AaMMMMuuTT - Mammut Napoli
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aMM MMuuT Periodico del Centro Territoriale a Scampia - Mammut. Gennaio 2010, anno II numero 4. euro 2 Se abbiamo voluto dedicare questo IV nu- fare anche con il metodo e l’organizzazione. fare e pensare per mero del Barrito al tema dell’utopia è per- Perché se la burocrazia tradisce sempre, è ché ci sembra che tanto nei canali istituzio- vero però che l’azione non organizzata resta utopie nali che in quelli informali l’educazione e pura, ma fallisce. l’intervento sociale siano sempre più purga- Per questo, alla fine di questi due anni ti da ogni ideale di umanità e di convivenza di lavoro educativo e sociale, condiviso con il sogno di una scuola sociale. Crediamo che il discorso sull’edu- educatori, insegnanti, operatori, bambini, cazione debba tornare necessariamente a ragazzi e famiglie di Napoli e di altre città il liceo autogestito di mirare alto, avere di nuovo il coraggio di italiane, abbiamo iniziato a tirare le somme pensare modelli ideali, chiedere molto per sui modi, i presupposti, i valori, le finalità parigi poter in seguito fare i conti con la realtà, che hanno orientato, sin qui, il nostro ope- ma partire da idee forti, visioni profonde. rare. Alla raccolta, definizione e scrittura rete per l’educazione Per poter fare questo è necessario però di questi modi – organizzazione, procedu- liberarsi dall’ossessione, a volte inibente, re, tempi, strumenti, climi, ecc. – abbiamo libertaria della perfetta corrispondenza fra riferimen- dato il nome, provocatorio, di Discorso sul ti ideali ed esperienze concrete, fra teorie e metodo. È il Quaderno del Barrito che tro- pratiche. Crediamo anzi che nel momento vate allegato a questo numero del giornale, in cui le une risultassero rigidamente coe- il nostro piccolo contributo al ragionamen- renti alle altre, sarebbe segno o di un ade- to sull’utopia e sulla sua realizzabilità. dei piccoli guamento delle teorie, o di uno sconto nelle Perché in fondo la chiamiamo utopia per pratiche. intenderci. Ma a livello di elaborazione del L’utopia è un problema quando si limi- pensiero, un’idea non si può che accettare il mito del mammut ta a una concezione politica sognatrice e o rifiutare a seconda che la si consideri vera distaccata dal reale, ma anche quando si o falsa, così come a livello di pratiche, non felice pignataro: proietta solo in esperienze passate (che è c’è nulla di utopico nelle sperimentazioni: l’utopia sui muri facile mitizzare) o in costrutti teorici (che è o funzionano e hanno successo, o non fun- facile assolutizzare). Almeno nelle tradizio- zionano. Anzi, come diceva Paul Goodman, il paginone: fafpez ni a cui vorremmo orientare il nostro fare e forse le idee si possono definire utopiche del il nostro pensare – il socialismo utopistico proprio quando funzionano e non hanno u a d erno lQ do alla Kropotkin, per intenderci, o l’utopismo successo. o m a ggio i o sul meto in cor s pragmatico alla Ward – l’utopia ha a che a r r i t o: Dis B
delle utopie e del fare Fare e pensare per utopie. Appunti su Paul Goodman di Giacomo Borella T orno spesso a riaprire i libri di Paul Goodman, a rileggerne parti dimenti- cate, a leggere quelli che non avevo ancora chiamava il Sistema Organizzato – in cui la crescente astrazione e virtualizzazione si sostituiscono progressivamente all’uma- entrambi. Al simposio annuale della Smi- thsonian Institution, a un pubblico di pa- ludati accademici, architetti, storici, dis- municazione, il potere. Questo aspetto del suo lavoro lo colloca, insieme a Mumford, Illich, Ellul, Anders, Virilio e altri, in un fi- 1 Martin Buber, Sentieri in Utopia, Edizioni di Comunità 1967 2 Paul Goodman, prefazione a Utopian letto. Ogni volta parto per cercare una cosa no, al corporeo e al sensoriale). Capitini si se: “Dovremmo aspirare alla decenza, non lone di riflessione che ci è oggi particolar- Essays and Practical Proposals, e ne trovo altre cinquanta. In genere apro i definiva un “mistico pratico”, e anche qui all’eccellenza. Non possiamo tracciare un mente indispensabile, in un quadro in cui, Random House 1962 libri di Goodman, come si fa con gli autori c’è la stessa utile tensione tra il lontano e il confine a priori, ma in tutti i casi c’è qual- anche a sinistra, le parole-ameba della co- 3 Paul Goodman, Two Points of più cari, per cercare qualche rischiaramen- vicino, tra l’alto e il basso. Questa tensione cosa da pianificare e qualcosa che dobbia- siddetta innovazione tecnologica e ricerca Philosophy and an Example, in AAVV, to alle mie confusioni o almeno alla ricerca a Goodman piaceva metterla già nei titoli mo trattenerci dal pianificare. Ciò spesso scientifica vengono ancora incredibilmente The Fitness of Man’s Environment, di spunti che le spingano in una direzione dei suoi libri: Utopian essays and Practical significa decidere quando introdurre tecno- e indiscriminatamente santificate, sempre Smithsonian Institution Press 1968 più vitale e proficua, meno angusta. È giusto proposals (Saggi utopistici e Proposte prati- logia, per avere una base decente, e quando e comunque legittimate a prescindere dai 4 Paul Goodman, Valori oggettivi, in AAVV, quello che dice Colin Ward di Goodman: il che) o Little prayers and Finite experiences invece non introdurre tecnologia, per ave- loro contenuti, costi, effetti sull’ambiente e Dialettica della liberazione, Einaudi suo lavoro ci mostra come “in tutti i pro- (Piccole preghiere ed Esperienze finite). La re libertà”3. Qualche mese dopo, al mitico sull’esistenza umana. 1969 blemi della vita quotidiana ci confrontiamo sua diffidenza per l’utopia pura, astratta, è convegno “Dialettica della liberazione” di 5 Paul Goodman, prefazione a Utopian 5. Infine mi piacciono molte poesie di con la possibilità di scegliere tra soluzioni espressa nel titolo di una sua intervista del Londra, si rivolge ad un pubblico di anti- Essays and Practical Proposals, cit. Goodman. Che io sappia non sono mai di tipo autoritario o libertario”. ‘67: Utopian means they don’t want to do psichiatri, filosofi, militanti del movimento: 6 Paul Goodman, Little Prayer and Finite state tradotte in italiano, ed è un peccato. In questi anni, per leggere Goodman, si it! (qualcosa come “Utopistico significa che “Secondo me molti discorsi politici sono Experience, Harper & Row 1972 Provo a tradurne qui tre frammenti, un po’ deve fare un po’ di fatica: della gran mole non vogliono farlo davvero!”). Egli sembra troppo ambiziosi. La gente intende usare il sbrigativamente, perdendo quasi tutto in di saggi, pamphlet, romanzi, racconti, pièce applicare il principio che secondo Martin potere politico per raggiungere qualcosa di termini di assonanze e fonetica. Fanno par- teatrali, poesie solo pochi sono stati tradot- Buber distingueva la strategia del movi- grandioso e di eccellente. Non sarà questo Per saperne di più te di quel filone di poesie-preghiere scritto ti in italiano e attualmente è reperibile un mento cooperativistico ottocentesco da il risultato. Quello che si può fare è appena Paul Goodman, Gioventù assurda, Einaudi nel corso di trentacinque anni, pubblicate solo libro (Individuo e comunità, Eleuthera, altri filoni di ispirazione utopica: lavorare di garantire una situazione di minima de- 1964 e La società vuota, Rizzoli 1970 sparse nelle varie raccolte poetiche e infi- 1995). Ma anche in inglese i suoi testi non a “mutamenti eseguibili nelle condizioni e cenza nella quale qualcosa di buono possa Lewis Mumford, Storia dell’utopia, Calderini ne da lui raccolte negli ultimi mesi di vita sono ristampati da tempo e solo quest’an- coi mezzi che sono dati”1, se tra i mezzi dati accadere. (…) Ritengo che se noi del mo- 1969 nel libro Little prayer and Finite experien- no la giovane casa editrice californiana PM consideriamo anche quelli che si possono vimento rivoluzionario avessimo mire più Murray Bookchin, Democrazia diretta, ce, uscito postumo. Nel primo frammento Press ha iniziato a ristamparne alcuni (per inventare. È lo stesso Goodman a sostene- modeste, tutto avrebbe più senso”4. Eleuthera 1993 compare l’invocazione Creator Spirit come, ora siamo solo ai primi due titoli) sotto la re: “Sembra che io sia capace di scrivere Colin Ward, Anarchia come organizzazione, 3. Paul Goodman attribuiva un ruolo ad- che ritorna in diverse opere di Goodman. 2 guida dell’infaticabile curatore della sua solo praticamente, inventando espedienti. dirittura rivoluzionario ai “professionisti au- L’ultimo frammento è costituito dai versi Eleuthera 1996 Vittorio Giacopini, La comunità che non c’è, 3 opera, Taylor Stoehr. In ogni caso, per chi Il mio modo di scrivere un libro di teoria tentici” nelle società che “funzionano male” finali di Little Te Deum, forse la sua poesia Nonluoghi 2003 voglia avvicinarsi a Goodman la migliore in- sociale è stato quello di inventare progetti (cioè, diceva, quasi tutte quelle principali). più nota. troduzione rimane il commosso saggio che comunitari. La mia psicologia è un manuale Ma contemporaneamente il suo lavoro era Susan Sontag gli dedicò all’indomani della di esercizi terapeutici. Uno studio letterario sostenuto da uno spirito robustamente anti- Il matto che incontri per strada sua morte, nel ’72 (Su Paul Goodman, in è un manuale di critica pratica. Una discus- specialistico, in cui era implicita la rivendi- mentre parla da solo Sotto il segno di Saturno, Einaudi 1982). sione sulla natura umana è un programma cazione dell’unitarietà del sapere e soprat- sono io, per favore conducilo a casa. Da qualche anno il cineasta statunitense di riforme pedagogiche e politiche. (…) Ma tutto dell’interezza dell’esistenza umana. Spirito Creatore, vieni. Jonathan Lee sta lavorando a un documen- quasi invariabilmente (tranne quando sono Così egli rispondeva alla frequente accusa tario sulla sua figura, Paul Goodman chan- indignato) vedo che comprendo ciò che di superficialità e dilettantismo nell’affron- *** ged my life, ma per ora ne sono stati diffusi non mi piace solo per contrasto con qual- tare i campi più disparati del sapere – so- solo alcuni brevi estratti. che proposta concreta che mi sembra abbia ciologia, psicologia, urbanistica, tecnologia, Insegni in fretta e duramente Chiusa questa parentesi di servizio, da più senso”2. educazione, letteratura, estetica, etica: “È alla Tua scuola, Signore. lettore e non da studioso provo ad appun- 2. Goodman è stato messo giustamente vero che non so molto, ma è falso che scrivo Per me non sempre è chiaro tare un po’ alla rinfusa alcune cose tra le tra i pensatori radicali, ma è straordinario, e di molti soggetti diversi. Ne ho uno solo: gli quale sia la lezione. molte che mi piacciono di Paul Goodman. per me spesso commovente, come dentro a esseri umani che conosco, nella scena che 1. Ancor più che “utopista pragmatico”, questa radicalità egli riservi uno spazio im- loro stessi hanno costruito. (…) Se si tratta- Ero insolitamente docile come Goodman è stato definito, mi piace portante alla modestia. Oltre ad avere ben no separatamente i loro comportamenti di alla scuola elementare, la formula “utopista pratico”, che rinforza il chiaro quel senso del limite in relazione a gruppo o quelli individuali, il loro ambiente ma non credo che sarò promosso suo carattere di ossimoro, un ossimoro pro- molti temi cruciali – risorse, ambiente, tec- o i loro caratteri, la loro dimensione pratica alla classe superiore. ficuo che unisce i due opposti di un progetto nologie, ecc. – che molta parte della sini- o la loro sensibilità, si perde l’assunto stes- di trasformazione del mondo e di noi stessi stra sta scoprendo solo oggi (quasi mezzo so che vogliamo trattare. (…) Ovviamente *** in prospettiva lunga e quello di una azione secolo dopo), Goodman aveva una specia- oggi è impossibile essere esperti in più di diretta, immediata, imperfetta, quotidiana: le sensibilità per la dimensione modesta e uno o due “campi”. Io non ho una risposta. di tela grezza grigio-avena i due lati dell’ossimoro prendono senso uno frugale della vita quotidiana e ne difendeva Ma preferisco preservare l’interezza del mio e senza stemma è la bandiera dall’altro. (Sarà che io, che sono un archi- il limite, lo presidiava come un fragile ba- soggetto – la gente che conosco – a costo di che io reggo e non sventolo.6 tetto, diffido un poco del primo lato e pro- stione contro gli sconfinamenti della mega- essere ignorante e amatoriale su tutto”5. pendo più per il secondo, quello pratico, e lomania politica, pianificatoria, scientifica borella@albori.it 4. Come abbiamo già visto, Goodman rivendico il potenziale eversivo e riumaniz- del Sistema Organizzato. è stato un critico implacabile del sistema zante della dimensione pratica, soprattutto Nel ’67, in due occasioni molto diffe- tecnologico, dei suoi abusi e della sua reto- nel quadro attuale di un mondo trasformato renti, si rivolse su questi temi a pubblici rica, dei suoi intrecci con l’industria, la co- in Megamacchina – quello che Goodman totalmente diversi, credo sconcertandoli
Un quid di insostenibilità di Nicola Ruganti N ell’introduzione a L’impero e il vuoto di Arundhati Roy (Tea 2007), Naomi Klein mette l’attenzione sulla capacità del- sono l’aspetto più spinoso della questione. Che cosa significa sostenibile? Sostenibile significa controllabile, si- con i sì o i no della frustrante e violenta gara per il denaro europeo o delle fondazioni. Perché i progetti meritevoli, quelli mili- soldi sono per te”, ma sarebbe la fine, la corruzione. Gli obiettivi che fanno i conti con la realtà non possono che essere: cre- la scrittrice indiana di demistificare la su- gnifica super-visionare le risorse umane, tanti e anche radicali, spesso animati dalle are strutture che siano occasione di lavoro perbia del potere: “George W. Bush dice: il bilancio, gli strumenti e i mezzi con cui generazioni nate tra gli anni ‘70 e ‘80, quan- per le persone che abitano il territorio dove «O siete con noi o siete con i terroristi», si opera. Nei prontuari si consiglia di non do arrivano alla svolta del finanziamento si è scelto di agire; perseguire una titolari- e lei risponde: «Non c’è alcun bisogno di fare il passo più lungo della gamba, fare (perché svolgono un servizio che funziona, tà delle scelte che sia condivisa; sperare di scegliere tra un malefico Mickey Mouse e i un’analisi dei rischi, ma soprattutto rischia- culturale o sociale che sia), si avvitano in avere il denaro per operatori che abbiano lo mullah pazzi»”. Si deve fare lo stesso ragio- re il meno possibile. Che senso ha fare un una drastica perdita di mordente? Con la scopo di attivare percorsi che portino all’au- namento per non rimanere intrappolati nel- progetto che sia portatore di crisi per l’esi- promessa della stabilizzazione si percepisce tonomia lavorativa. Se l’autosufficienza nel le retoriche del “sociale”, non c’è nessuna stente, per poi intrappolarlo nel perbeni- una rottura degli argini: “ho faticato così nostro mondo ovattato è sinonimo di casci- necessità di farsi affogare da discorsi come: smo equo e solidale? Che senso ha entrare tanto! Adesso la mia vita si sistema”. Si pre- nale agrituristico e solidale, nel caso della “O il progetto è sostenibile oppure genera in tantissime botteghe del mondo e trova- sentano parole coltivate in sottofondo come periferia è l’obiettivo più alto e sincero, si burn-out”. re pochissimo, ma veramente pochissimo, strutturazione, razionalizzazione, ma che tratti di ragazzi in età da lavoro o di adulti. Siamo ipnotizzati dalla routine e dai no- materiale territoriale? (Molti mondi, molti diventano, in poco tempo, l’anestetico del Che ruolo ha dunque l’operatore? Esau- stri discorsi: mettiamo al primo posto la sud, ma pochissimo la propria città). D’al- progetto. Aprire alla logica della contratta- rirsi. Alzare continuamente il tiro, insieme conservazione della lucidità (e la mettiamo tro canto i centri sociali sono sostenibili zione consapevole con le istituzioni, oppu- alle persone del territorio dove lavora, ma accanto all’essere giustamente retribuiti) solo e soltanto se si accetta di stare intrup- re alla partecipazione ai bandi, non è reato alle stesse condizioni. Ognuno sceglierà se ma poi, accecati dalla chimera del funzio- pati, allineati e coperti nella retorica della quando è chiara la soglia del compromesso; il proprio percorso sarà con pochi oppure namento e dei soldi, perdiamo la capacità contrapposizione e dello scontro ideologico ma com’è possibile che ogni progetto (sen- con un po’ più di pochi (ma di sicuro non di ascoltare sia le persone che stanno ai (anche quando viene predicata con decisio- za criticarlo troppo da sinistra) dopo poco potranno essere tanti). Nell’agire sociale margini della società, sia quelle che con ne la non aggressione o la non reazione). inizi a sputtanarsi? E non per colpa delle spesso non siamo né carne né pesce, né quei margini riescono davvero a dialogare. Se si lasciano perdere anche le macro or- istituzioni, né per crollo di credibilità, ma assistenti né assistiti. Dobbiamo riuscire a L’errore più grave lo commettiamo quando ganizzazioni, stringendo il campo, rimango- perché il percorso precedente (quello av- considerare questa situazione, che genera consideriamo incompatibili due concetti no associazioni o cooperative di piccola e venturoso), che ha portato all’affermazione inquietudine, come una risorsa, consapevo- che incompatibili non sono: la crisi – dovu- media grandezza e ci dobbiamo confrontare del progetto, diventa specchio di una fatica li di perseguire lucidità e rigorosità attraver- 4 ta alle dimensioni del disastro sociale – e la con quello che ci riguarda da vicino: le re- da smaltire, riaffiora come punto d’appog- so un’equilibrata ossessione. 5 fattibilità del progetto – che ha senso pro- altà che dopo tanto lavorare (più o meno gio per le recriminazioni. Nelle Tigri di Mompracem Yanez de prio quando si cimenta davvero con realtà volontariamente) su un territorio, decidono La domanda è se è davvero possibi- Gomera in fondo è portoghese; combatte e disgregazione. È necessario non cadere di strutturarsi maggiormente. Il passaggio le smaltire un certo tipo di fatica oppure, contro gli inglesi, certo, ma è lontanissimo nella trappola, bisogna avere la prontezza di è naturale, ed è un passaggio di efficacia, senza autolesionismi, considerarla un bene dall’essere un malese: dunque non è una sfuggire all’insidia, di appigliarsi e chiedere ma porta con sé diverse insidie, perché per prezioso fin dallo slancio iniziale. Nei pro- vittima. I nostri progetti non sono vittime aiuto. Obiettivi e aiuti spesso si intreccia- quanto liberatorio può anche mettere in getti che vanno avanti e, tra istituzioni e del sistema, sono attori intermedi, e il loro no: è doveroso alternare studio e pratica, ceppi. Al centro delle questioni si posiziona no, tentano di incidere, spesso l’atmosfera compito è quello di affiancarsi agli abitanti così come è giusto assecondare l’ossessio- da subito l’interrogativo su come rendere è quella di una fatica che sfinisce, ma che di Mompracem. Se saremo fortunati ci ac- ne della ricerca di compagni di viaggio per sostenibile il progetto; ed eccoci in cerchio allo stesso tempo realizza. Può risultare in- compagneremo nel lavoro con i Sandokan difendersi dalla vertigine della solitudine ad organizzare, ma fraintesi da un equivoco teressante ciò che succede quando inizia a in minore (cioè i meno eroici e i più affida- para-eroica. Siamo imbambolati nel nostro potente: che cosa intende ognuno di noi per scemare la fase “adolescenziale” e iperattiva: bili). Sono i “tigrotti” quelli con cui va fatto brigare e maneggiare, e corriamo il grosso sostenibile? Si presenta finalmente la pos- o è finito il progetto oppure bisogna aprir- un discorso di sostenibilità, noi portoghesi rischio di ripetere all’infinito una pratica sibilità di delimitare e rendere più efficace, si e combattere la solitudine incontrando per definizione, con ancora tantissimo da che da rivoluzionaria è diventata minestra attraverso la chiarezza del compito, il pro- chi possiede quello slancio. Altrimenti si è perdere, dobbiamo accollarci un quid di riscaldata. E non ce ne accorgiamo. Un prio lavoro; si spera in una maggiore tran- inerti, si è lasciato spazio alla malattia che insostenibilità. buon criterio per non rimanere fregati sa- quillità data dall’arrabattarsi un po’ meno. fa sedere e spegnere l’azione sociale quanto rebbe la scelta di contemplare nel progetto, Questi sono i benefici della strutturazione, quella culturale. nicola.ruganti@gmail.com un attimo prima che diventi disagio vero e ma sono aspetti parziali perché la sostenibi- bloccante, il burn-out: la bruciatura. lità non può essere un obiettivo, al massimo Ricco e sostenibile sono sinonimi? No, Dire che un progetto deve essere soste- una condizione temporanea. di sicuro la povertà è un buon punto di par- Per saperne di più nibile non significa niente, addirittura può I fattori da tenere in considerazione tenza, ma certe condizioni di follia e grazia Pëtr Kropotkin, Il mutuo appoggio, e/o 1996 essere l’indicatore del fallimento o dell’iner- sono: tempo, denaro e determinazione, ma di un percorso possono esser mantenute Giacomo Panizza (a cura di), Pensare a rovescio, Comunità Edizioni 2000 zia, se non ci chiariamo su quali siano i come si intrecciano fra loro? Con quale di anche quando appare un qualche contat- Giulio Marcon, Le utopie del ben fare, L’Ancora parametri. La speranza sarebbe quella di questi tre fattori siamo disposti a indebi- to con il denaro, che, inutile nascondersi, del Mediterraneo 2004 sgombrare il campo da tutti quei dispositi- tarci? Sembra che l’inevitabile stress accu- significa anche maggiori possibilità di re- Bergamaschi-De Luise-Gagliardi (a cura di), San vi, stratificati nel tempo, che, nel nome di mulato durante un percorso in larga parte lazione con il territorio o comunque con i Marcellino: operatori nel sociale in trasfor- tutele e protezioni lavorative, annacquano testimoniale debba tutto essere risolto dalla propri interlocutori. Un progetto economi- mazione, Franco Angeli 2007 l’azione. Quello che ci aspettiamo da un comparsa dei soldi, come se tutte le prati- camente sostenibile deve interrogarsi su Francesca Manuelli, Le Piagge. Storia di un quar- progetto è che sia credibile e sostenibile: che viste, e prese a modello, non avessero come devono essere usate le risorse. Può tiere senza storia, L’Ancora del Mediterraneo la credibilità è riconoscibile nella storia del nel loro tessuto un’altissima componente di capitare di cedere al canto della sirena che 2008 gruppo, mentre i vincoli della sostenibilità usura, ma ben bilanciata con l’utopia e non dice: “Hai avuto l’idea vincente, adesso i
Le molle dell’utopia di Giovanni Zoppoli P oco meno di tre anni fa partimmo alla ricerca di modi nuovi di fare scuola. Sapendo che “fare scuola” passa per “fare lutamente bella e ripulita da tutte le molle di cui sopra non ne abbiamo ancora trovati (Illich è lontano). Abbiamo invece trovato gia in costruzione nel lavoro con i bambini (le Officine dei piccoli, il nostro modo di fare scuola con bambini dai 6 ai 10 anni), vuole fare scuola in modo nuovo con bam- bini, ragazzi e insegnanti. Alla fine piazza e Mito ci hanno insegna- cupazione” di un territorio; la dipendenza che si instaura verso i “professionisti” che hanno cominciato l’opera di recupero; la comunità”. La nostra utopia di “scuola nuo- un qualche alleato degno di nota. Tra que- nelle attività con i ragazzi dagli 11 anni in to un bel po’ di cose. Ad esempio che mura difficoltà a far incontrare abitanti e istitu- va” aveva quindi molto a che fare con modi sti, tra i più importanti, lo spazio pubblico su (ciclofficina, spazio gioco e studio, labo- e cancellate (tanto alte quanto contropro- zioni). E a scoprire che forse lo spazio pub- rinnovati di stare insieme, di condividere abbandonato delle città. ratorio di break dance, progetti individua- ducenti nella Villa Comunale adiacente blico a cui ognuno di noi sta lavorando non scoperte e conoscenze. La prima impresa Nella piazza Grandi Eventi di Scampia lizzati e viaggi Corridoio), nella formazione alla piazza Grandi Eventi) sono molto meno è il proprio piccolo orticello, ma la città nel è stata perciò scovare compagni di strada (oggi piazza Giovanni Paolo II), nel rione con insegnanti e educatori, nella III edizio- adeguate di un presidio umano per rendere suo complesso. (ragazzi, bambini e adulti) che, come noi, dei Sette Palazzi, negli spazi pubblici delle ne del Mito del Mammut. vivo e vivibile uno spazio. In barba a ronde ancora avessero sete di scoperte. La secon- scuole e delle associazioni che l’anno scorso E visto che è passato un po’ di tempo ab- e politiche securitarie di ogni dove. E che da quella di trovare motivi e modi dello sta- hanno partecipato alla II edizione del Mito biamo cominciato a tirare qualche somma. anziché spendere fior di quattrini per esper- re insieme. del Mammut, nel Corridoio con gli adole- Nella piazza Grandi Eventi ad esempio. ti e professoroni che dispensano verità da Da cercare insomma era prima di tutto scenti a Napoli, Pistoia, Bologna, Venezia, Quando cominciammo erano solo siringhe dietro a una cattedra, per fare formazione l’aggregante della nostra utopia, qualcosa nel Comitato spazio pubblico di Scampia e e sangue. Oggi è diventato un punto di rife- è molto meno costoso e più efficace partire in grado di unire, ma che non riguardasse nelle altre realtà della rete del Centro ter- rimento per ragazzi, bambini e famiglie che da bisogni, potenzialità, curiosità e terreni fare soldi, successo, potere. Né volevamo ritoriale, concentrare forze e attenzioni su frequentano il Mammut. Tutti più o meno comuni interni ai singoli contesti. costruire la nostra scuola-comunità attorno questi luoghi si è dimostrato tra le poche consapevoli che il loro stare insieme ha Il Barrito, arrivato al suo quarto nume- alle disgrazie altrui, trovando nel “sofferen- possibilità per stare insieme e sentirsi in come collante il recupero di quello spazio. ro, cerca così di farsi ancora di più “spazio te”, nel “disagiato” la molla alla relazione sintonia con la propria utopia. L’altro esempio di quanto lo spazio pub- pubblico di riflessione” tra chi si è messo con i pari (gli altri salvatori) o i non pari (i Occuparsi di uno spazio pubblico vuol blico possa essere un grande aggregatore è alla ricerca insieme a noi. Tentativo che disagiati appunti). Non ci andava più bene dire dare cura a qualcosa di “esterno”, qual- il “Mito del Mammut”, con cui siamo par- passa da un collegamento ancora più forte nemmeno la molla della rivendicazione nel- cosa che ti costringe a uscire dal tuo forti- titi tre anni fa tra grande sfiducia e fatiche con il gioco del Mito del Mammut, diven- la tragedia: se tutto va male, se tutto è pe- no-gabbia. Da solo non puoi farlo, perché per trovare qualche scuola che (senza costi tando uno spazio di racconto, confronto e renne emergenza, la molla a stare insieme uno spazio pubblico in genere è grande e e con un impegnativo supporto da parte aggiornamento rispetto a quello che ciascu- diventa la disperata ricerca del “male” e del contiene relazioni, arredi, assetti… la cui dell’equipe Mammut) volesse partecipare al no sta portando avanti nel proprio contesto. cattivo, del colpevole di turno contro cui liberazione necessita del lavoro e dell’inter- nostro gioco di teatro-quartiere. Oggi quel Sperimentazione che inizia nel Barrito dei 6 radunare le forze (magari con il classico: vento di tanti. Ripensare uno spazio pubbli- gioco è diventato nazionale, scuole e asso- Piccoli di questo numero. 7 “armiamoci e partite!”). Nessuna di queste co e renderlo davvero uno spazio “vivo” non ciazioni di Bologna, Roma, Pistoia, dell’iso- Alzare lo sguardo per guardare l’orizzon- molle ci sembrava più buona. Nessuna di è compito che può essere delegato del tutto la d’Elba, di Napoli, di Catania… hanno ri- te può essere d’aiuto a superare le molte queste motivazioni ci sembrava più capa- né a istituzioni, né a tecnici. Per progettarlo sposto al nostro “bando di concorso”. Nelle criticità incontrate nella cura di uno spa- ce di generare cambiamento, perché tutte “vivo” e mantenerlo “vivo” c’è bisogno di chi diverse regioni italiane coinvolte lo spazio zio pubblico (la tendenza a farlo diventare troppo compromesse con una concezio- ci “vive”. Occuparsi di uno spazio pubblico pubblico è diventato così l’aggregante di chi “privato”, confondendo “liberazione” e “oc- ne di utopia che, da “orizzonte” verso cui in maniera stabile e non per eventi non è tendere, diventa un alibi in cui obiettivi qualcosa che si possa fare solamente per- irrealizzabili sono la principale modalità di ché si è “bravi e buoni”. Recuperare uno self-handicapping, giustificazione per non spazio pubblico e farlo diventare vivo è concludere un fico secco. qualcosa che torna utile soprattutto a chi Sapevamo ormai troppo bene, per averle ci “vive” (se solo scopre che i suoi vicini e provate sulla nostra pelle, dove molle così tutti gli altri che di questo spazio fruiranno, possono portare (al mondo del libero mer- sono alleati del suo star bene e non nemici cato, nella perennew contrapposizioni tra con cui competere). Recuperare uno spazio squali e censori giustizialisti, tra carnefici pubblico dà risultati che si vedono subito, anestetizzati e vittime alla perenne ricerca di cui tutti quelli che se ne sono occupati di giustizia. Ruoli che ognuno si accanisce scoprono subito i benefici. Ma dà risultati a recitare senza capacità di uscita. E senza anche sul lungo periodo, perché senza for- accorgersi della dimestichezza con cui pas- tini si sta meglio, e migliora anche la vita sa dall’uno all’altro). delle persone e della città. Prendersi cura Né ci andava più bene far diventare le no- di uno spazio abbandonato è perciò qual- stre molle la nostalgia del passato o l’attesa cosa che permette di uscire dalla dinamica messianica - per dirla con Bion - del grande vittima/salvatore. Si smette di essere salvati salvatore che verrà a risolvere i problemi di e salvatori, perchè ci si sta palesemente oc- noi poveri disgraziati (salvo poi detronizzare cupando di qualcosa che riguarda sé stessi il salvatore in quattro e quattr’otto, perché quanto il resto della città. quel che davvero interessa a chi fa del gran- L’importanza dello spazio pubblico come de salvatore il proprio collante è conferma- terreno su cui sperimentare interventi so- re che non c’è rimedio al disastro). ciali e pedagogici non è certo una nostra Motivi di aggregazione tanto forti da per- scoperta, né siamo gli unici a praticarla. Ma mettere di trovarci in una convivialità asso- per noi è diventata il fulcro della metodolo-
La prassi del cammino Lia 392. 924 6467 Per info e iscrizioni: Tutti i Giovedì ore 17.00 -18.30 compostaggio domestico. consapevolezza alimentare, ambiente e Percorsi di formazione ed autoformazione su Alimentazione e compostaggio Info e contatti: Yacoubou 328. 907 9559 presso la sede del Centro territoriale. del territorio. Ogni Lunedì e Venerdì dalle 9.30 alle 13.00 legale, collegamento con attività artistiche, culturali e sociali accompagnamento presso servizi e istituzioni, assistenza di ascolto e orientamento per stranieri: informazioni, In collaborazione con l’Ass. 3I, lo sportello è un punto Sportello Migranti Info: Alessandra 348. 903 0792 “E. Montale”, Viale della Resistenza 11 K - Scampia Ogni sabato ore 13.00 - 16.00 presso la scuola elementare In collaborazione con il V° Circolo Didattico di Napoli Scuola d’italiano per stranieri - Per i grandi: Per info e iscrizioni: Chiara 329. 623 7361 Tutti i Mercoledì e Venerdì ore 19.00 - 20.30. dance: puoi venire a ballare o, se vuoi, ad imparare. Spazio autogestito da ragazzi e ragazze appassionati di break Break dance anni. Tutti i Mercoledì ore 16.00 - 18.30 trasformazione degli spazi e sport all’aperto; dagli 11 ai 18 Spazio di giochi, costruzione, invenzioni, cucina, Mettiamoci in gioco… biciclettate in città; dai 14 ai 20 anni. Laboratorio di costruzione e riparazione di biciclette, e Ciclo-officina - Per ragazzi e ragazze: Per info e inscrizioni: Cosimo 320. 852 8208 esplorazioni e tanto altro. Percorsi di sostegno alla scuola. Laboratori di: scuola con giochi, costruzione, pittura, teatro, Officina dei piccoli - Per i bambini e le bambine dai 6 ai 10 anni: Tel 338. 502 1673 - 392. 924 6467 e-mail: mammut.napoli@gmail.com www.mammutnapoli.org Piazza Giovanni Paolo II, 3/6 • Centro Territoriale Mammut NAPOLI di Carlo Ridolfi V iviamo tempi strani. Se un bambino rumeno o una bambina iraniana entra- no nelle nostre scuole, si pretende da loro dell’umana dignità, la quale non viene per lo più dedotta dai rapporti cui si deve ade- guare, ma (tanto peggio per i dati di fat- In questo senso mi sento di dichiarare l’assoluta sfiducia nell’attuale scuola pub- blica, che, di fatto, si avvia ad essere sempre il “rispetto delle regole” e si lanciano alte to!) dal nuovo, fiero concetto di uomo, d’un di più una scuola privata: privata di mezzi, grida di sdegno sul fatto che debbano “ade- uomo che non striscia procedendo come un di intelligenze, di agibilità per un pensie- guarsi alla nostra cultura e ai nostri stili di rettile, bensì di un uomo con la testa eret- ro che non sia quello idiota e menzognero vita”. Vale per il burqa, il crocefisso nelle ta, il quale ci impegna moralmente, distin- della “scuola-come-azienda-che-deve-pre- aule e persino per il menu della mensa. guendoci e differenziandoci dagli animali. parare-al-mondo-del-lavoro” (quali sono gli Nello stesso tempo, i capintesta di tan- indicatori attendibili del tasso di profitto di to rigore formale danno per primi l’esem- Se ci è necessaria una ortopedia del una scuola siffatta?, e poi, di quale lavoro pio non solo di un pervicace disprezzo di camminare eretti, può essere conseguente stiamo cianciando?). qualsivoglia regola ne limiti l’azione auto- che la nostra azione risulterebbe inefficace Penso invece che sia necessario, da par- ritaria (sulla bandiera si sputa, i processi se diretta o ad uno spazio così generico e te di genitori attenti e di insegnanti ancora sono sempre dei complotti, al non pagare le impalpabile da risultare presto soffiata via intelligenti, pensare a pratiche di scuola tasse viene riconosciuto lo statuto di scelta nel cielo delle idee, o a confini così angusti indipendente: a sperimentare cioè – ne- morale, etc.), ma anche di una legittimazio- da ripiegarsi su se stessa in una quasi inevi- gli spazi pubblici là dove sia possibile, ma ne ormai senza freni ai comportamenti più tabile eterogenesi dei fini (in pratica: se agi- anche senza aver paura né delle parole né restituirli ai cittadini. piccoli - dalla puzza e dal rumore assordante del traffico per spazzi di incontro pubblici - e soprattutto di gioco per i più una grande festa di piazza nata dall’esigenza di recuperare 100 strade per giocare 18 Aprile 2010 tel 3357674772 ciruzzocal@libero.it www.legambiente.campania.it • Circolo Legambiente La Gru 339.278 4528 - 339. 405 0924 Per partecipare: martedì dalle 16.00 alle 18.00 Laboratori di percussioni e danze rivolti ad adolescenti, tutti i Facciamo Banda 338. 2973937 – 348. 884 2827 Per partecipare e collaborare Periodo Gennaio - Febbraio 2010 dal Gridas, rivolti a bambini/e e adolescenti. Laboratori per il carnevale del quartiere Scampia promosso Carnevale o telefonare alla biglietteria: 081. 551 33 96 www.teatrostabilenapoli.it i biglietti, gratuiti, consultare il sito del Teatro Mercadante Gli spettacoli si svolgeranno a inizio marzo; per prenotare il Teatro San Ferdinando di Napoli presso l’Auditorium di Viale della Resistenza, Scampia e promossi dal Teatro Mercadante di Napoli Laboratori teatrali rivolti ad adolescenti dai 12 anni in su, Arrevuoto chirom.e.chino@gmail.com http://chiromechino.blogspot.com Tel 338. 852 5697 – 339. 405 0924 via Cupa Perillo, Scampia Scola jungla, campo rom • chi rom e... chi no Dal Lunedì al Venerdì, dalle 9.00 alle 16.00 suoi servizi professionali di sartoria. La Cooperativa La Roccia offre, presso il Centro Hurtado, i Sartoria ineducati e volgari. sco per l’interesse mio, della mia famiglia, delle azioni, in spazi non pubblici che non Di più: siamo al trionfo dell’ostensibili- gruppo, associazione o, peggio, consorteria siano per ciò stesso improntati esclusiva- tà pornografica. Esecuzioni camorristiche, o corporazione, uso dei mezzi improntati al mente al profitto – forme educative e prassi frequentazioni private di sesso mercenario, “familismo amorale” che non possono che pedagogico-didattiche che pongano final- atti di violenza di “maestre” su bambini e contraddire i fini anche nobili che mi sono mente e per davvero al centro i bambini e bambine appena svezzati vengono mostrati preposto di raggiungere). le bambine. con dovizia di particolari e a tutte le ore del Viviamo in tempi interessanti. In questo giorno e della notte (alla faccia di qualsiasi momento storico, in questa parte del mon- carloridolfi@yahoo.it “fascia protetta”). do, noi possiamo agire in uno spazio locale, 8 Di fronte ad una situazione del genere avendo la possibilità di connettere la nostra sarebbe fin troppo facile farsi prendere dal- azione con moltissimi altri spazi locali, di Per saperne di più lo scoramento e dalla tendenza alla diser- stanza in molta parte del pianeta. Ernst Bloch, Marxismo e utopia, Editori Riuniti zione, invocando magari sulle prima pagine È per questo che, secondo me, sarebbe 1984. di un possente quotidiano l’esodo dei propri già un ottimo punto di partenza porsi l’obiet- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, figli e la rinuncia a qualsiasi azione di resi- tivo di un’azione che abbia come perimetro Libreria editrice fiorentina 1967 stenza e di trasformazione. lo spazio raggiungibile nel cammino. Non Célestin Freinet, Una moderna pedagogia del Cercherò invece qui di proporre alcune tanto come indicazione teleologica, ma pro- buon senso, e/o 1997 possibili linee di azione, non solo definen- prio come ambito pratico del nostro agire. Mario Lodi, C’è speranza se questo accade al done le necessarie premesse teoriche, ma Fissare il nostro campo di azione nel raggio Vho e Il paese sbagliato, Einaudi 1972 e indicando anche una prassi del cammino delle persone e dei luoghi che possiamo 1974 per non rimanere invischiati nella melma raggiungere camminando sarebbe già un Gianfranco Zavalloni, La scuola ecologica, gridas@felicepignataro.org www.felicepignataro.org Tel. 081. 701 2721 Scampia, Napoli. Via Monte Rosa, 90/b, Ina Casa, Casa delle Culture “Nuvola Rossa” • GRIDAS Tel. 081. 754 9133 Arte - via Mianella 25/b, Miano - Tutti i Venerdì dalle ore 17.00 alle 20.00 c/o Ass. Agorà Tel. 081. 341 2303 2000 – via Roberto Marcolongo, 25 - Dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00 c/o Ass. Asfor VII Municipalità: 12- VIII municipalità tel. 349. 189 7510 - Tutti i Mercoledì dalle 10.00 alle 12.30 presso comparto Tel 081. 543 1726 Hurtado – Viale della Resistenza, lotto R - Tutti i Mercoledì dalle 16.30 alle 18.30 presso Centro Tel. 081. 963 7434 – 393. 846 0122 presso piazza telematica – via Labriola, 1 - Tutti i Lunedì e Giovedì dalle 10.00 alle 12.30 VIII Municipalità: per le donne Info point, sportello di accoglienza, ascolto e orientamento Donne in rete per la la Ri-Vitalizzazione Urbana • Dream Team per info: 335. 173 3456 laboratori di carnevale Per bambini e adolescenti sono aperte le iscrizioni ai Carnevale Tutti i Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 11.00 Trapezio Tutti i Martedì e i Giovedì dalle 18.00 Capoeira Dal Lunedì al Venerdì ore 17.00 A cura dell’Ass. Agoghè Onlus Lotta libera Tutti i Lunedì e Giovedì dalle ore 17.00 Mercadante di Napoli Laboratori teatrali rivolti ad adolescenti promossi dal Teatro Arrevuoto del disincanto. criterio di economia delle forze e di razio- Macro 1996; La pedagogia della lumaca, Parlo di prassi del cammino perché il nalità politica. Potremmo partire, cioè, da Emi 2008 punto di partenza, a mio parere, è la cor- una azione educativa nella prossimità. retta definizione di quanto la nostra azione Considero che – non tanto nell’attuale possa essere efficace, se improntata a quel contingenza di governo, ma ormai da molti principio di responsabilità verso chi ci è anni – sia illusorio pensare ad una riforma prossimo (senza voler eccedere in conno- dell’istituzione scolastica che abbia al cen- tazioni evangeliche, ma semplicemente in- tro l’attenzione per i bambini e i ragazzi. tendendo lo spazio possibile in cui noi si L’amara ma logica conseguenza è che pen- possa agire). sare ad un’azione – magari meritoria – di Scriveva Ernst Bloch: interesse generale per la riforma dell’istitu- L’obiettivo delle utopie sociali è l’instau- zione scolastica è né più né meno che una razione della massima felicità umana e di gran perdita di tempo e di forze. una libertà che non ostacoli l’aspirazione Ritengo in questo momento molto più alla felicità; il contenuto, il modello cui interessante l’azione di quei piccoli gruppi rimanda il diritto naturale, non è l’umana che si dedicano a pratiche alternative sia di felicità, bensì il camminare eretti, l’umana avvicinamento fisico agli edifici scolastici (e dignità, l’ortopedia del camminare eretti, di avvicinamento degli edifici scolastici alle ovvero che nessuna schiena si curvi di- proprie pratiche), sia di pedagogia e didat- nanzi ai troni reali ecc., bensì la scoperta tica.
Sportello Sociale per la Famiglia • ULTEN Auser Insieme VENEZIA Progetto Famiglie in…sieme. Sezione didattica area nord Uno spazio di accoglienza e di ascolto sulle problematiche Via Bakù - Torre U c/o SPI CGIL • Associazione Momos familiari; consulenza legale, psicologica e socio-pedagogica; tel. 081. 702 3552 (antimeridiano) www.momosvenezia.altervista.org incontri di gruppo; formazione per adulti; orientamento tel. 081. 738 2035 (pomeridiano) e accompagnamento ai servizi, rivolto ai cittadini dell’VIII ultenareanord@libero.it 7 febbraio 2010 Municipalità. Il programma dell’Università Libera per tutte le “Extraparata” di Carnevale Sedi e orari delle attività: età è consultabile nella sezione arte e cultura del Il frutto dei laboratori di musica d’insieme, danza, - presso la sede dell’ VIII Municipalità 4° piano Viale della sito www.fuoricentroscampia.it maschere e puppet, trampoli e giocoleria sfilerà Resistenza per le strade di Venezia nella II edizione di questo “contro- lun. merc. ven. ore 9.30-13.00 • VodiSca carnevale”. - presso il Centro Hurtado – Viale della Resistenza Tel. 328. 384 2929 mar. e giov. ore 9.30-13.00; www.liberavoce.135.it ven. ore 15.00-18.00 presso il Centro Hurtado vodisca@gmail.com - presso sede Rettoria dei Padri Gesuiti lotto P GENOVA lun. ore 15.00-18.00 Giardino dei Giusti - presso l’Istituto Don Guanella In collaborazione col circolo Legambiente La Gru di Scampia, • Associazione La stanza Giov. ore 15.00-18.00 Consulenza Psicologica previo si lavora alla realizzazione del giardino dei Giusti nel parco maddi.bartolini@virgilio.it appuntamento Corto Maltese a Scampia. Da Febbraio. Per info e contatti: 333. 147 3971 Luogo di convivialità e di sperimentazione pedagogica e “Croci Rosa” artistica, La stanza organizza diverse attività con i ragazzi e le • Punta Corsara - Fondazione Campania dei Festival Spettacolo teatrale sui diritti delle donne di e con Maddalena famiglie in un quartiere periferico: Teatro Auditorium, Viale della Resistenza, Scampia Stornaiuolo e Rosario Esposito La Rossa prodotto nell’ambito - Laboratorio di scrittura rap; tel. 081.1956 0383 della rassegna teatrale “Teatri della Legalità” - Libro della memoria: mamme e bambini ricostruiscono la info@puntacorsara.it 17 Febbraio al 28° Circolo - Napoli ore 11.00 memoria storica del loro quartiere; www.puntacorsara.it 18 Febbraio Teatro Di Costanzo Mattiello (Pompei) ore 11.00 - Corso di fotografia per adolescenti. 19 Febbraio Monastero di San Francesco da Paola (Vibonati - “Fatto di cronaca di Raffaele Viviani a Scampia” Salerno) ore 11.00 3 febbraio ore 18.00 a cura di Arturo Cirillo per info www.teatridellalegalita.it In collaborazione con l’ass. Victor Jara tournée marzo 2010 ingresso gratuito, si richiede prenotazione Giornata di riflessione sul pacchetto sicurezza - sabato 13, Teatro Concordia, AMAT Tel. 328. 384 2929 – 338. 438 4615 San Benendetto del Tronto (AP) 7 febbraio - giovedì 18, Teatro di Mirano, ARTEVEN Apertura della casa editrice a Scampia Libro della memoria. Presentazione dell’esito del Mirano (VE) L’associazione Vodisca si trasformerà in una cooperativa laboratorio alla città. - venerdì 19, Teatro Era, Pontedera Teatro editoriale e inaugurerà nel mese di marzo 2010 la nuova Pontedera (PI) casa editrice. • Realtà Futura Arci Ragazzi ROMA Via Cupa Spinelli lotto 3 is. F, Chiaiano Tel. 340. 374 7267 BOLOGNA • Asinitas Onlus www.arciragazzi.it Centri interculturali con i migranti realtafutura.ar@libero.it • Associazione Oltre marcocarsetti@asinitas.org www.fest-festival.net chiara@asinitas.org Attività ludiche 340. 057 3209 Dai 5 ai 12 anni. Aperte a chi ci vuole venire a trovare. 25 aprile 2010, Corticella, Bologna Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 17.00 alle 19.00 Festival della Zuppa Progetto Miguelim Ormai tradizionale festa di strada, il festival della zuppa Scuola di italiano per donne immigrate Doposcuola trasforma per un giorno anonime strade di periferia mercoledì e giovedì dalle 9.30 Dai 6 anni in su. Aperto ai nuovi arrivi. in luoghi di festa. Dal Lunedì al Venerdì dalle 15.00 alle 17.00 P dei piccoli ic c olis s i m e U t o p i e
Redazione Barrito dei Piccoli 5° circolo didattico Eugenio Montale, classi 5°C e 5°D Proposte di trasformazione g n i, t rasform azioni Tutto il mondo dovrebbe essere gratis! Ut o p ie , s o !!!! o il m a re ... e noi ci crediamo E poi sarebbe bello che anche nella scuola ci fosse un campetto di calcio, nell’aula un sott ra d ic e d i a ve r visto una città armadietto più grande e nella palestra una fune per appendersi. Sa nitori Emanuele 5°D Simona 5°D n ost ro e n o i diventiamo ge ri v a n n o a sc u ola al post o a rl i se p re n d o no un brutto enito sgrid e ll a c it tà c h e vorrei i nostri g i, g io c a re , c o mandare noi e Vorrei che la scuola fosse più colorata e anche le strade più tranquille e colorate. N rd d i p o ss ia m o andare a letto ta Carmela 5°C qu in voto a scuola. Previsioni utopiche… quando arrivano gli alieni??? iu lio i n o st ri d e sid eri, fantasia, G 5 °C con è v u o to m a si può riempire pe rò to p ia è u n o sp azio che esiste o il ve cc h io c on il nuovo… Il 24 novembre 2020 alle ore 16.00 un’astronave profumata atterrerà sulla Terra. Dall’astronave L’u uen d m a g in a zi o n e , pensieri, sostit pia 5°D usciranno esseri a forma di fiore, con grandi occhi azzurri, profumatissimi e gentili che im ll ’uto a l c e rc h io d i discussione su q u e st e si pu ò costruire un porteranno pace e cambieranno il cuore degli uomini. D on o n i, fa n ta si a e creatività e c io io la sc u o la la vorrei così: Giulio 5°D gina zi m p p ia è u n in sieme di imma so lo n e i n o st ri sogni. Ad ese ’a tr io , p e n n e che scrivono L ’u to c io è un posto che esist e lle se die, una piscin an e ll o c c a rdi acrobatico Intervista a nonno Salvatore “n o n lu o g o ” ne a l p o st o d e rolle r, il si g. B rr e i c h e m e tt essero le poltro a zi o n e in fi n it a, maestre sui ta ! T u tt o q u e st o è meravi- v o ricre iorna L’utopia è una cosa impossibile come incendiare l’acqua, trovare la formula per creare l’oro. a so le , a u le g litterate, giochi, to su ll a b o cc a per l’ intera g e è b e ll issi m a ed io auguro d mp a zio n tu tt i q u a nti c on il sorriso sta o che si av vera... questa sensa L’elisir della lunga vita cioè l’immortalità. e gn li o so , è g io ia d i vivere, è un so volta nella vita. L’asino volante g na tu tt i v o i d i p ro varla almeno u Andare a piedi sulla Luna a Toccare il Sole Alessia 5°D b a ve c c h ia c o n la nuova, ma ro su o sg a b u zz in o sostituendo la ASIA” e quella scritta la Nevicare all’equatore ecc… 12 oleva rinnovare il ANT 13 Una bambina v n a sc ri tta “USA L A F c o se ve cchie in nuove e fare. Un giorn o v id e u la bambina tra sfo rm ò le Se chiudo gli occhi nel mio orizzonte vedo… non sapeva com fece. Grazie alla sua fantasia osì colpì molto, e c Una rana che nuota ed era felice. ll ’u to p ia a ll a fi ne c’è riuscita! Io che volo dente ne La bambina cre La neve Assunta 5°D Pattinaggio sul ghiaccio Un investigatore L’utopia è… Cambiare il m ondo za ta ! o fa re q u e llo che vogliono no una fidan osso n Che tutti abbia do ve i b a m bini e i giovani p ba m b ini che giocano aa S c a m pia gatt i, fio ri e Avere una piazz ile della scuola e vedere cani, cort Trasformare il comandare lei Dive nta re c a lc iato re ch e n o n v u o le se m pre e e c h e tu tto ritorni come solo per me , erso n Avere un’amica ia ss e ro le ca se , le strade, le p ampia camb Vorrei che a Sc g n a piena di fiori a c a m p a prima... un ere se n za im m ondizia ole c olo rate e senza problemi e a n c he una giostra Viv o st ru e nd en on c’è n le Vele ric è molto grande Vorrei cambiare p a rc o p e rc hé rtile del mio Cambiare il co a se nza macchine b ic ic le tt Andare in pulito altri bambini Un mondo più mm o in co n tr a re Eliminare la gu erra p iù g ra n d e e bella così potre uola e farla Cambiare la sc 5°C
C’era una volta… anzi forse non c’era Ma un giorno un bambino, col mento all’insù qui ha inizio la storia che il Mito ti svela. gli passa di fianco ed esclama: “’O Mammùt!” C’eran ciliegi, meli e nocciole, Chiama tutti a raccolta, amici e parenti, c’erano pascoli e bei prati in fiore… che di fargli da gambe sarebber contenti, ma prima delle gambe ne diventano il cuore, … Poi un giorno arriva la città. e lo portano a spasso per le strade e le scuole. E sai come arriva la città? Qualcuno lo porta a scoprire le storie, di nonni, campagne e perdute memorie. Altri vanno con lui attraverso il quartiere, per cambiare gli spazi a loro piacere. Trasforman città, aiuole e rioni, dan forma ai suoi sogni e alle loro invenzioni. E siccome il lavoro, benché divertente, è molto e ha bisogno di parecchia gente gli danno una voce: un giornale, “il Barrito” che vuole svegliare ogni adulto assopito. E così tra disegni, racconti e fumetti, il Mito è arrivato, scendi in strada, che aspetti?! Ascolta il tuo cuore, inventa progetti… sian sogni e visioni di folli architetti! vane, il c h e s e così gio Pistoia, n anni! A è già arrivato a re o mpie 3 lt m u t ” c Sca ia sola D’Elba. O mut m p d el Mam re partito da I am Il “M i t o i tea t r o q u artie ,M e s s in a , Mil a n o , nia . I l M it o de l M scuola gioco d nova, Bologna à della Campa o a fare della Ge t it la città. Roma, li e in altre cit giocosa, un inv er trasformare rrito apo a gara rtire p e, il Ba che a N e s sere un d a dove pa sono allungat ervirà Con signorotti pieni di numeri, misure e grandezze, a a e e continu ove si sta ben artecipanti si utnapoli.org) s rarsi od ip amm cont che inventano casoni, palazzi e stranezze. un post le distanze tra u t , www.m piazza” dove in to numero e m Visto ch l sito del Mam zio comune, “ ques enti. In (e di altri Ma persi nei numeri dei loro progetti (as s ie m e a re d a s p a ,s u g g e r im ito o r a d i più a fa erte, difficoltà pubblici del M ettamente dai si scordano degli abitanti, quei grandi… architetti. anc ontarsi scop i dagli s pazi ile) scrit ti dir per racc primi raccont un lavoro sim ei facendo troveret stanno o 2009/ 2010: i c h e t , a n n E così insieme a palazzi, strade e motori, grup p anti. o del M ammu p a r t e c ip d e l M it arrivò una città senza molti colori. dizione Napoli rotta) c r it t i a lla III e p e d e i Nudi – li -Fuorig Is s e p a g n o Sparita la campagna, sotto tanto cemento, oglio, S .G iu ”, Napo li (B Ass. Trif Progetto uomo ano) mpia) enormi colonne si innalzano al vento, Coop so c. “ o li ( S e condigli i, N a p oli (Sca ap z z oiris, N ette pala inutili, Roma in una piazza enorme, cocente di sole Ass. Arc i, Gatta blu e S lm e n t e Coop A lise o, Socia ma senza più ombra, ristoro e parole. n a , C ubolibr ale Ass. Alt aca) T o r B e lla Mon b ra, Nap oli ( a c a d a ca Abr Tutta la gente passando di fretta, Ludote erto, Pis toia apoli) Ass. S c o n c , S . G iorgio (N da quelle colonne restava interdetta. ido Dor s o Sms Gu n a u ta, Mila no E nella sua mole, quella creatura non piccina, Ass. M e d io ’Elba D o r a d , Isola d si sentiva molto sola, spoglia e bruttina. Ass. ova a S t a n za, Gen lt a”, Bolo gna A s s . L “ A .V o Compr. 14 mpia) Istituto a p oli (Sca Rosa) C a r lo Lev i, N a p o li (Monte Sms attico N mpia) C ir colo, did o, Napoli (Sca 5 8 ° ttic olo dida 5° Circ
prima traccia: LA FINESTRA: seconda traccia: ’O PANARO: Chi guarda e cosa si vede dalla finestra? Nella tradizione di molti paesi del Sud “’o panaro”è un ascensore improvvisato, un piccolo ce- Raccontate chi siete, lo spazio che avete scelto, com’è e come pensate di trasformarlo. sto o un piccolo secchio attaccato ad una cordicella che viene calato e tirato su dalle finestre per recuperare la spesa o altri oggetti, in modo da non dover fare le scale tutte le volte! Calate ’o panaro: Quali cose mandereste ai bambini e alle bambine di altre città? o lo D id a tt ic o di Scampia Piccoli semi, disegni, scoperte fatte e suggerimenti, in modo che qualcuno 58° Circ S Kennedy d i Racconti dal a sc u o la IS E distante da voi possa tirare il paniere e ripetere le vostre esperienze. io r i e d e lle Scimmie dell o sporco, maltrattato, ppo dei F rdino, tutt le piante, gli Siamo il gru a s c uo la c ’è u n g ia o tt i, ci s o n o Darei: Darei: lla nostr sti dei b Scampia. Ne e bello: ci sono pietre, re ch formarlo… un invito p brutto ma an i, i mandarini, i limoni… m o tr a s er Fiori bin o per questo vor re m il nostro gio giocare insieme alberi, i bam c e m o lt rn La nostra finest ra m’è non p ia di frutta; per leggerlo ale, il barrito del ma A noi così co di m a n d a r in i e e divertirsi mmut, Pastelli re m o altri alberi lorati. Le sca le un vestito lle a spazz a tu ra ci p ia n te lo e dei la m p io n i c o ci di le nostre o danza Pane e carame Al posto dell lamiere metteremo il cie N e llo spazio vuoto pin Piante le fatte d a n o i. a panchina c on i poster ch ioni dove ci sono mo con delle mattonelle fi o r i, u n e abbiamo e a costruire tire no alle giostr e ta n ti ’aria aperta. un libro fatto a scu Aiuto a pulire rotte le rives str e e a tt or le z io n e a ll ola elle gio er fare spazi per g vorrebbero d vicino all ’orto un prato p iocare i: oi sorriisi delle sedie, p Dare reti la ricetta p s ia i s eg tracce er l l ’amore ch fare la pizza e il babà fanta ri simbo ec t un arcobale ’è qui i nos e co n Raccon giochi no unio a del gio ti dall ’O z fficina d felicità stan ei picco Il nostr li del Mam le nostre tr orto o e era spor spazio si trova mut adizioni pign na n ca e vuo in piazz capa pulire, c ta aG cose reato un , piena di imm iovanni Paolo rad a io r e le scopriam orto, pia ondizie II. Que z z ag g iusta cane ch o co se nuove nt ato alberi, c e d i si ringhe. sta piazza prim pia na per i e , an ost Poi a offic ra …Siam si chiama Cam diamo ai muse ruito giochi… l ’abbiamo fatta o segreti. stati pure sul t lla. i i, e gioc N hiamo i oi qui lavoria Tirate ’o panaro: pittu mut …Ci si reno e f atto la f n piazza con un o, m Quali cose, invece, prendereste dai bambini e dalle mam e pulite di egiziani verte ed ogni g esta di Pio e po bambine di altre città o dai grandi per migliorare il strad ma non iovedì s i scrivia vostro spazio? : … è ven uto pur sono ve ri sono uccede una ma mo sim boli i: u o la vor rei travesti gia… en Vor re sc … poi a n e Ulisse e ti trano to r m are la er non dei gioc diamo in offici una signora ch pi, gatti Venir vi a tr ovare Pe r t ra sf o ra n d e p e E voi in hi. na dove pitturia e ha po rtato un , lle colo rate m a d ietto g re le cartell vece co sa fate? mo o co a struiam finestra magic Farfa un ar porta alcio e un era c Siamo c uriosi d o cose e n a Pittu ra n c a m po di di basket e l la stanza Fiori re un campo una casa i veder v i! c ostrui Giostre r co s truire ll ’albero e su Pietro, Frances a e p aglia p it tura e Vor rei: le g n p iù p co, Dan iele, Pio e n o e fare p alestra ,R anya re m rito de l fiore studia de l b a r t circolo “Eugenio Montale” amico b o ratori m ammu Redazione del Barrito dei Piccoli, 5° amica fare p iù la o mpute r d ei c o è la scuola. aiuto a puli e n ell ’atri Lo spazio che vorremmo trasformare un forno p re t r gios nti colori er fare i va i ta (5°D) si? i d i fiori d sem
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