Opera - Andrea Chénier Umberto Giordano - Teatro Alighieri
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2018-2019 Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) Teatro Alighieri venerdì 8 marzo ore 20.30 domenica 10 marzo ore 15.30
Sommario La locandina................................................................. pag. 5 Il libretto. ........................................................................ pag. 7 Il soggetto...................................................................... pag. 39 Andrea Chénier, un dramma di retorica umbertina di Nicola Berloffa . .................................................... pag. 41 Quattro quadri di storia cantata di Angelo Foletto . ..................................................... pag. 43 I protagonisti .............................................................. pag. 51 Coordinamento editoriale Cristina Ghirardini Grafica Ufficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Si ringrazia Fondazione Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena per aver messo a disposizione il materiale editoriale. Foto di scena del Teatro Comunale di Modena © Rolando Paolo Guerzoni L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Grafiche MDM, Forlì
Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) personaggi e interpreti Andrea Chénier Samuele Simoncini Carlo Gérard Ernesto Petti Maddalena di Coigny Saioa Hernández La mulatta Bersi Nozomi Kato La Contessa di Coigny Shay Bloch Madelon Antonella Colaianni Roucher Stefano Marchisio Pietro Fléville / Foquier Tinville Alex Martini Il sanculotto Mathieu Fellipe Oliveira Un “Incredibile” Alfonso Zambuto L’Abate Roberto Carli Schmidt Stefano Cescatti Il Maestro di Casa / Dumas Luca Marcheselli direttore Giovanni Di Stefano regia Nicola Berloffa scene Justin Arienti costumi Edoardo Russo luci Valerio Tiberi assistente alla regia Veronica Bolognani Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini Associazione Coro Lirico Terre Verdiane - Fondazione Teatro Comunale di Modena maestro del coro Stefano Colò Nuovo allestimento coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Regio di Parma Allestimento in coproduzione con Opéra de Toulon 5
Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano prima rappresentazione assoluta: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896 (Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano) PERSONAGGI Andrea Chénier* tenore Carlo Gérard baritono Maddalena di Coigny soprano La mulatta Bersi soprano o mezzosoprano La Contessa di Coigny mezzosoprano Madelon mezzosoprano Roucher basso o baritono Il romanziero Pietro Fléville, pensionato del Re basso o baritono Fouquier Tinville, accusatore pubblico basso o baritono Il sanculotto Mathieu, detto “Populus” baritono Un “Incredibile” tenore L’Abate, poeta tenore Schmidt, carceriere a San Lazzaro basso Il Maestro di Casa basso Dumas, presidente del Tribunale di Salute Pubblica basso Dame, Signori, Abati, Lacchè, Staffieri, Conduttori di slitte, Ungheri volanti, Musici, Servi, Paggi, Valletti, Pastorelle, Straccioni. Borghesi, Sanculotti, Carmagnole, Guardie nazionali, Soldati della Repubblica, Gendarmi, Mercatine, Pescivendole, Calzettaie, Venditrici ambulanti, Meravigliose, Incredibili, Rappresentanti della Nazione, Giudici, Giurati, Prigionieri, Condannati, Ragazzi strilloni. Un maestro di musica, Alberto Roger, Flando Fiorinelli, Orazio Coclite, Un bambino, Un cancelliere, Il vecchio Gérard, Robespierre, Couthon, Barras, Un fratello servente (garzone di caffè), ecc. L’azione si svolge in un castello della provincia francese nel 1789 e a Parigi nel 1794. * Da H. de Latouche, Méry, Arsène Houssaye, Gautier e J. ed E. de Goncourt, ebbe l’idea di drammatizzare pel Teatro di Musica il personaggio e attinse dettagli di verità d’epoca l’Autore del Libretto. (Luigi Illica) 7
QUADRO PRIMO io vi bramo ed anzi sol per questo, forse, io v’amo!” In provincia, nel castello della signoria dei Conti Tal dei tempi è il costume! di Coigny. (dal giardino si avanza, trascinandosi penosamente, un vecchio giardiniere curvo Il giardino d’inverno. La gran serra: imitazione sotto il peso di un mobile. È il padre di Gérard. pretenziosa di quella di Casa d’Orléans o di Questo gitta lo spolveraccio che tiene in mano e quella Kinsky. corre a porgere aiuto al padre, che tutto tremulo La serra offre sul finire di una giornata d’inverno si allontana pei contorti sentieri del giardino. del 1789 un curioso aspetto: sembra un giardino Gérard guarda commosso allontanarsi il padre) colle sue statue di Bacco, di Flora, coll’altare Son sessant’anni, o vecchio, che tu servi! di Minerva, ed è sala, talmente ovunque vi A’ tuoi protervi sono sparsi mobili e perfino, fra vasi di piante arroganti signori esotiche, un clavicembalo Silbermann, ed è hai prodigato fedeltà, sudori, campagna anche, verso l’estremo lato sinistro la forza dei tuoi nervi, dove, per una mite e microscopica collinetta l’anima tua, la mente… aprentesi ai piedi in grotte da ninfe, si sale ad e quasi non bastasse la tua vita una casetta rustica da latteria addossata ad un a renderne infinita eternamente infantile mulino. l’orrenda sofferenza, “Tal dei tempi è il costume!” hai data l’esistenza dei figli tuoi… All’alzarsi della tela, sotto i rigidi comandi di un (con immenso sdegno si picchia colla larga arrogante e gallonato Maestro di Casa, corrono mano il petto sussurrando fra le lagrime) lacchè, servi, valletti carichi di mobili e vasi Hai figliato dei servi! completando l’assetto della serra. Carlo Gérard, (poi si asciuga sdegnosamente le lagrime, torna in livrea, entra sostenendo con altri servi un a guardare fieramente intorno a sé la gran serra) azzurro e pesante sofà. T’odio, casa dorata! È a lui che principalmente si rivolge il Maestro L’immagin sei d’un mondo incipriato e vano! di Casa con piglio altezzoso, borioso ed ironico, Vaghi dami in seta ed in merletti, impartendo ordini. Dal giorno che Gérard fu affrettate, accelerate le gavotte gioconde sorpreso a leggere Jean-Jacques Rousseau e gli e i minuetti! Enciclopedisti, non ironia o servizio più umile o Fissa è la vostra sorte! più basso gli è risparmiato. Razza leggiadra e rea, figlio di servi, e servo Il Maestro di Casa qui, giudice in livrea, Questo azzurro sofà ti grido: è l’ora della morte! là collochiam… (La Contessa, Maddalena e Bersi, questa (Gérard e i lacchè eseguiscono, poi il Maestro stranamente vestita, appaiono al di là dell’arco di Casa accenna verso le sale interne e vi entra d’ingresso alla serra. La Contessa si sofferma seguito da tutti i lacchè, eccettuato Gérard che, a dare alcuni ordini al Maestro di Casa. inginocchiato davanti all’azzurro sofà, ne liscia Maddalena si avanza lentamente con Bersi) le frange arricciatesi e ridona il lucido alla seta rasata, sprimacciandone i cuscini) Maddalena Il giorno Gérard intorno già s’insera Compiacente a’ colloqui lentamente! del cicisbeo In queste misteriose che a dame maturate ombre, forme fantastiche porgeva qui la mano! assumono le cose! Qui il Tacco Rosso al Neo Or l’anime s’acquetano sospirando dicea: umanamente! “Oritia… o Clori… o Nice… incipriate, vecchiette e imbellettate 9
Gérard La Contessa m’inceppa e stanca, (Maddalena entra con tutta la semplicità di una (fra sé, guardando ammirato Maddalena) (con sussiego) mi sfianca tutta veste bianca e una rosa tra i capelli. I valletti Quanta dolcezza È l’Abatino! e aggiungivi un cappello servono i rinfreschi. Entra l’Abate che è subito ne l’alma tetra “cassa-di-sconto” o quello circondato da tutti) per te penetra. Maddalena alla “Basilio” od alla “Montgolfier”, Anche l’idea muor, Uno vien dall’Italia? e tu sei sorda e cieca La Contessa tu non muori giammai, e, nata bella, L’Abate! tu, l’eterna canzon! La Contessa eccoti fatta brutta. (la Contessa entra nella serra, e coll’occhialetto, Sì, Fléville, l’Abate da Parigi. (le lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle Maddalena e con fare altezzoso, guarda attentamente se e (poi, sorpresa, osservando che sua figlia è visite. Ma ecco la Contessa che rientra) L’Abate! come è stata disposta) ancora in vestaglia) Per stasera pazienza! Ancor così? Maddalena! Ancor non sei vestita? Mamma, non odi? La Contessa La Contessa (Maddalena accenna a sua madre che andrà Finalmente! (a Gérard ed altri lacchè) ad abbigliarsi. La Contessa l’accarezza e va La Contessa Via, v’affrettate ad esaminare se nulla manca anche nelle sale Sono di già gli ospiti! Maddalena e alle lumiere superiori) Da Parigi voi venite? luce date! Maddalena (i lacchè montano su alcuni sgabelli e Bersi Così mi metto: bianca vesta L’Abate cominciano ad accendere i bracciali, i doppieri (corre a Maddalena e si accoccola ed una rosa in testa! Sì! e a dar luce a tutta la serra. A poco a poco tutto grottescamente ai suoi piedi con gesti strani e (corre via seguita da Bersi. Già si anima tutto il sfolgora di luce allegra) bizzarri) castello. Gli invitati entrano nelle sale a coppie) La Contessa E, dite, tutto è pronto? Sospiri? Che novelle della Corte? La Contessa (alle dame) Gérard Maddalena Maddalena Oh! Come elegante… Tutto. Sì; io penso alla tortura del farsi belle! Dite? e voi gentil galante! Vera galanteria! La Contessa Bersi La Contessa (al marchese) I cori? (crollando la testa vivacemente) Presto! A ben più d’una brama Sei tu che fai belle le vesti tue! la vostra dama Gérard Io le fo’ brutte tutte! Maddalena accender saprà l’esca! Stanno di già vestendosi. (si guarda curiosamente gualcendo le pieghe Noi curiose tutte siam! (alla vecchia dama colla quale senza inchini si della veste) Presto! Dite, dite! abbracciano, vecchia dama che ha per cavaliere La Contessa (l’Abate graziosamente lusingato da quella un grosso ecclesiastico) E i suonatori? Maddalena dimostrazione bacia molte mani e fa inchini che Appariscente e fresca sempre! (si avvicina a Bersi e la calma dicendole sembrano genuflessioni. La Contessa intanto lo Contessa, sempre, sempre la stessa! Gérard sorridendo con fare d’annoiata) serve personalmente di una marmellata) (sonagliera sul palcoscenico in lontananza. Accordan gli strumenti. Soffoco… moro Entrano i personaggi del carabas. Sono tre: uno tutta chiusa L’Abate avanzato in età con un esagerato manicotto, il La Contessa in busto stretto Debole è il Re! romanziere; un giovane imberbe, Chénier; uno (volgendogli le spalle) a squame ombra di moro senza età, il musicista) A momenti o in un corsetto, Fléville arriveranno gli ospiti… come s’usa, Fléville Ha ceduto? in seta di nakàra! Commosso… lusingato… Maddalena a… tanti complimenti L’Abate Uno è il signor Fléville… Bersi e… a questo, più che omaggio… Fu male consigliato! (la interrompe imitando il gesto caricato, il fare, (cerca la parola adatta) La Contessa il sospirare di un patito) … amabil persiflaggio! La Contessa (con grande compiacenza) Il tuo corsetto (imbrogliato a continuare in quel silenzio, Necker? Scrittore emerito… è cosa rara! presenta i due personaggi che son venuti con lui) Ch’io vi presenti Flando Fiorinelli, L’Abate Maddalena Maddalena cavaliere italiano e musico! Non ne parliamo! E l’altro chi è? L’orribile gonnella Andrea Chénier… (degusta la marmellata sospirando in atto di “coscia-di-ninfa-bianca” un che fa versi e… che promette molto. suprema afflizione) 10 11
Tutti L’Abate (si allontana agitando piccata il ventaglio, Gli invitati Quel Necker! Noi moriamo dalla curiosità! È Zefiro! dicendo a Fléville) Che c’è? Che c’è? Davver poco cortese! L’Abate Fléville Le amiche (questa volta attacca risolutamente la È mormorio di fonte! Fléville (sempre ridendo. Chénier interdetto ascolta) marmellata penetrandovi con tutto il cucchiaio) È un po’ bizzarro! Udite! Udite che il racconto è bello! Abbiamo il Terzo Stato! Alcuni invitati Il poetino è caduto in tranello. È fruscio d’ali! L’Abate Tutti Musa ognor pronta è donna a molti vieta! Maddalena Ah! Ah! L’Abate (rivolta alla madre) Un ruscelletto odo mormorar! La Contessa A tua preghiera, mamma, L’Abate È ver! Ecco il poeta! opponeva un rifiuto… Ed ho veduto offender… Fléville (prende il braccio dell’Abate e con lui si Allor bizzarro pensier venne a me… (scoppiando quasi in pianto per la commozione avvicina a Fiorinelli, inducendolo gentilmente Tutti e per la vanità) al clavicembalo. Maddalena che ha sentito la Le amiche Chi? È questo il mio romanzo! risposta data da Chénier a sua madre e che le La vendetta! (le dame guardano sedute mentre dietro la amiche hanno vivamente commentato, se le L’Abate sedia di ogni dama, in piedi, stanno i rispettivi raccoglie attorno) Maddalena La statua di Enrico quarto! cavalieri. I mariti giocano nel fondo. Chénier Io dissi: scommettiamo? in disparte, sommamente annoiato, osserva. Maddalena Tutti Maddalena si sente attratta verso di lui, sovente Io lo farò poetare. Scommettiamo? La Contessa e tutti Orrore! essa lo guarda osservandolo profondamente. (Fiorinelli siede al clavicembalo e suona, Di che cosa? Dal fondo appare qualche volta la faccia pallida poi si ferma, guarda languidamente con un La Contessa di Gérard come una minaccia) sospiro il suo pubblico, snoda le dita e attacca Maddalena Dove andremo a finire? il pezzo nuovamente. Maddalena si avvicina a Che parlato avria d’amor. I pastorelli e le pastorelle Chénier seguita dalle amiche, mentre Fiorinelli L’Abate (imitando il sospiro dei pastori) incomincia a suonare) La Contessa Così giudico anch’io! O pastorelle, addio! Ci avviamo Al mio dire perdono ed al mio ardire! Ebben? verso lidi ignoti e strani! Son donna e son curiosa! La Contessa Ahi, sarem lungi diman! (cerca un po’ l’insolenza che può colpire Chénier Tutti Non temono più Dio! Questi lochi abbandoniamo. e dà una rapida occhiata alle amiche) Ebben? Ahi, non avrà fino al ritorno Bramo di udire L’Abate più gioie il cor! un’egloga da voi, o una poesia, Maddalena (consegnando ad un valletto la sua tazza) Ahi, sarem lungi diman! per monaca o per sposa. (imita Chénier) Assai, madame belle, O pastorelle, addio! Chiamò la Musa! E la implorata Musa sono dolente de le mie novelle! (tutti applaudono mentre pastorelli e pastorelle Le amiche per la sua bocca ridisse la parola si ritirano) (con ironia) che a me… Fléville Per monaca o per sposa. (si rivolge ad un vecchio ridicolo) La Contessa (affettatissimo in atto da ispirato) voi, (avvicinandosi a Chénier) Passiamo la sera Chénier (a un Abate) Signor Chénier? allegramente! Della primavera Il vostro desio è comando gentil! e voi, ai zefiri gentili Ma… ohimé… la fantasia (a un marchese grasso) Chénier codeste nubi svaniranno! Il sole non si piega a comando o a prece umile… e voi pur anco, Madama la Contessa? noi rivedremo e rose e viole, è capricciosa assai la poesia… (a un giovanotto strano per la sua bruttezza) e udremo ne l’aria satura de’ fior La Contessa a guisa dell’amor! e voi mi diceste stasera… senza Musa. l’eco ridir l’egloghe dei pastori. La vostra Musa tace? (alla parola “amore” Maddalena e le ragazze (tutti ridono. Chénier pallidissimo guarda quella (dal lato destro della scena entrano pastorelle escono fuori in rumorosa risata. Fiorinelli fanciulla e stendendo la mano verso di lei la e pastorelli, in vaghe pose si fanno intorno a Chénier interrompe; tutti si avvicinano al gruppo di costringe ad ascoltarlo) Fléville che meravigliato li guarda) È una ritrosa che di tacer desìa. Chénier e Maddalena) O soave bisbiglio! Chénier La Contessa La Contessa Colpito qui m’avete, ov’io geloso Alcuni invitati (ironica) Perché ridete voi? celo il più puro palpitar dell’anima. È il vento! La vostra Musa è la malinconia. (accenna al cuore) 12 13
Or vedrete, fanciulla, qual poema non disprezzate il detto: Questa ciurmaglia via! è la parola “Amor”, qui causa di scherno! udite! Non conoscete amor. (a Gérard) (sorpresi all’armonia strana di quella voce Amor, divino dono, non lo schernir E tu pel primo! dolcissima, tutti, cavalieri, dame, abati, stanno del mondo anima e vita è l’Amor! (ma ecco accorrere il vecchio giardiniere, il ad udirlo) padre di Gérard, che si butta in ginocchio avanti Un dì all’azzurro spazio Maddalena alla Contessa. Gérard corre sdegnato a rialzare guardai profondo, Perdonatemi! suo padre) e ai prati colmi di viole, (Chénier commosso si allontana e scompare) pioveva l’oro il sole, Gérard e folgorava d’oro il mondo; La Contessa Sì, me ne vo, Contessa! parea la Terra un immane tesor, (scusando Maddalena cogli invitati che si Questa livrea mi pesa e a lei serviva di scrigno, il firmamento. agitano sdegnati) ed è vile per me il pane Su dalla terra a la mia fronte Creatura strana assai. Va perdonata! che qui mi sfama! veniva una carezza viva, un bacio. È capricciosa e un po’ romantichetta! La voce di chi soffre a sé mi chiama! Gridai, vinto d’amor: t’amo, (il preludio di una gavotta viene dall’alto della Vien, padre mio, vien con me. tu che mi baci, divinamente cantoria) Perché ti curvi ai piè bella, o patria mia! Ma udite! È il gaio suon de la gavotta. di chi non ode voce di pietà? E volli pien d’amore Su, cavalieri! Ognun scelga la dama! (poi strappandosi la livrea di dosso) pregar!… (i servi fanno posto e i cavalieri e le dame si Dalle mie carni giù, giù questa viltà! Varcai d’una chiesa la soglia; preparano alla danza. Lontanissime, appena (il Maestro di Casa, i servi, i lacchè, gli staffieri là un prete ne le nicchie distinte, si sentono venire avvicinandosi confuse respingono la folla. La Contessa si lascia cadere dei Santi e de la Vergine cantilene. Comincia la danza) sul sofà ansante dalla bile che la soffoca, mentre accumulava doni… e al sordo orecchio la folla si allontana. Gérard costringe suo padre un tremulo vegliardo invano Voci ad allontanarsi con lui) chiedeva pane e invan stendea la mano! (dall’interno) (l’Abatino e con lui altri Abatini si levano La notte il giorno La Contessa scandalizzati) portiamo intorno Quel Gérard!… L’ha rovinato il leggere!... Varcai degli abituri l’uscio; il dolore; Ed io… che tutti i giorni facevo l’elemosina… un uom vi calunniava bestemmiando siamo genti grame e a non fare arrossire di sé la povertà… il suolo che l’erario a pena sazia che di fame perfin m’ho fatto un abito costume di pietà… e contro a Dio scagliava e contro a li uomini si muor. (si lascia cadere come svenuta sull’azzurro le lagrime dei figli. (la Contessa fa interrompere la danza, tutti sofà. Un gran da fare in tutti!... Chi vuol (tutti gesticolano animatamente, rossi dalla prestano orecchio al canto interno) somministrarle gocce del General Lamothe, chi collera, contro Chénier. Gérard solo lo ascolta Affamati, languenti, d’Inghilterra, chi invece vuol slacciarle il busto. dal fondo della serra, agitatissimo. Chénier morenti, Questo la fa rinvenire. Il Maestro di Casa ritorna con rapido colpo d’occhio abbraccia tutto quel noi cadiam sovra suoli infecondi! e si avvicina) bizzarro quadro di gaudenti che fingono non (all’arco d’ingresso della serra Gérard appare Son tutti andati? udirlo o lo ascoltano altezzosi) alla testa di una folla di gente stracciata e In cotanta miseria languente) Maestro di Casa la patrizia prole che fa? Sì. (a Maddalena) Gérard Sol l’occhio vostro esprime umanamente (tonante) La Contessa qui un guardo di pietà, Sua grandezza la miseria! (agli invitati) ond’io guardato ho a voi sì come a un angelo. Scusate! L’interrotta gavotta, E dissi: La Contessa mie dame, ripigliamo! Ecco la bellezza della vita! (livida dall’ira) Ritorni l’allegria! Ma, poi, Chi ha introdotto costoro? (si dispongono nuovamente alla danza. alle vostre parole, Riattacca la gavotta.) un novello dolor Gérard m’ha colto in pieno petto… Io, Gérard! Fine del Primo Quadro (s’interrompe e guarda Maddalena con estrema dolcezza) La Contessa O giovinetta bella, d’un poeta (ai suoi valletti, lacchè) 14 15
QUADRO SECONDO Ecco ancor della polvere là si pensa e s’odia! Chénier A Parigi. sulla testa di Marat! Qui la Meravigliosa No! Credi al destino? La scena a destra: nel primo piano un “altare” (dal ponte Peronnet e dagli sbocchi del che brinda collo Sciampagna, Io credo! Credo a una possanza arcana dedicato a Marat, sopportante il suo busto, Cours-la-Reine, pei giardini delle Tuileries, si (afferra un bicchiere colmo di Sciampagna che benigna o maligna i nostri passi avanti al quale stanno appesi collane di fiori rovesciano, urlando a squarciagola, agitando e additando verso il Cours-la-Reine di dove or guida or svia pei diversi sentieri appassiti, nastri, e una lampada spenta. Il dado, alti colle mani i giornali che vendono, dei ragazzi sbocca il “piccolo paniere” carico di condannati de l’esistenza umana! Una possanza il piedestallo e i gradini sono qua e là coperti di rivenditori di giornali, piccoli straccioni in condotti alla ghigliottina) che dice a un uomo: “Tu sarai poeta”. cartelli appiccicativi sopra. Uno dice: Unità e berretto frigio. Mathieu compera un giornale e le mercantine là e le pescivendole A un altro: “A te la spada, sii soldato!” Individualità della Repubblica! Un altro: Libertà, siede comodamente col suo indivisibile Orazio e la carretta di Sanson che passa! Or bene, il mio destino forse qui vuolmi! Eguaglianza, Fratellanza! Un terzo più terribile: Coclite sui gradini del Reposoir Marat per (e, vuotando il bicchiere, ride. Tutti corrono Se quel che bramo mi si avvera, resto! Così o morte! Altri sono solamente votivi e si leggere. Lo apre, lo stende, ma a un tratto getta via dietro la carretta dei condannati che passa accontentano di un Gloria a Maria! un grido di sdegno, strappa il giornale, fa un attraverso al fondo) Roucher A sinistra: in primo piano la terrazza del gesto di minaccia, cerca con una torva occhiata Se non si avvera? Feuillants e il Caffè Hottot; tavolini e sedie fuori il birichino del giornale, ma gli strilloni sono L’Incredibile all’aperto tra alberi e vasi enormi di fiori. spariti già, chi da una parte, chi dall’altra) (fra sé, guardando dietro a Bersi mentre si Chénier Nel fondo: l’ex “Cours-la-Reine” che M’ha appioppato un giornale allontana) (stringendogli la mano) diagonalmente attraversa la scena allargandosi di cinque mesi fa! No, non m’inganno! Era proprio con lei Allora partirò! a destra, restringendosi a sinistra, difeso dalla (Le eleganti applaudono ridendo) la bella bionda! Ho scovato la traccia! (con grande dolcezza) Senna che gli scorre parallela: da parapetto, (estrae di tasca un piccolo taccuino e vi scrive E questo mio destino si chiama amore. platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente, Bersi su rapidamente) Io non ho amato ancor! il ponte Peronnet che attraversa la Senna e (all’Incredibile, accortasi di essere spiata, La cittadina Bersi, fare sospetto Pure sovente nella vita conduce al palazzo dei Cinquecento. guardandolo fisso negli occhi) di corruzione non spontanea; ho sentita È ver che Robespierre allevi spie? guardò Chénier di sott’occhi. Osservarla! sul mio cammin vicina È una giornata del giugno del 1794 nel Andrea Chénier per qualche ora in attesa passar la donna che il destin fa mia. pomeriggio. La scena è animatissima. Alla L’Incredibile con febbril ansia evidente. Osservarlo! Bella, ideale, divina terrazza del Caffè vi è discreta affluenza di (alla sua volta fissando audacemente Bersi) (si allontana verso il fondo. Roucher entra dal come la poesia; avventori. Vi si distingue la mulatta Bersi per Vuol dire, cittadina, “Osservatori Cours-la-Reine) passar con lei sul mio cammin l’amor! l’acconciatura bizzarra in contrasto con la tinta dello spirito pubblico”. Sì, più volte ha parlato olivastra della sua pelle e per quell’esagerato Chénier la sua voce al mio cuore; modo di vestire, che fa già qualificare la donnina Bersi (vedendolo) udita io l’ho sovente elegante di allora per una Meravigliosa, prodotto Come tu vuoi! Roucher! con la sua voce ardente voluttuoso che, da poco tempo, coll’Incredibile, dirmi: “Credi all’amor, Chénier! nonostante il Terrore, osa mostrarsi in pubblico L’Incredibile Roucher Tu sei amato!”. e gittare il suo lusso e la sua risata gaia come Non so, né lo posso sapere! (con gioia) (e preso sottobraccio Roucher lo allontana dal una sfida audace. Infatti là vi è ascoltatissimo (fissando ancora gli occhi ostinati in quelli della Chénier!... Tutto il giorno ti cerco! Caffè Hottot, narrandogli confidenzialmente) un Incredibile, “sbalorditivamente” elegante Meravigliosa) (sottovoce) Da tempo mi pervengono strane lettere: coll’abito a grandi risvolti, colletto nero, Hai tu a temere? La tua salvezza io tengo! or soavi, or gravi, or rampogne, or consigli! parrucca bionda, il randello Costituzione, e il (gli mostra un foglio) Scrive una donna misteriosa ognora! mento immerso nella immensa cravatta, che Bersi In quelle sue parole vibra un’anima! non lascia mai osservare attentamente tutto (arrossendo, ma vedendo che l’attenzione di Chénier Chi sia, indagato ho invano! quanto fa Bersi e ne scruta ogni sguardo e tutti e di tutte pesa su di lei, si rimette) Un passaporto? parola. Presso all’“altare” stanno il sanculotto Temer? Perché? Perché temer dovrò? Roucher Mathieu detto Populus e la carmagnola Orazio Non sono, come te, una vera figlia Roucher Ancor? Coclite: costui forse chiamato così per una gran autentica della Rivoluzione? Qui tutto intorno è periglio per te! benda nera che di sotto al berretto frigio gli Amo viver così! Vivere in fretta La tua preziosa vita salva… parti! Chénier copre l’occhio sinistro. di questa febbre gaia d’un godere Finora! Ma or guarda! Andrea Chénier siede tutto solo a un tavolino in rapido, acuto e quasi incosciente! Chénier (gli mostra una lettera) disparte. Qui il gioco ed il piacere… là la morte! Il mio nome mentir… Fuggire! Qui il suon de le monete e il biribisso! Roucher Mathieu Laggiù il cannone e il rullo de’ tamburi! Roucher (legge) (indica a Orazio Coclite il busto di Marat che egli Qui inebria il vino… laggiù inebria il sangue! Ten prego, Chénier! Qui un ritrovo? ha tolto dall’altare e ripulisce dalla polvere) Qui riso e amore; Per l’ex inferno! (indica il palazzo dei Cinquecento) 16 17
Chénier Roucher La folla Mi salva tu da questa angoscia (con un grido di trasporto) (offrendogli il passaporto) Viva Robespierre! Evviva! e tutto avrai! Ah! La vedrò! È provvido consiglio! L’Incredibile L’Incredibile Roucher Intanto presso il ponte Peronnet si accalca gran (a Gérard) (pigliando alcune note) (sempre gli occhi fissi alla lettera) folla nell’attesa dell’uscita dei Rappresentanti La donna che mi hai chiesto di cercare, Stasera la vedrai! La misteriosa alfin solleva il velo! del palazzo dei Cinquecento. Folla varia, diversa è bruna o bionda? (l’Incredibile segue sempre con vivo interesse, Vediam! e strana! Tutto il torrente dell’opinione pubblica attaccandosi cautamente ai loro passi, (prende la lettera, l’esamina e sorride è là ad aspettare l’idolo dell’opinione pubblica, Chénier Chénier e Roucher. Intanto non ancora si sono ironicamente alla firma “Speranza”) la bussola del patriottismo: Massimiliano (accennando a Robespierre) allontanati per il Cours-la-Reine i rappresentanti Calligrafia invero femminil! Carta elegante!… Robespierre. Egli cammina solo. della Nazione, che, ecco, attraverso i giardini (fiuta la lettera) Eccoli i Rappresentanti della Nazione! delle Tuileries, appare una vivacissima e gaia Ma, ohimé, profumo alla “Rivoluzione”! L’entusiasmo della folla è alla maggior parte di Roucher schiera di Meravigliose… (restituendo la lettera) questi uomini indifferente; sanno che non è per E quanto spazio ad arte Bersi viene ultima, tiene un ventaglio tragico Questo gentil biglietto, loro, che un uomo solo ha ora quello che da tanti fra il nume e i sacerdoti! detto “Sangue di Foulon”, ventaglio che è a profumo di rosa secoli fu un privilegio di re. Ecco Tallien!… un’opinione. Incomincia a farsi buio) provocatore, E Robespierre lo sa, quanto loro, ed è per questo Chénier, io non m’inganno, lo giuro, che egli sa essere solo in quella folla. Chénier Roucher esce da un salottino Eccolo. Procede tranquillo e borghesemente L’enigma! (a Chénier) troppo noto all’amore: bonario, con quell’enigmatico sorriso che scarna Eccole!... Strani tempi! Là vanno i pensatori. Chénier, te l’assicuro, ancor maggiormente il suo profilo secco e La folla Qui que’ visi giocondi: di qui facile cosa il tuo destino procede, l’incorruttibile, leggermente curva la – Barère! Saint-Just! Fréron! scoprir la misteriosa. ti ha dato il cuor… d’una Meravigliosa! testa sulla spalla destra, la destra mano nascosta – Collot d’Herbois! David! Fouché! Riprendi il passaporto e… via la lettera! nel suo abito bleu abbottonato, la sinistra stringe – Quello è Couthon! Tallien! Barras! Chénier la sua canna dal pomo d’oro. Passa ed è un agitare – Le Bas! Thuriot! Carnot! Partiam! Chénier di fazzoletti, cappelli, coccarde, berretti frigi: e – Robespierre! Non credo! un grido immenso erompe da tutti i petti. “Viva Roucher Robespierre!” Le Mercantine e le Pescivendole Roucher Guarda! Roucher spingono un bambino. Corre questi e va ad offrire (accennando a Chénier il fratello di Robespierre La femminil marea parigina un mazzo di fiori e Robespierre lo solleva e lo che viene ultimo) Bersi in onde irrequiete or qui rovescia! bacia. Le donne gli inviano sorrisi e carezze. Ultimo vedi? (a Roucher) Io le conosco tutte! Passeranno, Non mi saluti? ed io ti mostrerò la bella misteriosa. Roucher Chénier (rapidamente gli sussurra) Vedi? Dal ponte Peronnet (ironico) Trattieni qui Chénier. Sono spiata! Chénier s’agglomera la folla. Robespierre il piccolo! (colpito) Roucher Una Meravigliosa Chénier Gérard Sta ben. la divina creatura del mio La eterna cortigiana! (con entusiasmo) (L’Incredibile entra in mezzo arditamente fra pensier sognata?!... Vi si schiera Azzurro occhio di cielo Bersi e Roucher) Qui s’infrange la mia vita! per curvare la fronte sotto una fronte candida; Ah, mio bel sogno, addio, al nuovo Iddio! bionda la chioma con riflessi d’or; L’Incredibile addio bel sogno! una dolcezza in viso Procace Bersi, qui sono ancor per te! La folla ed un sorriso Meco giù scendi? Roucher Ecco laggiù Gérard! di donna non umano; Una caricatura! Una moda! Viva Gérard! nel suo vestir modesto; Bersi La tua divina soave poesia (Gérard saluta, ma ad un cenno dell’Incredibile pudico velo (sorridendo indifferente) in fisciù a la Bastiglia! esce premuroso dalle file dei Rappresentanti sovra il tesoro d’un seno vergineo Per poco? E con rimesse chiome, e gli si avvicina lasciandosi trarre da lui in ed una bianca cuffia sulla testa. e il nero alle ciglia! disparte) Dammi codesta creatura vaga! Chénier Ti dissi: Cerca! Indaga! Una Meravigliosa! Chénier Mathieu Dinanzi mi è passata qual baleno un dì, (lacera la lettera) (vedendo comparire Robespierre) ma poscia l’ho perduta! L’Incredibile Accetto il passaporto! Viva Robespierre! Evviva! Or più non vivo, peno! Non ti chiedo che una Trenitz. 18 19
Roucher Roucher Chénier Chénier Ho indovinato? (uscendo dal fondo a destra) (sorpreso ed ingannato dall’abbigliamento da La mia scrittrice?! Voi la ognor celata Ah, veglierò su lui! officiosa di lei) amica mia ognor fuggente?! Bersi (è già sera e col giorno l’apparenza di gaiezza è Tu? Ebben chi sei? Perché no? scomparsa. L’aria stessa appare livida; il ponte (l’Incredibile cautamente si porta più vicino ai Maddalena Peronnet assume un aspetto sinistro. Il passo due, nascondendosi dietro un albero) Eravate possente, Chénier cadenzato delle pattuglie in diverse direzioni io invece minacciata; Che mi vuol dir? completa il terrore. Sì: è proprio la Parigi del Maddalena pur nella mia tristezza Terrore. Alcuni accenditori pubblici corrono per Ancor ricordi! pensai sovente d’impetrar da voi L’Incredibile diverse parti, uno accende i lampioni del ponte, (e, per richiamarglisi alla mente, ricorda le pace e salvezza, Scendiam? un altro quelli dell’imboccatura dell’ex Cours- parole che Chénier le ha rivolto la sera del loro ma… non l’osai! (Bersi segue l’Incredibile nei sotterranei del la-Reine, poi via correndo, scompaiono tutti incontro al castello di Coigny) E ognora il mio destin Caffè dove si gioca e si danza) nelle nebbie dense che già si innalzano su per Non conoscete amor! sul mio cammin la Senna. Passa un’altra pattuglia e attraversa vi sospingea! Roucher il ponte Peronnet, poscia tutto è profondo Chénier Ed io vi vedeva (fa il gesto di fuggire) silenzio. Mathieu riappare. Viene a dar lume alla (a quella soavissima voce, a quel soavissimo e ognor pensavo a voi È sera! Ora propizia! lanterna dell’altare a Marat canticchiando la ricordo, sorpreso, si entusiasma) come a un fratello! E all’alba di domani via! In cammino! Carmagnola) Sì: mi ricordo! E allora vi scriveva Nuova questa voce non mi parla. quanto il cuore o il cervello Chénier Mathieu dettavami alla mente. (con disperazione) La la la la! Maddalena Il cuor che mi dicea che difesa O mio bel sogno, addio! Amor, divino dono, non lo schernir. avreste quella che v’ha un giorno offeso! (ecco infatti ritornare Bersi. L’Incredibile appare L’Incredibile (Chénier, dimentico d’ogni cosa, ascolta rapito, dietro un vaso di fiori e osserva e ascolta) (esce guardingo dal Caffè e va a porsi allo Chénier affascinato) sbocco della via laterale al Caffè, nascondendosi Ch’io vi vegga! Al mondo Bersi sola mi vuol bene, Bersi dietro l’angolo) è lei che m’ha nascosta. Ma da un mese Andrea Chénier! Ecco, il mio piano è fatto! Ora attendiamo! Maddalena v’ha chi mi spia e m’insegue. Fra poco, a te, una donna minacciata (sul ponte Peronnet appare una forma di donna (scostando la mantiglia e avanzandosi sotto la Ove fuggir?... Fu allora da un gran periglio qui verrà! che si avanza cautamente) luce della lampada che arde davanti all’altare di che pure voi non più potente seppi, (indica l’altare di Marat) Marat) e son venuta. Udite! Son sola! Là attendi! Maddalena Guardatemi! Son sola e minacciata! (l’Incredibile scompare rapidamente) Ecco l’altare… Son sola al mondo ed ho paura! (si guarda intorno; è impaurita di quel silenzio) Chénier Proteggermi volete? Chénier Ancor nessuno… Ho paura… Ah, Maddalena di Coigny!... Voi? Voi! Spero in voi! (trattenendola) (l’Incredibile guarda, ritraendosi giù per l’ex Dimmi il suo nome! Cours-la-Reine. Infatti di là appare l’ombra di un L’Incredibile Chénier uomo avvolto in un ferraiolo a pellegrina) (Si, lei! La bionda! Or tosto da Gérard.) (con tutta l’esaltazione della sua anima) Bersi È lui! Andrea Chénier! (e cautamente si allontana) Ora soave, Il suo nome… Speranza! sublime ora d’amore! Chénier Maddalena Possente l’anima Chénier Son io! (atterrita) sfida il terrore! Io là verrò! (Maddalena tenta parlare, la commozione sua è Guardate là! Un’ombra! (con grande slancio a Maddalena) (Bersi fugge via) grande e non può profferir parola) Mi fai puro il cuore Deggio seguirti? Chénier d’ogni viltà! Roucher (Maddalena risponde con un gesto: No!) (va all’angolo dove prima era l’Incredibile, ma Bramo la vita, La ignota tua scrittrice? No… è un tranello! Sei mandata? Di’, chi mi brama? non vede alcuno) e non temo la morte! È un agguato! Nessuno!… Pur questo loco è periglioso. Ah rimani infinita! Maddalena Chénier Io! Maddalena Maddalena M’armerò! (e si appoggia tremante all’altare pubblico) Fu Bersi che l’ha scelto. (sorridendogli) (Si allontana bruscamente da lui per l’ex Cours- Se un periglio Vicina nei perigli? Vicina nel terror? la-Reine) ne minaccia… Sono un’officiosa che le viene a recar la sua mantiglia! 20 21
Chénier Roucher Mathieu Al braccio mio non più timore! (spiana contro l’Incredibile un paio di pistole da (levandosi ritto sui gradini dell’altare) Fino alla morte insieme? tasca) L’han fatto assassinare i girondini! Bada! (un urlo terribile di minaccia si leva. Allora Maddalena Mathieu ha una grande idea: incrocia la sua Fino alla morte insieme! L’Incredibile picca con altre di alcuni sanculotti e alcune Ah! Ora soave, (arretra appigliandosi a più prudente consiglio carmagnole e improvvisa una barella, sulla sublime ora d’amore! e fugge) quale viene steso Gérard e portato a spalle. Possente l’anima Alla sezione! Intorno al corpo grondante sangue si affolla sfida il terrore! quella tumultuosa folla alla strana luce Gérard sanguigna delle torce, urlante nella notte resa Maddalena e Chénier (buttandosi contro Chénier) più sinistra da lividi lampi che solcano un cielo Mi fai puro il cuore, Io ti rubo a Sanson! nero e minaccioso) non temo la morte… Morte! Morte ai girondini! fino alla morte insiem! Chénier (Maddalena prende il braccio di Chénier, ma (deridendolo nel vederlo battersi con altrettanto Tutti appena hanno fatto pochi passi, ecco, dietro coraggio e slancio, quanta imperizia nelle armi) Morte! Morte ai girondini! Morte! Morte! il Caffè Hottot, correre verso di loro Gérard, Tu non sei che un frate! Sei Chabot? faticosamente seguito dall’Incredibile) Fine del Secondo Quadro Gérard Gérard Ah! (sbarrando loro la strada) (cade ferito sui gradini dell’altare di Marat) Maddalena di Coigny! Sei Chénier… Fuggi! (soffocato) Maddalena Il tuo nome Fouquier Tinville (riconosce, rischiarato come rimane, il viso di ha scritto… Va’… Gérard dalle lanterne del ponte Peronnet) (come un rantolo) Gérard! Proteggi Maddalena! (si sente accorrere gente e la voce Gérard dell’Incredibile che grida: “Al Ponte Peronnet”. A guisa di notturna io vi ritrovo… Chénier fugge. Da tutte le parti irrompe gente. L’Incredibile con guardie nazionali) Chénier (minaccioso) Mathieu Segui per la strada tua! (riconoscendo nel ferito Gérard) Gérard ferito?! Gérard (avventandosi contro Chénier per strappargli Alcuni Maddalena) Ferito? È merce proibita! (Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al L’Incredibile bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà in Il feritore… un urlo di rabbia e di dolore. Ed ecco accorrere Roucher. Chénier lo vede e gli addita Maddalena) Tutti Il feritore? Chénier (a Roucher) Gérard Salvala! (sollevandosi fa uno sforzo e guardando l’Incredibile trova ancora l’energia di impedirgli Gérard di parlare) (vedendoli allontanarsi urla all’Incredibile) Ignoto!... Inseguila! (sviene) (sguaina la spada, si getta contro Chénier) 22 23
QUADRO TERZO Or, come già Barère, io levo il grido Donate i vostri figli alla gran Madre, Gérard La Sezione Prima del Tribunale rivoluzionario di Louvertur: Libertà e patate! o voi, madri francesi! (alla vecchia) (Comitato di Salute Pubblica). (vedendo dal fondo della via sopraggiungere Noi l’accettiamo! Dinne il nome suo. Gérard, s’interrompe con gioia) Le donne Vasto stanzone a piano terreno ridotto per Ma, to’: laggiù è Gérard! (commosse, accorrono dapprima poche, poscia La vecchia Madelon una metà (quella di sinistra) a Tribunale, l’altra Ei vi trarrà di tasca gli ex Luigi alla rinfusa e più rumorose, e finalmente con Roger Alberto. (quella di destra), divisa durante i dibattiti del con paroline ch’io non so! grande entusiasmo, e, giunte fra i bisbigli e i (uno scrive il nome sul registro) giudizio da una opportuna sbarra divisoria, (volta le spalle al suo uditorio) sussurri all’urna, vi gittano dentro tutto quanto riservata al pubblico. Dalle finestre e dall’arco, M’infischio dei bei motti! hanno addosso di denaro e d’ornamento) Gérard dietro, una larga strada veduta di scorcio che si Ed anche me ne vanto! – Prendi!… È un ricordo! A sera partirà! perde entro a fitte case. (infatti appare dalla via Gérard appoggiato al – A te! Un anello! (allora la vecchia abbraccia forte il fanciullo che suo ufficioso. La folla si allarga innanzi a lui. – È un braccialetto! la bacia) All’alzarsi della tela, benché quello sia pure L’aspetto suo pallido e sofferente gli desta la – Prendi! La vecchia Madelon giorno di dibattimento, pure tuttavia il lugubre simpatia di tutti. Al suo apparire un affettuoso – Otto giorni di lavoro! (scoppia in singhiozzi) locale presenta uno strano e ben diverso grido lo accoglie) – Una fibbia d’argento! Gioia, addio! aspetto. Sulla tavola della presidenza sta (una dà pochi soldi) Portatemelo via! collocata una colossale urna di legno dipinto, Tutti – Son due bottoni d’oro! (balbetta con voce pietosa, non trovando essa imitazione di ara greca, con d’intorno alcuni Cittadino Gérard, salute! Evviva! – Quanto posseggo! A te! più la forza di allargare le sue tremule braccia Rappresentanti del popolo dalle grandi sciarpe (una scartocciandoli di dentro a un pezzo di in quell’abbraccio che essa presume ultimo. tricolori ai fianchi. Presso l’urna due carmagnole Mathieu carta) Due guardie nazionali conducono via il fanciullo. in berretto frigio e armati di picche che vi fanno La tua ferita? – Una crocetta! Appena si sente sola, si scuote e cerca intorno la guardia, uno, naturalmente, Orazio Coclite, – Prendi! con un gesto) cittadino benemerito. Dietro la tavola quattro Gérard (ma ad un tratto si ode una voce debole Chi mi dà il braccio? soldati della Guardia Nazionale, un sergente (commosso) frammezzo alla folla. È una vecchia) (da quella folla molti accorrono a lei commossi, e un ufficiale. Ritto, isolato da tutti, presso Grazie cittadini! e la vecchia Madelon, così come prima se ne è all’urna, sta il sanculotto Mathieu. L’altra metà (stringe la mano a molti che gliela porgono) La vecchia Madelon venuta, si allontana lentamente calma e fiera) dello stanzone è stipata da gente diversa, la La forte fibra mia m’ha conservato Largo… largo! sbarra divisoria però non è calata; l’accesso alla mia patria ancora! (tutti, innanzi alla vecchia, lasciano il passo. I Rappresentanti fanno ritirare l’urna patriottica all’urna è liberissimo. Si raccolgono pubbliche È una cieca guidata da un fanciullo di quindici e, firmati i verbali e stretta la mano a Gérard, offerte. Dietro la tavola un gran drappo tricolore Mathieu anni. Essa volge intorno a sé, come per si allontanano. Gérard siede al tavolo e stende steso su due picche portante scritto: “Cittadini, (indicandogli l’urna) guardare, due occhi bianchi, senza sguardo, poi il rapporto pel Comitato centrale. La folla a la Patria è in pericolo! La Patria, impegnata Ecco il tuo posto! lentamente, appoggiata alle spalle del fanciullo, poco a poco dirada. L’Ufficiale dà il comando, nella sua formidabile guerra contro l’Europa (con voce monotona ripete) si avvicina alla tavola mutata in altare della le Guardie Nazionali prendono il fucile e lo coalizzata, chiede oro e soldati”. Dumouriez, traditore e girondino, patria) seguono in drappello. Mathieu con una scopa è passato ai nemici (muoian tutti!). Son la vecchia Madelon, mio figlio è morto; si mette a spazzare il locale, che in breve Mathieu È la patria in pe… avea nome Roger; morì alla presa diverrà Tribunale per trasformarsi a sera in (apostrofa con voce monotona il pubblico, tiene (ma, accortosi che la pipa si è spenta conclude della Bastiglia; il primo suo figlio club. L’Incredibile entra. Intanto, appena fuori, il suo abbruciagola nella mano e vi aspira, fra indicando Gérard) ebbe a Valmy galloni e sepoltura. nel largo crocicchio avanti alla Sezione, quel parola e parola, ingorde boccate) Cedo la parola. Ancora pochi giorni, e io pur morrò. pubblico patriota, che poco prima si stipava Dumouriez traditore e giacobino (spinge dolcemente innanzi a sé il fanciullo) commosso intorno all’urna della Patria, appena è passato ai nemici (il furfantaccio!); Gérard È il figlio di Roger! L’ultimo figlio, all’aperto, si trasforma energicamente. Danzano Coburgo, Brunswick (Pitt crepi di peste!) (con vero accento di dolore) l’ultima goccia del mio vecchio sangue… tutti. La Carmagnola è l’anima della strada. e il vecchio lupanare dell’Europa Lacrime e sangue dà la Francia! Udite! Prendetelo! Non dite che è un fanciullo! tutta, contro ci stanno! Oro e soldati! Laudun ha inalberato (e, preso il fanciullo pel braccio, glielo denuda, Voci interne Onde quest’urna ed io che parlo a voi vessillo bianco! mostrando agli uomini del Comitato di Difesa Amici, ancor cantiam! Beviam! Danziam ognor! rappresentiam l’immagin della patria! È in fiamme la Vandea! che è un braccio nerboruto e forte) Colmo il bicchier, allieta il cor! (un gran silenzio accoglie il discorso di Mathieu, E la Bretagna ne minaccia! È forte… Può combattere e morire! Cantare e ber! però nessuno va ad offrire) Ed Austriaci, e Prussiani, e Inglesi, e tutti (allora un ufficiale si avvicina al fanciullo che, Viva la libertà! Viva la libertà! Nessun si move? Che la ghigliottina nel petto della Francia tutto orgoglioso, si impettisce imitando la posa Danziam la Carmagnola! ripassi a ognun la testa e la coscienza! gli artigli armati affondano! di un vecchio soldato, lo esamina e con un gesto Evviva il suon del cannon! (alcuni vanno e gettano nella grande urna Occorre e l’oro e il sangue! rapido accenna di accettarlo) (Mathieu “Populus” ripone la scopa e siede su oggetti e danari, Mathieu riprende) L’inutil oro ai vostri vezzi, una panca, fuori presso alla porta della Sezione, È la patria in periglio! donne francesi, date! a fumare) 24 25
L’Incredibile L’Incredibile (Gérard siede per scrivere. Così quest’uomo, ed ho al suo il mio grido unito… (si avvicina a Gérard) No, i soliti strilloni… che, moribondo o credendosi tale, ferito dallo Or smarrita ho la fede nel sognato destino? L’uccello è nella rete! (passa e lo si vede dall’arco d’ingresso della stocco di Chénier, perdonava al suo feritore la (si interrompe, le vecchie ricordanze tornano Sezione, venendo dalla via destra, uno strillone sua vita e il suo amore perduto, colle forze vitali a lui, la sua voce si fa piena di tristezza, di Gérard che urla a tutta gola: l’arresto importantissimo sue sente rinascere soprattutto l’odio. Il corpo, rimpianto) (con un grido di gioa) d’Andrea Chénier!) questo adoratore della vita, si ribella sempre Com’era irradiato di gloria il mio cammino! Lei?!... Queste grida arriveranno a lei! contro i generosi slanci dell’anima. La coscienza nei cuor ridestar de le genti, L’Incredibile si allontana e va ad osservare sulla raccogliere le lagrime dei vinti e sofferenti! L’Incredibile Gérard piazza il movimento della gente e le mercantine Fare del mondo un Pantheon! No, il maschio. È al Lussemburgo! (con un debole atto di ribellione, scostando a sé che ballano la Carmagnola) Gli uomini in dii mutare con un gesto l’Incredibile) e in un sol bacio e abbraccio Gérard Ebbene? Gérard tutte le genti amar! Quando? Esito dunque? Andrea Chénier segnato Or io rinnego il santo grido! L’Incredibile ha già Fouquier Tinville! Il fato suo Io d’odio ho colmo il core L’Incredibile (con un eloquente sguardo d’ironia) è fisso! Oggi o doman… e chi così m’ha reso, fiera ironia, è l’amor! Stamattina. Ebbene? Donnina innamorata (deponendo la penna) (con disperazione) che d’aspettar s’annoia, No! È vile! È vile! Sono un voluttuoso! Ecco il mio nuovo padrone: Gérard se passata è già l’ora il senso! Bugia tutto! Sol vero la passione! E come? del desiato ritrovo al nido, L’Incredibile (e vedendo ritornare presso di lui l’Incredibile, (ch’io muoia) (vedendolo esitante ritorna presso a lui) firma) L’Incredibile se la bella presaga Come vola il tempo! Affollan già le vie! Il caso! all’ansia vinta (si allontana di nuovo) L’Incredibile non ti discende per la via Sta bene! Ove trovarti se… Gérard così, com’è, discinta! Gérard Dove? Esce correndo… e indaga! (riprende la penna; riflette) Gérard E vola! E scruta! E spia! Nemico della patria?! (interrompendolo) L’Incredibile To’! Passa uno strillone? E vocia un nome? (ride amaramente) Qui resto! A Passy, presso un amico. Oh, come tutta impallida! È vecchia fiaba (l’incredibile si allontana affrettandosi, urtando Ma non vacilla o china! che beatamente ancor la beve il popolo. in un piccolo ometto sudicio che entra tenendo Gérard Possanza dell’amor! Nato a Costantinopoli? sotto un braccio un gran fascio di carte: è il E lei? In quel dolor (riflette, poi esclama e scrive) Cancelliere del Tribunale Rivoluzionario. Il cessa la donna ed eccola eroina! Straniero! piccolo ometto impassibile e silenzioso si L’Incredibile Tutto oserà! Studiò a Saint-Cyr?... Soldato! avvicina a Gérard e sta in piedi innanzi a lui, Ancor nessuna traccia! Laonde, tu la vedrai! Pazienza! (riflette ancora, poi trionfante d’una idea subito attendendone gli ordini. Gérard gli consegna (scherzoso) A te verrà! balenatagli scrive rapidamente) altre carte e con essa la nota degli accusati che Ma tal richiamo è il maschio per la femmina (e assumendo il fare elegante delle “grandi Traditore! Di Dumouriez un complice! appariranno fra poco avanti quel Tribunale, nota che volontariamente (penso e credo) occasioni” conclude) È poeta? Sovvertitor di cuori e costumi! nella quale Gérard ha già scritto come ultimo essa a noi verrà! È questo il mio pensier. (ma a quest’ultima accusa la penna gli sfugge il nome di Andrea Chénier. L’ometto apre la Incredibile: ma vero! dalle mani, gli occhi fissi e pensosi gli si piccola porta d’angolo e vi entra richiudendosela Gérard riempiono di lacrime; egli si alza e passeggia dietro. (sfiduciato) Gérard lentamente, con tristezza) Ad un tratto una donna scarmigliata appare No; non verrà! (che si è alzato e passeggia febbrilmente) Un dì m’era di gioia passar correndo dalla via opposta a quella per la quale (lontano un grido acuto e confuso da ogni parte) Più fortemente m’odierà! fra gli odii e le vendette, puro, innocente e forte! si è allora appena allontanano l’Incredibile. È Gigante mi credea! Maddalena) L’Incredibile L’Incredibile Son sempre un servo! Ho mutato padrone! Ascolta! Che importa? Nella femmina Un servo obbediente di violenta passione! Maddalena vi sono il corpo e il cuore! Ah, peggio! Uccido e tremo, (a Mathieu) Gérard Tu scegli il corpo! È la parte migliore. (sorride amaramente angoscioso) Carlo Gérard? Grida son… (quasi imperiosamente gli accenna di scrivere) e mentre uccido, io piango! (ascolta più attentamente) Stendi l’atto d’accusa: “Andrea Chénier (la sua voce si fa affannosa, violenta a scatti e Mathieu Monelli aizzati… sia tosto deferito al Tribunale”. piena di entusiasmo) Là! Entrate. Fouquier Tinville aspetta. Io della Redentrice figlio pel primo ho udito (Gérard al fruscio della sua veste alza il capo) Scrivi! il grido suo pel mondo 26 27
Maddalena dei tuoi occhi profondi! Fu in quel dolore Maddalena (con voce tremante) Io pur, io pur, io pur voglio affondare che a me venne l’amor! (con un ultimo grido dove c’è tutto quanto può Se ancor di me vi sovvenite non so! le mie mani nel mare Voce piena d’armonia soffrire un’anima) Son Maddalena di Coigny. dei tuoi capelli biondi! e dice: “Vivi ancora! Io son la vita! Salvatelo! Salvatelo! Salvatelo! (interpretando un gesto di Gérard come una (audacemente levandosi ritto le chiede) Ne’ miei occhi è il tuo cielo! repulsa soggiunge con voce implorante) Or dimmi, che farai contro il mio amor? Tu non sei sola! Le lagrime tue Gérard Ah, non m’allontanate! io le raccolgo! Io sto sul tuo cammino La rivoluzione i figli suoi divora! Se voi non m’ascoltate io son perduta! Maddalena e ti sorreggo! (colto da un’idea, corre al tavolo e scrive Io corro nella via… Il nome mio Sorridi e spera! Io son l’amore! rapidamente un biglietto per il Presidente Gérard vi grido! Ed è la morte che mi salva! Tutto intorno è sangue e fango?... Io son divino! Dumas.Mentre scrive Maddalena gli si avvicina e (con violenza) (ma Gérard, improvvisamente allontanando Io son l’oblio! appena Gérard depone la penna essa gli afferra Io t’aspettava! Io ti volevo qui! da sé il tavolo e rovesciando la seggiola, va a Io sono il dio lamano e gliela bacia) Io son che come veltri ho a te lanciato frapporsi tra Maddalena e le due uscite) che sovra il mondo scende da l’empireo Il tuo perdono è la mia forza! orde di spie! fa della terra un ciel! Grazie! Io l’ho perduto, difenderlo saprò! Entro a tutte le vie Gérard Ah! io son l’amor!”. (ma ecco Mathieu. Gérard ha appena il tempo la mia pupilla è penetrata! No, tu non lo farai! No! Tuo malgrado E l’angelo si accosta, bacia, e vi bacia la morte! di parlare a Mathieu, consegnargli il biglietto E ad ogni istante! tu mia sarai! Corpo di moribonda è il corpo mio! per Dumas e ritirarsi con Maddalena in fondo Io, per averti, preso ho il tuo amante! Prendilo, dunque! Io son già morta cosa! all’aula dalla parte assegnata al pubblico che Maddalena (il cittadino Cancelliere, il sinistro ometto, questi già vi si rovescia tumultuante, rumoroso, Maddalena (atterrita, gittando un grido di terrore fugge appare alla porta del piccolo stanzino, muto, eccitato. Mathieu si allontana rapidamente col (sorpresa alla violenza del suo dire rimane un riparandosi dietro la tavola dei giudici: ma sempre impassibile si avvicina a Gérard, gli biglietto, ruvidamente ributtando a spintoni la momento atterrita, poscia vergognata di quella poscia presa da improvvisa idea, esce dal riparo pone innanzi alcuni fogli scritti e come è venuto, folla che gli è intorno) sua debolezza esclama con un accento di di quel tavolo e muove risoluta verso Gérard) muto e impassibile, ritorna al suo stanzino disprezzo indicibile) Se della vita sua richiudendo ancora dietro di sé la porta) Una Mercantina A voi! Qui sto! Vendicatevi! tu fai prezzo il mio corpo… ebbene, prendimi! (a una vecchia) (gli si avvicina lenta, sublime di quel suo sacrificio) Gérard Mamma Cadet!... Presso alla sbarra, qui! Gérard (prende i fogli lasciati dal Cancelliere, vi butta gli (con voce soffocata) Gérard occhi sopra. È la lista degli accusati, un nome gli Mathieu Non odio! (colpito, quasi fra sé, con dolorosa balza subito agli occhi, quello di Chénier) Ohè, cittadina, un po’ di discrezione! ammirazione) Perduto! Maddalena Come sa amare! (esclama dolorosamente e poscia, Altre Mercantine Perché m’avete qui voluta? disperatamente camminando, agitato grida) (sedendo sulle panche) Maddalena La mia vita per salvarlo! Di qui si vede e si ode Gérard La mamma morta a perfezione. Perché ti volli qui?… Perché ti voglio! m’hanno a la porta Maddalena Perché ciò è scritto nella vita tua! della stanza mia; (con immenso grido di gioia) Mathieu Perché ciò volle il mio voler possente! moriva e mi salvava! Voi lo potete! Stamane (ad alcune carmagnole che entrano) Era fatale, e vedi, s’è avverato! Poi a notte alta io con Bersi errava, egli arrestato fu! Oggidì grande infornata, pare. Io t’ho voluto allor quando ad un tratto un livido bagliore che tu piccina guizza e rischiara innanzi a’ passi miei Gérard Alcune vecchie pel gran prato la cupa via! Ma chi l’odiava per oggi Qui si gode la vista d’ogni cosa! con me correvi lieta in quell’aroma Guardo! Bruciava il loco di mia culla! ha preparato il suo giudizio… la sua morte! d’erbe infiorate e di selvagge rose! Così fui sola! E intorno il nulla! (dalla strada viene un mormorio, un bisbiglio di Una Pescivendola Lo volli il dì che mi fu detto: Fame e miseria! folla. Egli guarda. Già nei pressi della Sezione la Venite qua, cittadina Babet! “Ecco la tua livrea!” e, come fu sera, Il bisogno, il periglio! gente in attesa del giudizio si accrocchia) mentre studiavi un passo di minuetto, Caddi malata! La folla già, curiosa ed avida di lacrime, di Alcune Carmagnole io, gallonato e muto, E Bersi, buona e pura, sangue! – Molti ex! aprivo e richiudevo una portiera… di sua bellezza ha fatto (dalle stanze superiori e contigue si sente il – La Legray. La poesia in te così gentile un mercato, un contratto per me! rumore dei fucili e delle sciabole dei gendarmi) – E un poeta! di me fa un pazzo grande e vile! Porto sventura a chi bene mi vuole! Udite? È il calcio dei fucili! Ebben? Che importa? Sia! (a un tratto nelle pupille larghe di Maddalena si Sono i gendarmi! Alcune Mercantine E, fosse un’ora sola, effonde una luce di suprema gioia, una gran luce (con accento di disperazione) (bisticciandosi con alcune vecchie) io voglio quell’ebbrezza profonda come riflesso di splendore misterioso) E là sta già Chénier! Venite! Più in là! 28 29
Puoi anche leggere