XVII CAPITOLO GENERALE 2017 - Xaverian ...
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XVII CAPITOLO GENERALE 2017 RELAZIONE della CIRCOSCRIZIONE sx - BD BANGLADESH Introduzione La presente relazione e` frutto delle riflessioni e suggerimenti fatti da tutti I confratelli della Regione a livello di comunità zonali e nella assemblea regionale dello scorso Maggio. Tale scambio e condivisione ci ha fatto trovare unanimi nel riconfermare la nostra fedeltà al carisma saveriano per la realizzazione dell’audace progetto di San Guido M. Conforti. Tornando alle radici (in risposta alla 1a domanda) . La nostra generale convinzione e` che la Congregazione, sopratutto dal periodo post-Vaticano II in poi, ci abbia dato direttive e proposto priorità ben chiare di fedeltà al carisma del Fondatore per l’attuazione del suo “audace progetto”: cioè, essere Missionari per il Primo Annuncio del Vangelo, “ad Gentes, ad Extra, ad Vitam”. L’enorme e fruttuoso lavoro della Congregazione per darci nel CG. dell’83 le Nuove Costituzioni e in quello del 2001 la Ratio Missionis Xaveriana e` stato certamente un riportarci alle radici carismatiche confortiane-saveriane e metterci davanti quelle che sono le nostre caratteristiche e priorità per essere missionari. E` interessante notare come anche nei CG. seguenti queste caratteristiche siano rimaste intatte e non sia mai stata avvallata una revisione, forse richiesta da alcuni, neanche della dimensione “ad Extra” della nostra congregazione. Guardando alla nostra storia in Bangladesh notiamo una chiara linearità non solo con questi principi fondanti, ma anche con le esigenze più profonde del contesto in cui ci troviamo. • L’INIZIO, più casuale che programmato, nel 1952, di accettare questa zona dell’allora Pakistan Orientale, abbandonata da altre congregazioni e in cui nessuno voleva andare rimane un momento provvidenziale e carico di significato per la nostra missione. La scelta di lavorare, diremmo oggi, in questa “periferia” o “scarto” di mondo che ci aspettava e` stata certamente da subito motivo di ispirazione per tutti I missionari che si buttarono a lavorare non solo nel campo pastorale, ma anche in quelli educativo, socio-economico e sanitario. • IL 1o. CAPITOLO REGIONALE del !975, dopo una spassionata analisi storico-sociale della situazione del Bangladesh e alla luce del Vat. II, rispondeva alle esigenze del momento con le seguenti priorità: A) Edificazione del corpo di Cristo in una comunità cristiana più interiorizzata e indigenizzata, fondata su una maggiore catechesi e maturità. B) Servizio educativo, sociale e di sviluppo al popolo Bengalese in generale, in un contesto di testimonianza Cristiana. (1o. CR. Bangladesh, 1975, parte III No. 5) • LE VIE NUOVE: Dalla fine degli anni ’70 a tutto il decennio seguente I saveriani in Bangladesh, pur essendo ancora impegnati nella gestione pastorale e amministrativa della diocesi di Khulna hanno cominciato a sentire l’esigenza di uscire dal “recinto clericale” della missione per andare dove si sentivano chiamati e dare inizio alle così dette vie nuove tra I non cristiani. 1
I Capitoli Regionali di quel tempo fanno propria questa esigenza dando così inizio a quel processo di “uscita nelle periferie” che ancora continua e ci permette di essere in linea con il nostro carisma e le nostre priorità. Questo essere missionari “fuori” non ci distanzia però dalla Chiesa locale di cui ci sentiamo parte e nelle cui mani abbiamo lasciato gradualmente quasi tutte le parrocchie. La collaborazione continua e la Chiesa “ufficiale” ci accetta e ci dà anche una stiracchiata benedizione. • LE “GUIDELINES”del 2007: strumento pratico di aiuto per il Primo annuncio nella fedeltà a noi stessi, alla nostra vocazione e alla gente per essere credibili come persone consacrate alla missione. In esso il Primo annuncio viene descritto come : « Il coraggio di proclamare il Signore Gesù Salvatore come risposta alle fondamentali domande dell’esistenza umana »(FABC V.4,3). Un coraggio che si esprime, dove e` possibile, nell’annuncio diretto attraverso il catecumenato e nella fondazione di nuove comunità cristiane attraverso la catechesi e formazione cristiana, ma che il piu`delle volte, tenendo conto della realtà sociale culturale e religiosa in cui ci troviamo, si esprime nel rispetto e conoscenza reciproci delle grandi religioni con il dialogo interreligioso e culturale e con l’attenzione e l’amore per gli uomini e le donne di questa Nazione, sopratutto per i non-cristiani e i poveri e, tra questi, dando la preferenza ai più emarginati come i fuori- casta Rishi, i Tribali e le donne. E` in mezzo a questi ultimi che l’annuncio viene preparato da un lungo processo di umanizzazione di quel terreno che potra` accogliere un giorno il seme della Parola. Non mancano tuttavia situazioni in cui possiamo esprimere questa nostra missionarietà solo con una presenza silenziosa e la testimonianza di vita e di carità cristiana. Crediamo che lo spirito, le idee e le scelte sopraelencate esprimano quelle priorità e quelle linee che hanno guidato e guidano ancora la nostra azione missionaria. Le nostre attività (in risposta alla seconda domanda) Le attività quindi che attualmente stiamo portando avanti nella nostra Regione ci sembrano in linea con il nostro carisma e rispondere alle priorità dateci dalla congregazione nei capitoli generali e regionali e dalla Chiesa. Ci riferiamo in modo particolare a quelle attività di presenza-testimonianza-servizio tra I non cristiani: fuori casta, tribali e gli ultimi come I disabili, gli ammalati, i poveri, le donne e i bambini di strada, come pure nel campo del dialogo intereligioso, tra gli studenti e lavoratori della città e della grande periferia e, fino a ieri, anche nel campo della stampa e delle pubblicazioni. Ma anche nelle attività di carattere pastorale a servizio dei cristiani in strutture della Chiesa locale non ci si limita alla cura dei soli battezzati, ma si mira allo sviluppo integrale umano di tutti sopratutto nei campi della educazione, dell’assistenza sanitaria e della formazione dei leaders (vedi Satkhira-Chuknagar) in ambito Rishi, Mymensigh-Noluakuri in ambito Mandi e lavoratori delle fabbriche e il Centro catechistico nazionale di Jessore nell’ambito della formazione dei e delle leaders. La Chiesa locale ci vorrebbe più direttamente coinvolti nelle sue strutture, anche a livello finanziario e quando questo non avviene si crea una certa diffidenza reciproca che genera 2
incomprensioni e rischia di rendere insignificante il nostro ruolo di animatori della missione al suo interno. Le nostre Attività di fronte ai cambiamenti e sfide dell’oggi. (In risposta alla 3a. domanda) Guardando a tutto quello che stiamo facendo ci sentiamo sufficientemente in linea con il nostro carisma e non siamo eccessivamente preoccupati di cercare altre vie nuove per essere in conformità con l’oggi della missione. Siamo per consapevoli che tutte queste nostre attività, hanno piuttosto bisogno di un serio discernimento nel modo di essere portate avanti sia nello stile che nei metodi. Ce lo chiedono I cambiamenti che sono avvenuti al nostro interno e quelli avvenuti nella Chiesa e nella società. Stando all’interno della nostra comunità e dovendo fare I conti con il numero diminuito dei confratelli, la loro età avanzata e l’affievolimento delle forze sentiamo il bisogno : A - di essere serenamente preparati ad accettare la fine di quelle attività che e non possono essere rimpiazzate e non lasciano strascichi; B – di cercare di superare quello stile troppo legato al carisma personale di chi gestisce l’attività con uno stile di più condivisione, con la comunità saveriana e quella con cui si lavora, e preparando quelle persone, confratelli e laici, che potranno assicurarne la continuità; C – di evitare progetti e gestioni personali troppo dipendenti dall’uso di soldi e di strutture che possano creare difficoltà, disparità e invidie con coloro chiamati a collaborare o a sostituire nell’attività stessa. Di fronte ai cambiamenti della Chiesa di cui siamo parte, rimanendo fedeli al carisma saveriano, vogliamo: A – riaffermare, il nostro ruolo profetico di animatori della missione e testimoni del Vangelo; B – evitare un certo stile ottocentesco di fare missione, rifuggendo il proselitismo e conservando un atteggiamento dimesso che miri più al rapporto personale, che guardi la situazione reale e non si perda in discorsi e celebrazioni fastose. Di fronte, infine, ai cambiamenti della società dovremmo : A – adeguarci rispettosamente al passo della gente accompagnandola nel suo cammino positivo di sviluppo denunciandone le ingiustizie come lo sfruttamento e la corruzione; B – essere aperti ed attenti alle realtà della donna, dei giovani e degli operai; C – fronteggiare il terrorismo Islamico dilagante potenziando il dialogo e la collaborazione a tutti I livelli. Punti di riferimento per una risposta adeguata (In risposta alla 4a. domanda) . Per poter dare una risposta adeguata alla situazione di oggi riteniamo che per la nostra congregazione I punti di riferimento, vecchi e nuovi , da tenere presenti siano : 1 – Innanzitutto il VANGELO che a volte sembra essere dimenticato per dar spazio ai nostri documenti e celebrazioni piuttosto autoreferenziali; 3
2 - L’ascolto e la condivisione con la GENTE che ci immette in quel processo di kenosis che e` stato di Gesù Cristo e ci fa tenere gli occhi e le mani verso “l’Alto”; 3- PAPA FRANCESCO che con il suo esempio e la sua parola sta portando una ventata di rinnovamento nella Chiesa a servizio dell’uomo: 4 - IL CARISMA SAVERIANO “AD GENTES, AD EXTRA, AD VITAM” che deve essere accettato senza compromessi fin dalla formazione di base; 5 – Il buon uso dei SOCIAL MEDIA per allargare gli orizzonti, ma evitando il rischio di sostituirli al rapporto diretto con le persone. In una società liquida e frammentata la nostra PROPOSTA TOTALIZZANTE E COERENTE deve poter esprimere il significato universale dell’uomo, anche se sappiamo che generalmente verrà assunta in modo frammentato e capita in modo personale. La FEDE profonda di chi fa la proposta deve essere mantenuta e coltivata con lo Studio e la Preghiera (FORMAZIONE PERMANENTE). A livello di TEOLOGIA DELLA MISSIONE anche le idee del nostro confratello P. FRANCESCO MARINI potrebbero diventare un punto di riferimento per il futuro della congregazione. Progetto per il futuro (In risposta alla 5a. domanda) . Pensando ad un progetto per il futuro della congregazione riteniamo innanzitutto necessario, per fedeltà al Vangelo e alla congregazione stessa, ripartire dalla affermazione intatta delle tre dimensioni del nostro carisma saveriano: “Ad Gentes, Ad Extra, Ad Vitam”. Vediamo in questo non solo la messa in atto del commando del Signore (Mt. 28,19), ma anche il far nostro l’atteggiamento di Cristo Gesù che si abbassa, si svuota per riportare l’uomo alla sua dignità e gloria originali (Fil. 2,5-11). Allo stesso tempo eviteremmo il rischio che ci siano dei cedimenti nei confronti di quel principio fondante della nostra congregazione. Cedimenti che percepiamo in certe frasi come “Si può essere missionari anche senza andare in missione” o in una simile mentalità, diffusa anche nelle teologie internazionali dove a volte la missione (saveriana) non sembra essere la preoccupazione principale. Riterremmo doverosi anche una revisione e un riassetto delle Teologie internazionali dove, senza dispersione di forze si possa puntare meglio sulla formazione umana dei giovani confratelli, sulla loro preparazione alla missione e sulla serietà degli studi. Che venga presa in seria considerazione anche la realtà dei Laici (saveriani e non) insieme a quella dei giovani per una nuova e maggiore collaborazione con loro … anche in vista del nostro futuro. Qualcuno pensa anche ad una possibile revisione della struttura e governo della congregazione con una Direzione Generale più allargata dove la base (Regioni) sia più coinvolta anche a livello decisionale. A nome dei saveriani del Bangladesh, P. Giacomo Gobbi sx 4
REPORT OF THE REGION OF BANGLADESH TO THE XVII GENERAL CHAPTER 2017 Introduction The present report is the fruit of the reflections and suggestions made by all the confreres of the Region at the level of the zonal communities and the regional assembly of May 2017 . These exchanges and sharing found us to be unanimous in reconfirming our faithfulness to the Xaverian charism for the realization of the audacious project of St. Guido M. Conforti. Turning to the roots (In answer to the1st question) Our general conviction is that the Congregation, above all from the period of post-Vatican II onwards, has given us directives and proposed priorities which are very clear in their faithfulness to the charism of the Founder for the actualization of his “audacious project”: that is, to be Missionaries of the First Proclamation of the Gospel, “ad Gentes, ad Extra, ad Vitam”. The enormous and fruitful work of the Congregation in giving us the New Constitutions in the GC of ’83 and the Ratio Missionis Xaveriana in that of 2001 has certainly returned us to our charismatic Confortian-Xaverian roots and placed before us what are our characteristics and priorities for being missionaries. It is interesting to note how also in the subsequent GCs these characteristics have remained intact and no revision has ever been endorsed, perhaps despite the request of some, even of the “ad Extra” dimension of our Congregation. Looking at our history in Bangladesh we note a clear linearity not only with these founding principles but also with the deepest needs of the context in which we find ourselves. • THE BEGINNING, more by chance than programmed, with the acceptance of this area of the then East Pakistan, abandoned by other congregations and in which no one wished to go, was a providential moment and full of significance for our mission. The choice of working in, what we would call today, this “periphery” or “waste” of the world that awaited us was certainly and immediately of inspiration for all the missionaries who threw themselves into the task not only in the pastoral field, but also in those of education, the socio-economic and health. • The 1st REGIONAL CHAPTER of 1975, after a dispassionate socio-historical analysis of the situation of Bangladesh in the light of Vat.II, responded to the needs of the moment with the following priorities: A)Edification of the body of Christ in a more interiorized and indigenized community based on a deeper catechesis and maturity. B)Educational, social and development services to the people of Bangladesh in general, in a context of Christian witness. (1st CR. Bangladesh,1975,partIIINo.5) • THE NEW WAYS: From the end of the 70s and all of the following decade the Xaverians in Bangladesh, while still engaged in the pastoral work and administration of the Diocese of Khulna, began to feel the need to exit the “clerical confines” of the mission to go to where they felt called and to begin the so-called new ways among the non-Christians. 1
The Regional Chapters of the day made this need their own by giving birth to that process of “going to the peripheries” which still continues and keeps us in line with our charism and our priorities. The fact of being missionaries “outside” does not distance us form the local Church of which we feel a part and into whose hands we have gradually left almost all the parishes. Collaboration continues and the “official” Church accepts us and also gives us its blessing, even if a little forced. • THE GUIDELINES of 2007: practical instrument of assistance for the First Proclamation in faithfulness to ourselves, to our vocation and to the people in order to be credible as people consecrated to mission. Here the First Proclamation is described as: “The courage to proclaim Jesus Lord and Saviour as the answer to the fundamental questions of human existence”.(FABCV.4,3). A courage to be expressed, where possible, in direct proclamation through the Catechumenate and in the founding of new Christian communities through catechesis and Christian formation. However, taking account of the social, cultural and religious reality in which we find ourselves, most often it is expressed in respect for and reciprocal understanding of the great religions through inter-religious and inter-cultural dialogue and with attention and love for the men and women of this Nation, above all the non-Christians and the poor, and among these, giving preference to the most marginalised such as the outcaste Rishi, the Tribals and women. It is among these “least” that the proclamation is prepared by a long process of humanisation of the ground that one day might accept the seed of the Word. We are not, nonetheless, lacking in situations in which we can only express our ‘missionarity’ with our silent presence and a witness of Christian life and charity. We believe that the spirit, ideas and choices listed above express those priorities and indications which have guided and continue to guide our missionary action. Our activities (In answer to the 2nd question) The activities, therefore, which at present we are carrying out in our Region seem to us in line with our charism and to respond to the priorities given us by the Congregation in the General and Regional Chapters and by the Church. We are referring in particular to those activities of presence-witness-service among non-Christians: outcastes, tribals, and the “last” such as the disabled, the sick, the poor, women and street children; as well as those of inter-religious dialogue, among students and workers in the cities and the great peripheries, and, until just recently, in the field of writing and publications. In the activities of a pastoral character and of service to the Christians in the structures of the local Church too we are not limited only to the care of the baptised, but we aim at the integral development of all above all in the fields of education, medical assistance and the formation of leaders ( See e.g. Satkhira-Chuknagar in the sphere of the Rishi, Mymensingh-Noluakuri in the Mandi environment and among factory workers and the National Catechetical and Pastoral Centre of Jessore in the area of the formation of female and male leaders.) The local Church would like us to be more directly involved in its structures, also at the financial level, and when this does not happen it creates a reciprocal diffidence which generates incomprehension and risks rendering insignificant our role of animators of mission within it. 2
Our Activities in the face of the changes and challenges of today. (In answer to the 3rd question) Looking at all that we are doing we feel sufficiently in line with our charism and we are not excessively preoccupied in the search for other new ways to be in conformity with today’s mission. We are however aware that all of our activities are in need instead of a serious discernment as to the way in which they are carried out both as to the style and the methods used. This is required by the changes which have come about in our internal forum and in the Church and society. Within our communities where we have to take into account the diminished number of confreres, their advanced age and the weakening of their energies we feel the need: A – to be serenely prepared to accept the end of those activities which cannot be substituted and do not leave ramifications, B – to try to overcome that style of management which is too tied to the personal charism of an individual with a style of greater participation with the Xaverian community with which the individual works and preparing those persons, confreres and lay people, who can assure continuity, C – to avoid projects and personal endeavours which are too dependent on the use of money and structures which may create difficulties, differences and resentment among those called to collaborate or to substitute in the activity in question. In the face of the changes in the Church of which we are a part and remaining faithful to our Xaverian Charism, we wish: A – to reaffirm our prophetic role as animators of the mission and witnesses of the Gospel, B – to avoid a certain 18th century style of doing mission eschewing proselytism and conserving a humble attitude which emphasises more personal relations, takes account of the real situation and does not get lost in lavish discourses and celebrations. Finally, faced with the changes in society we should: A – respectfully adjust our pace to that of the people in accompanying them on their journey of development while denouncing injustices like exploitation and corruption, B – be open and attentive to the realties of women, youth and workers, C – face the invasive Islamic terrorism by increasing dialogue and collaboration at all levels. Points of reference for an adequate response (In answer to the 4th question) In order to give an adequate response to the situation of today we consider that for our Congregation the points of reference, old and new, to keep in mind are: 1 – Above all the GOSPEL which at times seems to be forgotten to give space to our rather self- referential documents and celebrations. 2 – Listening to and sharing with the PEOPLE which immerses us in that process of kenosis which Jesus Christ undertook and which keeps our eyes and hands raised on “High”. 3
3 – POPE FRANCIS who by his example and word is bringing a wind of renewal in the Church at the service of man. 4 – THE XAVERIAN CHARISM “AD GENTES, AD EXTRA, AD VITAM”, which, beginning from basic formation, has to be accepted without compromises. 5 – Sensible use of SOCIAL MEDIA to broaden our horizons, but avoiding the risk of substituting them for direct relations with persons. In a liquid and fragmented society our HOLISTIC AND COHERENT PROPOSAL must be able to express the universal meaning of man even if we know that generally it will be taken up in a fragmented way and understood in a personal way. The deep FAITH of the one who makes the proposal has to be maintained and cultivated by Study and Prayer (PERMANENT FORMATION). At the level of MISSION THEOLOGY the ideas of our confrere P. FRANCESCO MARINI could also become a point of reference for the future of the Congregation. Project for the future (In answer to the 5th question) In thinking about a project for the future of the Congregation we consider that it is necessary above all for faithfulness to the Gospel and to the Congregation itself to re-start from an integral reaffirmation of the three dimensions of our Xaverian charism: “Ad Gentes, Ad Extra, Ad Vitam”. We see in this not only the putting into practice of the command of the Lord (Mt. 28,19), but also making our own the attitude of Jesus Christ who humbles himself, empties himself in order to bring man back to his original glory and dignity (Phil. 2,5-11). At the same time we should avoid the risk of any capitulation with respect to that founding principle of our Congregation. Capitulation that we perceive in certain phrases, such as: “We can be missionaries without going to the missions”, or in a similar mentality diffuse also in the international theologies where at times it seems that the (Xaverian) mission is not the principal preoccupation. We would also consider necessary a revision and reorganization of the International Theologies where, without any dispersion of forces, there would be better concentration on the human formation of the young confreres, in their preparation for mission and on the seriousness of study. Some also think that there should be a revision of the structures and government of the Congregation with an enlarged General Direction where the base (the Regions) might also be involved at the level of decision making. In the name of the Xaverians of Bangladesh, Fr. Giacomo Gobbi 4
XVII CAPITOLO GENERALE 2017 RELAZIONE della CIRCOSCRIZIONE sx - CH DELEGAZ. CINESE Ricordando il Tema del Capitolo… “ Quale RISPOSTA…? Quale FUTURO…? “ ...la relazione toccherà i seguenti punti: 1. Alla tua Circoscrizione, quali priorità sono state affidate dalla Congregazione? “Il solo scopo e obiettivo della Delegazione Cinese è l’evangelizzazione dei non cristiani in Cina. La comunione alla base della nostra vita trova la sua origine e fondamento nel nostro essere discepoli di Gesù, nell’essere membri della stessa famiglia e nel nostro essere stati chiamati alla stessa missione. Questa comunione ci chiede di condividere tutto (Cost. #35). La Delegazione porta avanti la sua missione come comunità (Cost. # 36): ü Vivendo come famiglia che è in se stessa testimonianza del Regno; ü Attendendo e partecipando attivamente a tutti quegli incontri su cui ci siamo accordati; ü Sostenendo e incoraggiando gli individui a sviluppare i propri talenti; ü Tenendoci reciprocamente informati riguardo a impegni, amici and piani; ü Discutendo e approvando tutti i piani e le attività. . .” (Dagli statuti della delegazione) 2. Nella tua Circoscrizione, quali attività saveriane attualmente si stanno portando avanti e quali sono veramente necessarie per la realizzazione di queste priorità? Tenendo a mente le priorità affidateci dalla Congregazione, abbiamo scelto di portare avanti la missione in cinque ambiti diversi che definiamo con “primo annuncio e promozione umana”, “primo annuncio e cultura”, “primo annuncio e attivita’ pastorale” , “primo annuncio e dialogo interreligioso”, “primo annuncio e formazione di agenti missionari”. Queste differenti aree riflettono gli ambiti nei quali siamo inseriti sia singolarmente sia come gruppo. Sebbene ognuno di noi sia impegnato a portare aventi la missione principalmente in una di queste aree, siamo coscienti che esse sono interdipendenti e si completano a vicenda. (Es: Facendo promozione umana infatti promuoviamo un dialogo inter-culturale e inter-religioso, prepariamo la strada ad un incontro con Dio... e così con le altre aree del nostro impegno). Queste diverse dimensioni, insieme, costituiscono lo sforzo missionario della Delegazione. “Primo annuncio e promozione umana”: attualmente questo aspetto è portato avanti in Continente principalmente da tre confratelli attraverso la collaborazione con organismi che offrono un servizio a orfani, disabili e anziani... In Taiwan l’impegno in questo settore è realizzato assieme a tutta la parrocchia. “Primo annuncio e cultura”: cinque confratelli sono coinvolti nell’ambito della cultura con responsabilità accademiche. Le specializzazioni vanno dalla musicologia all’archeologia, dall’insegnamento dell’inglese alla formazione nei seminari e nella università cattolica. 1
“Primo annuncio e attivita’ pastorale”: l’attività pastorale diretta è realizzata solamente in Taiwan attraverso l’impegno nella parrocchia di S. Francesco Saverio e nei servizi alla Chiesa locale. Attività pastorale non ufficiale e contenuta nei luoghi e nelle forme è realizzata anche in Cina Continentale. “Primo annuncio e dialogo interreligioso”: la delegazione può contare su una persona impegnata a Taiwan in particolare in questo ambito. “Primo annuncio e formazione di agenti missionari”: sia a Taiwan sia in Cina Continentale si sta portando avanti la formazione di amici SX attraverso la presentazione del nostro carisma. In questi ultimi anni abbiamo sviluppato un rapporto più stretto con la Chiesa in Cina Continentale. Crediamo che un coinvolgimento in questo ambito possa aiutare la Chiesa, e in particolare le congregazioni locali, a pensare e vivere nella e per la Chiesa universale, aprendosi anche alla possibilità di una presenza missionaria al di fuori del mondo cinese. Ci sembra che tutte le attività attualmente portate avanti in delegazione siano necessarie alla realizzazione delle priorità stabilite dalla Congregazione. Anche noi però ci siamo messi di fronte alla richiesta di riposizionamento espressa dall’ultimo CG, e nel nostro piccolo abbiamo deciso di buttarci con maggior coraggio in ciò che ci sembra più difficile o una priorità nelle priorità. Abbiamo così aperto due nuove presenze in Cina Continentale, là dove la provvidenza ci sembrava ci chiamasse. Questo riposizionamento ha di fatto ridimensionato la nostra presenza sia a Taipei sia a Pechino. 3. Nella tua Circoscrizione, quali vie bisognerebbe imboccare con coraggio e determinazione o quali potenzialità del nostro carisma rimangono ancora non sfruttate a pieno? In altre parole, come immagineresti la tua Circoscrizione diversa e più coerente con l’OGGI della Missione, sempre nella fedeltà al carisma saveriano? Nella nostra Circoscrizione, attualmente, la formazione di nuovi agenti missionari è una potenzialità del nostro carisma che per diverse ragioni non è ancora stata sfruttata appieno. Riguardo a questo ambito, crediamo sia necessario un cammino fatto insieme, dove ognuno si sente ugualmente coinvolto, seppur con compiti diversi. E’ chiaro che l’arrivo di un bambino in una famiglia cambia gli equilibri della coppia. La stessa cosa accade nella comunità che, con l’arrivo di persone che vi si avvicinano, deve essere aperta a ri-pianificare la vita interna e gli impegni esterni. Non si sottovalutano le difficoltà a seguire giovani aspiranti in un ambiente come quello cinese, tuttavia non possiamo lasciarci condizionare da esse perché ci chiuderebbero a questa prospettiva, che riteniamo essenziale. Per la costruzione e la collaborazione con la famiglia saveriana allargata (e la collaborazione con i laici e amici saveriani) esiste un po’ lo stesso problema: scegliere questa strada esige un cambiamento di modalità e di obiettivi della nostra presenza. Siamo convinti che il nostro futuro in Cina dipenda fortemente da quanto sappiamo farci aiutare e collaborare con chi condivide con noi lo stesso ideale. 2
In un luogo come il nostro, ci sembra chiaro che queste attività debbano essere sviluppate partendo da relazioni interpersonali condotte con pazienza e rispettose della libertà dell’altro. Non si sa quando una persona è pronta ad entrare nel cerchio dei più vicini che giungono a condividere il carisma; questo passo ci sembra più un lavoro di Dio che nostro. Si incontrano persone capaci, sensibili, aperte ad un impegno di volontariato, ma il dono della fede ed un impegno in questa prospettiva si colloca su un altro piano. Altri amici, vicini anche per un legame di fede, non sono capaci di capire i rischi di una collaborazione con stranieri nell’ambito della fede. Per tali motivi, spesso non osiamo aprire a queste persone le porte di casa, e manteniamo con loro solo un contatto personale. 4. Nella Congregazione, nella Chiesa, nella società, quali novità sono da ritenere come punti di riferimento per una RISPOSTA adeguata ed attualizzata, secondo il nostro carisma? - Sicuramente un aspetto che colpisce, dove si riesce a realizzare, è il condurre avanti la missione insieme. La Chiesa lo propone, il carisma saveriano lo sottolinea attraverso l’insistenza sullo spirito di famiglia e noi riscopriamo la verità e potenza di una evangelizzazione attraverso l’attrazione esercitata da una comunità che vive il vangelo. La gente accanto a noi rimane colpita non solo dal constatare che lasciamo la nostra terra per condividere con loro la vita, ma soprattutto dal vedere come persone diverse in età, cultura e provenienza riescano a vivere e a fare le cose insieme. Questa testimonianza concreta vale più di ogni predica. - Un secondo aspetto che vorremmo sottolineare è il fatto che la passione per il primo annuncio, proprio perché tale, deve adottare un approccio più “laico” e non solo o non principalmente attraverso quello pastorale, perché il primo annuncio si realizza molto spesso in un ambiente laico. A questo riguardo ci sembra importante che i saveriani siano dediti anche alle scienze così dette ‘profane’; adottate quale strumento che permette di interagire con persone, lontane geograficamente e spiritualmente, che altrimenti non avrebbero molte possibilità di avvicinare i cristiani e di conoscere la Chiesa. Il tenere presente ciò che il Conforti aveva avviato attraverso l’’audace progetto’ ci può aiutare: egli era aperto alla varietà delle discipline, a tutti gli strumenti che potevano aiutare il primo annuncio. La nostra presenza in Cina può, in questo senso, aiutare la Congregazione a riscoprire questo aspetto, forse un po’ trascurato, se non dimenticato. - Tutto ciò che è connesso con il dialogo e che è comunemente espresso dai tanti termini che iniziano per “inter” (inter-nazionale, inter-culturale, inter-religioso...), rappresentano una novità che ci chiama a dare il nostro contributo di testimonianza di apertura e dialogo con il diverso e allo stesso tempo di impegno nell’educare alla mondialità aprendo le chiese locali e la società ad una visione globale. - La mancanza di sacerdoti ci chiede di pensare a nuovi tipi di ministri e ministeri nella Chiesa, a nuove liturgie che non si limitino alla sola celebrazione dell’Eucaristia (ora 3
celebrata sempre, in qualsiasi condizione e con qualsiasi persona presente), nonché a ri-vificare la Chiesa non solo attraverso un maggior uso della bibbia, ma attraverso una maggior collaborazione con i laici anche per quell’aspetto che riguarda la missione. - In una società che scarta ciò che non è utile: il povero, il disabile, il vecchio..., il nostro impegno dovrebbe andare controcorrente scegliendo queste persone come primo oggetto della nostra attenzione. Questo messaggio dei segni (cfr. Papa Francesco) esige una particolare attenzione onde evitare la pesantezza di strutture, privilegiando invece ciò che è piccolo e povero. In questo contesto, la collaborazione con il volontariato può meglio aiutare al raggiungimento degli obiettivi. - Siamo in mezzo ad un cambiamento culturale e antropologico che sta distruggendo la famiglia tradizionale (gender, gay ecc.). Anche questo è effettivamente un ambito da evangelizzare. 5. Quale “progetto” vedi possibile per il FUTURO della Congregazione? Prima di tutto, guardando alla realtà nella quale viviamo e al probabile ridimensionamento della Congregazione nei prossimi anni, crediamo sia necessario mantenere una visione e un linguaggio positivi: nel mezzo di una crisi epocale, si nascondono i germi di un mondo nuovo. “Il fico infatti non germoglierà, nessun prodotto daranno le viti, cesserà il raccolto dell'olivo, i campi non daranno più cibo, le greggi spariranno dagli ovili e le stalle rimarranno senza buoi. Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio, mio salvatore. Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle mie alture mi fa camminare” Ab. 3,17-19. Il XVI CG ha parlato di un riposizionamento generale che è necessario non solo perché il numero e l’età dei confratelli ci obbligano a farlo ma anche perché il carisma saveriano ce lo richiede. Il primo annuncio era l’obiettivo fondamentale dell’audace progetto e alla realizzazione di tale obiettivo il Conforti ha dedicato le migliori risorse della Congregazione; egli però non si è dimenticato che la formazione di nuovi missionari è ugualmente importante e non ha esitato a richiamare in patria dalla missione, persone adatte a tale scopo. Crediamo che la Congregazione debba sì avere il coraggio di aprirsi a nuovi orizzonti e opportunità, ma debba avere pure il coraggio di chiudere, nel tentativo di razionalizzare gli sforzi. Si comprende la difficoltà a chiudere attività o strutture dove dei confratelli ci hanno messo la vita, ma dovremmo avere almeno il coraggio di concentrare le nuove leve sulle priorità proprie della Congregazione. Oltre ad investire maggiormente della cultura e nell’educazione, riteniamo che sia necessaria una maggior cooperazione con altri istituti. 4
XVII GENERAL CHAPTER REPORT OF THE CHINESE DELEGATION Mindful of the Chapter Topic… What RESPONSE…? What FUTURE…? 1. What priorities have been entrusted to your Circumscription by the Congregation? “The only purpose and objective of the Chinese Delegation is evangelization of the non-Christian among the Chinese in China. Our coming together as a family is based on the spirit of communion which finds its origin and foundation in our being disciples of Jesus, in our being members of the same family, and in our being called to the same mission. It demands we share everything. (Cost. #35) This life of communion is lived in and through the local community. (Cost. # 36) Each community: a) Believes that living as a family is in itself a testimony of the Kingdom; b) Gathers at times agreed upon; c) Encourages and supports different individual skills; d) Maintains a constant and open communication about commitments, friends, and plans; e) Carries on projects and activities which have been discussed and approved together. (The proposed Statutes of the Delegation) 2. What Xaverian activities are being done in your Circumscription and which ones are really necessary for the fulfillment of these priorities? Keeping in mind the priority entrusted to us by the Congregation, we have chosen to focus our ministry on five different fields which we call “first proclamation and human promotion”, “first proclamation and culture”, “first proclamation and pastoral activity”, “first proclamation and interreligious dialogue”, “first proclamation and formation of missionary agents”. These different contexts reflect the areas where we operate individually and as a group. Although each one of us is committed to carry out mission in one particular field, we are aware that they are all mutually dependent and complement each other. (For example, while working in human promotion we can at the same time promote an inter-cultural and interreligious dialogue and facilitate a meeting with God…) These different areas then constitute the main missionary thrust of our Delegation. “First proclamation and human promotion.” Presently, three confreres are carrying out this type of ministry in China Mainland, by cooperating with institutions which serve orphans, disabled people, and the elderly. In Taiwan, instead, this is done through the parish. “First proclamation and culture.” Five confreres work in the area of culture with different academic responsibilities in musicology, archeology, English language, and offering courses in Catholic universities and seminaries. “First proclamation and pastoral activity.” Direct pastoral activity can be done only in Taiwan; presently, we are responsible for the St. Francis Xavier parish and cooperate with the local Church in other activities as well. Non official pastoral activity, limited in places and forms, is also carried out in Mainland China. “First proclamation and interreligious dialogue.” Our Delegation has one person working in this particular area. “First proclamation and formation of missionary agents.” In Taiwan and China Mainland we are forming friends of the Xaverians, presenting our charism to them. In the last few years we have developed a closer relationship with the Church in China Mainland. We 1
believe that getting involved in this area might help the local Church, and in particular local Congregations, to be aware of and live for the universal Church, open to the possibility of a missionary presence outside of China. It seems to us that all the activities we are presently carrying out are necessary for the realization of the priorities entrusted to us by the Congregation. Yet, we too have addressed the request made by the last General Chapter to reposition ourselves and have resolved to exert greater courage in choosing what is more difficult but might be the first of our priorities: a more consistent and diversified presence in China Mainland. Thus, we have started two new ‘presences’ in the Mainland where Providence seemed to call us. This repositioning has reduced the number of confreres in Taipei and Beijing. 3. What paths should be taken with courage and determination by your Circumscription, or what potential of our charism has not yet been fully exploited? In other words, how would you imagine your Circumscription in a different and more consistent way vis-à-vis the TODAY of the Mission, whilst remaining faithful to the Xaverian charism? Presently, the formation of new missionary agents in our Circumscription is a potential of our charism which has not been fully developed. In this regard, we believe it is necessary to go ahead together, each one equally committed, albeit with different roles. Just as the arrival of a new baby in a family changes the life of a couple, the Delegation needs to be willing to revise its life and commitments within and outside the community in order to make new candidates feel welcome. We do not underestimate the difficulties of following potential vocations to the Xaverian family in China; however, we should not be conditioned by these challenges because they would close off this possibility, which we believe is essential. Regarding the collaboration with the larger Xaverian family (and the collaboration with lay people and friends), we find the same difficulty: choosing this road demands a change of attitude and goals of our presence. We are convinced that our future in China depends a great deal on our ability to accept the help of, and collaborate with, those who share our same ideal. It seems to us that in a country like ours, these activities need to be developed starting from interpersonal relationships characterized by patience and respect toward the freedom of the others. We never know when a person is ready to approach us and share our charism; this step is more the fruit of God’s work than ours. We meet people who are skilled, sensitive, open to do volunteer work, but the gift of faith and a journey in this new life is on another level. Other friends, closer to us because of our common faith, seem unable to perceive the risks of collaboration with foreigners in the field of faith; because of this we often avoid inviting them to meet the community and just maintain a personal contact with them. 4. In the Congregation, in the Church, in society: what novelties should we take as reference points for an adequate and up to date RESPONSE, in harmony with our charism? - There is no doubt that a compelling aspect of mission, wherever that is possible, is working together. The Church suggests it, the Xaverian charism emphasizes it by insisting on the family spirit, and we constantly rediscover the truth and power of evangelization through the attraction of a community which lives the gospel. People who are close to us are not only impressed by the fact that we leave our native countries to share their life, but above all by observing how people of a different age, culture, and origin can live and work together. This concrete witness is better than any sermon. - A second aspect that we want to emphasize is the fact that zeal for the first proclamation of the Kingdom, as such, should adopt a more lay approach in our pastoral activity because we often operate in a lay environment. Because of this we believe it is important that the Xaverians also dedicate themselves to the study of the so-called ‘secular sciences’, as a tool to interact with people who do not have many 2
opportunities to approach Christians and get to know the Church. Keeping in mind what Conforti started through the audacious project can help us: he was open to the variety of fields of studies, to anything that could have helped the first proclamation of the Kingdom. Our presence in China can, in this sense, help the Congregation rediscover this aspect which has probably been overlooked, if not forgotten. - All this is related to dialogue and is usually expressed with so many terms starting with “inter” (international, intercultural, interreligious...), which represent a new reality calling us to give our contribution to openness and dialogue with what is different; at the same time, we are called to stress the need to reach out to what is ‘outside’ and invite the local Church and society to adopt a global vision. - The shortage of priests calls upon us to think of new types of ministers and ministries in the Church, to have liturgies other than the celebration of the Eucharist (we always celebrate it, no matter the circumstance or who is there), and to renew the Church not only with a greater use of the Scriptures, but through a greater collaboration with lay people even in whatever pertains mission. - In a society which discards what is not useful: the poor, the disabled, the elderly.., our commitment should be to go against the current by choosing these people as our priority. This message through signs (see Pope Francis) demands much attention if we are to avoid the burden of structures and choose instead what is small and poor. In this context, collaboration with lay volunteers can be a great help in fulfilling our goals. - We are in the midst of a cultural and anthropological change which is destroying the traditional family (gender issues, gays, etc.). This too is an area that needs to be evangelized. 5. What possible “project” do you see for the FUTURE of the Congregation? First of all, if we observe the context we live in, and the decreasing number of people in our Congregation in the next few years, we believe we should still maintain a positive attitude: in the midst of an unprecedented crisis we can find the seeds of a new world. “For though the fig tree blossom not nor fruit be on the vines, Though the yield of the olive fail and the terraces produce no nourishment, though the flocks disappear from the fold and there be no herd in the stalls, yet will I rejoice in the LORD and exult in my saving God. GOD, my Lord, is my strength; he makes my feet swift as those of hinds and enables me to go upon the heights” (Hab 3:17-19). The XVI GC spoke of a necessary general repositioning, not only because of the decreasing numbers or the aging of our confreres, but also because the Xaverian charism demands it. The first proclamation of the Kingdom was the main goal of the audacious project and Conforti devoted the best resources of the Congregation to it; nevertheless, he did not forget that the formation of new missionaries is equally important and did not hesitate to call back to Italy those people he deemed capable of working in that field. We believe the Congregation should have the courage to open up to new goals and new opportunities, but it should also have the courage to close some communities or activities in order to organize our efforts in a more reasonable and functional way. We understand the difficulty of closing down activities and structures where confreres have worked all their life, but we should at least have the courage to concentrate our new professed confreres to work in places and activities where the Congregation perceives it as its own priority. Besides investing more in the fields of culture and formation, we believe it is also necessary to promote a greater cooperation with other missionary institutes. 3
XVII CAPITOLO GENERALE 2017 RELAZIONE della CIRCOSCRIZIONE sx - ID INDONESIA Situazione Generale del Personale I professi perpetui della Regione dell'Indonesia sono in tutto 37. Di essi, quelli che lavorano nella pastorale parrocchiale sono 21 (Toasebio= 4, Bintaro= 3, Aek Nabara= 3, Padang Baru= 3, Bukit Tinggi= 2, Labuh Baru= 3, Siberut= 3). I Confratelli che lavorano nella formazione sono 7 (Tunas [postulato, per coloro che non hanno fatto esperienza del seminario]= 2, Prenoviziato+Noviziato= 3, Studentato= 2). 1 confratello lavora nel centro di animazione come full-timer, più un fratello che sta studiando per la specializzazione. 1 confratello è in procura. Nella domus di Padang ci sono soltanto il provinciale e 1 fratello. I confratelli anziani non più a servizio attivo sono 4 (2 in Biara, 1 in Procura, 1 in Prenoviziato-Noviziato). 1. Priorità affidate dall'Istituto alla Regione indonesiana a. Lavoro Missionario, Dialogo Interreligioso e Laici (PAX, Paguyuban Awam Xaverian) I documenti del XVI Capitolo Regionale Indonesiano (2016-2020) riportano le priorità di impegno affidate dall'Istituto Saveriano alla Regione Indonesiana. Tra di esse ci sono: 1) Il lavoro pastorale di evangelizzazione, il dialogo interreligioso e lo sviluppo dei Laici Saveriani (PAX) nelle parrocchie in cui lavorano i Saveriani; 2) la formazione di base; 3) l'animazione missionaria e la promozione vocazionale; 4) la formazione permanente. Va ricordato che dall'inizio della missione saveriana a Padang (Sumatra Occidentale), nel Luglio 1951, il lavoro fondamentale e la priorità assunta dalla Regione Indonesiana in maniera esclusiva era l'opera di evangelizzazione o primo annuncio. Ciò significa che per i primi 30 anni di presenza saveriana in Indonesia l'attività missionaria si è concentrata sulla pastorale di evangelizzazione, sul dialogo interreligioso, il dialogo di vita e dialogo culturale, oltre a favorire lo sviluppo della la giovane Chiesa locale accompagnandola verso la sua autonomia. Negli anni 80 è nata l'idea di iniziare l'opera di animazione missionaria e di formazione dei candidati saveriani. Tutto ciò è stato spinto dalla regolamentazione del Governo che ha limitato la presenza e l'entrata di missionari dall'estero. Il 1o Luglio 1985 è stato inaugurato il Noviziato con una presenza di 10 novizi, ed in questo modo hanno iniziato a prendere corpo le attività prioritarie di formazione e di animazione in Indonesia. A conseguenza di ciò, nel periodo 1990-2010 diverse parrocchie sono state consegnate alle diocesi. Tutto ciò è stato dovuto alla necessità di aumentare il personale per la formazione e l'animazione che richiedevano più forze, provvedendo al suo trasferimento dal campo pastorale. b. Formazione di base, Animazione Missionaria e Promozione Vocazionale In sintonia con lo sviluppo della formazione dei candidati saveriani a partire dagli anni 80 fino ad oggi, si è reso necessario far camminare insieme in maniera integrata il programma di formazione e quello di animazione. Si è provveduto a chiudere la comunità della teologia, la cui casa è stata utilizzata per ricevere i postulanti (tunas) [candidati che non hanno fatto l'esperienza del seminario] la cui 1
formazione è stata integrata nel centro di animazione missionaria e di promozione vocazionale di Yogyakarta. 2. Attività che si stanno svolgendo a. Attività di Formazione: Postulato (Yogyakarta), Prenoviziato-Noviziato (Bintaro), Studentato (Jakarta) Al fine di accogliere i candidati saveriani dalle scuole superiori al di fuori dei seminari minori, a partire dagli anni 2000 è stata aperta la comunità formativa dei Tunas Xaverian (postulato) a Yogyakarta. Negli anni, i candidati provenienti dalle scuole superiori sono sempre stati numerosi, ma lo standard di preparazione scolastica non è soddisfacente se confrontato con quello dei candidati provenienti dai seminari. Perciò, i postulanti ricevono una formazione per 11 mesi, frequentando corsi di studio di base di Bibbia, Catechesi, Ecclesiologia, Storia della Chiesa ed altro. Attualmente il Tunas Xaverian vede la presenza di 10 candidati accompagnati da un rettore e da un confratello senior. I candidati che hanno terminato il postulato e coloro che arrivano dai seminari minori vengono accolti nel Prenoviziato del Bintaro [Jakarta]. Il Prenoviziato attualmente vede la presenza di 6 prenovizi accompagnati da un formatore. Il noviziato ha 14 novizi guidati dal Maestro. La comunità dello studentato filosofico compie 32 anni. Nel giugno del 2017 in essa vi sono 10 studenti accompagnati da un Rettore e da un padre aiutante. 2 studenti del IV anno partiranno per la teologia internazionale, mentre un altro svolgerà l'anno di pastorale in una parrocchia. Nel prossimo anno accademico (2017-2018) saranno presenti 20 studenti di filosofia di cui una parte avrà già cominciato il nuovo curriculum che prevede 3 anni di filosofia senza conseguire il diploma [il vecchio curriculum prevedeva 4 anni fino al conseguimento del diploma di primo livello]. b. Animazione Missionaria e Promozione Vocazionale, Website, Mass media 1. Dal centro di Animazione a tutto il territorio indonesiano Attualmente il Centro di Animazione di Yogyakarta è guidato da un confratello che svolge il compito di animatore full-timer, il quale è coadiuvato da coordinatori dell'animazione presenti nelle parrocchie affidate ai Saveriani. Oltre a lui, vi è anche un fratello che sta concludendo gli studi di specializzazione in Religione e Cultura. Il responsabile dell'animazione stabilisce il programma delle attività in coordinamento con il Team dell'animazione, i cui membri sono presenti in tutte le comunità, attraverso incontri che si tengono due volte all'anno. Il team dell'animazione visita scuole superiori, parrocchie e seminari minori in tutto il territorio indonesiano. 2. Website dello studentato, Mass media Saveriani L'animazione nel campo digitale attraverso il Website è realizzato dagli studenti della filosofia i quali pubblicano anche la rivista "Warta Xaverian". Nella comunità dello studentato di Jakarta, p. Rodolfo Ciroi (responsabile dei Mass-media), oltre a svolgere il ruolo di aiutante del rettore, collabora con il centro di animazione di Yogyakarta per la stampa di leaflets, libri, calendari, poster e del bollettino saveriano. Si sta procedendo alla pubblicazione del libro "Mereka yang telah meninggalkan kita","Coloro che ci hanno lasciato" [le testimonianze sui saveriani defunti che hanno operato in indonesia]. Il Website della Regione è in via di realizzazione grazie a p. Suhud della Procura. Inoltre si pubblicano i foglietti della messa che raggiungono le 30.000 copie stampate per ogni edizione. 2
3. Website della parrocchia St. Paulus Labuh Baru Un giusto apprezzamento va indirizzato al Website della parrocchia saveriana St. Paulus Labuh Baru di Pekanbaru della Provincia del Riau (https://santopauluspku.wordpress.com/) quale strumento di animazione di una parrocchia servita dai confratelli saveriani. c. Dialogo interreligioso/interculturale/con la povertà 1.L'attivita di dialogo dello studentato e di studi in dialogo intercultura La comunità dello studentato di Jakarta organizza seminari ed incontri di dialogo interreligioso/interculturale a cadenza mensile. Gli studenti realizzano anche dei live-in e visite presso comunità buddiste, bahai, musulmane e di fedi tradizionali (per esempio la comunità dei Sunda Wiwitan). Nel campo accademico, il Maestro dei Novizi di Jakarta sta terminando la tesi sul rapporto tra Psicologia e Cultura, mentre il fratello Kornelius Glossanto sta finendo il programma di studi in Religione e Cultura. 2. Incontro con la cultura locale e servizio ai poveri nelle parrocchie saveriane ed in altre comunità Ogni parrocchia servita dai saveriani è peculiare per ciò che riguarda l'incontro con la cultura locale e la povertà. Nella parrocchia di Siberut vi è una particolare attenzione alla cultura e ai poveri delle Mentawai. La parrochia di Bukittingi e la parrocchia di Labuh Baru servono con particolare attenzione gli immigranti Batak Toba oltre che i Cinesi e i Giavanesi. La Parrocchia di Padang Baru ha i suoi fedeli provenienti da 6 gruppi etnici: Giavanesi, Cinesi, Batak, Mentawaiani, Nias e Floresani. Questa composizione arricchisce la vita ecclesiale di una parrocchia inserita nel contesto culturale Minangkabau musulmano. I cinesi cattolici sono particolarmente curati nella parrocchia del Toasebio, Jakarta, per esempio con la possibilità della messa in mandarino una volta la settimana. d. Pastorale parrocchiale missionaria. 1. Primo annuncio, catecumenato parrocchiale (Bintaro, Toasebio) Ogni anno in occasione del Natale e Pasqua, centinaia di catecumeni vengono battezzati, in particolare nella parrocchia di Toasebio e Bintaro nell'Arcidiocesi di Jakarta. I saveriani devono continuare ad essere coinvolti direttamente nella preparazione dei candidati al battesimo. Nella parrocchia del Bintaro, alcuni nostri confratelli insegnano religione in università e seguono i catecumenti, mentre un confratello insegna religione cattolica in una scuola superiore a Bukittinggi. 2. Borse di studio per futuri catechisti diplomati ed altri studenti indigenti Da una decina di anni, la Parrocchia di Siberut ha destinato dei fondi per un programma di borse di studio sponsorizzata dai saveriani per futuri maestri di religione/catechisti diplomati; l'obiettivo è quello di formare degli evangelizzatori professionisti per la nuova evangelizzazione delle comunità cristiane presenti in zone periferiche dove la fede non è ancora radicata, o dove manca ancora la conoscenza di Cristo. 3. Sviluppo socio-economico attraverso microcredito ad Aek Nabara. Sin dagli albori della parrocchia di Aek Nabara, è stato organizzato un sistema di sostegno per i poveri attraverso una Credit Union, in modo da favorire il miglioramento della situazione economica 3
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