VIAGGIO NELLA POLONIA DEI SANTI GIOVANNI PAOLO II FAUSTINA KOWALSKA MASSIMILIANO KOLBE GIORGIO POPIELUSZKO

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VIAGGIO NELLA POLONIA DEI SANTI GIOVANNI PAOLO II FAUSTINA KOWALSKA MASSIMILIANO KOLBE GIORGIO POPIELUSZKO
VIAGGIO NELLA POLONIA DEI SANTI
       GIOVANNI PAOLO II
     FAUSTINA KOWALSKA
     MASSIMILIANO KOLBE
     GIORGIO POPIELUSZKO
           DIARIO DI VIAGGIO

COMUNITA’ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA”
              LAVENO MOMBELLO

     PARROCCHIA DEI SS. MARCO E GREGORIO
              COLOGNO MONZESE

               24 – 29 AGOSTO 2015
VIAGGIO NELLA POLONIA DEI SANTI GIOVANNI PAOLO II FAUSTINA KOWALSKA MASSIMILIANO KOLBE GIORGIO POPIELUSZKO
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PREMESSA
Non mi sarei mai immaginato di compiere un viaggio-pellegrinaggio contemporaneamente con le
due comunità cui in tempi diversi sono stato mandato come parroco. Se questo è avvenuto non è
stato certamente per un caso fortuito ma provvidenzialmente per una opportunità che io e don
Carlo abbiamo voluto condividere ed offrire agli abitanti di Cologno Monzese e di Laveno Mom-
bello. Iniziative come questa sempre arricchiscono spiritualmente e culturalmente coloro che vi
partecipano. La comunità pastorale Maria madre della Chiesa di Laveno Mombello aveva già in
programma di visitare la Polonia ed anche il nostro Decanato di Cologno-Vimodrone aveva messo
in calendario un viaggio per il mese di aprile proprio in quella terra senza però riuscirvi per la
scarsità di adesioni. L’insistenza di alcuni e la disponibilità mia e di don Carlo a vivere insieme
questa esperienza pastorale ci ha permesso di gustare questa settimana di immersione nella storia
di una nazione che tra prove a volte drammatiche ha saputo con tenacia costruirsi una sua identità
segnata e plasmata dalla fede nel Signore Gesù. Il percorso tracciato ci ha fatto incontrare i luoghi
dove sono nati e hanno vissuto Karol Wojtyla, Faustina Kowalska, Massimiliano Kolbe, Giorgio
Popielusko. Il conoscere più da vicino, quasi sul campo, il contesto culturale, religioso e socio-
politico delle loro vicende storiche ci ha permesso di meglio capirli e di apprezzarne la testimo-
nianza. Solo l’esperienza di essere un popolo che vive di forti ideali rende possibile la maturazione
di personalità libere e autentiche come sono certamente i Santi. In questo senso ciò che abbiamo
visto, e che qui cerco di raccontare sia pure in modo sintetico e limitato, costituisce una bella pro-
vocazione innanzitutto a noi che vi abbiamo partecipato ma anche alle nostre rispettive comunità
chiamate a diventare luoghi di educazione alla “vita bella” del Vangelo. Senza alcuna pretesa que-
ste pagine possono aiutare a far memoria di quello che abbiamo incontrato, visto, ascoltato e con-
temporaneamente risvegliare in noi la gioia di essere cristiani autentici, testimoni credibili, capaci
di relazioni fraterne con tutti quelli che incontriamo nella vita.

                                                                                 Don Bruno

                              Varsavia: la piazza centrale della città vecchia
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Lunedì 24 agosto
COLOGNO MONZESE - LAVENO MOMBELLO / MILANO / CRACOVIA

Alle ore 5.30 i 16 Colognesi partecipanti al viaggio in Polonia si ritrovano, con encomiabile puntua-
lità, davanti all’ingresso principale della nostra Chiesa parrocchiale in Via Visconti. Sta pioviggi-
nando. Ad attenderli c’è un pullman messo a disposizione dall’agenzia Duomo Viaggi e guidato da
Laura, un’autista esperta e conosciuta da don Bruno. Pur essendo ancora buio la giornata appare
uggiosa e l’atmosfera è quella tipica della stagione autunnale: non ne siamo meravigliati dal mo-
mento che le previsioni annunciavano brutto tempo. Per fortuna non c’è traffico in autostrada e così
arriviamo velocemente all’aeroporto di Malpensa dove incontriamo gli amici di Laveno Mombello
accompagnati da don Carlo Manfredi, responsabile di questa Comunità pastorale. Presto siamo
raggiunti dall’incaricata della nostra Agenzia che ci consegna i biglietti aerei e ci aiuta nel disbrigo
delle procedure di imbarco. La ringraziamo e la salutiamo mentre noi, oltrepassato il controllo di
polizia, abbiamo tempo sufficiente per prenderci un buon caffè e compiere i primi passi per fare
reciproca conoscenza. Io e don Carlo intanto ci appartiamo a pregare insieme per le nostre rispettive
comunità e per la buona riuscita di questo pellegrinaggio che desideriamo possa essere per tutti una
esperienza positiva e pastoralmente significativa. La compagnia aerea è la Lufthansa e la partenza
con il volo di linea LH 1853 è prevista per le 8.55. Siamo diretti a Monaco e qui dopo un breve
scalo tecnico ci imbarcheremo sul volo LH 1622 diretti a Cracovia. Il volo è tranquillo. Sotto di noi,
oltrepassate le Alpi, le nuvole si diradano e ci appare in tutta la sua bellezza la Baviera con la mae-
stosità delle sue montagne, il verde dei prati e la bellezza dei suoi laghi. Anche durante il volo verso
Cracovia ci viene servito uno spuntino con qualche bevanda. Alle ore 12.40 atterriamo finalmente
all’aeroporto di Cracovia intitolato a Papa Giovanni Paolo II e dove fervono i lavori di ristruttura-
zione in vista dell’evento della Giornata mondiale della Gioventù che si terrà nel prossimo 2016
proprio in questa città. Ad accoglierci troviamo Marzena che ci accompagna al pullman alla cui gui-
da c’è Michele, un giovane autista che pur non conoscendo la nostra lingua si dimostrerà sempre
premuroso e servizievole. Siamo diretti al centro storico di questa città che è la seconda per numero
di abitanti (800.000) e la prima dal punto di vista turistico. C’è curiosità in ognuno di noi dal
momento che solo quattro persone hanno avuto modo in passato di visitare la Polonia.

         Osserviamo con ammirazione il cortile del palazzo reale di Cracovia, trasformato ora in Museo
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Ben presto intravediamo sulla collina circostante la Chiesa dei Camaldolesi. Nelle vicinanze, lungo
il fiume Vistola, sorgono i complessi monastici dei Benedettini e dei Cistercensi. Questi luoghi di
culto da secoli hanno costituito e sono tuttora punti importanti di riferimento per la vita sociale e
religiosa della nazione polacca. Intanto giungiamo alla collina del Wawel, cuore pulsante di questa
città “regale”. Qui si trovano il Palazzo reale e la Cattedrale dedicata ai Santi Stanislao e Venceslao,
dove a partire dall’inizio dell’XI secolo e fino al 1500 sono stati incoronati e sono sepolti quasi tutti
i re polacchi. La visita di questa Chiesa, che fu costruita in stile gotico tra il 1320 e il 1364, viene
fatta in modo accurato. E’ di piccole dimensioni proprio perché veniva frequentata per lo più dalla
famiglia reale, dai nobili e dalle persone più importanti della società. Il presbiterio è costituito dal
coro riservato ai Canonici e si trova dietro l’altare maggiore dove riposano, racchiusi in un’urna
d’argento, i resti del patrono principale della Polonia, San Stanislao. La sua festa si celebra l’8
maggio con il suono dell’imponente campana, detta di Sigismondo, ed ottenuta fondendo il metallo
proveniente dai cannoni. Pesa ben 11 tonnellate e viene fatta suonare solo in occasioni speciali; per
azionarla sembra occorrano almeno 10 persone. Proseguendo nella visita ci imbattiamo in un Croci-
fisso del 1300 che ci incuriosisce: c’è appesa come voto ai piedi del Signore una scarpetta d’oro a
ricordo della vittoria ottenuta sui Turchi nel 1683. Notiamo ben 19 Cappelle, di diverso stile (goti-
co, rinascimentale e barocco) e ricche di opere d’arte tra cui eccelle la Cappella funeraria di Sigi-
smondo costruita su progetto di un architetto italiano e che, con la sua magnifica cupola dorata, è
considerata il capolavoro dell'architettura rinascimentale polacca. Con emozione sostiamo nella
Cripta di San Leonardo dove Karol Wojtyla celebrò la sua prima Messa il 1 novembre 1946. Al ter-
mine della visita ci accoglie una statua che ce lo raffigura benedicente mentre la nostra guida ci fa
notare che la Cattedrale è sormontata da tre torri, una delle quali contiene appunto la famosa
campana di Sigismondo.

               La statua di San Giovanni Paolo II posta all’ ingresso della Cattedrale di Cracovia
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La visita della città prosegue con interesse. Percorriamo la via dei Canonici e ci imbattiamo in una
serie di Chiese, quella di Sant’Andrea in stile romanico, quella dei Gesuiti che risale al XVII secolo
e quella dei Francescani nel cui chiostro ammiriamo un presepe interessantissimo, di stile appunto
cracoviano.

                                     Cracovia - la Piazza del mercato

Giungiamo poi nella Piazza del mercato, la più grande piazza medievale d’Europa, che porta una
data, quella del 5 giugno 1257 quando viene emanato il decreto reale che ufficializza la nascita della
città di Cracovia. La torre è ciò che resta del vecchio municipio e sta ad indicare che qui si incrocia-
vano le vie commerciali più importanti, quella dell’ambra e quella della seta.

                                   Cracovia - la Chiesa di Santa Maria
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C’è un po’ di tempo per visitare i mercatini come pure per assistere a qualche spettacolo all’aperto
che qui si sta tenendo nell’ambito del Festival folcloristico di Zakopane. Celebriamo la Santa Messa
nella Chiesa di Santa Maria facendo memoria di Santa Faustina e ricordando il messaggio che
attraverso di lei il Signore ha voluto che fosse offerto a tutta la Chiesa, quello della misericordia
divina. Questa Chiesa, come ci informa un opuscolo che ci viene distribuito, è un classico esempio
dell’architettura gotica in Polonia, è costituita da tre navate con transetto, ha due torri alte la prima
81 mt e l’altra 69 mt. Dalla torre più alta ogni ora un trombettiere suona una melodia mariana
mentre al suo interno si trova il grandissimo altare, opera di Wit Stwosz, che ha la forma di pen-
taptico (e cioè 7 pannelli racchiusi da una cornice), è alto 13 mt e largo 11 mt. Si tratta di un basso-
rilievo scolpito nel legno di tiglio con scene che illustrano i misteri gaudiosi e gloriosi del Santo Ro-
sario. Al centro sono rappresentate la “dormizione”, l’assunzione e l’incoronazione della Madonna.
La stanchezza si fa sentire e per questo ci avviamo volentieri al nostro pullman con una nuova
guida, Grazyna, ammirando ancora una volta la Vistola che scorre in questa stupenda città ed è le-
gata alla sua storia ma anche alle sue leggende come quella del drago che ha qui la sua caverna.
Siamo diretti all’albergo NOVOTEL CITY WEST dove, dopo l’assegnazione delle camere siamo
attesi per una cena a buffet. Don Bruno consegna a tutti il testo di un Salmo che ognuno pregherà
prima di coricarsi per un agognato e meritato riposo.

                          Salmo 13 - Nel dilagare dell’ateismo consumista

               Le persone superficiali pensano: «Dio non esiste,
               non ci sono valori assoluti, verità e onestà sono parole vuote.

               Ciò che conta è l'oggi, godere la vita, fare soldi,
               soddisfare ogni desiderio senza porsi tanti problemi».

               E questa mentalità da opportunisti si diffonde a macchia d'olio;
               sempre più gente si avvolge di vuoto.

               Tu, Signore, che segui la nostra vita e giudichi il valore di ogni generazione,
               sai che a certe persone fa comodo questo degrado spirituale e morale.

               Stanno programmando e attuando la distruzione di millenari valori
               col consumismo e i miti di massa manovrati per guadagni astronomici.

               L'uomo è solo strumenta per arricchire, Dio una copertura di rispettabilità.
               Hanno venduto l'anima al denaro e vogliono rubare anche l'anima agli uomini.

               Ma tu, Signore, li distruggerai! La storia farà giustizia
               di questi delinquenti in abito da sera, li condannerà senza appello.

               Donaci, Signore, lucidità e coraggio per combattere questo ateismo consumista,
               questo flagello che, incantando, ci uccide come la più potente di tutte le droghe.

               La millenaria civiltà d'Occidente non segua lo stesso destino
               delle troppe civiltà del passato crollate come castelli di sabbia.

               Si risvegli la coscienza delle persone e i più coraggiosi imparino a reagire
               prima che le nuove generazioni siano risucchiate nell'abisso del vuoto.

               Quando rifiorirà il bisogno di assoluto e la verità avrà il gusto del quotidiano,
               sarà festa e gioia per molti e il futuro brillerà di speranza.
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Martedì 25 agosto
CRACOVIA

La sveglia è alle 6.30 perché ci attende una giornata impegnativa. La nostra (almeno quella del
gruppo di Laveno Mombello) proverbiale puntualità oggi si è incrinata a causa del protrarsi di un
appassionato dibattito in camera tra Giovanna e Lina che non ha permesso a loro di prestare atten-
zione anche all’orologio. Capita! Sul pullman iniziamo subito con la preghiera mattutina della recita
di un Salmo per educare il nostro cuore ad accogliere con gratitudine i doni che il Signore vorrà
farci ma anche per imparare a costruire vera fraternità tra noi. Eugenio distribuisce (ma lo farà con
pronta disponibilità ogni giorno di questa nostra permanenza in Polonia) il foglio che propone il
Salmo 45 e così insieme a cori alterni dialoghiamo con il Signore.
                               Salmo 45 - Fiducia contro la violenza

       Il Signore è per noi rifugio e forza, con lui ci sentiamo rassicurati
       quando ci prende l'angoscia per la situazione attuale del mondo.

       Guerre regionali e colpi di stato, intrallazzi politici e ricatti economici,
       attentati terroristici e scandali vari non ci spaventano più.

       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l'amico degli uomini ci protegge.
       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, non saremo prigionieri dell'angoscia.

       Costruiscano pure bombe atomiche e ai neutroni, installino missili a media e lunga
       gittata minacciando la distruzione totale del mondo, non riusciranno a farci perdere la
       fiducia!

       Basterebbe una parola del Signore per veder tremare di paura i potenti;
       con le superpotenze sparirebbe finalmente la divisione del mondo in blocchi contrapposti.

       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l'amico degli uomini ci protegge.
       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, è lui la nostra sicurezza.

       Il Signore è presente nella storia e la guida a1 traguardo fissato;
       non ascolteremo gli uccelli del malaugurio per diventare pessimisti con loro.

       Lui continua a far maturare tra noi uomini pieni di speranza
       che ci infondono coraggio. Ci riconosciamo nel popolo dei credenti in lui.

       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l'amico degli uomini ci protegge.
       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, in lui è la nostra fiducia.

       Se dessero meno spazio alla cronaca nera, ai giochi di potere dei politicanti
       e prestassero un po' d'attenzione ai fatti ispirati dal Signore.

       Certamente resterebbero impressionati di fronte a tanti gesti di coraggio,
       all'impegno silenzioso di tanta gente per costruire la giustizia e la pace.

       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l'amico degli uomini ci protegge.
       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, con lui costruiremo la pace.
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Il Signore farà finire le guerre che si stanno ancora combattendo
       attraverso l'azione nonviolenta e il grido di protesta: «Basta guerre!».

       Così tutti potranno riconoscere che solo Dio è padrone e Signore
       di ogni vita e di tutta la storia. Nelle sue mani è il futuro del mondo.

       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l'amico degli uomini ci protegge.
       Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, beati i costruttori di pace!
Ci auguriamo reciprocamente una buona giornata e subito Grazyna ci presenta il programma della
giornata che prevede la visita alla miniera di Wieliczka, già in attività durante il Medioevo e che è
stata proclamata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Stimolata da alcune nostre domande Grazy-
na ci parla della situazione che sta vivendo la nazione polacca a partire soprattutto dal 1989, anno
che ha segnato un cambiamento epocale della vita sociopolitica certamente dell’Europa orientale
ma anche dell’intera Europa con la caduta del muro di Berlino e prima del sorgere di Solidarnosc e
della elezione a Papa di Karol Wojtyla. Si tratta di un processo di trasformazione tuttora in atto
e non facile perché i fermenti di rinnovamento devono fare i conti con persone e strutture segnate e
condizionate dal sistema comunista. Questo ha richiesto e richiede pazienza nell’attuare le numero-
se riforme messe in atto soprattutto a partire dal 2005, anno in cui la Polonia è entrata nell’Unione
europea. Arriviamo a Wieliczka e subito inizia la visita interessantissima alle miniere di sale che
oggi sono ricercate anche come sanatori efficaci per chi ha malattie respiratorie.

                          Siamo scesi al 1° livello della miniera di sale di Wieliczka
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Utilizzando appositi montacarichi scendiamo con un po’ di trepidazione con la giovane guida
Caterina nelle viscere della terra e grazie agli auricolari che ci vengono forniti ascoltiamo con inte-
resse le sue spiegazioni. Grazie ad un particolare sistema di ventilazione forzata l’aria ci mantiene
freschi e ben ossigenati. Scendiamo fino a 130 mt di profondità ma i livelli sono 9 e le gallerie rag-
giungono complessivamente i 300 Km di lunghezza. Osserviamo con stupore statue, bassorilievi,
Chiese ricavate dal sale e perfettamente ben conservate: testimoniano l’esistenza di un mondo fatto
di laboriosità, di fatica, di perizia, di religiosità ma anche di gusto artistico. Il sale che veniva estrat-
to e chiamato anche “oro bianco” ha permesso al re Casimiro di trasformare la sua Polonia sosti-
tuendo con solide mura le strutture lignee allora esistenti. Questa visita ci è parsa molto interessante
ed istruttiva: si è potuto perfino capire meglio le molte insidie incontrate dai minatori nel loro fati-
cosissimo lavoro. Abbiamo potuto assistere anche ad una simulazione di esplosione del gas provo-
cata dall’estrazione del cloruro di sodio. Qui ogni anno arrivano un milione di visitatori, ragazzi
compresi e pensiamo tutti affascinati da questo mondo davvero unico. Giungendo ad un laghetto
dove purtroppo anni fa alcuni militari sono tragicamente annegati veniamo informati dalla guida
che finalmente stiamo per risalire in superficie. Qui mentre alcuni di noi sostano per acquistare
alcuni souvenirs, il nostro giovane Michele viene intervistato da un giornalista ed invitato a dare
una sua valutazione sulla visita fatta. Soddisfatti stiamo per avviarci al ristorante “Hawelka” situato
nella Piazza del mercato di Cracovia quando ci accorgiamo che all’appello manca Elena che presto
per nostra fortuna e di Giuseppe suo marito viene ritrovata.

        Ci troviamo nel mezzo della Chiesa sotterranea più importante con altare, statue intagliati nel sale

Il pranzo è ottimo e per alcuni di noi è anche abbondante dal momento che riceviamo per ben due
volte un piatto di panzerotti, che nessuno naturalmente osa rifiutare. Fuori intanto inizia a piovig-
ginare ed il tempo stringe. Per fortuna i mercatini artigianali sono al coperto così che, chi si sente
interessato, ha la possibilità di fare con calma gli acquisti che desidera. Prima di risalire sul pullman
assistiamo per l’ultima volta al rito del trombettiere che dalla torre della Chiesa di Santa Maria allo
scoccare dell’ora, rivolgendosi verso i quattro punti cardinali, suona la sua tromba. Dobbiamo rag-
giungere la Chiesa dei Salesiani tanto cara a Papa Giovanni Paolo II ma grande è la nostra delusio-
ne quando ci accorgiamo che è chiusa. Sorpresa è soprattutto la nostra Grazyna per la quale è incon-
cepibile che in Polonia una Chiesa parrocchiale possa rimanere chiusa durante il giorno.
Intanto Eugenio chiedendo semplicemente dove si trovi Nuova Huta finisce, suo malgrado, per sca-
tenare una accesa discussione tra chi è sicuro che si trovi nelle periferie di Danzica e chi invece so-
stiene che sia proprio qui a Cracovia. A dirimere la questione interviene Grazyna che ci fa la croni-
storia esatta degli avvenimenti drammatici accaduti proprio qui a Cracovia quando ne era Arcive-
scovo Karol Wojtyla. Il movimento Solidarnosc con i cambiamenti sociopolitici che ha prodotto
venne subito dopo. Rimessa in ordine la storia, in pace ci dirigiamo a Lagiewniki nella zona sud

                     L’interno del nuovo Santuario della divina misericordia a Cracovia

della città. Qui sorge il nuovo Santuario dedicato alla divina misericordia e consacrato solennemen-
te dal Papa San Giovanni Paolo II il 17 agosto 2002. “Gesù io confido in Te” è la scritta posta ai
piedi del quadro che ritrae Gesù che effonde il suo amore che purifica e dà la vita eterna. Qui è
conservato un pezzo di pietra del calvario di Gerusalemme quasi a ricordarci che l’amore del Signo-
re si manifesta e si comunica nel sacrificio della croce. Accanto alla Chiesa sorge il Convento delle
Suore della beata Maria vergine della misericordia dove visse, morì ed è sepolta Santa Faustina per
mezzo della quale Gesù ha voluto trasmettere a tutta la Chiesa il messaggio della sua divina miseri-
cordia. Qui si conserva l’urna delle reliquie di questa Santa e davanti alla quale sostiamo in preghie-
ra. Ma prima di visitare il Convento celebriamo l’Eucaristia nella Cappella degli Italiani, così chia-
mata perché costruita con il contributo della Chiesa italiana: facciamo memoria di San Giovanni
Paolo II che ha voluto recepire durante il suo ministero pastorale la volontà di Gesù espressa a que-
sta Santa di istituire la festa liturgica della misericordia divina nella domenica dopo Pasqua. Non
possiamo non ricordare che nel 2016 sarà celebrato in tutto il mondo il Giubileo della misericordia
indetto da Papa Francesco e che proprio in questa città ci sarà il raduno delle giornate mondiali
della gioventù cui sarà presente lo stesso Pontefice. Affidiamo nella preghiera al Signore le nostre
comunità ecclesiali perché da una rinnovata ed umile esperienza di riconoscerci amati e perdonati
da Lui possiamo sempre più trovare vigore e forza di proporla a tutti ed in modo speciale a chi si
sente senza speranza e senza pace. Questo luogo sarà difficile da dimenticare e non solo per questa
intensa esperienza spirituale vissuta insieme. Certamente indimenticabile lo sarà per Fortunato che
qui ha dato appuntamento ed è riuscito ad incontrare la persona con la quale è stata in contatto du-
rante gli anni di un gemellaggio di solidarietà tra Solidarnosc e varie associazioni di Cologno Mon-
zese. Nel loro abbraccio era visibile una reciproca e grande emozione! Nell’Hotel siamo attesi per la
cena mentre io sarò ospite di Romeo e Zofia che dopo i primi anni di Matrimonio trascorsi a Nova
Milanese si sono trasferiti qui a Cracovia con la loro famiglia. Dopo anni di lontananza è bello per
me incontrare amici con cui si è condiviso un importante tratto della propria esistenza e rivedendosi
ritrovarsi ancora uniti nell’amore al Signore. Il tempo fa emergere ciò che è davvero importante e
duraturo.

                           Il Convento e la Chiesa dove riposa ora Santa Faustina

Mercoledì 26 agosto
CRACOVIA /AUSCHWITZ / CZESTOCHOWA

Dopo una sveglia serena ed una abbondante colazione la prima sorpresa che ci attende è la nebbia
che per fortuna si dirada in fretta e lascia il posto ad un cielo sereno e luminoso che ci predispone a
vivere con cuore lieto il momento di preghiera comunitario. Siamo puntualissimi. Ci accorgiamo
anche di essere più sciolti nei nostri rapporti dal momento che tra di noi si è creato un buon clima ed
un evidente affiatamento.

                                Salmo 95 - Contemplazione e attesa.
       Intonate un canto al Signore, un nuovo canto di lode gioiosa,
       un canto che coinvolga la terra per benedire il suo nome in eterno.

       Ripercorrete la storia della salvezza, fate memoria attenta e contemplativa
       dei grandi interventi di Dio, della sua amorosa attenzione per l'uomo.

       Adorate il Signore che è il Santo, il Dio onnipotente e misericordioso,
       il redentore e l'alleato dell'uomo, il fondamento di ogni vera speranza.

       Tutti gli idoli e i miti dell'uomo sono solo seducenti sirene
       o mostri che incutono paura ma non possono liberare e salvare.
Solo Dio é amore e sicurezza, brezza leggera e rocca inespugnabile,
perdono dei peccati e gioia di vivere, pace, silenzio e comunione d'amicizia.

Lodate il Signore, uomini della terra, lodatelo con cuore riconoscente;
lui solo amate e servite, a lui solo la vostra obbedienza.

     Foto ricordo davanti all’ingresso del Santuario della Madonna degli Angeli di Kalwaria
Ogni giorno, al mattino e alla sera, e ogni domenica, il giorno di festa,
       inginocchiatevi davanti al Signore ringraziatelo di esservi Padre.

       Offritegli in dono la vita e cantate per lui i vostri canti;
       fate festa, gioite, siate liberi, accogliete la sua Parola di luce.

       Parlategli dal profondo del cuore delle ansie, delle attese, dei sogni,
       dei progetti per il vostro futuro. Rinnovate la speranza che è in voi.

       Ricordate che ogni persona, ogni fatto, è guidato dalla mano di Dio;
       c'è una meta che attende la storia, un compimento al di là del presente.

       La meta è l'incontro con Dio, la realizzazione del Regno dei Cieli
       quando Lui tornerà a giudicare la storia e ogni singolo uomo.

       Sì, il Signore alla fine verrà e salverà questo mondo in rovina;
       brucerà ogni scoria di male tutto sarà trasformato in amore.

       In quel giorno oltre il tempo e lo spazio ogni uomo sarà riempito di Dio
       e quando Dio sarà tutto in tutti la storia si dissolverà nell'eterno.

Come sempre la nostra guida ci presenta il programma della giornata che prevede nella mattinata la
visita al Santuario di Kalwaria e nel pomeriggio i campi di concentramento di Auschwitz. Il territo-
rio che stiamo attraversando è chiamato “piccola Polonia” che ha Cracovia come centro; nella spar-
tizione di fine secolo XVIII fu annesso all’impero austroungarico subendone influssi mentre il re-
sto si legò alla Prussia. Ma ecco la seconda sorpresa: il pullman ha un guasto improvviso ed è meri-
to della buona organizzazione della Agenzia di viaggio polacca l’Anpa Travel se possiamo ripartire
senza eccessivo ritardo sulla tabella di marcia con un nuovo autista, Roberto. Giungiamo così a
Kalwaria, un Santuario caro a Wojtyla e la cui costruzione risale all’inizio del XVII secolo grazie al
progetto del pellegrino Zebrzydowski, che di ritorno da Gerusalemme ha voluto realizzare quest’o-
pera a ricordo della forte esperienza religiosa là vissuta. Ad una Via Crucis imponente che si snoda
tra le colline circostanti si aggiunge una Via Mariae. Entriamo nella Chiesa della Madonna degli
Angeli che conserva un’immagine della Madre di Cristo che piange, molto venerata dai Polacchi. A
Lei si attribuisce il miracolo di aver salvato il paese nel 1655 quando l’invasione svedese devastò la
Polonia. Qui il papà del piccolo Karol portò il figlio dopo la morte della moglie e lo affidò alla Ma-
donna come alla sua nuova mamma. Da questa esperienza di affidamento a Maria deriverà la devo-
zione profonda di Papa Giovanni Paolo II alla Vergine: “Totus tuus” sarà il suo motto. Vorremmo
sostare più a lungo in questo luogo che a noi tutti ricorda i nostri “Sacri monti”: quelli di Varese,
Varallo, Orta, Oropa per citarne alcuni. Ma non c’è molto tempo e il paese di Wadowice ci attende
con il suo Museo che conserva al suo interno la casa della famiglia Wojtyla e raccoglie testimo-
nianze significative della esistenza di questo grande Papa che tutti noi abbiamo conosciuto e ammi-
rato. Personalmente mi colpisce vedere i locali dove lui riposava, studiava, poteva osservare suo pa-
dre che pregava frequentemente e la stessa Chiesa parrocchiale sulla cui parete c’era disegnata una
meridiana con una scritta che induceva a riflettere “La vita passa, l’eternità attende”. Grazie ad un
giovane che ci fa da preziosa guida ripercorriamo con commozione l’itinerario spirituale di questo
grande e Santo Papa e comprendiamo meglio che il disegno d’amore che Dio ha per tutti gli uomini
si realizza proprio in mezzo alle prove della vita. E soprattutto la scoperta piena di gratitudine della
esistenza Chiesa come popolo di Dio in cui è presente e si comunica Gesù Signore che si fa amico e
compagno di viaggio. Veramente, come scrive San Paolo, “tutto concorre al bene di coloro che
Dio” (Romani 8,28). Prima del pranzo partecipiamo alla Santa Messa che celebriamo nella Chiesa
parrocchiale. Ci accorgiamo che è proprio il Signore il nutrimento di quella vita di figli di Dio che
tutti noi, come Karol, abbiamo ricevuto in dono nel Battesimo.

                                  La Chiesa parrocchiale di Wadowice

Al ristorante Dworek Mikolaj pranziamo gustando la cucina polacca con i suoi piatti tipici ed oggi
in modo particolare anche con il “dolce del Papa”. Questa pausa provvidenziale dopo una mattinata
luminosissima e non solo dal punto di vista meteorologico ci prepara a sostenere la visita che fare-
mo questo pomeriggio al campo di Auschwitz. Sul pullman leggo il discorso di Papa Benedetto
XVI quando il 28 maggio 2006 venne qui. Eccone alcuni stralci. “Prendere la parola in questo luo-
go di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è
quasi impossibile - ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che
proviene dalla Germania. In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare
soltanto uno sbigottito silenzio - un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore,
hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci
inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui
hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta
voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile
cosa... Noi non possiamo scrutare il segreto di Dio - vediamo soltanto frammenti e ci sbagliamo se
vogliamo farci giudici di Dio e della storia. Non difenderemmo, in tal caso, l'uomo, ma contribui-
remmo solo alla sua distruzione. No - in definitiva, dobbiamo rimanere con l'umile ma insistente
grido verso Dio: Svegliati! Non dimenticare la tua creatura, l'uomo! E il nostro grido verso Dio
deve al contempo essere un grido che penetra il nostro stesso cuore, affinché si svegli in noi la
nascosta presenza di Dio - affinché quel suo potere che Egli ha depositato nei nostri cuori non
venga coperto e soffocato in noi dal fango dell'egoismo, della paura degli uomini, dell'indifferenza
e dell'opportunismo. Emettiamo questo grido davanti a Dio, rivolgiamolo allo stesso nostro cuore,
proprio in questa nostra ora presente, nella quale incombono nuove sventure, nella quale sembrano
emergere nuovamente dai cuori degli uomini tutte le forze oscure: da una parte, l'abuso del nome
di Dio per la giustificazione di una violenza cieca contro persone innocenti; dall'altra, il cinismo
che non conosce Dio e che schernisce la fede in Lui. Noi gridiamo verso Dio, affinché spinga gli
uomini a ravvedersi, così che riconoscano che la violenza non crea la pace, ma solo suscita altra
violenza - una spirale di distruzioni, in cui tutti in fin dei conti possono essere soltanto perdenti. Il
Dio, nel quale noi crediamo, è un Dio della ragione - di una ragione, però, che certamente non è
una neutrale matematica dell'universo, ma che è una cosa sola con l'amore, col bene. Noi preghia-
mo Dio e gridiamo verso gli uomini, affinché questa ragione, la ragione dell'amore e del riconosci-
mento della forza della riconciliazione e della pace prevalga sulle minacce circostanti dell'irrazio-
nalità o di una ragione falsa, staccata da Dio. Il luogo in cui ci troviamo è un luogo della memoria
che nello stesso tempo è luogo della Shoah”.

                               Il blocco della morte nel campo 1 di Auschwitz
Ci suddividiamo in due gruppi e con l’aiuto di auricolari seguiamo le nostre due guide in questo
autentico calvario tra i campi di sterminio: Auschwitz, Birkenau e Monovitz. Tra i “blocchi” dove
erano ammassati i deportati, ebrei e non, provenienti da diverse parti d’Europa ascoltiamo con orro-
re il numero che qui hanno sofferto e trovato la morte. Gli effetti personali di bambini, adulti ed
anziani ammucchiati in apposite stanze accanto a foto furtivamente scattate e giunte fino a noi ci
provocano un nodo alla gola e ci fanno quasi rivivere il dramma e la sofferenza di tanti nostri fra-
telli e sorelle. Con commozione ci fermiamo per un attimo davanti alla cella sotterranea n. 18, quel-
la in cui tra tanti altri fu rinchiuso San Massimiliano Kolbe. Ed infine le scene devastanti delle
camere a gas e dei forni crematori, le forche per le esecuzioni capitali pubbliche. Quanta crudeltà!

                                        I forni crematori di Auschwitz
Nel campo di Birkenau, molto esteso e programmato per moltiplicare ed accelerare questo sterminio
di massa, incontriamo un folto gruppo di giovani israeliani e visitiamo alcune baracche.

               La stazione ferroviaria di Birkenau dove arrivavano i deportati sui carri bestiame
Alla sera giungiamo a Czestochowa ed alloggiamo al Hotel GRAND. Cena e riposo.
Giovedì 27 agosto
CZESTOCHOWA
Il cielo sereno ci mette di buon umore così che dopo un’abbondante colazione possiamo raggiunge-
re i nostri posti sul pullman ed aprire il cuore alla preghiera. Oggi ci viene proposto il Salmo 113.

                                  Salmo 113 - Gli idoli dell’uomo.
               Non su di noi, Signore, non sul nostro modo di agire
               concentra l'attenzione degli uomini, ma sul tuo amore fedele e potente
               perché tu solo sei degno di lode.
               Troppa gente ancora si chiede: «Ma Dio esiste veramente?
               A cosa serve la sua presenza?». La tua presenza è spirito e vita,
               tu susciti amore e perdono.
               Gli uomini cercano idoli: ideologie e miti da consumare,
               conti in banca e case di piacere, onorificenze e posti di comando,
               il controllo e il plauso dei mass-media.
               Loro idolo è anche la scienza, i calcolatori e i cervelli elettronici:
               hanno memoria e grandi capacità di lavoro ma non hanno cuore e intelligenza,
               sono solo delle macchine sofisticate.
               Come loro diventa chi le fabbrica, uno schiavo chi le usa tutto il giorno;
               come loro è sterile e disumano chi ai loro circuiti affida la sua vita
               e crede solo nel potere dell'uomo.
               Noi invece ci affidiamo al Signore, solo lui è vero aiuto e difesa;
               la Chiesa si affidi al Signore, solo lui è vero aiuto e difesa;
               ogni uomo si affidi al Signore, solo lui è vero aiuto e difesa.
               Il Signore ci conosce per nome, ci benedice con amore di Padre;
               beati voi poveri e miti, voi uomini puri di cuore;
               beato chi soffre e perdona, chi ama e riscatta i nemici.
               Beato chi vuole giustizia, chi costruisce con tenacia la pace;
               beato chi ha cura dell'ultimo, chi spera e insegna a sperare;
               beato chi ha cuore e coraggio d'esser uomo e non uno schiavo.
               Dagli idoli e miti dell'uomo viene morte, sangue, dolore
               e bestemmie che salgono al cielo. Dai credenti e dagli uomini onesti
               viene vita, gioia, fiducia e una lode incessante al Signore.

La mattinata è dedicata alla visita del Santuario di Jasna Gora o Chiaro monte. Abbiamo la fortuna
di essere guidati da Annalisa, una giovane che stupisce un po’ tutti per il suo sorriso e per la sua
freschezza spirituale nel parlarci di questo luogo, che riconosciamo essere il cuore vitale di tutta la
Polonia. In questo luogo è presente ed opera una comunità religiosa di Padri Paolini: sono ben 120 e
tutti dediti ad assistere i numerosissimi pellegrini provenienti un po’ da tutto il mondo. Proprio ieri
si è celebrata la festa della “Madonna nera”. Entriamo con la guida nella Cappella dove si conserva
questa icona tanto venerata dal volto sereno anche se soffuso di tristezza e con alcune ferite sulla
guancia. L’enorme afflusso di pellegrini ci induce per il momento ad accontentarci di compiere una
breve sosta davanti alla sua effigie attorniata da rose d’oro offerte dai Papi Paolo VI e Giovanni
Paolo II e dalla fascia insanguinata che il Papa Wojtyla indossava al momento dell’attentato in
Piazza San Pietro. Ci portiamo nel frattempo nella Cappella dedicata a San Paolo eremita cui si ispi-

                  Il quadro della Madonna nera nella Cappella di Jasna Gora a Czestochowa

rano i Padri Paolini e dove con più tranquillità Annalisa ci racconta la storia di questo quadro mira-
coloso che la tradizione afferma essere stato dipinto da San Luca su di un legno che formava il ta-
volo adoperato per la preghiera e per il cibo dalla Sacra Famiglia. L’evangelista avrebbe composto a
Gerusalemme due quadri allo scopo di tramandare l’incomparabile bellezza di Maria. Uno di essi,
arrivato in Italia, è tuttora oggetto di culto a Bologna; l’altro, fu dapprima portato a Costantinopoli e
successivamente in Russia dove, per numerosi miracoli, fu intensamente venerata. Nel corso della
guerra intrapresa da Casimiro il Grande, fu affidato al principe di Opole e questi, alla vigilia di una
dura battaglia contro le truppe tartare e lituane, aveva invocato la sacra immagine e, dopo la sospira-
ta vittoria, proclamò Maria Regina. Si racconta anche che, durante l’assedio, un tartaro ferisse con
una freccia il bellissimo volto della Vergine dalla parte destra e che, dopo la sacrilega profanazione,
una fittissima nebbia, sorta d'improvviso, mettesse in difficoltà gli assedianti. Il principe, allora, ap-
profittando del momento favorevole, si gettò con le truppe contro il nemico e lo sconfisse. Altri do-
cumenti assicurano che, terminata l’amministrazione del principe Ladislao nella Russia, il quadro fu
caricato su di un carro con l’intenzione di portarlo nella Slesia ma, tra lo stupore di tutti, i cavalli,
pur ripetutamente sferzati, non si muovevano. Il principe ordinò allora di attaccarne di nuovi, senza
però ottenere alcun risultato. Sconvolto, si inginocchiò a terra e promise di trasferire la venerata ef-
figie sul colle di Czestochowa, in una piccola chiesa di legno. In seguito egli avrebbe innalzato una
Basilica e, contemporaneamente realizzato un convento per i frati eremiti dell’Ordine di San Paolo.
Nel 1430 alcuni seguaci dell’eretico Giovanni Hus, provenienti dai confini della Boemia e Moravia,
sotto la guida dell’ucraino Federico Ostrogki, attaccarono e depredarono il convento. Il quadro fu
strappato dall’altare, tagliato con la sciabola in più parti e la sacra icona trapassata da una spada.
Questa icona rappresenta la Madonna che con la sua mano indica Gesù suo figlio e guida i credenti
lungo la strada che porta a Lui. Ci portiamo nella Cappella di San Paolo eremita e celebriamo la
Santa Messa. C’è poi il tempo di visitare il Museo ed il Tesoro del Santuario dove sono custoditi
paramenti liturgici, oggetti religiosi, e regali votivi in oro. Si tratta di un patrimonio inestimabile
che dice soprattutto la fede, l’amore e la dedizione di un popolo che riconosce di essere stato protet-
to, animato e guidato dal Signore e da Maria Vergine. Con nostra meraviglia ci viene indicata anche
una croce regalata da San Carlo Borromeo. Il tempo scorre e qualcuno di noi freme nella speranza
di salire, naturalmente a piedi, sul campanile del Santuario. Siamo attesi però per il pranzo all’Hotel
Zajazad Jurajski e pertanto ci è data solo la possibilità di assistere alla cerimonia della “velatura”
della Madonna prevista per mezzogiorno.

                                Il Santuario di Jasna Gora a Czestochowa
Nel pomeriggio mentre il gruppo dei Colognesi raggiunge a piedi il Santuario altri preferiscono ri-
posare. Alle ore 17 tutti però ci ritroviamo uniti sul prato proprio di fronte alla Cappella della Ma-
donna nera per vivere insieme un momento intenso di preghiera: le Ave Maria del Rosario vengono
recitate da ognuno di noi e in queste invocazioni esprimiamo la domanda nostra e delle nostre co-
munità di imparare dalla Madonna nostra madre a seguire il Signore con perseveranza e coraggio.
Segue poi un momento veramente bello di scambio di esperienze e di comunicazione tra noi; ne
siamo tutti arricchiti e stimolati a vivere nelle nostre Parrocchie rapporti autentici di fraternità.

Venerdì 28 agosto
CZESTOCHOWA / NIEPOKALANOW /VARSAVIA
Dopo la sveglia a colazione discutiamo sul perché della presenza dei Vigili del fuoco ieri sera qui in
Albergo. Per la verità io non me ne ero neppure accorto ma pare che tutto il trambusto sia dovuto
agli stessi proprietari che avevano organizzato una grigliata nella loro cucina. Come sempre dopo il
saluto alla nostra Grazyna sul pullman recitiamo un Salmo.
                                    Salmo 138 - Dio mi conosce

       Signore, tu mi guardi e mi leggi negli occhi ciò che custodisco nel segreto del cure;
       ogni mio gesto ti è familiare, lo segui con amorosa premura.

       Accompagni il mio lavoro e il mio tempo libero,
       il filo dei miei pensieri i miei desideri più nascosti.

       Conosci le parole che dico e i progetti che mi frullano in testa.
       La tua è una presenza costante, uno sguardo che avvolge la mia vita.

       Quando ci penso, resto come incantato, sorpreso e insieme affascinato.
       E una cosa grande, meravigliosa spesso non me ne rendo conto!
Nel turbinare affannoso delle scelte sono portata a sentirmi autosufficiente,
protagonista della mia vita dominatore delle cose.

In realtà cosa sarei senza di te? Quali speranze che non siano miraggi?
Quali esperienze potrei fare senza incontrare il tuo volto?

Se voglio impadronirmi del cielo misurando gli anni-luce dei suoi spazi infiniti
e mando sonde a fotografare i pianeti, è la tua grandezza che scopro e contemplo!

Se mi appassiono a studiare le meravigliose leggi della natura
e penetro nei segreti delle cellule e degli atomi, è la tua sapienza che mi si svela!

Se viaggio in terre lontane o i mass-media mi fanno conoscere
altri popoli e altre culture, è l'universalità del tuo amore che constato!

Anche quando vivo momenti di sofferenza e mi si oscura il senso della vita,
è la tua misericordia che sperimento, la tua parola illumina la mia angoscia!

Il mio stesso corpo è un dono meraviglioso creato dalla tua mano,
cesellato con arte e con gusto fin dal seno di mia madre.

Ti ringrazio, Signore, per avermi fatto in modo così bello!
Tutto quello che fai è meraviglioso, ogni cosa è un raggio della tua bellezza.

Tu conoscevi i miei pregi e i miei difetti prima ancora che io li scoprissi;
conoscevi i miei entusiasmi e le mie paure prima ancora che li sperimentassi.

Tutti gli avvenimenti della mia vita ti erano familiari
prima ancora che li vivessi. E mi hai riempito l'esistenza di doni!

                Niepokalanow - la Cappella adiacente alla Chiesa parrocchiale
Avrei voglia di mettermi a raccontarli ma sarebbe una storia troppo lunga:
       innumerevoli piccoli segni che sempre mi portane all'unico grande dono che sei tu,
       Signore!

       A volte mi meraviglio di certa gente che non capisce, che si affanna per cose inutili,
       che non sa vedere la tua presenza nella vita o che ti usa per interessi personali.

       Mi fanno rabbia e tristezza; non sopporto la loro ipocrisia;
       mi viene voglia di condannarli. Ma prima devo giudicare me stesso.

       Signore, giudica tu la mia coscienza; fammi capire se le mie scelte sono giuste
       e conducimi per mano sulla via che porta alla vita. Gloria al Padre…

                      Niepokalanow - Il monumento a San Massimiliano Maria Kolbe
Oggi in serata giungeremo a Varsavia passando da Niepokalanow, un paese, ora molto esteso, sorto
all’inizio del XX secolo grazie a Padre Massimiliano Kolbe che qui diede origine ad un complesso
di costruzioni chiamato “Città dell’Immacolata”. Intanto lasciamo alle spalle questa regione della
Polonia che si chiama Slesia, ricchissima di carbone che costituisce una delle risorse più importanti
dello Stato. Mentre ci dirigiamo verso la regione chiamata Masovia e che ha come suo centro Var-
savia la nostra guida, su nostra richiesta, ci parla di come vede e vive lei questo momento attuale di
trasformazione della nazione polacca. La sua testimonianza è preziosa. Con realismo parla di un
certo malessere che serpeggia in molti ad esempio a proposito della situazione occupazionale: prima
del 1989 sotto il regime comunista il lavoro era garantito a tutti anche se lo stipendio era bassissimo
mentre oggi le imprese, sensibilissime al guadagno, seguono un’altra logica. Il sistema democratico
conquistato ed introdotto grazie soprattutto al movimento operaio di Solidarnosc richiede tempi non
brevi perché possa affermarsi. Si sostiene e penetra nella vita della società polacca grazie alla
responsabilità delle persone. La stessa situazione religiosa è in evoluzione: fermenti di vivacità ec-
clesiale non mancano ma si avverte anche la difficoltà, pure presente nella nostra società italiana, di
trasmettere l’esperienza cristiana alle nuove generazioni come pure si percepisce l’insofferenza di
alcuni che accusano la Chiesa di intromissione nella vita politica. Grazyna però non vede nero come
tanti suoi connazionali e noi la ringraziamo per la franchezza della sua testimonianza. Giunti a Nie-
pokalanow celebriamo subito l’Eucaristia in questa piccola Chiesa ringraziando il Signore perché in
San Massimiliano ci ha donato un esempio vivo di cristiano maturo che come Gesù ha dato la vita
per i fratelli. Visitiamo con interesse il Museo che ne illustra la vita e il ministero sacerdotale tutto
permeato da una devozione appassionata e feconda alla Madonna: anche nella sua esistenza riemer-
ge quel totus tuus che sembra proprio essere il segreto della santità. In uno degli altari della Chiesa
parrocchiale si vede con chiarezza l’accostamento dei due Santi, Massimiliano e Giovanni Paolo II,
cresciuti possiamo dire alla scuola della madre di Cristo. Riprendiamo il viaggio e ci dirigiamo de-
cisamente a Varsavia dove abbiamo modo di compiere un giro orientativo della città che è stata
completamente rifatta dopo la distruzione nella seconda guerra mondiale.

                               Il monumento alle vittime del ghetto a Varsavia
Vediamo i luoghi dove sorgeva il ghetto degli Ebrei (che tragedia per quegli Ebrei che costituivano
1/3 degli abitanti di Varsavia!), il monumento che lo ricorda come anche quello voluto da Lech Wa-
lesa per non dimenticare la deportazione dei polacchi in Russia, Siberia e Kazakistan proprio ad
opera dei Russi.

             Varsavia - Il monumento che ricorda la deportazione dei Polacchi ad opera dei Russi

                            Il monumento a Chopin in uno dei parchi di Varsavia
Davanti a noi scorrono statue e monumenti che parlano del passato glorioso di questa città, del-
l’ultimo suo re Stanislao Augusto Poniatowski, i nuovi quartieri della città moderna ed infine il
fiume che l’attraversa, la Vistola. Giungiamo all’Hotel Radisson Sobieski dove, dopo l’assegnazio-
ne delle camere, ceniamo e più tardi andiamo a goderci un meritato riposo.
Sabato 29 agosto
VARSAVIA / MILANO

Questa ultima giornata del nostro viaggio-pellegrinaggio in terra polacca si apre con la preghiera del
Salmo. Come sempre lo viviamo con intensità e semplicità.

                                 Salmo 28 - La natura segno di Dio
       Al Signore solo, o figli dell'uomo, solo al Signore innalzate il canto,
       il nome di Dio temete e onorate, a lui tributate il culto e la lode.

       Iddio, il Signore, è re del creato; Lui ha plasmato il cielo e la terra,
       gli spazi infiniti e i microorganismi, le vette inviolate e gl'inesplorati abissi.

                            Varsavia - La tomba del beato Giorgio Popieluszko
A lui appartengono le immense foreste, gli oceani, i mari, i fiumi e i torrenti,
       le piante da frutto e gli alberi secolari, il sole, il vento, la pioggia e il sereno.

       Tutto ha creato con grande armonia in base a leggi di somma sapienza
       e con amore ancora lo cura come la casa che un uomo si è fatto.

       Per ogni piaga della natura ha posto un rimedio, un arcobaleno,
       o la voce del Figlio a dire: «Basta! fermati, placati, fa' pace con l'uomo».

       Ma per le ferite inferte dall'uomo anche il Signore sembra impotente
       a porre un freno al grande degrado. Ora il suo grido è rivolto a lui.
       «Fermati, uomo, rifletti e trema nel riconoscere il male che fai.
       Smetti di crederti padrone e tiranno della natura che è un seno di madre».

       A Dio Creatore riconosci il potere e la sapienza di ordinare il mondo;
       séntiti servo e insieme custode del grande dono che è la vita.

       Dona, Signore, saggezza all'uomo, dona rispetto e amore al creato.
       Torni la terra a palpitare di vita, ritorni l'uomo a lodarti col mondo.
La nostra guida che abita proprio a Varsavia è ben felice di presentarci la sua città e di mostrarne la
sua bellezza, la sua storia. Siamo diretti innanzitutto alla Parrocchia dove ha svolto il suo ministero
e dove è sepolto il beato Giorgio Popielusko. Questo Sacerdote che incontrava gli operai nelle fab-
briche per rincuorarli venne trucidato nel 1984 dai servizi segreti del regime comunista quando So-
lidarnosc non era ancora stata riconosciuta. Un interessante Museo ne descrive la vita, l’attività pa-
storale svolta, la sua tragica morte, i suoi oceanici funerali ed infine la sua beatificazione. Subito
dopo nella Cripta della Chiesa parrocchiale celebriamo l’ultima nostra Santa Messa ammirati per
questa splendida testimonianza sacerdotale.

                              Varsavia - La piazza principale della vecchia città
Ci attende ora una passeggiata lungo il “sobborgo di Cracovia” una delle vie principali di Varsavia.
Il tempo sereno e l’aria mite ci aiutano a gustare queste ultime ore di permanenza a Varsavia. La
visitiamo dopo il delizioso pranzo che ci viene servito nel ristorante Delicja Polska ed ognuno di
noi potrà fissare nella sua mente e conservare nel suo cuore il ricordo di Chiese, piazze, la struttura
difensiva della città “il Barbacane” ed anche i negozi dal momento che c’è tempo per fare shopping.

           Il sepolcro del primate Card Stefano Wyszynski nella Cattedrale di San Giovanni a Varsavia
Nel pomeriggio, proseguiamo le visite. In tempo utile e all’ora stabilita, dopo aver ringraziato il no-
stro autista Michele e la nostra guida Grazyna, ci trasferiamo in aeroporto e voliamo, via Francofor-
te, verso la nostra Italia arrivando puntualmente a Malpensa alle 23.05. Ci salutiamo cordialmente,
saliamo sui pullman a noi riservati che ci stanno aspettando e rientriamo nelle nostre rispettive città.

                                     Sullo sfondo il Barbacane di Varsavia
L’ultimo pranzo consumato a Varsavia nel ristorante Delicja Polska

L’ultimo pranzo consumato a Varsavia nel ristorante Delicja Polska
PARTECIPANTI AL TOUR-PELLEGRINAGGIO IN POLONIA

            GRUPPO DI COLOGNO MONZESE
       DON BRUNO              MEANI
       BEVACQUA               ROSARIA
       CAIANI                 IRIDE
       CANU                   ELENA
       CAZZANIGA              NORMA
       GALIMBERTI             ENRICO MARIO
       GULOTTA                MARIA PIA
       LA ROSA                EUGENIO
       LUPICA IMPANNOCCHIA    GIUSEPPE
       MARTINENGHI            MARINA
       MERICI                 MAURO GIUSEPPE
       PASTORI                DANIELA MARIA
       PEZZIMENTI             FORTUNATO
       QUINTO                 DOMENICA
       RICCHETTI              CARMELA
       SURACE                 CARMELA
       ZANELLI                DOMENICO

            GRUPPO DI LAVENO MOMBELLO
       DON CARLO               MANFREDI
       BAGGIO                  GRAZIELLA
       BERTOCCO                MIRANDA
       BIANCHI                 ENRICA
       BRESSAN                 LUIGI
       BRESSAN                 GIAMPAOLO
       CATTANEO                MARIA GIOVANNA
       CONALBA                 MARINA
       DAL SANTO               LINA
       DE AMBROGGI             LUISA
       GALUZZI                 VERA
       GAMA SOSA               MICHELE
       GRISETTI                MARIA TERESA
       GRISETTI                PAOLA
       GROS PIETRO             LAURA
       MARTINOLI               IOLE
       MUGNANO                 LILIANA
       PAGLIA                  GIUSEPPE
       PASINI                  FRANCESCA
       TOSCHES                 FRANCESCO
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