Club milano n. 49 - Magazine
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club milano n. 49 Milano vanta una lunga tradizione di oreficeria artigianale con laboratori all’insegna di maestria e creatività Dalla Triennale a Fondazione Prada, fino alla Vòce, la città offre percorsi artistici tra caffè e ristoranti Costantino della Gherardesca, il nobile della televisione italiana, ci parla della necessità di aprirci al mondo Il verde fa bene alla salute, nostra e del pianeta, e stimola la socialità: abbiamo cercato gli esempi virtuosi marzo - aprile 2019 Jacopo Foggini: «Il design è in tutto ciò che faccio, è come vivere giocando. Fa parte del mio DNA» − pagina 16 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI 3,00 euro
editorial Mordi e fuggi Recentemente uno storico brand italiano di piumini ci ha affidato un lavoro molto stimolante: andare in giro per Milano, Roma e Berlino, selezionare volti interessanti di uomini e donne tra i 20 e i 40 anni e fotografarli con indosso alcuni dei capi della prossima collezione FW 2019. Al termine del lavoro avevamo fotografato circa 60 persone per ogni città, molte di più del previsto e avevamo un campione statistico abbastanza significativo nel momento in cui abbiamo dovuto finalizzare un report dell’attività svolta. Anche per gente di mondo come noi il risultato finale è stato sor- prendente e ha dato un’idea chiara della composizione della società nelle tre città. Milano è molto aperta, anche se soprattutto verso il resto d’Italia. Si scherza spesso sul fatto che a Milano sia difficile trovare i veri milanesi. Ed è stato così anche per noi: meno del 30% si è dichiarato “milanese”, anche se tra questi vanno conteggiati anche quelli che ormai si sentono tali pur essendo originari di un’altra città. Circa il 40% proveniva da altre città italiane, e molti di questi continuano a dichiararsi pugliesi, napoletani o marchigiani pur studiando e lavorando qua magari da anni. Il 30% erano stranieri, una quota piuttosto alta, ma quasi tutti di passaggio, segno di una vocazione chiara di Milano al turismo, esplosa con l’Expo, ma con una bassa ca- pacità attrattiva per chi si vuole fermare. I dati di Roma descrivono invece una città con più turisti stranieri (quasi il 40%), ma meno italiani provenienti da altre città e pochissimi stanziali per lavoro. Anche in questo caso quasi nessuno si è dichiarato “romano” per il fatto di aver scelto la capitale come città dove vivere e lavorare. La sorpresa è stata Berlino: oltre il 40% di stranieri (sempre su un target 20-40 anni), ma in questo caso quasi tutti si sono dichiarati “berlinesi”, anche se senza un lavoro stabi- le e in città da pochi mesi. Tra questi un ragazzo veneto a Berlino da un paio d’anni, con cui abbiamo allegramente conversato in inglese per qualche minuto finché non lo abbiamo invitato a parlare italiano. Al di là dei numeri e delle statistiche è stato sorprendente vedere con quale atteggiamento gli stranieri si approcciano alle tre diverse città. Roma è quasi sempre vista come un meraviglioso museo a cielo aperto, certamente la più bella delle tre località a campione, ma quasi nessuno ci andrebbe a vivere. Di Milano piace la vitalità e il cambiamento che ha animato il nostro capoluo- go negli ultimi anni, forse affascina più gli stranieri che gli altri italiani, ancora poco attrattiva e difficile per venirci a vivere e lavorare in maniera stabile. Sembra a tratti un’incompiuta e per gli stranieri un miraggio. Berlino è la più accogliente, ti senti un residente dopo poche settimane e quasi ti dimentichi da dove provieni. Non hai un lavoro stabile? Berlino non è competitiva come Milano, offre comunque opportunità e se sei sveglio il tuo spazio lo trovi. Comunque la si voglia vedere c’è un dato che accomuna tutte le città: la gente, e soprattutto i giovani, si spostano, hanno fame di conoscere e di vivere mondi diversi e di entrare in contatto con culture diverse. Vogliono contaminare e farsi contaminare e non ci sono muri che possano arrestare questa tendenza universale. Prima ne prenderemo atto e impareremo a gestirla, me- glio sarà per tutti. Tra pochi giorni Milano ospiterà la Design Week, il momento più “internazionale” dell’anno, con oltre 300 mila persone provenienti da tutto il mondo. Sarebbe bello se non fosse solo l’ennesimo evento “mordi e fuggi”. Stefano Ampollini 4
contents point of view 10 interview 26 Liberate il verde Giancarlo Maiocchi di Roberto Perrone di Alessia Delisi inside 12 focus 28 Brevi dalla città L’arte del gioiello a cura di Elisa Zanetti di Maria Chiara Antonini outside 14 Brevi dal mondo a cura di Elisa Zanetti cover story 16 Jacopo Foggini di Marzia Nicolini interview 30 Davide De Zan di Simone Sacco focus 32 Indirizzi a regola d’arte di Eliana Grassini portfolio 20 interview 36 Korean dream Costantino della Gherardesca foto di Filippo Venturi di Nadia Afragola 6
contents urban forest 40 hi tech 52 Una città di alberi Comunicare e capirsi di Elisa Zanetti di Paolo Crespi urban forest 42 wheels 54 Filippo Pizzoni Suv elettrici… alla carica di Marilena Roncarà di Ilaria Salzano weekend 56 Il cuore dell’Europa di Enrico S. Benincasa overseas 58 Le meraviglie di Mauritius di Marilena Roncarà urban forest 44 La natura dentro di Alessia Delisi style 46 Un valore su tutti di Monica Codegoni Bessi food 60 Roberto Di Pinto di Simone Zeni free time 62 Da non perdere a cura di Marilena Roncarà secret milano 64 Un capolavoro a due passi dal Duomo di Matilde Quarti design 48 Valentina Cameranesi Sgroi di Marilena Roncarà In copertina design 50 Jacopo Foggini Il country si reinventa foto di Francesco Pizzo di Marzia Nicolini 8
point of view roberto perrone Giornalista e scrittore, vive a Milano ma ha solide radici “zeneisi”. Si è occupato a lungo di sport, food e viaggi a Il Corriere della Sera. Ora giornalista freelance. È autore della saga noir di Annibale Canessa e il suo nuovo romanzo si intitola L’ultima volontà (Rizzoli) Liberate il verde Non sono verde. Avrei voluto esserlo, da sempre. Molti anni fa acquistai anche un vaso, della terra, gli strumenti da giardinaggio per il terrazzo, delle sementi. Sono finiti in qualche cantina. Ho avuto piante e fiori in casa, ma sia io che la mia famiglia siamo proprio negati. Non ho il pollice e neanche il resto delle dita adatti alla cura delle piante, di qualsiasi tipo. Per fortuna abito in un condominio che, al centro, ha una splendida oasi verde. E anche alle spalle, oltre il parcheggio, davanti alla finestra dove ora mi trovo, c’è un altro piccolo parco di un altro palazzo. Gli aghi di pino finiscono sopra la mia automobile. È un perfetto scorcio metropoli- tano. Auto e alberi. Molti vorrebbero la scomparsa delle prime e l’aumento dei secondi. Io credo in una civile convivenza. Sono perché aumentino i polmoni verdi, le aree dove poter stare “come in campagna”, ma non per la trasformazione della città in campagna. Se uno vuole la campagna, basta percorrere qualche chi- lometro ed eccola, la Pianura Padana, ricca di fiumi, di campi, di boschi, di bru- ghiere. Salvaguardiamo le aree verdi, ma anche la possibilità di avere un’auto e di usarla per girare la città. Odio la lotta di classe tra automobilisti, motoristi, ciclisti, pedoni, anelo a una città delle pari opportunità. E sogno che tutto il verde di Mi- lano venga liberato. Se prendete Google Earth o simili e guardate la città dall’alto scoprirete oasi verdi ovunque, vedrete come, all’interno di tanti comprensori, di agglomerati di palazzi, ci siano dei veri e propri boschi, non giardini, solo per po- chi, solo per chi riesce a superare i portieri, più o meno arcigni. Vorrei che venisse organizzato un tour del verde milanese, come ci sono anche altri tour. I parchi sono solo una parte del verde cittadino. Sì, chi possiede questi boschi nascosti ne è geloso e ovviamente non è semplice far entrare tutti, sempre e comunque. Ma almeno per un giorno, una volta all’anno, si potrebbe organizzare “bosco aperto”. A Firenze c’è un bellissimo albergo, il Four Seasons. Tra le sue mura c’è un parco meraviglioso. Una volta all’anno, sotto le feste natalizie, se non mi sbaglio, l’hotel apre le porte del parco privato alla gente che, per 364 giorni passa dall’altra par- te non sapendo la meraviglia che c’è di là. Facciamolo anche qui solo una volta all’anno, per scoprire e godere del verde nascosto di Milano. Roberto Perrone 10
INSIDE Cocktail party di primavera T-Cross. Antony Morato apre le porte del suo store per presentare al pub- blico la nuova collezione Primavera Estate 2019, in occasione della Milano Design Week. L’appuntamento è per giovedì 11 aprile, dalle 17 alle 20, all’interno del flagship di Corso Buenos Aires 16 per un cocktail party con influencer locali e opinion leader, il tutto #MoreThan1Thing. accompagnato dal Dj Set di Ricky Blurry. www.morato.it Tra gli scatti di Bob Krieger Parte dagli anni Sessanta e arriva fino ai Novanta il viaggio proposto dalla mostra Bob Krieger imagine. Living through fashion and music. ’60 ’70 ’80 ‘90, aperta fino al 30 giugno a Palazzo Morando Costume Moda Immagine. Gli scatti provenienti dalla collezione privata del fotografo e artista racconta- no il boom del Made in Italy attraverso le campagne pubblicitarie dei più grandi stilisti italiani. www.costumemodaimmagine.mi.it Street Views Sono scorci di vita urbana quelli raffigurati dall’artista Davide Frisoni nella mostra Street Views, la prima della serie di iniziative che anime- ranno gli spazi di Volvo Studio Milano durante l’anno. Inaugurata i primi di marzo, l’esposizione potrà essere visitata fino al 28 aprile. A seguire tanti altri appuntamenti che spazieranno fra arte, design, musica e food per continuare l’opera di diffusione della cultura e dei valori del marchio Volvo, come sostenibilità e sicurezza. www.volvocars.com Tua da 17.900 euro. Salviamo il pianeta Scoprila a Milano nei nostri showroom. Tecnologie digitali immersive e interattive unite a oltre 300 foto di National Geographic Ci siamo fatti in tre per voi. accompagnano i visitatori del Museo di Storia Naturale attraverso la prima experience exhibi- tion dedicata al cambiamento del clima. Capire La laguna in città il cambiamento climatico, questo il titolo della A Porta Venezia, in via Sirtori 6, ha aperto Tàsca- NUOVO SHOWROOM 3 mostra, è uno spazio narrativo ed esperienziale ro, il bàcaro che porta la tradizione della cucina che racconta cause ed effetti del riscaldamento veneta a Milano. Piatti regionali e cichéti – i clas- Via Inganni, 81A Via Novara, 235 Via Palmanova, 67 globale. Dal 7 marzo al 26 maggio. sici tramezzini a forma di mezza luna – sono stati Milano Milano Milano www.comune.milano.it/museostorianaturale reinterpretati attraverso suggestioni contempora- nee dallo chef Teseo Fenini. Da provare abbinati alle diverse varianti di spritz: Aperol, vino e selz, Tel. 02 438181 www.autorigoldi.it Campari, Select e Cynar. T-Cross 1.0 TSI Urban BlueMotion Technology 95 CV da € 17.900 (chiavi in mano IPT esclusa). Listino € 19.000 (chiavi in mano IPT escl.) meno € 1.100 (IVA inclusa) grazie al contributo Volkswagen e www.facebook.com/tascaromilano delle Concessionarie Volkswagen. Offerta valida per contratti entro il 30.04.2019. La vettura raffigurata è puramente indicativa. Valori consumo di carburante ciclo comb. 5,1 l/100 km - CO2 115 g/km. I valori indicativi relativi al consumo di carburante ed alle emissioni di CO2 sono rilevati dal Costruttore in base a metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017/1151). Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. Per ulteriori informazioni sui predetti valori, vi invitiamo a rivolgervi ai Concessionari Volkswagen. È disponibile gratuitamente presso ogni concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO2, che riporta i valori inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli. 12
outSIDE Arte&golf È una luna di miele di sei mesi quella che unisce gli aman- ti dell’arte e del green. Torna con la sua nona edizione Arte&golf, la manifestazione che partendo dal Golf Francia- corta attraversa l’Italia per raggiungere 20 destinazioni, oltre ad altre tappe estere sino ad arrivare al Fairmont Royal Palm di Marrakech. Ogni gara è abbinata alla mostra di un artista italiano. Si parte il 30 marzo. www.arte.golf Racconti da Matera Un percorso espositivo multisensoriale racconta la città dei sassi, Capitale Europea della Cultura 2019, con gli occhi dei suoi abitanti. Dal 23 marzo fino al 31 luglio, negli spazi del Palazzo dell’Annunziata, prende vita La Secretissima camera de lo core, espo- sizione interattiva che racconta attraverso matite e cartine i luoghi del cuore di chi, tra i 10 e gli 80 anni, vive la città ogni giorno. A pedali www.matera-emozioni.it Tre giorni dedicati agli amanti dei pedali: ad Arezzo il 24 marzo si corre l’Ardita, ciclostorica dell’Alpe di Poti, con percorsi diversi adatti ai più sportivi e a chi semplicemente vuole fare una passeggiata nell’incantevole paesaggio toscano; dal 22 al 24 è tempo di Bicinfiera con la Mostra Scambio di bici storiche, ricambi e abbigliamento vintage e il Museo delle biciclette del passato. www.lardita.com Crossroads Quasi 100 giorni di programmazione con oltre 65 concerti Padre e Figlio che coinvolgeranno più di 500 artisti. Sono i numeri della «ll punto è questo: si tratta di lasciare un’ere- diciannovesima edizione di Crossroads, il festival itinerante dità ai padri», queste parole di Michelangelo partito il 24 febbraio e che fino al 1 giugno attraverserà tutta Pistoletto racchiudono il senso di Padre e Figlio, l’Emilia-Romagna. A farla da padrone come sempre è il jazz, percorso espositivo diffuso che pone in dialogo ma spazio a contaminazioni etniche ed elettroniche. Torna- la produzione artistica di Michelangelo Pistoletto no Paolo Fresu, Enrico Rava e Fabrizio Bosso, mentre fra le con quella del padre Ettore Pistoletto Olivero. novità impossibile non citare il pianista Danilo Rea. La mostra si articola in tre sedi emblematiche del www.crossroads-it.org territorio biellese: Palazzo Gromo Losa, Citta- dellarte – Fondazione Pistoletto e Casa Zegna. www.pistoletto.it 14
Cover story Cover story Jacopo Foggini Uno stimolo per la creatività Noto tra gli addetti ai lavori come il “maestro del metacrilato”, il designer di Torino si è innamorato tempo fa del capoluogo meneghino, rimanendo affascinato dalle sue architetture di ogni epoca e stile e dalla sua capacità di mettere in contatto culture lontane. Ora è impegnato in un’importante mostra antologica in programma per il Salone del Mobile, che lo stesso Foggini si prepara a vivere come una settimana elettrizzante, a spasso tra i quartieri della città. Anche se il suo preferito resta Porta Romana, dove si sente a casa di Marzia Nicolini - foto di Francesco Pizzo Dall’austera ed elegante Torino, sua re site-specific commissionate da hotel, renza simile al vetro, ma ben più legge- città di origine, alla multiculturale, musei, residenze private e spazi pub- ro e decisamente ipnotico. mai ferma ed eclettica Milano. Jacopo blici (in Italia e nel mondo). Ecco quel- A quale delle sue creazioni è più affe- Foggini non si è mai pentito di questa lo che ci ha raccontato del suo lavoro zionato e perché? scelta. In primo luogo perché Torino si e del suo rapporto con Milano nelle Tendo a legarmi provvisoriamente alle raggiunge comodamente in un’ora di settimane elettrizzanti del pre-Salone. mie opere. Questo perché una volta treno, ma soprattutto perché il capo- Quando e dove nasce la sua passione concepite e poi realizzate sono pervaso luogo lombardo è capace di ispirarlo per il design? da quello stupore tipico di un bimbo ogni giorno, contribuendo alla nascita É un amore che dura da sempre: ricor- davanti a un regalo appena scartato. di idee e progetti sempre nuovi. Inna- do che già da bambino costruivo e in- Continuo a pensarci e a rimanerne morato delle qualità estetiche e cro- ventavo oggetti per me e i miei amici. affascinato, ma poi con il tempo altre matiche del metacrilato, per molti ver- Da quel momento non ho più smesso. ispirazioni e idee mi portano lontano si simile al vetro, ma ben più leggero, Che cosa ricorda dei suoi inizi? da quel pensiero. E finisco con il legar- Foggini ha debuttato nel mondo del Ho scoperto la natura versatile del me- mi a una nuova creatura. design negli anni Novanta e da quel tacrilato – materiale d’abitudine usa- A che cosa sta lavorando ora? momento non si è più fermato. A metà to per produrre i catarifrangenti delle In questo momento sono impegnato strada tra designer e artista, dotato di macchine – lavorando nelle aziende di con una mostra in programma duran- uno spirito curioso e di una vocazione famiglia. Negli anni Novanta ho inizia- te il Salone del Mobile, che realizzo alla sperimentazione, Foggini ha in cur- to a sperimentarne il lato più creativo, in collaborazione con Vitale Canonico riculum una vasta produzione artistica, affascinato dalle qualità cromatiche ed Barberis, il più antico lanificio al mon- che spazia da sculture luminose a ope- estetiche di questo materiale all’appa- do. A curarla è Hannes Peer, fra gli ar- 16 17
Cover story Cover story “Ai più giovani suggerirei di andare a fare domanda di apprendistato da fabbri, falegnami e artigiani. […] Penso che non si possa progettare se non si conoscono a fondo e in prima persona i materiali” Per Jacopo Foggini quello con il design è un amore che dura da sempre, da quando bambino inventava oggetti per sé e i suoi chitetti più talentuosi e attivi in questo alle strade della città, mi affascinano i Porta Romana: è il quartiere in cui amici. Gli scatti di momento. È una mostra antologica che grandi centri culturali, che in questa vivo e in cui trascorro gran parte del- queste pagine sono racconta il mio mondo artistico attra- occasione mettono a disposizione i le mie giornate. Si tratta di una zona stati realizzati nella sua verso i pezzi storici della mia collezio- loro immensi spazi trasformandosi in della città popolata da piccole realtà e abitazione showroom ne e i nuovi progetti che presenterò gallerie d’arte a cielo aperto. Penso ad spazi verdi, con il pregio inestimabile quest’anno. esempio all’Università Statale o all’Or- di essere ben collegata con i mezzi. Qualche anticipazione? to Botanico di Brera, che da anni accol- Ci sono legato perché negli anni è di- Fra le nuove creazioni ci saranno un gono installazioni monumentali. ventato il punto di incontro con i miei preziosissimo tavolo realizzato in India Lei è di Torino, ma vive da tempo a amici più cari, ma c’è anche un’altra da artigiani locali con intarsi di ma- Milano. Cosa le piace e cosa no di area, non distante, che amo molto: dreperla, una serie di quadri luminosi questa città? si tratta dello spazio oltre la ferro- formati da pannelli retroilluminati di Milano è la metropoli italiana per ec- via, dove è stata costruita la famosa policarbonato in cui colore, luce e ma- cellenza, una città in continuo muta- Fondazione Prada. In questo caso l’a- teria si fondono e creano quadri astrat- mento, in cui etnie e culture diverse nima del quartiere è prevalentemente ti e infine due famiglie di candelieri. si incontrano e dialogano. Sono molto industriale, ma non manca il verde. negli oggetti del passato. Realizzare del fare design è come vivere giocando. Fa ghe sotto i mari di Jules Verne. Come vive la Design Week? affezionato alla cultura milanese e in È elettrizzante vedere come questa buon design costa caro e di questi tem- parte del mio DNA: sono cresciuto in Chi sono i creativi di oggi e di ieri che Premettendo che si tratta un evento generale mi hanno sempre affascinato parte di città si stia pian piano riqua- pi sono tante le aziende che non se lo una famiglia dotata di forte senso este- la ispirano e perché? internazionale davvero importante, le architetture e gli edifici storici della lificando. possono permettere. Per questa ragio- tico ed è qualcosa che ho respirato da I grandi maestri: Gio Ponti, Alessandro ogni Salone per un progettista è sem- città, così diversi negli stili e insieme Che cosa si potrebbe migliorare? ne molti colleghi progettisti si devono sempre. Mendini ed Ettore Sottsass, sono stati e pre differente: nuovi partner, nuovi così contemporanei. Per non parla- Sono convinto che si dovrebbe rendere confrontare con limiti e paletti impor- Che consiglio darebbe a chi sogna di restano tutt’ora delle linee guida e dei stimoli, progetti differenti dai prece- re della moda e della concentrazione pedonale il centro storico. tanti, il che non giova alla creatività. intraprendere questa professione? punti di riferimento nel mio percorso denti... un’avventura elettrizzante che di musei e templi dell’arte. Si tratta di Quale è il suo rapporto con la soste- Tra creativi più giovani, c’è qualcuno Ai giovani suggerirei di andare a fare formativo e spirituale da designer. Si si rinnova a ogni primavera. realtà che viaggiano costantemente in nibilità, sia nella vita privata, sia in che segue con interesse? domanda di apprendistato da fabbri, parla di figure poliedriche, persone ap- Durante il Fuori Salone, quali sono i parallelo con la mia, contribuendo for- ambito lavorativo? Mi piace molto il lavoro del designer falegnami e artigiani. Meno scuo- passionate alla vita e con una sensibili- suoi posti preferiti e perché? temente alla nascita delle mie opere. E Il futuro non può che essere sosteni- Roberto Sironi. le professionali e più esperienza sul tà straordinariamente acuta. Mi piace osservare la metamorfosi della poi ritengo che nel panorama italiano, bile. Io provo a fare la mia parte e uso Come definirebbe il suo rapporto con campo: è quella che paga e forma. Qualche buon indirizzo gourmet a città durante la Design Week. In questa Milano rappresenti la città più attenta esclusivamente plastica riciclata. il design? Ritengo non si possa progettare se non Milano? settimana è bello vedere spazi chiusi e e sensibile alla cura dell’ambiente, pur Che senso ha il design oggi? Il cosiddetto design – non tra le mie si conoscono a fondo e in prima perso- Consiglierei di prenotare una cena da abbandonati prendere vita e cambiare non essendo ancora all’altezza delle al- Devo confessare di non amare trop- parole preferite – vive in tutto ciò na i materiali. Dabass, bistrot intimo in via Piacenza, aspetto per accogliere le opere di desi- tre capitali europee. po il design contemporaneo. Perso- che faccio, dalla scelta della verdura al Che libro ha sul comodino? e di bere un drink a la Latteria di via gner e artisti da tutto il mondo. Oltre Qual è la sua zona preferita e perché? nalmente trovo molta più ispirazione mercato, al modo di cucinare. Per me Al momento sto leggendo Ventimila le- San Marco, in pieno quartiere Brera. 18 19
Portfolio Portfolio Korean Dream La Corea del Nord è ufficialmente uno Stato socialista, ma nei fatti è una dittatura totalitaria basata sul culto della dinastia dei Kim, al potere dal 1948. È uno dei Paesi più chiusi al mondo, di cui si sa anche poco. Il fotografo documentarista Filippo Venturi inizia nel 2014 un lavoro di studio e ricerca su tutta la penisola coreana che lo porta nel 2017 a realizzare il progetto Korean Dream di queste pagine. Un lavoro che prova a raccontare il Paese e i fenomeni che coinvolgono sia i giovani, sia la popolazione tutta, dal tentativo di esibire un’eccellenza sociale e tecnologica verso il resto del mondo, alle ambizioni di modernità e sviluppo economico, fino all’idea di riscatto politico di Marilena Roncarà - foto di Filippo Venturi Il Palazzo dei Bambini Mangyongdae, vicino a Pyongyang. Luogo dedicato al doposcuola per i bambini dai 6 ai 17 anni 20 21
Portfolio Portfolio Nella pagina a fianco. vista dall’alto di Pyongyang, dalla Torre Juche. In questa pagina. Foto sopra: un bambino dell’asilo settimanale Chang Gwang, dove i coreani possono lasciare i bambini dal lunedì al sabato. Foto sotto: coreani che giocano a biliardo, all’interno del Parco acquatico Munsu, a Pyongyang 22 23
Portfolio Portfolio filippo venturi Fotografo documentarista nato a Cesena nel 1980, Filip- po Venturi ha pubblicato i suoi lavori su giornali come The Nella pagina a fianco. Washington Post, Financial Times, Vanity Fair, Der Spiegel, Sala cinema 4D del Die Zeit, Internazionale, La Stampa e Geo. Negli ultimi tre Complesso di Scienza anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che e Tecnologia, a è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il Pyongyang. In questa LensCulture Emerging Talent Awards, Il Premio Il Reportage, pagina. Il Capitano il Premio Voglino e si è aggiudicato il Portfolio Italia - Gran Choe Un Jong, 26 anni, Premio Hasselblad. www.filippoventuri.photography all’interno della nave spia americana USS Pueblo, catturata il 23 gennaio 1968 24 25
Interview interview Giancarlo Maiocchi L’altra realtà È con lo pseudonimo di Occhiomagico che nel 1971 Giancarlo Maiocchi dà vita al suo “La fotografia è una messa in scena continua studio multimediale dove affianca al lavoro commerciale quello della fotografia artistica. Tra le sue realizzazioni le indimenticabili copertine per la rivista Domus che parla di desiderio, sogno e immaginazione” di Alessia Delisi - foto di Andrea Fongo Cos’è esattamente Occhiomagico? tato al Surrealismo che dal mio pun- pertine sono nei musei. È un gruppo che ho fondato nel 1971 to di vista era parallelo a tutto ciò che Come nasceva una copertina? – all’epoca suonavo per cui ero abi- sentivo cantare da Hendrix, perché si L’input me lo dava Mendini con l’og- tuato a creare gruppi – riunendo alcu- immaginavano sempre mondi altri. getto e una sua frase, come “La casa è ni amici intorno al progetto di creare Il suo immaginario è poi cambiato? la spia delle nostre azioni segrete”, che uno studio che oggi si chiamerebbe Direi di no: il mio ultimo lavoro si in- ricorderò sempre. A questa agganciavo multimediale. C’erano un designer, un titola Parenti stretti e riassume tutti i la mia poetica che aveva sempre a che art director, un filmmaker e un musi- simboli e le dichiarazioni che ho fat- fare con il gotico o la fantascienza. cista, ovvero diverse professionalità, to durante la mia carriera. Non credo Di Sottsass invece cosa ricorda? ciascuna delle quali lavorava per sé, che farò mai qualcosa di diverso. Come Una sera, a cena, si commosse parlan- firmando però insieme come Occhio- dico spesso con un po’ di ironia, ho fat- do di Bob Dylan, che aveva conosciuto magico. Al lavoro commerciale per to una foto e poi l’ho ripetuta per cin- tramite quella che allora era sua mo- campagne o riviste anche molto im- quant’anni. glie, Fernanda Pivano. L’ho trovato tal- portanti si affiancava quello artistico Tra il 1982 e il 1983 ha collaborato mente vicino a me – anche io mi com- delle mostre di fotografia. È stato così con Alessandro Mendini, realizzando muovevo spesso! – che mi ha lasciato fino al 1986, quando è diventato il mio 24 copertine della rivista Domus. Che un ricordo dolcissimo. pseudonimo. ricordo ha di lui? Oggi è docente dello IED e dell’Istitu- Cosa intende per fotografia? Per me è stato una specie di padre to Italiano di Fotografia: cosa insegna Nel 1978 ho fatto una mostra alla gal- spirituale. L’ho conosciuto attraverso ai suoi studenti? leria Il Diaframma di Milano in cui, at- Alessandro Guerriero – che inizial- Per prima cosa a ricercare la propria traverso un documento che davo alla mente faceva parte di Occhiomagico identità: senza sapere chi sei non puoi gente che entrava, definivo la fotografia – e lo Studio Alchimia con cui aveva progettare nulla. Cerco poi di spostarli come un’operazione artistica che, per radunato tutti gli architetti del Ra- verso un uso multimediale degli stru- essere tale, avrebbe dovuto contami- dical Design e del Post-Modern, tra menti che oggi ci sono a disposizione, narsi con altre discipline, raccontando cui, oltre a Alessandro Mendini, Etto- come la realtà aumentata, il 3D, ma an- anche l’immaginario e non solo la real- re Sottsass, Andrea Branzi e Michele che l’installazione. Perché, infatti, farsi tà. Ecco, per me la fotografia è questo: De Lucchi. È stato a una delle loro ri- bastare un’immagine fissa quando puoi una messa in scena continua che parla unioni che ho conosciuto Mendini il proiettarla, farla muovere o interagire di desiderio, sogno e immaginazione. quale, dopo qualche tempo, mi ha af- con pittura e scultura? Occhiomagico nasce tra l’altro in pie- fidato le copertine di Domus, dandomi Come vede il futuro della fotografia? no clima psichedelico: quali erano le un oggetto intorno al quale raccontare Sempre più ampio perché, come già sue fonti di ispirazione? quello che volevo. La cosa incredibile succede, chiunque scatterà fotografie. A dieci anni mio padre mi regalò una è che, pur essendo io il più giovane, Il problema sarà semmai trovare qual- collezione di libri di Jules Verne, dove non mi ha mai trattato come tale. Non cuno disposto ad acquistarle. Nel com- scoprii un mondo fantastico che poi c’erano grandi budget, ma era un mo- merciale invito perciò i miei studenti a sarebbe diventato il mio. Crescendo mi mento di svolta sia del design italia- far “muovere” la fotografia, girando dei sono imbattuto in Baudelaire che tro- no, sia della fotografia e sapevo che lì video da cui eventualmente estrarre vavo vicinissimo a Lucy in the sky with potevo dimostrare ciò che pensavo, delle immagini fisse. Nell’espressione diamonds o a Bob Dylan e a tutta la considerando che Domus veniva pub- artistica, invece, credo si possa ancora cultura beat. Questa cosa mi ha por- blicata in 22 Paesi e che ora quelle co- lavorare con l’immagine fissa. 26 27
FOCUS FOCUS L’arte del gioiello Oltre alla moda e al design, Milano vanta anche una lunga tradizione di oreficeria artigianale. E nei suoi tanti laboratori l’oro, l’argento e i metalli vengono lavorati con maestria e creatività, dando vita a gioielli unici e speciali proprio perché fatti a mano come una volta di Maria Chiara Antonini 02 sul web www.pilgio.com www.instagram.com/maiteamai www.scuolaorafa.com 01 03 01. Lorena Grippa C’è chi lo fa da una vita e chi invece ha deciso di quella della serie Oro muto. Si tratta di monili nei mentre lavora un suo cambiare vita, cominciando a farlo. Lo sanno bene quali la superficie della materia è trattata con una gioiello i tanti orafi che lavorano a Milano e che hanno fat- tecnica di lavorazione inventata da lui, che crea to dell’arte dell’oreficeria la loro professione. Ma un effetto molto originale, enfatizzato dall’acco- come si diventa orafo? Lo abbiamo chiesto a chi stamento a zaffiri, diamanti e corindoni stellati in- sempre un dettaglio particolare che li rende unici. stendo i soldi della liquidazione dal suo posto di 02. Anello della ha fatto dell’oreficeria oltre che una professione, globati direttamente nella materia, senza bisogno Può essere la pietra tagliata con una forma inedita, dirigente in un’importante azienda. Nasce così nel collezione Oro muto soprattutto una scelta di vita. Antonio Piluso, co- del castone. Affiancato oggi in laboratorio dai due la chiusura di un bracciale che ricorda quella di 1995, dalla conversione di quello che era un hob- di Pilgiò nosciuto per il suo marchio Pilgiò, ha scoperto il i figli, Antonio Piluso vende i suoi gioielli nella gal- una cintura o la montatura basculante di un anel- by in un’attività, la Scuola Orafa Ambrosiana in 03. Un’aula della Scuola fascino di plasmare i metalli da giovanissimo. Così leria in via Caminadella e qui basta alzare lo sguar- lo. Dopo un primo pop-up all’interno de La Rina- via Tadino. Comincia con due insegnanti, tre corsi Orafa Ambrosiana dopo aver fatto il tirocinio da Faraone e aver impa- do tra le teche per intravvedere il laboratorio, dove scente nel 2016 il successo arriva sia in Italia sia e pochi allievi, ma in pochi anni la lista d’attesa rato tutte le tecniche di lavorazione, nel 1982 apre crea e sperimenta ogni giorno, al piano rialzato. all’estero, ma Lorena Grippa non si monta la testa diventa sempre più lunga, tanto da convincerlo ad il suo primo laboratorio. Gli piace sperimentare Storia completamente diversa è quella di Lorena e continua a occuparsi di tutto: dalla lavorazione aprire altre due sedi, sempre a Milano. Oggi, in- diverse lavorazioni dei metalli, assemblando mate- Grippa e dei suoi gioielli Maitea. Dopo gli studi artigianale ai contatti con le boutique che vendo- sieme al fratello gemello Guido, dirige una scuola rie più semplici come il mattone, il rame e il ferro all’Università Bocconi di Milano e un’esperienza no le sue creazioni, dalla gestione dei clienti che che è diventata punta di diamante della gioielleria all’oro e alle pietre preziose. Si lascia ispirare dalla professionale nel mondo finanziario, nel 2015 de- le chiedono gioielli personalizzati, fino alla cura italiana. Gli studenti arrivano da tutto il mondo e forza primitiva della terra e dall’energia primor- cide di lasciare tutto e di ricominciare una nuova dei social network come canali per farsi conosce- gli insegnanti sono specializzati nelle varie tecni- diale dei metalli e le sue collezioni sono scultoree vita. Da sempre affascinata dal mondo della gioiel- re (maiteamai su Instagram). Da cosa nasce il suo che di lavorazione, dalla micro-scultura in cera agli nella resa e uniche nello stile. I gioielli della linea leria, si arma di coraggio e di umiltà e comincia il processo creativo? Da suggestioni che una pietra smalti a fuoco, dall’incastonatura allo sbalzo e ce- Tracce, creati avvolgendo fili di rame, argento e suo apprendistato in un laboratorio orafo a Mila- può evocare, ma anche da ricordi, plasmati poi in sello. La scuola, che collabora con il Politecnico di oro, sono a oggi tra i suoi pezzi più rappresentati- no. Impara tutto quello che c’è da sapere per crea- oro a 9 e 18 carati e abbinati a corallo, granati, avo- Milano, l’Istituto Marangoni, la Creative Academy vi, così come quelli della linea Ferromagnetismo, in re un gioiello, dalla fusione dell’oro alla lucidatura rio fossile, giada e onice. Ogni gioiello è il frutto di più alcune fondazioni d’arte, è il punto di riferi- oro e ferro abbinati a smeraldi, rubini, zaffiri e dia- finale e lasciandosi guidare dal suo gusto comincia un pensiero e un omaggio alla femminilità. Infine, mento per chi si avvicina al mondo dell’oreficeria manti. Si definisce ‘muratore del gioiello’ e forse a dare vita alle sue prime creazioni. Le linee sono c’è chi ha scelto di dedicarsi all’oreficeria aprendo per farne una professione, ma anche per chi vuole la tipologia di gioiello che lo rappresenta meglio è semplici, lo stile minimal, e i suoi preziosi hanno una scuola. È ciò che ha fatto Luca Solari inve- cominciare un nuovo hobby. 28 29
Interview interview La cover di In fuga, Davide De Zan l’ultimo romanzo di La costanza del figlio Davide De Zan, edito da Piemme L’amico Pantani, l’abominevole Armstrong, l’insegnamento di papà Adriano, la pulizia esemplare di Nibali e un libro che taglia ogni traguardo: De Zan a ruota libera di Simone Sacco - foto di Francesco Pizzo Milanese, figlio del grande Adriano (la lioni di euro per accaparrami i diritti guenza il nuovo Coppi. voce dell’età dell’oro del nostro cicli- televisivi del Giro o del Tour purtrop- Il paragone, impegnativo, con Coppi smo), volto di SportMediaset, Davide po non li ho… non è campato per aria, vero? De Zan ha pubblicato il suo nuovo Tuo papà Adriano era milanese d’a- Da un punto di vista sportivo e emoti- libro In Fuga volume emotivo che se- dozione. De Zan senior, in città, ha vo ci sta tutto. Mia papà, quando parla- gue altre due imprese come il pam- frequentato la Bocconi e negli anni va di Fausto, aveva gli occhi lucidi così phlet giornalistico Pantani è tornato Settanta condusse diverse edizioni de come quando commentava le imprese e lo storytelling romantico Pedala!. “La Domenica Sportiva” che è sem- di Marco. E lì, in quegli anni Novanta, Lo abbiamo incontrato in un sugge- pre stata di casa negli studi di Corso ho capito che stava accadendo qualco- stivo bar milanese e ci siamo messi a Sempione. Il Davide ragazzino che ri- sa di straordinario al ciclismo. Pantani discutere di rapporti, pedivelle e selli- cordi ha di quegli anni? era un’atleta modernissimo e anti- ni, oggetti inanimati resi però epici da Memorie bellissime, struggenti. Entra- co allo stesso tempo. Emozioni come chi li ha utilizzati a dovere. Soffrendo vo nella sede Rai e mi godevo le par- quelle che mi ha dato lui le sto ancora e vincendo. I ciclisti dei nostri sogni, tite in bassa frequenza con mostri del aspettando. E intanto il tempo passa… insomma. La razza preferita della di- calibro di Beppe Viola, Bruno Pizzul Di Lance Armstrong – di cui parli in nastia De Zan. e Nando Martellini. Se oggi faccio que- toni adirati nel libro – che mi dici? “In fuga” è un testo emotivo? sto lavoro è stato sicuramente per l’e- Un affronto indescrivibile. Prima il suo Direi di sì visto che cerco sempre di sempio nobile di papà, ma anche per nobile ritorno alla vita e poi, dal ter- trasferire sulla pagina le emozioni che l’aria che ho respirato allora. Quando zo Tour in poi, un pungente sentore porto dentro. Perché sono le emozio- Milano era ancora bella manzoniana, di marcio. La sua vita è stata un film ni i veri colori della vita. Nonostante molto più di adesso. hollywoodiano tramutatosi in un pessi- questo, non amo definirmi “scrittore”, Luoghi del cuore? mo horror. Sì, Lance è come la fidanza- parola ingombrante, ma semplice “rac- Tanti: la vecchia Fiera Campiona- ta che ti tradisce e della quale non vuoi contastorie”. ria dove avevano casa i miei genitori. mai più sentir parlare! Hai già un altro libro in testa? Quarto Oggiaro dove abitavano i non- Uno come Nibali ti scalda il cuore Non ancora, anche se parecchie storie ni. Brera, i Navigli ecc. Te l’ho detto: come i vecchi leoni Pantani, Cipollini, fanno capolino nei miei pensieri. Mi sono manzoniano nell’anima! Bugno e Chiappucci? piacerebbe scrivere un romanzo. Sulla copertina di “In fuga” si staglia, Sì, perché ho un rispetto assoluto per Non commentare Giro e Tour da eroica, la figura di Pantani. Pensi che la dose di credibilità che uno come oltre vent’anni ti fa addirittura scri- attualmente il mito di Marco si sia af- Vincenzo sta restituendo al ciclismo vere meglio? Nei tuoi libri c’è una fievolito tra i giovani? robotizzato di questi anni. La sua è sorta di compensazione per quella Forse no. Anche perché solo parlarne stata una carriera lineare, pulita, ger- gioia negata? col veicolo del cuore, a oltre vent’an- mogliata poco alla volta. E io dubito Questo non lo so, ma di certo parlare ni dall’accoppiata Giro e Tour ’98 e sempre delle esplosioni dal nulla al tut- di uno sport così bello e brutale resta a quindici da quel maledetto residen- to. Esplosioni miracolose che affollano la mia ragione di vita. Aver assistito in ce riminese, è comunque una sen- questo sport ormai da troppi anni. prima persona alla dinastia di Indurain sazione forte e dolceamara. Voglio La lezione giornalistica più importan- o all’esplosione di Pantani sono cose dire: se a Marco non avessero inferto te che hai imparato finora? che ti segnano. E certo che mi man- la mazzata di Madonna di Campiglio Che con i grandi della bicicletta devi ca non essere lì! Esultare all’arrivo di (dove, al Giro ’99, fu squalificato per avere più rispetto che pudore. Tant’è tappa e spararmi ogni giorno le mie tasso di ematocrito oltre la media, che le critiche che poni loro in gara, tot ore di diretta. Sarebbe come dire NdR), probabilmente in quegli anni anche se ci vai a cena assieme, assumo- a un cantante lirico che gli è negata La avrebbe vinto almeno tre corse rosa e no ancora più valore se alla base resta il Scala. Però non posso farci niente: i mi- altrettanti Tour. Diventando di conse- rispetto reciproco. 30 31
FOCUS FOCUS Indirizzi a regola d’arte Dalla Triennale all’avanguardistica Fondazione Prada, passando per la nuova “Vòce” di Aimo e Nadia, un percorso artistico tra caffè e ristoranti dove vivere un’esperienza culinaria immersi nella cultura INDIRIZZI di Eliana Grassini Bar Luce largo Isarco 2 Torre ristorante & cocktail bar via Lorenzini 14 Osteria con Vista viale Emilio Alemagna 6 LùBar via Palestro 16 Caffè Fernanda via Brera 28 Vòce piazza della Scala 6 Giacomo Arengario via Guglielmo Marconi 1 Enrico Bartolini via Tortona 56 02 De Chirico) fino al Castello e alla Torre Velasca. Si all’aperitivo sorseggiando un drink con scorcio 02. Design minimal e inizia con una drink list di livello che offre un’ac- privilegiato su Il Bacio di Hayez. Un’altra nuova moderno per Vòce, il curata selezione di twist on classic per l’aperitivo apertura ha sede nelle Gallerie d’Italia in piazza nuovo bistro firmato per poi proseguire a cena con le proposte dello della Scala e porta la firma della coppia simbo- Aimo e Nadia alle 01 chef Cerveni, che porta in tavola una cucina tra- lo dell’alta cucina Aimo e Nadia, che dopo aver Gallerie d’Italia dizionale italiana con il suo tocco d’autore. Per un reso leggenda il loro Luogo (una stella Michelin) e break immersi in un’esclusiva serra urbana il place aver aperto il loro primo format bistro negli spazi to be è LùBar negli spazi del GAM, Galleria d’Arte Rossana Orlandi, fanno ora il tris con Vòce. Caf- 01. Come in una serra Capitale del design, dell’arte e sempre più anche città: l’esperienza parte dalla salita, si accede agli Moderna di Villa Reale. Questo bar opera dei fra- fetteria, libreria e ristorante gourmet, Vòce vuole urbana: i ricercati spazi del food, Milano brulica di indirizzi dove il bello spazi con un ascensore panoramico in pietra rosa telli Bonaccorsi è aperto da colazione fino a cena e essere un concept moderno capace di far incon- di Lùbar all’interno incontra i sapori della cucina all’interno di musei, “effetto wow”. Il cocktail bar, con il suo scenogra- prende forma in quello che un tempo fu il porti- trare cultura gastronomica e artistica attraverso della GAM gallerie e fondazioni per un risultato ad alto tasso fico bancone e la bottiglieria sospesa, richiama le cato della villa e che oggi è una moderna orangerie una proposta culinaria studiata dagli chef Pisani e esperienziale, reso unico dall’irresistibile connubio atmosfere dei rooftop newyorkesi e offre una vista fatta di grandi vetrate e materiali originali del 700, Negrin (chef de Il Luogo di Aimo e Nadia) che si creatività e buon cibo. Una triplete da segnare in in cinemascope che dalla desolazione post urba- dove fare colazione circondati da palme e cactus ispirano ciclicamente ai temi delle mostre ospitate agenda ha sede negli spazi di Fondazione Prada, na dello Scalo conduce lo sguardo fino ai nuovi o gustare specialità streetfood dal DNA siciliano, negli spazi delle gallerie. Tra i luoghi dedicati agli che ha portato una brezza di modernità e avan- skyline. Il ristorante Torre è uno spazio fatto di servite in ceramiche di Caltagirone. Tra le nuove amanti dell’arte non può mancare Giacomo Aren- guardia artistica in una zona periferica e dimen- poltroncine in velluto blu, legno e immense ve- aperture da non perdere c’è il Caffè Fernanda, la gario nel Museo del Novecento, un piccolo gioiel- ticata della città. Qui ci si può perdere nell’at- trate dove gustare i sapori essenziali della cucina caffetteria (bellissima!) che mancava alla Pinaco- lo di Art Decò con suggestivo affaccio sulle guglie mosfera fuori dal tempo del Bar Luce, omaggio regionale italiana, immersi in una collezione d’arte teca di Brera. Un progetto firmato rgastudio che del Duomo. In cucina la mano del giovane chef ai caffè della vecchia Milano, disegnato dal regista permanente tra i quadri di William N. Copley, Jeff crea continuità e coerenza visiva con il nuovo José Otoya regala un sapore originale alle ricette Wes Anderson che ha realizzato un capolavoro Koons, Goshka Macuga e John Wesley. Rimanen- layout della galleria tra opere d’arte, pareti color della gastronomia italiana con ingredienti peruvia- dalle nuance pastello, perfetto per una colazione do sintonizzati sulle frequenze dell’arte moderna ottanio e ispirazioni anni Cinquanta per rendere ni e innovative tecniche di cottura. Per concludere con le brioche delle Pasticceria Marchesi o per gu- non si può perdere un’esperienza culinaria all’O- omaggio alla visionaria direttrice Fernanda Witt- la tappa finale è l’esperienza bistellata da Enrico starsi un aperitivo tra uno spritz e una partita a steria con Vista della Triennale di Milano con una gens. Pavimenti in marmo color rosa antico, corni- Bartolini all’interno del Mudec, un capolavoro di flipper. Nel nuovo edificio Torre hanno da poco terrazza che offre uno dei panorami più fiabeschi ci rosso Lepanto, un grande bancone bar in legno alta cucina dove gustare le creazioni fuori dagli aperto anche un ristorante e un cocktail bar ad della ristorazione milanese, sospeso tra il verdeg- sotto la tela seicentesca del Damini: questo caffé è schemi dello chef più stellato d’Italia tra boiserie alta quota, che regalano uno sguardo inedito sulla giante giardino del museo (con tanto di fontana l’indirizzo giusto per rilassarsi dalla colazione fino su misura, colori tenui e quadri d’autore. 32 33
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Interview interview Costantino della Gherardesca “Dovrebbe esserci più forza culturale Nobiltà d’animo sia nelle istituzioni accademiche, sia a livello mediatico per farci aprire al È il volto della televisione italiana che gira il mondo alla conduzione di Pechino Express. In più è anche nobile. Oggi “consegna” un programma a domicilio nelle case degli italiani futuro e alla globalizzazione” (cercatelo su Rai 2) e per darci lo stato di salute della tv cita Molière di Nadia Afragola Chi è Costantino della Gherardesca? leggere e stare da solo, ma per queste Dopo sette anni, Pechino Express si Non ho un’autostima alta, mi vedo “faccende” pare non esserci tempo. prende una pausa. L’ottava edizione come uno sfigato. Sicuramente un Cosa non è politicamente corretto fare sarà trasmessa a gennaio 2020 e non uomo solitario, un orso. Tra le cose buo- oggi in Italia? a settembre di quest’anno. È a causa ne c’è che sono una persona molto cu- Trovo spaventoso il razzismo, che è cre- degli ascolti non entusiasmanti dell’ul- riosa, intellettualmente parlando. sciuto in modo a dir poco esponenzia- tima edizione? Che cosa vuol dire essere un nobile? le, ma è una mentalità rovinosa. Come Credo sia stata una scelta di palinsesti. Al giorno d’oggi niente, perché dalla puoi pensare di aprirti al mondo? Molti L’amore è una priorità? Rivoluzione industriale in poi i veri no- giornalisti televisivi hanno messo una No. Il lavoro è una priorità: è lì che bili sono gli industriali. certa classe politica con una forte com- sono riuscito ad avere successo fin da Nella vita crea da sempre personaggi ponente misogina, antisemita e razzista ragazzino, per cui mi sento compe- satirici. Cos’è la satira per lei? sullo stesso piano di Jacques Chirac, in tente, contrariamente invece a tutte le Sottolineare aspetti assurdi e perico- un gioco di false equivalenze. Ecco rin- altre cose della mia vita, a parte certe losi della società mediatica. Non sono traccio in loro delle responsabilità del passioni che non creo, ma mi limito per una satira semplice e didascalica. nostro degrado. a seguire, come quella per l’arte con- Ci sono molti responsabili per il caos Conduce “Apri e vinci” su Rai 2, un temporanea. L’amore rientra nelle cose in cui viviamo e parte della responsabi- quiz familiare a domicilio. Come sta che non mi riescono bene. Sono dima- lità è proprio dei media. In Italia nessu- andando? grito quasi trenta chili, facendo uno no fa più vera satira. Straordinariamente bene se guardiamo sforzo bestiale e sentimentalmente par- E l’ironia? gli ascolti. Entriamo nelle case delle lando avevo molto più successo prima. Ironia è evidenziare un lato spiritoso persone e gli facciamo un quiz, che ci Pensa che sòla! dentro cose che di per sé non hanno fa scoprire il livello di cultura generale, Bullismo: ha mai dovuto fare i conti nulla di “giocoso”. Serve a trovare di- ma anche la personalità, le dinamiche con i leoni da tastiera? speratamente la gioia nella vita di oggi, di quella casa, se una moglie è prepo- Certo anche se non mi scalfiscono più laddove spesso si è costretti semplice- tente o un figlio è malandrino. di tanto. La cosa triste sono le notizie mente a sopravvivere. Che idea si è fatto del nostro Paese at- false che circolano, si propagano, “di- Qual è stato il migliore impiego che ha traverso il programma? ventano” vere e feriscono le persone. fatto della Laurea in filosofia conse- La gente sta bene, è sveglia, spiritosa, Serve una regolamentazione della rete guita al King’s College London? accogliente. C’è però una leggerissi- come mezzo di informazione e occorre Mi ha aperto la mente e mi ha fatto ra- ma chiusura verso il resto del mondo. responsabilizzare i mezzi di stampa tra- gionare. La uso quando scrivo, sia per la Dovrebbe esserci più forza culturale dizionali. Un giornalista deve scrivere tv, sia per i quotidiani, sia per la radio. sia nelle istituzioni accademiche, sia a un articolo per informare, non per ot- Il suo sogno da bambino era fare te- livello mediatico per farci aprire al fu- tenere consensi. levisione? turo e alla globalizzazione. Sanremo. Le piace chi ha vinto? Cam- Sapevo che avrei lavorato nello show Quanta ipocrisia ha trovato in tv? bierebbe il sistema di voto? business, ma ero più entusiasta di oggi. È tutta ipocrisia. Penso al Malato im- Mahmood? È un bel ragazzo, ma la sua Ora sono pronto ad andare in pensione. maginario di Molière, ma la realtà è musica non mi piace. Il televoto? Sono Non vorrei sembrare pauperista, lud- peggiore, è tutto di cattivo gusto, fatto per i governi tecnici e la giuria di quali- dista e ancor meno francescano, sono al risparmio, con scenografie di com- tà per tutto. Quindi… favorevole al progresso sociale, visto pensato. Iniziai con Chiambretti, lui È felice? in chiave tecnologia, ma a volte il mio è autentico, se si arrabbia non usa l’i- Che parolone! No, non sono felice. Mi unico sogno è riuscire a ritagliarmi spa- pocrisia come arma, semplicemente ti mancano i soldi per esserlo, possibil- zi più lunghi di contemplazione per ‘secca’, non te le manda a dire. mente congiunti all’amore. 36 37
advertorial Urban forest Alfa Romeo che passione A pochi chilometri da Milano il Museo Fratelli Cozzi racconta la storia di un marchio icona del made in Italy. Tutto nasce da una grande passione che ha saputo trasformare un sogno in realtà a cura della redazione Un esemplare per ogni modello Alfa e mentre quest’ultimo è bianco per ri- epoche, i simboli e le suggestioni del Romeo dal 1950 ai giorni nostri, per spondere al meglio alla sua vocazione passato recente del made in Italy e del- un totale di 60 auto esposte in 1070 espositiva, il primo è nero come a sug- la nostra storia. Ma non finisce qui. il metri quadrati di location: ecco il Mu- gerire l’immagine di uno scrigno desti- Museo è anche ricco di documenti che seo Fratelli Cozzi a Legnano, nato dalla nato ad accogliere qualcosa di prezioso. vanno dai disegni originali delle auto, passione di Pietro Cozzi per il celebre È invece rosso il vano di collegamen- alla grafica del marchio, fino ai mani- brand automobilistico. La passione è to tra i due spazi e qui ci vengono in festi pubblicitari, confermando ancora quella di una vita, la stessa che assieme aiuto le parole dei progettisti: «Il rosso di più la propria vocazione di luogo di a una buona dose di intuizione porta è l’elemento che tiene insieme le due culto della casa automobilistica, a di- lui, fondatore nel 1955 della storica parti della Fratelli Cozzi, quella bian- sposizione di appassionati e ricercato- concessionaria Fratelli Cozzi, a colle- ca con quella nera […] quella nuova ri. A questo proposito è da segnare in zionare un’Alfa per ogni modello co- con quella storica, quella commerciale agenda l’appuntamento del 15 maggio struito dal 1950 a oggi. La collezione con quella passionale». E attraversando quando sarà aperto a tutti con uno spe- privata diventa Museo nel 2015, in occasione di un doppio anniversario: i 60 anni della concessionaria e gli 80 questo passaggio rosso, in effetti, ci sor- prende una certa aspettativa, pronta a trasformarsi in emozione appena arri- ciale dedicato all’Alfa 75. Nel frattem- po e già dal 2016 lo stesso Museo offre la possibilità di realizzare diverse tipo- Love nature del proprietario. Per realizzare il pro- vati a destinazione, quando lo sguardo logie di eventi negli spazi espositivi, Per lungo tempo il verde in città è stato considerato un elemento accessorio, qualcosa da getto sono chiamati gli architetti Ga- passa in rassegna prima le berline e le proprio fianco a fianco alle automobili: piegare alle esigenze dell’uomo, vuoi in nome dei principi futuristi di modernità e briele e Oscar Buratti che danno vita a coupé allineate nelle navate latera- dai meeting alle cene, dai balletti alle velocità, vuoi sulla scia dell’illuministica negazione dell’interdipendenza uomo-natura. una complessa scenografia intimamen- li dello spazio espositivo, per arrivare sfilate, fino agli show cooking. Un altro Tuttavia la necessità di ricostruire un rapporto armonico con la natura si sta facendo te connessa allo showroom. Il Museo, poi alle spider della navata centrale. modo per rendere davvero fruibile a sempre più urgente. E non mancano gli esempi virtuosi, soprattutto in città collocato in un ambiente ipogeo, si E in un attimo insieme alle auto, nella tutti un patrimonio unico e prezioso. raggiunge dall’interno dello showroom nostra testa sfilano una dietro l’altra le www.museofratellicozzi.com illustrazione di Valère Mougeot 38 39
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