3 maggio 2019 - Realtà Rotariana - Distretto Rotary 2100
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Siate di ispirazione Ispiriamo il cambiamento, progettiamo per il territorio Barry Rassin Presidente Rotary International Salvatore Iovieno Governatore Distretto 2100 Realtà Rotariana 3 maggio 2019 Anno Rotariano 2018 - 2019
“Realtà Rotariana” editore e redazione direttore editoriale rivista Rotary 2100 Salvatore Iovieno supplemento della rivista Associazione Distretto 2100 sasa.iovieno@gmail.com del Rotary International, “Rotary 2100” via Toledo 228 - 80132 Napoli direttore responsabile n. 10 maggio 2019 Giuseppe Blasi gblasi@unisa.it Autorizzazione del Tribunale di Torre coordinatore redazionale Annunziata n. 5 / 2018 Paolo Rocca Comite Mascambruno R.G. 1326 / 2018 procca@unisa.it https://www.distrettorotary2100.org/realtarotariana SOMMARIO 4 Concetti trascurati (ovvero: Apatia delle coscienze) Gherardo Mengoni 9 Quel ‘68 che animò il Sud di mezzo secolo fa Piero Antonio Toma 12 Molo San Vincenzo: una grande opportunità per Napoli Pietro Spirito 15 Il Centenario della Scuola del Bauhaus: storia e attualità Alessandro Castagnaro 18 Regimen Sanitatis Salernitanum. La dieta di mille anni fa Giovanni Blasi 25 Ambrosio, Fasano, Focà, Naso, Socievole: “Il Rotary? un grande viaggio” Lucia de Cristofaro
Concetti trascurati (ovvero: Apatia delle coscienze) di Gherardo Mengoni 4 “Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei Poi, senza che ciò possa ormai sorprenderti, ti pochi: e per questo viene chiamato Democrazia. ritrovi accanto anche i “poveri veri”, quelli che non sanno mendicare e che, senza più vincoli di Qui ad Atene noi facciamo così. casta, di censo o di colore della pelle, grufolano nei bidoni dell’immondizia in cerca di cibo. Qui Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti da noi al Sud ce ne sono tanti e vanno crescendo nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai di numero, mentre si susseguono promesse i meriti dell’eccellenza. governative che preannunciano l’assegnazione di sostegni a quei miseri che, per giustizia e equità Qui ad Atene noi facciamo così. morale, ne avrebbero sacrosanto diritto. Ma per Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari ora sono promesse e le spese per attuare quando attende alle proprie faccende private, ma provvedimenti, seppur limitati, non trovano, per soprattutto non si occupa dei pubblici affari per quanto ci è dato di capire, chiara copertura risolvere le sue questioni private. finanziaria. Si alternano promesse e chiacchiere a veri atti d’imperio come il “divieto di consentire Qui ad Atene noi facciamo così….” l’attracco” nei nostri porti a navi di soccorso a emigranti, anche se battenti la nostra bandiera. (stralcio da: Pericle - Discorso agli Ateniesi, 431 a.C.) Guardandoci intorno La fame e il disagio esistenziale non hanno colori né divise speciali da portare indosso. Sono sciagure che si abbattono con pari forza sugli individui di pelle bianca e su quelli che Madre Natura ha rivestito di colori diversi. La Terra è una sola e coloro che sono costretti ad Angelo Tommasi- Gli emigranti – 1896 abbandonare il luogo natio perché ivi hanno il sopravvento le carestie, l’odio e la ferocia, vanno Il nostro ieri accolti e inseriti in maniera accorta nel tessuto I “migranti”, questi uomini e queste donne sui sociale e politico del “luogo sicuro “che essi sono quali tanto si discute, sui quali si è impostata, per riusciti faticosamente a raggiungere. L’Etica, al di motivi elettorali, una campagna discriminatoria, sopra dei vincoli ideologici di parte, dice questo e hanno affrontato condizioni di rischio lo dicono anche le leggi che promuovono la Pace decisamente maggiori di quelle patite da tanti fra gli uomini! nostri nonni italiani che, a inizio ‘900, Intanto, come se quanto appena affermato non traversarono il mare per raggiungere “le fosse vero, su uno sfondo sociale di arrivismo da Americhe”. un canto e di grave decadenza dall’altro, ti ritrovi Lì furono accolti e inseriti nel tessuto sociale con accanto chi calpesta con forza il tuo pezzetto di adeguata progressione. Vennero istruiti e resi strada perché, a gomitate e, se occorre a consapevoli delle norme delle Nazioni che li sprangate, si vuole imporre per raggiungere ad accoglievano e del complesso sistema produttivo ogni costo il suo misero, edonistico traguardo, fatto di cellulari speciali e di calzature alla moda.
di ciascuna di esse (Stati Uniti, Canada, Argentina, Venezuela ecc.). Noi, invero, non dovremmo dimenticare, nel ragionare con troppa superficialità, che fra i nostri ascendenti ci sono tanti di quei poveri contadini e pescatori campani, calabresi e lucani che sbarcarono a Coney Island, accolti sotto il manto protettore della Statua della Libertà. 5 In circa otto anni si calcola che ci fu un esodo dall’Italia di oltre cinque milioni di nostri compatrioti! E come non rammentare, ancora, che noi siamo anche discendenti di quei baldanzosi ed Faccetta Nera in moto 1932 approssimati conquistatori che, ultimi nella genia dei colonialisti europei, si persero con i loro moschetti sotto la pioggia di lance e di frecce, prima degli Etiopi a Dogali nel 1887 e poi degli Abissini ad Adua nel 1896. Cartolina dalla Libia 1935 Il tempo presente Oggi qui da noi la situazione è capovolta. La preclusione ideologica ad una accoglienza mirata, Michele Cammarano – Dogali - particolare seppur selettiva; la reiterata disposizione di chiusura dei Porti e degli Aeroporti; la Più tardi quei nonni risolsero con i lanciafiamme sospensione, a tempo non definito, del trattato di il problema e riuscirono a conquistare Eritrea e Schengen, sono atti che si palesano con il Somalia. Non è un segreto che portarono in quelle carattere di forte minaccia, seppur terre tanta morte, poco cibo, poca cultura e tutta la strumentalizzata palesemente per fini elettorali. Si spocchia presuntuosa dei vincitori. Sono nostri tratta di proposizioni improduttive e velleitarie anche quegli altri antenati che per molti anni si contro un inarrestabile fenomeno di esodo di tipo installarono in Libia, senza accorgersi di star biblico. Siamo intanto sommersi da enunciazioni, seduti su un enorme patrimonio di petrolio che, adatte solo a sproloqui elettoralistici da T.V. scovato all’epoca, avrebbe davvero dato senso al Queste si intrecciano, con teatrali e inconsistenti desiderio nazionale di colonizzare qualcosa! Ma dispute, ad opera di due figure, politicamente loro cantavano impavidi: “Tripoli bel suol avversarie, unite, tuttavia, da un patto di genere d’amore; Faccetta nera e “ziki paki ziki pu”! privatistico: “Il Contratto”. A costoro è affidato il Diciamoci la verità. Siamo stati poveri emigranti governo del nostro Paese. L’immagine dell’Italia sbarcando in America e improvvisati e scadenti all’esterno è deteriorata come non mai, in sede colonizzatori in Africa! internazionale e in particolare in seno alla CEE. Sarebbe assolutamente necessario, invece, dialogare e trovare, nella statica e assonnata Comunità, sbocchi al problema “rifugiati” come pure alla dinamica dei Mercati esteri, Cina in
primis, che fanno collassare parte delle nostre ordinaria, lasciando spazi solo a tecnici attività produttive. qualificati. Vale, ad esempio di tale permanente stasi, la Un possibile ritorno alla campagna, almeno di teorizzata mobilitazione dell’Europa, per fornire parte delle nostre masse operaie disoccupate, è, tecnologie e risorse “in loco” ai Paesi da cui per il momento, solo utopia. Prevale l’aspetto provengono molti dei profughi. Una “snob” innanzi teorizzato. mobilitazione che non appare affatto sostenuta da volontà reale. Si tratterebbe di un mega-progetto Allora è vero che una buona schiera di immigrati, 6 economico mirato ad aiutare, almeno una parte opportunamente inquadrati nei diritti e nei doveri, dei tanti diseredati del Centro Africa, assicurando potrebbe risolvere parte del pericoloso andamento pace e lavoro a casa propria. Di fatto non c’è una discendente della manodopera attiva e della valida volontà collegiale europea, né direttive natalità nel nostro Paese? Qualcuno ne parla da diplomatiche di sostegno a tale grandiosa scanni elevati, sulla scorta delle analisi oggettive, operazione. L’Africa Centrale si andrà, molto ma una parte del Paese, sostanzialmente miope e probabilmente, progressivamente adattando troppo egoista, appare pregiudizialmente all’invasione tecnologica ed allo sfruttamento contraria. Si parla di presunti complotti, di della Russia e della Cina, che appaiono i veri ostacoli al “programma di Cambiamento” e di colonizzatori del Terzo Millennio! volontà esterne “sospette”, avverse all’opera del Governo in carica. Si mortifica a Riace l’opera Il nostro oggi decennale di un Sindaco visionario, creatore di un modello di integrazione che desta l’ammirazione Ed oggi? Oggi sentiamo nell’aere il pesante del Mondo! Non è prevalsa subito la Verità e si è respiro sovranista di chi “vuole ad oltranza dovuta attendere la sentenza di un Giudice per proteggere i confini”! rimettere le cose a posto. Ma da che cosa e da chi potremo proteggere Ma per chi ha lo scettro del potere la Verità, la questo nostro popolo che, con l’avvento della Sincerità sono, in genere, pratiche da evitare e civiltà tecnologica, sin dagli anni sessanta del molto spesso da eludere! secolo scorso, cerca solo agiatezza e potere e non mette al mondo che pochi figli all’anno? Sono Intanto l’abituale, strafottente distacco con il state stravolte da tempo le condizioni di quale l’italiano medio tratta la “Cosa Pubblica”, “stazionarietà” teorizzate da Joan Stuart Mill considerandola materia complessa da evitare, ci (parità tra nati e morti all’anno), e ci ritroviamo ha condotto allo stato attuale. Il potere solo vecchi in esubero, sopportati e, in parte, governativo si articola lungo una duplice matrice: abbondantemente maltrattati, come si evince dalle una per certi aspetti, in forte sentore di “orbace”; verifiche periodiche della Caritas. l’altra in una utopica, grande illusione, quella d’essere in grado di gestire il Cambiamento. Si sostiene che c’è stata una forte evoluzione dei costumi. E’ vero! Che fare? Ma, intanto, anche per questo aspetto la nostra Oggi, dunque, più che mai sarebbe necessario popolazione è cambiata di molto, specie nel suo ritrovare il “buon senso”. Bisognerebbe al più profilo sociale. Si potrebbe definirla, con termine presto traghettare l’emozione popolare dal fuori moda, alquanto “snob”, poiché, rifuggendo ribellismo istintivo alla razionale visione del lavori defatiganti, considera del tutto peregrina la Paese, cogliendone la reale essenza. possibilità di prendere una vanga o una motozappa fra le mani. Vive affastellata, intanto, Buon senso, equilibrio, rispetto reciproco, serietà in formicai periferici alle grandi città, dopo aver nel lavoro, sono i veri fattori di Libertà, dunque, lasciate incolte terre fertili, per migliaia e migliaia che vanno riportati in primo piano in un Italia di ettari. Le fabbriche che furono meta dei unita che deve cancellare ancora troppe divisioni, massicci spostamenti interni oggi sono tra un Nord, agiato e in buona parte presuntuoso e automatizzate mediante tecnologie classista ed un Sud in perenne ascesa dove, in avanzatissime. Si respinge mano d’opera molte fasce sociali, prevalgono ancora ignoranza,
arretratezza e talvolta patetica, illusoria De Gasperi insegnò con il suo celebre discorso superiorità. all’ONU che, una Nazione può perdere una guerra ma può mantenere intatta la propria credibilità! Ma, intanto, nel ‘movimento ideologico’ delle masse giovanili del Paese si avverte, come Oggi, senza guerre perse, ci accorgiamo che in prevalente, quel moto di ribellione in base al quale sede internazionale stiamo perdendo credibilità e si ritiene di poter superare, senza alcuna fiducia per le improvvisazioni e gli atteggiamenti approfondita analisi, i veri fattori della crisi. Una di forza che si manifestano per argomenti di ascesa politica che da fronti opposti ha mirato solo modesto rilievo (il gran clamore per gli 7 alla conquista del potere. E in parte c’è riuscito, immigrati!), oppure troppe titubanze in casi di ben vero con la sistematica opera di cancellazione particolare urgenza (quanti tentennamenti per non solo della componente storica di un rimuovere da cariche pubbliche i responsabili di “passato”, oggettivamente negativo, ma di tutto il malversazioni; quante lungaggini per il ponte di “passato”. Il vaticinio è: “Ignorare Genova!). Intanto la situazione idrogeologica, sistematicamente ogni cosa che è stata”; dalla resa drammatica da frane, terremoti e mareggiate, Storia politica e sociale del Paese, alla ritualità dei è di fatto priva di adeguato controllo e senza un costumi di vita, alle tradizioni ed alla sapienza dei minimo di valida programmazione. Per “il padri. Una cancellazione senza esclusioni di sorta, problema rifiuti”, tossici e ordinari, manca una mentre vengono tollerate forme di strumentale seria pianificazione. I cumuli d’immondizia “revisionismo” a Piazzale Loreto come alla crescono a vista nelle grandi città e alimentano Risiera di San Saba! E’ paradossale, a pensarci nelle periferie roghi mostruosi. Nel campo della bene, puntare su così antiche contrapposizioni. E’ produzione di energia, per beghe di cortile ma non come se nel 1944, in piena eruzione del Vesuvio, per scienza, abbiamo rinunciato da tempo ai nel bel mezzo dei tanti problemi da risolvere, si Termovalorizzatori e, sul nostro territorio, fossero organizzate manifestazioni contro o a notoriamente a basso tasso di ventilazione favore di Pio IX nel ricordo della breccia di Porta naturale, puntiamo, gagliardi, verso le Pia! costosissime e sottoutilizzabili Pale Eoliche. Blocchiamo trivellazioni a terra e a mare ma, nel E’ un fatto, tuttavia, che tra le figure giovanili che contempo, non sosteniamo adeguatamente la si muovono sulla ribalta politica odierna Pesca e l’Agricoltura. Languono il Lavoro, emergono anche personalità, portatrici di l’Assistenza, l’Istruzione e viene lasciata aperta proposte valide, alle quali è giusto dare lo spazio l’eterna faida tra Sindacati e Imprenditoria, che meritano, magari con qualche consiglio scontentando ambedue le categorie e, di fatto, appropriato elargito da anziani, affidabili e allontanando dal Paese investitori esteri. sapienti. Ma ritenere, come proclamano a gran voce alcuni, di poter buttar tutto alle ortiche, è In sintesi senti un gran vocio, con il susseguirsi di pura demagogia! Andar ripetendo a pieno volume proposte, spesso inattuabili e subito dopo che “loro bastano per cambiare in meglio la nostra immediate, puntuali ripicche. Un cicaleccio Società” e che nulla potrà fermare i principi di mediatico continuo che nasconde la stasi in cui sovranità ai quali si ispirano, è da catalogare solo giace, narcotizzata, l’analisi dei veri interessi del come enunciazione di propositi inconcludenti. nostro Paese. Al lume di quel richiamato “buon senso” resta Si naviga a vista, stretti alla poltrona ma non al evidente che, se non si vedrà cambiare qualcosa timone! negli indirizzi attuali, il tutto risulterà, in tempo breve, davvero insopportabile. Basta osservare Ci sono doveri, per chi vive la realtà rotariana, che quanta tensione si è creata in sede Europea per il non possono essere elusi ed il primo fra questi è tentativo di superare i vincoli economici quello di non fare spallucce chiudendo gli occhi, dell’Unione. Una seconda Manovra Finanziaria in attesa che “qualcosa -vedrai- cambierà!”. Il per più giorni ventilata, parte in chiaro difetto buon senso e il dettato dei principi a cui il d’ossigeno, e resta una grave e temeraria messaggio di Paul Harris si ispira suggeriscono, operazione. peraltro, di non avventurarsi in atteggiamenti partitici per non inficiare le garanzie della
indipendenza di pensiero e di azione che Abbiamo dunque tanto da fare nel tempo attuale e caratterizza la missione rotariana. Quegli stessi nel prossimo futuro! principi ci dicono, tuttavia, che l’ingiustizia, la protervia, l’ignoranza vanno combattuti sempre, Tutto è perfettibile, infatti, ma, per raggiungere la con l’esempio, l’abnegazione, la solidarietà, e ciò meta di una Italia della Ragione, passerà ancora in funzione del bene comune e del rispetto di ogni molta acqua sotto i ponti! individuo. 8 *Ingegnere. Socio Onorario del Rotary Club Napoli Angioino “Raffaele Pallotta d’Acquapendente”. Già Segretario del Distretto Rotary 2100 per l’Anno 2000-2001. Senatore emerito dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli. Autore di pubblicazioni scientifiche, di conferenze e articoli di argomento sociale e di costume. Cultore di Storia del Meridione, ha ricevuto numerosi premi per aver pubblicato romanzi fra cui: Itinerario Borghese - Ed. Guida; Querce sul Mediterraneo (4° edizione) - Ed. Guida; La Ragnatela - Ed. Artstudio Paparo; La Malia di Sant’Angelo - Ed. Guida.
Quel ‘68 che animò il Sud di mezzo secolo fa 9 di Piero Antonio Toma Fra entusiasti e detrattori di ieri e di oggi, da Ma il Sessantotto ha anche i suoi detrattori, come Berkeley a Napoli, il lungo percorso degli obiettivi ogni mela spaccata a metà. Un po’ dovunque si è falliti e di quelli raggiunti. A cominciare dalla sviluppata una tendenza teocon – cioè teologico- emancipazione femminile. Un libro ne illustra, conservatrice – ben rappresentata, da Giulio attraverso una storia d’amore in due tempi, le Tremonti al Papa Emerito Ratzinger, che hanno origini e gli avvenimenti dal punto di vista mosso un atto d'accusa formidabile contro il meridionale. Sessantotto, visto un po' come l'origine di tutti i mali della nostra società. Come diceva qualcuno A cinquant’anni e passa di distanza, cos’è rimasto (John Stuart Mill), “I conservatori non sono di quel vasto movimento planetario come il necessariamente stupidi, ma gli esseri umani più Sessantotto, che ha segnato e trasformato il stupidi sono conservatori”. mondo, un empito che per la prima volta originava dai giovani e che si estese, dagli Stati Uniti L’epoca del cambiamento era già nell’aria all’Europa, in moltissimi scomparti del mondo civile? E soprattutto che cos’è rimasto nel nostro Sarebbe abbastanza miope declassare il Sud grazie al movimento studentesco nelle Sessantotto a rivolta studentesca, anche se i università da Napoli a Salerno, da Bari a Lecce, da giovani ne sono stati la levatrice generazionale. Palermo a Catania (le altre, Cosenza, Potenza, Innanzitutto occorre dire che il vento originario di Reggio Calabria, ecc. sarebbero sorte dopo)? alcune università americane, in particolare da Intanto noi non avremmo bisogno di un altro Berkeley, una delle università più decorate degli Sessantotto, ma di ciò che ci suggerisce Stati Uniti (contro la guerra in Vietnam e contro l’esperienza di quella stagione irripetibile l’obbligo della leva militare), aveva cominciato a attualizzandola al presente: adesso il 2% soffiare quattro anni prima per poi esondare in dell'umanità possiede più del 50% della ricchezza Europa (da una parte, il Maggio francese e , mondiale, la guerra alimenta il terrorismo e dall’altra, la protesta contro l’Unione Sovietica viceversa, mentre i mutamenti climatici stanno culminata col suicidio a Praga del giovane Jan portando il pianeta alle soglie dell'irreversibile. Il Palach davanti ai carri armati di Mosca) e in Italia, risultato più preoccupante è il passaggio dal futuro da Trento a Milano, Bologna e Roma, a Napoli e come promessa al futuro come minaccia. Con le in altre università del Mezzogiorno. Un clima che sue idee motrici, come la lotta contro la guerra, la si surriscaldò sin dal 1967 e che si sarebbe povertà, l’inquinamento atmosferico e come difesa riverberato ben oltre il 1970. Se il Sessantotto del lavoro, il ’68 può aver perso, ma esse fosse rimasto soltanto una protesta studentesca, sia rimangono un ineludibile traguardo per l’umanità. pure estesa e dalle tinte drammatiche, non avrebbe maturato il merito di riparlarne a tanti anni di Ricordiamo che quella fu prima volta nella storia distanza. Il punto è che gli studenti, e al loro dell’uomo che il potere economico-politico- seguito anche molti operai, si mossero in anticipo militare del mondo, da sempre nelle mani sui tempi facendosi portabandiera di umori, stagionate dei potenti, viene posto sotto accusa e tensioni, tendenze che stavano già lievitando un sotto scacco da un “manipolo di giovani po’ dovunque. scalmanati”.
Una città che spesso regala stagioni irripetibili specialmente dall’Islam, che non riconosce l’eguaglianza fra i due sessi, si distanzia E che, nelle sue parti più avvertite e sensibili, la l’Occidente. Esaltare la crescita della donna, società, a cominciare da quella di Napoli, fosse sul impegnarsi per la pace e diffondere la solidarietà punto di esplodere, lo dimostrano alcuni elementi fra gli uomini rimangono ancora oggi i tre primati caratteristici. Tutti riconosciamo l’imprescindibile epocali del Sessantotto. portato della musica, della canzone, dell’arte, del teatro, tra gli elementi identitari di questa città. Se i Beatles cantano che lei se ne va di casa Ebbene proprio nel Sessantotto, con Eduardo che 10 se n’è appena andato lasciando orfana metà della E a proposito della questione femminile dobbiamo popolazione, ecco ribollire le nuove linfe. ricordare che le donne, quando si sono emancipate, Significativo che in una strada del quartiere "si sono emancipate" da sole lottando e Chiaia, via Martucci, sorgessero come funghi tre sgomitando all’inizio proprio all’interno della teatri, piccoli, scuri, confinati in altrettanti famiglia. Ricordiamo inoltre che ancora alla fine scantinati, quasi ritrovi da consorterie intellettuali, degli anni ’60 il Codice stabiliva che la famiglia ribollenti di umori esplosivi e pronti ad accogliere era governata solo dal maschio, era solo lui a le nuove leve della musica, della canzone e della stabilire la residenza, ad amministrare il danaro e scena. Il Teatro Esse di Gennaro Vitiello, il Teatro le proprietà della coppia, a detenere il potere di Instabile di Michele Del Grosso e il Play Studio di picchiare la moglie e i figli. Alle donne era anche Arturo Morfina. E qui affioravano testimoni precluso il concorso in magistratura perché il loro musicali di alto livello. Ma il teatro sapeva ciclo mestruale avrebbe annebbiato le loro riscoprire figure come Raffaele Viviani ad opera di capacità di giudicare. E se una ragazza veniva Antonio Ghirelli, Achille Millo, Giuseppe Patroni rapita e violentata da un uomo che non le piaceva, Griffi e poi anche di Francesco Rosi col suo “Le era costretta a sposarlo, altrimenti sarebbe rimasta mani sulla città”. Qui trovarono rifugio e applausi “disonorata” e nubile per tutta la vita. Per fortuna, gli artisti dell’americano Living Theatre. Fermenti a metà degli anni 60 ci fu, proprio in Sicilia, Franca rivoluzionari attraversavano anche le discipline Viola, la prima donna a rifiutare le “nozze artistiche come documenta da par suo Roberto De riparatrici”. Per questo suo no (che portò anche Simone. Perché Napoli? Una domanda senza all’arresto e alla condanna del suo violentatore e risposta per una città che spesso regala stagioni dei suoi complici) fu costretta ad andarsene irripetibili. dall’isola. In quegli anni i Beatles cantavano in She’s leaving home (1967) “Lei se ne va di casa Pace e solidarietà rimangono ancora oggi i dopo aver vissuto da sola per così tanti anni”. primati epocali del ‘68 Giusto il contrario di ciò che spesso accade oggi. Molto di più di un fenomeno studentesco quel ’68, A Napoli nessun leader ma la documentazione dunque, meglio l’epopea di una società che pareva più copiosa svegliarsi dal letargo. Basti anche pensare al ruolo della donna che per la prima volta, iniziava a Queste ed altre notizie sono ospitate nel mio mandare in soffitta la propria sempiterna recente volume “A Sud del Sessantotto, tra storia subalternità guadagnando faticosamente nuovi e storie” (Guida editori), nel quale, fra narrazione spazi di autocoscienza. Ma nel suo complesso, lo e rievocazione, una sorta di romanzo in due tempi ripetiamo, tutta la società, anche quella impreziosito da una ventina di “testimoni”, ho meridionale, ha potuto beneficiare di questa cercato di fare il punto sulla quella stagione vista trasfusione. Da quella stagione sono derivate da Napoli e dal Mezzogiorno. conquiste come la minigonna, il divorzio e l’aborto. Sul piano politico nel 69 il movimento studentesco si trasformò in movimento operaio e l’anno successivo vide la luce lo Statuto dei lavoratori. A quella stagione dobbiamo l’aver capito che il vero problema della democrazia è il riconoscimento dell’uguaglianza fra uomini e donne. Ed è su questa frontiera che ora
Quando la bellezza ha bisogno delle rivoluzioni La compilazione della sezione “a più voci” nel volume si articola in lunghi e articolati dialoghi ai quali partecipano i giovani di allora, e che poi avrebbero frequentato l‘università dall’altro versante della cattedra, come Gianfranco Borrelli, Guido d’Agostino, Vittorio Dini, Antonio Gargano e fino all’americano Gordon Poole, 11 reduce da Berkeley. Nella rosa dei contributi non mancano altri studiosi, scrittori, registi, artisti, architetti, attori, tutti a dire la propria e a mettere in luce successi e insuccessi di quella stagione tanto entusiasmante quanto travagliata e quanto poco condivisa. Come abbiamo visto dai conservatori di ieri e di oggi. Segue un’appendice contenente: il resoconto di un’occupazione della sede centrale dell’università partenopea e degli scontri fra forze dell’ordine e Movimento studentesco; le sigle delle associazioni dei docenti e degli studenti e l’elenco dei nomi. Come sostiene Albert Camus, citato in un esergo del libro, “La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno E mi sono accinto a scriverlo dopo avere di lei”. constatato che il Sud del ‘68, come tanti altri Sud, è stato pressoché ignorato dalla narrazione Due fallimenti e due successi nazionale. Ma ci sono altre regioni che Infine occorre porre in chiaro una distinzione ben sottintendono alla sua nascita. Innanzitutto Napoli netta: il 68 non ha nulla a che fare col terrorismo si distinse dalle altre città della Penisola per del decennio successivo e le cui responsabilità, mancanza di un leader, mentre guidavano la dalla morte di Aldo Moro in poi, vanno ascritte contestazione studentesca Adriano Sofri a Pisa, esclusivamente alla classe politica. E giusto per Mario Capanna a Milano, Renato Curcio a Trento concludere, diciamo che il 68 non si esaurisce nella e Guido Viale a Torino. In secondo luogo la solita candelina sulla torta del mezzo secolo, ma documentazione di Napoli scritta e pubblicata sicuramente merita la seguente citazione che lo durante e dopo il ‘68 fu sicuramente la più copiosa gemella con un’altra data del secolo precedente: di tutte. Il libro poi si sofferma sulla durata della “Il 1848 e il 1968 sono due rivoluzioni fallite che contestazione che qui si dilatò sia prima e sia molto hanno avuto successo”. tempo dopo. E infine, ciò che contraddistingue il fenomeno partenopeo, fu la presenza più massiccia che altrove degli studenti dell’estrema destra. Giornalista professionista, laurea con 110/110 all’Università di Napoli in Scienze Politiche con la prima tesi in Italia sulla Cina comunista. Ha lavorato a Il Sole 24 Ore. Attualmente collabora con Repubblica. Ha fondato e diretto l’agenzia stampa Informedia, alcuni periodici e una casa editrice. Ha pubblicato una quindicina di libri di narrativa, poesia e saggi storici, tra i quali Il silenzio dei giusti. Napoli 1943. Il ritorno degli Ebrei (Grimaldi 2004, e per il quale nel 2015 ha ricevuto la cittadinanza onoraria del Comune di Tora e Piccilli). Altri riconoscimenti: Trofeo Chinnici, Premio Pompei, Premio Palizzi, Premio Megaris e nel 2017 Premio internazionale Francesco Saverio Nitti. È autore di testi musicali.
Molo San Vincenzo: una grande opportunità 12 per Napoli di Pietro Spirito Descrizione del Molo San Vincenzo ipotizzare la destinazione a sede distaccata del costituendo Museo del Mare. Il Molo San Vincenzo costituisce la parte più occidentale del Porto di Napoli e si estende, La quarta parte del Molo San Vincenzo, oggi già perpendicolarmente alla Città, per circa due di competenza dell'AdSP, va dall'Eliporto chilometri e mezzo dal centro della città (Palazzo (costruito in occasione del terremoto del 1980 ma Reale e Maschio Angioino) verso il Golfo, in mai collaudato e quindi mai utilizzato) fino al Faro direzione del Vesuvio. ed alla statua di San Gennaro. La quinta parte va La prima parte, la Darsena Acton, costeggia via dal Faro fino all'imboccatura del Porto, ed al Acton ed è per tre lati di competenza dell’ex momento non è praticabile. Autorità Portuale di Napoli, oggi Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (d’ora in avanti AdSP), mentre la banchina opposta a via Acton è gestita dalla Marina Militare: nella Darsena Acton sono ospitate barche per charter, barche di servizio e mezzi della Marina Militare. La seconda parte va dal Corpo di Guardia della Marina Militare fino al Piazzale Alzabandiera: vi si trova l'insediamento principale della Base Navale, con tre edifici occupati per gran parte da uffici della Marina. È insediato il Comando Logistico della Forza Armata, attività che non richiede necessariamente una localizzazione con proiezione diretta affacciata integralmente sul mare. Nella terza parte, che dal piazzale Alzabandiera muove verso Sud Est fino all'Eliporto, insiste una lunga serie di edifici che affacciano da un lato sulla banchina lato Stazione Marittima e dall'altro sulla diga foranea lato via Partenope. Una parte minore di questi edifici è occupata da abitazioni dei militari mentre la maggior parte, in stato di Stralcio del master Plan evidente abbandono, necessita di radicali interventi di manutenzione straordinaria e di L’idea progetto per il futuro del Molo San importanti investimenti. Di questa area fa anche Vincenzo parte lo stupendo bacino borbonico di raddobbo costruito, primo in Mediterraneo, nel 1852: in Il Master Plan del Porto di Napoli, approvato nel esercizio fino ad una ventina di anni fa il bacino 2018 dal Comitato di Gestione della Adsp, necessita di importanti lavori e se ne può poi prevede: - la riqualificazione del waterfront portuale aperto alla città, nell’area monumentale
che va dal Molo San Vincenzo all’edificio maggiormente qualificata di residenzialità dell’Immacolatella, sicuramente uno dei prioritari alberghiera. obiettivi per la riorganizzazione dell’area funzionale destinata al trasporto passeggeri; - l’area di ponente del porto, che parte dal Molo San Vincenzo, e comprende il porto storico, la calata Beverello e la calata Piliero, è riorganizzata intorno alla macro-funzione passeggeri che comprende: le aree destinate al traffico veloce da e Molo San Vincenzo – Sviluppo complessivo 13 per le isole (Molo Beverello), le aree destinate all’accoglienza e gestione dei croceristi (Stazione Anche sulla spinta delle Associazioni e dei Marittima e Molo Immacolatella), l’area destinata cittadini napoletani, la AdSP ha proceduto alla al traffico per le isole (Calata di Massa) e infine la risistemazione dell’area finale del molo con il previsione per il Molo San Vincenzo di un’area rifacimento del grande Piazzale di San Vincenzo e destinata all’ormeggio di grandi yatch. di quello adiacente lato mare con la statua di San Gennaro, con la ripavimentazione di un’area di 3.500 metri quadri, con la sua messa in sicurezza e recinzione e con la creazione di un approdo in corrispondenza della statua di San Gennaro. Progetto della Nuova Stazione Beverello L'idea originaria del 1998 era di utilizzare il Molo San Vincenzo per l'ormeggio di navi da crociera in transito che non trovassero posto alla Stazione Marittima. Il lungo tempo trascorso da allora, come spesso Molo San Vincenzo – prospetto frontale accade, ha profondamente cambiato gli scenari: le navi da crociera sono enormemente cresciute per Con ogni probabilità, considerata l’articolazione e stazza, lunghezza e passeggeri trasportati (oggi la complessità del progetto, sarebbe consigliabile una grande nave - tra passeggeri ed equipaggio - renderlo operativo in due fasi: la prima con un arriva quasi a 10.000 persone) e la loro dimensione orizzonte di breve-medio termine, mantenendo originaria (inferiore ai 200 metri di lunghezza) è ancora la presenza del Comando Logistico della stata quasi raggiunta dai giga e mega yachts, ormai Marina Militare secondo uno schema che ne renda piccole navi più che grandi yachts. compatibile la presenza assieme ad altre funzioni; la seconda, con un orizzonte di medio lungo Bisogna quindi ripensare, come previsto dal termine, che preveda invece una diversa Master Plan del Porto di Napoli, ad un utilizzo localizzazione del Comando Logistico, commerciale delle banchine per ormeggiarvi mega arricchendo il contenuto di offerta alberghiera e e giga yacht che potranno portare grande ricchezza turistica del progetto. alla Città di Napoli. La valorizzazione degli edifici oggi non pienamente utilizzati può invece L’idea da cui partire, almeno per una prima fase costituire utile occasione per qualificare il progettuale di immediata realizzabilità, è quella di portafoglio della offerta alberghiera di qualità per un utilizzo misto e compatibile tra i tre principali una città come Napoli che ha conosciuto un forte stakeholders pubblici: l’Autorità di Sistema boom turistico non accompagnato da un Portuale, il Comune di Napoli e la Marina Militare, programma di incremento della offerta con un ruolo chiaro per le partnership private, che assumerebbero due compiti: la valorizzazione
immobiliare dei cespiti immediatamente liberi e e civili (megayacht), previa risistemazione delle l’attrezzaggio del molo per i mega ed i giga yacht. banchine con investimento privato. Gli edifici prospicienti le banchine (la prima parte di La prima parte del Molo sulla sinistra (prospiciente competenza Marina Militare e la seconda parte di la Darsena Acton) sarà delimitata ed competenza AdSP) potranno essere oggetto di un opportunamente protetta, resterà nella prima fase grande progetto di ristrutturazione e di riutilizzo. zona Militare e sede del Comando Logistico della Marina, ubicato nei tre grandi edifici posti alla In una seconda fase, avendo preventivamente radice. individuato ed attrezzato un edificio nel quale 14 collocare integralmente il Comando Logistico della Marina Militare (si può pensare ad uno degli edifici dell’area ex Nato ad Agnano), si potrebbero anche valorizzare i tre blocchi architettonici frontali posti in radice del molo San Vincenzo, rendendo il progetto da un lato ancora più attrattivo per gli investitori privati e dall’altro ancora più completo il percorso di recupero dell’area alla funzionalità turistica. È però evidente che la seconda fase deve essere Molo San Vincenzo – Edifici Borbonici disegnata, così come la prima, con certezza di tempi per la realizzazione degli investimenti L’area successiva, e cioè tutto il Molo che privati: solo la credibilità di un time schedule partendo dall’imboccatura della darsena Acton ferreo e garantito può costituire davvero quella fino al faro ed alla statua di San Gennaro (oltre due condizione capace di attrarre l’interesse potenziale chilometri di lunghezza potrà ospitare navi militari degli imprenditori privati. Presidente Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale presso Ministero Infrastrutture e dei Trasporti: (Porti di Napoli, Salerno, Torre Annunziata). Laureato presso la Università degli Studi di Napoli Federico II. Perfezionamento Indirizzo Economico presso Dipartimento Scienze Politiche della stessa Università. Docente incaricato presso l’Università di Tor Vergata a Roma. Autore di numerose pubblicazione e di libri . In precedenza; Direttore Istituto G. Tagliacarne; Corresponsabile del Progetto Invitalia per la sistemazione urbana di Bagnoli.; Dirigente presso ATAC ; Funzionario direttivo presso Consob; Presidente dell’ Interporto di Bologna; Capo Operazioni presso Ferrovie dello Stato.
Il Centenario della Scuola del Bauhaus: storia e attualità 15 di Alessandro Castagnaro Quest’anno cade il centenario della Scuola del ed i successivi sviluppi, si formano un’estetica Bauhaus ed ho accettato con piacere di trattare industriale e un linguaggio formale collettivo. questo argomento sull’organo di stampa del Rotary perché sono convinto che tale tematica non La Bauhaus propone una "sintesi" di arte, sia legata esclusivamente al mondo degli addetti ai artigianato e industria realizzando, attraverso una lavori - architetti, designer, artisti - in quanto con serie di laboratori, una molteplicità di prodotti i suoi principi fondatori e con i risultati raggiunti funzionali e, allo stesso tempo, di elevato valore nella sua evoluzione, ha fortemente inciso sui estetico, non più per un élite privilegiata, una cambiamenti del gusto del cosiddetto secolo breve, monarchia in decadenza o per un’alta borghesia per dirla con Eric Hobsbawm, e sulla vita ma alla portata della società di massa con l’intento contemporanea di noi tutti. fondante di incidere sull’ambiente diffuso con la qualità dell’arte. La "Statliches Bauhaus Weimar" viene fondata nel 1919 nella repubblica di Weimar ed assume la denominazione dalla città che la ospita, la stessa città in cui si tenne un'assemblea nazionale per redigere una nuova costituzione dopo la sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale, da cui il Reich tedesco, nel periodo tra il 1919 ed il 1933, venne denominato Repubblica di Weimar. Fu il primo tentativo di stabilire una democrazia liberale in Germania, in un periodo di grande tensione e di conflitto interno, nonché di grave crisi economica, che si concluse con l'ascesa al potere di Adolf Hitler e del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori nel 1933, anno in cui, comunemente, viene segnata la fine della Repubblica di Weimar Va considerato che negli anni immediatamente con l’annullamento di tutti i meccanismi forniti da dopo il primo conflitto bellico le Avanguardie un normale sistema democratico. Figurative avevano mutato il concetto artistico. Con Avanguardie Figurative si tende a riunire quel In questo contesto viene fondata da Walter gruppo di correnti artistiche che sperimentano Gropius (1883-1969), ritenuto poi tra i maggiori nuove forme e soluzioni, rispetto alla produzione architetti del Novecento, la Scuola democratica e corrente; una sorta di abbandono della cultura fondata sul principio della collaborazione romantica a favore di nuovi linguaggi. La pittura, reciproca tra maestri e allievi, tra artisti e artigiani, ad esempio non è più intesa come rappresentatività con l’obiettivo di creare un’unità culturale, ma come espressione di quello che l’artista sente o espressione della civiltà moderna ed industriale, che vuole esprimere. Fu in questo periodo che attraverso un accordo tra la produzione in serie: trovarono spazio il Futurismo con il nostro premesse che ambiscono a superare lo storico Marinetti, il Purismo, il Cubismo, il antagonismo tra artista ed artigiano nel momento Neoplasticismo, per citarne solo alcune, oltre alla in cui, dopo la rivoluzione industriale (1760-1830) nascita di nuove forme artistiche rappresentative
come la fotografia nata nel 1839 e la cinematografia (1891). Fedele ai suoi tempi, fra gli insegnamenti della Scuola vi era anche l’introduzione della teoria dello spazio-tempo, continuo e mobile, in accordo con le tendenze dinamiche che hanno introdotto la dimensione del tempo nell’arte, proprio dai presupposti sviluppati da Picasso e da Braque con 16 quella che viene poi definita “quarta dimensione”, il tempo necessario a fruire di un’opera d’arte. In sostanza viene abbandonata la molteplicità di Ai professori della vecchia accademia, in sinergia livelli di lettura dell’opera d’arte, valida fino a con gli artigiani, vengono affiancati nuovi maestri tutto l’800, in particolare per la pittura e la scultura chiamati da Gropius: Lyonel Feininger, Gerhard che affrontavano, con una narrazione tratta dalla Marcks e Johannes Itten assieme a pittori, scultori, vita comune, dai paesaggi, dai sacri testi, da varie scenografi, designer come Paul Klee, Johannes forme di spettacolo. Itten, Piet Mondrian, Oskar Schlemmer, Vassilij Kandisky, Lyonel Feininger, Mies van der Rohe, Josef Albers, Marcel Breuer. Essi erano strutturati per operare in laboratori di falegnameria, del metallo, della pittura murale, della pittura su vetro e della tessitura, prima affidati a Itten e poi, dal 1923, all’ungherese Moholy-Nagy, proveniente dal campo costruttivista che alimentò esigenze nuove come la funzionalità d’impiego e, quindi, una maggiore praticità d’uso dell’oggetto, abbandonando così il principio formale di una struttura rigidamente geometrica. I laboratori Quindi l’arte oltre ad esprimere i suoi valori trovarono la loro applicazione nelle diverse intrinseci, rappresentava fino ad allora una sorta di sessioni che costituivano la Scuola: l’arredamento, racconto. Insomma come è stato notato da Renato il teatro, la scenografia, la grafica pubblicitaria, il De Fusco, noto storico dell’architettura e del design ed altri ancora. Nel 1925, la Scuola si design: “il codice multiplo dell’arte del passato dovette trasferire da Weimar a Dessau nella nuova consisteva in tanti strati di conoscenza tali che ogni sede progettata dallo stesso Gropius che, in ambito singola opera poteva essere compresa dal maggior architettonico realizza con il progetto di questa, numero di persone di qualunque livello culturale.” assieme agli alloggi dei docenti e al vicino quartiere di alloggi popolari Torten, un’opera che Nel marzo del 1919, Walter Gropius, direttore può considerarsi come Manifesto dell’architettura della Bauhaus a Weimar, ne pubblica il manifesto- razionalista tedesca. programma con la Cattedrale di Lyonel Feininger sul frontespizio, di cui è significativo questo passo: In effetti la Scuola perseguì un’operazione che «insieme concepiamo e creiamo il nuovo edificio coniugava aspetti sociologici, di didattica e del futuro, che abbraccerà architettura, scultura e stilistica con caratteri socio-politici ma, pittura, in una sola unità, e che sarà alzato un prevalentemente, istituì una metodologia giorno verso il cielo dalle mani di milioni di innovativa legata al linguaggio razionalista. lavoratori, come il simbolo di cristallo di una nuova fede.»
In definitiva, come ha avuto modo di scrivere il noto storico dell’arte Giulio Carlo Argan in un suo volume dal titolo Walter Gropius e la Bauhaus pubblicato da Einaudi nel 1951 - che resta ancora un contributo storiografico fondamentale per la valenza della Scuola - la Bauhaus: «riflette la crisi della società e della cultura moderna e propone uno strumento di riforma artistica, collegando creatività e mondo della produzione e proponendo 17 una realtà internazionale, oltre le tradizioni locali.» Infatti Gropius offre della progettazione l’immagine di una fattiva possibilità che lega il Venendo all’aspetto pratico della Scuola, che progresso alla collaborazione fra i popoli e ad un ospitava duecentocinquanta allievi - ammessi corretto uso di tecniche e moderne capacità dopo il superamento di un test attitudinale - questi produttive, grazie anche alle fabbriche e alle loro venivano indirizzati ai vari insegnamenti che catene di montaggio. seguivano il metodo “imparare facendo” dell’estetica normativa di tipo psicologico- Obbiettivo fondamentale, oltre alla qualità diffusa, sperimentale e, soprattutto, delle indicazioni era quello della grande quantità ad un giusto pedagogiche di Friedrich Fröbel. In effetti dalla prezzo, con una spinta propulsiva verso la forte Scuola nasce un cosiddetto stile Bauhaus ben evoluzione del gusto, adeguandolo verso un presto integratosi nell’architettura e nel design mondo che si avviava ad una rapida internazionale. trasformazione. Una serie di fattori costringono Gropius a lasciare la Scuola e a dedicarsi alla sperimentazione degli alloggi popolari con innovative tipologie edilizie, alla direzione subentrarono prima H. Meyer e poi Mies van der Rohe. Gli eventi storici incalzanti (la diffusione del partito nazista che fortemente osteggiava la Bauhaus considerata la "cattedrale socialista") causarono prima la chiusura nel 1932 della sede di In definitiva possiamo sostenere che la Scuola ha Dessau e, successivamente, la soppressione avuto una sua influenza sia per i propri meriti sia definitiva della sede di Berlino nel 1933 che ebbe perchè la critica e il dibattito successivo le hanno come conseguenza l’emigrazione della maggior attribuito grandi valenze, trasmesse fino parte dei suoi esponenti in tutto il mondo, dove all’attualità; inoltre possiamo sostenere che allievi e docenti continuarono a sperimentare, in nell’ambito del linguaggio dell’architettura particolare negli Stati Uniti d’America. moderna, accanto al contributo di Frank Llojd Wright, di Mies Van der Rohe e di Le Corbusier, la Scuola del Bauhaus ha istituzionalizzato stilisticamente a livello globale un linguaggio che ancora oggi ci consente di leggere le sue tracce. Professore di Storia dell'Architettura Università Federico II di Napoli. Ha insegnato presso la Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena e al Master di II livello, Progettazione di eccellenza per la città storica: Insegna presso la Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio della Federico II. È Presidente dell’aniai Campania (Associazione Ingegneri e Architetti della Campania) e dell’ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti). Autore di vari libri con importanti case editrici e di numerose pubblicazioni sul suo tema disciplinare. Già Presidente della Commissione Edilizia del Comune di Napoli, attualmente presiede la Commissione Locale del Paesaggio. In ambito rotaryano: 2008-2009 Presidente Club Napoli Est; E’ stato assistente del Governatore, Presidente della Commissione Distrettuale Problemi Urbani; componente Commissione Distrettuale formatori; Presidente Commissione distrettuale progetti.
Regimen Sanitatis Salernitanum La dieta di mille anni fa di Giovanni Blasi 18 rispettare il giusto e sereno riposo (requies); calibrare nella pratica quotidiana un’oculata dieta alimentare (moderata diaeta). È il primo verso, del Regimen della Scuola Medica Salernitana: “Anglorum Regi scribit Schola tota Salerni”. Nel tempo diventa quasi marchio di riconoscimento. L’intera collettività medica, suggerisce qualche corretto principio di comportamento e di dottrina sanitaria. Alla luce di queste regole, rivive la memoria di curas tolle graves (res naturales). Stress antico altre più antiche e remote parole. e moderno, ansia e tormento: del potere, della carriera, del danaro, dei piaceri, etc…; “La giocondità del cuore è la vita dell’uomo. irasci crede profanum. Turbolenze passionali, Allieta la tua anima…tieni lontana la di corpo e di anima, picchi nocivi, tristezza…gelosia e furore accorciano i giorni, ingovernabili scompensi; le ansie fanno invecchiare innanzi tempo. Il parce mero, coenato parum (res innaturales). sonno di un cuore lieto vale più di cibi Imperativi e suggerimenti, alimentazione e prelibati” (Iucunditas cordis haec est vita bevande, uso ed abuso di vino; hominis…Tristitiam non des animae tuae, et non sit tibi vanum surgere post epulas, non affligas temetipsum in consilio tuo, et somnum fuge meridianum. Raccomandazioni: exultatio viri est longaevitas…tristitiam longe esercizio fisico e riposo pomeridiano; repelle a te…Multos enim occidit repletio ed evacuatio. Non sacrificare- tristizia…Zelus et iracundia minuunt dies,, et reprimere alcune necessità corporali; ante tempus senectam adducet cogitatus ne mictum retine, ne comprime fortiter anum. (Ecclesiastico, 30, 21-26). Non trattenere l’urina, non sottovalutare lo stimolo a defecare. Il discorso sui confini della dieta, nei successivi aforismi che trattano l’IGIENE, si allunga, si Concludono il breve dialogo tre regole auree, amplia, scende in dettagli, diviene anche linea indispensabili in assenza di medici: aprire lo etica oltre che terapeutica. È un percorso non spirito al soffio gioioso della vita (mens laeta); sempre del tutto lineare né sempre sul filo di
costante e stringente logicità. Ma l’antica saggezza dell’aria (sia pura, non maleodorante per fetide riecheggia spesso lezioni di concreta attualità, folate di fogna); offre condivisibili ed equilibrati insegnamenti, pur talvolta tradita e intersecata da qualche palese le stagioni e i mesi dell’anno (i tempi ingenuità. propizi o negati ai salassi, ai piaceri, ai bagni caldi o freddi, all’insorgere di C’è un discorso proemiale: la vita e il corpo malattie, al consumo di cibi nocivi o dell’uomo, per l’insita sofferente fragilità, devono prelibati, alle stagioni del freddo e del essere sostenuti da regole di buona sanità per caldo, alla flebotomia, a incidere la vena, ai 19 difendere l’integrità fisica e psichica. È per questo brodi o alle carni, agli aromi piccanti, che Dio ha ispirato l’arte medica (“Tieni conto del all’assunzione o al rifiuto di farmaci, alle medico perché ce n’è bisogno, poiché anch’egli fu delizie delle tentazioni di Venere, agli istituito da Dio”, già suggeriva l’Ecclesiastico. spazi da dedicare al ristoro del sonno, al Honora medicum propter necessitatem: etenim godimento o alla moderazione nelle illum creavit Altisssimus. 38,1). Ma non mitizzare pietanze, all’uso della frutta del latte del la medicina, sappi che l’arte può solo allungare la vino delle erbe dei legumi etc… ); vita, non renderla eterna. È perciò necessario l’ambiente, colorato ristoro per gli occhi, proteggersi dai malanni, meglio preventivamente sereno rifugio allo svolgersi benefico del (è subito evidente la regola indeclinabile e giorno (fonti laghi boschi). originale della Scuola Salernitana), quando si gode buona salute: devi vivere saggiamente da vecchio, E poi, la felicità dello spirito (il canto); se vecchio vuoi essere chiamato. l’incantevole e illusorio scenario della vita (rinnovare spesso leggiadra veste); l’intrigante Cade così opportuna la conoscenza e la pratica di godimento fisico dei sensi (portati ogni tanto a alcuni consigli, che il Regime detta per poter letto graziosa e allegra giovinetta): piacevole è regolare e interpretare i giorni, le stagioni, gli anni coire a primavera, anche d’inverno, soprattutto in dell’umana esistenza. autunno: a chi gode buona salute il coito, praticato con giudizio, allunga la vita. Ascoltiamone la semplice, ma non fragile lezione, in un florilegio sintetico, in parte artatamente Quindi il momento del sonno, vero toccasana, con mixato. leggi e cautele salutari e precise (sei le ore di riposo per giovani e vecchi, sette per i pigri, otto per nessuno; esagerare col sonno significa procurarsi danni; pessima abitudine è dormire supino; si può giacere su entrambi i lati del corpo, ma preferisci il lato destro, mai devi dormire sul dorso: allungati in morbido letto, ma dal freddo stai protetto). E ancora qualche ulteriore sommesso veloce suggerimento: non passeggiare a capo scoperto, né quando fa freddo, né sotto il sole; quando soffri qualche malanno il bagno è bene evitarlo; a stomaco pieno non immergerti nell’acqua, bagnati invece tranquillo dopo aver digerito; il bagno di mare dissecca il corpo, quello d’acqua dolce restringe i pori e raffredda le membra. Seguono generali, amichevoli, accorati, complici INFLUSSI FISICI quasi e festosi suggerimenti. Vi sono influssi fisici che coinvolgono e Accogli, ogni giorno, l’inizio del nuovo giorno, condizionano la vita degli uomini: la qualità con gioia fiduciosa, anche col canto, raccomanda il Regime. Appena sveglio lavati con acqua fresca,
pulisci i denti, e muoviti con moderazione. Se vuoi stomaco vuoto è invaso da umori maligni, e in tal vivere sano, pulisci-detergi spesso le mani (quasi modo anche il cervello si indebolisce. peregrino e involontario gesto liturgico, metafora e segno di decoro e salute). Per una equilibrata dieta attieniti alla quantità, a quante volte consumare il cibo, al tempo: tutti Non esagerare in privazioni, astinenze e digiuni, elementi questi riservati al consiglio del medico. gusta saporose pietanze, innaffiale con invecchiate bottiglie di vino (proviamo a generalizzare: il *** medioevo predicava e imponeva gesti e 20 comportamenti diversi da questi, cadenzava osservanze nel corso dell’anno, tutto segnato e scandito com’era da spirituali e ascetiche ricorrenze, da impegnative pratiche religiose. Sembra che ora avanzi e si respiri una accattivante fragile e tenue rinascita della vita terrena, pur senza che si smetta o si smarrisca e svaluti l’aspirazione e la costante speranza di un aldilà attraente, pieno di mistica e pura beatitudine). Evita solo abitudini viziose, non indulgere smodatamente alla gola (anche questa affermazione sembra sottendere un richiamo alle virtù medioevali. Forse qui il vizio della gola da rifuggire potrebbe significare anche allentare o frenare nei poveri istintivi rimproveri etici e sociali contro i ceti privilegiati, esclusivi detentori dei beni materiali in genere e dei prodotti alimentari in specie. Il Regime infatti sembra normalmente privilegiare il dialogo con chi detiene il potere, pur occupandosi, come in questo caso, di regole sanitarie, che riguardano il fisico benessere che investe tutta la comunità). Il discorso continua con più icastica concretezza. Non sederti a mensa prima di aver digerito il cibo precedentemente consumato, ascolta il sottile Soffermiamoci ora su alcuni indispensabili richiamo della saliva per accingerti a consumare componenti alimentari: acqua e vino, bevande nuovi alimenti. comuni e abituali. A tavola riempi il ventre solo a metà. Nello stesso L’ACQUA banchetto non consumare vini diversi e pietanze L’acqua. Sia tersa di fonte, leggera e fresca, senza contrastanti e variegate. Prima di mangiare particolare sapore, priva di ogni odore. La buona muoviti pure con libertà, ma dopo passeggia acqua deve diventare calda con poca legna per lentamente. poter lessare i legumi secchi (alimenti allora di Pratica una cena frugale che rende serena la notte grande e diffuso consumo). e allunga la vita, ma evita perfino di cenare, se non L’acqua più sana di cui servirsi (era il tempo ne hai l’abitudine. preistorico, lontano dall’attuale nostro Controlla giudiziosamente il bere, non trasbordare problematico inquinamento atmosferico) è l’acqua oltre i naturali limiti dell’appetito. Evita anche di piovana; eccellente è anche l’acqua di fonte che dilazionare l’appetito col digiuno, perché lo volge al sorgere del sole; ogni rivolo, invece, che inclina a mezzogiorno è nocivo (la purezza
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