D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
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DDONNE ONNECHIESA CHIESAMOND MONDOO MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO NUMERO 102 LUGLIO 2021 CITTÀ DEL VATICANO MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO NUMERO 102 LUGLIO 2021 CITTÀ DEL VATICANO
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Numero 102 luglio 2021 LE IDEE Autorità e profezia Q uesto mese presentiamo donne «terremoto»: donne che hanno provocato scosse inaspettate e messo in ballo gli equilibri del loro tempo, a volte pagando caro il prezzo di questo scompiglio. Ne abbiamo esempi in tutte le religio- ni, le Scritture e il Corano ce le raccontano. Dalla Chiesa, per la quale hanno talvolta dato la vita, sono state considerate ribelli, al- cune anche eretiche. Sono donne protagoniste del loro destino, che hanno sfidato il po- tere e si sono scontrate con le gerarchie (maschili) per porre problemi rivelatesi poi profetici. Alcune sono state riabilitate solo dopo la morte. Forse il loro è stato una sorta di «martirio ecclesiale». Queste storie non sono semplicemente un altro fronte della «guerra tra i sessi». Anche se il maschilismo ha indubbiamente giocato un ruo- D ONNE CHIESA MOND O lo nella loro sorte, non si tratta solo di questo. La questione di fondo è se l’autorità è aperta a riconoscere la profezia, soprattutto quando si Mensile de L’Osservatore Romano presenta, come fa spesso e come ha fatto nel caso di queste donne, per canali estranei ai luoghi di potere. La profezia rompe schemi e crea di- Sito Web sordine; è fondamentalmente scomoda. Non ha paura di mettere in di- WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/IT/ D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML scussione abitudini e strutture. Ascoltare un profeta è sempre un ri- schio, perché implica essere disposti ad abbandonare la propria zona di Edizioni comfort e convertirsi a livello personale e istituzionalmente. Inglese La profezia non si oppone alla legge: semplicemente la precede. WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/EN/ Profezia e autorità non si contrappongono neanche tra loro: al contra- WOMEN-CHURCH-WORLD.HTML rio. Per i cristiani sono entrambi doni dello Spirito, che a tutti chiede di Spagnolo mettersi in cammino. L’ autorità deve però imparare ad accogliere e di- WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/ES/ scernere. Nell’ambito della Chiesa cattolica, deve distinguere tra la MUJERS-IGLESIA-MUND O.HTML Tradizione, derivante dalla Rivelazione, e le tradizioni nate da schemi Francese culturali superabili. L’autorità non deve avere paura di abbandonare WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/FR/ costumi o sicurezze e, accogliendo la novità portata da Gesù, deve rico- FEMMES-EGLISE-MONDE.HTML noscere la voce del Pastore anche nei piccoli ed emarginati, portatori Portoghese spesso di un sensus fidei che è cammino di vita nuova per la Chiesa stessa. WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PT/ D all’altra parte, i profeti devono superare la tentazione della auto-refe- MULHER-IGREJA-MUND O.HTML renzialità. Il dono da loro ricevuto è per la comunione e servizio del Po- Tedesco polo di Dio, e questo diventa guida nel travaglio del discernimento. WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/DE/ Servono risposte profetiche alle tante domande di oggi? La questio- FRAUEN-KIRCHE-WELT.HTML ne è se siamo pronti a riconoscerle, e a scoprire nelle domande poste Polacco dalle donne un orizzonte e una prospettiva per il bene di tutti. WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PL/ KOBIETY-KOSCIOL-SWIAT.HTML MARTA RODRIGUEZ D ONNE CHIESA MONDO 1
6 SOMMARIO LE IDEE NELL’ISLAM Autorità e profezia Agar, Khadija, Maria: MARTA RODRIGUEZ A PAG. 1 non arrendersi segno di fede SHAHRZAD HOUSHMAND ZADEH A PAG. 16 COPERTINA Un ribelle dipinge la ribelle: GUERRIERE la pulzella di Rossetti Giovanna d’Arco, il coraggio YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN A PAG. 5 che ribalta gli equilibri MARINA BENEDETTI A PAG. 18 AGENDA La festa di Maria Maddalena SAPIENTI e la Giornata dei nonni La sfida di Juana de la Cruz VALERIA PENDENZA A PAG. 5 MARÍA LUISA ASPE ARMELLA A PAG. 22 INTERVISTA INTERVISTA Il procuratore Manzini: Dacia Maraini: una suora mafia e devozione distorta protofemminista BIANCA STANCANELLI A PAG. 6 GLORIA SATTA A PAG. 24 TEMA DEL MESE LAICHE Donne con il carisma Adriana Zarri, l’anticipatrice della provocazione MARIANGELA MARAVIGLIA A PAG. 26 ADRIANA VALERIO A PAG. 9 FONDATRICI MATRIARCHE Chiara Lubich, la voce Rebecca, un piano “eversivo” di dentro e il Focolare LAURA INVERNIZZI A PAG. 13 LUIGINO BRUNI A PAG. 29 SCRITTURE MADRI DEL CONCILIO Myriam, vita e destino Pilar Bellosillo, fedele critica AMY-JILL LEVINE A PAG. 15 ADELA GONZÁLEZ A PAG. 33 D ONNE CHIESA MONDO 2
24 D ONNE CHIESA MOND O COMITATO DI DIREZIONE Ritanna Armeni Francesca Bugliani Knox Elena Buia Rutt Yvonne Dohna Schlobitten Chiara Giaccardi Shahrzad Houshmand Zadeh Amy-Jill Levine Marta Rodríguez Díaz LA STORIA Giorgia Salatiello Carola Susani Congregazioni di vita attiva: Rita Pinci (coordinatrice) alle origini di una scelta IN REDAZIONE ALESSIA LIROSI A PAG. 36 Giulia Galeotti Silvia Guidi OSSERVATORIO Valeria Pendenza L’America Latina, Susana e la riforma del Celam REALIZZATO INSIEME A Elisa Calessi, Lucia Capuzzi LUCIA CAPUZZI A PAG. 40 Laura Eduati, Romilda Ferrauto Federica Re David COPERTINA Anna Milano LIBRI IMPAGINAZIONE Marco De Angelis Simonelli/ Eva PUBBLICAZIONE ON LINE MARINELLA PERRONI A PAG. 4 Marco Sinisi ORGANIZZAZIONE Suchon/Della morale e... Piero Di Domenicantonio SILVIA GUIDI A PAG. 38 CONTATTI Redazione Sarchi/ Il dono redazione.donnechiesamondo.or@spc.va di Antonia Abbonamenti ELISA CALESSI A PAG. 38 osservatoreromano.it/pages/abbonamenti.html abbonamenti.donnechiesamondo.or@spc.va 3 D ONNE CHIESA MOND O
Tiziano, «Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre», particolare, ca 1550, Museo del Prado, Madrid (Wikimedia commons) INAPERTURA Raccontando Eva la prima donna: una storia di storie di MARINELLA PERRONI biblico: «Eva è una, Eva è nessuna, Eva è cento- M mila: un personaggio che si dispiega in molti ai banale né scontato, uno volti e in molte realtà, fino a perdersi, ma anche scritto di Cristina Simonelli ritrovarsi, nella propria immagine moltiplicata» ha sempre un che di “avven- (p. 8). Una cattività nella quale il rigido con- turoso”. Per la lingua, raffi- fronto con Maria, così accattivante per il piano nata ma mai artefatta, per lo regolatore dell’ordine simbolico maschile, ma svolgimento rigoroso ma mai lineare, per l’ac- così ambivalente e spesso rovinoso per lei come cesso a fonti letterarie antiche e recenti, sapien- per tutte le donne di sempre, l’ha ulteriormente temente inanellate affinché l’insieme non risulti costretta e da cui Simonelli nell’ultimo capitolo, mai monocorde, ma sinfonico. Fonti che, dallo un po’ come nei grandi libri di avventure fanta- studio di quella letteratura tradizionalmente stiche, arriva finalmente a liberarla (tra Eva e classificata come “patristica”, Simonelli ha im- Maria, Dio: pp. 129-156) con un coraggioso af- parato a trattare non solo come testi scritti, ma fondo teologico che, per «custodire Eva in Ma- come evocazioni di personaggi e figure che in- ria e narrare Maria con Eva» sceglie il «registro terloquiscono tra loro e con il lettore sul grande simbolico adatto alle strade e alle case di questo sfondo dell’immaginario religioso e della rifles- mondo mescolato, intriso di spiritualità ben ol- sione teologica. tre i cortili del sacro» (p. 148s). Questa volta, poi, Simonelli chiama in scena Nelle quattro “stanze”, che a prima vista ri- Eva, la prima donna di cui intende, come recita il chiamano l’itinerario del “castello interiore” sottotitolo, raccontare la “storia” che altro non della mistica ma che in realtà vogliono essere, è, però, se non una storia di storie. Perché Eva, come in poesia, parti di una grande composizio- “potente” come figura ne, Simonelli affastella in un disordine che, co- archetipica, da tempo me sentenziò in una celebre massima Paul Clau- chiede di essere final- del, è «la delizia dell’immaginazione», le tante mente liberata dallo storie sulla “madre di tutti i viventi”. Tutte tra stato di cattività in cui loro comunicanti, le stanze non obbligano a un l’hanno costretta secoli andamento lineare e progressivo ma consentono di pensiero “dottrina- di attraversare ripetutamente soglie, di entrare e rio” e di essere restitui- uscire senza mai ritrovarsi al punto di partenza. ta allo smalto policro- Di questo piccolo, prezioso libro, è molto mo di quei racconti mi- difficile parlare: va solo letto e riletto. tici delle origini che fanno da incipit al Li- Cristina Simonelli, Eva, la prima donna. Storia e bro, il grande codice storie, Il Mulino D ONNE CHIESA MONDO 4
COPERTINA Un ribelle dipinge una ribelle di YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN L a copertina di questo mese è “Jehane la pucelle” del britannico Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) famoso “poeta che dipinge” della Confra- ternita dei Preraffaelliti, movimento artistico della seconda metà dell’Ot- tocento. L’essenza di una ribelle cristiana è più che la rappresentazione di un’eroi- na storica con la spada simbolo di coraggio accoppiata a uno sguardo visionario. Rossetti, che aveva dipinto diverse versioni di Giovanna d’Arco, lotta contro la morte mentre lavora a questo che è il suo ultimo quadro. È una lotta contro la sua sofferenza nella forma di una femme fatale. La tensione tra il rosso e il rosa ci- pria fa scorrere l’intero quadro "nel suo rinvio al futuro puro”, se ricorriamo ai li- neamenti dell’estetica religiosa di Romano Guardini. Gli occhi grigi della santa vengono da un vedere interiore, come se le labbra sensuali riceveressero un bacio che “non può più essere fondato a partire dal mondo”. La concretezza simbolica e l’i- deale sono sostituiti da opposti della forma che danno spazio a un “desiderio da desiderare” per contribuire a cambiare la società. AGENDA 1 luglio - Segretaria dei vescovi tedeschi Ufficio nazionale pastorale della famiglia. La teologa Beate Gilles, esperta in comunica- zione e in problemi sociali, è segretaria gene- 22 luglio – Santa Maria Maddalena rale della Conferenza episcopale tedesca. È la Festa di Santa Maria Maddalena. A giugno prima donna ad assumere l’incarico. del 2016 Papa Francesco stabilì che il giorno della memoria liturgica fosse elevato a festa, 5 luglio - Formazione per la vita consacrata al pari di quella degli Apostoli. Corso estivo annuale di formazione per la vi- ta consacrata promosso dall’Istituto Superio- 25 luglio - Giornata dei nonni re di Scienze Religiose dell’Ateneo Regina Istituita il 31 gennaio dal Papa, si celebra la Apostolorum. Giornata mondiale dei nonni. La festa cade l’ultima domenica di luglio, in prossimità del- 11-25 luglio - Corso consulenza familiare la ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, i A La Thuile in Valle d’Aosta Corso di Alta “nonni” di Gesù. Formazione in consulenza familiare con spe- cializzazione pastorale promosso dalla Cei, a cura di Valeria Pendenza 5 D ONNE CHIESA MOND O
La devozione distorta per Maria Il procuratore Marisa Manzini: la mafia usa i riti religiosi di BIANCA STANCANELLI suoi trent’anni di lavoro come pubblico mini- C’ stero Marisa Manzini, la donna magistrato che è il boss latitante che custo- nel settembre scorso la Pontificia Accademia disce nel suo bunker sotter- Mariana Internazionale ha nominato tra gli raneo il ritratto della Vergine esperti del neonato Dipartimento di analisi e di in una cornice d’oro. C’è la studio dei fenomeni criminali e mafiosi. vedova di ‘ndrangheta che Piemontese, Manzini, che è stata anche con- prega la Madonna di rivelarle i nomi degli as- sulente della commissione d’inchiesta sulla ma- sassini del marito perché i figli possano vendi- fia del Parlamento italiano, è oggi procuratore carlo. C’è il killer che invoca la benedizione di aggiunto presso il tribunale di Cosenza. Donne Maria prima di impugnare le armi. Chiesa Mondo le ha chiesto di parlare della pro- Sulla figura della Madonna si allungano “i pria esperienza. lacci delle mafie”, come li ha definiti papa Francesco, soprattutto in Calabria. E in Cala- Vuol tracciare un primo bilancio del suo lavoro nella PA- bria, nelle trincee giudiziarie più esposte contro MI? la ‘ndrangheta, ha trascorso quasi per intero i In questi primi mesi è stata messa a punto un’i- D ONNE CHIESA MONDO 6
La festa della Madonna di Polsi, santuario mariano della frazione di Polsi nel comune di San Luca, Reggio Calabria (Ansa) Accanto, il magistrato Marisa Manzini (foto di cortesia) INTERVISTA dea di divulgazione, con il proposito di far co- una funzione importante. Spesso si è ritenuto noscere che cosa è la mafia e, per quel che mi che la donna, all’interno delle famiglie di riguarda, che cosa è la ‘ndrangheta. Abbiamo ‘ndrangheta, abbia un ruolo secondario, ma lavorato su seminari, aperti a un pubblico am- non è così. Malgrado l’organizzazione sia ma- pio, anche di imprenditori, perché in questo schilista e sia affidato ai maschi il compito di momento storico, con le difficoltà create dalla compiere i delitti più efferati, la donna ha il pandemia, la tendenza della ‘ndrangheta a in- ruolo decisivo di assicurare l’unità e la compat- filtrarsi nell’economia è particolarmente perico- tezza del nucleo familiare. losa. Poi abbiamo cominciato a trattare la capa- cità delle mafie di ottenere consenso, strumen- È noto che la ‘ndrangheta ha celebrato tradizionalmente i talizzando i valori conosciuti da tutti i cittadini, suoi riti e le sue riunioni nel Santuario della Madonna di primi fra tutti i valori religiosi. Noi siamo una Polsi, luogo che considera sacro. È ancora così? nazione cristiana, cattolica. Conosciamo le re- C’è purtroppo il precedente gravissimo di don gole della Chiesa, i suoi valori. La ‘ndrangheta Pino Strangio, rettore del Santuario e parroco e le mafie in generale usano i riti, le cerimonie, di San Luca, il comune dove si trova il Santua- i simboli religiosi per ottenere consenso. rio, che venne accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel 2017 il vescovo di Lo- Il 15 agosto 2020, in una lettera indirizzata nel giorno cri ha accolto la sua richiesta di dispensa dal- della Festa dell’Assunta all’Accademia Mariana, il Papa l’incarico, prendendo una posizione molto net- ha scritto che occorre “liberare la Madonna dai lacci delle ta, e ha chiesto al nuovo rettore, don Tonino mafie”. Come spiega l’insistenza delle associazioni crimi- Saraco, di restituire quel luogo sacro ai fedeli. nali sulla figura di Maria? Mi sono soffermata molto – e non io soltanto – All’ostentazione pubblica si affianca l’esibizione privata sulle ragioni della particolare predilezione della della devozione. Nel bunker sotterraneo dove si nasconde- ‘ndrangheta per la figura della Madonna. Cre- va, da latitante, il boss calabrese Nicolino Grande Aracri, do che la risposta vada cercata nella particola- venne trovato un dipinto, con una vistosa cornice d’oro, rità di questa associazione criminale: la ‘ndran- che raffigurava, appunto, la Madonna di Polsi. gheta, rispetto alle altre mafie, è criminalità or- Non gli venne trovata solo quell’effigie. In una ganizzata che si fonda sui legami familiari. Al- perquisizione nella sua casa si scoprì anche una l’interno della famiglia, la donna ha un ruolo statua della Madonna e una di San Michele Ar- rilevante: genera le persone che andranno a cangelo, molti santini. In modo distorto, inac- formare l’esercito ndranghetista, trasmette ai fi- cettabile per chiunque conosca la religione cri- gli i disvalori mafiosi, protegge il nucleo fami- stiana, Grande Aracri si sente probabilmente liare e ne garantisce l’unità. Alla Madonna si attribuiscono compiti analoghi? Magistrato in Calabria, è stata nominata Sì, io credo che vi sia da parte degli ndranghe- un anno fa nel Dipartimento della tisti l’individuazione della Madre di Cristo co- me Colei che può tutelare il nucleo della fami- Pontificia Accademia Mariana istituito glia, non strettamente anagrafico, unificandolo per studiare i fenomeni criminali e mafiosi e ricomponendo, anche attraverso la vendetta, le fratture che dentro quel nucleo si creano. È 7 D ONNE CHIESA MOND O
un uomo religioso. Ripeto: per noi è inaccetta- se ha assunto una posizione molto netta contro bile, ma è così. lo strapotere ’ndranghetista nello strumentaliz- zare la religione. Anche dopo, però, ci sono sta- Un po’ come i fratelli mafiosi Graviano che si facevano il ti tentativi di condizionare le processioni: nel segno della croce prima di sedersi a tavola anche dopo 2014, per esempio, l’inchino della Madonna da- aver ordinato di uccidere il parroco palermitano don Pino vanti alla casa di un boss a Oppido Mamertina, Puglisi. comune in provincia di Reggio Calabria. In Ricordo una donna calabrese che mi colpì, si quell’occasione il vescovo ha subito reagito, chiamava Giuseppina Iacopetta. Le era stato impedendo di proseguire nelle processioni se ucciso il marito e, in un’intercettazione, la sen- queste dovevano essere l’occasione per appiat- tii pregare la Madonna affinché aiutasse i suoi tirsi di fronte alle richieste degli ndranghetisti. figli a trovare gli assassini del padre perché il sangue di quegli uomini potesse scorrere ai Lei ha pubblicato un libro intitolato «Fai silenzio ca par- suoi piedi. Pregava veramente la Madonna per rasti assai». Parrasti: parlasti… Un arrogante invito al questo, con convinzione. silenzio rivolto da un boss, Pantaleone Mancuso, a un magistrato. Quanto è efficace la parola contro la ‘ndran- Da piemontese, lei ha trascorso quasi tutta la sua espe- gheta? rienza professionale come magistrato in Calabria. Quan- Ero io quel magistrato. Da pubblico ministero do si accorse della pretesa della ‘ndrangheta di usare la in un processo, avevo appena finito di inter- religione a fini di consenso? rogare un collaboratore di giustizia quando Ero uditore giudiziario a Torino nel 1992, l’an- Mancuso cominciò a inveire contro di me. Le no delle stragi mafiose. Come tutti i tirocinanti sue frasi erano rivolte a me, ma soprattutto al che amavano il diritto penale, mi sentii talmen- territorio. Il boss, benché fosse al 41 bis e te coinvolta dall’assassinio di Giovanni Falcone parlasse in videoconferenza, voleva lanciare e di Paolo Borsellino da voler fare un’esperien- un messaggio preciso a chi lo ascoltava: atten- za al Sud. Su consiglio di un collega più anzia- zione, sono ancora io il capo. La mafia e la no, scelsi la Calabria. Cominciai da Lamezia ‘ndrangheta hanno certamente paura delle pa- Terme. E iniziando a studiare il fenomeno della role. La loro legge è il silenzio, chi parla scar- ‘ndrangheta, leggendo le dichiarazioni dei col- dina dall’interno le chiusure di quel mondo. laboratori di giustizia, interrogandoli, subito mi resi conto del modo in cui viene strumenta- Per la prima volta un magistrato, vittima di mafia, Ro- lizzata la religione. Basti dire che l’inserimento sario Livatino, è stato proclamato beato dalla Chiesa. nella famiglia criminale avviene attraverso una Quali emozioni, quali riflessioni le ha provocato questa cerimonia che viene chiamata il “battesimo”. beatificazione? Io sono credente; tutto quello che ho fatto nel- Nel giugno 2014 il Papa scelse proprio la Calabria per la mia esistenza l’ho fatto con la consapevolez- pronunciare la sua scomunica contro i mafiosi. Quale eco za che ci sono valori ai quali bisogna riferirsi. ebbero quelle parole, soprattutto nell’organizzazione crimi- Così, la beatificazione di Livatino, un magistra- nale? to che era prima di tutto una persona di fede, è È stato un grido che ha consentito di prendere stata per me una grande felicità. Per chi svolge coscienza. Quelle parole hanno dato un grande la mia professione, deve rappresentare una luce scossone alla chiesa, ai vescovi. La Cei calabre- che ci guida. D ONNE CHIESA MONDO 8
Ernest Normand, «Esther denuncia Haman», 1888 (Wikimedia commons) TEMA DEL MESE Il carisma della provocazione Ribelli profetiche: donne che osano e cambiano la storia P di ADRIANA VALERIO* erché la profezia inquieta chi la esercita? E perché incute timore nel- le autorità costituite? Forse la risposta sta nel fatto che non è un in- carico istituzionale gestito dalle autorità, ma un libero dono dello Spirito rivolto a chiunque, senza discriminazioni di età, di sesso e di condizione sociale, segno dei tempi messianici, come aveva annun- ciato il profeta Gioele (Gl 3,1-2) e come aveva ben compreso la co- munità delle origini (Atti 2, 17-18): «Negli ultimi giorni, dice il Si- gnore, Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vo- stri anziani faranno dei sogni. E anche sui miei servi e sulle mie ser- ve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno». Lo Spirito, dunque, dà la capacità a ognuno di profetare, cioè di par- 9 D ONNE CHIESA MOND O
EX LIBRIS Adriana Valerio lare con libertà e osare sfidare il comune sentire in nome di una Le ribelli di Dio comprensione più profonda dei disegni di Dio. Feltrinelli Non è sempre facile individuare e accettare la voce profetica, spesso interpretata come ribellione; non lo è stato soprattutto per le donne le cui azioni e parole sono state tante volte osteggiate perché intese come illecitamente trasgressive. Eppure, la Bibbia è ricca di narrazioni di donne protagoniste del loro destino, che hanno sapu- to sfidare pregiudizi e poteri: che hanno osato trasgredire le leggi umane, come Sara e Rebecca che intervengono nella linea della di- scendenza e della promessa cambiandone il percorso; come le leva- Angela Esposito trici che salvano Mosè contravvenendo ai provvedimenti ingiusti Le madri del Faraone che voleva la morte dei bambini ebrei o come Ester che di Israele aiuta il popolo a salvarsi da un sicuro sterminio sfidando i comandi Lev dell’imperatore persiano Assuero. Donne che hanno osato opporsi all’autorità maschile, come Miriam che, nei confronti di Mosè, ri- vendica il proprio ruolo profetico, o come Giuditta che con astuzia uccide il nemico Oloferne sovvertendo i suoi progetti di dominio. Oppure, donne che hanno osato piegare gli ordinamenti maschili a difesa dei propri diritti, come Tamar e Rut che hanno saputo inter- pretare la legge del levirato mettendo in sicurezza la propria iden- tità e dignità femminili. Per non parlare delle donne che Gesù in- contra e che incrinano le sue certezze, come la siro-fenicia, o che M. Alessandra pungolano la sua riflessione sulle ipocrisie sociali, come l’adultera e Soleti la prostituta. Margherita L’essere audaci, trasgressive, ribelli è un tratto che accompagna Porete: la storia delle donne e soprattutto di quelle che consapevolmente si un processo sono sentite investite di una missione profetica. E la profezia, si sa, ancora aperto non è un carisma da vivere nel privato, ma è un dono che lo Spirito Il Poligrafo elargisce per edificare, esortare o consolare la comunità (1Cor 12,28). È carisma ministeriale con una marcata dimensione pubblica e po- litica che guida il gruppo dei credenti verso il bene comune (1Cor 14,4) e, allo stesso tempo, è un dono spirituale, perché discende di- rettamente dalla Ruah di Dio. Per questo nella storia del cristiane- Adriana Valerio simo troviamo tante donne che hanno avuto la forza di parlare con Domenica libertà, con quella che i greci chiamavano parrhesìa, la franchezza di da Paradiso esprimersi anche davanti ai potenti sfidando spesso i comodi assetti San Paolo del potere costituito. Fu consapevole autonomia quella di Chiara d’Assisi che, nel di- fendere il privilegio della povertà, oppose a Innocenzo III la propria coscienza: «A nessun patto e mai, in eterno, desidero essere dispen- sata dalla sequela di Cristo» (Leggenda di Chiara, 14). Fu vocazio- ne pastorale quella di Domenica Narducci che, davanti al vescovo D ONNE CHIESA MONDO 10
di Firenze, difese agli inizi del Cinquecento il proprio ruolo di pre- Caravaggio, «Giuditta dicatrice, consapevole che la Chiesa ha bisogno delle donne e che e Oloferne», 1599 circa Dio chiama chiunque egli voglia, anche il genere femminile, a par- Galleria nazionale d’arte lare profeticamente in suo nome e ad annunciare la sua parola. antica, Palazzo Barberini Fu difesa del proprio pensiero rivoluzionario quella che manife- Roma stò l’indomita Margherita Porete che non si piegò all’intimazione (Wikimedia Commons) dell’Inquisizione di abiurare la propria fede in una Chiesa grande delle anime semplici che vivono direttamente un’esperienza d’amo- re con Dio, o quella della fiera Giovanna d’Arco che rifiutò di sot- tomettersi ai giudici per fedeltà alle voci interiori che l’avevano spinta a liberare la Francia dal dominio inglese. Fu meditata autocoscienza quella di Teresa d’Avila, giudicata “femmina inquieta, vagabonda, disubbidiente e contumace” per la sua determinazione di donna consapevole della durezza dei tempi e delle ingiuste limitazioni imposte al genere femminile. Fu appello al diritto per le donne allo studio quello della poetes- sa Juana Inés de la Cruz, la monaca messicana costretta ad abiu- rare davanti al tribunale dell’Inquisizione per aver chiesto l’accesso alla conoscenza a tutti coloro che avevano talento e virtù. E l’elenco potrebbe continuare a lungo nel segnalare quelle donne guardate con sospetto, emarginate, censurate, esecrate perché considerate donnicciuole ribelli, disobbedienti e persino eretiche da un’istituzione Chiesa che spesso si è dovuta ricredere sulle proprie dure posizioni di condanna o su semplici pregiudizi. È opportuno, però, richiamare alcune figure a noi più vicine, sensibili interpreti dei segni dei tempi. Ricordiamo le accuse rivolte a Maria Montessori per il metodo pedagogico ritenuto dannoso da molti cattolici perché scardinava i principi immutabili della peda- gogia dell’epoca. Maria, pur non prendendo posizioni nette contro la gerarchia cattolica che la spinse a emigrare all’estero, rimase fer- ma nella sua visione positiva e gioiosa dell’essere umano e nella pro- 11 D ONNE CHIESA MOND O
Spagnoletto, «Giacobbe carpisce la benedizione di Isacco con l’aiuto di Rebecca», 1637 Museo del Prado, Madrid A sinistra, Maria Montessori (Wikimedia commons) posta pedagogica finalizzata alla costruzione di una umanità fonda- ta su rapporti di pace e di amore. Tre volte candidata al Nobel per la Pace, soffrì molto per l’incomprensione da parte di alcuni catto- lici che sconfessarono ingiustamente il suo metodo che metteva il bambino al centro del suo progetto educativo all’interno di una vi- sione profetica di “rinnovamento cosmico”. Non meno combattive sono state alcune donne invitate al conci- lio Vaticano II in veste di uditrici. Particolarmente intraprendente è stata la madre Mary Luke Tobin, presidente della Conferenza delle Superiori Maggiori degli Istituti Femminili degli Stati uniti, nel sollecitare i perplessi padri conciliari a istanze di cambiamenti per la vita religiosa femminile, né si fece intimorire dall’ostruzionismo Forse, proprio la loro di alcuni cardinali. Difese sempre con forza le proprie posizioni e spiritualità non venne mai meno al suo impegno civile anche dopo il conclave, schierandosi contro le guerre, a difesa dei diritti umani e per una anti-dogmatica ha maggiore valorizzazione dei ministeri femminili nella Chiesa. spaventato le autorità Ha anche osato molto la messicana Luz Maria Longoria, presi- dente, insieme al marito José Icaza Manero, del Movimento della ecclesiastiche. Famiglia Cristiana. Luz Maria non esitò, in presenza di attoniti ve- Forse, da qui deriva scovi ed esperti, a contrapporsi alle tradizionali posizioni sulla real- tà matrimoniale definendoli fuori dalla realtà e proponendo una una difficoltà nuova immagine di famiglia poggiata sull'amore coniugale e sulla ad accettare la libertà responsabilità genitoriale. Dopo il concilio, continuò anche lei, in- sieme al marito, ad impegnarsi in difesa dei diritti umani e ad essere delle donne di fede attiva nella teologia della liberazione non poche volte in contrastato e a riconoscere, anche con il clero messicano. Alla spagnola Pilar Bellosillo, presidente dell’Unione Mondiale se nei tempi diluiti delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, anche lei uditrice al Va- della storia, la loro ticano II, non fu concessa la parola nonostante per due volte fosse indicata come portavoce del gruppo degli uditori: non era consen- voce anticipatrice tito, infatti, alle donne di parlare nell’assemblea conciliare. In segui- dei tempi nuovi to, lei stessa osò sfidare Papa Paolo VI e la commissione di studio sui ministeri non accettando che venissero limitate la libertà di ri- cerca e di espressione delle partecipanti. Forse, proprio questa spiritualità anti-dogmatica e anti-autorita- ria ha spaventato le autorità ecclesiastiche. Forse, da qui deriva una difficoltà ad accettare la libertà delle donne di fede e a riconoscere, anche se nei tempi diluiti della storia, la loro voce profetica, antici- patrice dei tempi nuovi. *Storica e teologa, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università Federico II di Napoli D ONNE CHIESA MONDO 12
MATRIARCHE Il piano “eversivo” di Rebecca Il secondo figlio al posto del primo: l’inganno che cambiò la storia di LAURA INVERNIZZI* l’aveva incontrato al pozzo, lui le era corso in- L’ contro e — unico — le aveva rivolto la parola, uomo che aveva sposato non l’aveva ammirata in silenzio, l’aveva adornata era quello che pensava. Le pa- di gioielli. Accettò di buon grado di partire su- role, lo sguardo, i regali: sem- bito con lui, ma tutti, suo padre, suo fratello e brava tutto bello, ma ben pre- persino sua madre si erano ben guardati dal sto si rese conto che la realtà farle sapere chi fosse veramente quell’uomo. era un’altra. Per di più, lei era la sola a non es- La disillusione è un’esperienza che nessuna sersene accorta e nessuno l’aveva messa in donna mette in preventivo. guardia. Andò con lui, ma non divenne sua sposa: fu Rebecca era bellissima, spigliata e intrapren- data in moglie a Isacco, figlio di Abramo, deci- dente, ma in casa non le rivolgevano mai la pa- samente meno attivo ed estroverso: l’uomo con rola né mai le chiedevano che cosa pensasse: cui era partita da casa era solo un servo, inviato era una donna. Non aveva accesso – quanto l’a- a cercare moglie per il figlio del padrone. Il ma- vrebbe desiderato! — alla tenda del padre, dove trimonio da sogno durò quindi meno di un questi e suo fratello prendevano le decisioni per viaggio. Quando si rese conto di essere stata in- tutti. Avevano scelto anche per lei, disponendo gannata dai suoi era troppo tardi. Lontana da a proprio vantaggio del suo futuro e della sua casa, in un Paese straniero, sola: l’avvenire non vita, senza preoccuparsi dei rischi cui l’avreb- era come l’aveva immaginato. bero esposta e, quel che è peggio, l’avevano il- Mai avrebbe pensato di sposare un uomo lusa di essere lei a decidere di seguire quell’uo- così statico! Col tempo imparò a conoscerlo nei mo venuto da lontano che l’aveva sedotta. Non suoi gusti, nelle sue ferite, negli argomenti ta- le era parso vero quel giorno che le chiedessero bù, nelle sue debolezze, nella sua totale man- un parere prima di darla in moglie! Quando canza di iniziativa: era un uomo di poche pre- 13 D ONNE CHIESA MOND O
tese, un perdente, incredibilmente fatalista. disposta ad accettare che tutto procedesse con L’aveva amata fin dal primo istante — è vero — patriarcale inerzia. Prese il comando, con la ri- ma lei aveva sentito che lui stava cercando solo solutezza di un tempo, ricorrendo alla sua co- consolazione per il dolore della perdita di sua noscenza del marito e a ogni mezzo per garan- madre. Quell’amore non bastava a farle guar- tire una possibilità a Giacobbe, disposta persi- dare al futuro con speranza né a farla sentire no a separarsene, per evitare che il risentimen- donna. In seguito, Isacco sarebbe giunto persi- to di Esaù causasse l’irreparabile. L’inganno, no a farla sentire in colpa per la sua bellezza, a questa volta ordito da lei, ai danni di Isacco, negarle la dignità di moglie, nascondendola infermo e cieco, cambiò la storia: pensando di sotto il ruolo di sorella, come già suo padre benedire un figlio, questi rivolse all’altro la be- aveva fatto con sua madre. A lui che cercava in nedizione auspicata. Nessuno fece nulla per lei sembianze materne, d’altro canto, lei non metterlo in guardia, avvisarlo dell’errore o trat- riusciva a dare figli; la sua intraprendenza ben tenerlo. presto si disciolse nel languore. Di fronte alla Neppure Dio. sua sterilità, lui pregava il suo Dio. Il terrore lo assalì quando si rese conto di Dopo vent’anni, fu esaudito. La vita tornò aver benedetto il figlio “sbagliato”, ma quello in lei, ma la gravidanza, a lungo attesa, fu a tal punto travagliata da lasciarla senza parole e senza fiato, col timore di morire. Perché tutto questo? Perché a lei? Perché vivere, se la vita Facendo benedire dal marito Isacco desiderata è solo sofferenza? Fu allora che Re- Giacobbe al posto di Esaù becca decise di fare di testa sua: andò personal- mente – lei, donna – a consultare il Signore. sovvertì la linea di successione. Ottenne risposta, ma il sibillino oracolo non Ma questa era la profezia a lei affidata alleviò il suo disagio: la sua situazione imme- diata di dolore non fu minimamente considera- ta, anzi, vi fu aggiunto il presagio di complica- zioni future. Al momento del parto, si confer- mò quanto il suo intuito femminile aveva anti- era il figlio “giusto” nella preferenza un tempo cipato: erano due gemelli. espressa da Dio: «Il maggiore servirà il mino- La turbolenza del loro conflitto, da lei co- re». Rebecca non fece mai riferimento all’ulti- nosciuta e patita fin dal grembo materno, rag- ma parte dell’oracolo ricevuto anni prima per giunse l’apice quando si iniziò a parlare di suc- motivare il suo agire: tessendo le fortune della cessione. Il rozzo Esaù non era chiaramente al- famiglia, non agì esplicitamente per Dio, ma l’altezza, ma era il primogenito e Isacco non per le proprie ragioni di donna e di madre. Tale pensava che a lui. Nel suo cuore di madre, in- sovvertimento, però, era la profezia a lei affida- vece, lei abbracciava entrambi i figli, sebbene ta, cui la sua iniziativa materna diede concre- con Giacobbe avesse un rapporto speciale. In tezza nella storia. lui, calmo ma scaltro, scorgeva le qualità adatte per tutelare il benessere di tutti. Questi, però, *Ausiliaria diocesana (Milano), biblista, docente era il minore e le tradizioni non gli lasciavano Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale scampo. Rebecca allora si ribellò. Non era più e Università Cattolica del Sacro Cuore D ONNE CHIESA MONDO 14
Alexey Tyranov, «La madre di Mosè», 1839-42 Galleria statale Tretyakov, Mosca (Wikimedia commons) SCRITTURE Miriam, vita e destino All’origine del nome le parole amarezza e ribellione di AMY-JILL LEVINE ebrei vengano affogati. Una madre ebrea depone L il proprio figlio in un cesto sul Nilo nella speranza e Scritture d’Israele menzionano cin- che un egiziano lo salvi. La figlia del faraone vede que donne “profeta”: Miriam (Esodo il bambino, deduce che è un israelita e, sfidando 15, 20), D ebora (Giudici 4, 4), Culda gli ordini del padre, decide di crescerlo. Allora la (2 Re 22, 14; 2 Cronache 34, 22), la ma- sorella del bambino, in seguito identificata con dre del figlio di Isaia (Isaia 8, 3) e Miriam, dice: «Devo andarti a chiamare una nu- Noadia (Neemia 6, 14). Gioele 3, 1-2 ed Ezechiele 13, 17 trice tra le donne ebree, perché allatti per te il menzionano donne che profetizzano e il Talmud, bambino?» (Esodo 2, 7). Miriam, l’ebrea schiava, compendio ebraico post-biblico, aggiunge Sara, protegge suo fratello e, di riflesso, il suo popolo. Anna, Abigail ed Ester. Il Nuovo Testamento de- Quando infine gli Israeliti sfuggono alla schia- scrive diverse donne che profetizzano, tra cui An- vitù, Mosè e gli Israeliti cantano un canto che na (Luca 2, 36-37), le quattro figlie di Filippo (Atti esalta la salvezza di Dio (Esodo 15, 1). Tuttavia, Eso- 21, 9) e alcune donne nella congregazione di Co- do 15, 20-21 recita: «Allora Miriam, la profetessa, rinto (1 Corinzi 11, 5). sorella di Aronne, prese in mano un timpano: die- I profeti biblici trasmettono messaggi di giu- tro a lei uscirono le donne con i timpani, forman- stizia: offrono una visione di ciò che dovrebbe e do cori di danze. Miriam fece loro (plurale ma- potrebbe essere. Spesso sfidano lo status quo. schile) cantare il ritornello: “Cantate (plurale ma- Quando c’è resistenza, danno prova di convinzio- schile) al Signore perché ha mirabilmente trion- ne e coraggio. fato”». Miriam costituisce il modello della profetessa. Oltre alle donne, Miriam esorta a cantare an- Sebbene le origini del suo nome siano ignote, la che gli uomini. Per giunta, poiché donne come tradizione ebraica ne propone due letture. Anzi- Debora (Giudici 5), Anna (1 Samuele 2, 1-10) e Giu- tutto potrebbe derivare dalla parola ebraica che ditta (Giuditta 16) hanno celebrato la vittoria col sta per “amarezza” e quindi riflettere la nascita in canto, è probabile che Miriam abbia composto il schiavitù di Miriam (Esodo 1, 14). Ma potrebbe an- Cantico di Mosè originale. che derivare dalla parola ebraica che significa “ri- Infine, Miriam addirittura sfida Mosè. «Mi- bellione”. riam e Aronne parlarono contro Mosè a causa del- Secondo Esodo 2, il faraone, signore dell’Egit- la donna cuscita che aveva sposata» (Numeri 12, 1). to, ordina che tutti i figli maschi nati a schiavi In questo verso Miriam è citata prima di suo fra- 15 D ONNE CHIESA MOND O
A destra: Guillaume Rouillé, Ritratto di Khadija, 1553 in «Promptuarii iconum insigniorum» (Wikimedia Commons). A sinistra: Josef Straka, «Agar e Ismaele nel deserto», 1888 Belvedere, Vienna tello, il sacerdote Aronne, e per di più il verbo ebraico tradotto con “parlarono” è al singolare femminile. Quando la sintassi ebraica usa la for- Non arrendersi ma singolare femminile del verbo per un soggetto composto misto (per esempio Genesi 33, 7) l’enfasi è posta sulla donna. segno di fede La rimostranza di Miriam non è rivolta contro il matrimonio misto con una donna cuscita (ter- mine che probabilmente indica l’Etiopia; l’antica La corsa di Agar fa oggi parte parafrasi aramaica ebraica di questo verso glossa “cuscita” con “bella”). Piuttosto, Miriam parla a del pellegrinaggio alla Mecca nome di questa moglie, poiché Mosè, rimanendo ritualmente puro visti i suoi frequenti contatti con di SHAHRZAD HOUSHMAND ZADEH P il divino, non è un buon marito. Quando lei (e Aronne) domandano «Il Signore ha forse parlato uò mai la ribellione da parte di una soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato an- donna coincidere con uno spirito profe- che per mezzo nostro?» (Numeri 12, 2) la risposta è tico in quanto capace di prevedere e «sì, ha parlato anche per mezzo vostro». Dio scrivere il futuro? Spesso le religioni manda a Miriam la lebbra per aver sfidato l’auto- chiedono obbedienza, sottomissione e rità di Mosè, ma gli israeliti attendono che sia silenzio, soprattutto alle donne, ma qui parliamo di guarita prima di proseguire il loro cammino. Il donne unendo altre due parole: ribelli e profetiche. profeta Michea (6, 4) afferma che Dio ha manda- In realtà ribellarsi è la metà della fede secondo to “Mosè, Aronne e Miriam” a guidare il popolo. la somma formula proposta dall’islam: La ilaha il- Più di un millennio dopo, un’altra Miriam ha l’Allah, non c'è alcun dio tranne Iddio. Per realizza- protetto un bambino e, cantando, ha sfidato l’au- re la fede prima ci si chiede il rifiuto, la negazione, torità e celebrato la vittoria di Dio. Luca 1, 27 iden- la battaglia contro tutto ciò che crea idoli dentro e tifica «una vergine, promessa sposa di un uomo fuori, per poter essere in modo autentico credenti (…) chiamato Giuseppe». La vergine si chiamava in un solo Dio. Mariam, traduzione greca dell’ebraico Miriam. Ecco cinque figure di donne ribelli e profetiche Il nome ricorda quell’altra Miriam, che guidò nella storia e tradizione islamica. il suo popolo fuori dalla schiavitù. Ricorda anche La prima è la madre del profeta Mosè. Il Cora- Mariamne, la moglie asmodea di Erode il Gran- no narra la storia di una madre mite e piena di de, che rappresentava il governo ebraico piutto- amore verso il proprio bambino che è destinato ad sto che romano. Quando Mariam canta «ha guar- essere ucciso. Lei non si lascia andare, prega, pian- dato l’umiltà della sua serva» (in greco: doule; Luca ge sì, ma non si sottomette. Si ribella e le viene pro- 1, 48) ricordiamo Miriam e il suo popolo, schiavi posto di affidarsi ad un progetto in apparenza con- in Egitto. Quando Mariam proclama «ha rove- tro la stessa ragione! Da parte del suo Signore rice- sciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» ve infatti una via di salvezza per il figlio che è con- (Luca 1, 52) ricordiamo l’esodo. Miriam e la sua tro la logica del mondo: «Allatta il tuo bambino e omonima Mariam sono profetesse le cui parole e quando temi per la sua vita gettalo nel fiume» (Co- azioni resistono contro qualsiasi cosa impedisca rano 28, 7). Una fede grande ed autentica porta la agli uomini di prosperare. madre di Mosè a compiere un gesto estremo: accet- D ONNE CHIESA MONDO 16
NELL’ISLAM passi di questa donna come parte integrante del so- lenne rito religioso (Corano 2,158) correndo sette volte tra le due colline oggi collegate da un corri- doio coperto, bevendo della stessa acqua ancora oggi zampillante chiamata zam zam. La quarta donna da menzionare è Khadija, la ricca commerciante della Mecca che diventa la mo- glie amata del profeta Mohammad grazie alla sua ribellione ai costumi del tempo: è lei che chiede la mano del giovane Mohammad. Più grande di lui di 15 anni, separata con prole, s’innamora del suo giovane operaio e affronta con coraggio il giudizio ta la proposta e si fida della Voce. Vera ribelle al de- della gente sfidando tutti. Ma la sua vera battaglia stino della morte e dell’ingiustizia, il Corano le ri- e ribellione autentica è quando crede e sostiene il serva un verbo riferito ai maggiori profeti cioè marito e il suo messaggio profetico contro i potenti Awhayna: Noi abbiamo rivelato alla madre di Mosè corrotti della società, in difesa degli oppressi e de- ciò che doveva compiere» [ibidem]. gli ultimi, mettendo il suo patrimonio a disposizio- Un’altra grande ribelle ricordata nel Corano è ne di questo progetto monoteistico. Ed è così che la moglie del Faraone, l’uomo più potente del suo prende il titolo onorifico di Khadija al kubra: la più tempo. Ribellarsi a lui era inconcepibile per chiun- grande. que, e invece una donna l’ha fatto: sua moglie. Lei La quinta ribelle profetica, madre di sapienza, ha tutto e può continuare a godersi la ricchezza del fede e coraggio, non è altro che Maria. Lei inizia la mondo, invece sceglie di remare contro, in difesa di battaglia e la ricerca del bene e della luce già dalla Mosè, a favore degli oppressi (Corano 66, 11-16). Da tenera età secondo il racconto coranico (Corano 19 prendere come esempio, secondo il Corano. La sua ,16). Nel ventunesimo capitolo che si intitola I pro- ribellione è autentico atto religioso. feti, dopo la narrazione della vita di una quindicina La terza ribelle dai gesti profetici è Agar, ab- di loro, ecco apparire il nome di Maria, come il fior bandonata dal profeta Abramo. Nella sua situazio- fiore dei profeti. ne chiunque perde la speranza e la fede, invece Mihrab, dalla radice harb, si traduce “luogo della questa meravigliosa donna non si ferma nemmeno battaglia”. Oggi la nicchia all’interno delle mo- davanti all’abbandono di Dio stesso, combatte schee che ospita l’imam che guida la preghiera si contro ogni disperazione, va oltre il limite, corre chiama Mihrab. Il Corano per farci meditare su per cercare acqua per il figlio Ismaele assetato, al- quest’aspetto combattente di Maria nomina la pa- lontanato e lasciato insieme a lei in una terra arida rola mihrab una sola volta e quest’unica volta è rife- e senza anima viva. Secondo il racconto della tradi- rita a lei (Corano 3,37). Assai significativo: Maria zione islamica, Agar si mette a correre tra le due non è la donna sottomessa e in silenzio passivo, ma colline di Safa e Marwa, allora disabitate, per sette lei è la vera combattente contro ogni ignoranza, in- volte. Riconoscendo il suo coraggio, il Dio della giustizia, e crede oltre ogni confine e limite. La bat- vita fa zampillare acqua sotto i piedi del suo bam- taglia contro le tenebre è necessaria per il compi- bino, salvandoli. I musulmani arrivati da ogni an- mento del progetto di Dio sull’uomo, divenire es- golo della Terra alla Mecca per compiere il rito del seri umani illuminati e realizzati come Maria (Cora- grande pellegrinaggio sono chiamati a imitare i no 66,12). 17 D ONNE CHIESA MOND O
Paul Delaroche, «Giovanna d’Arco è interrogata in prigione dal cardinale di Winchester», 1824, Museo delle Belle Arti, Rouen (Wikimedia commons) GUERRIERE Il coraggio che ribalta gli equilibri del mondo Jeanne d’Arc, arsa viva e poi santa, fu caso politico e religioso di MARINA BENEDETTI* condannate. Anche in questo la vicenda giudi- ziaria di Jeanne d’Arc percorre vie insolite e J eanne o Jeannette è una donna di circa di- complesse: una santità popolare diventa eresia e ciannove anni quando il 30 maggio 1431 poi santità riconosciuta per ottenere infine il muore sul rogo nella piazza del mercato prestigioso ed eminente titolo di patrona di di Rouen. Paradossalmente la ragione Francia. della condanna è la sua “ricaduta” (relap- Come è iniziata questa straordinaria avventu- sa) nell’eretica pravità (haeretica pravitas) per aver ra? Nel 1428 Jeanne, una “povera pastorella” se- indossato abiti maschili, mentre si trovava rin- dicenne, lascia il villaggio natale di Domrémy, in chiusa in carcere. Non è un fatto del tutto chiaro. Lorena, terra di frontiera tra il dominio anglo- Di certo, è la sola eretica medievale condannata borgognone e francese dove frequenti erano gli per le vesti che portava. Non è l’unico aspetto scontri militari, al fine di ottenere un salvacon- inusuale di una vicenda umana, religiosa, giudi- dotto per parlare con il Delfino di Francia. Scor- ziaria — e anche politica — durata complessiva- tata, a cavallo, raggiunge Chinon dove nel mar- mente sei anni, di cui gli ultimi tre impegnati zo 1429 è ricevuta da Carlo VII. Nel contesto po- nella realizzazione delle sue profezie, anche sul litico-militare della Guerra dei cent’anni che campo di battaglia, e i tre mesi finali a difendere contrappone le monarchie inglese e francese con sé stessa e la propria missione davanti ai giudici. l’occupazione dei territori continentali e le dila- Alla fama immediata — e duratura — seguirà l’at- cerazioni per la successione al trono dei Cape- tivazione di nuovi processi nel 1450-1456 e, quasi tingi, Jeanne ha un ruolo centrale. Una donna, mezzo millennio dopo, la canonizzazione avve- giovane, non solo raggiunge e incredibilmente nuta nel 1920. Al contrario di un pensare comu- parla con l’aspirante al trono, non solo comanda ne per cui un processo inquisitoriale è unico e un esercito vittorioso, ma diventa talmente sco- definitivo, non è raro che una sentenza venga ro- moda da essere prima abbandonata (dal soste- vesciata da nuove inchieste e da un esito oppo- gno di Carlo VII) e poi venduta (dal duca di Bor- sto. Nel medioevo ci sono molti esempi di santi- gogna agli inglesi). Il pragmatismo politico può tà popolare che, dopo nuove indagini (inquisitio utilizzare, ignorare o condannare il ruolo profe- significa genericamente inchiesta o indagine e tico di Jeanne. La “povera pastorella” era dive- solo per antonomasia è ciò che oggi intendiamo nuta un temibile chef de guerre, un problema poli- con il termine “inquisizione”), diventano eresie tico, un pericolo religioso per la sua volontà in- D ONNE CHIESA MONDO 18
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flessibile e per la ribellione a tutte le regole al fi- delle sue profezie, è una predicatrice itinerante ne di raggiungere l’obiettivo della sua missione. di cui non conosciamo alcuna parola in quanto i Se la fede in una verità irrinunciabile la rende ri- processi sono andati perduti; Margherita detta belle, indocile e indomita, la profezia di cui era Porete, autrice dello Specchio delle anime semplici, depositaria la proietta in un contesto politico- davanti ai giudici che la interrogano rifiuta di militare e in dinamiche a lei estranee. In quanto parlare e, disconoscendo la loro autorevolezza, capo militare guida un esercito, ma senza mai potremmo dire che diventa autrice anche del uccidere un uomo; in quanto vergine (pulzella) è proprio silenzio con cui firma la propria condan- garante della sacralità della dinastia capetingia; na al rogo a Parigi nel 1310. Jeanne non scrive, è in quanto depositaria di un carisma profetico “in analfabeta, ma detterà in termini imperiosi, ad azione” diventa travolgente. Tale fascino pieno esempio, la cosiddetta lettera agli inglesi rivolta di contrasti – quasi inverosimili – crea il suo mito anche al re d’Inghilterra. Al processo, invece, chiaroscurale. Per uscire dall’impasse concettuale parla. La sua voce è chiara e coraggiosa, combat- della contraddizione tra eresia e santità va chia- tiva e lucida, reattiva e provocatoria come rara- rito che Jeanne non si è mai dichiarata eretica. D’altronde, nessuno nel medioevo si è mai defi- nito tale. Solo a partire dalla Riforma questa au- toidentificazione assume il carattere rivendicati- Lei stessa racconta che all’età di 13 anni vo di una scelta religiosa. sentì una voce di Dio Il contrasto tra due figure (eretica e santa) si collega alla documentazione sopravvissuta. I E’ la sola “eretica” medievale condannata processi del 1431 la condannano per eresia, non per le vesti maschili che portava per stregoneria, nonostante i giudici insistano per condurre l’interrogatorio in quella direzio- ne; le testimonianze sono contro Jeanne e lei – definita “figliuola superba” per il modo in cui reagisce e risponde: non si piega alla logica giu- mente il filtro notarile fa cogliere in altre circo- diziaria – si difende con parole e silenzi in un stanze. Ma ai giudici che la interrogano interessa confronto in cui provocazioni e consapevolezza un’altra voce: quella che la sostiene, guida e con- di sé fanno emergere un temperamento non siglia durante la sua entusiasmante cavalcata usuale. Nel 1450-1456 i procedimenti giudiziari profetica. Ciò che per lei è forza e fede, per i giu- sono a favore di Jeanne: le molteplici testimo- dici è sospetta stregoneria. nianze di coloro che la conobbero non solo for- Lei stessa racconta che all’età di 13 anni sentì niscono dati biografici, ma contribuiscono a cor- una “voce da Dio”. Era estate, si trovava nel giar- roborare una fama di santità che già circolava dino del padre ed era quasi mezzogiorno: la voce quando era in vita. e una luce – che raramente non apparivano insie- Le testimonianze di Jeanne rompono una tra- me – giungevano dalla parte della chiesa. In quel dizione per cui le donne, o meglio le cosiddette momento prese la decisione di rimanere vergine. eretiche, sono rappresentate come immagine co- La voce – o le voci – e la verginità sono lo scudo rale (negli scritti dei polemisti) o parlano poco, di protezione che i giudici, insistendo a lungo, se non affatto (nei processi inquisitoriali). Mar- intendono demolire. La verginità la preserva gherita detta la bella, seguace di frate Dolcino e dall’accusa di provenienza demoniaca delle vo- D ONNE CHIESA MONDO 20
ci: una pulzella, una giovane vergine, non può ferirà mai il contenuto – mostrando un lucido essere creatura malefica. Ciononostante, dalle senso della realtà pur nel contatto con il sopran- testimonianze processuali è chiaro il tentativo di naturale. Poi iniziano le campagne militari. L’8 trovare elementi che rafforzino tale accusa. maggio 1429 gli inglesi si ritirano da Orléans. È La tradizione e il folklore locale di un villag- la sua vittoria più famosa dalla quale riceve l’epi- gio offrono lo spunto per collegare riti agresti in- teto con cui è tuttora conosciuta: Pulzella d’Orléans torno all’“albero delle signore” o “albero delle ossia giovane donna vergine, capo militare vin- fate”, un maestoso faggio vicino a Domrémy su cente. Il 17 luglio Carlo VII è incoronato a Reims: cui le giovani e i giovani appendevano ghirlan- la sacralità dei Capetingi si lega alle profezie di de, a ciò che è occulto, estraneo, oscuro perché le una donna che gli inglesi devono condannare fate sarebbero spiriti maligni. Gli inquisitori so- come strega per dimostrare l’origine demoniaca stengono che abbia sentito la voce in quel luogo, del potere regio. Ma lei si ribella a questo sche- dove di notte avrebbe ballato e cantato intorno ma dimostrativo rimanendo fedele a sé stessa e all’albero, dopo aver appeso ghirlande, pronun- alle sue voci. ciando invocazioni, sortilegi e malefici. Eviden- Al culmine del successo di Jeanne, il 31 luglio te è il riferimento all’innominato sabba. Anche 1429, un’altra donna, a suo modo una profetessa alla corte del Delfino qualcuno le chiese se pro- in versi dal lucido acume politico, conclude il veniva da un luogo chiamato Bois Chenu da cui Ditié a Jehanne d’Arc: l’ultima opera di Christine una profezia diceva sarebbe venuta di una fan- de Pizan e primo poema su Jeanne, una sorta di ciulla che avrebbe fatto mirabilia. Successiva- istantanea in 500 versi dell’entusiasmo suscitato mente, verrà accusata di possedere la mandrago- dalla realizzazione di alcune profezie. L’appog- la e, nonostante lo avesse negato, di portarla gio di Dio alla corona di Francia attraverso Jean- sempre con sé per avere fortuna. ne s’intreccia a profezie del passato e del presen- I giudici continuano a insistere sulla voce. te: “che onore per il sesso femminile! (...) Nella Jeanne è restia a identificarla, ma con il procede- cristianità e nella Chiesa Jeanne riporterà con- re degli interrogatori si trova costretta a personi- cordia. Ella distruggerà i miscredenti [gli ingle- ficare: è di santa Caterina e Margherita, oltre che si] e gli eretici dalla vita ignobile, così diceva la dell’arcangelo Michele. Sulla strada per Chinon profezia». Nel mese successivo, con la sconfitta dove voleva incon- di Parigi inizierà il suo declino che porterà, un trare il Delfino, “per anno dopo, alla cattura e, per uno strano desti- rivelazione” della no, all’accusa di eresia. Il 24 maggio 1431 nel ci- voce aveva potuto mitero di Saint-Ouen, in procinto di andare sul trovare una spada rogo, Jeanne abiura. È l’unico cedimento di una sotterrata dietro l’al- ribelle, di una donna sola. Viene portata in car- tare della chiesa di cere dove la attendono abiti maschili: simbolo santa Caterina di ed epilogo della sua cavalcata profetica. Fierbois. Ai giudici spiega che «Dio può *Professore ordinario di Storia del cristianesimo presso fare rivelazioni a chi l’Università degli Studi di Milano, è autrice, tra l’altro, preferisce». Giunta di “Condannate al silenzio. Le eretiche medievali”, dal Delfino svelerà i Mimesis, e ha curato “Storia del cristianesimo, ii: il signa – di cui non ri- Medioevo”, Carocci. 21 D ONNE CHIESA MOND O
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