Club milano n. 49 - Magazine

Pagina creata da Gaia Romagnoli
 
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Club milano n. 49 - Magazine
club milano
                                                                                                                             n. 49

Milano vanta una lunga tradizione di oreficeria artigianale con laboratori all’insegna di maestria e creatività
    Dalla Triennale a Fondazione Prada, fino alla Vòce, la città offre percorsi artistici tra caffè e ristoranti
Costantino della Gherardesca, il nobile della televisione italiana, ci parla della necessità di aprirci al mondo
 Il verde fa bene alla salute, nostra e del pianeta, e stimola la socialità: abbiamo cercato gli esempi virtuosi

                                                                                                             marzo - aprile 2019

Jacopo Foggini: «Il design è in
tutto ciò che faccio, è come vivere
giocando. Fa parte del mio DNA»
− pagina 16

                                                      Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI 3,00 euro
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editorial

            Mordi e fuggi
            Recentemente uno storico brand italiano di piumini ci ha affidato un lavoro molto
            stimolante: andare in giro per Milano, Roma e Berlino, selezionare volti interessanti
            di uomini e donne tra i 20 e i 40 anni e fotografarli con indosso alcuni dei capi della
            prossima collezione FW 2019. Al termine del lavoro avevamo fotografato circa 60
            persone per ogni città, molte di più del previsto e avevamo un campione statistico
            abbastanza significativo nel momento in cui abbiamo dovuto finalizzare un report
            dell’attività svolta. Anche per gente di mondo come noi il risultato finale è stato sor-
            prendente e ha dato un’idea chiara della composizione della società nelle tre città.
            Milano è molto aperta, anche se soprattutto verso il resto d’Italia. Si scherza spesso
            sul fatto che a Milano sia difficile trovare i veri milanesi. Ed è stato così anche per
            noi: meno del 30% si è dichiarato “milanese”, anche se tra questi vanno conteggiati
            anche quelli che ormai si sentono tali pur essendo originari di un’altra città. Circa
            il 40% proveniva da altre città italiane, e molti di questi continuano a dichiararsi
            pugliesi, napoletani o marchigiani pur studiando e lavorando qua magari da anni. Il
            30% erano stranieri, una quota piuttosto alta, ma quasi tutti di passaggio, segno di
            una vocazione chiara di Milano al turismo, esplosa con l’Expo, ma con una bassa ca-
            pacità attrattiva per chi si vuole fermare. I dati di Roma descrivono invece una città
            con più turisti stranieri (quasi il 40%), ma meno italiani provenienti da altre città e
            pochissimi stanziali per lavoro. Anche in questo caso quasi nessuno si è dichiarato
            “romano” per il fatto di aver scelto la capitale come città dove vivere e lavorare. La
            sorpresa è stata Berlino: oltre il 40% di stranieri (sempre su un target 20-40 anni), ma
            in questo caso quasi tutti si sono dichiarati “berlinesi”, anche se senza un lavoro stabi-
            le e in città da pochi mesi. Tra questi un ragazzo veneto a Berlino da un paio d’anni,
            con cui abbiamo allegramente conversato in inglese per qualche minuto finché non
            lo abbiamo invitato a parlare italiano. Al di là dei numeri e delle statistiche è stato
            sorprendente vedere con quale atteggiamento gli stranieri si approcciano alle tre
            diverse città. Roma è quasi sempre vista come un meraviglioso museo a cielo aperto,
            certamente la più bella delle tre località a campione, ma quasi nessuno ci andrebbe a
            vivere. Di Milano piace la vitalità e il cambiamento che ha animato il nostro capoluo-
            go negli ultimi anni, forse affascina più gli stranieri che gli altri italiani, ancora poco
            attrattiva e difficile per venirci a vivere e lavorare in maniera stabile. Sembra a tratti
            un’incompiuta e per gli stranieri un miraggio. Berlino è la più accogliente, ti senti un
            residente dopo poche settimane e quasi ti dimentichi da dove provieni. Non hai un
            lavoro stabile? Berlino non è competitiva come Milano, offre comunque opportunità
            e se sei sveglio il tuo spazio lo trovi. Comunque la si voglia vedere c’è un dato che
            accomuna tutte le città: la gente, e soprattutto i giovani, si spostano, hanno fame
            di conoscere e di vivere mondi diversi e di entrare in contatto con culture diverse.
            Vogliono contaminare e farsi contaminare e non ci sono muri che possano arrestare
            questa tendenza universale. Prima ne prenderemo atto e impareremo a gestirla, me-
            glio sarà per tutti. Tra pochi giorni Milano ospiterà la Design Week, il momento più
            “internazionale” dell’anno, con oltre 300 mila persone provenienti da tutto il mondo.
            Sarebbe bello se non fosse solo l’ennesimo evento “mordi e fuggi”.

            Stefano Ampollini

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contents

           point of view             10   interview                      26
           Liberate il verde              Giancarlo Maiocchi
           di Roberto Perrone             di Alessia Delisi

           inside                    12   focus			                       28
           Brevi dalla città              L’arte del gioiello
           a cura di Elisa Zanetti        di Maria Chiara Antonini

           outside                   14
           Brevi dal mondo
           a cura di Elisa Zanetti

           cover story               16
           Jacopo Foggini
           di Marzia Nicolini

                                          interview                      30
                                          Davide De Zan
                                          di Simone Sacco

                                          focus                          32
                                          Indirizzi a regola d’arte
                                          di Eliana Grassini

           portfolio                 20   interview                      36
           Korean dream                   Costantino della Gherardesca
           foto di Filippo Venturi        di Nadia Afragola

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contents

           urban forest                 40   hi tech                                          52
           Una città di alberi               Comunicare e capirsi
           di Elisa Zanetti                  di Paolo Crespi

           urban forest                 42   wheels                                           54
           Filippo Pizzoni                   Suv elettrici… alla carica
           di Marilena Roncarà               di Ilaria Salzano

                                             weekend                                          56
                                             Il cuore dell’Europa
                                             di Enrico S. Benincasa

                                             overseas                                         58
                                             Le meraviglie di Mauritius
                                             di Marilena Roncarà

           urban forest                 44
           La natura dentro
           di Alessia Delisi

           style                        46
           Un valore su tutti
           di Monica Codegoni Bessi

                                             food                                             60
                                             Roberto Di Pinto
                                             di Simone Zeni

                                             free time                                        62
                                             Da non perdere
                                             a cura di Marilena Roncarà

                                             secret milano                                    64
                                             Un capolavoro a due passi dal Duomo
                                             di Matilde Quarti

           design                       48
           Valentina Cameranesi Sgroi
           di Marilena Roncarà
                                                                          In copertina
           design                       50                                Jacopo Foggini
           Il country si reinventa                                        foto di Francesco Pizzo
           di Marzia Nicolini

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point of view

roberto perrone
Giornalista e scrittore, vive a Milano ma ha
solide radici “zeneisi”. Si è occupato a lungo
di sport, food e viaggi a Il Corriere della Sera.
Ora giornalista freelance. È autore della saga
noir di Annibale Canessa e il suo nuovo
romanzo si intitola L’ultima volontà (Rizzoli)

                            Liberate il verde
                             Non sono verde. Avrei voluto esserlo, da sempre. Molti anni fa acquistai anche
                             un vaso, della terra, gli strumenti da giardinaggio per il terrazzo, delle sementi.
                             Sono finiti in qualche cantina. Ho avuto piante e fiori in casa, ma sia io che la mia
                             famiglia siamo proprio negati. Non ho il pollice e neanche il resto delle dita adatti
                             alla cura delle piante, di qualsiasi tipo. Per fortuna abito in un condominio che, al
                             centro, ha una splendida oasi verde. E anche alle spalle, oltre il parcheggio, davanti
                             alla finestra dove ora mi trovo, c’è un altro piccolo parco di un altro palazzo. Gli
                             aghi di pino finiscono sopra la mia automobile. È un perfetto scorcio metropoli-
                             tano. Auto e alberi. Molti vorrebbero la scomparsa delle prime e l’aumento dei
                             secondi. Io credo in una civile convivenza. Sono perché aumentino i polmoni
                             verdi, le aree dove poter stare “come in campagna”, ma non per la trasformazione
                             della città in campagna. Se uno vuole la campagna, basta percorrere qualche chi-
                             lometro ed eccola, la Pianura Padana, ricca di fiumi, di campi, di boschi, di bru-
                             ghiere. Salvaguardiamo le aree verdi, ma anche la possibilità di avere un’auto e di
                             usarla per girare la città. Odio la lotta di classe tra automobilisti, motoristi, ciclisti,
                             pedoni, anelo a una città delle pari opportunità. E sogno che tutto il verde di Mi-
                             lano venga liberato. Se prendete Google Earth o simili e guardate la città dall’alto
                             scoprirete oasi verdi ovunque, vedrete come, all’interno di tanti comprensori, di
                             agglomerati di palazzi, ci siano dei veri e propri boschi, non giardini, solo per po-
                             chi, solo per chi riesce a superare i portieri, più o meno arcigni. Vorrei che venisse
                             organizzato un tour del verde milanese, come ci sono anche altri tour. I parchi
                             sono solo una parte del verde cittadino. Sì, chi possiede questi boschi nascosti ne
                             è geloso e ovviamente non è semplice far entrare tutti, sempre e comunque. Ma
                             almeno per un giorno, una volta all’anno, si potrebbe organizzare “bosco aperto”.
                             A Firenze c’è un bellissimo albergo, il Four Seasons. Tra le sue mura c’è un parco
                             meraviglioso. Una volta all’anno, sotto le feste natalizie, se non mi sbaglio, l’hotel
                             apre le porte del parco privato alla gente che, per 364 giorni passa dall’altra par-
                             te non sapendo la meraviglia che c’è di là. Facciamolo anche qui solo una volta
                             all’anno, per scoprire e godere del verde nascosto di Milano.

                            Roberto Perrone

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INSIDE

                                                                Cocktail party di primavera

                                                                                                                                                    T-Cross.
                                                                Antony Morato apre le porte del suo store per presentare al pub-
                                                                blico la nuova collezione Primavera Estate 2019, in occasione della
                                                                Milano Design Week. L’appuntamento è per giovedì 11 aprile,
                                                                dalle 17 alle 20, all’interno del flagship di Corso Buenos Aires 16
                                                                per un cocktail party con influencer locali e opinion leader, il tutto

                                                                                                                                                    #MoreThan1Thing.
                                                                accompagnato dal Dj Set di Ricky Blurry.
                                                                www.morato.it

         Tra gli scatti di Bob Krieger
         Parte dagli anni Sessanta e arriva
         fino ai Novanta il viaggio proposto
         dalla mostra Bob Krieger imagine. Living
         through fashion and music. ’60 ’70 ’80
         ‘90, aperta fino al 30 giugno a Palazzo
         Morando Costume Moda Immagine.
         Gli scatti provenienti dalla collezione
         privata del fotografo e artista racconta-
         no il boom del Made in Italy attraverso
         le campagne pubblicitarie dei più
         grandi stilisti italiani.
         www.costumemodaimmagine.mi.it

                                                     Street Views
                                                     Sono scorci di vita urbana quelli raffigurati dall’artista Davide Frisoni
                                                     nella mostra Street Views, la prima della serie di iniziative che anime-
                                                     ranno gli spazi di Volvo Studio Milano durante l’anno. Inaugurata i primi
                                                     di marzo, l’esposizione potrà essere visitata fino al 28 aprile. A seguire
                                                     tanti altri appuntamenti che spazieranno fra arte, design, musica e food
                                                     per continuare l’opera di diffusione della cultura e dei valori del marchio
                                                     Volvo, come sostenibilità e sicurezza.
                                                     www.volvocars.com

                                                                                                                                                    Tua da 17.900 euro.
Salviamo il pianeta                                                                                                                                 Scoprila a Milano nei nostri showroom.
Tecnologie digitali immersive e interattive
unite a oltre 300 foto di National Geographic

                                                                                                                                                                                                                                                              Ci siamo fatti in tre per voi.
accompagnano i visitatori del Museo di Storia
Naturale attraverso la prima experience exhibi-
tion dedicata al cambiamento del clima. Capire                                              La laguna in città
il cambiamento climatico, questo il titolo della                                            A Porta Venezia, in via Sirtori 6, ha aperto Tàsca-                                                                                                                                                                    NUOVO SHOWROOM

                                                                                                                                                                                                                                                                                                       3
mostra, è uno spazio narrativo ed esperienziale                                             ro, il bàcaro che porta la tradizione della cucina
che racconta cause ed effetti del riscaldamento                                             veneta a Milano. Piatti regionali e cichéti – i clas-               Via Inganni, 81A                                                            Via Novara, 235                                                        Via Palmanova, 67
globale. Dal 7 marzo al 26 maggio.                                                          sici tramezzini a forma di mezza luna – sono stati                  Milano                                                                      Milano                                                                 Milano
www.comune.milano.it/museostorianaturale                                                    reinterpretati attraverso suggestioni contempora-
                                                                                            nee dallo chef Teseo Fenini. Da provare abbinati
                                                                                            alle diverse varianti di spritz: Aperol, vino e selz,     Tel. 02 438181                                                                                                                                         www.autorigoldi.it
                                                                                            Campari, Select e Cynar.
                                                                                                                                                    T-Cross 1.0 TSI Urban BlueMotion Technology 95 CV da € 17.900 (chiavi in mano IPT esclusa). Listino € 19.000 (chiavi in mano IPT escl.) meno € 1.100 (IVA inclusa) grazie al contributo Volkswagen e
                                                                                            www.facebook.com/tascaromilano                          delle Concessionarie Volkswagen. Offerta valida per contratti entro il 30.04.2019. La vettura raffigurata è puramente indicativa. Valori consumo di carburante ciclo comb. 5,1 l/100 km - CO2 115 g/km. I
                                                                                                                                                    valori indicativi relativi al consumo di carburante ed alle emissioni di CO2 sono rilevati dal Costruttore in base a metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017/1151). Eventuali equipaggiamenti
                                                                                                                                                    aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. Per ulteriori informazioni sui predetti valori, vi invitiamo a rivolgervi ai Concessionari Volkswagen. È disponibile
                                                                                                                                                    gratuitamente presso ogni concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO2, che riporta i valori inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli.
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Club milano n. 49 - Magazine
outSIDE

             Arte&golf
             È una luna di miele di sei mesi quella che unisce gli aman-
             ti dell’arte e del green. Torna con la sua nona edizione
             Arte&golf, la manifestazione che partendo dal Golf Francia-
             corta attraversa l’Italia per raggiungere 20 destinazioni, oltre
             ad altre tappe estere sino ad arrivare al Fairmont Royal Palm
             di Marrakech. Ogni gara è abbinata alla mostra di un artista
             italiano. Si parte il 30 marzo.
             www.arte.golf

                                                                                            Racconti da Matera
                                                                                            Un percorso espositivo multisensoriale racconta la
                                                                                            città dei sassi, Capitale Europea della Cultura 2019,
                                                                                            con gli occhi dei suoi abitanti. Dal 23 marzo fino
                                                                                            al 31 luglio, negli spazi del Palazzo dell’Annunziata,
                                                                                            prende vita La Secretissima camera de lo core, espo-
                                                                                            sizione interattiva che racconta attraverso matite e
                                                                                            cartine i luoghi del cuore di chi, tra i 10 e gli 80 anni,
                                                                                            vive la città ogni giorno.
A pedali                                                                                    www.matera-emozioni.it
Tre giorni dedicati agli amanti dei pedali: ad Arezzo il 24
marzo si corre l’Ardita, ciclostorica dell’Alpe di Poti, con
percorsi diversi adatti ai più sportivi e a chi semplicemente
vuole fare una passeggiata nell’incantevole paesaggio toscano;
dal 22 al 24 è tempo di Bicinfiera con la Mostra Scambio di
bici storiche, ricambi e abbigliamento vintage e il Museo delle
biciclette del passato.
www.lardita.com

                                                                                Crossroads
                                                                                Quasi 100 giorni di programmazione con oltre 65 concerti
             Padre e Figlio                                                     che coinvolgeranno più di 500 artisti. Sono i numeri della
             «ll punto è questo: si tratta di lasciare un’ere-                  diciannovesima edizione di Crossroads, il festival itinerante
             dità ai padri», queste parole di Michelangelo                      partito il 24 febbraio e che fino al 1 giugno attraverserà tutta
             Pistoletto racchiudono il senso di Padre e Figlio,                 l’Emilia-Romagna. A farla da padrone come sempre è il jazz,
             percorso espositivo diffuso che pone in dialogo                    ma spazio a contaminazioni etniche ed elettroniche. Torna-
             la produzione artistica di Michelangelo Pistoletto                 no Paolo Fresu, Enrico Rava e Fabrizio Bosso, mentre fra le
             con quella del padre Ettore Pistoletto Olivero.                    novità impossibile non citare il pianista Danilo Rea.
             La mostra si articola in tre sedi emblematiche del                 www.crossroads-it.org
             territorio biellese: Palazzo Gromo Losa, Citta-
             dellarte – Fondazione Pistoletto e Casa Zegna.
             www.pistoletto.it

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Club milano n. 49 - Magazine
Cover story                                                                                                                               Cover story

                        Jacopo Foggini
                        Uno stimolo per
                        la creatività
                        Noto tra gli addetti ai lavori come il “maestro del metacrilato”, il designer di Torino si è
                        innamorato tempo fa del capoluogo meneghino, rimanendo affascinato dalle sue architetture
                        di ogni epoca e stile e dalla sua capacità di mettere in contatto culture lontane. Ora è
                        impegnato in un’importante mostra antologica in programma per il Salone del Mobile,
                        che lo stesso Foggini si prepara a vivere come una settimana elettrizzante, a spasso tra i
                        quartieri della città. Anche se il suo preferito resta Porta Romana, dove si sente a casa

                        di Marzia Nicolini - foto di Francesco Pizzo

              Dall’austera ed elegante Torino, sua                 re site-specific commissionate da hotel,    renza simile al vetro, ma ben più legge-
              città di origine, alla multiculturale,               musei, residenze private e spazi pub-       ro e decisamente ipnotico.
              mai ferma ed eclettica Milano. Jacopo                blici (in Italia e nel mondo). Ecco quel-   A quale delle sue creazioni è più affe-
              Foggini non si è mai pentito di questa               lo che ci ha raccontato del suo lavoro      zionato e perché?
              scelta. In primo luogo perché Torino si              e del suo rapporto con Milano nelle         Tendo a legarmi provvisoriamente alle
              raggiunge comodamente in un’ora di                   settimane elettrizzanti del pre-Salone.     mie opere. Questo perché una volta
              treno, ma soprattutto perché il capo-                Quando e dove nasce la sua passione         concepite e poi realizzate sono pervaso
              luogo lombardo è capace di ispirarlo                 per il design?                              da quello stupore tipico di un bimbo
              ogni giorno, contribuendo alla nascita               É un amore che dura da sempre: ricor-       davanti a un regalo appena scartato.
              di idee e progetti sempre nuovi. Inna-               do che già da bambino costruivo e in-       Continuo a pensarci e a rimanerne
              morato delle qualità estetiche e cro-                ventavo oggetti per me e i miei amici.      affascinato, ma poi con il tempo altre
              matiche del metacrilato, per molti ver-              Da quel momento non ho più smesso.          ispirazioni e idee mi portano lontano
              si simile al vetro, ma ben più leggero,              Che cosa ricorda dei suoi inizi?            da quel pensiero. E finisco con il legar-
              Foggini ha debuttato nel mondo del                   Ho scoperto la natura versatile del me-     mi a una nuova creatura.
              design negli anni Novanta e da quel                  tacrilato – materiale d’abitudine usa-      A che cosa sta lavorando ora?
              momento non si è più fermato. A metà                 to per produrre i catarifrangenti delle     In questo momento sono impegnato
              strada tra designer e artista, dotato di             macchine – lavorando nelle aziende di       con una mostra in programma duran-
              uno spirito curioso e di una vocazione               famiglia. Negli anni Novanta ho inizia-     te il Salone del Mobile, che realizzo
              alla sperimentazione, Foggini ha in cur-             to a sperimentarne il lato più creativo,    in collaborazione con Vitale Canonico
              riculum una vasta produzione artistica,              affascinato dalle qualità cromatiche ed     Barberis, il più antico lanificio al mon-
              che spazia da sculture luminose a ope-               estetiche di questo materiale all’appa-     do. A curarla è Hannes Peer, fra gli ar-

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Cover story                                                                                                                                                                                                                                               Cover story

                      “Ai più giovani suggerirei di andare a
                      fare domanda di apprendistato da fabbri,
                      falegnami e artigiani. […] Penso che non si
                      possa progettare se non si conoscono a fondo
                      e in prima persona i materiali”

                                                                                                                                                                                                                                                   Per Jacopo Foggini
                                                                                                                                                                                                                                                   quello con il design è
                                                                                                                                                                                                                                                   un amore che dura da
                                                                                                                                                                                                                                                   sempre, da quando
                                                                                                                                                                                                                                                   bambino inventava
                                                                                                                                                                                                                                                   oggetti per sé e i suoi
chitetti più talentuosi e attivi in questo   alle strade della città, mi affascinano i     Porta Romana: è il quartiere in cui                                                                                                                     amici. Gli scatti di
momento. È una mostra antologica che         grandi centri culturali, che in questa        vivo e in cui trascorro gran parte del-                                                                                                                 queste pagine sono
racconta il mio mondo artistico attra-       occasione mettono a disposizione i            le mie giornate. Si tratta di una zona                                                                                                                  stati realizzati nella sua
verso i pezzi storici della mia collezio-    loro immensi spazi trasformandosi in          della città popolata da piccole realtà e                                                                                                                abitazione showroom
ne e i nuovi progetti che presenterò         gallerie d’arte a cielo aperto. Penso ad      spazi verdi, con il pregio inestimabile
quest’anno.                                  esempio all’Università Statale o all’Or-      di essere ben collegata con i mezzi.
Qualche anticipazione?                       to Botanico di Brera, che da anni accol-      Ci sono legato perché negli anni è di-
Fra le nuove creazioni ci saranno un         gono installazioni monumentali.               ventato il punto di incontro con i miei
preziosissimo tavolo realizzato in India     Lei è di Torino, ma vive da tempo a           amici più cari, ma c’è anche un’altra
da artigiani locali con intarsi di ma-       Milano. Cosa le piace e cosa no di            area, non distante, che amo molto:
dreperla, una serie di quadri luminosi       questa città?                                 si tratta dello spazio oltre la ferro-
formati da pannelli retroilluminati di       Milano è la metropoli italiana per ec-        via, dove è stata costruita la famosa
policarbonato in cui colore, luce e ma-      cellenza, una città in continuo muta-         Fondazione Prada. In questo caso l’a-
teria si fondono e creano quadri astrat-     mento, in cui etnie e culture diverse         nima del quartiere è prevalentemente
ti e infine due famiglie di candelieri.      si incontrano e dialogano. Sono molto         industriale, ma non manca il verde.        negli oggetti del passato. Realizzare del   fare design è come vivere giocando. Fa     ghe sotto i mari di Jules Verne.
Come vive la Design Week?                    affezionato alla cultura milanese e in        È elettrizzante vedere come questa         buon design costa caro e di questi tem-     parte del mio DNA: sono cresciuto in       Chi sono i creativi di oggi e di ieri che
Premettendo che si tratta un evento          generale mi hanno sempre affascinato          parte di città si stia pian piano riqua-   pi sono tante le aziende che non se lo      una famiglia dotata di forte senso este-   la ispirano e perché?
internazionale davvero importante,           le architetture e gli edifici storici della   lificando.                                 possono permettere. Per questa ragio-       tico ed è qualcosa che ho respirato da     I grandi maestri: Gio Ponti, Alessandro
ogni Salone per un progettista è sem-        città, così diversi negli stili e insieme     Che cosa si potrebbe migliorare?           ne molti colleghi progettisti si devono     sempre.                                    Mendini ed Ettore Sottsass, sono stati e
pre differente: nuovi partner, nuovi         così contemporanei. Per non parla-            Sono convinto che si dovrebbe rendere      confrontare con limiti e paletti impor-     Che consiglio darebbe a chi sogna di       restano tutt’ora delle linee guida e dei
stimoli, progetti differenti dai prece-      re della moda e della concentrazione          pedonale il centro storico.                tanti, il che non giova alla creatività.    intraprendere questa professione?          punti di riferimento nel mio percorso
denti... un’avventura elettrizzante che      di musei e templi dell’arte. Si tratta di     Quale è il suo rapporto con la soste-      Tra creativi più giovani, c’è qualcuno      Ai giovani suggerirei di andare a fare     formativo e spirituale da designer. Si
si rinnova a ogni primavera.                 realtà che viaggiano costantemente in         nibilità, sia nella vita privata, sia in   che segue con interesse?                    domanda di apprendistato da fabbri,        parla di figure poliedriche, persone ap-
Durante il Fuori Salone, quali sono i        parallelo con la mia, contribuendo for-       ambito lavorativo?                         Mi piace molto il lavoro del designer       falegnami e artigiani. Meno scuo-          passionate alla vita e con una sensibili-
suoi posti preferiti e perché?               temente alla nascita delle mie opere. E       Il futuro non può che essere sosteni-      Roberto Sironi.                             le professionali e più esperienza sul      tà straordinariamente acuta.
Mi piace osservare la metamorfosi della      poi ritengo che nel panorama italiano,        bile. Io provo a fare la mia parte e uso   Come definirebbe il suo rapporto con        campo: è quella che paga e forma.          Qualche buon indirizzo gourmet a
città durante la Design Week. In questa      Milano rappresenti la città più attenta       esclusivamente plastica riciclata.         il design?                                  Ritengo non si possa progettare se non     Milano?
settimana è bello vedere spazi chiusi e      e sensibile alla cura dell’ambiente, pur      Che senso ha il design oggi?               Il cosiddetto design – non tra le mie       si conoscono a fondo e in prima perso-     Consiglierei di prenotare una cena da
abbandonati prendere vita e cambiare         non essendo ancora all’altezza delle al-      Devo confessare di non amare trop-         parole preferite – vive in tutto ciò        na i materiali.                            Dabass, bistrot intimo in via Piacenza,
aspetto per accogliere le opere di desi-     tre capitali europee.                         po il design contemporaneo. Perso-         che faccio, dalla scelta della verdura al   Che libro ha sul comodino?                 e di bere un drink a la Latteria di via
gner e artisti da tutto il mondo. Oltre      Qual è la sua zona preferita e perché?        nalmente trovo molta più ispirazione       mercato, al modo di cucinare. Per me        Al momento sto leggendo Ventimila le-      San Marco, in pieno quartiere Brera.

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                         Korean Dream
                         La Corea del Nord è ufficialmente uno Stato socialista, ma nei
                         fatti è una dittatura totalitaria basata sul culto della dinastia
                         dei Kim, al potere dal 1948. È uno dei Paesi più chiusi al
                         mondo, di cui si sa anche poco. Il fotografo documentarista
                         Filippo Venturi inizia nel 2014 un lavoro di studio e ricerca su
                         tutta la penisola coreana che lo porta nel 2017 a realizzare il
                         progetto Korean Dream di queste pagine. Un lavoro che prova
                         a raccontare il Paese e i fenomeni che coinvolgono sia i giovani,
                         sia la popolazione tutta, dal tentativo di esibire un’eccellenza
                         sociale e tecnologica verso il resto del mondo, alle ambizioni di
                         modernità e sviluppo economico, fino all’idea di riscatto politico

                         di Marilena Roncarà - foto di Filippo Venturi

Il Palazzo dei Bambini
Mangyongdae, vicino
a Pyongyang. Luogo
dedicato al doposcuola
per i bambini dai 6 ai
17 anni

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Portfolio              Portfolio

            Nella pagina a fianco.
            vista dall’alto di
            Pyongyang, dalla
            Torre Juche. In questa
            pagina. Foto sopra:
            un bambino dell’asilo
            settimanale Chang
            Gwang, dove i coreani
            possono lasciare i
            bambini dal lunedì al
            sabato. Foto sotto:
            coreani che giocano a
            biliardo, all’interno del
            Parco acquatico Munsu,
            a Pyongyang

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Portfolio                                                                   Portfolio

filippo venturi
Fotografo documentarista nato a Cesena nel 1980, Filip-
po Venturi ha pubblicato i suoi lavori su giornali come The       Nella pagina a fianco.
Washington Post, Financial Times, Vanity Fair, Der Spiegel,       Sala cinema 4D del
Die Zeit, Internazionale, La Stampa e Geo. Negli ultimi tre       Complesso di Scienza
anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che      e Tecnologia, a
è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il         Pyongyang. In questa
LensCulture Emerging Talent Awards, Il Premio Il Reportage,       pagina. Il Capitano
il Premio Voglino e si è aggiudicato il Portfolio Italia - Gran   Choe Un Jong, 26 anni,
Premio Hasselblad. www.filippoventuri.photography                 all’interno della nave
                                                                  spia americana USS
                                                                  Pueblo, catturata il 23
                                                                  gennaio 1968

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Interview                                                                                                                                                                                                                       interview

                                 Giancarlo Maiocchi
                            L’altra realtà
             È con lo pseudonimo di Occhiomagico che nel 1971 Giancarlo Maiocchi dà vita al suo                                                      “La fotografia è una messa in scena continua
            studio multimediale dove affianca al lavoro commerciale quello della fotografia artistica.
                     Tra le sue realizzazioni le indimenticabili copertine per la rivista Domus
                                                                                                                                                     che parla di desiderio, sogno e immaginazione”

                                           di Alessia Delisi - foto di Andrea Fongo

                                                                                                         Cos’è esattamente Occhiomagico?             tato al Surrealismo che dal mio pun-        pertine sono nei musei.
                                                                                                         È un gruppo che ho fondato nel 1971         to di vista era parallelo a tutto ciò che   Come nasceva una copertina?
                                                                                                         – all’epoca suonavo per cui ero abi-        sentivo cantare da Hendrix, perché si       L’input me lo dava Mendini con l’og-
                                                                                                         tuato a creare gruppi – riunendo alcu-      immaginavano sempre mondi altri.            getto e una sua frase, come “La casa è
                                                                                                         ni amici intorno al progetto di creare      Il suo immaginario è poi cambiato?          la spia delle nostre azioni segrete”, che
                                                                                                         uno studio che oggi si chiamerebbe          Direi di no: il mio ultimo lavoro si in-    ricorderò sempre. A questa agganciavo
                                                                                                         multimediale. C’erano un designer, un       titola Parenti stretti e riassume tutti i   la mia poetica che aveva sempre a che
                                                                                                         art director, un filmmaker e un musi-       simboli e le dichiarazioni che ho fat-      fare con il gotico o la fantascienza.
                                                                                                         cista, ovvero diverse professionalità,      to durante la mia carriera. Non credo       Di Sottsass invece cosa ricorda?
                                                                                                         ciascuna delle quali lavorava per sé,       che farò mai qualcosa di diverso. Come      Una sera, a cena, si commosse parlan-
                                                                                                         firmando però insieme come Occhio-          dico spesso con un po’ di ironia, ho fat-   do di Bob Dylan, che aveva conosciuto
                                                                                                         magico. Al lavoro commerciale per           to una foto e poi l’ho ripetuta per cin-    tramite quella che allora era sua mo-
                                                                                                         campagne o riviste anche molto im-          quant’anni.                                 glie, Fernanda Pivano. L’ho trovato tal-
                                                                                                         portanti si affiancava quello artistico     Tra il 1982 e il 1983 ha collaborato        mente vicino a me – anche io mi com-
                                                                                                         delle mostre di fotografia. È stato così    con Alessandro Mendini, realizzando         muovevo spesso! – che mi ha lasciato
                                                                                                         fino al 1986, quando è diventato il mio     24 copertine della rivista Domus. Che       un ricordo dolcissimo.
                                                                                                         pseudonimo.                                 ricordo ha di lui?                          Oggi è docente dello IED e dell’Istitu-
                                                                                                         Cosa intende per fotografia?                Per me è stato una specie di padre          to Italiano di Fotografia: cosa insegna
                                                                                                         Nel 1978 ho fatto una mostra alla gal-      spirituale. L’ho conosciuto attraverso      ai suoi studenti?
                                                                                                         leria Il Diaframma di Milano in cui, at-    Alessandro Guerriero – che inizial-         Per prima cosa a ricercare la propria
                                                                                                         traverso un documento che davo alla         mente faceva parte di Occhiomagico          identità: senza sapere chi sei non puoi
                                                                                                         gente che entrava, definivo la fotografia   – e lo Studio Alchimia con cui aveva        progettare nulla. Cerco poi di spostarli
                                                                                                         come un’operazione artistica che, per       radunato tutti gli architetti del Ra-       verso un uso multimediale degli stru-
                                                                                                         essere tale, avrebbe dovuto contami-        dical Design e del Post-Modern, tra         menti che oggi ci sono a disposizione,
                                                                                                         narsi con altre discipline, raccontando     cui, oltre a Alessandro Mendini, Etto-      come la realtà aumentata, il 3D, ma an-
                                                                                                         anche l’immaginario e non solo la real-     re Sottsass, Andrea Branzi e Michele        che l’installazione. Perché, infatti, farsi
                                                                                                         tà. Ecco, per me la fotografia è questo:    De Lucchi. È stato a una delle loro ri-     bastare un’immagine fissa quando puoi
                                                                                                         una messa in scena continua che parla       unioni che ho conosciuto Mendini il         proiettarla, farla muovere o interagire
                                                                                                         di desiderio, sogno e immaginazione.        quale, dopo qualche tempo, mi ha af-        con pittura e scultura?
                                                                                                         Occhiomagico nasce tra l’altro in pie-      fidato le copertine di Domus, dandomi       Come vede il futuro della fotografia?
                                                                                                         no clima psichedelico: quali erano le       un oggetto intorno al quale raccontare      Sempre più ampio perché, come già
                                                                                                         sue fonti di ispirazione?                   quello che volevo. La cosa incredibile      succede, chiunque scatterà fotografie.
                                                                                                         A dieci anni mio padre mi regalò una        è che, pur essendo io il più giovane,       Il problema sarà semmai trovare qual-
                                                                                                         collezione di libri di Jules Verne, dove    non mi ha mai trattato come tale. Non       cuno disposto ad acquistarle. Nel com-
                                                                                                         scoprii un mondo fantastico che poi         c’erano grandi budget, ma era un mo-        merciale invito perciò i miei studenti a
                                                                                                         sarebbe diventato il mio. Crescendo mi      mento di svolta sia del design italia-      far “muovere” la fotografia, girando dei
                                                                                                         sono imbattuto in Baudelaire che tro-       no, sia della fotografia e sapevo che lì    video da cui eventualmente estrarre
                                                                                                         vavo vicinissimo a Lucy in the sky with     potevo dimostrare ciò che pensavo,          delle immagini fisse. Nell’espressione
                                                                                                         diamonds o a Bob Dylan e a tutta la         considerando che Domus veniva pub-          artistica, invece, credo si possa ancora
                                                                                                         cultura beat. Questa cosa mi ha por-        blicata in 22 Paesi e che ora quelle co-    lavorare con l’immagine fissa.

26                                                                                                                                                                                                                                       27
FOCUS                                                                                                                                                                                                                                                                                 FOCUS

                       L’arte del gioiello
           Oltre alla moda e al design, Milano vanta anche una lunga tradizione di oreficeria artigianale.
           E nei suoi tanti laboratori l’oro, l’argento e i metalli vengono lavorati con maestria e creatività,
                   dando vita a gioielli unici e speciali proprio perché fatti a mano come una volta

                                                          di Maria Chiara Antonini

                                                                                                                                                           02

                                                                                                            sul web
                                                                                                            www.pilgio.com
                                                                                                            www.instagram.com/maiteamai
                                                                                                            www.scuolaorafa.com
             01

                                                                                                                                                                                                           03

01. Lorena Grippa      C’è chi lo fa da una vita e chi invece ha deciso di           quella della serie Oro muto. Si tratta di monili nei
mentre lavora un suo   cambiare vita, cominciando a farlo. Lo sanno bene             quali la superficie della materia è trattata con una
gioiello               i tanti orafi che lavorano a Milano e che hanno fat-          tecnica di lavorazione inventata da lui, che crea
                       to dell’arte dell’oreficeria la loro professione. Ma          un effetto molto originale, enfatizzato dall’acco-
                       come si diventa orafo? Lo abbiamo chiesto a chi               stamento a zaffiri, diamanti e corindoni stellati in-      sempre un dettaglio particolare che li rende unici.        stendo i soldi della liquidazione dal suo posto di      02. Anello della
                       ha fatto dell’oreficeria oltre che una professione,           globati direttamente nella materia, senza bisogno          Può essere la pietra tagliata con una forma inedita,       dirigente in un’importante azienda. Nasce così nel      collezione Oro muto
                       soprattutto una scelta di vita. Antonio Piluso, co-           del castone. Affiancato oggi in laboratorio dai due        la chiusura di un bracciale che ricorda quella di          1995, dalla conversione di quello che era un hob-       di Pilgiò
                       nosciuto per il suo marchio Pilgiò, ha scoperto il            i figli, Antonio Piluso vende i suoi gioielli nella gal-   una cintura o la montatura basculante di un anel-          by in un’attività, la Scuola Orafa Ambrosiana in        03. Un’aula della Scuola
                       fascino di plasmare i metalli da giovanissimo. Così           leria in via Caminadella e qui basta alzare lo sguar-      lo. Dopo un primo pop-up all’interno de La Rina-           via Tadino. Comincia con due insegnanti, tre corsi      Orafa Ambrosiana
                       dopo aver fatto il tirocinio da Faraone e aver impa-          do tra le teche per intravvedere il laboratorio, dove      scente nel 2016 il successo arriva sia in Italia sia       e pochi allievi, ma in pochi anni la lista d’attesa
                       rato tutte le tecniche di lavorazione, nel 1982 apre          crea e sperimenta ogni giorno, al piano rialzato.          all’estero, ma Lorena Grippa non si monta la testa         diventa sempre più lunga, tanto da convincerlo ad
                       il suo primo laboratorio. Gli piace sperimentare              Storia completamente diversa è quella di Lorena            e continua a occuparsi di tutto: dalla lavorazione         aprire altre due sedi, sempre a Milano. Oggi, in-
                       diverse lavorazioni dei metalli, assemblando mate-            Grippa e dei suoi gioielli Maitea. Dopo gli studi          artigianale ai contatti con le boutique che vendo-         sieme al fratello gemello Guido, dirige una scuola
                       rie più semplici come il mattone, il rame e il ferro          all’Università Bocconi di Milano e un’esperienza           no le sue creazioni, dalla gestione dei clienti che        che è diventata punta di diamante della gioielleria
                       all’oro e alle pietre preziose. Si lascia ispirare dalla      professionale nel mondo finanziario, nel 2015 de-          le chiedono gioielli personalizzati, fino alla cura        italiana. Gli studenti arrivano da tutto il mondo e
                       forza primitiva della terra e dall’energia primor-            cide di lasciare tutto e di ricominciare una nuova         dei social network come canali per farsi conosce-          gli insegnanti sono specializzati nelle varie tecni-
                       diale dei metalli e le sue collezioni sono scultoree          vita. Da sempre affascinata dal mondo della gioiel-        re (maiteamai su Instagram). Da cosa nasce il suo          che di lavorazione, dalla micro-scultura in cera agli
                       nella resa e uniche nello stile. I gioielli della linea       leria, si arma di coraggio e di umiltà e comincia il       processo creativo? Da suggestioni che una pietra           smalti a fuoco, dall’incastonatura allo sbalzo e ce-
                       Tracce, creati avvolgendo fili di rame, argento e             suo apprendistato in un laboratorio orafo a Mila-          può evocare, ma anche da ricordi, plasmati poi in          sello. La scuola, che collabora con il Politecnico di
                       oro, sono a oggi tra i suoi pezzi più rappresentati-          no. Impara tutto quello che c’è da sapere per crea-        oro a 9 e 18 carati e abbinati a corallo, granati, avo-    Milano, l’Istituto Marangoni, la Creative Academy
                       vi, così come quelli della linea Ferromagnetismo, in          re un gioiello, dalla fusione dell’oro alla lucidatura     rio fossile, giada e onice. Ogni gioiello è il frutto di   più alcune fondazioni d’arte, è il punto di riferi-
                       oro e ferro abbinati a smeraldi, rubini, zaffiri e dia-       finale e lasciandosi guidare dal suo gusto comincia        un pensiero e un omaggio alla femminilità. Infine,         mento per chi si avvicina al mondo dell’oreficeria
                       manti. Si definisce ‘muratore del gioiello’ e forse           a dare vita alle sue prime creazioni. Le linee sono        c’è chi ha scelto di dedicarsi all’oreficeria aprendo      per farne una professione, ma anche per chi vuole
                       la tipologia di gioiello che lo rappresenta meglio è          semplici, lo stile minimal, e i suoi preziosi hanno        una scuola. È ciò che ha fatto Luca Solari inve-           cominciare un nuovo hobby.

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Interview                                                                                                                                                                                                                 interview

                                                                                                                                                                                                                La cover di In fuga,
                                      Davide De Zan                                                                                                                                                             l’ultimo romanzo di

        La costanza del figlio
                                                                                                                                                                                                                Davide De Zan, edito
                                                                                                                                                                                                                da Piemme

            L’amico Pantani, l’abominevole Armstrong, l’insegnamento di papà Adriano, la pulizia
               esemplare di Nibali e un libro che taglia ogni traguardo: De Zan a ruota libera

                                        di Simone Sacco - foto di Francesco Pizzo

                                                                                                   Milanese, figlio del grande Adriano (la     lioni di euro per accaparrami i diritti    guenza il nuovo Coppi.
                                                                                                   voce dell’età dell’oro del nostro cicli-    televisivi del Giro o del Tour purtrop-    Il paragone, impegnativo, con Coppi
                                                                                                   smo), volto di SportMediaset, Davide        po non li ho…                              non è campato per aria, vero?
                                                                                                   De Zan ha pubblicato il suo nuovo           Tuo papà Adriano era milanese d’a-         Da un punto di vista sportivo e emoti-
                                                                                                   libro In Fuga volume emotivo che se-        dozione. De Zan senior, in città, ha       vo ci sta tutto. Mia papà, quando parla-
                                                                                                   gue altre due imprese come il pam-          frequentato la Bocconi e negli anni        va di Fausto, aveva gli occhi lucidi così
                                                                                                   phlet giornalistico Pantani è tornato       Settanta condusse diverse edizioni de      come quando commentava le imprese
                                                                                                   e lo storytelling romantico Pedala!.        “La Domenica Sportiva” che è sem-          di Marco. E lì, in quegli anni Novanta,
                                                                                                   Lo abbiamo incontrato in un sugge-          pre stata di casa negli studi di Corso     ho capito che stava accadendo qualco-
                                                                                                   stivo bar milanese e ci siamo messi a       Sempione. Il Davide ragazzino che ri-      sa di straordinario al ciclismo. Pantani
                                                                                                   discutere di rapporti, pedivelle e selli-   cordi ha di quegli anni?                   era un’atleta modernissimo e anti-
                                                                                                   ni, oggetti inanimati resi però epici da    Memorie bellissime, struggenti. Entra-     co allo stesso tempo. Emozioni come
                                                                                                   chi li ha utilizzati a dovere. Soffrendo    vo nella sede Rai e mi godevo le par-      quelle che mi ha dato lui le sto ancora
                                                                                                   e vincendo. I ciclisti dei nostri sogni,    tite in bassa frequenza con mostri del     aspettando. E intanto il tempo passa…
                                                                                                   insomma. La razza preferita della di-       calibro di Beppe Viola, Bruno Pizzul       Di Lance Armstrong – di cui parli in
                                                                                                   nastia De Zan.                              e Nando Martellini. Se oggi faccio que-    toni adirati nel libro – che mi dici?
                                                                                                   “In fuga” è un testo emotivo?               sto lavoro è stato sicuramente per l’e-    Un affronto indescrivibile. Prima il suo
                                                                                                   Direi di sì visto che cerco sempre di       sempio nobile di papà, ma anche per        nobile ritorno alla vita e poi, dal ter-
                                                                                                   trasferire sulla pagina le emozioni che     l’aria che ho respirato allora. Quando     zo Tour in poi, un pungente sentore
                                                                                                   porto dentro. Perché sono le emozio-        Milano era ancora bella manzoniana,        di marcio. La sua vita è stata un film
                                                                                                   ni i veri colori della vita. Nonostante     molto più di adesso.                       hollywoodiano tramutatosi in un pessi-
                                                                                                   questo, non amo definirmi “scrittore”,      Luoghi del cuore?                          mo horror. Sì, Lance è come la fidanza-
                                                                                                   parola ingombrante, ma semplice “rac-       Tanti: la vecchia Fiera Campiona-          ta che ti tradisce e della quale non vuoi
                                                                                                   contastorie”.                               ria dove avevano casa i miei genitori.     mai più sentir parlare!
                                                                                                   Hai già un altro libro in testa?            Quarto Oggiaro dove abitavano i non-       Uno come Nibali ti scalda il cuore
                                                                                                   Non ancora, anche se parecchie storie       ni. Brera, i Navigli ecc. Te l’ho detto:   come i vecchi leoni Pantani, Cipollini,
                                                                                                   fanno capolino nei miei pensieri. Mi        sono manzoniano nell’anima!                Bugno e Chiappucci?
                                                                                                   piacerebbe scrivere un romanzo.             Sulla copertina di “In fuga” si staglia,   Sì, perché ho un rispetto assoluto per
                                                                                                   Non commentare Giro e Tour da               eroica, la figura di Pantani. Pensi che    la dose di credibilità che uno come
                                                                                                   oltre vent’anni ti fa addirittura scri-     attualmente il mito di Marco si sia af-    Vincenzo sta restituendo al ciclismo
                                                                                                   vere meglio? Nei tuoi libri c’è una         fievolito tra i giovani?                   robotizzato di questi anni. La sua è
                                                                                                   sorta di compensazione per quella           Forse no. Anche perché solo parlarne       stata una carriera lineare, pulita, ger-
                                                                                                   gioia negata?                               col veicolo del cuore, a oltre vent’an-    mogliata poco alla volta. E io dubito
                                                                                                   Questo non lo so, ma di certo parlare       ni dall’accoppiata Giro e Tour ’98 e       sempre delle esplosioni dal nulla al tut-
                                                                                                   di uno sport così bello e brutale resta     a quindici da quel maledetto residen-      to. Esplosioni miracolose che affollano
                                                                                                   la mia ragione di vita. Aver assistito in   ce riminese, è comunque una sen-           questo sport ormai da troppi anni.
                                                                                                   prima persona alla dinastia di Indurain     sazione forte e dolceamara. Voglio         La lezione giornalistica più importan-
                                                                                                   o all’esplosione di Pantani sono cose       dire: se a Marco non avessero inferto      te che hai imparato finora?
                                                                                                   che ti segnano. E certo che mi man-         la mazzata di Madonna di Campiglio         Che con i grandi della bicicletta devi
                                                                                                   ca non essere lì! Esultare all’arrivo di    (dove, al Giro ’99, fu squalificato per    avere più rispetto che pudore. Tant’è
                                                                                                   tappa e spararmi ogni giorno le mie         tasso di ematocrito oltre la media,        che le critiche che poni loro in gara,
                                                                                                   tot ore di diretta. Sarebbe come dire       NdR), probabilmente in quegli anni         anche se ci vai a cena assieme, assumo-
                                                                                                   a un cantante lirico che gli è negata La    avrebbe vinto almeno tre corse rosa e      no ancora più valore se alla base resta il
                                                                                                   Scala. Però non posso farci niente: i mi-   altrettanti Tour. Diventando di conse-     rispetto reciproco.

30                                                                                                                                                                                                                                     31
FOCUS                                                                                                                                                                                                                                                                               FOCUS

                            Indirizzi a regola d’arte
                            Dalla Triennale all’avanguardistica Fondazione Prada, passando per la
                            nuova “Vòce” di Aimo e Nadia, un percorso artistico tra caffè e ristoranti
                                   dove vivere un’esperienza culinaria immersi nella cultura
                                                                                                                                                                                                                              INDIRIZZI
                                                                di Eliana Grassini                                                                                                                                            Bar Luce
                                                                                                                                                                                                                              largo Isarco 2
                                                                                                                                                                                                                              Torre ristorante & cocktail bar
                                                                                                                                                                                                                              via Lorenzini 14
                                                                                                                                                                                                                              Osteria con Vista
                                                                                                                                                                                                                              viale Emilio Alemagna 6
                                                                                                                                                                                                                              LùBar
                                                                                                                                                                                                                              via Palestro 16
                                                                                                                                                                                                                              Caffè Fernanda
                                                                                                                                                                                                                              via Brera 28
                                                                                                                                                                                                                              Vòce
                                                                                                                                                                                                                              piazza della Scala 6
                                                                                                                                                                                                                              Giacomo Arengario
                                                                                                                                                                                                                              via Guglielmo Marconi 1
                                                                                                                                                                                                                              Enrico Bartolini
                                                                                                                                                                                                                              via Tortona 56
                                                                                                                                                                            02

                                                                                                                                              De Chirico) fino al Castello e alla Torre Velasca. Si    all’aperitivo sorseggiando un drink con scorcio          02. Design minimal e
                                                                                                                                              inizia con una drink list di livello che offre un’ac-    privilegiato su Il Bacio di Hayez. Un’altra nuova        moderno per Vòce, il
                                                                                                                                              curata selezione di twist on classic per l’aperitivo     apertura ha sede nelle Gallerie d’Italia in piazza       nuovo bistro firmato
                                                                                                                                              per poi proseguire a cena con le proposte dello          della Scala e porta la firma della coppia simbo-         Aimo e Nadia alle
               01                                                                                                                             chef Cerveni, che porta in tavola una cucina tra-        lo dell’alta cucina Aimo e Nadia, che dopo aver          Gallerie d’Italia
                                                                                                                                              dizionale italiana con il suo tocco d’autore. Per un     reso leggenda il loro Luogo (una stella Michelin) e
                                                                                                                                              break immersi in un’esclusiva serra urbana il place      aver aperto il loro primo format bistro negli spazi
                                                                                                                                              to be è LùBar negli spazi del GAM, Galleria d’Arte       Rossana Orlandi, fanno ora il tris con Vòce. Caf-
01. Come in una serra       Capitale del design, dell’arte e sempre più anche        città: l’esperienza parte dalla salita, si accede agli   Moderna di Villa Reale. Questo bar opera dei fra-        fetteria, libreria e ristorante gourmet, Vòce vuole
urbana: i ricercati spazi   del food, Milano brulica di indirizzi dove il bello      spazi con un ascensore panoramico in pietra rosa         telli Bonaccorsi è aperto da colazione fino a cena e     essere un concept moderno capace di far incon-
di Lùbar all’interno        incontra i sapori della cucina all’interno di musei,     “effetto wow”. Il cocktail bar, con il suo scenogra-     prende forma in quello che un tempo fu il porti-         trare cultura gastronomica e artistica attraverso
della GAM                   gallerie e fondazioni per un risultato ad alto tasso     fico bancone e la bottiglieria sospesa, richiama le      cato della villa e che oggi è una moderna orangerie      una proposta culinaria studiata dagli chef Pisani e
                            esperienziale, reso unico dall’irresistibile connubio    atmosfere dei rooftop newyorkesi e offre una vista       fatta di grandi vetrate e materiali originali del 700,   Negrin (chef de Il Luogo di Aimo e Nadia) che si
                            creatività e buon cibo. Una triplete da segnare in       in cinemascope che dalla desolazione post urba-          dove fare colazione circondati da palme e cactus         ispirano ciclicamente ai temi delle mostre ospitate
                            agenda ha sede negli spazi di Fondazione Prada,          na dello Scalo conduce lo sguardo fino ai nuovi          o gustare specialità streetfood dal DNA siciliano,       negli spazi delle gallerie. Tra i luoghi dedicati agli
                            che ha portato una brezza di modernità e avan-           skyline. Il ristorante Torre è uno spazio fatto di       servite in ceramiche di Caltagirone. Tra le nuove        amanti dell’arte non può mancare Giacomo Aren-
                            guardia artistica in una zona periferica e dimen-        poltroncine in velluto blu, legno e immense ve-          aperture da non perdere c’è il Caffè Fernanda, la        gario nel Museo del Novecento, un piccolo gioiel-
                            ticata della città. Qui ci si può perdere nell’at-       trate dove gustare i sapori essenziali della cucina      caffetteria (bellissima!) che mancava alla Pinaco-       lo di Art Decò con suggestivo affaccio sulle guglie
                            mosfera fuori dal tempo del Bar Luce, omaggio            regionale italiana, immersi in una collezione d’arte     teca di Brera. Un progetto firmato rgastudio che         del Duomo. In cucina la mano del giovane chef
                            ai caffè della vecchia Milano, disegnato dal regista     permanente tra i quadri di William N. Copley, Jeff       crea continuità e coerenza visiva con il nuovo           José Otoya regala un sapore originale alle ricette
                            Wes Anderson che ha realizzato un capolavoro             Koons, Goshka Macuga e John Wesley. Rimanen-             layout della galleria tra opere d’arte, pareti color     della gastronomia italiana con ingredienti peruvia-
                            dalle nuance pastello, perfetto per una colazione        do sintonizzati sulle frequenze dell’arte moderna        ottanio e ispirazioni anni Cinquanta per rendere         ni e innovative tecniche di cottura. Per concludere
                            con le brioche delle Pasticceria Marchesi o per gu-      non si può perdere un’esperienza culinaria all’O-        omaggio alla visionaria direttrice Fernanda Witt-        la tappa finale è l’esperienza bistellata da Enrico
                            starsi un aperitivo tra uno spritz e una partita a       steria con Vista della Triennale di Milano con una       gens. Pavimenti in marmo color rosa antico, corni-       Bartolini all’interno del Mudec, un capolavoro di
                            flipper. Nel nuovo edificio Torre hanno da poco          terrazza che offre uno dei panorami più fiabeschi        ci rosso Lepanto, un grande bancone bar in legno         alta cucina dove gustare le creazioni fuori dagli
                            aperto anche un ristorante e un cocktail bar ad          della ristorazione milanese, sospeso tra il verdeg-      sotto la tela seicentesca del Damini: questo caffé è     schemi dello chef più stellato d’Italia tra boiserie
                            alta quota, che regalano uno sguardo inedito sulla       giante giardino del museo (con tanto di fontana          l’indirizzo giusto per rilassarsi dalla colazione fino   su misura, colori tenui e quadri d’autore.

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Interview                                                                                                                                                                                                                             interview

                    Costantino della Gherardesca
                                                                                                                                                                    “Dovrebbe esserci più forza culturale
                       Nobiltà d’animo                                                                                                                              sia nelle istituzioni accademiche, sia
                                                                                                                                                                    a livello mediatico per farci aprire al
             È il volto della televisione italiana che gira il mondo alla conduzione di Pechino Express.
            In più è anche nobile. Oggi “consegna” un programma a domicilio nelle case degli italiani
                                                                                                                                                                    futuro e alla globalizzazione”
                        (cercatelo su Rai 2) e per darci lo stato di salute della tv cita Molière

                                                    di Nadia Afragola

                                                                                                           Chi è Costantino della Gherardesca?           leggere e stare da solo, ma per queste        Dopo sette anni, Pechino Express si
                                                                                                           Non ho un’autostima alta, mi vedo             “faccende” pare non esserci tempo.            prende una pausa. L’ottava edizione
                                                                                                           come uno sfigato. Sicuramente un              Cosa non è politicamente corretto fare        sarà trasmessa a gennaio 2020 e non
                                                                                                           uomo solitario, un orso. Tra le cose buo-     oggi in Italia?                               a settembre di quest’anno. È a causa
                                                                                                           ne c’è che sono una persona molto cu-         Trovo spaventoso il razzismo, che è cre-      degli ascolti non entusiasmanti dell’ul-
                                                                                                           riosa, intellettualmente parlando.            sciuto in modo a dir poco esponenzia-         tima edizione?
                                                                                                           Che cosa vuol dire essere un nobile?          le, ma è una mentalità rovinosa. Come         Credo sia stata una scelta di palinsesti.
                                                                                                           Al giorno d’oggi niente, perché dalla         puoi pensare di aprirti al mondo? Molti       L’amore è una priorità?
                                                                                                           Rivoluzione industriale in poi i veri no-     giornalisti televisivi hanno messo una        No. Il lavoro è una priorità: è lì che
                                                                                                           bili sono gli industriali.                    certa classe politica con una forte com-      sono riuscito ad avere successo fin da
                                                                                                           Nella vita crea da sempre personaggi          ponente misogina, antisemita e razzista       ragazzino, per cui mi sento compe-
                                                                                                           satirici. Cos’è la satira per lei?            sullo stesso piano di Jacques Chirac, in      tente, contrariamente invece a tutte le
                                                                                                           Sottolineare aspetti assurdi e perico-        un gioco di false equivalenze. Ecco rin-      altre cose della mia vita, a parte certe
                                                                                                           losi della società mediatica. Non sono        traccio in loro delle responsabilità del      passioni che non creo, ma mi limito
                                                                                                           per una satira semplice e didascalica.        nostro degrado.                               a seguire, come quella per l’arte con-
                                                                                                           Ci sono molti responsabili per il caos        Conduce “Apri e vinci” su Rai 2, un           temporanea. L’amore rientra nelle cose
                                                                                                           in cui viviamo e parte della responsabi-      quiz familiare a domicilio. Come sta          che non mi riescono bene. Sono dima-
                                                                                                           lità è proprio dei media. In Italia nessu-    andando?                                      grito quasi trenta chili, facendo uno
                                                                                                           no fa più vera satira.                        Straordinariamente bene se guardiamo          sforzo bestiale e sentimentalmente par-
                                                                                                           E l’ironia?                                   gli ascolti. Entriamo nelle case delle        lando avevo molto più successo prima.
                                                                                                           Ironia è evidenziare un lato spiritoso        persone e gli facciamo un quiz, che ci        Pensa che sòla!
                                                                                                           dentro cose che di per sé non hanno           fa scoprire il livello di cultura generale,   Bullismo: ha mai dovuto fare i conti
                                                                                                           nulla di “giocoso”. Serve a trovare di-       ma anche la personalità, le dinamiche         con i leoni da tastiera?
                                                                                                           speratamente la gioia nella vita di oggi,     di quella casa, se una moglie è prepo-        Certo anche se non mi scalfiscono più
                                                                                                           laddove spesso si è costretti semplice-       tente o un figlio è malandrino.               di tanto. La cosa triste sono le notizie
                                                                                                           mente a sopravvivere.                         Che idea si è fatto del nostro Paese at-      false che circolano, si propagano, “di-
                                                                                                           Qual è stato il migliore impiego che ha       traverso il programma?                        ventano” vere e feriscono le persone.
                                                                                                           fatto della Laurea in filosofia conse-        La gente sta bene, è sveglia, spiritosa,      Serve una regolamentazione della rete
                                                                                                           guita al King’s College London?               accogliente. C’è però una leggerissi-         come mezzo di informazione e occorre
                                                                                                           Mi ha aperto la mente e mi ha fatto ra-       ma chiusura verso il resto del mondo.         responsabilizzare i mezzi di stampa tra-
                                                                                                           gionare. La uso quando scrivo, sia per la     Dovrebbe esserci più forza culturale          dizionali. Un giornalista deve scrivere
                                                                                                           tv, sia per i quotidiani, sia per la radio.   sia nelle istituzioni accademiche, sia a      un articolo per informare, non per ot-
                                                                                                           Il suo sogno da bambino era fare te-          livello mediatico per farci aprire al fu-     tenere consensi.
                                                                                                           levisione?                                    turo e alla globalizzazione.                  Sanremo. Le piace chi ha vinto? Cam-
                                                                                                           Sapevo che avrei lavorato nello show          Quanta ipocrisia ha trovato in tv?            bierebbe il sistema di voto?
                                                                                                           business, ma ero più entusiasta di oggi.      È tutta ipocrisia. Penso al Malato im-        Mahmood? È un bel ragazzo, ma la sua
                                                                                                           Ora sono pronto ad andare in pensione.        maginario di Molière, ma la realtà è          musica non mi piace. Il televoto? Sono
                                                                                                           Non vorrei sembrare pauperista, lud-          peggiore, è tutto di cattivo gusto, fatto     per i governi tecnici e la giuria di quali-
                                                                                                           dista e ancor meno francescano, sono          al risparmio, con scenografie di com-         tà per tutto. Quindi…
                                                                                                           favorevole al progresso sociale, visto        pensato. Iniziai con Chiambretti, lui         È felice?
                                                                                                           in chiave tecnologia, ma a volte il mio       è autentico, se si arrabbia non usa l’i-      Che parolone! No, non sono felice. Mi
                                                                                                           unico sogno è riuscire a ritagliarmi spa-     pocrisia come arma, semplicemente ti          mancano i soldi per esserlo, possibil-
                                                                                                           zi più lunghi di contemplazione per           ‘secca’, non te le manda a dire.              mente congiunti all’amore.

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Alfa Romeo che passione
A pochi chilometri da Milano il Museo Fratelli Cozzi racconta la
storia di un marchio icona del made in Italy. Tutto nasce da una
grande passione che ha saputo trasformare un sogno in realtà

a cura della redazione

Un esemplare per ogni modello Alfa          e mentre quest’ultimo è bianco per ri-        epoche, i simboli e le suggestioni del
Romeo dal 1950 ai giorni nostri, per        spondere al meglio alla sua vocazione         passato recente del made in Italy e del-
un totale di 60 auto esposte in 1070        espositiva, il primo è nero come a sug-       la nostra storia. Ma non finisce qui. il
metri quadrati di location: ecco il Mu-     gerire l’immagine di uno scrigno desti-       Museo è anche ricco di documenti che
seo Fratelli Cozzi a Legnano, nato dalla    nato ad accogliere qualcosa di prezioso.      vanno dai disegni originali delle auto,
passione di Pietro Cozzi per il celebre     È invece rosso il vano di collegamen-         alla grafica del marchio, fino ai mani-
brand automobilistico. La passione è        to tra i due spazi e qui ci vengono in        festi pubblicitari, confermando ancora
quella di una vita, la stessa che assieme   aiuto le parole dei progettisti: «Il rosso    di più la propria vocazione di luogo di
a una buona dose di intuizione porta        è l’elemento che tiene insieme le due         culto della casa automobilistica, a di-
lui, fondatore nel 1955 della storica       parti della Fratelli Cozzi, quella bian-      sposizione di appassionati e ricercato-
concessionaria Fratelli Cozzi, a colle-     ca con quella nera […] quella nuova           ri. A questo proposito è da segnare in
zionare un’Alfa per ogni modello co-        con quella storica, quella commerciale        agenda l’appuntamento del 15 maggio
struito dal 1950 a oggi. La collezione      con quella passionale». E attraversando       quando sarà aperto a tutti con uno spe-
privata diventa Museo nel 2015, in
occasione di un doppio anniversario:
i 60 anni della concessionaria e gli 80
                                            questo passaggio rosso, in effetti, ci sor-
                                            prende una certa aspettativa, pronta a
                                            trasformarsi in emozione appena arri-
                                                                                          ciale dedicato all’Alfa 75. Nel frattem-
                                                                                          po e già dal 2016 lo stesso Museo offre
                                                                                          la possibilità di realizzare diverse tipo-
                                                                                                                                       Love nature
del proprietario. Per realizzare il pro-    vati a destinazione, quando lo sguardo        logie di eventi negli spazi espositivi,      Per lungo tempo il verde in città è stato considerato un elemento accessorio, qualcosa da
getto sono chiamati gli architetti Ga-      passa in rassegna prima le berline e le       proprio fianco a fianco alle automobili:     piegare alle esigenze dell’uomo, vuoi in nome dei principi futuristi di modernità e
briele e Oscar Buratti che danno vita a     coupé allineate nelle navate latera-          dai meeting alle cene, dai balletti alle     velocità, vuoi sulla scia dell’illuministica negazione dell’interdipendenza uomo-natura.
una complessa scenografia intimamen-        li dello spazio espositivo, per arrivare      sfilate, fino agli show cooking. Un altro    Tuttavia la necessità di ricostruire un rapporto armonico con la natura si sta facendo
te connessa allo showroom. Il Museo,        poi alle spider della navata centrale.        modo per rendere davvero fruibile a          sempre più urgente. E non mancano gli esempi virtuosi, soprattutto in città
collocato in un ambiente ipogeo, si         E in un attimo insieme alle auto, nella       tutti un patrimonio unico e prezioso.
raggiunge dall’interno dello showroom       nostra testa sfilano una dietro l’altra le    www.museofratellicozzi.com                   illustrazione di Valère Mougeot

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