Il caso Crescent approda a anni
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Il caso Crescent approda a Roma per i 10 anni dall’inizio della battaglia di Andrea Pellegrino Compie dieci anni la battaglia degli ambientalisti di Italia Nostra e No Crescent contro l’edificazione di Santa Teresa. E’ l’ormai nota battaglia del Crescent, che più volte è approdata nelle aule di tribunale e che ora ritorna in Consiglio di Stato. Quattrocento milioni di euro è la cifra che Italia Nostra ha chiesto quali danni ambientali e morali per “aver modificato l’identità della città”. Era il 2009 quando ci fu la prima impugnativa al Tar. Una battaglia lunga che portò all’annullamento delle prime autorizzazioni paesaggistiche, rilasciate attraverso un silenzio assenso dell’allora soprintendente di Salerno, Giuseppe Zampino e il successivo sequestro del Crescent e poi della piazza della Libertà, a seguito di un crollo verificatosi nel cantiere. Da qui la modifica del Pua di Santa Teresa, con l’eliminazione, sostanzialmente, degli edifici pubblici (due torri e il fabbricato Trapezio) che hanno reso così il Crescent un edificio completamente privato. In primo grado il Tribunale di Salerno ha assolto tutti ma la sentenza è stata impugnata e ora si andrà in Appello. Stessa cosa sotto il profilo amministrativo. La sentenza di primo grado del Tar di Salerno sul nuovo Pua arriva ora in Consiglio di Stato, con tanto di richiesta di risarcimento del danno. In corso c’è ancora il processo sulla variante di Piazza delle Libertà, una maxi inchiesta supportata anche da decine e decine di intercettazioni tra politici e imprenditori che hanno svelato un vero e proprio «sistema Salerno». Poi la deviazione del Fusandola, torrente tristemente noto per l’alluvione del 1954, il cui tracciato è stato modificato per far spazio a parte del Crescent e alla mega piazza sul mare. Su questo aspetto indaga
la procura della Repubblica di Salerno che ha iscritto sul registro degli indagati, tra gli altri, alcuni tecnici comunali. Un’inchiesta sollecitata da Italia Nostra e No Crescent che ha fatto emergere omissioni, illegalità ma anche pericoli. “Rischio esondazioni” è il campanello di allarme acceso dal consulente tecnico incaricato dal pm titolare dell’inchiesta. Il Crescent è un edificio a mezzaluna lungo 300 metri circa, alto quasi 30 metri, realizzato con l’utilizzo di oltre 150.000 metri cubi di calcestruzzo, comprendente anche una piazza sul lungomare di circa 30 mila metri quadrati. Doveva essere il fiore all’occhiello della sindacatura De Luca e, infatti, del progetto venne incaricato l’archistar Ricardo Bofill. Al momento in via di costruzione c’è il settore 6 che appartiene alla Sist, società nata dalle ceneri dell’ex Jolly Hotel della famiglia Chechile, oggi proprietaria del Grand Hotel Salerno. In quel settore dovrebbe sorgere perlopiù un albergo. I lavori sono partiti solo qualche mese fa, dopo un lungo tira e molla tra i proprietari e l’amministrazione comunale. In più c’è un contenzioso tra i costruttori della torre (tagliata) dell’Autorità Portuale e gli enti preposti. Si stima un danno di quasi un milione di euro, oggetto ora di una possibile transazione con il Comune di Salerno che ha messo sul piatto circa 100mila euro per chiudere il caso. A Roma ieri mattina, nella sede di Italia Nostra, il caso è stato sottoposto all’attenzione pubblica nazionale. Italia Nostra in tempi passati si era resa protagonista della battaglia contro il Fuenti, l’albergo situato tra Vietri e Cetara, poi abbattuto. Un ecometro a pochi passi proprio dal Crescent di «Il Comune – spiegano – ha consentito l’irreversibile trasformazione dello stato dei luoghi, cementificando oltre 20 mila metri quadrati di area demaniale, comprensiva della spiaggia di Santa Teresa e dell’alveo del torrente Fusandola, in spregio di tutti i vincoli assoluti di inedificabilità sui corsi d’acqua, nonché del Testo unico sulle acque pubbliche del 1939». «E’ la prima di una serie di iniziative», spiegano gli avvocati Oreste Agosto e Pierluigi Morena e l’architetto Enzo Strianese,
presenti ieri a Roma: «Ora la nostra attenzione è forte sul rischio idrogeologico provocato dalla deviazione del torrente Fusandola». Fabiani, Lotito disse: Allestiremo una squadra per andare in A “In merito all’album delle figurine che abbiamo presentato in settimana ci tengo a precisare che la Salernitana non ha partecipato alla stesura, alla compilazione e alla realizzazione di questo prodotto che, a mio avviso, è anche carino pur contenendo refusi e mancante che troviamo in ogni altra rivista. Dico questo perchè, all’indomani dell’uscita di quest’album, si sono scatenate le ire di chi va trovando i colpevoli e scade nell’offesa. Abbiamo dato il patrocinio a questa iniziativa e c’è il logo del centenario, abbiamo detto all’editore di provvedere a rettificare o rivedere tutta la situazione. Ci è stato assicurato che sarà fatto, quindi abbiamo ricevuto delle garanzie. La seconda precisazione riguarda De Patre. Ne ho sentite tante, ho letto articoli e, come nel mio costume, dico che a fronte di un certificato medico bisogna almeno avere rispetto e non parlare. Il nostro vice allenatore, lunedì mattina alle 9, ha inviato questa documentazione e pregherei tutti di non andare oltre, quando scadrà il “permesso” vedremo se De Patre vorrà parlare o chiarire qualcosa. La terza comunicazione riguarda lo store ufficiale che aprirà al 99% nella giornata di lunedì, siamo operativi malgrado qualche piccola problematica e un assortimento non ancora vastissimo. Chi vorrà recarsi al negozio della Salernitana sarà libero di farlo, seguirà un
comunicato stampa“. Così Angelo Fabiani in conferenza stampa questa mattina, tre precisazioni che la dirigenza ha ritenuto necessaria. Una sola battuta sul momento attraversato dalla squadra: “Siamo dispiaciuti per qualche risultato che è venuto meno, ma dico anche che ci sono partite che noi avevamo vinto e purtroppo le abbiamo gettate via in extremis. Lasciamo perdere il silenzio stampa, a caldo potrebbe essere devastante far parlare i tesserati. Guardate la partita di ieri, il rigore per la Juve Stabia ha dato una grande spinta alle vespe. Gli episodi contro li paghi partita dopo partita, se non avessimo pareggiato con l’Ascoli avremmo avuto una tensione diversa a Cittadella. Aggiungo che 5-6 punti in più li avremmo meritati e avremmo parlato d’altro, è una categoria in cui nessuno regala niente. Come dirigente presente sul posto, a nome di Lotito e Mezzaroma, esprimo soddisfazione non per i risultati ma di quello che si sta costruendo. Aggiungo che Lotito non ha mai detto in una riunione che porterà la Salernitana al 100℅ in serie A. Ha parlato di allestimento di rosa competitiva per andare in serie A, non dobbiamo dimenticarci che ci sono gli avversari. Chievo e Cremonese non stanno insegnando nulla? E’ sotto gli occhi di tutti che portare avanti un lavoro con infortuni in serie non è semplice, mi pare che anche altre realtà come il Perugia non stiano andando oltre la categoria. Sono mancati gli investimenti? Non direi. E’ venuto meno qualche interprete? Può darsi. Pur di andare in serie A darei 5 anni della mia vita, la tiritera della proprietà che non vuole è offesa e falso storico. L’obiettivo di quest’anno è di fare un campionato diverso dagli altri, vedremo strada facendo cosa accadrà”. “Chi è che non vuole vincere il campionato?” chiude Fabiani “il Cittadella è secondo e sta sovvertendo ogni pronostico. Tutti noi vorremmo il massimo. In C abbiamo vinto, ma parliamo di campionati completamente diversi. Se vogliamo discutere di calcio ok, altrimenti mi alzo e me ne vado. Oggi c’è una
proprietà che non fa mancare niente e un signor allenatore, a noi tocca arrivare due secondi prima della gara perchè poi sono i giocatori che scendono in campo. L’episodio fa la differenza, lo volete capire o no? Viola diceva che il calcio è questione di centimetri, la partita Chievo-Juve Stabia è stata condizionata dall’arbitro. Contro Venezia e Cremonese non dovevamo uscire sconfitti, con l’Ascoli sul 2-0 è finita la partita o mi sbaglio? Vengono meno delle certezze che abbiamo pagato anche a Cittadella. Ci vuole pazienza, ma non siamo infallibili e tutti possono sbagliare, me per primo. Non si può essere disfattisti a prescindere. La volontà è lavorare con grande onestà per conseguire i migliori risultati. Ventura non è il signor Capone che non vede una palla che esce fuori di 20 metri e annulla il gol di Gondo, non si può sostituire a nessuno. Ventura per la prima volta in carriera ha partecipato ad una riunione con gli arbitri per far valere i nostri diritti. Lotito non ha mai parlato di serie A al 100%, a gennaio parleremo e vediamo cosa offre il mercato. Tutti parlano di Ciofani e Ceravolo, hanno fatto un gol a testa. A qualcuno abbiamo offerto il mondo, ci hanno detto di no. Ci sarà una ulteriore riunione col mister e, compatibilmente con le possibilità, cercheremo di intervenire senza lesinare sforzi economici. I convocati di Ventura Gian Piero Ventura alla vigilia di Salernitana – Crotone. La conferenza è stata preceduta da un intervento del direttore sportivo Angelo Fabiani. ‘Pur di andare in A darei 5 anni della mia vita’ – ha detto Fabiani. Gian Piero Ventura ha reso noto i convocati per Salernitana- Crotone. Nella lista ci sono Akpa Akpro, Di Tacchio e Karo,
tutti e tre non al top della condizione ma arruolabili per la sfida ai pitagorici. Mancano invece Cerci e Giannetti: il primo è ancora alle prese con il problema alla coscia sinistra, per Giannetti invece persistono i problemi al polpaccio. Assente anche Heurtaux, in campo nelle scorse settimane con la Primavera. La vivacità del Faville Festival Grande festa a Pontecagnano Faiano, questa sera e domani, per la kermesse giunta alla sua seconda edizione, dedicata alle New Media Arts, ideato da Fabrizio Todisco Di Gaetano Del Gaiso Adoro profondamente il periodo natalizio. Ma chi non lo adora. Del resto, Andy Williams ne parla – o meglio, ne canta – come ‘il più meraviglioso momento dell’anno’; dunque perché non scegliere lasciarsi incantare dall’aspettativa di interminabili pranzi e cene in famiglia, dei doni da scambiarsi la notte di Natale, di momenti di puro relax trascorsi accoccolati serenamente sul divano, al calore del placido scoppiettare del fuoco novello, stringendo saldamente tra le mani una tiepida tazza di cioccolata calda e gustando l’ennesima replica di ‘Una poltrona per due’. Adoro il Natale. E lo adoro ancor di più quando la mia cittadina partecipa ai festeggiamenti proponendo un cartellone di eventi e attività così fitto da far impallidire persino la task list del ‘signore in rosso’. Appena qualche giorno fa, con l’accensione delle luminarie e l’inaugurazione del villaggio di Natale allestito in Piazza Sabbato, con tanto di concerto sotto le
stelle del coro di voci bianche ‘Le Voci dei Bambini’ e di esibizione itinerante della ‘Street Band Dixie & Co’, non pensavo che Pontecagnano-Faiano potesse presentarsi al suo Natale in maniera così brillante e magniloquente. Ma poi, un paio di giorni fa, mi si presenta un Fabrizio Todisco in pompa magna con lo sguardo fiero pronto a presentarmi la II edizione del suo Faville Festival, kermesse dedicata alle New Media Arts, già ospite lo scorso anno del cartellone natalizio di Pontecagnano. La formula del progetto è una formula vincente, e guarda agli eventi dedicati a questo nuovo tipo di intrattenimento del grande Nord, fatto di immagini, di suoni e di luci e basato sul concetto di videomapping, una tecnica che conferisce nuova ‘pelle’ agli oggetti volumetrici del contesto architettonico che interessa queste entusiasmanti e sbalorditive proiezioni. Lo ‘show delle arti digitali’, finanziato con i fondi della Regione Campania e sostenuto da Scabec (Società Campana Beni Culturali), dal Comune di Pontecagnano-Faiano e dal Museo Archeologico Invasioni Digitali e che giova del partenariato tecnico con lo studio Aelion, avrà luogo questo weekend, oggi e domani, interessando numerosi dei luoghi chiave della cittadina e inaugurandosi proprio col videomapping del Palazzo di Città. Infine, per l’intera durata dell’evento, gli spazi dell’ex Tabacchificio Centola ospiteranno il Faville Vintage Market by Fiera Modus, che farà anche da palcoscenico a due delle forme d’espressione artistica che preferisco di più: la musica e il cibo. Ti ricordi quella sera con Claudio Tortora La PolyMusic in concerto con Marcello Ferrante stasera alle ore 20,30 e domani alle 18,30, al Teatro delle Arti, per far
rivivere uno dei periodi più feraci e variegati della canzone italiana. Interventi di Cinzia Ugatti e Renata Tafuri con il Professional Ballet di Pina Testa e la regia di Antonello Ronga Di OLGA CHIEFFI Non sarà certo uno spettacolo per “Diversamente giovani” quello che nel week-end Claudio Tortora andrà a proporre sul palcoscenico del Teatro Delle Arti. Diverse volte abbiamo ascoltato il patron, sostenuto dal fido Marcello Ferrante pianista e arrangiatore, con la sua PolyMusic in grande spolvero, affrontare il repertorio della musica italiana degli anni ’60, per quindi sfociare nel decennio successivo. Non sarà uno spettacolo solo per quanti hanno vissuto quella temperie spensierata, fatta di balli in casa, di feste ed eventi, ove la musica era tassativamente dal vivo, e in cui da ogni garage si sentiva eternamente provare, per poi uscire qualche volta in pubblico (oggi è il contrario, non si prova e si suona comunque!). Si sono divertiti i nostri genitori, moltissimo, con poco, senza spendere e dividendo tutto tra amici, anche le sigarette, con grande pulizia di condotta, generosità, ironia ed eleganza. Non sarà necessario annunciare brani e autori, poiché le canzoni che verranno eseguite stasera, con sipario alle ore 20,30 e domani alle ore 18,30, sono quelle che ancora oggi le diverse generazioni di ragazzi cantano se si trovano insieme dinanzi allo schermo di un karaoke. La musica fa la storia e la storia fa la musica, ce lo ricorderanno Cinzia Ugatti e Renata Tafuri, unitamente al regista Antonello Ronga : in quei tempi del cosiddetto boom economico Esplose la mania dei festival e dei concorsi canori, che si svolgevano a centinaia, nelle più remote località: le voci nuove a Castrocaro; il Cantagiro, una specie di “giro d’Italia” della canzone il Festivalbar , basato sul juke-box; il Disco per l’Estate e dal 1957 lo Zecchino d’oro, riservato ai bambini, su tutti naturalmente imperava il Festival di Sanremo che compirà 60 anni nel 2020. I festival favorivano lo
spirito di competizione tra “urlatori” e “melodici”, costruito ad arte dalle case discografiche, dai rotocalchi e dalla TV. Anche la canzone tradizionale continuava infatti ad avere un pubblico appassionato, tra i meno giovani ma anche tra i giovani e nuovi interpreti, come Orietta Berti, Nicola di Bari, Massimo Ranieri. I ’60 furono gli anni in cui iniziò il turismo di massa, nacque il filone delle “canzoni da spiaggia”: lo inaugurò “Legata a un granello di sabbia”, cantata da Nico Fidenco nel 1961, la prima canzone a superare il milione di dischi venduti; poi lo “specialista” divenne Edoardo Vianello, con pezzi cadenzati e molto orecchiabili come “Con le pinne il fucile e gli occhiali”, “Abbronzatissima”, “La tremarella”, i Watussi e altri. Nel genere si cimentarono anche Mina, che interpretò “Stessa spiaggia stesso mare” di Piero Focaccia, e Gino Paoli con Sapore di sale. Ad eccezione di quest’ultima, le “canzoni da spiaggia” non erano certo di eccelso valore, ma conferirono alla musica degli anni ’60 la sua inconfondibile atmosfera di spensieratezza e di gioiosa vitalità, quasi sempre associate a nuovi balli giovanili, almeno uno nuovo ogni anno, che saranno evocati dal Professional Ballettavano di Pina Testa: limbo, calypso, cha cha cha, hully gully, yéyé, surf, shake ma soprattutto il twist. Non venne meno, però, lo spazio per il “lento”, cheek to cheek, che accomunava giovanissimi e adulti, rimasti legati alle atmosfere dei night, come E la chiamano estate di Sergio Martino o Una rotonda sul mare di Fred Bongusto. Dopo Mina e Celentano, nel 1962 apparvero Rita Pavone e Gianni Morandi, entrambi lanciati a 17 anni nella trasmissione televisiva “Alta pressione”, sul neonato secondo canale della Rai. Oltre ad essere giovanissimi, avevano in comune un modo di cantare su un unico timbro, senza estensione, che si prestava perfettamente alla nuova tecnica discografica di incidere separatamente la base musicale e la voce, che occupava così le frequenze medie. Oltre a loro due, ci furono molti altri cantanti-ragazzini di successo, come Little Tony, Bobby Solo, Gigliola Cinquetti, Patty Pravo, Dino, Michele, Massimo Ranieri. Morandi e alcuni altri
divennero anche improvvisati protagonisti dei “musicarelli”, i film musicali di infimo livello, girati in poche settimane, nei quali giovani cantanti di successo recitavano se stessi. Oltre ai “musicarelli” nacquero allora i “cinebox”, antenati degli attuali videoclip. In diversi casi, questi giovani che cantavano per i giovani fecero dell’essere giovani il tema stesso delle loro canzoni, con un’orgogliosa affermazione di identità generazionale come L’esercito del surf, Bandiera gialla, Ragazzo triste, Prendi la chitarra e vai. Per quanto riguarda l’identità di genere, le cantanti protagoniste di quella stagione ne proponevano molte varianti, adatte alle più diverse fasce di pubblico: le intellettuali e sofisticate Milva e Ornella Vanoni; la monella ribelle Rita Pavone di Datemi un martello; la “ragazza acqua e sapone” Gigliola Cinquetti che cantava Non ho l’età; l’indipendente Caterina Caselli di Nessuno mi può giudicare e la trasgressiva Patti Pravo di Ragazzo triste; le più tradizionali Iva Zanicchi e Orietta Berti. Tipico degli anni ’60 fu il fatto che molti celebri cantanti stranieri venivano a cantare in Italia in italiano, attirati da un mercato musicale così vasto e recettivo, e dalla passione tutta italiana per i festival canori come Dalida, Francoise Hardy, Catherine Spaak; Paul Anka, Gene Pitney, Rocky Roberts. L’interscambio tra canzone italiana e internazionale era strettissimo, e anche molto “disinvolto”, perché non ci faceva scrupolo di copiare di sana pianta successi internazionali, con traduzioni chiamate cover. Tutt’altro mondo era quello dei cantautori degli anni ’60, appartati e lontani dal gusto del grande pubblico. Intellettuali prima che cantanti, si ispiravano al jazz, alla musica francese e alla filosofia esistenzialista; erano alternativi nei valori e negli stili; nelle loro canzoni denunciavano il conformismo e l’ipocrisia della società borghese, per la prima volta, alcuni dei loro testi abbandonavano la rima e altre convenzioni poetiche consolidate: insomma, erano l’opposto delle superficiali “canzonette” all’italiana, anche di quelle delle nuove generazioni. Claudio Tortora omaggerà anche il lato finemente
intellettuale di quegli anni che sfoceranno negli anni ’70: gli esponenti della cosiddetta “scuola genovese” furono Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De André , Sergio Endrigo. Dall’ambiente del teatro politico milanese emersero Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, unitamente ale originali ballate folk del cantautore modenese Francesco Guccini, spesso politicamente impegnate, unitamente ai gruppi Equipe ’84 e i Nomadi. La bellezza delle canzoni è soprattutto affidata ai magistrali arrangiamenti, nonché esecutori che Marcello Ferrante dovrà far rivivere, nomi quali Ennio Morricone, Nino Rota, Luis Enriquez Bacalov; e parolieri, che a volte erano anche talent-scout, come Franco Migliacci, Giancarlo Bigazzi, Mogol, che non possiamo non legare a Lucio Battisti. Uno spettacolo questo che avviene all’indomani delle celebrazioni della bomba di Piazza Fontana, un’esplosione che inaugurò uno dei periodi più bui della storia d’Italia e che frantumò il sogno leggero degli anni ’60. Maltempo a Salerno, domani scuole chiuse Scuole chiuse domani a Salerno. Dopo le violenti piogge che in queste ore si sono abbattute su tutta la città capoluogo creando numerosi danni e disagi, tra cui due feriti, l’amministratore comunale ha disposto la chiusura delle scuole su tutto il territorio cittadino. Questa sera, in prefettura, il sindaco Napoli con gli assessori Caramanno e De Maio, Mario Sposito e il comandante Vecchione per fare il punto della situazione. La chiusura degli edifici scolastici infatti si rende necessaria per il controllo prudenziale delle alberature, della stabilità dei versanti, dello stato della viabilità, che al momento presenta importanti criticità.
Inaugurazione aula ludico- motoria alla scuola Vicinanza di Salerno “Libertà” è la parola pronunciata spontaneamente dalla prima bambina appena ha visto la nuova aula. Un’esclamazione di gioia che dice tutto sull’importanza del nuovo spazio dedicato ai più piccoli. Inaugurata stamane l’aula ludico-motoria per la scuola dell’infanzia presso l’Istituto Comprensivo Vicinanza di Salerno. Un luogo che consente di aumentare le attività e di migliorare la formazione riservata ai bambini fino ai 6 anni. Gli arredi e le attrezzature dell’aula ludico-motoria sono state donate dal Rotary Club Salerno Est. All’inaugurazione hanno preso parte il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, Eva Avossa, l’onorevole Piero De Luca e il presidente del Rotary Club Salerno Est Carmine Nobile. “Finalmente uno spazio moderno per gli alunni della fascia 3-6 anni, pieno di colori, di attività, di spazi liberi e strutturati per giocare e divertirsi accompagnati da suoni e video dedicati ai più piccoli grazie alla LIM in dotazione” dichiara Sabrina Rega, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Vicinanza-Pirro. “Ringraziamo il Rotary Club Salerno Est per la disponibilità dimostrata attrezzando lo spazio ludico e per l’attenzione riservata in tutte le fasi della realizzazione del progetto”. “Su richiesta della dirigente Rega abbiamo realizzato l’aula ludico-motoria, adatta anche ai bambini diversamente abili,
con percorsi didattici per sviluppare le capacità dei bambini” afferma Carmine Nobile, presidente del Rotary Club Salerno Est. Faccio un plauso ai soci del Rotary Club Salerno Est Antonio Vairo, ideatore del progetto, e Camillo De Felice e poi agli architetti Eugenio Autieri, Marco Di Niola e Giuseppe Morrone che hanno coordinato i lavori”. Domani mattina, sabato 14 dicembre, nei due plessi dell’Istituto Comprensivo Vicinanza-Pirro si svolgerà l’Open Day. Porte aperte dalle ore 9:30 alle 12:30 presso l’istituto “Pirro” di via Fieravecchia n.22 (scuola secondaria di primo grado) e dalle ore 10:30 alle 13 presso l’istituto “Vicinanza” di corso Vittorio Emanuele n.153 (scuola primaria e scuola dell’infanzia). Salerno, albero caduto per maltempo: mamma e figlia in ospedale Due persone sono state portate in ospedale a Salerno in seguito alla caduta di un albero sulla sede stradale in via Roma. Si tratta di una mamma e di sua figlia: la prima se l’è cavata solo con un forte spavento, la seconda, una ragazza, ha riportato lievi traumi alla spalla e agli arti inferiori in seguito al crollo di un grosso ramo sulla loro auto. Il maltempo sta mettendo in ginocchio la città di Salerno dove si registrano notevoli disagi, ma anche altre zone della Campania e a Napoli il forte vento sta creando problemi. Un albero ha colpito due auto, una in transito e un’altra parcheggiata. La città è letteralmente spaccata in due con notevoli disagi alla circolazione. I vigili del fuoco, insieme
con i volontari della protezione civile e agli agenti della polizia municipale, sono al lavoro per liberare la carreggiata e consentire il ripristino della viabilità. Allagamenti si stanno registrando in tutta la città, dal centro alla zona orientale, passando per i rioni collinari. Ponte sul torrente Asa, dopo il danno anche la beffa di Erika Noschese La chiusura del ponte sul torrente Asa sta mettendo in ginocchio i commercianti della zona. Lo scorso 22 novembre, infatti, il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese ha disposto la chiusura al traffico veicolare della strada provinciale 175 il ponte sul Torrente Asa, nel Comune di Pontecagnano Faiano, per 1 mese per permettere ai tecnici di svolgere le opportune indagini per la valutazione di sicurezza strutturale, consentendo unicamente il transito ciclopedonale sul ponte in legno, posto parallelamente a valle del ponte in questione, istituendo come percorso alternativo preferenziale, nei due sensi di marcia, la Aversana. Una scelta, quella dei vertici di Palazzo Sant’Agostino che sta avendo non poche ripercussioni, non solo per gli operatori commerciali e turistici ma anche per gli stessi residenti che, in queste settimane, si vedono privati non solo dei mezzi di trasporto pubblico ma anche dello scuolabus per bambini. Ad essere maggiormente colpita è la fascia litorale che parte dal Villaggio del Sole e giunge fino all’Isola Verde, intaccando circa 40 attività commerciali e circa 2mila residenti. «La chiusura del ponte è un problema che nessuno di noi si aspettava – hanno dichiarato alcuni operatori commerciali
della zona – A vista, il ponte sembra danneggiato ma la Provincia non ha mai fatto manutenzione ordinaria». I commercianti denunciano, inoltre, un netto calo degli affari, pari al 50% che rischia di far chiudere molte attività commerciali. Intanto, residenti e operatori si sono già rivolti all’avvocato amministrativista Marcello Fortunato per intraprendere un’azione giudiziaria mirata ad un risarcimento danni che l’ente Provincia dovrebbe sborsare a favore degli stessi commercianti. Già lo scorso anno, di fatti, è stato presentato un esposto per denunciare le condizioni del ponte ma, almeno fino al mese scorso, nulla era stato fatto. I commercianti, dal canto loro, propongono l’istituzione del senso unico alternato, il restringimento della carreggiata o il dirottamento, solo per i mezzi pesanti, presso l’Aversana per evitare l’isolamento soprattutto in questo periodo di festività natalizie quando potrebbero aver un maggior guadagno economico. «Ci era stato detto che entro 30 giorni avrebbero effettuato il sopralluogo e gli accertamenti per verificare il reale stato dell’opera ma ad oggi nessuno è venuto», denunciano ancora gli operatori. Il ponte sul torrente Asa, pur ricadendo nel territorio di Pontecagnano Faiano è sotto la competenza della Provincia di Salerno che poco e nulla starebbe facendo per evitare il declino del settore turistico, soprattutto. «I bambini sono stati privati dello scuolabus, le mamme devono recarsi fino all’Aversana per permettere ai loro figli di andare a scuola, nonostante le condizioni meteo e il calo delle temperature, spiegano ancora i residenti che chiedono una soluzione alternativa per porre rimedio ad un problema che rischia conseguenze ingenti. D’altro canto, neppure il Comune di Pontecagnano Faiano sembra intenzionato a far nulla per porre rimedio alla soluzione. Da qui l’appello dei commercianti e dei residenti affinché si trovi una soluzione in tempi brevi.
Un museo luminoso permanente per il centro storico di Salerno di Erika Noschese Realizzare un museo luminoso nel centro storico di Salerno, per restituirgli dignità e nuova vita. Un progetto ambizioso che porta, ancora una volta, la firma del collettivo Blam che ha dato vita a Lumina, l’inizio di un processo per la realizzazione del museo luminoso, per l’appunto, attraverso residenze d’artista in città. «L’ambizione è enorme, al momento è tutta una scommessa, accettata fin da subito da Inner Wheel Salerno Carf Fondazione Cassa Rurale Battipaglia e Banca Campania centro, con il supporto del Comune di Salerno», ha dichiarato Ludovica La Rocca, rappresentante del collettivo Blam. La prima installazione temporanea luminosa prenderà vita in Largo Plebiscito, nell’area antistante l’ex chiesa dei Morticelli, trasformata in un laboratorio urbano creativo dal mese di dicembre 2018. «L’idea sostanziale è che la luce possa essere la fase finale, l’output terminale di un processo che parte dall’inizio, dura tutto l’anno e prevede l’integrazione tra l’artista, la comunità e i luoghi fragili del patrimonio culturale – ha aggiunto La Rocca – L’idea è che il cittadino possa inserirsi all’interno del progetto dall’inizio, dalla mappatura dei luoghi fragili in cui è necessario accendere una luce, dare un nome alle cose». Di fatti, saranno i cittadini a scegliere il luogo in cui agire, collaborare con l’artista e alla produzione dell’intervento stesso. Nella giornata di ieri è partito il bando di partecipazione – che durerà fino a febbraio 2020 – rivolto a tutti coloro che saranno in grado di progettare e realizzare l’intervento che verrà realizzato a
Salerno, nei 10 giorni di residenze d’artista. Il bando è infatti aperto ad artisti, architetti, lighting designer, tecnici del settore, sia a livello nazionale che internazionale, con una giuria di composta da esperti del settore. : «A me piace sottolineare come questa sia un’iniziativa nell’ambito di un progetto più articolato e complesso, partito sulla scorta di una convenzione che il Comune ha sottoscritto con il dipartimento di architettura di Napoli con due giovani architette che sono partite dalla rivitalizzazione di questo spazio, la chiesa del Morticelli e sono state fatte una serie di iniziativa tra cui il concorso di idee finalizzato ad individuare l’opportunità di realizzare, attraverso il contributo artistico, un’opera luminosa che dialoghi con un luogo del centro storico che attraverso la sua installazione può essere riqualificato, recuperato e diventi documento di identità», ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica e la Mobilità Mimmo De Maio. Obiettivo del progetto Lumina è realizzare nel tempo una mappa di interventi capaci di illuminare luoghi del centro storico di Salerno con la prospettiva di attivare un percorso partecipato durante l’anno che possa consentire a questi luoghi di essere parte dell’immaginario urbano collettivo. Il vincitore del concorso di idee, attraverso l’utilizzo di pratiche partecipative laboratoriali, durante un periodo di residenza sarà invitato in città ad indagare il quartiere ed esplorare Largo Plebiscito. Obiettivo di Lumina non è solo produrre il simbolo di un’opera collettiva, in grado di rappresentare la nuova identità di Bene comune dello spazio ma anche attivare un dialogo con il contesto, essere il risultato di un processo che – in linea con i principi di Ssmoll, renda partecipi i cittadini di Salerno nella co-produzione dell’opera ed essere riconoscibile e unico. «Speriamo sia il primo intervento di un museo luminoso diffuso che possa spargere, partendo dal centro storico di Salerno, nei luoghi scelti dai cittadini e dare vita ad una tradizione», ha poi dichiarato la rappresentante di Blam, il collettivo formato da professionisti che hanno come obiettivo la riattivazione di
luoghi fragili del patrimonio culturale, con l’attivazione di percorsi di rigenerazione urbana e sociale.
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