NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019
Marsilio
           NARRATIVA

           Sasha Marianna Salzmann, Fuori di sé
           Daniele Derossi, Non sono stato io
           Marina Mander, L’età straniera
           Edogawa Ranpo, La strana storia dell’Isola Panorama
           Anna Grue, Questioni di famiglia
           Federica Fantozzi, Il meticcio

           SAGGISTICA

           Paolo Ercolani, Figli di un Io minore. Dalla società aperta alla società ottusa
           Camillo Langone, Dei miei vini estremi. Un ebbro viaggio in Italia
           Enrico Carocci (a cura di), Stanley Kubrick
           Andrea De Luca, La scienza, la morte, gli spiriti. Le origini del romanzo noir in
           Italia fra Otto e Novecento
           Giuseppe Barbieri, I colli Euganei

           SONZOGNO

           Madaline Miller, Circe
           Paola Tavella, Il sesso magico. Perché le donne intelligenti sono stupide in amore

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Sasha Marianna Salzmann
                                                     Fuori di sé
Marsilio
                                                     traduzione di Fabio Cremonesi
                                                     collana: Romanzi e racconti
                                                     pp. 368, euro 18,00
                                                     In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                Tra cronaca familiare e romanzo di
                                                formazione, l’esordio letterario di una grande
                                                voce internazionale, finalista al Deutscher
                                                Buchpreis e vincitrice del Premio Jürgen
                                                Ponto-Stiftung: dalla Russia post-sovietica a
                                                un campo per rifugiati politici nella Germania
                                                occidentale fino all’attuale Istanbul, Sasha
                                                Marianna Salzmann racconta la solidarietà e
                                                gli sconquassi di una famiglia, e della
           generazione più giovane dei “vagabondi della patria”, in cerca della propria
           identità linguistica, politica e sessuale.
           Sono sempre stati in due, Alissa e Anton. In due nel minuscolo appartamento di Mosca
           in cui vivevano con i genitori. In due sul treno che, dopo trentasei ore, li condusse in
           Germania, in fuga dall’antisemitismo di un’Unione Sovietica ormai in pezzi. In due a
           scuola, tra gli insulti razzisti dei compagni e il desiderio di trovare il proprio posto nel
           mondo.
           Quando Anton sparisce, l’unico indizio per seguirne le tracce è una cartolina che arriva
           da Istanbul, e anche se sopra non c’è scritto nulla, Ali sa che è lì che suo fratello si
           nasconde. Si lascia allora alle spalle la vita a Berlino, lo studio della matematica e gli
           allenamenti di box, e parte, impaziente di riunirsi al gemello – la persona che condivide i
           suoi ricordi, il suo specchio. Nella città sul Bosforo, le sue indagini cominciano nel mondo
           sotterraneo di una metropoli scintillante e tentacolare, profondamente lacerata – tra
           piazza Taksim e Gezi Park – da una violenza politica senza precedenti. La ricerca di Anton
           diventa per Ali l’occasione per scavare nella storia della sua famiglia, segnata dalle
           vicende che hanno scosso l’Europa del Novecento, ma anche dall’alcol e dalla violenza
           domestica, da incontri fortuiti, matrimoni combinati e grandi storie d’amore. E mentre
           intorno a lei parole come “casa”, “paese”, “lingua madre” e “genere” non hanno più
           alcun significato, Ali riesce a scavare anche dentro di sé e a interrogarsi su un corpo in
           cui non si riconosce, sull’eredità culturale che porta in dote e sui contorni di un avvenire
           senza certezze e senza confini.
           «Sasha Marianna Salzmann riflette con grande intelligenza su memoria, identità e migrazione,
           chiedendosi se la lingua, la nazionalità o il genere siano davvero fondamentali per definire chi
           siamo». World Literature Today - «Una nuova voce narrante, fresca e di grande talento, che
           conquista dalla prima all’ultima pagina». Die Zeit - «Salzmann sa fare teatro – questo l’ha
           dimostrato – ma anche prosa, con grande disinvoltura». Der Spiegel - «Un esordio grandioso».
           Frankfurter Allgemeine Zeitung - «Indimenticabile». Stern
           Sasha Marianna Salzmann è nata a Volgograd nel 1985, è cresciuta a Mosca e oggi vive tra
           Berlino e Istanbul. Emigrata con la famiglia in Germania nel 1995, ha studiato letteratura, teatro e
           comunicazione all’università di Hildesheim e oggi insegna scrittura creativa in Germania, Turchia,
           Spagna e negli Stati Uniti. I suoi racconti e poesie hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, le sue
           sceneggiature per il teatro sono state tradotte e messe in scena in più di venti paesi (è autrice al
           teatro Maxim Gorki di Berlino e fondatrice del Neue Institut für Dramatisches Schreiben. Fuori di
           sé, il suo primo romanzo, è stato nella sestina finalista al Deutscher Buchpreis, il più alto
           riconoscimento letterario tedesco e ha ricevuto Premio Jürgen Ponto-Stiftung.
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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Daniele Derossi
Marsilio                                          Non sono stato io

                                                   collana: Romanzi e racconti
                                                   pp. 160, euro 16,00
                                                   In libreria dal 21 febbraio 2019

                                            L’autunno in un paesino di montagna del
                                            Piemonte, all’ombra di un vecchio castello. Nel
                                            vecchio castello l’ombra di un antico
                                            negromante. Non sono stato io racconta una
                                            storia di grandi impegnati a spettegolare di
                                            matrimoni e di politica, mentre un bambino,
                                           lasciato solo con le sue paure, si avventura tra i
           boschi, fino ai sotterranei del castello, dove sta il segreto che tiene sospeso il
           fiato di tutta la regione.
           «Se non avete un posto nella vostra libreria per Non sono stato io, tra Dürrenmatt e
           Ammaniti, trovatelo al più presto». Marcello Fois

           Giacomo ha dieci anni e il suo rapporto col mondo è problematico. Alla riapertura delle
           scuole, non è più a Londra, la città dove è cresciuto, ma a Serana, in Piemonte. Il paese è
           piccolo, gli abitanti sono pochi e tutti si conoscono.
           Tutti sanno che Ada, la madre di Giacomo, è tornata a vivere da sua madre, in paese,
           perché il matrimonio con Bashir, lo scienziato pakistano, è finito. E tutti sanno che è
           finito perché qualcosa è successo – e non è un tradimento. Tutti stanno in silenzio ma
           nessuno ha un segreto: questa è Serana. Guardano Ada, la seguono, bisbigliano, e solo
           Radames – il parrucchiere – e Mariella – la sua compagna di banco del liceo – le parlano.
           Quando però Jennifer, la figlia della verduraia, scompare e tutti accusano gli zingari di
           averla rapita, qualcuno confessa ad Antonia Del Corvo, la giornalista incaricata di seguire
           il caso, che a Serana le persone scompaiono da sempre e sempre scompariranno, perché
           Serana è un paese cresciuto all’ombra del castello del Negromante.
           Al contrario della madre, che ha cominciato un corso di ceramica e una relazione con un
           uomo sposato, Giacomo non si è ancora fatto molti amici, e di certo Jennifer, così
           smorfiosa, non gli era simpatica, e tanto meno Letizia, migliore amica di Jennifer e figlia
           di Mariella. Non gli piace andare alle feste: lui e Roby, il bambino con cui passa i
           pomeriggi a giocare, si annoiano, ma si annoiavano di più prima che Jennifer
           scomparisse. Ora in giro ci sono carabinieri e giornalisti, e la strada per il castello del
           Negromante è diventata avventurosa perché molto sorvegliata. E nessuno, da secoli,
           aveva ritrovato la porta per i sotterranei del castello, nemmeno i carabinieri...

           Daniele Derossi è nato a Torino. Dopo la laurea in Biologia, ha conseguito un dottorato
           di ricerca presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Dal 2009 collabora con la
           coreografa Luigia Riva: insieme, hanno creato le performance Incorpore[o], Inretita e
           Intempo, presentate in vari spazi e teatri, tra cui il Centre Pompidou, il Théâtre National
           de Chaillot e il Museo Maxxi di Roma. Nel 2013 ha pubblicato con Bompiani il suo primo
           romanzo, Nel cuore dell’anatomista.

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Marina Mander
Marsilio                                              L’età straniera
                                                      collana: Romanzi e racconti
                                                      pp. 176 ca., euro 16,00
                                                      In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                      «Marina Mander conferma il suo grande
                                                      talento nella costruzione di “voci” autentiche
                                                      e originalissime. Leo, diciassettenne ironico,
                                                      sensibile e dissacrante, è un mentore perfetto
                                                      in un mondo sempre più straniero, da ogni
                                                      punto di vista». Benedetta Tobagi

           Leo non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto ma un po’ d’erba sì. Ha una
           madre, Margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che è stato
           matematico, è stato intelligente, è stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è affogato con
           l’accappatoio e le ciabatte. Leo odia gli accappatoi, le ciabatte e pure il mare. Odia le
           cose fino a quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non studia,
           non fuma, non ha madre né padre – o forse sì ma non ci sono – e si prostituisce. Florin si
           prostituisce e la madre decide di ospitarlo, sistemandolo in camera di Leo, perché la casa
           è piccola e perché «forse potete farvi bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto
           l’amore con nessuno e Florin che fa l’amore con tutti rimangono nella stessa stanza. Leo
           pensa di odiare Florin, che comunque meglio di una cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e
           Florin è tutto corpo, questo pensa Leo che racconta la storia. La scimmia lo chiama,
           come le tre scimmiette Iwazaru, la scimmia che non parla. In realtà entrambi sono tutto,
           perché sono adolescenti e perché hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani.
           Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio a occidente: mistico per Leo (in
           continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di aver ucciso il
           padre) e fisico per Florin (in balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora).

           Marina Mander, triestina, vive e lavora a Milano. Tra le sue opere di narrativa: Manuale
           di ipocondria fantastica (Transeuropa 2000, et al. 2012), Catalogo degli addii (Editions
           du Rouergue 2008, et al. 2010), La prima vera bugia (et al. 2011), pubblicato in diversi
           paesi europei e negli Stati Uniti e adattato per il teatro con il titolo “A corto di bugie”,
           Nessundorma (Mondadori 2013, finalista Premio Rapallo-Carige) e Il potere del miao. I
           gatti che mi hanno cambiato la vita (Mondadori 2015). Ha scritto per Il Piccolo, Vanity
           Fair e il New York Times.

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Edogawa Ranpo
Marsilio                                          La strana storia dell’Isola Panorama
                                                  A cura di Alberto Zanonato

                                                  collana: Mille gru
                                                  pp. 176 ca., euro 15,00
                                                  In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                  Da uno dei più uno dei più grandi maestri della
                                                  narrativa noir e d’investigazione giapponese, in
                                                  prima traduzione italiana un romanzo mistery
                                                  sul concetto di identità e sul disagio indotto
                                                  dalla modernizzazione.

           La strana storia dell’Isola Panorama è un romanzo mistery che ben esemplifica le
           caratteristiche che hanno reso Edogawa Ranpo un classico del genere letterario: come
           nel romanzo Il principe e il povero di Mark Twain, l’intrigo prende le mosse dallo
           stratagemma narrativo dello scambio di identità, che permette all’indigente
           protagonista di venire catapultato in una condizione di estremo benessere economico e
           di accedere a un patrimonio smisurato. Lo scambio comporta tuttavia che la sua identità
           originale vada perduta, perché il personaggio a cui si va a sostituire è un facoltoso ex
           compagno di studi che è deceduto. Se l’incredibile somiglianza fisica sembrerebbe
           dunque non poter bastare per giustificare la resurrezione di un defunto, l’autore trova
           una convincente spiegazione nel fenomeno della sepoltura prematura, reso celebre
           dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, che viene esplicitamente citato anche nel
           romanzo. Un intreccio ben congegnato che si sviluppa tra macabri dissotterramenti,
           occultamenti di cadaveri, omicidi efferati e suicidi simulati, folli utopie e crisi di
           onnipotenza conduce il lettore verso un finale pirotecnico in cui il protagonista, come in
           ogni mistery che si rispetti, dovrà affrontare la figura di un detective che sembra essere
           pronto a smascherarlo.

           Edogawa Ranpo, pseudonimo di Hirai Taro, è stato uno dei più rappresentativi e prolifici
           scrittori di detective stories. Vissuto tra il 1894 e il 1965, debutta nel 1923 sulle pagine
           della rivista Shinseinen con un nome d’arte che intende omaggiare uno dei suoi punti di
           riferimento letterari, Edgar Allan Poe, di cui rappresenta la pronuncia nipponizzata, e
           negli anni successivi scriverà più di cento tra romanzi e racconti brevi. Maestro del
           genere mistery e poliziesco, i temi principali intorno a cui è imperniata la sua poetica
           sono la problematizzazione del concetto di identità e il disagio indotto dalla
           modernizzazione e dal nuovo stile di vita metropolitano, intrisi di un’estetica
           decadentista macabra e grottesca.

           Alberto Zanonato (1991) ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e civiltà dell’Asia e
           dell’Africa mediterranea a Ca’ Foscari ed ha a lungo studiato in Giapppne, prima
           all’Università di Osaka e poi a Kyoto. Risiede a Tokio dal 2015.

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Anna Grue
Marsilio                                             Questioni di famiglia

                                                     Traduzione di Eva Valvo
                                                     collana: Farfalle
                                                     pp. 480, euro 18,50
                                                     In libreria dal 14 febbraio 2019

                                                     Dalla Danimarca, il quarto caso per Dan
                                                     Sommerdahl, il Detective Calvo.

           Impegnato a contrastare uno stalker che tormenta la sua fidanzata, Dan Sommerdahl –
           brillante ex pubblicitario che un esaurimento nervoso ha spinto a lasciare una carriera di
           successo per indossare i panni dell’investigatore privato – viene contattato da un
           politico in vista che chiede il suo aiuto. Due dei suoi figli sono morti in circostanze poco
           chiare esattamente ventisette giorni dopo il loro sedicesimo compleanno. Una
           coincidenza inquietante, e ora che anche Malthe, il terzogenito, sta per compiere sedici
           anni, l’ansia cresce. Mentre Malthe, insieme ad altri settantamila giovani, si prepara a
           seguire il leggendario festival rock di Roskilde, per il Detective Calvo comincia il conto
           alla rovescia.

           «Dan Sommerdahl è tornato. Una buona notizia per chi l’ha già seguito. Chi non l’ha
           fatto, non potrà che rimanere sedotto da questo investigatore privato che mette il suo
           innato spirito d’osservazione e la sua tenacia a disposizione della verità. Personaggi
           accattivanti e intrigo perfetto». L’Est Éclair

           «I danesi hanno una nuova star del crime che può tranquillamente competere con
           Camilla Läckberg». Dagbladet

           Anna Grue (1957) è la più nota autrice di genere danese. Giornalista e scrittrice, ha
           raggiunto il successo con la serie del Detective Calvo, di cui Marsilio ha già pubblicato
           Nessuno conosce il mio nome, Il bacio del traditore e L’arte di morire. Dan Sommerdahl è
           diventato in Europa un beniamino del pubblico, celebrato dalla stampa per la sua
           arguzia e il suo calore. Anna Grue ha tre figli e vive con il marito nei pressi di
           Copenaghen.

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Federica Fantozzi
Marsilio                                           Il meticcio
                                                   collana: Farfalle
                                                   pp. 256, euro 16,00
                                                   In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                   Un collezionista di diamanti dal passato
                                                   misterioso. Un nigeriano senza impronte
                                                   digitali in fuga attraverso i continenti. Una
                                                   montagna che nasconde un segreto pulsante
                                                   come un cuore. Torna in libreria con una nuova
                                                   indagine Amalia Pinter, la giovane giornalista
                                                   protagonista del Logista.

           Roma, estate torrida del 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a
           Fiumicino, Amalia manda a monte un’operazione del suo ex amico Alfredo Pani,
           poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo di élite contro la criminalità organizzata. Per
           colpa sua, si perdono le tracce di Bambino, un corriere dell’Ascia Nera, la più pericolosa
           e spietata mafia nigeriana lanciata alla conquista dell’Europa continentale attraverso un
           patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui
           lavora Amalia, le cose non vanno bene: le vendite calano, l’ansia cresce. Il Capo la
           spedisce a un’asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato
           da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria
           privacy. Lo chiamano “l’uomo dal tocco magico”, perché in pochi anni ha scalato il
           settore acquistando giacimenti esauriti per poi renderli produttivi.
           Quando inaspettatamente le due piste si incrociano, Amalia si ritrova “arruolata” come
           agente sotto copertura da un Palio di Siena particolarmente cruento al sole di Palermo.
           Dovrà inerpicarsi tra i tornanti e le ginestre del parco delle Madonie fino a una clinica
           sperduta. Per scoprire che cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per
           riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in
           un sodalizio criminale che minaccia i mercati globali.

           Hanno detto de Il logista:

           «Una settimana con il fiato sospeso». Chiara Gamberale, Io Donna

           «Un tono che mescola thriller e commedia, una trama ben costruita che fa amare la
           protagonista dalla prima all’ultima pagina». Lara Crinò, L’Espresso

           Federica Fantozzi è nata a Roma. Giornalista politica e parlamentare per l’Unità, adesso
           scrive per Il Mattino e Il venerdì di Repubblica. Ha pubblicato per Marsilio i thriller Caccia
           a Emy (2000), Notte sul Negev (2001) e Il logista (2017), di cui Il meticcio rappresenta il
           seguito. Tutti i suoi libri traggono spunto da fatti di cronaca.

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Paolo Ercolani
Marsilio                                     Figli di un Io minore
                                             Dalla società aperta alla società ottusa
                                              Collana: Ancora
                                              pp. 160, euro 12
                                              In libreria dal 21 febbraio 2019

                                              La filosofia che aiuta a decifrare il mondo: una
                                              piccola anatomia della vita quotidiana per ritrovare
                                              il senso dell’agire come individui e come società.

           Che fine ha fatto la società aperta descritta da Karl Popper? Il liberalismo propugnato dal
           pensatore austriaco ha davvero creato un uomo migliore? Secondo Paolo Ercolani quella
           che stiamo vivendo non è tanto una regressione verso una società chiusa, quanto la
           transizione verso un’inedita forma di società, che non esita a definire ottusa. Se cuore di
           quella aperta era il confronto tra gli individui dotati di pensiero riflessivo allo scopo di
           raggiungere il meglio per tutti, individuato nella democrazia, oggi i presupposti di questo
           modello – pensiero critico, conoscenza, l’idea stessa di democrazia – appaiono
           drammaticamente in crisi. Qual è la genesi di questa disfatta? Possiamo ritrovarne le
           tappe nella storia? Affrontando ciascuno di questi nodi con l’ausilio degli strumenti
           elaborati nel corso dei secoli dalla filosofia, Ercolani ci guida in un viaggio attraverso «la
           gaia incoscienza» dei milioni di utenti che ogni giorno adoperano le tecnologie
           illudendosi che siano meri strumenti al servizio della loro volontà. Cerca inoltre di
           individuare altrettante forme di resistenza che possono arrivare dall’informazione e
           dalla scuola, pensate e strutturate in modo nuovo, diametralmente opposto al prevalere
           delle mistificazioni e del conformismo attuali.

           Paolo Ercolani (Roma, 1972), filosofo, insegna all’Università Carlo Bo di Urbino. Scrive
           per varie testate tra cui La Lettura del Corriere della Sera, il manifesto, L’Espresso e
           Micromega. Cura il blog «L’urto del pensiero» e collabora con Rai Educational Filosofia.
           Ha pubblicato vari volumi, tra cui, per Marsilio, Contro le donne. Storia e critica del più
           antico pregiudizio (2016).

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Camillo Langone
Marsilio                                           Dei miei vini estremi
                                                   Un ebbro viaggio in Italia
                                                   Collana: Cartabianca
                                                   pp. 128 ca., euro 15,00
                                                   In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                   A cinquant’anni dai viaggi di Mario Soldati e
                                                   Paolo Monelli, Camillo Langone si rimette alla
                                                   ricerca dei territori e dei miracoli naturali, della
                                                   bellezza, della grazia, della sincerità del vino
                                                   italiano. Storie di donne e uomini dietro piccole
                                                   e grandi imprese enologiche, territori, etichette
                                                   più o meno famose, ma sempre irregolari,
                                                   eccentriche, talvolta irriverenti.

           Cosa ci fa un lambruschista a Barbaresco? E un autoctonista con una bottiglia di
           Sassicaia? Il viaggio di Langone sulle strade del vino italiano parte da una provocazione e
           uno spiazzamento, è racconto esilarante, poco sensibile ai sentieri battuti ma affascinato
           dalla vera cultura della terra e della tradizione. Agli occhi di un devoto eterodosso e non
           riconciliato come l’autore, di fronte a una bottiglia di vino il degustatore di oggi ha come
           unico interesse la «trasparenza» delle etichette e l’«onestà» delle certificazioni
           biologiche. Sprovvisto di acume filosofico (o di fede), indifferente al suo stesso gusto,
           continua ad approcciarsi alla bevanda che mette in contatto uomini e dèi come un
           sonnambulo, inconsapevole di quanta verità e bellezza si dissipi tra finti supertuscans e
           barrique omologanti. Contro l’appiattimento del palato, la retorica stantia e le false
           promesse, in questo excursus tra prodotti e protagonisti della più umana e struggente
           delle culture Langone attraversa il paese con il rispetto religioso dell’appassionato,
           insofferente ai miti farlocchi del made in Italy e del «prodotto naturale» (con la
           consapevolezza che «l’unico vino davvero naturale è l’aceto»). L’autore di Bengodi e dei
           Pensieri del lambrusco disegna così una geografia dell’Italia eccentrica ed eterodossa, in
           cui accanto alle cantine più nobili e celebrate si trovano storie di vini eroici, rarissimi o
           comunissimi, comunque estremi.

           Camillo Langone vive a Parma dopo avere collezionato un buon numero di città
           (Potenza, Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Trani). Scrive
           su Il Foglio e su Il Giornale, occupandosi in particolar modo di letteratura, architettura,
           arte, enogastronomia e religione. Per Marsilio ha pubblicato Il collezionista di città
           (2006), La vera religione spiegata alle ragazze (2007), Bengodi. I piaceri dell’autarchia
           (2011), Eccellenti pittori. Gli artisti italiani di oggi da conoscere, ammirare, collezionare
           (2013) e Pensieri del lambrusco. Contro l’invasione (2016).

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NOVITÀ MARSILIO E SONZOGNO FEBBRAIO 2019 NARRATIVA - Marsilio Editori
Enrico Carocci (a cura di)
Marsilio                                           Stanley Kubrick
                                                    Collana: Elementi
                                                    pp. 192, euro 12,50
                                                    In libreria dal 14 febbraio 2019

                                                    A vent’anni dalla scomparsa di Kubrick, il libro
                                                    ne analizza sei capolavori assoluti: Il dottor
                                                    Stranamore, 2001: Odissea nello spazio,
                                                    Arancia meccanica, Barry Lyndon, Full Metal
                                                    Jacket, Eyes Wide Shut.

           «Guardare un film è come fare un sogno a occhi aperti. Agisce su parti del cervello che
           vengono raggiunte solo dai sogni o dal teatro, e lì si possono esplorare le cose senza
           alcuna responsabilità della coscienza». Stanley Kubrick

           Stanley Kubrick è ancora senza dubbio l’autore cinematografico per eccellenza. I suoi
           film affascinano spettatori di tutte le generazioni. Il segreto risiede forse nella natura
           “mediana” del suo lavoro: Kubrick controllava ogni fase della realizzazione di un film,
           come un indipendente, ma rimase sempre nel quadro di un dialogo costante con le
           major hollywoodiane. Inoltre affrontava questioni filosofiche e tendeva all’astrazione del
           pensiero, ma lo faceva sollecitando le emozioni e i sensi del pubblico. La vitalità del suo
           cinema, intellettuale e popolare al tempo stesso, sembra ancora ben lontana
           dall’esaurirsi. Lo stile visivo, l’utilizzo delle musiche, i personaggi e le invenzioni narrative
           di Kubrick sono parte di un immaginario condiviso, che non smette di rigenerarsi e di
           nutrire la cultura visuale contemporanea.

           Enrico Carocci è professore associato presso l’Università Roma Tre, dove insegna
           Estetica del cinema e dei media e Interpretazione e analisi del film. È autore di articoli
           apparsi in riviste scientifiche e in volume, e di studi monografici tra cui Il sistema
           schermo-mente. Cinema narrativo e coinvolgimento emozionale (2018).

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Andrea De Luca
Marsilio                                          La scienza, la morte, gli spiriti
                                                  Le origini del romanzo noir in Italia
                                                  fra Otto e Novecento
                                                  Collana: Saggi
                                                  pp. 160, euro 16
                                                  In libreria dal 28 febbraio 2019

                                                 In Italia, la nascita del romanzo noir e d’indagine è a
                                                 sua volta un giallo. Una genesi fortemente
                                                 caratterizzata dal dualismo classico tra scienza e
                                                 intuito, tra metodo e istinto che si perde in una
                                                 giungla di etichette: noir, poliziesco, giudiziario,
                                                 thriller. In questo scenario, Andrea De Luca analizza
           il lato oscuro della letteratura italiana e la fascinazione per la morte, ricostruendo quel
           “filo nero” che legava Conan Doyle con Francesco Mastriani, e che ha toccato,
           mettendoli in contatto, letterati come Pirandello e Capuana.

           In un mondo trasformato dal progresso tecnologico e dalle rivoluzioni industriali del XIX
           secolo, gli ambienti culturali più diversi sono dominati dal Positivismo e da un forte
           impulso a estendere le metodologie scientifiche alle scienze dell’uomo: antropologia,
           sociologia, demografia, politica.
           Nello stesso periodo, però, alla vasta ricognizione delle tradizioni popolari e dei culti
           ancestrali si accompagna una crescente curiosità per l’aldilà, per il mistero, per tutto ciò
           che non può essere spiegato con fredde leggi biologiche o meccaniche.
           All’ignoto, al mistero, all’occulto vengono allora applicate nuove metodologie
           d’indagine, fondate sulle scienze naturali: nasce così il romanzo di investigazione o
           giudiziario che sfrutta entrambe le tendenze, spiegare con la scienza il mistero della
           morte. Il presente saggio si incunea in questa terra di mezzo, dove la letteratura del
           mistero muove i suoi primi passi all’ombra dei grandi letterati tra Otto e Novecento.
           Luogo fondamentale di incontro erano i salotti medianici dove medium e tavole rotanti
           stabilivano contatti con altre dimensioni.

           Andrea De Luca è laureato in Lingue, Letterature e Culture Moderne all’Università
           d’Annunzio di Pescara. Dopo vari anni di docenza universitaria in Estonia, Francia e
           Slovacchia, vive e insegna in Belgio dove è membro della Società Dante Alighieri. Ha
           ottenuto un dottorato in Letterature Comparate con una ricerca sulle origini del
           romanzo giallo in Italia. Autore di numerosi articoli pubblicati in Italia e all’estero, i suoi
           principali interessi di ricerca sono il romanzo d’appendice, i circoli letterari ottocenteschi
           di Napoli, la moderna ricezione filmica dei classici italiani e il cinema italiano di genere.

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Giuseppe Barbieri
Marsilio                                               I Colli Euganei
                                                       A cura di Francesca Favaro
                                                       Postfazione di Giulio Osto

                                                       Collana: Giorni
                                                       pp. 136, euro 14,00
                                                       In libreria dal 21 febbraio 2019

                                                       Un’edizione corredata di un ampio
                                                       commento, il cui fine è quello di rendere
                                                       più vicina un’opera significativa per la
                                                       cultura del tempo, che contribuì
                                                       fortemente a rendere Barbieri, poeta
                                                       erudito e raffinato, l’incontrastato cantore
                                                       dei Colli Euganei.

           Originario di Bassano del Grappa, Giuseppe Barbieri (1774-1852), religioso e docente,
           oratore sacro e poeta, allievo prediletto di Melchiorre Cesarotti, trascorse gran parte
           della sua vita a Padova e sui Colli Euganei. Alla cerchia delle alture euganee Barbieri
           dedicò un poemetto in endecasillabi sciolti, pubblicato per la prima volta nel 1806, che
           costituisce un’importante dimostrazione non solo del suo personale attaccamento al
           lembo di territorio veneto sul quale si sofferma e di cui percorre e attraversa le località,
           ma anche (e soprattutto) della sua spiccata propensione per una poesia descrittiva che,
           secondo il monito oraziano, sappia dilettare e insegnare al contempo. Di questo
           poemetto si propone ora una edizione corredata di un ampio commento, il cui fine è
           quello di rendere più vicina un’opera, significativa per la cultura del tempo, che contribuì
           fortemente a rendere Barbieri l’incontrastato cantore dei Colli Euganei.

           Francesca Favaro è dottore di ricerca in filologia ed ermeneutica italiana. Collabora con
           il Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Università degli Studi di Padova. Ha
           pubblicato numerosi volumi e saggi su autori dal Seicento al Novecento.

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Madeline Miller
Sonzogno                                               Circe

                                                       Traduzione di Marinella Magrì
                                                       pp. 416, euro 19
                                                       In libreria dal 14 febbraio 2019

                                                   Dall’autrice vincitrice dell’Orange Prize con il
                                                   romanzo d’esordio La canzone d’Achille, moderna
                                                   rielaborazione della storia di Achille e Patroclo e
                                                   del loro amore proibito, una nuova rivisitazione
                                                   del mito: con Circe Madeline Miller trasforma la
                                                   più spietata figura femminile dell’Odissea in
                                                   un’eroina a pieno titolo. Tra i libri da non perdere
                                                   per il Guardian, Cosmopolitan, Boston Globe ed
                                                   Esquire, con Circe Madeline Miller ha scalato
                                                   ancora le classifiche di vendita rimanendo per
           mesi nella classifica dei libri più venduti del New York Times.

           Nella casa del dio Sole nasce una bambina, Circe, tanto diversa dai suoi genitori e fratelli
           divini. Ha un aspetto fosco, un carattere difficile e, soprattutto, preferisce la compagnia
           dei mortali a quella degli dèi. Per queste sue eccentricità, e a seguito dei primi amori
           infelici, finirà esiliata sull’isola di Eea, dove affinerà le arti magiche, scoprirà le virtù delle
           piante e apprenderà ad addomesticare le bestie. Qui il suo destino si incrocerà con
           quello di alcuni dei principali eroi della mitologia classica: l’inventore Dedalo e il suo
           figlio ribelle Icaro, il mostruoso Minotauro, l’avventuroso Giasone e la tragica Medea, e
           poi, naturalmente, il suo amato Odisseo, ma anche il figlio di lui Telemaco e la moglie
           Penelope.
           Sulla base di una solida conoscenza delle fonti Madeline Miller ricostruisce la storia della
           stirpe del Sole, finora conosciuta per frammenti mai esaminati nelle loro relazioni, per
           raccontare una delle figure più affascinanti e misteriose del mito.
           «Sappiamo tutto della storia di Circe, la conosciamo da migliaia di anni, eppure nella
           lussureggiante riscrittura di Madeline Miller questa vicenda continua a turbarci e a sorprenderci.
           La luce femminista con cui Miller ha scelto di illuminarla rivela dettagli inediti e il destino di Circe
           ci appare al tempo stesso divino e mortale, inverosimile eppure autenticamente umano». The
           Washington Post
           «Miller costruisce un grande romanzo attraverso i frammenti che l’antichità ci ha lascito,
           valorizzando fonti classiche finora trascurate. Circe è scatenata, pura delizia, e un romanzo da
           divorare avidamente tutto d’un fiato». The Guardian
           «Una narrazione epica e intima, capace di illuminare una storia conosciuta con una nuova
           prospettiva e dare voce a un personaggio complesso e mutevole». The New York Times
           «Dopo il suo straordinario esordio, Madeline Miller restituisce in Circe la parola a un personaggio
           minore di Omero, risalendo fino al momento della sua nascita e restituendo un grande
           personaggio femminista». Le Monde
           Madeline Miller è nata a Boston nel 1978, ha un dottorato in Lettere classiche alla Brown
           University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Il suo
           primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un bestseller internazionale, ha
           vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Attualmente vive a Narberth,
           Pennsylvania, con il marito e i due figli.

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Paola Tavella
Sonzogno                                          Il sesso magico
                                                  Perché le donne intelligenti sono stupide
                                                  in amore
                                                   pp. 208, euro 16
                                                   In libreria dal 14 febbraio 2019

                                               Autobiografia immaginaria di Paola Tavella,
                                               giornalista, insegnante di yoga e attivista
                                               femminista da sempre, Il sesso magico traccia
                                               l’accidentato percorso di guarigione dai guai
                                               dell’amore. Ambientato in una miriade di luoghi e
                                               di tempi – dalla Londra agli albori del punk, dove la
                                               protagonista lavora in un topless bar, fino ai resort
           thailandesi in cui le occidentali vanno a nascondersi per dimenticare un divorzio,
           passando per Genova – questo non è soltanto il racconto di una vita femminile lunga e
           tumultuosa, ma piuttosto un bilancio erotico, sentimentale e spirituale, e il viaggio
           verso la meta di un deliziato disincanto.

           Lei ha sessant’anni, è femminista da quando ne aveva quindici, ha sempre praticato
           yoga e meditazione eppure niente l’ha salvata dal dolore e dai guai dell’amore. Si è
           innamorata per l’ultima volta a quarant’anni di un ennesimo uomo bello, bugiardo e
           traditore, e il disastro l’ha tramortita. Ma il suo maestro messicano di meditazione, Guru
           Dev, le ha sussurrato: «Nella vita hai due possibilità: soffri, o non soffri». Guru Dev ha
           cercato di insegnarle a non soffrire, perché essere fedeli non è nella natura degli uomini,
           nemmeno dei migliori, e una signora può sopravvivere lo stesso splendidamente
           accettando questa realtà. Ma sulla strada della guarigione – forse definitiva – sono state
           necessarie anche molte amiche assennate, oppure scriteriate, una feroce disamina dei
           propri errori, il ritorno alla chiave magica dell’infanzia, la compagnia dei cani.
           Paola Tavella, giornalista, scrittrice, insegnante di kundalini yoga e meditazione, ha
           sempre lavorato per quotidiani e riviste ed è stata due volte portavoce del ministero per
           le Pari opportunità. Ha scritto Il prigioniero, con Anna Laura Borghetti (Mondadori, 1998;
           Feltrinelli 2003), Gli ultimi della classe (Mondadori 2000; Feltrinelli 2007), I nuovi italiani,
           con Livia Turco (Mondadori 2005), Madri selvagge con Alessandra Di Pietro (Einaudi
           2006). Ha due figli e vive a Roma, con un bassotto.

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