storica di Genova, ci
siamo ritrovati tutti al vecchio porto, da dove eravamo partiti, recuperando volentie-
ri il nostro posto sul comodo torpedone, per una ulteriore visita guidata della parte
alta della città, da dove abbiamo potuto godere dei panorami mozzafiato che abbrac-
ciano il golfo, il porto, il Bigo, omaggio alle gru portuali, il vecchio faro a lanterna
e i monumenti e chiese del centro storico.

Ringraziando la nostra simpatica guida che tanto ci ha erudito, per questa intensa e
arricchente giornata passata in allegra e simpatica compagnia, abbiamo quindi fatto
rientro nel nostro bel Ticino, un po’ stanchi ma tutti contenti.

                                                        Testo e foto Piercarlo Poretti

                                                                                     19
EREDI NICOLI SANTO
                    IMPRESA TAGLIO BOSCHI
       LAVORI SELVICOLTURALI - COMMERCIO LEGNA

     6516 CUGNASCO                                 Deposito:
     Tel. 091 859 23 58               6516 GERRA PIANO

                              24 ORE SU 24

                           091 973 50 50
                           www.galli-sicurezza.com
          SICUREZZA SA     SERRATURIERI DAL 1958

20
GALLI
         COSTRUZIONI S.A.
         Galli Costruzioni s.a.
         Impresa generale

         6802 Rivera
         Tel. 091 946 11 33
         Fax 091 946 20 39
         E-mail: gallisa@ticino.com
201362   Nr. IVA 447230

                                      21
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

         GIORNATA NEI BOSCHI DELLA VAL COLLA
         Giovedì 26 maggio 2011

Confortati dal grande interesse dimostrato dagli allievi che già negli anni scorsi
hanno partecipato a questa giornata didattica nei boschi della Val Colla, anche
quest’anno abbiamo potuto organizzare questa uscita con la partecipazione degli
scolari della IV elementare di Cadro del maestro Giovanni Barella.
Grazie alla collaborazione degli ingegneri forestali Ivo Ceschi e Patrick Luraschi,
che con grande professionalità , al mattino hanno erudito la scolaresca sulla confor-
mazione del territorio della Val Colla, sulla struttura del suolo e sulla composizione
del bosco, dimostrando la varietà delle piante, della flora e della fauna locale pre-
sente.

Il mattino la comitiva, con partenza dalla Malpensata, ha percorso i boschi sopra
Maglio di Colla, raggiungendo Signôra e Colla. Qui è stata impartita una lezione
sulla struttura del suolo, la sua formazione e la composizione del bosco, la morfolo-
gia del sottobosco, spiegando le varie piante presenti, le loro foglie e i frutti nelle
diversità che le compongono.
A mezzogiorno sono saliti a Bogno, nelle vicinanze del fiume Cassarate, dove han-
no potuto godere di un pranzo all’aperto e di una pausa in divertimento tra loro.

22
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

La seconda parte della giornata è proseguita con l’accompagnamento della profes-
soressa Fabienne Tamò, educatrice ambientale collaboratrice di Pro Natura, in una
successiva passeggiata lungo i sentieri Bogno, Certara, e verso Cimadera, seguendo
in parte il tracciato dell’ex pista di fondo.
Godendo del bellissimo panorama, si è potuto svolgere una lezione di geografia
sulla conformazione della valle e l’ubicazione dei vari paesi che la compongono.
Inoltre si è spiegata la storia della valle e dei suoi abitanti, con i temi dell’immigra-
zione, dei magnani e del contrabbando. In conclusione della giornata, molto apprez-
zata dagli allievi e maestri, con il pulmino della scuola, guidato dall’autista, signor
Michele Gabusi, si è fatto rientro alla scuola di Cadro.
Di seguito in aula si sono approfondite le tematiche sul bosco con dei bei resoconti
scritti accompagnati dalle fotografie fatte durante la gita e dai disegni esplicativi.

L’Associazione ringrazia tutti gli allievi che hanno partecipato alla giornata, con-
giuntamente con il maestro Barella, l’ing. Ceschi, l’ing. Luraschi e la professoressa
signora Tamò per la loro adesione e collaborazione per questa indimenticabile gior-
nata nei boschi della Val Colla.

                                                                                      23
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

      RIVISITAZIONE DELLA GIORNATA
      BIOLOGICA E STORICA
      Lavoro degli allievi della IV elementare
      di Cadro

24
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

                                     25
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

26
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

         GITA AL SASSO GRANDE
         PRESSO I DENTI DELLA VECCHIA

CNS: 1333 – 1'491 m
Partenza: Cimadera
Tempo: 2 ore per l’andata e 2 ore per il ritorno
Periodo: Da maggio a ottobre
Difficoltà: Facile

È noto che tra gli alpinisti, come d’altronde succede nel ramo del turismo in gene-
rale, è di voga cercare delle mete sempre più distanti, più esotiche e meno frequen-
tate anche in altri continenti: Asia, Africa, Sud America e cosi via. Per alcuni di
essi le montagne di casa nostra vengono considerate soltanto delle palestre di alle-
namento per fare delle scoperte in luoghi più distanti e alettanti.
La gita che oggi vi proponiamo sarebbe une di quelle, che il sottoscritto non può
mancare di percorrere, con grande gioia, almeno un paio di volte all’anno.
Come detto la gita parte da Cimadera (nuovo quartiere di Lugano da pochi mesi)

                                                                                 27
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

dove si lascia la macchina o se preferite l’auto postale, seguendo a piedi la strada
sterrata che porta verso la capanna del Pairolo. Una particolarità interessante di
questo tragitto è di svolgersi al 90% completamente all’ombra di frondosi faggi su
tutto il percorso, particolare non indifferente nelle calde giornate estive.
Trascorsi venti minuti di cammino, nel luogo della Piazzascia Q 1245, troviamo in un
dosso di fianco al sentiero una cappellina dedicata alla Madonna di Fatima che ci in-
duce ad una pausa di riflessione, portandoci a 2'500 km di distanza. Fatima è un pic-
colo paese nel centro del Portogallo che stava attraversando una grave crisi di identità
morale e politica. Infatti, dopo più di otto secoli di regno la monarchia, il cinque otto-
bre del 1910, è stata costretta a lasciare il campo libero al regime repubblicano. L’in-
sicurezza è grande nel paese,, si continua a combattere sulle strade delle città; la po-
vertà è regina; il 70% della popolazione vive dell’agricoltura di sussistenza; La mor-
talità infantile è molto alta 15%; i governi non durano a lungo spianando cosi la strada
ad una dittatura militare che s’eternerebbe per più di 40 anni.
Ed è in questo contesto che nel 1917 i tre pastorelli di Fátima (Jacinta, Francisco e
Lucia), due di loro morti ancora in tenera età, dichiarano di aver ricevuto, in varie
occasioni, l’apparizione della Vergine Maria.

28
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Ma mettiamo da parte le nostre considerazioni filosofiche e andiamo avanti con il
nostro percorso, ancora lungo, in direzione della capanna del Pairolo, che si trova
sulla nostra strada verso il Sasso Grande. Dopo 200 m dalla capanna, in leggera
salita, ci troviamo ad una diramazione: quella sulla sinistra su territorio italiano, che
io preferisco all’andata, mentre quella sulla destra, che io preferisco per il rientro, si
svolge integralmente sul suolo Svizzero.
Ed eccoci finalmente al punto crucciale della gita. Siamo alla base del Sasso Grande,
mancano gli ultimi 150 metri, che bisogna salire su calcareo solido o aggrappando-
si alle piante, per arrivare cosi sotto la cima. A questo punto ci troviamo davanti ad
una falla nella roccia che io consiglio di aggirare salendo leggermente 5 metri sulla
destra, la dove finisce la falla e che non presenta più alcuna difficoltà di attraversa-
mento. Siamo finalmente arrivati sulla cima che ci ripaga con una vista mozzafiato
a 360 gradi, che ci fa ricordare il S. Salvatore sopra Paradiso e Lugano.
Il rientro si fa sul medesimo percorso, e come detto prima dare la preferenza , questa
volta, al sentiero sulla sinistra che si svolge integralmente su suolo Svizzero.
Buona gita a tutti gli appassionati.
                                                        Foto e testo Joaquim Almeida

                                                                                       29
RACCONTI

         CERTARA
         Un villaggio di gente indipendente e fiera

Certara, un villaggio, chiuso fra le aspre montagne che circondano la Valle, ad una
altitudine di 1’000 metri sul livello del mare, abitato da gente che ha sempre amato
la libertà e l’indipendenza, aliena di compromessi, fiera delle sue origini, abituata al
lavoro umile e dignitoso! Dista 18 chilometri da Lugano (di cui è, di recente, diven-
tata un quartiere). La gente, è stata abituata, come tutte le popolazione di montagna
ad una vita dura, piena di sacrifici per strappare dalla magra zolla della campagna
quel che bastava a malapena per vivere o, per meglio dire, per sopravvivere.

La storia della mia gente mi insegna che, a partire dal primo Ottocento sin oltre gli
anni Cinquanta, furono costretti dalle impellenti necessità per vivere, a varcare l’O-
ceano, recandosi, a Chicago, e anche a Parigi e, altri emigrarono in Argentina, terra
di pionieri antichi.
Sceglievano di preferenza la professione di cuoco e, certe volte, anche quella di
agricoltore, vedi ad esempio Chicago, San Francisco e altre città ospitali dove mol-
ta nostra gente aveva posto le proprie radici, vedi anche Parigi e Buenos Aires, dove
certi avevano raggiunto posizioni, di un certo livello, nel settore alberghiero.
Dalla testimonianza che ho raccolto, tramite la mia gente e gli anziani, mi consta di
evidenziare la vita dura, costellata di grandi sacrifici di quella povera nostra gente,
che veniva assunta nei settori alberghieri o come agricoltori, in particolare nelle
piccole aziende e altro, sempre dimostrando umiltà nel lavoro e molta fierezza per
le attività da svolgere. Fierezza, umiltà e dignità sono le costanti comportamentali
della nostra cara gente di allora.
Tutti sanno che la mia Valle, a giusta ragione, è chiamata la “Valle dei magnani”,
come la Verzasca venne designata la “Valle degli spazzacamini”. Ritengo che per
tutta quella gente bisognerebbe scrivere un canto per un’esibizione corale, che rac-
conti in modo degno le loro fatiche e le loro quotidiane privazioni.
Dopo la fine dell’Ottocento e nell’arco del Novecento in Valle fu attuato il servizio
postale, che fu in principio effettuato tramite una diligenza che partendo da Tessere-
te in circa un’ora raggiungeva il Maglio di Colla. In seguito fu organizzato il servi-
zio postale agli albori del ’900 con un servizio ordinato e razionale che consentiva
alla mia gente di recarsi in meno di un ora a Lugano, con partenza verso il 1909
dalla località di Tesserete, ragione per cui i contadini potevano usufruire in quel
tempo di in un mezzo moderno per trasportare i prodotti della campagna e altro.
Il mio villaggio, dove sono nato, lo definiscono un “piccolo mondo antico” pieno di
memorie, liete e tristi, come accade in tutti gli angoli del mondo. Ricordo i magici
inverni, pieni di neve e di silenzio: le primavere di luci, i giorni caldi di maggio, le

30
RACCONTI

solari estate in cam-
pagna e su quelle
montagne piene di
verde e di sole con le
nostre mandrie.
Le sagre di paese, in
particolare quella di
San Lucio su quelle
montagne, l’incontro
con le guardie di fi-
nanza italiane, i con-
trabbandieri con le
loro bricolle che
giungevano a frotte
nelle mattine di pri-
mavera, d’estate e d’autunno al villaggio col riso, caffè e altro, per la gioia di noi
ragazzi, con gli occhi pieni di meraviglia, e di un magico stupore. Ricordo in parti-
colare le sagre di paese da cui spicca “la magica festa popolare di San Rocco” che
il 16 di agosto si celebra, ogni anno, sull’omonimo colle con gli amici del luganese
e della Val Cavargna. Mi sovvengo in particolare quando il familiare con le figlie
Silvia e Bice, e gli amici della Valle giungeva sul colle l’Ing. Bruno Campana a in-
trattenere la gente con i suoi interessanti racconti sui suoi favolosi viaggi in Austra-
lia alla scoperta di miniere e altro.
L’amico cantautore Vittorio Castelnuovo di Biasca, non mancava mai in quella bel-
la occasione di recarsi lassù con la sua lucente “Stradella” a divertire la gente con le
sue stupende canzoni e musiche popolari ciò invogliava tutta quella gente a danzare.
Ho dentro di me ricordi di un favoloso mondo dei tempi trascorsi perché sono un
nostalgico inguaribile, bello e purtroppo non ripetibile...
Certara e Val Colla mia vi ricordo con infinita nostalgia che mi tornate sovente nel-
la mente. So purtroppo che certe stagioni e certi miracoli di un tempo non si ripete-
ranno più. Sono certo che, molta gente come me, pensa a quel tempo semplice,
umile, pieno di cose minime e bello ormai sull’onda dei ricordi che, non ritorneran-
no ormai più. I ricordi sono certi sogni che si avverano per dirci che abbiamo vissu-
to con passione e con amore quei tempi di gioventù belli, semplici e poveri.

                                                                          Aldo Moresi

                                                                                     31
il direttore dell’orchestra

                 coordina. org

32
ganizza. sintonizza.

         progetta | costruisce | vende

         W W W . A X I M G R O U P . C H33
RACCONTI

         PARTIGIANO QUASI PER CASO

I Ragazzi della Valle non avevano molte scelte di divertirsi. Scendere a Lugano era
un’avventura e girovagare per i paesi in cerca di qualche coetaneo, o magari una
ragazza per stringere qualche amicizia di lunga durata, non era evidentemente cosa
di tutti i giorni e allora, appena alzati si guardava la montagna, il Gazzirola, il Ca-
moghé, il Baro, e si sceglieva l’itinerario per passare la giornata.

L’avventura che raccontiamo in questa edizione del quadernetto merita una citazio-
ne, per lo spirito avventuroso e anche per qualche stranezza che magari col tempo è
stata arricchita di fantasia.

                                      *  *  *

Correva l’anno 1945, mi ricordo ancora, era il 12 di luglio, e la terribile seconda
guerra mondiale era finita da pochi mesi.
Sergio, a quel tempo diciassettenne, decise di salire al San Lucio. Abbigliato come

34
RACCONTI

sempre: maglietta, giacchettino per eventuali intemperie calzoni corti e scarpe da
montagna. Un’ora bastava per arrampicarsi sul sentiero e raggiungere la chiesetta,
aveva buone gambe e conosceva il percorso meglio dei libri di scuola.
In vetta c’era ancora la ramina, c’erano pure le guardie di confine Italiane e Svizze-
re, ma il confine era un semplice formalità. Si poteva passare da una parte all’altra
senza problemi. Per sicurezza, Sergio aveva in tasca la sua brava tessera che serviva
da passaporto e da via libera per le scorribande in Val Cavarnia. Per gli italiani la
situazione era più complicata… non avevano documenti e se scendevano in Svizze-
ra venivano accusati di diserzione.
La premessa mi sembra indispensabile per il racconto di Sergio che segue.

Arrivato in vetta fui subito attirato da un simpatico vociare. Tanta allegria, qualche
pacca sulle spalle e un qualche fiasco di vino che ad alta quota non manca mai. Mi
offrirono subito pane, formaggio dell’alpe e vino e in pochi istanti ero parte del
gruppo. A dir la verità avevo capito subito che non si trattava della solita banda di

                                            Da Michela e Mariagrazia

                                            Ristorante
                                            WASHINGTON
   Venerdì, sabato, domenica
   e giorni festi vi
   dalle 19.00 è in funzione la
   PIZZERIA

   6959 MAGLIO DI COLLA
   Tel. 091 944 11 55

   Ampio parcheggio

                                                                                   35
RACCONTI

buontemponi. Poiché a ridere e far festa c’erano doganieri italiani e un gruppuscolo
di partigiani saliti al monte. La guerra era finita ma l’amicizia e la solidarietà no.
“Ehi coleta vieni con noi che scendiamo a San Bortolo”. Non me lo feci dire due
volte, mi diedero dei pantaloni lunghi, una giacca per me pure lunga e via verso la
Cavarnia.
Qualche giorno in alta valle e poi giù a Carlazzo, dove gli amici (uomini e donne)ci
attendevano e in poco tempo le simpatie si stringevano.
Mi raccontavano le loro storie, e io lì a bocca aperta. Di quando sono saliti sulle
montagne per combattere fascisti e nazisti e pure di quando un gruppo a loro vicino
aveva fatto fuori il Duce e la Petacci. Poi la grande avventura… Dovevano andare
a Milano e mi vollero con loro. Stupore e meraviglia quando mi portarono in piazza
del Duomo. Un’apparizione fantastica: ne avevo sentito parlare dai nostri emigranti

36
RACCONTI

ma non me lo im-
maginavo così
bello, alto e lucci-
cante, con la Ma-
donnina che mi
guardava quasi
per dirmi… torna
a Casa Sergio ti
aspettiamo.

(Racconto raccolto
da Peo Mazzola)

   Fondazione della Svizzera italiana per la ricerca scientifica e gli studi universitari

                                   Scuola      ILI
                            di lingua e cultura italiana

    CORSI DI LINGUA ITALIANA
          a tutti i livelli, in piccoli gruppi o individuali
                    intensivi, pomeridiani, serali

            Preparazione agli esami
        riconosciuti internazionalmente
   via Basilea 22 / Gradinata Mimosa, CH-6900 Lugano (dietro la Stazione FFS)
               Tel.: +41-91 950 86 86 • Fax +41-91 950 86 87
                 http://www.ti-edu.ch/ili • ili@sirssu.ti-edu.ch

                                                                                            37
RACCONTI

         BRUTTA FINE DI UNA LEPRE SCALTRA

Vi voglio raccontare di una battuta di caccia alla lepre di alcuni anni fa. Come con-
venuto con i colleghi di caccia, parto al mattino presto, congiuntamente all’amico e
vicino di casa Tullio, per recarci a Cranello, sopra Corticiasca, per la battuta di
caccia alla lepre sulle nostre splendide montagne, sui monti dell’alta Capriasca e
Valcolla. Con me ho il mio fido cane Poncho, segugio lucernese.
Giunti a Cranello ancora notte, c’erano ad aspettarci i due fratelli Capra, Fredo e
Gino. Da Bogno ci ha raggiunto Renato. Ad attenderci c’era il padrone di casa Vito,
che con la moglie Margherita, aveva già pronto il caffè corretto grappa per tutti.
Oggi i cani sono tre, assieme al Poncho vi è Dora, segugia italiana a pelo forte e
Bosco, segugio a tre colori, bianco macchiato di nero e di marrone, di razza indefi-
nibile, cane di casa del Vito.
Dopo una breve consultazione, decidiamo di recarci al Grasso, sotto l’alpe di
Musgatina, perché lì l’habitat e la conformità del terreno sono ideali per la lepre e
per i cani di grande seguita. Arrivati sul luogo che iniziava ad albeggiare, incontria-
mo un anziano cacciatore di piuma del posto, accompagnato dal suo setter, ricono-

38
RACCONTI

scendoci, ci riferisce che in quella vallata le lepri cominciano a scarseggiare, ma che
la pastura di una grossa lepre maschio ha messo a dura prova cani singoli, coppie e
mute. Con un sorrisetto un po’ ironico, ci augura una buona caccia come per farci
capire che difficilmente i nostri cani avrebbero avuto più fortuna degli altri.
Sciogliamo i cani e passano quasi venti minuti prima che riescano a incontrare l’usta
valida, ma da quel momento non ho mai visto un lavoro così bello, così emozionante.
I cani partiti dal prato, entrano in un piccolo bosco uscendo dalla parte opposta e
proseguono per il crinale con felci, ginestre e rose spine, dove effettivamente la le-
pre poteva essersi messa, vista la mattina uggiosa. Faticano per circa trenta minuti
entrando un paio di volte in fallo di pastura, che però Dora riesce a risolvere brillan-
temente. Finalmente eccoli. È arrivato il momento dello scovo e il cuore ti salta in
gola sentendo i cani fare tutti assieme quell’urlo particolare di quando una lepre
schizza sotto il loro naso. Quella furbissima lepre però non passa alle varie poste e
inizia così una bellissima seguita che dura circa tre ore, fino a quando la lepre esce

                                                                                     39
RACCONTI

dalla piantagione per arrivare dove è appostato il Tullio, che con mia grande sorpre-
sa, non spara. La cacciata prosegue al di sopra di Musgatina, verso il Monte Bar, per
terminare in bandita, sul crinale in alto.
Chiedo a Tullio perché non avesse sparato, lui con un sorriso ironico da vecchio cac-
ciatore montanaro, mi risponde che quella lepre era passata distante e che comunque
voleva fare divertire sia noi che i segugi fino alla chiusura della stagione venatoria.
Grande risata generale e dopo aver faticato per recuperare i cani, facciamo ritorno al
nostro campo base di Cranello, dove Margherita aveva pronto risotto e gallina bollita,
perché la lepre si deve cacciare solo al mattino e solo col segugio. È facendo così che
si salverà la lepre, sia la caccia, sia il nostro nobile ausiliario: il SEGUGIO.
Di seguito siamo ritornati nella zona di caccia a Cranello per cercare di ritrovare
quella grossa e furba lepre, ma nulla da fare. Quell’anziano cacciatore ci dice che
nessuno è più riuscito a scovarla, decidiamo quindi di riprovarci anche all’ultimo
giorno di caccia.
All’alba siamo sul posto e sciolti i cani li vediamo cercare per circa mezz’ora senza
trovarla.
Dopo un po’ di tempo, giù in basso, sotto Cranello, a circa 150 m. dalla strada can-
tonale, Dora e Poncho trovano la lepre che tanto cercavamo, morta! Sicuramente
investita da un’auto.
Ho provato una grande delusione, ma molto di più una forte amarezza nel pensare
alla fine ingloriosa e ingiusta che quella lepre aveva fatto. Quella lepre (ho pensato)
meritava molto di più e comunque certo di non morire a causa di un oggetto tecno-
logico, guidato senz’altro da un non cacciatore, perché chi ama la caccia e la natura
cercherà sempre di non investire un animale a qualsiasi specie esso appartenga.

Sperando che il mondo anti venatorio comprenda che molti animali muoiono spesso
anche in questo modo, eprimo i miei auguri a tutti i segugisti, ma soprattutto ai segugi.

                                                        Foto e testo Piercarlo Poretti

40
UgoBassi
Impresa generale
di costruzioni
Edilizia
genio civile
                                              Certificato no. 70135
Lavori specialistici

                   Ugo Bassi SA
                   Via S. Balestra 27
                   Casella postale 220
                   CH 6906 LUGANO
                   Tel. 091 941 75 55
                   Fax 091 940 95 93

                   Magazzino Pregassona:
                   Tel. 091 942 83 59

                   Amministrazione Pregassona:
                   Tel. 091 941 16 50

                   E-mail: ugobassi.sa@swissonline.ch
                   No. IVA 188 276

                                                                      41
RACCONTI

         MORIRE PER UN IDEALE
         11 gennaio 1901

Alla fine dell’Ottocento il Ticino era terreno di aspre batta-
glie politiche. In pratica il dominio dei conservatori era
messo in discussione dall’avanzata politica dei liberali.
Tempi difficili, con pestaggi e pressioni verso chi stava
abbandonando una fede per aderire ad un altro partito.
Da Airolo a Chiasso non passava giorno senza notizie allar-
manti a riguardo di queste lotte politiche. La storia ci ha
proposto come icona di questi anni ruggenti l’uccisione di
Luigi Rossi, Consigliere di Stato Conservatore, ucciso con                Alizia Galli
un colpo di pistola all’interno del palazzo governativo di
Bellinzona per mano di un malfamato, facente parte di un
gruppo di giovinastri di fede avversa. Su questo episodio è stata fatta anche una
canzone tutt’oggi riecheggiante in qualche festa dei fedelissimi del partito.
La premessa è importante per capire meglio il racconto che segue, raccolto a Bogno,
grazie al ricordo di una bisnonna in piena forma che non ha dimenticato il passato
della sua famiglia.

Si chiamava Battista Boscacci ed era nato nel 1870. Era il mio bisnonno che emigrò
in terra confederata, prendendo dimora a San Gallo, nel 1891, dove aveva sposato
mia bisnonna Lina, originaria di Eriswil, dalla quale ebbe cinque figli. Aveva trova-
to lavoro, penso in ferrovia, e si era fatto raggiungere da tutta la famiglia verso il
1895. Come molti emigranti della valle il periodo natalizio era importante per ritro-
vare le loro radici e Battista era fiero di ritrovare gli amici, parlare del passato, del
presente e del futuro, attorno a un tavolo del Maglio di Colla, dove tra una chiac-
chierata e l’altra si giocavano interminabili partite a carte.
Erano anni politicamente difficili e quando si affrontava il tema, l’amicizia finiva e
la giornata finiva spesso in una scazzottata. C’era gran lotta tra i conservatori e i
liberali che cercavano vie nuove per il 1900 che si stava avvicinando.
Era tornato alla sua Val Colla dopo il periodo lavorativo in terra confederata e na-
scondeva ad amici e parenti le sue idee liberali, e inevitabilmente le discussioni si
trasformavano in liti più o meno accese. Il parentado voleva costringerlo a votare
Conservatore e lui assolutamente non ci stava, anche perché aveva giurato fedeltà al
partito Liberale che in quegli anni di fine Ottocento stava facendo proseliti in tutto
il Canton Ticino.
Una domenica come tante altre era sceso al Maglio per giocare a “scopa” ma il pa-
rentado lo attendeva per indurlo a tornare alla ragione. Così, dopo qualche insulto e

42
RACCONTI

spintoni vari, lo aggredirono a basto-
nate, infierendo con pugni calci.
Tramortito e impotente davanti a tale
furia selvaggia, lo gettarono nella
roggia che scorre sotto la casa delle
guardie del Maglio di Colla e se ne
andarono farfugliando parole irripe-
tibili.

Con molta fatica e tanta volontà Bat-
tista riuscì a risollevarsi e a risalire il
sentiero che lo riportava a casa nella
sua amata Bogno.
Bagnato fradicio, sanguinante e in
preda alla febbre non resse il colpo e
morì di polmonite nella notte dell’un-
dici gennaio del 1901.

La storia di Battista Boscacci è anco-
ra viva in tutti i parenti che oggi
abitano in valle e ricordano con
grande ammirazione questo loro an-
tenato dalla fede incrollabile, morto
per mano di suoi sciagurati parenti. I
cinque figli furono allevati grazie
all’aiuto di altre famiglie della Val
Colla e, ancora oggi, i figli dei figli
dei figli raccontano questa storia
tramandata da generazione a genera-
zione con grande orgoglio.

(Ricostruzione fotografica
di Carmen Zambelli,
racconto raccolto da Peo Mazzola)

                                              43
RACCONTI

       I NONNI RACCONTANO

                           I docenti del Maglio, Morena e Raffaele, hanno
                           coinvolto i loro allievi a raccontare le avventure dei
                           loro nonni. Diamo spazio con piacere ad alcuni loro
                           scritti che ci permettono di capire come i bambini di
                           quel tempo vivevano il rapporto fra casa, scuola e
                           famiglia.

                         Nonna Antonella ha ricordi bellissimi di quando,
                         da piccola, andava a trovare sua nonna Adele che
                         viveva in campagna.
                         C'erano le muc-
che, i maiali, le galline. Ci divertivamo
tanto a giocare nei campi di grano e
ne combinavamo di tutti i colori. La sera
era stanca ma anche molto felice.

Nonna Elvezia:
sono nata e cresciuta a Insone ed ho frequentato tutte le
                    scuole in Val Colla. Le elementari a In-
                    sone. Eravamo in quindici bambini alle
                    elementari ad Insone e avevamo una
                    sola maestra. Era molto severa e arriva-
                    va tutti i giorni da Bissone. Sempre pre-
                    sente, sia con il bello che con il brutto
                    tempo. Nemmeno la neve la fermava e
                    ricordo che era molto severa e non ci
                    risparmiava sberle e tirate dei capelli.
                    Per nostra sfortuna non si assentava
                    mai. Le maggiori le ho frequentate al
                    Maglio di Colla. Ed è stato piuttosto di-
                    vertente. Non c’erano macchine sulle
                    strade e quando nevicava il tragitto di-

44
RACCONTI

ventava una fiaba, anche perché spesso la neve raggiungeva
il metro di altezza. Arrivavamo a scuola fradici e infreddoliti,
ma felici come solo i bambini quando nevica lo sono.

Mio nonno Marco consumava un paio di scarpe al mese. An-
dava con la sua bicicletta tutti i giorni. La sua bici non aveva
i freni e lui, per frenare, usava le sue scarpe. La sua mamma
non era molto felice perché una volta al mese doveva com-
prargli un paio di scarpe nuove.

                                                              45
Centro di assistenza tecnica
                                                      autorizzato

                                              Artemide
                                                        6900 LUGANO
                                                      Tel. 091 972 95 62
                                                    Natel 076 386 71 86
       Ronchetti Roberto sa
          Impianti  Elettrici e Telefonici
                                                      Fax 091 972 95 61
            Bozze per la pubblicità sulla rivista Ticino    by Night n. 65
                                                    rronchetti@sunrise.ch
             Ticino by Night, via S. Gottardo 26, CH-6900 Lugano
                   tel. +41 (0)91 605 73 00 - fax +41 (0)91 605 73 04

46
     Luogo e data:

     Firma per accettazione:
RACCONTI

                                  Nonna Soraja:
                                  rivedendo i compagni di quei
                                  tempi spesso ci ritroviamo a
                                  parlare dei tempi della nostra
                                  gioventù, quando la scuola
                                  suonava le ore delle nostre
                                  giornate.. Ne parliamo spesso
                                  tra di noi e ci facciamo delle
                                  belle ri-
                                  sate. Ri-
cordo bene il primo anno di scuola. Non
ci andavo volentieri, forse perché la
maestra era un po’ burbera. La mamma
mi accompagnava ma io la rincorrevo
piangendo e lei mi riportava immediata-
mente alla scuola del Maglio. A poco a
poco mi sono abituata alla scuola e ai
suoi tempi. Il mercoledì e anche il sa-
bato si andava a scuola solo il mattino.
Il guaio è che non c’era la posta e
quindi bisognava andare a piedi fino al
                      paese. La mensa
                      era al ristorante Campana e poi alla
                      Malpensata dalla signora Costanza. I
                      periodi di vacanza ci impegnavano nella
                      raccolta di castagne e dei narcisi e alla
                      sera aiutavamo mamme e nonne a re-
                      cuperare le pecore dai pascoli. Ricordi
                      della nostra gioventù che ci accompa-
                      gnano ancor di più ora che siamo non-
                      ne…

                                                              47
CORTEO DELLA VENDEMMIA ANNI '40

      TRADIZIONI E COSTUMI
      DELLA VAL COLLA

48
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Richiedi il formulario di iscrizione a:
Associazione Amici della Val Colla, casella postale 11, 6959 Maglio di Colla
oppure e-mail: info@amicidellavalcolla.ch

                                                                               49
SPORT IN VALLE

           MORESI A 50 ANNI DALLA MAGLIA D’ORO

Attilio Moresi, il “magnan” della Val Colla, è sempre presente nei racconti sportivi
dei vallerani e chi a Piandera ha l’occasione di intrattenersi con sua moglie Franca
o la figlia Petra raccoglie aneddoti a piene mani da trasmettere ai giovani d’oggi. Il
contributo che il “quadernetto” dedica al corridore della nostra valle.
Un contributo ricco di aneddoti e avventure che grazie alla disponibilità della Re-
gioneTicino e del suo capo redattore sportivo Mariano Botta abbiamo la fortuna di
poter ospitare nelle nostre pagine. Mariano Botta è sicuramente l’esperto massimo
del nostro ciclismo e poter ospitare i suoi scritti è per noi motivo di grande soddi-
sfazione.

Maglia d’oro
Cinquant’anni. Tanti. Ricordi che la patina del tempo ha ingiallito, ma non ha fatto
dimenticare. Almeno in chi ha vissuto quell’epoca o ne ha sentito parlare.

A cinque anni in gita a Parigi.               Con la mamma Giuseppina.

50
SPORT IN VALLE

                                                Era il 1961 quando Attilio Moresi, per
                                                tutti “Tilo” vinceva il Tour de Suisse.
                                                Unico
                                                ticinese, per adesso, ad essere riuscito
                                                in una simile impresa. Un successo
                                                importante, prestigioso. Una maglia
                                                d’oro (allora si chiamava ancora ro-
                                                manticamente così) che ha segnato la
                                                sua brillante carriera.
                                                E proprio il Giro della Svizzera è un
                                                fiore all’occhiello che non appassirà
                                                mai. Nemmeno per Moresi, uomo
                                                schivo, che ha sempre vissuto la sua
                                                popolarità con riservatezza. Ma la sua
                                                è stata una bella storia, fatta di fatica e
                                                di tante soddisfazioni in tempi in cui
                                                fare il corridore non era facile anche a
                                                livello economico. Mai sopra le righe,
                                                classe in bicicletta e nella vita di tutti i
Con la sorella Natalina.                        giorni. Affabile e simpatico, sempre
                                                pronto a pedalare in compagnia degli
amici, anche quando da anni aveva staccato l’ultimo numero dalla maglia.
Tutto il Ticino seguiva con partecipazione ed emozione le vicende sportive del “Ma-
gnan” (chiamato così da Sergio Maspoli, poeta dialettale, in quanto figlio della
Valcolla). Ed allora le mitiche radiocronache e i giornali riportavano le imprese
degli eroi della strada, rendendo il tutto magico, permettendo alla fantasia di correre.
Le voci e le firme erano quelle di Vico Rigassi, Alberto Barberis, Tiziano Colotti,
Marco Blaser, Giuseppe Albertini, Aldo Sartori ed altri ancora.
In quella calda estate del ’61 dalla seconda tappa “Tilo” aveva indossato la maglia
d’oro e l’aveva difesa con grinta, pedalata dopo pedalata, giorno dopo giorno. A
casa tutti attendevano con impazienza buone novelle.
Sperando di sentire alla radio il cronista ripetere “Moresi è sempre in maglia d’oro”.
Fu così fino all’arrivo finale di Lucerna, passando dalla tappa ticinese con arrivo a
Locarno.
Moresi vinse quel Giro della Svizzera davanti al belga Hilaire Couvreur e all’elve-
tico Fredy Rüegg. Un trionfo dovuto alla sua grande regolarità, sempre in prima

                                                                                         51
SPORT IN VALLE

fila pur senza firmare vittorie parziali. Primo della generale, primo della classifica a
punti e terzo in quella del Gran Premio della Montagna.

Attilio, accosciato il secondo da sinistra.

L’incontro
Corridore (sempre con il suo VC Lugano), dirigente e poi attento osservatore delle
cose ciclistiche.
Spesso lo si vedeva alle corse di casa nostra. Come in quel giugno del 1991 quando
avevamo incontrato Attilio Moresi a Bogno, in Valcolla, al termine di una tappa del
Giro del Ticino. Un caffè assieme sulla terrazza di un ristorante. Piacevole occasio-
ne per parlare del “suo” Tour de Suisse.Vi riproponiamo quell’intervista.
Una bella emozione. Il tempo sembra essersi fermato.
“Ogni anno quando si avvicina il periodo del Giro della Svizzera, i ricordi si affol-
lano nella mia mente. Torno volentieri a pensare a quei momenti indimenticabili.
Una grande soddisfazione con sensazioni indescrivibili. Nella prima tappa mi piaz-
zai quarto, il giorno dopo arrivando a Coira ai vertici della classifica c’erano,

52
SPORT IN VALLE

appaiati, alcuni corridori. Solo in tarda serata, in albergo, mi comunicarono che
ero in maglia d’oro. Vennero in camera ad annunciarmelo Barberis e Maspoli. Fa-
cile immaginare la mia emozione. L’indomani si arrivava a Locarno! E fu una vera
festa davanti al mio pubblico. Conservai il primo posto fino alla fine”.
Moresi concluse il TdS con 4’10” sul compagno di squadra Couvreur, 7’12” su
Rüegg, 9’10” su Mazzacurati e 13’07” su Barale.
“Accusai un solo momento di difficoltà, nella 5ª tappa, la Varese-Saas Fee. All’ini-
zio del Sempione mi ritrovai in affanno e Couvreur non mi attese... Per fortuna mi
ripresi in fretta. Al termine grandi festeggiamenti a Lugano, con tanto di corteo per
le vie cittadine su una macchina scoperta indossando la maglia d’oro”.
In quella chiacchierata Moresi ci confessò pure un suo grande rammarico proprio
legato a quell’anno.
“Dall’inizio della stagione avevo corso tanto. Volevo fare bene al Giro della Sviz-
zera, che «sentivo» sempre in modo speciale. Lo vinsi, ma arrivai in fondo stanco,
così rinunciai al Tour de France. Fu un grave errore. Vista la forma che avevo, avrei
potuto puntare al risultato anche in Francia. Non voglio esagerare, ma credo che
avrei potuto terminare nei cinque...”.

1955, vincitore del Campionato svizzero dilettanti.

                                                                                  53
SPORT IN VALLE

                                                 Intervista
                                                 Era un ammiratore di Anquetil. Sul
                                                 tavolino del Bar Buby di Cortivallo i
                                                 due album sono un pezzo della storia
                                                 di Giuseppe Squizzato.
                                                 Fotografie in bianco e nero e a colo-
                                                 ri. Una vita passata in bicicletta. An-
                                                 che adesso, a 75 anni, la passionaccia
                                                 non lo abbandona.
                                                 Fa le sue uscite con gli amici di sem-
                                                 pre, Romano Quattrini e Bruno Mo-
                                                 or. Passeggiate in bicicletta accom-
                                                 pagnate da tanti racconti di vita. La
                                                 strada del giovane “Squiz” presto ha
                                                 incrociato quella di Attilio Moresi.
                                                 “Avevo cominciato a correre nel Va-
                                                 resotto, dove abitavo, già allora ga-
Con la fidanzata, poi moglie, Franca.            reggiavamo spesso assieme. Nel
                                                 1956 approdai al VC Mendrisio co-
me dilettante (ero nei quadri della nazionale azzurra). Accettai l’offerta perché
trovai lavoro presso la carrozzeria Regazzoni, dove feci l’apprendistato con Clay,
che poi diventò il grande pilota di Formula uno conosciuto da tutti. Lavoravo e mi
allenavo e poi correvo”.
E vincevi. “Con i compagni Cereghetti e Sudaro effettivamente ogni domenica era-
vamo fra i primissimi”.
Quattro stagioni ricche di successi, quindi il salto di categoria.
“Passai fra i professionisti nel 1960 con la Mittelholzer. Mi presentai in ditta per
ritirare la bici. Presero quella che avevano in vetrina e via a correre il Tour de Ro-
mandie e il Giro di Sicilia. Arrangiandomi come potevo per farla diventare di...
misura”.
Altri tempi. “Eh sì. Anche i soldi erano pochi, quelli che si ricevevano e pure quel-
li che si vincevano. Era dura. Molte difficoltà, tanto che l’anno dopo ero deciso a
chiudere. Ed ero convinto di smettere anche quando andai a casa di Tilo dopo il suo
trionfo al Tour de Suisse del ’61. Ci abbracciammo e... continuai a correre”.
Gli occhi diventano lucidi. Si commuove a quel pensiero.

54
SPORT IN VALLE

Moresi. “Una persona incredibile. Aveva tutte le virtù che un uomo può avere. Ma-
proprio tutte. Non esagero. Lo sa bene chi lo ha conosciuto”.
La vostra è stata una grande amicizia.
“Nello sport e nella quotidianità, a livello personale e di famiglie. Anche quando
terminò la sua avventura in sella uscivamo sempre assieme ad allenarci correndo
anche spesso nelle prove per cicloamatori, divertendoci e rispolverando il passato.
Anche nei giorni della malattia quando si pedalava ero sempre al suo fianco...”.
Quel Giro della Svizzera. “Era la sua corsa. Aveva meritato di vincerlo. Era stato
bravo. Era un corridore completo, forte anche a cronometro. Il Giro lo vinse nel
1961 e due anni dopo si impose nella crono Mendrisio-Campo dei Fiori. Era un
ammiratore di Jacques Anquetil e cercava di imitarlo un po’. Mi spiace di non aver
potuto correre quel Tour de Suisse, ne ho disputati due, quello del ’60 (vinto dal mio
capitano Fredy Rüegg) e del ’62. Poi anche tre Romandia, Giro di Germania, Sici-
lia, Olanda e altre corse”.
Poi la parola fine. “Dopo tre anni e mezzo di professionismo dissi basta. Ero con la
                                              Cynar e il mio posto in squadra venne
                                              preso da Tilo...”.
                                              I fogli dell’album girano lenti e offro-
                                              no immagini ed emozioni. “È stato
                                              attivo nell’Associazione ex corridori
                                              ciclisti ticinesi, grazie a lui e al com-
                                              pianto vescovo Eugenio Corecco sia-
                                              mo arrivati a creare il Santuario al
                                              Monte Ceneri. E lassù ci sono dei ri-
                                              cordi di Tilo, la bici, le maglie che
                                              esporremo in uno stand a Lugano il
                                              giorno del prologo del Tour de Suisse,
                                              per ricordare i 50 anni del suo succes-
                                              so. Gli ex corridori gli hanno pure
                                              dedicato una targa appesa nella casa
                                              patriziale della sua Piandera e ogni
                                              anno al Natale del ciclista invitiamo
                                              sua moglie Franca”.
                                              Un tuffo nel passato, bello e umano,
                                              per non dimenticare un uomo che ha
                                              dato tanto allo sport ticinese.

                                                                                    55
Puoi anche leggere