TIBET - NEPAL "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) - Kel 12
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IL TUO VIAGGIO "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) Ideato e redatto da Giovanni Dardanelli Questo viaggio è un percorso attraverso due terre combacianti eppure completamente differenti: il Nepal è l’acqua, il verde, il riso, il caldo, i fiori che inghirlandano le figure sacre; il Tibet è la pietra, il turchese dei laghi, il bianco lattescente degli immensi nevai, è il lumino tremolante delle lampade a burro nei templi bui. Dove per secoli sono passati solo sentieri tracciati da carovane di yak e dal cammino dei pellegrini, è nata una strada camionabile. E’ la “Friendship highway” la cosidetta “Strada dell’Amicizia” costruita, dall’accordo comune di Nepal e Cina, per collegare le due terre saldate dal cordone himalayano: il Tibet e il Nepal. La strada percorre il plateau tibetano e scende alle valli nepalesi. Quest’arteria inaugurata nel 1987 è il filo conduttore del nostro viaggio tra le città, i paesi, i monasteri, le terre e le genti che hanno serbato l’originalità delle antiche ed affascinanti tradizioni himalayane. Terre di agricoltori, di pastori, terre di pascoli e di campi d’orzo; terre di eremiti, di monaci, di patriarchi, terre di magia e di preghiera. Terre di leggende e di figure leggendarie. Marpa, maestro del grande eremita Milarepa, lasciò il Tibet natale per raggiungere l’India, la madre dei testi sacri buddisti. Scese dall’altopiano e soggiornò per mesi, per acclimatarsi alle basse quote, nella valle di Kathmandu presso lo stupa di Swayambunath detto “l’autogenerato”. Sono trascorsi mille anni eppure i valori spirituali del popolo himalayano, nelle vallate di pascolo lontane dalle città, sono rimasti, incredibilmente, pressoché immutati. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 2
1° giorno Volo da Milano o Roma per Kathmandu via Istanbul dove l'arrivo è previsto la mattina successiva 2° giorno Arrivo a Kathmandu (1400 m). Espletamento formalità burocratiche e inizio visite 3° giorno La Valle di Kathmandu: visita di Swayambunath, centro storico di Kathmandu e Patan 4° giorno La Valle di Kathmandu: visita di Baktapur e Boudhnath 5° giorno Volo da Kathmandu a Lhasa (3600 m): dopo aver costeggiato le vette innevate della catena himalayana fino alla vista dell' Everest, il volo si dirige verso l'altopiano tibetano 6° giorno Lhasa: visita al Jokhang, il cuore della fede tibetana, e al Drepung, il complesso monastico più grande del Tibet 7° giorno Continua la visita della città, comprendente: il palazzo del Potala, antica sede del Dalai Lama, il monastero di Sera e Norbulinka, la residenza estiva dei Dalai Lama 8° giorno Lhasa, trasferimento e visita al monastero di Samye e continuazione per Tsetang 9° giorno Tsetang - lago Yamdrok - Gyantse 10° giorno Visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor Chode e dal Kumbum e del monastero di Shalu. Proseguimento per Shigatse 11° giorno Trasferimento e visita del monastero di Sakya, poi continuazione per Xegar ( 4200 m. slm.) 12° giorno Xegar: escursione al monastero di Rongbuk presso il campo base dell'Everest 4 | IL TUO VIAGGIO
13° giorno Xegar, visita al monastero di Pintsoling e ritorno a Shigatse 14° giorno Visita del Monastero di Tashilunpo e trasferimento in treno a Lhasa 16° giorno Lhasa - Kathmandu. Trasferimento in aeroporto e volo che collega il Tibet al Nepal 17° giorno Al mattino partenza per Istanbul e continuazione per l'Italia "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 5
1° giorno Volo da Milano o Roma per Kathmandu via Istanbul dove l'arrivo è previsto la mattina successiva Partenza nel pomeriggio da Milano Malpensa o Roma Fiumicino con volo di linea per Istanbul e coincidenza per Kathmandu. Pernottamento a bordo. 2° giorno Arrivo a Kathmandu (1400 m). Espletamento formalità burocratiche e inizio visite Il volo arriva nella prima mattinata nella capitale nepalese, che è situata a 1400 metri di quota. In arrivo si ottiene il visto nepalese e dopo l’ uscita dall’ aeroporto occorrerà espletare le pratiche burocratiche necessarie per l’ ottenimento del visto cinese. Durante questa prima giornata faremo la visita del centro commerciale di Kathmandu, la parte più popolare e vivace della città e continueremo con la visita del centro di Pashupatinath il luogo sacro delle cremazioni e sito dove sorge uno dei templi più importanti, tra quelli dedicati al dio Shiva, di tutto il territorio indù. I riti funebri lungo il fiume, le preghiere che si elevano dal tempio, i Sadhu che si aggirano tra i tempietti di pietra e le bancarelle degli ornamenti sacri sono i diversi artefici che animano questo particolare ambiente in un modo indimenticabile. Al termine delle visite si rientra in albergo. Pranzo e cena liberi. N.B: • le visite citate nel corso di questa giornata possono variare in conseguenza dei tempi richiesti dall’ ambasciata cinese per le pratiche di ottenimento del visto. • durante il soggiorno a Kathmandu abbiamo lasciato i pasti liberi. E’ una scelta fatta appositamente per consentire ai partecipanti, là dove possibile, di essere liberi di scegliere dove e quando consumare i pasti. L’accompagnatore sarà comunque a disposizione per ogni indicazione o consiglio si desideri in merito. Pernottamento (The Dwarika's Hotel ) E’ considerato “l’albergo museo” della valle di Kathmandu. La struttura, gli ambienti comuni e le stanze personalizzate sono il risultato delle ricerche di materiali, mobili e arredi antichi e prestigiosi che infondono un tocco di ineguagliabile raffinatezza. 6 | IL TUO VIAGGIO
Indirizzo: P.O Box 459 Battisputali - Kathmandu Telefono: +977-1 4479488 / 4470770 www.dwarikas.com 3° giorno La Valle di Kathmandu: visita di Swayambunath, centro storico di Kathmandu e Patan La valle di Kathmandu è una culla affollata di gente con un’ampiezza di circa trenta chilometri. L’intera popolazione si aggira intorno al milione e mezzo di abitanti. Bhaktapur, Patan e Kathmandu stessa, sono i tre poli architettonicamente più importanti della valle. Il carattere “cittadino” di Kathmandu non è per nulla rappresentativo della realtà sociale e culturale del Paese, il Nepal è infatti immerso in una realtà rimasta autenticamente contadina con un’economia piuttosto povera ed elementare ed un tratto culturale ancora molto lontano dalla modernità. Dall’inizio della sua fama, intorno agli anni settanta, una fama legata anche allo stile degli hyppies che la frequentavano, Kathmandu è molto cambiata, si è modernizzata: quel fascino particolare, di città aperta, di città tollerante e pacifica, di città così isolata dal resto del mondo eppure così straordinariamente cosmopolita e accogliente, è comunque il suo aspetto di sempre, la sua capacità di far sognare e di farsi amare. Visiteremo la collina con lo Stupa di Swayambunath, luogo sacro buddista dall’atmosfera magica e tipicamente orientale. Questo monumento è considerato l’ombelico della valle, il suo nome deriva dalla lingua sanscrita e significa “l’autogenerato”. L’origine di questa forma religiosa va cercata nella leggenda antica, quando la conca di Kathmandu era il bacino di un lago e al centro di esso brillava una fiammella misteriosa. Appena le acque defluirono, là dove brillava la fiammella, si autogenerò il corpo di questa forma religiosa buddista. Una volta terminata la visita si discende dalla collina verso il centro antico della città: Durbar Square, ovvero la “Piazza del Palazzo”. Su questa piazza monumentale si affaccia l’antica residenza reale, i vari templi induisti e la casa della “Kumari”, la bambina che rappresenta una divinità vivente: la rincarnazione della dea Khali. A "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 7
breve distanza dal centro architettonico si trova la famosa “freak street”, la “via- quartiere” dove negli anni ’70 si era concentrata la comunità straniera di quegli hyppies che avevano scelto di soggiornare in India o in Nepal. Continueremo le visite del pomeriggio con l’approccio al centro storico di Patan. Anticamente conosciuta col nome di Lalitpur, ovvero “Città della bellezza”, Patan ripropone i motivi architettonici del mattone, del legno e della pietra. Il palazzo reale e i suoi templi dalle linee stilistiche diverse, esibiscono nel dettaglio dell’intarsio o nelle sculture, la grande raffinatezza artistica raggiunta dagli artigiani newaresi (cioè della valle di Kathmandu) nel periodo medievale. Rientro in hotel (pranzo e cena liberi). N.B.: l’ordine delle visite dei centri della valle di Kathmandu potrebbe subire delle modifiche (qualche visita potrebbe essere anticipata al giorno precedente se l’arrivo del volo sarà puntuale). *Informiamo che è possibile effettuare un volo panoramico facoltativo che costeggia tutta la catena himalayana sul fianco nepalese, ovvero il fianco meridionale della catena. E’ un volo della durata di un’ora circa, che parte tutte le mattine (se il tempo non è eccessivamente nuvoloso) verso le 06.30-07.00. Per la variabilità delle condizioni atmosferiche il volo deve essere prenotato in loco e il suo costo indicativo si aggira intorno ai 200 euro, costo soggetto a riconferma in loco. Pernottamento (The Dwarika's Hotel ) 4° giorno La Valle di Kathmandu: visita di Baktapur e Boudhnath Da Kathmandu si percorrono circa venti chilometri per raggiungere uno dei templi più importanti dell’intera valle, il tempio di Changu Narayan è la prima struttura templare della valle di Kathmandu ad essere passata sotto la protezione dell’ Unesco. Terminata la visita si discende dalla collina del tempio fino alle porte di Baktapur. Con Patan e Kathmandu, il centro di Baktapur fu, nel medioevo, una delle sedi più importanti dei diversi principati che controllavano la valle. Ciò che più colpisce è l’armonia, la compattezza, l’omogeneità architettonica di questo nucleo medievale nelle cui piazzette abitualmente si incontrano i vasai o nella stagione della mietitura i cumuli di riso o le chiazze rutilanti del peperoncino steso ad essiccare sul selciato di mattone cotto. Bhaktapur, riconosciuta dall’Unesco come uno dei luoghi facenti parte del Patrimonio dell’Umanità, è un museo di architettura all’aperto. Il mattone rosso e il 8 | IL TUO VIAGGIO
legno si compongono negli edifici antichi mentre le figure scolpite in pietra ne proteggono gli ingressi. Nel pomeriggio, al termine delle visite di Baktapur, riprendiamo la strada verso Kathmandu e ci dirigiamo verso il grande Stupa di Boudhnath. Negli anni della diaspora tibetana, gli esuli in fuga dall’occupazione cinese si insediarono intorno a quest’antico monumento buddista dando vita al nucleo tibetano più vivace della valle di Kathmandu. I tibetani rimasti così fedeli alla loro atavica abitudine religiosa pregano quotidianamente, sul finire della giornata, girando instancabilmente il loro mulino di preghiere e prostrandosi nella tradizionale circumambulazione del monumento sacro. Calano pian piano le luci del giorno sui lumini tremolanti accesi dai fedeli ai piedi del grande stupa bianco; l’atmosfera delle luci e il senso di pace di Boudhnath sono una delle sensazioni indelebili di questo viaggio. Rientro in hotel (pranzo e cena liberi). Al termine delle visite si rientra in albergo. Pranzo e cena liberi. N.B.: In seguito a eventuali cambiamenti dell’ orario dei voli internazionali l’ordine delle visite dei centri della valle di Kathmandu potrebbe subire delle modifiche per meglio ottimizzarne lo sviluppo. Pernottamento (The Dwarika's Hotel ) 5° giorno Volo da Kathmandu a Lhasa (3600 m): dopo aver costeggiato le vette innevate della catena himalayana fino alla vista dell' Everest, il volo si dirige verso l'altopiano tibetano La distanza tra Kathmandu e Lhasa, in linea d’aria, non è tanta, ma la grande barriera naturale dell’Himalaya che vi si interpone, rendendo il passaggio, da sempre, difficile, ha contribuito alla creazione e al mantenimento di due mondi diversi. Le greggi di capre e pecore che ancora oggi, alla fine dell’estate scendono dai pascoli dei dirupi tibetani e camminano, accanto all’acqua ferma delle risaie, verso la valle di Kathmandu, sono state uno dei pochi veicoli di “cultura” attraverso l’imperiosa barriera di ghiacci perenni. Poco dopo il decollo dalla capitale nepalese, la traiettoria del nostro volo costeggia la lunga sequenza di vette innevate della catena himalayana fino ad arrivare alla vista dell’Everest. Aggirata al fianco la grande cima, il volo comincia il superamento della catena per arrivare sopra l’altopiano tibetano. Sorvoliamo Shigatse, poi il lago Yamdrok e infine oltre il passo Kampa La, comincia la discesa nella piana, a fianco del letto del "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 9
fiume Yarlung. Il tempo totale di volo è di circa 60 minuti. Una volta terminate le formalità d’ingresso si parte verso Lhasa che dista dall’aeroporto 60 chilometri. Si è atterrati a 3550 metri di altitudine. L’altopiano occidentale non ha aree di quota molto inferiori a questa. La luce del cielo è nitida, l’aria è asciutta e frizzante: è l’atmosfera del Tibet. La capitale del Tibet è stata ingrandita e pesantemente modificata dall’intervento urbanistico cinese… ma il suo cuore ha mantenuto fino ai giorni nostri la sua incredibile autenticità tibetana. Sistemazione all’Hotel Thangka. Pranzo libero. Cena in ristorante locale. N. B. Informiamo che il volo sarà a cavallo delle ore di pranzo, dunque non sarà possibile consumare il pranzo in un ristorante. In alternativa alla sistemazione centrale dell’albergo prescelto, c’è la possibilità di pernottare presso un albergo di categoria superiore: lo Shangri La Hotel (dove dovrà essere consumata anche la cena). Questo albergo, considerato uno dei migliori di Lhasa, si trova dislocato, nella parte cinese, a venti minuti a piedi dalla piazza del Potala e circa 40 minuti dal quartiere Barkhor, il quartiere tibetano e centrale di Lhasa. La nostra scelta ufficiale, secondo la “filosofia di viaggio”, cade comunque sull’hotel prescelto e di conseguenza l’accompagnatore pernotterà in questo albergo. Pernottamento (Thangka Hotel ) Questa struttura occupa una posizione eccellente nel centro di Lhasa. È vicino al Tempio Jokhang e al quartiere tibetano denominato “Barkhor”. L’ albergo può essere catalogato come un “Tre stelle” secondo il criterio europeo. Indirizzo: 38 Yutuo Road, Lhasa Tel. 0086 891 6308866 6° giorno 10 | IL TUO VIAGGIO
Lhasa: visita al Jokhang, il cuore della fede tibetana, e al Drepung, il complesso monastico più grande del Tibet Al mattino in fondo alla grande piazza, nell’atrio che guarda il portone di ingresso del Jokhang, i tibetani si prostrano verso il cuore del tempio. Il Barkhor, l’anello di preghiera intorno all’antico centro sacro, è una sfilata di costumi, di acconciature, di tratti fisici e somatici diversi; è da secoli il luogo, dove lo spirito commerciale si intreccia allo spirito religioso, è da sempre mercato tibetano e circuito di preghiera e di prostrazione. Il Jokhang è il tempio più sacro della tradizione religiosa del Tibet. Da occidente o da oriente, dalle terre dell’Everest come dalle terre dei Kampa, i tibetani guardano al Jokhang come al luogo più importante del pellegrinaggio. Nomadi e contadini lasciano per periodi a volte anche lunghi le loro case, i loro pascoli e le loro campagne per intraprendere il lungo viaggio di preghiera. In assoluto il Jokhang è da sempre il cuore della fede tibetana ed il fulcro più palpitante per l’interesse etnografico e folcloristico del Tibet. Una volta visitata la parte interna del tempio si comincia la passeggiata sul circuito del Barkhor, dove talvolta si incontrano situazioni religiose molto suggestive e talvolta molto emozionanti. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita di quello che fu il complesso monastico più grande del Tibet. Il monastero di Drepung era un grande villaggio con una folla impressionante di monaci; i suoi vicoli, i suoi antri, i suoi cortili e le sue piccole finestre che dalle celle guardano l’ampia conca di Lhasa, sono l’immagine più completa e più autentica dell’antico Tibet. La popolazione di monaci che viveva all’interno del monastero è stata drasticamente ridotta. Camminando tra le viuzze che costeggiano i muri bianchi dei templi o delle residenze, talvolta si sente, in modo struggente, il senso di isolamento e di abbandono di questo luogo. Il Drepung è comunque un simbolo, è il complesso monastico che per la sua ampiezza da veramente il senso del peso storico che la vita religiosa ebbe sul Paese dal medioevo fino quasi ai giorni nostri. Sistemazione in albergo. Pensione completa. Pernottamento (Thangka Hotel ) 7° giorno Continua la visita della città, comprendente: il palazzo del Potala, antica sede del Dalai Lama, il monastero di Sera e Norbulinka, la residenza estiva dei Dalai Lama Mattinata dedicata alla visita del Potala, il grande palazzo che è stato sin dall’epoca della sua costruzione la sede dei Dalai Lama. Dal momento in cui il V Dalai Lama concentrò nelle proprie mani il potere spirituale e quello temporale questa residenza è diventata il vero fulcro del governo del Paese. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 11
All’interno del palazzo si visitano le sale del trono, le sale delle tombe, gli spazi privati di residenza e le sale di preghiera dedicate alle varie divinità. Il palazzo è oggi un grande museo. Si passa di sala in sala e tutti gli elementi decorativi sembrano molto statici, testimonianze di un passato che non esiste più. Non è così per le centinaia di pellegrini che vi entrano tutti i giorni, che intasano i passaggi stretti tra una sala e l’altra. Per i tibetani il palazzo del Potala continua ad essere un ambiente vivo e soprattutto indiscutibilmente “sacro”. Nel pomeriggio si visita il monastero di Sera, il secondo complesso monastico, in ordine di importanza, della città di Lhasa. Rispetto al Drepung, Sera è molto più ridotto, più raccolto e il suo carattere, unitamente al suo passato, è molto diverso dal precedente. Non bisogna dimenticare che questo monastero fu il centro di addestramento alle arti marziali dei “monaci” che costituivano il corpo di guardia del Dalai Lama. Molto spesso, nel pomeriggio i monaci-studenti si raggruppano all’ombra dei salici del cortile e danno vita ad uno spettacolo unico e di tradizione antichissima: il dibattito filosofico, lo scambio verbale su argomenti filosofici che è accompagnato da una gestualità molto particolare e talvolta da una veemenza veramente appassionata. Termineremo la giornata con la visita della residenza estiva dei Dalai Lama, l’insieme di strutture è conosciuto col nome di Norbulinka, il “Parco dei gioielli”. All’interno di questo insieme, divenuto da alcuni decenni, area pubblica, visiteremo quella che fu l’ultima abitazione del Dalai Lama nei giorni che precedettero il suo esilio. Sistemazione in albergo. Pensione completa. NB: l’ordine delle visite nella città di Lhasa varia a seconda degli orari e del giorno in cui viene dato il permesso per la visita del Potala e del Jokhang. Pernottamento (Thangka Hotel ) 8° giorno Lhasa, trasferimento e visita al monastero di Samye e continuazione per Tsetang Si lascia Lhasa, in mattinata, diretti verso oriente. Il nostro viaggio seguirà la sponda orografica sinistra del fiume Yarlung e, costeggiando l’acqua e le cadute di sabbie della montagna, raggiunge uno dei siti religiosi più importanti del Tibet: il monastero di Samye, il centro monastico più antico della storia buddista del Paese. Il fiume Yarlung nasce nella parte più occidentale dell’altopiano alle pendici del monte Kailash e dopo aver tagliato per duemila chilometri circa il plateau tibetano, entra in India prendendo il nome di Brahmaputra. Lungo questo fiume sacro sono sorti numerosi monasteri, alcuni di questi sono i complessi che hanno fatto la storia religiosa del Tibet. Dall’alto della collina di Hepo Ri, si ha la vista panoramica del monastero di 12 | IL TUO VIAGGIO
Samye. Lo sguardo raccoglie in un pugno tutto il complesso religioso circondato dal muro ellittico bianco che ne simboleggia i confini fisici estremi. Il monastero di Samye, come già menzionato, è il primo complesso monastico del Tibet. In molti dipinti storico-religiosi si ritrova l’inconfondibile pianta a “Mandala” di questa costruzione che venne realizzata seguendo la leggendaria rappresentazione dell’universo secondo il modello indiano: il monte Meru, i quattro continenti, il sole e la luna, il muro insormontabile di montagne che protegge e isola questo universo. Dopo la visita degli interni passeremo sull’altra riva del fiume Yarlung per raggiungere il centro cittadino di Tsetang. Dedicheremo alcune ore del pomeriggio alla visita di Yumbulakang, “il castello tra le nuvole” la struttura che, secondo la leggenda, fu la prima residenza dei re tibetani. Il castelletto passato nei secoli attraverso varie distruzioni e rifacimenti oggi è una costruzione sacra, consistente in due templi, appollaiata sulla collina rocciosa. La parte più suggestiva di questa breve escursione è il largo panorama che si può cogliere dall’alto del tempio: da una parte le terre verdi di orzo e grano e dall’altra la montagna arida con discese ghiaiose che scendono al piano. Sistemazione in hotel. Pensione completa (prevediamo un semplice box lunch per pranzo). Pernottamento (Tsedang Hotel ) È il più grande hotel a tre stelle al centro della città moderna di Tsetang, Offre 233 camere dotate di aria condizionata e riscaldamento autonomi e bagno privato. Indirizzo: 19 Naidong Rd, Nedong, Shannan, Tibet, Cina, 856000 Tel: +86 893 782 1899 9° giorno Tsetang - lago Yamdrok - Gyantse E’ giornata di attraversamento dell’altopiano centrale verso occidente. Comincia la Trans-himalayana conosciuta col nome di “Strada dell’amicizia”. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 13
Il percorso, una volta lasciato il fondovalle del fiume Yarlung, sale ripidamente. Si passa da un tornante all'altro e molto velocemente si guadagna quota. Nel fondovalle si scorgono verdi terrazzamenti accanto a gruppi isolati di case tibetane; nei mesi estivi gli Yak pascolano accanto alla strada lungo i fianchi ripidi della montagna. In breve si giunge al passo Kampa la (4870 m). Appena si arriva al piano del passo, si apre, al di sotto una vista favolosa, il lago Yamdrok dalle acque color turchese intenso e al fondo lo scenario delle cime innevate dominate dalla vetta del Nojyn Kang Sa (7200 m.). Dopo aver costeggiato il lago, la strada risale e arriva al secondo passo della giornata: il Karo la (5010 m.). Nella culla, raccolta sotto il ghiacciaio che fiancheggia il percorso, vivono, sotto le tende nere di pelo di yak, pastori di pecore e Yak. Nel tardo pomeriggio, dopo questa intensa giornata di paesaggi e momenti suggestivi, si giunge finalmente a Gyantse. Complessivamente questo percorso implica, con le soste, otto o nove ore di viaggio. Sistemazione in hotel. Pensione completa (per pranzo prevediamo un semplice box lunch). Pernottamento (Gyantse Hotel ) Costruito nel 1986, si trova nel centro storico della città di Gyantse. L'hotel dispone di 120 camere, tra cui singole, doppie e triple con bagno annesso. Può essere paragonato ad un “Tre Stelle” secondo la categoria europea. È la struttura tipica cinese degli anni ’80. L’ albergo venne costruito all’ inaugurazione della “Strada dell’Amicizia”. È la sistemazione migliore che si trovi a Gyantse. Indirizzo: Shanghai Dong Lu 2, Jiangzizhen, Tel: +86 892 817 2222 10° giorno Visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor Chode e dal Kumbum e del monastero di Shalu. Proseguimento per Shigatse 14 | IL TUO VIAGGIO
Tutta la mattina è dedicata alla visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor Chode e dal Kumbum. Due esempi di arte e architettura medievale raccolti entro un muro di protezione che ne è anche cornice. Queste strutture sono sicuramente l’esempio più completo della bellezza dell’architettura e dell’arte scultorea e figurativa del XV sec. in Tibet. La strada che porta all’ingresso principale del monastero fiancheggia l’agglomerato tradizionale e popolare di Gyantse. Dall’alto del castello, sul picco roccioso che domina la cittadina, si coglie l’insieme compatto del complesso monastico raccolto tra le mura e lo schema del villaggio antico che lo affianca. Il percorso tra Gyantse e Shigatse corre nella piana del fiume Nyang Chu, tra campi d’orzo e di frumento. E' dal punto di vista agricolo la fascia più ricca del Tibet centro-occidentale. Le case sono più grandi, nella stagione estiva le aie sono spesso teatro di lavoro di raccolta e mietitura. Lungo la strada che ci conduce a Shigatse, faremo la deviazione nella vallata di Shalu. Il monastero lo si scorge già dalla strada maestra; il suo tetto a pagoda, di ceramiche verdi, emerge sopra le case del villaggio. Shalu è un monastero dall’aria veramente dimenticata. Al suo interno vivono, oggi, non più di quaranta monaci. Si visitano le sale di preghiera che con il corridoio di circumambulazione sono tra i lavori d’arte figurativa più importanti del Tibet medievale. Tanti aspetti all’esterno e dentro l’edificio lasciano trapelare la passata grandezza di Shalu. Terminata la visita si ritorna sulla strada maestra e si è ormai poco lontani da Shigatse, in ordine di grandezza e di importanza politica, la seconda città del Tibet. Sistemazione in albergo. Pensione completa. Pernottamento (Chomo Langzom Hotel ) Il Qomo Langzong Hotel sorge a Xigazê, a soli 8 minuti a piedi dal suggestivo Monastero di Tashilhunpo. L’ albergo è una struttura moderna costruita appena una decina di anni addietro e può essere paragonato ad un “Quattro Stelle” secondo il criterio europeo. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 15
Indirizzo: No.12 Shanghai Middle Road, Shigatse 857000, Cina 11° giorno Trasferimento e visita del monastero di Sakya, poi continuazione per Xegar ( 4200 m. slm.) Si lascia Shigatse percorrendo la strada che corre verso il confine del Nepal. La piana lunga e altalenante, in piena estate offre sprazzi di giallo intenso della fioritura della colza, macchie contenute di rosa-violetto della fioritura della senape….il cielo di quel particolare blu forte degli altopiani scende a chiudere l’orizzonte sui contrafforti aridi e brulli della catena himalayana. Si sfiora il complesso di Narthang, l’antica stamperia del Tashilumpo. Una pietra miliare, prima di salire al passo Tsuo Là, indica la distanza da Shangai, sono 5000 chilometri dal punto più orientale della Cina. Dopo il passo Tsuo Là (4500 m), il percorso scende di quota e infila la vallata che porta al monastero di Sakya. Da questo punto fino quasi al confine tutte le case tibetane portano, a mo’ di decorazione, tre linee verticali di colori diversi: il rosso, il bianco e il nero. Sono, sin dal periodo medievale, i colori del monastero di Sakya, il simbolo, quindi, di appartenenza alla grande scuola dei Sakya’pa. Definire Sakya soltanto “monastero” è ignorarne il passato e non percepirne a fondo l'atmosfera che tutt’ora vi regna. Sakya è l’istituzione religiosa mescolata alla severa austerità del potere. Il monastero si trova in fondo alla valle del fiume Trum, tra le case contadine che lo circondano. La valle è molto povera. La grande struttura meridionale del complesso monastico guarda dall’alto del muro di difesa i ruderi dell’antico nucleo settentrionale completamente distrutto dalle guardie rosse. Gli interni del complesso meridionale, protetto da un forte muro di circoscrizione e costruito secondo i suggerimenti degli ingegneri militari dell’imperatore Kublai Khan, sono molto suggestivi. I grandi tronchi secolari provenienti dai territori boscosi ai bordi dell’altopiano, a mo’ di pilastri sorreggono la grande sala di preghiera. Ognuno di questi tronchi è legato ad una leggenda particolare. La storia del monastero di Sakya è un momento fondamentale e particolarmente affascinante nel quadro politico e religioso del Tibet. Nel primo pomeriggio, terminata la visita di Sakya, imbocchiamo la Trans-himalayana e saliamo verso uno dei passi camionabili più alti di tutto il territorio centro occidentale del Tibet, il passo Gyà Tsu Là (5220 m). Detriti di ardesie frammentate e aride pietraie accompagnano la salita al grande passo. Nella discesa dal passo avremo la prima apertura sulle vette degli “Ottomila”. In serata raggiungiamo l’albergo della Trans-himalayana nei pressi di Xegar. Sistemazione in albergo. Pensione completa. 16 | IL TUO VIAGGIO
Pernottamento (Chomolangma / Everest Hotel ) La struttura si trova sulla trans-himalayana a 4250 metri di quota nei pressi di Shegar. È stato rinnovato da poco ed è molto semplice nell’arredamento. Indirizzo: Lungo la trans-himalayana Tel: 0086-892 8262775 12° giorno Xegar: escursione al monastero di Rongbuk presso il campo base dell'Everest Di primo mattino partiamo verso le vette innevate a sud di Xegar e di Tingri. Dal 2015 la strada per il campo base è stata asfaltata quasi totalmente. Occorrono almeno tre ore per compiere i 90 chilometri del percorso di andata. La strada sale quasi immediatamente verso il passo Pang La (5100 m). I piani collinari bruni si elevano fino alle prime nevi e poi ecco svettanti i corpi del Makalu, dell’Everest e del Chohoyu… ancora un po’ avanti e a sinistra si apre la vista sul Shishapagma. Uno spettacolo davvero emozionante! Una volta lasciato il passo continueremo verso il monastero di Rongbuk. Il fianco settentrionale della montagna più alta del mondo è proprio di fronte a noi. Il piccolo monastero di Rongbuk è il luogo sacro ricordato nella storia delle grandi spedizioni sulla facciata settentrionale dell’Everest. Non c’è stata spedizione nel passato che non abbia avuto la benedizione dei lama di questo monastero. Il monastero,i cui interni sono stati rimaneggiati solamente nel 2018, si trova presso il Campo Base dell’Everest ed è il punto più vicino alla montagna che i turisti possano raggiungere. Oltre questo punto occorrono i permessi speciali emessi dal governo cinese per le vere e proprie spedizioni di scalata. Al termine di questa giornata, che sarà senz’altro indimenticabile, si fa ritorno verso l’albergo di Xegar. Pensione completa (per pranzo prevediamo un semplice box lunch). "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 17
NB: nonostante la quota di 5200 metri possa impressionare, in genere, l’escursione a questa altitudine, fatta a questo punto del viaggio, cioè dopo tanti giorni di acclimatazione, non ha, fino ad ora, comportato problemi ad alcun componente dei gruppi. Pernottamento (Chomolangma / Everest Hotel ) 13° giorno Xegar, visita al monastero di Pintsoling e ritorno a Shigatse Lasciata Xegar, la strada ritorna inevitabilmente al passo Gya Tsuo La e al centro di Latse, luoghi già toccati nel percorso di andata. Dopo Latse prenderemo la direzione per il monastero di Pintsoling, luogo sacro dall’atmosfera molto affascinante, avvolto dal senso di oblio, con un occhio sugli antichi ruderi e un altro sulle rive sabbiose che accompagnano il fiume Yarlung. Il monastero nei secoli passati fu un centro religioso di grande importanza per il suo stretto legame con le correnti religiose buddiste indiane che influirono sulle espressioni artistiche dei suoi interni. Al termine della visita si continua verso la città di Shigatse, dove arriveremo nel tardo pomeriggio. Sistemazione in hotel. Pensione completa (per pranzo prevediamo un semplice box lunch). Pernottamento (Chomo Langzom Hotel ) 14° giorno Visita del Monastero di Tashilunpo e trasferimento in treno a Lhasa Le prime ore della mattina le spenderemo nella visita del Tashilumpo. Questo complesso monastico è la residenza tradizionale della seconda carica politico-religiosa del Tibet, il Panchen Lama. L’importanza politica di questo monastero, nell’ultimo decennio, ha avuto una spinta di crescita molto forte. Vivono al suo interno circa ottocento monaci, le attività di studio e di preghiera a volte paiono frenetiche. La sala del Buddha più grande del Tibet, le tombe ricoperte di fregi d’oro, di argento e pietre dure dei Panchen Lama; le antiche sale di preghiera con le lunghe raccolte di dipinti sacri anneriti dal fumo delle lampade a burro…tutto ci parla del grande ruolo religioso e politico che il monastero ebbe nei secoli passati. In tarda mattinata ci si trasferisce alla stazione ferroviaria. La linea che collega Shigatse e Lhasa è stata inaugurata nel 2014. Il viaggio in treno permette di raggiungere la capitale del Tibet in meno di tre ore, quando in bus, a causa del rigido controllo dei 18 | IL TUO VIAGGIO
limiti di velocità, occorrerebbero almeno sei ore per raggiungere Lhasa. Sistemazione in hotel. Pensione completa (per pranzo prevediamo un semplice box lunch). NB: Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non fosse possibile avere la conferma delle prenotazioni sul treno in partenza da Shigatse alle 12.10 (orario soggetto a riconferma), il trasferimento verrà effettuato in bus. Pernottamento (Thangka Hotel ) 16° giorno Lhasa - Kathmandu. Trasferimento in aeroporto e volo che collega il Tibet al Nepal Il volo ha breve durata. In meno di un’ora si arriva a Kathmandu (volo 3U8719 ore 11.10/10.30, orario soggetto a riconferma). Se il volo risulta in orario resteranno le ore del pomeriggio per ritornare facoltativamente su qualcuno dei punti più suggestivi di Kathmandu o per lasciarsi andare liberamente nel quartiere di Thamel, il centro del commercio e la vera anima della città. Pasti liberi. Pernottamento in albergo. Pernottamento (The Dwarika's Hotel ) 17° giorno Al mattino partenza per Istanbul e continuazione per l'Italia Molto presto, la mattina, ci si trasferisce in aeroporto per il volo diretto a Istanbul dove si troverà il volo in coincidenza per l’ Italia. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 19
1. Lhasa Potala 2. Dwarika’s Hotel Kathmandu 3. Panorama del Tibet 20 | IL TUO VIAGGIO
PRIMA DELLA PARTENZA BENE A SAPERSI Visto e permessi: all’atto dell’iscrizione è necessario inviare la scansione delle prime pagine del passaporto al nostro ufficio di Milano. Vi informiamo che, chi si è recato negli ultimi 6 mesi precedenti la partenza di questo viaggio in uno dei Paesi sottoelencati e con relativo visto sul passaporto, potrebbe essere convocato personalmente per un colloquio dall’ambasciata cinese di Kathmandu: Iraq Iran Pakistan Afghanistan Turchia Siria In questo caso l’esperto Kel 12 dovrà stare a disposizione del gruppo che continuerà le visite previste e non potrà accompagnare chi dovrà recarsi in ambasciata. Questo itinerario è stato costruito e regolato nei tempi e nella distribuzione delle visite in seguito a decine di traversate effettuate negli anni sull’altopiano tibetano. È particolarmente consigliato a coloro che, intraprendendo un viaggio, privilegino gli aspetti paesaggistici, folcloristici e culturali al puro comfort delle sistemazioni alberghiere. Materiale antigovernativo: preghiamo i signori partecipanti di non portare durante il viaggio in Tibet i testi reputati dalla Cina antigovernativi, ad esempio: articoli di giornale a favore del Tibet libero, fotografie del Dalai Lama, testi sul Dalai Lama, la guida dell’EDT (Lonely Planet) sul Tibet con prefazione del Dalai Lama ecc. Stagioni per viaggiare: l’altopiano tibetano, al di fuori della stagione invernale che va da fine novembre alla fine di marzo, offre un arco di mesi adatti per i viaggi, abbastanza ampio. Si potrebbe intanto dire che a seconda del tipo di viaggio o di sensibilità individuale un certo periodo può essere più adatto di un altro. Sicuramente per gli itinerari che tendono a mettere in luce soprattutto l’aspetto paesaggistico ed in prima linea le grandi montagne, i mesi migliori sono, "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 21
normalmente, quelli primaverili (maggio e giugno), oppure quelli autunnali (fine settembre e ottobre). Tra maggio e giugno possono esserci comunque passaggi di leggere perturbazioni. Il periodo centrale dell’estate, ovvero dalla metà di luglio alla fine di agosto, è la stagione dei monsoni. Le correnti umide in quella fase dell’estate diventano particolarmente forti e riuscendo a scavalcare il grande muro himalayano arrivano a riversarsi sull’altopiano. Si tratta normalmente di temporali notturni che in genere non disturbano le visite turistiche giornaliere, ma, sicuramente, le masse di nuvole che stazionano sulla catena di montagne possono limitare la vista delle vette. I mesi migliori per la vista delle montagne sono quelli già citati, primaverili e autunnali, e sono anche i mesi più adatti (gli alpinisti lo sanno bene) per affrontare le grandi scalate. Nella stagione monsonica le piogge possono dar vita a frane e smottamenti perciò alcune strade minori possono essere chiuse al passaggio. Dunque un viaggio possibile nei mesi primaverili potrebbe essere non completamente fattibile nel cuore della stagione delle piogge. Questione… Altitudine Occorre innanzitutto sottolineare che il fenomeno della quota sull’altopiano himalayano non è assolutamente rapportabile a quello che potrebbe essere in Europa. Intendiamo dire che stare in vetta al monte Bianco, a 4800 metri e stare al campo base dell’Everest a 5200 metri sono cose completamente diverse… la seconda è molto più facile. Mentre in Europa le coltivazioni agricole possono arrivare fino a 1500 metri, ma non oltre, sull’altopiano himalayano troviamo coltivazioni di orzo, patate, colza fino a 4300-4500 metri. Sono dunque situazioni 22 | IL TUO VIAGGIO
climatiche troppo diverse e tutti possono constatare che anche ad alte quote l’altopiano è spesso accogliente. Bisogna sfatare il problema “altitudine”. Senza dubbio esiste per il nostro corpo un momento critico necessario per l’acclimatamento in quota, ma in genere è un processo naturale che si compie nell’ arco di poche giornate e spesso lo stato di disadattamento fisico è inferiore a quel che si sarebbe pensato. Sicuramente le scelte di sviluppo del viaggio da parte dell’organizzazione sono molto importanti per agevolare l’adattamento in quota. Prima di affrontare un viaggio in altitudine è sempre consigliabile un controllo medico preventivo. Avendo condotto centinaia di persone attraverso l’altopiano, abbiamo constatato che tutti coloro che siano in buono stato di salute possono affrontare senza problemi la quota. I casi di coloro che, pur non avendo in precedenza particolari problemi fisici, non sono riusciti a ritrovare in quota il giusto stato di benessere sono rarissimi, puramente casi eccezionali. Difficoltà del viaggio: negli ultimi dieci anni il Tibet ha avuto cambiamenti enormi sotto il punto di vista turistico. I primi alberghi, nati nell’ 87, quando la Trans- himalayana, la via detta dell’Amicizia che unisce Tibet e Nepal venne terminata, sono stati recentemente risistemati e oggi sono delle sistemazioni abbastanza confortevoli. Vi sono sicuramente degli alberghi che richiedono una buona capacità di adattamento perché molto carenti sotto il punto di vista delle strutture igieniche. Nel caso specifico del nostro viaggio, di questo tipo di sistemazioni che definiamo “carenti”, incontreremo l’albergo di Sakya e l’albergo sulla Trans- himalayana nei pressi di Tingri e Xegar. Altre difficoltà particolari del viaggio sono legate alla rete stradale. Oggi la strada principale che collega le grandi città fino al confine nepalese è in buone condizioni ed è abbastanza scorrevole. Trasferimenti e tempi di percorrenza: le distanze e i tempi di percorrenza segnalati sul programma sono puramente indicativi. La variabilità di questi tempi è conseguenza delle condizioni del fondo stradale. I tempi possono variare da una stagione all’altra e gli stessi interessi del gruppo in viaggio influiscono sui tempi di spostamento in modo da renderli diversi di volta in volta. I tempi indicati si rifanno a viaggi fatti in precedenza dunque già tengono conto di soste panoramiche, soste a villaggi e non sono da intendersi come “puri trasferimenti ciechi” da un punto a un altro. Clima e abbigliamento: il Tibet, nei mesi precedenti l’estate, ha un clima certamente inaspettato. Nelle annate normali, nei mesi di maggio e giugno, le temperature sono molto miti e gradevoli. Certamente può succedere che allo scavalcamento dei passi e alle quote superiori a 4000 metri i venti possano essere "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 23
particolarmente freddi, dunque la giacca a vento e, per ogni eventualità, un cambio pesante è sempre consigliato ma in genere un abbigliamento fatto di magliette, maglie, pantaloni di peso medio è sufficiente. Cosi come le giornate, anche le notti non sono particolarmente fredde. Per la parte nepalese invece l’abbigliamento deve essere senz’altro leggero. Infatti il Nepal, nella stagione estiva, ha un clima caldo e un po’ umido. T-shirts, pantaloni leggeri o corti, scarpe leggere e una maglia per le serate fresche. Un ombrellino per i possibili temporali della valle di Kathmandu può essere molto utile! Scelta degli alberghi: come tutti i viaggiatori sanno, le “stelle” degli alberghi nei Paesi in via di sviluppo sono indicative e non sono rapportabili agli standard europei! In Nepal, a Kathmandu è previsto il Dwarika’s Hotel. E’ sicuramente l’albergo con più fascino e ricco di personalità del Nepal. E’ considerato “l’albergo museo” della valle di Kathmandu. L’arte secolare della lavorazione del legno, lo stile “newarese” medievale, è il dettaglio che con la sua originalità e autenticità infonde un tocco d’ineguagliabile raffinatezza all’insieme della struttura architettonica. Il cortile interno del Dwarika’s Hotel è già di per sé un angolo magico di Kathmandu. A Lhasa la scelta tra le due sistemazioni è facoltativa. Abbiamo scelto per i nostri gruppi un albergo aperto da pochissimo tempo dopo i lavori di ristrutturazione: il Thangka Hotel, situato proprio a due passi dalla piazza del Jokhang, nel cuore del quartiere tibetano. E’ oggi la sistemazione migliore che possa esservi presso la parte più autentica e sacra di Lhasa! In alternativa è possibile prenotare lo Shangri La Hotel, un albergo inaugurato da pochi anni e considerato uno dei migliori della città (resta comunque un albergo a gestione cinese). La sua collocazione si trova a circa 15 minuti a piedi dalla piazza del Potala e 40 minuti a piedi dal quartiere Barkhor, il quartiere tibetano centrale. Per chi desiderasse la sistemazione in questo albergo di categoria superiore (dove dovranno essere consumate anche le cene), sarà possibile richiederla all’atto dell’iscrizione pagando un supplemento da richiedere di volta in volta in quanto variabile secondo la data di partenza. Gyantse e Tsetang: il Gyantse Hotel e lo Tsedang Hotel sono delle strutture nate per volere governativo alla fine degli anni ’80. Per almeno un ventennio sono state le sole strutture accettabili per il turismo occidentale. Negli ultimi anni, questi alberghi sono stati rinnovati e hanno ricevuto impulsi diversi. Il Gyantse Hotel, pur rimanendo la migliore sistemazione di Gyantse e pur essendo stato rinnovato, continua ad avere le caratteristiche di fabbrica degli alberghi di stato. E’ 24 | IL TUO VIAGGIO
comunque una sistemazione accettabilissima. Lo Tsedang Hotel ha avuto rinnovamenti ed ampliamenti ed è oggi una buona struttura che può garantire un buon livello di comfort. Shigatse: la sistemazione è prevista al Chomo Langzom Hotel, un nuovo albergo piuttosto moderno di categoria 4 stelle. Sakya: l’albergo disponibile in questa località è una costruzione recente, ma richiede una buona predisposizione all’adattamento. Fino a pochi anni fa non era assolutamente pensabile il pernottamento in queste zone, oggi grazie a queste costruzioni semplici e “cinesi” abbiamo la possibilità di sfruttare meglio il tempo di visita sul circuito. Questo viaggio in Tibet è fondato sull’interesse del percorso e non viceversa sul comfort degli alberghi. Tingri-Xegar: il Chomolangma Hotel (chiamato anche Everest Hotel) si trova sulla Trans-himalayana a 4250 metri di quota all’incrocio con la strada che porta a Xegar (anche conosciuta come New Tingri). Dagli anni 90 ai giorni nostri è stata l’unica struttura alberghiera accettabile per gli occidentali. Anche questo albergo è stato rinnovato, ma bisogna considerarlo nel contesto in cui si trova. Le camere hanno i servizi, la luce, e l’acqua calda è normalmente erogata solo in certe fasce orarie. Non c’è un metro di giudizio per dare una valutazione a questo albergo. E’ una sistemazione molto utile, ma la capacità di adattamento è essenziale. A seconda della disponibilità, durante il corso del viaggio potremmo utilizzare un albergo situato nel villaggio di Tingri dello stesso livello del Chomolangma Hotel sopra descritto. NB: la regola più semplice da adottare quando si viaggia in questi spazi è quella semplice di portare con sé un sacco lenzuolo leggero. In questo modo l’igiene è sempre garantita. Fotografia: ricordiamo che in Tibet la fotografia degli interni è spesso soggetta al pagamento di un biglietto o di un obolo che varia da interno a interno. In alcuni casi, come all'interno del Potala, del Jokhang e in alcune sale del Tashilumpo, vige il divieto di fotografare o filmare. Dal 2016 il divieto di fotografare gli interni si è esteso a numerosi monasteri minori. La cucina tibetana tradizionale e antica è sempre stata a base di elementi molto essenziali: burro di yak, farina d’orzo, latte, formaggi, alcune verdure di stagione, carne secca di pecora o di Yak, riso e tè della vicina Cina. Esiste una cucina tradizionale un po’ più elaborata ed è quella della nobiltà tibetana che però risente di un forte influsso della cucina cinese. In tutti gli alberghi e in tutti i ristoranti del "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 25
Tibet moderno i piatti più diffusi sono quelli tipici della Cina. Da alcuni anni a questa parte esistono anche alcuni ristoranti a conduzione privata con piatti di cucina mista nepalese-cinese. Durante il nostro viaggio molti pranzi saranno consumati durante i trasferimenti, saranno dunque pranzi pic-nic. Per quanto riguarda il Nepal, la cucina è varia, saporita e completamente diversa da quella cinese. Nella valle di Kathmandu i pranzi e le cene sono sempre liberi e la possibilità di scelta è molto ampia. NB: i pasti in Kathmandu e nella sua valle sono lasciati liberi affinché ognuno possa scegliere, a seconda dei propri interessi culinari o delle proprie esigenze, il ristorante o il tipo di cucina preferito. Per praticità di servizio e abitudine locale le varie portate vengono servite a tavola in forma comune, si tratta di portate per tutto il gruppo e non singole portate servite individualmente. Borse da viaggio: Consigliamo vivamente l’utilizzo di borsoni o valige semirigide con rotelle. Sconsigliamo l’utilizzo di valige rigide (tipo Samsonite) poiché troppo ingombranti per il volume di carico all’ interno degli autobus locali. Mezzi di trasporto: durante questo tipo di viaggio utilizzeremo dei pullman privati sia sulla porzione di viaggio nepalese sia sulla parte tibetana. Le strade in Tibet sono state, nell’ultimo decennio, rimodernate dal governo cinese e sono percorribili da qualsiasi mezzo. Sui pullman verrà effettuata la rotazione dei posti. Differenze orarie: Italia/Nepal + 3.45, Italia/Tibet (Cina) + 6, Nepal/Tibet (Cina) + 2.15 Mance: abbiamo già incluso nel prezzo i costi delle mance dovute per il facchinaggio negli alberghi, negli aeroporti e per i trasbordi di confine. Resta a vostro carico l’importo delle mance per gli autisti e le guide. L’importo delle mance, che verrà raccolto dall’accompagnatore Kel 12, si aggira intorno ai 70 euro per persona a seconda del numero dei partecipanti componenti il gruppo. 26 | IL TUO VIAGGIO
Importante Per questioni operative, di forza maggiore o scelte del corrispondente l’itinerario potrebbe subire variazioni pur mantenendo le località da visitare e gli hotel potrebbero essere sostituiti con strutture ricettive di pari qualità. Gli hotel definitivi verranno comunicati nel Foglio Notizie spedito assieme ai documenti di viaggio. Carbon Tax € 24.75 Carbon Offset Program In quanto organizzazione che cerca di ispirare gli altri a preoccuparsi del pianeta, National Geographic Expeditions (NGE) si impegna a favore del turismo sostenibile e della qualità ambientale. I partner di National Geographic, tra cui Kel 12 Tour Operator, riconoscono che anche il viaggio ha effetti che colpiscono il clima della Terra. Kel 12 quindi ha accettato di collaborare con NGE nel processo di identificazione delle emissioni di carbonio, riducendole laddove possibile e compensando ciò che rimane. Dal 2009, NGE ha siglato un accordo con NativeEnergy, una Public Benefit Corporation statunitense, che ha collaborato con centinaia di organizzazioni per sviluppare reali soluzioni alle sfide di sostenibilità, focalizzandosi su progetti basati sulla comunità che oltre a ridurre le emissioni di gas serra, siano in grado di fornire ulteriori vantaggi. Attraverso l'uso strategico delle compensazioni di carbonio, un modo pratico ed efficace per affrontare i cambiamenti climatici e incoraggiare la crescita delle energie rinnovabili, NativeEnergy finanzia nuovi progetti che riducono l'inquinamento da gas serra. NativeEnergy ha collaborato con NGE per identificare i progetti nelle destinazioni in cui viaggiamo, dai progetti di forni a energia rinnovabile, all'acqua potabile, al ripristino degli ecosistemi e alla protezione degli habitat della fauna selvatica. Tutti i progetti di NativeEnergy sono sottoposti a verifica da parte di certificatori terzi e NGE seleziona modi di compensazione conformi a standard industriali riconosciuti, come Gold Standard o VCS. Kel 12, al fine di rinforzare il proprio commitment nei confronti dell’ambiente e del pianeta, ha deciso che verserà a Native Energy, il doppio di quanto sarà chiesto di versare a voi viaggiatori in virtù degli accordi con National Geographic Expeditions. "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 27
Quota Individuale di partecipazione da Milano Minimo 10 partecipanti € 4,950.00 Con Esperto Kel 12 e guida locale parlante inglese. Massimo 16 partecipanti Supplementi per persona Supplemento singola € 1,150.00 Tasse aeroportuali/fuel surcharge € 330.00 Prezzo Bloccato € 125.00 Prezzo Bloccato Singola € 150.00 Supplementi da pagare in loco Dollaro Visto 30.00 Dollaro Visto 95.00 Quota di gestione pratica € 90.00 L’organizzazione tecnica di questo viaggio è di: Kel 12 Tour operator s.r.l. che è socio e aderisce al I Viaggi di Maurizio Levi s.r.l. che aderisce al Scheda Tecnica A) Ogni nostro programma di viaggio riporta il tasso di cambio utilizzato per il calcolo delle quote e la percentuale pagata in valuta estera. Ogni programma di viaggio riporta altresì la validità dello stesso. B) Le modalità e le condizioni di sostituzione del viaggiatore sono disciplinate dall’art. 39 del Codice del Turismo. C) Richieste di variazioni alle pratiche o ai servizi già confermati potrebbero comportare costi aggiuntivi. 28 | IL TUO VIAGGIO
D) Al viaggiatore che receda dal contratto di viaggio prima della partenza, al di fuori delle ipotesi elencate al comma 1 dell’art. 10 delle condizioni generali di contratto di viaggio o nel caso previsto dall’art. 7 comma 2, indipendentemente dal pagamento dell’acconto di cui art. 7 comma 1, sarà addebitato l’importo della penale nella misura indicata qui di seguito: - 10% fino a 45 giorni di calendario prima della partenza; - 20% da 44 a 31 giorni di calendario prima della partenza; - 30% da 30 a 18 giorni di calendario prima della partenza; - 50% da 17 a 10 giorni di calendario prima della partenza; - 75% da 9 giorni di calendario a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima della partenza; - 100% dopo tali termini. Salvo diverse indicazioni presenti nel programma di viaggio. Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà durante lo svolgimento del viaggio stesso. Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della partenza. La copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto. Assicurazione Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio. Le condizioni di polizza sono riportate sul sito www.kel12.com e riguardano sia l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di annullamento. Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio. Perché stipulare anche la POLIZZA INTEGRATIVA EUROP ASSISTANCE TOP "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL'AMICIZIA (AGOSTO) | 29
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