N. 2 - FEBBRAIO 2019 - Santuario Loreto
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n. 2 - FEBBRAIO 2019 POSTE ITALIANE spa - Spedizio- ne in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN XXVII Giornata mondiale Una copia della Madonna del malato di Loreto di Raffaello
INDICAZIONI UTILI ORARI TELEFONI IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA Mensile del santuario di Loreto Basilica della Santa Casa Sagrestia Basilica ore 6.15-19.30 (orario legale) tel. e fax 071.9747.155 Delegazione Pontificia ore 6.15-19.00 (orario solare) Congregazione Universale della Santa Casa Parroco della Santa Casa P.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN) La Santa Casa rimane chiusa tutti i tel. 071.977130 Registrazione Tribunale di Ancona giorni dalle 12.30 alle 14.30. Congregazione Santa Casa n. 7 del 12/08/1948 Sante Messe tel. 071.970104 - fax 071.9747.176 Iscritto nel ROC con il numero 2120 Sabato e giorni feriali Direttore responsabile ore 7, 8.30, 10 ,11 (7.30 in S. Casa) Segreteria arcivescovile dott. Vito Punzi ore 17 e 18.30 (orario legale) tel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174 ore 16.30 e 18 (orario solare) Direttore editoriale Curia Prelatura Santa Casa padre Giuseppe Santarelli Rosario: ore 18 (17.30 orario solare) tel. 071.9747.173 Domenica e giorni festivi Consiglio di redazione ore 7, 8.30, 10, 11.30, 12 Rettore Basilica don Andrea Principini ore 17, 18, 19 (orario legale) tel. e fax 071.9747.155 don Paolo Volpe ore 16, 17, 18 (orario solare) dott. Vito Punzi Archivio-Biblioteca suor Barbara Anselmi Confessioni Santa Casa Giorni feriali tel. 071.9747.160 Revisione dei testi servizio fotografico ore 7.30-11.30 Libreria Santa Casa Roberto Stefanelli ore 16.00-18.30 (orario legale) tel. 071.9747.178 ore 15.30-18.30 (orario solare) Imprimi potest Giorni festivi Ufficio Comunicazioni + mons. Fabio Dal Cin ore 7.00-12.00 cell. 335.1724631 Delegato Pontificio ore 16.00-19.00 (orario legale) Loreto, 28 Gennaio 2019 Casa accoglienza ore 15.30-18.30 (orario solare) malati e pellegrini Adorazione eucaristica quotidiana tel. 071.9747.213 Questo periodico è associato all’USPI Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12 Albergo Madonna di Loreto (Unione Stampa Periodica Italiana) tel. 071.970298 - fax 071.9747.218 La collaborazione alla rivista è gratuita Sagrestia Basilica Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19. Museo Pontificio Santa Casa Stampa Prenotazioni Sante Messe, stesso orario. tel. 071.9747.198. Industria grafica Tecnostampa - Loreto tutti i giorni dalle 10,oo alle 13,oo; T +39 071 9747511 - F +39 071 7500092 Celebrazione Battesimo dalle 15,oo alle 18,oo www.piginigroup.com Prima domenica di ogni mese: Ingresso libero ore 17 (Basilica Santa Casa). “Il Messaggio” esce anche in inglese: Guide turistiche Celebrazione Cresima tel. 071.970104 THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE Primo sabato di ogni mese: ore 18 (ore 18.30 orario legale) SITO INTERNET Presentarsi un’ora prima per la regi- santuarioloreto@delegazioneloreto.it strazione dei documenti. sacrestia@delegazioneloreto.it www.santuarioloreto.it Celebrazione Matrimonio Informazioni presso il Parroco della COME RAGGIUNGERCI… Santa Casa: ore 10-12. Autostrade alle stazioni di Loreto e Ancona *. Congregazione Santa Casa-Negozio Bologna-Ancona-Bari e Ancona, e Roma-Falco- Aeroporto “R. San- (a sinistra della facciata della basilica). Roma-Pescara-Ancona: nara-Ancona, con ser- zio” di Ancona-Falco- Ufficio accoglienza pellegrini e informa- uscita Loreto. vizio di autocorriere da nara, 30 km da Loreto. zioni, prenotazione guide turistiche, con Linee ferroviarie negozio ricordi e stampe del santuario, Milano-Bologna-An- * Servizio Autobus ANCONA PER LORETO abbonamento alla rivista e iscrizioni alle cona-Lecce con discesa Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.30- 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15 18.30 (15-19 giugno-settembre). Loreto Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15 Servizio Autobus LORETO PER ANCONA Ufficio Postale Loreto Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30. 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25 Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15 QUOTA ASSOCIATIVA A Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto “IL MESSAGGIO della SANTA CASA” Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15 15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15 Ordinario ……………………… Euro 20,00 Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15 Sostenitore ………………… Euro 40,00 Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 Benemerito ………………… Euro 50,00 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55 Estero …………………………… Euro 25,00 Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55
S In copertina: CASA Benedizione o degli ammalati in piazza OMMARIO della Madonna. ta Casa to (AN) ona 120 44 EDITORIALE P. Giuseppe Santarelli La Santa Casa, santuario degli sposi in difficoltà 45 SPIRITUALITÀ Mons. Giovanni Tonucci Maria di Magdala al sepolcro n. 2 - FEBBRAIO 2019 POSTE ITALIANE spa - Spedizio- 46 Casa di Maria, Casa di ogni famiglia ne in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN XXVII Giornata mondiale Una copia della Madonna del malato di Loreto di Raffaello 47 SPIRITUALITÀ Don Valentino Salvoldi Il dolore che forgia lo spirito 49 SPIRITUALITÀ Sor. Francesca Entisciò “La luce della preghiera” 51 SPIRITUALITÀ Paolo Giovanni Monformoso ANNO 139° La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo N. 2 - FEBBRAIO 2019 53 SPIRITUALITÀ don Decio Cipolloni USPI XXVII Giornata Mondiale del malato na) atuita “Loreto, dopo Nazareth, 55 ETICA DELLA PERSONA UMANA Prof. Fiorenzo Mignini è il luogo ideale per pregare Bioetica e psichiatria (VII) Loreto meditando il mistero 00092 dell’Incarnazione del Figlio di Dio”. 57 OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO Venerabile Cecilio Maria Cortinovis P. Marcello Montanari lese: (1885-1984) Benedetto XVI OUSE 58 LETTERE A “IL MESSAGGIO” La Madonna di Loreto e la Processione della Festa della Luce o.it 51 53 59 Speciale Leone XIII e il Santuario di Loreto 63 IL MESSAGGIO INTERVISTA Vito Punzi San- Intervista a mons. Fisichella Falco- eto. 65 I VANGELI DELL’INFANZIA NELL’ARTE LAURETANA P. Giuseppe Santarelli Il ritorno dall’Egitto del Faustini - 12.10 66 ICONOGRAFIA LAURETANA 2.15 68 VITA DEL SANTUARIO Presentato il volume del Frommel 12.00 65 71 71 LORETO NEL MONDO Una statua della Madonna di Loreto in Libano - 14.15 72 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 15 74 VITA DEL SANTUARIO - 13.50 Pellegrinaggio dell’arcivescovo José Palma 55 76 NOTIZIE FLASH IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Mons. Fabio Dal Cin Arcivescovo di Loreto EDITORIALE P. Giuseppe Santarelli Direttore La Santa Casa, santuario degli sposi in difficoltà M olti sposi, nei momenti di particolare difficoltà nella loro vita matrimoniale, si porta- che li vuole uniti, inseparabili, in un reciproco amore, accettando le avversità della vita. Il secon- no in Santa Casa per invocare la do insegnamento è quello della protezione della Santa Famiglia giustizia. Giuseppe è definito dal che l’ha abitata e vi ha sperimen- Vangelo: “uomo giusto” (Mt 1, tato anche la sofferenza. La Casa 19). In lui, nei riguardi di Maria, di Nazareth, infatti, è stata anche c’è “sospetto” nel vederla “incin- il luogo del fidanzamento di Ma- ta” a sua insaputa, ma c’è anche ria con Giuseppe, contrassegnato “rispetto”. Un misto di legalità e dal turbamento. Il fidanzamento di clemenza. presso i giudei del tempo com- È un modello di comporta- portava un impegno molto forte, mento per gli sposi. Il “rispetto” tanto che il fidanzato era chiama- reciproco vince il “sospetto”, che to già “marito” e poteva disimpe- può generare divisione, attri- gnarsi solo per mezzo di un “ri- to, crisi profonda. Sulla legalità pudio formale”. Questo perché deve prevalere la clemenza, il il fidanzamento aveva gli stessi mutuo perdono, l’abbraccio che effetti giuridici del matrimonio. riconcilia. Non pretendere che Nel Vangelo si legge che Ma- il diritto sia tutto dalla propria ria era “promessa sposa di Giu- parte e il torto tutto dall’altra. seppe” e che restò incinta per Franco Ferri, I santi sposi Maria e Scrive il Manzoni ne I promessi opera dello Spirito Santo prima Giuseppe (1989). sposi che il diritto e il torto non si di andare a vivere con lui. Giu- dividono con un taglio netto, per seppe restò profondamente tur- cui il primo è tutto da una parte bato vedendo in lei i segni della questa situazione dei promessi e il secondo tutto dall’altra parte, maternità ma, da “uomo giusto” sposi Maria e Giuseppe? ma con un taglio a zig-zag: sono qual era, pensava di ripudiarla Innanzitutto l’ossequio alla vo- un po’ dall’una e un po’ dall’al- in segreto per non esporla alla lontà di Dio. Giuseppe - aggiun- tra parte. diffamazione. Non voleva, cioè, ge l’evangelista - “fece come Il terzo insegnamento è il mu- consegnarla alla procedura rigo- gli aveva ordinato l’angelo del tuo amore di Maria e di Giuseppe, rosa della legge ebraica che, in Signore e prese con sé la sua il quale la “prese con sé”, dice il simili casi, prevedeva perfino la sposa” (Mt 1, 24). È il suo sì a Vangelo (Mt 1, 24). Egli fu sem- lapidazione (Dt 22, 22s). È faci- Dio senza parole. Giuseppe nei pre vicino a lei: nel Censimento, le immaginare la sofferenza e lo Vangeli non pronuncia mai una nel Natale, nella Strage degli in- smarrimento dei due promessi parola. Esegue la volontà di Dio nocenti, nella Fuga in Egitto, nel sposi, proprio nella Casa di Na- e basta. Anche Maria ha detto il Ritorno a Nazareth e nel Ritro- zareth, luogo del loro fidanza- suo sì a Dio: “Avvenga per me vamento di Gesù tra i dottori del mento. Essi però hanno superato secondo la tua parola” (Lc 1,38). Tempio (Mt cap. 2). quella prova per uno speciale All’inizio della storia della Re- L’amore spinge gli sposi al mu- intervento divino che rassicurò denzione ci sono tre sì. Oltre a tuo aiuto, alla vicendevole accet- Giuseppe, a cui l’angelo disse. quelli di Maria e di Giuseppe, tazione, alla comprensione e alla “Giuseppe, figlio di David, non c’è il sì fondamentale del Figlio concordia, soprattutto nelle dif- temere di prendere con te Maria, di Dio che, venendo al mondo, ficoltà della vita. Infine, un inse- tua sposa. Infatti il bambino che disse: “Ecco, io vengo per fare, gnamento forte viene per gli sposi è generato in lei viene dallo Spi- o Dio, la tua volontà” (Eb 10, 7). dalla grande fede in Dio di Maria rito Santo” (Mt 1,20). L’atteggiamento degli sposi in e di Giuseppe, la quale accompa- Quale insegnamento per gli crisi allora deve essere quello di gna, conforta e sostiene nel cam- sposi in difficoltà può venire da dire il loro sì alla volontà di Dio, mino della vita, spesso in salita. 44 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Mons. Giovanni Tonucci SPIRITUALITÀ Arcivescovo emerito Maria di Magdala al sepolcro A lla tomba aperta di Cristo, si sono avvicen- date diverse persone. Prima, le tre donne, che, fatta la scoperta del sepolcro vuoto, sono in ordine, senza accuse o rivalse: “Se sei stato tu a compiere questo gesto, dimmi solo dov’è il corpo di Gesù e andrò io a riprenderlo, per scappate piene di paura. Poi Pietro e Giovanni, collocarlo di nuovo nel luogo del suo riposo”. che, informati dalla Maddalena, erano andati a La Maddalena è preoccupata soltanto della verificare la situazione e, vedendo la posizio- necessità di restituire dignità al povero cada- ne dei lini che avevano avvolto il cadavere di vere, che lei crede profanato. Pur pensando Gesù, avevano capito che non si era trattato che il giardiniere possa essere responsabile di una profanazione ma dell’atto di del sacrilegio, non ne chiede la ra- volontà di una persona viva, che gione, non rimprovera e neppure non aveva più bisogno degli abiti impone una riparazione. Lei stes- funerari. Ignara delle conclusioni sa si offre di trasportare da sola il raggiunte dai due apostoli, Ma- corpo, senza nemmeno tenere ria di Magdala era tornata in considerazione il fatto e si era fermata in lacrime che, con ogni probabi- davanti all’apertura del lità, non avrebbe avuto sepolcro. Qui si è svolto la forza per farlo.Ma ora un episodio di intensità quell’uomo, che era Gesù, profonda, che l’evange- pronuncia il suo nome: lista Giovanni ci raccon- “Maria”. Tanto basta per- ta con grande efficacia ché la Maddalena ricono- (20,11-18). Mentre piange- sca chi era in verità il suo va, la Maddalena si è chi- interlocutore: è il Mae- nata per guardare dentro stro, ora vivo. Il dolore al sepolcro e, sorpresa, ha per la perdita scompare, visto due figure in bianche lo sgomento per l’assenza vesti, che ha subito rico- nosciuto come angeli. Alla Maestro del Codice di San loro domanda: “Perché Giorgio (secolo XIV), Maria di piangi?”, Maria risponde Magdala al Sepolcro, Firenze, sconsolata: “Hanno por- Bargello. tato via il mio Signore, e non so dove l’hanno po- sto”. Come è evidente, lei crede ancora che la del cadavere non ha più senso: Cristo è vivo e tomba sia stata profanata e che qualcuno abbia la morte è sconfitta. Il sepolcro è vuoto perché voluto compiere un estremo oltraggio al Mae- è la residenza di chi è morto; i lini sono rimasti stro, facendo scomparire il cadavere. Manifesta lì perché chi vive non ne ha più bisogno. Maria, la stessa convinzione anche a un uomo che le è riconosciuto il Signore, vorrebbe restare con lui venuto vicino. Lei pensa che si tratti dell’orto- e trattenerlo per rinnovare la gioia della sua vi- lano, che si prendeva cura del giardino in cui cinanza, per ascoltare di nuovo le sue parole di era il sepolcro nuovo, usato per seppellire il vita. Non è questo, però, quello che Gesù vuo- corpo di Gesù. Anche lui chiede a Maria la ra- le: gli Apostoli devono essere confermati nella gione del suo pianto, e la risposta indica la con- loro fede che, tra dubbi e difficoltà, sta pren- vinzione che quello che era accaduto poteva es- dendo forma. Questa sarà la missione di Ma- sere soltanto un’altra cattiveria dei nemici del ria di Magdala, che il Signore manda da loro Signore. Ma ora importa rimediare all’offesa, e per confermare che Gesù è risorto da morte e Maria esprime il desiderio di rimettere le cose per annunciare le parole che lui le ha affidato: ILILMESSAGGIO MESSAGGIODELLA DELLASANTA SANTACASA CASA- -LORETO LORETO• •Febbraio Febbraio2019 2019 45
SPIRITUALITÀ “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e mistero. E, come accade spesso, in molti han- Dio vostro”. La Maddalena diventa così la por- no cercato di riempire questo vuoto con storie tatrice di un messaggio fondamentale, tale da talvolta tramandate nel tempo e talvolta inven- dare un orientamento nuovo alla vita del picco- tate. La Maddalena è stata descritta come peni- lo gruppo dei seguaci di Gesù. Grazie alla sua tente, per non dimenticare che era stata confusa parola, si saprà che Cristo è risorto davvero: la con una peccatrice. In tempi più vicini a noi, le tomba vuota, i lini nel sepolcro lo facevano in- storie inventate sono state anche più incredibi- tuire. L’incontro diretto con lui è ora la prova li, e persino volgari. Maria di Magdala, quella definitiva, che Maria condivide con i discepoli: vera dei Vangeli, è invece la donna possedu- “Ho visto il Signore”. E a loro, come Gesù le ta dal male che è stata liberata dal Signore, la aveva detto di fare, riferisce le parole ascoltate donna coraggiosa che è rimasta accanto a lui dalla sua bocca. Nella Sacra Scrittura, questa è sul Calvario, la portatrice della rivelazione più l’ultima volta che si parla di Maria di Magdala. grande affidata a una creatura umana: “Cristo Quello che segue della sua vita è avvolto dal è risorto, Cristo è vivo”. Casa di Maria, Casa di ogni famiglia Ritiro di Quaresima per coppie con Mons. Renzo Bonetti Loreto 8-10 marzo 2019 PROGRAMMA Venerdì 8 marzo ore 19.00 arrivi e sistemazione ore 19.30 cena ore 21.00 introduzione e riflessione Sabato 9 marzo ore 08.00 colazione ore 09.15 preghiera e riflessione ore 10.30 break ore 11.00 tempo di coppia ore 12.30 pranzo ore 15.30 tempo di coppia ore 17.00 break ore 17.30 riflessione e tempo di coppia ore 19.30 cena ore 21.15 rosario e preghiera presso la Santa Casa Domenica 10 marzo ore 08.00 colazione ore 09.15 preghiera e riflessione ore 10.30 break ore 11.00 tempo di coppia ore 12.00 Santa Messa ore 13.00 pranzo 46 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Don Valentino Salvoldi SPIRITUALITÀ Il dolore che forgia lo spirito - «Che cosa potrebbe aiutarci ficilmente spezzabile. Il dolore «Come si può ritenere positiva a vincere il male forgia la nostra anima e la prepa- la sofferenza che domina il mondo?» ra ad affrontare tutte le difficoltà. se è un fatto puramente passivo, - La prima arma del cristiano La preghiera riscalda l’anima, l’arroventa. La solitudine la raf- senza che l’uomo abbia per affrontare con coraggio il male è la Parola. La Rivelazione fredda violentemente, la fa soffri- la possibilità di rifiutarla?» ci aiuta a sconfiggere il male nel- re. Tesi e antitesi portano alla sin- Potremmo dire che la soffe- la misura in cui viviamo di quella tesi: fanno sì che l’anima sia pron- renza in Dio è attiva, nel senso fede che ci dona un supplemento ta ad affrontare il combattimento che, in Cristo, è stata oggetto di di grazia, in virtù dell’incessante finale costituito dalla morte, con una scelta: Gesù ci ha insegnato - preghiera. Secondo Sant’Agosti- il conseguente giudizio. A questo che cosa voglia dire vivere e mo- no, la storia dell’umanità è una ci si prepara perseverando nelle rire in Dio. Noi rendiamo attiva lotta tra due amori: quello per sé opere buone e facendo l’opzione la sofferenza accettandola come e quello per Dio. L’amore smo- dato di sé porta alla costruzione finale per il bene eterno: Dio. Cer- mezzo per crescere, purificarci di Babilonia, la città satanica. L’a- tamente nessuno cerca il dolore e imparare che cosa voglia dire more per Dio anticipa in terra la per se stesso, ma una gioia sempre essere uomini. costruzione della Gerusalemme celeste. In questa lotta dei due amori, è vincente chi sta aggrap- “Gesù ha detto: pato a Dio e ha degli amici dispo- “Le potenze degli inferi sti a facilitare il suo cammino ver- non prevarranno” (Mt 16, 18). so il Signore e verso gli altri fra- telli. Inoltre, vince il male chi ha Carl Heinrich Bloch (1834-1890) una mentalità eucaristica, vale a Gesù Maestro. dire, protesa alla ricerca del bene e disposta a ricordare prevalen- temente le cose belle del passato. Ricordo che serve ad alimentare la fiducia nel futuro, pensando che Dio sarà nuovamente dispo- sto ad operare per noi cose gran- di. Il Signore ci aiuterà, perché Egli non vuole che venga meno il nostro ringraziamento e la nostra continua lode. Infine, può esserci di aiuto il pensare che Gesù ha detto: «Le potenze degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18). Il male non sconfiggerà il bene per chi, nella Chiesa, sa di “giocare” con il Signore. E Lui è sempre nella squadra vincente. «In che senso la sofferenza rafforza l’anima?» Si può assimilare la sofferenza più grande liberata dalla sofferen- Nel dolore guardiamo a Cri- al processo di forgiare le spade: za, come diceva San Francesco sto, che non è venuto a liberarci metodo violentissimo che rende d’Assisi: «Tanto è il bene che mi dalla sofferenza, ma dal nonsen- la spada solida, durissima, dif- aspetto, ch’ogni pena m’è diletto». so che in essa è implicito per chi IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 47
SPIRITUALITÀ non ha fede. Guardando a Lui porre l’”eutanasia”, ma la madre comprendiamo che è possibile si oppone, confidando in Dio e non subire passivamente il dolo- dichiarandosi disponibile ad ac- re: se questo è subito, diventa una cudirlo personalmente per tutta maledizione. Accettato con fede e la vita. con lo sguardo rivolto all’Uomo Per dieci anni egli non accetta dei dolori, è liberato dalla sua di- la situazione, si dispera, soffre e sperata inutilità. Si rende attiva la fa soffrire. Finché un gruppo di sofferenza inserendola nella vita, persone, facenti parte del Rinno- morte e Risurrezione di Cristo. vamento nello Spirito, gli fanno Chi decide di offrire tutto a Dio visita e pregano per lui. Nino av- e di morire per Lui, riesce a di- verte in sé una trasformazione. minuire l’aspetto terrificante del Da quel momento accetta la Cro- dolore e della morte, come è av- ce e dice il suo «sì» al Signore. venuto per Nino Baglieri. Nasce a Modica nel 1951. Incomincia a leggere il Vangelo e la Bibbia: riscopre le meravi- Nino Baglieri - Dopo aver frequentato le scuole glie della fede. Rinasce. Impara elementari e aver intrapreso il a scrivere con la bocca. Aiuta chi gli chiede se gli piacerebbe es- mestiere di muratore, a dicias- va a trovarlo a credere in Dio e sere cardinale. Lui risponde di sette anni precipita da un’impal- nella vita. Da illetterato si tra- no. Il porporato gli domanda se catura alta 17 metri. Ricoverato sforma in mistico e poeta. aspiri ad essere papa. Bella la d’urgenza, Nino si accorge di In piazza San Pietro, Nino risposta: «Aspiro ad essere san- essere rimasto completamente è su una carrozzella; gli passa to». A cinque anni dalla morte, paralizzato. C’è chi tra gli spe- accanto il cardinale Sodano, gli ha inizio il processo di beatifica- cialisti e i dottori arriva a pro- mette sul capo la sua berretta e zione. - Esercizi Spirituali per Vescovi e Presbiteri promossi e organizzati dalla Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa Loreto 25 febbraio / 1° marzo 2019 Lo Spirito parla alla Chiesa (Ap 2,7) - La predicazione sarà affidata a P. Marko Rupnik Gli esercizi avranno inizio alle ore 16 di lunedì 25 febbraio e si concluderà con la concelebrazione delle ore 11,00 di venerdì 1° marzo. Il padre Rupnik, oltre agli studi di filosofia e di teologia nelle Università ecclesiastiche, ha frequentato anche l’Accademia delle Belle Arti di Roma ed è un rinomato pittore, dallo stile inconfondibile. Ha svolto e svolge l’attività di docente universitario e ha ricoperto diversi e importanti incarichi. Attualmente è direttore del Centro “Aletti” di Roma. 48 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Sor Francesca Entisciò SPIRITUALITÀ FFB “La luce della preghiera” L a preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l’anima che è tesa verso Dio viene illumina- ta dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno. Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica del- la preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce - della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza (San Giovanni Crisostomo, Om. 6 sulla preghiera; PG 64, 462-466). - Una delle domande che le persone si pongo- no di rado è che cosa sia il bene sommo, cioè quel bene per cui vale la pena non solo vivere, ma anche morire. Tutti siamo alla ricerca di questo bene, che altro non è che la piena gioia di esistere così come si è e lì dove si sta. Un’operazione molto difficile nel mondo di oggi. Ho incontrato una bambina di undici anni affetta da una malattia degenerativa, è in grado di muovere da sola gli occhi e le mani, per tutto il resto dipende dal respiratore, dall’alimen- tatore e dall’amore dei suoi genitori. Mi ha colpito Pasquale Iozzino, La Preghiera (2018). molto il suo sguardo pieno di luce e soprattutto l’af- - fermazione convinta e sincera che la sua vita, quella vita, è bellissima. Dopo questo incontro ho pensato disporsi affinché il cuore possa fare quello per cui che questa è un po’ l’immagine della preghiera che è stato creato: battere al ritmo dell’amore. È la vita vorrei condividere e consegnarvi oggi, il bene som- che dà il ritmo, ma è l’amore gli dà il senso, per- mo a cui tutti siamo chiamati a tendere, ciascuno tanto permettere a Dio di abitare il cuore, significa con le sue caratteristiche, ciascuno dentro i propri lasciare che il suo amore prenda possesso di ogni abiti. Il problema vero non è tanto dunque, come angolo e soprattutto di ogni battito, in modo tale pregare, ma scegliere di accogliere la mia vita come che ci sia unisono tra me e Lui. Non servono pa- occasione di incontro con Dio, arrivare alla consa- role, formule o luoghi prestabiliti, è come far en- pevolezza che sono già tempio della sua presenza, trare la luce in una stanza buia, lentamente tutto devo solo lasciarcelo abitare. si rischiara e viene la pace. È dal cuore infatti, che vengono i pensieri e le intenzioni, e orientarle a Dio Dal cuore è importante per poter fare scelte coerenti e capaci Il primo passo consiste nell’entrare nel proprio cuo- di cambiare dal di dentro, rendere il mio corpo, at- re, non inteso come altro da me, luogo da raggiun- traverso la purificazione del cuore, il vero tempio gere con chissà quali acrobazie, ma semplicemente della presenza di Dio. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 49
SPIRITUALITÀ Una degna dimora La preghiera dunque, quella vera, è quella che mi restituisce a me stesso nella piena consapevolezza Entrando la luce, si dissolvono le tenebre. Ci sono dentro ciascuno di noi, non solo quelle frutto del che Dio, il bene sommo, vive sempre dentro di me, peccato, ma anche tutto ciò che non conosciamo di perché io stesso sono suo tempio santo e le opere noi, le convinzioni che riteniamo indispensabili e in di bene che compio ne sono espressione autentica, realtà non sono altro che zavorre pesanti, è un cam- nel cammino della vita divento io stesso preghiera, mino di purificazione che dura tutta la vita, ma non grazie alla sua presenza viva e costante che guari- percorrerlo significa perdere la vera grande occa- sce dal profondo, vivifica e porta la pace. sione di possedere il bene sommo, che è Dio stesso. Niente può renderti tanto imitatore di Cristo quanto È dai frutti di bene che fioriscono abbondanti intor- la preoccupazione per gli altri. Anche se digiuni, anche no a noi che sappiamo che questo processo è in atto se dormi per terra, anche se, per così dire, ti uccidi, ma e si sta compiendo, cioè l’umiltà con cui viviamo, le se non ti preoccupi del prossimo hai fatto poco, sei anco- opere buone che facciamo, la preghiera che diventa ra molto lontano dalla Sua Immagine (San Giovanni vita nella casa del nostro cuore. Crisostomo, Commento alla prima epistola ai Corinzi). Preghiera di Papa Francesco Maria, Madre della Chiesa, che in questa Santa Casa, con il tuo Sì hai accolto il Dio della Vita, aiuta i giovani e le famiglie a seguire il tuo Figlio Gesù, ad accogliere e custodire la vita in tutte le sue stagioni. Madre della divina grazia, donaci di vivere in comunione tra di noi e di testimoniare l’amore fedele di Dio nella semplicità del quotidiano. Madre delle tenerezza, che conosci il cuore di ogni persona, ottienici, per mezzo di Gesù, lo Spirito della verità e dell’amore e portaci nel cuore del Padre. Amen 50 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Paolo Giovanni Monformoso SPIRITUALITÀ Il dolore è lo squarcio dove entra Dio La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo L e folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da man- giare, faccia altrettanto»… E ai pubblicani: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato»… Ed ai soldati: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; ac- contentatevi delle vostre paghe». Una domanda ripe- tuta martella questo Vangelo: «Che cosa dobbiamo fare?» (cfr. Lc 3, 10-18). Per Luca, che scrive anche gli Atti degli Apostoli, è una domanda importante: tornerà negli Atti e rappresenterà la reazione fecon- da alla prima predicazione di Pietro, portando tre- mila persone al battesimo nel giorno di Pentecoste. È la domanda di chi si mette in discussione, di chi chiede di cambiare vita. Ma è la domanda che anche tanti educatori, tanti formatori e guide si sentono porre sovente da giovani e meno giovani, persone che di loro si fidano e chiedono aiuto. Perché non è che gli adulti (ed anche i giovani) abbiano voglia di avere chi dica loro: “Fai questo, o fai quello” in chiave moralistica, ma per una sicurezza etica ogni essere umano ha bisogno di avere qualcuno di cui fidarsi, qualcuno a cui poter rivolgere domande importan- ti. Qualcuno che in caso di crisi o dubbio abbia il coraggio di dire in maniera assertiva: “Questo an- drebbe fatto, e questo andrebbe evitato”, e poi lasci alla coscienza individuale la scelta operativa, ma per- mettendo al richiedente di sapere che ha accanto chi è disposto a dargli una mano, sempre. Questo momento non è mai semplice per la relazione tra i due, (richiedente aiuto ed educatore, accompagna- tore, guida…), perché il rischio narcisistico e “satanico” che a rispondere sia l’IO dell’uomo e non la Voce di Dio Tiziano Vecellio (1477-1576), San Giovanni Battista. che è in lui come frutto di preghiera umile alla Sa- “Le folle interrogavano Giovanni: Che cosa dobbiamo pienza di Dio, è dietro l’angolo... Sono questi infatti i fare?” (Lc 3,10). casi in cui la risposta solo umana potrebbe seguire due strade: 1) imporre un compito esagerato, oppu- rimandano, ed avendo per base le dinamiche della re: 2) non porre alcuna condizione. Nel primo caso Fede, della Speranza e della Carità, dice alla folla: fate l’altro viene schiacciato dalla furia moralista dell’IO carità; agli esattori delle tasse: chiedete solo il giusto; ai dell’educatore, nel secondo caso la richiesta viene resa nulla ed insignificante da un IO incapace che soldati: non fare inutile male. In linea anticipatrice da non sapendo cosa dire minimizza ed afferma: nien- buon Profeta insegna, attraverso le Virtù Teologali, te, fratello mio, vai benissimo così, tutto è a posto... Di- l’uso delle Opere di Misericordia, così come poi il versa invece la risposta di Giovanni il Battista che Vero Maestro a sua volta indicherà, avendo come per prima cosa ricorda che non è lui il Messia che strumenti la condivisione e la giustizia. deve ancora venire, e di fronte al quale lui stesso Quale lezione trarre da tutto questo? Che se da non è alcuno. E dopo avere ricordato chi è la Sapienza di un lato capita sovente ai bisognosi di riconoscere Dio a cui rivolgersi si limita a dare risposte che a Lui chi possa dare a loro aiuto, proprio come avveniva IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 51
SPIRITUALITÀ ai tempi di Gesù (cfr.: il lebbroso in MC 1, 40-45; Paolo Caliari, detto il Veronese (1528-1588), Gesù e il Giairo e l’emorroissa in Mc 5, 21-43; il centurione in Centurione, Vienna, Kunsthistorisches Museum. “...Ca- Mt 8, 5-13; i due ciechi in Mt 9, 27-31 e Mt 20, 29-34; pita sovente ai bisognosi di riconoscere chi possa dare i dieci lebbrosi in Lc 17, 11-19; ecc…), dall’altro chi a loro aiuto, proprio come avveniva ai tempi di Gesù è interrogato non deve porre solo attenzione alla ri- (cfr. il Centurione, Mt 8, 5-13)”. sposta da fornire ma soprattutto, essendo un educa- tore Cristiano, deve avere la capacità di affermarne la Fonte, che non è mai lui stesso, ma Colui nel quale faccio di solito… Lavoro in radioterapia ed accompagno egli stesso ha riposto la sua fede (cfr. la guarigione tutti i giorni i malati oncologici nella stanza delle radia- di Pietro in At 3, 1-10); solo che per agire così occorre zioni (quel che chiamiamo “bunker”), dove li posiziono avere un buon equilibrio scevro da superbia e narcisismo, e poi eseguo la terapia... è un lavoro abbastanza delicato e piuttosto una grande dose di responsabile umiltà, ricca e le prime sedute non sono per niente facili: denudarsi di Fede, di Speranza e Carità ed agita attraverso le Opere, e mostrare quei corpi martoriati e sfigurati, soprattutto come disse di fare anni prima il Battista… per le ragazze, è molto difficile. La stessa umiltà che Gesù, Medico delle anime Noi operatori abbiamo sempre poco tempo e poca for- e dei corpi, ci ha insegnato circa i gesti e le parole mazione, ed io ho usato sempre l’intuito nel cercare di da usare coi malati e coi loro famigliari. Ricordando capire in pochi secondi chi ho di fronte e come fare, pro- ancor più che la famiglia del malato non può essere prio per diminuire il disagio: la gentilezza, la compassio- evitata o tralasciata, perché la sofferenza di un mem- ne e la battuta per sdrammatizzare sono sempre vincenti bro coinvolge tutti i parenti e vicini… Gesù, infatti, in queste situazioni... però abbiamo sempre meno tempo mai si pone da solo e con superbia davanti a chi sof- da dedicare e questa è la grande sconfitta nei confronti fre, ma lo fa sempre o con gli Apostoli (almeno Pie- dei pazienti che non sono lì per una libera scelta ma per tro, Giovanni e Giacomo) o con grande attenzione necessità, quindi in una posizione di disagio rispetto a anche alla famiglia a cui rendere sempre conto, come negli episodi che riguardano la suocera di Pietro in me. Spesso il dialogo inizia con la loro domanda: «Che Mc 1, 29-32; il paralitico in Mc 2, 1-12; ancora la figlia cosa dobbiamo fare?», e capirai che la nostra risposta è di Giairo ed il servo del centurione (già citati); il fi- molto attesa e può essere decisiva sul loro atteggiamento glio del funzionario in Gv 4, 46-54; Lazzaro in Gv 11, successivo. Ho una domanda io, ora, da porti: oltre ai 38-44; a Nain in 7, 11-17; … tuoi scritti hai qualche altro autore a cui possa ispirar- Ed è bello quando un Operatore Sanitario oggi (e mi? Grazie, Alessandro”. per fortuna molti come lui) lo fa con la stessa sensibi- Che dite: propongo ad Alessandro la stessa ri- lità: “Ciao Paolo, mi chiamo Alessandro e ho avuto oggi la flessione a proposito del rapporto tra il Battista e fortuna di poter ascoltare la tua lezione sull’Umanizza- Gesù di cui abbiamo detto in questo scritto? Forse zione Necessaria in Sanità, e volevo condividere quel che non la conosce ancora… 52 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Mons. Decio Cipolloni SPIRITUALITÀ XXVII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO - Una Giornata per contemplare il dolore dell’uomo C elebrando la XXVII Giornata Mondiale del - Malato l’11 febbraio 2019, torniamo con il pensiero a San Giovanni Paolo II, quando nella lettera al Presidente Cardinale Angelini, di venerata memoria, scriveva: “Ho deciso di istitu- ire la Giornata Mondiale del Malato da celebrarsi 11 febbraio di ogni anno, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes”. - È vero che di Giornate se ne sono indette mol- te, sia nell’ambito ecclesiale, che in quello civile, ma questo non ci consente che restino congela- te nelle date del calendario, senza lasciare che si prolunghino in riflessioni e in rispettive scelte operative. Per questo il Papa sottolineava: “Con- sidero infatti quanto mai opportuno estendere a tutta la comunità ecclesiale una iniziativa che già in atto in alcuni paesi, ha dato frutti pastorali ve- ramente preziosi”. Dunque, da ventisette anni la Chiesa continua con il magistero indefettibile dei pontefici a dare il pieno sviluppo e premurosa attenzione a que- sta Giornata che può ben definirsi “Giornata per contemplare il dolore dell’uomo”. Ma chi sono quelli che contemplano il dolore dell’uomo? Papa Francesco, che vede davanti al suo sguardo evan- gelico la Chiesa come un “ospedale da campo”, li identifica chiamandoli per nome, come recita il “Il servizio della Chiesa ai malati e a coloro che se suo messaggio per questa odierna giornata: “me- ne prendono cura deve continuare con rinnovato vigore, dici, infermieri, consacrati e volontari, familiari e tutti in fedeltà al mandato del Signore e seguendo l’esempio coloro che si impegnano nella cura di un malato, essi molto eloquente del suo Fondatore e Maestro”. partecipano a questa missione ecclesiale. È una respon- Ma come curare gli infermi, come essere vici- sabilità condivisa che arricchisce il valore del servizio no al dolore dell’uomo? Ecco accendersi una luce quotidiano di ciascuno”. (n.6) proprio ai piedi della Croce in mezzo a tanto do- Bastano queste parole per sigillare nell’amo- lore, agli spasimi infiniti di Cristo. Ecco udirsi una re materno di Maria l’opera che queste persone flebile voce, quella di Cristo che sussurra “Donna speciali compiono, ponendo in evidenza quel ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre” (Gv 19,26-27). mandato evangelico che Cristo espresse non solo Da quell’affidamento della Madre a Giovanni con la lavanda dei piedi, ma con l’invito fatto a viene, anche se nel mistero, illuminato il dolore Pietro, Giacomo e Giovanni, perché li seguisse di ogni crocifisso, di ogni inchiodato alla sua in- nell’ora tremenda della passione: “la mia anima fermità, alla sua carrozzella, alla sua inspiegabile è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con malattia, al sospiro di ogni uomo che muore. “La me” (Mt 26,38). In quella richiesta affannata in vocazione materna di Maria, la vocazione di cura per i cerca di consolazione, Gesù chiedeva loro e at- suoi figli, passa a Giovanni e a tutta la Chiesa. La co- traverso loro, alla Chiesa, di vegliare sul dolore munità tutta dei discepoli è coinvolta nella vocazione dell’uomo. materna di Maria” (dal messaggio n.2). IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 53
SPIRITUALITÀ senza divina che, quasi come nel sacramento, nasconde quella di Cristo; - • Le suore, perché nella loro maternità vergi- nale, avvolgano di tenerezza e asciughino le lacrime di chi geme nella paura; • Gli operatori sanitari e le strutture ospedalie- re nelle quali operano, perché esse non siano - aziende e loro che vi lavorano non siano ma- novali ma servi della sofferenza; • I volontari, perché nella gratuità del dono e della sensibilità evangelica sappiano avvolge- re di silenzio la loro presenza; • I malati, perché sostando anch’essi sul loro - dolore, senza ignorarlo, né impietosirlo si facciano protagonisti di una Giornata che chiama tutti a entrare nelle pieghe recondite San Giovanni Paolo II nella basilica di Loreto, il 10 dicem- dell’uomo che soffre; bre 1994, saluta un giovane infermo, accompagnato da • I pellegrini che giungono al santuario, perché una dama dell’Unitalsi. Archivio Fotografico della Con- non guardino con occhi di pietismo i malati che gregazione Universale. incontrano, ma li vedano come una grazia che tocca il loro cuore e li purificano dall’egoismo. Per questo trova piena ragione la proclamazione Non solo dobbiamo avere la pazienza di fer- della Giornata, tanto che Giovanni Paolo II ricordava: marci, ma anche la fede per contemplare il dolore “non è lecito passare oltre con indifferenza, ma dobbiamo dell’uomo. Chi se non Lei, la Vergine, vera icona fermarci accanto all’uomo che soffre”. Non passino oltre: della “Pietà”, segnò ai piedi della croce che l’ini- • I vescovi, perché il lembo della loro veste zio di ogni sconfinato dolore deve essere soffuso come quella di Cristo possa “risanare, conso- di intenso amore, di mirabile tenerezza materna. lare e confermare nella fede”; Chè questa Giornata affidata da Papa Fran- • I sacerdoti, perché nessuna giustificazione, cesco alla madre di Dio e Madre nostra, possa nemmeno quella del culto, spinga a passare avere la forza di illuminare il dolore dell’uomo, oltre senza intravvedere in ogni malato la pre- visibile segno dell’Uomo dei dolori. Maria e gli infermi a Nazareth nelle parole di Giovanni Paolo II S an Giovanni Paolo II, nel discorso ai ma- lati, tenuto nella basilica di Loreto il 10 di- cembre 1994, all’inaugurazione del VII Cen- quotidiano, l’attenzione alle persone in diffi- coltà. Conoscendo l’altruismo della Vergine, accorsa in aiuto della cugina Elisabetta dopo tenario Lauretano, tra l’altro ha detto: l’annuncio dell’Angelo (cfr Lc 1, 39-56), e “Pensando alla Casa di Nazareth, dove pronta a intervenire in favore dei novelli Gesù crebbe e si fortificò (Lc 2, 40), mi piace sposi in difficoltà a Cana di Galilea (Gv 2, ritenere che, proprio all’interno della Santa 1-11), non si fa fatica ad immaginarla al ca- Famiglia, egli abbia appreso dall’esempio pezzale degli ammalati di Nazareth, avendo di Giuseppe e Maria, nella concretezza del accanto a sé il figlio Gesù”. 54 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
Prof. Fiorenzo Mignini ETICA DELLA PERSONA UMANA - BIOETICA E PSICHIATRIA(VII) Istanze etiche N - el secondo contributo su “Bioetica e Psi- la necessità di impostare trattamenti farmacologi- chiatria” ho avuto modo di evidenziare ci, giudizi di non idoneità a vari lavori. In questo che «nell’ambito delle Scienze Mediche, la contesto, lo Psichiatra, più di ogni altro medico, Psichiatria è un settore scientifico che occupa una è chiamato a fornire un sostegno, ma spesso an- posizione di frontiera tra biomedicina e scienze che una sorta di “protesi” alla libertà dell’Uomo umane e che tale posizione espone la disciplina ad che nel malato di mente può essere molto fragile. - evolversi seguendo i vari contesti culturali». Per Inoltre, nessun Uomo è più disponibile del mala- questa ragione ho pensato bene di far precedere to mentale a essere aiutato e manipolato; pertan- la discussione sui presupposti etici in Psichiatria to, per esprimere un giudizio sulla bontà di una da una sintetica presentazione del panorama del- terapia non basta valutare l’obiettivo finale, ma le varie Scuole in cui vengono a proporsi i diversi occorre anche tenere conto dell’adeguatezza dei indirizzi dei modelli terapeutici. Tuttavia, data la mezzi e dei metodi sia con il fine che si vuol rag- complessità e la vastità di tale argomento, in questa giungere sia con la dignità del soggetto che si vuol sede ritengo di dover circoscrivere la discussione curare. Sono noti a tutti gli abusi commessi nella etica ad alcuni aspetti dell’intervento farmacologi- storia: dallo sterminio nazista dei malati mentali co lasciando fuori altri tipi di trattamento come la a pratiche aggressive e all’abuso di tecniche come chirurgia psichiatrica, l’elettrostimolazione e altre l’elettroshock terapeutico. procedure terapeutiche. Sulla base del quadro storico-culturale presen- tato, ben si comprende come la prima istanza etica generale deriva dal fatto che il terapista compie una prima scelta etica quando assume un indiriz- zo di Scuola piuttosto che un altro. La scelta del terapista di un preciso indirizzo può comportare l’accettazione di determinati presupposti antropo- logici - che comunque precedono il fatto terapeu- tico - così come l’accettazione di istanze che inclu- dono delle modalità che possono rispettare o non rispettare la dignità del paziente e la dignità del terapista stesso. La seconda istanza etica generale, peraltro ab- bastanza delicata, è la questione della competenza diagnostica. La diagnosi di malattia deve essere condotta da persone preparate, con procedure L’uso degli psicofarmaci crea un problema etico. adeguate e mezzi leciti. La competenza diagnosti- ca coinvolge, di fatto, anche il giudizio di idoneità professionale, l’esigenza di un albo dei professio- Il problema etico specifico legato alla giustifi- nisti e l’aggiornamento permanente dei terapeuti. cazione dell’uso degli psicofarmaci e alla ricerca In Italia tale problema si è fatto sentire al momento del criterio etico di riferimento può essere schema- dell’istituzione dell’albo degli Psicologi non medi- tizzato richiamando Autori come G.L. Klerman e ci. La qualifica di malattia mentale, peraltro, può G. Schechter che hanno introdotto una duplice di- comportare una riduzione della capacità giuridica, stinzione di grande rilevanza etica: 1) i destinatari IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 55
ETICA DELLA PERSONA degli psicofarmaci e 2) la finalità del loro impiego. re usato per rendere più accessibile una terapia, 1) I destinatari degli psicofarmaci vengono ma non deve essere usato per mascherare le cause divisi in tre gruppi: a) l’ambito del “core mental del disturbo. In tali casi si potrebbe far ricorso alla disorder” che include i pazienti affetti da malattia psicoterapia o comunque a una terapia idonea per e disturbi mentali in senso proprio; b) un gruppo giungere alla soluzione del problema causale. Per più ampio definito “coping with stress and distress”, poter realizzare questo criterio, tuttavia, occor- costituito da soggetti affetti da disturbi di ango- scia e di ansia, simili al disturbo mentale, la cui re una rilevante opera educativa e culturale che origine è però legata per lo più alle relazioni inter- comporterebbe il superamento di molti mali della personali e ai problemi della vita quotidiana; c) il nostra società (conflittualità familiare, difficoltà terzo gruppo, che viene definito “enhancing human sociali, caduta di valori, ecc.) che rendono difficile potential”, è costituito da coloro che chiedono gli la terapia per questa fascia di popolazione, pur- psicofarmaci non per disturbo o malattia, ma per troppo crescente, la quale sempre più spesso cerca potenziare le normali prestazioni umane. Nella so- nel farmaco la soluzione dei problemi personali. cietà edonistica, questo terzo gruppo è in continua D’altra parte, una prestazione condiscendente da espansione ed include, ad esempio, anche il mon- parte del medico potrebbe provocare una crescen- do sportivo, studenti che desiderano potenziare le te medicalizzazione della società e incrementare loro prestazioni oppure coloro che cercano sensa- zioni di piacere più intenso (effetti allucinogeni, le malattie di carattere iatrogeno (cioè le malattie tossicodipendenza). causate da farmaci). In tema di psicofarmaci oc- 2) Le finalità di impiego degli psicofarmaci corre aggiungere la necessità scientifica ed etica di sono fondamentalmente due: l’impiego “terapeu- incentivare potentemente anche le sperimentazio- tico”, che può essere necessario nel primo gruppo ni cliniche, in particolare sugli eventi avversi im- (core mental disorder) e coadiuvante nel secondo mediati e a distanza delle sostanze psicotrope; un (coping with stress and distress), e l’impiego “non aspetto, questo, che rappresenta un dovere scien- terapeutico” proprio del terzo ambito (enhancing tifico ed etico di grande importanza. human potential ). Per quanto concerne infine il caso particolare Per quanto riguarda i soggetti del secondo del “malato aggressivo”, il trattamento con psico- gruppo, vale il criterio della “complementarietà” del farmaco; ciò significa che il farmaco può esse- farmaci si rende necessario, ma contestualmente dovrà essere presa in considerazione anche l’esi- stenza di rimedi più innocui, dovranno essere ben valutati i rischi per la vita e, non ultimo, il tempo di trattamento che dovrà essere limitato. In conclusione, per orientarsi eticamente il me- dico Psichiatra dovrà tenere sempre nel debito conto il “principio di proporzionalità terapeutica” (rapporto rischio/beneficio); lo psichiatra cioè do- vrà considerare non soltanto l’efficacia immediata della terapia (psicofarmaco in particolare), ma an- che e soprattutto gli eventi avversi e gli effetti a di- stanza (compresi quelli sul feto nella donna incin- ta). Attualmente stiamo assistendo ad un crescente impiego “non terapeutico” di psicofarmaci legato ad un ampliamento dell’edonismo psicotropico che nasce dal desiderio di fronteggiare, attraverso Malato mentale aggressivo. il farmaco, i compiti complessi della vita. 56 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
P. Marcello Montanari OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO Venerabile Cecilio Maria Cortinovis (1885-1984) I l 6 marzo 2018 papa Francesco ha autorizzato la Cecilio, pur senza istruzione, seppe trasmettere una promulgazione del decreto con cui fra Cecilio, fede viva e commovente usando espressioni perso- religioso dei Frati Cappuccini, è stato dichiarato nalissime e piene d’amore. Venerabile. Nato a Costa Serina (Bergamo) nel 1885, crebbe in mezzo al lavoro dei campi vivendo con fede e semplicità. A sei anni si recava in chiesa con la madre di buon mattino, prima di andare a scuola. Il 7 aprile 1896 ricevette la prima comunione e fu per lui una esperienza che restò impressa per tutta la vita. Nel 1908 decise di vestire l’abito religioso dei Cappuc- cini col nome di fra Cecilio Maria. Trascorso a Lovere (BG) l’anno di noviziato, fu destinato nel 1910 al Convento dei Cappuccini di Monforte, in viale Piave a Milano, dove rimase fino a due anni prima della morte. Sacrista per circa un- dici anni, visse accanto al tabernacolo un’intensa co- munione con Dio. Il tabernacolo divenne, come egli scrive nel suo Diario, il suo vero libro. Dal 1921 fu portinaio e questuante per i poveri della città. An- che durante le due guerre mondiali riuscì a sfamare centinaia di poveri, vincendo tutti gli ostacoli col coraggio disarmante di chi crede solo nella Provvi- denza. Nel 1959 fondò e diresse l’Opera San France- sco per gli emarginati e le persone più provate. Ebbe forti esperienze mistiche ed esercitò un grande in- flusso su molte persone che ricorrevano a lui, come sull’industriale Marcello Candia, che lasciò tutto Passò un’intensa settimana per trasferirsi in Brasile a servire i lebbrosi, dicendo di spiritualità a Loreto di aver imparato a servire i poveri alla scuola di fra Nel luglio 1958 fra Cecilio fece gli esercizi spirituali Cecilio. Nel 1959 un signore si offerse di edificare presso il santuario della Santa Casa di Loreto in pre- un ambiente accogliente nell’ultimo pezzo di terre- parazione al 50° anniversario della sua vita religiosa. no rimasto al convento. La casa, con tutti i servizi di Da una lettera scritta da Loreto a un suo confratello cucina, dispensa ecc. e 150 posti, che sarà chiamata possiamo conoscere l’animo di fra Cecilio e la stra- l’Opera di S. Francesco, venne inaugurata solenne- ordinaria esperienza spirituale vissuta nella Santa mente dal card. Giovanni Battista Montini, il futuro Casa: “A Loreto ebbi il bene di fare i S. Esercizi ai Paolo VI. Qui fra Cecilio profuse il meglio di sé nella piedi della Madonna, nella Sua Casa. In profonda carità. Qui servì fino al 1979, con giornate intensissi- umiltà la mia anima si sentiva unita a Lei. Ci siamo me di preghiera e di lavoro fino a sera, per poi finire parlati molto intimamente, cuore a cuore. La mia ani- davanti al tabernacolo a intercedere per i bisogni ma si beava negli splendori della verginità vissuta della città. Così ha consumato tutte le sue energie. dalla Sacra Famiglia, e di quei profumi la mia anima Pregava sempre e pregando morì serenamente a è ancora sazia in un modo che non si può spiegare... Bergamo il 10 aprile 1984 all’età di novantotto anni. La santa Povertà vissuta dalla Sacra Famiglia mi ha Ha lasciato un Diario spirituale, scritto per ordine confermato la necessità di entusiasmarmi sempre più dei suoi confessori, che rivela la sua grande anima della povertà serafica professata e datami per madre di apostolo e di francescano, innamorato dell’Euca- dal mio serafico Padre e a lui regalata da Gesù. Nel- ristia e dei poveri. Ci ha lasciato il frutto delle sue la Santa Casa ebbi il bene di fermarmi più volte alla meditazioni nel libro “Nella luce divina”, dove fra sera dopo la chiusura del tempio. Potevo dire ancora IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019 57
OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO il santo rosario col religioso incaricato dai Superiori Vostra Casa, abbiano a andare a bruciarsi nel fuoco di tenere la pulizia nella santa Casa e di mantenere dell’inferno, per tutta l’eternità?’. Io penso che la l’Altare adornato di fiori e di candele ben disposte... Madonna che è la nostra Mamma, questa cosa non Attorno alla piccola Santa Casa vi è poi un gra- la permetterà. Il superbo Lucifero avrà paura di dino di marmo che è fortemente solcato dalle gi- queste ginocchia umiliate davanti alla Santa Casa nocchia dei fedeli... Anch’io ebbi il bene di passarvi della Madonna. L’Ancella del Signore saprà salvare in ginocchio più e più volte. Io riflettendo su questo le sue creature, mi dicevo, e queste considerazioni fatto e parlando alla Madonna le dicevo: ‘sarà mai più volte mi diedero lacrime di gioia fiduciosa, per- possibile che qualcuna di quelle ginocchia che han- ché mi sembrava che la Vergine confermasse il mio no contribuito a solcare questi gradini, attorno alla pensiero...”. Lettere a “Il Messaggio” La Madonna di Loreto e la Processione della Festa della Luce Roma , 9 dicembre 2018 N el solco della universale de- del 1921, scoppiato all’interno della la sua bellezza di luogo dell’anima vozione lauretana, la data Santa Casa. Il rev.do mons. Pietro e non solo artistica. Ma la prepara- del 10 dicembre vede anche Bongiovanni, l’ottimo parroco del- zione dei suoi parrocchiani alla Festa a Roma il farsi di un rituale segnico la Chiesa di San Salvatore in Lauro, della Luce aveva già avuto inizio il 29 di grande suggestione: la Chiesa di con le sue parole, cariche di un forte novembre, con l’avvio della novena San Salvatore in Lauro, adiacente la sentire, mi ha catapultato nello spi- in onore della Madonna di Loreto. La via dei Coronari e prossima a piazza rito dell’evento: quella processione conclusione della storica processio- Navona, celebra la Festa della Luce o concludeva la Novena speciale alla ne del 9 dicembre - dalla chiesa di S. della Venuta. Mi è sembrato un se- Madonna di Loreto con la Veglia della Maria della Pace alla parrocchia del gno - per me, che ero ignara dell’e- Luce. Un’atmosfera di intensa reli- Santo Salvatore in Lauro, di patrona- vento - il mio essere capitata per caso giosità animava i volti commossi di to cardinalizio - ha avuto il dono del presso la Chiesa di S. Maria della quanti accompagnavano il prezioso pontificale, presieduto da S.E. il Car- Pace, da dove era in procinto di par- simulacro, mentre una banda citta- dinale Agostino Vallini, Vicario eme- dina a sua volta accompagnava la rito della Diocesi di Roma, mentre la tire la processione con l’antica statua preghiera corale con i più belli inni festa del 10 dicembre si è conclusa seicentesca della Madonna Nera di alla Vergine. Ma quel che più dava il con il solenne pontificale, celebrato Loreto, custodita in San Salvatore e segno dell’antica devozione, propria da S.E. il Cardinale Angelo Comastri, copia perfetta della prima statua li- della tradizione lauretana, erano le titolare della Chiesa di San Salvatore gnea di Loreto, persa nell’incendio centinaia di candele accese in mano in Lauro. Questo luogo di culto, che a ogni devoto e tanto simili alla luce sembra documentato già a partire dal di quei fuochi, con cui i pastori e i vil- sec. XI, fu riedificato in veste monu- lici della selva lauretana - nella notte mentale in pieno Rinascimento. Pas- tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 - sa- sò poi in proprietà della Confraternita lutarono la Venuta della Santa Casa. dei Piceni, istituita nel 1633 e dalla Certo, un rito dal cuore antico, una quale è ancora detenuto. Non a caso, memoria sacra indelebile e parimenti San Salvatore in Lauro è da sempre la carica di quella medesima ed elegiaca chiesa nazionale dei piceni, residenti commozione, lontana oltre sette seco- a Roma ed è meta dei pellegrini mar- li. E così, nella veste di umile pelle- chigiani, che vi passano numerosi grina a Roma, mi sono unita (insieme ogni anno. Attiguo al Tempio, vi è il a mio marito) alla folla di devoti, che monumentale convento cinquecente- lasciavano in processione S. Maria sco di S. Giorgio, già abitato dai Ca- della Pace per riportare la statua del- nonici Regolari e poi divenuto sede la Vergine Lauretana nella sua Casa, di un Collegio di Giurisprudenza e a San Salvatore in Lauro. All’arrivo Medicina per soli studenti piceni e della processione al San Salvatore, al quale, nel 1862, il pontefice Pio IX l’interno della Chiesa - privo di luce - graziosamente concesse l’ambita inti- si è magicamente illuminato a giorno, tulatio lauretana. con l’accensione della settecentesca macchina barocca, mostrando tutta Prof.ssa Vincenza Musardo Talò 58 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Febbraio 2019
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