DEMA ALLA FESTÀ DELL'UNITÀ DI RAVENNA "IL PD DIALOGHI CON DE MAGISTRIS" - CRONACHE SALERNO
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DeMa alla Festà dell’Unità di Ravenna «Il Pd dialoghi con De Magistris» di Andrea Pellegrino DeMa sbarca alla festa dell’Unità di Ravenna. Dopo De Luca senior e prima dell’intervento di De Luca junior, il sindaco di Napoli ha parlato della sua città, della sua amministrazione ma anche del futuro. Una mezza apertura in vista dei prossimi appuntamenti elettorali: primo tra tutti le Regionali in Campania, con un assist che arriva direttamente dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. «Il Pd non può non dialogare con de Magistris», l’appello di Bonaccini che nella sua Emilia Romagna già vede un tavolo allargato dai moderati alla sinistra, anche seguendo lo schema di MaZinga. Pronto al dialogo il primo cittadino di Napoli che ricorda la sua “rivoluzione” senza sigle di partito: «In mezzo alla gente – dice – facendo ritrovare entusiasmo e coesione», dopo, prosegue, «aver ereditato una città depressa dove i rifiuti raggiungevano il primo piano delle case». Insomma, “certo che si può dialogare” per de Magistris che da mesi non nasconde segnali a Zingaretti, purché il candidato a presidente, naturalmente, non sia Vincenzo De Luca. Tra l’altro, se dovesse andare in porto l’esperienza giallorossa a livello nazionale, potrebbe aprirsi la strada delle trattative: unico ostacolo, seppur non di facile gestione, che accomuna DeMa e il Movimento 5 Stelle è, e resterà, Vincenzo De Luca. Sul tavolo da qualche giorno girerebbe il nome di Sergio Costa, l’attuale ministro dell’Ambiente. Nome indicato dal Movimento 5 Stelle che piacerebbe anche a Luigi De Magistris, nonché a una parte della sinistra. Inoltre sempre Costa potrebbe mettere in difficoltà lo stesso Pd in caso di accordo nazionale. Una coalizione molto ampia in contrasto al centrodestra che, seppur senza leader, almeno al momento,
viaggia con il vento in poppa nei sondaggi. Manovre che negli ultimi giorni hanno spinto l’entourage del governatore a rispolverare la civica “Campania Libera” che da sempre rappresenta il piano B di Vincenzo De Luca. Il 6 settembre, alla “Sala Pasolini” di Salerno, Michele Strianese (presidente della Provincia), Enzo Napoli (sindaco di Salerno) e il deputato Piero De Luca apriranno un incontro sullo sviluppo sostenibile, promosso proprio da Campania Libera, con tanto di conclusioni del presidente degli industriali Vincenzo Boccia. Tavola rotonda marchiata “Campania Libera” che però, al momento, non vede nessuno dei suoi rappresentanti ufficiali. Consiglieri regionali e comunali compresi. Il giorno della verità: oggi si vota su Rousseau di Erika Noschese Il giorno della verità. Per il Movimento 5 Stelle, oggi, potrebbe aprirsi un nuovo scenario politico. Dopo l’incarico affidato, ancora una volta, a Giuseppe Conte per provare a formare un secondo governo dalle larghe intese che, questa volta, vede protagonista i pentastellati e il partito democratico, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio ha scelto la strada della democrazia, se così vogliamo definirla. L’ultima parola, prima di dare ufficialmente inizio al governo, infatti, spetta agli iscritti al partito che, a partire dalle 9 di questa mattina, salvo classici imprevisti e contrattempi vari, dovranno esprimere la loro preferenza sulla piattaforma Rousseau. “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”, è la domanda alla quale
dovranno rispondere gli iscritti al M5S da almeno sei mesi, con documento certificato. Si vota dalle 9 alle 18 e, successivamente, ci saranno i risultati che saranno resi noti proprio dai diretti interessati. I 5 Stelle, ad oggi, chiedono ancora un sacrificio ai loro sostenitori tanto che nella serata di domenica il parlamentare Cosimo Adelizzi ha incontrato, in occasione di una cena formale, gli iscritti al partito spiegando loro l’importanza di votare si. Ma cosa sceglieranno davvero gli iscritti? Salvatore Milione, membro del Meet Up amici di Beppe Grillo Salerno, questa volta ha scelto di andare contro “gli ordini” dei suoi superiori, annunciando la sua intenzione di votare no. Per Milione, il voto di quest’oggi «sarà, a mio avviso, un voto importantissimo che condizionerà le sorti del nuovo governo, del Paese e del Movimento 5 Stelle. E le questioni non sono scollegate». Da qui, dunque, ha annunciato che voterà no perché «in maniera convinta poiché è mia opinione che questa alleanza gioverà al solo Partito Democratico, che ci sta abbracciando mortalmente e nuocerà gravemente al Movimento 5 Stelle e quindi all’intero paese. Chi mi segue sa che io sono stato per il voto fin dal 5 marzo 2018, all’indomani delle elezioni, quando abbiamo raggiunto “solo” il 33 % e, a causa di una legge elettorale, votata da Lega e PD , non avevamo i numeri per governare da soli». Da qui una serie di attacchi a Luigi Di Maio reo, secondo Milione, di aver commesso errori sin dalla nascita del governo: « più grande dei quali è’ quello di non aver autorizzato il processo a Salvini nel caso Diciotti. È’ da lì’ che iniziata la nostra perdita di consenso. Però adesso sta conducendo perfettamente la trattativa con Zingaretti & C. e bisogna fidarsi del suo operato. Su una cosa però adesso non sono d’accordo lui. È’ vero che Il M5S non pensa al consenso, ma al bene del Paese, ma il consenso e il bene del paese coincidono perfettamente. Se un giorno il Movimento 5 Stelle non avrà più consenso e nel contempo non avrà cambiato in maniera strutturale ed irreversibile il sistema Italia, rinascerà il bipolarismo che ha distrutto l’Italia e conseguentemente le nostre riforme
andranno in fumo. Secondo la mia opinione , l’accordo con il Pd ci potrebbe portare a scomparire per questo non sono d’accordo e dico No». Non è dello stesso avviso, invece, l’ex candidato alla carica di sindaco di Bellizzi, Antonio Granato che, tra le altre cose, ha partecipato all’incontro con Adelizzi proprio per sostenere il si alla votazione. «Voto si perchè è la scelta più logica che c’è, è quello che ci siamo detti anche prima delle elezioni», ha infatti dichiarato Granato secondo cui è necessario, a questo punto, riprovare la strada con i dem anche per evitare il voto anticipato che non gioverebbe a nessuno, in questo momento, se non alla Lega che dovrebbe comunque fare i conti con un calo di consensi. «Per logica è la cosa che conviene di meno a noi e a chi fa opposizione e l’unico partito che potrebbe volerlo è la Lega». I pentastellati sembrano però aver ben chiara l’impossibilità di portare a casa tutti e 20 i punti elencati, prima dell’avvio ufficiale del governo: «Andrebbe bene comunque ma dobbiamo portare avanti il programma di fine anno». Secondo l’ex candidato sindaco, infatti, l’accordo con i dem servirebbe a ritardare, anche solo di qualche mese, il ritorno alle urne. Tempo necessario, questo, per rimediare agli errori commessi: «Siamo stati poco presenti sul territorio, dobbiamo ripartire da questo, dai Meet Up e dalla gente. Solo dopo possiamo tornare al voto e convincere gli elettori a darci nuovamente fiducia. Non possiamo commettere altri errori», ha aggiunto.
Salernitana: presi Heurtaux e Gondo, Perticone al Cittadella Nell’ultima giornata di calciomercato allo Shelton la Salernitana mette a segno due colpi in entrata e quattro in uscita. Approda in granata il difensore Thomas Heurtaux che si è legato al Club con un contratto annuale ma con opzione di rinnovo. Il calciatore, reduce dall’esperienza con i turchi dell’Ankaragücü (stessa squadra in cui militava Cerci che ritrova a Salerno) sarà lo stopper di esperienza richiesto da Gian Piero Ventura per completare la batteria di centrali. E’ lui l’ultimo tassello della lista dei 18 Over consegnata alla Lega. Arriva in granata anche l’attaccante classe ’96 Cedric Gondo ex Rieti e giunto in prestito dalla Lazio che lo ha ingaggiato per 4 anni. Due tasselli che servono a completare per quantità e qualità la rosa su cui Mister Ventura ha deciso di puntare. Il Direttore Sportivo Angelo Fabiani ha messo a segno anche alcune operazioni in uscita: la più importante riguarda l’addio del 33enne difensore Romano Perticoneche passa al Cittadella a titolo definitivo. Un altro difensore, Daniele Altobelli , lascia Salerno per trasferirsi al Feralpisalò a titolo temporaneo ma con obbligo di riscatto.
La Salernitana prende Heurtaux per la difesa La Salernitana rinforza la difesa di Gian Piero ventura con l’ingaggio del francese Thomas Heurtaux (31), trascorsi in Italia con Udinese e Verona e reduce dall’esperienza in Turchia all’Ankaragücü. Manca l’ufficialità della società Al fianco dei giovani avvocati e un’offerta formativa continua di Pina Ferro L’associzione italiana giovani avvocati (Aiga) non solo al fianco dei giovani avvocati ma anche in prima linea per la formazione costante e per il rispetto delle regole relaive alla professione. Fondata quaranta anni fa, Aiga Salerno è da sempre vicina ai praticanti e ai giovani, e non solo, avvocati del foro locale. «La sezione è impegnata nella politica forense locale e nazionale e propone da sempre un’offerta formativa di qualità. In linea con il passato, ma restando sempre al passo con i tempi e che le problematiche emergenti nel corso di questo biennio, – spiega il presidente di Aiga Salerno, l’avvocato Anna Allegro – porteremo avanti le sfide già in corso ,vigileremo sull’applicazione dei protocolli d’udienza, cercando anche di apportarvi dei miglioramenti,
saremo vigili sulla rotazione degli incarichi, presteremo attenzione sul prossimo trasferimento delle Corte d’Appello presso la cittadella giudiziaria, ma soprattutto cercheremo di essere presenti a sostegno dei giovani colleghi. L’offerta formativa sicuramente non si interromperà, sono già in cantiere nuovi incontri formativi e convegni per mantenere il più alto possibile lo standard associativo e la formazione continua offerta al foro salernitano. Il fiore all’occhiello dell’attività associativa però è indubbiamente costituito dal corso di preparazione all’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense, che, anno dopo anno, fornisce ai giovani praticanti salernitani uno strumento per agevolare la preparazione alnoto concorso. Il corso, che è ormai un punto di riferimento da circa vent’anni, conta una media di ottanta iscritti all’anno ed una percentuale media di successo elevata: per l’anno appena trascorso, infatti, è stata del 75%.Cerchiamo di dare una mano ai nostri colleghi più giovani offrendo il metodo d’approccio, a nostro avviso più giusto, per poter affrontare le prove scritte Anche quest’anno è stato riconfermato il Team di Tutor che aiuteranno i giovani Colleghi, guidati dall’avvocato Ugo Bisogno, consigliere di Sezione, a cui ho affidato insieme agli avvocati Emmanuel Luciano, Lidia Sica ed Enrica Riccelli, anche la programmazione del nostro piano dell’Offerta Formativa. Per quanto attiene all’elezione del Coa (consiglio ordine avvocati) il dato significativo è fornito da un’affluenza mai vista prima, che ha conferito al nuovo Consiglio una forte rappresentatività, dando comunque risalto al lavoro svolto negli ultimi 20 anni dal presidente Montera. Come sempre, l’Aiga osserva dall’esterno l’attività istituzionale del Coa, non avendo mai timore di dire la Sua, anche a muso duro ma sempre rispetto della dialettica e dei ruoli, a tutela dei giovani colleghi e della problematiche concrete che questi vivono all’interno del foro, Infatti la prima richiesta che Aiga Salerno ha fatto al Presidente Sica ,immediatamente dopo l’elezione, è stata quella di una forte presa di posizione in merito al bando Anas, lesivo della dignità dell’intera
avvocatura, nonché un’attività di controllo di tutti gli incarichi degli Enti PubblicI». «Bilancio positivo del trascorso biennio, -aggiunge il Past president Aiga Salerno l’avvocato Chiara Zucchetti,- tra le altre problematiche affrontate nel biennio 2017/19 c’è stata quella relativa a una maggiore rotazione degli incarichi conferiti ai professionisti alla terza sezione civile del Tribunale di Salerno nonché quella relativa alla revisione dell’albo dei ctu ormai obsoleto. Abbiamo offerto formazione di qualità elaborando il piano offerta formativa secondo un criterio non solo dell’attualità ma anche dell’analisi e del confronto dal punto di vista concreto degli “operatori del diritto” ovvero avvocati e magistrati, esperti nel settore» Maria Aolide Tonin: una vita per le donne e il volontariato di Rosario De Sio Da vent’anni Maria Aolide Tonin, ginecologa, da qualche anno in pensione, porta avanti con impegno e dedizione la sua missione in Africa. Di origini friulane si è laureata all’Università di Padova, ha lavorato per dieci anni a Oliveto Citra e poi a Cava dov’è stata il primo primario donna del reparto di ginecologia. Aiutare gli altri per la dottoressa è una vera e propria missione. ”Da piccola ho sempre visto mia nonna aiutare gli altri, ricordo quando mi mandava con la bicicletta a portare pacchi di cibo a famiglie meno fortunate. Questa cosa mi ha segnato profondamente, la generosità di mia nonna è stata un faro nella mia vita e da allora ho sempre
cercato di fare del mio meglio per aiutare il prossimo con i mezzi a mia disposizione” Dopo la laurea conseguita a Padova, è iniziata poi la grande avventura in Africa prima sporadicamente poi con la nascita dell’associazione Sos Solidarietà. “Avevo già delle esperienze maturate in Africa, ho viaggiato lì sempre in missione umanitaria. Ho avuto modo di partecipare a due missioni con la Croce Rossa Italiana quando il nostro esercito era impegnato in Somalia. Nel tempo ho avuto modo di costruire la mia visione del tutto personale dell’Africa, una terra meravigliosa ma ricca di contraddizioni” “Nel non lontano 1999 ero primario a Cava de’ Tirreni nel reparto di ginecologia e ho avuto come paziente una suora di colore che poi ho operato. Quell’incontro è stato molto significativo per il mio futuro, da li e nata questa avventura nuova che dura tutt’oggi”. Come nasce l’associazione? “Abbiamo costituito un’associazione, SoS Solidarietà, perché le singole persone possono fare ben poco, possono andare, compiere una missione, dare il proprio contributo nel piccolo ma non si lascia impronta in questo modo, mentre in Africa bisogna lasciare delle impronte valide per cercare di aiutare a migliorare determinate situazioni. Bisogna lasciare un segno duraturo e lavorare come associazione era l’unico modo per poter realizzare un futuro cambiamento”. Come associazione avete operato nel sud est della Nigeria per circa 22 anni senza abbandonare mai quel posto. “Prima che con la mente siamo arrivati con il cuore. Abbiamo visto tutta questa gente che aveva bisogno, che viveva in estrema povertà. La situazione sanitaria era una delle peggiori al mondo, soprattutto perché gli ospedali erano pochi, male attrezzati e mal gestiti. I medici avevano ancora una preparazione di base molto superficiale per nulla all’avanguardia e in molti casi ignorando i progressi fatti in campo medico. Soprattutto non avevano strumenti per poter
operare”. Consapevoli di questo disastro il primo impegno ce lo siamo presi nella sanità. Noi abbiamo fatto una scelta di vita. Abbiamo recuperato la prima sala operatoria di un ospedale missionario abbandonato. Il recupero delle sale operatorie era indispensabile perché altrimenti non si poteva operare. Ci siamo fatti aiutare dall’Università di Trieste dalla facoltà d’ingegneria sanitaria la quale ha fatto tutto il progetto, circa 800 metri con due sale operatorie, sale risveglio e altre due sale per controlli. Abbiamo cercato di attrezzarle il più possibile con macchinari e attrezzature adeguate. Ora sono lì e funzionano benissimo”. Questo non è stato il solo aiuto pero che avete dato? “Contemporaneamente all’aiuto materiale in termini di strutture e attrezzature abbiamo iniziato a fare medicina sul territorio costruendo piccoli ambulatori, operavamo i pazienti più gravi e cercavamo di curare gli altri malati anche economicamente perché in Africa la salute ha due drammi grossi, la possibilità di diagnosi e la possibilità di curarsi perché è tutto a pagamento. La vi è il diritto di morire, se non sei ricco, muori. In un piccolo villaggio sperduto è stato realizzato un piccolo ospedale per le ragazze madri mantenuto dalle suore della carità del preziosissimo sangue di Gesù. È nato un grosso progetto di prevenzione con altri medici e con un grosso ospedale locale per quanto riguarda i tumori alla mammella e alla cervice”. L’azione dell’associazione però non si è di certo arrestata alla sanità. “Con SoS Solidarietà, abbiamo incominciato con i progetti sanitari perché quelli che avevano aderito inizialmente erano medici ma poi vivendo li abbiamo incominciato a guardarci attorno per capire quali fossero le reali necessità di quella gente. In tanti anni abbiamo imparato a conoscerli, a conoscere le problematiche, a entrare nei loro sistemi di vita, a capire la loro mentalità, a vedere quali sono i loro
pregi e difetti. A capire la loro organizzazione politica, la loro idea di società. A una nostra volontaria venne l’idea di costruire un edificio che abbiamo adibito a centro polifunzionale un’opera a grande respiro, un oratorio, un dopo scuola, una casa per ragazze madre insomma una struttura davvero grossa e circa quattro anni fa abbiamo iniziato dei progetti per far educare le future generazioni. I progetti riguardavano l’istruzione, il dunque la scuola, la formazione degli insegnanti e soprattutto lo sport perché lo sport può davvero insegnare tanto”. Anche lo sport ha giocato un ruolo importante “Grazie allo sport siamo stati capaci di far capire l’utilità di un’attività sportiva per crescere dei ragazzini con delle regole, con la consapevolezza di saper perdere e di saper vincere. Può sembrare una cosa banale ma per loro non lo è, o vincono con l’aggressività o sono sottomessi per tutta la vita, non esiste una via di mezzo. Lavoriamo in maniera silenziosa, operosa, l’arrivo è uno degli obiettivi di questo percorso. In quel territorio in questi vent’ anni abbiamo visto adesso i primi risultati. E bello vedere che il tuo operato prosegue e che quei giovani ora sono in grado di mandare avanti quella comunità. Il mese scorso abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il governo per portare avanti in sintonia i nostri progetti per lo sviluppo della comunità”. Una vita spesa per il volontariato eppure non sono mancate le difficoltà dato che quando Lei iniziò la sua opera era vietato raccogliere e spedire medicinali perché gli Stati africani lo vietavano: le medicine dovevano passare solo attraverso i canali ufficiali cosa che molte volte impediva ai medicinali di raggiungere i luoghi di arrivo a causa della forte corruzione. “Fatta eccezione per alcuni governi la maggioranza degli stati Africani non ha ancora capacità di governarsi e questo è un grande problema. Quando i colonizzatori se ne sono andati
hanno lasciato una società allo sbaragli ed ecco che abbiamo avuto un susseguirsi di colpi di stato guerre civili e dittature militari. Non avevano le capacità culturali, non intellettive per governare e per gestire una terra tanto complessa e ricca di contraddizioni. Solo adesso si sta andando verso un cambiamento ma la strada è ancora lunga. La corruzione è il loro male più grande in questo sono maestri, non la povera gente ma ai piani alti dilaga la corruzione e te ne accorgi perché quando sei lì o prendi accordi con loro sui progetti da fari o ti chiedono soldi all’infinito mettendoti nelle condizioni di andartene. Del resto oggi una delle mafie più potenti è proprio quella Nigeriana che piaccia o meno è una realtà attualissima e non frutto di speculazioni”. L’Africa però resta ancora un mistero per molto soprattutto perché molte dinamiche non hanno una forte risonanza mediatica come il caso dei boeri e della lebbra che in molte zone del continente nero ancora imperversa “Ci sono problematiche di cui non si parla e non si conosce nulla basti pensare al razzismo contro i bianchi africani,gli eredi degli olandesi, dei portoghesi o inglesi. Una sorta di razzismo al contrario. Queste persone subiscono angherie, violenze, minacce, soprusi ogni giorno eppure in Italia poco se ne parla anzi sembra quasi che non esistano per non parlare poi della lebbra. Quante volte si sente dire che la lebbra è morta eppure non è così perché essa imperversa in molti villaggi africani. Noi come associazione stiamo cercando di costruire un pozzo con una comunità di lebbrosi almeno dare loro la possibilità di avere dell’acqua”. La sua idea e ipotetica “ricetta” sugli sbarchi? “ “Il problema non va affrontato in mare ma va affrontato tra gli stati con accordi in maniera seria, ad un tavolo per impiantare un punto di partenza per lavorare. Per fare le cose bisogna avere una chiarezza mentale e la volontà di agire altrimenti non si arriva a nulla. Chi inizia il viaggio non ha
idea di cosa lo aspetta, le famiglie perdono le loro tracce. La tratta in mare favorisce solo la loro malavita organizzata che ha dei fermi punti di appoggio da noi che fanno da supporto. Occorre cooperazione seria tra gli stati per aiutarli a svilupparsi al meglio solo così si eviteranno veramente le partenze e le morti in mare. Nel mio piccolo è quello che ho sempre cercato di fare con l’associazione aiutare quella gente a sviluppare appieno le competenze per poi poter far progredire in autonomia e in sintonia la propria comunità”. «Speriamo che con il nuovo governo si inverta la rotta e si parta proprio da noi Navigator mai assunti» di Erika Noschese Parte da Salerno l’ennesima protesta dei navigator campani dopo quanto accaduto nei giorni scorsi, con l’interruzione forzata dello sciopero della fame a causa del malore accusato da diverse persone in presidio permanente sotto la sede della Regione Campania. Nei giorni scorsi, infatti, Gennaro Quaranta, residente a Castel San Giorgio e tra i vincitori del concorso per navigator ha scritto alla direzione nazionale de Pd, al segretario nazionale Nicola Zingaretti. “In compagnia di altri 470 ragazze e ragazzi campani, mi ritrovo a dover combattere e sperare per qualcosa di legittimamente conquistato sul campo con merito”, ha scritto il giovane salernitano secondo cui la vicenda dei Navigator campani
rappresenta l’emblema del mercato del lavoro italiano, “un luogo immaginario dove spesso vale tutto e il contrario di tutto, orizzonte sociale in cui l’incertezza regna sovrana e dove anche i diritti che con merito sono stati acquisiti non valgono più nulla”, ha poi aggiunto Quaranta che parla dei “Navigator” come gli invisibili che dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare un’occupazione “ma che, purtroppo, perdono il posto di lavoro prima ancora di averlo ottenuto”. Nelle scorse settimane, mentre gli altri vincitori della selezione nazionale sottoscrivevano il loro meritato contratto, si avviavano al periodo formativo e incassavano il primo stipendio, i navigator campani sono stati costretti a presidiare la Regione Campania ed innescare pericolose forme di lotta, fino allo sciopero della fame, al fine di ottenere la firma della convenzione tra Anpal Servizi e la Regione Campania che avrebbe permesso la nostra entrata in servizio. “Tralasciando il teatrino vergognoso ed il ping pong Istituzionale a cui abbiamo assistito, 471 giovani e meno giovani, professionisti e disoccupati, neolaureati ed emigrati, ancora oggi, continuano a vedere la propria dignità calpestata, restando in trepidante attesa di buone notizie sul nostro futuro”. Da qui la richiesta al segretario nazionale del Pd di poter discutere di temi delicati quali il lavoro, soprattutto per una categoria – come quella dei giovani – sempre più in crisi. Nella sua lunga lettera il salernitano vincitore del concorso non ha risparmiato attacchi al governatore De Luca che, a suo dire, continua a far finta di non vedere e non parlare, nonostante la firma della convezione necessaria all’inserimento in ruolo dei Navigator che aveva già siglato mesi addietro secondo quanto prevede l’accordo in Conferenza Stato Regioni al fine di avviare la procedura pubblica di selezione. “Tutti hanno fatto a gara a commentare il dramma di questi dati, forse però adesso con la nuova svolta di Governo, probabilmente abbiamo l’opportunità di iniziare a lavorare seriamente affinché, passo dopo passo, questa rotta possa essere invertita con i fatti partendo proprio dai famosi 471 Navigator”.
La casa di Lara”, si chiedono soluzioni adeguate per i degenti di Erika Noschese Trovare soluzioni concrete alle criticità riscontrate presso l’hospice La Casa di Lara. E’ una delle richieste avanzate dal vice segretario regionale di Cittadinanza Attiva Vinicio Colangelo e dalla coordinatrice dell’Azienda ospedaliera del Ruggi d’Aragona di Salerno Margaret Cittadino, al termine di un importante e proficuo incontro, tenutosi nei giorni scorsi, tra Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del Malato e i vertici dell’Asl. Tra i temi trattati le criticità riscontrate nell’Hospice “La casa di Lara” che assistono i malati con grosse patologie oncologiche terminali allocata alle spalle e della struttura dell’ex ospedale riuniti del Da Procita. Cittadinanza Attiva e il Tribunale per i diritti del Malato hanno puntato l’attenzione anche sull’esposizione di criticità che vivono i detenuti in carcere, a causa della totale o parziale assenza di servizi sanitari, spesso al limite della decenza, presso la casa circondariale di Fuorni. Dopo la visita effettuata dalla delegazione del partito radicale e altre associazioni di categorie svoltasi in occasione della giornata Ferragosto in carcere, le associazioni si sono promesse di impegnarsi e a riunirsi per gruppo di lavoro per formulare un protocollo d’intesa con le istituzioni per eliminare ostacoli ed inefficienze di inadeguatezze dei servizi sanitari e violazioni dei diritti umani monitorati all’interno della struttura carceraria , da sottoscrivere come impegno formale con l’Istituto di pena – la direttrice del carcere circondariale e l’Asl di Salerno. Tra
le richieste avanzate anche possibili soluzioni e conclusioni relative all’iter per l’approvazione e l’attuazione della consulta Socio-sanitaria in ambito Asl; l’attuazione non più rinviabile del registro tumori in provincia di Salerno per la conoscenza temporale dei dati sensibili ed epidemiologici sanitari nel territorio provinciale; criticità e soluzioni urgenti per la riattivazione – dopo l’accaduto della sospensione di tre uffici strategici chiusi presso il poliambulatorio del distretto 68 di via Campania di Montecorvino Rovella – e la conseguente richiesta di immediata riapertura dei servizi sospesi al pubblico quale Tao -ufficio patente e di geriatria. La Cittadino e Colangelo hanno inoltre avviato un percorso con il presidente dell’ordine dei Medici Giovanni D’Angelo per darsi una linea comune di incontri futuri e programmatici per costruire insieme buoni servizi e sinergici tra l’ordine dei professionisti, medici di base e cittadini, per eliminare soprattutto una sburocratizzazione inefficiente e costosa in ambito sanitario e nel territorio. Tra le ultime richieste anche la costituzione di una giornata sperimentale per il superamento della griglia Lea per la prevenzione collettiva sanitaria con il progetto Open Week negli ospedali della provincia di Salerno. Samara, dilaga il fenomeno Ora è tempo di intervenire Samara e il suo orribile abbigliamento, invade anche Salerno. Il fenomeno sta dilagando, anche in altri centri della Provincia vengono segnalati questi episodi. Ma il sabato sera a Salerno, come si evidenzia dalla foto, è stato movimentato. Soprattutto a Pastena, tra il rione Zevi e il parco del Mercatello, ha fatto capolino per incutere paura ai più
giovani, questa figura che viene fuori da un film horror. Diverse le segnalazioni alla nostra redazione e genitori preoccupati che hanno chiesto ai propri figli di ritirarsi a casa. In effetti, stando al racconto, sabato sera si sono viste due Samara, una con il coltello, l’altra senza. Al di là del discutibile spirito di emulazione, sarebbe opportuno da parte delle forze dell’Ordine intervenire, invitando gli stessi genitori ad agevolarne il lavoro segnalando gli episodi. Come ha spiegato al nostro giornale Guido Milanese, ci troviamo davanti alla possibilità di una doppia reazione: di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano». Milanese ha ricordato un episodio emblematico che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore per uno scherzo”. Ma non è finita qui: ieri sera un’altra Samanta, come i evince dalla foto in alto, è stata avvistata a Pontecagnano. «Giochi pericolosi che mostrano l’insoddisfazione dei giovani» di Erika Noschese «Giochi pericolosi che dimostrano tutta l’insoddisfazione dei giovani d’oggi». Parla così il dottor Guido Milanese, noto
psichiatra salernitano, analizzando l’ennesimo fenomeno che sta prendendo piede in tutta la provincia di Salerno, il “Samara challenge” uno scherzo di pessimo gusto che consiste nel girare per le vie della città, di notte, travestiti da “Samara”, la protagonista del film horror “The Ring”. Dopo le apparizioni di Pagani e – stando a quanto riferiscono alcuni cittadini – anche nella città capoluogo, a Salerno è di nuovo psicosi. Dottore, anche in provincia di Salerno è scattato il “Samara challenge”. Secondo lei cosa scatta nella mente delle persone che provano anche gusto ad incutere timore? «Il discorso è che anche questa fenomenologia attuale è sostanzialmente legata alla grande insoddisfazione dei giovani di oggi che vivono una vita non più finalizzata come un tempo, ma finalizzata al momento. La finalizzazione non è più a grandi progetti per il futuro ma al quotidiano, al momento. Per questo, l’impressionabilità legata, molto spesso, all’imitazione che accade attraverso i social o i video fa sì che l’individuo – che non ha grandi strutture portanti dal punto di vista emozionale e della sua crescita personale – si identifica, molto spesso, con i personaggi dei social o dei video e utilizzando metodologie fantastiche, scenografiche, di poter, in qualche modo, creare una vita virtuale più che reale. L’individuo quando nella vita reale non riesce ad avere cose concrete che creino soddisfazione, venga sostituto il reale con il virtuale. E’ un processo estremamente pericoloso che sta accadendo sempre più spesso nella nostra società perché i nostri giovani, e qui si rende necessario un confronto con i giovani degli anni ’80 che pur non avendo grandi risorse dal punto di vista personale ma avevano grandi progetti, tutto questo non lo sentono più: c’era la rivoluzione sociale, l’impegno politico e sociale, la crescita personale con l’università finalizzata ad un lavoro, il progetto famiglia e mentre la loro vita era piena di progetti oggi sono tutti naufragati, dal matrimonio alla politica.
Questo per colpa della società e degli anziani che hanno destrutturato i baluardi fondamentali che all’epoca erano i progetti reali della vita di un giovane». Quanto possono essere pericolosi i social, in questo senso, e quanto influiscono negativamente sulle scelte dei giovani d’oggi? «Assolutamente pericolosissimi perché il gioco e lo scherzo, che non è programmato né condiviso, diventa non facilmente interpretabile dall’altro e come tale si potrà trasformare da scherzo in tragedia. Voglio ricordare un episodio emblematico che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore per uno scherzo. Anche gli ultimi episodi accorsi nel napoletano dimostrano la pericolosità di questi giochi perché questa ragazzina, travestita da indemoniata, è stata aggredita. Oggi, la sostituzione del reale con il virtuale, rischia di creare una società fatta di giovani senza progetti, senza ideali, non più con i piedi per terra ma basata solo sul virtuale e molto meno sul reale». Lei ha appena lanciato un allarme serio. Verso quale direzione stanno andando i giovani di oggi? «Bisogna legarsi alle cose semplici della vita perché essa, come diceva un grande uomo di scienza, parte dalle cose semplici e noi dobbiamo recuperare il piacere delle cose semplici e non delle cose complesse. L’individuo deve godere anche di un bel tramonto e non immaginare che per poter star bene deve per forza fare qualcosa di esagerato. La bellezza è nelle piccole cose e saper godere del poco perché se si corre troppo in alto si corre il rischio di cadere e questo determina una condizione di grave difficoltà».
Giochi, questi, che possono avere effetti negativi soprattutto sulle vittime. «Assolutamente. Hanno una doppia reazione: di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano».
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