Civitavecchia, sfruttamento della prostituzione: blitz dei carabinieri - L'Osservatore ...

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Civitavecchia, sfruttamento della prostituzione: blitz dei carabinieri - L'Osservatore ...
Civitavecchia, sfruttamento
della prostituzione: blitz
dei carabinieri
ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno
eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4
persone, tutte indagate per il reato di sfruttamento e
favoreggiamento della prostituzione.

Il provvedimento è scaturito dai risultati ottenuti in
un’indagine dei Carabinieri della Stazione di Passoscuro
avviata a seguito della ricezione di una denuncia per minacce
presentata da una giovane ragazza romena che si prostituiva
lungo la SS1 Aurelia nei confronti di una “collega”
connazionale, dopo un litigio sorto per contendersi la
piazzola di sosta lungo la strada statale ubicata all’altezza
di Aranova.
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Dopo essere riusciti a risalire all’identità della rivale, i
Carabinieri hanno anche scoperchiato la strutturata rete di
sfruttatori che la “proteggeva”: nel corso delle indagini,
infatti, è stata documentata l’attività di 4 persone – due
cittadini italiani e due cittadini romeni – che, a vario
titolo, curavano il trasporto della ragazza da e per il suo
luogo di “lavoro” e ne controllavano le attività sul posto.
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Ad agosto scorso, grazie ad uno dei servizi di osservazione
svolti lungo la SS1 Aurelia, i Carabinieri arrestarono in
flagranza di reato un cittadino romeno di 30 anni sorpreso dai
militari di Passoscuro mentre stava ricevendo parte del
provento dell’attività di prostituzione della donna.

Gli sviluppi investigativi hanno consentito ai Carabinieri di
delineare anche il ruolo di un 64enne italiano, residente a
Santa Marinella, che, dopo aver favorito l’ingresso in Italia
della giovane, acquistandole il biglietto aereo, provvedeva
ogni giorno ad accompagnarla in auto nella “sua” piazzola di
sosta, ricevendo in cambio denaro e prestazioni sessuali.

L’uomo, inoltre, è risultato essere titolare di reddito di
cittadinanza, motivo per cui i Carabinieri hanno
immediatamente sequestrato la sua tessera, richiedendo alle
Autorità preposte la sospensione del contributo.

Analoghi elementi sono stati raccolti a carico di due
cittadini romeni, marito e moglie di 52 e 48 anni residenti a
Santa Marinella, nel tempo subentrati al 64enne italiano
nell’impiego di accompagnatori, sempre dietro compenso in
denaro.

L’altro italiano coinvolto nell’indagine è un 90enne di
Aranova ed era colui che provvedeva al controllo delle
attività della ragazza in strada, rifornendola di generi di
conforto per consentirle di lavorare al meglio e senza perdite
di tempo.

Per i primi tre il Tribunale di Civitavecchia ha emesso
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre per il
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90enne è stata disposta, in considerazione della sua età, la
misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua
abitazione di Aranova.

Dopo gli interrogatori di garanzia svolti dal G.I.P. del
Tribunale di Civitavecchia, è stata confermata la misura
cautelare in carcere per i primi 3, mentre all’anziano è stata
applicata la misura del divieto di avvicinamento alla parte
offesa.

Impianto     e     discarica
Roncigliano, tuona Andreassi:
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“Cara Raggi, caro Zingaretti,
Albano non pagherà la vostra
incapacità”
di Luca Andreassi, Professore Università Roma Tor Vergata e
consigliere delegato ai Rifiuti del Comune di Albano Laziale

C’è un impianto di gestione dei rifiuti. Uno di quei vecchi
TMB in cui entra il rifiuto dei cassonetti stradali ed esce
rifiuto che finisce in discarica o incenerito.

L’impianto è quello di Roncigliano ad Albano.

Ed era il 2016 quando andò a fuoco. (Mica solo quello di
Roncigliano. Perché gli impianti TMB oltre che inutili – se si
fa una buona differenziata – sono anche dannosi).

Ad inizio estate, ci comunicano che i vecchi proprietari del
sito industriale di Roncigliano hanno ceduto in locazione ad
una terza società un ramo d’azienda.

Guarda caso proprio quello che comprende l’impianto TMB andato
a fuoco.

Contestualmente, i nuovi proprietari ci comunicano che è loro
intenzione riattivare l’impianto.
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Ma come?! – diciamo noi – Non serve un impianto TMB! Un
impianto che tratti l’indifferenziato dei cassonetti stradali
in una città che è all’82% di differenziata e, comunque in
un’area vasta, i Castelli Romani, estremamente virtuosa in
termini di differenziazione dei rifiuti!

E poi l’autorizzazione scade ad agosto.

Anche la Regione Lazio la pensa come noi. L’autorizzazione è
scaduta. Se proprio i nuovi proprietari vogliono realizzare un
impianto TMB che presentino il progetto e attivino tutta la
procedura di richiesta autorizzativa.

Fin qui la logica.

Da qui in poi, un susseguirsi di colpi di scena.

A settembre la Regione Lazio, per mano della stessa dirigente
che aveva affermato che l’autorizzazione era scaduta (come se
fosse una cosa su cui ci possa essere discussione) afferma che
“contrariamente a quanto ritenuto e precedentemente
affermato”, a seguito della cessione del ramo d’azienda,
l’autorizzazione doveva intendersi prorogata. Fino al 2023.
Autorizzando di fatto la rimessa in funzione dell’impianto.

E’ evidentemente una cosa folle.

La Città di Albano pertanto propone ricorso al TAR, con il
supporto dell’ Associazione Culturale Contro Tutte Le
Nocività, richiedendo la sospensiva. Convinti che la procedura
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di proroga di un’autorizzazione scaduta effettuata in questo
modo abbia dei dubbi di liceità. E richiedendo un intervento
immediato perché, come certificato da ARPA Lazio, ufficio
tecnico della Regione Lazio (dalla cui penna è uscita la
proroga dell’autorizzazione), esistono anche problemi di
superamento di sostanze inquinanti nei pozzi spia.

Due giorni fa ci viene notificato la decisione del TAR, ovvero
che la nostra richiesta è respinta perché il TAR ritiene che
si tratti di una mera volturazione.

Caspita. Mera volturazione. Ma è quello l’oggetto del nostro
ricorso! Ovviamente nessun interesse nei confronti
dell’impatto ambientale.

Aspettiamo il merito del TAR. Ricorreremo al Consiglio di
Stato. Intraprenderemo ogni tipo di protesta che riterremo
adeguata ad impedire l’ipotesi di una riapertura.

La situazione di Roncigliano è figlia di una totale assenza di
programmazione in materia di gestione dei rifiuti.

Caro Presidente Zingaretti, cara Sindaca Raggi continuate a
discutere litigando, o facendo finta di farlo, sull’ubicazione
della nuova discarica che dovrebbe risolvere il problema di
Roma.

Consapevoli, escludo l’ipotesi alternativa, ovvero che non
sappiate di cosa state parlando, che una discarica non risolve
assolutamente nulla e che, probabilmente, non serve neanche a
gestire l’emergenza romana.
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E mentre questo accade, città come Albano che vincono premi su
premi e sono all’82% di differenziata diventano vittime di
questa totale assenza di programmazione. Non ve lo
consentiremo. Albano non pagherà la vostra incapacità.

Roma, presentazione choc a
una scuola di Monte Mario:
“Qui   i   figli  dell’alta
borghesia”
In un plesso dell’Istituto ci studiano i ragazzi “dell’alta
borghesia” assieme ai figli “di colf e badanti che lavorano
per le loro famiglie”, mentre nella sede che si trova “nel
cuore del quartiere popolare di Monte Mario” siedono tra i
banchi alunni di “estrazione sociale medio-bassa”. Finisce
nella bufera l’Istituto Comprensivo di via Trionfale di Roma
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per il testo di presentazione della scuola pubblicato sul
proprio sito, un testo che tra le informazioni logistico-
didattiche fornisce anche un presunto spaccato sociologico che
finisce per essere classista descrivendo, attraverso
l’estrazione sociale, la ripartizione degli studenti nelle
varie sedi scolastiche. Una bufera che spinge la dirigenza
dell’Istituto nel pomeriggio ad eliminare dalla pagina web il
passaggio incriminato. Poi il Consiglio di Istituto precisa
che si trattava di “una mera descrizione socioeconomica del
territorio secondo le indicazioni del Miur” e che non c’era
nessun intento discriminatorio. Ma intanto le parole, poi
cancellate, che campeggiavano sul sito web della scuola dal
2011 infiammano la polemica.

“La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono
alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il
Plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere
popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale
medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di
alunni con cittadinanza non italiana – si leggeva fino a
qualche ora fa sul sito- mentre il plesso di via Vallombrosa,
sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie prevalentemente alunni
appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli
dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie
(colf, badanti, autisti, e simili)”. La polemica arriva fino a
via Arenula tanto che la stessa ministra Lucia Azzolina
interviene ricordando che “la scuola dovrebbe sempre operare
per favorire l’inclusione: descrivere e pubblicare la propria
popolazione scolastica per censo non ha senso, mi auguro che
l’istituto romano possa dare motivate ragioni di questa
scelta. Che comunque non condivido”.
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Usa – Cina, è tregua sui
dazi: firmato accordo storico
Donald Trump e il vice premier cinese Liu He hanno firmato il
mini accordo commerciale fra Stati Uniti, aprendo di una fatto
una tregua nella guerra commerciale in atto. La firma è
avvenuta nella East Room della Casa Bianca dove, fra gli
altri, sono presenti l’ex segretario di stato Henry Kissinger,
il consigliere economico del presidente Larry Kudlow, il
segretario al Commercio Wilbur Ross, la figlia-consigliere del
presidente Ivanka Trump e il marito Jared Kushner.

L’accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina prevede che
Pechino acquisti ulteriori 200 miliardi di dollari di prodotti
e servizi americani. La Cina si impegna anche a non lanciarsi
in svalutazioni valutarie e a comunicare regolarmente e a
consultarsi sul mercato valutario. In base all’intesa a
partire dall’1 aprile la Cina consentirà il pieno controllo da
parte di società finanziarie straniere.

Trump esulta, ringrazia il presidente cinese Xi Jinping
definendolo un suo “grande amico” e ribadisce che in “un
futuro non lontano andrà in Cina”. Fra sorrisi e battute parla
di un “accordo storico”, di un “importante passo in avanti”
verso una relazione più equilibrata fra i due paesi.

“La Fase 1 è un importante passo in avanti verso scambi
commerciali corretti con la Cina”, afferma aprendo al
cerimonia per la firma del mini-accordo commerciale fra Stati
Uniti e Cina. Trump, definendo la cerimonia “un’occasione
straordinaria”, ringrazia il presidente cinese Xi Jinping e
dice che andrà in Cina in un futuro non lontano.

I dazi esistenti saranno rimossi se la Fase 2 dell’accordo
commerciale con la Cina sarà chiusa, afferma il presidente
americano, sottolineando che la Fase 2 inizierà a breve.
Secondo Trump, potrebbe non esserci bisogno di una Fase 3
dell’accordo.

L’accordo è buono per la Cina, gli Stati Uniti e il mondo
intero, afferma il presidente cinese Xi Jinping in una lettera
indirizzata a Donald Trump e letta dal vice premier Liu He nel
corso della cerimonia per la firma dell’accordo commerciale
fra i due paesi. “E’ un’intesa vantaggiosa per tutti” aggiunge
Liu.
Il mini accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina è una
“vittoria per le nostre aziende tecnologiche e per i
lavoratori americani”, sottolinea il segretario al Tesoro
americano.

Nuova mafia sui fondi Ue:
arrestate 94 persone, tra cui
insospettabili professionisti

I Pm: “La mafia dei pascoli non c’è
più”

Per anni s’è meritata la definizione di provincia “babba”,
ingenua, per la presenza di una mafia minore rispetto a quella
dei “cugini” palermitani e catanesi. Una visione che cozza con
quella fotografata dall’inchiesta della Procura di Messina
sulle cosche dei Nebrodi: clan bene organizzati, al passo coi
tempi, che alle armi e al traffico di droga hanno preferito le
truffe all’Ue. Affari sicuri, poco rischiosi e difficili da
svelare. E tanti, tanti milioni. È una mafia moderna quella
raccontata nell’indagine della dda guidata sulle “famiglie”
dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che ha portato oggi al
sequestro di 151 imprese e all’arresto di 94 persone: boss,
gregari, prestanomi e insospettabili professionisti come un
notaio.

La “mafia dei pascoli” non c’è più, scrivono i pm guidati da
Maurizio de Lucia, sostituita da una organizzazione
imprenditoriale al passo coi tempi e capace di sfruttare le
potenzialità offerte dall’Unione Europea all’agricoltura.
Prevalentemente su base familiare, in rapporti con Cosa nostra
palermitana e catanese, continua a usare vecchi metodi come la
minaccia e la violenza, ma i taglieggiamenti spesso sono
finalizzati all’accaparramento di terreni, la cui
disponibilità è presupposto per accedere ai contributi
comunitari; “settore, questo, – scrive il gip che ha disposto
gli arresti – che costituiva il principale, moderno, ambito
criminale di operatività delle famiglie mafiose”. Gli
inquirenti hanno anche accertato che il denaro illecito
transitava spesso su conti esteri per, poi, “rientrate in
Italia, attraverso complesse e vorticose movimentazioni
economiche, finalizzate a farne perdere le tracce”. “Le
organizzazioni mafiose in questione, – conclude il giudice –
grazie all’apporto di professionisti, presentano una
fisionomia dinamica, muovendo dal controllo dei terreni, forti
di stretti legami parentali e omertà diffusa (e, quindi,
difficilmente permeabili al fenomeno delle collaborazioni con
la giustizia), mirano all’accaparramento di utili,
infiltrandosi in settori strategici dell’economia legale,
depredandolo di ingentissime risorse”.
Arce, omicidio di Serena
Mollicone.           Udienza
preliminare      per      il
Maresciallo dei carabinieri
Franco Mottola: un caso in
salita per il criminologo
Carmelo Lavorino
Dopo diciotto anni, pareva che si avvicinasse la conclusione
del caso di omicidio che ha riguardato la morte di Serena
Mollicone, ad Arce,
in provincia di Frosinone, uccisa presumibilmente il 1 giugno
del 2001, giorno
in cui non fece ritorno a casa.

Ne fu trovato il cadavere due giorni dopo, il 3 di giugno, nel
bosco della Anitrella, in località Fontecupa, in un luogo già
setacciato nelle
ricerche dai carabinieri. Il corpo era adagiato in posizione
supina coperto da
alcuni arbusti e fogliame, la testa avvolta in un sacchetto di
plastica, mani e
piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca erano
stati avvolti con
diversi giri di nastro adesivo, causando presumibilmente alla
ragazza una lenta
morte per asfissia.

Del delitto fu accusato in un primo tempo Carmine Belli, un
carrozziere
di Arce, condannato in prima istanza, poi assolto in appello e
Cassazione
grazie al pool difensivo che vedeva come consulente il
professor Carmelo
Lavorino.

Lo stesso criminologo è presente ora nel pool difensivo del
maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione dei
carabinieri di
Arce, di sua moglie Annamaria, e di suo figlio Marco, accusati
dell’omicidio
che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto proprio nei locali
della caserma dei
carabinieri. In particolare, il figlio Marco avrebbe avuto a
che fare con un
giro di droga in paese, ragione per la quale Serena Mollicone
quella mattina si
sarebbe recata in caserma per denunziare il figlio al padre:
da qui il movente
per l’omicidio.
La prima udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei
Mottola si è tenuta ieri mattina, presso il Tribunale di
Cassino. Dopo diciotto
anni, e dopo il lavoro ai fianchi effettuato nei confronti
dell’opinione
pubblica dal padre di Serena e dai vari programmi di
intrattenimento televisivi
che lo hanno visto ospite, Guglielmo Mollicone riteneva che le
sue accuse, da
lui ritenute fondate in base alla conoscenza che lui stesso si
era formata del
caso e degli eventi, trovassero finalmente la loro logica
conclusione nella
condanna della famiglia Mottola. Ma così pare che non sia.

Lo stesso professor Lavorino che ha fatto assolvere Belli,
si occupa ora, con il suo team criminologico-investigativo,
della consulenza
per la difesa dei Mottola.

Lavorino afferma che non assume mai la consulenza per la
difesa di persone che lui stesso, a ragion veduta, ritenga
colpevoli. Si
prospetta per lui, dato tutto ciò che è stato detto e scritto,
un lavoro in
salita.

Abbiamo voluto intervistarlo, e queste
sono le sue parole
Carmelo Lavorino criminologo

Professor Lavorino, dopo l’udienza preliminare di oggi,
ritiene che il camino sia ancora lungo?

Ci vorranno ancora tre udienze, programmate per il mese di
febbraio, in cui il giudice dovrà valutare alcuni aspetti.
dopodichè verso aprile deciderà per l’eventuale rinvio a
giudizio di una o più persone. Abbiamo presentato la nostra
consulenza, del dottor Antonio Dalla Valle medico legale,
dello psicologo dottor Enrico Delli Compagni, oltre che del
sottoscritto, una relazione complessa, in cui affrontiamo
tutti i temi, e praticamente confutiamo dal punto di vista
tecnico-scientifico e criminalistico l’impianto accusatorio, e
concludiamo con ventiquattro punti.
Professor Lavorino, ci dica un po’ chi è lei. Noi la
conosciamo da tempo, e conosciamo bene la sua professionalità
e il suo ‘tirar
diritto’, ma visto che in televisione vanno sempre certi
personaggi, vorremmo
far sapere a chi non la conosce chi è il criminologo Lavorino,
quali sono state
le sue esperienze, quali casi ha trattato, e così via.
Sappiamo anche che lei
cura la pubblicazione on line di un periodico che tratta di
criminologia, e che
ha la gestione del CESCRIN, una scuola di formazione
criminologica e
criminalistica.

Bè, mi sono formato essenzialmente sul campo, mi sono
occupato di circa duecentocinquanta omicidi, ho iniziato con i
delitti del
‘mostro di Firenze’, attribuiti al contadino di Mercatale val
di Pesa Pietro
Pacciani, che facemmo assolvere         in   appello    assieme
all’avvocato Nino Marazzita
con un pool tecnico investigativo fondato da me, e sono
specializzato
nell’organizzare, fondare e coordinare pool tecnici di difesa
o investigativi
di analisi criminale. Mi sono interessato del caso di Via
Poma, facendo
prosciogliere Federico Valle, e poi del caso di Arce, in cui
facemmo assolvere
in primo grado, appello e Cassazione Carmine Belli, accusato
di essere
l’assassino di Serena Mollicone. Ora invece per gli inquirenti
l’assassino non
è più Carmine Belli, ma l’assassino sarebbe Marco Mottola con
il concorso del
padre e della madre. Ancora, l’omicidio di Cogne, e diversi
altri. Sono
professore a contratto all’Università dell’Aquila alla facoltà
di Scienza
dell’investigazione, in analisi e scena del crimine.

Quindi anche se il grosso pubblico televisivo non la
conosce, è chiaro che lei può vantare un’esperienza che pochi
altri possano
dire di avere accumulato.

Sono d’accordo con lei soltanto sulla seconda delle sue
affermazioni. Per ciò che riguarda la prima, una volta il
pubblico televisivo
mi conosceva, poi è successo che pian piano sono stato messo
un po’ in
punizione, perché non mi piego mai ai dettami degli autori e
di chi vuol far
diventare il crimine un argomento da salotto, in cui si parla
di tutto e del
contrario di tutto senza avere le basi, e poi anche perché
molti opinionisti
del crimine non gradiscono la mia presenza perché secondo loro
potrei rubare
loro visibilità. E poi questi soggetti sono abituati, in
maniera molto
maleducata, e non deontologica, che, congiuntamente alla loro
attività di
opinionisti in certi programmi, poi si procacciano clienti
proprio abusando di
questa visibilità. Io questo lo vedo in effetti come
concorrenza sleale, però
tanto è, tanto succede in Italia, non m’importa nulla, ciò che
mi importa è la
scienza del crimine.
Quindi lei possiamo dire che è un personaggio un po’
scomodo per la televisione.

Senz’altro per un tipo di televisione in cui è evidente il
pressappochismo nell’analisi criminale, nei fatti di cronaca,
e in cui si cerca
di usare la tecnica del fango, la tecnica di molestare le
persone imputate
perché le vogliono trascinare per forza sullo schermo per fare
spettacolo,
eccetera. Io sono per uno studio del crimine, della
criminologia e della
criminalistica e dell’investigazione criminale, in una forma
seria, tecnica,
scientifica a prova, e con molta coerenza, bisogna essere
coerenti.

Quindi, secondo ciò che si sente soprattutto in
televisione, in questi programmi di intrattenimento, quella
che lei ha preso in
mano oggi è una       patata   bollente,    forse      derivante
dall’esperienza che lei ha
maturato nella difesa del carrozziere Carmine Belli?

Certo, una patata estremamente bollente perché ci troviamo
contro tutti. Questa famiglia [Mottola ndr] è sospettata e
anche indagata da
circa otto anni per l’omicidio di Serena Mollicone, e siamo
riusciti ad
ottenere gli atti del processo, quindi conoscere le
investigazioni fatte e i
capi d’accusa, soltanto da sei, sette mesi, e sono ben
cinquantadue faldoni.
Naturalmente è una patata bollente perché li abbiamo tutti
contro, perché
finora, l’opinione pubblica, grazie agli opinionisti, grazie
alle ‘vittime’,
fra virgolette, che si lamentano di ciò che è accaduto
eccetera, l’opinione
pubblica è stata ammorbata con la notizia che questi tre sono
colpevoli e non
presunti innocenti. L’opinione pubblica è convinta fermamente
che nella caserma
dei carabinieri DI Arce è avvenuto l’omicidio ai danni di
Serena Mollicone,
cosa che, secondo me, è falsa. L’opinione pubblica è convinta
che l’arma del
delitto contro Serena Mollicone sia la porta del bagno che è
stata sequestrata
sempre in questa caserma. Secondo me e i nostri consulenti è
una notizia falsa
e sballata. Hanno propalato      per   anni   queste   notizie,
l’opinione pubblica ha
abboccato, ha bevuto tutto, e purtroppo ora ci troviamo a
cercare di pulire, di
eliminare il veleno della vipera che si è sparso. Però devo
dire che da quando
abbiamo incominciato a fare delle conferenze stampa con dei
giornalisti, – però a ragion veduta, perché lì abbiamo dovuto
studiare tutti quanti gli atti, non abbiamo sparato cavolate,
come fa ogni
tanto qualche opinionista, senza sapere nulla, –      dobbiamo
dire che il vento sta cambiando,
perché giornalisti e opinione pubblica stanno incominciando a
rendersi conto di
non trovarsi di fronte ad un caso risolto, e che molte
fesserie, o altrimenti
molte versioni di parte sono state finora propalate a cavolo.

Questa volta lei e il pool difensivo avete di fronte due
nuovi avversari, l’Arma dei carabinieri che si costituisce
parte civile, e la
figlia del brigadiere Santino Tuzi. Lei, però, afferma che
assume la consulenza
di personaggi che secondo le sue valutazioni non sono
assolutamente colpevoli.

La famiglia Tuzi con la famiglia Mottola non c’entra nulla,
quindi conseguentemente con la morte di Serena Mollicone. Noi
avremo come avversari l’Arma dei carabinieri, i familiari
della Mollicone, e probabilmente ancora qualcun altro. Però è
una cosa che non ci preoccupa assolutamente, perché ora che
siamo arrivati al contraddittorio, e tutto quello che dovrà
essere fatto sarà fatto in maniera estremamente seria,
organizzata, meticolosa, per cui daremo il massimo di quello
che possiamo dare. Una cosa che mi da’ fastidio come essere
umano e criminologo professionista, è che, quando facemmo
assolvere Carmine Belli, accusato dello stesso omicidio,
contro di noi c’erano tutti quelli che abbiamo contro anche
oggi. Tutti quanti puntarono contro Carmine Belli come
l’assassino di Serena Mollicone, addirittura anche i familiari
di Serena vedevano Carmine Belli come l’assassino. Fummo noi a
salvare il Belli, e congiuntamente salvammo anche la giustizia
e la verità. Ora ci troviamo a fare lo stesso schieramento
contro diversi avversari tra cui ci sono alcuni che sono gli
stessi di prima, che così come prima hanno sposato una tesi
senza avere cognizione di causa, lo stanno facendo tuttora.
Quindi una patata bollente molto forte, e una sfida molto
forte che noi accettiamo, perché siamo certi che il nostro
lavoro si produrrà al massimo delle sue potenzialità.
Rocca Priora (calcio, Under
19  prov.),   Mari:  “Bella
vittoria a Colonna, per il
vertice ci siamo”
Rocca Priora (Rm) – Non solo l’ottima stagione della
Promozione. Il Rocca Priora può essere orgoglioso anche dei
tanti riscontri positivi che arrivano dalla squadra maggiore
del settore giovanile, vale a dire l’Under 19 provinciale di
mister Adriano Mari. Nell’ultimo turno i castellani hanno
sbancato il difficile campo del Colonna per 2-1, rimontando
l’iniziale vantaggio dei padroni di casa: “La gara era
iniziata con due episodi negativi: prima la traversa di Rotaru
e poi poco dopo la rete avversaria – racconta Mari – Ma la
squadra è rimasta lucida e ha reagito molto bene, pareggiando
i conti già prima dell’intervallo con Litta sugli sviluppi di
una punizione laterale. Il gol decisivo è arrivato a meno di
dieci minuti dal novantesimo grazie ad un cross di Luciani
deviato in porta da un difensore avversario nel tentativo di
anticipare Gatta. In ogni caso è stato un successo fortemente
voluto e ampiamente meritato, anche se di fronte avevamo una
delle migliori squadre del campionato”. La classifica del
girone C della categoria è davvero corta con sei squadre
raccolte in cinque punti: “Tutte le concorrenti hanno le loro
carte da giocarsi: forse l’Atletico Morena è un pelo avanti,
ma può davvero accadere di tutto. E ovviamente anche noi siamo
in ballo, quindi proveremo a ballare: ci crediamo”. Nel
prossimo turno l’Under 19 provinciale del Rocca Priora
ospiterà la Pro Cecchina, compagine che è fuori classifica e
dunque i castellani in ogni caso non guadagneranno punti:
“Sarà l’ultima partita del girone d’andata ed arriverà prima
di una sosta di due settimane dell’intero campionato. E’ un
peccato fermarsi in questo momento, considerando che siamo in
un buon periodo di forma. Contro la Pro Cecchina darò spazio a
chi ha giocato di meno e farò riposare qualcuno che ha speso
tanto nella prima parte di campionato, ma dobbiamo preparare
la partita come se contasse per i tre punti. Anzi chi
giocherà, dovrà cercare di mettermi in difficoltà in vista
delle prossime gare” conclude Mari.
Atletico      Montecompatri
(calcio, II cat.), Cesaroni
soddisfatto: “Punto pesante
con la Sgurgola”
Monte Compatri (Rm) – L’Atletico Montecompatri ha colto un
ottimo pareggio sul campo della Sgurgola, ex seconda della
classe. Dopo aver fatto delle buone prove (ma senza racimolare
punti) contro altre due squadre di alta classifica, il Real
Valle Martella e il Colle di Fuori, la formazione di mister
Daniele Nardi ha conquistato un punto importante domenica
scorsa. “Lo 0-0 sul campo della Sgurgola è sicuramente un
risultato di spessore – commenta il difensore centrale classe
1984 Andrea Cesaroni – Vista la classifica, sapevamo che non
sarebbe stato facile fare punti contro quell’avversario. Alla
fine, invece, è uscita una partita tutto sommato equilibrata
in cui anche noi abbiamo avuto delle buone occasioni per
spuntarla. Siamo stati ordinati e compatti e abbiamo meritato
questo risultato positivo. E’ chiaro che il pareggio rende più
felici noi che gli avversari per motivi di classifica, ma
soprattutto ci fornisce ulteriore convinzione in vista dei
prossimi appuntamenti”. Il primo di questi è estremamente
“pericoloso”: l’Atletico Montecompatri, infatti, ospiterà
domenica il Castel San Pietro ultimo della classe con zero
punti all’attivo, il peggiore attacco (9 gol fatti) e la
peggior difesa del girone (42 gol subiti): “Abbiamo tutto da
perdere in una gara simile, guai ad abbassare la
concentrazione e credere di aver vinto prima di scendere in
campo – avverte Cesaroni – In ogni caso serve vincere per
migliorare una classifica troppo severa nei confronti di una
squadra come la nostra che avrebbe potuto lottare per zone più
alte di classifica, anche se l’obiettivo iniziale è (e resta)
la salvezza”. L’esperto centrale difensivo ha messo alle
spalle i problemi fisici che lo hanno condizionato nella prima
stagione con la maglia dell’Atletico Montecompatri. “Sono qui
perché mister Nardi, con cui ho anche giocato, ha voluto che
facessi parte di questo gruppo. Nell’ultimo periodo ho giocato
una serie di gare da titolare consecutivamente e sto provando
a dare il mio contributo alla squadra” chiosa Cesaroni.
Vicovaro           (calcio,
Promozione), Petrucci spera
in   una    doppia   festa:
“Paternità e Eccellenza”
Vicovaro (Rm) – Il Vicovaro è tornato alla vittoria anche in
campionato. Dopo lo 0-0 interno col Passo Corese, i ragazzi di
mister Luciano Orati hanno reagito alla grande prendendosi
prima la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia di
Promozione e poi vincendo domenica scorsa in campionato sul
difficile campo dei reatini della Bf Sport. Dopo il gol
d’apertura di Filippo Tajani, è stato Simone Petrucci a
realizzare la seconda marcatura arancioverde prima della rete
locale a mezz’ora dalla fine: “Abbiamo giocato un bellissimo
primo tempo esprimendo un ottimo calcio – racconta Petrucci –
Poi nella ripresa gli avversari hanno accorciato le distanze e
a quel punto si è fatta anche un po’ sentire la stanchezza
della Coppa, ma abbiamo limitato i rischi e ci siamo portati a
casa tre punti molto pesanti”. Per Petrucci, già giunto a
quota cinque reti a cui bisogna aggiungere oltre dieci assist,
questa può essere davvero un’annata speciale: “Tra un po’ di
tempo diventerò papà e sarebbe bello raddoppiare la festa con
il risultato di campo che tutti noi speriamo. La società ha
fatto tanti sacrifici per allestire un organico di primo
livello in grado di lottare sui due fronti”. A tal proposito,
è di ieri la notizia dell’abbinamento del Vicovaro con il
Cantalice per i quarti di finale. I reatini nella passata
stagione eliminarono proprio gli arancioverdi dalla
competizione: “Personalmente avrei evitato Ferentino (che
comunque potrebbe essere l’avversario nella eventuale
semifinale, ndr) e W3 Roma Team che stanno andando fortissimo,
ma ogni sfida è complicata e col Cantalice ci sarà da
faticare”. L’ex giocatore del Villalba quest’anno ha
modificato la sua posizione in campo: “Sto giocando diverse
partite da trequartista, ma ne ho fatte anche alcune davanti
alla difesa o da mezz’ala. A me conviene, si corre di meno:
magari questa soluzione mi allunga la carriera” sorride
l’atleta classe 1987 che poi si proietta sul match interno di
domenica contro l’Amatrice: “All’andata ho saltato la sfida
per un infortunio rimediato alla prima di campionato contro la
Bf Sport: so che affronteremo un avversario spigoloso e che
dovremo entrare in campo con grande determinazione per portare
a casa i tre punti. L’obiettivo è chiaro: puntiamo al primo
posto perché sappiamo di potercela giocare con le due squadre
che stanno davanti, anche se rispetto a loro non possiamo più
perdere punti” conclude Petrucci.
Rugby Frascati Union 1949,
serie C qualificata per la
poule promozione con due
turni d’anticipo
Frascati (Rm) – La serie C maschile del Rugby Frascati Union
1949 ha centrato il primo obiettivo. I ragazzi dei coach
Luciano Bronzini e Claudio Girini hanno ottenuto la matematica
certezza della partecipazione alla prossima poule promozione
che assegnerà un posto nella nuova serie B nazionale 2020-21.
Il verdetto è arrivato domenica scorsa grazie al successo che
i frascatani hanno ottenuto in casa contro Colleferro per
36-13: “Nel primo tempo, in cui comunque abbiamo segnato due
mete, c’è stato più equilibrio – analizza coach Bronzini –
Poi, alla lunga, la distanza s’è dilatata anche per colpa di
una rosa numericamente corta da parte degli avversari. Inoltre
abbiamo fatto valere il “peso” della nostra mischia e la
vittoria alla fine è stata netta”. Bronzini e Girini sono
molto soddisfatti di come si è comportato il gruppo in questa
prima fase della stagione: “Siamo partiti senza fare
amichevoli e abbiamo pagato all’esordio con la sconfitta
interna contro il Latina – ricorda Bronzini – Da quel momento
i ragazzi non hanno sbagliato più un colpo e, col successo di
domenica scorsa, sono arrivati a sette vittorie consecutive.
Ora ci mancano la gara di domenica prossima sul campo del
Civitacastellana e poi il recupero del 2 febbraio prossimo
contro l’Anzio: in entrambi i casi cercheremo di onorare
l’impegno, poi questo gruppo ha ormai acquisito una certa
mentalità vincente e scende in campo sempre con un obiettivo
chiaro in testa”. E’ chiaro che in casa tuscolana si comincerà
a ragionare sulla fase decisiva della stagione che inizierà
dopo metà febbraio: “Oltre alle prime tre del nostre girone
(vale a dire Rugby Frascati Union 1949, Latina e Anzio, ndr),
nella poule promozione ci sarà le tre migliori squadre
dell’altro raggruppamento e cioè Lazio, Arnold e Rieti. Non
conosciamo bene i valori di quelle compagini, ma sappiamo di
avere a disposizione un organico molto importante per questa
categoria. Vogliamo giocarci al meglio le carte per salire in
serie B” conclude Bronzini.
Conclave Dem, pronto il piano
strategico da proporre al
governo
“Proporremo al governo un vero e proprio piano strategico per
l’Italia: 5
obiettivi politici con misure concrete da adottare”. Così
Nicola
Zingaretti al seminario Pd in vista della verifica. In sintesi
i pilastri,
illustrati dal leader dem, sono: rivoluzione verde per tornare
a crescere,
Italia semplice per sburocratizzare a favore di imprese e
cittadini, Equity Act
per parità salariale uomo-donna ed equilibrio nord-sud,
aumento della spesa per
l’educazione, piano per la salute e l’assistenza.

Sulla legge elettorale “sono d’accordo, verifichiamo, siamo
disponibili ad andare anche oltre e rafforzare questo schema”,
cioè
valutare “il rafforzamento dei poteri governativi, non so con
quale
formula. Ma non dobbiamo aver paura, mettiamo in campo delle
proposte aprendo
il confronto con gli altri”. Così Nicola Zingaretti nel suo
intervento
finale al seminario Pd, che ha accennato alla formula del
cancellierato.

“Il Pd è
l’unico grande pilastro e baluardo dal Nord al Sud per
ricostruire un progetto
credibile di sviluppo del nostro Paese, per sottrarre alle
destre l’arroganza
che mette nello scontro politico”. Così Nicola Zingaretti nel
chiudere il
seminario dem.

“E’ il tempo di
una nuova fase – ha detto il segretario dem – che dovrà vedere
protagonista la
squadra che si mette al servizio di questo progetto. Un
partito aperto nella
società, che deve mutare per diventare forza motrice che
interpreta il
cambiamento. Siamo qui per indicare al Paese una prospettiva
nuova, per dare
una visione all’Italia, un’alternativa percepibile”. “Questo
governo
ha salvato l’Italia da una catastrofe e ha iniziato un cambio
di indirizzo non
banale su temi fondamentali. Ora ci vuole un salto in avanti
credibile e
percepibile per il Paese”.

“Noi
non siamo un circolo bocciofilo, un circolo culturale,
noi abbiamo il dovere etico e morale di dare una risposta a
questa condizione
umana” di chi soffre le diseguaglianze economiche e
sociali. “Non voglio rinnegare nulla dell’azione condotta in
passato, ma
se le condizioni sono queste va aperta una nuova era” di
politiche di
sostegno, perché “l’aumento delle diseguaglianze mette in
pericolo la
democrazia”.

“Nessuno pensa
a un ritorno al passato, non facciamo caricature tra di noi,
ma non dobbiamo
neppure rimanere fermi in un eterno presente”.
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