DESIGN RESILIENTE Un quadro sinottico - RESILIENT DESIGN
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FOCUS AGATHÓN – International Journal of Architecture, Art and Design | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 ISSN print: 2464-9309 – ISSN online: 2532-683X – DOI: 10.19229/2464-9309/632019 DESIGN RESILIENTE Un quadro sinottico RESILIENT DESIGN A synoptic framework Claudio Germak ABSTRACT Il Design, disciplina del progetto orientata a prodotti, servizi e processi, ha sviluppato in questi anni atteggiamenti consapevoli dei cambiamenti, sempre più veloci, che inte- ressano sia i modelli della produzione e del consumo, sia quelli che regolano gli ecosi- stemi, fatti di individui e comunità. Agisce in favore della ‘sostenibilità’ e della ‘resilien- za’ a scale diverse e in molteplici settori, anche grazie a una propria identità che lo di- stingue come sapere di connessione tra humanities e technologies. Ha imparato a progettare per ciò che può mettere in crisi il sistema, sviluppando azioni collaborative di adattamento alle cause interne come il superamento dei limiti dello sviluppo, le mi- grazioni, l’invecchiamento, sia di mitigazione verso quelle esterne, come le calamità naturali, anche se sovente queste dipendono dalle prime. Questo saggio intende forni- re una panoramica ampia, quasi un quadro sinottico, del contributo che il Design può offrire alla società in termini di ‘resistenza’ e di ‘resilienza’, anche considerando gli eventi critici un’opportunità per evolvere i propri orientamenti e le proprie pratiche. Design, the planning discipline targeted at products, services, and processes, has developed, in recent years, behaviours that are more aware of increasingly rapid changes, which concern both the models of production and consumption and those that regulate ecosystems – composed of individuals and communities. It acts to ben- efit ‘sustainability’ and ‘resilience’ on different scales and in multiple sectors, thanks also to its own identity, which distinguishes it as a kind of knowledge that connects humanities and technologies. It has learned to plan for what can place the system in crisis, developing collaborative actions to adapt to the internal causes such as ex- ceeding the limits of development, migration, ageing, as well as mitigation regarding those external causes, such as natural disasters, even if these often depend on the first causes. This essay is intended to provide a wide panorama, almost a synoptic framework, of the contribution that Design can offer society in terms of ‘resistance’ and ‘resilience’, also considering critical events as an opportunity to evolve its orien- tations and practices. KEYWORDS design per la resilienza, design per la sostenibilità, design sistemico, design per com- ponenti, cultura del design resilient design, sustainable design, systemic design, design by components, design culture Claudio Germak, Architect and Designer, is a Full Professor of Design at the DAD Architecture and Design Department of the Politecnico of Turin (Italy), and the President of SID Italian Design Society. He is an expert of production systems, both in the field of industry and handcraft. Today he leads the UXDPoliTO Team of evaluation techniques HCD, UXD, HMI and ID for the sectors of transportation systems, roboEthics and service design for the cultural heritage and museums. Tel. +39 (0)11/090.88.30 | E-mail: claudio.germak@polito.it 26
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 Il Design, inteso come pratica progettuale fattori in gioco, delle fitte relazioni che questi to riguarda il tempo di reazione: situazioni diver- diffusa a prodotti, servizi e processi conosce creano e non ultimo dell’incertezza nel trovare se possono implicare azioni immediate, a breve bene il concetto di resilienza, verso cui agisce o ritrovare i punti di equilibrio a seguito di una o a lungo termine; inoltre, la ‘resilienza’ è un in modo propedeutico: da un lato ragiona sulla vulnerabilità del sistema. A fronte dell’ampiezza concetto evolutivo della ‘resistenza’, perché im- flessibilità e durabilità di soluzioni che abbiano e della velocità dei cambiamenti della società e plica non solo la capacità di adattarsi al cam- capacità di adattamento al mutare delle condi- della sua organizzazione, del crollo dei miti e biamento, ma anche di apportare valore ag- zioni di contesto, dall’altro sulla necessità che i dell’insorgere di elementi di disturbo all’interno giunto. processi siano sostenibili sia a livello ambienta- degli ecosistemi, anche la scienza del Design 3) La resilienza non ha gerarchie precostituite, le sia socialmente orientati e inclusivi di diversi considera oggi irrinunciabile, per il progetto, un ma considera preoccupanti ed emergenti i fat- attori. Affermare pertanto che il Design, di ri- approccio olistico. Obiettivi ambiziosi che han- tori di disturbo che minacciano il pianeta, il be- cerca, sia un agente positivo per la transizione no portato la comunità scientifica e professio- nessere degli individui, la loro sicurezza e uno verso una società più resiliente e sostenibile nale del Design ‘esperto’3 (Selloni, 2015), ad sfruttamento equo delle risorse primarie come (Manzini, 2015), significa indirizzare il progetto accelerare la ricerca di innovazione attraverso acqua, aria, energie rinnovabili. verso obiettivi ampi di sostenibilità tecnica, so- un progetto prestazionale evoluto, che possa 4) Natura e autopoiesi, ossia l’organizzazione e ciale, ambientale, culturale ed economica. Cin- intercettare, accompagnare e, quando possi- la riorganizzazione dei sistemi viventi, sono rife- que ambiti, sovente interrelati, in cui si genera bile, anticipare il cambiamento. C’è però una rimenti fondamentali per le pratiche resilienti la domanda di resilienza. Ma quale ‘ruolo’ e contraddizione da superare. Da un lato si chie- negli ecosistemi (Mascitti, 2018). Dalla natura quali ‘risposte’ il Design può offrire? de alle scienze, tra cui il Design, di esplorare le va anche tratto il principio del ‘minimo sforzo’, Dire che il Design possa avere un ‘ruolo’ di forme di prevenzione, cioè di evidenziare su ossia il massimo della varietà di soluzioni con il riequilibrio negli eco-sistemi sotto pressione, ‘cosa’ e ‘come’ costruire il progetto di resilien- minimo delle invenzioni (Papanek, 1985). che quindi devono rigenerarsi dimostrando re- za per educare al concetto della rigenerazione, 5) La resilienza ha un costo, che è soprattutto silienza, non è una semplice dichiarazione di resistenza e resilienza gli individui, le comunità, di sostegno alla ricerca e al progetto. E anche ottimismo, per tre ragioni. La prima ci dice che le loro organizzazioni; dall’altro, la richiesta di nel sociale, organizzazioni e comunità che ab- il Design, citando la parabola pasoliniana1, è raggiungere questi obiettivi in fretta, in una so- bracciano il principio resiliente meritano di es- orientato al progresso della società e allo svi- cietà che invece ambisce essere riflessiva. sere finanziate perché portatrici d’innovazione luppo sostenibile del pianeta, non al suo mero e di benessere condiviso. Il costo è anche una sviluppo. Infatti, sia in passato, quando il cam- Sostenibile e Resiliente | Ambiti sempre più forma di garanzia sulla qualità dei risultati pro- po applicativo era prevalentemente manifattu- vasti e interdisciplinari caratterizzano oggi la gettuali orientati a produrre ‘bellezza’, se vo- riero, artigianale o industriale, sia nel nuovo scienza del Design. Tali aperture, che taluni gliamo che siano ricchi di significati e valori umanesimo odierno, il Design ‘mette al centro chiamano sconfinamenti, hanno portato que- percepibili. del progetto l’uomo’ con le sue esigenze indi- sta disciplina a confrontarsi con il tema della 6) Il Design contribuisce alla resilienza interve- viduali e collettive (Germak, 2008). La seconda resilienza in settori diversi e a scale molto di- nendo direttamente sulla capacità di adatta- nasce da una condizione privilegiata che il De- verse. L’approccio resiliente di prodotti, servizi mento evolutivo delle cose – prodotti, servizi e sign vive: quella di essere connessione di due e processi di Design ha comportato una decli- processi – e attraverso ciò, indirettamente su macrosaperi, humanities e technologies, prin- nazione ampia e articolata del concetto origi- comportamenti di individui e comunità negli cipio di interdisciplinarietà che è anche tra i re- nario – la reazione con adattamento a un forte, ecosistemi, attraverso l’inclusione e la proget- quisiti del Design Thinking. Da qui la terza: il anche improvviso, stress – talora identificando- tazione partecipata. Design è portatore di una visione grandangola- si come una evoluzione dei comportamenti e 7) Il grado di flessibilità di prodotti, servizi e re sull’innovazione delle cose, e oltre le cose, delle pratiche sostenibili (Lilly and Gill, 2006), processi all’interno degli ecosistemi, pensiamo verso i sistemi innovativi e inclusivi. qui descritti in punti ma senza una gerarchia. alle città e suoi sottosistemi (trasporti, architet- Ritroviamo alcuni di questi paradigmi nel si- 1) La resilienza è trasversale ai saperi e ai di- tura, spazi pubblici, servizi), ai luoghi di forma- gnificato che la Commissione Scienza e Tec- versi settori del progetto, come descritto negli zione e di produzione, è proporzionale alla ca- nologia per lo Sviluppo ONU ha dato alle co- indirizzi delle organizzazioni internazionali (ONU, pacità di risposta resiliente. Anche una certa munità resilienti2. Scienza, tecnologia e innova- Horizon), da libri bianchi e manifesti come quel- ‘ridondanza’ nell’assumere molti ruoli diversi e zione sono opportunità per creare comunità lo creato dal Resilient Design Institute.4 in divenire, ne favorirà la resilienza. resilienti i cui membri sappiano assorbire e 2) La resilienza trascende le scale – dal macro 8) Consumare meno e produrre meglio, aiuta la adattarsi agli shock, avere economie che pos- al micro – ed è un concetto flessibile per quan- resilienza; il Design è direttamente coinvolto in sono auto-organizzarsi per continuare a fun- zionare in tempi di crisi e svolgere tutte le loro attività senza danneggiare l’ambiente. Le tec- nologie, in particolare quelle digitali, aiutano nella diversificazione economica e nel disasso- ciare l’economia di sviluppo dal degrado am- bientale. Contribuiscono a monitorare l’am- biente per prevenire gli shock, e attraverso le reti, a diffondere la conoscenza. Queste tecno- logie sono oggi anche disponibili ai cittadini – la cosiddetta ‘scienza dei cittadini’ – per svol- gere compiti come la raccolta di dati che sa- ranno poi gestiti e manipolati comunque dalla scienza stessa. A questi obiettivi se ne aggiun- ge un altro, non meno importante: la necessità di sviluppare soluzioni scientifiche, tecnologi- che e di innovazione che siano resilienti a sé stesse, dato che l’interruzione potrebbe essere estremamente dannosa per le comunità. Questo saggio descrive, attraverso la decli- nazione del concetto di resilienza da parte del Fig. 1 | New features for English Red Box. Some retain the telephone to communicate in the event of a cyber-attack to Design, un quadro sinottico fatto di ‘domande’ mobile telephony. (le cause) e di ‘risposte’ (le reazioni resilienti) Fig. 2 | Sottsass Associati, Resilient Kiosks, Turin, 1982. Due to the modular construction system, some will be disas- che si è fatto complesso per la numerosità dei sembled and reassembled in new locations, others will host new functions. 27
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 Fig. 3 | ‘The outside shell seen from the inside’ is the synthesis of Design by components, a reverse engineering and re- design approach to extend the life of the product (credit: L. Bistagnino, 2008). Fig. 4 | Water in an integrated system of eco-domestic appliances (credit: Lucky Strike Design Awards 2013, first prize – Master degree Thesis in Ecodesign of L. Zuliani, E. Fiore, and M. Mignone; supervisor P. Tamborrini; Politecnico di Torino). questa relazione e si occupa di indagare alter- siedono una delle due caratteristiche distintive: wi-fi e stazione di ricarica per device, ricovero native nella produzione – emissioni tendenti a o sopravvivono in virtù delle loro robustezza e per defibrillatori, oppure ‘sostitutivi’, ad esem- zero e miglior utilizzo delle risorse – e di orienta- capacità rigenerativa funzionale, o grazie all’at- pio come spazio disponibile lasciato alla creati- re il consumo alla consapevolezza, anche pro- taccamento emotivo che hanno generato nel- vità di quartiere: open library, micro bottega, ponendo forme di coinvolgimento diretto dell’u- l’utenza. punto informativo (Fig. 1). tenza nel processo produttivo (prosumer). In letteratura si trova una genealogia del Simile come tema di obsolescenza funzio- 9) Dal territorio locale devono pervenire la concetto di resilienza del prodotto che nel nale, in questo caso legato ai consumi, è quel- maggior parte delle risorse; è questo un con- tempo si è fatta molto sofisticata, anche se i lo che riguarda alcune tipologie di chioschi ita- cetto che il Design condivide e applica attra- paradigmi di riferimento rimangono invariati liani, in particolare le edicole, per via della ridu- verso l’approccio Sistemico, l’attenzione per la (Haugh, 2016), e che generalmente classifica zione in tiratura dei quotidiani (50% in 10 anni), scala locale e creando nuove opportunità eco- nel primo gruppo i prodotti che combinano pu- causa la recessione economica e un generale nomiche e partecipative per il territorio e le sue ra funzionalità con forma e materiali efficaci, orientamento verso i canali di informazione te- comunità. come raccontano un po’ tutti gli oggetti basici. levisivi e web. Queste micro-architetture che 10) Nei momenti di recessione economica, di Basiche come le ‘cose resistenti’ che stanno da più di un secolo sono un punto di riferimen- cui conosciamo bene quello che stiamo viven- entrando nei paesaggi del quotidiano per com- to topologico, di attrazione urbana e segnale di do a livello mondiale, la ricerca di soluzioni con- battere stress a cui non siamo preparati: pren- democrazia da sempre legato all’informazione, crete da un lato e strategiche dall’altro rafforza diamo ad esempio la barriera/zavorra New Jer- ora si offrono al riuso. In attesa che il vuoto le- la resilienza. sey, che camuffando a fatica la propria identità gislativo sulla ri-funzionalizzazione di edicole e è, solo nell’immediato, l’istintiva protezione da tabacchi venga ottimizzato (oltre a multe, bolli, Design resiliente al cambiamento tecnolo- possibili attacchi terroristici nei centri delle anche bollette e servizi postali potranno essere gico e dei consumi | La ‘resistenza’ non è al- città. Certo è che in attesa di ipotesi più sofisti- erogati nei chioschi) nascono diverse speri- tro che una prima forma di adattamento alle cate che possano realmente garantire un livello mentazioni meno istituzionali: dalla bottega mutate condizioni del contesto, che avviene efficace di sicurezza urbana, la barriera adotta- dell’aperitivo serale al deposito merci per l’e- nell’immediato o in tempi brevi. Guardando al ta a Milano durante l’ultimo Salone del Mobile, commerce e, rivolto a un uso più sociale, il prodotto, nel momento in cui il Design adotta il verniciata nelle gamme dell’oro come l’archi- chiosco/custodia di quartiere, gestito dalla co- ‘fare sostenibile’ come obiettivo del ‘fare pro- tettura, è comunque bella, perché semplice e munità di anziani, dove è possibile lasciare le gettuale’ ha inizio la prima fase verso la ‘resi- rispondente al carattere di immediatezza e tem- chiavi di casa, scambiarsi piccoli beni e reperi- lienza’: la ‘resistenza’. Per rispondere all’esi- poraneità. re servizi di assistenza urgente a domicilio. genza della durabilità nel tempo del prodotto, Nel secondo gruppo troviamo invece pro- Il chiosco viene difeso strenuamente, an- nel tempo abbiamo assistito all’esplorazione getti che sopravvivono (o cercano di sopravvi- che al di là della perdita di funzione primaria, del concetto di obsolescenza e all’introduzione vere) per la loro forte identità e ‘simbolo’ per la perché parte integrante e romantica del pae- nelle pratiche di Design dei cosiddetti ‘elisir di memoria collettiva. Gli inglesi, ad esempio, dif- saggio geo-politico, sia nelle aree urbane sia lunga vita’, dettati dalla via della progettazione ficilmente si separerebbero dalla loro cabina nei piccoli centri di provincia, dove tale ruolo è etica (Lotti, 1998): progettare una flessibilità del telefono, uno dei più noti prodotti simbolo, ancora più sentito e apprezzato. Tuttavia, ri- funzionale ed espressiva per avere più usi e in anche se la funzione primaria si è quasi estinta. configurandone l’uso, talora lo si vorrebbe an- più contesti; evitare l’obsolescenza formale ri- Un tema che è condiviso anche altrove, in Eu- che aggiornare tecnicamente, dotarlo di servi- fuggendo dai segni facili e dalle mode; antici- ropa e nel mondo. Certo la Red Box come zio igienico, renderlo climatizzato ed energica- pare il futuro, anche sforzandoci come proget- manufatto non era stata progettata per altre vi- mente autonomo, ma in molti casi la struttura tisti, nell’immaginare aggiornamenti anche se te alternative, ma come sistema intelligente del manufatto non lo consente perché proget- tecnologicamente solo futuribili. sembra di sì. Si dice infatti che possegga una tato non per la resilienza.5 Più sono evidenti le ragioni per cui i prodot- ridondanza di applicazioni (Thorpe, 2015), tra La Città di Torino, molto colpita dalla re- ti continuano a fare parte del nostro quotidia- cui un codice segreto di quattro cifre da utiliz- cessione delle edicole e da una domanda di no, più sarà forte la loro identità nel tempo. Se zarsi come funzione resiliente in caso di macro segno opposto, cioè in forte aumento per guardiamo alla storia della Tecnologia e del attacco cibernetico alla telefonia mobile e che chioschi ristoro, ha lanciato un’iniziativa di stu- Design, scopriamo che i progetti di lunga dura- pertanto sopravviverà come oggetto tecnico di dio delle potenzialità di riuso e trasformazione ta in genere si dividono in due categorie: pro- SOS. In attesa di questa ipotetica catastrofe, la dei chioschi urbani nelle aree extra centrali, getti che ‘resistono’ e progetti che ‘resistono cabina, ridimensionata numericamente, so- nonché di possibili alternative nella gestione evolvendo’. Progetti che durano, in genere, pos- pravvive offrendo usi ‘aggiuntivi’, come punto immobiliare e del servizio affidata a privati, ad 28
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 Fig. 5 | Legislative requirements for safety in historic buildings: helicoidal retractable staircase (credit: design by Nucleo, Vegaprogetti and Cip – TO; production by Borini Engineering, 2003). Fig. 6 | S.A.F.E., sustainable furniture design with lifesaving function during seismic events: scheme of the research goals (credit: www.safeproject.it/). esempio attraverso iniziative di franchising. Ciò tenzione e allungare la vita del sistema; rantendo la sua ripresa funzionale, identitaria e che però altrove non è possibile in termini di d) la progettazione di nuove connessioni tra con garanzie di durabilità. A tal fine, più le com- trasformazione dimensionale e tipologica del prodotti che possono diventare parte di un si- petenze scientifiche, tecniche e sociali coinvolte chiosco, a Torino è possibile, grazie a un pro- stema integrato. Prendendo in considerazione, hanno piena conoscenza del sistema ambien- getto che nel 1982 fu affidato allo Studio Sott- ad esempio, una tipologia diffusa di elettrodo- tale in cui si agisce, migliori saranno la scelta sass Associati e risolto attraverso un sistema mestico, la lavastoviglie, l’approccio per com- delle scale di intervento e l’adattamento delle modulare (chiuso per i componenti in cls, aper- ponenti sale di scala: non solo i componenti in- strategie alle caratteristiche dell’eco-sistema to per quelli metallici) che in futuro avrebbe po- terni sono progettati come un sistema integra- territoriale. tuto garantire trasformazioni dimensionali e di to, ma la stessa lavastoviglie deve essere con- Esempio di prevenzione verso la resilienza riconversione. Quel futuro è arrivato e allo stu- siderata come parte del sistema cucina – la- aperta al sistema e al prodotto è il progetto di dio vi è anche, tra le altre ipotesi, quella di vaggio, cottura e consumo del cibo – e del si- ricerca S.A.F.E.6 che nasce con l’obiettivo di smontare i moduli edicola per rimontarli riag- stema lavaggio complessivo presente nell’abi- realizzare sistemi intelligenti di arredo innovativi gregati come ampliamento dei servizi di risto- tazione – indumenti, giardino, ecc. (Fig. 4). per scuole e uffici, capaci di trasformarsi in razione, contemporaneamente provvedendo a protezione passiva e ‘salva-vita’ per le persone un delicato restyling conservativo (Fig. 2). Design resistente e resiliente alle catastrofi durante un terremoto. Il progetto, nato dall’esi- Un ulteriore contributo alla ‘resilienza’ del naturali | Tra gli interessi del Design, in partico- genza emersa in seguito agli eventi sismici che prodotto, adattabile alla domanda sostenibile di lare quello giovanile, c’è la ricerca di soluzioni hanno colpito le regioni del Centro Italia, vede minor consumo di risorse e di cambiamento dei abitative e prodotti per fare fronte alle situazioni coinvolti diversi Atenei italiani del centro sud consumi da parte degli utilizzatori è quello del di emergenza. Si tratta di una vera e propria (Unicam, Università dell’Aquila e della Basilica- Design per Componenti, che si riassume nella galassia di esplorazioni progettuali, di cui po- ta) e diversi partner di ricerca industriale che dichiarazione ‘Il guscio esterno visto dall’inter- che raggiungono lo stato di prodotto diffuso, aggregano e interconnettono competenze co- no’ (Bistagnino, 2008). Il prodotto, in una logica tutte finalizzate al ‘salva vita’ attraverso creazio- me Design, Ingegneria Strutturale, Tecnologie di reverse engineering, è visto come un sistema ni di varia natura: capsule per tsunami e case Informatiche, Chimica della Salute. del quale si analizzano proprietà e significati di galleggianti a basso costo, scale estensibili per Interessante è il cambio di orizzonte della ogni componente, sia che si tratti di rigenerare gravità espulse dall’alto (questa soluzione però ricerca, dove l’arredo viene concepito per svol- prodotti esistenti sia di configurare nuove solu- realmente adottata dai Musei fiorentini), droni gere, ‘nell’Emergenza’, tre funzioni (due smart zioni. Tale metodologia sollecita l’attenzione, in con reti per saltare dagli edifici in caso di incen- e una di involucro): con sensori in grado di al- parte sullo specifico prodotto, in parte sulle re- dio, abbigliamento per la sopravvivenza e mol- lertare prima dell’evento sismico (ante); con lazioni tra il prodotto in questione e altri prodotti to altro ancora (Fig. 5). Alcune tra queste espe- migliorate prestazioni in termini di involucro che possono insieme partecipare a un sistema rienze sono interessanti come studi di ‘transi- protettivo che non sia ulteriore fonte di pericolo integrato, condividendone in filiera i flussi di zione’ verso soluzioni più ampie, durabili e con per l’incolumità delle persone (inter); come energia e la produzione di scarti (aria, acqua, maggiore diffusione. Ricordo ad esempio una emittente di segnali per il rilevamento delle per- calore, raffreddamento, alimentazione, da fonti tesi di laurea che avevo seguito anni fa e che sone intrappolate dal crollo (post). Con l’occa- rinnovabili e non). In quest’ottica sono obiettivi aveva come oggetto uno zaino con funzione di sione, il progetto ripensa anche alle prestazioni primari dell’approccio per ‘componenti’: scudo gonfiabile in caso di terremoto. In pieno del manufatto in situazione di ‘non emergen- a) la riconfigurazione dei componenti interni al sviluppo di airbag, lo sviluppo che ne seguì non za’: come sensori e materiali di nuova genera- sistema tale da disegnare un guscio ottimizza- ebbe seguito in questa circostanza di calamità, zione possano contribuire, da un lato al moni- to nelle dimensioni e possibile oggetto di nuo- ma ricomparì poco tempo dopo come zaino o toraggio delle condizioni ambientali e climati- ve caratterizzazioni espressive, richiamate dal protesi gonfiabile ‘salva vita’ in caso di urto o che dei locali, dall’altro alla sostenibilità am- contesto di inserimento e/o dalle preferenze di seppellimento da valanghe. bientale e salubrità durante il ciclo di vita e nel- linguaggio da parte dei consumatori (Fig. 3); Più difficile è transitare dalla scala del pro- la post vita del prodotto (Fig. 6). b) la rilettura dei componenti tecnici interni fina- dotto per l’emergenza a quella dell’ecosistema, lizzata alla loro possibile riduzione numerica e a in cui l’interesse maggiore non è per la reazio- Design Sistemico: un approccio olistico | Tra una futura loro produzione secondo il principio ne immediata ma per la prevenzione. Un eco- le più efficaci modalità di progetto e formazio- sistemico della riconversione degli scarti (out- sistema resiliente è un sistema che va allenato ne7 nell’indirizzo della sostenibilità e di accom- put) in risorse (input); (Haimes, 2009) a comprendere quali sono i pagnamento del mondo della produzione ver- c) una progettazione sistemica delle relazioni punti vulnerabili a cui rispondere con azioni re- so la resilienza, il Design Sistemico studia e at- tra componenti interni, per agevolare la manu- silienti e a come tenere insieme il sistema ga- tiva relazioni tra componenti di un sistema, va- 29
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 figurane l’uso in un’ottica di funzionamento au- risorse anche sotto il profilo economico e al tonomo, da cui l’etichetta di processo resilien- contempo progettare per l’innesco di nuove te. Si tratta di un processo olistico che prende economie. Nelle città, ad esempio, queste pra- le mosse dalla mappatura di tutte le possibili tiche costituiscono la ricetta per i Living Lab, i relazioni tra le utenze (cittadini, commercianti, nuovi centri del progetto condiviso, diventati le manutentori), procede nel rilievo dei consumi di fucine della sperimentazione urbana in cui le risorse energetiche e della produzione di scarti distanze tra progetto e realizzazione si accor- (rifiuti domestici e da attività terziarie, fogliame, ciano, quasi fino coincidere. Anche in questo acqua di dilavamento) al fine di disegnare una caso tutto è cambiato in pochi anni. nuova mappa olistica basata sull’autonomia Ma come possiamo preparare il nostro ha- energetica con il contributo consapevole degli bitat e il Design stesso alla flessibilità di un si- abitanti e alcune dimostrazioni tangibili con fi- stema che sia veramente resiliente, anche sot- nalità educative (serbatoi acqua e compost, ri- to il profilo economico? cariche elettriche). a) Dando spazio alla ricerca multidisciplinare in Quanto più la cornice sistemica è ampia, termini di anticipazione del futuro10, adottando connettendo il sistema ambientale con quello la formula dell’Esercizio sul Futuro, come av- produttivo e culturale, tanto maggiore sarà la viene ad esempio negli Innovation Days, punto varietà di persone che lavorano in comune di incontro tra scienze umane, tecnologiche, con uno scopo condiviso (Ryan, 2014). Na- ambientali e climatiche, verso nuovi modelli di scono così esperienze di co-progettazione che consumo e di business. allenano alla ‘resilienza’, ossia ad allentare la b) Potenziando le reti come strumento aperto pressione di un agente esterno sul sistema. (open access) e implementabile (open source) Un’applicazione concreta dell’approccio siste- per la diffusione della conoscenza, a partire da mico nell’indirizzo del Design resiliente è quella quella tecnica e tecnologica della raccolta dati proposta da Food Action8 con l’obiettivo di (data mining) del loro monitoraggio (monitoring) dare risposta alla domanda ‘quotidiana’ di ci- e restituzione in mappe visive (visual mapping). bo per i disagiati senza tetto: una ‘pressione’ c) Progettando in filiera, affinché tutti gli attori in crescita nei centri urbani a causa della re- conoscano e possano essere coinvolti, aumen- cessione economica e delle ondate migratorie tando il loro senso di responsabilità verso un da extra confine. futuro sostenibile e resiliente. La sperimentazione in atto intende esplora- re nuove modalità di preparazione e di consu- mo dei cibi provenienti dagli esuberi della gran- de distribuzione e avanzi dei ristoratori, che Design, understood as a planning practice that giornalmente vengono raccolti da diverse or- has spread to products, services, and pro- ganizzazioni umanitarie per essere distribuiti cesses, well understands the concept of re- e/o consumati nei Centri di accoglienza. La ri- silience, to which it acts as a prerequisite. On cerca muove dalla considerazione che un cer- the one hand, it considers the flexibility and to numero di senza tetto preferisce ritirare il ci- durability of solutions that have the capacity to bo, ma non consumare il pasto presso il Cen- adapt to changes in contextual conditions; on Fig. 7 | Systemic Economy: synthesis scheme and val- tro e che queste persone chiedono preferibil- the other hand, it considers the necessity that ues (credit: www.systemicfoundation.org). mente cibo in scatola o snack, da consumarsi processes are sustainable, both in terms of the ‘in strada’ e a più riprese. L’originalità del pro- environment and a society that is oriented to getto sta proprio in una rigenerazione alche- and inclusive of different actors. Confirming, lorizzandone identità e risorse a partire da mica del cibo di scarto o in esubero, accessi- therefore, the Research Design, is a positive quelle locali, producendo sviluppo e benessere bile come snack tale da garantire una nuova agent for the transition towards a more resilient per l’individuo e la comunità (Lanzavecchia, esperienza sensoriale di gusto, un apporto and sustainable society (Manzini, 2015), means 2012; Fig. 7). Il risultato di un progetto sistemi- nutrizionale corretto e una prolungata conser- directing the project towards wider aims of co è un sistema complesso, dinamico e non li- vazione rispetto ai prodotti – molti già cucinati technical, social, environmental, cultural, and neare, in cui le relazioni tra le parti acquistano – originari. Una quarta dimensione, ancora da economic sustainability. These are five, often forza e coesione, tali da generarsi autonoma- implementarsi riguarda la percezione del nuo- interrelated, contexts where the resilience re- mente e dar vita a un sistema aperto autopoie- vo prodotto compatibile con le diverse culture quirement is generated. But what ‘role’ and tico, cercando di mantenere il sistema in equili- (Figg. 9, 10). what ‘responses’ can Design offer? brio (Bistagnino, 2016). L’approccio progettua- To say that Design can have a ‘role’ in le è basato sui flussi di materia e di energia che Un modello di resilienza autopoietica | Il qua- restoring equilibrium to eco-systems that are assumono nuove direzioni nell’ambito dei pro- dro sinottico descritto dimostra una tendenza under pressure, which have to regenerate, cessi produttivi: contribuisce al passaggio da degli ecosistemi a reagire alla pressione da therefore, showing resilience, is not a simple un modello di economia lineare, con una gran- agenti esterni o interni al sistema, tra cui la re- declaration of optimism, for three reasons. The de produzione di scarti, a uno basato su un cente recessione economica, comportandosi first reason tells us that Design, citing a vision modello circolare che trasforma gli scarti (out- come un modello autopoietico (Capra, 1996), of Pierpaolo Pasolini1, is oriented towards put di una fase della produzione) in risorsa (in- che riconsidera la propria organizzazione e le progress in society and the sustainable devel- put per altre fasi di altre produzioni), riducendo relazioni tra i vari attori che quel sistema com- opment of the planet, not towards its mere de- così l’impatto ambientale, valorizzando le risor- pongono9. Il Design interseca e partecipa all’e- velopment. In fact, both in the past, when the se e dando vita a nuove economie (Fig. 8). voluzione dinamica di questi modelli, in diversi field of application was mainly the manufactur- Ancora poco diffuso, ma con buone pro- settori e a diverse scale, senza più distinguere, ing, craft, or industrial, and in today’s new, spettive di adozione da parte delle Amministra- in modo rigido, tra progettazione di artefatti, modern humanism, Design ‘places human be- zioni cittadine è il modello di ri-generazione ur- servizi e processi. Lo fa connettendosi con altri ings at the centre of the project’ with their indi- bana guidata dall’approccio sistemico. Esten- saperi, interagendo con il territorio e i suoi abi- vidual and collective needs (Germak, 2008). dibile alla scala di quartiere o parti di esso, tanti, vecchi e nuovi, attraverso pratiche inclu- The second derives from a privileged condition questa modalità si preoccupa di diminuire l’im- sive di ascolto e di co-progettazione, con la in which Design exists: that of being a connec- patto del consumo di risorse, provando a ricon- consapevolezza che occorre consumare meno tion between two macro forms of knowledge – 30
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 the humanities and technology; the tenet of in- very different scales. The resilient approach of a form of guarantee on the quality of planning terdisciplinarity that is also one of the require- Design products, services, and processes, has results oriented to producing ‘beauty’, if we ments of Design Thinking. The third reason is entailed a broad and articulated evolution of want them to be rich in meanings and percep- drawn from this one: Design is the bearer of a the original concept – the reaction, with adap- tible values. wide-angle lens vision of innovation in things, tation, to a strong, even unexpected, stress – 6) Design contributes to resilience by intervening and, beyond things, towards innovative and in- sometimes identifying itself as an evolution of directly in the capacity for evolutionary adapta- clusive systems. behaviours and sustainable practices (Lilly and tion of things – products, services, and process- We find some of these paradigms in the Gill, 2006), described here in points, but with- es – and through this, indirectly on individual meaning that the UN Science and Technology out any hierarchy. and community behaviours in ecosystems, for Development Commission gave to resilient 1) Resilience is transverse to knowledge and to through participatory inclusion and planning. communities2. Science, technology, and inno- different sectors of the project, as described in 7) The degree of flexibility of products, ser- vation are opportunities for creating resilient the guidelines of international organisations vices, and processes within ecosystems, we’re communities the members of which know how (UN, Horizon), by white papers, and manifes- thinking about cities and their sub-systems to absorb and adapt to shocks, have econ- tos such as that created by the Resilient De- (transport, architecture, public spaces, and omies that can organise themselves for contin- sign Institute.4 services), about places for training and pro- uing to function in times of crisis, and to under- 2) Resilience transcends scales – from macro duction, is proportional to its capacity for re- take all their activities without damaging the to micro – and is a flexible concept as far as silient response. Even a certain ‘redundancy’ in environment. Technologies, especially digital regards the reaction time: different situations assuming many different roles and in becom- ones, help in economic diversification and in can imply immediate, short, or long-term ac- ing, will favour resilience. dissociating developing economies from envi- tions; in addition, ‘resilience’ is an evolutive 8) Consuming less and producing better helps ronmental degradation. They contribute to mon- concept of ‘resistance’, because it implies not resilience; Design is directly involved in this re- itoring the environment, preventing shocks, only the capacity to adapt to change, but also lation and is occupied with investigating alter- and, through networks, spreading knowledge. to bring added value. natives in production – emissions tending to- These technologies are, today, also available 3) Resilience does not have pre-constructed hi- wards zero and better use of resources – and to citizens – the so-called ‘citizen science’ – for erarchies but treats as worrying the disturbance in orienting consumption to awareness, even performing activities like collecting data that factors that are emerging to threaten the plan- offering ways of directly involving the con- will then be managed and processed by the et, the wellness of individuals, their safety, and sumer in the productive process (prosumer). science itself. Another objective can be added a fair exploitation of primary resources such as 9) The majority of resources must come from to these, which is no less important: the need water, air, and renewable energy. the local region; this is a concept that Design to develop scientific, technological, and inno- 4) Nature and autopoiesis, or the organisation shares and applies through the Systemic ap- vative solutions that are resilient in themselves, and reorganisation of living systems, are fun- proach, the service Design’s attention to the given that the interruption could be extremely damental reference points for resilient prac- local scale, creating new economic and partici- damaging for communities. tices in ecosystems (Mascitti, 2018). The Prin- patory opportunities for the region and its This essay describes, through unravelling ciple of Minimum Effort is also drawn from na- communities. the concept of resilience in terms of Design, a ture – that is, the maximum variety of solutions 10) At times of economic recession, and we synoptic framework composed of ‘demands’ with the minimum of inventions (Papanek, know the one we are experiencing at a global (the causes) and ‘responses’ (the resilient reac- 1985). level well, the research into concrete solutions, tions) that has been rendered complex by the 5) Resilience has a cost, which is, above all, on the one hand, and strategic ones, on the multiplicity of factors in play, by the dense rela- supporting the research and the project. In so- other, reinforces resilience. tions that these create, and, not least, by the ciety too, organisations and communities that uncertainty of finding or re-finding the points of embrace the principle of resilience deserve to Resilient design in technological change and equilibrium following a vulnerability in the sys- be financed because they are bearers of inno- consumption | ‘Resistance’ is nothing more tem. Faced with the breadth and speed of vation and shared well being. The cost is also than a first form of adaptation to the changing change in society and in its organisation, the collapse of myths, and the emergence of dis- turbing elements within ecosystems, the sci- ence of Design also considers a holistic ap- proach essential, today, for the project. Ambi- tious objectives that have brought Design’s ‘ex- pert’ scientific and professional community3 (Selloni, 2015) to accelerate research into inno- vation through an evolved performance project that can intercept, accompany, and, where possible, anticipate change. There is, however, a contradiction to overcome. On the one hand, we ask the sciences, including Design, to ex- plore forms of prevention, that is to show ‘what’ and ‘how’ to construct the project of re- silience in order to educate individuals, their communities, and their organisations on the concept of regeneration, resistance, and re- silience. On the other hand, there is the request that Design attains these objectives quickly, in a society that, instead, strives to be reflective. Sustainable and Resilient | Today, the sci- ence of Design is characterised by ever broad- er and more interdisciplinary contexts. These openings, which some people call overlaps, have brought this discipline to confront the Fig. 8 | Systemic Design: synthesis scheme for sustainable production in which waste – output – finds new life as a re- theme of resilience in different sectors and on source – input (credit: L. Bistagnino, 2016). 31
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 Figg. 9, 10 | Food Action Project, action for food resilience, which adapts to the habits of new homeless migrants with new products, sensorial and durable (credits: Food Action, Inno- vation Design Lab, www.innovationdesignlab.it). conditions of a context, whether this happens ment that they generate in the user. hard to get rid of their telephone booths - one immediately or in the short term. Considering In the literature, you find a genealogy of the of the best-known product symbols, even if the the product, when Design adopts ‘doing concept of product resilience that, over time, primary function is almost extinct. This is a things sustainably’ as an objective of ‘plan- has become very sophisticated, even if the ref- theme that is shared elsewhere, in Europe and ning’, the first real phase of ‘resilience’ begins: erence paradigms remain unchanged (Haugh, throughout the world. Certainly, the Red Box, ‘resistance’. In order to respond to the need 2016). This genealogy generally classifies, in as manufactured, was not designed for other, for a product to last, over time, we have assist- the first group, products that combine pure alternative lives, but as an intelligent system, it ed in exploring the concept of obsolescence functionality with form and efficient materials, seems to be. It’s said, in fact, that it has a su- and introducing to Design practices the so- as all basic objects testify to. Basics like the perabundance of applications (Thorpe, 2015), called ‘elixir of long life’, imposed by the path ‘resistant things’ that are entering the land- including a secret code of four digits to be used of ethical planning (Lotti, 1998): planning a scape of everyday life to combat stresses that as a resilient function in case of a macro cyber- functional and expressive flexibility for having we aren’t prepared for: let’s take, for example, attack on mobile telephones and that, in any more uses and in more contexts; avoiding for- the New Jersey barrier/ballast that, barely case, it will survive as a technical SOS object. mal obsolescence by refusing easy, fashion- camouflaging its identity is, only in the immedi- While waiting for this hypothetical disaster, the able signs; anticipating the future, even exert- ate term, the instinctive protection from possi- booth, numerically down-sized, survives, offer- ing ourselves, as planners, in imagining up- ble terrorist attacks in the centres of cities. It’s ing ‘additional’ uses, such as wi-fi points and dates, even if only technologically feasible. true that, while waiting for more sophisticated recharging stations for devices, shelter for de- The clearer the reasons why products con- ideas that can truly guarantee an effective level fibrillators, or ‘substitute’ uses, such as spaces tinue to be part of our daily life, the stronger of urban safety, the barrier adopted in Milan available left to the creativity of the quarter: open their identify will be over time. If we look at the during the last Salone del Mobile (Furniture library, tiny shop, information point (Fig. 1). history of Technology and of Design, we dis- Fair), which was painted gold tones like the ar- A similar theme to functional obsolescence, cover that enduring projects are generally di- chitecture, is, in any case, beautiful, because in this case linked to consumption, is the one vided into two categories: projects that ‘resist’ simple and responsive to the character of im- that relates to some types of Italian kiosks, in and projects that ‘resist evolving’. Projects mediacy and temporariness. particular, newsstands. Their obsolescence is that last generally have one of two distinctive In the second group, we find, instead, pro- due to the reduction in the circulation of daily characteristics: either they survive because of jects that endure (or seek to endure) by their newspapers (50% in 10 years), thanks to the their robustness and their functional regener- strong identity and ‘symbol’ in the collective economic recession and a general orientation ative ability, or thanks to the emotional attach- memory. The English, for example, would find it towards television and web information chan- 32
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 nels. These micro-architectures that, have been thing itself does not allow this because it was product, which can be adapted to the sustain- a topologic reference point for more than a not planned for resilience.5 ability requirement of lower resource con- century, an urban attraction, and sign of democ- The City of Turin, badly struck by the reces- sumption and change in consumption on the racy, having always been linked to information, sion of newsstands and by a contrary demand, part of users, is that of the Design for compo- now offer themselves for reuse. Waiting for the that is, a strong increase in demand for kiosk nents, which is summarised in the declaration legal vacuum on the functional recovery of restoration, has launched a study initiative re- ‘The outer shell seen from the inside’ (Bistagni- newspaper and tobacco stands to be opti- garding the potentials for re-using and trans- no, 2008). The product, in a logic of reverse mised (in addition to fines and stamp taxes, forming urban kiosks in areas outside the city engineering, is seen as a system the properties bills and postal services can be offered in the centre. It will also investigate possible alterna- and meanings of which you analyse for every kiosks), several, less institutional experiments tives for managing the property and the service component, whether you are talking about re- have been born. These range from the evening entrusted to private entities, for example, generating existing products or configuring aperitif locale to the goods deposit for e-com- through franchising initiatives. However, what is new solutions. This methodology demands at- merce, and addressed to a more social use, not possible in terms of dimensional and typo- tention, in part on the specific product, in part the kiosk/quarter guard, managed by the el- logical transformation of the kiosk elsewhere, is on the relations between the product in ques- derly community, where it is possible to leave possible in Turin. This is thanks to a project tion and other products that can, together, the house keys, exchange small goods, and that, in 1982, was entrusted to Studio Sottsass participate in an integrated system, sharing en- access urgent home assistance services. Associati and concluded through a modular ergy flows and waste production (air, water, The kiosk is strenuously defended, even system (closed for components in CLS, open heat, cooling, energy supplies, whether renew- beyond the loss of its primary function, be- for those in metal) that, in the future, would able or not) in the supply chain. From this per- cause it is an integral and romantic part of the have been able to guarantee dimensional and spective, primary objectives of the ‘compo- geopolitical landscape, both in urban areas re-conversion transformations. That future has nents’ approach include: and in small provincial centres, where this role arrived and, as well as the study there is also, a) the reconfiguration of the internal compo- is even more keenly felt and appreciated. In among the other hypotheses, that of disman- nents of the system such as to design a shell any case, in reconfiguring their use, sometimes tling the newsstand modules for reassembling that is optimised in its dimensions and the po- it would also be good to update them techni- them, re-aggregated, as a broadening of the res- tential object of new expressive characterisa- cally, equip them with bathrooms, install air- toration services, providing, at the same time, a tions, recalled from the context of insertion conditioning, and give them energy autonomy. delicate, conservative restyling (Fig. 2). and/or language preferences on the part of However, in many cases, the structure of the Another contribution to the ‘resilience’ of the consumers (Fig. 3); 33
Germak C. | AGATHÓN | n. 06 | 2019 | pp. 26-35 b) the re-reading of internal technical compo- earthquakes. The project, which was born waste production (domestic waste and waste nents aimed at their possible numerical reduc- from the need that emerged following seismic from service activities, greenery, scour water) tion and at their future production according to events that struck the regions of Central Italy, in order to design a new, holistic map, based the systemic principle of waste reconversion saw several Italian Universities from central- on energy autonomy with the conscious contri- (output) into resources (input); southern Italy (Unicam, Universities of Aquila bution of inhabitants and some tangible demon- c) a systemic planning of relations between in- and Basilicata) involved, and different industrial strations with educative ends (water tanks and ternal components, to facilitate the mainte- research partners, that aggregate and intercon- compost, power charging). nance and extension of the life of the system; nect competencies such as Design, Structural The broader the systemic framework is, d) the planning of new connections between Engineering, Information Technology, Chemistry connecting the environmental system with the products that can become part of an integrat- of Health. productive and cultural ones, the greater the ed system. Considering, for example, a wide- The change in research horizon is interest- variety of people who will work in common spread kind of household appliance: the dish- ing; the furnishing is conceived to perform with a shared aim (Ryan, 2014). Experiences of washer, the approach for components broad- three functions ‘in the Emergency’: two smart co-planning that train for ‘resilience’, or slow ens. It’s not only the internal components that ones and one housing one. These include: the pressure of an external agent on a system, are planned as an integrated system, but the sensors capable of creating an alert before the are, thus, matured. A concrete application of dishwasher itself must be considered as part seismic event (ante); improved performance in the systemic approach in terms of Resilient of the kitchen system – cleaning, cooking, and terms of protective housing that is not an addi- Design is that proposed by Food Action8, with consumption of food – and of the total clean- tional hazard for people’s safety (inter); emis- the aim of responding to the ‘daily’ demand for ing system present in the home – clothing, gar- sion of signals for the detection of people food for people who are homeless and in den, etc. (Fig. 4). trapped under the collapse (post). Depending need: a ‘pressure’ that is growing in urban on the need, the project also re-thinks the centres thanks to the economic recession and Resistant and resilient design in natural dis- manufactured article’s performance in ‘non- waves of migration from beyond the borders. asters | One of the concerns of Design, in par- emergency’ situations: as new-generation sen- The experiment underway aims to explore ticular youth design, is the research into hous- sors and materials they can contribute, on the new methods of preparing and consuming ing solutions and products to confront emer- one hand, to the monitoring of places’ environ- food coming from the excess of big distribu- gencies. We’re talking about a genuine galaxy mental and climatic conditions; on the other tion and restaurant leftovers, which are collect- of planning investigations, of which only a few hand, to environmental sustainability and ed every day by various humanitarian organi- will reach the status of a widespread product, health during the life cycle and after-life of the sations to be distributed and/or consumed in all of which are aimed at ‘life-saving’ through product (Fig. 6). homeless shelters. The research grows from various creations. There are capsules for tsu- the consideration that a certain number of namis and low-cost, floating houses; ladders Systemic Design: a holistic approach | Sys- homeless people prefer to collect food, but not that extend from above by gravity (this solution temic Design is one of the most efficient ways to consume a meal at a shelter, and that these has actually been adopted by the Florence of planning and training7 in terms of sustainabil- people prefer pre-packaged or snack foods to museums); drones with nets for jumping from ity and guiding the production world towards be eaten ‘on the road’ and at different times. buildings during fires; survival clothing, and resilience. This discipline studies and activates The originality of the project is owed precisely much more (Fig. 5). Some of these experi- relations between components of a system, to an alchemical regeneration of waste or ex- ences are interesting as studies of the ‘transi- enhancing its identity and resources (beginning cess food, accessible as a snack, so as to tion’ towards broader, more durable, and with those local ones) and fostering develop- guarantee a new sensorial taste experience, more widespread solutions. I remember, for ment and well being for the individual and the proper nutritional benefits, and an extended example, a degree dissertation that I super- community (Lanzavecchia, 2012; Fig. 7) The re- conservation with respect to the original prod- vised years ago and that concerned a back- sult of a systemic project is a complex, dynam- ucts, many of which are cooked. A fourth di- pack with an inflatable shield in case of earth- ic, and non-linear system, in which the relations mension, still to be implemented regarding the quakes. The design evolution of this backpack between the parts acquire force and cohesion, perception of the new product that is compati- had no follow-up in this disaster scenario, but so as to independently generate and give life to ble with different cultures (Figg. 9, 10). it re-emerged, a short time later, as a back- an open, autopoietic system that seeks to keep pack with an inflatable ‘life-saving’ extension in the system balanced (Bistagnino, 2016). The An autopoietic model of resilience | The syn- case of a crash or burial under an avalanche. planning approach is based on flows of materi- optic framework described demonstrates It is more difficult to transition from the al and energy that assume new directions in ecosystems’ tendency to react to pressure scale of the emergency product to that of the the context of productive processes: it con- from agents that are external or internal to the ecosystem, in which the greatest interest lies tributes to the passage from one model of lin- system, including the recent economic reces- not in the immediate response but in preven- ear economics, with abundant waste produc- sion, behaving like an autopoietic model (Capra, tion. A resilient ecosystem is a system that tion, to one based on a circular model that 1996), that reconsiders its own organisation needs to be well trained (Haimes, 2009) to un- transforms waste (output of a production step) and relations between various actors that derstand what are the vulnerable points to into resources (input for other production compose the system9. Design intersects with which to respond with resilient actions and steps). Thus, this approach reduces environ- and participates in the dynamic evolution of how to hold the system together, guaranteeing mental impact, enhancing the resources and these models, in different sectors and on dif- its functional recovery, its identity, and that giving life to new economies (Fig. 8). ferent scales, without distinguishing, in a rigid these should endure. To that end, the more Still not very widespread, though with good fashion, between the planning of objects, ser- scientific, technical, and social competencies prospects regarding municipal adoption, sys- vices, and processes. It does so by connecting involved have a complete understanding of the temic design is the model for urban regenera- with other forms of knowledge, interacting with environmental system in which they act, the tion led by the systemic approach. Extendable the region and with its inhabitants, old and better will be the choices regarding scales of to the scale of the quarter, or parts of it, this new, through inclusive practices of listening intervention and adaptation of the strategies to method is concerned with diminishing the im- and co-planning, with the understanding that the features of the regional ecosystem. pact of resource consumption, trying to recon- we need to consume fewer resources, includ- One example of prevention towards re- figure resource use from the perspective of au- ing economic ones, and, at the same time, silience open to the system and to the product tonomous operation, from which we derive the plan for the grafting of new economies. In is the S.A.F.E. Research project6 that was es- label of resilient process. It is a holistic process cities, for example, these practices constitute tablished to create intelligent, innovative fur- that is based on the mapping of all the possi- the recipe for the Living Labs, the new shared nishing systems for schools and offices, capa- ble relations between users (citizens, retailers, planning centres, which have become a hot- ble of transforming themselves into passive maintenance workers), proceeds by way of house for urban experimentation in which the protection and ‘life-saving’ for people during highlighting energy resource consumption and distance between projects and their implemen- 34
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