IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83

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IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
IO SONO
TONIOLO
TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
Ed eccoci a inaugurare un nuovo capitolo della storia del nostro teatro metropolitano. Ogni volta che un teatro presenta una nuova stagione,
in fondo, raccoglie una sfida. E quella che il Toniolo rilancia quest’anno è sicuramente fra le più stimolanti: si riparte infatti dai numeri e i
consensi di una stagione formidabile, capace di battere con 2800 abbonati un record di pubblico che resisteva dai tempi di Gaber.

Il Toniolo non ha tradito l’auspicio di essere il punto di riferimento della città metropolitana, grazie ad una programmazione volta sempre a
qualificare e diversificare l’offerta, cogliendo fermenti e sensibilità all’interno di una comunità sempre più ampia, dove la circolazione e la
fruizione della cultura sono utili soprattutto a costruire nuovi rapporti e muovere persone vive in una città viva.

Il cartellone degli appuntamenti per questa stagione presenta un livello di assoluta eccellenza, mescolando generi e suggestioni assai
diverse, ma soprattutto centra il suo obbiettivo più importante: strutturare, fra i turni del suo calendario multicolore, un percorso di
avvicinamento virtuoso fra cittadini, suggerendo occasioni continue di incontro e di confronto. Sarà un viaggio affascinante, in cui ogni
tappa vissuta fra le mura del Toniolo potrà fissare il segnaposto di un percorso più ampio, denso di spunti e riflessioni sulla realtà che ci
circonda e che il teatro non cessa di interpretare, mettendone spesso a nudo con precisione e efficacia le contraddizioni.

Desidero esprimere il mio grande ringraziamento a tutti i registi, attori, sceneggiatori, tecnici, musici e collaboratori, che si impegnano al
massimo di loro stessi per ottenere il miglior risultato, dietro e davanti le quinte.
“Io sono teatro”, il motto che qualifica le stagioni di questo straordinario luogo di spettacolo, sintetizza pienamente l’auspicio
dell’Amministrazione affinché il soggetto pieno e autentico di ogni idea o pratica di “cultura” sia ogni singolo cittadino, la sua voglia di
sentirsi protagonista, vivendo a fondo la sua città.
Il rilancio di Mestre e della sua Piazza passa anche attraverso il suo più importante teatro.

                                                                                                                                 Luigi Brugnaro
                                                                                                                              Sindaco di Venezia
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
9.10.11.12.13                 11.12                       8.9.10                           22.23.24.25.26                   22.23.24.25.26
                                               NOVEMBRE                      GENNAIO                     FEBBRAIO                         FEBBRAIO                         MARZO
                                               Turni A B C D E               Turni A B                   Turni A B C                      Turni A B C D E                  Turni A B C D E
                                               Giampiero Ingrassia           Silvio Orlando              Marco Baliani                    Alessandro Benvenuti             Umberto Orsini
                                               Giulia Ottonello              LACCI                       Lella Costa                      L’AVARO                          Massimo Popolizio
                                               CABARET                       di Domenico Starnone        HUMAN                            di Molière                       IL PREZZO
                                               di Joe Masteroff              regia Armando Pugliese      di Marco Baliani e Lella Costa   adattamento, ideazione spazio,   di Arthur Miller
                                               regia Saverio Marconi                                     regia Marco Baliani              costumi e regia Ugo Chiti        regia Massimo Popolizio
                                                                             20.21.22                    musiche originali Paolo Fresu
                                               22.23.24.25.26.27             GENNAIO                                                      8.9.10                           12.13
                                               NOVEMBRE                      Turni C D E                 12                               MARZO 2017                       APRILE
                                               Turni A B C D E               Giulia Michelini            FEBBRAIO                         Turni A B C                      Turni A B
                                               MOMIX                         Paola Minaccioni            Turno E                          Serra Yilmaz                     Rocco Papaleo
                                               OPUS CACTUS                   Caterina Guzzanti           Compagnia Corrado Abbati         LA BASTARDA                      Giovanni Esposito
                                               coreografia e regia           Giulia Bevilacqua           LA PRINCIPESSA                   DI ISTANBUL                      BUENA ONDA
                                               Moses Pendleton
                                               co-direttore artistico        DUE PARTITE                 SISSI                            dall’omonimo romanzo             di Valter Lupo, Valerio Vestoso,
                                                                             di Cristina Comencini       musical di Corrado Abbati        di Elif Shafak                   Rocco Papaleo, Giovanni Esposito
                                               Cynthia Quinn                 regia Paola Rota            musiche Alessandro Nidi          riduzione e regia                regia Valter Lupo
                                                                                                                                          Angelo Savelli
                                               7.8.9.10.11                   28.29                       17.18.19                                                          22.23
                                               DICEMBRE                                                                                   15.16.17.18                      APRILE

IO
                                                                             GENNAIO                     FEBBRAIO
                                               Turni A B C D E                                                                            MARZO                            Turni D E
                                                                             Turni D E                   Turni C D E
                                               Eugenio Allegri               Pino Micol                  Maria Amelia Monti               Turni A B C D                    Lucia Poli
                                               COME VI PIACE                 Vittorio Viviani            Paolo Calabresi                  Vittorio Sgarbi                  Milena Vukotic

SONO
                                               di William Shakespeare
                                                                             LA BOTTEGA                  NUDI E CRUDI                     CARAVAGGIO                       con Marilù Prati
                                               traduzione, adattamento
                                               e regia Leo Muscato           DEL CAFFÈ                   una storia di Alan Bennett       di Vittorio Sgarbi
                                                                                                                                          regia Angelo Generali            SORELLE MATERASSI
                                                                                                         regia Serena Sinigaglia                                           libero adattamento di Ugo Chiti
                                                                             di Carlo Goldoni                                                                              dal romanzo di Aldo Palazzeschi

TEATRO
                                               16.17.18                      regia Maurizio Scaparro                                                                       regia Geppy Gleijeses
                                               DICEMBRE                      musiche Nicola Piovani
                                               Turni C D E
                                               Compagnia Marionettistica     1.2
                                               Carlo Colla & Figli           FEBBRAIO
                                                                             Turni A B
STAGIONE DI PROSA DEL TEATRO TONIOLO 2016.17
                                               TURANDOT                      Massimo De Francovich
                                               adattamento per marionette
                                               e regia Eugenio Monti Colla   Maximilian Nisi
                                                                             MISTER GREEN
                                                                             di Jeff Baron
                                                                             regia Piergiorgio Piccoli
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
9.10.11.12.13                                 Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello
NOVEMBRE 2016

12 NOVEMBRE
                                              CABARET                                                                                                                      Compagnia della Rancia
ore 15.00
replica straordinaria
fuori abbonamento                             Il titolo è famosissimo nel mondo grazie all’omonimo film del 1972 che consacrò Liza Minnelli a star e icona                 di Joe Masteroff
                                              del film musicale, ma lo spettacolo originale - tratto da una commedia musicale di John van Druten (a sua volta              basato sulla commedia di John van Druten
                                              ispirata da un romanzo di Isherwood) - debuttò a Broadway qualche anno prima, nel novembre 1966, quando fu                   e sui racconti di Christopher Isherwood
                                              rappresentato per la prima volta al Broadhurst Theatre dove rimase in scena per 1166 repliche.                               musiche John Kander
                                                                                                                                                                           liriche Fred Ebb
Turni A B C D E
                                              Nella Berlino dei primi anni Trenta, durante la Repubblica di Weimar, il giovane romanziere americano Cliff è in             regia Saverio Marconi
                                              cerca di ispirazione. Nel trasgressivo Kit Kat Klub, incontra Sally Bowles (Giulia Ottonello, vincitrice nel 2003 di
                                              Amici grazie alla sua potente voce) e tra i due inizia una relazione tempestosa. Sullo sfondo dell’avvento del               con Mauro Simone, Altea Russo,
                                              nazismo, si intrecciano le storie degli altri personaggi ma neanche l’ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie             Michele Renzullo, Valentina Gullace,
                                              del Kit Kat Klub (Giampiero Ingrassia) riuscirà a far dimenticare al pubblico che sulla Germania, e sulle loro vite, sta     Alessandro Di Giulio, Ilaria Suss,

2 ore e 10 minuti                             per abbattersi la furia hitleriana.                                                                                          Nadia Scherani, Marta Belloni,
compreso l’intervallo                                                                                                                                                      Andrea Verzicco, Gianluca Pilla
                                              “Se per tre volte ho deciso di mettere in scena Cabaret, è perché in tre periodi differenti della mia vita ho sentito
                                              la necessità di guardare (e far guardare) oltre il sipario del Kit Kat Klub. Uno spettacolo che questa volta ho messo        scene Gabriele Moreschi
                                              in scena “come voglio io”, con una nuova e profonda sincerità nell’affrontarlo. Una lettura più dura, con alcuni             costumi Carla Accoramboni
                                              momenti di teatro nel teatro, molto più attuale, che costringerà gli spettatori a mettersi di fronte alla tendenza di        coreografie Gillian Bruce
                                              oggi a lamentarsi senza però mai reagire per cambiare davvero. Ho pensato e firmato a quattro mani con Gabriele              disegno luci Valerio Tiberi
                                              Moreschi una scenografia che “abbraccia” il palcoscenico, una pedana, un vecchio sipario, le tavole consumate e              disegno fonico Enrico Porcelli
                                              intrise di memoria: è così che ogni sera si rievoca un periodo storico, attraverso quella musica, quelle storie che
                                              – come in un girotondo schnitzleriano – continuano ancora oggi il loro racconto. Insieme a un cast straordinario,
                                              raccontano di un’indifferenza colma di paure ed egoismo, con la speranza che, al prossimo giro, per una volta vinca
                                              il coraggio di affrontare la realtà. A 25 anni dal nostro debutto sulla scena teatrale, il mondo, fuori e dentro i teatri,
                                              è cambiato. Ma c’è una cosa che non è cambiata e credo che questo sia un tema che non muore mai: l’indifferenza
                                              della gente che non si occupa (o preoccupa) di quello che gli succede intorno se non ne viene toccata direttamente.

                        ph Giulia Marangoni
                                              Allora nacque il nazismo, oggi cosa nascerà?”
                                                                                                                                                        Saverio Marconi

                                                                                                                                                                                                                      5
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
23.24.25.26.27                                Momix
NOVEMBRE 2016

22 NOVEMBRE
                                              OPUS CACTUS
ore 21.00
Turno Danza
                                              Graditissimo ritono sulle scene del Toniolo dei pirotecnici Momix, la nota compagnia americana che da tante              di Moses Pendleton
26 NOVEMBRE                                   stagioni ha eletto Mestre a piazza apripista delle sue più fortunate e memorabili tournée internazionali.                assistito da Kori Darling, Brian Sanders,
ore 15.00                                     Dopo W Momix forever, lo spettacolo sold out per sette repliche consecutive dell’anno scorso, Moses Pendleton            Craig Berman, Amphaymany Keohavong,

replica straordinaria                         presenta Opus Cactus. L’opera-gioiello già celebrata in tutto il mondo nel 2001 è riproposta a distanza di quindici      Nicole Loizides, Jane’l Caropolo,

fuori abbonamento                             anni dal suo debutto in un look rinnovato e con un inedito omaggio a Shakespeare.                                        Kara Oculato, Brian Simerson,
                                                                                                                                                                       Michael Holdsworth and the Ballet Arizona
                                              Nato da una breve pièce commissionata a Pendleton dall’Arizona Ballet di Phoenix, lo spettacolo si è arricchito, via
                                              via, di nuovi quadri fino a diventare un balletto a sé stante. L’opera racconta il deserto dell’Arizona, entrato ormai   co-direttore artistico Cynthia Quinn
                                              nell’immaginario collettivo come scenario di innumerevoli film e spot televisivi.                                        luci Joshua Starbuck
Turni A B C D E                               Grazie ai costumi di Phoebe Katzin i ballerini si trasformano in creature del deserto: lucertole, scorpioni, rettili     Moses Pendleton in collaborazione con
                                              striscianti e in variopinte specie di flora e fauna. Gli effetti di luce, creati da Joshua Starbuck, suggeriscono le     John Finen III
                                              immagini di un deserto arroventato durante il giorno, misterioso e immobile la notte, di albe poetiche e inquietanti     disegno del pupazzo Michael Curry
                                              tramonti. I dieci ballerini-ginnasti sfidano continuamente le leggi di gravità volando, saltando, rimbalzando su alti    scultura Alan Boeding
                                              pali, roteando intorno a una struttura metallica che sembra dapprima disarticolarsi per poi ricomporsi, attraversano     costumi Phoebe Katzin
                                              la scena come fulmini su minuscoli skateboard, compiono un rituale iniziatico per mezzo del fuoco, e altro ancora,       coreografia della danza del fuoco
                                              sempre ai limiti della fisicità. L’accompagnamento musicale, a cui la compagnia riserva tradizionalmente grande          Brian Sanders
                                              attenzione, spazia da Bach a Brian Eno, dagli immancabili Dead can Dance, da danze tribali degli Indiani d’America
                                              ad altri brani originari di zone desertiche come quella degli aborigeni australiani.

                        ph Max Pucciariello
                                                                                                                                                                                                                   7
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
7.8.9.10.11                               Eugenio Allegri                                                                                                              Teatro Stabile di Torino
DICEMBRE 2016                                                                                                                                                          Teatro Nazionale
                                          COME VI PIACE                                                                                                                in collaborazione con
                                                                                                                                                                       l’Estate Teatrale Veronese
Turni A B C D E
                                          Leo Muscato, affermato regista di prosa e lirica, dirige tra gli altri Eugenio Allegri e Michele Di Mauro in questa          di William Shakespeare
                                          commedia scritta da Shakespeare nel 1599. Opera tra le più leggiadre e spensierate, Come vi piace disegna la                 traduzione e adattamento Leo Muscato
                                          contrapposizione tra il mondo infetto della corte e dei suoi intrighi con quello puro e semplice della foresta che           regia Leo Muscato
                                          scioglie gli istinti malvagi.
                                                                                                                                                                       con (in ordine alfabetico)
                                          L’inizio dell’opera sembra preludere il dramma. Due fratelli si picchiano a sangue per questioni di soldi ed eredità;        Eugenio Allegri, Matteo Baiardi,
                                          uno inizia anche a tramare la morte dell’altro. Il Duca, da tutti benvoluto, viene spodestato e messo al bando               Giulio Baraldi, Dario Buccino,
                                          dal fratello tiranno e usurpatore. Il nuovo Duca è un tipo diffidente e sospettoso; vede nemici ovunque, anche in            Vittorio Camarota, Michele Di Mauro,
                                          famiglia. Ha instaurato un totalitarismo che soffoca ogni libertà; un regime in cui dominano diffidenza, intrigo,            Marco Gobetti, Mariangela Granelli,
                                          paura. L’unica speranza di salvezza è la fuga. Premesse da “commedia nera”, non fosse che improvvisamente,                   Daniele Marmi, Silvia Giulia Mendola,
                                          l’azione prende una piega completamente diversa, perché chi fugge, approda nella Foresta di Arden. Arden è un                Laura Pozone, Beatrice Vecchione
                                          luogo leggendario, uno spazio extramondano. Un luogo fatto a immagine e somiglianza della propria, singolare,
                                          idea di felicità. Ogni cosa appare possibile dentro la Foresta; tutto è arbitrio, la contraddizione è armonia. Dietro        scene Federica Parolini
                                          l’apparente spensieratezza, e la platonica evanescenza del sogno, As You Like It è anche una commedia politica.              costumi Vera Pierantoni Giua
                                          Due mondi opposti, si specchiano, l’uno nell’altro: quello del potere, del Ducato, dove un uomo può esercitare               luci Alessandro Verazzi
                                          un’arbitraria violenza sugli altri uomini, solo per trarne un proprio beneficio; quello apparentemente paradisiaco           musiche originali Dario Buccino
                                          e ideale della Arden terra d’approdo, dove altri uomini esercitano uno sfruttamento incondizionato delle risorse             consulenza sonora Gup Alcaro
                                          naturali. E Shakespeare, attivista della causa ambientalista ante litteram, fa dire a Jaques: «Cacciando gli animali,        assistente alla regia Alessandra De Angelis
                                          voi esercitate gli stessi soprusi e provocate danni maggiori di quelli causati dal vostro malvagio fratello che vi ha        assistente scenografa Eleonora De Leo
                                          spodestato con la forza». In Come vi piace si trovano condensati, inoltre, fra i più bei personaggi di tutto il repertorio
                                          shakespeariano. A cominciare dalla coraggiosa, energica, innamorata e spiritosa Rosalind, l’unico personaggio
                                          femminile dell’intera opera del Bardo, che possa dirsi veramente protagonista. Il fool più esilarante da lui mai
                                          concepito. E poi c’è Jaques... il malinconico, il misantropo, l’enigmatico Jaques: Amleto suo malgrado. Jaques che
                                          nell’inglese dell’epoca, si pronuncia quasi Sciex, e che fa pensare che l’autore abbia voluto mettersi in scena e dire

                  ph Alfredo Tabocchini
                                          lui, prima che i suoi personaggi... Tutto il mondo è un palcoscenico; e tutti, uomini e donne, sono soltanto attori che,
                                          con le loro entrate e loro uscite, recitano diverse parti in questo dramma in sette atti che è la vita.
                                                                                                                                                      Leo Muscato
                                                                                                                                                                                                                     9
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
16.17.18                Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli                                                                               Associazione
DICEMBRE 2016                                                                                                                                       Grupporiani - Milano
                        TURANDOT                                                                                                                    Next laboratorio delle idee, un
                                                                                                                                                    progetto della Regione Lombardia
Turni C D E
                        La Compagnia Carlo Colla & Figli è tra le più grandi e antiche compagnie di marionette esistenti al mondo.                  adattamento per marionette
                        Fondata nel 1835, la compagnia, di orgine milanese, è espressione della felice unione di squisita abilità artigianale       di Eugenio Monti Colla
                        e straordinario talento che contraddistinguono il nostro patrimonio storico e artistico nazionale.                          regia Eugenio Monti Colla
                        Dalle operazioni di allestimento, di adattamento e vestizione delle marionette, fino agli arrangiamenti musicali e al       da un’idea dell’Associazione Lilopera
                        doppiaggio delle voci, tutto è curato nel segno di una tradizione che non tralascia di rinnovarsi.                          in due tempi e cinque quadri
1 ora e 50 minuti       Punto di partenza del nuovo allestimento è stata la scoperta dei figurini originali disegnati da Umberto Brunelleschi       dall’omonimo dramma lirico
compreso l’intervallo   per la prima edizione di Turandot nel 1926, depositati presso l’Archivio Ricordi ma mai realizzati. Ed è proprio            libretto Giuseppe Adami e Renato Simoni
                        partendo da questi bellissimi disegni che la Compagnia ha cominciato il suo lavoro: se era impossibile realizzare           dall’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi
                        costumi così ricchi per gli umani, forse per le marionette l’impresa si poteva tentare. Sono stati realizzati circa         duetto e scena finale completati
                        cento costumi, di cui quattro sono le diverse versioni di Turandot. Per ogni nuovo vestito, è stata scolpita una nuova      da Franco Alfano
                        marionetta e dipinte cinque scene, con attrezzeria e oggetti. Per questa edizione non ci saranno parti parlate a fare       musica Giacomo Puccini
                        da raccordo nel racconto. Alla musica è stata infatti interamente affidata la comprensione della famosa storia della
                        crudele principessa che si nega all’amore. Sul palcoscenico risuoneranno le voci di Maria Callas, Eugenio Fernandi,         marionettisti: Eugenio Monti Colla, Franco
                        Elisabeth Schwarzkopf dirette da Tullio Serafin nella storica edizione del 1958.                                            Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella,
                                                                                                                                                    Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di
                        “Il teatro delle marionette all’apparire del mondo post-romantico e delle problematiche drammaturgiche ad esso              Marco, Tiziano Marcolegio, Sheila Perego,
                        collegate, si era rispettosamente fermato. Temi troppo importanti e sofferti per le teste di legno e il loro esprimersi     Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
                        un poco meccanico e ripetitivo. Così il mondo pucciniano era sempre stato preservato da ogni incursione. Ma come
                        resistere al prorompente fascino e alle innumerevoli difficoltà di Turandot? Al di là di ogni tentazione, c’è comunque      consulenza musicale Danilo Lorenzini
                        un clima di fiaba, con la sua buona dose di crudeltà e di morte, c’è un grande disperato amore non ricambiato               costumi Eugenio Monti Colla e Cecilia Di
                        che impone il sacrificio di sé, ci sono un Principe chiuso nel cieco egoismo della sua passione e una Principessa           Marco, realizzati dalla sartoria dell’Asso-
                        altera che si nega alla gioia dell’amore. Soprattutto c’è una musica fatta di luci e ombre, ossessiva, ricca di colori,     ciazione Grupporiani e ispirati ai figurini
                        struggente e densa di mistero.                                                                                              originali di Umberto Brunelleschi
                        Come resistere al desiderio, seppur presuntuoso, di vedere quanto di tutto questo il mondo delle marionette possa           sculture Franco Citterio e Paolo Sette
                        riportare sulla scena con rispetto e fede entusiastica?”                                                                    maschere Debora Coviello, Fabrizio Palla e
                                                                                                                              Carlo Colla & Figli   Giovanni Schiavolin
                                                                                                                                                    scene e luci Franco Citterio
                                                                                                                                                    direzione tecnica Tiziano Marcolegio        11
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
11.12 GENNAIO 2017                                                                                         Silvio Orlando

                                                                                                           LACCI                                                                                                                 Cardellino srl
Turni A B

                                                                                                           «Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie.»                                       di Domenico Starnone
                                                                                                           Si apre così la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta     tratto dal romanzo Lacci
                                                                                                           di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per   di Domenico Starnone
                                                                                                           desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a    edito da Einaudi
1 ora e 40 minuti                                                                                          carico è diventato un segno di arretratezza piú che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato      regia Armando Pugliese
compreso l’intervallo                                                                                      della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare
                                                                                                           l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci   con (in ordine alfabetico) Roberto Nobile,
                                                                                                           in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è piú radicale          Sergio Romano, Maria Laura Rondanini,
                                                                                                           dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre.              Vanessa Scalera, e con Giacomo de Cataldo
                                                                                                           E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.
                                                                                                           Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto magistrale di una fuga, di un ritorno,   scene Roberto Crea
                                                                                                           di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.       costumi Silvia Polidori
                                                                                                           «Abbiamo imparato entrambi che per vivere insieme dobbiamo dirci molto meno di quanto ci nascondiamo.»                musiche Stefano Mainetti

                        ph Stefano Guindani - tratta dal libro “Sguardi d’Attore. I volti di Rai Cinema”
                                                                                                                                                                                                                                 luci Gaetano La Mela

                                                                                                                                                                                                                                                                         13
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
20.21.22            Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Giulia Bevilacqua
GENNAIO 2017
                    DUE PARTITE                                                                                                                Artisti Riuniti

Turni C D E
                    “Anni Sessanta, quattro donne giocano a carte in una casa. Ogni giovedì, da molti anni, si riuniscono per fare una         di Cristina Comencini
                    partita, chiacchierare, passare il pomeriggio. Portano con sé le loro bambine che giocano nella stanza accanto.            regia Paola Rota
                    Nessuna di loro lavora: fanno le madri, le mogli, si conoscono da molto tempo. Una di loro è incinta del primo
                    bambino. Durante tutto il primo atto emergono storie e dettagli di esistenze parallele, che si intrecciano con
                    toni sentimentali e comici, sullo sfondo delle tematiche esistenziali e sociali degli anni ’60. La prima parte dello
1 ora e 40 minuti   spettacolo, dominata dal tema della maternità, si conclude con la nascita di una nuova creatura.
                    Nel secondo atto, a distanza di 45 anni, quattro donne vestite di scuro arrivano alla spicciolata in un’altra casa, per
                    partecipare ad un funerale. Capiamo che sono quelle bambine che nel primo atto giocavano nella stanza accanto.
                    A poco a poco le colleghiamo una dopo l’altra alle madri. Qualche volta per rassomiglianza, qualche volta per
                    assoluto contrasto. A differenza di loro lavorano tutte, sono più consapevoli, ma anche tanto stanche. Quasi due
                    epoche allo specchio, due modi diversi di essere donne, alla ricerca di differenze e similitudini, nel tentativo di
                    definire, oggi come ieri, la stessa identità femminile. Qualcosa che continua a sfuggire, così indefinibile da essere
                    perennemente a rischio; una sorta di cosmica energia, di tenace follia, che non intende farsi disarmare, e che
                    risorge sempre, inarrestabile, per assicurare nuova linfa vitale.”
                                                                                                                          Cristina Comencini

                    “La commedia lavora su diversi livelli, è un meccanismo perfetto che alterna momenti di comicità a momenti
                    di vera e propria commozione, ma quello che più mi colpisce è un altro aspetto, fondamentale a teatro, che è
                    quello fantastico, fantasmatico. Le protagoniste di questa storia sono donne che si proiettano madri, madri che
                    immaginano come saranno le loro figlie, figlie che hanno assunto, mangiato e digerito le proprie madri per farsi
                    donne autonome, diverse, opposte, e sorprendentemente vicine. Queste bambine che non vediamo mai e il loro
                    perenne struggimento della crescita sono l’anima di questa commedia.”
                                                                                                                             Paola Rota

                                                                                                                                                                       15
IO SONO TONIOLO TEATRO TONIOLO MESTRE STAGIONE 2016.17 - Verona 83
28.29 GENNAIO 2017                           Pino Micol, Vittorio Viviani

                                             LA BOTTEGA DEL CAFFÈ                                                                                                       Fondazione Teatro
                                                                                                                                                                        della Toscana
Turni D E

                                             Firenze, Napoli, Venezia e il suo Carnevale. Su questa direttrice di ricerca artistica Maurizio Scaparro costruisce La     di Carlo Goldoni
                                             bottega del caffè con Pino Micol e Vittorio Viviani, il suo ultimo lavoro su Carlo Goldoni.                                regia Maurizio Scaparro
                                             Datata 1750, La bottega del caffè, commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, è scritta in lingua
                                             toscana: Goldoni all’epoca desidera la massima diffusione delle sue opere e il veneziano, e di lì a poco Venezia,          con Manuele Morgese, Ruben Rigillo,
2 ore e 15 minuti                            gli iniziano a star stretti. Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani di una commedia dei sentimenti e             Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli,
compreso l’intervallo                        dell’agire degli esseri umani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica, impreziosito dalle musiche      Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
                                             originali del premio Oscar Nicola Piovani, le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli, vincitore dell’International Opera
                                             Awards 2014 per la scenografia.                                                                                            musiche Nicola Piovani
                                                                                                                                                                        eseguite da Lisa Green, violinista
                                             L’azione si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale, per concludersi quando scende la notte. Il       scene e costumi Lorenzo Cutùli
                                             caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo         luci Maurizio Fabretti
                                             frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto perdite ingenti giocando a carte con
                                             Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile. La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere
                                             il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio, Placida, che, travestita da pellegrina,
                                             ignora la nuova identità assunta dal marito ed è esposta alle insidie tessute da Don Marzio. Quest’ultimo è un
                                             nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle
                                             due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio.

                                             “Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè, il primo credo sia il piacere e il
                                             desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime
                                             luci dell’alba a quando scende la notte. Perché qui Goldoni, che scrive la commedia in lingua italiana, sembra
                                             prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visone “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua
                                             Bottega del caffè una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di
                                             una progressiva mercificazione della città, delle sue bellezze e dei suoi carnevali.”

                        ph Filippo Manzini
                                                                                                                                                 Maurizio Scaparro

                                                                                                                                                                                                                   17
1.2 FEBBRAIO 2017                        Massimo De Francovich, Maximilian Nisi

                                         MISTER GREEN                                                                                                                Theama Teatro
Turni A B

                                         Il testo, andato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo, si presta alla riflessione e all’analisi psicologica e vive   di Jeff Baron
                                         del dialogo, insieme comico e commovente, fra due generazioni lontanissime.                                                 traduzione Michela Zaccaria
                                         Mister Green ci parla di amicizia, di famiglia, di perdono e riconciliazione.                                               regia Piergiorgio Piccoli
                                         Commedia tra le più rappresentate al mondo negli ultimi vent’anni, è stata messa in scena in quasi 500 versioni
2 ore                                    teatrali in 45 paesi e in 24 lingue. I molti premi che ha ricevuto comprendono i riconoscimenti come “Migliore              scene e costumi Theama Teatro
più intervallo                           commedia” in Germania, Israele, Messico, Grecia, Uruguay e Turchia, oltre al premio “Kulturpreis Europe”.                   responsabile tecnico Claudio Scuccato
                                                                                                                                                                     musiche originali Stefano De Meo
                                         Mr. Green, un vecchio proprietario di lavanderia in pensione, camminando nel traffico dell’Upper West Side di New
                                         York, viene investito da un’automobile. Il conducente della vettura è Ross Gardiner, un giovane uomo impiegato
                                         in una multinazionale, il quale viene accusato di guida pericolosa e condannato dalla giustizia ad assistere Mr.
                                         Green una volta alla settimana per sei mesi. L’anziano signore abita in un appartamentino al quarto piano senza
                                         ascensore e ha bisogno di aiuto per le spese e il resto. Ha sempre mantenuto le tradizioni religiose della sua
                                         famiglia, ma si è trovato tristemente solo alla morte della moglie. La commedia, scandita in scene con ritmo
                                         cinematografico, segue dall’inizio queste visite settimanali. All’iniziale diffidenza e conflittualità reciproca, il
                                         rapporto fra i personaggi si sviluppa e i due imparano a conoscersi, diventano indispensabili l’uno all’altro, in un
                                         continuo gioco in bilico fra confessioni e reticenze.

                    ph Nicola Zanettin
                                                                                                                                                                                                             19
8.9.10                                   Marco Baliani, Lella Costa                                                                                                      Sardegna Teatro
FEBBRAIO 2017
                                         HUMAN                                                                                                                           Mismaonda srl
                                                                                                                                                                         Marche Teatro

Turni A B C
                                         «D’armi io canto e dell’eroe che, primo, dalle coste di Troia venne all’Italia, profugo per suo destino.»                       di Marco Baliani e Lella Costa
                                         “La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di          collaborazione alla drammaturgia
                                         profughi. Marco Baliani è partito dal mito per interrogarsi e interrogarci sul senso profondo del migrare. Poi l’incontro       di Ilenia Carrone
                                         con Lella Costa e la reminescenza di un altro mito, ancora più folgorante nella sua valenza simbolica e profetica: Ero          regia Marco Baliani
                                         e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto. Prende avvio così HUMAN, dal tema delle
1 ora e 40 minuti                        migrazioni e dalla volontà di raccontarne l’”odissea ribaltata”. Ma nel suo farsi vira, incalzato dagli eventi: al centro si    con David Marzi, Noemi Medas,
senza intervallo                         pone lo spaesamento comune, quell’andare incerto di tutti quanti gli human beings in questo tempo fuori squadra.                Elisa Pistis, Luigi Pusceddu
                                         Il titolo lo abbiamo trovato, la parola HUMAN sbarrata da una linea nera che l’attraversa, come a significare la presenza
                                         dell’umano e al tempo stesso la sua possibile negazione. Umano è il corpo nella sua integrità fisica e psichica, nella          musiche originali Paolo Fresu
                                         sua individualità. Quando questa integrità viene soppressa, o annullata con la violenza, si precipita nel disumano.             con Gianluca Petrella
                                         Umani sono i sentimenti, le emozioni, le idee, le relazioni, i diritti. Li abbiamo sognati eterni e universali: dobbiamo
                                         prendere atto - con dolore, con smarrimento - che non lo sono. La storia del nostro Novecento e ancora le vicende di            scene e costumi Antonio Marras
                                         questo primo millennio ci dicono che le intolleranze e le persecuzioni, individuali o di massa, nei confronti degli inermi      scenografo associato Marco Velli
                                         e degli innocenti, continuano a perpetrarsi senza sosta.                                                                        costumista associato Gianluca Sbicca
                                         Con la nostra ricerca teatrale vorremmo insinuarci in quella soglia in cui l’essere umano perde la sua connotazione             disegno luci di Loïc Francois Hamelin
                                         universale, utilizzare le forme teatrali per indagare quanto sta accadendo in questi ultimi anni, sotto i nostri occhi, nella   e Tommaso Contu
                                         nostra Europa, intesa non solo come entità geografica, ma come sistema “occidentale” di valori e di idee: i muri che si         assistenti alla produzione Agnese Fois
                                         alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentati che sconvolgono le città, i profughi che cercano rifugio.                 e Leonardo Tomasi
                                         Ma se ci fermassimo qui sarebbe un altro esempio di cosiddetto teatro civile, e questo non ci basta: non vogliamo che
                                         lo spettatore se ne vada solo più consapevole e virtuosamente indignato o commosso. Vogliamo spiazzarlo, inquietarlo,
                                         turbarlo, assediarlo di domande. E insieme incantarlo e divertirlo, ché è il nostro mestiere. Perché forse solo il teatro sa
                                         toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia.”

                                                                                                                                         Marco Baliani e Lella Costa

                    ph Alessandro Cani
                                                                                                                                                                                                                  21
12 FEBBRAIO 2017   Compagnia Corrado Abbati

                   LA PRINCIPESSA SISSI                                                                                                          Produzione InScena
Turno E

                   La vicenda di Elisabetta detta Sissi che a soli sedici anni va in sposa all’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe,          musical di Corrado Abbati
                   ha tutti i caratteri della favola a lieto fine, pur essendo un fatto storico documentato. Sissi è diventata uno dei           musiche Alessandro Nidi
                   personaggi ancora oggi più famosi e amati; attorno alla sua figura è nata una leggenda romantica che si è
                   concretizzata in un grande seguito popolare. A rinverdire il fascino di Sissi torna in teatro la sua storia, quella           NUOVA PRODUZIONE
                   stessa che ha ispirato i celebri film interpretati da Romy Schneider. Il nuovo spettacolo teatrale torna sullo stesso         IN ESCLUSIVA NAZIONALE
                   soggetto attualizzandone l’immagine, i ritmi della sceneggiatura, ma non il contenuto. Del resto, l’ambientazione,
                   lo sfarzo, gli amori e gli intrighi della vicenda, diventano sede ideale per un moderno spettacolo dove grandi quadri
                   d’insieme, balli di corte e atmosfere da “capodanno a Vienna” si svolgono davanti a noi come una pellicola ricca
                   di musica, di danza, di buonumore, che va ben oltre il sapore edulcorato della fiaba. Ne esce infatti una grande e
                   fastosa rappresentazione della società imperiale grazie anche alla nuova messa in scena che è frutto di un notevole
                   sforzo produttivo. D’altra parte lo sfarzo dei costumi, l’eleganza delle scene e la cura dei particolari è sempre stata
                   una nota distintiva della Compagnia diretta da Corrado Abbati.
                   Sissi è ancora oggi uno spettacolo in cui storia, mito e sentimento si fondono in un unico e grande affresco adatto a
                   un pubblico di ogni età perché tutti, ancora oggi, vogliamo sognare, divertirci e commuoverci.

                   Max, duca in Baviera, ha due giovani figlie: Elena, detta Nenè, ed Elisabetta, detta Sissi. La prima viene designata
                   dalla zia Sofia, madre del giovane imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, a diventare la sposa di quest’ultimo.
                   Francesco Giuseppe però non è troppo entusiasta degli armeggi materni e non vuole dare il proprio consenso ad
                   occhi chiusi. Sofia organizza un incontro fra Nenè e Francesco Giuseppe in una isolata località di villeggiatura dove
                   però il giovane imperatore è colpito dalla grazia e dalla bellezza di Sissi, di cui ignora la vera identità e le dichiara
                   il suo amore. Quando Sissi viene a sapere che il viaggio intrapreso era pianificato perché Nenè si fidanzasse con
                   Francesco Giuseppe, non esita e rinuncia a quello che è il suo vero amore, per non intralciare la gioia della sorella.
                   Ma, durante la grande festa nel corso della quale Francesco Giuseppe dovrà annunciare, secondo l’attesa di tutti, il
                   proprio fidanzamento con Nenè, ha luogo la grande sorpresa: l’imperatore dichiara il suo amore a Sissi. Alcuni mesi
                   di turbamento sono risolti dall’avvenuto fidanzamento di Nenè con un altro bel principe; cosicché Sissi, finalmente
                   tranquilla, potrà intraprendere un viaggio trionfale sul Danubio verso il suo sposo, che l’attende per condurla all’altare.

                                                                                                                                                                             23
17.18.19                               Maria Amelia Monti, Paolo Calabresi
FEBBRAIO 2017
                                       NUDI E CRUDI                                                                                                                 a.ArtistiAssociati

Turni C D E
                                       Che succederebbe se, tornando a casa dopo una serata a teatro, trovaste il vostro appartamento completamente                 una storia di Alan Bennett
                                       vuoto, svaligiato da ladri che non hanno lasciato né un interruttore, né un rubinetto, né la moquette sul pavimento?         tradotta e adattata per la scena
                                       Ai signori Ransome - due impeccabili coniugi inglesi - capita proprio questo e la loro vita tranquilla e ripetitiva viene    da Edoardo Erba
                                       completamente sconvolta. Però la reazione dei due è diversa: lui si incupisce e si arrabbia sempre più, lei prova un         regia Serena Sinigaglia
                                       senso di sollievo e quasi di liberazione. E mentre il gioco dei caratteri, esasperato da visite inattese, diventa sempre
1 ora e 10 minuti                      più esilarante, il mistero del furto trova un’imprevista soluzione.                                                          con Nicola Sorrenti
più intervallo                         Tratta dal romanzo di successo di Alan Bennett Nudi e crudi è una commedia spumeggiante, piena di umorismo
                                       e ironia che sa fare un ritratto impietoso e indimenticabile della vita di una coppia di mezza età. Magistralmente           aiuto regia Annagaia Marchioro
                                       scritta per il teatro da Edoardo Erba, superbamente interpretata da Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi con Nicola          scene Maria Spazzi
                                       Sorrenti e diretta con estro da Serena Sinigaglia, Nudi e crudi diverte senza ricalcare vecchi schemi e rivela più di        costumi Erika Carretta
                                       ogni altra opera il genio comico di Alan Bennett.                                                                            colonna sonora Sandra Zoccolàn
                                                                                                                                                                    luci Alessandro Verazzi
                                       “Mr e Mrs Ransome sono due archetipi. Un uomo e una donna, un marito e una moglie, una coppia, tipicamente
                                       inglese, protestante e conservatrice. Le loro certezze sono le abitudini costruite nel tempo di una vita condivisa.
                                       Gli stessi riti, gli stessi meccanismi, la stessa ossessiva cura per l’ordine e la quiete, ogni giorno finché “morte non
                                       ci separi”. Cosa può accadere se di colpo i Ransome si ritrovano “nudi e crudi”? Se all’improvviso la situazione
                                       in cui precipitano sovverte l’ordine delle cose e li costringe a cambiare i riti tanto cari? Ce la faranno? Sapranno
                                       adattarsi? Soccomberanno? Sembra lo scherzo di un Dio cinico e beffardo che si diverte a mostrarci quanto le vite
                                       che con ostinazione e impegno ci costruiamo siano solo dei teatrini per sopravvivere al caos, narrazioni piuttosto
                                       irrisorie di una realtà ben più complessa e di impulsi ben più libertari che semplicemente non sappiamo gestire e
                                       allora reprimiamo. Forse se riuscissimo a convivere con il nostro lato dionisiaco, se avessimo forza e coraggio per
                                       sostenere con garbo la libertà di cui in teoria siamo dotati, forse riusciremmo ad essere veramente più vicini a ciò
                                       che siamo. Qui sta il punto, a mio parere, qui Bennett diventa universale e parla a tutti noi, nessuno escluso. La vita
                                       è tutta nel cambiamento, nel movimento imprevisto, in quella vertigine che ti dà il vuoto.”
                                                                                                                                                Serena Sinigaglia

                    ph Marina Alessi
                                                                                                                                                                                                       25
22.23.24.25.26                          Alessandro Benvenuti                                                                                                              Arca Azzurra Teatro
FEBBRAIO 2017
                                        L’AVARO
                                                                                                                                                                          Ministero per i Beni e le Attività
                                                                                                                                                                          Culturali - Regione Toscana -
                                                                                                                                                                          Comune di San Casciano Val di Pesa
Turni A B C D E
                                        Amaro e irresistibilmente comico, L’Avaro di Molière è un’opera di bruciante modernità che riesce a essere un classico            di Molière
                                        immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni.                adattamento, ideazione spazio, costumi
                                        Con questo lavoro Ugo Chiti riprende il ricco filone di riscritture di classici e innesta la vicenda nel linguaggio, forte,       e regia Ugo Chiti
                                        crudo, e a volte comicissimo, che gli è proprio, scavando nelle psicologie dei personaggi attraverso una fedele
                                        corrispondenza dell’uso della parola teatrale con il procedere della messinscena, grazie all’intimo lavoro condotto               con
2 ore e 15 minuti                       con gli attori. E anche nel caso di questo Avaro molieriano, pur seguendo con assoluto rispetto la vicenda, i tempi e             Giuliana Colzi, Andrea Costagli,
compreso l’intervallo                   la lettera del grande classico, il testo si plasma e si radica nel corpo degli attori che del lavoro con il loro dramaturg        Dimitri Frosali, Massimo Salvianti,
                                        fanno ancora la principale e la più intensa delle loro esperienze.                                                                Lucia Socci, Paolo Ciotti,
                                        “L’adattamento guarda L’Avaro occhieggiando a Balzac senza dimenticare la commedia dell’arte intrecciando le trame                Gabriele Giaffreda, Desirée Noferini
                                        amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux. Contaminazioni a parte, Arpagone resta personaggio centrale assoluto,
                                        mantenendo quelle caratteristiche che da sempre hanno determinato la sua fortuna teatrale, si accentuano alcune                   ricerca e realizzazione costumi
                                        implicazioni psicologiche, si allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che sono anche rimandi al               Giuliana Colzi
                                        contemporaneo. La “parola” è usata in maniera diretta, spogliata di ogni parvenza aggraziata, vista in funzione di una            luci Marco Messeri
                                        ritmica tesa ad evidenziare l’aggressività come la “ferocia” più sotterranea della vicenda. Altra scelta della riscrittura        musiche Vanni Cassori
                                        è stata quella di ridisegnare alcuni passaggi del testo ritenuti da sempre “deboli o frettolosamente liquidatori”; vedi,
                                        per esempio, il piano per ingannare Arpagone, che solo annunciato da Frosina all’inizio del quarto atto nell’originale,
                                        diviene in questo caso un’occasione drammaturgica per accentuare il livore risentito e la spinta illusoria dei figli Elisa
                                        e Cleante. Con eguale libertà drammaturgica, l’improvviso e precipitato scioglimento finale, accentua una valenza
                                        fiabesca suggerendola fino dalla prima scena (Valerio - Elisa) per poi utilizzarla come un “rilancio” finale di Arpagone
                                        che si riprende appieno la scena ribadendo così la peculiarità di personaggio senza antagonisti, consumandosi in un
                                        assolo delirante perfettamente speculare al prologo-monologo che dà l’avvio allo spettacolo.
                                        La scena è un interno che potrebbe suggerire un magazzino polveroso dove si mimetizzano ricchezze, accumuli
                                        nascosti in vecchie casse nude, niente grazia, civetterie di arredi, sedute riconoscibili, comode. Un luogo dove si
                                        avverte l’ossessione del risparmio quasi come una sottrazione di vita. Come sempre, nei miei adattamenti da un
                                        classico, i costumi rifuggono una scelta filologica, sono più usati come suggerimento di caratteri, allusioni cromatiche,
                                        indicazioni di “travestimenti” interiori dei personaggi. I costumi come la scena, nascono durante la scrittura, diventano

                        ph Botticelli
                                        una specie di sostegno drammaturgico che aiuta la definizione e la messa a fuoco di ogni parte del testo.”
                                                                                                                                                              Ugo Chiti                                            27
8.9.10                                  Serra Yilmaz
MARZO 2017
                                        LA BASTARDA DI ISTANBUL                                                                                                     Pupi e Fresedde
                                                                                                                                                                    Teatro di Rifredi

Turni A B C
                                        La magnetica attrice Serra Yilmaz ci accompagna ancora una volta in Turchia per aiutarci a comprendere una società          dall’omonimo romanzo di Elif Shafak
                                        in bilico tra il perdurante fascino di una cultura millenaria e la necessità di confrontarsi con le contraddizioni della    riduzione e regia Angelo Savelli
                                        storia passata e presente. Tratto dall’omonimo romanzo di Elif Shafak, La bastarda di Istanbul è un’opera al tempo
                                        stesso drammatica e divertente che dà voce non solo agli sconfitti, ossia a quella parte del popolo armeno che              con Valentina Chico, Riccardo Naldini,
                                        esattamente cento anni fa fu vittima di un disumano genocidio; ma anche a quella parte della società turca costretta a      Monica Bauco, Marcella Ermini,
2 ore                                   vivere nella rimozione di antiche colpe siano esse storiche che familiari.                                                  Fiorella Sciarretta, Diletta Oculisti,
compreso l’intervallo                                                                                                                                               Elisa Vitiello
                                        La giovane Asya è una bastarda. Nessuno nella sua casa di Istanbul - un gineceo popolato di mamme, zie e nonne - le
                                        sa dire o le vuol dire chi è suo padre. L’unico uomo di casa, lo zio Mustafà è da tempo emigrato in America. Rose è una     assistente alla regia Edoardo Zucchetti
                                        donna americana sposata a un immigrato armeno discendente da una famiglia scampata all’eccidio del 1915. Una                video-scenografie Giuseppe Ragazzini
                                        famiglia talmente invadente che Rose, pur avendo una figlia, divorzia e si risposa, per ripicca, con un turco: Mustafà.     costumi Serena Sarti
                                        Qualche tempo dopo, Armanoush, la figlia di Rose decide di andare di nascosto a Istanbul, presso la famiglia del            luci Alfredo Piras
                                        patrigno, per ritrovare le proprie radici armene. Frequentando la cugina Asya, la sua famiglia e i suoi amici, si accorge   elementi scenici Tuttascena
                                        di non odiare affatto i turchi. Un segreto lega la Turchia all’America, i turchi agli armeni, Asya ad Armanousch.
                                        Un segreto che forse non verrà svelato. Un segreto che ha l’aspetto di un’antica spilla di rubini a forma di melograna.

                                        “Il regista fiorentino riesce a calibrare i vari aspetti della vicenda approfondendo ogni aspetto della narrazione
                                        costruendo caratteri vividi e reali. Egli si cimenta in «una meravigliosa saga inter-etnica, sperimentando una
                                        drammaturgia epica dove i personaggi si raccontano in terza persona». I nomi si susseguono, le immagini si
                                        rincorrono e i personaggi vivono la loro vita sulla scena. Le vite si intrecciano, il sospetto si trasforma in amicizia
                                        e vecchi segreti vengono a galla portando con sé conseguenze tanto gravi quanto indispensabili. La vita, com’è
                                        indispensabile che sia, va avanti; lo spettatore si sente in balia delle onde ma non viene mai abbandonato a se
                                        stesso. Quasi come un Virgilio dantesco, Banu, la maggiore delle sorelle Kazancı, interpretata dalla splendida Serra
                                        Yilmaz, lo guida nei sentieri della storia, lo culla e si prende cura di lui. È lei che, con ironia e passione, muove gli
                                        ingranaggi di questa macchina teatrale ben congegnata. La recitazione dell’attrice turca è caratterizzata da una
                                        naturalezza fuori dal comune, ogni suo gesto è indispensabile alla narrazione e ogni sillaba che esce dalla sua

                        ph E. Gallina
                                        bocca non potrebbe essere pronunciata in nessun altro modo.”
                                                                                                                     Martina Di Marcoberardino - Persinsala 2015                                              29
15.16.17.18         Vittorio Sgarbi                                                                                                               Promo Music
MARZO 2017
                    CARAVAGGIO                                                                                                                    in collaborazione con
                                                                                                                                                  La Versiliana Festival

Turni A B C D
                    Attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, Vittorio Sgarbi ci condurrà in uno spettacolo          musiche Valentino Corvino,
                    teatrale arricchito dalla musica di Valentino Corvino e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore            violino, elettronica
                    lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio.
                                                                                                                                                  scenografia, immagini elaborate e video
                    “Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente                        Tommaso Arosio
1 ora e 30 minuti   alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito
senza intervallo    tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il
                    nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo,
                    della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di
                    artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce,
                    che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri
                    stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.”
                                                                                                                                Vittorio Sgarbi

                                                                                                                                                                                            31
22.23.24.25.26                                Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton
MARZO 2017
                                              IL PREZZO                                                                                                                   Compagnia
                                                                                                                                                                          Umberto Orsini

Turni A B C D E
                                              “ll testo di Arthur Miller fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi        di Arthur Miller
                                              economica avvenuta negli Stati Uniti nel ‘29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente questa crisi due              traduzione Masolino D’Amico
                                              fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento in cui sono accumulati i             regia Massimo Popolizio
                                              mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della sua vita e che sta per essere demolito. Un vecchio broker è         direzione artistica Umberto Orsini
                                              chiamato per stabilirne il prezzo. Dietro questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne
1 ora e 40 minuti                             che la paura della perdita improvvisa del benessere possono esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta         scene Maurizio Balò
senza intervallo                              questo tema con la sua consueta maestria facendoci scoprire un capolavoro che pur venendo da lontano ci porta ai            costumi Gianluca Sbicca
                                              nostri giorni così pieni di incertezze.”                                                                                    luci Pasquale Mari
                                                                                                                                                      Umberto Orsini

                                              Qual è “Il Prezzo”? È quello che ognuno di noi paga per vivere.
                                              Due fratelli, di famiglia agiata, dopo il crollo finanziario del 1929, hanno assunto due posizioni completamente
                                              antitetiche. Uno, Victor, ha abbandonato gli studi nei quali brillava, si è arruolato in polizia per poter mantenere
                                              il padre caduto in miseria. L’altro, Walter, sottraendosi alle responsabilità familiari, ha proseguito gli studi ed è
                                              diventato un grande chirurgo. La nostra vita è ancorata alle scelte operate nel passato. In quelle scelte, sia pur
                                              condizionate in diversa misura, noi avevamo bene o male creduto, tanto è vero che le abbiamo fatte o subite. Ma
                                              col passare del tempo ciò che sembrava importante cambia, diventa a volte grottesco, a volte ridicolo, a volte
                                              tragico. È impossibile quindi per l’uomo distinguere in modo definitivo il bene dal male, perché tutto muta e, in
                                              questa fluidità dell’esistere, è illusorio porre le basi di un edificio morale che resista all’erosione del tempo. Miller
                                              affronta ne Il Prezzo il tema della conoscenza, una conoscenza non metafisica ma tutta terrena e umana. Come
                                              se la nostra vita, il nostro passato, analizzati nel presente, ci appaiono talvolta come un sogno o una storia che
                                              qualcuno ci abbia raccontato e dove la distinzione fra realtà e irrealtà è quasi impossibile. Commedia costruita
                                              per quattro caratteri che rappresentano uno spaccato di una società che non è solo americana ma nella quale

                    ph Marco Caselli Nirmal
                                              ognuno di noi, oggi più che mai, può riconoscersi e perciò interrogarsi. Personaggi tondi, vivi, vulnerabili che, grazie
                                              alla sublime scrittura di Miller, ci trascinano in un mondo dove l’ironia livida, i dubbi, la cattiveria e l’incertezza
                                              riempiono lo spazio scenico che, nella sua immobilità, si presenta come un ring dove lo scontro avviene attraverso
                                              un intreccio di parole che rimbalzando da un lato all’altro ti tolgono il respiro.
                                                                                                                                                                                                               33
12.13 APRILE 2017                              Rocco Papaleo, Giovanni Esposito                                                                                           Compagnia

                                               BUENA ONDA                                                                                                                 Nuovo Teatro
                                                                                                                                                                          diretta da Marco Balsamo
Turni D E

                                               Continua il viaggio di Rocco Papaleo e i suoi fidati compagni di scena attraverso il teatro canzone. Si parte per          di Valter Lupo, Valerio Vestoso,
                                               un’avventura ai confini del mondo. Il viaggio e la scoperta saranno parte integrante della poetica di Papaleo, ma          Rocco Papaleo, Giovanni Esposito
                                               questa volta sarà un viaggio più esotico. L’attore conferma la volontà di creare un teatro “a portata di mano”, con il     regia Valter Lupo
                                               solo desiderio, a ben vedere, di stringerne altre.
2 ore                                                                                                                                                                     e con
senza intervallo                               “Entrare in teatro, per me, è come lasciare la terraferma. È solcare il mare dell’immaginazione, vivere                    Francesco Accardo, chitarra
                                               un’esperienza di navigante. Per questo il nostro teatro canzone questa volta vuole agire come se si trovasse su            Jerry Accardo, percussioni
                                               una nave, che ci trasporta insieme ai passeggeri/spettatori per affrontare un viaggio che possa divertire e, nella         Guerino Rondolone, contrabbasso
                                               migliore delle ipotesi, emozionare. Ci sentiamo di promettere una crociera a tutti gli effetti, magari non sfarzosa,       Arturo Valiante, pianoforte
                                               ma con tutto quello che serve per comporre un entertainment efficace. Avremo marinai pronti a tutto per assistervi
                                               e divertirvi, l’orchestrina per ballare e contrappuntare le storie che il Capitano vorrà raccontare e tra i passeggeri     scene Sonia Peng
                                               cercheremo hostess e steward che accetteranno l’ironia del mettersi in gioco.                                              costumi Eleonora Rella
                                               La nostra nave si chiama Buena Onda, l’onda buona, quella che solleva e dà sollievo. La Buena Onda prospetta di            luci Luigi Marra
                                               gettare al più presto l’àncora nella vostra città.”
                                                                                                                                                          Rocco Papaleo

                    ph Maria Laura Antonelli
                                                                                                                                                                                                             35
22.23 APRILE 2017   Lucia Poli, Milena Vukotic con Marilù Prati

                    SORELLE MATERASSI                                                                                                            Gitiesse Artisti Riuniti
                                                                                                                                                 diretta da Geppy Gleijeses
Turni D E

                    Le sorelle Teresa e Carolina Materassi sono due ricamatrici cinquantenni che, grazie a una vita di rinunce, nel culto        libero adattamento di Ugo Chiti
                    ossessivo del lavoro, hanno acquisito una posizione di prestigio presso la buona società fiorentina. Con loro vive la        dal romanzo di Aldo Palazzeschi
                    sorella minore, Giselda, riaccolta in casa dopo un fallito matrimonio con un nobile dissoluto. L’equilibrio familiare        regia Geppy Gleijeses
                    viene sconvolto dall’arrivo di Remo, figlio di una quarta sorella morta ad Ancona: bello, spiritoso e pieno di vita. Il
2 ore               giovane approfitta dell’affetto e delle cure delle zie più anziane per soddisfare tutti i suoi capricci, spendendo più       con Gabriele Anagni, Sandra Garuglieri, Luca
senza intervallo    di quanto le zie guadagnino. Giselda è l’unica a rendersi conto della situazione, ma i suoi avvertimenti rimangono           Mandarini, Roberta Lucca
                    inascoltati. Per soddisfare le richieste di Remo, Teresa e Carolina spendono tutti i loro risparmi e si indebitano al
                    punto di dover vendere la casa e i terreni ereditati dal padre. Il quadro dell’asfittica vita provinciale, movimentata       scene Roberto Crea
                    dall’arrivo del superuomo Remo, diventa il terreno su cui si esercita il gusto irridente dell’autore, che mette in           costumi
                    ridicolo, con tocco leggero, sia il vuoto etico del giovane Remo sia la cieca devozione al dovere di Teresa e Carolina.      Accademia del Costume & Moda - Roma 1964
                    		                                                                                                                           luci Luigi Ascione
                    “Palazzeschi è un autore che vive e scrive in una inconfondibile e quasi cinica giocondità, con un suo nichilismo            musiche Mario Incudine
                    generoso, ma c’è qualcosa in lui di meravigliosamente oscuro, enigmatico e inafferrabile. Mi viene in mente un
                    titolo di Ruccello: “piccole tragedie minimali”. Non abbiamo cercato in lui lo spessore della tragedia, né fino in
                    fondo atmosfere cechoviane (anche se punti di contatto ve ne sarebbero), ma solo un gioco estenuato che si
                    scioglie in una “impossibilità del dramma”. L’autore non lo cerca e il romanzo non ne ha la “struttura”, non ne
                    sopporterebbe il peso. Teresa e Carolina in un finale apparentemente fosco - tipo “Corvi” di Becque - in mezzo a
                    cambiali, ipoteche, alla rovina della fine di ogni speranza, non si incamminano sul sentiero de “I Malavoglia” ma
                    chiudono la storia rovistando tra le foto dell’atletico nipote in costume semiadamitico e accettando la proposta di
                    Niobe di lavorare per la ricca piccola borghesia di Coverciano piuttosto che per la nobiltà fiorentina […].
                    Lucia Poli, attrice immensa e mia prediletta compagna d’arte, gioca con toni duri e abbandoni a cui né lei né noi
                    possiamo resistere, Milena Vukotic distilla deliqui, smancerie e piccole ribellioni con il raro dono della grazia,
                    Marilù Prati porta da par suo una ventata rivoluzionaria da povera pasionaria violata covercianese e tutti gli attori
                    perfetti, lo scenografo, le costumiste e il maestro delle luci di questa “commedia” (sì, definiamola così) mi hanno
                    più o meno consciamente indicato la strada che spero avrebbe gradito quel burlone di Palazzeschi, la piccola
                    tragicommedia minimale.”
                                                                                                                               Geppy Gleijeses
                                                                                                                                                                                          37
Questa nuova edizione della Stagione di danza tutta internazionale inizia con il                       22                       4                                      21                               6
                                               graditissimo ritorno degli amati MOMIX nel loro Opus Cactus. Scandito da ritmi tribali,                NOVEMBRE 2016            FEBBRAIO 2017                          MARZO 2017                       APRILE 2017
                                                                                                                                                      ORE 21.00                ORE 21.00                              ORE 21.00                        ORE 21.00
                                               rituali col fuoco e danze iniziatiche provenienti dai più remoti luoghi della terra, questo            MOMIX                    BJM – LES BALLETS                      BALLETBOYZ                       COMPAÑIA de
                                               emozionante spettacolo ci proietterà dal deserto dell’Arizona a tutte le più importanti                U.S.A                    JAZZ DE MONTRÉAL                       Gran Bretagna                    LEONARDO CUELLO
                                               superfici desertiche, rendendolo un tributo a queste aree misteriose ed affascinanti.                  OPUS CACTUS              Canada                                 direzione artistica
                                                                                                                                                                                                                                                       Argentina
                                                                                                                                                                                                                      Michael Nunn & William Trevitt
                                               Moses Pendleton, con la firma inconfondibile del suo magico stile dalla fantasia                       coreografia e regia      direzione artistica Louis Robitaille                                    COLECCIÓN TANGO
                                                                                                                                                      Moses Pendleton
                                                                                                                                                                               ROUGE                                  LIFE./VITA.                      coreografia Leonardo Cuello,
                                               illimitata, tramuta qui di volta in volta i suoi strepitosi ballerini in strani rettili striscianti,   co-direttore artistico                                          RABBIT
                                                                                                                                                      Cynthia Quinn            coreografia Rodrigo Pederneiras                                         musiche Osvaldo Pugliese,
                                               in variopinte specie di flora e fauna, in imponenti cactus e minacciosi uccelli-totem che                                       BALCAO
                                                                                                                                                                                                                      coreografia Pontus Lidberg       Carlos Di Sarli, Miguel Caló,
                                               si innalzano fendendo albe poetiche ed inquietanti tramonti di fuoco.                                                           coreografia Itzik Galili
                                                                                                                                                                                                                      FICTION                          Francisco Canaro e Astor Piazzolla
                                                                                                                                                                                                                      coreografia Javier de Frutos
                                               Dal Canada arriva sul nostro palcoscenico BJM - LES BALLETS JAZZ DE MONTRÉAL,                                                   KOSMOS
                                                                                                                                                                               coreografia Andonis Foniadakis
                                               affermata compagnia internazionalmente apprezzata per i propri spettacoli definiti
                                               sexy, esplosivi e comunque sempre estremamente originali. Il programma della loro
                                               serata prevede tre differenti composizioni coreografiche firmate rispettivamente
                                               dal brasiliano Rodrigo Pederneiras, dall’ israeliano Itzik Galili e dal greco Andonis
                                               Foniadakis.

IO
                                               A primavera appuntamento con i talentuosi BALLETBOYZ® della Gran Bretagna, un
                                               ensemble tutto al maschile considerato come una delle forze più originali e innovative
                                               nel panorama della modern dance, che a Mestre aprono la serata con la nuova

SONO                                           produzione 2016, per poi danzare una composizione dello svedese Pontus Lidberg e
                                               una creazione del venezuelano Javier de Frutos.

DANZA
                                               La stagione si conclude con Colección Tango della COMPAÑIA de LEONARDO CUELLO,
                                               un emozionante viaggio in Argentina su musiche di Osvaldo Pugliese, Carlos Di Sarli,
                                               Miguel Caló, Francisco Canaro e Astor Piazzolla. Lo spettacolo è una sequenza di
                                               quattro coreografie dello stesso Cuello: uno sperimentatore, maestro, coreografo,
RASSEGNA INTERNAZIONALE DI DANZA D’AUTORE      ballerino che, dinanzi al pubblico dei teatri o ai partecipanti a un corso intensivo o
STAGIONE DI DANZA DEL TEATRO TONIOLO 2016.17   agli studenti dell’Università Nazionale d’Arte di Buenos Aires in cui è docente di tango,
                                               lascia fluire la propria passione trasmettendo il proprio amore per la danza. Il suo è
                                               un gruppo di lavoro perfettamente affiatato che adora aprire nuovi sentieri, creare
                                               costanti ricombinazioni di generi e creare veri e propri quadri colmi di creatività.
                                                                                                                                                                                                                                                                                            39
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