Dossier Migrazioni Speciale del Caffè Geopolitico per i partecipanti alla 15a Scuola Estiva di Sociologia delle Migrazioni Genova 1-5 luglio 2019 ...
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Dossier Migrazioni Speciale del Caffè Geopolitico per i partecipanti alla 15a Scuola Estiva di Sociologia delle Migrazioni Genova 1-5 luglio 2019 Per info e contatti: redazione@ilcaffegeopolitico.net
Il Caffè Geopolitico è una associazione culturale, editrice della omonima testata giornalistica online, volta a promuovere la cultura degli Esteri in Italia attraverso l’analisi geopolitica e delle relazioni internazionali. Le pubblicazioni raccontano e spiegano tematiche politiche poco considerate nel nostro Paese, con uno stile accessibile a tutti. www.ilcaffegeopolitico.net Dossier Migrazioni Autori: Lorenzo Nannetti, Alberto Rossi, Roberto Italia, Francesco Gottardi, Alessandro Paglialunga, Emiliano Barletta, Paolo Corbetta. Impaginazione e grafica: Alberto Assouad Per informazioni contattare redazione@ilcaffegeopolitico.net
Di che cosa parliamo? 1 L’effetto Diga 3 Migranti e ONG: non stiamo dimenticando qualcosa? 5 Se l’ “emergenza” è a causa nostra 7 Affrontare davvero la questione migratoria 9 Migrazioni: la crisi delle crisi? 13 Populismo: gli effetti sulle paure degli europei 14 Libia: uno sguardo ravvicinato ai Detention Centers 16 Aotearoa: la Nuova Zelanda tra xenofobia e cambiamenti climatici 18 Mediterraneo: un bilancio sulla questione migratoria 20 Europee 2019: tra migrazioni, sovranismo e demografia
MIGRAZIONI: L’EFFETTO DIGA e l’Europa, aprendo nel frattempo canali di 1 transito privilegiati che tolgano spazio alle L’Italia è impegnata a fare accordi con Paesi africani organizzazioni criminali attualmente attive nel per controllare e fermare i flussi migratori già in traffico di esseri umani. Non sembra tuttavia si Africa. Poca dibattito è però stato rivolto a quello sia fatto una valutazione adeguata su quanto, che è l’”effetto Diga” che si verrebbe a creare. Lo come abbiamo già scritto anni fa, quello stesso spieghiamo qui in 9 punti accordo passato già mostrava. 3 – Il problema delle dinamiche alla base 1 – Accordi con Paesi di transito Pensare infatti che tali accordi possano risultare risolutivi appare non corretto, soprattutto alla Nel tentativo di trovare soluzioni ai crescenti luce dell’analisi delle dinamiche alla base dei flussi migratori, l’Unione Europea in generale e movimenti migratori, e della loro tendenza nel l’Italia in particolare stanno proseguendo nella tempo. A tal riguardo, vi mostriamo una mappa stipula di accordi che permettano la riduzione che mostra una delle chiavi fondamentali per dei flussi e il rimpatrio di quei migranti definiti la comprensione del fenomeno.Se vi risulta come irregolari. Dopo l’accordo UE-Turchia difficile da comprendere, qui (in una delle tante di Marzo 2016 per bloccare la rotta balcanica conferenze pubbliche che abbiamo svolto sul utilizzata soprattutto dai rifugiati siriani, e una tema in questi anni) abbiamo spiegato da dove serie di accordi con Paesi africani di transito derivi e cosa significhi: https://www.youtube. come Mali e Niger a dicembre 2016, l’Italia grazie com/watch?time_continue=637&v=jFpI8dbU- all’opera del suo Ministro degli Interni Marco vY Minniti ha proceduto a concordare un’intesa con il governo libico internazionalmente 4 – L’effetto diga riconosciuto di Faraz al-Serraj. Analoghe intese sono in corso di discussione con altri Paesi Il blocco del transito grazie ad accordi dunque africani (ad esempio Tunisia). Per molti politici non è del tutto errato, ma va compreso come e per parte dell’opinione pubblica, la creazione esso, da solo, non sia propriamente efficace. di tali accordi risponde alla necessità di trovare Non solo i flussi possono deviare verso aree soluzioni all’attuale ondata migratoria nel non controllate, ma soprattutto anche nelle tentativo di fermare i flussi stessi. zone e nei Paesi con i quali si fanno accordi si crea il cosiddetto “effetto diga”: in pratica a 2 – Gheddafi-style? uno stop nelle uscite, non si accoppia uno stop alle entrate. In altre parole, per quanto i flussi Si intende cioè riproporre quello che fu uno in uscita vengano controllati e ridotti (almeno schema già adottato con Gheddafi in passato, di nelle intenzioni), questo non succede ai flussi in fatto affidando ai Paesi di transito (non entrata, con risultato che tali Paesi si trovano necessariamente di origine) il controllo e la progressivamente ad affrontare numeri riduzione dei movimenti verso il Mediterraneo crescenti di persone. Né vale la considerazione 1
che l’eventuale “selezione” possa scoraggiare lasceranno passare più persone o comunque i richiedenti dal muoversi. Anzi, l’idea di controlleranno di meno. avere una chance porterà a un progressivo sovraffollamento del sistema di valutazione. 6 – Qualcuno ci marcia… In termini figurativi, si avrà una situazione simile a una diga posta al termine di un grosso A questo aggiungiamo l’ovvia opera di fiume: il flusso d’acqua in arrivo è più grande di organizzazioni criminali che aiuteranno tutti quello, ridotto e controllato, in uscita, e il livello i respinti(cioè coloro non autorizzati a partire dell’acqua nella diga sale… con i corridoi sicuri autorizzati) comunque a muoversi verso il Mediterraneo, sfruttando 5 – Che succede quando la diga non ce la faIl scarsi controlli e corruzione locale. Il rifiuto a problema è che la capacità della diga non è fornire ulteriori risorse (potrebbe diventare un infinita. pozzo senza fondo) porterà tali Paesi a chiudere maggiormente gli occhi davanti a tali attività Prima o poi l’acqua sarà troppa e rischierà di o addirittura favorirle. In altre parole, per rompere la diga o di traboccare – in entrambi quanto l’idea di base non sia del tutto errata, i casi con effetti deleteri. In termini reali è anche necessario ricordare che essa da sola significa che la capacità del Paese-diga ha limiti intrinsechi che fanno sì che entro 3-5 di gestire i flussi in ingresso verrà messa anni il sistema rischi comunque il collasso o progressivamente sempre più sotto pressione, l’inefficienza perché non sono state fermate le fino ad arrivare a livelli critici. A questo punto o dinamiche alla base che portano le persone a il Paese collassa a causa di tensioni e dinamiche migrare interne incontrollate a causa del troppo alto numero di migranti (diga che si rompe), oppure 7 – Nodi irrisolti che continuiamo a ignorare sarà impossibilitato a chiudere tutto (diga che trabocca). In entrambi i casi l’effetto sarà quello Ha detto bene il Premier italiano Paolo di una forte instabilità locale che risulterà Gentiloni: per risolvere il problema ci vuole nell’inefficacia del sistema. In realtà non si Mago Merlino. Questo è sicuramente vero se arriverà a questo, perché nessun bravo gestore pensiamo unicamente a una soluzione a breve di diga (o capo di stato o di governo) lascia termine: molto francamente, l’intera questione che ciò accada. In una diga, quando la quantità delle migrazione e le dinamiche alla base, che d’acqua inizia a diventare eccessiva per gli abbiamo mostrato prima, non possono essere standard di sicurezza, quello che si fa è aprire le risolte in pochi mesi. Nemmeno in pochi chiuse… e far defluire maggiori quantità di acqua anni.A problematiche sviluppatesi in decenni, a valle. Questo permette di ridurre la pressione andranno contrapposte politiche e iniziative e gestire meglio la situazione. Nel caso pratico che inevitabilmente impiegheranno decenni però questo significa che i Paesi-diga innanzi per fornire i frutti sperati, ammesso si parta ora. tutto chiederanno sempre maggiori risorse La partita infatti è questa: iniziare ora politiche all’Europa (in una sorta di “ricatto” per avere e iniziative che possano nel tempo portare a più fondi per non riaprire i flussi) e, in estremo, risultati efficaci contro le dinamiche causa di 2
migrazione (come abbiamo mostrato qui, nel dell’accoglienza e dell’integrazione è infatti caso esempio della Nigeria), mentre si opera per fondamentale per proteggere quello stile di affrontare al meglio la questione accoglienza e vita, cultura e valori che l’opinione pubblica integrazione che, comunque, è necessaria per europea considera fondamentali e che intende affrontare la situazione attuale. mantenere come primari nella società. Ignorare la questione è invece il modo più rapido per 8 – Non ci si potrebbe accontentare intanto di subirne gli effetti negativi. guadagnare qualche anno di calma? Lorenzo Nannetti No, non è né possibile né auspicabile. Posporre di tre, quattro o anche cinque anni la ripresa di forti flussi è per i Paesi Europei (Italia in primis) MIGRANTI E ONG: NON STIAMO non solo poco efficace, ma rischia anche di DIMENTICANDO QUALCOSA? essere controproducente. Se ci pensiamo bene, 2 Gheddafi è stato ucciso cinque anni fa… e tutto La polemica sul ruolo delle ONG nel Mediterraneo possiamo osservare quale sia la situazione in non poteva lasciarci indifferenti. Con questo Libia ora. Cinque anni non sono nulla, in termini editoriale cerchiamo di fare chiarezza oltre a geopolitici e di lungo periodo. Il rischio è fornire qualche spunto di riflessione semplicemente chiudere gli occhi per così tanto tempo e poi trovarsi ad affrontare presto una situazione anche peggiore, semplicemente perché, ignorandola, abbiamo lasciato che PERCHÉ LA POLEMICA – Sulla polemica che continuasse a peggiorare. Allora risulterà da giorni divampa sul ruolo delle ONG nel ancora più difficile gestirla e, di fatto, avremo Mediterraneo vogliamo provare a fare qualche solo perso tempo. considerazione, con molta chiarezza. La polemica nasce sostanzialmente da due punti: 9 – Lo facciamo “per loro”? No, soprattutto per noi – e poi per tutti. 1) il desiderio di una nota forza politica di allargare la propria base elettorale togliendo È ovvio che sia le politiche di sviluppo sia quelle di voti ad altre due forze tradizionalmente anti- accoglienza e integrazione richiedano risorse, in immigrazione, in vista delle prossime elezioni primis (ma non solo) economiche. Questo politiche (al più tardi nel 2018); necessita della comprensione della complessità del fenomeno, da un lato, e da un cambio di 2) il latente desiderio di molte persone di non prospettiva di chi oggi si oppone dall’altro: avere migranti in Italia, e di cercare qualunque davanti alla tentazione di rifiuto di una tale scelta, scusa per fermarli.Questi due punti portano a spesso giustificata con slogan del tipo “prima dichiarazioni politiche di noti personaggi, che spendiamoli per noi”, è opportuno ricordare mirano a sfruttare il punto 2 per portare acqua come invece non si tratti di “spendere per loro”, al proprio mulino nel punto 1. ma proprio di farlo “per noi”. Una gestione attiva 3
A questo si aggiungano dichiarazioni del vede ben altro. Procuratore Zuccaro (Procura di Catania) su potenziali rapporti tra alcune ONG e DATI E FATTI – Partiamo da Mare Nostrum i trafficanti. Vero o falso che sia, averlo (2013-2014): l’operazione, vicina alle acque dichiarato pubblicamente prima di verificarlo ha libiche, servì per diminuire i morti in mare, ma ovviamente aizzato sia i protagonisti del punto spinse i trafficanti a spedire le navi in mare senza 2, ovvero chiunque cercava ogni minima scusa necessità di arrivare in Libia, anche per evitare per dare addosso a chi aiuta i migranti nella la cattura. Contemporaneamente i numeri di speranza ciò possa fermare i flussi (illusorio), sia partenze aumentarono. A questo punto l’Italia i protagonisti del punto 1: chi usa tale scusa per chiese aiuto all’Europa, che acconsentì a creare guadagnare voti. (da novembre 2014) l’operazione Triton, che pattugliava solo fino a 30 miglia dalla nostra Qui al Caffè Geopolitico da anni analizziamo costa, rimanendo quindi molto indietro. La in lungo e in largo il fenomeno (vedi chicco speranza era che le partenze calassero, dato il in più), e sulla base di questo crediamo cambiamento di pattugliamento. Ma la realtà che l’intera polemica sia sterile, perché fu ben diversa. Se andiamo a vedere i dati (ad dimentica totalmente le dinamiche del esempio UNHCR) degli arrivi tra novembre fenomeno, e conduce quindi a valutazioni 2014-marzo 2015 (con Triton) rispetto al non fondate. Partiamo da una premessa: se periodo 2013-2014 (con Mare Nostrum), questi ci sono responsabilità di singoli per collusioni non diminuirono, anzi aumentarono. I trafficanti economiche, sarà la procura a determinarlo, e non cambiarono tattica, semplicemente il come detto ad esempio dal portavoce di Amnesty viaggio divenne più rischioso. Quando i morti International, se ci sono le prove agiranno di aumentarono ancora a livelli inaccettabili conseguenza per correggere. Finora però tali (purtroppo molto presto, Aprile 2015), fu prove non ci sono, e chi ne paga le conseguenze cambiata ancora missione, creando EUNAVFOR sono le ONG che – pur non essendo coinvolte MED (attuale missione, detta anche Operazione – vengono comunque attaccate (si veda il caso Sophia) a metà 2015 per prenderli a inizio Unicef, qui e qui). percorso ed evitare morissero. I trafficanti hanno dunque solo continuato la solita tattica, e Premesso anche che le vere ragioni della la stanno continuando anche ora. Frontex infatti questione sono quelle emerse nei due punti non accusa le ONG, ma indica solo come questo mostrati all’inizio, le scuse addotte (ad esempio sia un effetto involontario. nella famosa dichiarazione di un politico del gruppo protagonista del punto 1 sui taxi) sono IL PUNTO È UN ALTRO – Questi dati ci dicono che le ONG stiano causando più confusione e più dunque una cosa: possiamo anche togliere tutte morti in mare. Questo si lega alla relazione “più le navi di tutti i tipi, ma la gente continuerà operazioni di salvataggio=più morti”, citando a partire ed ad arrivare. E senza navi, morirà l’aumento di morti in mare in corrispondenza ancora di più. Perché questo è ciò che è già dell’aumento di salvataggi. Se però andiamo a accaduto. I dati dicono questo, non altro. C’è guardare davvero i dati, e non solo gli ultimi, si inoltre un altro errore nelle scuse di chi cavalca 4
la polemica: i barconi sono sovraffollati non “a appunto offrire soluzioni. Ma invece che causa delle ONG” come a volte affermato, ma criticare ciò che si fa per salvare delle vite, perché i trafficanti vengono pagati a partenza, o credere erroneamente di essere di fronte a non ad arrivo (come indicano rapporti di una “invasione” (sempre dati alla mano, siamo International Crisis Group, Global Initiative su una variazione di popolazione dello 0,3% Against Transnational Organized Crime e Human annuo… una cifra che non può minimamente Rights Watch). Più ne fanno partire, più soldi giustificare l’uso di questo termine), sarebbe prendono dai profughi, anche se poi muoiono più opportuno protestare perché non abbiamo tutti, visto che ai migranti viene comunque ancora un sistema di accoglienza, distribuzione detto che ce la faranno. E non avendo una ed integrazione sufficientemente valido. E fare fornitura infinita di navi, devono massimizzare proposte sensate. Come dice Cecilia Strada in un ciò che hanno. E lo farebbero anche senza navi suo recente tweet: “Se la metà del tempo spesa di soccorso nel Mediterraneo, perché questo in commenti in difesa “dell’Italia” dagli stranieri già facevano dal 2014-2015 quando di ONG fosse spesa a far cose concrete, diventerebbe in mare non ce n’era quasi nessuna (le tragedie un gran Paese.”È una esagerazione? Forse di Aprile 2015, durante l’operazione Triton, sì. Ma crediamo l’intera polemica sia ancora furono causate anche dal sovraffollamento sulle più esagerata. Il problema è che, ancora una imbarcazioni). Quindi, per quanto ci riguarda, volta, rincorrere l’indignazione risulta per ribadiamo la sterilità di questo tipo di polemica, molti più attraente di approfondire davvero la soprattutto basata sulla scarsa conoscenza delle questione. dinamiche in atto in questi anni: noi stessi un paio di anni fa, in diversi articoli e conferenze, Alberto Rossi, Lorenzo Nannetti prevedevamo l’aumento delle partenze a causa delle dinamiche a monte (regolarmente ignorate da chi fa polemica al riguardo), cosa che MIGRANTI, SE L’ “EMERGENZA” È indica come non sia corretto guardare solo al A CAUSA NOSTRA Mediterraneo ignorando tutto il resto. Le forze 3 navali ufficiali non sono sufficienti a gestire i Il fenomeno migranti esiste, e aumenterà. Non c’è flussi e le ONG suppliscono a tale mancanza. nessuna frontiera da chiudere, ma serve decidersi per affrontare una tematica che condizionerà i OBIETTIVI SBAGLIATI – È ovvio che i prossimi decenni, senza la presunzione di risolverla sistemi di salvataggio dovrebbero essere o nasconderla con decisioni tampone di brevissimo meglio coordinati, ed è ovvio che le ONG periodo, oppure con futili egoismi per finalità tendono ad operare indipendentemente da elettorali. Prima che l’immobilismo renda davvero valutazioni strategiche di lungo periodo: non ingestibile la questione è il loro compito. E chi dovrebbe invece creare un sistema meglio coordinato dove integrarle, non lo sta facendo. Ed è altrettanto ovvio che La questione migrazione è tornata al primo così non si possa continuare, perché di fatto posto nel dibattito nazionale, dopo una lunga stiamo solo affrontando la situazione senza pausa seguita al dibattito sul ruolo delle ONG 5
a causa delle dichiarazioni del Procuratore In effetti il punto nevralgico sta proprio qui. Zuccaro. Dopo il (previsto) aumento degli Già da anni qui al “Caffè Geopolitico” abbiamo sbarchi, le proteste italiane e le promesse spiegato quali erano le dinamiche alla base, e mancate da parte degli altri Paesi dell’UE, come funzionano i flussi (ad esempio qui e qui). è arrivata anche la notizia della decisione Già anni fa abbiamo spiegato che parlare solo austriaca di minacciare l’invio di forza armate di Mediterraneo non ha senso: fare divisioni al valico del Brennero. A tale misura di sfiducia tra migranti “economici” e “da conflitto” può si accoppia la decisione dell’UE di affrontare la rassicurare noi ma all’atto pratico non ha alcun sfida semplicemente con un aumento dei fondi significato reale, perché le dinamiche sono tante per Italia e Libia. Di fatto, si tratta dell’ennesima e spesso sovrapposte, complesse e intrecciate (con certificazione della mancanza di una politica situazioni in cui cause socio-economiche causano comune, infranta contro i veti di Paesi conflitti e conflitti causano crisi socio-economiche). piccoli (Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia) e grandi (Francia, Spagna). Già anni fa spiegavamo perché i flussi erano destinati ad aumentare. Infatti sono aumentati. Non è questo che sorprende. Non è una novità Solo che molti, troppi, continuano a rifiutarsi – purtroppo – che l’Europa viva di tanti piccoli di guardare a quel perché, e cercano capri egoismi, incapaci di andare oltre la ricerca del espiatori: le ONG ad esempio (ne parlammo consenso nazionale di breve termine anche nel nostro precedente editoriale sul tema), ma quando esso metta a repentaglio il ben più non solo. Lo fanno perché nel mondo odierno, rilevante futuro a lungo termine. Quello che così rapido e dove già il mese prossimo sembra sorprende, per certi versi, è come tutti gli studi un termine troppo lontano, tutti vogliono e gli approfondimenti fatti in questi anni – tutto. E lo vogliono ora. Oggi. Domani. Tra una anni! – sul tema continuino ad essere ignorati. settimana, al massimo. Quindi trovare un capro Ignorati dall’opinione pubblica, ignorati dai espiatorio, credere che tutto dipenda da esso e media mainstream, ignorati dai politici. Si che eliminandolo si elimini il problema significa continua a discutere di bloccare o meno il soddisfare questa necessità di soluzione Mediterraneo, di come accettare i migranti immediata. Significa che “basta fare così” e da conflitto e respingere o rimpatriare quelli tutto si risolve, nell’immediato. Quasi fosse più economici. importante trovare un colpevole, non trovare una soluzione. Il problema è che, per citare un esponente politico che con una sola frase ha riassunto il Se invece vogliamo ampliare un po’ sguardi e cuore della questione, “chi opera una partizione ragionamenti, dobbiamo dirci con chiarezza arbitraria fra migranti economici e non, o non ha chequesto fenomeno è nato nel corso dei ancora capito il fenomeno, o finge di non averlo decenni, nascosto ai nostri occhi perché non capito, per convenienza” (si tratta di Giulio abbiamo voluto vederlo. Ora lo abbiamo davanti Tremonti: potrebbe sorprendere, ma in realtà perché quei decenni di cecità lo hanno portato neanche troppo, per chi segue ancora oggi i al punto di esplodere. E, una volta esploso, ne suoi interventi) siamo stati sorpresi. E ci vorranno decenni per 6
risolverlo, se ci daremo da fare. Non possiamo guadagnare neanche un voto (anzi). E anche cambiare il passato. Possiamo però gestire il da noi, come nel resto dell’Europa, si tende presente e cambiare, forse, il futuro. Finché alla ricerca del consenso nazionale di breve continueremo a discutere delle cose sbagliate termine anche quando esso mette a repentaglio (il Mediterraneo) non faremo nulla. Nulla. È il ben più rilevante futuro a lungo termine. Uno questa la vera minaccia alla nostra sicurezza. sguardo corto, che rischiamo di pagare sempre Non il fenomeno in sé, non l’arrivo di persone più caro, per un pugno di voti in più. da altre culture: il vero pericolo per noi è l’immobilismo, il non fare nulla perché si crede Lorenzo Nannetti che basti chiudere la porta affinchè tutto cessi. Non cesserà nulla. Queste persone AFFRONTARE DAVVERO LA continueranno (sempre più) a partire, ad QUESTIONE MIGRATORIA attraversare Paesi lontani, a provare ad arrivare 4 in Europa, ci piaccia o no. Possiamo guadagnare Mentre continua il dibattito pubblico sulla qualche anno, forse. Ma poi il problema tornerà, questione migrazioni, cosa serve per affrontarla peggio di prima. E non aver fatto niente ci avrà davvero? Conoscere le dinamiche e fare proposte reso ancora meno capaci di influenzarlo. concrete. Cosa si potrebbe fare, dunque? Nel breve termine, gestire l’accoglienza in maniera diffusa, Anche in questo 2018 il dibattito pubblico sul con programmi di educazione e integrazione tema migrazioni rimane acceso e generalmente complessi, è il modo per affrontare la questione costituito da visioni diametralmente opposte finché piani di più largo respiro agiscono e non dialoganti. Semplificazioni eccessive e sulle dinamiche di origine e sui trafficanti che sfruttamento di rabbia e risentimento popolare gestiscono i flussi. Eppure, oggi coloro che in generalizzato a fini elettorali (siamo in una Italia si oppongono a un’accoglienza distribuita sorta di campagna elettorale permanente) nel territorio sono coloro che stanno creando dominano sia sui media tradizionali che sui una minaccia a lungo termine. E allo stesso social. Nonostante ciò la questione rimane modo, quei Paesi UE che si oppongono a una aperta e irrisolta, anzi, proprio tale livello di distribuzione dei migranti in tutta l’UE sono polarizzazione all’interno della nostra società coloro che stanno creando una minaccia a rende più difficile discutere, individuare e lungo termine. È un paradosso, ma proprio chi implementare soluzioni efficaci. Eppure, non è urla contro l’immigrazione sta dicendo di non impossibile. affrontare il problema, rendendolo quindi più grave e ingestibile. Cosa sapere prima di affrontare il problema Perché avviene questo? Perché le soluzioni di È bene partire da una considerazione base. Per lungo termine, difficili e complesse, che fanno capire come risolvere un problema o affrontare vedere i primi frutti dopo anni, non fanno una certa situazione di portata così ampia (non solo 7
nazionali ma addirittura continentale) serve: molto spesso verificato, è che le soluzioni proposte siano inapplicabili e/o inefficaci proprio perché • Conoscere in maniera approfondita ignorano (coscientemente o involontariamente) quali cause lo abbiano creato e quali siano le la realtà della situazione e cosa essa implichi. Lo sue principali caratteristiche e dinamiche. Quali stesso vale infatti per la questione migratoria, aspetti lo influenzino e quali dati illustrino dove il desiderio di “fermare i migranti” senza tutti questi aspetti. L’impiego di dati e studi conoscere le caratteristiche del fenomeno, approfonditi risulta particolarmente importante del funzionamento dei flussi e della realtà in per avere una visione dell’intera questione Africa continua a volgere l’attenzione agli aspetti quanto più possibile aderente alla realtà e meno rilevanti. Il Caffè Geopolitico ha in questi non distorta da eventuali preconcetti. anni affrontato a fondo le dinamiche di origine • Conoscere cosa sia già stato fatto e le caratteristiche delle migrazioni, andando a o tentato in passato e quali siano stati i osservare i principali aspetti che le caratterizzano, risultati, cosa che permette di comprendere le rotte e in alcuni casi specifici, come la Nigeria, quali lezioni ne siano scaturite (sia positive andando ad approfondire come vari fattori che negative) e quali eventuali correttivi siano all’interno di un singolo Paese si combinino in necessari. Questo permette di non ripetere gli maniera non banale e, pertanto, rendano ogni errori passati, ma anzi di evolvere il pensiero e le semplificazione (“fuggono dalla guerrra”, “sono scelte verso forme più appropriate (il successo migranti economici”…) ben poco rappresentativa viene anche dall’imparare dagli insuccessi). della realtà. Abbiamo riunito i nostri articoli • Comprendere quali limiti reali esistano qui, a disposizione per tutti, includendo anche per l’operato di un Paese che ne limitino la un video di una nostra conferenza sul tema a capacità di operare sul problema in oggetto. Bologna nel 2016. • Formulare soluzioni e politiche (in gergo “Policy Options”) che siano realmente Per chi però avesse già letto tali articoli, implementabili. Questo dipende dall’aver fatto possiamo consigliare un breve (davvero breve, un lavoro adeguato circa i 3 punti precedenti, appena 6 minuti!) video creato dalla Caritas perché sarà solo a partire da quelli che verranno Italiana e dall’artista senegalese (da 20 anni in create Policy Options realistiche, applicabili e Italia) Mohamed Ba, che riassume in maniera con qualche speranza di successo. semplice, eppure molto efficace e al netto di accenti retorici e di semplificazioni a volte Così com’è, il dibattito in Italia non va molto eccessivi, ma inevitabili, le principali dinamiche bene in gioco e anche alcuni aspetti “contro- intuitivi” (ovvero smentisce alcuni falsi miti). In Italia molto spesso – e indipendentemente Quello che ci interessa notare è che i nostri lavori dall’orientamento politico – quando c’è un sul tema, sopra riportati, sono basati su studi problema da affrontare si passa subito alla approfonditi i cui risultati vengono presentati definizione di possibili soluzioni senza però anche nel video, a testimonianza di come una aver prima verificato di conoscere bene dati, comunicazione efficace non debba essere dinamiche, tentativi precedenti, limiti. Il rischio, superficiale, ma possa anzi avere solide basi 8
accademiche e di ricerca circa ciò di cui parla. cuore del problema e non semplicemente ai sintomi. Molte sono le proposte illustrate Il video, a dispetto della precisione nei dati negli ultimi anni, generalmente poco seguite e nelle dinamiche che descrive, offre una dai media e considerate elettoralmente poco soluzione espressa in termini più vaghi, ed è interessanti (se non “controproducenti” in qui che facciamo un’altra riflessione. Come quanto potrebbero far perdere voti in certe abbiamo puntualizzato più volte sempre negli fasce dell’elettorato) e dunque ignorate da articoli sopra presentati, bisogna rifuggire da gran parte del mondo politico italiano ed una visione polarizzata che vede contrapposte europeo. L’apertura di flussi legali dai Paesi di le due posizioni estreme “blocchiamo tutto” origine, unita alla cessata criminalizzazione della o “apriamo tutto”, perché sono entrambe migrazione economica e all’implementazione espressioni di un identico problema: non di percorsi guidati di integrazione (come ad proporre alcuna politica che permetta di esempio opera la Comunità di Sant’Egidio) sono affrontare efficacemente la situazione. Aprire solo alcune di queste. Questo lavoro di Valigia tutto senza regole apre anche alla mancanza di Blu riassume queste ed altre proposte, in uno progetti efficaci di accoglienza, di integrazione dei pochi compendi di gran parte di quanto e anche a un necessario screening di sicurezza. pubblicato in questi anni sul tema. Bloccare tutto significa non costruire nessuno di questi progetti perché tanto “basta non volerli Se davvero vogliamo affrontare la questione e non vengono (sottinteso: e se non vengono, migratoria, partiamo da qui. Da dati, dinamiche, che bisogno c’è di programmi di accoglienza e conoscenza di cosa è già stato tentato (e cosa integrazione?)” Risulta invece fondamentale questo ci ha insegnato), dai limiti e quindi dalle gestire, per quanto possibile, tali aspetti con Policy Options che da questo scaturiscono. politiche attive (il che significa: senza aspettarsi che le cose avvengano da sole, ma creando, Lorenzo Nannetti – Redazione finanziando e sviluppando progetti adeguati). Non esistono soluzioni a breve termine MIGRAZIONI: LA CRISI DELLE Lo sviluppo dei Paesi di origine e di partenza è CRISI? fondamentale, e deve impegnare la comunità 5 internazionale poiché richiede fondi superiori Dalla notte dei tempi la storia umana è costellata alle capacità dei singoli Paesi. Ma come di movimenti migratori. L’idea di estirpare un sopra espresso è anche importante rendersi fenomeno cresciuto in rilevanza e in complessità è conto che prima che tale sviluppo rallenti semplicemente chimerica. La pressione inaspettata l’emigrazione serve uno sviluppo molto che l’Unione Europea ha subito negli ultimi anni da consistente che richiede realisticamente Sud non deve essere cagione di paure e insicurezze decenni. Nel frattempo, nell’impossibilità smisurate. di fermare i flussi (ne abbiamo parlato qui), serve approntare politiche che vadano al 9
UN FENOMENO, MOLTI FENOMENI a partire dal 2016 tutte le tornate elettorali e referendarie in Europa e negli Stati Uniti hanno Da sempre le migrazioni esistono. visto la materia al centro della contesa Rappresentano una costante storica che non partitica. Tuttavia a livello politico-istituzionale si può cancellare, né oggi che il fenomeno fatica a maturare un sano e produttivo scambio ha raggiunto un’entità e un grado di di idee: i toni sono aspri e il fenomeno non complessità senza precedenti nell’era della viene analizzato per quello che è, ma viene globalizzazione, né domani su un pianeta sempre strumentalizzato secondo le convenienze di più popoloso. Scrivere e parlare di immigrazione parte per attrarre il voto popolare, soprattutto non è semplice, e non dovrebbe esserlo, perché delle fasce più emarginate, contrarie e la sua natura, le sue cause e i suoi effetti non sono arrabbiate. Il lato umano spesso drammatico univoci, bensì estremamente sfaccettati. Molti e le profonde implicazioni socio-economiche fenomeni si manifestano all’interno dello stesso di tale realtà passano in secondo piano. Si fenomeno. Prova più evidente di ciò è l’assenza a rischia così di trascurare valutazioni circa i livello internazionale di una definizione giuridica potenziali benefici dell’immigrazione, oltre omogenea per il terminemigrante. In alcuni a svilire culturalmente il dibattito pubblico casi per esigenze statistiche vengono inseriti sulla crisi delle crisi e sulle misure da mettere nella categoria di migranti anche i rifugiati e in campo per gestirla. Dal canto suo, nell’Area i richiedenti asilo, in altri questi soggetti sono tematica Migrazioni il Caffè Geopolitico ha da considerati separatamente per il loro specifico sempre respinto ogni forma di semplicismo regime legale e di diritto internazionale, in altri e di miopia, fornendo riflessioni profonde ed ancora si distingue tra spostamenti volontari, esaustive. forzati e misti. Queste differenze d’approccio, che generano spesso e pericolosamente UNO SGUARDO D’INSIEME confusione, sono figlie del fatto che una persona abbandona la propria terra per molteplici fattori Trattare l’immigrazione come un monolite può di spinta e d’attrazione: per motivi di studio, provocare fraintendimenti e tensioni nella di lavoro, di ricongiungimento familiare o di discussione a tutti i livelli e può manipolare le qualità della vita, a causa di catastrofi naturali, percezioni nei confronti del diverso che arriva. cambiamenti climatici, carestie o povertà, Ad ogni modo avere uno sguardo d’insieme è perché vittima di persecuzioni, conflitti o utile a comprendere quanto sia utopica l’idea violenze. Inoltre gli immigrati hanno sulle di bloccare una volta per tutte gli spostamenti società dei Paesi di destinazione un impatto di milioni di persone e quanto sia errato potenzialmente significativo a livello di associare alla figura dell’immigrato un profilo integrazione culturale, di trend demografici, di somatico e una provenienza ben precisi. Un equilibrio dei conti pubblici e del mercato del buon punto di partenza per fare chiarezza lavoro, di percezione securitaria. Sono tutte sfide sul fenomeno è costituito dal Rapporto di lungo periodoche rendono l’immigrazione sull’immigrazione internazionale 2017, una priorità da affrontare con cognizione di presentato lo scorso dicembre dal Dipartimento causa, responsabilità e prontezza. Non a caso delle Nazioni Unite per gli Affari economici e 10
sociali (UN DESA). L’Ufficio definisce migrante milioni in più rispetto al 2007, 35 milioni in internazionale ogni persona che cambia il proprio più rispetto al 1997. I dati sono riportati nel Paese in cui ha residenza abituale, qualunque documento annuale Global Trends – Forced sia lo status legale del soggetto, la causa, la displacement in 2017dell’Alto Commissariato volontarietà e la durata dello spostamento delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). (l’Unione Europea pone invece la soglia Quello che sorprende maggiormente è che temporale di dodici mesi). Le informazioni in l’85% dei 19,9 milioni di rifugiati sotto la ogni Stato e continente sono dunque tratte responsabilità dell’UNHCR, perlopiù sud principalmente dai dati sulla popolazione nata sudanesi, afghani e siriani, sia accolto da regioni all’estero e, quando indisponibili, da quelli sui in via di sviluppo e ovviamente prossime cittadini stranieri, due categorie non esattamente alle zone d’instabilità: Turchia (3,5 milioni di sovrapponibili. Il documento dell’UN DESA profughi), Pakistan (1,4 milioni), Uganda(1,4 riferisce che al 2017 i migranti internazionali milioni), uno dei Paesi più poveri al mondo, sono 258 milioni, pari al 3,4% della popolazione e Libano (un milione). È un fatto però che mondiale. Di questi, 165 milioni risiedono in nell’elenco dei primi dieci posti figuri solo Paesi a economia avanzata, ma ben 11 milioni si la Germania tra i Paesi più avanzati, con 970.400 sono spostati in Paesi a basso reddito. Gli Stati rifugiati. A questo punto è inevitabile chiedersi Uniti con 50 milioni d’immigrati rimangono il più non solo da dove vengano questi numeri, ma importante polo d’attrazione. Seguono Arabia specialmente verso dove portino. La risposta Saudita, Germania, Russia e Regno Unito. Tra alla prima domanda è contenuta nel Rapporto il 2000 e lo scorso anno sono però Angola, mondiale sulla migrazione 2018, pubblicato Qatar e Cile le destinazioni dove il numero dall’Organizzazione internazionale per le d’immigrati è cresciuto maggiormente. Dall’altro Migrazioni (OIM), agenzia collegata all’ONU. lato, tra i maggiori Paesi di emigrazione Negli ultimi cinquant’anni l’esodo ha subìto una spicca l’India con 16,6 milioni di emigrati, cui crescita esponenziale in portata e una più lieve seguono Messico, Russia, Cina e Bangladesh. in proporzione, andando oltre le stime iniziali: Non sorprende che immediatamente dopo nel 1970 coloro che vivevano in uno Stato nella classifica ci sia la Siria, che diciassette diverso da quello di nascita erano 84 milioni anni fa non appariva nemmeno nelle prime e mezzo, ovvero il 2,3% della popolazione venti posizioni della graduatoria, ma che è stata mondiale, nel 1995 quasi il doppio (2,8%) grazie colpita recentemente dalla tragedia degli oltre 5 al balzo di 40 milioni avvenuto nella seconda milioni di rifugiati. Proprio per quanto riguarda metà degli anni Ottanta, mentre nel nuovo i rifugiati e i richiedenti asilo, nel mondo sono millennio l’incremento più consistente si è avuto rispettivamente 25,4 milioni e 3,1 milioni, un tra il 2005 (191 milioni) e il 2010 (222 milioni). decimo del totale dei migranti internazionali. Una proiezione della stessa OIM del 2010 Se si si tiene conto anche dei 40 milioni di cerca di sciogliere il nodo sugli sviluppi futuri: si sfollati interni, si completa il quadro della più prevede che nel 2050 i migranti internazionali grave crisi umanitaria dalla fine della Seconda arriveranno a 405 milioni, costituendo il 4,1% dei Guerra Mondiale: 68,5 milioni di persone sono 9,8 miliardi di esseri umani che abiteranno state costrette a fuggire dalle loro case, 26 sul pianeta. Inoltre, stando alle proiezioni 11
dell’UN DESA, per i prossimi novant’anni le di nascita, ovvero il 10% della popolazione “esplosioni” demografiche che colpiranno India europea, mentre sono 61,2 milioni gli europei e Pakistan dovrebbero rafforzarne i flussi verso che hanno cambiato lo Stato in cui risiedevano. l’esterno, mentre quelle in Nigeria, Repubblica Il saldo migratorio è positivo, ma la differenza tra Democratica del Congo, Tanzania e Uganda chi è entrato e uscito è molto meno accentuata (in generale nel 2100 ci saranno tre miliardi di rispetto a quella di una regione altrettanto Africani in più) non possono non destare qualche sviluppata come il Nord America: Canada e Stati preoccupazione. Nonostante la variabile Uniti ospitano 58 milioni di stranieri, mentre migratoria sia estremamente volatile e legata hanno dato i natali a soli 4 milioni e mezzo di anche a contingenze come la crisi economico- migranti. Inoltre dal 2000 al 2017 l’Europa ha finanziaria del 2008 o le Primavere arabe, il esibito il tasso di crescita del numero di emigrati e trend positivo non è destinato ad arrestarsi ed immigrati più basso globalmente. In Asia e Africa è impensabile che venga invertito a fine secolo, i dati hanno subito l’incremento più elevato e quando il pianeta ospiterà 11,2 miliardi di solo il tempo dirà se i flussi si irrobustiranno persone. Se da una parte non si può certo dire verso queste direzioni. In secondo luogo, tra che abbandonare la propria terra d’origine per le venti maggiori destinazioni verso cui si è non farvi ritorno sia e sarà normale per tutti, diretto il 67% dei migranti internazionali sette dall’altra non si può restare passivi di fronte alle Paesi sono europei (Germania, Russia, Regno dimensioni sempre più cospicue sopracitate. Unito, Francia, Spagna, Italia e Ucraina), di cui cinque appartenenti all’Unione. Tra i venti Stati UNO SGUARDO SULL’EUROPA da cui proviene il 49% dei migranti internazionali sette si trovano in Europa (Russia, Ucraina, Regno Gestire il fenomeno migratorio controllando Unito, Polonia, Germania, Romania e Italia) e le frontiere esterne è diventato per l’Unione cinque sono membri comunitari. In ciascuna europea una sfida esistenziale. Ciononostante gli delle classifiche compare un solo Paese africano, egoismi da parte degli Stati membri e la mancanza rispettivamente Sud Africa (quindicesimo posto) di una visione condivisa hanno smascherato ed Egitto (diciannovesimo posto). Il continente tutta l’inconsistenza, almeno all’apparenza, delle nero si trova al quarto posto sia come regione conquiste che l’Organizzazione ha raggiunto da di partenza sia come regione d’approdo quando è nata. Ancora una volta è il contributo per i migranti. Infine, tra i quindici corridoi dell’UN DESA a dare il senso reale delle cose, bilaterali più battuti al mondo da uno Stato anche se le statistiche hanno come oggetto di A a uno Stato B, le uniche rotte migratorie studio tutta l’Europa (Russia compresa, Turchia che conducono in Europa sono quelle che e Cipro esclusi) e non semplicemente il blocco vanno dalla Russia all’Ucraina e viceversa e dal dei Ventotto. Innanzitutto, al pari dell’Asia, Kazakistan alla Russia. Nessuno dei percorsi più l’Europa è la prima meta di destinazione per i seguiti concerne uno Stato membro UE, nessuno migranti internazionali, ma è anche la seconda avente origine al di là del Mar Mediterraneo, area d’origine dopo la stessa Asia. Al 2017 nemmeno quello più considerevole che collega sono 78 milioni coloro che vivono nel Vecchio Algeria e Francia. La tanto paventata Europa Continente in un Paese diverso da quello africana non trova un riscontro sul piano 12
oggettivo: dei 78 milioni di stranieri residenti 1. LA GRANDE DOMANDA in Europa, 41 milioni hanno origini europee (52,5% del totale) e circa 9 milioni sono giunti C’è sempre più Europa che dice no. L’ostilità dall’Africa (11,5%). Per l’Europa il fenomeno nei confronti dei flussi migratori nel Vecchio rimane prevalentemente intra-regionale, Continente è arrivata ai suoi massimi storici, mentre per l’altro continente la situazione è carburante e motore assieme della sempre in equilibrio. Non si può negare che l’Unione più scattante macchina populista. «Chiudiamo Europea abbia subito una pressione elevata in le frontiere, aiutiamoli a casa loro» è il grido corrispondenza dei suoi confini meridionali. Il di battaglia al suono del quale Salvini, Le Pen 2015 e il 2016 sono stati anni record in quanto a e colleghi sovranisti stanno conquistando un domande d’asilo, attraversamenti illegali e morti elettorato sempre più furibondo (per ultimo in mare. Nel 2016 Germania e Italia sono stati quello svedese), sfiduciato dai partiti tradizionali il primo e il terzo Paese al mondo per numero e insidiato da ciò che arriva dall’altra parte del di richieste d’asilo ricevute in prima istanza. Il Mediterraneo. Una minaccia in parte vera e in Mediterraneo, in particolare la fascia centrale, parte distorta dal populismo di destra, a vantaggio è la via più letale al mondo per chi tenta di del medesimo. Ma perché i cittadini europei migrare, perciò è fondamentale combattere sono arrivati a essere così ostili nei confronti a ogni costo l’immigrazione clandestina, pur degli immigrati? Gli studi attitudinali effettuati essendo difficilmente quantificabile. Tuttavia il a riguardo dai politologi hanno individuato due disorientamento e la psicosi di un’invasione da linee di spiegazione: una prima che riconduce Sud, che rendono al momento impossibile una tale astio principalmente all’insicurezza soluzione duratura ai tavoli di Bruxelles anche economica provocata dall’ingresso degli solo sulla riforma del sistema d’asilo, non devono immigrati nel mercato del lavoro e una seconda far dimenticare ai Ventotto la vera entità e le che si focalizza invece sull’impatto che questi vere dinamiche di un fenomeno globale, né oggi, hanno sull’identità culturale del Paese ospitante, né in futuro. Non devono far dimenticare quegli minacciandone l’integrità. Per intenderci, non li stessi valori che hanno permesso all’Unione di vogliamo “perché ci rubano il lavoro” o “perché esistere e prosperare. sono di colore, islamici, diversi”? La risposta non è scontata, ma sarebbe fondamentale trovarla Roberto Italia per capire le dinamiche relative alla percezione del fenomeno migratorio, su cui i populismi fanno leva con tanto successo. POPULISMO: GLI EFFETTI SULLE PAURE DEGLI EUROPEI 2. LO STUDIO 6 I partiti populisti dimostrano di saper ascoltare un A tale scopo, una ricerca condotta presso elettorato angosciato più dal potenziale impatto l’Università di Leida ha analizzato le determinanti culturale che da quello economico dei flussi delle opinioni dei cittadini nei confronti dei migratori. migranti in Austria, Germania e Ungheria, dove questa tematica è considerata particolarmente 13
rilevante. I risultati, basati su un’indagine no – social media sembra che stiano spingendo sociale che ha coinvolto migliaia di rispondenti l’individuo a cercare qualcuno in grado di ridargli nei tre Paesi, sono chiari ed evidenziano un un’identità sociale che fatica a costruirsi. Il maggior peso ricoperto dai fattori culturali populismo ci sta riuscendo: stabilire chi non si rispetto a quelli economici: la paura del diverso è (dall’immigrato ai tecnocrati di Bruxelles) è il domina quella di rimanere disoccupati o in primo passo per potersi dare una definizione. Il povertà in tutti i casi considerati. Una seconda prezzo da pagare è però altissimo e sta riportando fase dello studio ha voluto poi esaminare se l’Europa nel pericoloso vortice dell’intolleranza a questa tendenza manifestata dai cittadini a tutte le latitudini, andando a toccare anche sia corrisposta un’analoga reazione da parte roccaforti del Welfare State come la Svezia. Per dei partiti nei messaggi di propaganda e questa ragione i partiti tradizionali, seppur in nell’azione politica, analizzando il peso che grande difficoltà, sono chiamati a reagire sullo questi conferiscono ai due diversi tipi di stesso terreno: riconoscendo cioè l’importanza questione (temi di carattere economico e temi della questione identitaria così come invocata inerenti all’identità culturale) all’interno dei loro dalla popolazione, senza tuttavia snaturarsi e programmi. In linea con il riscontro precedente, è venire meno ai principi di pluralismo e liberalità stato verificato che laddove i partiti tradizionali su cui poggiano le democrazie occidentali. La hanno sottostimato l’importanza del dibattito sfida si preannuncia durissima ma, soprattutto identitario si è spianata la strada al populismo, ora che una delicatissima tornata di elezioni che l’ha così sfruttato a proprio vantaggio. europee si avvicina, sembra davvero una L’Ungheria di Orbán è il caso più eloquente, ma precondizione necessaria per combattere con anche l’exploit di AfD in Germania è riconducibile successo il populismo nell’era del populismo. allo stesso meccanismo. Fintanto che l’estrema destra tedesca non si è differenziata dai partiti Francesco Gottardi tradizionali e ha continuato a insistere sulle tematiche economiche, la sua performance elettorale è rimasta trascurabile. Negli ultimi LIBIA: UNO SGUARDO tre anni, tuttavia, il partito ora guidato da Alice RAVVICINATO AI DETENTION Weidel ha radicalmente cambiato rotta, facendo CENTERS della difesa della Nazione il proprio cavallo di 7 battaglia: AfD è passato dal 2% all’11,5% dei voti, Numerose organizzazioni umanitarie denunciano entrando così per la prima volta in Parlamento e le drammatiche condizioni delle carceri libiche. Un diventando, secondo gli ultimissimi sondaggi, il grido di dolore al quale però molti Governi europei primo partito nei Land dell’ex DDR. continuano a restare indifferenti 3. EUROPEISTI CON LE SPALLE AL MURO? 1. LE CARCERI LIBICHE TRA OMISSIONI DI Risultati che sorprendono? Fino a un certo STATO E INTERESSI TRIBALII punto: la perdita di punti di riferimento dovuta a globalizzazione, crisi delle ideologie e – perché Detention Centers possono essere suddivisi in 14
due categorie: da un lato quelli legali, che sono rende del tutto aleatori i concetti di “legalità” controllati dall’esercito e dal DCIM (Directorate e “illegalità” . A Zuara, per esempio, quello che for Combatting illigal Migration) del Governo è stato identificato come il principale carcere libico, dall’altro quelli clandestini, che sono clandestino della città si trova praticamente controllati dalle milizie e dai trafficanti. Ma a pochi metri da quello gestito dal Governo quanti sono i Detention Centers in Libia? Le di Sarraj. Qui alcuni prigionieri hanno riferito Autorità governative hanno sempre rifiutato di essere stati trasferiti più volte dal primo di fornire i numeri ufficiali. Tuttavia, sulla base al secondo e viceversa. A Zawiya, invece, dei dati raccolti dall’ONU, si pensa che in il Dentetion Center statale che dovrebbe Libia vi siano all’incirca venti “carceri statali”. essere gestito dal DCIM è di fatto sotto il Sconosciuto resta invece il numero dei centri controllo della Brigata Al-Nasr. Ma questi di detenzione clandestina, dov’è rinchiusa non sono casi isolati. Di certo, in alcune la maggior parte degli stranieri arrestati carceri statali è consentito l’accesso agli illegalmente dai trafficanti di esseri umani. Quel operatori delle Nazione Unite e alle ONG, che che è certo è che all’interno delle prigioni le offrono assistenza ai detenuti che presentano condizioni detentive alle quale sono sottoposti particolari necessità mediche e psicologiche. i reclusi restano terribili. La debolezza del In quelle illegali, invece, ogni accesso esterno Governo, unita alla frammentazione delle è tassativamente vietato. Tuttavia è sbagliato Istituzioni nazionali, garantisce inoltre una pensare che nelle carceri legali le condizioni totale impunità ai responsabili di tali crimini. A di prigionia siano migliori rispetto a quelle dei ciò si deve anche aggiungere la parcellizzazione centri clandestini. Ne è un esempio il carcere del potere politico in Libia, che rende il di Ben Walid, a sud di Tripoli. L’ONU, infatti, controllo del territorio ancora più complesso. lo descrive come uno dei peggiori del Paese, In effetti in alcune regioni del Paese, come ad come dimostrato dal fatto che nell’ospedale esempio nel Fezzan, si concentrano non solo locale si registrano almeno 30 morti al giorno i conflitti politici tra Serraj, Haftar e le tribù riconducibili anche alle violenze perpetrate locali (su tutti i tuareg e i tebou), ma anche nel Detention Center. Tra i detenuti vi sono gli interessi relativi al traffico illegale di esseri donne incinte e minori non accompagnati. Ma umani. In questa remota regione di frontiera la anche rifugiati e richiedenti asilo registrati gestione delle carceri rientra dunque nella più dall’UNHCR. ampia partita che ha come vero obbiettivo il controllo politico e militare del Sud. 3. TRA ABUSI , VIOLENZA DI GENERE E INDIFFERENZA 2. IL RUOLO DELLE NAZIONI UNITE E DELLE ONG I rapporti stilati dall’UNSMIL (United Nations Support Mission in Libya), hanno confermato Esiste davvero una distinzione netta tra che le più esposte alle violazioni e ai soprusi prigioni statali e clandestine? Sembra difficile restano ovviamente le donne. Nel carcere dare una risposta precisa a questa domanda, di Matiga, ad esempio, vi è una popolazione dato che la debolezza delle Istituzioni libiche mista, fatta di prigioniere libiche e straniere. 15
Tuttavia è molto complesso riuscire a stabilire MIGRAZIONI – UNO SGUARDO l’esatto numero delle recluse, proprio a causa AOTEAROA: LA NUOVA della scarsa collaborazione delle Autorità ZELANDA TRA XENOFOBIA E governative. Tra le straniere, UNSMIL ha dato CAMBIAMENTI CLIMATICI per certa la presenza di donne subsahariane 8 e tunisine, ma persino di una detenuta russa. Il 15 marzo del 2019 milioni di giovani in tutto il In molti casi le prigioniere non hanno un mondo hanno deciso di mobilitarsi a sostegno della interprete e non beneficiano nemmeno di un battaglia in difesa del clima. Contemporaneamente, sostegno psicologico. Recentemente sono in Nuova Zelanda, un estremista australiano ha stati attestati anche diversi casi di HIV e attaccato la comunità musulmana nella città numerosi tentativi di suicidio. Nel 2017 l’ONU di Christchurch. Apparentemente i due eventi ha inoltre riferito l’assalto al carcere da parte sembrano lontani tra loro, ma da sempre la Nuova di un gruppo armato che ha abusato di alcune Zelanda è considerata un laboratorio naturale dal prigioniere dopo averle deportate in un’altra punto di vista dei cambiamenti ambientali causati struttura clandestina. Altrettanto drammatica dall’uomo e della convivenza tra diverse etnie. è la situazione nel carcere di Judaidah. Qui vi sono circa 15 donne provenienti da Nigeria, Ciad, Niger ed Etiopia. In questa prigione non SOVRANISTI CONTRO GLOBALISTI sono ammesse visite esterne e solo in alcuni casi sono forniti i prodotti igienici. Questo Che voi siate a favore o meno al fenomeno destino è purtroppo condiviso da tanti stranieri della globalizzazione, che siate scettici sui che hanno cercato – senza successo – di cambiamenti climatici, quanto accaduto il 15 raggiungere l’Europa. Infatti, dei circa 13.200 marzo, che ci crediate o no, è la dimostrazione che migranti intercettati in mare nel 2018 e siamo difronte a un unico grande evento. Milioni riportati a riva dalla Guardia Costiera libica, di giovani in tutto il mondo sono scesi in piazza tra i 4mila e i 6mila sono finiti nei Detention per manifestare per la sopravvivenza del Centers gestiti dal Governo. Molti altri (la nostro pianeta, l’unico a disposizione per poter maggioranza), sono invece finiti nelle prigioni continuare a vivere. Tra i ragazzi del “Friday clandestine gestite da trafficanti e milizie for Future” quelli di Christchurch, nonostante locali. I Governi europei che hanno respinto le scuole fossero appositamente chiuse, non troppo frettolosamente centinaia di disperati hanno potuto manifestare. Non c’è dato sapere verso la Libia sono, per forze di cose, complici se Brenton Tarrant, il terrorista australiano, di queste efferatezze. E, forse, il drammatico fosse consapevole di questa inquietante vissuto di queste persone resterà per sempre coincidenza. Ma quella mattina ha scelto e come monito alla coscienza di chi ha preso tali pianificato di attaccare una intera comunità in scelte. una città il cui nome stesso tradisce l’intento dei suoi fondatori. In un folle papello intriso Alessandro Paglialunga di odio, il fondamentalista bianco ha scritto le sue motivazioni in poche righe: «Per dimostrare agli invasori che le nostre terre non saranno 16
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