DEMA ALLA FESTÀ DELL'UNITÀ DI RAVENNA "IL PD DIALOGHI CON DE MAGISTRIS" - CRONACHE SALERNO

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DEMA ALLA FESTÀ DELL'UNITÀ DI RAVENNA "IL PD DIALOGHI CON DE MAGISTRIS" - CRONACHE SALERNO
DeMa alla Festà dell’Unità di
Ravenna «Il Pd dialoghi con
De Magistris»
di Andrea Pellegrino

DeMa sbarca alla festa dell’Unità di Ravenna. Dopo De Luca
senior e prima dell’intervento di De Luca junior, il sindaco
di Napoli ha parlato della sua città, della sua
amministrazione ma anche del futuro. Una mezza apertura in
vista dei prossimi appuntamenti elettorali: primo tra tutti le
Regionali in Campania, con un assist che arriva direttamente
dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. «Il Pd
non può non dialogare con de Magistris», l’appello di
Bonaccini che nella sua Emilia Romagna già vede un tavolo
allargato dai moderati alla sinistra, anche seguendo lo schema
di MaZinga. Pronto al dialogo il primo cittadino di Napoli che
ricorda la sua “rivoluzione” senza sigle di partito: «In mezzo
alla gente – dice – facendo ritrovare entusiasmo e coesione»,
dopo, prosegue, «aver ereditato una città depressa dove i
rifiuti raggiungevano il primo piano delle case». Insomma,
“certo che si può dialogare” per de Magistris che da mesi non
nasconde segnali a Zingaretti, purché il candidato a
presidente, naturalmente, non sia Vincenzo De Luca. Tra
l’altro, se dovesse andare in porto l’esperienza giallorossa a
livello nazionale, potrebbe aprirsi la strada delle
trattative: unico ostacolo, seppur non di facile gestione, che
accomuna DeMa e il Movimento 5 Stelle è, e resterà, Vincenzo
De Luca. Sul tavolo da qualche giorno girerebbe il nome di
Sergio Costa, l’attuale ministro dell’Ambiente. Nome indicato
dal Movimento 5 Stelle che piacerebbe anche a Luigi De
Magistris, nonché a una parte della sinistra. Inoltre sempre
Costa potrebbe mettere in difficoltà lo stesso Pd in caso di
accordo nazionale. Una coalizione molto ampia in contrasto al
centrodestra che, seppur senza leader, almeno al momento,
viaggia con il vento in poppa nei sondaggi. Manovre che negli
ultimi giorni hanno spinto l’entourage del governatore a
rispolverare la civica “Campania Libera” che da sempre
rappresenta il piano B di Vincenzo De Luca. Il 6 settembre,
alla “Sala Pasolini” di Salerno, Michele Strianese (presidente
della Provincia), Enzo Napoli (sindaco di Salerno) e il
deputato Piero De Luca apriranno un incontro sullo sviluppo
sostenibile, promosso proprio da Campania Libera, con tanto di
conclusioni del presidente degli industriali Vincenzo Boccia.
Tavola rotonda marchiata “Campania Libera” che però, al
momento, non vede nessuno dei suoi rappresentanti ufficiali.
Consiglieri regionali e comunali compresi.

Il giorno della verità: oggi
si vota su Rousseau
di Erika Noschese

Il giorno della verità. Per il Movimento 5 Stelle, oggi,
potrebbe aprirsi un nuovo scenario politico. Dopo l’incarico
affidato, ancora una volta, a Giuseppe Conte per provare a
formare un secondo governo dalle larghe intese che, questa
volta, vede protagonista i pentastellati e il partito
democratico, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi di
Maio ha scelto la strada della democrazia, se così vogliamo
definirla. L’ultima parola, prima di dare ufficialmente inizio
al governo, infatti, spetta agli iscritti al partito che, a
partire dalle 9 di questa mattina, salvo classici imprevisti e
contrattempi vari, dovranno esprimere la loro preferenza sulla
piattaforma Rousseau. “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle
faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico,
presieduto da Giuseppe Conte?”, è la domanda alla quale
dovranno rispondere gli iscritti al M5S da almeno sei mesi,
con documento certificato. Si vota dalle 9 alle 18 e,
successivamente, ci saranno i risultati che saranno resi noti
proprio dai diretti interessati. I 5 Stelle, ad oggi, chiedono
ancora un sacrificio ai loro sostenitori tanto che nella
serata di domenica il parlamentare Cosimo Adelizzi ha
incontrato, in occasione di una cena formale, gli iscritti al
partito spiegando loro l’importanza di votare si. Ma cosa
sceglieranno davvero gli iscritti? Salvatore Milione, membro
del Meet Up amici di Beppe Grillo Salerno, questa volta ha
scelto di andare contro “gli ordini” dei suoi superiori,
annunciando la sua intenzione di votare no. Per Milione, il
voto di quest’oggi «sarà, a mio avviso, un voto
importantissimo che condizionerà le sorti del nuovo governo,
del Paese e del Movimento 5 Stelle. E le questioni non sono
scollegate». Da qui, dunque, ha annunciato che voterà no
perché «in maniera convinta poiché è mia opinione che questa
alleanza gioverà al solo Partito Democratico, che ci sta
abbracciando mortalmente e nuocerà gravemente al Movimento 5
Stelle e quindi all’intero paese. Chi mi segue sa che io sono
stato per il voto fin dal 5 marzo 2018, all’indomani delle
elezioni, quando abbiamo raggiunto “solo” il 33 % e, a causa
di una legge elettorale, votata da Lega e PD , non avevamo i
numeri per governare da soli». Da qui una serie di attacchi a
Luigi Di Maio reo, secondo Milione, di aver commesso errori
sin dalla nascita del governo: « più grande dei quali è’
quello di non aver autorizzato il processo a Salvini nel caso
Diciotti. È’ da lì’ che iniziata la nostra perdita di
consenso. Però adesso sta conducendo perfettamente la
trattativa con Zingaretti & C. e bisogna fidarsi del suo
operato. Su una cosa però adesso non sono d’accordo lui. È’
vero che Il M5S non pensa al consenso, ma al bene del Paese,
ma il consenso e il bene del paese coincidono perfettamente.
Se un giorno il Movimento 5 Stelle non avrà più consenso e nel
contempo non avrà cambiato in maniera strutturale ed
irreversibile il sistema Italia, rinascerà il bipolarismo che
ha distrutto l’Italia e conseguentemente le nostre riforme
andranno in fumo. Secondo la mia opinione , l’accordo con il
Pd ci potrebbe portare a scomparire per questo non sono
d’accordo e dico No». Non è dello stesso avviso, invece, l’ex
candidato alla carica di sindaco di Bellizzi, Antonio Granato
che, tra le altre cose, ha partecipato all’incontro con
Adelizzi proprio per sostenere il si alla votazione. «Voto si
perchè è la scelta più logica che c’è, è quello che ci siamo
detti anche prima delle elezioni», ha infatti dichiarato
Granato secondo cui è necessario, a questo punto, riprovare la
strada con i dem anche per evitare il voto anticipato che non
gioverebbe a nessuno, in questo momento, se non alla Lega che
dovrebbe comunque fare i conti con un calo di consensi. «Per
logica è la cosa che conviene di meno a noi e a chi fa
opposizione e l’unico partito che potrebbe volerlo è la Lega».
I pentastellati sembrano però aver ben chiara l’impossibilità
di portare a casa tutti e 20 i punti elencati, prima
dell’avvio ufficiale del governo: «Andrebbe bene comunque ma
dobbiamo portare avanti il programma di fine anno». Secondo
l’ex candidato sindaco, infatti, l’accordo con i dem
servirebbe a ritardare, anche solo di qualche mese, il ritorno
alle urne. Tempo necessario, questo, per rimediare agli errori
commessi: «Siamo stati poco presenti sul territorio, dobbiamo
ripartire da questo, dai Meet Up e dalla gente. Solo dopo
possiamo tornare al voto e convincere gli elettori a darci
nuovamente fiducia. Non possiamo commettere altri errori», ha
aggiunto.
Salernitana: presi Heurtaux e
Gondo,      Perticone      al
Cittadella
Nell’ultima giornata di calciomercato allo Shelton            la
Salernitana mette a segno due colpi in entrata e quattro      in
uscita. Approda in granata il difensore Thomas Heurtaux che   si
è legato al Club con un contratto annuale ma con opzione      di
rinnovo.

Il calciatore, reduce dall’esperienza con i turchi
dell’Ankaragücü (stessa squadra in cui militava Cerci che
ritrova a Salerno) sarà lo stopper di esperienza richiesto da
Gian Piero Ventura per completare la batteria di centrali. E’
lui l’ultimo tassello della lista dei 18 Over consegnata alla
Lega.

Arriva in granata anche l’attaccante classe ’96 Cedric
Gondo ex Rieti e giunto in prestito dalla Lazio che lo ha
ingaggiato per 4 anni. Due tasselli che servono a completare
per quantità e qualità la rosa su cui Mister Ventura ha deciso
di puntare.

Il Direttore Sportivo Angelo Fabiani ha messo a segno anche
alcune operazioni in uscita: la più importante riguarda
l’addio del 33enne difensore Romano Perticoneche passa al
Cittadella a titolo definitivo. Un altro difensore, Daniele
Altobelli , lascia Salerno per trasferirsi al Feralpisalò a
titolo temporaneo ma con obbligo di riscatto.
La    Salernitana    prende
Heurtaux per la difesa
La Salernitana rinforza la difesa di Gian Piero ventura con
l’ingaggio del francese Thomas Heurtaux (31), trascorsi in
Italia con Udinese e Verona e reduce dall’esperienza in
Turchia all’Ankaragücü. Manca l’ufficialità della società

Al   fianco   dei   giovani
avvocati    e    un’offerta
formativa continua
di Pina Ferro

L’associzione italiana giovani avvocati (Aiga) non solo al
fianco dei giovani avvocati ma anche in prima linea per la
formazione costante e per il rispetto delle regole relaive
alla professione. Fondata quaranta anni fa, Aiga Salerno è da
sempre vicina ai praticanti e ai giovani, e non solo, avvocati
del foro locale. «La sezione è impegnata nella politica
forense locale e nazionale e propone da sempre un’offerta
formativa di qualità. In linea con il passato, ma restando
sempre al passo con i tempi e che le problematiche emergenti
nel corso di questo biennio, – spiega il presidente di Aiga
Salerno, l’avvocato Anna Allegro – porteremo avanti le sfide
già in corso ,vigileremo sull’applicazione dei protocolli
d’udienza, cercando anche di apportarvi dei miglioramenti,
saremo vigili sulla rotazione degli incarichi, presteremo
attenzione sul prossimo trasferimento delle Corte d’Appello
presso la cittadella giudiziaria, ma soprattutto cercheremo di
essere presenti a sostegno dei giovani colleghi. L’offerta
formativa sicuramente non si interromperà, sono già in
cantiere nuovi incontri formativi e convegni per mantenere il
più alto possibile lo standard associativo e la formazione
continua offerta al foro salernitano. Il fiore all’occhiello
dell’attività associativa però è indubbiamente costituito dal
corso di preparazione all’esame di abilitazione all’esercizio
della professione forense, che, anno dopo anno, fornisce ai
giovani praticanti salernitani uno strumento per agevolare la
preparazione alnoto concorso. Il corso, che è ormai un punto
di riferimento da circa vent’anni, conta una media di ottanta
iscritti all’anno ed una percentuale media di successo
elevata: per l’anno appena trascorso, infatti, è stata del
75%.Cerchiamo di dare una mano ai nostri colleghi più giovani
offrendo il metodo d’approccio, a nostro avviso più giusto,
per poter affrontare le prove scritte Anche quest’anno è stato
riconfermato il Team di Tutor che aiuteranno i giovani
Colleghi, guidati dall’avvocato Ugo Bisogno, consigliere di
Sezione, a cui ho affidato insieme agli avvocati Emmanuel
Luciano, Lidia Sica ed Enrica Riccelli, anche la
programmazione del nostro piano dell’Offerta Formativa. Per
quanto attiene all’elezione del Coa (consiglio ordine
avvocati) il dato significativo è fornito da un’affluenza mai
vista prima, che ha conferito al nuovo Consiglio una forte
rappresentatività, dando comunque risalto al lavoro svolto
negli ultimi 20 anni dal presidente Montera. Come sempre,
l’Aiga osserva dall’esterno l’attività istituzionale del Coa,
non avendo mai timore di dire la Sua, anche a muso duro ma
sempre rispetto della dialettica e dei ruoli, a tutela dei
giovani colleghi e della problematiche concrete che questi
vivono all’interno del foro, Infatti la prima richiesta che
Aiga Salerno ha fatto al Presidente Sica ,immediatamente dopo
l’elezione, è stata quella di una forte presa di posizione in
merito al bando Anas, lesivo della dignità dell’intera
avvocatura, nonché un’attività di controllo di tutti gli
incarichi degli Enti PubblicI». «Bilancio positivo del
trascorso biennio, -aggiunge il Past president Aiga Salerno
l’avvocato Chiara Zucchetti,- tra le altre problematiche
affrontate nel biennio 2017/19 c’è stata quella relativa a una
maggiore rotazione degli incarichi conferiti ai professionisti
alla terza sezione civile del Tribunale di Salerno nonché
quella relativa alla revisione dell’albo dei ctu ormai
obsoleto. Abbiamo offerto formazione di qualità elaborando il
piano offerta formativa secondo un criterio non solo
dell’attualità ma anche dell’analisi e del confronto dal punto
di vista concreto degli “operatori del diritto” ovvero
avvocati e magistrati, esperti nel settore»

Maria Aolide Tonin: una vita
per    le    donne   e    il
volontariato
di Rosario De Sio

Da vent’anni Maria Aolide Tonin, ginecologa, da qualche anno
in pensione, porta avanti con impegno e dedizione la sua
missione in Africa. Di origini friulane si è laureata
all’Università di Padova, ha lavorato per dieci anni a Oliveto
Citra e poi a Cava dov’è stata il primo primario donna del
reparto di ginecologia. Aiutare gli altri per la dottoressa è
una vera e propria missione. ”Da piccola ho sempre visto mia
nonna aiutare gli altri, ricordo quando mi mandava con la
bicicletta a portare pacchi di cibo a famiglie meno fortunate.
Questa cosa mi ha segnato profondamente, la generosità di mia
nonna è stata un faro nella mia vita e da allora ho sempre
cercato di fare del mio meglio per aiutare il prossimo con i
mezzi a mia disposizione” Dopo la laurea conseguita a Padova,
è iniziata poi la grande avventura in Africa prima
sporadicamente poi con la nascita dell’associazione Sos
Solidarietà. “Avevo già delle esperienze maturate in Africa,
ho viaggiato lì sempre in missione umanitaria. Ho avuto modo
di partecipare a due missioni con la Croce Rossa Italiana
quando il nostro esercito era impegnato in Somalia. Nel tempo
ho avuto modo di costruire la mia visione del tutto personale
dell’Africa, una terra meravigliosa ma ricca di
contraddizioni” “Nel non lontano 1999 ero primario a Cava de’
Tirreni nel reparto di ginecologia e ho avuto come paziente
una suora di colore che poi ho operato. Quell’incontro è stato
molto significativo per il mio futuro, da li e nata questa
avventura nuova che dura tutt’oggi”.

Come nasce l’associazione?

“Abbiamo costituito un’associazione, SoS Solidarietà, perché
le singole persone possono fare ben poco, possono andare,
compiere una missione, dare il proprio contributo nel piccolo
ma non si lascia impronta in questo modo, mentre in Africa
bisogna lasciare delle impronte valide per cercare di aiutare
a migliorare determinate situazioni. Bisogna lasciare un segno
duraturo e lavorare come associazione era l’unico modo per
poter realizzare un futuro cambiamento”.

Come associazione avete operato nel sud est della Nigeria per
circa 22 anni senza abbandonare mai quel posto.

“Prima che con la mente siamo arrivati con il cuore.
Abbiamo visto tutta questa gente che aveva bisogno, che viveva
in estrema povertà. La situazione sanitaria era una delle
peggiori al mondo, soprattutto perché gli ospedali erano
pochi, male attrezzati e mal gestiti. I medici avevano ancora
una preparazione di base molto superficiale per nulla
all’avanguardia e in molti casi ignorando i progressi fatti in
campo medico. Soprattutto non avevano strumenti per poter
operare”. Consapevoli di questo disastro il primo impegno ce
lo siamo presi nella sanità. Noi abbiamo fatto una scelta di
vita. Abbiamo recuperato la prima sala operatoria di un
ospedale missionario abbandonato. Il recupero delle sale
operatorie era indispensabile perché altrimenti non si poteva
operare. Ci siamo fatti aiutare dall’Università di Trieste
dalla facoltà d’ingegneria sanitaria la quale ha fatto tutto
il progetto, circa 800 metri con due sale operatorie, sale
risveglio e altre due sale per controlli. Abbiamo cercato di
attrezzarle il più possibile con macchinari e attrezzature
adeguate. Ora sono lì e funzionano benissimo”.

Questo non è stato il solo aiuto pero che avete dato?

“Contemporaneamente    all’aiuto   materiale   in   termini   di
strutture e attrezzature abbiamo iniziato a fare medicina sul
territorio costruendo piccoli ambulatori, operavamo i pazienti
più gravi e cercavamo di curare gli altri malati anche
economicamente perché in Africa la salute ha due drammi
grossi, la possibilità di diagnosi e la possibilità di curarsi
perché è tutto a pagamento. La vi è il diritto di morire, se
non sei ricco, muori. In un piccolo villaggio sperduto è stato
realizzato un piccolo ospedale per le ragazze madri mantenuto
dalle suore della carità del preziosissimo sangue di Gesù. È
nato un grosso progetto di prevenzione con altri medici e con
un grosso ospedale locale per quanto riguarda i tumori alla
mammella e alla cervice”.

L’azione dell’associazione però non si è di certo arrestata
alla sanità.

“Con SoS Solidarietà, abbiamo incominciato con i progetti
sanitari perché quelli che avevano aderito inizialmente erano
medici ma poi vivendo li abbiamo incominciato a guardarci
attorno per capire quali fossero le reali necessità di quella
gente. In tanti anni abbiamo imparato a conoscerli, a
conoscere le problematiche, a entrare nei loro sistemi di
vita, a capire la loro mentalità, a vedere quali sono i loro
pregi e difetti. A capire la loro organizzazione politica, la
loro idea di società. A una nostra volontaria venne l’idea di
costruire un edificio che abbiamo adibito a centro
polifunzionale un’opera a grande respiro, un oratorio, un dopo
scuola, una casa per ragazze madre insomma una struttura
davvero grossa e circa quattro anni fa abbiamo iniziato dei
progetti per far educare le future generazioni. I progetti
riguardavano l’istruzione, il dunque la scuola, la formazione
degli insegnanti e soprattutto lo sport perché lo sport può
davvero insegnare tanto”.

Anche lo sport ha giocato un ruolo importante

“Grazie allo sport siamo stati capaci di far capire l’utilità
di un’attività sportiva per crescere dei ragazzini con delle
regole, con la consapevolezza di saper perdere e di saper
vincere. Può sembrare una cosa banale ma per loro non lo è, o
vincono con l’aggressività o sono sottomessi per tutta la
vita, non esiste una via di mezzo. Lavoriamo in maniera
silenziosa, operosa, l’arrivo è uno degli obiettivi di questo
percorso. In quel territorio in questi vent’ anni abbiamo
visto adesso i primi risultati. E bello vedere che il tuo
operato prosegue e che quei giovani ora sono in grado di
mandare avanti quella comunità. Il mese scorso abbiamo firmato
un protocollo d’intesa con il governo per portare avanti in
sintonia i nostri progetti per lo sviluppo della comunità”.

Una vita spesa per il volontariato eppure non sono mancate le
difficoltà dato che quando Lei iniziò la sua opera era vietato
raccogliere e spedire medicinali perché gli Stati africani lo
vietavano: le medicine dovevano passare solo attraverso i
canali ufficiali cosa che molte volte impediva ai medicinali
di raggiungere i luoghi di arrivo a causa della forte
corruzione.

“Fatta eccezione per alcuni governi la maggioranza degli stati
Africani non ha ancora capacità di governarsi e questo è un
grande problema. Quando i colonizzatori se ne sono andati
hanno lasciato una società allo sbaragli ed ecco che abbiamo
avuto un susseguirsi di colpi di stato guerre civili e
dittature militari. Non avevano le capacità culturali, non
intellettive per governare e per gestire una terra tanto
complessa e ricca di contraddizioni. Solo adesso si sta
andando verso un cambiamento ma la strada è ancora lunga. La
corruzione è il loro male più grande in questo sono maestri,
non la povera gente ma ai piani alti dilaga la corruzione e te
ne accorgi perché quando sei lì o prendi accordi con loro sui
progetti da fari o ti chiedono soldi all’infinito mettendoti
nelle condizioni di andartene. Del resto oggi una delle mafie
più potenti è proprio quella Nigeriana che piaccia o meno è
una realtà attualissima e non frutto di speculazioni”.

L’Africa però resta ancora un mistero per molto soprattutto
perché molte dinamiche non hanno una forte risonanza mediatica
come il caso dei boeri e della lebbra che in molte zone del
continente nero ancora imperversa

“Ci sono problematiche di cui non si parla e non si conosce
nulla basti pensare al razzismo contro i bianchi africani,gli
eredi degli olandesi, dei portoghesi o inglesi. Una sorta di
razzismo al contrario. Queste persone subiscono angherie,
violenze, minacce, soprusi ogni giorno eppure in Italia poco
se ne parla anzi sembra quasi che non esistano per non parlare
poi della lebbra. Quante volte si sente dire che la lebbra è
morta eppure non è così perché essa imperversa in molti
villaggi africani. Noi come associazione stiamo cercando di
costruire un pozzo con una comunità di lebbrosi almeno dare
loro la possibilità di avere dell’acqua”.

La sua idea e ipotetica “ricetta” sugli sbarchi? “

“Il problema non va affrontato in mare ma va affrontato tra
gli stati con accordi in maniera seria, ad un tavolo per
impiantare un punto di partenza per lavorare. Per fare le cose
bisogna avere una chiarezza mentale e la volontà di agire
altrimenti non si arriva a nulla. Chi inizia il viaggio non ha
idea di cosa lo aspetta, le famiglie perdono le loro tracce.
La tratta in mare favorisce solo la loro malavita organizzata
che ha dei fermi punti di appoggio da noi che fanno da
supporto. Occorre cooperazione seria tra gli stati per
aiutarli a svilupparsi al meglio solo così si eviteranno
veramente le partenze e le morti in mare. Nel mio piccolo è
quello che ho sempre cercato di fare con l’associazione
aiutare quella gente a sviluppare appieno le competenze per
poi poter far progredire in autonomia e in sintonia la propria
comunità”.

«Speriamo che con il nuovo
governo si inverta la rotta e
si parta proprio da noi
Navigator mai assunti»
di Erika Noschese

Parte da Salerno l’ennesima protesta dei navigator campani
dopo quanto accaduto nei giorni scorsi, con l’interruzione
forzata dello sciopero della fame a causa del malore accusato
da diverse persone in presidio permanente sotto la sede della
Regione Campania. Nei giorni scorsi, infatti, Gennaro
Quaranta, residente a Castel San Giorgio e tra i vincitori del
concorso per navigator ha scritto alla direzione nazionale de
Pd, al segretario nazionale Nicola Zingaretti. “In compagnia
di altri 470 ragazze e ragazzi campani, mi ritrovo a dover
combattere e sperare per qualcosa di legittimamente
conquistato sul campo con merito”, ha scritto il giovane
salernitano secondo cui la vicenda dei Navigator campani
rappresenta l’emblema del mercato del lavoro italiano, “un
luogo immaginario dove spesso vale tutto e il contrario di
tutto, orizzonte sociale in cui l’incertezza regna sovrana e
dove anche i diritti che con merito sono stati acquisiti non
valgono più nulla”, ha poi aggiunto Quaranta che parla dei
“Navigator” come gli invisibili che dovrebbero aiutare i
disoccupati a trovare un’occupazione “ma che, purtroppo,
perdono il posto di lavoro prima ancora di averlo ottenuto”.
Nelle scorse settimane, mentre gli altri vincitori della
selezione nazionale sottoscrivevano il loro meritato
contratto, si avviavano al periodo formativo e incassavano il
primo stipendio, i navigator campani sono stati costretti a
presidiare la Regione Campania ed innescare pericolose forme
di lotta, fino allo sciopero della fame, al fine di ottenere
la firma della convenzione tra Anpal Servizi e la Regione
Campania che avrebbe permesso la nostra entrata in servizio.
“Tralasciando il teatrino vergognoso ed il ping pong
Istituzionale a cui abbiamo assistito, 471 giovani e meno
giovani, professionisti e disoccupati, neolaureati ed
emigrati, ancora oggi, continuano a vedere la propria dignità
calpestata, restando in trepidante attesa di buone notizie sul
nostro futuro”. Da qui la richiesta al segretario nazionale
del Pd di poter discutere di temi delicati quali il lavoro,
soprattutto per una categoria – come quella dei giovani –
sempre più in crisi. Nella sua lunga lettera il salernitano
vincitore del concorso non ha risparmiato attacchi al
governatore De Luca che, a suo dire, continua a far finta di
non vedere e non parlare, nonostante la firma della convezione
necessaria all’inserimento in ruolo dei Navigator che aveva
già siglato mesi addietro secondo quanto prevede l’accordo in
Conferenza Stato Regioni al fine di avviare la procedura
pubblica di selezione. “Tutti hanno fatto a gara a commentare
il dramma di questi dati, forse però adesso con la nuova
svolta di Governo, probabilmente abbiamo l’opportunità di
iniziare a lavorare seriamente affinché, passo dopo passo,
questa rotta possa essere invertita con i fatti partendo
proprio dai famosi 471 Navigator”.
La casa di Lara”, si chiedono
soluzioni adeguate per i
degenti
di Erika Noschese

Trovare soluzioni concrete alle criticità riscontrate presso
l’hospice La Casa di Lara. E’ una delle richieste avanzate dal
vice segretario regionale di Cittadinanza Attiva Vinicio
Colangelo e dalla coordinatrice dell’Azienda ospedaliera del
Ruggi d’Aragona di Salerno Margaret Cittadino, al termine di
un importante e proficuo incontro, tenutosi nei giorni scorsi,
tra Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del Malato e
i vertici dell’Asl. Tra i temi trattati le criticità
riscontrate nell’Hospice “La casa di Lara” che assistono i
malati con grosse patologie oncologiche terminali allocata
alle spalle e della struttura dell’ex ospedale riuniti del Da
Procita. Cittadinanza Attiva e il Tribunale per i diritti del
Malato hanno puntato l’attenzione anche sull’esposizione di
criticità che vivono i detenuti in carcere, a causa della
totale o parziale assenza di servizi sanitari, spesso al
limite della decenza, presso la casa circondariale di Fuorni.
Dopo la visita effettuata dalla delegazione del partito
radicale e altre associazioni di categorie svoltasi in
occasione della giornata Ferragosto in carcere, le
associazioni si sono promesse di impegnarsi e a riunirsi per
gruppo di lavoro per formulare un protocollo d’intesa con le
istituzioni per eliminare ostacoli ed inefficienze di
inadeguatezze dei servizi sanitari e violazioni dei diritti
umani monitorati all’interno della struttura carceraria , da
sottoscrivere come impegno formale con l’Istituto di pena – la
direttrice del carcere circondariale e l’Asl di Salerno. Tra
le richieste avanzate anche possibili soluzioni e conclusioni
relative all’iter per l’approvazione e l’attuazione della
consulta Socio-sanitaria in ambito Asl; l’attuazione non più
rinviabile del registro tumori in provincia di Salerno per la
conoscenza temporale dei dati sensibili ed epidemiologici
sanitari nel territorio provinciale; criticità e soluzioni
urgenti per la riattivazione – dopo l’accaduto della
sospensione di tre uffici strategici chiusi presso il
poliambulatorio del distretto 68 di via Campania di
Montecorvino Rovella – e la conseguente richiesta di immediata
riapertura dei servizi sospesi al pubblico quale Tao -ufficio
patente e di geriatria. La Cittadino e Colangelo hanno inoltre
avviato un percorso con il presidente dell’ordine dei Medici
Giovanni D’Angelo per darsi una linea comune di incontri
futuri e programmatici per costruire insieme buoni servizi e
sinergici tra l’ordine dei professionisti, medici di base e
cittadini, per eliminare soprattutto una sburocratizzazione
inefficiente e costosa in ambito sanitario e nel territorio.
Tra le ultime richieste anche la costituzione di una giornata
sperimentale per il superamento della griglia Lea per la
prevenzione collettiva sanitaria con il progetto Open Week
negli ospedali della provincia di Salerno.

Samara, dilaga il fenomeno
Ora è tempo di intervenire
Samara e il suo orribile abbigliamento, invade anche Salerno.
Il fenomeno sta dilagando, anche in altri centri della
Provincia vengono segnalati questi episodi. Ma il sabato sera
a Salerno, come si evidenzia dalla foto, è stato movimentato.
Soprattutto a Pastena, tra il rione Zevi e il parco del
Mercatello, ha fatto capolino per incutere paura ai più
giovani, questa figura che viene fuori da un film horror.
Diverse le segnalazioni alla nostra redazione e genitori
preoccupati che hanno chiesto ai propri figli di ritirarsi a
casa. In effetti, stando al racconto, sabato sera si sono
viste due Samara, una con il coltello, l’altra senza. Al di là
del discutibile spirito di emulazione, sarebbe opportuno da
parte delle forze dell’Ordine intervenire, invitando gli
stessi genitori ad agevolarne il lavoro segnalando gli
episodi. Come ha spiegato al nostro giornale Guido Milanese,
ci troviamo davanti alla possibilità di una doppia reazione:
di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce
questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto
proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano».
Milanese ha ricordato un episodio emblematico che può dare
luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande
calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che
decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad
un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello
scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore
per uno scherzo”. Ma non è finita qui: ieri sera un’altra
Samanta, come i evince dalla foto in alto, è stata avvistata a
Pontecagnano.

«Giochi    pericolosi   che
mostrano  l’insoddisfazione
dei giovani»
di Erika Noschese

«Giochi pericolosi che dimostrano tutta l’insoddisfazione dei
giovani d’oggi». Parla così il dottor Guido Milanese, noto
psichiatra salernitano, analizzando l’ennesimo fenomeno che
sta prendendo piede in tutta la provincia di Salerno, il
“Samara challenge” uno scherzo di pessimo gusto che consiste
nel girare per le vie della città, di notte, travestiti da
“Samara”, la protagonista del film horror “The Ring”. Dopo le
apparizioni di Pagani e – stando a quanto riferiscono alcuni
cittadini – anche nella città capoluogo, a Salerno è di nuovo
psicosi. Dottore, anche in provincia di Salerno è scattato il
“Samara challenge”.

Secondo lei cosa scatta nella mente delle persone che provano
anche gusto ad incutere timore?

«Il discorso è che anche questa fenomenologia attuale è
sostanzialmente legata alla grande insoddisfazione dei giovani
di oggi che vivono una vita non più finalizzata come un tempo,
ma finalizzata al momento. La finalizzazione non è più a
grandi progetti per il futuro ma al quotidiano, al momento.
Per questo, l’impressionabilità legata, molto spesso,
all’imitazione che accade attraverso i social o i video fa sì
che l’individuo – che non ha grandi strutture portanti dal
punto di vista emozionale e della sua crescita personale – si
identifica, molto spesso, con i personaggi dei social o dei
video e utilizzando metodologie fantastiche, scenografiche, di
poter, in qualche modo, creare una vita virtuale più che
reale. L’individuo quando nella vita reale non riesce ad avere
cose concrete che creino soddisfazione, venga sostituto il
reale con il virtuale. E’ un processo estremamente pericoloso
che sta accadendo sempre più spesso nella nostra società
perché i nostri giovani, e qui si rende necessario un
confronto con i giovani degli anni ’80 che pur non avendo
grandi risorse dal punto di vista personale ma avevano grandi
progetti, tutto questo non lo sentono più: c’era la
rivoluzione sociale, l’impegno politico e sociale, la crescita
personale con l’università finalizzata ad un lavoro, il
progetto famiglia e mentre la loro vita era piena di progetti
oggi sono tutti naufragati, dal matrimonio alla politica.
Questo per colpa della società e degli anziani che hanno
destrutturato i baluardi fondamentali che all’epoca erano i
progetti reali della vita di un giovane».

Quanto possono essere pericolosi i social, in questo senso, e
quanto influiscono negativamente sulle scelte dei giovani
d’oggi?

«Assolutamente pericolosissimi perché il gioco e lo scherzo,
che non è programmato né condiviso, diventa non facilmente
interpretabile dall’altro e come tale si potrà trasformare da
scherzo in tragedia. Voglio ricordare un episodio emblematico
che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un
grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica
che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una
rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva
nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo
ragazzo muore per uno scherzo. Anche gli ultimi episodi
accorsi nel napoletano dimostrano la pericolosità di questi
giochi perché questa ragazzina, travestita da indemoniata, è
stata aggredita. Oggi, la sostituzione del reale con il
virtuale, rischia di creare una società fatta di giovani senza
progetti, senza ideali, non più con i piedi per terra ma
basata solo sul virtuale e molto meno sul reale».

Lei ha appena lanciato un allarme serio. Verso quale direzione
stanno andando i giovani di oggi?

«Bisogna legarsi alle cose semplici della vita perché essa,
come diceva un grande uomo di scienza, parte dalle cose
semplici e noi dobbiamo recuperare il piacere delle cose
semplici e non delle cose complesse. L’individuo deve godere
anche di un bel tramonto e non immaginare che per poter star
bene deve per forza fare qualcosa di esagerato. La bellezza è
nelle piccole cose e saper godere del poco perché se si corre
troppo in alto si corre il rischio di cadere e questo
determina una condizione di grave difficoltà».
Giochi, questi, che possono avere effetti negativi soprattutto
sulle vittime.

«Assolutamente. Hanno una doppia reazione: di violenza, molto
spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e
una violenza di ritorno, come accaduto proprio con
l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano».
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