Civitavecchia, sfruttamento della prostituzione: blitz dei carabinieri - L'Osservatore ...
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Civitavecchia, sfruttamento della prostituzione: blitz dei carabinieri ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, tutte indagate per il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Il provvedimento è scaturito dai risultati ottenuti in un’indagine dei Carabinieri della Stazione di Passoscuro avviata a seguito della ricezione di una denuncia per minacce presentata da una giovane ragazza romena che si prostituiva lungo la SS1 Aurelia nei confronti di una “collega” connazionale, dopo un litigio sorto per contendersi la piazzola di sosta lungo la strada statale ubicata all’altezza di Aranova.
Dopo essere riusciti a risalire all’identità della rivale, i Carabinieri hanno anche scoperchiato la strutturata rete di sfruttatori che la “proteggeva”: nel corso delle indagini, infatti, è stata documentata l’attività di 4 persone – due cittadini italiani e due cittadini romeni – che, a vario titolo, curavano il trasporto della ragazza da e per il suo luogo di “lavoro” e ne controllavano le attività sul posto.
Ad agosto scorso, grazie ad uno dei servizi di osservazione svolti lungo la SS1 Aurelia, i Carabinieri arrestarono in flagranza di reato un cittadino romeno di 30 anni sorpreso dai militari di Passoscuro mentre stava ricevendo parte del provento dell’attività di prostituzione della donna. Gli sviluppi investigativi hanno consentito ai Carabinieri di delineare anche il ruolo di un 64enne italiano, residente a Santa Marinella, che, dopo aver favorito l’ingresso in Italia della giovane, acquistandole il biglietto aereo, provvedeva ogni giorno ad accompagnarla in auto nella “sua” piazzola di sosta, ricevendo in cambio denaro e prestazioni sessuali. L’uomo, inoltre, è risultato essere titolare di reddito di cittadinanza, motivo per cui i Carabinieri hanno immediatamente sequestrato la sua tessera, richiedendo alle Autorità preposte la sospensione del contributo. Analoghi elementi sono stati raccolti a carico di due cittadini romeni, marito e moglie di 52 e 48 anni residenti a Santa Marinella, nel tempo subentrati al 64enne italiano nell’impiego di accompagnatori, sempre dietro compenso in denaro. L’altro italiano coinvolto nell’indagine è un 90enne di Aranova ed era colui che provvedeva al controllo delle attività della ragazza in strada, rifornendola di generi di conforto per consentirle di lavorare al meglio e senza perdite di tempo. Per i primi tre il Tribunale di Civitavecchia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre per il
90enne è stata disposta, in considerazione della sua età, la misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Aranova. Dopo gli interrogatori di garanzia svolti dal G.I.P. del Tribunale di Civitavecchia, è stata confermata la misura cautelare in carcere per i primi 3, mentre all’anziano è stata applicata la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa. Impianto e discarica Roncigliano, tuona Andreassi:
“Cara Raggi, caro Zingaretti, Albano non pagherà la vostra incapacità” di Luca Andreassi, Professore Università Roma Tor Vergata e consigliere delegato ai Rifiuti del Comune di Albano Laziale C’è un impianto di gestione dei rifiuti. Uno di quei vecchi TMB in cui entra il rifiuto dei cassonetti stradali ed esce rifiuto che finisce in discarica o incenerito. L’impianto è quello di Roncigliano ad Albano. Ed era il 2016 quando andò a fuoco. (Mica solo quello di Roncigliano. Perché gli impianti TMB oltre che inutili – se si fa una buona differenziata – sono anche dannosi). Ad inizio estate, ci comunicano che i vecchi proprietari del sito industriale di Roncigliano hanno ceduto in locazione ad una terza società un ramo d’azienda. Guarda caso proprio quello che comprende l’impianto TMB andato a fuoco. Contestualmente, i nuovi proprietari ci comunicano che è loro intenzione riattivare l’impianto.
Ma come?! – diciamo noi – Non serve un impianto TMB! Un impianto che tratti l’indifferenziato dei cassonetti stradali in una città che è all’82% di differenziata e, comunque in un’area vasta, i Castelli Romani, estremamente virtuosa in termini di differenziazione dei rifiuti! E poi l’autorizzazione scade ad agosto. Anche la Regione Lazio la pensa come noi. L’autorizzazione è scaduta. Se proprio i nuovi proprietari vogliono realizzare un impianto TMB che presentino il progetto e attivino tutta la procedura di richiesta autorizzativa. Fin qui la logica. Da qui in poi, un susseguirsi di colpi di scena. A settembre la Regione Lazio, per mano della stessa dirigente che aveva affermato che l’autorizzazione era scaduta (come se fosse una cosa su cui ci possa essere discussione) afferma che “contrariamente a quanto ritenuto e precedentemente affermato”, a seguito della cessione del ramo d’azienda, l’autorizzazione doveva intendersi prorogata. Fino al 2023. Autorizzando di fatto la rimessa in funzione dell’impianto. E’ evidentemente una cosa folle. La Città di Albano pertanto propone ricorso al TAR, con il supporto dell’ Associazione Culturale Contro Tutte Le Nocività, richiedendo la sospensiva. Convinti che la procedura
di proroga di un’autorizzazione scaduta effettuata in questo modo abbia dei dubbi di liceità. E richiedendo un intervento immediato perché, come certificato da ARPA Lazio, ufficio tecnico della Regione Lazio (dalla cui penna è uscita la proroga dell’autorizzazione), esistono anche problemi di superamento di sostanze inquinanti nei pozzi spia. Due giorni fa ci viene notificato la decisione del TAR, ovvero che la nostra richiesta è respinta perché il TAR ritiene che si tratti di una mera volturazione. Caspita. Mera volturazione. Ma è quello l’oggetto del nostro ricorso! Ovviamente nessun interesse nei confronti dell’impatto ambientale. Aspettiamo il merito del TAR. Ricorreremo al Consiglio di Stato. Intraprenderemo ogni tipo di protesta che riterremo adeguata ad impedire l’ipotesi di una riapertura. La situazione di Roncigliano è figlia di una totale assenza di programmazione in materia di gestione dei rifiuti. Caro Presidente Zingaretti, cara Sindaca Raggi continuate a discutere litigando, o facendo finta di farlo, sull’ubicazione della nuova discarica che dovrebbe risolvere il problema di Roma. Consapevoli, escludo l’ipotesi alternativa, ovvero che non sappiate di cosa state parlando, che una discarica non risolve assolutamente nulla e che, probabilmente, non serve neanche a gestire l’emergenza romana.
E mentre questo accade, città come Albano che vincono premi su premi e sono all’82% di differenziata diventano vittime di questa totale assenza di programmazione. Non ve lo consentiremo. Albano non pagherà la vostra incapacità. Roma, presentazione choc a una scuola di Monte Mario: “Qui i figli dell’alta borghesia” In un plesso dell’Istituto ci studiano i ragazzi “dell’alta borghesia” assieme ai figli “di colf e badanti che lavorano per le loro famiglie”, mentre nella sede che si trova “nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario” siedono tra i banchi alunni di “estrazione sociale medio-bassa”. Finisce nella bufera l’Istituto Comprensivo di via Trionfale di Roma
per il testo di presentazione della scuola pubblicato sul proprio sito, un testo che tra le informazioni logistico- didattiche fornisce anche un presunto spaccato sociologico che finisce per essere classista descrivendo, attraverso l’estrazione sociale, la ripartizione degli studenti nelle varie sedi scolastiche. Una bufera che spinge la dirigenza dell’Istituto nel pomeriggio ad eliminare dalla pagina web il passaggio incriminato. Poi il Consiglio di Istituto precisa che si trattava di “una mera descrizione socioeconomica del territorio secondo le indicazioni del Miur” e che non c’era nessun intento discriminatorio. Ma intanto le parole, poi cancellate, che campeggiavano sul sito web della scuola dal 2011 infiammano la polemica. “La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il Plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana – si leggeva fino a qualche ora fa sul sito- mentre il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)”. La polemica arriva fino a via Arenula tanto che la stessa ministra Lucia Azzolina interviene ricordando che “la scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione: descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso, mi auguro che l’istituto romano possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido”.
Usa – Cina, è tregua sui dazi: firmato accordo storico Donald Trump e il vice premier cinese Liu He hanno firmato il mini accordo commerciale fra Stati Uniti, aprendo di una fatto una tregua nella guerra commerciale in atto. La firma è avvenuta nella East Room della Casa Bianca dove, fra gli altri, sono presenti l’ex segretario di stato Henry Kissinger, il consigliere economico del presidente Larry Kudlow, il segretario al Commercio Wilbur Ross, la figlia-consigliere del presidente Ivanka Trump e il marito Jared Kushner. L’accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina prevede che Pechino acquisti ulteriori 200 miliardi di dollari di prodotti
e servizi americani. La Cina si impegna anche a non lanciarsi in svalutazioni valutarie e a comunicare regolarmente e a consultarsi sul mercato valutario. In base all’intesa a partire dall’1 aprile la Cina consentirà il pieno controllo da parte di società finanziarie straniere. Trump esulta, ringrazia il presidente cinese Xi Jinping definendolo un suo “grande amico” e ribadisce che in “un futuro non lontano andrà in Cina”. Fra sorrisi e battute parla di un “accordo storico”, di un “importante passo in avanti” verso una relazione più equilibrata fra i due paesi. “La Fase 1 è un importante passo in avanti verso scambi commerciali corretti con la Cina”, afferma aprendo al cerimonia per la firma del mini-accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina. Trump, definendo la cerimonia “un’occasione straordinaria”, ringrazia il presidente cinese Xi Jinping e dice che andrà in Cina in un futuro non lontano. I dazi esistenti saranno rimossi se la Fase 2 dell’accordo commerciale con la Cina sarà chiusa, afferma il presidente americano, sottolineando che la Fase 2 inizierà a breve. Secondo Trump, potrebbe non esserci bisogno di una Fase 3 dell’accordo. L’accordo è buono per la Cina, gli Stati Uniti e il mondo intero, afferma il presidente cinese Xi Jinping in una lettera indirizzata a Donald Trump e letta dal vice premier Liu He nel corso della cerimonia per la firma dell’accordo commerciale fra i due paesi. “E’ un’intesa vantaggiosa per tutti” aggiunge Liu.
Il mini accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina è una “vittoria per le nostre aziende tecnologiche e per i lavoratori americani”, sottolinea il segretario al Tesoro americano. Nuova mafia sui fondi Ue: arrestate 94 persone, tra cui insospettabili professionisti I Pm: “La mafia dei pascoli non c’è più” Per anni s’è meritata la definizione di provincia “babba”, ingenua, per la presenza di una mafia minore rispetto a quella
dei “cugini” palermitani e catanesi. Una visione che cozza con quella fotografata dall’inchiesta della Procura di Messina sulle cosche dei Nebrodi: clan bene organizzati, al passo coi tempi, che alle armi e al traffico di droga hanno preferito le truffe all’Ue. Affari sicuri, poco rischiosi e difficili da svelare. E tanti, tanti milioni. È una mafia moderna quella raccontata nell’indagine della dda guidata sulle “famiglie” dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che ha portato oggi al sequestro di 151 imprese e all’arresto di 94 persone: boss, gregari, prestanomi e insospettabili professionisti come un notaio. La “mafia dei pascoli” non c’è più, scrivono i pm guidati da Maurizio de Lucia, sostituita da una organizzazione imprenditoriale al passo coi tempi e capace di sfruttare le potenzialità offerte dall’Unione Europea all’agricoltura. Prevalentemente su base familiare, in rapporti con Cosa nostra palermitana e catanese, continua a usare vecchi metodi come la minaccia e la violenza, ma i taglieggiamenti spesso sono finalizzati all’accaparramento di terreni, la cui disponibilità è presupposto per accedere ai contributi comunitari; “settore, questo, – scrive il gip che ha disposto gli arresti – che costituiva il principale, moderno, ambito criminale di operatività delle famiglie mafiose”. Gli inquirenti hanno anche accertato che il denaro illecito transitava spesso su conti esteri per, poi, “rientrate in Italia, attraverso complesse e vorticose movimentazioni economiche, finalizzate a farne perdere le tracce”. “Le organizzazioni mafiose in questione, – conclude il giudice – grazie all’apporto di professionisti, presentano una fisionomia dinamica, muovendo dal controllo dei terreni, forti di stretti legami parentali e omertà diffusa (e, quindi, difficilmente permeabili al fenomeno delle collaborazioni con la giustizia), mirano all’accaparramento di utili, infiltrandosi in settori strategici dell’economia legale, depredandolo di ingentissime risorse”.
Arce, omicidio di Serena Mollicone. Udienza preliminare per il Maresciallo dei carabinieri Franco Mottola: un caso in salita per il criminologo Carmelo Lavorino Dopo diciotto anni, pareva che si avvicinasse la conclusione del caso di omicidio che ha riguardato la morte di Serena Mollicone, ad Arce, in provincia di Frosinone, uccisa presumibilmente il 1 giugno del 2001, giorno in cui non fece ritorno a casa. Ne fu trovato il cadavere due giorni dopo, il 3 di giugno, nel bosco della Anitrella, in località Fontecupa, in un luogo già
setacciato nelle ricerche dai carabinieri. Il corpo era adagiato in posizione supina coperto da alcuni arbusti e fogliame, la testa avvolta in un sacchetto di plastica, mani e piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca erano stati avvolti con diversi giri di nastro adesivo, causando presumibilmente alla ragazza una lenta morte per asfissia. Del delitto fu accusato in un primo tempo Carmine Belli, un carrozziere di Arce, condannato in prima istanza, poi assolto in appello e Cassazione grazie al pool difensivo che vedeva come consulente il professor Carmelo Lavorino. Lo stesso criminologo è presente ora nel pool difensivo del maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, di sua moglie Annamaria, e di suo figlio Marco, accusati dell’omicidio che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto proprio nei locali della caserma dei carabinieri. In particolare, il figlio Marco avrebbe avuto a che fare con un giro di droga in paese, ragione per la quale Serena Mollicone quella mattina si sarebbe recata in caserma per denunziare il figlio al padre: da qui il movente per l’omicidio.
La prima udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei Mottola si è tenuta ieri mattina, presso il Tribunale di Cassino. Dopo diciotto anni, e dopo il lavoro ai fianchi effettuato nei confronti dell’opinione pubblica dal padre di Serena e dai vari programmi di intrattenimento televisivi che lo hanno visto ospite, Guglielmo Mollicone riteneva che le sue accuse, da lui ritenute fondate in base alla conoscenza che lui stesso si era formata del caso e degli eventi, trovassero finalmente la loro logica conclusione nella condanna della famiglia Mottola. Ma così pare che non sia. Lo stesso professor Lavorino che ha fatto assolvere Belli, si occupa ora, con il suo team criminologico-investigativo, della consulenza per la difesa dei Mottola. Lavorino afferma che non assume mai la consulenza per la difesa di persone che lui stesso, a ragion veduta, ritenga colpevoli. Si prospetta per lui, dato tutto ciò che è stato detto e scritto, un lavoro in salita. Abbiamo voluto intervistarlo, e queste sono le sue parole
Carmelo Lavorino criminologo Professor Lavorino, dopo l’udienza preliminare di oggi, ritiene che il camino sia ancora lungo? Ci vorranno ancora tre udienze, programmate per il mese di febbraio, in cui il giudice dovrà valutare alcuni aspetti. dopodichè verso aprile deciderà per l’eventuale rinvio a giudizio di una o più persone. Abbiamo presentato la nostra consulenza, del dottor Antonio Dalla Valle medico legale, dello psicologo dottor Enrico Delli Compagni, oltre che del sottoscritto, una relazione complessa, in cui affrontiamo tutti i temi, e praticamente confutiamo dal punto di vista tecnico-scientifico e criminalistico l’impianto accusatorio, e concludiamo con ventiquattro punti.
Professor Lavorino, ci dica un po’ chi è lei. Noi la conosciamo da tempo, e conosciamo bene la sua professionalità e il suo ‘tirar diritto’, ma visto che in televisione vanno sempre certi personaggi, vorremmo far sapere a chi non la conosce chi è il criminologo Lavorino, quali sono state le sue esperienze, quali casi ha trattato, e così via. Sappiamo anche che lei cura la pubblicazione on line di un periodico che tratta di criminologia, e che ha la gestione del CESCRIN, una scuola di formazione criminologica e criminalistica. Bè, mi sono formato essenzialmente sul campo, mi sono occupato di circa duecentocinquanta omicidi, ho iniziato con i delitti del ‘mostro di Firenze’, attribuiti al contadino di Mercatale val di Pesa Pietro Pacciani, che facemmo assolvere in appello assieme all’avvocato Nino Marazzita con un pool tecnico investigativo fondato da me, e sono specializzato nell’organizzare, fondare e coordinare pool tecnici di difesa o investigativi di analisi criminale. Mi sono interessato del caso di Via Poma, facendo prosciogliere Federico Valle, e poi del caso di Arce, in cui facemmo assolvere in primo grado, appello e Cassazione Carmine Belli, accusato di essere l’assassino di Serena Mollicone. Ora invece per gli inquirenti l’assassino non è più Carmine Belli, ma l’assassino sarebbe Marco Mottola con il concorso del
padre e della madre. Ancora, l’omicidio di Cogne, e diversi altri. Sono professore a contratto all’Università dell’Aquila alla facoltà di Scienza dell’investigazione, in analisi e scena del crimine. Quindi anche se il grosso pubblico televisivo non la conosce, è chiaro che lei può vantare un’esperienza che pochi altri possano dire di avere accumulato. Sono d’accordo con lei soltanto sulla seconda delle sue affermazioni. Per ciò che riguarda la prima, una volta il pubblico televisivo mi conosceva, poi è successo che pian piano sono stato messo un po’ in punizione, perché non mi piego mai ai dettami degli autori e di chi vuol far diventare il crimine un argomento da salotto, in cui si parla di tutto e del contrario di tutto senza avere le basi, e poi anche perché molti opinionisti del crimine non gradiscono la mia presenza perché secondo loro potrei rubare loro visibilità. E poi questi soggetti sono abituati, in maniera molto maleducata, e non deontologica, che, congiuntamente alla loro attività di opinionisti in certi programmi, poi si procacciano clienti proprio abusando di questa visibilità. Io questo lo vedo in effetti come concorrenza sleale, però tanto è, tanto succede in Italia, non m’importa nulla, ciò che mi importa è la scienza del crimine.
Quindi lei possiamo dire che è un personaggio un po’ scomodo per la televisione. Senz’altro per un tipo di televisione in cui è evidente il pressappochismo nell’analisi criminale, nei fatti di cronaca, e in cui si cerca di usare la tecnica del fango, la tecnica di molestare le persone imputate perché le vogliono trascinare per forza sullo schermo per fare spettacolo, eccetera. Io sono per uno studio del crimine, della criminologia e della criminalistica e dell’investigazione criminale, in una forma seria, tecnica, scientifica a prova, e con molta coerenza, bisogna essere coerenti. Quindi, secondo ciò che si sente soprattutto in televisione, in questi programmi di intrattenimento, quella che lei ha preso in mano oggi è una patata bollente, forse derivante dall’esperienza che lei ha maturato nella difesa del carrozziere Carmine Belli? Certo, una patata estremamente bollente perché ci troviamo contro tutti. Questa famiglia [Mottola ndr] è sospettata e anche indagata da circa otto anni per l’omicidio di Serena Mollicone, e siamo riusciti ad ottenere gli atti del processo, quindi conoscere le investigazioni fatte e i capi d’accusa, soltanto da sei, sette mesi, e sono ben cinquantadue faldoni. Naturalmente è una patata bollente perché li abbiamo tutti
contro, perché finora, l’opinione pubblica, grazie agli opinionisti, grazie alle ‘vittime’, fra virgolette, che si lamentano di ciò che è accaduto eccetera, l’opinione pubblica è stata ammorbata con la notizia che questi tre sono colpevoli e non presunti innocenti. L’opinione pubblica è convinta fermamente che nella caserma dei carabinieri DI Arce è avvenuto l’omicidio ai danni di Serena Mollicone, cosa che, secondo me, è falsa. L’opinione pubblica è convinta che l’arma del delitto contro Serena Mollicone sia la porta del bagno che è stata sequestrata sempre in questa caserma. Secondo me e i nostri consulenti è una notizia falsa e sballata. Hanno propalato per anni queste notizie, l’opinione pubblica ha abboccato, ha bevuto tutto, e purtroppo ora ci troviamo a cercare di pulire, di eliminare il veleno della vipera che si è sparso. Però devo dire che da quando abbiamo incominciato a fare delle conferenze stampa con dei giornalisti, – però a ragion veduta, perché lì abbiamo dovuto studiare tutti quanti gli atti, non abbiamo sparato cavolate, come fa ogni tanto qualche opinionista, senza sapere nulla, – dobbiamo dire che il vento sta cambiando, perché giornalisti e opinione pubblica stanno incominciando a rendersi conto di non trovarsi di fronte ad un caso risolto, e che molte fesserie, o altrimenti molte versioni di parte sono state finora propalate a cavolo. Questa volta lei e il pool difensivo avete di fronte due
nuovi avversari, l’Arma dei carabinieri che si costituisce parte civile, e la figlia del brigadiere Santino Tuzi. Lei, però, afferma che assume la consulenza di personaggi che secondo le sue valutazioni non sono assolutamente colpevoli. La famiglia Tuzi con la famiglia Mottola non c’entra nulla, quindi conseguentemente con la morte di Serena Mollicone. Noi avremo come avversari l’Arma dei carabinieri, i familiari della Mollicone, e probabilmente ancora qualcun altro. Però è una cosa che non ci preoccupa assolutamente, perché ora che siamo arrivati al contraddittorio, e tutto quello che dovrà essere fatto sarà fatto in maniera estremamente seria, organizzata, meticolosa, per cui daremo il massimo di quello che possiamo dare. Una cosa che mi da’ fastidio come essere umano e criminologo professionista, è che, quando facemmo assolvere Carmine Belli, accusato dello stesso omicidio, contro di noi c’erano tutti quelli che abbiamo contro anche oggi. Tutti quanti puntarono contro Carmine Belli come l’assassino di Serena Mollicone, addirittura anche i familiari di Serena vedevano Carmine Belli come l’assassino. Fummo noi a salvare il Belli, e congiuntamente salvammo anche la giustizia e la verità. Ora ci troviamo a fare lo stesso schieramento contro diversi avversari tra cui ci sono alcuni che sono gli stessi di prima, che così come prima hanno sposato una tesi senza avere cognizione di causa, lo stanno facendo tuttora. Quindi una patata bollente molto forte, e una sfida molto forte che noi accettiamo, perché siamo certi che il nostro lavoro si produrrà al massimo delle sue potenzialità.
Rocca Priora (calcio, Under 19 prov.), Mari: “Bella vittoria a Colonna, per il vertice ci siamo” Rocca Priora (Rm) – Non solo l’ottima stagione della Promozione. Il Rocca Priora può essere orgoglioso anche dei tanti riscontri positivi che arrivano dalla squadra maggiore del settore giovanile, vale a dire l’Under 19 provinciale di mister Adriano Mari. Nell’ultimo turno i castellani hanno sbancato il difficile campo del Colonna per 2-1, rimontando l’iniziale vantaggio dei padroni di casa: “La gara era iniziata con due episodi negativi: prima la traversa di Rotaru e poi poco dopo la rete avversaria – racconta Mari – Ma la squadra è rimasta lucida e ha reagito molto bene, pareggiando i conti già prima dell’intervallo con Litta sugli sviluppi di
una punizione laterale. Il gol decisivo è arrivato a meno di dieci minuti dal novantesimo grazie ad un cross di Luciani deviato in porta da un difensore avversario nel tentativo di anticipare Gatta. In ogni caso è stato un successo fortemente voluto e ampiamente meritato, anche se di fronte avevamo una delle migliori squadre del campionato”. La classifica del girone C della categoria è davvero corta con sei squadre raccolte in cinque punti: “Tutte le concorrenti hanno le loro carte da giocarsi: forse l’Atletico Morena è un pelo avanti, ma può davvero accadere di tutto. E ovviamente anche noi siamo in ballo, quindi proveremo a ballare: ci crediamo”. Nel prossimo turno l’Under 19 provinciale del Rocca Priora ospiterà la Pro Cecchina, compagine che è fuori classifica e dunque i castellani in ogni caso non guadagneranno punti: “Sarà l’ultima partita del girone d’andata ed arriverà prima di una sosta di due settimane dell’intero campionato. E’ un peccato fermarsi in questo momento, considerando che siamo in un buon periodo di forma. Contro la Pro Cecchina darò spazio a chi ha giocato di meno e farò riposare qualcuno che ha speso tanto nella prima parte di campionato, ma dobbiamo preparare la partita come se contasse per i tre punti. Anzi chi giocherà, dovrà cercare di mettermi in difficoltà in vista delle prossime gare” conclude Mari.
Atletico Montecompatri (calcio, II cat.), Cesaroni soddisfatto: “Punto pesante con la Sgurgola” Monte Compatri (Rm) – L’Atletico Montecompatri ha colto un ottimo pareggio sul campo della Sgurgola, ex seconda della classe. Dopo aver fatto delle buone prove (ma senza racimolare punti) contro altre due squadre di alta classifica, il Real Valle Martella e il Colle di Fuori, la formazione di mister Daniele Nardi ha conquistato un punto importante domenica scorsa. “Lo 0-0 sul campo della Sgurgola è sicuramente un risultato di spessore – commenta il difensore centrale classe 1984 Andrea Cesaroni – Vista la classifica, sapevamo che non sarebbe stato facile fare punti contro quell’avversario. Alla fine, invece, è uscita una partita tutto sommato equilibrata in cui anche noi abbiamo avuto delle buone occasioni per spuntarla. Siamo stati ordinati e compatti e abbiamo meritato questo risultato positivo. E’ chiaro che il pareggio rende più felici noi che gli avversari per motivi di classifica, ma soprattutto ci fornisce ulteriore convinzione in vista dei prossimi appuntamenti”. Il primo di questi è estremamente “pericoloso”: l’Atletico Montecompatri, infatti, ospiterà domenica il Castel San Pietro ultimo della classe con zero punti all’attivo, il peggiore attacco (9 gol fatti) e la peggior difesa del girone (42 gol subiti): “Abbiamo tutto da perdere in una gara simile, guai ad abbassare la concentrazione e credere di aver vinto prima di scendere in campo – avverte Cesaroni – In ogni caso serve vincere per migliorare una classifica troppo severa nei confronti di una squadra come la nostra che avrebbe potuto lottare per zone più alte di classifica, anche se l’obiettivo iniziale è (e resta) la salvezza”. L’esperto centrale difensivo ha messo alle
spalle i problemi fisici che lo hanno condizionato nella prima stagione con la maglia dell’Atletico Montecompatri. “Sono qui perché mister Nardi, con cui ho anche giocato, ha voluto che facessi parte di questo gruppo. Nell’ultimo periodo ho giocato una serie di gare da titolare consecutivamente e sto provando a dare il mio contributo alla squadra” chiosa Cesaroni.
Vicovaro (calcio, Promozione), Petrucci spera in una doppia festa: “Paternità e Eccellenza” Vicovaro (Rm) – Il Vicovaro è tornato alla vittoria anche in campionato. Dopo lo 0-0 interno col Passo Corese, i ragazzi di mister Luciano Orati hanno reagito alla grande prendendosi prima la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia di Promozione e poi vincendo domenica scorsa in campionato sul difficile campo dei reatini della Bf Sport. Dopo il gol d’apertura di Filippo Tajani, è stato Simone Petrucci a realizzare la seconda marcatura arancioverde prima della rete locale a mezz’ora dalla fine: “Abbiamo giocato un bellissimo primo tempo esprimendo un ottimo calcio – racconta Petrucci – Poi nella ripresa gli avversari hanno accorciato le distanze e a quel punto si è fatta anche un po’ sentire la stanchezza
della Coppa, ma abbiamo limitato i rischi e ci siamo portati a casa tre punti molto pesanti”. Per Petrucci, già giunto a quota cinque reti a cui bisogna aggiungere oltre dieci assist, questa può essere davvero un’annata speciale: “Tra un po’ di tempo diventerò papà e sarebbe bello raddoppiare la festa con il risultato di campo che tutti noi speriamo. La società ha fatto tanti sacrifici per allestire un organico di primo livello in grado di lottare sui due fronti”. A tal proposito, è di ieri la notizia dell’abbinamento del Vicovaro con il Cantalice per i quarti di finale. I reatini nella passata stagione eliminarono proprio gli arancioverdi dalla competizione: “Personalmente avrei evitato Ferentino (che comunque potrebbe essere l’avversario nella eventuale semifinale, ndr) e W3 Roma Team che stanno andando fortissimo, ma ogni sfida è complicata e col Cantalice ci sarà da faticare”. L’ex giocatore del Villalba quest’anno ha modificato la sua posizione in campo: “Sto giocando diverse partite da trequartista, ma ne ho fatte anche alcune davanti alla difesa o da mezz’ala. A me conviene, si corre di meno: magari questa soluzione mi allunga la carriera” sorride l’atleta classe 1987 che poi si proietta sul match interno di domenica contro l’Amatrice: “All’andata ho saltato la sfida per un infortunio rimediato alla prima di campionato contro la Bf Sport: so che affronteremo un avversario spigoloso e che dovremo entrare in campo con grande determinazione per portare a casa i tre punti. L’obiettivo è chiaro: puntiamo al primo posto perché sappiamo di potercela giocare con le due squadre che stanno davanti, anche se rispetto a loro non possiamo più perdere punti” conclude Petrucci.
Rugby Frascati Union 1949, serie C qualificata per la poule promozione con due turni d’anticipo Frascati (Rm) – La serie C maschile del Rugby Frascati Union 1949 ha centrato il primo obiettivo. I ragazzi dei coach Luciano Bronzini e Claudio Girini hanno ottenuto la matematica certezza della partecipazione alla prossima poule promozione che assegnerà un posto nella nuova serie B nazionale 2020-21. Il verdetto è arrivato domenica scorsa grazie al successo che i frascatani hanno ottenuto in casa contro Colleferro per 36-13: “Nel primo tempo, in cui comunque abbiamo segnato due
mete, c’è stato più equilibrio – analizza coach Bronzini – Poi, alla lunga, la distanza s’è dilatata anche per colpa di una rosa numericamente corta da parte degli avversari. Inoltre abbiamo fatto valere il “peso” della nostra mischia e la vittoria alla fine è stata netta”. Bronzini e Girini sono molto soddisfatti di come si è comportato il gruppo in questa prima fase della stagione: “Siamo partiti senza fare amichevoli e abbiamo pagato all’esordio con la sconfitta interna contro il Latina – ricorda Bronzini – Da quel momento i ragazzi non hanno sbagliato più un colpo e, col successo di domenica scorsa, sono arrivati a sette vittorie consecutive. Ora ci mancano la gara di domenica prossima sul campo del Civitacastellana e poi il recupero del 2 febbraio prossimo contro l’Anzio: in entrambi i casi cercheremo di onorare l’impegno, poi questo gruppo ha ormai acquisito una certa mentalità vincente e scende in campo sempre con un obiettivo chiaro in testa”. E’ chiaro che in casa tuscolana si comincerà a ragionare sulla fase decisiva della stagione che inizierà dopo metà febbraio: “Oltre alle prime tre del nostre girone (vale a dire Rugby Frascati Union 1949, Latina e Anzio, ndr), nella poule promozione ci sarà le tre migliori squadre dell’altro raggruppamento e cioè Lazio, Arnold e Rieti. Non conosciamo bene i valori di quelle compagini, ma sappiamo di avere a disposizione un organico molto importante per questa categoria. Vogliamo giocarci al meglio le carte per salire in serie B” conclude Bronzini.
Conclave Dem, pronto il piano strategico da proporre al governo “Proporremo al governo un vero e proprio piano strategico per l’Italia: 5 obiettivi politici con misure concrete da adottare”. Così Nicola Zingaretti al seminario Pd in vista della verifica. In sintesi i pilastri, illustrati dal leader dem, sono: rivoluzione verde per tornare a crescere, Italia semplice per sburocratizzare a favore di imprese e cittadini, Equity Act per parità salariale uomo-donna ed equilibrio nord-sud, aumento della spesa per l’educazione, piano per la salute e l’assistenza. Sulla legge elettorale “sono d’accordo, verifichiamo, siamo disponibili ad andare anche oltre e rafforzare questo schema”, cioè valutare “il rafforzamento dei poteri governativi, non so con quale formula. Ma non dobbiamo aver paura, mettiamo in campo delle proposte aprendo il confronto con gli altri”. Così Nicola Zingaretti nel suo intervento finale al seminario Pd, che ha accennato alla formula del cancellierato. “Il Pd è l’unico grande pilastro e baluardo dal Nord al Sud per
ricostruire un progetto credibile di sviluppo del nostro Paese, per sottrarre alle destre l’arroganza che mette nello scontro politico”. Così Nicola Zingaretti nel chiudere il seminario dem. “E’ il tempo di una nuova fase – ha detto il segretario dem – che dovrà vedere protagonista la squadra che si mette al servizio di questo progetto. Un partito aperto nella società, che deve mutare per diventare forza motrice che interpreta il cambiamento. Siamo qui per indicare al Paese una prospettiva nuova, per dare una visione all’Italia, un’alternativa percepibile”. “Questo governo ha salvato l’Italia da una catastrofe e ha iniziato un cambio di indirizzo non banale su temi fondamentali. Ora ci vuole un salto in avanti credibile e percepibile per il Paese”. “Noi non siamo un circolo bocciofilo, un circolo culturale, noi abbiamo il dovere etico e morale di dare una risposta a questa condizione umana” di chi soffre le diseguaglianze economiche e sociali. “Non voglio rinnegare nulla dell’azione condotta in passato, ma se le condizioni sono queste va aperta una nuova era” di politiche di sostegno, perché “l’aumento delle diseguaglianze mette in pericolo la
democrazia”. “Nessuno pensa a un ritorno al passato, non facciamo caricature tra di noi, ma non dobbiamo neppure rimanere fermi in un eterno presente”.
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