Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
opera
Stagione teatrale 2018-2019
 TEATRO DANTE ALIGHIERI

Umberto Giordano

Andrea Chénier
Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Teatro di Tradizione Dante Alighieri

 Stagione d’Opera e Danza
                 2018-2019

Andrea Chénier
  dramma di ambiente storico in quattro quadri
                 di Luigi Illica
         musica di Umberto Giordano
(Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano)

              Teatro Alighieri
       venerdì 8 marzo ore 20.30
      domenica 10 marzo ore 15.30
Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Sommario
                                                La locandina................................................................. pag.            5

                                                Il libretto. ........................................................................ pag.    7

                                                Il soggetto...................................................................... pag.       39

                                                Andrea Chénier,
                                                un dramma di retorica umbertina
                                                di Nicola Berloffa . .................................................... pag.               41

                                                Quattro quadri di storia cantata
                                                di Angelo Foletto . ..................................................... pag.               43

                                                I protagonisti .............................................................. pag.           51

Coordinamento editoriale
Cristina Ghirardini
Grafica Ufficio Edizioni
Fondazione Ravenna Manifestazioni

Si ringrazia Fondazione Teatro Comunale
Luciano Pavarotti di Modena per aver
messo a disposizione il materiale editoriale.

Foto di scena del Teatro Comunale
di Modena © Rolando Paolo Guerzoni

L’editore si rende disponibile
per gli eventuali aventi diritto
sul materiale utilizzato.

Stampa Grafiche MDM, Forlì
Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Andrea Chénier
dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica
musica di Umberto Giordano
(Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano)

personaggi e interpreti
Andrea Chénier Samuele Simoncini
Carlo Gérard Ernesto Petti
Maddalena di Coigny Saioa Hernández
La mulatta Bersi Nozomi Kato
La Contessa di Coigny Shay Bloch
Madelon Antonella Colaianni
Roucher Stefano Marchisio
Pietro Fléville / Foquier Tinville Alex Martini
Il sanculotto Mathieu Fellipe Oliveira
Un “Incredibile” Alfonso Zambuto
L’Abate Roberto Carli
Schmidt Stefano Cescatti
Il Maestro di Casa / Dumas Luca Marcheselli

direttore Giovanni Di Stefano
regia Nicola Berloffa
scene Justin Arienti
costumi Edoardo Russo
luci Valerio Tiberi
assistente alla regia Veronica Bolognani

Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini
Associazione Coro Lirico Terre Verdiane - Fondazione Teatro Comunale di Modena
maestro del coro Stefano Colò

Nuovo allestimento
coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza,
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Ravenna Manifestazioni,
Fondazione Teatro Regio di Parma

Allestimento in coproduzione con Opéra de Toulon

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Andrea Chénier
                dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica
                              musica di Umberto Giordano
         prima rappresentazione assoluta: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896
                            (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano)

                                                PERSONAGGI

           Andrea Chénier*                                                  tenore
           Carlo Gérard                                                   baritono
           Maddalena di Coigny                                            soprano
           La mulatta Bersi                               soprano o mezzosoprano
           La Contessa di Coigny                                    mezzosoprano
           Madelon                                                  mezzosoprano
           Roucher                                                basso o baritono
           Il romanziero Pietro Fléville, pensionato del Re       basso o baritono
           Fouquier Tinville, accusatore pubblico                 basso o baritono
           Il sanculotto Mathieu, detto “Populus”                         baritono
           Un “Incredibile”                                                 tenore
           L’Abate, poeta                                                   tenore
           Schmidt, carceriere a San Lazzaro                                 basso
           Il Maestro di Casa                                                basso
           Dumas, presidente del Tribunale di Salute Pubblica                basso

Dame, Signori, Abati, Lacchè, Staffieri, Conduttori di slitte, Ungheri volanti, Musici, Servi,
Paggi, Valletti, Pastorelle, Straccioni.
Borghesi, Sanculotti, Carmagnole, Guardie nazionali, Soldati della Repubblica, Gendarmi,
Mercatine, Pescivendole, Calzettaie, Venditrici ambulanti, Meravigliose, Incredibili,
Rappresentanti della Nazione, Giudici, Giurati, Prigionieri, Condannati, Ragazzi strilloni.
Un maestro di musica, Alberto Roger, Flando Fiorinelli, Orazio Coclite, Un bambino,
Un cancelliere, Il vecchio Gérard, Robespierre, Couthon, Barras, Un fratello servente
(garzone di caffè), ecc.

L’azione si svolge in un castello della provincia francese nel 1789 e a Parigi nel 1794.

* Da H. de Latouche, Méry, Arsène Houssaye, Gautier e J. ed E. de Goncourt, ebbe l’idea di drammatizzare pel
Teatro di Musica il personaggio e attinse dettagli di verità d’epoca l’Autore del Libretto. (Luigi Illica)

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
QUADRO PRIMO                                               io vi bramo
                                                           ed anzi sol per questo, forse, io v’amo!”
In provincia, nel castello della signoria dei Conti        Tal dei tempi è il costume!
di Coigny.                                                 (dal giardino si avanza, trascinandosi
                                                           penosamente, un vecchio giardiniere curvo
Il giardino d’inverno. La gran serra: imitazione           sotto il peso di un mobile. È il padre di Gérard.
pretenziosa di quella di Casa d’Orléans o di               Questo gitta lo spolveraccio che tiene in mano e
quella Kinsky.                                             corre a porgere aiuto al padre, che tutto tremulo
La serra offre sul finire di una giornata d’inverno        si allontana pei contorti sentieri del giardino.
del 1789 un curioso aspetto: sembra un giardino            Gérard guarda commosso allontanarsi il padre)
colle sue statue di Bacco, di Flora, coll’altare           Son sessant’anni, o vecchio, che tu servi!
di Minerva, ed è sala, talmente ovunque vi                 A’ tuoi protervi
sono sparsi mobili e perfino, fra vasi di piante           arroganti signori
esotiche, un clavicembalo Silbermann, ed è                 hai prodigato fedeltà, sudori,
campagna anche, verso l’estremo lato sinistro              la forza dei tuoi nervi,
dove, per una mite e microscopica collinetta               l’anima tua, la mente…
aprentesi ai piedi in grotte da ninfe, si sale ad          e quasi non bastasse la tua vita
una casetta rustica da latteria addossata ad un            a renderne infinita eternamente
infantile mulino.                                          l’orrenda sofferenza,
“Tal dei tempi è il costume!”                              hai data l’esistenza
                                                           dei figli tuoi…
All’alzarsi della tela, sotto i rigidi comandi di un       (con immenso sdegno si picchia colla larga
arrogante e gallonato Maestro di Casa, corrono             mano il petto sussurrando fra le lagrime)
lacchè, servi, valletti carichi di mobili e vasi           Hai figliato dei servi!
completando l’assetto della serra. Carlo Gérard,           (poi si asciuga sdegnosamente le lagrime, torna
in livrea, entra sostenendo con altri servi un             a guardare fieramente intorno a sé la gran serra)
azzurro e pesante sofà.                                    T’odio, casa dorata!
È a lui che principalmente si rivolge il Maestro           L’immagin sei d’un mondo incipriato e vano!
di Casa con piglio altezzoso, borioso ed ironico,          Vaghi dami in seta ed in merletti,
impartendo ordini. Dal giorno che Gérard fu                affrettate, accelerate le gavotte gioconde
sorpreso a leggere Jean-Jacques Rousseau e gli             e i minuetti!
Enciclopedisti, non ironia o servizio più umile o          Fissa è la vostra sorte!
più basso gli è risparmiato.                               Razza leggiadra e rea,
                                                           figlio di servi, e servo
Il Maestro di Casa                                         qui, giudice in livrea,
Questo azzurro sofà                                        ti grido: è l’ora della morte!
là collochiam…                                             (La Contessa, Maddalena e Bersi, questa
(Gérard e i lacchè eseguiscono, poi il Maestro             stranamente vestita, appaiono al di là dell’arco
di Casa accenna verso le sale interne e vi entra           d’ingresso alla serra. La Contessa si sofferma
seguito da tutti i lacchè, eccettuato Gérard che,          a dare alcuni ordini al Maestro di Casa.
inginocchiato davanti all’azzurro sofà, ne liscia          Maddalena si avanza lentamente con Bersi)
le frange arricciatesi e ridona il lucido alla seta
rasata, sprimacciandone i cuscini)                         Maddalena
                                                           Il giorno
Gérard                                                     intorno già s’insera
Compiacente a’ colloqui                                    lentamente!
del cicisbeo                                               In queste misteriose
che a dame maturate                                        ombre, forme fantastiche
porgeva qui la mano!                                       assumono le cose!
Qui il Tacco Rosso al Neo                                  Or l’anime s’acquetano
sospirando dicea:                                          umanamente!
“Oritia… o Clori… o Nice… incipriate,
vecchiette e imbellettate

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Gérard                                                     La Contessa                                           m’inceppa e stanca,                                    (Maddalena entra con tutta la semplicità di una
(fra sé, guardando ammirato Maddalena)                     (con sussiego)                                        mi sfianca tutta                                       veste bianca e una rosa tra i capelli. I valletti
Quanta dolcezza                                            È l’Abatino!                                          e aggiungivi un cappello                               servono i rinfreschi. Entra l’Abate che è subito
ne l’alma tetra                                                                                                  “cassa-di-sconto” o quello                             circondato da tutti)
per te penetra.                                            Maddalena                                             alla “Basilio” od alla “Montgolfier”,
Anche l’idea muor,                                         Uno vien dall’Italia?                                 e tu sei sorda e cieca                                 La Contessa
tu non muori giammai,                                                                                            e, nata bella,                                         L’Abate!
tu, l’eterna canzon!                                       La Contessa                                           eccoti fatta brutta.
(la Contessa entra nella serra, e coll’occhialetto,        Sì, Fléville, l’Abate da Parigi.                      (le lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle       Maddalena
e con fare altezzoso, guarda attentamente se e             (poi, sorpresa, osservando che sua figlia è           visite. Ma ecco la Contessa che rientra)               L’Abate!
come è stata disposta)                                     ancora in vestaglia)                                  Per stasera pazienza!
                                                           Ancor così? Maddalena! Ancor non sei vestita?         Mamma, non odi?                                        La Contessa
La Contessa                                                (Maddalena accenna a sua madre che andrà                                                                     Finalmente!
(a Gérard ed altri lacchè)                                 ad abbigliarsi. La Contessa l’accarezza e va          La Contessa
Via, v’affrettate                                          ad esaminare se nulla manca anche nelle sale          Sono di già gli ospiti!                                Maddalena
e alle lumiere                                             superiori)                                                                                                   Da Parigi voi venite?
luce date!                                                                                                       Maddalena
(i lacchè montano su alcuni sgabelli e                     Bersi                                                 Così mi metto: bianca vesta                            L’Abate
cominciano ad accendere i bracciali, i doppieri            (corre a Maddalena e si accoccola                     ed una rosa in testa!                                  Sì!
e a dar luce a tutta la serra. A poco a poco tutto         grottescamente ai suoi piedi con gesti strani e       (corre via seguita da Bersi. Già si anima tutto il
sfolgora di luce allegra)                                  bizzarri)                                             castello. Gli invitati entrano nelle sale a coppie)    La Contessa
E, dite, tutto è pronto?                                   Sospiri?                                                                                                     Che novelle della Corte?
                                                                                                                 La Contessa
                                                                                                                 (alle dame)
Gérard                                                     Maddalena                                                                                                    Maddalena
                                                                                                                 Oh! Come elegante…
Tutto.                                                     Sì; io penso alla tortura del farsi belle!                                                                   Dite?
                                                                                                                 e voi gentil galante!
                                                                                                                 Vera galanteria!
La Contessa                                                Bersi                                                                                                        La Contessa
                                                                                                                 (al marchese)
I cori?                                                    (crollando la testa vivacemente)                                                                             Presto!
                                                                                                                 A ben più d’una brama
                                                           Sei tu che fai belle le vesti tue!
                                                                                                                 la vostra dama
Gérard                                                     Io le fo’ brutte tutte!                                                                                      Maddalena
                                                                                                                 accender saprà l’esca!
Stanno di già vestendosi.                                  (si guarda curiosamente gualcendo le pieghe                                                                  Noi curiose tutte siam!
                                                                                                                 (alla vecchia dama colla quale senza inchini si
                                                           della veste)                                                                                                 Presto! Dite, dite!
                                                                                                                 abbracciano, vecchia dama che ha per cavaliere
La Contessa                                                                                                                                                             (l’Abate graziosamente lusingato da quella
                                                                                                                 un grosso ecclesiastico)
E i suonatori?                                             Maddalena                                                                                                    dimostrazione bacia molte mani e fa inchini che
                                                                                                                 Appariscente e fresca sempre!
                                                           (si avvicina a Bersi e la calma dicendole                                                                    sembrano genuflessioni. La Contessa intanto lo
                                                                                                                 Contessa, sempre, sempre la stessa!
Gérard                                                     sorridendo con fare d’annoiata)                                                                              serve personalmente di una marmellata)
                                                                                                                 (sonagliera sul palcoscenico in lontananza.
Accordan gli strumenti.                                    Soffoco… moro
                                                                                                                 Entrano i personaggi del carabas. Sono tre: uno
                                                           tutta chiusa                                                                                                 L’Abate
                                                                                                                 avanzato in età con un esagerato manicotto, il
La Contessa                                                in busto stretto                                                                                             Debole è il Re!
                                                                                                                 romanziere; un giovane imberbe, Chénier; uno
(volgendogli le spalle)                                    a squame ombra di moro
                                                                                                                 senza età, il musicista)
A momenti                                                  o in un corsetto,                                                                                            Fléville
arriveranno gli ospiti…                                    come s’usa,                                           Fléville                                               Ha ceduto?
                                                           in seta di nakàra!                                    Commosso… lusingato…
Maddalena                                                                                                        a… tanti complimenti                                   L’Abate
Uno è il signor Fléville…                                  Bersi                                                 e… a questo, più che omaggio…                          Fu male consigliato!
                                                           (la interrompe imitando il gesto caricato, il fare,   (cerca la parola adatta)
La Contessa                                                il sospirare di un patito)                            … amabil persiflaggio!                                 La Contessa
(con grande compiacenza)                                   Il tuo corsetto                                       (imbrogliato a continuare in quel silenzio,            Necker?
Scrittore emerito…                                         è cosa rara!                                          presenta i due personaggi che son venuti con lui)
                                                                                                                 Ch’io vi presenti Flando Fiorinelli,                   L’Abate
Maddalena                                                  Maddalena                                             cavaliere italiano e musico!                           Non ne parliamo!
E l’altro chi è?                                           L’orribile gonnella                                   Andrea Chénier…                                        (degusta la marmellata sospirando in atto di
                                                           “coscia-di-ninfa-bianca”                              un che fa versi e… che promette molto.                 suprema afflizione)

                                                      10                                                                                                               11
Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Tutti                                                  L’Abate                                             (si allontana agitando piccata il ventaglio,         Gli invitati
Quel Necker! Noi moriamo dalla curiosità!              È Zefiro!                                           dicendo a Fléville)                                  Che c’è? Che c’è?
                                                                                                           Davver poco cortese!
L’Abate                                                Fléville                                                                                                 Le amiche
(questa volta attacca risolutamente la                 È mormorio di fonte!                                Fléville                                             (sempre ridendo. Chénier interdetto ascolta)
marmellata penetrandovi con tutto il cucchiaio)                                                            È un po’ bizzarro!                                   Udite! Udite che il racconto è bello!
Abbiamo il Terzo Stato!                                Alcuni invitati                                                                                          Il poetino è caduto in tranello.
                                                       È fruscio d’ali!                                    L’Abate
Tutti                                                                                                      Musa ognor pronta è donna a molti vieta!             Maddalena
Ah! Ah!                                                L’Abate                                                                                                  (rivolta alla madre)
                                                       Un ruscelletto odo mormorar!                        La Contessa                                          A tua preghiera, mamma,
L’Abate                                                                                                    È ver! Ecco il poeta!                                opponeva un rifiuto…
Ed ho veduto offender…                                 Fléville                                            (prende il braccio dell’Abate e con lui si           Allor bizzarro pensier venne a me…
                                                       (scoppiando quasi in pianto per la commozione       avvicina a Fiorinelli, inducendolo gentilmente
Tutti                                                  e per la vanità)                                    al clavicembalo. Maddalena che ha sentito la         Le amiche
Chi?                                                   È questo il mio romanzo!                            risposta data da Chénier a sua madre e che le        La vendetta!
                                                       (le dame guardano sedute mentre dietro la           amiche hanno vivamente commentato, se le
L’Abate                                                sedia di ogni dama, in piedi, stanno i rispettivi   raccoglie attorno)                                   Maddalena
La statua di Enrico quarto!                            cavalieri. I mariti giocano nel fondo. Chénier                                                           Io dissi: scommettiamo?
                                                       in disparte, sommamente annoiato, osserva.          Maddalena
Tutti                                                  Maddalena si sente attratta verso di lui, sovente   Io lo farò poetare. Scommettiamo?                    La Contessa e tutti
Orrore!                                                essa lo guarda osservandolo profondamente.          (Fiorinelli siede al clavicembalo e suona,           Di che cosa?
                                                       Dal fondo appare qualche volta la faccia pallida    poi si ferma, guarda languidamente con un
La Contessa                                            di Gérard come una minaccia)                        sospiro il suo pubblico, snoda le dita e attacca     Maddalena
Dove andremo a finire?                                                                                     il pezzo nuovamente. Maddalena si avvicina a         Che parlato avria d’amor.
                                                       I pastorelli e le pastorelle                        Chénier seguita dalle amiche, mentre Fiorinelli
L’Abate                                                (imitando il sospiro dei pastori)                   incomincia a suonare)                                La Contessa
Così giudico anch’io!                                  O pastorelle, addio! Ci avviamo                     Al mio dire perdono ed al mio ardire!                Ebben?
                                                       verso lidi ignoti e strani!                         Son donna e son curiosa!
La Contessa                                            Ahi, sarem lungi diman!                             (cerca un po’ l’insolenza che può colpire Chénier    Tutti
Non temono più Dio!                                    Questi lochi abbandoniamo.                          e dà una rapida occhiata alle amiche)                Ebben?
                                                       Ahi, non avrà fino al ritorno                       Bramo di udire
L’Abate                                                più gioie il cor!                                   un’egloga da voi, o una poesia,                      Maddalena
(consegnando ad un valletto la sua tazza)              Ahi, sarem lungi diman!                             per monaca o per sposa.                              (imita Chénier)
Assai, madame belle,                                   O pastorelle, addio!                                                                                     Chiamò la Musa! E la implorata Musa
sono dolente de le mie novelle!                        (tutti applaudono mentre pastorelli e pastorelle    Le amiche                                            per la sua bocca ridisse la parola
                                                       si ritirano)                                        (con ironia)                                         che a me…
Fléville                                                                                                   Per monaca o per sposa.                              (si rivolge ad un vecchio ridicolo)
                                                       La Contessa
(affettatissimo in atto da ispirato)                                                                                                                            voi,
                                                       (avvicinandosi a Chénier)
Passiamo la sera                                                                                           Chénier                                              (a un Abate)
                                                       Signor Chénier?
allegramente! Della primavera                                                                              Il vostro desio è comando gentil!                    e voi,
ai zefiri gentili                                                                                          Ma… ohimé… la fantasia                               (a un marchese grasso)
                                                       Chénier
codeste nubi svaniranno! Il sole                                                                           non si piega a comando o a prece umile…              e voi pur anco,
                                                       Madama la Contessa?
noi rivedremo e rose e viole,                                                                              è capricciosa assai la poesia…                       (a un giovanotto strano per la sua bruttezza)
e udremo ne l’aria satura de’ fior                     La Contessa                                         a guisa dell’amor!                                   e voi mi diceste stasera… senza Musa.
l’eco ridir l’egloghe dei pastori.                     La vostra Musa tace?                                (alla parola “amore” Maddalena e le ragazze          (tutti ridono. Chénier pallidissimo guarda quella
(dal lato destro della scena entrano pastorelle                                                            escono fuori in rumorosa risata. Fiorinelli          fanciulla e stendendo la mano verso di lei la
e pastorelli, in vaghe pose si fanno intorno a         Chénier                                             interrompe; tutti si avvicinano al gruppo di         costringe ad ascoltarlo)
Fléville che meravigliato li guarda)                   È una ritrosa che di tacer desìa.                   Chénier e Maddalena)
O soave bisbiglio!                                                                                                                                              Chénier
                                                       La Contessa                                         La Contessa                                          Colpito qui m’avete, ov’io geloso
Alcuni invitati                                        (ironica)                                           Perché ridete voi?                                   celo il più puro palpitar dell’anima.
È il vento!                                            La vostra Musa è la malinconia.                                                                          (accenna al cuore)

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
Or vedrete, fanciulla, qual poema                        non disprezzate il detto:                           Questa ciurmaglia via!
è la parola “Amor”, qui causa di scherno!                udite! Non conoscete amor.                          (a Gérard)
(sorpresi all’armonia strana di quella voce              Amor, divino dono, non lo schernir                  E tu pel primo!
dolcissima, tutti, cavalieri, dame, abati, stanno        del mondo anima e vita è l’Amor!                    (ma ecco accorrere il vecchio giardiniere, il
ad udirlo)                                                                                                   padre di Gérard, che si butta in ginocchio avanti
Un dì all’azzurro spazio                                 Maddalena                                           alla Contessa. Gérard corre sdegnato a rialzare
guardai profondo,                                        Perdonatemi!                                        suo padre)
e ai prati colmi di viole,                               (Chénier commosso si allontana e scompare)
pioveva l’oro il sole,                                                                                       Gérard
e folgorava d’oro il mondo;                              La Contessa                                         Sì, me ne vo, Contessa!
parea la Terra un immane tesor,                          (scusando Maddalena cogli invitati che si           Questa livrea mi pesa
e a lei serviva di scrigno, il firmamento.               agitano sdegnati)                                   ed è vile per me il pane
Su dalla terra a la mia fronte                           Creatura strana assai. Va perdonata!                che qui mi sfama!
veniva una carezza viva, un bacio.                       È capricciosa e un po’ romantichetta!               La voce di chi soffre a sé mi chiama!
Gridai, vinto d’amor: t’amo,                             (il preludio di una gavotta viene dall’alto della   Vien, padre mio, vien con me.
tu che mi baci, divinamente                              cantoria)                                           Perché ti curvi ai piè
bella, o patria mia!                                     Ma udite! È il gaio suon de la gavotta.             di chi non ode voce di pietà?
E volli pien d’amore                                     Su, cavalieri! Ognun scelga la dama!                (poi strappandosi la livrea di dosso)
pregar!…                                                 (i servi fanno posto e i cavalieri e le dame si     Dalle mie carni giù, giù questa viltà!
Varcai d’una chiesa la soglia;                           preparano alla danza. Lontanissime, appena          (il Maestro di Casa, i servi, i lacchè, gli staffieri
là un prete ne le nicchie                                distinte, si sentono venire avvicinandosi confuse   respingono la folla. La Contessa si lascia cadere
dei Santi e de la Vergine                                cantilene. Comincia la danza)                       sul sofà ansante dalla bile che la soffoca, mentre
accumulava doni… e al sordo orecchio                                                                         la folla si allontana. Gérard costringe suo padre
un tremulo vegliardo invano                              Voci                                                ad allontanarsi con lui)
chiedeva pane e invan stendea la mano!                   (dall’interno)
(l’Abatino e con lui altri Abatini si levano             La notte il giorno                                  La Contessa
scandalizzati)                                           portiamo intorno                                    Quel Gérard!… L’ha rovinato il leggere!...
Varcai degli abituri l’uscio;                            il dolore;                                          Ed io… che tutti i giorni facevo l’elemosina…
un uom vi calunniava bestemmiando                        siamo genti grame                                   e a non fare arrossire di sé la povertà…
il suolo che l’erario a pena sazia                       che di fame                                         perfin m’ho fatto un abito costume di pietà…
e contro a Dio scagliava e contro a li uomini            si muor.                                            (si lascia cadere come svenuta sull’azzurro
le lagrime dei figli.                                    (la Contessa fa interrompere la danza, tutti        sofà. Un gran da fare in tutti!... Chi vuol
(tutti gesticolano animatamente, rossi dalla             prestano orecchio al canto interno)                 somministrarle gocce del General Lamothe, chi
collera, contro Chénier. Gérard solo lo ascolta          Affamati, languenti,                                d’Inghilterra, chi invece vuol slacciarle il busto.
dal fondo della serra, agitatissimo. Chénier             morenti,                                            Questo la fa rinvenire. Il Maestro di Casa ritorna
con rapido colpo d’occhio abbraccia tutto quel           noi cadiam sovra suoli infecondi!                   e si avvicina)
bizzarro quadro di gaudenti che fingono non              (all’arco d’ingresso della serra Gérard appare      Son tutti andati?
udirlo o lo ascoltano altezzosi)                         alla testa di una folla di gente stracciata e
In cotanta miseria                                       languente)                                          Maestro di Casa
la patrizia prole che fa?                                                                                    Sì.
(a Maddalena)                                            Gérard
Sol l’occhio vostro esprime umanamente                   (tonante)                                           La Contessa
qui un guardo di pietà,                                  Sua grandezza la miseria!                           (agli invitati)
ond’io guardato ho a voi sì come a un angelo.                                                                Scusate! L’interrotta gavotta,
E dissi:                                                 La Contessa                                         mie dame, ripigliamo!
Ecco la bellezza della vita!                             (livida dall’ira)                                   Ritorni l’allegria!
Ma, poi,                                                 Chi ha introdotto costoro?                          (si dispongono nuovamente alla danza.
alle vostre parole,                                                                                          Riattacca la gavotta.)
un novello dolor                                         Gérard
m’ha colto in pieno petto…                               Io, Gérard!                                         Fine del Primo Quadro
(s’interrompe e guarda Maddalena con estrema
dolcezza)                                                La Contessa
O giovinetta bella, d’un poeta                           (ai suoi valletti, lacchè)

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Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
QUADRO SECONDO                                              Ecco ancor della polvere                              là si pensa e s’odia!                               Chénier
A Parigi.                                                   sulla testa di Marat!                                 Qui la Meravigliosa                                 No! Credi al destino?
La scena a destra: nel primo piano un “altare”              (dal ponte Peronnet e dagli sbocchi del               che brinda collo Sciampagna,                        Io credo! Credo a una possanza arcana
dedicato a Marat, sopportante il suo busto,                 Cours-la-Reine, pei giardini delle Tuileries, si      (afferra un bicchiere colmo di Sciampagna           che benigna o maligna i nostri passi
avanti al quale stanno appesi collane di fiori              rovesciano, urlando a squarciagola, agitando          e additando verso il Cours-la-Reine di dove         or guida or svia pei diversi sentieri
appassiti, nastri, e una lampada spenta. Il dado,           alti colle mani i giornali che vendono, dei ragazzi   sbocca il “piccolo paniere” carico di condannati    de l’esistenza umana! Una possanza
il piedestallo e i gradini sono qua e là coperti di         rivenditori di giornali, piccoli straccioni in        condotti alla ghigliottina)                         che dice a un uomo: “Tu sarai poeta”.
cartelli appiccicativi sopra. Uno dice: Unità e             berretto frigio. Mathieu compera un giornale e        le mercantine là e le pescivendole                  A un altro: “A te la spada, sii soldato!”
Individualità della Repubblica! Un altro: Libertà,          siede comodamente col suo indivisibile Orazio         e la carretta di Sanson che passa!                  Or bene, il mio destino forse qui vuolmi!
Eguaglianza, Fratellanza! Un terzo più terribile:           Coclite sui gradini del Reposoir Marat per            (e, vuotando il bicchiere, ride. Tutti corrono      Se quel che bramo mi si avvera, resto!
Così o morte! Altri sono solamente votivi e si              leggere. Lo apre, lo stende, ma a un tratto getta     via dietro la carretta dei condannati che passa
accontentano di un Gloria a Maria!                          un grido di sdegno, strappa il giornale, fa un        attraverso al fondo)                                Roucher
A sinistra: in primo piano la terrazza del                  gesto di minaccia, cerca con una torva occhiata                                                           Se non si avvera?
Feuillants e il Caffè Hottot; tavolini e sedie fuori        il birichino del giornale, ma gli strilloni sono      L’Incredibile
all’aperto tra alberi e vasi enormi di fiori.               spariti già, chi da una parte, chi dall’altra)        (fra sé, guardando dietro a Bersi mentre si         Chénier
Nel fondo: l’ex “Cours-la-Reine” che                        M’ha appioppato un giornale                           allontana)                                          (stringendogli la mano)
diagonalmente attraversa la scena allargandosi              di cinque mesi fa!                                    No, non m’inganno! Era proprio con lei              Allora partirò!
a destra, restringendosi a sinistra, difeso dalla           (Le eleganti applaudono ridendo)                      la bella bionda! Ho scovato la traccia!             (con grande dolcezza)
Senna che gli scorre parallela: da parapetto,                                                                     (estrae di tasca un piccolo taccuino e vi scrive    E questo mio destino si chiama amore.
platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente,                Bersi                                                 su rapidamente)                                     Io non ho amato ancor!
il ponte Peronnet che attraversa la Senna e                 (all’Incredibile, accortasi di essere spiata,         La cittadina Bersi, fare sospetto                   Pure sovente nella vita
conduce al palazzo dei Cinquecento.                         guardandolo fisso negli occhi)                        di corruzione non spontanea;                        ho sentita
                                                            È ver che Robespierre allevi spie?                    guardò Chénier di sott’occhi. Osservarla!           sul mio cammin vicina
È una giornata del giugno del 1794 nel                                                                            Andrea Chénier per qualche ora in attesa            passar la donna che il destin fa mia.
pomeriggio. La scena è animatissima. Alla                   L’Incredibile                                         con febbril ansia evidente. Osservarlo!             Bella, ideale, divina
terrazza del Caffè vi è discreta affluenza di               (alla sua volta fissando audacemente Bersi)           (si allontana verso il fondo. Roucher entra dal     come la poesia;
avventori. Vi si distingue la mulatta Bersi per             Vuol dire, cittadina, “Osservatori                    Cours-la-Reine)                                     passar con lei sul mio cammin l’amor!
l’acconciatura bizzarra in contrasto con la tinta           dello spirito pubblico”.                                                                                  Sì, più volte ha parlato
olivastra della sua pelle e per quell’esagerato                                                                   Chénier                                             la sua voce al mio cuore;
modo di vestire, che fa già qualificare la donnina          Bersi                                                 (vedendolo)                                         udita io l’ho sovente
elegante di allora per una Meravigliosa, prodotto           Come tu vuoi!                                         Roucher!                                            con la sua voce ardente
voluttuoso che, da poco tempo, coll’Incredibile,                                                                                                                      dirmi: “Credi all’amor, Chénier!
nonostante il Terrore, osa mostrarsi in pubblico            L’Incredibile                                         Roucher                                             Tu sei amato!”.
e gittare il suo lusso e la sua risata gaia come            Non so, né lo posso sapere!                           (con gioia)                                         (e preso sottobraccio Roucher lo allontana dal
una sfida audace. Infatti là vi è ascoltatissimo            (fissando ancora gli occhi ostinati in quelli della   Chénier!... Tutto il giorno ti cerco!               Caffè Hottot, narrandogli confidenzialmente)
un Incredibile, “sbalorditivamente” elegante                Meravigliosa)                                         (sottovoce)                                         Da tempo mi pervengono strane lettere:
coll’abito a grandi risvolti, colletto nero,                Hai tu a temere?                                      La tua salvezza io tengo!                           or soavi, or gravi, or rampogne, or consigli!
parrucca bionda, il randello Costituzione, e il                                                                   (gli mostra un foglio)                              Scrive una donna misteriosa ognora!
mento immerso nella immensa cravatta, che                   Bersi                                                                                                     In quelle sue parole vibra un’anima!
non lascia mai osservare attentamente tutto                 (arrossendo, ma vedendo che l’attenzione di           Chénier                                             Chi sia, indagato ho invano!
quanto fa Bersi e ne scruta ogni sguardo e                  tutti e di tutte pesa su di lei, si rimette)          Un passaporto?
parola. Presso all’“altare” stanno il sanculotto            Temer? Perché? Perché temer dovrò?                                                                        Roucher
Mathieu detto Populus e la carmagnola Orazio                Non sono, come te, una vera figlia                    Roucher                                             Ancor?
Coclite: costui forse chiamato così per una gran            autentica della Rivoluzione?                          Qui tutto intorno è periglio per te!
benda nera che di sotto al berretto frigio gli              Amo viver così! Vivere in fretta                      La tua preziosa vita salva… parti!                  Chénier
copre l’occhio sinistro.                                    di questa febbre gaia d’un godere                                                                         Finora! Ma or guarda!
Andrea Chénier siede tutto solo a un tavolino in            rapido, acuto e quasi incosciente!                    Chénier                                             (gli mostra una lettera)
disparte.                                                   Qui il gioco ed il piacere… là la morte!              Il mio nome mentir… Fuggire!
                                                            Qui il suon de le monete e il biribisso!                                                                  Roucher
Mathieu                                                     Laggiù il cannone e il rullo de’ tamburi!             Roucher                                             (legge)
(indica a Orazio Coclite il busto di Marat che egli         Qui inebria il vino… laggiù inebria il sangue!        Ten prego, Chénier!                                 Qui un ritrovo?
ha tolto dall’altare e ripulisce dalla polvere)             Qui riso e amore;
Per l’ex inferno!                                           (indica il palazzo dei Cinquecento)

                                                       16                                                                                                            17
Chénier                                              Roucher                                                La folla                                            Mi salva tu da questa angoscia
(con un grido di trasporto)                          (offrendogli il passaporto)                            Viva Robespierre! Evviva!                           e tutto avrai!
Ah! La vedrò!                                        È provvido consiglio!
                                                                                                            L’Incredibile                                       L’Incredibile
Roucher                                              Intanto presso il ponte Peronnet si accalca gran       (a Gérard)                                          (pigliando alcune note)
(sempre gli occhi fissi alla lettera)                folla nell’attesa dell’uscita dei Rappresentanti       La donna che mi hai chiesto di cercare,             Stasera la vedrai!
La misteriosa alfin solleva il velo!                 del palazzo dei Cinquecento. Folla varia, diversa      è bruna o bionda?                                   (l’Incredibile segue sempre con vivo interesse,
Vediam!                                              e strana! Tutto il torrente dell’opinione pubblica                                                         attaccandosi cautamente ai loro passi,
(prende la lettera, l’esamina e sorride              è là ad aspettare l’idolo dell’opinione pubblica,      Chénier                                             Chénier e Roucher. Intanto non ancora si sono
ironicamente alla firma “Speranza”)                  la bussola del patriottismo: Massimiliano              (accennando a Robespierre)                          allontanati per il Cours-la-Reine i rappresentanti
Calligrafia invero femminil! Carta elegante!…        Robespierre.                                           Egli cammina solo.                                  della Nazione, che, ecco, attraverso i giardini
(fiuta la lettera)                                   Eccoli i Rappresentanti della Nazione!                                                                     delle Tuileries, appare una vivacissima e gaia
Ma, ohimé, profumo alla “Rivoluzione”!               L’entusiasmo della folla è alla maggior parte di       Roucher                                             schiera di Meravigliose…
(restituendo la lettera)                             questi uomini indifferente; sanno che non è per        E quanto spazio ad arte                             Bersi viene ultima, tiene un ventaglio tragico
Questo gentil biglietto,                             loro, che un uomo solo ha ora quello che da tanti      fra il nume e i sacerdoti!                          detto “Sangue di Foulon”, ventaglio che è
a profumo di rosa                                    secoli fu un privilegio di re.                         Ecco Tallien!…                                      un’opinione. Incomincia a farsi buio)
provocatore,                                         E Robespierre lo sa, quanto loro, ed è per questo
Chénier, io non m’inganno, lo giuro,                 che egli sa essere solo in quella folla.               Chénier                                             Roucher
esce da un salottino                                 Eccolo. Procede tranquillo e borghesemente             L’enigma!                                           (a Chénier)
troppo noto all’amore:                               bonario, con quell’enigmatico sorriso che scarna                                                           Eccole!... Strani tempi! Là vanno i pensatori.
Chénier, te l’assicuro,                              ancor maggiormente il suo profilo secco e              La folla                                            Qui que’ visi giocondi: di qui facile cosa
il tuo destino                                       procede, l’incorruttibile, leggermente curva la        – Barère! Saint-Just! Fréron!                       scoprir la misteriosa.
ti ha dato il cuor… d’una Meravigliosa!              testa sulla spalla destra, la destra mano nascosta     – Collot d’Herbois! David! Fouché!
Riprendi il passaporto e… via la lettera!            nel suo abito bleu abbottonato, la sinistra stringe    – Quello è Couthon! Tallien! Barras!                Chénier
                                                     la sua canna dal pomo d’oro. Passa ed è un agitare     – Le Bas! Thuriot! Carnot!                          Partiam!
Chénier                                              di fazzoletti, cappelli, coccarde, berretti frigi: e   – Robespierre!
Non credo!                                           un grido immenso erompe da tutti i petti. “Viva                                                            Roucher
                                                     Robespierre!” Le Mercantine e le Pescivendole          Roucher                                             Guarda!
Roucher                                              spingono un bambino. Corre questi e va ad offrire      (accennando a Chénier il fratello di Robespierre
La femminil marea parigina                           un mazzo di fiori e Robespierre lo solleva e lo        che viene ultimo)                                   Bersi
in onde irrequiete or qui rovescia!                  bacia. Le donne gli inviano sorrisi e carezze.         Ultimo vedi?                                        (a Roucher)
Io le conosco tutte! Passeranno,                                                                                                                                Non mi saluti?
ed io ti mostrerò la bella misteriosa.               Roucher                                                Chénier                                             (rapidamente gli sussurra)
                                                     Vedi? Dal ponte Peronnet                               (ironico)                                           Trattieni qui Chénier. Sono spiata!
Chénier                                              s’agglomera la folla.                                  Robespierre il piccolo!
(colpito)                                                                                                                                                       Roucher
Una Meravigliosa                                     Chénier                                                Gérard                                              Sta ben.
la divina creatura del mio                           La eterna cortigiana!                                  (con entusiasmo)                                    (L’Incredibile entra in mezzo arditamente fra
pensier sognata?!...                                 Vi si schiera                                          Azzurro occhio di cielo                             Bersi e Roucher)
Qui s’infrange la mia vita!                          per curvare la fronte                                  sotto una fronte candida;
Ah, mio bel sogno, addio,                            al nuovo Iddio!                                        bionda la chioma con riflessi d’or;                 L’Incredibile
addio bel sogno!                                                                                            una dolcezza in viso                                Procace Bersi, qui sono ancor per te!
                                                     La folla                                               ed un sorriso                                       Meco giù scendi?
Roucher                                              Ecco laggiù Gérard!                                    di donna non umano;
Una caricatura! Una moda!                            Viva Gérard!                                           nel suo vestir modesto;                             Bersi
La tua divina soave poesia                           (Gérard saluta, ma ad un cenno dell’Incredibile        pudico velo                                         (sorridendo indifferente)
in fisciù a la Bastiglia!                            esce premuroso dalle file dei Rappresentanti           sovra il tesoro d’un seno vergineo                  Per poco?
E con rimesse chiome,                                e gli si avvicina lasciandosi trarre da lui in         ed una bianca cuffia sulla testa.
e il nero alle ciglia!                               disparte)                                              Dammi codesta creatura vaga!                        Chénier
                                                                                                            Ti dissi: Cerca! Indaga!                            Una Meravigliosa!
Chénier                                              Mathieu                                                Dinanzi mi è passata qual baleno un dì,
(lacera la lettera)                                  (vedendo comparire Robespierre)                        ma poscia l’ho perduta!                             L’Incredibile
Accetto il passaporto!                               Viva Robespierre! Evviva!                              Or più non vivo, peno!                              Non ti chiedo che una Trenitz.

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Roucher                                                    Roucher                                              Chénier                                              Chénier
Ho indovinato?                                             (uscendo dal fondo a destra)                         (sorpreso ed ingannato dall’abbigliamento da         La mia scrittrice?! Voi la ognor celata
                                                           Ah, veglierò su lui!                                 officiosa di lei)                                    amica mia ognor fuggente?!
Bersi                                                      (è già sera e col giorno l’apparenza di gaiezza è    Tu? Ebben chi sei?
Perché no?                                                 scomparsa. L’aria stessa appare livida; il ponte     (l’Incredibile cautamente si porta più vicino ai     Maddalena
                                                           Peronnet assume un aspetto sinistro. Il passo        due, nascondendosi dietro un albero)                 Eravate possente,
Chénier                                                    cadenzato delle pattuglie in diverse direzioni                                                            io invece minacciata;
Che mi vuol dir?                                           completa il terrore. Sì: è proprio la Parigi del     Maddalena                                            pur nella mia tristezza
                                                           Terrore. Alcuni accenditori pubblici corrono per     Ancor ricordi!                                       pensai sovente d’impetrar da voi
L’Incredibile                                              diverse parti, uno accende i lampioni del ponte,     (e, per richiamarglisi alla mente, ricorda le        pace e salvezza,
Scendiam?                                                  un altro quelli dell’imboccatura dell’ex Cours-      parole che Chénier le ha rivolto la sera del loro    ma… non l’osai!
(Bersi segue l’Incredibile nei sotterranei del             la-Reine, poi via correndo, scompaiono tutti         incontro al castello di Coigny)                      E ognora il mio destin
Caffè dove si gioca e si danza)                            nelle nebbie dense che già si innalzano su per       Non conoscete amor!                                  sul mio cammin
                                                           la Senna. Passa un’altra pattuglia e attraversa                                                           vi sospingea!
Roucher                                                    il ponte Peronnet, poscia tutto è profondo           Chénier                                              Ed io vi vedeva
(fa il gesto di fuggire)                                   silenzio. Mathieu riappare. Viene a dar lume alla    (a quella soavissima voce, a quel soavissimo         e ognor pensavo a voi
È sera! Ora propizia!                                      lanterna dell’altare a Marat canticchiando la        ricordo, sorpreso, si entusiasma)                    come a un fratello!
E all’alba di domani via! In cammino!                      Carmagnola)                                          Sì: mi ricordo!                                      E allora vi scriveva
                                                                                                                Nuova questa voce non mi parla.                      quanto il cuore o il cervello
Chénier                                                    Mathieu                                                                                                   dettavami alla mente.
(con disperazione)                                         La la la la!                                         Maddalena                                            Il cuor che mi dicea che difesa
O mio bel sogno, addio!                                                                                         Amor, divino dono, non lo schernir.                  avreste quella che v’ha un giorno offeso!
(ecco infatti ritornare Bersi. L’Incredibile appare        L’Incredibile                                                                                             (Chénier, dimentico d’ogni cosa, ascolta rapito,
dietro un vaso di fiori e osserva e ascolta)               (esce guardingo dal Caffè e va a porsi allo          Chénier                                              affascinato)
                                                           sbocco della via laterale al Caffè, nascondendosi    Ch’io vi vegga!                                      Al mondo Bersi sola mi vuol bene,
Bersi                                                      dietro l’angolo)                                                                                          è lei che m’ha nascosta. Ma da un mese
Andrea Chénier!                                            Ecco, il mio piano è fatto! Ora attendiamo!          Maddalena                                            v’ha chi mi spia e m’insegue.
Fra poco, a te, una donna minacciata                       (sul ponte Peronnet appare una forma di donna        (scostando la mantiglia e avanzandosi sotto la       Ove fuggir?... Fu allora
da un gran periglio qui verrà!                             che si avanza cautamente)                            luce della lampada che arde davanti all’altare di    che pure voi non più potente seppi,
(indica l’altare di Marat)                                                                                      Marat)                                               e son venuta. Udite! Son sola!
Là attendi!                                                Maddalena                                            Guardatemi!                                          Son sola e minacciata!
(l’Incredibile scompare rapidamente)                       Ecco l’altare…                                                                                            Son sola al mondo ed ho paura!
                                                           (si guarda intorno; è impaurita di quel silenzio)    Chénier                                              Proteggermi volete?
Chénier                                                    Ancor nessuno… Ho paura…                             Ah, Maddalena di Coigny!... Voi? Voi!                Spero in voi!
(trattenendola)                                            (l’Incredibile guarda, ritraendosi giù per l’ex
Dimmi il suo nome!                                         Cours-la-Reine. Infatti di là appare l’ombra di un   L’Incredibile                                        Chénier
                                                           uomo avvolto in un ferraiolo a pellegrina)           (Si, lei! La bionda! Or tosto da Gérard.)            (con tutta l’esaltazione della sua anima)
Bersi                                                      È lui! Andrea Chénier!                               (e cautamente si allontana)                          Ora soave,
Il suo nome… Speranza!                                                                                                                                               sublime ora d’amore!
                                                           Chénier                                              Maddalena                                            Possente l’anima
Chénier                                                    Son io!                                              (atterrita)                                          sfida il terrore!
Io là verrò!                                               (Maddalena tenta parlare, la commozione sua è        Guardate là! Un’ombra!                               (con grande slancio a Maddalena)
(Bersi fugge via)                                          grande e non può profferir parola)                                                                        Mi fai puro il cuore
                                                           Deggio seguirti?                                     Chénier                                              d’ogni viltà!
Roucher                                                    (Maddalena risponde con un gesto: No!)               (va all’angolo dove prima era l’Incredibile, ma      Bramo la vita,
La ignota tua scrittrice? No… è un tranello!               Sei mandata? Di’, chi mi brama?                      non vede alcuno)                                     e non temo la morte!
È un agguato!                                                                                                   Nessuno!… Pur questo loco è periglioso.              Ah rimani infinita!
                                                           Maddalena
Chénier                                                    Io!                                                  Maddalena                                            Maddalena
M’armerò!                                                  (e si appoggia tremante all’altare pubblico)         Fu Bersi che l’ha scelto.                            (sorridendogli)
(Si allontana bruscamente da lui per l’ex Cours-                                                                Se un periglio                                       Vicina nei perigli? Vicina nel terror?
la-Reine)                                                                                                       ne minaccia… Sono un’officiosa
                                                                                                                che le viene a recar la sua mantiglia!

                                                      20                                                                                                            21
Chénier                                                 Roucher                                              Mathieu
Al braccio mio non più timore!                          (spiana contro l’Incredibile un paio di pistole da   (levandosi ritto sui gradini dell’altare)
Fino alla morte insieme?                                tasca)                                               L’han fatto assassinare i girondini!
                                                        Bada!                                                (un urlo terribile di minaccia si leva. Allora
Maddalena                                                                                                    Mathieu ha una grande idea: incrocia la sua
Fino alla morte insieme!                                L’Incredibile                                        picca con altre di alcuni sanculotti e alcune
Ah! Ora soave,                                          (arretra appigliandosi a più prudente consiglio      carmagnole e improvvisa una barella, sulla
sublime ora d’amore!                                    e fugge)                                             quale viene steso Gérard e portato a spalle.
Possente l’anima                                        Alla sezione!                                        Intorno al corpo grondante sangue si affolla
sfida il terrore!                                                                                            quella tumultuosa folla alla strana luce
                                                        Gérard                                               sanguigna delle torce, urlante nella notte resa
Maddalena e Chénier                                     (buttandosi contro Chénier)                          più sinistra da lividi lampi che solcano un cielo
Mi fai puro il cuore,                                   Io ti rubo a Sanson!                                 nero e minaccioso)
non temo la morte…                                                                                           Morte! Morte ai girondini!
fino alla morte insiem!                                 Chénier
(Maddalena prende il braccio di Chénier, ma             (deridendolo nel vederlo battersi con altrettanto    Tutti
appena hanno fatto pochi passi, ecco, dietro            coraggio e slancio, quanta imperizia nelle armi)     Morte! Morte ai girondini! Morte! Morte!
il Caffè Hottot, correre verso di loro Gérard,          Tu non sei che un frate! Sei Chabot?
faticosamente seguito dall’Incredibile)                                                                      Fine del Secondo Quadro
                                                        Gérard
Gérard                                                  Ah!
(sbarrando loro la strada)                              (cade ferito sui gradini dell’altare di Marat)
Maddalena di Coigny!                                    Sei Chénier… Fuggi!
                                                        (soffocato)
Maddalena                                               Il tuo nome Fouquier Tinville
(riconosce, rischiarato come rimane, il viso di         ha scritto… Va’…
Gérard dalle lanterne del ponte Peronnet)               (come un rantolo)
Gérard!                                                 Proteggi Maddalena!
                                                        (si sente accorrere gente e la voce
Gérard                                                  dell’Incredibile che grida: “Al Ponte Peronnet”.
A guisa di notturna io vi ritrovo…                      Chénier fugge. Da tutte le parti irrompe gente.
                                                        L’Incredibile con guardie nazionali)
Chénier
(minaccioso)                                            Mathieu
Segui per la strada tua!                                (riconoscendo nel ferito Gérard)
                                                        Gérard ferito?!
Gérard
(avventandosi contro Chénier per strappargli            Alcuni
Maddalena)                                              Ferito?
È merce proibita!
(Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al           L’Incredibile
bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà in          Il feritore…
un urlo di rabbia e di dolore. Ed ecco accorrere
Roucher. Chénier lo vede e gli addita Maddalena)        Tutti
                                                        Il feritore?
Chénier
(a Roucher)                                             Gérard
Salvala!                                                (sollevandosi fa uno sforzo e guardando
                                                        l’Incredibile trova ancora l’energia di impedirgli
Gérard                                                  di parlare)
(vedendoli allontanarsi urla all’Incredibile)           Ignoto!...
Inseguila!                                              (sviene)
(sguaina la spada, si getta contro Chénier)

                                                   22                                                                                                            23
QUADRO TERZO                                              Or, come già Barère, io levo il grido               Donate i vostri figli alla gran Madre,                Gérard
La Sezione Prima del Tribunale rivoluzionario             di Louvertur: Libertà e patate!                     o voi, madri francesi!                                (alla vecchia)
(Comitato di Salute Pubblica).                            (vedendo dal fondo della via sopraggiungere                                                               Noi l’accettiamo! Dinne il nome suo.
                                                          Gérard, s’interrompe con gioia)                     Le donne
Vasto stanzone a piano terreno ridotto per                Ma, to’: laggiù è Gérard!                           (commosse, accorrono dapprima poche, poscia           La vecchia Madelon
una metà (quella di sinistra) a Tribunale, l’altra        Ei vi trarrà di tasca gli ex Luigi                  alla rinfusa e più rumorose, e finalmente con         Roger Alberto.
(quella di destra), divisa durante i dibattiti del        con paroline ch’io non so!                          grande entusiasmo, e, giunte fra i bisbigli e i       (uno scrive il nome sul registro)
giudizio da una opportuna sbarra divisoria,               (volta le spalle al suo uditorio)                   sussurri all’urna, vi gittano dentro tutto quanto
riservata al pubblico. Dalle finestre e dall’arco,        M’infischio dei bei motti!                          hanno addosso di denaro e d’ornamento)                Gérard
dietro, una larga strada veduta di scorcio che si         Ed anche me ne vanto!                               – Prendi!… È un ricordo!                              A sera partirà!
perde entro a fitte case.                                 (infatti appare dalla via Gérard appoggiato al      – A te! Un anello!                                    (allora la vecchia abbraccia forte il fanciullo che
                                                          suo ufficioso. La folla si allarga innanzi a lui.   – È un braccialetto!                                  la bacia)
All’alzarsi della tela, benché quello sia pure            L’aspetto suo pallido e sofferente gli desta la     – Prendi!
                                                                                                                                                                    La vecchia Madelon
giorno di dibattimento, pure tuttavia il lugubre          simpatia di tutti. Al suo apparire un affettuoso    – Otto giorni di lavoro!
                                                                                                                                                                    (scoppia in singhiozzi)
locale presenta uno strano e ben diverso                  grido lo accoglie)                                  – Una fibbia d’argento!
                                                                                                                                                                    Gioia, addio!
aspetto. Sulla tavola della presidenza sta                                                                    (una dà pochi soldi)
                                                                                                                                                                    Portatemelo via!
collocata una colossale urna di legno dipinto,            Tutti                                               – Son due bottoni d’oro!
                                                                                                                                                                    (balbetta con voce pietosa, non trovando essa
imitazione di ara greca, con d’intorno alcuni             Cittadino Gérard, salute! Evviva!                   – Quanto posseggo! A te!
                                                                                                                                                                    più la forza di allargare le sue tremule braccia
Rappresentanti del popolo dalle grandi sciarpe                                                                (una scartocciandoli di dentro a un pezzo di
                                                                                                                                                                    in quell’abbraccio che essa presume ultimo.
tricolori ai fianchi. Presso l’urna due carmagnole        Mathieu                                             carta)
                                                                                                                                                                    Due guardie nazionali conducono via il fanciullo.
in berretto frigio e armati di picche che vi fanno        La tua ferita?                                      – Una crocetta!
                                                                                                                                                                    Appena si sente sola, si scuote e cerca intorno
la guardia, uno, naturalmente, Orazio Coclite,                                                                – Prendi!
                                                                                                                                                                    con un gesto)
cittadino benemerito. Dietro la tavola quattro            Gérard                                              (ma ad un tratto si ode una voce debole
                                                                                                                                                                    Chi mi dà il braccio?
soldati della Guardia Nazionale, un sergente              (commosso)                                          frammezzo alla folla. È una vecchia)
                                                                                                                                                                    (da quella folla molti accorrono a lei commossi,
e un ufficiale. Ritto, isolato da tutti, presso           Grazie cittadini!
                                                                                                                                                                    e la vecchia Madelon, così come prima se ne è
all’urna, sta il sanculotto Mathieu. L’altra metà         (stringe la mano a molti che gliela porgono)        La vecchia Madelon
                                                                                                                                                                    venuta, si allontana lentamente calma e fiera)
dello stanzone è stipata da gente diversa, la             La forte fibra mia m’ha conservato                  Largo… largo!
sbarra divisoria però non è calata; l’accesso             alla mia patria ancora!                             (tutti, innanzi alla vecchia, lasciano il passo.      I Rappresentanti fanno ritirare l’urna patriottica
all’urna è liberissimo. Si raccolgono pubbliche                                                               È una cieca guidata da un fanciullo di quindici       e, firmati i verbali e stretta la mano a Gérard,
offerte. Dietro la tavola un gran drappo tricolore        Mathieu                                             anni. Essa volge intorno a sé, come per               si allontanano. Gérard siede al tavolo e stende
steso su due picche portante scritto: “Cittadini,         (indicandogli l’urna)                               guardare, due occhi bianchi, senza sguardo, poi       il rapporto pel Comitato centrale. La folla a
la Patria è in pericolo! La Patria, impegnata             Ecco il tuo posto!                                  lentamente, appoggiata alle spalle del fanciullo,     poco a poco dirada. L’Ufficiale dà il comando,
nella sua formidabile guerra contro l’Europa              (con voce monotona ripete)                          si avvicina alla tavola mutata in altare della        le Guardie Nazionali prendono il fucile e lo
coalizzata, chiede oro e soldati”.                        Dumouriez, traditore e girondino,                   patria)                                               seguono in drappello. Mathieu con una scopa
                                                          è passato ai nemici (muoian tutti!).                Son la vecchia Madelon, mio figlio è morto;           si mette a spazzare il locale, che in breve
Mathieu                                                   È la patria in pe…                                  avea nome Roger; morì alla presa                      diverrà Tribunale per trasformarsi a sera in
(apostrofa con voce monotona il pubblico, tiene           (ma, accortosi che la pipa si è spenta conclude     della Bastiglia; il primo suo figlio                  club. L’Incredibile entra. Intanto, appena fuori,
il suo abbruciagola nella mano e vi aspira, fra           indicando Gérard)                                   ebbe a Valmy galloni e sepoltura.                     nel largo crocicchio avanti alla Sezione, quel
parola e parola, ingorde boccate)                         Cedo la parola.                                     Ancora pochi giorni, e io pur morrò.                  pubblico patriota, che poco prima si stipava
Dumouriez traditore e giacobino                                                                               (spinge dolcemente innanzi a sé il fanciullo)         commosso intorno all’urna della Patria, appena
è passato ai nemici (il furfantaccio!);                   Gérard                                              È il figlio di Roger! L’ultimo figlio,                all’aperto, si trasforma energicamente. Danzano
Coburgo, Brunswick (Pitt crepi di peste!)                 (con vero accento di dolore)                        l’ultima goccia del mio vecchio sangue…               tutti. La Carmagnola è l’anima della strada.
e il vecchio lupanare dell’Europa                         Lacrime e sangue dà la Francia! Udite!              Prendetelo! Non dite che è un fanciullo!
tutta, contro ci stanno! Oro e soldati!                   Laudun ha inalberato                                (e, preso il fanciullo pel braccio, glielo denuda,    Voci interne
Onde quest’urna ed io che parlo a voi                     vessillo bianco!                                    mostrando agli uomini del Comitato di Difesa          Amici, ancor cantiam! Beviam! Danziam ognor!
rappresentiam l’immagin della patria!                     È in fiamme la Vandea!                              che è un braccio nerboruto e forte)                   Colmo il bicchier, allieta il cor!
(un gran silenzio accoglie il discorso di Mathieu,        E la Bretagna ne minaccia!                          È forte… Può combattere e morire!                     Cantare e ber!
però nessuno va ad offrire)                               Ed Austriaci, e Prussiani, e Inglesi, e tutti       (allora un ufficiale si avvicina al fanciullo che,    Viva la libertà! Viva la libertà!
Nessun si move? Che la ghigliottina                       nel petto della Francia                             tutto orgoglioso, si impettisce imitando la posa      Danziam la Carmagnola!
ripassi a ognun la testa e la coscienza!                  gli artigli armati affondano!                       di un vecchio soldato, lo esamina e con un gesto      Evviva il suon del cannon!
(alcuni vanno e gettano nella grande urna                 Occorre e l’oro e il sangue!                        rapido accenna di accettarlo)                         (Mathieu “Populus” ripone la scopa e siede su
oggetti e danari, Mathieu riprende)                       L’inutil oro ai vostri vezzi,                                                                             una panca, fuori presso alla porta della Sezione,
È la patria in periglio!                                  donne francesi, date!                                                                                     a fumare)

                                                     24                                                                                                            25
L’Incredibile                                       L’Incredibile                                       (Gérard siede per scrivere. Così quest’uomo,            ed ho al suo il mio grido unito…
(si avvicina a Gérard)                              No, i soliti strilloni…                             che, moribondo o credendosi tale, ferito dallo          Or smarrita ho la fede nel sognato destino?
L’uccello è nella rete!                             (passa e lo si vede dall’arco d’ingresso della      stocco di Chénier, perdonava al suo feritore la         (si interrompe, le vecchie ricordanze tornano
                                                    Sezione, venendo dalla via destra, uno strillone    sua vita e il suo amore perduto, colle forze vitali     a lui, la sua voce si fa piena di tristezza, di
Gérard                                              che urla a tutta gola: l’arresto importantissimo    sue sente rinascere soprattutto l’odio. Il corpo,       rimpianto)
(con un grido di gioa)                              d’Andrea Chénier!)                                  questo adoratore della vita, si ribella sempre          Com’era irradiato di gloria il mio cammino!
Lei?!...                                            Queste grida arriveranno a lei!                     contro i generosi slanci dell’anima.                    La coscienza nei cuor ridestar de le genti,
                                                                                                        L’Incredibile si allontana e va ad osservare sulla      raccogliere le lagrime dei vinti e sofferenti!
L’Incredibile                                       Gérard                                              piazza il movimento della gente e le mercantine         Fare del mondo un Pantheon!
No, il maschio. È al Lussemburgo!                   (con un debole atto di ribellione, scostando a sé   che ballano la Carmagnola)                              Gli uomini in dii mutare
                                                    con un gesto l’Incredibile)                                                                                 e in un sol bacio e abbraccio
Gérard                                              Ebbene?                                             Gérard                                                  tutte le genti amar!
Quando?                                                                                                 Esito dunque? Andrea Chénier segnato                    Or io rinnego il santo grido!
                                                    L’Incredibile                                       ha già Fouquier Tinville! Il fato suo                   Io d’odio ho colmo il core
L’Incredibile                                       (con un eloquente sguardo d’ironia)                 è fisso! Oggi o doman…                                  e chi così m’ha reso, fiera ironia, è l’amor!
Stamattina.                                         Ebbene? Donnina innamorata                          (deponendo la penna)                                    (con disperazione)
                                                    che d’aspettar s’annoia,                            No! È vile! È vile!                                     Sono un voluttuoso! Ecco il mio nuovo padrone:
Gérard                                              se passata è già l’ora                                                                                      il senso! Bugia tutto! Sol vero la passione!
E come?                                             del desiato ritrovo al nido,                        L’Incredibile                                           (e vedendo ritornare presso di lui l’Incredibile,
                                                    (ch’io muoia)                                       (vedendolo esitante ritorna presso a lui)               firma)
L’Incredibile                                       se la bella presaga                                 Come vola il tempo! Affollan già le vie!
Il caso!                                            all’ansia vinta                                     (si allontana di nuovo)                                 L’Incredibile
                                                    non ti discende per la via                                                                                  Sta bene! Ove trovarti se…
Gérard                                              così, com’è, discinta!                              Gérard
Dove?                                               Esce correndo… e indaga!                            (riprende la penna; riflette)                           Gérard
                                                    E vola! E scruta! E spia!                           Nemico della patria?!                                   (interrompendolo)
L’Incredibile                                       To’! Passa uno strillone? E vocia un nome?          (ride amaramente)                                       Qui resto!
A Passy, presso un amico.                           Oh, come tutta impallida!                           È vecchia fiaba                                         (l’incredibile si allontana affrettandosi, urtando
                                                    Ma non vacilla o china!                             che beatamente ancor la beve il popolo.                 in un piccolo ometto sudicio che entra tenendo
Gérard                                              Possanza dell’amor!                                 Nato a Costantinopoli?                                  sotto un braccio un gran fascio di carte: è il
E lei?                                              In quel dolor                                       (riflette, poi esclama e scrive)                        Cancelliere del Tribunale Rivoluzionario. Il
                                                    cessa la donna ed eccola eroina!                    Straniero!                                              piccolo ometto impassibile e silenzioso si
L’Incredibile                                       Tutto oserà!                                        Studiò a Saint-Cyr?... Soldato!                         avvicina a Gérard e sta in piedi innanzi a lui,
Ancor nessuna traccia!                              Laonde, tu la vedrai! Pazienza!                     (riflette ancora, poi trionfante d’una idea subito      attendendone gli ordini. Gérard gli consegna
(scherzoso)                                         A te verrà!                                         balenatagli scrive rapidamente)                         altre carte e con essa la nota degli accusati che
Ma tal richiamo è il maschio per la femmina         (e assumendo il fare elegante delle “grandi         Traditore! Di Dumouriez un complice!                    appariranno fra poco avanti quel Tribunale, nota
che volontariamente (penso e credo)                 occasioni” conclude)                                È poeta? Sovvertitor di cuori e costumi!                nella quale Gérard ha già scritto come ultimo
essa a noi verrà!                                   È questo il mio pensier.                            (ma a quest’ultima accusa la penna gli sfugge           il nome di Andrea Chénier. L’ometto apre la
                                                    Incredibile: ma vero!                               dalle mani, gli occhi fissi e pensosi gli si            piccola porta d’angolo e vi entra richiudendosela
Gérard                                                                                                  riempiono di lacrime; egli si alza e passeggia          dietro.
(sfiduciato)                                        Gérard                                              lentamente, con tristezza)                              Ad un tratto una donna scarmigliata appare
No; non verrà!                                      (che si è alzato e passeggia febbrilmente)          Un dì m’era di gioia passar                             correndo dalla via opposta a quella per la quale
(lontano un grido acuto e confuso da ogni parte)    Più fortemente m’odierà!                            fra gli odii e le vendette, puro, innocente e forte!    si è allora appena allontanano l’Incredibile. È
                                                                                                        Gigante mi credea!                                      Maddalena)
L’Incredibile                                       L’Incredibile                                       Son sempre un servo! Ho mutato padrone!
Ascolta!                                            Che importa? Nella femmina                          Un servo obbediente di violenta passione!               Maddalena
                                                    vi sono il corpo e il cuore!                        Ah, peggio! Uccido e tremo,                             (a Mathieu)
Gérard                                              Tu scegli il corpo! È la parte migliore.            (sorride amaramente angoscioso)                         Carlo Gérard?
Grida son…                                          (quasi imperiosamente gli accenna di scrivere)      e mentre uccido, io piango!
(ascolta più attentamente)                          Stendi l’atto d’accusa: “Andrea Chénier             (la sua voce si fa affannosa, violenta a scatti e       Mathieu
Monelli aizzati…                                    sia tosto deferito al Tribunale”.                   piena di entusiasmo)                                    Là! Entrate.
                                                    Fouquier Tinville aspetta.                          Io della Redentrice figlio pel primo ho udito           (Gérard al fruscio della sua veste alza il capo)
                                                    Scrivi!                                             il grido suo pel mondo

                                               26                                                                                                              27
Maddalena                                             dei tuoi occhi profondi!                                  Fu in quel dolore                                         Maddalena
(con voce tremante)                                   Io pur, io pur, io pur voglio affondare                   che a me venne l’amor!                                    (con un ultimo grido dove c’è tutto quanto può
Se ancor di me vi sovvenite non so!                   le mie mani nel mare                                      Voce piena d’armonia                                      soffrire un’anima)
Son Maddalena di Coigny.                              dei tuoi capelli biondi!                                  e dice: “Vivi ancora! Io son la vita!                     Salvatelo! Salvatelo! Salvatelo!
(interpretando un gesto di Gérard come una            (audacemente levandosi ritto le chiede)                   Ne’ miei occhi è il tuo cielo!
repulsa soggiunge con voce implorante)                Or dimmi, che farai contro il mio amor?                   Tu non sei sola! Le lagrime tue                           Gérard
Ah, non m’allontanate!                                                                                          io le raccolgo! Io sto sul tuo cammino                    La rivoluzione i figli suoi divora!
Se voi non m’ascoltate io son perduta!                Maddalena                                                 e ti sorreggo!                                            (colto da un’idea, corre al tavolo e scrive
                                                      Io corro nella via… Il nome mio                           Sorridi e spera! Io son l’amore!                          rapidamente un biglietto per il Presidente
Gérard                                                vi grido! Ed è la morte che mi salva!                     Tutto intorno è sangue e fango?... Io son divino!         Dumas.Mentre scrive Maddalena gli si avvicina e
(con violenza)                                        (ma Gérard, improvvisamente allontanando                  Io son l’oblio!                                           appena Gérard depone la penna essa gli afferra
Io t’aspettava! Io ti volevo qui!                     da sé il tavolo e rovesciando la seggiola, va a           Io sono il dio                                            lamano e gliela bacia)
Io son che come veltri ho a te lanciato               frapporsi tra Maddalena e le due uscite)                  che sovra il mondo scende da l’empireo                    Il tuo perdono è la mia forza!
orde di spie!                                                                                                   fa della terra un ciel!                                   Grazie! Io l’ho perduto, difenderlo saprò!
Entro a tutte le vie                                  Gérard                                                    Ah! io son l’amor!”.                                      (ma ecco Mathieu. Gérard ha appena il tempo
la mia pupilla è penetrata!                           No, tu non lo farai! No! Tuo malgrado                     E l’angelo si accosta, bacia, e vi bacia la morte!        di parlare a Mathieu, consegnargli il biglietto
E ad ogni istante!                                    tu mia sarai!                                             Corpo di moribonda è il corpo mio!                        per Dumas e ritirarsi con Maddalena in fondo
Io, per averti, preso ho il tuo amante!                                                                         Prendilo, dunque! Io son già morta cosa!                  all’aula dalla parte assegnata al pubblico che
                                                      Maddalena                                                 (il cittadino Cancelliere, il sinistro ometto,            questi già vi si rovescia tumultuante, rumoroso,
Maddalena                                             (atterrita, gittando un grido di terrore fugge            appare alla porta del piccolo stanzino, muto,             eccitato. Mathieu si allontana rapidamente col
(sorpresa alla violenza del suo dire rimane un        riparandosi dietro la tavola dei giudici: ma              sempre impassibile si avvicina a Gérard, gli              biglietto, ruvidamente ributtando a spintoni la
momento atterrita, poscia vergognata di quella        poscia presa da improvvisa idea, esce dal riparo          pone innanzi alcuni fogli scritti e come è venuto,        folla che gli è intorno)
sua debolezza esclama con un accento di               di quel tavolo e muove risoluta verso Gérard)             muto e impassibile, ritorna al suo stanzino
disprezzo indicibile)                                 Se della vita sua                                         richiudendo ancora dietro di sé la porta)                 Una Mercantina
A voi! Qui sto! Vendicatevi!                          tu fai prezzo il mio corpo… ebbene, prendimi!                                                                       (a una vecchia)
                                                      (gli si avvicina lenta, sublime di quel suo sacrificio)   Gérard                                                    Mamma Cadet!... Presso alla sbarra, qui!
Gérard                                                                                                          (prende i fogli lasciati dal Cancelliere, vi butta gli
(con voce soffocata)                                  Gérard                                                    occhi sopra. È la lista degli accusati, un nome gli       Mathieu
Non odio!                                             (colpito, quasi fra sé, con dolorosa                      balza subito agli occhi, quello di Chénier)               Ohè, cittadina, un po’ di discrezione!
                                                      ammirazione)                                              Perduto!
Maddalena                                             Come sa amare!                                            (esclama dolorosamente e poscia,                          Altre Mercantine
Perché m’avete qui voluta?                                                                                      disperatamente camminando, agitato grida)                 (sedendo sulle panche)
                                                      Maddalena                                                 La mia vita per salvarlo!                                 Di qui si vede e si ode
Gérard                                                La mamma morta                                                                                                      a perfezione.
Perché ti volli qui?… Perché ti voglio!               m’hanno a la porta                                        Maddalena
Perché ciò è scritto nella vita tua!                  della stanza mia;                                         (con immenso grido di gioia)                              Mathieu
Perché ciò volle il mio voler possente!               moriva e mi salvava!                                      Voi lo potete! Stamane                                    (ad alcune carmagnole che entrano)
Era fatale, e vedi, s’è avverato!                     Poi a notte alta io con Bersi errava,                     egli arrestato fu!                                        Oggidì grande infornata, pare.
Io t’ho voluto allor                                  quando ad un tratto un livido bagliore
che tu piccina                                        guizza e rischiara innanzi a’ passi miei                  Gérard                                                    Alcune vecchie
pel gran prato                                        la cupa via!                                              Ma chi l’odiava per oggi                                  Qui si gode la vista d’ogni cosa!
con me correvi lieta in quell’aroma                   Guardo! Bruciava il loco di mia culla!                    ha preparato il suo giudizio… la sua morte!
d’erbe infiorate e di selvagge rose!                  Così fui sola! E intorno il nulla!                        (dalla strada viene un mormorio, un bisbiglio di          Una Pescivendola
Lo volli il dì che mi fu detto:                       Fame e miseria!                                           folla. Egli guarda. Già nei pressi della Sezione la       Venite qua, cittadina Babet!
“Ecco la tua livrea!” e, come fu sera,                Il bisogno, il periglio!                                  gente in attesa del giudizio si accrocchia)
mentre studiavi un passo di minuetto,                 Caddi malata!                                             La folla già, curiosa ed avida di lacrime, di             Alcune Carmagnole
io, gallonato e muto,                                 E Bersi, buona e pura,                                    sangue!                                                   – Molti ex!
aprivo e richiudevo una portiera…                     di sua bellezza ha fatto                                  (dalle stanze superiori e contigue si sente il            – La Legray.
La poesia in te così gentile                          un mercato, un contratto per me!                          rumore dei fucili e delle sciabole dei gendarmi)          – E un poeta!
di me fa un pazzo grande e vile!                      Porto sventura a chi bene mi vuole!                       Udite? È il calcio dei fucili!
Ebben? Che importa? Sia!                              (a un tratto nelle pupille larghe di Maddalena si         Sono i gendarmi!                                          Alcune Mercantine
E, fosse un’ora sola,                                 effonde una luce di suprema gioia, una gran luce          (con accento di disperazione)                             (bisticciandosi con alcune vecchie)
io voglio quell’ebbrezza                              profonda come riflesso di splendore misterioso)           E là sta già Chénier!                                     Venite! Più in là!

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